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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 125 E: Interventi di rinaturalizzazione In questa sezione del quaderno vengono presentati alcuni interventi che, senza rientrare specificamente in nessuna delle categorie proposte precedentemente, si prefiggono lo scopo di ripristinare, per quanto possibile, condizioni ambientalmente migliori rispetto alle situazioni preesistenti, legate a precedenti opere di sistemazione. In alcuni casi l’intervento prevede la rimozione della sistemazione preesistente in favore di una soluzione più “leggera” (il rio Maggiore a Levico); in altri la vecchia sistemazione viene ristudiata per permetterle di rispondere ad esigenze di tipo naturalistico senza perdere la sua validità idraulica (Doss del Cius); in altri casi, infine, la sistemazione esistente viene affiancata con interventi atti a migliorare l’opera, consentendo per esempio il passaggio alla fauna ittica (Maso Tollo). Si riporta di seguito il quadro sinottico con la classificazione degli interventi di rinaturalizzazione. E.5: il torrente Mandola a Calceranica E: INTERVENTI DI RINATURALIZZAZIONE E.3: Il Fersina presso Canezza E.4: Briglia rinaturalizzata al Doss del Cius E.2: Il Rio Maggiore a Levico E.1: Il Brenta a Maso Tollo E.6: lo scivolo del bacino di Cimego E.1: Il Brenta a Maso Tollo L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è localizzato sulla destra orografica del fiume Brenta, nei pressi di Maso Tollo.

E: Interventi di rinaturalizzazione · torrente Fersina in corrispondenza di una vecchia briglia di consolidamento presso Doss del Cius. Figura 20: Interventi di rinaturalizzazione:

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Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 125

E: Interventi di rinaturalizzazione

In questa sezione del quaderno vengono presentati alcuni interventi che,senza rientrare specificamente in nessuna delle categorie proposte precedentemente,si prefiggono lo scopo di ripristinare, per quanto possibile, condizioni ambientalmentemigliori rispetto alle situazioni preesistenti, legate a precedenti opere di sistemazione.

In alcuni casi l’intervento prevede la rimozione della sistemazione preesistentein favore di una soluzione più “leggera” (il rio Maggiore a Levico); in altri la vecchiasistemazione viene ristudiata per permetterle di rispondere ad esigenze di tiponaturalistico senza perdere la sua validità idraulica (Doss del Cius); in altri casi, infine,la sistemazione esistente viene affiancata con interventi atti a migliorare l’opera,consentendo per esempio il passaggio alla fauna ittica (Maso Tollo).

Si riporta di seguito il quadro sinottico con la classificazione degli interventi dirinaturalizzazione.

E.5: il torrente Mandola a

Calceranica

E: INTERVENTI DI

RINATURALIZZAZIONEE.3: Il Fersina presso Canezza

E.4: Briglia rinaturalizzata al

Doss del Cius

E.2: Il Rio Maggiore a Levico

E.1: Il Brenta a Maso Tollo

E.6: lo scivolo del bacino di

Cimego

E.1: Il Brenta a Maso Tollo

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è localizzato sulladestra orografica del fiume Brenta, nei pressi di Maso Tollo.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo126

Figura 9: Interventi di rinaturalizzazione: Brenta a Maso Tollo - inquadramento della zona.

La situazione antecedente: criticità

La presenza di un notevole dislivello (circa 5 metri) legato alla presenza delleopere di consolidamento impediva lo svolgersi dei naturali flussi biologici dei corsid’acqua, in particolare la risalita della fauna ittica.

Nella successiva foto da elicottero è visibile la zona dell’intervento e l’operatrasversale nella situazione iniziale.

Figura 10: Interventi di rinaturalizzazione: Brenta a Maso Tollo - La situazione preesistente.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 127

L’intervento

Si è intervenuti realizzando un percorso alternativo in destra orografica acarattere sinuoso, caratterizzato da un fondo il più possibile morfologicamentediversificato con l’utilizzo e la disposizione di massi adeguati.

L’opera viene completata (vedi planimetria) da un piccolo bacino e dall’operadi presa a monte. Dal bacino è previsto anche l’alimentazione di un canale al serviziodi un biotopo.

Nella realizzazione del percorso si è cercato di collocarne l’imbocco il piùpossibile vicino alla lama stramazzante dell’opera trasversale per consentire al pescedi “trovare” l’entrata e superare l’ostacolo. L’intervento ha carattere sperimentale eper quanto è dato sapere è il primo realizzato quantomeno in Trentino.

Le fotografie sono state realizzate a realizzazione appena ultimata, quindiprima della crescita della vegetazione spondale.

Viene allegata anche la planimetria di progetto.

Figura 11: Interventi di rinaturalizzazione: Brenta a Maso Tollo - Il nuovo canale a lavori appena ultimati.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo128

Figura 12: Interventi di rinaturalizzazione: Brenta a Maso Tollo - Il nuovo canale al passaggio della corrente.

Figura 13: Interventi di rinaturalizzazione: Brenta a Maso Tollo - La planimetria di progetto.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 129

E.2: Il Rio maggiore a Levico

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è localizzato allosbocco del Rio Maggiore nel lago di Levico.

Figura 14: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - Inquadramento della zona.

La situazione antecedente: criticità

Il cunettone preesistente era caratterizzato da una artificialità e da unamonotonia assai pronunciate. Vi era impedita qualsiasi attività di fitodepurazione; ilsito era fortemente inospitale nei confronti della fauna ittica e di quella anfibia,unitamente ad una scarsa presenza di macrobenthos.

Inoltre l’impermeabilità del fondo impediva i normali rapporti tra alveo e falda.

Figura 15: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - La situazione antecedente.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo130

L’intervento

L’intervento ha consentito il ripristino dei naturali rapporti falda-alveo, nonchédi una certa attività di fitodepurazione. Le possibilità di ospitare almeno alcune fasi divita, soprattutto per anfibi e macrobenthos, sono migliorate in modo significativo.

Figura 16: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - La situazione ad intervento ultimato.

E.3: Il Fersina presso Canezza

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è localizzato sultorrente Fersina in corrispondenza della frazione di Canezza.

Figura 17: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - Inquadramento della zona.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 131

La situazione antecedente: criticità

L’ambiente acquatico, in corrispondenza della piazza di deposito pressoCanezza, risultava piuttosto banalizzato, privo di zone rifugio e molto esposto (quasicompleta assenza di ombreggiatura), con conseguente rialzo della temperaturadell’acqua specialmente in magra, scarsi o nulli apporti di sostanza organica vegetale.

Figura 18: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - La situazione antecedente l’intervento.

L’intervento

La creazione di un piccolo bacino all’interno della piazza di deposito nonintacca in alcun modo la sua funzionalità idraulica.

Inoltre la risistemazione biologico-ambientale è apprezzabile in termini dipossibilità di:

• creazione di zone rifugio sottospondale con massi abbinata a sviluppo divegetazione aggettante con positivi riflessi di schermatura dalla luce, eparzialmente di mantenimento di temperature dell'acqua più consone con la vitadei salmonidi;

• offerta di ulteriore rifugio e sosta alla fauna ittica nei periodo dopo losvuotamento quando le buche sono profonde intorno ai 2; 3 m con maggioraccumulo d'acqua e ancora minor riscaldamento della stessa;

• miglioramento ed incremento degli apporti di sostanza organica vegetazioneverso il corso d'acqua;

• incremento dei rapporti tra ambiente acquatico e vegetazione spondale riferita almacrobenthos;

• creazione di zona di pesca facilmente raggiungibile da pescatori anziani o condifficoltà di movimento.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo132

Figura 19: Interventi di rinaturalizzazione: Rio Maggiore a Levico - La situazione a seguito dell’intervento.

E.4: Briglia rinaturalizzata al Doss del Cius

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è ubicato sultorrente Fersina in corrispondenza di una vecchia briglia di consolidamento pressoDoss del Cius.

Figura 20: Interventi di rinaturalizzazione: briglia a Doss del Cius - Inquadramento della zona.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 133

La situazione antecedente: criticità

L'alveo in questo tratto presenta una tipica morfologia torrentizia con barrelaterali, isole vegetate con salici ed ontani, aree golenali ecc. e numerosi e diversificaticanali di acqua corrente con substrato di granulometria assai varia sul quale sisviluppa una interessante fauna macrobentonica e conseguentemente anche ittica..Tutto ciò concorre a determinare un ambiente di ottima qualità, come suffragatoanche dai risultati delle analisi ivi effettuate dall'Istituto di S.Michele all'Adige.

Tuttavia la preesistente briglia costituiva di fatto una barriera invalicabile perla risalita della fauna ittica, spezzando il tratto in due tronconi.

Figura 21: Interventi di rinaturalizzazione: briglia a Doss del Cius - La situazione preesistente.

L’intervento

È stata pertanto progettata e realizzata una massicciata mediante ilposizionamento di massi ciclopici annegati in calcestruzzo, legati con funi in acciaio, edisposti in modo da creare una successione di salti e pozze. Si è creato quindi unparticolare tipo di rampa la cui scabrezza deriva dalla presenza di notevoli asperitàsulla faccia spaccata dei massi e fra i vuoti esistenti tra un masso e l’altro (i massisono stati posizionati in modo che gli assi maggiori degli stessi fossero orientatiortogonalmente uno rispetto all’altro, quasi a formare una sorta di incastro) ed inoltredalla stretta successione di salti la cui energia si smorza in una successiva pozza.

L’opera realizzata costituisce un solido rinforzo strutturale della brigliaesistente a cui è appoggiata a guisa di contrafforte ed il cui coronamento è ancoravisibile (mentre la vecchia controbriglia è stata parzialmente demolita ed è stata

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo134

utilizzata come caposaldo per l’ancoraggio della rampa) è inoltre dotata di lungadurabilità nel tempo in quanto altamente resistente all’usura ed ha permesso nelcontempo di ripristinare la continuità biologica dell'alveo (la rampa è risalibile daisalmonidi) che in questa maniera si estenderà per circa due chilometri complessivi.Infine, la struttura a cascate d'acqua pseudo-naturali che si è venuta a creare,coronata sulle sponde da cespugli di salice, rappresenta un indubbio miglioramentoanche dal punto di vista estetico dei luoghi variamente deputati a svolgere anche unimportante funzione ricreativa.

La serie di step & pool realizzata, con la creazione quindi di zone di"ossigenazione" per il pesce ("morte" a velocità bassa o molto bassa) prima diaffrontare il salto di risalita, pur condizionato dalla forte pendenza dovuta all'altezza ealla vicinanza delle opere tradizionali preesistenti, possono consentire in alcunesituazioni di portata la risalita del pesce.

Figura 22: Interventi di rinaturalizzazione: briglia a Doss del Cius - uno schizzo di progetto.

Figura 23: Interventi di rinaturalizzazione: briglia a Doss del Cius - La nuova situazione.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 135

Figura 24: Interventi di rinaturalizzazione: briglia a Doss del Cius - Durante un evento di piena.

E.5: Il torrente Mandola a Calceranica

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è ubicato sultorrente Mandola poco prima dello sbocco nel lago di Caldonazzo, a Calceranica.

Figura 25: Interventi di rinaturalizzazione: torrente Mandola a Calceranica - L’ubicazione dell’intervento.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo136

La situazione antecedente: criticità

Il tratto terminale di questo torrente ha grande rilevanza in quanto è sede diriproduzione di trota lacustre risalente dal lago di Caldonazzo. Questi soggetti sonocon ogni probabilità progenie ottenuta artificialmente dalle trote lacustri prelevate sulSarca risalenti dal Garda.

La situazione preesistente era caratterizzata da una marcata banalizzazionedell’alveo: briglie insuperabili ai pesci, alveo racchiuso tra muri sub-verticali chesegnano una profonda discontinuità con l’ambiente circostante, scarsa presenza divegetazione, scarsi o nulli apporti di sostanza organica vegetale.

Ne conseguiva, tra l’altro, un evidente restringimento delle aree riproduttivedelle trote.

Figura 26: Interventi di rinaturalizzazione: torrente Mandola a Calceranica - La situazione preesistente.

L’intervento

Gli interventi effettuati consentono un'apprezzabile risalita: alcuni soggetti piùprestanti sono segnalati (dai pescatori locali) circa 100 m a monte del ponte dellaStrada provinciale; risulta quindi che circa 4÷500 m di torrente siano risalibili. Conpiccoli interventi sulle briglie più alte (creazione di piccoli bacini a valle delle stesse,riduzione dell'altezza del salto) si incrementerebbe ulteriormente la quota dei soggetticapaci di risalire e riprodursi.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 137

Figura 27: Interventi di rinaturalizzazione: torrente Mandola a Calceranica - Schizzo della configurazione planimetricadi progetto.

Figura 28: Interventi di rinaturalizzazione: torrente Mandola a Calceranica - La zona dopo l’intervento.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo138

E.6: Lo scivolo del bacino di Cimego

L’intervento, come evidenziato nell’immagine successiva, è ubicato sul Chiesetra Cimego e Pieve di Bono.

Figura 29: Interventi di rinaturalizzazione: scivolo del bacino di Cimego - Inquadramento della zona.

La situazione antecedente: criticità

Il collegamento tra fiume Chiese e lo sbarramento artificiale di …… avvienetramite una rampa in calcestruzzo: data la pendenza notevole, la larghezza e lemodeste portate in gioco (1 m3/s nel mese di novembre) la risalita della fauna itticanon di allevamento a scopi riproduttivi era di fatto impossibile.

Figura 30: Interventi di rinaturalizzazione: scivolo del bacino di Cimego - La sezione in cui si localizza l’intervento.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo 139

L’intervento

Si tratta di una scala di monta estremamente “semplice” nella sua strutturametallica ottenuta recuperando rotaie ferroviarie su piccolo zoccoli di cemento, inragione della necessità espressa dall’Azienda proprietaria del Bacino, di non intaccareassolutamente i piastroni di cemento speciale che pavimentano il piano inclinato. Adun primo convogliamento generale ottenuto con una ampia V sotto la campatacentrale del ponte segue una serie di elementi deviatori-rallentatori quasiperpendicolari alla direzione della corrente. Il tutto per creare una via d’acqua sinuosae meno veloce possibile (in letteratura una buona scala di monta dovrebbe abbassarela velocità dell’acqua sotto il m/sec.). La distanza tra elemento ed elemento è statadeterminata sulla base dell’inclinazione della pavimentazione e dell’altezzadell’elemento rotaia + zoccolo per garantire tiranti d’acqua di almeno 15 cmconsentendo così il passaggio dei pesci.

L’ulteriore necessità di consentire senza particolari pastoie la percorribilità daparte di mezzi meccanici (camion in particolare) ha imposto di “spezzare” la scalainserendo nella frattura una sorta di imbuto che ricompattasse le acque indirizzandoleverso la parte più bassa della scala che doveva essere sufficientemente lunga agarantire la sua “immersione” nelle acque raccolte nel bacini soprattutto nel periodoriproduttivo.

Evidentemente il raccordo col Chiese a monte è stato fondamentale perl’efficacia della realizzazione

A detta dei pescatori del posto l’intervento effettivamente permette la risalitaalla fauna ittica.

Figura 31: Interventi di rinaturalizzazione: scivolo del bacino di Cimego - L’invito della nuova scala di rimonta.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche

Allegato al cap. V.3.5: Quaderno delle opere tipo140

Figura 32: Interventi di rinaturalizzazione: scivolo del bacino di Cimego - Primo piano dello sbocco della scala.