Edmond Hamilton - Ritorno Alle Stelle

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EDMOND HAMILTON RITORNO ALLE STELLE (Return To The Stars, 1970) Capitolo Primo Lontano dalle stelle Quando l'infermiera si alz per andare ad aprire la porta interna, John Gordon ebbe un attimo di esitazione. Volete accomodarvi, signor Gordon? domand l'infermiera, con un breve sorriso professionale. Grazie, le rispose Gordon. La porta si chiuse silenziosamente alle sue spalle, e nello stesso istante un uomo si alz in piedi, gir intorno alla scrivania bassa e coperta di carte, e venne verso di lui: era alto, sorprendentemente giovane, ed era la tipica persona che irradia simpatia, dinamismo, ed efficienza. Il signor Gordon? domand, tendendogli la mano. Io sono il dottor Keogh. Dopo la rituale stretta di mano, Gordon si lasci condurre dal medico verso una poltroncina che si trovava accanto alla scrivania. Sedette, si guard intorno, cercando di non guardare Keogh, e d'un tratto si sent smarrito, pervaso da un intenso imbarazzo che rendeva ogni cosa pi difficile. Keogh domand, con voce tranquilla, rassicurante: Avevate mai consultato uno psichiatra prima d'oggi, signor Gordon? Gordon scosse il capo. Non ne avevo mai sentito la... la necessit. Abbiamo tutti dei problemi, in qualche momento della nostra vita, disse Keogh. E non c' da vergognarsene. L'importante comprendere che il problema esiste. Allora, e soltanto allora, possibile fare qualcosa per risolverlo. Sorrise. Vedete, in realt voi avete gi fatto il passo decisivo. D'ora in avanti, sar tutto pi facile. Studi la cartella di John Gordon, che aveva riempito di annotazioni che all'interessato parvero eccessive. Voi lavorate nel ramo delle assicurazioni, vedo. Infatti. A giudicare dalla posizione che avete raggiunto nella vostra societ, dovreste essere un uomo molto brillante, nel vostro lavoro.

Ho lavorato sodo, in questi ultimi anni, disse Gordon, e lo disse in tono cos bizzarro che Keogh sollev lo sguardo e lo fiss per un lungo istante. un lavoro che vi piace? Non particolarmente. Keogh tacque per qualche istante, studiando con estrema attenzione la cartella, sulla quale erano scritti i dati essenziali della vita di Gordon, nella calligrafia precisa dell'infermiera che aveva fissato l'appuntamento. E in quegli istanti, Gordon dovette lottare contro l'irresistibile impulso che lo spingeva ad alzarsi e a fuggire verso la porta. S, avrebbe potuto andarsene, ora, ma sapeva con cristallina certezza che sarebbe stato inutile... che lui avrebbe dovuto ritornare indietro, a quel momento, presto o tardi. Perch non poteva tenere dentro di s quel dubbio ancora per molto tempo. Lui doveva conoscere la verit. Vedo che non siete sposato, disse Keogh. Vi dispiacerebbe dirmene il motivo? In parte, si tratta dello stesso motivo per cui sono venuto qui, dottore. Vedete, c' stata una donna... S'interruppe, incerto, e poi disse, con improvvisa determinazione. Dottore, io voglio scoprire con certezza se ho avuto delle allucinazioni. Allucinazioni? Che genere di allucinazioni? domand gentilmente Keogh. Allora non avevo alcun dubbio, disse Gordon. Allora era tutto vivo, reale... pi reale, pi vivo, di tutto quello che mi era accaduto prima, di tutta la mia vita precedente. Ma adesso... adesso non so pi cosa pensare. Sollev il capo, e fiss Keogh, e sul suo volto contratto c'era un'espressione di infinita sofferenza, e d'intenso tormento. Voglio essere sincero con voi, dottore. Anche se il mio stato solo un sogno, io non voglio perderlo... non voglio dimenticarlo. Anche se stato un sogno, per me si tratta di una cosa pi preziosa di qualsiasi realt. Ma so bene che se... se io... oh, al diavolo! Si alz, e cominci a camminare su e gi per la stanza, senza alcun motivo, con le larghe spalle curve e i pugni serrati. Pareva l'immagine di un uomo che stesse per saltare nel vuoto, affondare in un abisso sconosciuto, e Keogh sapeva che era davvero cos. Perci il medico rimase seduto dietro la sua scrivania, in silenzio, in attesa. E, senza voltarsi, Gordon cominci di nuovo a parlare. Ho creduto di raggiungere le stelle, e i mondi lontani che gravitano intorno ai pi remoti soli degli spazi siderali. Non in questo nostro tempo,

non nel presente, ma nel futuro... duecentomila anni nel futuro! Gordon parlava in fretta, e la sua voce tradiva una profonda, intima sofferenza. Non interrompetemi, dottore, vi racconter tutto d'un fiato, ora, e poi, quando avr finito, potrete chiamare gli infermieri e farmi rinchiudere in una camicia di forza. Perch io ho creduto che la mia mente sia stata attirata attraverso questo incredibile abisso di tempo, nel corpo di un altro uomo, e che per un certo periodo... mantenendo la mia identit, capite, mantenendo i ricordi del John Gordon della Terra del ventesimo secolo... io abbia vissuto nel corpo di Zarth Arn, principe dell'Impero Centrale della Via Lattea! Ho visto i mondi delle stelle... La sua voce si affievol, per un momento, e tacque. Gordon si ferm davanti alla finestra dello studio, e guard fuori, guard la pioggia che cadeva grigia, e i tetti, i muri e i camini della Sessantaquattresima Strada Ovest. Il cielo era una triste distesa plumbea e immobile e fuligginosa. Io ho udito la Musica dell'Aurora, disse Gordon. La musica che viene dalle montagne di cristallo che circondano Throon quando i raggi bianchi di Canopo le riscaldano all'inizio del giorno. Io ho banchettato con i sovrani dei regni siderali nella Sala delle Stelle. E, alla fine, sono stato io a guidare le flotte dell'Impero nella battaglia decisiva contro i nostri nemici, gli uomini della Lega dei Mondi Oscuri. Ho visto le astronavi perire come immensi sciami di lucciole, al largo della Costellazione d'Ercole... Non si volt, non volle vedere come reagiva Keogh a quelle rivelazioni. Aveva cominciato e non si sarebbe fermato, e la sua voce vibrava d'orgoglio e di nostalgia e di profondo dolore per ci che aveva perduto. Io ho attraversato la Nebulosa d'Orione, e sono naufragato tra quelle stelle, a bordo di un incrociatore fantasma colpito dalle navi dell'Impero. Io sono stato nella Nebulosa Oscura, dove i soli sommersi ardono nella fumosa tenebra della nebbia cosmica. Io ho ucciso degli uomini, dottore. E in quell'ultima battaglia, io... Si interruppe, e scosse il capo, e volse improvvisamente le spalle alla finestra. Questo non ha importanza, adesso. Ma c' stato di pi. Molto di pi. Un intero universo futuro, una lingua, e nomi, popoli, costumi, luoghi, particolari. Avrei potuto immaginare tutte queste cose? Fiss Keogh, e quello sguardo era come un'implorazione disperata. Keogh disse: Voi eravate felice, in quell'universo futuro? Gordon riflett per un momento su quella domanda, e il suo volto ab-

bronzato e forte e sincero aveva un'espressione incerta. Per quasi tutto il tempo che vi ho trascorso, io ero soprattutto... spaventato, e confuso. La situazione era... Fece un gesto che indicava, vagamente, grandi problemi. Io mi trovavo costantemente in pericolo. Eppure, credo... s, credo di essere stato felice. Keogh annu. Mi avevate accennato a una donna... Gordon volse di nuovo le spalle al medico, e il suo sguardo si smarr di nuovo nel grigiore piovoso che regnava fuori della finestra. Si chiamava Lianna, ed era una principessa del Regno di Fomalhaut. Era la fidanzata di Zarth Arn... doveva essere un matrimonio imposto dalla ragione di stato, capite, e niente di pi. Zarth Arn era membro della famiglia imperiale, e il matrimonio doveva avvenire per assicurare l'alleanza del Regno di Fomalhaut: Zarth Arn aveva gi una moglie morganatica, ed era costei, Murn, la dorma che il principe realmente amava, ma io... io, Gordon, nel corpo di Zarth Arn, mi innamorai di Lianna. E lei ricambiava il vostro sentimento? S... e quando io fui costretto a lasciarla, per fare ritorno nel mio mondo e nel mio tempo, in questo mondo e in questo tempo, mi parve che ogni cosa crollasse, fuori e dentro di me. Ed proprio questo che mi tormenta, dottore, e che mi rende le cose tanto difficili! Perch quando gi io avevo rinunciato alla speranza di rivederla, quando ormai mi ero rassegnato ad abbandonare ogni assurda illusione, mi parso che lei mi parlasse, una notte... che mi chiamasse telepaticamente, attraverso l'abisso del tempo, per dirmi che Zarth Arn era sicuro di poter scoprire un metodo per attirarmi l anche fisicamente, per farmi giungere nel remoto futuro non solo con la mente, ma anche con il mio vero corpo... Tacque di nuovo, per un momento, e le sue spalle si curvarono. Come sembra folle questo sogno, a parlarne! Come appare assurdo, e impossibile, e privo di senso... Eppure bastato questo a rendere per molto tempo questa vita arida degna di essere vissuta... bastata questa speranza, bastato il pensiero che un giorno o l'altro avrei potuto ritornare l. E, naturalmente, questo non accaduto. Da allora, non mai accaduto nulla. E ora non so pi se qualcosa sia realmente accaduto, anche allora. Stancamente, ritorn accanto alla scrivania, e sedette sulla poltroncina, provando una strana sensazione di vuoto e di grande stanchezza. Prima d'ora, non ho mai parlato di queste cose a nessuno, non mi sono lasciato sfuggire una parola. E adesso che finalmente ho parlato, mi sem-

bra... mi sembra di avere ucciso qualcosa, o forse di avere ucciso una parte di me stesso. Ma non posso continuare a vivere sospeso tra due mondi. Se quel mondo del futuro stato semplicemente un'allucinazione, e questo mondo la realt, la sola realt, allora io devo accettarlo. Rimase immobile, seduto, a capo chino, immerso nei suoi pensieri, e il suo volto era malinconico e tormentato e cupo. E allora fu Keogh ad alzarsi, e a camminare su e gi per la stanza, lentamente, con passi misurati e pacati. Il medico si volt a guardare Gordon una volta, due volte, e non disse niente, come se avesse trovato difficile individuare una linea precisa d'azione, un punto per iniziare il suo attacco. Poi, evidentemente, prese una decisione. Bene, disse, con voce secca, pratica. Vediamo di esaminare le prove concrete, i fatti che abbiamo a disposizione. Si accost alla scrivania, e diede una rapida occhiata al suo blocco d'appunti, sul quale aveva fatto delle rapide annotazioni. Voi dite che la vostra mente stata attirata attraverso il tempo, nel corpo di un altro individuo. Infatti. Zarth Ara non era soltanto un nobile, ma anche uno scienziato. Aveva inventato il metodo e gli apparecchi necessari a realizzarlo. Lo scambio venne effettuato attraverso il suo laboratorio. Benissimo. Ditemi, allora, cosa ne stato del vostro corpo, che si trovava qui, sulla Terra, ai giorni nostri, mentre la vostra mente era assente da esso? Gordon lo guard. Ho parlato di uno scambio. Era questo lo scopo dell'intero esperimento: Zarth Arn era uno studioso, e voleva esplorare il passato. Aveva gi eseguito lo scambio molte altre volte, in precedenza, e la sua mente era giunta in diverse epoche del passato. Solo nel mio caso ci furono delle complicazioni. Allora, questo... questo Zarth Arn ha veramente vissuto nel vostro corpo? S. andato in ufficio al vostro posto, ha svolto normalmente il vostro lavoro? Be', no. Quando sono ritornato, il mio direttore si rallegrato con me per la mia guarigione: a quanto pare, Zarth Arn aveva accampato come scusa un'indisposizione, e non si era presentato al lavoro; credo che egli non volesse correre il rischio di commettere qualche errore irreparabile. Io non ebbi, invece, la stessa possibilit.

Keogh disse: Mi congratulo con voi, signor Gordon, perch possedete una mente veramente logica. Ma non esistono prove, nemmeno una, che dimostrino che questo scambio mentale sia veramente avvenuto? No, disse Gordon. Non c' nessuna prova. E come potrebbero esisterne? Ma cosa intendevate dire, parlando della mia mente logica? Voi avete eliminato con tanta cura tutti i punti deboli e tutte le incongruenze, sorrise Keogh. una fantasia formidabile, signor Gordon. Pochi uomini sono dotati di tanta immaginazione. Poi aggiunse, in tono estremamente serio e grave, Mi rendo perfettamente conto della forza di volont che vi stata necessaria per decidervi a venire da me. Credo che le nostre relazioni potranno essere davvero ottime, signor Gordon, perch sono convinto che voi abbiate gi compreso, almeno a livello del vostro subcosciente, che i vostri sogni di regni siderali e di nebulose e di bellissime principesse non sono stati altro che il tentativo compiuto dalla vostra mente per evadere da un mondo che vi sembrava insopportabile e monotono. Mi sembra che abbiate detto 'una vita arida'. Ebbene, ci vorr molto lavoro, e molto tempo, e non vi nascondo che dovrete affrontare anche dei momenti dolorosi, ma non credo che dobbiate preoccuparvi per questo. C' gi un eccellente segno: non avete avuto alcuna ricaduta per molto tempo. Vorrei che veniste da me due volte alla settimana, se vi sar possibile... Non dovrebbero esserci problemi. Eccellente. Sar la signorina Finlay a fissarvi gli appuntamenti. Oh, e questo il mio numero di casa. Diede a Gordon un biglietto da visita. Se per caso aveste una ricaduta, in qualsiasi momento, telefonatemi subito... anche di notte. Strinse la mano a Gordon, con calore, e pochi minuti dopo Gordon si ritrov nella strada, a camminare sotto la pioggia, provando solo un senso di completa desolazione. Perch lui sapeva bene che Keogh aveva ragione, che Keogh doveva avere ragione! Lui stesso si era gi quasi rassegnato, da solo, e gli occorreva soltanto una spinta, un incoraggiamento, per abbandonare i suoi sogni e per soffocare quella scintilla di speranza che lo aveva illuminato per tanto tempo, che gli aveva fatto volgere lo sguardo alle lontane stelle del cielo fumoso di New York provando un rinnovato palpito che non aveva, in realt, alcun motivo reale di esistere. S, lui sapeva tutte queste cose... ma il fatto di averle esposte sotto forma di parole, di avere dato voce al suo sogno, era stato crudele come il bisturi di un chirurgo che avesse eseguito un'operazione necessaria e umanitaria, senza per servirsi

dell'anestesia. E tutto gli era sembrato cos vero, cos reale... e gli sembrava ancora cos... Brutalmente, egli scacci dalla mente e dal cuore il suono melodioso della voce di Lianna, quella voce che lui avrebbe riconosciuto ovunque, perfino oltre la morte. Scacci il ricordo di quelle ultime parole che aveva udito, nella sua stanza grigia e squallida, di quelle ultime, cristalline vibrazioni di pensiero che si erano perdute per sempre nelle spire fumose della notte... 'Allora aspettate la nostra chiamata, John Gordon! Non ci vorr molto tempo: il lavoro d Zarth Arn a buon punto. E quando tutto sar pronto, vi chiamer!' E lui aveva conservato per tanto tempo il ricordo di quella voce. Lo aveva conservato, lavorando come nessun altro nell'ufficio, perch la monotonia del lavoro lo aveva aiutato a non pensare. Aveva lavorato, ed era stato promosso, un gradino dopo l'altro, dalla sua semplice posizione di contabile a quella che occupava ora. Aveva accettato gli elogi e le promozioni con quieta rassegnazione, con umilt, lui che aveva condotto le flotte dei regni siderali nell'ultima battaglia contro la Lega dei Mondi Oscuri, lui che aveva annientato la potenza di Shorr Kan, il sinistro despota della Nebulosa, quando tutto era sembrato perduto... Ancora una volta, quei ricordi si insinuavano nella sua mente, ma ora il cielo era grigio e plumbeo, e la scia fulgida della Via Lattea era nascosta, e con essa il ricordo dei regni delle stelle, e del volto bellissimo di Lianna, e del ricordo pi dolce, quello delle sue labbra. Chinando il capo, senza voltarsi a guardare le vetrine illuminate, Gordon cerc di scacciare per sempre quei ricordi, i ricordi di un sogno, dalla sua mente. Nel suo studio, Keogh stava parlando rapidamente nel suo dittafono, per registrare tutto quello che Gordon gli aveva detto ora che il ricordo era ancora fresco e nitido; parlando, il medico scuoteva il capo, sbalordito. Quel caso sarebbe veramente passato agli annali della psichiatria. Da quel giorno, Gordon and da Keogh due volte la settimana, rispose alle domande dello psichiatra, raccont il suo sogno, addentrandosi sempre pi nei particolari, e sotto l'abile guida di Keogh impar a considerare la sua fantasia in maniera sempre pi razionale e obiettiva. Arriv a comprenderne i motivi nascosti... le radici profonde, quelle di un semplice con-

tabile strappato al suo lavoro tranquillo per combattere una guerra, trasformato in un pilota di bombardieri sul Pacifico, e poi riportato al lavoro di sempre, cos, come se fosse stato possibile fingere che nulla fosse accaduto. Arriv a comprendere l'insoddisfazione profonda che era stata alla radice della sua evasione nel mondo della fantasia... la noia causata da un lavoro che non offriva le sollecitazioni e gli stimoli sufficienti, il grigio lavoro di un contabile di una societ di assicurazioni, il desiderio di raggiungere la fama e la grandezza, il desiderio di potere, il desiderio di punire il mondo per le sue frustrazioni e per non averlo apprezzato come meritava un mondo che non offriva alcuna certezza, un mondo che aveva visto crollare tutti i sogni e tutti gli ideali, un mondo smarrito nel quale ogni cosa aveva acquisito dimensioni sfuggenti. Su quest'ultimo punto, Keogh era rimasto enormemente colpito, per non dire sbalordito, dalla descrizione che Gordon gli aveva fatto del Distruttore, un'arma di incredibile potenza che lui, nel corpo di Zarth Arn, aveva usato nella grande battaglia finale contro le vittoriose armate della Lega dei Mondi Oscuri. Voi avete distrutto lo stesso spazio? domand Keogh, e scosse il capo. I vostri desideri sono molto potenti. una fortuna che abbiate potuto sfogarli solo in sogno. Lianna era l'elemento pi facilmente spiegabile. Si trattava della donna dei sogni, l'irraggiungibile, la donna-immagine, e trasferendo su di lei i suoi sentimenti, Gordon veniva sollevato dalla necessit di cercare di conquistare le ragazze reali che lo circondavano, o di lottare per esse. Keogh gli spieg, puntigliosamente, che in realt lui, Gordon, aveva paura delle donne, e che l'immagine di Lianna era una reazione a questa paura per le donne molto pi libere e vere che lo circondavano. Gordon aveva sempre creduto che esse, semplicemente, lo annoiassero, ma supponeva che Keogh conoscesse il suo subcosciente assai meglio di lui. Cos non discusse questa conclusione. E settimana dopo settimana, con lenta ma sicura progressione, il sogno sbiad. Keogh provava una grande soddisfazione personale, per quel caso. Gordon gli piaceva molto: si era dimostrato un paziente incredibilmente disposto a collaborare con il suo medico. E lo psichiatra aveva raccolto una mole di materiale enorme, materiale che gli avrebbe permesso di occupare con poderosi articoli le pagine delle pi quotate pubblicazioni scientifiche, e di tenere sensazionali conferenze, per molti e molti anni. E poi, finalmente, in un tiepido pomeriggio di maggio, mentre fuori il

sole brillava in un cielo straordinariamente azzurro, solcato da un veleggiare di piccole nuvole bianche, Keogh disse a Gordon: Abbiamo compiuto degli enormi progressi. Ne sono davvero lieto. E intendo lasciarvi provare la solidit delle vostre nuove ali da solo, senza alcun aiuto, per qualche tempo. Ritornate da me fra tre settimane, per raccontarmi come andata. Brindarono per festeggiare l'avvenimento, e pi tardi Gordon and a cena in un famoso ristorante, consumando le specialit pi famose del locale, e poi and a teatro per la prima volta dopo molto tempo, e per tutto il tempo continu a ripetere tra s che lui era un uomo felice, e fortunato. Quando ritorn a casa, a notte inoltrata, le stelle sfolgoravano nel cielo, sopra le luci della citt. Gordon, deliberatamente, evit di alzare lo sguardo. And a letto. Alle due e quarantatr precise il telefono suon, nell'appartamento di Keogh, e lo psichiatra si svegli di soprassalto. Ancora assonnato, sollev l'apparecchio, e la sua mente ritorn immediatamente lucida. Gordon! Cosa succede? La voce di Gordon, dall'altro capo del filo, era rauca, spezzata dall'emozione. ritornato... Zarth Arn! Ho udito la sua voce. Mi ha detto... mi ha detto che ora pronto a portarmi lass. Mi ha detto che Lianna l, e mi sta aspettando. Dottore... dottore!... La voce s'interruppe, bruscamente. Gordon! url Keogh. Gordon! La comunicazione non era stata tolta, ma non gli giunse alcuna risposta. Restate calmo, disse, nell'apparecchio muto, ascoltando il lieve ronzio che giungeva dall'altro capo del filo. Non lasciatevi prendere dal panico, Gordon. Vengo subito. Arriv a casa di Gordon dopo un quarto d'ora. La porta dell'appartamento di Gordon era chiusa dall'interno, ma Keogh and a svegliare il portiere, e gli mostr le sue credenziali, e pochi istanti dopo il portiere apr la porta. L'appartamento era deserto e silenzioso. Il telefono pendeva dalla corda, come se Gordon lo avesse lasciato cadere nel bel mezzo della conversazione. Distrattamente, con la mente confusa, Keogh lo rimise al suo posto, sulla forcella. Lo psichiatra rimase immobile per qualche minuto, pensieroso, circondato da quell'appartamento semplice e silenzioso. Non aveva dubbi su quanto era accaduto. Gordon non era stato capace di sopportare la perdita della sua splendida, luminosa allucinazione, del suo fantastico sogno. E

cos Gordon era fuggito, fuggito dal suo psichiatra, fuggito dalla realt. S, prima o poi sarebbe ritornato, ma allora tutto il lavoro avrebbe dovuto ricominciare da capo... Keogh sospir profondamente, scosse il capo, e usc a passi lenti dall'appartamento silenzioso. Capitolo Secondo Ritorno alla vetta del mondo Gordon riprese i sensi molto lentamente. Dapprima ricord soltanto, confusamente, un sentimento oscuro, fatto di paura, smarrimento e terrore, una tremenda lacerazione mentale unita all'impressione di precipitare dalla solidit del mondo in un gorgo insondabile d'incoscienza e non-essere. Gli era parso di udire il suono della propria voce, una voce distorta in un terribile grido di disperazione, e si domand follemente per quale motivo Keogh non l'avesse udito e non fosse venuto a salvarlo. Poi egli ud delle altre voci, familiari e sconosciute, molto lontano. Un liquido freddo scese nella sua gola, ed esplose in una vampata di fuoco divorante nello stomaco. Apr gli occhi. Vide una bianca distesa di luce, dalla quale emersero, una dopo l'altra, delle immagini. Grandi forme, pareti, e finestre, e meccanismi strani. Forme pi piccole, vicine, chine su di lui. Vide dei volti. I volti erano due. Il primo era un viso semplice, un viso d'uomo, intento, ansioso, con occhi che mostravano una mescolanza di preoccupazione e di sollecitudine. Il secondo, invece, era il suo viso... Il suo viso? No, un momento. Il volto di John Gordon era largo, aveva gli occhi azzurri e i capelli castani, mentre quel viso chino su di lui aveva gli occhi neri e i lineamenti aquilini, ed era impossibile che fosse il suo. Eppure... Gordon. John Gordon! Stava dicendo quel viso. L'altro viso disse: Un momento ancora, altezza! Gordon si accorse che i due, insieme, gli sollevavano il capo. Dalla nebbia bianca che velava ogni cosa usc una mano, che reggeva un bicchiere, colmo di un liquido rossastro ed effervescente. Gordon accett l'offerta, accost il bicchiere alle labbra, e bevve, automaticamente. Ci fu d nuovo quella vampata di fuoco, dentro di lui, piacevole, vitalizzante. La foschia bianca cominci a diradarsi, intorno. Tutto questo evocava immagini e ricordi. Tutto questo gli era gi acca-

duto, pens John Gordon. E poi, d'un tratto, il velo dei ricordi si squarci, ed egli sollev lo sguardo, e cap che non era la stessa cosa che lui ricordava. Fiss il volto dai lineamenti aquilini, e dopo un istante di silenzio disse: Zarth Arn! Due mani forti lo afferrarono, lo strinsero, con calore. Dio sia ringraziato! Cominciavo a preoccuparmi, John Gordon!... No, non cercare di alzarti, adesso. Rimani immobile. Rilassati. Sei rimasto in coma per molto tempo... e non c' da stupirsi, dopo che gli atomi che compongono il tuo corpo hanno attraversato la dimensione del tempo! Ma adesso fatta. Dopo tutti questi anni di lavoro, finalmente abbiamo raggiunto il successo. Zarth Arn gli sorrise. Pensavi forse che ti avessi dimenticato? Credevo... mormor Gordon, e chiuse di nuovo gli occhi. Keogh, pens. Keogh, ora ho veramente bisogno di voi. Sono veramente impazzito, e sto sognando? Oppure questa la realt? La realt, come lui aveva sempre saputo, come lui non aveva mai cessato di credere, malgrado la fredda, impeccabile logica dello psichiatra! La realt! Cerc di mettersi a sedere, ed essi non glielo impedirono. Gordon si guard intorno. Il laboratorio era come lo ricordava... come l'aveva visto la prima volta, quando si era risvegliato nel corpo di Zarth Arn, e come l'aveva lasciato l'ultima volta, quando aveva attraversato l'abisso del tempo in quello che gli era parso un addio definitivo a quel mondo del futuro. C'erano ancora le grandi macchine e gli strumenti e le file di strane bobine di metallo, su cui la luce si rifrangeva in mille scintillii. Mentre gli altri lo aiutavano a rimanere eretto, e il suo corpo era pervaso da uno strano brivido, John Gordon not che c'era qualcosa di nuovo, nel grande laboratorio: un apparecchio massiccio e complicato, con un quadro di comando incomprensibile su un lato, e, al centro, una forma geometrica allungata, che pareva singolarmente una grande bara di cristallo, sospesa tra due strane, intricate griglie quali Gordon mai aveva visto in passato. Dal misterioso congegno uscivano degli enormi cavi di un materiale sconosciuto, che si immergevano direttamente nelle pareti e che, probabilmente, erano collegati a qualche poderoso generatore che si trovava in un altro locale del laboratorio. In quel primo, avido sguardo, Gordon riconobbe tutte le altre cose, come le aveva lasciate. La grande stanza era ottagonale, contornata completa-

mente da alte finestre cristalline, attraverso le quali si riversava la luce del sole, limpida e abbagliante, che trasformava tutte le superfici cristalline e iridescenti in una sola, fantastica luce. Era una luce limpida e abbacinante, la luce del sole a grandi altezze, e le finestre di cristallo permettevano di vedere l'usuale scenario di selvaggia grandezza, desolato e ostile, le impervie cime dell'Himalaya che parevano ergersi a sfidare il tempo e lo spazio. La vecchia Terra esisteva ancora, l fuori. John Gordon abbass lo sguardo, allora, e vide le proprie mani, il proprio corpo. Avvertiva la solidit della branda imbottita sulla quale era disteso, avvertiva il contatto pi morbido delle coperte, e l'aria faceva rabbrividire la sua schiena nuda. Allora allung una mano, e strinse il braccio di Zarth Arn. Ossa e muscoli, carne e sangue, un braccio caldo, reale, vivo. Per un momento, Gordon pens che la sua mente vacillasse, che quella realt fosse troppo incredibile per lui. Per un istante, prov un senso di smarrimento e di terrore, al pensiero dell'urlante abisso dei secoli che lui aveva attraversato. E poi alle sue labbra sal, impulsivamente, un nome, un nome che era rimasto nella sua mente e che non sarebbe mai stato cancellato. Lianna... mormor. Dov' Lianna? Ti sta aspettando. Zarth Arn indic con un gesto semplice che lei non era lontana, che lo stava aspettando in un'altra stanza di quel fantastico laboratorio inerpicato sulla cima del mondo. Voleva restare qui, con noi, ma abbiamo pensato che sarebbe stato meglio cos, John Gordon. Non appena avrai recuperato almeno in parte le forze... Zarth Arn lasci in sospeso la frase, ma il cuore di Gordon stava battendo forte. Realt, sogno, lucidit o pazzia. che cosa importava? Era ancora vivo, e Lianna lo stava aspettando. Barcollando, si alz, pos i piedi sul pavimento, e rise, quando Zarth Arn e l'altro uomo lo afferrarono, e lo sorressero per impedirgli di cadere. passato tanto tempo, disse, rivolgendosi a Zarth Arn. E ti confesso che la mia mente era rimasta confusa. Ma ora va tutto bene. Qualunque cosa mi aspetti, l'accetto, e ne sono felice. E ora, che ne diresti di farmi assaggiare un altro sorso di quel liquore, e di darmi dei vestiti? Zarth Arn lanci una rapida occhiata al suo compagno. Cosa ne pensi, Lex Vel? Il principe si rivolse di nuovo a Gordon, con un breve sorriso. John Gordon, questo Lex Vel... il figlio di Vel Quen. stato lui a prendere il posto di suo padre, e ad aiutarmi in questo lavoro. Se non fosse stato per lui, certo non avrei mai potuto risolvere tutti i pro-

blemi insolubili che ci hanno fatto impazzire entrambi, da quando tu sei ritornato nel tuo tempo! Gordon cap che cosa lo aveva colpito, nel volto del giovane che aveva visto insieme a Zarth Arn al suo risveglio. I lineamenti ricordavano quelli del padre, il vecchio cercatore della verit che era stato il primo amico che Gordon aveva incontrato in quell'universo futuro, e che era stato ucciso dai soldati della Nebulosa. Io... non sapevo che Vel Quen avesse un figlio, mormor. Ero molto giovane, allora, spieg lo scienziato. Conoscevo gli studi di mio padre, e a volte lo avevo aiutato nel suo lavoro, qui, quando Sua Altezza aveva dovuto ricordare i suoi doveri di corte. Ma fu solo dopo la caduta di Thallarna che Sua Altezza venne a cercarmi, mentre io ero ancora a bordo di un incrociatore fantasma dell'Impero, e fu solo allora che seppi quanto era accaduto, e compresi che ero l'unico in grado di proseguire l dove mio padre era stato costretto a fermarsi... Un lampo di tristezza parve velare per un momento lo sguardo dello scienziato, ma poi egli raddrizz le spalle, e nei suoi occhi apparve un lampo di orgoglio. A che serve la modestia? esclam. Il principe Zarth Arn ha detto la verit... abbiamo compiuto quello che nessuno avrebbe mai ritenuto possibile. Ho molto sentito parlare di voi, John Gordon. Sono felice che siate giunto qui, tra noi. Sorridendo, si fece avanti, e strinse con calore la mano del terrestre. So che era questa l'usanza del vostro tempo, come mi ha spiegato Sua Altezza. Ma temo di dovervi deludere, per quanto riguarda la vostra domanda. La risposta no, non ancora. I vostri atomi sono stati dissociati, e attirati attraverso l'abisso del tempo, e ricostituiti in questo laboratorio. Voi avete sopportato quanto nessun essere vivente ha mai sopportato, in tutta la storia. Dovete ancora riposarvi, e molto, prima di pensare a muovervi. E solo allora parleremo dei vestiti. Riluttante, Gordon si accost a una delle grandi finestre di cristallo. Lo scenario superbo era uguale a come lo ricordava, e il sole ardeva in un cielo terso e cristallino. D'un tratto, una tremenda spossatezza fece vacillare Gordon. Lex Quen fu rapidissimo a sorreggerlo, e ad accompagnarlo di nuovo verso la branda. Appoggiandosi a lui, Gordon si distese, mentre l'intero laboratorio e l'universo parevano ondeggiare tra dense volute di nebbia. In quella nebbia, egli ud la voce di Zarth Arn, lontanissima ma piena di calore: Troverai un benvenuto che ti sorprender, quando giungerai a Throon, John Gordon. Mio fratello Jhal uno dei pochi che conoscono l'intera sto-

ria, e lui sa quanto tu hai fatto per noi. Non potremo mai saldare il debito che abbiamo contratto con te, certo, ma non pensare per questo che abbiamo dimenticato! Disteso sulla branda, Gordon ricord il giorno in cui Jhal Arn, salito al trono dell'Impero Centrale della Via Lattea al posto di suo padre, che era stato assassinato dalla mano del traditore Chan Corbulo, era stato colpito a sua volta dalla mano di un assassino, che aveva mancato di poco il bersaglio, lasciando il terribile peso della diplomazia e della difesa dell'Impero sulle spalle di Gordon, totalmente inadeguate a quel titanico compito. Grazie all'aiuto di Dio e della pura fortuna, lui era riuscito a farcela, superando tutte le spaventose difficolt di quel tragico momento. Nella nebbia che avvolgeva i suoi pensieri, riusc a sorridere, e a mormorare: Grazie. Poi, senza accorgersene, sprofond nel sonno. Trascorsero cos lunghi periodi di sopore, interrotti da brevi pause di lucidit. In quelle pause, Gordon vedeva la silenziosa, rassicurante figura di Lex Vel, che accudiva a lui, ma erano momenti troppo brevi. E poi, quando si svegli nuovamente, vide che la luce esterna era pi dolce, le ombre delle titaniche vette erano pi lunghe. Stranamente, ora si sentiva fresco e riposato. Zarth Arn non si trovava nella stanza di cristallo, ma Lex Vel gli sent il polso e la respirazione, applic al suo braccio uno strumento, lo osserv per qualche istante, visibilmente soddisfatto, e poi annu, indicandogli degli abiti posati su una sedia. Gordon si alz e si vest, e dopo un'iniziale debolezza, sent che le forze ritornavano in lui. Gli abiti erano come li ricordava... una camicia di seta, senza maniche, e pantaloni color bronzo, con un ampio mantello dello stesso tessuto. Rimase per qualche minuto davanti a uno specchio, per sistemare meglio il mantello, e si guard a lungo, perch non aveva mai visto quell'abbigliamento sul suo vero corpo. Se un giorno quell'abito era parso giusto e naturale sul corpo alto e magro e austero di Zarth Arn, ora che vedeva il vecchio Gordon del ventesimo secolo con il medesimo costume provava un vago senso d'imbarazzo, e gli pareva quasi di essere in procinto di recarsi a un ballo mascherato. E in quel momento, senza preavviso, l'idea lo colp, violenta come un vento d'uragano. Perch Lianna non l'aveva mai visto! Lei si era innamorata di Gordon quando Gordon era stato Zarth Arn, uno Zarth Arn diverso, certo, ma sem-

pre la figura del principe dell'Impero Centrale della Via Lattea che lei conosceva. E pi tardi, quando lei si era resa conto del fatto che la personalit dell'uomo da lei amato era quella di John Gordon, della Terra del ventesimo secolo, era sempre stata l'immagine di Zarth Arn che lei aveva visto! Ma ora lei lo avrebbe amato ancora, di fronte al suo vero corpo? Oppure sarebbe rimasta delusa, lo avrebbe trovato squallido, insignificante... o addirittura repellente? D'un tratto, gli parve di precipitare in un abisso senza fine. Perch sarebbe stata la beffa pi amara... avere vissuto tutto quello che lui aveva vissuto, avere attraversato un abisso di duemila secoli, per ritrovarsi respinto dalla donna che lui amava, e il cui ricordo aveva riscaldato le lunghe notti solitarie trascorse nel suo semplice, tranquillo appartamento di New York! Vacill, e Lex Vel si affrett a sorreggerlo, premuroso. Gordon si volse allo scienziato e gli disse, in tono disperato: Ho bisogno, ho davvero bisogno, di un altro bicchiere di quello stimolante che mi avete dato... Lex Vel lo osserv per un momento, e poi and a prendere il bicchiere richiesto, e lo diede a Gordon. Gordon bevve, e in quel momento Zarth Ara entr nella stanza. Il principe si avvicin, e parve accorgersi che qualcosa non andava come avrebbe dovuto. Cosa succede? domand, ansiosamente. Qualcosa che non va, Lex Vel? Non so capire, altezza, rispose Lex Vel. Pareva che stesse bene, e poi, improvvisamente, davanti allo specchio... Il volto intento e serio di Zarth Arn parve illuminarsi di una luce di comprensione. A bassa voce, egli disse: Forse io riesco a immaginare di che cosa si tratta, John Gordon. a causa di Lianna, vero? Lentamente, Gordon annu. Improvvisamente, la verit balenata davanti ai miei occhi, bisbigli. Ho capito veramente, per la prima volta, che lei mi avrebbe visto come sono realmente... E io sono in realt, per lei, uno sconosciuto! Lianna non impreparata a questo, per, disse Zarth Arn. Ricorda che io ho vissuto nel tuo corpo, e che sono perci in grado di descriverti... e l'ho fatto, perch Lianna mi ha chiesto di farlo almeno diecimila volte, in questo periodo. Pos gravemente una mano sulla spalla di Gordon. Forse le occorrer un poco di tempo per abituarsi al tuo nuovo aspetto, Gordon, ma sii paziente, e non dubitare mai, mai dei suoi sentimenti nei tuoi

confronti. Perch lei ti ama realmente, John Gordon. E per questo, forse ha trascorso troppo tempo, qui, lontana dal suo regno. Molte e molte volte, quando avrebbe dovuto essere in patria, a occuparsi degli affari di stato, lei rimasta qui, ad aspettare il giorno in cui avremmo potuto dirle che tutto era pronto per il tentativo. Lianna una principessa regnante, e conosce bene i suoi doveri... se li ha trascurati a tal punto, credi forse di poter dubitare di lei? Zarth Arn scosse lentamente il capo, e il suo volto da studioso era molto compreso, e una strana preoccupazione pareva velargli lo sguardo. Lianna ha ignorato dei messaggi insistenti da Fomalhaut, e, naturalmente, non ha voluto neppure ascoltare i miei consigli. Adesso che tu sei qui, sano e salvo, credo che potr dare ascolto almeno alle tue parole. E tu devi parlarle di questo! So bene quello che provi, John Gordon, so bene quello che vorresti, ma io ti chiedo di pensare prima di tutto a questo... devi dire a Lianna che giunto per lei il momento di fare ritorno al Regno di Fomalhaut! Perch dici questo? domand Gordon. C' qualche... pericolo? Pericolo! esclam Zarth Arn. Il pericolo sempre presente, quando un sovrano non si occupa personalmente del suo regno! Non so con esattezza che cosa stia succedendo, n quale sia la gravit della situazione, perch Lianna non ha voluto dirmi nulla. Ma i messaggi che giungevano dalla corte di Fomalhaut, inizialmente, erano indicati come 'urgenti'. Ora sono di 'priorit assoluta'. Tu stesso puoi capire il significato di questo mutamento. Ebbene, John Gordon... le parlerai di questo? Naturalmente, disse Gordon. Ma ho ugualmente il sospetto che tu mi nasconda qualcosa. Non ti nascondo nulla, John Gordon, disse Zarth Arn. Ma tu sai bene che la Via Lattea immensa, e che non certo lieve il peso di un trono, neppure di quello del pi piccolo dei regni siderali. Non voglio turbare il tuo ritorno con apprensioni o sospetti, e tu sai bene che io non mi occupo dei problemi della politica o del governo, poich gi da molto tempo ho dedicato la mia vita alla scienza e alla ricerca della verit... ma anch'io ho avuto quello che potresti chiamare un segno, un presentimento, un'inquietudine... nulla di preciso, nulla di concreto, ma sufficiente a preoccupare me e mio fratello l'Imperatore. Un senso d'inquietudine? Gordon fiss il volto sincero di Zarth Arn, e pot leggervi soltanto la sollecitudine e l'apprensione e un'ombra che non aveva un nome. Per un istante, egli accolse quelle parole quasi con sollievo... perch non era solo di se stesso che lui doveva preoccuparsi.

Far come tu dici, rispose. Bene, disse Zarth Arn, e gli strinse con calore il braccio. Coraggio, John Gordon. E non dimenticare che ti ho descritto molte volte a Lianna. Lei non si aspetta di incontrare un Apollo! Fiss Gordon con un'espressione che, in quel momento, era cos sinceramente divertita, che Gordon non riusc a reprimere a sua volta un breve, fuggevole sorriso. Grazie, amico mio, disse. Zarth Arn rise, e lo accompagn fuori. Ma Gordon non aveva perduto le sue apprensioni. E c'era qualcosa di oscuro che si annidava, inesplicabile, in un angolo della sua mente. Qualcosa che non aveva un nome, ma che gli dava uno strano brivido d'inquietudine. Lei lo stava aspettando in una stanza pi piccola, le cui finestre guardavano il tramonto. Oltre i pannelli di cristallo, le cime dei monti, bianche di nevi eterne, raccoglievano la luce e la irradiavano in grandi fiammate d'oro, e, in basso, i precipizi vertiginosi erano colmi d'ombre purpuree e violacee. Dall'alto della massiccia torre di cemento del laboratorio, la visione era quanto di pi splendido l'occhio umano potesse sognare... e quelle vette superbe incoronate di bianco, quei dirupati precipizi che scendevano vertiginosi verso invisibili gole e valli, s'infiammavano nel tramonto del nuovo e antico splendore della creazione. Zarth Arn non entr nella stanza, ma si ritrasse, silenzioso e discreto, lasciando Gordon solo con Lianna. Nella stanza regnava un profondo silenzio, e il cuore di Gordon batteva impetuosamente, e il sangue scorreva pi veloce nelle sue vene. Lianna si volse, lentamente, a guardarlo, mentre lui rimaneva immobile dov'era, timoroso di muoversi, timoroso di parlare, sapendo bene che l'incantesimo di quel momento avrebbe potuto prolungarsi all'infinito, per lui, e che una sola parola avrebbe potuto turbarlo. Lei era bella... bella come la ricordava, come l'aveva vista la prima volta nello splendore della Sala delle Stelle, nell'indimenticabile notte della Festa delle Lune. Era alta, alta quanto lui, John Gordon, e il suo corpo snello e slanciato era perfetto, con le curve morbide e la vita sottile e le spalle orgogliosamente erette, nel portamento di una regina. E vedendo l'espressione pensosa di quegli occhi grigi che lo fissavano dall'ovale perfetto del volto, ora John Gordon capiva finalmente, al di l di ogni dubbio, che era tutto vero, che non si trattava di un sogno, perch nessun uomo poteva immaginare quello che lui provava in quel momento. Lianna, bisbigli, raucamente. E ancora, con voce pi sommessa,

Lianna... Voi siete John Gordon... Lei avanz verso di lui, e gli occhi grigi scrutarono il viso di Gordon, pensierosi, cercando forse di rintracciarvi qualche debole traccia di familiarit. Lui avrebbe voluto prenderla tra le braccia, stringerla e toccarla e baciarla con tutta l'ansia che aveva accumulato negli anni della solitudine, avrebbe voluto parlarle e rivelarle il suo cuore e i suoi sentimenti... ma non osava farlo! Poteva soltanto restare immobile, rigido e vergognoso, mentre lei si avvicinava ancora, e lo scrutava, e poi si fermava, incerta. Lianna abbass lo sguardo, e indietreggi di un passo, e le sue stupende labbra tremarono per un momento, indicando l'incertezza che doveva attraversarle il cuore e la mente. dunque una sorpresa cos grande? domand allora Gordon, con voce stranamente pacata. Zarth Arn stato davvero molto preciso, nel descrivermi fedelmente il vostro aspetto, John Gordon. disse lei. E voi mi trovate... No! si affrett ad esclamare lei, e sollev il bel viso orgoglioso, e i suoi occhi grigi cercarono e sostennero il suo sguardo. Vi prego, John Gordon, di non pensare... questo. Lei gli rivolse un breve sorriso incerto. Se io vi conoscessi ora per la prima volta... voglio dire, davvero per la prima volta... vi troverei molto attraente... Scosse il capo, confusa. Voglio dire che voi siete davvero molto attraente, John Gordon. Non affatto come voi pensate. Solo che pi difficile, adesso... perch io devo imparare a conoscervi di nuovo, ed come ricominciare tutto da capo. E io voglio farlo, John Gordon, sempre che... esit per un momento, e poi lo fiss, con fermezza, ...sempre che voi proviate per me gli stessi sentimenti di allora. S, disse Gordon. S, Lianna. Neppure l'abisso del tempo e dello spazio, neppure la morte, avrebbero mai potuto cambiare il mio amore per voi. E allora si fece avanti, e le mise le mani sulle spalle, e in quel momento gli parve che l'intero universo si arrestasse. Avrebbe voluto attirarla a s, avrebbe voluto baciarla, come aveva sognato in tutti quegli anni, come aveva pensato che sarebbe accaduto in quel momento... ma non poteva farlo. Perch lei non si scost da lui, non lo respinse, ma non cedette neppure, il suo bel corpo che Gordon ricordava morbido tra le sue braccia rimase immobile, e Gordon, d'un tratto, non riusc a terminare il suo gesto. Lianna gli rivolse un altro incerto sorriso, e ripet le parole che gi Zarth Arn gli aveva detto:

Siate paziente con me, John Gordon. Gordon lasci ricadere le braccia lungo i fianchi, e pot mormorare solo una breve, sommessa affermazione. S, Lianna. Come voi desiderate. Cerc di non farle capire il senso di amarezza che provava, lo sgomento e la delusione e lo smarrimento che quell'incontro aveva prodotto nel suo cuore. Lentamente, si avvicin a una grande finestra di cristallo. L fuori, le montagne fiammeggianti si erano incupite, e i ghiacciai erano diventati di un azzurro purissimo, mentre gi le prime stelle brillavano nel cielo, occhi palpitanti il cui scintillare traeva scintille da quelle altere vette. E lui si sentiva freddo, vuoto e desolato e antico, come il vento che sfiorava i ghiacciai delle antiche montagne. Senza voltarsi, parl, e si sorprese per il tono lontano e spento della propria voce. Zarth Arn mi ha detto che avete dei problemi, nel vostro regno. Lei cerc di evitare l'argomento, di accantonarlo come se fosse stato qualcosa di nessun peso. Non nulla d'importante. Vi ha chiesto di consigliarmi di ritornare in patria, non vero, John Gordon? S. E lo far, domani, a una sola condizione. Era di nuovo vicinissima a lui, ora, e l'ultimo chiarore del giorno mostrava il suo volto pallido e deciso, il volto orgoglioso di una regina. Voi dovete venire con me. Allora Gordon si volse a fissarla, e Lianna gli sfior timidamente il braccio. Io vi sto facendo del male, disse. E non volevo. Non volevo. Potete perdonarmi? Non dovete neppure domandarmelo, Lianna. E allora... allora venite con me a Fomalhaut, ve ne prego! Un poco di tempo, John Gordon... solo di questo che ho bisogno. La guard, e mentre nel cielo cupo le stelle apparivano, grandi e colorate, gli parve di cogliere negli occhi grigi della principessa di Fomalhaut una piccola scintilla di quel fiammeggiare celeste. Va bene, disse. Verr con voi, Lianna. Verr con voi a Fomalhaut. Sarebbe andato con lei, pens, con improvvisa decisione, e se avesse dovuto corteggiarla e conquistarla di nuovo, lo avrebbe fatto! Lo avrebbe fatto cos bene, con tanta passione, da farle perfino dimenticare che un giorno lui aveva avuto un altro aspetto, e un altro volto.

Capitolo Terzo Verso Fomalhaut L'incrociatore reale che portava sulla fiancata il fiammeggiante emblema del Sole Bianco di Fomalhaut decoll dal grande astroporto, oltre il quale si stendeva la pi grande citt della Terra futura. Nyar era una citt d'incredibile bellezza, immensa e sfolgorante di bianche piramidi altissime, con ampie strade che s'inarcavano nell'aria, descrivendo circoli e spirali, in un fiorire di torri e minareti e guglie e terrazze. In basso, nella luce giallastra del mattino, volavano i coni rovesciati degli aerei terrestri, tra le piccole stazioni antigravitazionali che galleggiavano nel cielo terso, presidiate dai vigili guardiani del traffico. La nave stellare lasci tutto questo, e si tuff nel suo vero elemento, il cupo oceano senza acque dello spazio che avvolge profondissimo le isole sfolgoranti dei suoi soli. La gialla scintilla di Sol, e l'antico pianeta verde dal quale la razza umana si era disseminata per tutta la Via Lattea, sparirono ben presto nell'immensa notte cosmica con un ultimo bagliore. E poi, ancora una volta, le stelle brillarono fittissime davanti agli occhi di John Gordon, in tutto il loro nudo splendore. Non era strano, pens, che il torpido orizzonte della Terra del ventesimo secolo gli avesse fatto provare una sensazione di soffocamento! Non era strano, questo, poich gi una volta lui aveva visto quello spettacolo meraviglioso! Attraverso l'abisso oscuro e lo splendore della Via Lattea, le sfolgoranti nazioni dei sovrani siderali brillavano di fiamme multicolori, cremisi e dorate e verde smeraldo, azzurre e violette e bianche come diamanti... i grandi regni della Lyra, del Cigno, di Cassiopeia, della Stella Polare, e la fiamma splendente della capitale dell'Impero Centrale della Via Lattea, la possente Canopo. E la Costellazione d'Ercole brillava della miriade di soli vicinissimi tra loro, un grappolo sfolgorante di stelle ciascuna delle quali rappresentava il dominio di uno dei potenti Baroni della Costellazione! A sud, mentre l'incrociatore siderale solcava gli spazi in direzione ovest, verso il regno di Fomalhaut, la Nebulosa di Orione irradiava il suo freddo, ribollente chiarore nel firmamento.1 E molto lontano, ai confini di sud-est Per la navigazione galattica, erano state adottate sei direzioni convenzionali come assi di orientamento: nord, est, sud, ovest, zenit e nadir. (N.d.A.)1

dell'Impero, si stendeva la grande macchia nera della Nebulosa, dove l'oscura Thallarna, soffocata dalle nebbie siderali, ora riposava in pace. Durante il viaggio, quando l'incrociatore cambi rotta per evitare un pericoloso banco di polvere cosmica, Gordon riusc a scorgere le Nubi Magellaniche, le grandi nubi stellari ancora sconosciute e inesplorate che galleggiavano come isole lontane dalla costa, nel grande oceano dello spazio intergalattico. Ricord che c'era stato un tempo, agli albori dell'Impero, nel quale era avvenuta un'invasione degli abitanti delle Nubi Magellaniche. Le mostruose creature aliene, dai mezzi poderosi e inimmaginabili, nell'anno 129.411 erano state respinte, e la loro poderosa flotta era stata completamente annientata dal sapiente Brenn Bir, un antenato di Zarth Arn, che aveva usato per la prima volta la terribile arma segreta dell'Impero, la cosa che veniva chiamata 'il Distruttore'. Gordon pens a Keogh, in quel momento, e alla particolareggiata spiegazione che lo psichiatra aveva fornito per giustificare quella che aveva chiamato la fantasia del Distruttore'. Sorrise tra s, e scosse il capo. Peccato che Keogh non fosse con lui, ora. Lo psichiatra avrebbe potuto spiegargli molte cose... il poderoso incrociatore siderale poteva essere il simbolo del grembo materno, e Lianna, l'irraggiungibile principessa del sogno, e la sua storia d'amore con Gordon, un appagamento illusorio di un desiderio represso. Ma Gordon si domandava in qual modo Keogh sarebbe riuscito a spiegare Korkhann, il ministro plenipotenziario di Lianna per gli affari non umani. Il primo incontro con Korkhann, che era avvenuto la notte prima della partenza per Fomalhaut, era stato sconvolgente per lo stesso Gordon. Egli sapeva bene che nei regni siderali esistevano dei cittadini non umani, e ne aveva anche visti alcuni, brevemente e sempre a una certa distanza; ricordava di averli visti perfino alla corte di Canopo, ed era giunto ad accettare senza discussioni la loro esistenza. Ma quella era stata la prima volta in cui ne aveva effettivamente incontrato uno, viso a viso... se questo modo di dire poteva applicarsi in quel caso. Korkhann era nativo di Krens, un sistema stellare che si trovava agli estremi confini del Regno di Fomalhaut. Da quel lontano sistema, aveva detto Korkhann, si poteva guardare l'immensa desolazione delle Frontiere degli Spazi Ignoti, e si provava l'impressione di trovarsi sospesi, in equilibrio incerto, sull'ultimo filo sottile che segnava il confine della civilt galattica. I Conti delle Frontiere, aveva spiegato Zarth Arn a Gordon, sono al-

leati dell'Impero, come tu ricordi bene. Ma sono selvaggi, e, apparentemente, decisi a rimanere tali. Affermano che il giuramento di fedelt all'Impero non significa implicitamente l'accettazione, da parte loro, all'apertura delle frontiere, e pur mantenendo le alleanze, impediscono agli incrociatori siderali dell'Impero di varcare i loro confini. Spesso mio fratello dice che sarebbe meglio avere i Conti nemici aperti, piuttosto che contare sulla loro infida amicizia. Verr anche il loro turno, aveva detto Korkhann, a quelle parole. Per ora, i miei problemi immediati sono assai pi vicini a casa. E aveva abbassato i suoi severi occhi gialli su Liana, che aveva teso una mano, posandola affettuosamente sulle piume grigie del non umano. Ho messo a dura prova la vostra pazienza, aveva detto Lianna, e poi aveva aggiunto, rivolgendosi a John Gordon, Korkhann mi ha raggiunta qui, sulla Terra, e si tenuto quasi costantemente in contatto con Fomalhaut, per telestereo, adoperandosi con tutte le sue forze per curare gli affari di stato da qui, malgrado l'enorme distanza. E, a quelle parole, Korkhann aveva rivolto i suoi occhi gialli, rotondi e fissi, e il suo lungo becco verso Gordon, dicendo, con la sua voce aspra e sibilante: Sono lieto che siate finalmente giunto tra noi sano e salvo, John Gordon... mentre ancora Sua Altezza possiede un regno al quale fare ritorno! Lianna aveva scrollato il capo, a quelle parole, e aveva volutamente sorvolato l'implicita accusa, e in quel momento Gordon era stato distratto dall'improvviso, inaspettato incontro con una creatura alta un metro e mezzo, capace di camminare eretta, rivestita soltanto del proprio orgoglio e delle proprie magnifiche penne, capace di parlare con quel suo strano accento la lingua dell'Impero una lingua che derivava dall'antichissimo inglese della Terra e di gesticolare con grazia, muovendo le lunghe dita ad artiglio che terminavano le lunghe ali che non servivano a volare. Questo era stato allora, sulla torre inaccessibile tra le pi alte montagne del mondo... ma durante le lunghe ore del viaggio attraverso gli spazi siderali, Gordon ricord quelle strane allusioni. I tre erano soli... l'uomo, la donna, e il non umano... nella piccola e lussuosa saletta di ritrovo dell'incrociatore siderale, e Gordon aspettava con impazienza il momento in cui Korkhann e Lianna avrebbero terminato la loro partita a scacchi, una partita incredibilmente complessa e con regole assai pi difficili di quelle dell'antico gioco terrestre, sapendo che alla fine del gioco il pennuto alieno si sarebbe ritirato nella propria cabina. Gordon

sedeva in un angolo, fingendo d'interessarsi a una delle molte bobine ideofoniche della biblioteca di bordo, ma in realt osservava di sottecchi Lianna, il cui bel volto era intento a osservare la scacchiera, e poi guardava Korkhann, cercando di vincere l'irresistibile, istintivo senso di avversione che aveva provato fin dal primo momento del suo incontro con il non umano. E poi, d'un tratto, non riusc pi a dominarsi, e disse: Korkhann... La testa snella e sottile del non umano si gir subito, e le penne del collo parvero brillare stranamente nella luce artificiale della cabina. S? Korkhann, cosa avete voluto dire, esattamente, quando avete affermato di essere contento che io fossi arrivato mentre ancora Lianna aveva un regno al quale fare ritorno? Lianna disse, con impazienza: Non c' alcun bisogno di ricominciare con questa storia. Korkhann un amico fedele e un ministro devoto, ma ha il difetto di preoccuparsi troppo... Altezza, disse Korkhann, in tono sommesso, Non c' mai stata alcuna ipocrisia tra di noi, e questo sarebbe il momento peggiore per cominciare a ingannarci a vicenda! Voi siete preoccupata almeno quanto me per Narath Teyn, ma a causa di un'altra faccenda avete pensato di accantonare queste preoccupazioni, e ora, per rimanere in pace con la vostra coscienza, siete costretta a negare che esistano i motivi di apprensione. Gordon pens che Korkhann parlava esattamente come Keogh; e aspett che la collera di Lianna esplodesse. Lianna strinse le labbra, e i suoi occhi grigi divennero tempestosi. Lei si alz in piedi, con quell'atteggiamento imperioso che Gordon ricordava cos bene, ma Korkhann rimase seduto, e sostenne con calma lo sguardo infuriato di lei. E allora, bruscamente, lei abbass lo sguardo. Le vostre parole mi riempiono d'ira, Korkhann, quindi ci che mi dite vero, molto probabilmente. E sia, allora. Parlatene. Chi Narath Teyn? domand Gordon. il cugino di Lianna, disse Korkhann. Ed anche il pretendente alla corona di Fomalhaut. Queste parole lasciarono sconcertato, per un momento, John Gordon. Il pretendente al trono? Ma io pensavo che Lianna... S, Lianna la legittima e indiscussa sovrana del Regno di Fomalhaut. Ma voi sapete che deve esserci sempre un successore diretto, per garantire

la continuit della dinastia: questa la vera forza dei regni siderali, le cui case regnanti assicurano un motivo di forte coesione, malgrado le immense distanze che separano i diversi mondi che fanno parte del regno! Ditemi, John Gordon... cosa ne sapete, esattamente, del Regno di Fomalhaut? Gordon aveva appreso molte cose, durante il suo primo viaggio nell'Impero Centrale della Via Lattea... cose che avrebbero fatto vacillare la mente di un uomo del suo tempo, e perfino il segreto pi gelosamente custodito e temuto della galassia. Ma in realt, non aveva avuto tempo per conoscere bene la storia e i costumi dei regni siderali. E ora, dirigendosi verso il Regno di Fomalhaut, si rendeva conto che quel nome aveva evocato nella sua mente soprattutto il viso splendido di Lianna. Con un gesto, indic l'ideofono, e la bobina che lui aveva consultato poco prima. Stavo cercando di studiare qualcosa, ma non ho avuto tempo per apprendere molto, vero. Corrug la fronte, fissando Korkhann. Per ne so abbastanza per domandarmi alcune cose... tra le quali la possibile relazione tra una questione dinastica e il Ministro per gli Affari Non Umani di un regno siderale! Lentamente, Korkhann annu, e si alz dal tavolo da gioco. La partita a scacchi era stata dimenticata; d'un tratto, Gordon si rese conto che l'elaborato gioco era stato soltanto un paravento, dietro il quale era rimasta celata una sotterranea tensione che lui stesso ora confusamente avvertiva. Qualcosa, nella sua mente, avvertiva di nuovo il senso di oscura minaccia che gi aveva provato nell'udire le misteriose allusioni di Zarth Arn. Ma la voce di Korkhann interruppe il corso dei suoi pensieri. Vi posso mostrare la risposta, John Gordon, disse il non umano. Abbass le luci, e tocc un pulsante sapientemente nascosto nella parete. Un pannello si apr, rivelando una grande mappa tridimensionale del Regno di Fomalhaut, un grappolo di piccoli soli immersi nell'oscurit sconfinata dello spazio, dominato dalla stella bianca che dava il nome al regno siderale. Esistono molte razze non umane nella galassia, disse Korkhann, e la sua voce sibilante e sommessa pareva singolarmente minacciosa, in quella cabina silenziosa. Alcune sono intelligenti e civili, altre sono primitive, semplici bruti insensati, alcune stanno superando la divisione che esiste tra le due condizioni, e altre, infine, non vi riusciranno mai. Quando gli umani lasciarono il loro antico mondo, e si avventurarono per la prima volta nella Via Lattea, incontrarono molte popolazioni straniere. Ai vecchi tempi, agli albori dell'Impero, ci furono alcuni sciagurati conflitti, non senza motivi da

entrambe le parti. Quelli furono giorni oscuri, per la Via Lattea, John Gordon... eppure in certi casi si trattava di conflitti inevitabili! Vedete, voi trovate qualcosa di repellente in me... Gordon trasal, e si rese conto che Lianna si era voltata a fissarlo. Sent che il suo volto stava avvampando, ed esclam, con una veemenza forse eccessiva: Cosa dite, Korkhann? Cosa vi ha potuto dare questa idea? Perdonatemi, John Gordon. Voi avete usato nei miei confronti la massima cortesia, e non intendevo minimamente offendervi, soprattutto perch so bene che la vostra una reazione puramente istintiva. Korkhann telepatico, spieg Lianna, e aggiunse, E se quanto egli dice vero, John Gordon, farete bene a dominare questo vostro istinto... perch molti non umani sono capaci di leggere nei pensieri degli uomini! Vedete, continu Korkhann, Nel nostro regno, pi della met dei mondi sono popolati da non umani. Con i suoi lunghi artigli, egli indic i piccoli sistemi stellari, con i loro minuscoli pianeti. D'altra parte, i mondi disabitati che sono stati occupati e colonizzati dagli umani... e che si trovano in queste regioni... mosse di nuovo le lunghe dita, ...sono pianeti molto densamente popolati, oggi, e cos gli umani sono molto pi numerosi dei non umani, e la proporzione di circa due terzi. Voi sapete che la principessa Lianna governa il Regno di Fomalhaut con l'aiuto di un Consiglio, che si divide in due camere, la cui composizione basata in una sulle rappresentanze planetarie, e nell'altra sulla popolazione... Gordon cominciava a capire, anche se parzialmente, il quadro politico che Korkhann gli stava illustrando. In questo modo, dunque, ogni camera del Consiglio sempre dominata da un gruppo. esatto, disse Korkhann. Di conseguenza, l'opinione del sovrano molto spesso quella decisiva. Voi capite bene, dunque, che le simpatie del monarca sono d'importanza assai superiore alla norma, nel Regno di Fomalhaut! In realt, fino a pochi anni or sono non ci sono state delle difficolt vere e proprie, disse Lianna. Poi, circa due anni or sono, ebbe inizio una campagna d'insinuazioni e di calunnie, destinata alle popolazioni non umane del mio regno. Lo scopo di questa campagna era quello di convincere i non umani del fatto che gli umani erano loro nemici... nemici mortali, desiderosi di sterminarli e distruggerli! E, in particolare, io ero accusata di odiarli, e di tramare i pi oscuri e sinistri disegni contro di loro... Volgari

calunnie, John Gordon, voci malvagie, ridicole e assurde, eppure voi conoscete bene l'animo del popolo. E tra i non umani, come tra gli umani, c' sempre stato, e ci sar sempre, qualcuno pronto ad ascoltare... e forse a lasciarsi convincere! Gradualmente, le linee principali del disegno nascosto dietro questa campagna d'odio e di calunnia sono emerse... e si tratta di una scoperta inquietante, e minacciosa, prosegui Korkhann. Perch c'era un disegno, John Gordon! Esiste un gruppo, tra le popolazioni non umane, che intende impadronirsi del governo del Regno di Fomalhaut... e questo piano esige, come prima mossa, la sostituzione di Lianna con un sovrano pi gradito. Narath Teyn? Vedo che la vostra mente pronta a cogliere i significati di una situazione, John Gordon. S... vero, si tratta di Narath Teyn. Korkhann esit per un momento, e poi continu, E voglio rispondere anche all'altra domanda, John Gordon... quella domanda che non avete formulato a parole. No, altezza... non interrompetemi. Si tratta di una domanda onesta e legittima, e io desidero dare una risposta. I suoi grandi occhi gialli fissarono Gordon, e in essi c'era una profonda saggezza, malgrado i lineamenti cos bizzarri e alieni. Vi chiedete per quale motivo io, che sono cos diverso dagli umani, possa sostenere la causa umana contro la mia stessa gente. Non forse cos, John Gordon? Ebbene, vi dar la risposta, e si tratta di una risposta assai semplice... e cio che, in questo caso, la causa giusta proprio quella degli umani! S, il gruppo che sostiene Narath Teyn parla con grande eloquenza di giustizia, ma in realt pensa soltanto al potere. E in tutto questo intrigo, c' qualcosa... qualcosa di nascosto, qualcosa che non riesco a individuare n a comprendere. Io non so che cosa sia, John Gordon... ma so che si tratta di una cosa malvagia, di un male oscuro e tenebroso che ancora non ha un nome, al quale ancora non sono stato in grado di dare un nome, ma che mi riempie ugualmente di terrore! Lentamente, scroll le spalle piumate, e le piume frusciarono sommessamente nel silenzio. E c' di pi. Narath Teyn, infatti... Le sue parole s'interruppero, in quel momento... perch qualcuno aveva bussato imperiosamente alla porta. Lianna si volse in quella direzione, e la sua voce impart un semplice, breve ordine: Entrate! La porta si apr, e Gordon vide apparire un ufficiale, che subito scatt sull'attenti alla vista della principessa.

Altezza, disse il soldato del Regno di Fomalhaut, Vogliate perdonarmi per questa intrusione. Il comandante Harn Horva vi chiede rispettosamente di raggiungerlo sul ponte... immediatamente. Il suo sguardo si pos su Korkhann. Anche la vostra presenza necessaria, eccellenza, se non vi dispiace. Gordon avvert nell'aria una vaga sensazione di pericolo... qualcosa che non si poteva esprimere a parole, ma che esisteva ugualmente. Nessuno avrebbe bussato alla cabina dove la principessa di Fomalhaut si trovava, senza un grave motivo... e una cos urgente richiesta, da parte del comandante dell'incrociatore reale, poteva significare soltanto una cosa... una situazione di emergenza. Lianna lo sapeva bene, perci si limit ad annuire brevemente all'ufficiale. Naturalmente, disse, e poi si rivolse a Gordon. Venite con noi. Il giovane ufficiale esegu un perfetto saluto, e si avvi lungo il corridoio dell'incrociatore, seguito dalla principessa e da Gordon, che camminava accanto a Korkhann. Percorsero un lungo labirinto di corridoi lucidi come specchi e di angusti passaggi, e salirono fino al compartimento di comando dell'incrociatore siderale, che aveva conservato attraverso le re l'antico, arcaico nome di ponte. C'era un'intera parete curva che ospitava degli strumenti incredibilmente complessi, gli elaboratori elettronici che dirigevano il volo siderale, i sistemi di guida, i comandi che controllavano la velocit, la massa, e i controlli del generatore del campo stasi, presente nell'aria sotto forma di un'impalpabile, sottilissima nebbiolina azzurra, l'unico segno visibile della grande invenzione che aveva permesso agli uomini di abbandonare il loro sistema stellare e di creare i nuovi regni delle stelle. In quella vasta sala, sotto le lucide piastre di acciaio che formavano il pavimento, la pulsazione costante dei generatori era continua e intima come il battito del cuore nel corpo di un essere umano. Una serie di schermi forniva una visione dello spazio, per un arco di 180, dando l'impressione di immense vetrate aperte sull'infinito, e offrendo uno spettacolo fantasmagorico ed esaltante, che Gordon ricordava fin troppo bene. Non si trattava di uno degli incrociatori dell'Impero Centrale della Via Lattea, come l'Ethne, ma la flotta reale di Fomalhaut era moderna e potente. I grandi schermi radar inquadravano lo spazio, in modo che nulla potesse sfuggire ai vigili occhi degli ufficiali, e, da un lato, si vedeva la massa poderosa dello stereo. Quando arrivarono sul ponte, Gordon si accorse che vi regnava un profondo, completo silenzio, rotto soltanto dal mormorio e dal ticchettio delle macchine. I tecnici pare-

vano trattenere il respiro, e la loro attenzione pareva divisa tra gli strumenti e il gruppetto silenzioso e teso che era riunito intorno agli schermi radar, ed era composto dal comandante, dal secondo di bordo, dal nostromo, e dai radaristi. Harn Horva, un uomo alto e vigoroso, dai capelli grigi, gli occhi penetranti e la mascella quadrata, si volse, e salut militarmente la principessa e il suo seguito. Altezza, disse il veterano degli spazi, con espressione grave, Perdonatemi se ho osato disturbarvi, ma era necessario. Lianna accolse quelle parole con un breve cenno del capo. Parlate, comandante. Il veterano degli spazi indic gli schermi radar, e il suo volto abbronzato dai raggi di molti soli appariva visibilmente preoccupato. L'occhio inesperto di Gordon non era in grado di comprendere chiaramente quello che gli schermi radar mostravano: c'erano miriadi di scintille prive di significato, dei punti luminosi che si spegnevano e si accendevano; e cos egli rivolse tutta la sua attenzione alle ampie vetrate che mostravano direttamente lo spazio che l'incrociatore stava attraversando, quelle vetrate che non erano in realt tali, ma grandi schermi che permettevano un'immediata visione dell'infinito. L'incrociatore reale che portava l'emblema del bianco sole fiammeggiante di Fomalhaut si stava avvicinando a una regione di polvere cosmica. Gordon la not, dapprima, come una specie di tenue nebbia oscura, che offuscava lo splendore delle stelle, dietro di essa. Poi, guardando pi attentamente, egli riusc a distinguerne i singoli componenti... frammenti di relitti stellari che brillavano tenui nel chiarore di soli lontani, rocce, grandi come pianeti o piccole come case, rocce di tutte le dimensioni varianti tra questi estremi, avvolte da una corrente di polvere cosmica che si stendeva per quasi due parsec, nell'abisso sconfinato del cosmo. La grande nube di pulviscolo cosmico era ancora lontana: bast uno sguardo a rassicurare Gordon sul fatto che l'incrociatore l'avrebbe superata, tenendosi a distanza prudenziale. Gordon guard ancora, ma non riusc a vedere altro. Non riusciva a rendersi conto del possibile motivo della tensione che regnava chiaramente sul ponte. Harn Horva, intanto, stava spiegando la situazione a Lianna. Il radar normale indica solo i segnali consueti emessi da una nube cosmica di questo tipo, altezza... ma c' dell'altro! I nostri rivelatori termici indicano la presenza di energia, emissioni di energia ad altissima frequen-

za, qualcosa che non ha assolutamente motivo di esistere nelle normali correnti dello spazio. Il volto del comandante era cupo, e la sua voce era piena di apprensione, quando egli giunse seccamente alla conclusione. Temo, altezza, che non ci siano altre spiegazioni da offrire. Dobbiamo concludere che ci sono delle astronavi, laggi, in attesa... astronavi che usano quella corrente di pulviscolo cosmico come se fosse uno schermo protettivo! Un'imboscata? domand Lianna, con voce assolutamente calma. Solo Gordon riusc a notare il lieve pallore del suo viso, e sent che il cuore cominciava a battere pi forte, dentro di lui. questo che intendete dire, comandante? Non capisco come ci possa essere possibile! So che avete seguito la rotta di evasione tattica imposta dai regolamenti di sicurezza... e questo significa che siete stato voi a decidere le coordinate, di volta in volta, a intervalli irregolari, e servendovi dei comandi manuali. Com' possibile che qualcuno, di chiunque si tratti, abbia potuto predisporre un'imboscata, senza prima conoscere la rotta che avremmo seguito? Potrebbe esserci sempre una spiegazione... la presenza di un traditore, a bordo! disse Harn Horva, e poi, vedendo l'espressione della principessa, si affrett a scuotere gravemente il capo. Ma no, altezza... credo che si tratti di un'eventualit cos remota, da apparire inverosimile. C' un'altra spiegazione, per... ed quella che mi appare pi probabile, in queste circostanze. Direi che per seguirci vengano usati i poteri di molti telepatici. La sua voce divent ancor pi secca, e ancora pi grave. Narath Teyn ne ha molti, al suo fianco, altezza... e certamente pu contare sull'aiuto dei migliori! Bruscamente, si rivolse a Korkhann. Eccellenza, vi sarei profondamente grato se voleste darmi la vostra collaborazione. Volete sapere se ci sono realmente delle astronavi nascoste nella polvere cosmica, comandante? domand Korkhann, e chin il capo. Come avete detto, Narath Teyn pu contare sull'aiuto dei migliori telepatici dei mondi non umani... e i membri della mia razza non sono tra questi! Cercher comunque di fare quello che posso. Si allontan di qualche passo dall'inquieto gruppo degli ufficiali, che ora comprendeva anche John Gordon e la principessa di Fomalhaut, e rimase immobile, in disparte; lo sguardo dei suoi occhi gialli divenne remoto e assente, come se fosse stato smarrito in visioni inaccessibili agli occhi dei comuni mortali. Tutti gli sguardi degli uomini erano fissi sulla figura immobile del non umano; pareva che gli occupanti del ponte di comando trattenessero il respiro, in attesa. I generatori pulsavano e tuonavano, mentre

l'incrociatore siderale filava velocissimo nella distesa degli spazi, facendosi incontro alla nube cosmica. Sugli schermi radar, minuscole scintille verdi si accendevano e si spegnevano. Volgendo lo sguardo allo schermo del rivelatore termico, Gordon prov un tuffo al cuore... perch su quello schermo, improvvisamente, erano apparsi dei segnali, che erano poi subito scomparsi! Quell'oscuro senso di minacce sotterranee che John Gordon aveva confusamente avvertito sin dal primo momento ora pareva concentrarsi su quello schermo, e Gordon sent un nodo alla gola, e scopr di avere le labbra aride. E infine, la voce calma di Korkhann pronunci la risposta: Ci sono davvero delle astronavi. Quelle di Narath Teyn. E poi? domand Lianna, tenendo orgogliosamente diritta la testa, incurante del pericolo spaventoso che si nascondeva nella nube di polvere cosmica. Voi avete sentito qualcosa d'altro, Korkhann... che cosa? Ho udito dei pensieri, altezza... pensieri umani e pensieri non umani, i pensieri di molte menti gi pronte ad affrontare la battaglia. E poi... Le dita sottili, che terminavano in artigli, si chiusero e si schiusero, in un segno di frustrazione e di collera impotente. Ebbene, altezza, non ho potuto leggere chiaramente quei pensieri, i pensieri di coloro che attendono dietro la nube cosmica. Ma c' un pensiero che sono riuscito a cogliere. Io credo, altezza, che ci stiano aspettando... non per prendere dei prigionieri, ma con l'intenzione di uccidere! Capitolo Quarto Nelle mani del nemico Quelle parole produssero un improvviso tumulto, sul ponte di comando, e i soldati di Fomalhaut che occupavano i loro posti balzarono in piedi, lanciando esclamazioni di collera e di sorpresa e di sdegno. Harn Horva si affrett a sedare il breve tumulto, impartendo un ordine breve e imperioso: Silenzio! Non c' tempo da perdere! Il comandante si volse di nuovo a osservare gli schermi, e li studi, con il corpo teso e immobile. Gordon lanci un breve sguardo a Lianna. Era impossibile comprendere quali fossero i sentimenti che agitavano il cuore della sovrana di Fomalhaut... perch il suo bel viso altero e regale rimaneva impassibile, ed ella mostrava ai suoi uomini la freddezza e la sicurezza che ci si doveva aspettare da una principessa regnante anche nel momento del pericolo. E alla vista di quel

bel viso orgoglioso, Gordon cominci infine a provare un senso di gelo... per la prima volta, cominciava ad avere paura. Non possiamo lanciare un messaggio di aiuto a Fomalhaut? domand Gordon, indicando lo stereo. Questo non possibile: la distanza troppo grande. E anche se cos non fosse, a che servirebbe? I nostri amici che ci aspettano dietro la nube cosmica non perderebbero un istante prima di attaccarci, se intercettassero un segnale stereo proveniente dall'incrociatore, con una richiesta di soccorso... e voi sapete bene che lo intercetterebbero senz'altro! Gordon lo sapeva bene, infatti. Il telestereo... l'invenzione prodigiosa realizzata dalla scienza galattica, che permetteva, grazie al pi veloce dei raggi subspettrali, la comunicazione immediata con quasi tutti gli angoli della Via Lattea... non era certamente il pi riservato dei sistemi di comunicazione! Con un brivido, Gordon ricord lo spaventoso uso che ne avevano fatto i soldati della Nebulosa Oscura, quando la guerra era esplosa nella galassia, e le armate di Shorr Kan avevano varcato le frontiere per attaccare la flotta imperiale agli ordini dell'ammiraglio Giron... e gli incrociatori da guerra dell'Impero e dei regni alleati erano caduti come lucciole, distrutti da una terribile arma che aveva colpito le astronavi dall'interno, servendosi appunto dei telestereo. Allora era stato John Gordon, sotto le spoglie del principe Zarth Arn, a intuire il pericolo, e a guidare la flotta imperiale, infine, alla vittoria. John Gordon si pent di non essersi servito della biblioteca ideofonica di Zarth Arn per aggiornarsi sugli ultimi avvenimenti della Via Lattea e della scienza galattica, se non a grandi linee... ma in fondo lui rimaneva un uomo del ventesimo secolo, e la scienza dei regni siderali era ancora qualcosa di troppo fantastico per lui. Ma ora il pericolo era reale! Gordon non aveva dimenticato i mille pericoli e le mille insidie dei regni siderali. In cuor suo, non aveva paura per se stesso... anche se pensava che sarebbe stata la pi atroce delle beffe ritornare in quell'universo futuro per cadere in un angolo sperduto della Via Lattea, in un'imboscata di creature che non erano neppure umane, se doveva credere alle parole di Korkhann! Harn Horva raddrizz le spalle, e il suo volto di veterano degli spazi assunse un'espressione cupa e ostinata. Credo, altezza, che la nostra unica speranza sia quella di invertire la rotta, e di fuggire alla massima velocit verso la pi vicina base della flotta imperiale. Se mi accordate il vostro permesso... No! L'esclamazione usc inaspettata dalle labbra di Lianna, e la sovra-

na di Fomalhaut fiss con improvvisa determinazione il volto aperto e onesto del comandante. Non farete una cosa simile, comandante! Gordon la fiss attonito. E anche il comandante trad per un istante il suo stupore. Lianna sorrise, allora, un breve sorriso pallido privo di allegria. Non c' bisogno di ricorrere a una pietosa bugia, comandante Horva, per nascondermi la reale situazione... anche se vi sono grata per le vostre buone intenzioni! Sapete bene quanto me che il nostro incrociatore potrebbe distanziare le loro astronavi, ma non i proiettili dei loro cannoni atomici. Nel momento stesso in cui cambieremo rotta, si accorgeranno che abbiamo scoperto la loro imboscata... e non perderanno neppure un istante, prima di usare i loro cannoni siderali contro di noi, lanciando un nugolo di proiettili atomici! Con estremo vigore, Harn Horva cominci a parlare di azioni evasive e di batterie di missili intercettatori, ma Lianna non lo ascoltava... perch, con due rapidi passi, si era gi portata alle spalle del tecnico che sedeva di fronte al telestereo. Desidero parlare immediatamente con il Regio Centro delle Comunicazioni di Fomalhaut. Una normale comunicazione stereo... non prendete alcuna precauzione, prima di lanciare il segnale! Altezza! esclam il comandante, disperatamente. Ma esattamente quanto voi stessa avete sconsigliato! La comunicazione verr immediatamente intercettata! esattamente quanto desidero! rispose Lianna, e Gordon prov un senso di allarme e di smarrimento, quando vide l'espressione dei suoi occhi grigi. Si volse verso di lei, allora, e cerc di parlare... ma Korkhann fu pi rapido di lui. Le penne del non umano erano arruffate, un segno evidente dell'emozione che lo aveva pervaso. Il vostro piano audace, altezza, e si dice che a volte la fortuna aiuta gli audaci. Ma vi esorto a riflettere molto profondamente, prima di compiere il passo irrevocabile! Prima di compromettere me stessa, e tutti coloro che sono a bordo di questo incrociatore, voi compreso... non questo che pensate, forse? La voce di Lianna vibrava di emozione trattenuta. Credete forse che non me ne renda conto, Korkhann? So bene che il rischio che stiamo per correre grande... ma non esiste alcuna scelta, quando non ci sono altre strade da percorrere! Guardando gli ufficiali e i soldati che la fissavano, pallidi, senza comprendere il significato di quel dialogo, ella spieg, con voce

ferma e sicura: Con il mio messaggio, informer gli alti dignitari della corte di Fomalhaut che intendo procrastinare il mio ritorno alla capitale... perch desidero raggiungere prima di ogni altra cosa Marral, e rendere visita a mio cugino Narath Teyn, per un importante colloquio di stato. Ed esattamente quello che mi propongo di fare! Per un momento, le parole di Lianna parvero riecheggiare contro una parete di angoscioso silenzio. I volti di coloro che si trovavano sul ponte tradivano lo sbalordimento e l'incredulit che quella dichiarazione inaspettata aveva prodotto. Annunciare una visita a Marral, al pianeta sul quale regnava Narath Teyn, il peggiore nemico della principessa regnante di Fomalhaut! E andare l... gettandosi praticamente tra le braccia del nemico, di quel nemico che aveva predisposto un'imboscata nello spazio, con l'intenzione di uccidere la principessa e il suo seguito! Il silenzio fu interrotto, improvvisamente, dall'esclamazione di Gordon: Che cosa? Lianna prosegu, allora, come se non avesse neppure udito la voce di Gordon: Voi tutti comprendete bene lo scopo di tutto questo. Non c' ragione di allarmarsi, per una normale comunicazione a Fomalhaut, e cos coloro che si trovano a bordo di quelle astronavi mi lasceranno parlare... e quando avr parlato, sar troppo tardi! Se verr reso noto in tutto il mio regno che mi sto dirigendo a Marral, e se mi accadr qualcosa di male durante il viaggio, nessuno avr alcun dubbio nell'indicare in mio cugino il colpevole. E questo render vani i suoi intrighi! Perch, se anche le cose si volgessero al peggio, per noi, questo tradimento solleverebbe nell'opinione pubblica un'ondata di collera e di sdegno. Anche uccidendomi, il suo nome verrebbe indelebilmente macchiato da questo delitto, e i suoi progetti di successione al trono verrebbero rovinati irreparabilmente. Coloro che hanno teso l'imboscata nella nube di polvere cosmica si renderanno subito conto di questo... e capiranno che i loro intrighi sono stati sventati. Il suo volto pallido fu sfiorato da un breve sorriso. In realt, quelli che dovevano essere i miei assassini diventeranno coloro che avranno il maggiore interesse a impedire che mi accada qualcosa di male, prima del mio ritorno a Fomalhaut. Perch Narath Teyn non oser mai uccidermi, in circostanze tali da smascherare i suoi oscuri disegni, e rovinare tutte le sue ambizioni! A sentirvi, Lianna, sembra tutto molto facile! esclam Gordon, in tono veemente. Ma dimenticate quanto potr accadervi, quando sarete giunta a Marral. Voi sapete che vostro cugino e deciso a uccidervi... e cos an-

date volontariamente nella sua tana, correte a mettervi nelle sue mani! Si era avvicinato a Lianna, e la fissava, accalorandosi, e tutti i suoi pensieri erano rivolti a lei e al pericolo che stava per correre... e cos non si accorse neppure del silenzio che era disceso sul ponte di comando, un silenzio carico di stupore, quasi scandalizzato. No, Lianna, ascoltatemi! Il comandante ha avuto un'idea migliore. Non nego che la possibilit di sfuggire ai cannoni atomici di quelle astronavi possa essere esile, ma almeno si tratta di una possibilit! Mentre invece, con il vostro piano... Gli occhi di Lianna erano grandi, freddi e grigi. Lei fiss per un lungo momento Gordon, e poi sorrise, un sorriso che incurv appena le sue belle labbra. Qualcosa, nell'espressione di lei, fece morire d'un tratto le parole sulle labbra di Gordon. Vi sono grata per la sollecitudine che mostrate per me, John Gordon, e comprendo il vostro turbamento. Ho preso in considerazione tutte le possibili obiezioni, e ho gi annunciato la mia decisione. Bruscamente, gli volse le spalle, e parl al tecnico. Chiamate Fomalhaut, per favore. Il soldato parve esitare, e lanci un'occhiata disperata ad Harn Horva, come se avesse voluto chiedere aiuto al suo comandante... ma il veterano degli spazi si limit a scrollare il capo, in un chiaro gesto d'impotenza, e la sua voce suon sicura, quando disse: Hai udito l'ordine di Sua Altezza. N il comandante, n il tecnico, n gli altri ufficiali che si trovavano sul ponte diedero segno di avere notato l'improvviso, violento cambiamento di colore delle guance di Gordon, che diventarono prima rosse, e poi pallidissime, come se il sangue si fosse completamente ritirato dal viso dell'uomo della Terra. Per loro, come anche per Lianna e per il silenzioso Korkhann, in realt, pareva che Gordon fosse diventato improvvisamente invisibile. Gordon fece un passo avanti, senza quasi rendersi conto delle proprie azioni, mentre la sua mente era un turbine di pensieri sconnessi. E allora le dita di Korkhann strinsero con fermezza il suo braccio, e accentuarono la stretta, e Gordon avvert il contatto di quegli artigli non umani. Egli s'irrigid, e poi cedette, e rimase immobile, dominando la propria collera. Guard gli schermi, mentre Lianna parlava all'ossequioso dignitario di Fomalhaut che era apparso sul telestereo. Non accadde niente. L'oscura, minacciosa distesa della grande corrente di polvere cosmica rimaneva immota, immersa in quella sua antichissima esistenza silenziosa che nulla aveva a che fare con gli affanni e le angosce del genere umano, una solenne

distesa di reliquie di mondi troppo antichi perch la mente degli uomini potesse indugiare sui loro cosmici drammi. I suoi tentacoli oscuri celavano le stelle, e il silenzio degli spazi siderali l'avvolgeva. Per un istante, un pensiero irrazionale e assurdo s'insinu nella mente di Gordon. E se il pericolo non fosse esistito? Se fosse stato Korkhann, per chiss quali insondabili motivi, a inventare quella misteriosa storia di astronavi e di pensieri omicidi? Ma guardate qui, John Gordon! bisbigli la voce sibilante di Korkhann, quasi all'orecchio di Gordon. Le sue dita sottili, ad artiglio, indicarono gli schermi dei rivelatori termici, e le capricciose scintille che a tratti s'illuminavano su di essi. Ogni scintilla rappresenta un generatore di raggi subspettrali. Perch la corrente siderale si muove... nulla veramente immobile, nello spazio! E mentre la corrente si muove, anche le astronavi devono muoversi con essa, e questi rivelatori ci mostrano ci che il radar non in grado di vedere. Dubitate ancora, John Gordon? Perdonatemi, Korkhann, disse Gordon, sommessamente. Vedete, amico mio... voi avete il potere d'innervosirmi un poco. questione di tempo, e riuscirete ad abituarvi alla mia presenza. E non dimenticate, John Gordon... non dimenticate che io sono veramente vostro amico. Lianna concluse il suo messaggio, impart dei brevi ordini al comandante, e abbandon il ponte. Gordon la segu, insieme a Korkhann. Quando furono nel corridoio scintillante dell'incrociatore siderale, Lianna si rivolse a Korkhann, e gli disse, in tono gentile, ma con occhi oscuri e tempestosi: Volete scusarci, Korkhann? Korkhann s'inchin profondamente alla principessa, e si allontan lungo il lucido corridoio, una grottesca figura dalla buffa andatura dondolante che pareva uscita da un sogno infantile. Lianna apr la porta della cabina di soggiorno, impulsivamente, senza aspettare che fosse Gordon a farlo per lei. Quando furono entrati, e la porta si chiuse alle loro spalle, Lianna si volse a fissarlo, e nei suoi occhi grigi c'era una fredda collera che, stranamente, aumentava la sua bellezza. Una cosa deve essere chiarita fin dall'inizio tra noi,. John Gordon! esclam Lianna. Voi non dovete mai discutere le mie decisioni o contrastare i miei ordini, in pubblico! Gordon sostenne il suo sguardo. E in privato, Lianna? domand, senza alzare la voce. Questa regola vale soltanto in pubblico, oppure voi regnate anche in camera da letto?

Questa volta, fu Lianna ad arrossire. So bene che non facile capire, per voi... perch venite da un'epoca diversa, e da una civilt diversa... Infatti. E vi dir una cosa, Lianna: io non rinuncer, mai, al mio diritto di esprimere i miei pensieri sinceramente. Lei socchiuse le labbra, e allora Gordon alz un poco la voce, non molto, ma con una nota nella quale c'era qualcosa che imped a Lianna d'interromperlo. E mi permetto di aggiungere che, quando io vi parlo da amico, dicendovi cose che escono dal cuore di un uomo che vi ama e che si preoccupa soltanto del vostro bene, non intendo essere schiaffeggiato davanti a tutti per averlo fatto! La fiss con fermezza, e prosegu, con voce veemente, Comincio ad avere dei dubbi, Lianna. Mi domando se non vi trovereste meglio con qualcuno pi riguardoso dell'etichetta. Vi prego, cercate di capire! Io ho degli obblighi che superano e trascendono i miei sentimenti personali. Ho il peso di un regno sulle mie spalle! Vi comprendo perfettamente, Lianna, disse Gordon, e nella sua voce c'era un poco di amarezza. Perch un tempo io ho avuto il peso di un impero sulle mie spalle... l'avete forse dimenticato? Buona notte. Le volt le spalle, e usc dalla cabina, senza fermarsi. Quando fu nel corridoio esterno, malgrado la collera che lo pervadeva, non riusc a reprimere un breve sorriso. Si domand quante volte, in passato, quell'orgogliosa figlia di sovrani delle stelle fosse stata cos bruscamente piantata in asso. Ebbene, questo era certamente accaduto troppo raramente! Perch lui l'amava, di questo era certo... come l'aveva amata dal primo momento in cui l'aveva conosciuta, durante la Festa delle Lune. Ma era tutto cos difficile... cos inaspettatamente difficile. Lui si era illuso d'incontrarla di nuovo, e di vedere ricompensati finalmente i lunghi anni solitari dell'attesa, e che cosa aveva trovato? Freddezza, forse, o qualcosa di pi sottilmente remoto... e ora lui cominciava a provare una sorda irritazione, un cupo risentimento che non voleva abbandonarlo. Nella sua cabina, rimase a lungo sveglio, sul comodo giaciglio, immerso in cupi pensieri, intento a domandarsi se il pazzesco piano di Lianna avrebbe potuto funzionare, se l'incrociatore sarebbe riuscito a sfuggire l'imboscata tesa dal nemico nella regione di polvere cosmica, per raggiungere Marral, dovunque esso si trovasse. In cuor suo, attendeva da un istante all'altro di sentire l'esplosione di un proiettile atomico, quell'esplosione che avrebbe disseminati i frammenti dell'incrociatore per tutta quella regione

dello spazio, aggiungendo nuovo pulviscolo a quell'antica corrente di polvere cosmica. Ma il tempo trascorse, e non accadde nulla, e cos dopo qualche ora la sua mente ricominci a pensare a Lianna, e a quello che avrebbe potuto essere, e al destino che li attendeva. E quando infine scivol in un sonno inquieto, i suoi sogni furono tristi e agitati. In tutti quei sogni, lui perdeva Lianna... a volte nel cuore di una distesa livida e tenebrosa nella quale si muovevano ombre misteriose, e a volte in un'austera sala del trono, dove lei camminava, allontanandosi da lui, retrocedendo sempre di pi, mostrandogli il volto, fissandolo con i suoi occhi, nei quali lui poteva leggere soltanto lo sguardo freddo e remoto di un'estranea. L'incrociatore sfior i confini della corrente siderale, compiendo una lieve correzione di rotta in direzione sud-ovest, e prosegu il suo volo nell'immensa distesa degli spazi, senza che nulla venisse a disturbarne il viaggio. Il giorno e la notte non esistevano, negli spazi siderali, ma erano semplicemente termini arbitrari stabiliti dagli uomini e registrati sul giornale di bordo. Quando Gordon si svegli, per un istante, prima di aprire gli occhi, pens di essere ancora nel suo appartamento, sulla Terra del ventesimo secolo: poi ud il profondo ronzio che pervadeva la cabina, la vibrazione musicale che era il pulsare della vita dell'incrociatore siderale, e apr gli occhi, e vide un silenzioso soldato di Fomalhaut davanti a lu, apparentemente in attesa; forse aveva aspettato il suo risveglio, o forse era entrato in quel momento. C'era un atteggiamento profondamente rispettoso nel soldato, perch John Gordon aveva dimostrato di essere molto vicino alla principessa... ma c'era anche, cos almeno parve a Gordon, quell'espressione perplessa e int