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1 EATA Newsletter, February 2016 Cosa possiamo imparare: riflessioni sulla Conferenza EATA sulla Ricerca, Roma 2015 Mentre siamo in. Attesa della Conferenza dell’EATA di Ginevra, possiamo ancora soffermarci a riflettere sulla conferenza di Roma tenutasi la scorsa estate. La Commissione Scientifica (coordinata da Laura Bastianelli, con Enrico Benelli, Günter Hallstein, Roland Johnsson, Susanna Ligabue, Barbara Loi, Günther Mohr e Trudi Newton), si è interrogata su come possiamo apprendere da quella esperienza, osservando sia la conferenza stessa – Verificare lo sviluppo della Teoria e della Pratica dell’AT attraverso la ricerca – che il processo che si è avuto nel corso di essa. Nel numero scorso della Newsletter abbiamo celebrato il successo della conferenza di Roma: organizzata dalla joint venture di sete associazioni italiane e resa possibile dal lavoro volontario di molti colleghi della Commissione Organizzativa. Abbiamo avuto 500 partecipanti, con 23 workshop di 120 minuti, 36 di 90 minuti, 45 brevi presentazioni di 30 minuti e 7 poster, per un totale di 111 presentazioni. Abbiamo condotto due valutazioni. La prima ha seguito determinati criteri di trasparenza della proposta dei relatori (PPE) e la seconda una valutazione delle presentazioni, usando il format EPEF15 ed abbiamo poi “valutato le valutazioni” così da migliorarle in futuro. Crediamo nel valore di aver creato una dinamica vivace, basata sulla ricerca che nella maggior parte dei casi è stata vissuta come come uno scambio genuino che ha portato ad individuare degli indicatori per lo sviluppo futuro. L’input arrivato dai relatori non del campo dell’AT (John McLeod ed Omar Gelo) è stato importante e di sprone per noi come comunità. La conferenza è stata un’iniziativa sostanziale, una sfida da diversi punti di ista in cui, crediamo, tutti abbiano dato il loro contributo derivante da un amore di base, un atteggiamento rispettoso, che è stato essenziale in alcuni dibattiti vivaci a cui abbiamo assistito. Alcune delle sfide che abbiamo considerato Il tema: La ricerca in AT è un campo di interesse che si sta sviluppando (alle volte a cui si guarda con sospetto), e l’idea è stata quella di aumentare sia l’apertura verso i quadri di riferimento di ricerca non AT che di condivisione della pratica di ricerca della comunità AT in diversi campi; questo per rendere la ricerca più adatta, accessibile, utile è facile, se possibile. Il tipo di organizzazione: abbiamo avuto bisogno di organizzare la conferenza, considerando l’ampio numero delle persone desiderose di presentare i loro contributi e di partecipare all’evento. La sfida è stata anche come connettere la scelta di invitare “grossi nomi”, esperti molto conosciuti nel campo della ricerca, e costrui8re un “terreno comune” attraverso le sessioni plenarie, con il desiderio di partecipare più direttamente anche in momenti più collegiali ed ampi. Da un lato quindi le plenarie sono state ben preparate e moderate, dall’altro le persone possiamo dire che hanno avuto l’opportunità di godersi (o di tollerare) le diverse culture di apprendimento che coesistono all’interno della comunità AT. La lingua: negli incontri internazionali come questo, come si può gestire la questione linguistica? Dove, quando è come tradurre? Si deve usare l’inglese che è internazionale ed anche lasciare spazio ‘per le lingue

EATA Newsletter, February 2016 · il format di esame CTA) (P-C) Per concludere, una frase di Joseph Beuys: ‘noi siamo la rivoluzione ‘. Abbiamo imparato dalla conferenza ... scritto

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EATA Newsletter, February 2016

Cosa possiamo imparare: riflessioni sulla Conferenza EATA sulla Ricerca, Roma 2015

Mentre siamo in. Attesa della Conferenza dell’EATA di Ginevra, possiamo ancora soffermarci a riflettere

sulla conferenza di Roma tenutasi la scorsa estate.

La Commissione Scientifica (coordinata da Laura Bastianelli, con Enrico Benelli, Günter Hallstein, Roland

Johnsson, Susanna Ligabue, Barbara Loi, Günther Mohr e Trudi Newton), si è interrogata su come possiamo

apprendere da quella esperienza, osservando sia la conferenza stessa – Verificare lo sviluppo della Teoria e

della Pratica dell’AT attraverso la ricerca – che il processo che si è avuto nel corso di essa.

Nel numero scorso della Newsletter abbiamo celebrato il successo della conferenza di Roma: organizzata

dalla joint venture di sete associazioni italiane e resa possibile dal lavoro volontario di molti colleghi della

Commissione Organizzativa.

Abbiamo avuto 500 partecipanti, con 23 workshop di 120 minuti, 36 di 90 minuti, 45 brevi presentazioni di

30 minuti e 7 poster, per un totale di 111 presentazioni. Abbiamo condotto due valutazioni. La prima ha

seguito determinati criteri di trasparenza della proposta dei relatori (PPE) e la seconda una valutazione

delle presentazioni, usando il format EPEF15 ed abbiamo poi “valutato le valutazioni” così da migliorarle in

futuro.

Crediamo nel valore di aver creato una dinamica vivace, basata sulla ricerca che nella maggior parte dei casi

è stata vissuta come come uno scambio genuino che ha portato ad individuare degli indicatori per lo

sviluppo futuro. L’input arrivato dai relatori non del campo dell’AT (John McLeod ed Omar Gelo) è stato

importante e di sprone per noi come comunità. La conferenza è stata un’iniziativa sostanziale, una sfida da

diversi punti di ista in cui, crediamo, tutti abbiano dato il loro contributo derivante da un amore di base, un

atteggiamento rispettoso, che è stato essenziale in alcuni dibattiti vivaci a cui abbiamo assistito.

Alcune delle sfide che abbiamo considerato

Il tema: La ricerca in AT è un campo di interesse che si sta sviluppando (alle volte a cui si guarda con

sospetto), e l’idea è stata quella di aumentare sia l’apertura verso i quadri di riferimento di ricerca non AT

che di condivisione della pratica di ricerca della comunità AT in diversi campi; questo per rendere la ricerca

più adatta, accessibile, utile è facile, se possibile.

Il tipo di organizzazione: abbiamo avuto bisogno di organizzare la conferenza, considerando l’ampio

numero delle persone desiderose di presentare i loro contributi e di partecipare all’evento. La sfida è stata

anche come connettere la scelta di invitare “grossi nomi”, esperti molto conosciuti nel campo della ricerca,

e costrui8re un “terreno comune” attraverso le sessioni plenarie, con il desiderio di partecipare più

direttamente anche in momenti più collegiali ed ampi. Da un lato quindi le plenarie sono state ben

preparate e moderate, dall’altro le persone possiamo dire che hanno avuto l’opportunità di godersi (o di

tollerare) le diverse culture di apprendimento che coesistono all’interno della comunità AT.

La lingua: negli incontri internazionali come questo, come si può gestire la questione linguistica? Dove,

quando è come tradurre? Si deve usare l’inglese che è internazionale ed anche lasciare spazio ‘per le lingue

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native diverse (aumentando la disponibilità di traduzioni simultanee, almeno per le plenarie ed i gruppi

grandi)?

Costruire contratti chiari: per consentire buoni processi comunicativi e chiari confini, il lavoro di rete tra CS

e CO, con spazi condivisi/congiunti, che includono sessioni informali ed anche processi di gruppo mattutini.

Tutto questo può essere migliorato.

Risultati della plenaria finale

Nella plenaria finale abbiamo chiesto alle persone di discutere in gruppi per ciascun campo.

Il campo della psicoterapia aveva un numero maggiore di partecipanti ma in ogni gruppo la discussione è

stata vivace e competente. Condividiamo qui alcuni dei risultati.

La necessità di collegamento è stata sottolineata in ciascun campo, collegamento sia con altre fonti di

ricerca (fuori dall’EATA – istituti, associazioni, teorie e pratica di ricerca) che all'interno dell’EATA ( tra i

diversi campi) e la connessione anche con le esperienze di diversi Paesi.

Il più grande effetto di questa conferenza per tutti è stata l'opportunità di incontrarsi e parlare con gli altri e

alisei transazionali, per condividere informazioni,idee e possibilità.

Abbiamo discusso i modi potenziali di creare rete e sostenerci a vicenda. C'è già un gran numero di ricerche

e teorie che sono state fatte, che possono essere collegate con ogni campo.

In risposta alla domanda: “Quali idee e nuovi sviluppi nella teoria AT hai trovato rilevanti per il tuo campo e

la tua pratica?” Le risposte sono state:

- Aggiornare i nostri termini AT in un ingaggio del 21^ secolo, per esempio non “ genitore negativo

controllante” ma “influenzante” (C-E)

- La necessità di “traduzione” nell'applicazione della teoria da un campo all’altro (C-E)

- Considerare l'impatto che il campo educativo può avere sugli altri che no sono informati del suo

ampio spettro; per esempio, il workshop che ha messo insieme l’ATSC e l’imago di apprendimento,

tenuto da PTSTA che hanno poca conoscenza della teoria del l'apprendimento, dentro. È fuori l’AT

(E).

- Osare usare la ricerca come un aggiunta e per connettere la ricerca con lo sviluppo della qualità (O)

- Condividere e comparare esempi di ricerca fatta nello stesso campo ed in campo diversi (C-E-O-P)

- Definire che tipo di ricerca facciamo o vogliamo fare e trovare modi diversi di farla (vedi Gelo e

McLeod proposal) (P)

- Necessità di validazione empirica dei costrutti teorici e della pratica clinica (P)

- Lavoro di rete su specifiche questioni,per es. Depressione, ansia ed altri (P)

- Collegare la ricerca con la pratica, per es. Ricerca-intervento (P-C-O)

E per la domanda: “quali idee avete preso dalla conferenza sull'importanza di fare ricerca e su come farla

nel vostro campo e nella vostra pratica ?” Le risposte sono state:

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- Poche ricerche finora sono state fatte nel campo del counselling; è importante avere più ricerche

collegate al nostro lavoro quotidiano; per es. Cominciare da una domanda, cercare i risultati,

valutazione cieca delle sedute fatta da psicotapeuti e counsellor e discussione dei risultati (C)

- Definizione e spiegazione dei tipi di ricerca (il Keynote di Omar Gello è stato molto utile in questo

senso). La ricerca educativa è molto diversa dalla ricerca clinica, in parte per la metodologia per es.

Studi sul gruppo invece che sull'individuo (E)

- pubblicare nell’IJTAR e nel TAJ per rendere la ricerca disponibile al di fuori del mondo AT grazie a

Sage. (Abbiamo anche osservato che la linea verde nell’analisi di Gelo era più corta di quella di altri

campi ma più lunga in proporzione alla grandezza del campo per es. Gli educatori presentano

relativamente più lavori!) (E)

- Rendere nota la ricerca educativa che si sta portando avanti in diversi Paesi. Questo metterebbe in

luce ciò che noi chiamiamo “ due tipi di traduzione” – in altre lingue ed anche in diversi campo – e

come mantenere fianco a fianco reciprocamente nella nostra consapevolezza sia la condivisione

delle informazioni che le idee (E)

- Rendere l'apprendimento il ficus della ricerca – questo significa non solo ricerca sulle scuole ecc. ,

ma anche sul processo educativo nella formazione in AT (E)

- Superare il pregiudizio sulla ricerca e osare usare la ricerca come un aggiunta (O)

- Superare il pregiudizio sulle difficoltà del fare ricerca e superare la scarsità di risorse finanziarie con

la cooperazione reciproca (P-C)

- Migliorare il processo di connessione della teoria con la ricerca e cercare un'integrazione dell’AT

con altri diversi modelli (P)

- Osare connettere diversi campi (P)

Ed infine,per la domanda: “Quali suggerimenti pratici daresti all’EATA per sostenere lo sviluppo della

ricerca nel tuo campo e nella tua pratica?” Le risposte sono state:

- Ricercare lo sviluppo dei quattro campi in diversi Paesi e vedere come interpretare le differenze (C)

- Ricercare lo sviluppo del counselling in diversi Paesi (C)

- Mostrare diverse prospettive ed approcci al counselling gli per es. Usando come modello l'articolo

di Widdowson su “Come fare un caso clinico?” (C)

- Usare il nostro sito web dell’EATA come strumento di risorsa per immateriale sulla ricerca,lo

sviluppo e la pratica (C)

- Stabilire reti educative,connettere persone che fanno lo stesso lavoro,fare lavoro di rete e

sostenersi reciprocamente. C'è un gran numero di ricerca che è stata fatta e lo sviluppo della teoria

educativa in diversi Paesi. (E)

- Offrire supporto e ridurre il senso di isolamento di alcuni professionisti (E)

- Essere proattivi, continuare la discussione tramite email con l'obiettivo di avanzare proposte

all’EATA (E)

- Lavoro di rete con gli studenti ed i trainee ed anche tra i professionisti qualificati (O-P)

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- Usare più possibilità sul web : social media, webinar, pubblicazioni ( per esempio libero accesso al

TAJ) (O-P)

- collegare le risorse esistenti ( scuole, professionisti, istituti, pubblicazioni ecc) (P)

- Collegare la ricerca con la formazione, usando i trainee come risorsa ( per es integrare la ricerca con

il format di esame CTA) (P-C)

Per concludere, una frase di Joseph Beuys: ‘noi siamo la rivoluzione ‘. Abbiamo imparato dalla conferenza

che è una vera sfida avere un quadro diverso ed internazionale circa la ricerca e non solo per focalizzare

sulle riviste e la letteratura di lingua inglese. Inoltre, abbiamo sentito il cambiamento culturale di oggi, dal

precedente orientamento focalizzato sui “grandi nomi” nei contesti psicologici, verso un approccio

democratico alla competenza portato avanti da ogni relatore e partecipante.

Ed il pensiero più importante (dalla conclusione dell’intervista di Wilma Bucci con Bill Cornell sulla ricerca)

“continuate affare domande...”

Trudi Newton e Susanna Ligabue, a nome della Commissione Scientifica

Ricordando Michael Reddy Riflettendo sulle origini dell’Associazione Europea di Analisi Transazionale Michael Reddy ha scritto (EATA Newsletter, June 1984): “l’EATA ha avuto inizio in un bar. In ogni caso, mi piace pensare che sia andata così. Per essere preciso, era il bar del Club Mediterranée a Villars nell’estate del 1975. O almeno penso fosse quella. C’erano tre di noi che stavano bevendo li – Arnold van Westering, Konstanz Robertson---Rose ed io. Comunque...penso che fossi io.” Come fu evidente dalla buona partecipazione a questa prima conferenza Europa di AT- conferenza di Villars, Svizzera, organizzata dall’Italia, c’erano già tanto europei dentro l’AT nel 1975. Michael ricordò dal suo sgabello del bar : “allora, tutto d’un tratto, abbiamo scoperto : ci sono probabilmente un paio di centinaia di noi e strana su per giù sono già radunati dentro la sala yoga del Club Mediterranée per discutere seriamente della fondazione dell’EATA “. Io ero uno di questi circa settanta, ero un neo laureato in psicologia e venivo dalla Svezia, avevo appena finito il corso 101 di Ted Novey a Villars. Nell’autunno del 1975 stavo per andare con il mio amico d collega Roland Johnsson in California al Western Institute for Group and Family Therapy per formarmi in AT con Bob e Mary Goulding. La conferenza di Villars era la mia prima esposizione diretta alla comunità AT internazionale. La scintilla avrà in me dalla conferenza di Villars accese un fuoco che sta ancora bruciando oggi nel 2016. Incontrare Bob e Mary, Jacqui Schiff, Fanita English, Jack Dusay, Ted Novey, Muriel James e molto altro mi ha dato un’energia nucleare che sta ancora tenendo. Incontrare i due primi TSTA europei Gisela Kottwitz e Michael Reddy, ha ispirato la mia futura carriera AT, che sto ancora vivendo. Michael Reddy, davvero era lui, ha dato inizio all’EATA. Non da solo, ma se davvero ci fosse una statua di bronzo, una medaglia di diamante o un memoriale d’oro per l’iniziatore dell’AT leader in Europa, questi dovrebbero andare a Michael. Non che io creda che a Michael sarebbe interessato molto il bronzo, i diamanti o l’oro, ma se il premio in qualche modo renderebbe felici le persone alla credo che lui approverebbe. Eravamo in due i candidati che volevano rappresentare la Svezia in quella dalla yoga, Berit Roberts-Jones ed io. Abbiamo concordato che Berit sarebbe stato parte della Steering Commettee fino al 1976 ed io sarei stato il delegato svedese al primo consiglio dell’EATA che si sarebbe formato nel 1976.

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Michael Reddy era il presidente naturale, io ho lavorato con Michael al consiglio dell’EATA e poi ho passato il mio esame TSTA nel 1984. Michael è stato il mio supervisore. Michael è morto nel Caraibi nell’autunno del 2015 all’eta di 82 anni. Non so quanti dei settantenni di Villars sono ancora vivo ed attivi nell’AT. Io ci sono, penso, e mi piacerebbe condividere alcuni ricordi di Michael. Te aspetti dello stile di leadership di Michael mi hanno impressionato profondamente : processo decisionale tardo e preciso, processo di consapevolezza costante e carico di humour e la sua tecnica della “scatola di vermi” per tenere avevo discussioni turbolente. Nel primo consiglio i membri sapevano come parlare. In molte lingue e su molti argomenti. Avevamo tutto imparato a non lasciarci svalutare facilmente. Carlo Moiso, Margaret Turpin, Raymond Hostie, Salomon Nasielski e molti altri avevano idee intelligenti ed eccellenti capacità verbali. Anche noi due volevamo dire la nostra si come modellare l’EATA. Se un incontro durava per tre giorni, Michael ci lasciava parlare per due giorni e mezzo. Non si decideva niente essi era vicini al panico. Poi, l’ultimo pomeriggio, quando eravamo tutti esausti, Michael metteva tutto insieme, con una logica cristallina e studia soluzioni ovvie, punto per punto, si ci si decideva subito. Alla fine tutti avevano il nostro riconoscimento individuale, i nostri bisogni appagati e collettivamente gestivamo come costruire un fondamento solido abbastanza per contenere ciò che oggi è l’organizzazione di AT più grande del mondo. Michel era un vero analista transazionale. Era consapevole di ciò che accadeva nel momento stesso in cui accadeva. Sapeva come usare l’umorismo nelle transazioni al centro del bersaglio per esprimere la sua consapevolezza. L’umorismo è un linguaggio potente della consapevolezza e Michael lo parlava correntemente. Una volta Roland ed io andammo a bussare alla porta dell’Hotel di Michael da qualche parte in Europa. Michael stava preparando un incontro importante è noi eravamo un po’ preoccupati di disturbarlo con le nostre domande non così importanti. Ma bussammo, Michael disse “avanti!” E entrammo. Con nostra grande sorpresa Michael si stava preparando per giocare a carte un solitario. Non sapendo cosa dire io gli chiesi se stesse vivendo. Egli mi guardò stupito e disse “ovviamente, altrimenti perché giocherei?”. Scoppiammo tutti a ridere. Ora il barattolo di vermi. Negli incontri del consiglio, quando i nostri stati dell’io Piccolo Professore diventavano troppo magnanimi con il mondo, con osservazioni belle ma irrilevanti, Michael guardava molto gentilmente il cosiddetto profeta e diceva : “bene, non apriamo quel barattolo di vermi proprio adesso...” Sorrideva, fine della discussione e la strada davanti a noi poteva di nuovo essere vista. Michael ci ha fatto visita in Svezia. La prima volta ha supervisionato il primo corso 101 che Roland ed io abbiamo tenuto. Michael era anche il supervisore di Roland. Il feedback che ci diede di breve e preciso : “voi ragazzi siete così carini che potreste cavarvela anche se uccideste qualcuno “. Questo voleva dire dell’importanza del processo rispetto al contenuto. Ci ha anche insegnato qualcos’altro in quel momento. Il suo aereo fu ritardato a causa della nebbia e lui di fatto arrivo’ ma giornata più tardi rispetto a quanto avevamo contrattato. Gli chiedemmo se doveva ridurre proporzionalmente il suo onorario. Lui non fu d’accordo perché lui era in viaggio e non era responsabile per quel ritardo. Non discutemmo e imparammo affare valore al nostro tempo come docenti. Michael ed io avevamo situazioni familiari simili. Le nostre mogli erano entrambe di altri paesi e noi avevamo entrambi due figli un maschio ed una femmina. Quando gli dissi di mia figlia, la più piccola, che era appena nata lui si congatulo’ con me e disse che ora entrambi avevamo due vie perfette. Ed aggiunse con un sorriso “ovviamente”. Poi per Michael l’EATA diventò troppo impegnativa. Troppi ruoli che cambiavano troppo velocemente e troppo spesso per suo piacere. Almeno questo è quello che disse a me. Per molti

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anni non lo vidi più e seppi solo che stava avendo successo nel costruire la sua propria organizzazione di Counselling. Alla fine cambiò il suo focus dalla psicologia clinica allo sviluppo gestionale ed alla consultazione industriale. Comunque non ci lascio’ senza già. Il suo libro del 1987 The Manager’s Guide to Counselling at Work e’ ancora presente tra i libri di AT nella mia

libreria. Lo considero il miglior libro non-AT, AT scritto e spesso l’ho usato nel mio lavoro di

insegnamento.

Poi un giorno nel 2002 d’improvviso ritornò in Svezia. Era il giorno dopo i miei 30 secondi sulla cima del monte Parnassus nella cattedrale di Londra con foglie d’alloro sulla mia testa e centinaia di occhi che mi guardavano pura coincidenza ovviamente ma in qualche modo ben adatto alla mia tesi di dottorato sulla terapia AT. Michael stava viaggiando per andare a trovare vecchi amici dell’AT, e mia moglie ed io eravamo molto felici di vederlo per un brunch a casa nostra mente eravamo ancora eccitati per la mia promozione accademica del giorno prima. Il timing di Michael fu perfetto. Ovviamente. Dopo lo portai alla stazione dove parti’ alla volta di Copenhagen. La fila alla macchinetta dei biglietti era la e dovemmo corrette giù per le scale e fuori alla piattaforma. Seriamente senza respiro Michael ce la fece appena in tempo prima che le porte del treno si chiudessero. Sorrise e ce la fece a dire sospirando : “un’altra vittoria!”. E parti ‘. L’EATA resto’. Almeno penso che andò così, lo spero. L’eredità dell’EATA di Michael ha un ruolo importante anche nei nostri tempi turbolento. Questo lo so. 10 Gennaio, 2016 Thomas Ohlsson

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L’Analisi Transazionale nella Psicoterapia Contemporanea

Di Richard G. Erskine, PhD

Pubblicato da Karnac Books, London (SBN 13: 9781782202639) Disponibile sia in formato elettronico che cartaceo sul sito www.Karnacbooks.com Richard Erskine ha pubblicato un libro dal titolo L’Analisi Transazionale nella Psicoterapia Contemporanea (Transactional Analysis in Contemporary Psychotherapy) che recentemente è uscito (2016) edito da Karnac Books, Londra. Il libro descrive ed illustra gli sviluppi ed i miglioramenti della teoria e dei metodi dell’Analisi Transazionale che sono emersi da quando Eric Berne ha pubblicato Analisi Transazionale e Psicoterapia nel 1961. I vari capitoli sono scritti da William F. Cornell (USA), Elana Leigh (Australia), Ray Little (Scozia), Gloria Noriega Gayolm (Messico), Amaia Mauriz-Etxabe (Paesi Baschi, Spagna), Karen Minikin (UK), John R. McNeel (USA), Charlotte Sills (UK), Jo Stuthridge (Nuova Zelanda), Moniek Thunnissen (Olanda), Maria Teresa Tosi (Italia), Keith Tudor (Nuova Zelanda), Tony White (Australia), e Richard Erskine(Canada). James R. Allen ha scritto l’introduzione.

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Negli scorsi 50 anni si sono sviluppati nella letteratura dell’Analisi Transazionale molti concetti e metodi. Alcuni concetti sono stati rifiniti ed estesi, diversi metodi sono stati soggetti alla sperimentazione clinica ed alcune idee non vengono più usate. Questo libro riflette questi sviluppi e queste revisioni. Include, anche, contributi di diversi autori, ciascuno dei quali presenta la sua focalizzazione specifica su come insegnano l’AT ed usano i concetti nella loro pratica psicoterapeutica. Questo libro affronta il tema dell’efficacia terapeutica di vari metodi in AT e copre una varietà di argomenti come: l’esperienza inconscia, il transfer-contro transfert, la trasparenza dello psicoterapeuta, il copione trans generazionale, la psicoterapia dello Stato dell’Io Bambino, i giochi psicologici, il cliente auto-distruttivo, un approccio integrativo/relazionale da una prospettiva so io-cognitiva. Questo testo è scritto sia per gli psicoterapeuti che per i counsellor che vogliano imparare e rifinire la loro conoscenza dei metodi dell’AT contemporanea che sono0 più efficaci con i clienti di oggi. Diversi analisti transazionali hanno apprezzato questo testo: Gordon Hewitt (Nuova Zelanda) dice, “Richard Erskine ha messo insieme i contributi di molti dei più rispettati teorici e scrittori della moderna Analisi Transazionale. I capitoli scritti per questo libro offrono molte prospettive ponderate sul ruolo dell’AT nel lavoro degli scrittori, accompagnate da vignette cliniche che danno la comprensione di queste nella loro pratica. Gli analisti transazionali, i formatori ed i trainee probabilmente troveranno che questo libro cambierà il modo in cui lavorano”. Marco Mazzetti (Italia) ha scritto, “fin dalla prima pagina sono stato catturato ed affascinato da questo grande libro. Mette insieme idee nuove con visioni solide e profonde della teoria classica dell’AT. In ogni capitolo i diversi metodi sono presentati con le loro radici storiche e nella loro vivace attualità, completi di casi clinici reali. Questo libro parla sia allo storico dell’AT che è in me che al mio desiderio appassionato di essere aggiornato come professionista”. Vann S. Joines (USA) ha detto, “questo libro offre molti eccellenti esempi di come l’AT è stata applicata alla psicoterapia contemporanea e la sua utilità come modello di comprensione delle dinamiche relazionali. Io lo raccomando caldamente a tutti voi”. Julie Hay (UK) ha descritto questo libro come “una aggiunta significativa alla letteratura dell’Analisi Transazionale ed un aggiornamento affascinante che amplia i materiali precedenti della gamma di autori ben noti in AT. I casi clinici che ci sono spesso nel testo rendono i concetti vivi ed anche dimostrano la natura individualista della psicoterapia e la ricchezza dei diversi approcci”. Il testo è disponibile in cartaceo o come è-book presso Karnac Books, London. Il sito web è: www.karnacbooks.com

Cari colleghi AT

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È importante che siamo consapevoli ed orgogliosi dei nostri tesori intellettuali. La Commissione EBMA è dedicata al riconoscimento dei concetti e del lavoro dell’Analisi Transazionale che saranno significativi e ricordati in futuro. Per una lista dei vincitori del EBMA e del lavoro per cui hanno vinto il premio, potete visitare il sito web https://itaaworld.org/itaa-awards.

Vi scriviamo ora per invitarvi ad assisterci nel pubblicizzare la richiesta di candidature per l’Eric Berne Memorial Award del 2016 in Analisi Transazionale e di incoraggiare voi membri a presentare candidature per il premio.

Inoltre, apprezzeremmo la vostra assistenza nel trovare volontari che prestino il loro servizio come membri o consulenti della Commissione per l’EBMA nel prossimo processo di revisione.

Di seguito troverete le cose che potete fare per sostenere ed incoraggiare i vostri membri a partecipare:

1. Pubblicizzare le politiche e le procedure attraverso le vostre associazioni locali, le vostre riviste e le newsletter usando i materiali che sono inclusi in questa newsletter e rendere questo materiale disponibile alle associazioni ed agli individui direttamente.

2. Se possibile, traducete parti della politica e delle procedure nelle lingue che i vostri membri possono comprendere.

3. Incoraggiate i vostri membri a fare nomination per il premio del 2016. Se i membri vogliono consigli su come fare una nomination, potete dare loro la mia e-mail.

4. Mandatemi i nomi e gli indirizzi e-mail delle persone nella vostra associazione che desiderano essere membri della Commissione EBMA e/o consulenti nel valutare le nomination per il premio.

Per vostra informazione ed utilizzotrovate inclusa una copi abbreviata del manuale operativo per il Eric Berne Memorial Award in Analisi Transazionale, che include:

1. Un breve annuncio che potete usare per qualsiasi mezzo informatico nella vostra area (Vedi appendice)

2. Una descrizione generale del premio è del processo di premiazione 3. Un programma perle attività e le scadenze della Commssione EBMA 4. Le politiche e le procedure per prendere gli appuntamenti della Commissione EBMA 5. Una richiesta di candidature per il EBMA

In chiusura, voglio esprimere il mio apprezzamento per la vostra assistenza. Le candidature devono essere presentate in un formato descritto nella Call for EBMA alla Commissione EBMA presso l’ufficio dell’ITAA a [email protected] o al presidente [email protected] entro e non oltre il 1 Dicembre 2015 per essere considerate nel 2016.

Le raccomandazioni per le persone che desiderano essere parte o consulenti per la commissione sono benvenute in ogni momento e devono essere mandate a me all’indirizzo [email protected].

Se avete domande o desiderate assistenza nel preparare gli annunci, per favore non esitate a contattarmi

a: Thomas Steinert, Chairperson of the EBMA Committee, at [email protected].

Vi ringrazio molto per il vostro sostegno ed il vostro impegno!

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Cordiali saluti,

Thomas

Appendice 2 Versione Breve � per favore traducete nella vostra lingua e pubblicate

RICHIESTA DI CANDIDATURE PER IL ERIC BERNE MEMORIAL AWARD DEL 2016 IN ANALISI TRANSAZIONALE

I Eric Berne Memorial Award in Analisi Transazionale è conferito ad un concetto o un’idea altamente innovativo originale e pubblicato che costituisce un grande avanzamento teorico o pratico in Analisi Transazionale ed ha un impatto significativo sulla comunità dell’Analisi Transazionale. L’EBMA NON è dato a tutto un corpo teorico di un autore.

Per essere considerato per la candidatura devono essere date certe informazioni necessarie in formato elettronico (Microsoft Word o PDF) alla Commissione per il Eric Berne Memorial Award che ha come presidente Thomas Steinert ([email protected]) oppure all’ufficio dell’ITAA ([email protected]) non più tardi del 1 Dicembre 2015. Per maggiori dettagli su come si faccia una nomination potete vedere sul sito https://itaaworld.org/itaa-awards . Lì troverete anche una lista dei precedenti vincitori e del loro lavoro per il quale hanno vinto il premio.

Incoraggiamo i membri a fare le loro nomine per questo premio. Se avete domande o avete bisogno di suggerimenti o aiuto su come fare una nomina, potete contattare Thomas Steinert at [email protected].

Thomas Steinert

Presidente della Commissione EBMA

II. DESCRIZIONE GENERALE DELL’ERIC BERNE MEMORIAL AWARD

A. L’Eric Berne Memorial Award in Analisi Transazionale è stato istituito per dare riconoscimento agli autori di grandi contributi all’Analisi Transazionale.

B. Il EBMA è conferito per un concetto o un’idea originale ed innovativa pubblicata che costituisce un grande avanzamento alla teoria o alla pratica dell’Analsii Transazionale e deve aver avuto un impatto significativo sulla comunità dell’Analisi Transazionale. Il EBMA NON viene dato a tutto il corpo teorico di un autore.

IV. PROCEDURE PER L’ASSEGNAZIONE DEL PREMIO

A. Nominations

1. Le Nominations per il premio saranno considerate ogni anno. Il premio sarà limitato ad uno per anno, eccetto in caso di un pari merito irrisolvibile tra due candidati ugualmente meritevoli.

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2.tutte le nomination per l’EBMA devono essere ricevute dall’ufficio non più tardi del 1 Dicembre 2015 per essere considerate per il EBMA del 2016. I materiali richiesti per fare una nomination sono specificati nel’Appendice 2 (“Call for nominations for Eric Berne Memorial Award in Transactional Analisys”). Questa informazione è distribuita alle associazioni AT e pubblicata nel Transational Analisys Journal, The Script newsletter ed altre pubblicazioni di AT.

3. Per essere eligibile per una nomination, il contributo deve essere stato pubblicato in una rivista professionale, o in un libro o in altre pubblicazioni. Le dissertazioni non pubblicate non sono eligibii per il EBMA.

4. Tutti i contributi pubblicati inclusi con la nomination devono essere stati pubblicati prima del 31 Dicembre (3 anni prima della scadenza) (per esempio per il EBMA del 2016, solo i contributi pubblicati prima del 31 Dicembre 2012), saranno considerati.

Michael Reddy (2)

Il Dott. Michael Reddy è morto a Novembre 2015mentre era in vacanza con la sua famiglia nei Caraibi.

Aveva 82 anni. Michael era originariamente un prete gesuita, uno psicologo clinico ed un counsellor ed è

stato il primo membro Didatta AT (oggi TSTA) nel Regno Unito. Si è formato negli Stati Uniti, principalmente

con Bob e Mary Goulding ed è stato un’ispirazione per lo sviluppo della formazione in Analisi Transazionale

nel Regno Unito.

È stato Michael Reddy che ha messo su un comitato di direzione con Margaret Turpin, Alan Byron, John

Allaway ed altri e poi ha fondato l’Istituto di Analisi Transaizonale (Oggi UKATA) nel 1974 di cui è anche

stato il primo Presidente. Come membro Fondatore e Membro del primo Consiglio, io sono stato ispirato

dalla sua leadership e dal suo radicato impegno. Ricordo quelle riunioni a nord di Londra in cui con humor

laconico e percezione acuta egli fu in grado di vedere le questioni chiaramente e di sottolineare le opzioni

che avevamo. La sua visione ispirante e la sua calma presenza ci ha motivato ad assicurare che

l’accreditamento dell’AT e del training fiorissero. Egli ha portato la sua visione al di là del Regno Unito in

Europa e gli si deve dare credito di aver stabilito l’AT nel resto dell’Europa, fondando l’Associazione

Europea di AT (EATA) nel 1976 e diventando il suo primo Presidente. Il successo di queste organizzazioni

oggi deve molto alla determinazione, la visione e gli alti standard di Michael Reddy.

Ricordo i workshop di formazione in AT che Michael ha condotto a Londra insieme a personaggi del calibro

di Ken Mellor, George Thompson, Jacqui Shiff e Shea Schiff negli anni 70 ed 80 e ricordo anche il modo in

cui alle volte egli stava dietro a qualcuno, metteva le sue mani fermamente sulle sue spalle e diceva le

parole che la parte di sotto non stava dicendo. Che insigni e che saggezza aveva!

Michael Reddy Poi si è focalizzato sul lavoro in campo organizzativo ed è diventato una figura di rilievo nello

sviluppo del counselling sul posto di lavoro ed ha reso un grande contributo al campo dell’EAP nel Regno

Unit e fuori. È stato fondatore dell’ICAS, che è diventata l’EAP internazionale, di successo e molto stimata e

il benessere organizzativo con più di 400 impiegati in tutto il mondo.

Dopo che l’AXA PPP comprò l’ICAS nel 2007, Michael si buttò in nuove avventure. Entusiasta di muoversi

oltre il sostegno al singolo impiegato per cominciare ad interessarsi del management tossico e delle

questioni culturali, egli ha sviluppato un ufficio di Management umano capitale per gli affari per acquisire

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una visione sistematica delle persone dell’azienda che considerasse sia i rischi che i vantaggi più grandi.

Questi due concetti chiave – l’impiegato e l'ambiente di lavoro – che lo hanno visto impegnato fino alla

morte. Le sue ultime pubblicazioni sono disponibili da scaricare sul suo blog:

www.thewatchmanpublishing.com.

Michael è sempre stato molto apprezzato, rispettato ed ammirato. Tutte le organizzazioni che ha aiutato a

fondare sono dedicate all’eccellenza ed al’integrità ed, io penso, tutti gli individui che lui ha ispirato hanno

la sua calma, la sua radicata presenza come solide fondamenta per la crescita ed il coraggio di cambiare.

Michael ci mancherà e lo onoreremo sempre per il suo contributo generoso allo sviluppo dell’Analisi

Transazionale in Europa. Egli lascia la moglie, Mercedes, un figlio ed una figlia e due nipotini.

Adrienne Lee TSTA

The Berne Institute

Giovanni Greco

Giovanni Greco, 61 anni, Presidente e Direttore della Scuola di Analisi Transazionale (SIFP), si è

improvvisamente spento domenica 22 Novembre.

Psicologo e psicoterapeuta dai molteplici interessi, ha operato in diversi campi nella sua

professione: dal lavoro all’educazione, dalle organizzazioni al lavoro clinico. Era consulente per i aggiorni

gruppi industriali italiani ed era attivo nel campo della salute per diversi istituti per la valutazione della

qualità nell’educazione. Ha anche avuto ruoli di grande responsabilità nella politica professionale come vice

presidente della SIPAP (Società italiana di psicologi dell’area professionale) e come membro della

Commissione specifica dell’ENPAP (Istituto Nazionale per l’Assistenza agli Psicologi).

L’altro lato della sua anima, la meno conosciuta alla maggior parte delle persone, era il teatro.

Diplomato all’Accademia di arti drammatiche, ha recitato e diretto nei più famosi teatri italiani.

Il suo ultimo successo, come riassunto delle sue molteplici abilità, è stato la fondazione di una

scuola di psicoterapia che ha portato al suo livello di funzionamento attuale. Oggi la scuola è al suo 4 anno.

La sua gentilezza, intelligenza, entusiasmo e la visione ed originalità delle sue idee ci mancheranno

moltissimo.

Scuola di Analisi Transazionale SIFP - Rome

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Creare un Network: l’Analisi Transazionale nelle Università

Maria Teresa Tosi (Ed.), Enrico Benelli, Kristina Brajovic, Carla de Nitto, Cesare Fregola, Henning

Schulze, Mark Widdowson

Siamo molto lieti di offrire la trascrizione di una tavola rotonda che si è tenuta alla prima

conferenza EATA dedicata alla Ricerca ed allo Sviluppo Teorico, a Roma dal 9 all’11 Luglio 2015: “Al

di là dei limiti: verificare lo sviluppo della teoria dell’AT attraverso la ricerca”.

La tavola rotonda sul tema “Creare un network: l’Analisi Transazionale nelle Università” ha avuto

come obiettivo offrire uno spazio ad alcuni professori che insegnano l’Analisi Transazionale nelle

Università europee di discutere questioni come: creare una rete di lavoro sulla ricerca, punti forti e

deboli dell’Analisi Transazionale nei contesti accademici, le esperienze di insegnamento dell’AT è

così via.

Quel dialogo interessante, moderato da Resi Tosi (TSTA-P), è stato ravvivato da: Enrico Benelli

(PTSTA, P), Kristina Brajovic Car (CTA, P), Carla de Nitto (TSTA, P), Cesare Fregola (PTSTA, E),

Henning Schulze (TSTA, O), e Mark Widdowson (TSTA, P).

Speriamo che i lettori saranno contenti di leggere la ricchezza del lavoro e del pensiero dei relatori

e si sentiranno stimolati a coinvolgersi in alcuni dei progetti o delle direzioni da loro indicate.

Resi Tosi:

È un grande successo essere qui, parlare dell’analisi transazionale nelle università, poichè, come

sappiamo, l’analisi transazionale si è specialmente sviluppata al di fuori dei circoli accademici e dei

grandi centri di ricerca.

Questa storia specifica, peculiare dell’analisi transazionale presenta alcuni vantaggi ed alcuni

svantaggi: tra i vantaggi io vedo la creatività e la libertà attraverso le quali l’analisi transazionale si

è sviluppata da Berne e molti altri autori, l’importanza data al lavoro ed alla pratica clinica e la

possibilità di sviluppare i quattro campi di specializzazione basati sul modello dell’analisi

transazionale. Tra gli svantaggi di questa storia io vedo la frammentazione tra le scuole, gli

approcci e specialmente l'isolamento dell’analisi transazionale nel mondo scientifico.

Io penso sia molto importante sviluppare questa idea della costruzione sociale della conoscenza di

cui questa mattina McLeod ha parlato. Quindi se vogliamo co-costruire questa conoscenza

abbiamo bisogno di creare reti di lavoro, reti di lavoro scientifiche. Forse dobbiamo lasciare un pò

l’”approccio cowboy” dei primi autori di AT, di cui alle volte Jim Allen ha parlato, di cui anche noi

siamo fieri e probabilmente abbiamo bisogno di spostarci verso un approccio più collaborativo, di

essere una rete di lavoro.

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Questa sessione è significativa perchè questi colleghi che portano l’analisi transazionale nei

programmi universitari ci offriranno una visione d’insieme del loro lavoro e della collaborazione in

contesti scientifici.

Io sono rimasta impressionata dai vostri CV, state facendo un lavoro splendido in alcune

università, insegnando e lavorando con la ricerca su e nell’analisi transazionale. Sono anche

interessata a conoscere il modo in cui voi vedete la ricerca, poichè sembra che abbiate idee

differenti su cosa sia la ricerca, su cosa sia e come si può usare in diverse aree e campi di

competenza. Quindi, sono impaziente di ascoltarvi!

Carla de Nitto:

Sono Carla de Nitto, TSTA nel campo della Psicoterapia. Insegno nella Facltà di Scienze dell’Educazione all’Università Pontificia Salesiana (UPS) a Rome (www.unisal.it). Questa Università, anche se si trova a Roma, non è un’università italiana perchè appartiene allo Stato Pontificio, quindi è una università straniera in Italia. L’UPS è caratterizzata dall’essere un’università internazionale: è frequentata da studenti che arrivano da più di 130 diversi paesi nel mondo, che sono rappresentanti di diverse realtà e culture. Mi sento molto stimolata ad insegnare in questo contesto speciale perchè la varietà di aree da cui gli studenti arrivano, con diversa formazione e motivazione, mi stimola a riadattare il mio insegnamento per promuovere l’applicazione dei concetti teorici in diverse realtà, così da aiutare tutti a capire e portare avanti il loro apprendimento nel loro contesto di appartenenza. In questa Università insegno diverse discipline relative alla psicologia clinica e dinamica n generale; in particolare, Psicologia Dinamica, Psicologia Clinica, Modelli di Intervento nella psicologia clinica

e di comunità, lavoro di squadra e dinamiche relazionali; conduco anche il Laboratorio sui modelli

di intervento in cui l’analisi transazionale è il cavallo di battaglia. L’AT è uno dei modelli teorici che io prendo come quadro dei riferimenti nei miei diversi corsi grazie alla sua versatilità ed alle sue prospettive multiple: la sua teoria motivazionale, la sua teoria della personalità, dello sviluppo e della psicopatologia ed infine la sua teoria dei metodi. Quindi tutto questo diventa per me un “Filo rosso” nel mio insegnamento; inoltre considero anche una grande sfida giocare con i concetti AT e considerare una prospettiva teorica più ampia ed io sarei felice di condividere con voi tutti e conoscere le vostre idee su questo. Per esempio: come inquadrate Berne e la sua teoria all’interno della Psicologia Dinamica? E come all’interno della Psicologia dell’Io? Inoltre, come paragonate i concetti di AT, per esempio il concetto di copione, con i diversi modelli teorici? Un’altra arte della mia formazione professionale: sono Psicoterapeuta, Supervisore e Didatta in diverse scuole di psicoterapia, una di queste nell’Università Pontificia Salesiana, che io ho diretto per 8 anni, in cui l’analisi transazionale è uno dei principali modelli teorici ed applicativi. Riguardo uno degli stimoli in questa tavola rotonda, i nostri principali argomenti di ricerca, condivido con voi alcune di quelle che sono state le topiche in cui sono stata coinvolta come Professore nelle tesi a diversi livelli, primo livello, Laurea ed anche Ph.D. Uno dei primi è stato il concetto di “copione”, una ricerca di tipo compilativo finalizzata ad analizzare l’evoluzione del concetto di copione nella letteratura AT; alte ricerche, di tipo empirico, sono state finalizzate a studiare la relazione tra i concetti di AT ed altri costrutti teorici: per esempio, tra l’ingiunzione

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“Non sentire” e l’alessitimia o tra gli Stati dell’Io secondo l’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva ed altri concetti, come le ingiunzioni applicati ai diversi campi. Questo tipo di ricerca segue una linea lunga di ricerca promossa da Scilligo sugli Stati dell’Io, le Controingiunzioni e le ingiunzioni (Bastianelli, et al., 2004; Guglielmotti, et al., 2004; D’Aversa et al., 2004; Bove et al., 2004; Caizzi, et al, 2004; Focà, de Nitto et al., 2005; Ceridono et al, 2005; Giacometto et al., 2006; Bastianelli et al., 2006; Ceridono et al., 2008; de Nitto et al., 2008). La mia area di ricerca preferita è sul processo terapeutico e sulla sua efficacia. Sono felice di vedere ora, siedendo tra di voi come partecipante in questa conferenza, una delle persone che ho seguito come Ph.D; egli ha usato l’AT Socio-Cognitiva (SCTA) (Scilligo, 2009) per studiare l’impatto della guerra sulla costruzione degli Stati dell’Io, in un campione che arrivava dalla terra dei Balcani, usando uno specifico questionario sugli Stati dell’Io. In sintesi, andando dalle ricerche teoriche – per validare costrutti ed empiriche – specialmente studi correlazionali, abbiamo visto come l’analisi transazionale possa essere usata per promuovere processi positivi in diversi contesti applicativi per esempio all’interno delle comunità religiose o applicate alla formazione dei genitori. L’AT, grazie alla versatilità dei suoi concetti, si presta bene alla ricerca qualitativa e quantitativa. Kristina Brajovic Car:

Continuo parlando del mio contesto professionale che è un po' diverso e vorrei spiegare perchè

penso che quel sistema educativo avanzato in Serbia meriti un maggior sostegno per il suo

sviluppo. Quindi racconterò la mia storia dal punto di vista del mio lavoro personale fatto nelle

attività di ricerca e professionali. Per me prendere il diploma, anche se al livello bachelor, ha

significato difendere una tesi e la ricerca quantitativa è stata necessaria a quel tempo per gli

studenti di psicologia. Fin da quel momento ero già all’interno dell’AT, ed ho scelto di testare

alcuni dei concetti di AT. Più o meno allo stesso tempo stavo studiando ed imparando tali concetti

di AT e seguendo la strada del ricercatore. Voglio condividere con voi i risultati di questa ricerca

che ha riguardato “le coppie e gli indicatori di soddisfazione”. Direi che è importante trovare che

persino i profili degli stato dell’Io complementari possono essere l’aspetto della soddisfazione

relazionale che era opposta all’ipotesi teorica di Dusey (Dusey, K., 1985). Ho iniziato dalla sua

ipotesi per testarla in modo empirico, usando una coppia dei questionari relazionali che misurano

la soddisfazione con il questionario sugli Stati dell’Io, l’ESQ – revisionato (Loffredo te al., 2004).

Noi, come ricercatori, molto spesso ci ricordiamo del rischio inerente nella natura riduzionistica

dei paradigmi quantitativi nella conferma delle ipotesi. In altre parole, le ipotesi che la ricerca sta

avendo sulla sua mente quando si creano strumenti e metodologie, influenza anche le possibili

domande e la scelta dei partecipanti. Dall’altra parte, quando ho fatto una interpretazione dei

risultati menzionati, ci sono state ipotesi confermate e d’altro canto, ci sono state molte coppie

soddisfacenti tra i partecipanti che potevano non confermare le ipotesi che erano alla base della

ricerca. Quindi ho osato fare la domanda su perchè ci siano un numero significativo di partecipanti

che sono soddisfatti della loro relazione ma al di fuori al di fuori del quadro di riferimento

interpretativo conosciuto in AT. Quindi, la ricerca empirica potrebbe essere valida ed allo stesso

tempo i risultati (o per meglio dire le riposte) che si desidera ottenere nella ricerca non arrivano. E

quando questo si verifica, si hanno diverse opzioni. Una di queste è condurre una ricerca simile

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con un’altra metrologia non solo quantitativa ma anche qualitativa. Il problema è che in genere i

programmi di laurea o dottorato richiedono imperativamente l’applicazione della metodologia

quantitativa. Dall’altra parte la teoria dello sviluppo AT richiede maggiore creatività ed

innovazione nella ricerca in diversi modi nei termini di fare interviste non solo sondaggi ed anche

nei termini di un ‘analisi concettuale estensiva tra l’AT ed i diversi approcci. Per esempio, come

viene vista l’AT da un’altra prospettiva, come potrebbe essere vista attraverso gli occhi del

costruttivismo sociale? La ricerca deve essere una ricerca, non solo in modo per confermare le

nostre ipotesi, ma per costruire una teoria, per fare domande teoriche stimolanti. Questa è la mia

strada per il futuro sviluppo come ricercatrice, ma allo stesso tempo, io sono anche didatta

coinvolta nell’insegnamento di due gruppi di studenti di Scienza della Comunicazione ed anche per

studenti di Psicologia.

L’AT ha tanto da offrire come teoria per gli studenti di Scienze delle Comunicazioni, poichè

fornisce loro utili concetti per analizzare le dinamiche di gruppo, per comprendere cosa sta

succedendo nelle classi, per migliorare le loro abilità sociali, ecc. Quando si arriva all’educazione

degli studenti di psicologia, l’AT ha un enorme, importante base nella formazione dei clinici,

specialmente nella loro auto-riflessione e capacità di analisi ad un mega-livello del futuro

professionista.

Enrico Benelli:

Sono Enrico Benelli, CTA-P, Phd, Professore Aggiuto di Psicologia Dinamica all’Università di Padova,

Professore Aggiunto di Ricerca in Psicoterapia e Valutazione Diagnostica Multidimensionale

all’Università di Pescara-Chieti.

Per la ricerca sullo studio del caso, i miei progetti di ricerca sull’efficacia della terapia AT attraverso

la ricerca sullo studio del caso sistematico sono stati finanziati nel 2013 e nel 2014 dall’EATA. Il mio

obiettivo è diffondere la ricerca sistematica all’interno degli Istituti Italiani di Analisi Transazionale,

attraverso il disegno di efficacia sul caso singolo ermeneutico (HSCED). In particolare, credo che i

HSCED possono dimostrare l’efficacia della psicoterapia AT e sostenere il riconoscimento dell’AT

all’interno della comunità mondiale di psicoterapia e di quella dei ricercatori nel campo della

psicoterapia. Infatti, l’HSCED rappresenta il più comprensivo set di metodologia che permette ai

professionisti di condurre ricerca all’interno del loro setting clinico ed investigare la dico terapia

per come è realmente fatta, ecologicamente piuttosto che all’interno del setting di laboratorio.

Recentemente, ho pubblicato una revisione sistematica sulla ricerca HSCED, presentando diversi

livelli di intransigenza metodologica per condurre studi HSCED, in accordo con le maggiori fonti

disponibili (Benelli ed al. 2015).

Come per le neuro scienze applicate alla psicoterapia, io ho investigato i correlati neuro ali della

regolazione emotiva (Benelli te al., 2012) ed i risultati suggeriscono che la regolazione emotiva è

modulata dalla corteccia retro spinale, un’area neurale che allora non era generalmente associata

alla regolazione emotiva. Quest’area è associata alle attività della memoria autobiografica, della

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memoria semantica e della rete modale predefinita. In articolare, questa area appare essere

associata con la funzione della migliore predizione delle conseguenze del nostro comportamento,

basata sull’esperienza passata. Questo è probabilmente un correlato neuro alle del concetto di

copione in AT, delle convinzioni di copione, delle decisioni di copione, del sistema di riferimento e

così via. I miei ultimi studi hanno investigato i correlati biofisiologici (frequenza cardiaca e

conduttanza cutanea) della relazione psicoterapeutica, misurando la sincronicità del paziente e del

terapeuta in una psicoterapia breve di AT con focalizzazione sul ricordo, sul riesame e la

ridecisione del traumatizzato alle arcaico.

Cesare Fregola:

Stavo pensando al fatto che, fino ad un po' di tempo fa, ho portato avanti attività di ricerca un po

per caso e che, nel frattempo, ho sviluppato un interesse per lAT.

Ho completato il cammino per diventare PTSTA nel Campo Educativo, per esaminare in profondità

gli argomenti più generali sull’apprendimento, poichè spesso mi sono detto che, quando uno ha

qualcosa da fare con le variabili emotive, il loro collegamento con gli ambienti di apprendimento è

un giardino che deve essere esplorato.

Le mie basi formative, un pò da matematico, un pò da pedagogista, le variabili emotive hanno

catturato la mia attenzione rispetto alle interazioni che ho avuto con gli studenti o gli adulti ed in

particolare con gli insegnanti che hanno frequentato i mie corsi.

Gli insegnanti, come parte del loro ruolo, hanno il compito di agire intenzionalmente sulle variabili

emotive e a causa di questo io mi sono chiesto come queste possano influenzare sia la

motivazione che la facilitazione dell’apprendimento. Perciò. Le varie esplorazioni mi hanno

condotto a focalizzare su come la relazione con il proprio apprendimento potrebbe essere ispirata

e guidata per diventare una filigrana che sostiene lo sviluppo della conoscenza a, sia il poter-fare

che il poter-essere della persona per poter esprimersi al meglio possibile mentre apprende.

Mi sono chiesto alle volte, se fosse possibile ottimizzare il processo di apprendimento grazie a

percorsi didattici basati sul rinforzo come accade nelle scuole o se fosse possibile costruire un

villaggio per l’apprendimento per dare e ricevere carezze condizionate o incondizionate, così come

per sviluppare un qualche senso di auto-efficacia e di autonomia attraverso il mezzo del contratto

educativo , grazie all’AT.

Mi sono anche chiesto se fosse possibile recuperare la propria motivazione persa senza sentirsi

non-ok o per sono attivando processi di svalutazione che possono essere immagazzinati nella

storia personale dello studente.

Infine un’ultima domanda che mi sono fatto è che ci siamo fatti, riguarda l’integrazione tra i

contesti, l’obiettivo di apprendimento e le modalità relazionali dell’insegnante per studiare se

queste possano essere collegate allo stile personale o alle competenze specifiche dell'insegnante

che possono essere sviluppate (Emmerton and Newton, 2004; Hay, 2009).

Grazie a queste domande che stavo considerando in qualche modo come un sommario, ho

cominciato a realizzare che l’AT ha continuato a dare struttura, a dare forma e direzione a questi

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percorsi che un insegnante può perseguire per influenzare le variabili emotive in un modo “utile”

per i risultati dei discenti ed anche per lo sviluppo della persona.

Fin dal 2005, le domande che mi sono fatto sono andate dall'essere sciolto all’essere strutturato,

perciò hanno messo in luce una situazione problematica che si è andata via via definendo. Una

situazione collegata alla formazione che ho portato avanti per i futuri in segnanti, che lavorano con

insegnanti ed allievi. Le prime ipotesi di ricerca riguardavano, infatti, come integrare le variabili

emotive con altre variabili: cognitive, metà-cognitive, relazionali, psicomotorie. Quindi abbiamo

studiato come, influenzando l’apprendimento ed i risultati di studio di ciascuno, è possibile

intervenire direttamente sull’autonomia intesa in senso berniano (Berne, 1971 , Montuschi, 1993),

Così come più direttamente sull’auto-efficacia (Bandura, 2000). L’obiettivo principale della ricerca

quindi è diventato sviluppare la capacità, le competenze e le abilità sia per i futuri insegnanti che

per gli attuali insegnanti, organizzando loro stessi torno al loro possono-diventare all’interno della

complessità sociale che caratterizza i nostri tempi(Fregola, 2012.a).

Una criticità iniziale che ancora c’è in parte, riguarda la ricerca dei contenuti dell’AT ad un livello

avanzato, utili per gli insegnanti sulla base del contratto educativo basato sui criteri etici ed

all’interno dei confini del campo educativo. Io ho ipotizzato che questa criticità può altresì avere

alcuni significati personali per me poichè io ho portato avanti il mio percorso per diventare CTA nel

campo educativo ed anche nella preparazione del TEW con un gruppo dic lo leghi di diversi campi

ma principalmente del campo clinico.

Ho osservato come la mia preparazione si stava definendo nel campo educativo con la sua

specificità ma tramite l’eliminazione, anche attraverso qualcosa che riguardava la focalizzazione

che altri campi mettevano come nucleo della relazione di aiuto. Il preavvertimento di stare

all’interno dei confini mi ha portato inizialmente a rallentare l’interazione con alcune variabili

emotive e fare attenzione a cosa non fare, quali attività non portare avanti (Barrow e Newton,

2015; Napper , 2015).

La comprensione, la conoscenza è la consapevolezza si combinano come in un caleidoscopio e

possono fermare i pensieri, i sentimenti ed i comportamenti nel qui ed ora, che si organizzano con

una fenomenologia che porta i comportamenti osservati ad essere ricondotti a fenomeni noti. Su

queste premesse la prima ricerca riguarda le Spinte.

Il primo questionario è stato validato da un campione significativo di 1800 soggetti circa, su un

totale di studenti neo-laureati che si preparavano per sostenere un esame di qualificazione

professionale. Lo stesso questionario leggermente modificato, ha iniziato a dare importanti

risultati anche nella formazione di studenti della Didattica Matematica per il corso D integrazione

dove io insegno [2].

Io ho realizzato che gli studenti hanno imparato ad identificare alcuno aspetti nucleari delle Spinte,

così come a riconoscere queste in azione all’interno di processi di apprendimento. Essi hanno

riscontrato tanti vantaggi nella pianificazione dello studio, nelle attività correlate allo studio stesso

e nella gestione di questi fenomeni interni che ostruiscono l’apprendimento. Gli stessi processi si

attivano quando l’automatimo della Spinta inizia. Anche se in un modo pedagogico, focalizzando

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sulla procedura comportamentale, le transazioni di Permesso sono state usate per i vari Profili di

Spinta (Fregola, 2007).

Con la prima tesi [3] abbiamo definito i protocolli di ricerca riguardanti le Spinte in azione, mentre i

bambini intraprendevano il processo di apprendimento delle procedure di calcolo (Fregola 2010.a,

2015.a).

Partendo dal bisogno di avere un sostegno nell’ipotizzare sulle Spinte in azione, abbiamo realizzato

che era possibile rielaborare alcuni questionari per tutti i gruppi di età. A partire da questo,

abbiamo sviluppato la ricerca sistematica che ci ha portato a costruire questionari validi per ogni

anno della scuola primaria, della scuola media, della scuola superiore e recentemente del

prescolare. Questi questionari sono strutturati con item che usano i cartoni animati così come

altre forme di situazione-stimolo capaci di permettere ai bambini di attivare delle reazioni e

interferire sulle Spinte in azione (Fregola 2015.b).

All’inizio io ho detto loro che sono un ricercatore per caso.

Vengo dal mondo della ricerca educativa; l’obiettivo di questa ricerca è principalmente guidato dal

prendere decisioni educato e che sono più probabilmente efficaci per l’apprendimento.

La ricerca educativa si focalizza principalmente sull’ideazione, il disegno e la sperimentazione di

strumenti, procedure e processi che sono utili per costruire ambienti di ricerca efficaci e sullo

sviluppo di altri approcci che principalmente si riferiscono alla ricerca-azione (Trombetta e

Rosiello, 2000). Uno dei punti critici nella ricerca educativa è come tenere in equilibrio la

complessità dei legami tra aspetti quantitativi e qualitativi.

Dopo il lavoro sulle Spin te che ci ha permesso di validare gli strumenti, le procedure e i processi

della ricerca, il punto di arrivo del nostro lavoro è costituito dal repertorio di situazioni di

apprendimento all’interno delle quali i vari contenuti dell’AT sono stati sperimentati nei processi di

insegnamento-apprendimento [4].

La nostra ricerca euristica, sia empirica che qualitativa, conduce gli studenti a collegare gli aspetti

educativi con quelli didattici, tenendo in mente le peculiarità dell’AY, essendo consapevoli della

linea che c’è tra la ricerca educativa e la ricerca psicologica, la specificità di entrambe, le aree di

possibile conflitto e quelle di possibile sinergia. L’attenzione sui confini tra azioni educato e e

didattiche, spesso ci mostra la necessaria attenzione che ci vuole per far sì che i due mondi

comunichino. Co-creare metodi adeguati che permettano l’azione tra i due riferimenti disciplinari

diventa un obiettivo della ricerca. Intendiamo esplorare queste zone di sviluppo prossimale

(Vygoskij, 1990) e le teorie dell’apprendimento che sono a rischio di essere considerati solo come

una possibile metafora su entrambi i lati, educativo e didattico, piuttosto che una risorsa. Di valore

da usare nell’insegnare la professione (Olmetti Peja, Fregola, Zona, 2015).

Una ricerca qualitativa che abbiamo portato avanti è stata appena pubblicata. I nostri studenti

prevalentemente appartengono alla generazione APP, quella dopo i nativi digitali. Abbiamo

realizzato che l’immersione nei criteri di apprendimento è spesso diversa da quella della

generazione dei migranti digitali. Alcune delle situazioni possono essere osservate direttamente,

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èer esempio le modalità di partecipazione alla vita di classe, il ficus time degli studenti, i processi

di astrazione, le modalità di lettura, le azioni nelle situazioni di risoluzione dei problemi, il processo

di prendere decisioni, l’uso dell’immaginazione e della fantasia [5].

Non abbiamo ancora molti elementi ma le ipotesi che il diffuso Genitore Culturale potrebbe essere

un elementi di contaminazione dell’Adulto, sia i un processo di integrazione intergenerazionale

che nell’interpretazione della situazione sociale attuale è molto forte e rigoroso.

Abbiamo validato questo con un significativo campione dei nostri studenti ed abbiamo

intercettato 8 categorie comportamentali osservabili (Fregola, 2015.c) che possono, alle volte,

sostenere questa ipotesi ed aprire un studio integrato che può richiedere una sinergia

internazionale tra vari campi dell’AT.

Henning Schulze:

Salve, io sono Henning Schulze, vengo dalla Germania, sono un professore di marketing e Servizi

Gestionali alla THD - Technische Hochschule, University of Applied Sciences at Deggendorf. E’ una

piccola università 550 studenti, nella quale ho anche il ruolo di consigliere psicologo per gli

studenti. Al momento sono presidente dell’associazione tedesca di AT, la DGTA. Lavoro anche al di

fuori dell’università con ed all’interno di una organizzazione, con individui e gruppi come coach e

supervisore, formatore e counsellor. Amo il lavoro scientifico. Penso di essere l’unica persona in

questa tavola che non fa un lavoro empirico. Il mio lavoro è di tipo ermeneutico descrittivo.

Il training AT che faccio all’interno dell’università lo svolgo fin dal 1999. Non ho incontrato L’AT per

caso ma per mia decisione. Ho cominciato a studiare economia e servizi di marketing. Quando ho

cercato di capire il marketing della psicologia ho capito. Così ho iniziato con un secondo studio :

quello della psicologia. Ed a quel punto ho incontrato L’AT e così è stato possibile per me

comprendere cosa succede tra le persone nel market e nelle organizzazioni. Da quel momento in

poi ho iniziato ad usare i concetti di AT. Nella mia tesi di dottorato, ho fatto ricerca sul marketing

interno delle organizzazioni di servizio e le opportunità di implementare L’AT. Oggi la mia ricerca è

sulla leadership, sul burnout, sulla resilienza esule telaio nella organizzazioni di servizi.

Con dal 1999 uso insegnare il 101 come parte del curriculum dei corsi di gestione dei servizi nella

mia università. Per ciò che ne so che questo è il primo e finora l’unico corso di AT fisso in un

curriculum in un corso di studi di amministrazione degli affari in tutta la Germania. In Germania è

difficile implementare corsi di AT nelle università.

Mark Widdowson:

Sono cresciuto in un’area povertà e sono stato il primo nella mia famiglia ad andare all’università.

Durante la mia crescita, le uniche persone che ho conosciuto che sono state all’università erano i

miei insegnanti di svolta ed i medici di famiglia. Attualmente lavoro all’università di Salford, che si

trova a Greater Manchester. A Salford, abbiamo una grande proporzione di studenti che sono i

primi nelle loro famiglie ad andare all’università e che vengono da ambienti poveri, deprivati ed i

miei colleghi ed io a Salford siamo molto orgogliosi di questo. Io lavoro nel dipartimento di

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Counselling e psicoterapia. Il Counselling elsa psicoterapia sono professioni tipicamente di classe

media ed alta. Ciò che sta succedendo a Salford è che stiamo attirando persona giovani che

vengono da questi contesti deprivati e portano una nuova generazione di conunsellor e terapeuti

nel mondo ed io sono molto orgoglioso di essere parte di questo.

Nel Regno Unito il Counselling e la psicoterapia tendono ad essere viste come una cosa sola e

come la data cosa : non si fa una distinzione chiara tra i due. Inoltre, il Counselling e la

psicoterapia sono discipline separate, e non sono automaticamente considerate essere una sub

divisione della psicologia. Io non sono uno psicologo - io sono uno psicoterapeuta. A Salford

abbiamo un programma per il diploma bachelor ed anche un programma per il master in

Counselling e psicoterapia. All’università dove insegno, attualmente non abbiamo molta AT nel

curriculum ma io la presento agli studenti ed ogni estate tengo un corso 101 che è aperto a tutti i

nostri studenti. Il feedback degli studenti è eccellente e gli studenti che completano il 101 fanno

sempre un ottimo lavoro di promozione dell’AT! Io faccio anche parte della scuola di

infermieristica, ostetricia, assistenza sociale e scienze sociali ed anche tengo alcune lezioni sull’AT

per gli studenti del terzo anno di infermieristica. La scuola ha un fermo impegno verso il lavoro

multidisciplinare elsa formazione dei nostri studenti nelle abilità di comunicazione e fornisce letto

abilità e conoscenze che migliorano la loro resilienza personale e professionale. Il 40% del mio

maggior carico di lavoro è la ricerca. Salford incoraggia la ricerca pragmatica elsa mia ricerca si è

grandemente focalizzato sulla depressione e sui casi clinico. Sono anche interessato guardare al

processo ed al meccanismo del cambiamento ; voglio trovare cosa specificamente sia efficace,

cosa possiamo fare per rendere la terapia più efficace al Micro, sul livello intervento dopo

intervento.

Resi Tosi:

E’ stato davvero interessante conoscere le vostre diverse attività nelle università ed i diversi tipi di

ricerca nei quali siete coinvolti. Ora voglio chiedervi nella vostra opinione quali sono i punti forti e

quali quelli deboli del modello dell’Analisi Transazionale da insegnare nell’università?

Mark Widdowson:

Ok, penso che qui ci siano un paio di cose da dire. Una sui punti di forza è che l’analisi

transazionale viene molto facilmente compresa ; abbiamo concetti molto semplici. Ma da alcuni

punti di vista questa può essere una debolezza. Non è inusuale per le persone pensare che

l’accessibilità dell’AT significhi che è superficiale. Ma L’AT non lo è davvero! Penso anche che

dovremmo aggiornare il linguaggio dell’AT poiché se parliamo di concetti vecchi che non fanno più

parte del linguaggio quotidiano allora L’AT diventa meno accessibile. Proprio perché la cultura ed il

linguaggio stanno cambiando, dobbiamo adattate il linguaggio dell’AT. Non possiamo più

rimanere con un linguaggio della California degli anni ’60. Dal mio punto di vista, una debolezza

dell’AT è che non abbiamo abbastanza ricerca. La maggior parte delle università vogliono

insegnare ai loro studenti modelli di terapia che abbiano sostanziosi prove che li sostengano.

Finché non avremo più prove dell’efficacia dell’AT penso che combatteremo per renderla

accettata all’interno del mondo accademico.

21

Henning Schulze:

In Germania il punto più debole dell’AT è la sua scarsa considerazione all’interno del mondo

accademico. Questo è vero soprattutto nel mondo accademico della psicologia. Deriva dagli anni

’70 ed’80 quando L’AT era una psicologia del popolo in Germania. È stata usata come la psicologia

di Mickey Mouse e molti di coloro tra i più anziani che decidevano nel mondo accademico così

come nelle organizzazioni avevano a quel tempo appena conosciuto L’AT.

Nel campo dell’amministrazione degli affari al di fuori dell’università oggi L’AT ha una

considerazione molto migliore. All’interno invece è difficile come ho detto prima.

Un punto davvero forte dell’AT è che è facile da comprendere e perciò da insegnare. Come me al

tempo dei miei studi, gli studenti comprendono i concetti ( io li chiamo “ mappe”) molto

velocemente e apprendono ad usarli nei campi come il marketing, lo sviluppo personale, la

gestione dei conflitti nei processi di leadership e così via.

Carla de Nitto:

Dalla mia prospettiva, insegnare il modello dell’AT nel contesto universitario, nelle discipline psicologiche, offre molto vantaggi ed opportunità per gli studenti. Prima di tutto, L’AT si configura come una teoria coerente ed articolata che fornisce un quadro di riferimento utile per comprendere gli esseri umani ed i loro disturbi e per trovare una teoria specifica dei metodi : come ho detto prima, possiamo facilmente identificare una teoria motivazionale, una teoria della personalità e dello sviluppo, una teoria della psicopatologia ed una teoria del metodo. Io considero questi diversi aspetti da insegnare parlando di AT in diverse discipline con differenti focalizzazioni ed in diversi corsi. Inoltre, L’AT usa un linguaggio “semplice”, alle volte persino intuitivo, per spiegare i processi intrapsichici ed interpersonali e poi si allega fino a spiegare concetti complessi, come quello di struttura di personalità, in un ambiente di apprendimento nel quale gli studenti si stanno iniziando a costruire il loro quadro di riferimento teorico per comprendere gli esseri umani e le loro dinamiche relazionali. La “semplicità” del linguaggio è un valore dal mio punto di vista ; allo stesso tempo, nell’insegnare L’AT, io penso sia rilevante puntualizzare la “complessità” di questo modello, mostrando come la teoria della personalità sia strettamente intercorrelata alla teoria motivazionale così come lo è anche alla teoria della psicopatologia. Tutte queste insieme sono rilevanti per identificare una teoria dei metodi consequenziale ed anche una teoria del cambiamento. È utile rendere esplicito questo tipo di collegamento per aiutare gli studenti ad integrare i concetti (de Nitto, 2006), riducendo il rischio di banalizzare il modello, con un uso improprio dell’AT, trasformando un linguaggio “semplice” in un modello “semplicistico”. Questo è uno dei modi in cui L’AT viene male utilizzata cosa che rende conto, secondo me, del fatto che sia messa fuori dal mondo accademico. Un’altra valida ragione per insegnare L’AT nelle università è collegata ai suoi diversi campi di applicazione. Io credo fermamente che sia importante offrire ai futuri psicologi, che forse non sono così chiaramente orientati, una gamma di possibili applicazioni di modelli teorici. L’AT fornisce quattro campi di applicazione. Quindi, io credo che potrebbe essere utile sapere che L’AT

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può essere usata persino in campo organizzativo ed educativo oltre che nel campo della psicoterapia e del Counselling ; infatti, io penso che abbiamo bisogno di enfatizzare in futuro il contributo che L’AT offre persino in questi campi che sono meno diffusi, soprattutto nel nostro Paese.

Kristina Brajovic Car:

Mi sembra che stiate parlando principalmente di come L’AT sia utile per i clienti e per i

professionisti. Ed io voglio solo aggiungere un’altra prospettiva evidenziando che i punti forti

dell’AT non sono solo nell’empowerment dei clienti ma anche dei professionisti e dei ricercatori.

Non dovremmo dimenticare che L’AT è la psicoterapia interpersonale principale e quella

maggiormente predisposta all’interazione. Forse da un certo punto di vista è meno interattiva era

un altro lo è di più, ma almeno abbiamo 3 diverse scuole di pensiero e di tecniche all’interno

dell’AT e tutte sono ben sviluppate nella pratica e sostenute dalla letteratura. Quindi io penso che

sia davvero uno dei benefici dai quali stiamo partendo per comporre la ricerca ed io penso anche

che questo cena essere messo al fianco della ricerca empirica che è necessaria per la validazione

della Teoria, poiché anche noi professionisti o scienziati abbiamo bisogno di valutazione.

Dobbiamo pensare ed aprire un dialogo tra le discipline e tra le teorie e le modalità, poiché per

esempio in altre teorie (costruttivismo sociale, terapia collaborativa e teoria relazionale) io trovo

concetti che sono simili ai concetti dell’AT dei nostri giorni e nella mia tesi, per esempio, io ho

voluto discutere delle connessioni dell’AT ed altri autori contemporanei di diversi paradigmi che

sostengono ciò che è stato ricevuto con entusiasmo dai miei co-autori, colleghi che arrivano dal

diversi paradigmi.

Quindi sembra che ci sia uno scontro di cui dobbiamo essere consapevoli che persino nella scienza

potrebbero esserci degli ostacoli e che noi dovremmo mettere uno sforzo maggiore per accordarci

sul rendere possibile fare connessioni tra le teorie. Questo non viene ben accolto da tutti i punti di

vista. Il concetto in questione è relativo alla squadra che riflette, tecnica molto importante per fare

supervisione nella pratica e nella terapia sistemica (Anderson & Goolishian, 1990). Si lavora con

una famiglia e c’è una squadra che osserva il lavoro con la famiglia e queste cose cambiano e si

cambia posto e la famiglia famiglia discute su come viene trattata dai professionisti. Quindi se si

possono chiamare gli stessi principi e fare la stessa analisi ed si può cambiare posto con i clienti ed

i clienti possono rispondere a domande circa il modo in cui vengono trattati e diagnosticati, questo

è molto simile ai gruppi berniani condotti nella clinica psichiatrica di San Francisco (1966). Quindi

io ho fatto queste connessioni ed ho studiato in profondità queste cose anche se erano un tabù tra

i costruttivisti sociali.

Enrico Benelli:

Insegnando psicologia dinamica all’università, mi sento ispirato da tre principi che permeano il

fondamento teorico di Berne dell’AT, che io considero essere uno dei punti di forza maggiori

dell’AT. Primo, collegate le teorie psicodinamiche e le neuroscienze. Secondo, rendere la teoria

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vicina all’esperienza fenomenologica, collegando i concetti alla vita quotidiana e al linguaggio

quotidiano. Terzo, disseminate i principi della psicoterapia a più gente possibile. Io penso che

Insegnando L’AT facilito gli studenti ad assimilate i principi delle teorie psicoanalitiche (pulsionale

classica, psicologia dell’io, relazioni oggettuali, psicologia del sé, psicologia relazionale ed

interpersonale), rendendoli in grado di collegare le teorie alla loro esperienza ed aumentando la

loro abilità di riflettere sulla loro vita.

Nonostante questi punti di forza, io penso che l’analisi transazionale in Italia non abbia un

riconoscimento adeguato all’interno delle università. In Italia abbiamo due campi accademico che

comprendono la psicoterapia elsa ricerca nella psicoterapia : la psicologia clinica (M-PSI/08, per lo

più orientata in senso cognitivo –comportamentale) e la psicologia dinamica (M-PSI/07 per lo più

orientata in senso psicodinamico). Non è chiaro dove l’analisi transazionale dovrebbe essere

messa, probabilmente noi rappresentiamo un ponte tra questi due approcci. Al momento, la

nostra maggiore della è che L’AT non ha una tradizione solida e riconosciuta di ricerca e senza

questo background non è possibile per L’AT conquistare un paio all’interno dell’università.

Fortunatamente, io penso che la struttura del training di AT sia una delle più sviluppate e potrebbe

permetterci una rapida integrazione tra il training elsa ricerca sullo studio del caso singolo.

Cesare Fregola:

Io penso che il capo educativo abbia prospettive importanti in un momento in cui l’apprendimento

è influenzato da contatti compreso che ci mettono nella condizione di fare ricerca al di là del rigore

di riferimento metodologico, tecnico e scientifico, i criteri che possono attivare una discussione su

certi paradigmi importanti dei diversi campi.

I processi di apprendimento ed educativi si ristrutturano in contesti complessi. La complessità

genera disagio perché la struttura dei sistemi complessi definisce alcune condizioni attribuibili

all’incertezza, alla simultaneita’ di alcuni eventi e all’occorrenza di situazioni paradossali ed alle

volte contraddittorie (Morin, 2000). La conoscenza didattica tradizionale non sembra essere

sufficiente per governare i processi di apprendimento, mentre L’AT sembra offrire un insieme di

opportunità metodologiche che riguardano questi stessi temi che mettono alcuni fondamenti della

psicologia, la filosofia dell’okness ed altri costrutti in sinergia con le scienze educative (Fregola,

2010.b).

La sfida della complessità è una sfida antropologica, non è un semplice cambiamento di paradigma

per la molteplicità delle dimensioni intrecciate.

La nostra ricerca mia all’integrazione dell’AT tra le competenze degli insegnanti così che il lavoro

con gli studenti potrebbe essere più efficace, con l’obiettivo di facilitare la definizione di una

relazione che essi hanno con il loro apprendimento e che si mostri con le possibilità di apprendere

la complessità e all’interno della complessità. Per gli insegnanti coinvolto nella nostra ricerca è

stato possibile osservare i seguenti vantaggi:

• Essi possono approfittarsi di alcuni elementi extra per comprendere meglio loro stesso ed

incontrare l’altro come persona, prima di incontrare loro stessi come studenti o genitori o

colleghi o direttori di scuola. Questo può essere raggiunto senza necessariamente entrare

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nei confini dell’auto conoscenza, restando all’interno dell’interiore osservabile, quelle aree

interiori che giacciono tra la conoscenza possibile e la consapevolezza del conoscere il se

l’uno dell’altro, le situazioni.

● Essi sono capaci di integrare le competenze nel processo di insegnamento –apprendimento

della discipline : matematica, lingua, storia o scienze...

● Essi sono facilitati nel gestire processi interculturali, come la comunicazione. Alcune figure

sono ancora fondamentali, quelle dei mediatori per esempio, ma li dove è stato possibile

condividere alcuni processi educativi della scuola sostenuti dalle competenze AT

direttamente con i mediatori, i risultati sono stati chiaramente evidenti.

● Essi sono capaci di costruire reti professionali che integrano per sostenere direttamente o

indirettamente l’attività didattica della scuola # un esempio importante : quando ci sono

bambino con problemi di apprendimento assolta, uno dei punti critici post l’insegnante di

sostegno [6] è la sua integrazione nella rete di altri ruoli nella scuola come altri esperti tipo

psicologi e psicopedagogisti. Se il bambino si chiama Giorgio ogni persona, ogni

professionista usa il suo nome, ma dalla descrizione dei bisogni di Giorgio da parte di ogni

professionista diverso sembrerà come se ognuno stesse parlando di un bambino diverso.

Io credo che una considerazione separata riguardi il sistema di valutazione della scuola. Ho

imparato e sto ancora imparando il potere del modello di valutazione dell’apprendimento e del

nostro training AT. L’esperienza di questi ultimi giorni a Roma è la mia seconda come esaminatore.

Ho avuto conferma del potenziale che potrebbe esserci riguardo alla logica dei voti nella quale

tutta la scuola è ridotta ; per dar prova che la frase molto nota che non tutto ciò che conta può

essere contato ma anche che tutto ciò che può essere contato, conta.

Le difficoltà : io percepisco che è abbastanza difficile per L’AT diventare una disciplina di sistema.

La mia esperienza è stata possibile poiché c’è stato un accademico che ha dato spazio alla

sperimentazione metodologicamente rigorosa della ricerca pedagogica, pianificando l’ispezione

attenta della sperimentazione e della rielaborazione per ciascuna ipotesi, cominciando dal sistema

di competenze dell’insegnante. La debolezza è che per poter sviluppare un’integrazione del

sistema delle competenze dell’insegnante sarebbe necessario sviluppare una ricerca sistematica

con costi predeterminati e modalità che siano non sostenibili all’interno di una o più presidenze.

Resi Tosi:

Sembra che non pensiate che l’analisi transazionale abbia una intrinseca debolezza, pensate

piuttosto che abbia un’intrinseca validità. Pensate che l’analisi transazionale abbia qualcosa di

teoricamente importante da offrire, in diversi campi e modo, in questo senso suggerendo una

prospettiva molto positiva.

Carla de Nitto

Trovo stimolanti le tue riflessioni sulle nostre risposte : hai detto che non ci sono limiti intrinseci nella teoria dell’AT. Io prendo questa opportunità per aggiungere un altro aspetto che desidero condividere con voi ora. Ho parlato un attimo fa del rischio di una iper-semplificazione del modello AT, considerando questo una debolezza. Ascoltando il tuo commento, aggiungo un altro punto debole : anche se

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possiamo contare su una teoria coerente e Silla ed anche una buona metodologia in AT, diamo poco spazio ad un dialogo aspetto con altri approcci teorici, per condividere idee, per esempio, si concetti rilevanti teorici in AT, come il copione, il se, l’io, ecc. Perciò io affermò che noi, come analisti transazionali abbiamo bisogno di aprirci a questo tipo di dialogo, per condividere ed arrivare ad una conoscenza comune nella comunità scientifica. Una sfida aggiuntiva potrebbe essere dialogare di più anche tra di noi, come comunità AT, per sviluppare una teoria AT che tenga in considerazione le recenti scoperte in questo campo : un esempio concreto è il dialogo che abbiamo aperto sul concetto di stato dell’io secondo L’AT socio cognitiva che avrà uno spazio anche in questa conferenza: la commissione della rivista (IFREP), Psicologia, Psicoterapia E Salute ha condiviso alcuni articoli selezionati del modello dell’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva (Scilligo, 2004; Scilligo, 2006; De Luca, M.L., Tosi, M.T. (2011) con TSTA nazionali ed internazionali, aprendo un dialogo sul concetto di stato dell’io in ATSC chiedendo loro di rispondere a quattro domande, per esempio, controllare la continuità tra il concetto di stato dell’io in AT ed in ATSC, e te altre domande. Abbiamo ricevuto un meraviglioso e stimolante feedback, davvero arricchente. Abbiamo pubblicato un numero speciale (AAVV, 2014), in italiano ed in inglese e questo sarà anche discusso in questa conferenza. Spero che potremo continuare questo tipo di discussione teorica in modo aperto per contribuire all’approfondimento della Teoria dell’AT. Concludo identificando un aspetto che dal mio punto di vista nella teoria AT richiede una ulteriore esplicita chiarificazione, la teoria motivazionale : io presumo che la teoria motivazionale di Berne sia stata proposta sostanzialmente su base intuitiva. Penso che oggi il tempo sia maturo per fare riflessioni teoriche che chiarifichino le radici motivazionali, così che L’AT possa acquisire maggiore consistenza teorica nel dialogo con altri modelli. Resi Tosi:

Vi chiedo un’ultima cosa, anche a voi del pubblico. Qual’è la vostra visione per il futuro dell’Analisi

Transazionale nelle università, nella ricerca e nella comunità scientifica?

Mark Widdowson:

C’è una risposta semplice a questa domanda ed è “facciamo più ricerca”. Io penso che il futuro

dell’AT possa solo essere garantito dal fare più ricerca sull’efficacia dell’AT. Penso che se non

incrementiamo radicalmente la quantità di ricerca che produciamo come comunità, allora

soffriremo. Io vedo che molte persone non fanno ricerca perché sono impegnate e non hanno

tempo, ma forse potrebbero contribuire qualche ora. Se ciò che vuoi tutto potete dare sono poche

ore, va bene non ricette fare tutti un progetto di ricerca da soli ma potete aiutare coloro i quali

stanno facendo ricerca – ci saranno sempre dei compiti che qualcuno può fare dedicando poche

ore disponibili e facendo qualcosa che è di grande aiuto per quelli che fanno ricerca. Non possiamo

fare da soli - la ricerca di basa sull’aiuto di tante persone. Penso che il futuro dell’AT dipende dalla

partecipazione attiva di tanti membri quanto possibile bella comunità dell’AT che si interessino

essi coinvolgano nella ricerca.

Henning Schulze:

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La mia visione dell’AT è che prenderà maggior riconoscimento nelle università tedesche Enel

nostro mondo accademico. Forse un giorno insegneremo L’AT nelle nostre università come i

colleghi italiani ed inglesi. Per far questo dobbiamo fare tanta strada. Dobbiamo fare lavoro

empirico così come lavoro ermeneutico descrittivo e dobbiamo pubblicare i risultati del nostro

lavoro su riviste e nei libri molto di più di ciò che già abbiamo fatto fino alla metà degli anni

novanta del secolo scorso. Nella DGTA lavoriamo tanto si questo punto.

Io da solo pubblico articoli scientifici e libri sull’AT nelle organizzazioni, nel marketing, nella

leadership e così via fin dal 1991.

Grazie.

Carla de Nitto:

Io considero una sfida stimolante e molto ricca combinare la ricerca qualitativa e quantitativa. Nel

campo della psicoterapia, per esempio, il mio campo di applicazione, io considero rilevante usare

due diverse prospettive allo stesso tempo, osservare i dati che derivano dalla interazione diretta

con il paziente, co-costruiti con la persona, - aspetti qualitativi – e dati derivanti dai risultati di

questionari nel processo continuo - aspetti quantitativi (Bianchini, de Nitto, 2014). Questo dialogo

può promuovere efficacia nell’intervento terapeutico, monitorando il processo da diversi fronti,

così che per esempio, i dati derivanti da alcuni questionari – per esempio sull’alleanza terapeutica-

possono accendere aree non così chiaramente considerati nell’esperienza reale con il paziente e

davvero informativi sul tipo di relazione nel dato momento. Un piccolo esempio di combinazione

tra ricerca qualitativa e quantitativa nella pratica.

Inoltre, io sostengo fortemente l’importanza di identificare i processi coinvolti nel cambiamento,

specialmente come promuovere processi di crescita in diversi campi, lavorando insieme per

validare L’AT come modello di intervento, sembra che sia uno dei punti che tutti noi abbiamo

sottolineato in questa tavola rotonda ; tu, Cesare, stavi parlando di questo in campo educativo. Io

credo che questo potrebbe essere un punto in comune per noi in tutti i campi dell’AT.

Kristina Brajovic Car:

Recentemente c’è stata un’iniziativa importante, cioè che gli esami scritti dovrebbero diventare un

qualche modo una ricerca sullo studio del caso singolo. Forse uno degli sforzi per ampliare gli

aspetti legati alla ricerca è di fare qualcosa in più per fornire programmi di formazione alla ricerca

all’interno della formazione avanzata di AT ed anche essere più esigenti riguardo agli aspetti dei

criteri di conoscenza della ricerca durante gli esami per la certificazione professionale. Con questo

intendo solo fare alcune direttrici ai professionisti su come agire come ricercatori occorre

presentare qualcosa che hanno già fatto come risultato di valore di una metodologia di ricerca

qualitativa. Ok, è importante creare nuovi strumenti di AT ma è anche importante usare altri

strumenti validati derivanti da diverse basi teoriche per validare alcuni dei nostri concetti di base.

Quindi, se vuoi validare un concetto devi usarlo con diversi strumenti derivanti da diverse

prospettive che descrivono un fenomeno simile o uguale da un punto di vista psicologico. Per

esempio, i meccanismi di difesa, le misure di personalità, ecc. Altrimenti, ripetiamo la stessa

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conoscenza senza aggiungere niente di nuovo. Perciò, questo è quello che volevo dire. Più

ricerche, più ricerca quantitativa e così che stimolino alla ricerca. Inoltre, durante i processi di

validazione dello strumento bisognerebbe essere aperti alla collaborazione con i ricercatori di altri

paesi e culture.

Enrico Benelli:

Il futuro dell’AT, almeno nelle università italiane, necessita di una forte collaborazione tra i

ricercatori, gli istituti di AT di formazione ed i professionisti AT. Possiamo raggiungere questo

scopo creando Reti di Ricerca sulla Pratica Psicoterapeutica (vedi per un esempio

http://www.med.uottawa.ca/pprnet/eng/). Una rete di ricerca può produrre studi HSCED che

possono essere usati per diffondere la conoscenza della Teoria e della pratica dell’AT tra gli

studenti, per diffondere la conoscenza sulle attività degli istituti di AT, per raccogliere dati dai

clinici in un modo ecologico, per rendere i dati disponibili ai ricercatori all’interno delle università,

creando un circolo virtuoso che può realizzare L’AT. L’AT deve anche superare la sua grettezza,

cioè la tendenza a diffondere la ricerca e la conoscenza dell’ AT solo all’interno di ambienti AT,

creando una comunità isolata. Questo è stato il problema che anche altri approcci hanno avuto,

come la psicoanalisi, le terapie umanistiche e familiari. Questi tre modelli hanno reagito alla loro

tendenza alla grettezza ed hanno iniziato a pianificare e condurre ricerche. Oggi, assieme al

modello cognitivo, sono riconosciute tra i principali quattro approcci di psicoterapia (vedi il

numero speciale di Psychotherapy Research uscito in occasione del 25esimo della Società Di

Ricerca In Psicoterapia).

Cesare Fregola:

Penso sia stato detto tutto ciò che riguarda sia la ricerca quantitativa che qualitativa, la loro

integrazione ed esplorazione. Vorrei proporre solo una mia riflessione : come è stato detto questa

mattina, cercare l’alleanza educativa a cominciare dal valore della differenza da valore alla

differenza ed alle specificità dei vari campi. Richiede anche una ricerca intenzionale per la sinergia,

così come per le aree di conflitto che esistono, non possono essere li ma sono are rilevanti.

Da un lato, ci sono in un continuum le aree di conflitto, quelle dissipative e critiche, quelle del

pregiudizio estremo ; mentre dall’altro lato, ci sono le aree di possibile sinergia.

Perciò penso che L’AT può dare un contributo rilevante ma per far questo c’è bisogno di

intenzionalita’, che può forse essere riferita a qualche forma di educazione pedagogica. Intendo

con questo che se non viene dichiarato un obiettivo e viene usato solo un aspetto euristico, ciò

che è empirico è a rischio di diventare una coincidenza e uscire fuori dal campo delle coincidenze

è utile perché di nuovo una rondine non fa primavera.

Per questa ragione una metodologia di ricerca rigorosa può essere necessaria.

Per questa ragione potrebbe essere necessaria una metodologia di ricerca rigorosa. Certamente si!

Come matematico sto osservando queste ricerche che non usano solo la logica aristotelica – quella

del vero o falso – ma anche una logica nebulosa – che significa confusa. Di sicuro in AT confusa sta

per quella di completamente diverso, mentre per un matematico indica l’idea che tra il nero ed il

bianco c’è un’infinità di sfumature di grigio e posizionarci su una sfumatura adatta – che è sempre

complessa – potrebbe esserci bisogno di un importante sforzo di ricerca.

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30

37. Scilligo, P. (2006). Correlati analitico-transazionali degli stati dell’Io in termini dimensionali nella

rappresentazione cognitive-sociale del Sè e dei processi relazionali. Psicologia, Psicoterapia e Salute, 12,

2, 113-158.

38. Scilligo, P. (2009). L’Analisi Transazionale Socio-Cognitiva. Roma: LAS

39. Vygoskij, L., (1990), Pensiero e linguaggio. Ricerche psicologiche, a cura di Mecacci L., Roma-Bari:

Laterza.

Note

[1] vuol dire ricerche che ho diretto con la Prof. Daniela Olmetti Peja, Prof Fabio Bocci ed il Prof.

Umberto Zona per la Cattedra Di Pedagogia Sperimentale, Pedagogia Ed Educazione Speciale e la

Cattedra Di Didattica Generale Per Il Corso Di Laurea Di Scienze Di Educazione Primaria Del

Dipartimento Di Scienze Dell’educazione Dell’università Di Roma Tre.

In particolare ho coordinato il Laboratorio Di Pedagogia Sperimentale.

[2] il corso di didattica di matematica per l’integrazione riguarda la formazione per futuri

insegnanti di Scuola Materna Ed Elementare Per La Laurea In Scienze Dell’educazione Primaria Del

Dipartimento Di Scienze Umane Dell’università Dell’aquila.

[3] la sperimentazione è stata portata avanti in che ciao di quarta con alunni di 9 anni da Silvia

Romano

[4] abbiamo creato una newsletter, EducATional, in italiano, nella quale gli studenti mostrano il

loro lavoro è un lavoro in corso d’opera del quale gli scritti sono resi disponibili per uno scambio,

un feedback e la distribuzione. La newsletter può essere viziata sul sito

http://issuu.com/mathetica/docs/educational_1/1?e=8276221/14916441

[5] è qualcuna delle competenze di vita. Identificata dal WHO, dal quale sono state identificate

come abilità / competenze che permettono a ciascuno di acquisire un comportamento versatile e

positivo, grazie al quale è possibile fronteggiare efficacemente le richieste e le sfide della vita

quotidiana all’interno della complessità.

[6] In Italia, un insegnante per aiuto speciale è una figura che sostiene quelli che hanno difficoltà di

apprendimento di varie tipologie e forme.

Essere in una Commissione Di Ascolto

In questa serie di articoli sulle procedure e le pratiche etiche abbiamo visto la mediazione e

l’arbitrato come procedure volontarie per la gestione delle lamentele. In questo articolo vedremo la

struttura quasi giuridica della Commissione di Ascolto. L’alternativa alle procedure volontarie è la

Commissione di Ascolto. Qui la struttura di un gruppo di pari (ed alle volte laici) come

commissione semi giuridica, è usata per valutare le lamentele. Descrivero’ la Commissione di

Ascolto dalla prospettiva di membro della commissione, quale sono. Cos’è, chi c’è, cosa fa eccome

prepararvi se considerate l’idea di farne parte.

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Cos’è una Commissione di Ascolto?

Prima di tutto diamo uno sguardo al tipo di circostanze nelle quali la risposta della Commissione Etica

seguirà dei criteri per i quali è necessario rivolgersi alla Commissione di Ascolto. Nel caso dell’EATA una

Commissione di Ascolto deve essere utilizzata nei casi in cui la sua possibile risposta finale sia una

restrizione rispetto all’ordine di pratica, per esempio un professionista al quale viene richiesto di cessare la

pratica per un periodo di tempo mentre fa terapia personale e/o supervisione o una sospensione o

espulsione dall’EATA. Questi sono casi gravi nei quali sia presunta una grave imperizia, come relazioni

inappropriate. Inoltre se le lamentele, una o entrambe, non prenderanno la strada dell’arbitrato o della

mediazione una Commissione Etica potrebbe decidere che una Commissione di Ascolto sia la scelta

appropriata. Qui la situazione è meno grave e potrebbe non portare ad una restrizione alla pratica

professionale dei membri.

Qual’è il proposito?

Il proposito di una Commissione di Ascolto è arrivare ad un giudizio su una lamentela riguardante il

comportamento di un membro di una associazione di AT. Il comportamento in oggetto deve essere

potenzialmente visto come non etico. Le associazioni di AT usano i loro Codici Etici per aiutare

nell’identificazione della eticita’ del comportamento segnalato.

È stata pensata per facilitare una procedura giusta e equa nella quale entrambe le parti (colui che pone la

lamentela ed anche colui verso il quale si rivolge) possono rappresentare il loro caso. Avrà una struttura

chiara per la sua operazione che significa tempi di inizio e di fine, chi partecipa, in quale ordine avviene il

procedimento e così via. C’è un ordine di presentazione chiaramente definito e limiti di tempo per la

presentazione. In genere colui che presenta la lamentela presenta il caso e viene interrogato dalla

Commissione, poi colui verso il quale si rivolge la lamentela presenta la sua difesa e viene a sua volta

interrogato. L’interrogatorio delle due parti è fatto reciprocamente dalle parti e dalla Commissione. Ogni

partecipante avrà uguale opportunità di rappresentare il proprio caso e a ciascuno dei due verrà dato

supporto per fare questo. (Questo può significare avere un avvocato o un’altra persona che parli in

sostegno della propria parte).

Ci saranno regole rispetto per esempio a cosa costituisca una prova, cosa possa essere incluso come prova

e cosa no. Si definisce chiaramente il prete essi richiede solo l’esercizio di questo che si è definito. È

importante che le associazioni abbiamo questo potere chiaramente definito così che tutte le parti sappiano

cosa può succedere. Il prete della Commissione includerà essere in grado di espellere o sospendere un

membro o richiedere un membro per fare un determinato tipo di supervisione ma, per esempio, è

improbabile che ci siano poteri che permettano di imporre una multa a qualcuno. (In alcuni casi le

Commissioni hanno l’autorità di richiedere il pagamento di un compenso per la parte offesa). Ogni

associazione di AT avrà la sua struttura e le sue procedure per creare le Commissioni di Ascolto che saranno

rese disponibili per chiunque ne avesse bisogno.

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Chi c’è nella Commissione?

I membri della Commissione sono chiaramente definiti. Di norma è compreso un gruppo di pari in Analisi

Transazionale che sono sia impegnati direttamente nel campo del professionista che sta apparendo prima

di loro ma sono anche neutrali e non hanno nessun precedente coinvolgimento con nessuna delle parti in

causa. Generalmente sono molto esperti in AT. Alcune organizzazioni di AT usano anche laici nelle loro

Commissioni. In genere il laico non è una persona del campo dell’AT ma rappresenta un membro “tipico”

del pubblico che potrebbe usare il tipo di servizio art che la Commissione sta esaminando. Questa fornisce

una “normalizzazione” del processo della sentenza della Commissione attraverso l’input di un non

professionista. Di norma la Commissione comprende 3°4 persone. C’è, ovviamente, sempre un presidente

che è il leader del processo e poi due o tre altre persone.

Come prepararvi se vi chiedono di entrare a far parte della Commissione

Se vi chiedono di far parte della Commissione questo per voi è un riconoscimento dell’immagine che di voi

ha la vostra comunità. Sarete stati percepiti come membri di valore del vostro mondo AT elsa vostra

comunità considera che voi abbiate l’abilità di ricoprire un compito impegnativo, difficile e stimolante.

Quindi dovrete familiarizzare con la struttura della Commissione della quale state per far parte. Avete

chiaro sia come opererete che quale potere avete? Se non sono chiare queste due cose allora andate alla

ricerca di chiarezza su questi compiti.

Riceverete tutte le prove prima di arrivare al momento dell’ascolto. Il lavoro di lettura e comprensione di

queste prove potrebbe essere molto impegnativo. Di solito la Commissione di radunera’ per una

conferenza telefonica prima dell’ascolto per accordarsi su quali sono gli addebiti su cui avranno da

indagare. È una buona idea quella di tradurre queste in frasi comportamentali semplici. L’obiettivo è quello

di mettere l’ascolto in una cornice di “il ricorrente fa ciò di cui è presunto?” E quali sono le implicazioni

etiche se lo facesse?

Alle volte non c’è disaccordo sui comportamenti ma c’è sull’eticita ‘ di questi. Altre volte c’è disaccordo su

ciò che è davvero accaduto. Dove c’è una disputa sui dati di fatto dovete decidere sulla base della

probabilità. Cosa probabilmente è accaduto?

Non è inusuale per entrambe le parti presentare prove che non sono rilevanti per i comportamenti che

dovete valutare e voi dovrete leggere le prove presentate all’interno del quadro di riferimento di come

queste si costano ai fatti in oggetto? Quando ciò che viene presentato non si correla con i fatti allora lo si

mette da parte. Quando leggete le prove pensate a cosa vi è chiaro e cosa invece necessita di maggiori

informazioni. Questo vi sarà utile sia nella discussione con i membri della Commissione sia nelle domande

che farete alle parti coinvolte.

Il vostro compito non è solo decidere se il comportamento oggetto di disputa sia davvero stato messo in

atto ma anche raggiungere un giudizio sul significato e le implicazioni etiche di questo comportamento.

Questo può portare a giudizi complessi cui ci si può approcciare meglio grazie la discussione con i colleghi

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della Commissione. Quasi sempre non è facile fare una valutazione ambigua. Dovete bilanciare me

sfumature di giusto e sbagliato, buono o cattivo, per giungere ad un giudizio. Se giungete ad un giudizio che

attesti che l’accusa sia giustificata e che ci sia stato un comportamento non etico allora dovete decidere

una sanzione. Qual’è una sanzione giusta ed equa da applicare in questo caso? Che tipi di sanzioni può

legittimamente applicare la Commissione? (Questo di correla ai poteri definito della Commissione). Di

nuovo questo viene fatto in discussione con la Commissione.

Altre tre cose da tenere a mente. Primo, questo è un compito difficile ed impegnativo quindi cercate

sostegno per voi stessi in questo ruolo. Proprio per la natura stessa dell’essere un membro della

Commissione dovete prendere una decisione che più che probabilmente sarà impopolare per una o

entrambe le parti e della quale sarete incerti quindi chiedere supporto. Secondo, mantenete la

focalizzazione e non lasciatevi tirare dentro questioni estranee che non sono rilevanti per la decisione. È

facile essere tirati dentro a cose non rilevanti o fattori nuovo che arrivano alla superficie durante

l’interrogatorio. Nell’interesse della giustizia diverte rimanere focalizzati sulla questione originale. Se si

presentano altre focalizzazzioni di rilievo esse devono essere nell’interesse della giustizia affrontate in

un’udienza separata nella quale tutte le parti possono prepararsi per affrontarla in modo competente.

Infine, è facile, quando state giudicando un vostro pari e pensate che abbia agito in un modo non saggio e

non etico, voler arrivare ad un giudizio sulla sua competenza terapeutica. Questo è molto difficile, se non

impossibile, per voi da fare in un ambiente stressante come quello della Commissione. Se volete

informazioni sulla competenza terapeutica perché questo vi sia di aiuto nella sanzione potete chiedere ad

una terza parte di valutare il terapeuta – non fatelo voi stessi.

Conclusione

Una Commissione di Ascolto è integrale per la credibilità dell’AT. Richiede bene impegnata con L’AT che sia

desiderosa di rendere questo servizio alla nostra comunità dedicando un tempo considerevole per

assicurare che L’AT ed i suoi professionisti siano responsabili in ciò che fanno. Devono impegnarsi a valutare

i loro pari e prendere a volte decidono difficili ed impegnative. Senza persone desiderose di mettere la loro

integrità “li fuori” la nostra comunità cesserebbe di funzionare in modo efficace. Magari voi siete

desideroso di servire la nostra comunità in questo modo – lo spero.

Novità dalla Russia

Forse come lettore non sai che l’esame DELL’EATA è arrivato in Russia. L’esame si è tenuto a San Pietroburgo a novembre 2015. È stato un grande successo con più di 20 membri dell’EATA inclusi esaminati ed esaminatori! Sono felice di menzionare che questo evento è stato completamente internazionale. I nostri candidati ed esaminatori arrivavano da diverse parti d’Europa come la Russia, l’Olanda, la Slovenia, il regno unito, la Francia, l’Italia, l’Ucraina, la Svizzera. Tutti noi siamo stati così coraggiosi da rendere questi esami, in qualche modo, rappresentativi del mondo complesso. Abbiamo imparato molto da questo evento. Prima cosa è che è possibile organizzare questo evento in Russia senza grossi ostacoli. Un’altra grande cosa è che le persone sono piene di curiosità. Amano spendere attraverso la loro esperienza e definire la realtà da loro stessi. Vorrei ringraziare Sue Eusden , presidente del COC e l’osservatore Alessandra Pierini per il loro

caldo supporto durante tutto il periodo di tempo ed il coordinatore della Russia Elena Soboleva.

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I nostri esaminatori: Marijke Arendsen Hein, TSTA (P,C) Olanda , Hanna Parhodko PTSTA, (P) ,

Ucraina, Boris Volodin , PTSTA, (P ) Barbara Repinc Zupančič, Slovenia , PTSTA, (P ), Paula

Dishman , UK , PTSTA (P ) Liselotte Fassbind- Kech , TSTA (C ), Svizzera , Dmitri Shustov, TSTA (P ),

Russia Armelle Brunot, PTSTA (P ), Francia , Ekaterina Bulgakova PTSTA (P ), Ucraina , Diana

Kononova , Russia , Nadezhda Zujkova , PTSTA (P ), Russia

Consiglio della SITA come organizzatori: Presidente SITA, membri del Consiglio Marina Sokovnina,

Alevtina Kravtsova , ( fantastica è stata una candidata per gli esami allo stesso tempo) Victoria

Trofimova , Inna Kochurova , Elena Soboleva .

I nostri volontari: Tatiana Williams, Irina Beliavtsova , Jlia Gradova.

I nostri traduttori: Anna Filinskaya , Sergey Makov , Oksana Nizhevskaya , Alexander Shustov ,

Elena Smolonogina

Ovviamente i nostri nuovi CTA Tatiana Agibalova , Alevtina Kravtsova, Victoria Dvojnishnikova

Russia , Zarina Sevalneva Ucraina.

Per me come delegato russo nel consiglio dell’EATA è stato un grande onore dare inizio

dall’esame EATA in Russia, c’è l’abbiamo fatta!

Alcune parole dai partecipanti:

Zarina Sevalneva Ucraina Vorrei ringraziare il consiglio del SITA per l’organizzazione dell’esame CTA a San Pietroburgo. Siete i primi che hanno scoperto è mostrato il modo di dare nuove opportunità all’Europa dell’est. Avete creato uno spazio sicuro per comunicare apertamente, rimuovere le barriere linguistiche. La SITA ha dato il permesso ai colleghi delle regioni orientali di andare avanti e raggiungere l’eccellenza per sviluppare l’analisi transazionale in collaborazione con i loro corrispondenti europei. Grazie al vostro coraggio che vi ha portato ad essere la prima organizzazione professionale ad avere cura con una mente aperta dei partecipanti, mi sono sentita al sicuro, rilevante ed importante. È stato un sostegno davvero di valore nel processo di certificazione. Boris Volodin , PTSTA (P), Russia Le mie “poche righe”, anche se posso sembrare un po’ artefatto per me è davvero così : “questo è uno degli eventi più importanti della mia vita professionale. Un processo meraviglioso di combinazione è incredibilmente profondo da un punto di vista personale e professionale “. Non mi ci è voluto tanto tempo a prendere la mia decisione quando è arrivata la richiesta di adesione per gli esaminatori per gli esami SPB “vado anche io”. Ero un po’ ansioso quando ho comprato il biglietto aereo perché ora sapevo che era vero. Sebbene io avessi diverse esperienze come membro di mock esami questa era la mia prima volta come esaminatore di un vero CTA. I colleghi russo hanno fatto un grande lavoro. Elena Soboleva è stata disponibile per me e la mia amica Armelle francese anche sempre li per informazioni su procedure per il visto, arrivare a SPB e come accomodarci. Due giorni nella bellissima SPB come turista mi hanno dato energia per essere attivo agli esami. La gente russa è davvero gentile, desiderosa di aiutare e parlare. Sfortunatamente proprio in quel periodo di età schiantato l’aereo russo elsa città era ancora in lutto. Vedere le persone perdere i loro cari e pensare

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alla situazione nel mondo ha intensificato i miei pensieri circa il mio ruolo nel mondo AT e come posso influenzare la vita degli altri da una posizione ok-ok. E questo è successo – ho visto come persone che arrivano da diverse culture, Paesi, gruppi linguistici, religioni ed ambienti possono dare vita ad una buona atmosfera d’esame – dalla preparazione dell’esame, alla cena degli esaminatori alla celebrazione degli esami. È stato un piacere dare il benvenuto ai nuovi colleghi CTA dalla Russia e dell’Ucraina e vedere il buon lavoro di tutte queste persone, che si prendevano cura degli esami che fossero lineari, dalle associazioni nazionali e dal COC. Sono stato contento anche di me stesso, per la mia esperienza di apprendimento ed anche per aver incontrato colleghi vecchi e nuovi. Questi esami hanno rappresentato un momento storico per l’EATA perché sono stati tenuti per la prima volta in Russia e forse io passo influenzate la nostra organizzazione nazionale a fare la stessa cosa. Barbara Repinc Zupanč ič , Slovenia

Elena Gamzina , Presidente SITA

L’idea di organizzare gli esami in Russia è stata portata al consiglio dell’EATA da Elena Soboleva, il nostro delegato nell’EATA. Sono molto orgogliosa che la SITA abbia potuto organizzarli. Gli esami si sono tenuti! Sono felice che tutti i candidati abbiano passato gli esami e siano diventati CTA, lo hanno meritato.

Voglio ringraziare molto i nostri colleghi per il loro sostegno. Non avremo potuto fare gli esami senza di loro. Molto ringraziamenti a Marijke Arendsen Hein e Lizelot Fasbin Kech per i workshops. È stato un regalo per tutti noi che usiamo il metodo AT nella pratica.

Chi voleva fare gli esami CTA in futuro ha preso parte a degli esami mock. È stata una grande opportunità per verificarsi. Ringrazio tutti coloro che sono stati ispirati da questo. Abbiamo vissuto tutti una grande esperienza!

Spero di vedervi tutti al più presto!

La risposta dell’Analisi Transazionale ai rifugiati

Cari colleghi dell’EATA,

Io, come molti di voi, sono stata colpita dal dolore e dalla sofferenza dei rifugiati in

crisi in tutto il mondo in questo momento. Molti di voi saranno coinvolti nella risposta

alla situazione in molti modi diversi a seconda del paese in cui vivere ed io sto che

alcuni di voi stanno facendo cose incredibili. Grazie a tutti coloro i quali stanno

facendo cose concrete.

In Inghilterra abbiamo pochi rifugiati ma la gente sta cercando di arrivare qui. Al Link

Centre abbiamo raccolto cose e le abbiamo mandate a vari posti per aiutare la gente

in crisi. Ho messo su una pagina Facebook

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https://www.facebook.com/TransactionalAnalystsRefugeeResponse/ così da

sostenerci l’un l’altro nell’aiutare gli altri. Al momento abbiamo 361 persone nel

gruppo e sono soprattutto io che posto cose ma l’idea è che possiamo postare tutti

cose per sostenere, incoraggiare e lavorare insieme su questo. Dato il tipo di account

Facebook che abbiamo potreste non ricevere tutti i post a meno che non clicchiate

sopra quindi sarebbe meglio richiedermi l’amicizia sul mio account Facebook personale

Leilani Mitchell Link Centre

Ho anche messo su un sostegno emotivo online per i volontari che stanno lavorando

faccia a faccia con i rifugiati poiché potrebbero andare in burnout. Io offro un po’ di

formazione online e supervisione gratuita. Se siete interessati a dare un po’ del vostro

tempo per questo fatemelo sapete esse potete offrire formazione, supervisione o

sostegno emotivo gratuito ai volontari ossee anche solo vostre sapere di più potete

scrivermi una mail all’indirizzo [email protected].

L’EATA ha molto generosamente donato 350€ per i costi della piattaforma online per

propositi di formazione per questo progetto.

Io ho anche messo su una lista di desideri si Amazon dove potrete comprare delle

cose che saranno consegnate a me (se lo segnate sul riquadro) ed io riceverò roba per

i rifugiati che ne hanno bisogno.

http://www.amazon.co.uk/gp/registry/wishlist/ref=nav_wishlist_btn

Grazie in anticipo, in comunità abbiamo la forza di cambiare le cose.