ENERGIA SOLARE O DIFESA DEL SUOLO ?

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Una attenta considerazione sulla convenienza economica ed ecologica di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile che fa uso di energia fossile (metano) classificato come impianto IBRIDO.Dott. Ing. Donato Cancellara

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    LAssociazione Intercomunale Lucania congiuntamente con lAssociazione per il Miglioramento delle Condizioni Ambientali A.Mi.C.A., insieme al supporto di migliaia di cittadini della Regione Basilicata e Regione Puglia, svariati studiosi e tecnici, si trovano a contrastare una sconsiderata opera prospettata come impianto per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Tale impianto, alimentato da fonte rinnovabile solare nonch da fonte non solare non rinnovabile, quale il gas metano, basato sulla tecnologia del termodinamico e sulla combustione di gas. Labnorme progetto, classificato come impianto IBRIDO, non del tutto rinnovabile perch ricorre allindispensabile utilizzo di una ben nota fonte fossile come il gas metano (cfr. art. 2 comma 1 lettera d) del D.Lgs. 387/2003). Limpianto proposto dalla societ Teknosolar Italia 2 S.r.l. con un investimento di 300 milioni di euro e con un particellare desproprio, pronto alluso, per acquisire una superficie agricola di oltre 226 Ha (2.260.000 mq) in agro di Banzi (PZ) nella Regione Basilicata. Tale superficie paragonabile a quella del limitrofo centro abitato di Palazzo San Gervasio (PZ) di circa 6000 abitanti.

    Fig. 1: Inquadramento territoriale.

    Fig. 2: Inquadramento territoriale.

    Spett.le

    Rivista XXI SECOLO Scienza e Tecnologia C.A. Dott. Roberto IRSUTI (Direttore)

    Genzano di Lucania, 03.04.2014

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    La tecnologia del solare termodinamico, a cui ricorre il progetto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. in aggiunta alla combustione di gas metano, nasce per sfruttare lEnergia Termica recuperata dal sole per produrre energia meccanica e di conseguenza elettrica. Trattasi del diretto competitor del sistema fotovoltaico. Il termodinamico ed il fotovoltaico selvaggio in area agricola sono caratterizzati da un elemento particolarmente impattante ed invasivo per il territorio: il sistema di enormi specchi parabolici (per il termodinamico) ed il sistema di pannelli (per il fotovoltaico). Il solare termodinamico nasce perch, nello sviluppo delle tecniche e delle tecnologie di conversione dellenergia solare, si cercato di dare una risposta ai bassi rendimenti di conversione forniti dei sistemi fotovoltaici. I due sistemi si differenziano in quanto il fotovoltaico fornisce buone prestazioni su piccole potenze con costo dell impianto che varia pressoch linearmente con la potenza installata, mentre il Solare Termodinamico diminuisce il suo costo allaumentare della potenza installata con necessit di occupare estese superfici: un impianto termodinamico, a parit di potenza elettrica con il fotovoltaico, occuperebbe una superficie due volte maggiore. Inoltre, il fotovoltaico viene alimentato dallirraggiamento solare diretto e diffuso, mentre il termodinamico ha bisogno di elevati valori di irraggiamento solare diretto (c.d. DNI Direct Normal Irradiation). Ci detto rende lapplicazione del termodinamico idonea in terreni desertici in cui possibile far affidamento ad elevati valori di DNI occupando estese superfici senza arrecare danni allagricoltura.

    Fig. 3: Esempio di impianto con tecnologia termodinamica.

    Fig. 4: Esempio di impianto con imponente consumo di suolo agricolo ed dirompente impatto ambientale/paesaggistico.

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    Nel caso di specie, la societ Teknosolar Italia 2 S.r.l. vorrebbe realizzare il suo impianto su di un ampio terreno agricolo, di elevata fertilit, paragonabile ad oltre 200 campi da calcio affiancati. La piana interessata ha una notevole estensione ed contornata da sistemi collinari che delimitandola creano ununit di paesaggio del tutto singolare e suggestiva nellambito paesaggistico chiamato Fossa Bradanica. La sua conformazione la rende parte essenziale di un paesaggio con conformazione talmente suggestiva che i paesaggisti parlano di un esteso anfiteatro naturale.

    La profondit e fertilit del Suolo, la capacit idrica utile, la capacit di campo e le precipitazioni, pur nella media delle condizioni regionali, contribuiscono a mantenere uno stato di igrofilia che rende tali terreni altamente produttivi. Il territorio conserva un sistema di canalizzazioni di drenaggio per limitare i fenomeni di asfissia radicale e favorire lo scorrimento delle acque in surplus.

    La piana con la sua caratteristica unit di paesaggio pu essere compromessa da opere industriali altamente impattanti ed invasive che annienterebbero sia lunit paesaggistica sia la potenzialit produttiva che, oltretutto, non pu essere vista esclusivamente nella dimensione temporale attuale, ma necessariamente sulla prospettiva almeno di medio temine, tenendo conto dellutilizzo pi che millenario dei Suoli agricoli senza che il sistema abbia perso di valore in fertilit, composizione floristica e produttivit. Le modificazioni determinate dallimpianto termodinamico cancellerebbero irreversibilmente la fertilit dei Suolo, anche in unipotetica futura dismissione dellimpianto.

    Linvasivit dellimpianto proposto dalla societ Teknosolar Italia 2 S.r.l. si traduce in interventi di cementificazione e di impermeabilizzazione del suolo agricolo al fine di consentire la realizzazione delle seguenti opere industriali:

    - Edifici industriale che costituiscono il blocco di potenza denominato power block: superficie 41.201 mq; Stazione elettrica di utenza: superficie 1.515 mq.

    Fig. 5: Immagine tratta dallelaborato Relazione Generale del progetto deposito dalla societ Teknosolar Italia 2 S.r.l.

    Nella ricostruzioni non sono riportati i 4 camini che immettono, a 18 m dallaltezza del suolo, inquinanti in atmosfera con ricaduta sul suolo agricolo. Inquinanti derivanti dalla combustione del gas metano (ossidi si azoto e biossidi di carbonio) e dal riscaldamento degli olii diatermici (benzene e fenolo). Per meglio comprendere il funzionamento e linquinamento che causerebbe limpianto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. sarebbe meglio definirlo impianto solare termodinamico con olii diatermici + turbogas.

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    - Campo solare costituito da 8640 captatori parabolici (SCE) di 12.37 m di lunghezza ciascuno; 720 collettori assemblati (SCA) di 148,5 m di lunghezza ciascuno; per una superficie di 2.222.007 mq P R E O P E R A M

    P O S T O P E R A M

    Fig. 6: Situazione pre-operam e post-operam.

    - Pali di fondazione: superficie di oltre 4.500 mq. Trattasi di 9000 trivellazioni per le fonazioni degli specchi parabolici. Ogni foro presenta un diametro di 1 m (o 0.85 m) con profondit variabile da 4 a 8 m. Tali fondazioni servirebbero per 9000 strutture di supporto a torre per gli specchi parabolici. Ogni supporto presenta unaltezza di circa 3.5 m con struttura in acciaio o in allumino. In aggiunta, i pali pi profondi saranno parzialmente immersi nella falda (1-2 m) con concreti rischi di immissione di inquinati allinterno della falda stessa.

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    Fig. 7: Immagini tratte dalla Tav. A.13.a.30 del progetto depositato dalla societ Teknosolar Italia 2 S.r.l.

    Per lipotetico impianto termodinamico della societ Teknosolar Italia 2 S.r.l., come per tutti gli impianti a tecnologia termodinamica, vi un sistema detto collettore solare che raccoglie e concentra la radiazione solare su un fluido termovettore riscaldandolo ad elevatissima temperatura (dellordine delle centinaia di gradi centigradi) trasformando lenergia solare in energia termica con conseguente trasformazione in energia elettrica da immettere in rete. Il fluido termovettore impiegato rappresentato dagli olii diatermici (altamente inquinanti per lambiente ed altamente tossici). Gli olii diatermici (HTF) utilizzati sono prodotti dalla Dow Chemical Company e chiamati DOWTHERM* A . Nella scheda tecnica di tale sostanza si legge a pag. 7 Informazioni tossicologiche che trattasi di una sostanza TOSSICA e CANGEROGENA. Contiene uno o diversi componenti che hanno causato il cancro in animali di laboratorio. Non si conosce la rilevanza del potenziale cancerogeno per l'uomo. Accidentali fuoriuscite di tali sostanze causerebbe danni irreversibili al suolo, al territorio e allambiente esponendo lintera area a rischi di inquinamento.

    Fig. 8: Stralcio della scheda tecnica dellolio diatermico Dowtherm* A.

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    La societ Teknosolar Italia 2 s.r.l., proponendo un impianto termodinamico su Suoli agricoli, opta per una tecnologia di prima generazione (orami abbandonata) che prevede lutilizzo combinato di enormi quantit di olii diatermici e sali fusi. Gli olii diatermici creerebbero, in caso di sversamenti (indicente per nulla impossibile) danni irreversibili al Suolo agricolo ed alla falda acquifera sottostante. Dato questultimo, per nulla secondario, visto che lintera area assume unIMPORTANZA STRATEGIA per lintero comparto agricolo del Vulture Altro Bradano in seguito alla presenza di unestesa falda superficiale che interessa lintera piana di Palazzo San Gervasio. La disponibilit di una ricca falda superficiale conferisce ai terreni una peculiarit unica da dover preservare e non da esporre a rischi di inquinamento irreversibile connessi ai possibili sversamenti di olii diatermici. Probabilmente, il ricorso agli olii diatermici piuttosto che ai Sali fusi, come fluido termovettore, dettato dalla necessit che il non idoneo livello di irraggiamento solare comporterebbe problemi di solidificazione dei sali nella fitta rete di tubazioni. Problema questultimo superabile con lutilizzo degli olii diatermici ad altissimo impatto ambientale.

    Inoltre, pur potendo fare a meno, per assurdo, degli olii diatermici, sarebbe comunque inaccettabile il dover privare lagricoltura locale della sua migliore ricorsa, dei suoi migliori suoli ad alta produttivit.

    I Suoli interessati hanno una destinazione agricola non idonea allinstallazione di un impianto termodinamico cos come evidenziato in un autorevole lavoro scientifico intitolato Global Potential of Concentrating Solar Power discusso nella Conferenza mondiale SolarPaces Conference Berlin nel 2009, viene precisato, a pag. 10, che la tecnologia solare a concentrazione (CSP) come quella termodinamica con captatori parabolici trova applicazione nelle regioni aride arid desert regions e con una radiazione solare diretta annua (DNI) compresa tra i 2000 e i 2800 kWh/m a fronte dellinsignificante e sconcertante valore di irraggiamento medio annuo previsto dal Piano di Indirizzo Energetico Ambientale della Regione Basilicata (PIEAR) di soli 1460 kWh/m (pari a 4 kWh/m/giorno). Alquanto inquietanti sono le ragioni per cui la Basilicata si sia dotato di un Piano in cui viene inserito un valore a cui corrisponde un di DNI estremamente basso che non consentirebbe il funzionamento, in continuit e sicurezza, di un impianto puramente solare a tecnologia termodinamica con un livello di efficienza ragionevole.

    In aggiunta nel Quaderno del solare termico del Luglio 2011, la stessa ENEA ad affermare che Il solare termodinamico si avvia a diventare una tecnologia commerciale in grado di dare significativi contributi allapprovvigionamento energetico mondiale. Presenta una serie di caratteristiche interessati . e consente di valorizzare terreni non altrimenti utilizzabili, come le aree desertiche, le aree industriali dismesse o le discariche esaurite.

    Dalle colorazione delle cartografie di irraggiamento solare, anche un profano si accorgerebbe che la Regione Basilicata non idonea ad accogliere un impianto solare a tecnologia puramente termodinamica. La colorazione in giallo, afferibile alla Basilicata, ben lontana dalla colorazione arancione o rossa rende inequivocabile il dato secondo cui il termodinamico non avrebbe alcun senso tranne nel caso in cui si voglia mascherare un impianto a gas metano con un impianto termodinamico, ma questa dovrebbe essere unaltra storia.

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    Fig. 9: Cartografie di irraggiamento solare (DNI).

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    Oltre alla beffa, si aggiungerebbe anche in danno per la presenza di terreni ad alta fertilit per il sito prescelto in Regione Basilicata. Limportanza dellarea agricola attesta anche da una dettagliato studio che precisa come i suoli dei territori comunali interessati appartengono a pedotipi come i Mollisuoli ed i Vertisuoli. Geneticamente peculiari di quelle formazioni geo-morfologiche che caratterizzano gran parte dellAppennino meridionale, questi pedotipi, come affermato in precedenza, costituiscono un patrimonio genetico raro, di uno straordinario ecosistema, irriproducibile alla scala della vita umana. Di pi, si tratta di suoli che presentano una suscettivit per lagricoltura (classi I^ e II^ di Land Capability) estremamente elevata.

    In aggiunta, gli uffici dellAssessorato alle Politiche Agricole della Regione Basilicata hanno espresso parere negativo al rilascio dellAutorizzazione Unica necessaria per la realizzazione del progetto di solare termodinamico della societ Teknosolar Italia 2 con sede a Matera. Lautorizzazione alla Teknosolar Italia 2 S.r.l. per la realizzazione dellimpianto solare termodinamico sarebbe, infatti, in contrasto con le attuali direttive europee, condivise dallo Stato Italiano, sul contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato e con le finalit di valorizzazione dei terreni agricoli e la promozione e tutela dellattivit agricola del paesaggio e dellambiente che sono prevalenti alla realizzazione del progetto solare termodinamico anche alla luce dei valori sottesi al Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 che si intendono potenziare nel prossimo ciclo di programmazione.

    La nota dell Assessorato alle Politiche Agricole della Regione Basilicata, un ulteriore tassello che si aggiunge a quello delle decine di Associazioni, Comitati, Cittadini della Basilicata e della Puglia che hanno espresso la loro netta contrariet ad un impianto altamente impattante sul territorio, sia dal punto di vista ambientale sia sotto laspetto economico e sociale. Di grande rilevanza la coalizione di diversi Comuni (Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Montemilone, Maschito e Spinazzola della limitrofa Regione Puglia) unitisi nel dire NO ad un impianto che prevede un consumo dissennato di suolo agricolo. Oggi, lallarme al consumo di Suolo pi che mai una realt incontrovertibile e lobiettivo prioritario dovrebbe essere quello di salvaguardare la destinazione agricola dei suoli agricoli e la conservazione della loro specifica biodiversit e pedodiversit al fine di tamponare la devastante e irrefrenabile cementificazione della superficie agricola nazionale che sta assumendo una forma inquietante: secondo lISPRA, al 2012, la superficie di suolo consumato e perso irreversibilmente si incrementato di altri 720 kmq, 0,3 punti percentuali in pi rispetto al 2009, unarea pari alla somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli e Palermo. Sottolinea lISPRA che la velocit con cui si perde terreno non rallenta e continua procedere al ritmo di 8 mq al secondo.

    Fig. 10: Manifestazione del 26.01.2014 contro limpianto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. (Foto Luciano Di Nardo)

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    Emblematico lintervento del Comune di Spinazzola della limitrofa Regione Puglia interessata dagli effetti ambientali, paesaggistici e agronomici derivanti dalla realizzazione dellimpianto Termodinamico. Effetti naturali che non possono rientrare nellottica dei confini amministrativi: la natura, lambiente, il paesaggio non hanno limitazioni amministrative. Il Comune di Spinazzola distante meno di 200 m dallimpianto e, nonstante ci, mai coinvolto nella Conferenza di Servizi regionale. Il Comune di Spinazzola fa sentire il suo grido tramite la Deliberazione n. 3 del 13.02.2014 nella quale ritien opportuno diffidare la Societ Teknosolar Italia 2 s.r.l. dallintraprendere qualsiasi attivit in merito senza le prescritte autorizzazioni nazionali, regionali e locali e sopratutto senza le preventive doverose comunicazioni ai comuni limitrofi che comunque resteranno coinvolti nellintera vicenda e ne subiranno inevitabilmente le nefaste conseguenze dellinsediamento termodinamico; invitare LARPA della Regione Puglia ad attivarsi fattivamente al fine di impedire che i cittadini della Regione Puglia vengano a subire supinamente e impotentemente possibili danni alla propria salute ed al proprio ambiente; dichiarare lo stato di agitazione permanente della Citt di Spinazzola in supporto alle azioni gi intraprese a riguardo per la salvaguardia dellambiente e della salute dei cittadini.

    Discutibile procedura espropriativa

    Com noto, purtroppo, gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile sono opere di pubblica utilit e potrebbero, ove occorra, giovarsi del ricorso allistituto dellespropriazione. Il principio dettato dallart. 12 del D. Lgs. 387/2003, ma con lart. 27 c. 42 della legge 23 luglio 2009 n. 99 stato introdotto il comma 4bis allart. 12 del D. Lgs. 387/2003 prevedendo che: per la realizzazione di impianti alimentati a biomassa e per impianti fotovoltaici, ferme restando la pubblica utilit e le procedure conseguenti per le opere connesse, il proponente deve dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell'autorizzazione, la disponibilit del suolo su cui realizzare l'impianto. La legge parla di fotovoltaico, ma la ratio legis indubbiamente quella in base alla quale il produttore deve avere la disponibilit del suolo (non potendolo espropriare) per tutti quegli impianti da fonti rinnovabili la cui collocazione non avviene in punti discreti del territorio (come per gli aerogeneratori di un impianto eolico) bens su vaste aree, precludendone la conduzione del fondo agricolo, come per gli impianti basati su sistema di pannelli a terra (per il fotovoltaico) o similarmente su sistema di specchi (per il termodinamico). Il termodinamico ha laggravante di una maggiore invasivit rispetto al fotovoltaico poich mentre questultimo in grado di fornire buone prestazioni anche su piccole potenze con un costo per limpianto che varia pressoch linearmente con la potenza installata, per il termodinamico il suo costo diminuisce allaumentare della potenza installata e pertanto richiede aree estese con notevoli impattanti per il paesaggio e per lambiente in generale, qualora non si scelgano siti industriali.

    Inoltre, nella Relazione Generale A1, relativa al progetto dellipotetico impianto termodinamico della societ Teknosolar Italia 2 S.r.l., si precisa che il sistema di funzionamento integrato da una frazione di fonte energetica non rinnovabile fino a un massimo del 15% per esigenze di continuit e sicurezza dellimpianto. La fonte rinnovabile il gas metano (fonte non rinnovabile) indispensabile per garantire lavvio dellimpianto dopo le interruzioni per esaurimento del calore accumulato, per garantire continuit di produzione durante gli interventi di manutenzione e in particolari situazioni di assenza prolungata di irraggiamento solare. Per la fornitura di gas si rende necessario lallacciamento alla Rete nazionale di propriet della Snam Rete Gas S.p.a. tramite un opportuno metanodotto che si configura come opera connessa ed indispensabile allesercizio, in condizioni di di continuit e sicurezza, dellipotetico impianto della societ Teknosolar Italia 2 S.r.l.. Ci detto configura un impianto IBRIDO in parte alimentato da una fonte rinnovabile solare e in parte da una fonte non solare non rinnovabile (cfr. art. 2 comma 1 lettera d) del D.Lgs. 387/2003).

    Per tali motivi il D. Lgs. n. 387 del 29.12.2003 lo classifica alla lettera d) del 1 comma dellart. 2 fra le centrali ibride che producono energia elettrica utilizzando sia fonti non rinnovabili, sia fonti rinnovabili ed al comma 7 del successivo art. 12 esclude limpianto IBRIDO fra gli impianti di energia elettrica che possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici

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    comunque alla seguente condizione: Nell'ubicazione si dovr tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversit, cos come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonch del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14.

    Quanto evidenziato si pone in lineare con lormai consolidata definizione secondo la quale il Suolo un Bene comune da dover difendere e salvaguardare in quanto non rinnovabile.

    doveroso richiamare il rispetto di quanto dettato dalla nostra Carta costituzionale che allart. 41 evidenzia come liniziativa economica privata libera, ma non pu essere in contrasto con lutilit sociale; allart. 44 associa il razionale sfruttamento del Suolo al dovere di garantire equi rapporti sociali; oltre che con quanto precisato dalla Convenzione Europea sul Paesaggio, sottoscritta a Firenze il 20 ottobre 2000 e ratificata dallItalia con la legge 9 gennaio 2006, n. 14 che ricomprende entro la definizione di paesaggio tutti gli spazi naturali e rurali ed infine con la Dichiarazione di Tirana, approvata a maggio del 2011, in cui si afferma la necessit di promuovere un accesso equo e sicuro alla terra, di promuovere lo sviluppo sostenibile e contribuire allidentit, alla dignit e allinclusione sociale, denunciando vigorosamente la pratica dellaccaparramento delle terra (c.d. land grabbing) definito come tutte le acquisizioni che NON siano basate su una approvazione preliminare, libera, ed informata degli utilizzatori della terra coinvolti; che non siano basate su una valutazione o trascurino impatti sociali, economici e ambientali, o di genere; che non siano basati su una effettiva pianificazione democratica ed un monitoraggio indipendente oltre che sul coinvolgimento di tutte le parti sociali.

    Irregolarit paesaggistiche per il mega impianto termodinamico in agro di Banzi (PZ)

    Nella fattispecie dellimpianto termodinamico in agro di Banzi (PZ), lattuale sito prescelto ricade a ridosso del Torrente Marascione in piena interferenza paesaggistica con la fascia di 150 m dal ciglio del torrente, tutelata ope legis dallart. 142 comma 1 lett. c) del D.Lgs. 42/2004. A tal proposito la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata ha gi fornito un definitivo diniego allautorizzazione paesaggistica, ma la societ sembra non volersi arrendere e continua ad esercitare pressione affinch si possa arrivare al rilascio dellAutorizzazione Unica.

    Probabilmente la Regione Basilicata mal digerisce il diniego definitivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici nonostante sia evidente limpatto connesso alla vastit dellimpianto ed alla sua dirompente percezione da svariati punti panoramici dellabitato e dalle vie di comunicazione che va ben oltre la presenza o meno di beni vincolati paesaggisticamente. Ovviamente, il diniego della Soprintendenza svolge un ruolo chiave nella Conferenza di Servizi (cfr. sentenza del Consiglio di Stato n. 5273/2013; sentenza del TAR Lazio n. 8318/2013; sentenza TAR Salerno n. 2213/2013). orami consolidato lorientamento giurisprudenziale nel ritener impossibile il bypassare il diniego della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, senza entrare nel merito del suo diniego, pena la nullit dellAutorizzazione Unica rilasciata ai sensi del D.Lgs. 387/2003 (cfr. sentenza del Consiglio di Stato n. 3039 del 23 maggio 2012). In aggiunta, limpianto presenta consistenti rischi idraulici dellarea prescelta; immissione in atmosfera di ingenti quantit di inquinanti; unirrazionale aggravio dei rischi di incendio per lintera piana (impianto a rischio di incendio rilevante sottoposto alle Direttive Seveso.

    Allinosservanza della normativa vigente in materia di tutela del paesaggio, si aggiungono altre criticit direttamente collegate alla componente paesaggistica. Con la realizzazione del progetto della Teknosolar Italia 2 S.r.l. si verrebbe a costituirsi un nuovo ecosistema antropizzato immerso in un ecosistema agricolo di altissimo pregio, comportando un non trascurabile peggioramento dello stato ambientale/paesaggistico dei luoghi nonch della loro produttivit (sia in termini di quantit sia in termini di qualit). Lintervento, a livello di ecosistema, presenta elevate probabilit di arrecare danni ambientali/paesaggistici provvisori e permanenti con alterazioni nella struttura spaziale degli ecosistemi esistenti e conseguenti perdite di funzionalit ecosistemica complessiva.

    Limpatto visivo dellimpianto e la variazione cromatica rispetto al paesaggio circostante, nella fase di cantiere e nella fase finale di esercizio, tuttaltro che trascurabile. L'impianto sar visibile dalla strada provinciale S.P. 232, dalla strada statale S.S. 168, dalla strada statale S.S. 655, dalla linea ferroviaria

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    Spinazzola-Minervino. Trattasi di strade ad alto traffico e ad alto scorrimento per cui il progetto comporta un significativo impatto negativo determinando una situazione pregiudizievole al godimento delle bellezze panoramiche. Per quanto riguarda la visibilit dellimpianto, sia per la posizione dellarea sia per le non trascurabili altezze delle opere civili sia per la selva di apparecchiature elettriche, risulta di notevole impatto visivo da tutte le strade sopra citate. Le criticit paesistico-ambientali si accentuano per la potenziale visibilit dal centro urbano di Palazzo San Gervasio e, in particolare, dai punti panoramici in esso presenti e della loro particolare conformazione orografica a balcone allinterno del comune di Palazzo San Gervasio.

    Larea prescelta per il presunto impianto, per le caratteristiche geomorfologiche dei luoghi, rappresenta un sito con ricadute rilevanti sul paesaggio in quanto le opere in progetto risulterebbero visibili in maniera significativa per la presenza di punti panoramici e/o di strade panoramiche che sottendono gli ampi bacini visuali da cui si hanno le condizioni per percepire aspetti significativi del contesto paesaggistico di riferimento.

    Si pu concludere che il progetto comporterebbe un significativo impatto negativo sullambiente e sul paesaggio con un incisivo depauperamento delle bellezze panoramiche. Inoltre, si ritengono insufficienti, per la notevole estensione dellimpianto (paragonabile a quelle del limitrofo centro abitato di Palazzo San Gervasio), le misure previste per eliminare o ridurre gli effetti sfavorevoli. Tali interventi sono del tutto palliativi ai fini della mitigazione dellimpatto visivo ed insufficienti al fine dellinserimento, nel contesto paesaggistico, dell'impianto. Ci principalmente connesso alla notevole estensione degli impianti stessi, alla irrazionale scelta del sito e quindi allimpossibilit di superare i problemi di impatto paesaggistico/ambientale.

    ben noto che la Tutela del Paesaggio di esclusiva competenza dello Stato rappresentato dalla Soprintendenza nello specifico ambito territoriale di competenza in qualit di organo periferico del Ministero per i Beni e le Attivit Culturali (MiBAC), mentre rientra tra le competenza regionali la valorizzazione del Paesaggio (art. 117 Cost.).

    Il Consiglio di Stato si recentemente espresso, con Sentenza n. 3039 del 23 maggio 2012, affermando la nullit di unAutorizzazione Unica, rilasciata ai sensi del D.Lgs. 387/2003, per la costruzione dimpianti alimentati da fonte rinnovabile nel caso in cui lautorizzazione de qua sia rilasciata dallAutorit competente nonostante la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici abbia espresso il proprio parere negativo in sede di Conferenza di Servizi. La Sentenza assume un profilo particolarmente rilevante da un punto di vista giurisprudenziale perch chiarisce, in maniera cristallina, che sono da considerarsi nulle le Autorizzazioni Uniche rilasciate nonostante il dissenso, espresso in sede di Conferenza di Servizi, da soggetti tenuti ad esprimere un parere qualificato, quale appunto la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici.

    Dando ragione alla Soprintendenza, il Consiglio di Stato, con Sentenza n. 3039/2012, sancisce la nullit, ai sensi dellarticolo 21-septies della Legge 241/1990, delle autorizzazioni uniche emesse dalla Regione per difetto assoluto dattribuzioni e per carenza dellelemento essenziale dellatto, ovvero lassenso da parte della Soprintendenza ai beni paesaggistici. In conclusione, il Consiglio di Stato sostiene che la Regione ha disatteso sine titulo il dissenso della Soprintendenza emettendo le autorizzazione uniche relative agli impianti da fonti rinnovabili de quibus nonostante il parere negativo della Soprintendenza stessa

    Nella recente sentenza del Consiglio di Stato n. 5273/2013 si respinge il ricorso di un produttore di energia elettrica da fonte rinnovabile dando ragione alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto che aveva formulato parere negativo sulla costruzione di serre (molto meno impattanti rispetto allimpianto termodinamico proposto dalla Teknosolar Italia 2 s.r.l.) sostenendo che: le opere di progetto consistenti nella realizzazione di serre, locali tecnici, recinzione, per tipologia costruttiva, materiale, estensione, altererebbero il contesto paesaggistico, prevedendo linserimento di manufatti estranei allambito interessato, caratterizzato da zona agricola, vegetazione autoctona e manufatti rurali . Secondo la sentenza se la serra deturpa il paesaggio il fatto che gli strumenti urbanistici comunali prevedano la possibilit di realizzare tale opera non impedisce alla Soprintendenza di negare il via libera paesaggistico. Il Consiglio di Stato d ragione alla Soprintendenza che aveva negato l'autorizzazione paesaggistica alla realizzazione di una serra in zona agricola anche se le norme tecniche di attuazione del regolamento comunale prevedevano la possibilit di realizzare anche costruzioni al servizio dell'agricoltura come le serre. Per i Giudici le valutazioni di carattere paesaggistico

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    sono indipendenti, e comunque prevalenti, rispetto a quelle di carattere urbanisticonella sua valutazione di compatibilit paesaggistica dell'operaurbanistici. Il Consiglio di Stato bacchetta il Tar che aveva fatto derivare l'illegittimit del diniego dell'autorizzazione paesaggistica dalla mancata valutazione della normativa urbanistica.

    Alquanto discutibile il parere reso dalla Commissione regionale per la Tche il proprio parere da ritenersi pianura di circa 8000 Ha occupandone 226 circa che rappresentano il 3% dellintera estensioneverificato in sede di sopralluogo, si rilevato che la percettivit dellimpianto risulta attenuta in rapporto alla considerevole estensione della pianaconcretizzare lestensione dellimpianto della TeknosoHa. Con grande sconcerto si apprende che, banalmente la propriet privata con irrazionali paragoni nel tentativo di espropriarla. Vsottolineare che sarebbe stato ancora pi ridicolodi 1.007.332 Ha rispetto alla quale la percentuale scesa a 0.022%. In aggiunta, i 226 Ha sono una dimensione vicina allo zero se paragonata circonda e alle dimensioni del Pianeta Terrapu essere una dimensione enorme stravolgendone la tradizionale destinazione agricola dei suoli per acconsentire che liter autorizzativo della Teknosolar proceda speditamente. CPaesaggistici della Basilicata in merito al progetto della Teknosolarconnotato dalla presenza del torrente Basentello modificato e alterato dallimpianto caratterizzato oltre che da estdi servizio visibili da punti sensibili del Castello Federiciano di Palazzo San Gervasio e dallintero abiLa realizzazione dellimpianto immetterebbe allinterno della piana elementi dirompenti del tutto estrallarmonica estensione di campi coltivati a cereali alternati a piccoli boschi e abitazioni agricole tipiche dellattuale tessitura paesaggistica

    Fig. 11: Stralcio Cartografia I.G.M.

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    sono indipendenti, e comunque prevalenti, rispetto a quelle di carattere urbanisticonella sua valutazione di compatibilit paesaggistica dell'opera non condizionata dagli strumenti

    Il Consiglio di Stato bacchetta il Tar che aveva fatto derivare l'illegittimit del diniego dell'autorizzazione paesaggistica dalla mancata valutazione della normativa urbanistica.

    lquanto discutibile il parere reso dalla Commissione regionale per la Tutela del Paesaggio precisando da ritenersi favorevole in considerazione che lintervento si inserisce in unampia

    pianura di circa 8000 Ha occupandone 226 circa che rappresentano il 3% dellintera estensionein sede di sopralluogo, si rilevato che la percettivit dellimpianto risulta attenuta in rapporto

    alla considerevole estensione della piana. Singolare laver adottato come metro di paragonelestensione dellimpianto della Teknosolar Italia 2 S.r.l., lintera ampia pianura di circa 8000

    si apprende che, alle spalle dei cittadini, c chi si diverte a banalmente la propriet privata con irrazionali paragoni nel tentativo di espropriarla. V

    ancora pi ridicolo se si fosse preso come paragone lintera Regione Basilicata la percentuale dellintera estensione dellimpianto sarebbe ulteriormente

    226 Ha sono una dimensione vicina allo zero se paragonata circonda e alle dimensioni del Pianeta Terra. Ci che alla Commissione sembra una piccola dimensione,

    essere una dimensione enorme se ci significa depauperare irreversibilmente dizionale destinazione agricola dei suoli per acconsentire che liter autorizzativo della

    proceda speditamente. Cos come evidenziato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e in merito al progetto della Teknosolar Italia 2 S.r.l.

    torrente Basentello e del torrente Marascione verrebbe completamente modificato e alterato dallimpianto caratterizzato oltre che da estese superfici a specchio anche da edifici di servizio visibili da punti sensibili del Castello Federiciano di Palazzo San Gervasio e dallintero abi

    immetterebbe allinterno della piana elementi dirompenti del tutto estrallarmonica estensione di campi coltivati a cereali alternati a piccoli boschi e abitazioni agricole tipiche dellattuale tessitura paesaggistica.

    Stralcio Cartografia I.G.M. - Foglio 188 IV NO (1:25.000).

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    sono indipendenti, e comunque prevalenti, rispetto a quelle di carattere urbanistico. La Soprintendenza non condizionata dagli strumenti

    Il Consiglio di Stato bacchetta il Tar che aveva fatto derivare l'illegittimit del diniego dell'autorizzazione paesaggistica dalla mancata valutazione della normativa urbanistica.

    utela del Paesaggio precisando favorevole in considerazione che lintervento si inserisce in unampia

    pianura di circa 8000 Ha occupandone 226 circa che rappresentano il 3% dellintera estensione e che, come in sede di sopralluogo, si rilevato che la percettivit dellimpianto risulta attenuta in rapporto

    metro di paragone, per , lintera ampia pianura di circa 8000

    si diverte a quantificare banalmente la propriet privata con irrazionali paragoni nel tentativo di espropriarla. Verrebbe da

    preso come paragone lintera Regione Basilicata dellintera estensione dellimpianto sarebbe ulteriormente

    226 Ha sono una dimensione vicina allo zero se paragonata al cosmo che ci Ci che alla Commissione sembra una piccola dimensione,

    ente un intero paesaggio dizionale destinazione agricola dei suoli per acconsentire che liter autorizzativo della

    evidenziato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Italia 2 S.r.l. il paesaggio rurale

    verrebbe completamente ese superfici a specchio anche da edifici

    di servizio visibili da punti sensibili del Castello Federiciano di Palazzo San Gervasio e dallintero abitato. immetterebbe allinterno della piana elementi dirompenti del tutto estranei

    allarmonica estensione di campi coltivati a cereali alternati a piccoli boschi e abitazioni agricole tipiche

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    Fig. 12:

    In aggiunta, Il Consiglio dei ministri in data 13 dicembre 2013Contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificatovalorizzazione e la tutela del suolo non edificato, con particolare riguardo alle aree e agli sottoposti a tutela paesaggistica e ai terreni agricolipaesaggio e lambiente, nonch contenere il consche esplica funzioni e produce servizi ecosistemici e che va tutelato anche in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico favore delle quali sono stati erogati aiuti di Stato o aiuti europei diverso da quello agricolo per almeno 5 anni dallultima erogazione

    Limpianto termodinamico della Teknosolar Italia 2 emissioni inquinanti in atmosfera sistema HTF, sono previste emissioni di temperatura aeriforme di 35 C, per 365 giorni allanno, 12 ore di emissioni al giorno, con velocitdelleffluente di circa 29 m/s e con una

    Inoltre, in seguito ai riscaldatoriSNAM, sono previste emissioni in atmosfera di azoto - NOx), alla temperatura di 200 Cdelleffluente di circa 15 m/s, portata media di totale di 19053 mc/h.

    La societ Teknosolar afferma che non sono previsti sistemi di monitoraggio in continuo delle emissiodella cui effettiva concentrazione la societ Ovviamente, lintento realizzare limpianto coloro i quali lavorano nelle aree citerritorio, il motivo per cui tale attivit industrialericonducibile al business industriale.

    Anche lautorevole Associazione presieduta dellOn. Guido Pollice, a cui afferisce lOsservatorio nazionale sulle Immissioni ed Emissioni, con nota prot. P42 del 17.02.2014Teknosolar Italia 2 s.r.l. vengono dichiarate metano e dai prodotti derivanti dal riscaldamento degli olii diatermici quali vapori miscelati ad azoto. Gli olii diatermici utilizzati sono sostanze clas

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    : Stralcio Cartografia I.G.M. - Foglio 453 (1:50.000).

    Consiglio dei ministri in data 13 dicembre 2013 ha approvato un disegno di legge per il ontenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato prevedendo all

    zione e la tutela del suolo non edificato, con particolare riguardo alle aree e agli ai terreni agricoli, al fine di promuovere a tutelare lattivit agricola, il

    paesaggio e lambiente, nonch contenere il consumo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici e che va tutelato anche in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico ed inoltre allart.5 prevede che

    quali sono stati erogati aiuti di Stato o aiuti europei non possono essere utilizzate per uno scopo diverso da quello agricolo per almeno 5 anni dallultima erogazione.

    termodinamico della Teknosolar Italia 2 s.r.l. prevederebbe 4 condotti di scarico ad unaltezza di 18 m dal suolo. In particolare, in seguito allo sfiato del

    emissioni di benzene e fenolo in atmosfera, quali prodotti di de, per 365 giorni allanno, 12 ore di emissioni al giorno, con velocit

    con una portata media di 3368 mc/h per ciascuno dei due inquinantin seguito ai riscaldatori ausiliari HTF derivanti dalla combustione di gas fornito dalla Rete

    sono previste emissioni in atmosfera di monossido e biossido di azoto (pi in generale di alla temperatura di 200 C, per 365 giorni allanno, per 4.1 ore al

    , portata media di 6351 mc/h per ciascuno dei 3 riscaldatori ausiliari, per un

    et Teknosolar afferma che non sono previsti sistemi di monitoraggio in continuo delle emissiodella cui effettiva concentrazione la societ prevede di effettuare rilievi in occasione della messa in regime. Ovviamente, lintento realizzare limpianto e solo successivamente affrontare i danni

    nelle aree circostanti. Non si capirebbe, se non in un ottica di pura speculazione sul tale attivit industriale viene prevista in un sito la cui vocazione non ha nulla

    .

    ione ambientalista nazionale V.A.S. (Verdi Ambiente e Societ) presieduta dellOn. Guido Pollice, a cui afferisce lOsservatorio nazionale sulle Immissioni ed

    del 17.02.2014, evidenzia che dalle relazione prodotte dalla SocietTeknosolar Italia 2 s.r.l. vengono dichiarate ingenti quantit derivanti dalla combustione del gas metano e dai prodotti derivanti dal riscaldamento degli olii diatermici quali vapori miscelati ad azoto. Gli olii diatermici utilizzati sono sostanze classificate come pericolose che la stessa scheda tecnica

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    ha approvato un disegno di legge per il prevedendo allart. 1 la

    zione e la tutela del suolo non edificato, con particolare riguardo alle aree e agli immobili , al fine di promuovere a tutelare lattivit agricola, il

    umo di suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile che esplica funzioni e produce servizi ecosistemici e che va tutelato anche in funzione della prevenzione e

    le superfici agricole in non possono essere utilizzate per uno scopo

    prevederebbe 4 condotti di scarico per ingenti In particolare, in seguito allo sfiato del

    in atmosfera, quali prodotti di degradazione, alla , per 365 giorni allanno, 12 ore di emissioni al giorno, con velocit

    per ciascuno dei due inquinanti. ausiliari HTF derivanti dalla combustione di gas fornito dalla Rete

    pi in generale di ossidi di 4.1 ore al giorno, con velocit

    per ciascuno dei 3 riscaldatori ausiliari, per un

    et Teknosolar afferma che non sono previsti sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni effettuare rilievi in occasione della messa in regime.

    affrontare i danni che subirebbero Non si capirebbe, se non in un ottica di pura speculazione sul

    la cui vocazione non ha nulla di

    (Verdi Ambiente e Societ) presieduta dellOn. Guido Pollice, a cui afferisce lOsservatorio nazionale sulle Immissioni ed

    , evidenzia che dalle relazione prodotte dalla Societ ingenti quantit derivanti dalla combustione del gas

    metano e dai prodotti derivanti dal riscaldamento degli olii diatermici quali vapori miscelati ad azoto. sificate come pericolose che la stessa scheda tecnica

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    dichiara essere tossiche, infiammabili e cancerogene. Ovviamente per tali olii c' il rischio di sversamenti con ingenti danni all'ambiente, alla salute e al territorio.

    Si chiede come sia possibile oggi, in un momento in cui tanto alta l'attenzione nello smaltimento dell'eternit quale sostanza cancerogena, proporre l'utilizzo di olii diatermici nella cui scheda tecnica alla SEZIONE 11, si legge: Tossicit cronica e cancerogenicit - Contiene uno o diversi componenti che hanno causato il cancro in animali di laboratorio. Comunque il/i componenti non /sono genotossico/i, e non si conosce la rilevanza del potenziale cancerogeno per l'uomo"

    Nel caso in esame, gli effetti non deriverebbero tanto da fenomeni acuti, quanto da esposizione protratta nel tempo (cronica) agli agenti inquinanti. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, laggressione nei confronti delle piante duplice. Pu avvenire attraverso le foglie oppure attraverso modificazioni nella composizione chimica del terreno. Tralasciando i danni acuti che alle concentrazioni in gioco non dovrebbero manifestarsi, i danni cronici nel medio-lungo periodo sono dovuti allassorbimento continuativo nel tempo di basse concentrazioni di inquinanti.

    Questo tipo di danno attualmente il pi diffuso, soprattutto in considerazione del fatto che la tendenza ad aumentare laltezza dei punti emissivi (camini) delle sorgenti inquinanti porterebbe ad una riduzione delle aree con elevati livelli di inquinamento, mentre sarebbe notevolmente aumentata la superficie globale interessata da concentrazioni pi modeste. Gli effetti dannosi sulle piante e lalterazione del sistema suolo si traducono in una modifica delle relazioni pianta-suolo che si ripercuotono sulla produttivit quantitativa e qualitativa delle colture vegetali.

    Nel lungo termine, il fenomeno potrebbe comportare un effetto sia sulle colture sia sullecosistema dellarea, con ulteriori ricadute economiche nel medio-lungo periodo. In aggiunta, possibili avarie nel processo industriale rappresenterebbe un pericolo per lambiente con danni irreversibili. La contaminazione dei suoli agricoli a seguito di deposizione di inquinanti rappresenta un problema anche per la salute pubblica a causa del trasferimento degli inquinanti lungo la catena alimentare.

    Altrettanto importante sono le Valutazioni dei possibili danni alla salute pubblica. In genere, le concentrazioni stimate degli inquinanti nellaria ambiente dovuti alle emissioni dellimpianto non sono tali da provocare effetti acuti sulla salute pubblica, ma possibili impatti potrebbero derivare dallesposizione cronica agli agenti inquinanti, con particolare interessamento dei soggetti pi a rischio, quali anziani e bambini.

    Esistono numerosi studi epidemiologici che correlano i fattori di rischio ambientale agli effetti sulla salute umana. Ferma restando linfluenza dei parametri meteoclimatici sulla persistenza o sulla dispersione in atmosfera di determinate molecole (la pioggia contribuisce a pulire laria, la nebbia assorbe alcune sostanze inquinanti, il forte irraggiamento solare contribuisce in maniera determinante alla formazione di smog fotochimico), in linea generale gli ossidi di azoto, per lunghe esposizioni (come potrebbe essere il caso in esame) possono causare alterazioni della normale funzionalit respiratoria. Il monossido di carbonio un gas letale ad alte concentrazioni (a causa della sua alta affinit con lemoglobina pu inibire il trasporto di ossigeno), ma a concentrazioni basse, come quelle in esame, pu diminuire la resistenza allo sforzo fisico ed abbassare le difese immunitarie.

    Fra le sostanze emesse vi sono i composti organici volatili (COV). Si tratta di una vasta categoria di inquinanti aeriformi di cui fa parte il benzene, riconosciuto cancerogeno per luomo, per cui non possibile definire una soglia sotto la quale non si hanno effetti sulla salute. Secondo lOMS, il rischio aumenta all'aumentare dell'esposizione.

    Anche in questo caso, possibili avarie nel processo industriale rappresenterebbe un pericolo un aggravio per i possibili danni alla salute pubblica.

    Inoltre, in seguito allutilizzo di riscaldatori ausiliari (3 caldaie con potenza termica complessiva di 49.8 Mwt) e conseguente combustione di gas metano fornito dalla Rete SNAM (7.729.928 Sm annui) sono previste emissioni in atmosfera di monossido e biossido di azoto (pi in generale di ossidi di azoto - NOx), alla temperatura di 200 C.

    Si ricorda inoltre che la combustione annuale di 7.729.928 Sm di gas metano immetterebbe in atmosfera circa 15.000 ton di CO2 ogni anno.

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    In aggiunta, Gli specchi parabolici posti su terreni agricoli, in tempi prolungati, riducono fortemente lattivit fotosintetica e la biodiversit, con impoverimento progressivo del tenore di carbonio nel Suolo e di biomassa emergente: la conseguenza pi evidente lemissione anzich la fissazione di CO2 climalterante (il Suolo rappresenta il maggior pozzo di assorbimento di carbonio): questione paradossale, per una tecnologia che punta a ridurre le emissioni climalteranti.

    Problematiche incendio

    Nellambito di una valutazione paesaggistico/ambientale, al fine di tutelare il Territorio, lAmbiente, il Paesaggio, ma anche lIncolumit delle persone, la societ Teknosolar Italia 2 S.r.l. considera laltrettanto delicata questione connessa allincendio di parti dellimpianto solare termodinamico la cui probabilit di accadimento non affatto trascurabile.

    Si ritiene importante evidenziare la possibilit che si possano verificare incidenti per le parti dellimpianto sollecitate ad altissime temperature (centinaia di gradi centigradi) con laggravante di causare possibili inneschi di incendio nel territorio agricolo circostante. Ci si ritiene essere di estrema rilevanza se si considera che, nel mondo, si stanno annoverando sempre pi incidenti che interessano impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile a tecnologia solare. Tutto ci aggravato dal fatto che limpianto della Teknosolar rientra tra gli impianti a rischio di incendio rilevante sottoposto alle Direttive Seveso.

    Questaspetto avrebbe ricadute sullincolumit delle persone dato che il territorio circostante allimpianto non per nulla disabitato, ma luogo di lavoro per coloro i quali si occupano direttamente della conduzione del fondo agricolo. Si porrebbe il problema dincendio nel caso in cui le culture, come spesso accade, siano cerealicole e la presenza di apparecchiature elettriche, potenzialmente incendianti, aggraverebbe il rischio di incendio per tutto il periodo estivo che va dalla raccolta del prodotto coltivato fino allimballaggio della paglia quale prodotto altamente incendiante. Nel periodo estivo, il fondo agricolo risulta, molto spesso, ricoperto da un elevato carico dincendio.

    I balloni di paglia, quali elementi puntuali di combustibile con un elevatissimo carico dincendio, sono circondati dalle stoppie che conferiscono una distribuzione uniforme (per nulla trascurabile) di ulteriore combustibile che agevolerebbe la propagazione e lalimentazione dellincendio stesso.

    La copertura e luso del suolo rappresentano il fattore pi impostante nel determinare il comportamento del fuoco e dellintensit del fronte di fiamma. Dalle caratteristiche della vegetazione dipendono sia la quantit sia le dimensioni dl combustibile vegetale. Qualora venisse elaborata una mappatura del rischio incendio per il sito di progetto, mediante lelaborazione del rischio incendio estivo ed invernale (come gi avvenuto per altre iniziative progettuali di impianti eolici ricadenti in area limitrofa a quella prescelta dalla Teknosolar) tale sito non potrebbe che essere abbandonato perch incompatibile.

    Si auspica che linstallazione di tali impianti avvenga esclusivamente in aree a destinazione industriale o in terreni abbandonati (terreni desertici) di scarso pregio ambientale e paesaggistico nonch a bassissimo rischio di incendio.

    Le Associazioni, senza alcuna vis polemica, ma con ferma e decisa determinazione hanno gi chiesto la conclusione negativa dellistanza relativa alla proposta progettuale della societ Teknosolar Italia 2 S.r.l. (ID istanza: 325) in quanto il sito prescelto non renderebbe legittima lAutorizzazione Unica evitando quindi che la societ perseveri nei suoi possibili tentativi di arrecare gravi ed irreparabili danni ai singoli privati ed allintera collettivit.

    Discutibili tentativi posti i essere per ottenere autorizzazioni parziali delle opere connesse

    Alla beffa, si aggiungono anche tentativi illegittimi riconducibili alle opere connesse dellimpianto termodinamico il cui iter autorizzativo viene chiesto separatamente dall'impianto stesso pur essendo opere che hanno motivo di esistere solo in presenza dell'opera principale. Questi tentativi di ottenere autorizzazioni parziali potrebbe rappresentare un modus operandi comune a tante societ delle rinnovabili il cui l'obiettivo quello di creare un "corollario" di autorizzazioni propedeutiche all'ottenimento dell'autorizzazione principe.

    In tale ottica, in merito allimpianto termodinamico (ibrido), oggetto di discussione, si incardinano le parziali autorizzazioni di un pozzo artesiano, dal cui emungimento si ricaverebbe un abnorme quantitativo

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    d'acqua (oltre 500.000 m/anno) necessario per il funzionamento dell'impianto ed indispensabili per alimentare il ciclo acqua/vapore e il sistema di raffreddamento; nonch l'allacciamento al metanodotto della Snam Rete Gas S.p.a. (tecnicamente impianto P.I.C.A. punto di intercettazione e di discaggio dellallacciamento) che rappresenta un'altra opera connessa necessaria ad alimentare lecomostro per un massimo del 15% della produzione totale di energia elettrica tramite combustione di gas metano. Anche quest'opera indispensabile al funzionamento dell'impianto per assicurare un esercizio in condizioni di continuit e sicurezza. Le autorizzazioni di tali opere, indubbiamente connesse allopera principale, sono state richieste separatamente dal procedimento di Autorizzazione Unica ai sensi dellart 12 del D.Lgs. 387/2003 disattendendo il concetto stesso di Autorizzazione UNICA concepita per evitare che ci possano essere opere parziali autorizzate, ancora peggio realizzate, in assenza dellopera principale non autorizzabile e quindi irrealizzabile.

    Ad oggi, lUfficio Ciclo dellAcqua della Regione Basilicata ha revocato in autotutela il provvedimento di autorizzazione allemungimento, lasciando la societ priva di qualunque risorsa idrica in grado di assicurare, realisticamente, il funzionamento dellimpianto termodinamico e, soprattutto, lalimentazione dellindispensabile impianto antincendio in caso di incidenti rilevanti come quelli previste dalle Direttive Seveso cui limpianto si trova ad essere soggetto.

    Anche lUfficio Tecnico del Comune di Palazzo San Gervasio, dopo 2 Ordinanze di sospensione dei lavori indirizzate allimpresa realizzatrice lallacciamento al metanodotto della societ Snam Rete Gas S.p.a., dopo un sopralluogo che ha evidenziato labuso nel disattendere lordinanza di sospensione, ha avviato, linevitabile procedura di riesame volta allannullamento in autotutela del permesso di costruire rilasciato alla Snam Rete Gas S.p.a.

    Ovviamente, la vicenda continua e le irregolarit non si arrestano. Si spera che la Regione Basilicata si decida, al di l delle problematiche ambientali e paesaggistiche, comunque rilevanti, a comprendere lirrazionalit nellacconsentire la realizzazione di un termodinamico nella propria Regione con laggravante che nella realt dei fatti trattasi di una centrale IBRIDA e non di un termodinamico sic et simpliciter.

    Si coglie loccasione per ringraziare coloro i quali si sono uniti nella protesta e offrono il loro sostegno nel contrastare la realizzazione di unopera cos devastante proposta in nome di una GREED Economy piuttosto che di una GREEN Economy. Mi riferisco allAssociazione nazionale V.A.S. (Verdi Ambiente e Societ), alla O.L.A. (Organizzazione Lucania Ambientalista), allAssociazione nazionale Federazione Nazionale Pro Natura, al W.W.F. Basilicata, allAssociazione nazionale Mediterranea per la Natura, allAssociazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico, al Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio difendiamo i Territori, allAssociazione Amici della Terra, allAssociazione Italia Nostra Sardegna e alla sezione lucana Vulture Alto Bradano, allAssociazione Ambiente e Legalit, allAssociazione Progetto Earth G Basilicata, al Comitato Diritto alla Salute, allAssociazione Futura, al Comitato cittadino di Spinazzola nonch ai sindaci dei Comuni di Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Montemilone, Maschito, Ripacandida e Spinazzola, al Consigliere Gianni Rosa (Presidente della Commissione Bilancio presso la Regione Basilicata) per la sua interrogazione regionale ancora senza risposta, al Consigliere Francesco Mollica per la sua proposta di modifica del PIEAR della Regione Basilicata, ai Consiglieri Gianni Leggieri, Aurelio Pace, Giovanni Perrino e Franco Mattia per i loro apprezzati interventi in Consiglio regionale, alla Consigliera Raffaella Piarulli per il suo incisivo intervento in Consiglio provinciale, ai Senatori Barozzino, De Pretis, Cervellini, De Cristofoto, Petraglia, Stefano, Uras per la loro accesa discussione al Senato sullimpianto termodinamico, al Senatore Vito Petrocelli e alla Deputata Mirella Liuzzi per aver condiviso attivamente la problematica. Infine, non perch meno importante, si ringrazia linfaticabile giornalista Cosimo Forina per la Gazzetta del Mezzogiorno e Vitantonio Iacoviello per il Quotidiano della Basilicata, i giornalisti Edmondo Soave e Teresa Fabbricatore inviati del TG3 Basilicata, la redazione del TG Norba24, la redazione della TRM Radiotelevisione del Mezzogiorno, la giornalista Roberta Badaloni quale inviata del TG1, i giornalisti Luigi Franco ed Antonello Caporale per il Fatto Quotidiano e, naturalmente, Roberto Irsuti quale Direttore della prestigiosa rivista tecnico-scientifica XXI Secolo.

    Dott. Ing. Donato Cancellara

    Associazione Intercomunale Lucania Associazione A.Mi.C.A.

    [email protected]