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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL FARMACO Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera Elisa Maria Platania Modello di Governo Clinico Integrato UFA-ONCO-EMA: Progetto Pilota Regionale presso l’ARNAS Garibaldi di Catania TESI DI SPECIALIZZAZIONE Relatore: Chiar.mo Prof. Giovanni Puglisi Correlatore: Preg.ma Dott.ssa Giuseppina Fassari ANNO ACCADEMICO 2013-2014

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DEL FARMACO

Scuola di Specializzazione in Farmacia Ospedaliera

Elisa Maria Platania

Modello di Governo Clinico Integrato UFA-ONCO-EMA:

Progetto Pilota Regionale presso l’ARNAS Garibaldi di Catania

TESI DI SPECIALIZZAZIONE

Relatore:

Chiar.mo Prof. Giovanni Puglisi

Correlatore:

Preg.ma Dott.ssa Giuseppina Fassari

ANNO ACCADEMICO 2013-2014

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INDICE

1. Introduzione ...................................................................................... pag. 4

2. Quadro normativo

2.1 Gestione centralizzata ..................................................................... pag. 7

2.2 Raccomandazioni Ministeriali ........................................................ pag. 15

2.3 Decreti assessoriali Regione Sicilia ................................................ pag. 18

3. Modello di governo clinico UFA-ONCO-EMA ............................... pag. 22

4. Progetto pilota presso l’ARNAS Garibaldi di Catania

4.1 Presupposti del progetto ................................................................. pag. 25

4.2 Fasi del progetto.............................................................................. pag. 26

4.3 Modello integrato UFA-ONCO-EMA validato e certificato .......... pag. 27

4.3.1 Mission e politica di miglioramento ............................................ pag. 28

4.3.2 Gestione delle risorse umane e strumentali-tecnologiche ........... pag. 29

4.3.3 Processi di gestione del farmaco antitumorale ............................ pag. 31

4.3.4 Strumenti di verifica e monitoraggio del modello ....................... pag. 33

5. Procedura di gestione della terapia antitumorale

5.1 Approvvigionamento dei farmaci ................................................... pag. 35

5.2 Presa in carico del paziente ............................................................. pag. 36

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5.2.1 Indicatori presa in carico del paziente ...................................... pag. 39

5.3 Prescrizione ................................................................................... pag. 40

5.3.1 Indicatori prescrizione ............................................................... pag. 45

5.4 Validazione della richiesta di allestimento ................................... pag. 45

5.4.1 Elaborazione della documentazione .......................................... pag. 46

5.5 Preparazione .................................................................................. pag. 48

5.5.1 Operazioni preliminari all’allestimento dei farmaci .................. pag. 48

5.5.2 Modalità di manipolazione e diluizione in cappa ...................... pag. 50

5.5.3 Pulizia delle cappe di lavoro e smaltimento dei rifiuti .............. pag. 54

5.5.4 Indicatori preparazione .............................................................. pag. 55

5.6 Distribuzione ................................................................................. pag. 56

5.6.1 Contenitori per trasporto dei chemioterapici ............................. pag. 56

5.6.2 Compilazione bolla di accompagnamento ................................. pag. 56

5.6.3 Indicatori distribuzione .............................................................. pag. 57

5.7 Somministrazione ......................................................................... pag. 58

5.7.1 Procedure specifiche .................................................................. pag. 62

5.7.2 Indicatori somministrazione ...................................................... pag. 64

5.8 Dispensazione della terapia orale antitumorale ............................ pag. 64

5.8.1 Indicatori dispensazione della terapia orale antitumorale ......... pag. 66

5.9 Immagazzinamento, conservazione e gestione scorte .................. pag. 67

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6. Sezione sperimentale

6.1 Risultati indicatori di performance anno 2013 ............................. pag. 69

6.2 Risultati indicatori di performance anno 2014 ............................. pag. 74

7. Conclusioni ..................................................................................... pag. 81

Bibliografia ......................................................................................... pag. 83

Ringraziamenti .................................................................................... pag. 85

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1. INTRODUZIONE

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad enormi progressi nell’ambito della

medicina oncologica. Questo dato è un segno inequivocabile del successo

delle strategie messe in atto per il controllo del cancro quali la prevenzione

primaria, la diagnosi precoce ed il trattamento della malattia.

L’incremento sempre maggiore della patologia oncologica la cui cura

necessita di una terapia individuale con dosaggio personalizzato, in

funzione delle diverse tipologie tumorali e delle condizioni fisiche del

paziente, richiede un’adeguata struttura ed organizzazione ospedaliera.

Inoltre il basso indice terapeutico di questi farmaci, la necessità di

contrastare la loro tossicità attraverso dosaggi personalizzati con

somministrazione secondo sequenze predefinite e la contemporanea

assunzione di altri farmaci specificatamente finalizzati al controllo e alla

riduzione della tossicità sono elementi che generano serie probabilità di

errore che, congiuntamente agli obblighi espressamente previsti dalle

procedure tecnico-farmaceutiche di allestimento, richiedono l’adozione di

specifiche misure per garantire il contenimento del rischio.

La centralizzazione della gestione dei farmaci antiblastici, oltre che un

obbligo di legge, diventa una strategia efficace per garantire la qualità della

preparazione, la salvaguardia dei lavoratori, la sicurezza per il paziente e la

riduzione dei rischi di contaminazione ambientale. Nel corso degli ultimi

anni la gestione della terapia antitumorale è passata dalla dimensione di

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U.Ma.C.A. (Unità di Manipolazione Centralizzata Antiblastici) a quella di

U.F.A. (Unità Farmaci Antitumorali) proprio perché la manipolazione non è

l’unica attività connessa alla gestione di questi farmaci.

La Farmacopea Ufficiale (FU) XII edizione assimila l’attività di

manipolazione di farmaci antiblastici all’attività di galenica magistrale e

quindi prevede specifici requisiti di sicurezza e qualità che possono essere

massimamente assicurati attraverso la realizzazione di un processo

controllato e validato che un’ UFA deve garantire. La chemioterapia

antiblastica richiede una stretta personalizzazione del dosaggio della

terapia, infatti, per ottenere dose e forma di medicamento in oncologia

occorre spesso modificare le dosi e la manipolazione che ne deriva

trasforma le specialità medicinali in preparati galenici magistrali da

preparare obbligatoriamente in farmacia1. La riconduzione degli antiblastici

personalizzati ai preparati di galenica clinica ha un risvolto molto

importante sulla qualità del prodotto finito, dovendo questi essere allestiti,

come tutti i preparati galenici, seguendo le condizioni operative indicate

nelle Norme di Buona Preparazione (NBP) della FU e le Good

Manufacturing Practice (GMP).2

L’attività di galenica clinica, tuttavia, non si esaurisce con la realizzazione

di un prodotto sterile in cui la responsabilità del farmacista è limitata alla

assicurazione della compatibilità e della correttezza del dosaggio ma

presuppone azioni di governo clinico che rafforzino le sinergie tra i

professionisti coinvolti nel processo terapeutico.

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L’erogazione dei trattamenti farmacologici antitumorali, infatti, è sottesa da

un complesso processo che vede coinvolte numerose figure professionali

afferenti a differenti discipline e che può configurarsi come una vera e

propria articolazione funzionale interdipartimentale; come tale la gestione

della terapia oncologica deve essere dotata di un sistema organizzativo

sofisticato e di strumenti di controllo sensibili ed affidabili, concepiti al fine

di garantire il rispetto dell’appropriatezza clinica, prescrittiva e gestionale,

livelli qualitativi ottimali del prodotto finale, sicurezza delle procedure e

contenimento dei costi. Nel nuovo scenario che si viene a configurare, la

figura del farmacista diventa centrale nell’ambito del team multidisciplinare

che si occupa della gestione della patologia tumorale grazie alle sue

molteplici e specifiche conoscenze a garanzia e supporto

dell’appropriatezza delle cure.3

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2. QUADRO NORMATIVO

2.1 GESTIONE CENTRALIZZATA

La gestione centralizzata dei farmaci antiblastici risponde a specifiche

disposizioni di legge che si sono sviluppate nel corso degli anni.

La legge 448 del 23 dicembre 1998 “Misure di finanza pubblica per la

stabilizzazione e lo sviluppo” all’articolo 68 (comma 6) sancisce che dal 1°

gennaio 1999 i medicinali antiblastici iniettabili sono erogati a carico del

Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) esclusivamente attraverso le strutture

ospedaliere o le altre strutture accreditate in regime di ricovero, day-

hospital (DH) o assistenza domiciliare.4

Successivamente nel decreto legislativo (D.Lgs.) 18 febbraio 1999

“Modifica del regime di fornitura dei medicinali antiblastici iniettabili” il

Ministero della Sanità, sulla base di un riesame da parte della Commissione

Unica del Farmaco, ha assoggettato i medicinali antiblastici iniettabili in

“medicinale utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in

ambiente ad esso assimilabile", in ragione delle loro caratteristiche

farmacologiche o per esigenze di tutela della salute dei pazienti.5

Inoltre, il D.Lgs. 14 luglio 1999 “Modalità di dispensazione dei medicinali

antiblastici iniettabili” stabilisce che i medicinali antiblastici iniettabili

possono essere erogati a carico del S.S.N. soltanto mediante la loro

somministrazione presso le strutture ospedaliere o le altre strutture

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accreditate, in regime di ricovero o DH o trattamento ambulatoriale, o di

ospedalizzazione domiciliare.6

Dunque, il D.Lgs 18 febbraio 1999 ed il D.Lgs 14 luglio 1999 introducono

la problematica sulla fornitura, dispensazione e manipolazione sicura dei

farmaci antitumorali.I chemioterapici antiblastici iniettabili diventano a

tutti gli effetti “farmaci ospedalieri” ovvero farmaci in fascia H cioè gestiti

da sole aziende ospedaliere o strutture accreditate, in regime di ricovero o

DH o trattamento ambulatoriale o di ospedalizzazione domiciliare.

Le motivazioni che sono alla base della norma che colloca questi farmaci in

fascia H sono molteplici e riguardano aspetti medico-scientifici e aspetti

organizzativi.

Dal punto di vista medico-scientifico è importante sottolineare che:

la maggioranza dei protocolli terapeutici prevede la

somministrazione di farmaci in combinazioni poli-chemioterapiche

secondo precisi criteri di somministrazione, sequenze di erogazione,

rispetto dei dosaggi e tempi di riciclo;

i protocolli di terapia antiblastica sono stabiliti secondo piani

terapeutici complessi, diversi da patologia a patologia, spesso

multidisciplinari elaborati da competenze specialistiche di

appartenenza ospedaliera;

i singoli farmaci antiblastici e i diversi regimi di combinazione sono

gravati da importanti e spesso pericolosi effetti collaterali talora

immediati, più frequentemente dilazionati nel tempo, che debbono

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essere tempestivamente riconosciuti e che richiedono appropriate

misure preventive ed adeguati trattamenti di supporto, possibili solo

in particolari condizioni di assistenza, quali il regime di ricovero

ordinario, il DH, l’ambulatorio divisionale e l’ospedalizzazione

domiciliare;

sono anche frequenti i rischi di lesioni necrotico-ulcerative dei tessuti

molli nella sede d’inoculazione in seguito a stravaso del farmaco;

durante tutto il programma terapeutico possono rendersi necessarie

modifiche dei dosaggi e delle modalità di somministrazione dei

chemioterapici conseguenti sia alla comparsa di effetti collaterali

sfavorevoli, sia alla valutazione del grado di sensibilità della

neoplasia al trattamento in atto, modifiche che sono di stretta

competenza specialistica e quindi gestibili solo nell’ambito di un

adeguato programma terapeutico.

Le motivazioni tecnico-gestionali riguardano:

lo smaltimento dei chemioterapici;

la protezione degli operatori sanitari addetti alla preparazione dei

farmaci antiblastici.

Proprio in riferimento a quest’ultimo punto sono state emanate numerose

norme al fine di contenere il rischio degli operatori professionalmente

esposti agli antiblastici. Tali farmaci per quanto siano necessari a fini

terapeutici, molto spesso risultano essere cancerogeni qualora fossero

assorbiti da soggetti sani. Nonostante numerosi chemioterapici antiblastici

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siano stati riconosciuti dalla IARC (International Agency for Research on

Cancer) come cancerogeni o probabili cancerogeni per l’uomo a queste

sostanze non si applicava alcuna norma di prevenzione poiché farmaci

utilizzati a scopo terapeutico.

Solo nel 1995, la Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale ha

raccomandato l’inclusione nel D.Lgs. 626 del 19 settembre 1994, che

argomenta i problemi sulla tutela della salute dei lavoratori, delle attività di

preparazione, impiego e smaltimento, dei farmaci antiblastici allo scopo di

tutelare la salute del personale ospedaliero professionalmente esposto a

sostanze cancerogene.

Successivamente il Ministero della Sanità, nel Piano Sanitario Nazionale

1998-2000, pone tra gli obiettivi per la difesa e la tutela della salute

pubblica, interventi atti a migliorare la sicurezza dei luoghi di lavoro,

focalizzando l’attenzione soprattutto sulle strutture sanitarie, sia pubbliche

sia private, in base alle disposizioni di prevenzione stabilite dal D.Lgs. 626

del 19 settembre 1994 e successive modifiche ed integrazioni.7

Tale decreto prevede, infatti, l’effettuazione della preparazione degli

antiblastici in ambiente protetto e con idonea aspirazione localizzata

realizzata tramite cappe a flusso laminare verticale di classe ІІ B mediante

filtro assoluto HEPA (High Efficiency Particulate Air filter) il quale

rappresenta il sistema più efficiente per la captazione della contaminazione

particellare garantendo la protezione dell’operatore, l’asetticità del prodotto

e la conformità della preparazione alle NBP della FU.

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Una seconda normativa mirata alla tutela dei lavoratori che manipolano i

chemioterapici antiblastici è il Provvedimento Ministeriale del 5 agosto

1999 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 236 del 7 ottobre 1999, che

individua le “Linee Guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti

a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario”. In tali Linee Guida è

affrontato il problema dell’esposizione a miscele di chemioterapici, in

quanto considerato uno dei rischi rilevanti per la salute dei lavoratori in

ambiente sanitario; inoltre, vengono forniti gli indirizzi relativi alla

valutazione dell’esposizione, alla sorveglianza sanitaria, alle misure di

prevenzione, alle modalità operative, ai carichi lavorativi, alla suscettibilità

individuale, utili alla prevenzione del rischio medesimo, considerata la

possibile cancerogenicità di alcuni farmaci antiblastici.

Il provvedimento prevede che sia necessario il controllo di tutte le fasi della

gestione del farmaco: della manipolazione, della somministrazione e dello

smaltimento mediante il governo centralizzato attraverso l’attivazione di

un’UFA a cui affidare l’intero ciclo lavorativo.

L’UFA deve avere le seguenti caratteristiche ovvero deve essere:

centralizzata: per impedire lo svolgimento senza controllo di attività

a rischio, realizzando nel contempo un non trascurabile risparmio

economico;

isolata: in modo che, anche strutturalmente, risulti circoscritta e ben

identificabile rispetto al restante ambiente sanitario;

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chiusa: per cui i materiali utilizzati nella manipolazione possano

essere depositati in un unico luogo, dal quale si possano recuperare

con la garanzia di un rapido e totale smaltimento e del

soddisfacimento dei criteri di prevenzione e di protezione

ambientale;

protetta: per consentire l’accesso al solo personale sanitario

autorizzato;

segnalata: con appositi segnali di rischio.8

In UFA è prevista la presenza di quattro aree (Fig.1):

1) Camera bianca

2) Zona filtro

3) Magazzino

4) Uffici

Fig.1 Esempio di UFA

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L’accesso alla camera bianca prevede il passaggio attraverso una zona filtro

nel quale sono presenti tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) ed

in cui sono installati dei dispositivi sonori che segnalano l’apertura

contemporanea della porta fra la camera bianca (zona di allestimento) e il

corridoio/filtro, e tra quella che da quest’ultima comunica con la restante

parte dell’UFA. La camera bianca deve essere fornita di cappe biologiche di

classe ІІ B a flusso laminare verticale, di un punto di decontaminazione

dotato di una doccia a pedale, di un lava occhi di sicurezza e di un interfono

a viva voce per la comunicazione con l’esterno così da evitare qualsiasi tipo

di contaminazione dei guanti dell’operatore.

Nel magazzino i farmaci antiblastici vengono conservati e disposti in

sicurezza all’interno di armadi chiusi sotto la responsabilità del personale

autorizzato, mentre gli uffici sono dedicati a tutte le attività di natura

organizzativa e gestionale connesse con la preparazione degli antiblastici.

Dunque, attraverso la centralizzazione degli antiblastici, e soprattutto grazie

al plus valore aggiunto dalla professionalità del farmacista, viene certificata

la qualità delle terapie del paziente che rappresenta l’obiettivo primario cui

rivolgere l’attenzione. L’attivazione di un’ UFA, infatti, permette di

perseguire i seguenti obiettivi:

gestione del rischio clinico e riduzione del rischio di errore:

la sicurezza per il paziente sottoposto a terapia con antiblastici è correlata al

controllo della formulazione e della realizzazione di preparati

particolarmente critici in funzione sia della loro tossicità e tecnica di

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preparazione sia della necessità di garantirne l’asetticità di allestimento; il

farmacista garantisce ed è responsabile dell’organizzazione di un valido

sistema integrato di controllo che risponde all’esigenza fondamentale di

salvaguardare la salute del paziente;

sicurezza per i lavoratori professionalmente esposti: implica

particolari cautele di manipolazione di sostanze e principi attivi comunque

pericolosi che solo locali e personale dedicato possono tutelare e garantire;

correttezza gestionale: assicurata dal più efficace monitoraggio

delle prestazioni erogate e della spesa farmaceutica;

ottimizzazione dell’uso delle risorse e risparmio: grazie alla

riduzione degli sprechi, all’annullamento delle scorte di reparto e riutilizzo

dei residui, mediante la razionalizzazione nella gestione delle terapie;

appropriatezza e aderenza alle indicazioni ministeriali: attraverso

la realizzazione del principio della “dose unitaria” cioè con la preparazione

di antiblastici monodose per ogni singolo paziente;

il governo clinico: la gestione centralizzata delle terapie

antiblastiche presuppone la creazione di un team multidiscliplinare e

predispone quindi alla condivisione delle tematiche, delle criticità e

all’attuazione delle migliori condizioni di espletamento delle cure. Queste

azioni di governo clinico rafforzano ulteriormente le sinergie tra i

professionisti coinvolti nel processo terapeutico, in particolare tra il medico

oncologo e i farmacisti.9

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2.2 RACCOMANDAZIONI MINISTERIALI

Nel descrivere le misure che devono essere adottate per garantire la

sicurezza del paziente nella terapia oncologica, il Ministero della Salute

ribadisce la necessità di centralizzare e controllare attraverso un modello

integrato la gestione di tali farmaci mediante l’attuazione ed

implementazione delle Raccomandazioni Ministeriali.

La Raccomandazione n. 7 del Ministero della Salute emanata nel marzo

2008 “Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave

danno derivanti da errore nella terapia farmacologica” enuncia che il

paziente ha diritto a ricevere non solo terapie efficaci ma anche sicure e

quindi ogni possibile danno deve essergli evitato. La sicurezza dei pazienti

e la riduzione degli errori in terapia farmacologica rappresentano una

priorità dell’assistenza sanitaria.

La Raccomandazione n. 7 si applica a tutti i farmaci usati in ospedale con

particolare riferimento ai farmaci considerati “ad alto rischio o ad alto

livello di attenzione” ovvero farmaci che richiedono particolare attenzione

nella gestione ed uso a causa della loro potenziale tossicità, del basso indice

terapeutico e dell’alta possibilità di interazioni tra cui rientrano anche gli

antineoplastici. Inoltre, viene sottolineato come gli errori in terapia

farmacologica si possono verificare durante tutto il processo di gestione del

farmaco in ospedale: approvvigionamento, immagazzinamento,

conservazione, prescrizione, preparazione, distribuzione, somministrazione

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e monitoraggio. Tale Raccomandazione rappresenta uno strumento a

supporto degli operatori da implementare in tutte le strutture sanitarie per

evitare o minimizzare il rischio dell’insorgenza dell’evento sentinella

dovuto ad un uso non corretto dei farmaci nell’ambito dell’assistenza

ospedaliera. Per raggiungere tale obiettivo le Aziende sanitarie devono

dotarsi di strumenti ed acquisire metodologie di lavoro per impostare un

trattamento terapeutico che risulti corretto e completo in tutti i suoi aspetti e

che risponda a requisiti di sicurezza tra i quali l’adozione di procedure o

protocolli aziendali codificati e condivisi tra gli operatori.10

Successivamente, al fine di ridurre il rischio di errore nella terapia

farmacologica specificatamente per l’utilizzo di farmaci antiblastici è stata

elaborata nell’ottobre 2012 la Raccomandazione Ministeriale n. 14.

Proprio a causa della elevata tossicità dei farmaci antineoplastici e del loro

basso indice terapeutico, gli errori in corso di terapia oncologica

determinano danni molto gravi anche alle dosi approvate. Pertanto, è

necessario avere a disposizione indicazioni, condivise ed uniformi su tutto il

territorio nazionale, mirate alla prevenzione di tali errori.

Questa Raccomandazione ha come obiettivo la prevenzione degli errori in

terapia con farmaci antineoplastici ai fini della sicurezza del paziente.

È indirizzata a: Regioni e Province Autonome, Direzioni sanitarie/aziendali,

responsabili della funzione aziendale dedicata alla gestione del rischio

clinico, operatori sanitari coinvolti nella gestione dei farmaci antineoplastici

sia nei reparti che nella Farmacia ospedaliera e trova applicazione nelle

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strutture sanitarie pubbliche (ospedaliere, universitarie, istituti di ricovero e

cura a carattere scientifico) e private (accreditate e non) e, in particolare,

nelle Unità operative di Oncologia medica e di Ematologia, nelle Farmacie

ospedaliere e, per alcuni aspetti peculiari, presso il domicilio del paziente.

La Raccomandazione è a tutela dei pazienti che necessitano di cure con

farmaci antineoplastici.

La Raccomandazione n. 14 ribadisce che la possibilità di errore è presente

in tutto il processo di gestione dei farmaci antineoplastici

(approvvigionamento, immagazzinamento, prescrizione, preparazione,

distribuzione, somministrazione): per questo, le strutture sanitarie devono

elaborare una procedura, condivisa con gli operatori sanitari, monitorata e

aggiornata periodicamente, che riporti tutte le indicazioni necessarie per

evitare errori in terapia e garantire sicurezza e qualità delle cure.

E’ importante analizzare tutte le fasi della filiera del farmaco

antineoplastico e in maniera particolare quelle nelle quali è più stretto il

legame tra paziente, operatore sanitario e farmaco, vale a dire prescrizione,

preparazione e somministrazione. Al riguardo, per ciascuna fase, l’analisi

deve essere condivisa, standardizzata e periodicamente aggiornata e le

relative istruzioni devono essere scritte e risultare sempre disponibili per la

consultazione di tutto il personale a cui sono destinate.

Nella prevenzione degli errori in corso di terapia con farmaci

antineoplastici, inoltre, è decisivo il ruolo della Direzione

sanitaria/aziendale per accrescere il grado di consapevolezza tra gli

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operatori sanitari e implementare azioni di miglioramento tra le quali

risultano di notevole rilevanza l’introduzione di tecnologie informatizzate e

la garanzia di condizioni lavorative adeguate in termini sia di risorse

strutturali sia gestionali.11

2.3 DECRETI ASSESSORIALI REGIONE SICILIA

L’assessorato alla Salute della Regione Sicilia prendendo atto che il

verificarsi di eventi sentinella scaturisce principalmente da una mancata

centralizzazione delle attività di preparazione dei farmaci antiblastici, e che

le indicazioni per la centralizzazione di tali farmaci risultano attualmente

applicate in modo disomogeneo tra le varie strutture erogatrici del Servizio

Sanitario Regionale, e considerato che questa tematica rappresenta un

elemento significativo all’interno del processo di cambiamento e

miglioramento della qualità e della sicurezza dei pazienti, ha emanato il

decreto assessoriale (DA) 10 ottobre 2012 “Centralizzazione dei farmaci

antiblastici”. Questo decreto stabilisce che tutte le strutture sanitarie

pubbliche e private accreditate che effettuino, a qualunque titolo,

preparazioni di terapie farmacologiche oncologiche, oncoematologiche e/o

qualunque altro tipo di terapia in cui sia previsto l’utilizzo di farmaci

antiblastici, devono dotarsi di un’UFA presso la quale centralizzare le

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procedure di conservazione, manipolazione, allestimento, distribuzione e

smaltimento.

Inoltre, le direzioni aziendali delle strutture sanitarie pubbliche e i

rappresentanti legali delle strutture private accreditate devono verificare e

certificare la piena corrispondenza dei requisiti posseduti dalle proprie UFA

rispetto a quelli elencati nella linee guida ministeriali e a quanto previsto

dalla FU – XII edizione.12

Nel corso dell’anno 2013 un modello di governo clinico, in linea con i

requisiti identificati nelle Raccomandazioni Ministeriali e con le

disposizioni del DA per la centralizzazione dei farmaci antiblastici, che

preveda l’integrazione funzionale tra UFA-Oncologia-Ematologia è stato

sviluppato e condotto a certificazione di qualità ISO 9001:2008 presso

l’ARNAS Garibaldi di Catania, che pertanto rappresenta un’esperienza

pilota unica e di riferimento per la nostra regione.

Al fine di dare seguito ai sopraindicati provvedimenti normativi la Regione

ha deciso di estendere alle altre aziende del Servizio Sanitario Regionale

l’esperienza dell’ARNAS Garibaldi realizzando un programma di

implementazione dedicato al miglioramento del percorso oncologico,

all’integrazione delle competenze tra farmacista-oncologo-ematologo e alla

diffusione di un nuovo modello clinico integrato (Fig.2).

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Fig.2 Modello UFA-ONCO-EMA su scala regionale

Il DA n. 1914 del 14 ottobre 2013 “Approvazione del programma regionale

per la sicurezza, appropriatezza e gestione complessiva della terapia

antitumorale” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.

50 dell’8 novembre 2013, approva il programma di implementazione del

modello di governo clinico integrato UFA-ONCO-EMA e sancisce che le

strutture pubbliche e private che effettuano preparazioni di terapie

farmacologiche oncologiche e/o oncoematologiche sono tenute ad aderire al

programma regionale attuando le azioni previste, che saranno anche oggetto

di valutazione dei Direttori Generali.13

Di seguito viene riportato l’elenco delle strutture pubbliche e private

accreditate coinvolte nel progetto aggiornate al DA del 14 aprile 2014

pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n. 20 del 16

maggio 201414

(Fig.3).

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21

STRUTTURA DI APPARTENENZA CITTA'

1. ARNAS GARIBALDI CATANIA

2. AOU POLICLINICO FERRAROTTO CATANIA

3. AOU POLICLINICO VITTORIO EMANUELE CATANIA

4. AO CANNIZZARO CATANIA

5. ASP 3 CATANIA - P.O. CALTAGIRONE GRAVINA CATANIA

6. AOU POLICLINICO UNIVERSITARIO MESSINA

7. AOOR PAPARDO MESSINA

8. ASP MESSINA - P.O. TAORMINA MESSINA

9. ASP RAGUSA MARIA PATERNO AREZZO DI IBLA RAGUSA

10. ASP ENNA - P.O. UMBERTO I ENNA

11. ASP ENNA - P.O. LEONFORTE ENNA

12. ASP CALTANISSETTA P.O. S. ELIA CALTANISSETTA

13. ASP CALTANISSETTA P.O. V. EMANUELE GELA

14. ASP AGRIGENTO - P.O. SAN GIOVANNI DI DIO AGRIGENTO

15. ASP AGRIGENTO - P.O. SCIACCA AGRIGENTO

16. ASP AGRIGENTO - P.O. CANICATTI AGRIGENTO

17. ASP 9 TRAPANI - P.O. S. ANTONIO ABBATE TRAPANI

18. ASP TRAPANI - P.O. CASTELVETRANO TRAPANI

19. ARNAS CIVICO PALERMO

20. ASP SIRACUSA P.O. UMBERTO I SIRACUSA

21. ASP SIRACUSA P.O. AUGUSTA SIRACUSA

22. ASP SIRACUSA P.O. AVOLA SIRACUSA

23. AOU POLICLINICO PALERMO PALERMO

24. AOOR VILLA SOFIA CERVELLO PALERMO

25. FONDAZIONE GIGLIO CEFALU'

26. OSPEDALE BUCCHERI LAFERLA PALERMO

27. CASA DI CURA "G. B. MORGAGNI" CATANIA

28. CASA DI CURA MUSUMECI GECAS S.R.L. CATANIA

29. "HUMANITAS CENTRO CATANESE DI ONCOLOGIA" CATANIA

30. "ISTITUTO ONCOLOGICO DEL MEDITERRANEO" VIAGRANDE

31. CASA DI CURA"VILLA SALUS" MESSINA

32. CASA DI CURA CARMONA - ARCOBALENO S.R.L. MESSINA

33. CASA DI CURA VILLA DEI GERANI TRAPANI

34. CASA DI CURA "MACCHIARELLA S.P.A." PALERMO

35. CASA DI CURA "TORINA S.P.A." PALERMO

36. CASA DI CURA "LA MADDALENA" PALERMO

37. CASA DI CURA ORESTANO S.R.L. PALERMO

Fig.3 Strutture coinvolte nel progetto UFA-ONCO-EMA

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22

3. MODELLO DI GOVERNO CLINICO UFA – ONCO – EMA

Il programma di implementazione del modello di governo clinico integrato

UFA-ONCO-EMA si pone l’obiettivo di migliorare la sicurezza,

appropriatezza e gestione complessiva della terapia antitumorale.

Con questo intervento la Regione intende garantire che la gestione della

terapia antitumorale, prestazione sanitaria di alta complessità, avvenga

attraverso un processo definito e controllato nei comportamenti, con

tracciabilità delle attività svolte e delle relative responsabilità, a garanzia

della sicurezza dei pazienti e degli operatori, dell'appropriatezza terapeutica

e della efficace informazione al paziente riguardo gli stili di vita da adottare

e i possibili effetti collaterali della terapia.

Il programma integra l’UFA con le Unità Operative (UU.OO.) di Oncologia

ed Ematologia attraverso la condivisione di un processo di produzione e

gestione farmaci antitumorali in grado di garantire una corretta gestione del

rischio, una adeguata gestione delle risorse disponibili ed un focus

importante sul livello qualitativo delle prestazioni erogate, come riportato

nella Fig.4:

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23

Fig.4 Programma UFA-ONCO-EMA

La mission trova la propria esplicitazione e declinazione negli obiettivi di

progetto quali:

1. Integrazione delle competenze tra farmacista, oncologo, ematologo,

in ottica di una sempre più accurata, efficiente e personalizzata cura del

paziente, con la realizzazione di documenti condivisi sulle interazioni,

tossicità, stabilità dei preparati e schemi terapeutici;

2. Garantire la qualità della produzione nella UFA, condividendo

protocolli e comportamenti mediante la standardizzazione di criteri tecnici

ed organizzativi;

3. Attivare un sostenibile ed affidabile sistema di monitoraggio di

specifici indicatori di performance del sistema integrato UFA-ONCO-

EMA;

4. Progettare un sistema informativo per condivisione a livello regionale del

modello UFA-ONCO-EMA e del sistema di monitoraggio degli

indicatori.

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24

Il risultato concreto delle attività di progetto sarà quello di definire

protocolli e comportamenti nei seguenti ambiti:

• terapeutici per l’appropriatezza prescrittiva;

• organizzativi per la gestione efficace delle criticità, degli incidenti e delle

tossicità legate alla terapia antitumorale;

• controllo del rispetto dei requisiti legati all’accreditamento regionale/

Joint Commission International (JCI), UNI-EN-ISO 9001:2008 e

Raccomandazione Ministeriale n. 14.

La realizzazione del modello di governo clinico garantisce la oggettività

delle regole ed il raggiungimento di un profilo di conformità nelle varie

strutture secondo i requisiti di JCI, attualmente vigenti nella nostra Regione,

la Raccomandazione n. 14 del Ministero della Salute e della UNI-EN-ISO

9001:2008 15

(Fig.5).

Fig.5 Modello di governo clinico di gestione dei farmaci antiblastici

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25

4. PROGETTO PILOTA PRESSO

L’ARNAS GARIBALDI DI CATANIA

L’ARNAS Garibaldi risponde concretamente ai requisiti del quadro

regolatorio di riferimento in merito ad un utilizzo sicuro ed appropriato del

farmaco antitumorale. Il progetto si basa sulla implementazione di un

modello integrato tra i settori UFA, UU.OO. di Oncologia Medica e UU.OO.

di Ematologia (UFA-ONCO-EMA) al fine di garantire sicurezza,

appropriatezza ed utilizzo razionale delle risorse in merito al processo di

gestione del farmaco antitumorale.

4.1 PRESUPPOSTI DEL PROGETTO

Il team di progetto dell’ARNAS Garibaldi, in collaborazione con la società

di consulenza di direzione OPT, ha fornito una chiave di lettura concreta e

pratica del concetto di clinical governance per il raggiungimento degli

obiettivi di progetto quali: ottimizzare l’interfaccia UFA – Oncologia –

Ematologia con riferimento all’intero processo di richiesta, consegna,

somministrazione e accesso alle informazioni riguardo i farmaci antiblastici;

favorire l’integrazione di competenze tra Farmacista - Oncologo -

Ematologo; garantire la qualità della produzione nell’UFA; ottenere il

raggiungimento della validazione attraverso la Certificazione di Qualità ISO

9001:2008 del Modello di Governo Clinico UFA-ONCO-EMA in linea con i

requisiti delle Raccomandazioni Ministeriali ed in particolare della

Raccomandazione n. 14 dell’ottobre 2012.

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26

4.2 FASI DEL PROGETTO

1) Formalizzazione del Gruppo di Lavoro interdisciplinare: Farmacista,

Tecnico, Oncologo, Ematologo, Infermiere e condivisione fasi di progetto

2) Assessment iniziale in autovalutazione mediante predefinita e condivisa

check-list

3) Audit iniziale di tipo documentale e in campo (UFA-Oncologia-

Ematologia)

4) Analisi dei processi operativi, individuazione delle criticità e

implementazione azioni di miglioramento:

a) ambito UFA

b) ambito ONCO-EMA

c) interfaccia UFA-ONCO-EMA

5) Individuazione ed avvio monitoraggio degli indicatori di performance del

processo di produzione e gestione farmaci antiblastici

6) Formalizzazione del Sistema Documentale per uso interno e per Ente di

Certificazione

7) Ottimizzazione interfaccia Farmacia-Oncologia-Ematologia e integrazione

delle competenze tra Farmacista e Clinico, in ottica di un accurata, efficiente

e personalizzata cura del paziente

8) Audit preliminare alla visita dell’Ente di Certificazione

9) Certificazione di Qualità del Processo di produzione e gestione Farmaci

Antitumorali

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L’ ARNAS Garibaldi ha ottenuto il 22 luglio 2013 la Certificazione di

Qualità ISO 9001 dall’Ente Certificatore Bureau Veritas, gruppo leader

riconosciuto a livello mondiale nei servizi di ispezione, controllo e verifica

dei sistemi di gestione della qualità specialmente in ambito sanitario (Fig.6).

Fig.6 Certificazione ISO 9001 ottenuta dall’ARNAS Garibaldi

4.3 MODELLO INTEGRATO UFA-ONCO-EMA VALIDATO E

CERTIFICATO

Il modello rappresenta un sistema semplice, fruibile ed in grado di dimostrare

con le opportune evidenze oggettive il controllo nelle attività del processo di

gestione del farmaco antitumorale in UFA, in ONCO ed EMA (Fig.7).

Il modello è costituito da quattro ambiti principali:

1) Mission e politica di miglioramento

2) Gestione delle risorse umane e strumentali-tecnologiche

3) Processi di gestione del farmaco antitumorale

4) Strumenti di verifica e monitoraggio del modello

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Fig.7 Logica del modello UFA-ONCO-EMA

4.3.1 MISSION E POLITICA DI MIGLIORAMENTO

La mission del progetto è garantire che la gestione della terapia

antitumorale - prestazione sanitaria di alta complessità - avvenga attraverso

un processo definito e controllato nei comportamenti, con tracciabilità delle

attività svolte e delle relative responsabilità, nel rispetto della sicurezza dei

pazienti e degli operatori ed assicurando un’efficace informazione al

paziente riguardo gli stili di vita da adottare e i possibili effetti collaterali

della terapia. Importante è anche una politica di miglioramento definita

dall’esplicitazione degli obiettivi sottesi nella mission.

Il processo strategico di individuazione degli obiettivi deve essere

oggettivo, condiviso e misurato:

Oggettivo: basato su dati e informazioni, nel rispetto delle direttive e

normative di riferimento;

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Condiviso: da tutti i portatori di interesse: Istituzioni ed Enti,

Direzione Strategica Aziendale, UFA, ONCO ed EMA;

Misurato: da un sistema di indicatori opportuni per il monitoraggio

dell’efficacia degli impegni attuati per il raggiungimento degli

obiettivi prefissati.

4.3.2 GESTIONE DELLE RISORSE UMANE E STRUMENTALI-

TECNOLOGICHE

Per ciascun macro-processo operativo critico per la gestione del farmaco

antitumorale viene rappresentato sottoforma di matrice la correlazione tra

figura professionale e responsabilità. La condivisione e formalizzazione

della matrice delle responsabilità rappresenta la base dell’analisi delle

attività e della definizione dei profili professionali delle risorse operanti

nelle diverse fasi della gestione del farmaco antitumorale.

Per quanto riguarda le risorse strumentali-tecnologiche, nei differenti settori

(UFA, ONCO ed EMA) deputati alla gestione del farmaco antitumorale si

hanno in dotazione numerosi apparecchi e strumenti informatici come

software gestionali necessari per lo svolgimento delle attività.

L’uso delle tecnologie informatizzate migliora sicuramente la sicurezza in

tutto il processo di gestione del farmaco antineoplastico perché consente la

completa tracciabilità dei processi, elimina gli errori dovuti alla trascrizione

e fornisce dati che possono essere utilizzati come strumento di audit clinico

e di verifica.

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30

Infatti, per la complessità delle azioni da svolgere è necessario dotarsi di un

applicativo informatico che consenta di gestire in sicurezza tutte le

operazioni previste in campo farmaceutico.

La centralizzazione dell’allestimento dei farmaci antiblastici presuppone la

creazione dell’anagrafica dei prodotti utilizzati e la proceduralizzazione dei

comportamenti, delle regole di trasmissione dell’informazione e, in

particolare, della prescrizione. La dotazione di un software idoneo è

importante perché contribuisce a creare un sistema di controllo che blocca

l’errore di prescrizione o di preparazione prima che si realizzi.

Quindi è imprescindibile dotarsi di un programma informatico gestionale

dedicato, che deve consentire il monitoraggio completo delle richieste dei

reparti, dei protocolli terapeutici, delle terapie preparate, dei farmaci

utilizzati e dei pazienti.

Il programma individuato per l’attivazione dell’allestimento centralizzato

delle terapie oncologiche dovrà consentire di:

1) creare l’anagrafica dei prodotti utilizzati;

2) creare il prontuario informatizzato dei protocolli terapeutici;

3) gestire informaticamente la prescrizione;

4) gestire informaticamente il magazzino (foglio di prelievo, scarico

automatizzato con lotti);

5) gestire informaticamente la documentazione a supporto della

preparazione: foglio di preparazione, etichette con numerazione progressiva

e codice a barre;

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31

6) creare il registro elettronico delle preparazioni, in cui vengono registrati

per ogni allestimento, il farmaco utilizzato, la dose, il diluente, il nome del

paziente, il nome del medico richiedente, il reparto e la data;

7) creare il registro elettronico degli esposti in cui vengono riportati per

ogni operatore, i tempi di esposizione e i farmaci;

8) creare l’anagrafica dei pazienti e tenere la registrazione della storia

clinica del malato, al fine di garantire la totale tracciabilità di tutti i

trattamenti somministrati;

9) gestire informaticamente la somministrazione, per avere la completa

tracciabilità non solo delle terapie somministrate, ma anche della modalità

di somministrazione: sequenza, orario e durata.

4.3.3 PROCESSI DI GESTIONE DEL FARMACO ANTITUMORALE

Il modello, alla luce dei principi della clinical governance, definisce le

macro-attività e punti decisionali dei settori coinvolti (UFA, ONCO ed

EMA) in tutte le sue fasi del suo percorso, come mostrato nel diagramma di

flusso riportato in Fig.8.

I protocolli operativi , in ottemperanza ai requisiti ministeriali della

Raccomandazione n. 14, riguardano:

Approvvigionamento

Immagazzinamento, conservazione, gestione delle scorte

Prescrizione

Allestimento

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Distribuzione

Somministrazione

Gestione della terapia orale

Altri interventi:

1. Coinvolgimento del paziente e familiari nel processo di cura

2. Umanizzazione delle cure oncologiche

3. Strumenti di prevenzione e controllo

La descrizione puntuale e opportunamente dettagliata delle attività e dei

controlli del processo globale permette di far emergere eventuali “criticità”,

definire univocamente responsabilità, figure coinvolte e settori interessati.

Fig.8 Flow Chart Processo di Gestione del Farmaco Antitumorale

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4.3.4 STRUMENTI DI VERIFICA E MONITORAGGIO DEL

MODELLO

Gli strumenti di verifica (autovalutazione e audit) traggono input da:

Indicatori di processo e di risultato

Customer satisfaction

Registrazione delle anomalie

per fornire come output il piano di azioni come strumento per attivare e

garantire nel tempo un processo credibile, sostenibile e misurabile di

miglioramento continuo.

Infatti, la norma ISO 9001:2008 prevede che l’organizzazione conduca ad

intervalli pianificati audit interni per determinare se il sistema di gestione

per la qualità è conforme ai requisiti della presente norma internazionale ed

ai requisiti del sistema di gestione per la qualità stabiliti dall’organizzazione

stessa nonché per verificare se il sistema è efficacemente attuato e

mantenuto. Inoltre come previsto dalla norma ISO 9001:2008 al punto 8.22,

è stata predisposta una procedura documentata per definire le responsabilità

ed i requisiti per la pianificazione e conduzione degli audit.

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34

5. PROCEDURA DI GESTIONE DELLA

TERAPIA ANTITUMORALE

L’adozione di procedure o protocolli aziendali codificati e condivisi tra gli

operatori sanitari è uno strumento di prevenzione degli errori a garanzia

della qualità e sicurezza delle cure e rappresenta un insostituibile metodo

per la tracciabilità del percorso di gestione della terapia antitumorale.

La seguente procedura, approvata dalla Direzione Sanitaria dell’ARNAS

Garibaldi di Catania, ha l’obiettivo di definire le modalità operative

relative all’intero processo di gestione della terapia antitumorale,

identificando la tracciabilità delle attività svolte e dei profili di

responsabilità ad esse connesse, a tutela di tutti i pazienti che necessitano di

terapie farmacologiche e degli operatori sanitari.

Il campo di applicazione di questa procedura riguarda la Farmacia

Ospedaliera dotata di UFA, l’Unità Operativa Complessa (U.O.C.) di

Oncologia e l’U.O.C. di Ematologia.

I Direttori dell’UU.OO. di Oncologia, Ematologia e del Responsabile UFA,

in collaborazione con la Direzione Sanitaria aziendale e di presidio, Risk

Manager, l’Ufficio Qualità devono verificare inizialmente e periodicamente

la validità della procedura, mentre l’applicazione è responsabilità del

Farmacista Responsabile UFA, del Responsabile DH/Reparto Oncologia e

del DH/Reparto Ematologia.16

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5.1 APPROVVIGIONAMENTO DEI FARMACI

Il responsabile della Farmacia Ospedaliera deve inserire nei capitolati di

acquisto criteri o elementi finalizzati a garantire importanti requisiti di

sicurezza dei farmaci, ad esempio:

- la disponibilità di informazioni sulla ricostituzione dei farmaci, sulla

compatibilità con i diluenti e sulla conservazione dei farmaci dopo la

ricostituzione, per poterne informare gli utilizzatori;

- l’assenza di situazioni di rischio (lo stesso colore delle confezioni

per dosaggi diversi della stessa forma farmaceutica o il nome simile,

fiale trasparenti poco leggibili, etc.) ovvero la disponibilità a fornire

etichette aggiuntive per la segnalazione/evidenza del rischio;

- la presenza di dispositivi di sicurezza per la corretta preparazione e/o

somministrazione dei farmaci;

- ridurre le scelte delle opzioni disponibili dei farmaci, in particolare

di quelli ad alto rischio: maggiore è il numero di opzioni disponibili

(es. differenti concentrazioni e volumi), maggiore è la possibilità che

si verifichi un errore;

- verificare, per i farmaci equivalenti, la presenza di tutte le

indicazioni terapeutiche, onde prevenire l’eventuale uso off-label,

ovvero opportunamente evidenziare le eventuali limitazioni d’uso;

- richiedere per i farmaci di origine biologica la garanzia del

mantenimento di temperature particolari (cold chain) e il trasporto

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con bassa vibrazione, ottenibili con sistemi certificati di imballaggio

e di consegna idonea;

- presenza per i farmaci antineoplastici iniettabili di sistema di

protezione antirottura dei flaconi in vetro.

5.2 PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

La presa in carico del paziente oncologico può avvenire in diversi contesti

(ambulatorio divisionale, reparto di degenza) e può sfociare in un percorso

diagnostico-terapeutico che si articola in uno o più dei seguenti setting

assistenziali:

- setting ambulatoriale (diagnostica non invasiva e terapia antitumorale

orale);

- setting di day-service e/o DH (diagnostica invasiva di bassa complessità

e terapia iniettiva);

- setting di degenza ordinaria (diagnostica invasiva di alta complessità,

gestione delle complicanze della patologia tumorale e/o della terapia

erogata, della somministrazione di terapia iniettiva di alta complessità).

La presa in carico del paziente è competenza del dirigente medico oncologo

o ematologo ed avviene sotto la responsabilità di questo.

In tutti i contesti di cui sopra la procedura di presa in carico deve essere

basata su:

- identificazione del paziente;

- apertura della cartella clinica;

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- raccolta dell’anamnesi familiare, fisiologica e patologica,

dell’anamnesi oncologica e dell’esame fisico del paziente che devono

essere riportati negli spazi appositamente dedicati nella cartella clinica

adottata dalla Struttura Complessa di Oncologia Medica e dalla

Struttura Complessa di Ematologia, datata e firmata dal dirigente

medico che esegue la procedura;

- Identificazione delle problematiche cliniche emergenti del paziente,

qualora presenti;

- eventuale prescrizione della terapia medica generale (non

oncologica) richiesta dal quadro clinico (es: terapia del dolore).

Segue la stesura della cartella infermieristica che è di competenza della

figura dell’infermiere professionale ed è sotto la sua responsabilità.

La presa in carico del paziente è seguita quindi dalla delineazione della

strategia assistenziale comprendente la programmazione delle eventuali

procedure diagnostiche necessarie al completamento dello studio del caso

clinico e l’identificazione della strategia di cura (es: chemioterapia versus

chemioterapia adiuvante versus terapia integrata chemio-radioterapica).

La delineazione della strategia assistenziale è di competenza del dirigente

medico oncologo o ematologo sotto la sua responsabilità. Una volta

delineata la strategia terapeutica e debitamente informato il paziente, il

dirigente medico ne otterrà il consenso alla erogazione delle procedure

diagnostiche e/o terapeutiche compilato su apposito modulo che verrà

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firmato dal paziente o dal legale rappresentante e controfirmato dal

dirigente medico che lo raccoglie.

L’ottenimento da parte del paziente del consenso informato alle cure è

attività di competenza del dirigente medico oncologo o ematologo ed

avviene sotto la responsabilità di questi.

In base alla strategia diagnostico-assistenziale delineata ed alle condizioni

cliniche del paziente, il dirigente medico identificherà il regime

assistenziale nel cui contesto verranno erogate le prestazioni sanitarie

necessarie (es: ricovero in regime ordinario versus erogazione

ambulatoriale della terapia). A tal fine il dirigente medico compilerà

l’apposito modulo; tale modulo verrà sottoposto per approvazione al

Direttore della Struttura Complessa. La strategia diagnostico-terapeutica

diverrà operativa una volta approvata dal Direttore della Struttura

Complessa di Oncologia Medica e dal Direttore Struttura Complessa di

Ematologia. L’approvazione della strategia diagnostico-terapeutica è di

competenza del Direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica e

dal Direttore Struttura Complessa di Ematologia ed avviene sotto la propria

responsabilità di questi. Una volta approvata la strategia diagnostico-

terapeutica ed identificato il setting assistenziale in cui le prestazioni

sanitarie inerenti verranno erogate, il dirigente medico provvederà alla

compilazione della prescrizione della terapia antitumorale. La prescrizione

dovrà contenere gli elementi essenziali indicati di seguito; verrà firmata dal

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medico prescrittore e validata da un medico revisore che fungerà da

secondo controllo di appropriatezza e qualità della prescrizione.

5.2.1 – INDICATORI PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Oncologia

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in ricoverato in

Oncologia

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Ematologia

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in ricoverato in

Ematologia

n. consensi correttamente

formalizzati/totale pazienti

ricoverati in Oncologia

n. consensi correttamente

formalizzati/totale pazienti

ricoverati in Ematologia

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5.3 PRESCRIZIONE

La prescrizione della terapia antitumorale deve contenere i seguenti

elementi essenziali al fine di garantire l’appropriatezza prescrittiva e la

sicurezza dei pazienti:

- Data della prescrizione (che deve coincidere con la data in cui il

paziente viene visto dal medico oncologo che prende visione degli

eventuali accertamenti ematochimici e/o strumentali propedeutici alla

somministrazione della terapia stessa);

- Nome, cognome, data di nascita e sesso del paziente;

- Altezza e peso del paziente;

- Superficie corporea e/o altre variabili necessarie per il calcolo della

dose di specifici farmaci (es. AUC);

- Diagnosi;

- Nome del regime di cura adottato cui corrisponda un numero

cronologico preventivamente condiviso da parte della Struttura di

Oncologia Medica, della Struttura di Ematologia e dell’UFA; il nome

del regime corrisponderà ad un acronimo noto e condiviso, rifacendosi

ad un template standard custodito in reparto degenze, DH e UFA;

- Numero cronologico del ciclo di trattamento;

- Numero totale di cicli previsti nel contesto della strategia di cura stilata

al momento della presa in carico del paziente,

- Numero del giorno di terapia (nel caso di regimi di cura che prevedano

multipli giorni di terapia, in sequenza e/o alternati);

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- Nome e codice del protocollo del trattamento sperimentale (nel caso

trattarsi di studio clinico controllato);

- Denominazione dei principi attivi antitumorali e/o ancillari utilizzati;

- Metodo di calcolo delle dosi dei principi attivi;

- Dose dei singoli principi attivi componenti il regime di terapia (i valori

dovranno essere espressi in milligrammi evitando, se possibile, le

virgole e soprattutto gli zeri che seguano le virgole);

- Eventuali riduzioni di dose adottate estemporaneamente per

sopravvenute modifiche del quadro clinico e/o precedenti tossicità

riferite e/o osservate;

- Vie di somministrazione (es: I.V.), durata della somministrazione di

ogni singolo principio attivo componente il regime di terapia, diluenti

utilizzati (tipologie, volumi);

- Intervalli intercorrenti tra le somministrazioni dei singoli principi

attivi;

- Sequenze di somministrazione dei singoli principi attivi;

- Regime della terapia di supporto;

- Firma del medico prescrittore.

Allo scopo di soddisfare il requisito di possesso di questi elementi

essenziali da parte delle prescrizioni emesse dalla Struttura Complessa di

Oncologia Medica e della Struttura Complessa di Ematologia si è

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provveduto a preparare ed adottare una scheda di prescrizione della terapia

antitumorale condivisa con l’UFA.

La prescrizione della terapia antitumorale è di competenza del dirigente

medico oncologo o ematologo ed avviene sotto la responsabilità di questi.

Le principali azioni sulle quali si basa la procedura di prescrizione della

terapia antitumorale riguardano i seguenti punti:

a) Richiesta della terapia farmacologica. La richiesta deve essere sempre

fatta dal medico prescrittore per iscritto o con la Convalida Informatica

Certificata (CIC), qualora venisse resa disponibile da parte della Direzione

Aziendale.

Non saranno accettate in nessun caso prescrizioni verbali, eccetto che per

l’interruzione urgente della terapia che deve comunque essere trascritta

quanto prima possibile. Anche le nuove prescrizioni o modifiche devono

essere eseguite per iscritto.

b) Modulistica. E’ adottata una modulistica standard, di facile

compilazione in ogni parte, completa di ogni riferimento al paziente e ai

farmaci, di immediata lettura e che permette la completa tracciabilità di

ogni atto. Le correzioni manuali non sono permesse, ma, qualora fossero

necessarie in particolari condizioni, saranno sempre controfirmate.

Analogamente, nel caso di gestione informatica, sarà assicurata la

tracciabilità di eventuali correzioni e degli operatori che vi hanno

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provveduto. La modulistica in uso e la procedura di prescrizione sono note

a tutti gli operatori coinvolti e alla Direzione sanitaria/aziendale.

c) Schemi di terapia. Le decisioni terapeutiche sono riconducibili ad un

numero elevato ma ben noto di schemi terapeutici standard, condivisi con la

Farmacia ospedaliera per la valutazione degli aspetti tecnico farmaceutici,

regolatori e logistici correlati alla preparazione, che vengono personalizzate

dal medico oncologo o ematologo sulla base delle condizioni cliniche del

paziente. La raccolta ordinata e dinamica degli schemi avviene tramite

appositi template cartacei; nel momento in cui dovesse rendersi disponibile

una cartella clinica informatizzata interfacciata con il programma di

preparazione in uso all’UFA l’archiviazione avverrà sotto forma di template

informatizzati (Prescrizione Elettronica Assistita = PEA). La richiesta

compilata su template cartaceo (foglio di prescrizione dove sono riportate

tutte le informazioni non variabili e dove quelle variabili vanno inserite in

apposite caselle) evita di dover trascrivere manualmente la maggior parte di

dati. La scheda di prescrizione della terapia antitumorale verrà inviata

tramite fax all’UFA sotto la responsabilità del dirigente medico prescrittore.

d) Documentazione. I medici e gli infermieri, ad ogni trattamento

chemioterapico, documenteranno in cartella clinica:

la valutazione clinica e il performance status;

la rilevazione dei parametri vitali e del peso;

la verifica della presenza di allergie, precedenti reazioni e tossicità

legate ai trattamenti;

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la valutazione della tossicità della terapia prescritta: la

documentazione necessaria alla valutazione della tossicità e della

sostenibilità al trattamento successivo, deve essere disponibile per la

programmazione di ogni ciclo di cura;

la ricognizione e riconciliazione della terapia farmacologica in

corso.

L’implementazione della prescrizione informatizzata permetterà di

ridurre drasticamente gli errori di scrittura, lettura della trascrizione e

calcolo; nel caso la Direzione aziendale dovesse rendere disponibile il

programma informatizzato di prescrizione della terapia antitumorale sarà

auspicabile che la scelta di tale programma venga guidata dal riscontro di

caratteristiche idonee a garantire la sicurezza (es. non consentire inserimenti

estemporanei di farmaci antineoplastici che possano modificare i protocolli

concordati). Al fine di garantire la tracciabilità ed evitare il rischio di

trascrizioni o cancellazioni, è opportuno predisporre un file per ogni ciclo di

terapia. Tutti gli archivi informatici contenenti le informazioni relative ai

farmaci e agli schemi di terapia vanno sottoposti a idonee procedure per la

loro convalida e il loro corretto mantenimento.

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5.3.1 – INDICATORI PRESCRIZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. prescrizione EMA non

conformi/totale pervenute

in UFA

n. prescrizione ONCO

non conformi/totale

pervenute in UFA

5.4 VALIDAZIONE DELLA RICHIESTA DI ALLESTIMENTO

Le UU.OO. fanno pervenire alla Farmacia ospedaliera la richiesta tramite

fax di allestimento di medicinale personalizzato per terapia oncologica o le

variazioni alla prescrizione per i pazienti già in trattamento. Le prescrizioni

pervenute al centro dell’UFA possono essere giornaliere o settimanali.

La prescrizione medica deve contenere tutte le indicazioni necessarie alla

valutazione dell’allestimento nel rispetto della FU XII edizione (NBP,

tabella 8) e ponendo particolare attenzione alle incompatibilità tra principi

attivi ed eccipienti richiesti.

Il farmacista verifica la correttezza e l’accettabilità della prescrizione

analizzandone la compatibilità quali-quantitativa tra il farmaco, il solvente e

il diluente, la fotosensibilità e la stabilità chimico-fisica del farmaco, in

relazione alla prescrizione stessa.

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In caso di non conformità, il farmacista contatta il medico per le opportune

considerazioni e richiede le correzioni controfirmate o l’elaborazione di una

nuova prescrizione medica.

5.4.1 ELABORAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE

Elaborazione foglio di lavoro e della scheda di somministrazione della

terapia allestita

Il farmacista dopo aver valutato la conformità della prescrizione, elabora un

foglio di lavorazione, con l’ausilio di un applicativo informatico, che

consente di gestire in sicurezza tutte le operazioni previste per garantire la

tracciabilità dell’intero processo.

Nel foglio di lavoro è indicato:

• numero di protocollo;

• U.O. richiedente la terapia;

• nome, cognome e data di nascita del paziente;

• nome del protocollo;

• nome del principio attivo;

• volume in mg e in ml del farmaco da prelevare;

• tipo e volume del diluente utilizzato;

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• tutte le informazioni necessarie per eseguire una corretta tecnica di

allestimento della terapia (volume di diluente da utilizzare per la

ricostituzione del principio attivo, tipo di diluente da utilizzare, ecc.);

• data di allestimento;

• lotto e scadenza del farmaco utilizzato;

• modalità di conservazione dell’eventuale residuo di farmaco;

• eventuali avvertenze per l’infermiere o il tecnico preparatore;

• firma del farmacista;

• firma dell’infermiere o del tecnico preparatore;

• copia dell’etichetta.

La scheda di somministrazione riporta:

• il nome e cognome e la data di nascita del paziente;

• il dosaggio del farmaco;

• il tipo e il volume del diluente utilizzato;

• il volume totale della preparazione espresso in ml;

• la data di preparazione;

• firma del farmacista;

• firma dell’infermiere o del tecnico preparatore.

Elaborazione dell’etichetta

Per ogni terapia allestita viene formulata un’etichetta contenente le

seguenti informazioni:

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• nome, cognome e data di nascita del paziente;

• composizione quali-quantitativa (principio attivo e dosaggio);

• volume finale;

• tempo previsto d’infusione;

• ordine di somministrazione dei vari farmaci;

• lotto del farmaco utilizzato;

• scadenza e condizioni di conservazione della terapia fino all'uso (es.

protezione dalla luce, conservazione in frigorifero);

• nome e cognome del medico prescrittore;

• nome e cognome del farmacista;

• avvertenze.

5.5 PREPARAZIONE

5.5.1 Operazioni preliminari all’allestimento dei farmaci

L’allestimento dei farmaci citotossici viene effettuata in cabina di sicurezza

biologica di classe II, a flusso laminare verticale che, scendendo

perpendicolarmente sul piano di lavoro, garantisce la protezione

dell’operatore, la sterilità del prodotto finito e la tutela dell’ambiente. I

locali devono essere a pressione negativa.

Tramite la finestra/passaggio (SAS), vengono introdotti i fogli di lavoro, le

schede di somministrazione, le etichette delle preparazioni da allestire, i

farmaci privati delle scatole di cartone, e gli eventuali dispositivi da

utilizzare per l’allestimento.

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Il personale (farmacista e infermiere e/o tecnico preparatore) prima di

accedere ai locali sterili deve eseguire le seguenti norme igieniche e

comportamentali:

procedere al lavaggio delle mani con acqua corrente e sapone;

accedere alla camera bianca tramite un corridoio/filtro dove indossa i

DPI dedicati all’allestimento di citotossici (camice, copriscarpe,

mascherina, copricapo);

accendere la cappa e controllare il funzionamento degli allarmi,

lasciandola in funzione 20-30 minuti prima di iniziare le manovre di

diluizione;

indossare un paio di guanti monouso in nitrile senza polvere;

disinfettare la superficie di lavoro all’interno della cappa con garze

imbevute di soluzione alcolica 70°;

sistemare sul piano di lavoro il telino in tessuto non tessuto (TNT) con

il lato assorbente volto verso l’alto, da cambiare ogni volta si

contamina e di dimensioni tali da non ostacolare il flusso laminare

verticale nella zona grigliata della cappa stessa;

introdurre all’interno della cappa solo il materiale necessario per una

preparazione (contenitore per lo smaltimento dei rifiuti, siringhe,

tamponi sterili, disinfettate, ecc…) che deve essere accuratamente

disinfettato con soluzione alcolica;

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50

preparare su un carrello servitore tutto il materiale necessario per la

diluizione dei farmaci (dispositivi per ricostituzione e diluizione,

siringhe con raccordo luer-lock, fleboclisi, garze sterili e farmaci).

5.5.2 Modalità di manipolazione e diluizione in cappa

Nella zona controllata vi devono essere le persone strettamente necessarie,

riducendo al minimo le attività al suo interno, per impedire che correnti

d’aria possano turbare la barriera frontale ed il flusso laminare.

Gli operatori dedicati alle attività di manipolazione, ove possibile,

dovrebbero essere almeno due: un operatore che allestisce e uno di supporto

per assicurare un doppio controllo di tutte le attività svolte all’interno dei

locali sterili.

Durante la fase di allestimento, che comporta il trasferimento del farmaco

in soluzione di un flacone ad una siringa, il rischio di formazione di aerosol

per nebulizzazione e di spandimenti durante la fase di preparazione è

maggiormente elevato. Per tale motivo è necessario l’utilizzo di sistemi di

ricostituzione chiusi con equalizzatori di pressione dotati di valvola di

sicurezza e attacco luer-lock femmina a garanzia dell’operatore e del

preparato. Inoltre all’interno della cappa sono stati installati due sistemi per

la manipolazione delle terapie antitumorali “Diana Onco Plus”, studiati

appositamente per la miscelazione dei farmaci chemioterapici in modo

sicuro, semplice, preciso e automatico.

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Il sistema a circuito chiuso, è formato da due canali caratterizzati da pompe

a siringa controllata da processore ad elevata precisione e velocità adatti a

dosare in un recipiente di miscelazione delle soluzioni citostatiche prelevate

in base al volume liberamente selezionabile da contenitori come flaconi,

sacche, fiale.

L’utilizzo giornaliero del sistema evita l’esposizione del personale sanitario

a patologie correlate ai movimenti ripetuti da manipolazione del farmaco.

Il sistema è dotato di display touchscreen con comandi facili e intuitivi, ed è

inoltre interfacciato con una stampante che consente la stampa di report ed

etichette per la documentazione del lavoro eseguito.

Regole di base per un corretto allestimento dei chemioterapici antiblastici:

- operare seduti sullo sgabello in posizione comoda e corretta e si

devono evitare, sotto cappa, movimenti bruschi delle braccia;

- lavorare sempre al centro della cappa evitando di frapporre oggetti

che interrompono il flusso di aria sterile che va dall’alto verso il

basso;

- in caso di spargimento accidentale bisogna rimuovere il telino e, se

necessario, pulire il piano della cappa con un panno sterile imbevuto

di soluzione ipoclorito al 5%;

- togliere dalla confezione il connect set (set per la miscelazione e

somministrazione di farmaci citotossici dotato di spike per una facile

penetrazione nella sacca/flacone);

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- perforare la membrana della sacca di diluente con lo spike del connet

set;

- aprire il tappo e la clamp a scorrimento riempire completamente il

tubicino;

- chiudere clamp a scorrimento sul connect set il più vicino possibile

all’adattatore;

- rimuovere il cappuccio di protezione dal flacone del farmaco e

disinfettare la membrana perforabile del tappo.

Preparazione in sacca da infusione di farmaci antiblastici liofilizzati

contenuti in flaconi:

- perforare centralmente la membrana del flacone del farmaco (tenuto

appoggiato sul piano di lavoro), con il chemoprotect spike

avvolgendo una garza sterile attorno al collo dello stesso flacone;

- prelevare con la siringa il volume del solvente richiesto per la

ricostituzione del farmaco;

- rimuovere il tappo di protezione dal chemoprotect spike e connettervi

la siringa;

- introdurre il solvente nel flacone dirigendo il diluente sulle pareti del

flacone per garantire che tutta la polvere sia bagnata prima di agitarla

in questo modo si minimizza la pressione all’interno del flacone;

- mantenere la siringa connessa al chemoprotect spike e agitare la fiala

per sciogliere completamente il liofilizzato;

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- prelevare con la siringa il volume del solvente richiesto per la

ricostituzione del farmaco e sconnettere la siringa (non riempire la

siringhe oltre i ¾ del suo volume), la membrana si chiude

automaticamente con la sconnessione;

- disconnettere la siringa dallo spike e riconnetterla all’adattatore del

connet set (l’avvitamento della siringa permette l’apertura della

membrana nell’adattatore del connect set) e introdurre il farmaco

dosato nella sacca del diluente.

Preparazione in sacca da infusione di farmaci antiblastici pronti per

l’uso contenuti in flaconi

- perforare centralmente la membrana del flacone del farmaco (tenuto

appoggiato sul piano di lavoro), con il chemoprotect spike

avvolgendo una garza sterile attorno al collo dello stesso flacone;

- capovolgere l’insieme flacone-siringa (il flacone si troverà adesso in

alto) e mantenendo la posizione aspirare il 20% della soluzione

richiesta corrispondente al relativo dosaggio del farmaco e verificare

la presenza di aria: se non c’è l’aria, terminare l’aspirazione della

quantità richiesta; se l’aria è presente, reiniettare nel flacone quindi

aspirare la quantità richiesta di soluzione;

- disconnettere la siringa dallo spike e verificare il dosaggio prelevato,

riconnetterla all’adattatore del connet set iniettare il farmaco nella

sacca del diluente;

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- sconnettere la siringa, pulire l’ingresso del farmaco nella sacca con

della garza imbevuta di alcool 70% e riapplicare il tappo e la clip di

protezione;

- pulire la sacca con una garza umida per rimuovere eventuali

contaminazioni accidentali;

- apporre l’etichetta contenente tutti i dati necessari all’identificazione

del preparato e del paziente destinatario;

- coprire la sacca con involucro protettivo in caso di farmaco

fotosensibile.

5.5.3 Pulizia delle cappe di lavoro e smaltimento dei rifiuti

Alla fine della giornata lavorativa, si procede alla pulizia delle cappe e allo

smaltimento dei rifiuti:

tutti i rifiuti (siringhe, fiale, flaconi, etc), le rimanenze dei farmaci e

il telino, andranno smaltiti in appositi contenitori per taglienti (rifiuti

speciali ospedalieri) impermeabili, rigidi, a bocca larga e con

chiusura ermetica; a sua volta questi vengono inseriti in un

contenitore di rifiuti speciali ospedalieri più grande, munito di

sacchetto di plastica asportabile nel quale vengono riposti anche tutti

i dispositivi di sicurezza indossati dal personale.

durante la fase di pulizia, la cabina deve essere tenuta in funzione

prestando attenzione a non otturare i filtri con i panni, o la garza

utilizzata;

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la cappa viene ripulita dall’infermiere che vi ha lavorato, con della

garza imbevuta di alcool a 70°;

la pulizia viene effettuata sulla vetrata interna, sulla parete frontale,

sulle pareti laterali, seguendo il flusso verticale (dall’alto verso il

basso), e sul piano di lavoro (dalla zona più esterna a quella più

interna);

alla fine della pulizia si accende la lampada U.V. della cappa.

Questa, oltre ad assicurare un ambiente sterile, garantisce un sistema

di degradazione molecolare dei chemioterapici in caso di residui

accidentali in quanto molti di questi farmaci sono fotosensibili.

5.5.4 – INDICATORI PREPARAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di errori (near-miss)

accaduti nell’anno/totale

preparazioni

n. preparazioni conformi

alla prescrizione/totale

preparazioni

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5.6 DISTRIBUZIONE

5.6.1 Contenitori per trasporto dei chemioterapici

Il contenitore per il trasporto dei farmaci antiblastici deve essere realizzato

per garantire un elevato standard di sicurezza durante il trasferimento dei

farmaci dalla centrale di preparazione ai locali di somministrazione. Il

contenitore presenta le seguenti caratteristiche:

completamente trasparente ed ispezionabile per verificare, prima

dell’apertura, la presenza di eventuali perdite dei farmaci trasportati;

dotato di coperchio con guarnizione ermetica di sicurezza, tale da

garantire il contenimento dei medicamenti antitumorali liquidi anche

in caso di fuoriuscite;

idoneo a trasportare flaconi di vetro, sacche in materiale plastico e

siringhe pronte all’uso;

dotato di chiusura con quattro ganci di sicurezza che impediscono

l’apertura accidentale del contenitore in caso di caduta;

dotato di idonea segnaletica per avvertire l’utilizzatore della

tipologia di prodotto trasportato.

5.6.2 Compilazione della bolla di accompagnamento

Il farmacista compila la bolla di accompagnamento delle terapie che riporta

le seguenti informazioni:

data;

U.O. a cui le terapie sono destinate;

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nome, cognome dei pazienti e descrizione della preparazione;

eventuali note;

numero di contenitori per il trasporto;

firma del farmacista, firma di chi ritira e firma di chi riceve le

terapie.

L’operatore incaricato al ritiro presso UFA firma per presa in carico del

contenitore per il trasporto dei chemioterapici. Giunto in reparto,

l’operatore consegna al personale della UOC di ONCO/EMA il contenitore

che viene contestualmente svuotato del contenuto e viene validata la

consegna mediante apposizione della firma/sigla dell’operatore che riceve.

Le bolle di accompagnamento con allegati i fogli di lavoro, sono archiviati

e catalogati da parte dell’UFA in ordine cronologico e per singolo reparto.

5.6.3 – INDICATORI DISTRIBUZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

Mediana/Media dal tempo

che intercorre dalla presa

in carico in UFA alla

consegna ai reparti

n. di bolle di

accompagnamento che

non “seguono” il

contenitore sino ai

reparti/totale bolle

predisposte

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5.7 SOMMINISTRAZIONE

Il personale infermieristico del reparto degenze e del DH sono responsabili

della preparazione della terapia ancillare, secondo gli schemi previsti nei

protocolli di terapia approvati e condivisi dalla Direzione della Struttura

Complessa di Oncologia Medica e l’UFA, la conservazione delle cui copie

validate persiste sotto la loro responsabilità.

Le azioni che devono essere poste in essere da parte del personale

infermieristico responsabile della somministrazione delle terapie

antitumorali vengono suddivise, in rapporto alla relazione temporale

intercorrente con l’atto della somministrazione stessa, in:

- azioni antecedenti la somministrazione;

- azioni concomitanti alla somministrazione;

- azioni successive alla somministrazione.

Tutte le azioni in oggetto sono di competenza del personale infermieristico

e avvengono sotto la responsabilità di questi.

Le azioni antecedenti la somministrazione della terapia prevedono:

- il ricevimento della scheda di somministrazione associata a copia

della scheda di prescrizione inviata dall’UFA;

- l’informazione ed il coinvolgimento attivo del paziente relativamente

al piano di trattamento per il quale questi ha sottoscritto il consenso

informato e su ogni eventuale problema o sintomo.

Prima di iniziare la somministrazione della terapia antitumorale il

personale infermieristico effettua delle verifiche puntuali circa la

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corrispondenza tra il farmaco prescritto per lo specifico paziente e quello

effettivamente pervenuto per la somministrazione. In caso di mancata

corrispondenza, il farmaco deve essere somministrato solo dopo

consultazione del medico prescrittore e modifica scritta della prescrizione

stessa o dopo chiarimenti scritti da parte dei responsabili della

preparazione. In particolare, due operatori sanitari, facenti parte del

gruppo infermieristico operante nel DH e/o nel Reparto degenze della

Struttura Complessa di Oncologia Medica e/o della Struttura Complessa

di Ematologia abilitati alla somministrazione dei farmaci antineoplastici,

verificano indipendentemente:

nome del farmaco;

dose del farmaco;

via di somministrazione;

velocità di somministrazione;

data e ora di scadenza del farmaco rispetto a data e ora di

preparazione;

aspetto della preparazione (eventuali precipitati, limpidezza, colore)

qualora il farmaco non arrivi schermato da parte della Farmacia

ospedaliera;

integrità dei contenitori;

eventuale premedicazione.

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Chi somministra il farmaco deve conoscerne l’uso e le precauzioni

necessarie per l’impiego, le controindicazioni, le reazioni avverse da

farmaco (ADR), le interazioni con altri farmaci.

Le attività di cui sopra sono di competenza del personale infermieristico ed

avvengono sotto la responsabilità di questi.

Prima di iniziare l’infusione l’infermiere professionale dovrà essere protetto

con gli idonei dispositivi:

- guanti

- camice

Prima e dopo ogni somministrazione l’operatore dovrà lavarsi

accuratamente le mani.

È, inoltre, indicato utilizzare rubinetti, con dispositivo luer-lock, per

raccordare i deflussori a i vari tipi di ago utilizzati. Così facendo si rendono

le operazioni più semplici e con minore possibilità di fuoriuscita del

farmaco antiblastico. In caso di mal funzionamento del deflussore occorre

staccarlo, portarlo nel locale di preparazione (UFA), e lavorando sotto

cappa, inserirne uno nuovo.

Per evitare spargimenti del farmaco, durante la somministrazione, è

necessario posizionare un telino sotto il braccio del paziente. Le

caratteristiche del telino dovranno essere: assorbente nella parte superiore,

impermeabile su quella inferiore e non rilasciare particelle.

Bisogna procedere al reperimento della vena rispettando le norme generali

di asepsi. Occorre innanzitutto ispezionare ambedue le braccia, il vaso

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venoso deve presentarsi morbido, elastico e di dimensioni adeguate a

contenere il catetere o l'ago scelto per la somministrazione. E' meglio

scegliere vasi di grosso calibro in zona lontana da plessi nervosi, tendini o

grosse arterie; per ridurre il danno da stravaso bisogna scegliere la sede più

idonea per l’infusione evitando le vene piccole, sclerotiche e in genere

quelle degli arti inferiori:

Siti di elezione:

- vene mediane dell’avambraccio;

- vena cefalica e basilica;

- vene dorsali della mano.

Siti da evitare:

- fossa anticubitale (grossi vasi un danno da stravaso può essere

gravissimo);

- flessione del polso e della mano (rapporto diretto con nervi e tendini

per una scarsa copertura cutanea);

- vasi di piccolo calibro e fragili;

- vene infiammate o sclerotiche;

- vene degli arti inferiori (transito sanguineo rallentato con rischio di

tromboflebiti);

- zone con circolazione sanguigna e linfatica compromessa (arti

immobilizzati, circolazione compromessa dal tumore, flebiti, ecc.);

- zone che drenano in distretti precedentemente irradiati;

- zone dove sono state praticate iniezioni sottocutanee.

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5.7.1 Procedure specifiche

Introdurre l’ago o il catetere venoso nella vena prescelta; raccordare una

fleboclisi contenente soluzione fisiologica sia per il lavaggio della vena che

per l’eventuale idratazione prevista dallo schema chemioterapico.

Posizionare una garza sotto il raccordo. Rispettare il seguente ordine di

infusione dei chemioterapici: prima il farmaco più vescicante o

necrotizzante, poi l’irritante ma non vescicante ed infine quello nè irritante

nè vescicante; prima dell’infusione, tra un farmaco e l’altro, infondere

sempre almeno 10 ml di soluzione fisiologica per lavare il lume

dell’accesso venoso ed evitare il depositarsi di piccole quantità di farmaco

che potrebbero essere causa di irritazioni locali; alla fine dell’infusione per

lo stesso motivo, lavare il lume della vena con 100 ml di soluzione

fisiologica. Per l’estrazione dell’ago e l’infusione dei farmaci deve essere

usato un tampone sterile imbevuto di alcool.

Tutti i materiali contaminati devono essere eliminati con cautela in

contenitori specifici e adeguatamente identificabili

L’infermiere che intraprende la somministrazione appunterà sulla scheda di

somministrazione l’ora di inizio delle infusioni e la controfirmerà.

Le azioni concomitanti alla somministrazione prevedono che sia garantita la

presenza di almeno un medico oncologo sia all’interno del reparto di

degenza ordinaria che del DH che sia prontamente disponibile per

fronteggiare ogni eventuale evento improvviso connesso alla

somministrazione della terapia.

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La vigilanza medica sulle attività del reparto di degenza ordinaria e del DH

sono di competenza dei dirigenti medici oncologi e avvengono sotto la loro

responsabilità.

Sarà inoltre garantita la pronta disponibilità di un medico e di personale

infermieristico preparati secondo le modalità Basic Life Support (BLS) per

le eventuali urgenze;

La gestione dello stravaso da farmaco avverrà seguendo la procedura

aziendale, stilata coerentemente con la letteratura e le linee guida più

aggiornate.

La gestione dello stravaso è di competenza sia del dirigente medico

oncologo che dell’infermiere professionale ed avviene sotto la

responsabilità di entrambe le figure professionali.

Gli antidoti e il materiale necessario per lo stravaso nonché la procedura

scritta sono rese disponibili sia presso i locali del reparto degenze che

presso i locali del DH.

Nei locali del reparto di degenza ordinaria e nei locali del DH è garantita la

presenza di un carrello adeguatamente attrezzato per far fronte alle

emergenze/urgenze e la rapida reperibilità di un monitor per controllare i

parametri vitali.

La disponibilità degli antidoti e della procedura scritta, nonché del carrello

d’emergenza è sotto la responsabilità del coordinatore infermieristico.

Ogni eventuale reazione avversa inattesa sarà documentata per iscritto da

parte dell’infermiere nella scheda di somministrazione; il medico che sia

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intervenuto riporterà in diario clinico le informazioni inerenti la reazione

verificatasi. Le azioni successive alla somministrazione della terapia

antitumorale prevedono che il completamento della procedura di

somministrazione, avvenuta secondo quanto previsto dalla scheda di

terapia, sia adeguatamente documentata per iscritto dall’operatore sanitario

che vi ha provveduto; l’infermiere che completa la somministrazione

appunterà l’ora di fine delle infusioni e la controfirmerà.

5.7.2 – INDICATORI SOMMINISTRAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. stravasi/totale

somministrazioni

n. ADR/totale

somministrazioni

n. schede di

somministrazioni

correttamente

formalizzate/totale

somministrazioni

5.8 DISPENSAZIONE DELLA TERAPIA ORALE

ANTITUMORALE

La prescrizione della terapia antineoplastica orale avviene all’interno dei

locali del DH delle UU.OO. di Oncologia ed Ematologia.

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65

Particolare attenzione viene dedicata dagli operatori sanitari nell’informare

il paziente in merito alla terapia da seguire, alle modalità e ai tempi di

assunzione del farmaco, ai possibili effetti collaterali (verrà spiegato il

modo di riconoscerli precocemente, le modalità di comunicazione e

soprattutto i comportamenti da adottare come nel caso in cui il farmaco

venisse emesso con il vomito), alle ADR, alle incompatibilità

farmacologiche nonché ai possibili errori della posologia.

Per la valutazione della compliance del paziente, viene compilato un diario

in cui annotare il numero di dosi assunte, gli orari, gli effetti collaterali o le

eventuali problematiche incontrate.

Analogamente a quanto avviene per i farmaci antineoplastici somministrati

per via parenterale, anche per i farmaci orali sono utilizzate schede di

prescrizione condivise dall’intera équipe (medico, farmacista, infermiere).

Tali schede, viste le peculiarità gestionali connaturate alla terapia

antineoplastica orale, recano le seguenti informazioni:

dati anagrafici del paziente (nome, cognome, data e luogo di nascita,

residenza);

recapiti telefonici del paziente e dell’eventuale caregiver;

peso, altezza e superficie corporea del paziente;

comorbosità;

elenco completo dei farmaci assunti dal paziente;

posologia del farmaco antineoplastico con indicazione delle dosi da

assumere per ogni singola somministrazione, delle modalità di

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66

assunzione in relazione ai pasti e dell’orario di somministrazione. Le dosi

totali ed il loro eventuale frazionamento in dosi multiple giornaliere

devono essere chiaramente indicate.

Sulla scorta del contenuto della scheda di prescrizione, il farmaco viene

consegnato al paziente nel quantitativo corrispondente ad un ciclo di cura

o altro, secondo indicazioni aziendali, da parte del farmacista dell’UFA.

Una copia della scheda sarà consegnata al medico curante dal paziente, il

quale la esibirà in ogni situazione in cui riceverà una prestazione sanitaria

(es. accesso al Pronto soccorso).

5.8.1 – INDICATORI DISPENSAZIONE DELLA TERAPIA ORALE

ANTITUMORALE

TITOLO

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di farmaci dispensati

con indicazioni gestione

ADR/totale

dispensazioni

n. di farmaci dispensati

con indicazioni gestione

dello smaltimento

mediante apposito foglio

esplicativo

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67

5.9 IMMAGAZZINAMENTO, CONSERVAZIONE E GESTIONE

SCORTE

I chemioterapici antiblastici devono essere conservati in aree specifiche

della farmacia, appositamente segnalate, non accessibili al personale non

addetto, all’interno di armadi fissi.

Nelle zone di immagazzinamento e ricezione deve essere presente un kit per

il contenimento degli spandimenti accidentali.

Le scorte di magazzino richiedono una rotazione elevata, sia per la

difficoltà di conservazione sia per i costi. Grazie alla presenza di un sistema

informatico è possibile predisporre un inventario periodico per la verifica

delle giacenze reali e per il riallineamento informatico di lotti e scadenze.

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68

6. SEZIONE SPERIMENTALE

Metodi

Per la realizzazione del modello integrato sono stati condivisi e

formalizzati da parte della Direzione Aziendale e dal Gruppo di Progetto

i seguenti obiettivi:

Mission e politica per il miglioramento

Obiettivi - impegni e piani per il miglioramento

Gestione dei processi (con descrizione e analisi delle criticità e

formalizzazione delle buone pratiche clinico-organizzative)

Gestione delle risorse umane e tecnologiche (con definizione dei

profili professionali, delle schede individuali, del piano formativo

e con il coinvolgimento della Ingegneria Clinica dell’Ufficio

Tecnico dei piani di manutenzione e taratura)

Strumenti di verifica (audit) del modello attraverso

l’individuazione e il monitoraggio di opportuni indicatori di

processo e di risultato per la misurazione delle performance del

sistema.

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69

6.1 INDICATORI DI PERFORMANCE ANNO 2013

5.2.1 – INDICATORI PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Oncologia

100%

100%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in Oncologia

100%

100%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Ematologia

80%

90%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in Ematologia

90%

100%

100%

n. consensi correttamente

formalizzati/totale

pazienti ricoverati in

Oncologia

100%

100%

100%

n. consensi correttamente

formalizzati/totale

pazienti ricoverati in

Ematologia

90%

100%

100%

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70

5.3.1 – INDICATORI PRESCRIZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. prescrizione EMA

non conformi/totale

pervenute in UFA

(16/1728 x 100)

0,92%

0,80%

0%

n. prescrizione ONCO

non conformi/totale

pervenute in UFA

(112/9626 x 100)

1,16%

0,80%

0%

5.5.4 - INDICATORI PREPARAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di errori (near-miss)

accaduti nell’anno/totale

preparazioni

(128/19346 x100)

0,66%

0,33%

0%

n. preparazione conformi

alla prescrizione/totale

preparazioni

(19346/19346 x 100)

100%

100%

100%

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71

5.6.3 – INDICATORI DISTRIBUZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

Mediana/Media dal

tempo che intercorre dalla

presa in carico in UFA

alla consegna ai reparti

120 minuti

90 minuti

60 minuti

n. di bolle di

accompagnamento che

non “seguono” il

contenitore sino ai

reparti/totale bolle

predisposte

40%

20%

0%

5.7.2 – INDICATORI SOMMINISTRAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. stravasi/totale

somministrazioni

(2/19346 x 100)

0,01%

0%

0%

n. ADR/totale

somministrazioni

(57/19346 x 100)

0,30%

0,60%

0,70%

n. schede di prescrizione

correttamente

formalizzate/totale

prescrizioni

100%

100%

100%

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72

5.8.1- INDICATORI DISPENSAZIONE DELLA TERAPIA ORALE

ANTITUMORALE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di farmaci dispensati

con indicazione gestione

ADR/totale

dispensazioni

0%

80%

100%

n. di farmaci dispensati

con indicazioni gestione

dello smaltimento

mediante apposito foglio

esplicativo

0%

80%

100%

6. – INDICATORI PROCEDURA DI GESTIONE DEGLI STRAVASI

DI FARMACI CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN

ONCOLOGIA-EMATOLOGIA

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. stravasi/totale

procedure eseguite (DH)

(2/19346 x 100)

0,01%

0%

0%

n. stravasi/totale

procedure eseguite

(Ricovero)

0%

0%

0%

n. stravasi per

Dislocazione del

reservoir (Port)/n. stravasi

(DH)

0%

0%

0%

Dislocazione del

reservoir (Port)/n. stravasi

(Ricovero)

0%

0%

0%

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NEAR MISS ANNO 2013

Titolo

Oncologia

Ematologia

Mancata/Errata Diagnosi 10 0

Firma del Medico (assente) 20 1

Dati del paziente assenti o

errati (es. data di

nascita/nome, altezza, peso,

sup. corporea)

22

2

Protocollo terapeutico

indicato errato/schema

terapeutico incompleto o

farmaco prescritto errato

14

2

Data di

somministrazione/prescrizione

errata (es. anticipata rispetto

al protocollo) o assente

12

4

Tipo di somministrazione

indicato errato o assente

4

3

Protocollo (dosaggio errato ) 21 4

Durata terapia errata o assente 4 0

Dosaggio farmaco assente 5 0

Totale near miss 112 16

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74

6.2 INDICATORI DI PERFORMANCE ANNO 2014

5.2 .1 – INDICATORI PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Oncologia

100%

100%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in Oncologia

100%

100%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati DH Ematologia

90%

100%

100%

n. schede di anamnesi

correttamente

compilate/totale pazienti

ricoverati in Ematologia

95%

100%

100%

n. consensi correttamente

formalizzati/totale

pazienti ricoverati in

Oncologia

100%

100%

100%

n. consensi correttamente

formalizzati/totale

pazienti ricoverati in

Ematologia

100%

100%

100%

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75

5.3.1 - INDICATORI PRESCRIZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. prescrizione EMA non

conformi/totale pervenute

in UFA

(6/1256 x 100)

0,47%

0,40%

0%

n. prescrizione ONCO

non conformi/totale

pervenute in UFA

(48/6998 x 100)

0,69%

0,50%

0%

5.5.4 - INDICATORI PREPARAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di errori (near-miss)

accaduti nell’anno/totale

preparazioni

(54/16338 x100)

0,33%

0,23%

0%

n. preparazione conformi

alla prescrizione/totale

preparazioni

(16338/16338 x 100)

100%

100%

100%

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76

5.6.3 – INDICATORI DISTRIBUZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

Mediana/Media dal

tempo che intercorre dalla

presa in carico in UFA

alla consegna ai reparti

100 minuti

90 minuti

60 minuti

n. di bolle di

accompagnamento che

non “seguono” il

contenitore sino ai

reparti/totale bolle

predisposte

30%

20%

0%

5.7.2 - INDICATORI SOMMINISTRAZIONE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. stravasi/totale

somministrazioni

(1/16338 x 100)

0,006%

0%

0%

n. ADR/totale

somministrazioni

(110/16338 x 100)

0,67%

0,85%

0,87%

n. schede di prescrizione

correttamente

formalizzate/totale

prescrizioni

100%

100%

100%

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77

5.8.1 – INDICATORI DISPENSAZIONE DELLA TERAPIA ORALE

ANTITUMORALE

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. di farmaci dispensati

con indicazione gestione

ADR/totale dispensazioni

60%

80%

100%

n. di farmaci dispensati

con indicazioni gestione

dello smaltimento

mediante apposito foglio

esplicativo

60%

80%

100%

6. – INDICATORI PROCEDURA DI GESTIONE DEGLI STRAVASI

DI FARMACI CHEMIOTERAPICI ANTIBLASTICI IN

ONCOLOGIA-EMATOLOGIA

Titolo

Valore

Attuale

Valore

Atteso

Valore

Target

n. stravasi/totale

procedure eseguite (DH)

(1/16338 x 100)

0,006%

0%

0%

n. stravasi/totale

procedure eseguite

(Ricovero)

0%

0%

0%

n. stravasi per

Dislocazione del

reservoir (Port)/n. stravasi

(DH)

0%

0%

0%

Dislocazione del

reservoir (Port)/n. stravasi

(Ricovero)

0%

0%

0%

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78

NEAR MISS ANNO 2014

Titolo

Oncologia

Ematologia

Mancata/Errata

Diagnosi

3

0

Firma del Medico

(assente)

0

0

Dati del paziente

assenti o errati (es. data

di nascita/nome)

10

1

Protocollo (data errata) 3 0

Protocollo (dosaggio

errato o assente)

15

1

Protocollo

(errato/incompleto o

ciclo errato)

17

4

Totale near miss 48 6

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79

Risultati

Attraverso l’analisi degli indicatori di performance ottenuti nell’anno 2013

e ancor di più nel 2014 si evince come la maggior parte dei risultati ottenuti

si avvicini al valore atteso ed in qualche processo anche al valore target.

La migliore gestione del sistema di sorveglianza con riferimento agli errori

evitati ovvero i near miss cioè agli errori riconosciuti in tempo prima che

gli stessi possano provocare eventuali danni al paziente dimostra come il

modello sviluppato sia di fondamentale supporto per la sicurezza e qualità

delle cure.

Inoltre, mediante l’analisi organizzativa effettuata sui processi e sulle

risorse impiegate è stato possibile declinare gli obiettivi con il piano delle

azioni di miglioramento e con la successiva verifica dell’efficacia mediante

il monitoraggio di specifici indicatori. Il miglioramento misurato, quindi,

diventa elemento di trasparenza verso i vari portatori di interesse e di

attivazione di un processo di comunicazione all’interno della struttura

sanitaria basato sulla condivisione di obiettivi comuni, delle criticità

riscontrate, dalle strategie da attuare e dei risultati ottenuti.

Nella tabella seguente (Tab. 1) si riportano alcuni valori di indicatori di

performance attesi per il 2015 ottenibili mediante azioni di miglioramento

continuo al fine di ridurre ulteriormente gli errori nella fasi di prescrizione e

somministrazione della terapia e limitare gli eventi avversi da farmaco.

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80

Titolo

Valore attuale al 2014

Valore atteso al 2015

n. totale degli errori

prescrizione/n. totale

terapie prescritte

1,16%

0,80%

n. errori in fase di

somministrazione/n.

totale somministrazioni

0,01%

0%

n. di errori accaduti

nell'anno/n. totale

preparazioni

0,66%

0,33%

n. eventi avversi /n.

totale somministrazioni

0,01%

0%

Tab. 1 Valori di indicatori di performance attesi al 2015

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81

7. CONCLUSIONI

La gestione centralizzata delle terapie oncologiche presuppone la creazione

di un team multidiscliplinare e predispone quindi alla condivisione delle

tematiche e delle criticità e all’attuazione delle migliori condizioni di

espletamento delle cure. Queste azioni di governo clinico rafforzano

ulteriormente le sinergie tra i professionisti coinvolti nel processo

terapeutico, in particolare tra il medico oncologo ed i farmacisti.

Il modello integrato UFA-ONCO-EMA sviluppato dall’ARNAS Garibaldi

di Catania per la produzione e gestione del farmaco antitumorale ha

rappresentato un’esperienza pilota unica a livello regionale. Questo modello

di governo clinico garantisce la sicurezza del paziente e assicura cure più

opportune per la gestione della patologia ed è stato preso come riferimento

da parte dell’Assessorato della Salute per un progetto rivolto a tutte le

strutture pubbliche e private della Regione Sicilia.

Inoltre, la certificazione del processo di produzione e gestione del farmaco

antitumorale pone l’ARNAS Garibaldi in linea con la Raccomandazione n.

14 dell’ottobre 2012 con la quale il Ministero della Salute ha invitato tutti

gli operatori sanitari impegnati nell’assistenza al paziente oncologico a

porre particolare cure e attenzione alle criticità che inevitabilmente si

incontrano nella presa in carico di soggetti affetti da patologie così

invalidanti e a multipla compromissione.

La validazione e l’ottenimento della certificazione ISO 9001 del processo di

produzione e gestione farmaci antiblastici da parte dell’ARNAS Garibaldi

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82

ha consentito di creare una cultura organizzativa capace di accrescere la

credibilità con cui l’organizzazione si autoresponsabilizza nel rispettare le

regole stabilite e nella pragmaticità di misurare i risultati raggiunti.

Il Gruppo di Progetto, pertanto, rimane attivamente impegnato nel

completare e consolidare il modello organizzativo di governo clinico al fine

di dimostrare nel tempo la propria capacità di migliorare i risultati in

termini di rendimento dell’intero processo di gestione del farmaco

antitumorale.

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83

BIBLIOGRAFIA

[1] Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana. XII edizione. Roma:

Istituto Poligrafico dello Stato, 2008.

[2] Good Manufacturing Practice – European Commission (GMP). Vol. 4

all.1: “Manufacture of sterile medicine products” – 25/11/2008 (rev.).

[3] Medaglia, Pastori, Vimercati. Schede d’informazione farmacologica per

il paziente oncologico, 2001 pag 7-10

[4] Legge 448 del 23/12/1998 “Misure di finanza pubblica per la

stabilizzazione e lo sviluppo" (articolo 68; comma 6)

[5] Decreto 18 febbraio 1999 “Modifica del regime di fornitura dei

medicinali antiblastici iniettabili” (articolo 1)

[6] D.Lgs. 14/07/1999 “Modalità di dispensazione dei medicinali

antiblastici iniettabili.” (articolo 1)

[7] D.Legs. del 19 settembre 1994 n°626 e 19 marzo 1996 n° 242- Titolo

VII “Protezione da agenti cancerogeni” (articolo 60-72)

[8] Provvedimento 5 agosto 1999 (G.U. n°236 del 7 ottobre 1999 )

“Documento di linee-guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti

a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario.” (articolo 4.2)

[9] Ferderici, Farina, Mattioli. Il farmacista e l’oncologia oggi: aspetti

metodologici ed organizzativi di un team multidisciplinare. 2011, pag 11-12

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84

[10] Raccomandazione n. 7 marzo 2008 Ministero della Salute

“Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave danno

derivanti da errore nella terapia farmacologica”

[11] Raccomandazione n. 14 ottobre 2012 Ministero della Salute

“Raccomandazione per la prevenzione degli errori in terapia con farmaci

antineoplastici”

[12] Decreto 10 ottobre 2012 Regione Sicilia “Centralizzazione dei farmaci

antiblastici” (articolo 1, 4, 6)

[13] Decreto 14 ottobre 2013 Regione Sicilia “Implementazione del

modello di governo clinico integrato U.F.A.-ONCO-EMA” (articolo 2)

[14] Decreto 14 aprile 2014 Regione Sicilia “Approvazione del programma

regionale per la sicurezza, appropriatezza e gestione complessiva della

terapia antitumorale” (allegato)

[15] Decreto 14 ottobre 2013 Regione Sicilia “Implementazione del

modello di governo clinico integrato U.F.A.-ONCO-EMA” (allegato)

[16] Procedura approvata dalla Direzione Sanitaria dell’ARNAS Garibaldi

di Catania. Gestione della terapia antitumorale in UFA-ONCOLOGIA-

EMATOLOGIA: approvvigionamento, prescrizione, preparazione,

distribuzione, somministrazione, dispensazione terapia orale,

immagazzinamento stoccaggio e conservazione, 2014, pag.1-33

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85

RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare il mio relatore Prof. Giovanni Puglisi per la

disponibilità dimostrata e per i preziosi insegnamenti profusi.

Ringrazio il mio correlatore Dott.ssa Giuseppina Fassari per aver suscitato

in me interesse ed entusiasmo verso questo settore della terapia oncologica

ed i farmacisti dell’ospedale ARNAS Garibaldi di Catania per essere stati

punto di riferimento durante il percorso di tesi.

Un ringraziamento all’assistente di Progetto UFA-ONCO-EMA la

Dott.ssa Desiree Caudullo ed a tutti i componenti del Gruppo di Progetto

per la collaborazione ed il valido contributo nell’analisi dei dati

sperimentali.