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Egregio Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Como Via Borgovico, 148 - 22100 Como e p.c. Regione Lombardia Direzione Generale Territorio e Urbanistica Via Sassetti 32/2 – Milano Oggetto: Osservazioni alla Deliberazione di Giunta Provinciale n° 232 del giorno 8 ottobre 2009 inerente il Piano Provinciale delle attività estrattive di cava. Con il presente documento i consiglieri di minoranza del Comune di Mozzate e tutto il gruppo PD e Indipendenti per Mozzate intendono muovere alcune osservazioni critiche alla deliberazione in oggetto e in particolare in merito all’individuazione di due Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) nel Comune di Mozzate. OSSERVAZIONI

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Egregio Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Como Via Borgovico, 148 - 22100 Como

e p.c. Regione Lombardia Direzione Generale Territorio e UrbanisticaVia Sassetti 32/2 – Milano

Oggetto: Osservazioni alla Deliberazione di Giunta Provinciale n° 232 del giorno 8 ottobre 2009 inerente il Piano Provinciale delle attività estrattive di cava.

Con il presente documento i consiglieri di minoranza del Comune di Mozzate e tutto il gruppo PD e Indipendenti per Mozzate intendono muovere alcune osservazioni critiche alla deliberazione in oggetto e in particolare in merito all’individuazione di due Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) nel Comune di Mozzate.

OSSERVAZIONI

L’Accordo di Programma Franchi-Selva, intercoso tra la Provincia di Como e il comune di Mozzate il 1° giugno 1998, stabiliva negli articoli 8 e 9 che “in considerazione del carico ambientale a cui è stato sottoposto il territorio del Mozzatese - inteso come Mozzate e comuni limitrofi” si impegnava a “escludere ampliamenti e nuove aperture di poli estrattivi in questi comuni”. Una delibera di consiglio provinciale nel 2008 ha stabilito il superamento di tale Accordo, senza tener conto delle considerazioni che lo avevano

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preceduto e senza aver sufficientemente analizzato la reale situazione della zona in questione.Inoltre vogliamo sottolineare che dal punto di vista giuridico un Accordo di Programma può essere annullato soltanto da un altro Accordo di Programma, pertanto noi riteniamo ancora valido l’Accordo del 1998 e ne richiediamo il rispetto.

Il 29 febbraio del 2000 il Consiglio Regionale approvava all’unanimità la deliberazione n. VI/1536 in merito alla “Risoluzione concernente la situazione di degrado ambientale della zona della Valle Olona” chiedendo alla Giunta Regionale di assumere come vincolo delle misure di salvaguardia e di iniziare una politica di rilancio e valorizzazione ambientale di questi territori. Nelle premesse di tale deliberazione si segnalava che “tra i Comuni di Mozzate e Gorla erano state fatte una serie di opere tra cave e successive discariche, che avevano portato le popolazioni locali a essere da parecchi anni sottoposte a pesanti disagi e rischi ambientali.”

La situazione di questi Comuni non è certo migliorata, tant’è che nel 2003 sono stati approvati altri lotti di discariche di rifiuti – il 5° per Gorla Maggiore e il 4° per Mozzate, tuttora attivo insieme ad altre tre discariche esaurite, ma non ancora bonificate. Eppure le politiche di rilancio di cui si parlava nella Delibera regionale non sono state attuate, e ora si aggiunge al danno la beffa, progettando altre tre cave per quegli stessi Comuni definiti ad alto rischio ambientale.

La delibera del Consiglio Regionale n. VIII/697 del 30 settembre 2008 in merito alla localizzazione di nuovi impianti nelle Province di Como e Varese, recita che “considerato che il territorio della Provincia di Como (ne territori di Mozzate, Carbonate e Locate Varesino) è già pesantemente compromesso dal punto di vista ambientale per le numerose discariche che da oltre 35 anni raccolgono i rifiuti di numerose province ella Lombardia, per il tracciato della nuova autostrada Pedemontana, per le numerose attività estrattive, per le numerose industrie insalubri e a Rischi di Incidenti Rilevanti e per i corsi d’acqua a rischi di esondazione e inquinanti

impegna la Giunta Regionale

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nello spirito degli accordi siglati esistenti e citati in premessa, ad affrontare complessivamente la situazione di questo territorio facendosi garante e promotrice di un tavolo permanente interistituzionale che veda la partecipazione delle Provincie dei Comuni interessati allo scopo di:

- dare attuazione a quanto previsto nella risoluzione del 29 febbraio 2000 e cioè di

assumere come vincolo una politica di salvaguardia escludendo la localizzazione di nuovi impianti in un raggio di almeno 5 Km da ognuno degli impianti esistenti, sia attualmente in esercizio che dimessi;

- far rispettare gli impegni sottoscritti tra Province di Varese e Como e Comune di

Mozzate riguardo allo stralcio del Piano d cave della zona del Mozzatese;- pianificare ed attuare specifici interventi per il recupero ambientale al fine di gestire insieme uno sviluppo sostenibile della zona.”

Il nuovo Piano Cave disattende gli impegni assunti dalla Giunta Regionale in ognuno dei tre punti sopraelencati e si pone anzi in netto contrasto con le politiche auspicate. Noi riteniamo che nulla possa giustificare un tale atteggiamento.

La bozza della proposta di piano provinciale per la programmazione delle attività estrattive di cava, facendo riferimento ai dati ISTAT, individua per la provincia di Como un fabbisogno di inerti per il decennio di circa 15.000.000 di metri cubi. Una tale previsione presuppone l’intenzione di costruire alla stessa stregua del decennio passato. Noi riteniamo che ciò sia sbagliato per ben due motivi: il primo e più importante è che il territorio è un bene non riproducibile che stiamo consumando in maniera smisurata; il secondo è che, dato il periodo di crisi economica che stiamo attraversando, l’ipotesi di edificare come si è fatto nello scorso decennio è decisamente poco attendibile e mal ponderata. Inoltre nell’analisi mancano i dati relativi all’attività edificatoria nella Provincia di Como degli ultimi tre anni (2007-2009) che modificherebbero radicalmente e in modo determinante la tendenza che invece emerge fermandoci ai dati del 2006. L’attività edificatoria infatti è praticamente quasi ferma in provincia sia per l’attuale crisi economica, sia per la

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saturazione delle richieste di mercato su una certa tipologia di abitazione (medio-alta diffusa nel Comasco) e che invece non tiene conto del reale fabbisogno di case (edilizia pubblica e case a costi contenuti per i giovani), pertanto centinaia di alloggi restano invenduti e molti progetti già con permesso di costruire rimangono sulla carta.

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è stata eseguita con eccessiva e deplorevole superficialità; sono infatti totalmente assenti:

- l’ipotesi di eventuali zone alternative che andrebbero quantomeno considerate

- l’analisi dell’aspetto salutare che riteniamo doveroso per una zona come quella del

Mozzatese che da più di 35 anni subisce il conferimento di grossi quantitativi di rifiuti- la valutazione della necessità di un risanamento ambientale e

dell’effettivo degrado ambientale determinato da una grande discarica da sei lotti a Gorla Maggiore, quasi esaurita ma non ancora bonificata, e ben tre discariche non bonificate nel comune di Mozzate, di cui una ancora attiva. Il degrado ambientale generato dalle discariche è ulteriormente aggravato da un elevato numero di attività di escavazione di sabbia e ghiaia nello stesso comune di Mozzate e nei territori circostanti, dalla presenza di numerose industrie insalubri e a Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR) e dal tracciato della nuova autostrada Pedemontana che comporta un elevato consumo del territorio, in quanto, oltre all’autostrada, è prevista nel comune di Mozzate una gigantesca area di servizio con centro commerciale, che peraltro va ad intaccare quella che dovrebbe essere la fascia di rispetto intorno alle discariche.

Per questi motivi riteniamo doveroso l’annullamento della VAS ed il rifacimento della stessa secondo criteri rispettosi dei territori analizzati.

Nel Documento di scoping del Piano Cave si ricordava che la normativa regionale impone di stimare gli effetti conseguenti e le componenti ambientali, in particolare popolazione e salute umana.

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Realizzare cave nella nostra zona significa alterare ulteriormente il naturale equilibrio del sottosuolo, già gravemente compromesso a causa delle numerose discariche ed attività estrattive presenti allo stato attuale. Per quanto concerne invece l’inquinamento l’apertura di atre cave comporterà un inevitabile aumento delle polveri sottili; inoltre relazionando i metri cubi da cavare nei dieci anni con la portata di un camion è possibile stimare un ulteriore incremento di circa 400 mezzi pesanti che dovranno circolare nel nostro territorio; da ciò deriverà un innalzamento dell’inquinamento ambientale e acustico, che andrà a sommarsi a quello causato dalle discariche e dall’aumento di circolazione di veicoli connesso a Pedemontana e Varesina bis.Tali considerazioni sono doverose e meritevoli di attenzione nell’affrontare la questione della salute, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “stato di benessere che coinvolge la sfera fisica, mentale e sociale dell’individuo e della comunità”.

Le linee di indirizzo approvate dal Consiglio Provinciale nel 2008 individuavano i criteri da seguire nell’individuazione degli Ambiti Territoriali Estrattivi (ATE) ed elencavano come prioritarie le seguenti indicazioni:1 - realizzare le cave in aree di proprietà pubblica2 - realizzare le cave dove sono in previsione opere pubbliche, sovra comunali La L.R. 14/98 stabilisce che la localizzazione dei siti di cavazione deve essere effettuata in conformità agli atti di indirizzo emanati dal Consiglio Provinciale, eppure tali linee guida sono state totalmente disattese in quanto gli ATE preventivati per il comune di Mozzate non rientrano nei criteri indicati.

A seguito della deforestazione di questo territorio, iniziata nell’anno 1000 per poter ricavare aree da destinare alle coltivazioni, già a partire dal 1300 emergono grossi problemi di carattere idrologico.I torrenti Fontanile di Tradate, Gradaluso di Locate e Bozzente di Mozzate, che raccoglievano in modo non controllato le acque delle valli e delle vallette dell’area che oggi è compresa nel Parco Regionale e Naturale della

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Pineta di Appiano Gentile-Tradate, in caso di piena o di pioggia prolungata, provocavano grandi devastazioni lungo tutto il bacino imbrifero.Furono così realizzate fin dal 1500 alcune opere di messa in sicurezza degli abitati, in particolar modo del vicino comune di Cislago con la costruzione del Cavo Borromeo.Le devastazioni comunque periodicamente continuavano con sempre maggiori danni alle colture, alle abitazioni e alle persone.Il governo austriaco decise allora di intervenire radicalmente sul territorio con un progetto di ingegneria idraulica e di messa in sicurezza delle acque finalizzato anche alla bonifica dell’intera zona del mozzatese. Il progetto venne affidato al matematico Antonio Lecchi nel 1758 e l’opera venne portata a termine in soli tre anni nel 1762.Le opere realizzate su progetto del Lecchi hanno garantito per oltre due secoli la sicurezza delle nostre comunità proteggendo dalle piene case e colture, salvo poche e rare eccezioni non paragonabili comunque alle devastanti piene precedenti il 1756.Tuttavia in questi ultimi decenni, a causa di un insensato utilizzo del territorio, soprattutto nella zona del mozzatese e nelle zone limitrofe, a cui si deve aggiungere una mancata periodica manutenzione delle opere realizzate sul progetto del Lecchi, se non addirittura un totale loro abbandono, l’impianto e l’equilibrio idrogeologico progettato è in più occasioni saltato. A partire degli anni ’70 si comincia con l’apertura di cave inizialmente per l’escavazione di sabbia per passare poi a discariche controllate di rifiuti là dove, secondo il Lecchi, non si doveva, stravolgendo così la natura del sottosuolo che era “vocata”, per la sua struttura geologica, allo spagliamento delle acque del Fontanile e del Gradaluso.Da ricordare l’ultima piena dell’agosto 2007 quando le acque del Fontanile di Tradate non più controllate hanno provocato gravi danni invadendo e allagando molte strutture produttive nel vicino comune di Gorla Minore tra cui anche impianti pericolosi “a rischio di incidente rilevante” per la salute degli abitanti della zona.A seguito di questo evento la Regione Lombardia dà inizio ad una serie di interventi tesi a controllare queste piene e a riqualificare l’ambiente della zona (vedi deliberazione n° VIII/7325 del 19 maggio 2008) dove si parla

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apertamente e senza alcun dubbio di “forti criticità” relativamente alla sicurezza idraulica e di “degrado ecologico-ambientale” del territorio.

Nel Piano di Governo dl territorio (PGT) approvato dal Consiglio Comunale di Mozzate il 27/02/2008, e più precisamente nello Studio Geologico riportato nella Carta di Sintesi, le zone in cui sono previsti i due ATE sono classificate come C5 – aree allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali. Inoltre nella Carta di fattibilità geologica approvata con il PGT entrambi gli Ambiti previsti sono classificati in classe 4 e cioè di fattibilità con gravi limitazioni in quanto caratterizzati da un elevato rischio geologico. Infatti l’intera zona è interessata dallo spagliamento delle acque di corsi d’acqua a rischio di esondazione.

La Delibera del Consiglio Comunale di Mozzate n. 42 del 17/12/2009 ha stabilito che “rilevato nel merito che l’ATE 10 evidenzia numerose criticità con particolare riferimento all’accessibilità (che potrebbe aver luogo soltanto dal confinante comune di Cislago) ed alla confinante vasca di laminazione per la regolazione delle piene del Torrente Gradaluso e l’ATE 17 si colloca nel contesto dell’area destinata a servizi ed a strutture terziarie previste dal progetto Pedemontana, per quanto riguarda l’ATE 10 appare logico per un principio di precauzione esprimere parere negativo e per quanto concerne l’ATE 17 appare necessario sospendere ogni determinazione in attesa dell’eventuale Accordo di Programma tra Regione, Provincia e Pedemontana.” In riferimento a tale delibera i nostri consiglieri Luigi Monza e Adonis Bettoni hanno presentato una mozione con la quale si richiedeva al Consiglio di esprimere un chiaro diniego nei confronti dell’apertura di nuove cave a Mozzate, indipendentemente dalla localizzazione degli ATE, ed un emendamento con il quale si richiedeva al Consiglio di esprimere parere preventivo di contrarietà alla rimozione del vincolo di riqualificazione boschiva imposto al terreno di proprietà del Sig. Marco Cornaggia con l’apertura della discarica. A tale proposito noi chiediamo che la Provincia imponga al proprietario il rispetto di tale vincolo e che tale zona non venga presa in considerazione per la nuova localizzazione dell’ATE 10.

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Concludendo noi riteniamo che l’intera zona del Mozzatese debba essere considerata con particolare riguardo; in questo territorio infatti il degrado ambientale è ad uno stato di oggettivo avanzamento, tale da richiedere una repentina politica di risanamento e riqualificazione. Per questo e per tutti i motivi sopra elencati

noi chiediamo

che gli Ambiti Territoriali di Estrazione individuati a Mozzate vengano stralciati dal Piano Cave Provinciale e che l’intera zona venga considerata come territorio bisognoso di riqualifica ambientale e quindi non più sfruttabile per cavazioni.

A tale proposito si elenca anche la sottoscrizione del circolo del Seprio n. 26 del Partito Democratico e quella di 350 cittadini dei quali alleghiamo le firme raccolte nell’auspicio che si voglia attribuire al loro parere un serio valore democratico.

Distinti saluti

PD e Indipendenti per MozzateIl capogruppo Luigi Monza, via S. Croce n° 23 - 22076 Mozzate

Il consigliere comunale Adonis Bettoni

Sottoscrizione:Partito DemocraticoCircolo territoriale del Seprio n° 26La coordinatrice Francesca Preatoni,via S. d’Acquisto n° 3 - 22076 Mozzate

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