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DARE SENSO ALLA VIOLENZA Elisabetta Colombo Micol Trezzi

Elisabetta Colombo, Micol Trezzi - Dare Senso alla Violenza

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DARE SENSO ALLA VIOLENZA

Elisabetta Colombo

Micol Trezzi

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Forme di aggressività

Reattiva: è affettiva, difensiva o rabbiosa, si attiva in

particolare in seguito a frustrazioni.

Proattiva: i bambini che tendono a reagire

impulsivamente, possono imparare che le loro

reazioni aggressive funzionano e sono incoraggiati a

estenderle anche in situazioni in cui non si sentono

minacciati o frustrati.

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Variabili aggressività

• Componente genetica

• Caratteristiche ambientali

• Differenze di genere

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Classificazione dei comportamenti

violenti

• Attacchi fisici: colpire, prendere a pugni, mettere le mani al collo,

rompere le cose, colpire i muri, lanciare oggetti e sputare;

• Abuso psicologico: intimidire, spaventare;

• Abuso emotivo: tendere tranelli, fare credere di essere pazzi,

fare richieste impossibili cercando di impedire al genitore di

portare a termine quello che sta facendo per soddisfare la

richiesta, dire bugie, scappare da casa, minacciare di scappare da

casa, di suicidarsi o farsi del male;

• Sfruttamento economico: rubare soldi,

rubare/vendere/distruggere oggetti dei genitori, fare debiti che i

genitori devono risanare.

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La ricerca

7-18 % in famiglie con entrambi i genitori

29 % in famiglie mono parentali

1 coppia su 10 viene assalita dai propri figli

0,6 % di diffusione del fenomeno

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Fattori di rischio

• Fattori individuali: irritabilità, bassa tolleranza alla

frustrazione, il desiderio di dominare altri e l'uso di droghe

• Fattori familiari: ambienti familiari disfunzionali con gravi

problemi di comunicazione genitori-figli, mancanza di

sostegno familiare e di espressioni di affetto, stili genitoriali

estremamente autoritari o troppo permissivi, la violenza

domestica, maltrattamento durante l'infanzia

• Fattori sociali: scarso impegno scolastico, quartieri

problematici

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Nella clinica

“Gli avevo detto che non gli avrei dato i soldi perché aveva

bigiato, ha cominciato a gridare ad insultarmi, sembrava un

pazzo, fuori di sé, ero terrorizzata, gli gridavo di smetterla, lui

continuava con le parolacce e poi mi ha spinta, strappato la

borsa e poi è uscito di casa di corsa. Ero a pezzi, dopo ha

cominciato a tempestarmi di telefonate e messaggi,

chiedendo scusa, dicendo che gli dispiaceva, che mi voleva

bene, mi chiedeva continuamente se io gli volevo bene,

diceva anche che io non capivo niente e lo facevo impazzire”

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“Dottoressa cosa devo fare? Le ho detto che non

poteva uscire e ha cominciato a dare i numeri, ha rotto

piatti e rovesciato una pentola per terra, poi mi ha dato

qualche calcio.

Un mostro, questa non è più lei!”

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“Il loop è sempre quello:

1) Non è in grado o non ha voglia di studiare

2) Va a scuola impreparato quindi la paura lo frena ad entrare

in classe facendolo scappare

3) Cerca soldi in tutti i modi per fumare (ruba)

4) Fuma per dimenticare

5) Si sente in colpa per tutto quello che ha fatto e si trasforma

in una "belva" feroce che divorerebbe per primo se stesso e

noi immediatamente dopo”

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“Arrivato a casa alle 14.00 ha ricominciato a chiedere

la stessa cosa per alcuni minuti implorando e

utilizzando un tono abbastanza pacato dopodichè è

esploso in una rabbia pazzesca urlando, insultando,

minacciando (rottura di tutte le suppellettili, incendio

alla casa, etc. etc.) con gli occhi rossi, le lacrime e la

bava alla bocca”