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E vennero giù le stelle Concerto del duo Saladino – Cavalli con musiche di Pergolesi, Beethoven, Martucci, Schumann – recensione per ERRECOMEROMA 30/01/2010 “In ogni tempo, domina una segreta unione di spiriti affini. Voi che vi appartenete chiudete il cerchio sempre più stretto, perché la Verità dell’arte emani la sua chiara luce, spandendo ovunque gioia e benedizione!” (Schumann, “Scritti sulla musica”) Sabato 30 gennaio nell’aula magna della università Valdese di Roma – il duo Saladino-Cavalli si è esibito in un programma emozionante passando dalle melodie di Pergolesi ai sogni fantastici di Schumann, attimi lirici filtrati da un Beethoven classico e ricco di tensioni. L’esuberanza del violoncello ha ceduto alla razionalità del pianismo elettivo, fatto di entropia ed inquietudine - una ricetta pulita ed attenta nella rilettura degli interpreti. Si leggono le storie di tutti i giorni al concerto; s’intendono i meriggi e il freddo dell’inverno che stenta, aggrappato alle coperte ad uscire dall’ambizione per smuovere un pensiero attraverso le agogiche e agli incontri nei paesaggi comuni, pensati assieme, su quei tratti a colori di un tiepido lumino che alimenta un meccanismo collaudato. La sonata in la maggiore di Beethoven fu scritta nel 1808, un ingegnoso tripudio di temi alimentato da un filo conduttore di ricami fortunati ed eleganti. Il violoncello accarezza gli spazi che il pianoforte disegna con precisione, un lavoro delicato nel bilanciare una sonorità irruenta e prepotente della voce maschile e cortigiana. Le musiche di Martucci e Pergolesi incorniciano un paesaggio spettacolare, lasciano intravedere lo spirito e la timbrica sfacciatamente concertante quasi a ribadire un musicare metafisico, incurante della regola ma attentissimo al ghiotto suonare accattivante e sensuale. Il duo affronta con coraggio le difficoltà, dileggiando il sapore della musica d’occasione fatta per le poltrone porporine sfidando gli equilibri che troveranno posto nelle pirotecniche fantasie di Schumann. Scendono le stelle e rotolano sul pavimento.. attraversano la sala sprigionando scintille variopinte, un carnevale romantico sviluppato tra desiderio e passione per una serata diversa per la quale, tutti aspettano ansiosi un continuo.

E Vennero Giù Le Stelle

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E vennero giù le stelle Concerto del duo Saladino – Cavalli con musiche di Pergolesi, Beethoven, Martucci, Schumann – recensione per ERRECOMEROMA 30/01/2010 “In ogni tempo, domina una segreta unione di spiriti affini. Voi che vi appartenete chiudete il cerchio sempre più stretto, perché la Verità dell’arte emani la sua chiara luce, spandendo ovunque gioia e benedizione!” (Schumann, “Scritti sulla musica”) Sabato 30 gennaio nell’aula magna della università Valdese di Roma – il duo Saladino-Cavalli si è esibito in un programma emozionante passando dalle melodie di Pergolesi ai sogni fantastici di Schumann, attimi lirici filtrati da un Beethoven classico e ricco di tensioni. L’esuberanza del violoncello ha ceduto alla razionalità del pianismo elettivo, fatto di entropia ed inquietudine - una ricetta pulita ed attenta nella rilettura degli interpreti. Si leggono le storie di tutti i giorni al concerto; s’intendono i meriggi e il freddo dell’inverno che stenta, aggrappato alle coperte ad uscire dall’ambizione per smuovere un pensiero attraverso le agogiche e agli incontri nei paesaggi comuni, pensati assieme, su quei tratti a colori di un tiepido lumino che alimenta un meccanismo collaudato. La sonata in la maggiore di Beethoven fu scritta nel 1808, un ingegnoso tripudio di temi alimentato da un filo conduttore di ricami fortunati ed eleganti. Il violoncello accarezza gli spazi che il pianoforte disegna con precisione, un lavoro delicato nel bilanciare una sonorità irruenta e prepotente della voce maschile e cortigiana. Le musiche di Martucci e Pergolesi incorniciano un paesaggio spettacolare, lasciano intravedere lo spirito e la timbrica sfacciatamente concertante quasi a ribadire un musicare metafisico, incurante della regola ma attentissimo al ghiotto suonare accattivante e sensuale. Il duo affronta con coraggio le difficoltà, dileggiando il sapore della musica d’occasione fatta per le poltrone porporine sfidando gli equilibri che troveranno posto nelle pirotecniche fantasie di Schumann. Scendono le stelle e rotolano sul pavimento.. attraversano la sala sprigionando scintille variopinte, un carnevale romantico sviluppato tra desiderio e passione per una serata diversa per la quale, tutti aspettano ansiosi un continuo.