Eraclito - Bodrero (1910)

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    1/248

    IL PENSIRO GRECO Voi. 4.

    EMILIO BODRERO

    ERACLITOTESTIMONIANZE E FRAMMENTI

    TORINOFRATELLI BOCCA, EDITORIMILANO - ROMA

    IQIO

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    2/248

    PROPRIET LETTERARIA

    Torino Vincenzo Bona, Tipografo di S. M. e RR. Principi (10688).

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    3/248

    Al Dottor ERMINIO TROILOLibero docente di filosofa teoretica nell'Universit di Roma

    Bodrero, Eraclito.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    4/248

    -

    bb

    1108132

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    5/248

    JJV J^rf *jv V'JV Jjv i^JV W(V Wprf v/}v v|v w^ w|v wjv V|V w^v v|v t/Jw wjv vjw */Jv Jp*

    Non si pu scandagliare la natura dellecose senza aiutarsi dell'immaginazione edel sentimento.

    Leopardi.

    Piace a me, carissimo amico, che sia a voidedicato questo mio lavoro, al fine di significarecon un atto di pensiero, il sentimento che inme s'ingenera dall'analogia onde si congiungonoi nostri studi e le nostre fortune. Noi discor-remmo una volta insieme di Paolo Tannery,anche come di colui che ne precedette su lafaticosa via che entrambi seguiamo , non soloper l'indole dell'investigazione, ma pure per lasingoiar diversit che intercedeva tra l'attivitdel suo intelletto e le cure della vita, e ci parvedi sentirci accomunati in quel ricordo e inco-raggiati all'opera ed alla speranza. Ancora nelnome di quel pensatore profondo e originale dicui l'infaticabile operosit fu pari alla vasta erudi-zione, nel nome di colui che seppe cos acu-tamente penetrare nello spirito della prima, oscuraed altissima filosofia della razza nostra e ricon-struirne con le indagini pi sapienti e sicure la

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    6/248

    iv Prefazione.genesi, la storia ed i confini, nel nome infine diPaolo Tannery che alle discipline dell'astrazioneconsacr di una nobilissima vita lo sforzo pilaborioso, il quale voi ed io siam capaci comepochi altri di apprezzare, intendo, con dedicarviqueste traduzioni e queste ricerche, esprimerela simpatia delle nostre vite in cos strano modosomiglianti, come in un auspicio che dal tenacetravaglio del presente induca il conforto di unaserena speranza.

    Per non solo per questo ho voluto che lamia esposizione s'inaugurasse nel nome vostro,ma anche perch mi parve che a nessuno meglioche a voi che proclamate e difendete i dirittidello spirito, potesse offrirsi una raccolta diquanto rimane dell'opera di Eraclito d'Efeso,augusto e imperioso enunciatore di dottrine e diprincipi che suonano sempre alle nostre orecchiecome meravigliose rivelazioni. Ed io meco stessoben di frequente mi stupisco che la scienza po-sitiva del tempo nostro denomini fossili delpensiero questi frammenti della prima inspira-zione filosofica della nostra civilt e ad essi at-tribuisca un valore che non va oltre quello chepu avere il soddisfacimento di una semplicecuriosit storica. Ci accade per un fenomenodi democrazia e di reazione ad ogni forma diindividualismo, ben facile a spiegarsi, per il qualela scienza moderna ha di tanto scemato il va-lore della personalit ed in genere deWuowo,

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    7/248

    Prefazione. vriguardo all'acccttazione dei sistemi, che, in ogniramo della sua attivit, non consente alcunaemanazione sintetica, e commina l'ostracismo chesi d al dogma nella vita dello spirito, alla poesianella vita pratica e cotidiana, per ogni operache non si fondi rigorosamente su la critica esu l'analisi. La scienza ha sino ad ora abbas- -sato l'uomo, cercando di elevar la materia sinoa lui, in quanto ha chiamato questa a coope-rare con la sua fredda, inorganica, insensibilebrutalit inerte, all'agile, libera, alata creazionedell'umana fantasia, nutrita di quelle osservazionie di quell'esperienza che pu solo raccogliereuna fede individuale, uno sguardo personale sututti gli aspetti in cui il mondo si presenta agli occhi ed al pensiero di un essere che sappiaastrarsi dalla realt.La filosofia moderna ha abdicato cos dai di-

    ritti pi sacrosanti dello spirito ed ha offerto ipolsi alla schiavit della materia e di ogni suainutile complicazione interiore, rinunciando al-l'umanit delle forme, senza pensare che la ve-rit convien che abbia forma umana se a gliuomini deve rivolgersi e che se, come io penso,la forma la conscienza, la scienza nostra informe, inerte, inefficace. Ogni uomo d'intel-letto ha sacrificato il suo pensiero al metodo,che solo ha oggi l'onore della considerazione daparte degli operai dello spirito, e pensatore oggi stimato solo colui che pi scrupolosamente

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    8/248

    vi Prefazione.sappia nascondere se stesso, nell'uso dei con-gegni inflessibili del metodo, colui che con vo-lutt di abbandono pari a quella che sospinsealle solitudini e alle macerazioni i primi eremitidella nostra superstizione, tutto si getti comestrumento cieco tra le spire di una verit chenon solo non egli ha divinata, ma che ine-luttabilmente straniera all'organismo naturale del-l'uomo.

    Io sento ancora possentemente che spettasempre alla filosofia pronunciare le verit chesar poi compito della scienza il dimostrare,poich questa nostra disciplina rimane sempre perme un'arte che ha ritmi suoi e nell'idea e nel-l'espressione, a cui si confidano sincerit d'im-pulso e lusinga di persuasione, armonia di con-cepimento e facile consenso d'intelligenza. Deveaccadere, per dirla con gli antichi, che l'io, assog-getti il non io, e non il contrario, poich l'acquistodi una conoscenza che trascenda l'interesse chel'individuo ha per se stesso e le possibilit dellanatura e dei rapporti in che l'uomo si trova conquesta e con i suoi simili, non pu che tur-bare la dignit e la misura in che vivono e vi-vranno i problemi eterni dello spirito. Conviene,io penso ancora, e non ne arrossisco, convieneche la filosofia, per quanto le consentito dallaindole sua, rimanga in un certo senso poesia ein questa parte della sua espressione riveli edesplichi ogni virt, originaria e individuale di

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    9/248

    Prefazione. viiconvinzione da parte del creatore, di consensoda parte di coloro a cui s'indirizza, poich di-versamente, come ebbi a dire altra volta, nonsolo, quasi nuova Cassandra che respinse Apollo, condannata allo sterile vaticinio, ma anche,nuova Ofelia che getta ogni suo fiore, s'anneganella follia. Oggi, snaturata e deturpata daglieccessi demolitori a cui l'ha spinta il feticismoper un metodo, che pur potendo soddisfare adalcune sol tanto fra le necessit dello spirito, diquesto ha imprigionato in vece ogni attivilasenza temprarla, sembra, come una donna per-duta che sta di notte su l'angolo d'una viaspiando chi possa illudersi di fecondarla, che lafilosofia, come in genere ogni altra disciplinadell'intelletto, nella servit alla cieca tirannidedelle formule esecutive passivamente attenda chele scienze si compiacciano ogni tanto di darlequalche cosa da fare, qualche verbo da svolgerecon cautela, le quali la trattano poi con quellariguardosa superiorit onde giovinette leggereusano con venerabile peccatrice. E questo me-todo che ella stessa ha creato, ora come dege-nere rampollo l'ha asservita a s, privata d'ognidiritto e d'ogni libert, constringendo quella chedoveva esser la disciplina principe dello spiritoumano, a porsi in gregge con le altre ed in se-conda linea, quasi se ne fosse or mai sfruttataogni utilit. L dove, ripeto, la filosofia ha perme sempre il compito precipuo di formulare

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    10/248

    viii Prefazione.quelle verit naturali e spontanee sotto le qualil'umanit si raccoglie secondo gli schemi ele-mentari della conformazione dei pensiero, ditradurre i problemi e le approssimazioni idealitra cui gli uomini instancabilmente, necessaria-mente ed invariabilmente si aggirano, nel lin-guaggio pi piano e conforme allo spirito delleepoche, di tener desto quel gioco constante diazioni e reazioni quasi meccaniche per il qualela vita del pensiero ci si mostra storicamentefoggiata come in un unico congegno, onde certiatteggiamenti primitivi della conscienza filosoficaci sembrano le sole, perenni ed immutabiliforme in cui si perpetua una necessaria ed eter-namente insaziabile aspirazione alla verit.Ma, qui potrebbe chiedersi taluno : se la

    scienza non dimostri le verit che la filosofia haproclamato, o peggio se dimostri il contrario,non pu logicamente indursene che il valore ditali enunciati abbia ad esser posto per lo menoin dubbio ? Che altro ci mostra dunque tutta lastoria, se non la fervida lotta tra la convinzionee l'osservazione, tra la fede e la ragione, tra lascienza e la metafisica? Da qual parte dobbiamoriscontrare il trionfo ?

    In questo momento, indubitatamente, la scienza,nel senso pi rigoroso della parola, ha sopraf-fatto ogni metafisica. Ma d'altra parte, se benedobbiam persuaderci di una grande sproporzionetra il progresso di certe attivit intellettuali, pa-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    11/248

    Prefazione. ixragonato a quello delle attivit sentimentali, nonpossiamo poi dire che la logica verbale, meta-fisica anch'essa, del metodo in che viviamo,abbia annullato del tutto quella intima ed orga-nica, che giustifica e coordina gli elementi dellesingole inclinazioni. Per ora mi basta assodareche questa sfrenata tirannide del metodo, lasciaper in fondo a moltissimi di coloro che pursinceramente e rigarosamente lo praticano, unalibert latente di credenze e d'impulsi, a cui sideve se si trovano, pur troppo, uomini chepassaron la vita curvi su di una tavola anatomicao con lo sguardo fisso in un telescopio, i quali,abbacinati un giorno dalle imposture dello spi-ritismo, dividono ora le allegre dottrine dellateosofia, pur seguitando, quanto alla professionein che esplicano le attivit intellettuali, ad esserstretti osservatori dei principi inesorabili del-l'obiettivit. N alcuno si chiede come costoropossano conciliare questo doppio impiego delloro spirito, ed eludere questo duplicismo con-tradittorio tra una fede, qualunque essa sia, eduna convinzione, per quanto possa valere.

    Ci accade perch, a mio vedere, il metodointuitivo, il metodo affettivo, il metodo speri-mentale non conducono che allo stesso risultatodi verit, all'identico confine d'impossibilit difronte a quello che alla natura umana vietatodi sapere. Io mi penso che la chimica e la mec-canica delle cose non possano provare se non

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    12/248

    x Prefazione.quello che consentito dalla chimica e dallameccanica delle idee e dei sentimenti. Io possopercepire le azioni e le reazioni che la scienzasperimentale provoca sulla materia solo in quantole idee corrispondenti possano agire e reagirenel mio pensiero, ed inversamente, la chimicae la meccanica delle idee conducono ad un puntodi verit che dall'ignoto equidistante quantoquello a cui mi conduce l'esperimento. Ognistrumento di conoscenza corrisponde ad unaserie di conoscenze o meglio di aspetti di cono-scenze le quali non s'intralciano le une con lealtre n si contradicono, anzi si possono com-pire e perfezionare a vicenda. Cos che un ar-gomento basato su la logica di un individuonon pu essermi distrutto da un argomento ba-sato su di un impersonale strumento, ne da unoche s'appoggi ad un impulso irresistibile e daaltra parte non analizzabile dell'animo mio, evicendevolmente. Ogni strumento di conoscenzaserve per una serie di cognizioni o per megliodire, di stati, e l'esperimento non ha nessun di-ritto di dar le riprove di ci che la logica for-mula o la fede inspira, n ha il potere di de-molire quanto questi due altri fattori di statipossono creare. Cosi come mille argomenti lo-gici non saprebbero scuotere il fascino di unsentimento intenso e profondo, dall'animo di unuomo che ami.E qui consentitemi che io vi dica ancora un

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    13/248

    Prefazione. xipensiero mio che contradice singolarmente allospirito del tempo nostro. Io ho accennato all'u-manit della verit che la filosofia deve procla-mare : intendevo dire con questo, che la veritfilosofica non deve essere, a mio vedere, che laemanazione personale di un puro esercizio diraziocinio guidato da un acuto intuito nell'osser-vazione del mondo. Il filosofo deve cercare inse stesso la verit da formulare a gli uomini, edesser della verit strumento insieme e creatore,ma non oltrepassare i confini dell'uomo n quellidelle possibilit della comprensione umana. II.dire la verit non solamente rivelare ci chegli altri non sono al caso di verificare, o signi-ficare con parole ci che agli uomini insen-sibile, non in fine solamente il dire ci che si assodato che , ma il dire la verit consistenel guidare lo spirito altrui a pensare ci chepu essere, avendo umanamente veduto ci che, con l'affetto individuale per quei rapporti trala realt e l'io e tra gli elementi della realt ins, che dettato dall'impulso verso un'armoniasuprema del mondo con colui che cos viene acrearne il sistema. La verit dev'essere una crea-zione dell'uomo, se a gli uomini diretta, emille osservatori che mi dicano con la pi mi-nuziosa precisione tutto ci che avranno verifi-cato nell'analisi della materia, m'avran compilatoil pi fedele catalogo dell'universo, ma non miavranno pronunciato una sola verit filosofica.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    14/248

    xn Prefazione.E pure, per dare un esempio dell'applicazionedi questi sistemi, oggi sarebbe posto al bandodella considerazione dei pi seri consessi, quegliche ancora volesse far la storia della letteraturao dell'arte, in base ad una sua scala di valori,anzi che in base all'analisi livellatrice del valoreestrinseco dei prodotti, ed guardato come di-lettante (ci equivale a mostro di demenza) chiingenuamente voglia esaminare se un tal sonettosia pi o meno bello o se quel tal placito di unantico profeta sia pi o meno giusto o giustifi-cabile. L dove gran lode si tributa a colui chesappia dir la data precisa in cui un orribile so-netto fu scritto o che scopra quel vero, indi-spensabile all'umana felicit, che risiede nellaconoscenza della genealogia del manoscritto incui pi storpiata si legga una sentenza assurda diun antico plagiario. questo per un verso unfreno, lo dico sinceramente, provvidenziale, al-l'ingegno degli uomini, cresciuti di numero e dipossibilit, anche economiche, di espressione ;per un altro, secondo me, a dirittura bestiale.Ma, introdotto il metodo scientifico in tutte lediscipline, una ancora ne rimaneva che ai suoiseguaci lasciava la personale indipendenza delgiudizio e la libert pi serena dai legami ma-teriali con il campo dello studio, ed era la filo-sofia : ma anche questa .la demagogia scientificaha voluto conquistarsi , ed sorta quella chetutti si ostinano a chiamare la filosofia moderna,

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    15/248

    Prefazi xinnella quale, persino qui, il giudizio di realt hasoppresso il giudizio di valore.Dunque l'uomo creatore di verit abolito,

    come il feudatario, come il mercante di schiavi,come il taumaturgo. La verit identificata conla realt ed vietato allo spirito umano ricercareun vero che oltrepassi quello risultante dall'accer-tamento di quanto riguarda i sensi, anche forzatied acuiti di l dalle utilit individuali per cuifuron creati. La ripercussione meditativa dellaverit su l'organismo interiore dell'uomo, sembraor mai residuo di barbarie, n si pensa che leepoche le quali annoverano i maggiori benefat-tori dell'ideale umano e dell'umana dignit, nonson quelle in cui lo studio assiduo dei loro pen-satori si logor ad enumerare sino all'esaurimentol'infinita variet delle cose, ma ben s quelle incui da altre tirannidi fu per miracolosamente la-sciata all'uomo chiamato al sacerdozio della ve-rit, quella libert sconfinata alle attivit dello spi-rito, per la quale l'esperimento non fu fine a sestesso, ma a pena per cos dire lievito all'ingegnocreatore di chi lo tentava, per la quale l'osserva-zione non fu la conclusione ultima dell'operascientifica, ma la prima preparazione alle dedu-zioni pi ardite, per la quale l'universo non fusolo uno sterile campo sterminato di nomencla-tura e d'ipotesi, ma anohe un regno immensotutto dalla sorte offerto alla dominazione delgenio.

    Bodrero, Eraclito. Il

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    16/248

    xiv Prefazione.E ancora; io non mi perito a dire, su l'alba

    del secolo ventesimo, che il metodo di cui siamconstretti a far uso, ci conduce alla pi inutileviolenza, verso 1' integrit dell'attivit filosofica.Quando accennavo ad una verit umana, io pen-savo pure che la verit filosofica non deve andaroltre alle possibilit della normale sensibilit u-mana. Gli strumenti scientifici, se ben ci fannoverificare fatti reali, dalle conseguenze tratte dal-l'osservazione dei quali le scienze propriamentedette desumono innumerevoli applicazioni pra-tiche, non possono dare, a parer mio, il minimocontributo diretto alla formazione di una veritfilosofica, come che essa, ripeto, debba essercreata dall'uomo, in quanto questi contemperil'attivit intuitiva che caratterizza la sua indivi-dualit, con la pi logica ed acuta, ma sempliceed umana osservazione della realt. Il filosofo,nel senso pi eroico della parola, convien sicreda solo nel mondo, con i suoi sensi ed il suocervello, per pronunciare una verit fatta a suaimagine e somiglianza. Un complesso di dottrinedesunte e basate su l'ultra sensibile, intendendocon ci di specificare il campo d'osservazioneche si stende di l dalle estreme possibilit na-turali e normali dei sensi, non dar mai unafilosofia, cio un sapere di utilit teorica, s beneuna scienza, sapere d'utilit pratica. Perch lafilosofia adempia al compito che nella complessafunzione dello spirito le segnato, conviene che

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    17/248

    Prefazione. xvm

    essa dalla vita, comunque intensificata e, diciampure, migliorata, dalla realt, comunque deno-minata e, se si vuole, sviscerata, dall'esperienzarigorosamente limitata delle attivit soggettivedello spirito ed indefinitamente estesa di tutti ifenomeni individuali, senz'altro intermediario chel'attivit puramente umana e normale e non ar-tificiata, della logica, della sensibilit e dell'in-trospezione, deduca le norme supreme dell'esistenza, del pensiero, della felicit. Tutti glistrumenti di che la natura umana dispone pos-son servire a questa conoscenza sintetica, poichle cose ed i fatti esistono per noi solo in quantoli possiam percepire, e se una conoscenza otte-nuta con mezzo sperimentale e, dir cos, arti-ficiale, pu parer distruttiva di una conoscenzaempirica o trascendentale, in effetto ci che puessersi acquistato con mezzi straordinari allamaggiore intensit normale dei sensi, non con-duce che ad una serie di conoscenze che soddi-sfano a bisogni dello spirito che non hannonulla a che vedere con quelle per le quali ope-rano gli organi della conoscenza empirica o tra-scendentale. In altre parole ciascun mezzo d'ac-^jquisto di conoscenza, mostrer un nuovo aspetto',del mondo, e riveler una nuova possibilit specu-lativa, ma non distrugger affatto il valore acqui-sito e imperituro degli altri strumenti di cuidispone lo spirito umano. Ogni mezzo di cono-scenza corrisponde ad un'analogia dello spirito,

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    18/248

    xvi Prefazione.e dove finiscono la conoscenza e l'attivit filo-sofica, incominciano, senza contaminazioni, laconoscenza e l'attivit scientifica. Poich, comerecentemente ebbe a dire un chiaro espositoredi Platone, Charles Huit, la pense ne snffit pas la philosophie : il lui faut lame enticrc.

    Posto ci, pu affermarsi che quelle che io hochiamato la chimica e la meccanica dell'intel-letto, in certo modo nello spirito riproducano,per mezzo delle idee, le azioni e le reazioni chele cose corrispondenti ad esse idee operano nellarealt, secondo leggi e processi analoghi, ma of-frendo all'individuo note di persuasione d'indolediversa e per nulla contraria a quella delle noteche egli pu cogliere dall'osservazione sperimen-tale. Cos pu dirsi degl'impulsi che possiamoavere al trascendentale, nell'azione dei quali noipossiamo trovare indubitatamente una rispon-denza tra l'ipotetica realt e la forma del nostrosentimento. In fine, ripeto ancora, ogni mezzoper il quale possa ingenerarsi in noi una cono-scenza corrisponde a diverse possibilit di co-noscenza, anzi a dirittura a conoscenze diverse,che nessun rapporto lega reciprocamente ma cheservono tutte alla perfezione spirituale dell'in-dividuo. Un esperimento non potr darmi nes-suna riprova di una conoscenza intuitiva o diuna fede, n tanto meno distruggerle, una fedenon potr toglier dal mio spirito ci che pos-sono avervi lasciato le osservazioni sperimentali

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    19/248

    Prefazione. xvno le deduzioni della mia logica, ed i pi com-piuti accertamenti della mia attivit intuitiva nonpotranno mai per veruna guisa demolire un edi-ficio conoscitivo che l'esperienza abbia archi-tettato in me o l'integrazione metafisica di unamia persuasione trascendentale.

    Ora la conoscenza trascendentale pone fral'individuo e la realt rapporti indipendenti dal-l'uno e dall'altra, ma interiori e spontanei, laconoscenza sperimentale pone in vece tra l'in-dividuo e la realt rapporti indipendenti dall'unoe dipendenti dall'altra, imposti per ci da attivitche non noto se trovino riscontro nell'analogiainteriore dell'osservatore, e finalmente la cono-scenza logica o intuitiva pone tra l'individuo ela realt i rapporti subiettivi pi conformi aliapercettibilit ed all'attivit meditativa, in relazionealla pi estesa possibilit di formazione dell'ideaed alla pi rigorosa relativit del giudizio. la lotta eterna tra queste due attivit dacui alternativamente dominato lo spirito umano,quella che ho tentato di riassumere sin qui,lotta che forma la maggior sollecitudine dellementi che si son votate alla fra tutte nobilissimaprofessione del pensiero, lotta che si riproducein tutti i dualismi d'ogni attivit umana, dalclassicismo al romanticismo, dall' individualismoal collettivismo, dallo spiritualismo al materia-lismo, dal libero arbitrio al determinismo, dalnazionalismo all' imperialismo, tra il sentimento

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    20/248

    xvin Prefazione.in fine ed i sensi, lotta la quale, sino a che gliuomini vivranno nell'assoluto e dell'assoluto, par-tendo le loro conoscenze per piani e gerarchie ,anzi che per instinti operanti separatamente e con-cordemente, secondo altri piani su diversa lineatracciati, non sar per comporsi.

    Ma, come pi grande artefice degli altri coluiche sa porsi di sopra ad ogni scuola e ad ognigusto particolare, come Dante, Shakespeare eGoethe sono insieme classici e romantici e nonsono n l'una n l'altra cosa, in egual modonella filosofia una logica ardita ed acuta devepoter equilibrare la scienza e la fede o le cor-rispondenti esigenze dello spirito. La possibilitdella coesistenza di queste attivit constituisce laperfetta felicit intellettuale, quella in cui, comea me sembra, nessuno ha saputo vivere megliodei sublimi e misteriosi pensatori che prece-dettero Socrate. Io son fermamente convintoche essi, nella vergine libert dei loro spiriti, siposero nella pi sana condizione per sentire eper dire quel tanto di verit che a noi sia datoumanamente conoscere e che, dopo tanti secolida che il tempo grava su la memoria delle lorovite e dei loro ammaestramenti, essi possonoancora viver con noi, non come soggetti d'eser-cizio alla nostra sterile indagine, s bene ancoracome enunciatori di precetti e di leggi immor-tali. Nessun pensatore li ha superati ancora, edessi rimangono sempre come esempio insigne di

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    21/248

    Prefazioni xixpenetrazione, di sincerit, di altezza, a chiunquevoglia accostarsi alle cime pi perigliose dell'inten-dimento umano. I presocratici hanno detto forsepi di quanto non abbia ripetuto la nostra scienzadeforme, e ci additano ancora la via per la qualel'organismo del nostro intelletto pu contemplarepi da vicino, se bene in vano, i confini estremidella verit. Il loro metodo quasi paurosamenteardito, la loro ingenua e semplice audacia, laloro fede nelle energie dello spirito, la loro li-bert sconfinata e sicura, la loro curiosit me-ravigliata ed intrepida, tutto ci manca al pen-siero nostro, disingannato, inceppato, mal certo.Socrate turber questo divino equilibrio di tuttele attivit spirituali che i sofisti hanno tentatod'arrestare e di stabilire, e d'allora lo spiritoumano non avr pi tregua. Noi studiando taliesemplari e genuini artefici del vero, non pos-siamo che invidiare questi mirabili definitorid'ogni essenza riposta delle cose, questi prodi-giosi construttori dell'ideale perfetto della vitapi attiva e feconda dello spirito e, soggiungosenza vergogna, noi, pur rammentandoci deltempo in che viviamo, per conseguire l'appros-simazione pi totalmente soddisfacente delle esi-genze interiori, ed ancor pi per l'intima ed egoi-stica gioia del nostro pensiero, dovremmo an-cora cercar di collocarci nell'angolo visuale da cuiessi si posero per gettare il loro sguardo sulmondo, di riprodurre in noi quel sereno e lim-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    22/248

    xx Prefazione.pido stato d'animo in cui essi si trovarono perarchitettare la verit, di resuscitare in noi quelloslancio misurato e temerario insieme, con cui laloro fede nella potenza e nella resistenza dellaragione, li sospinse senza rimpianti e senza ter-rori contro l'ignoto e nell'infinito.E risorgerebbe la filosofia, quella vera e ve-ramente utile, quella che ora s' arenata nellecontradizioni pi aspre in cui si dibattono leazioni confuse di tutte le forze della vita. Il pen-siero, amico mio, se bene paia il contrario, len-tamente decade, decade l'entusiasmo per la puraastrazione, il disinteresse della concezione teoricaper il solo scopo della felicit spirituale, la poesiadello spirito in fine, del quale scompare il belritmo antico che gli uomini ancora cercano main vano, piegati sotto la dominazione or mai de-finitiva, di una legge inflessibile e inesorabile,poich oggi, come gi diceva Bindo Bonichi neltrecento,

    fansi tedeschi que' che son latini.N mi si confonda qui con il progresso filoso-fico, quel progresso scientifico di cui l'epocanostra mena cos gran vanto. Al quale noi nondobbiamo che le comodit pi superficiali dellanostra vita materiale, ma non un conforto checi aiuti a vivere, una gioia che ci renda pi in-tensa l'attivit spontanea dell'intelletto, un oblioche ci restituisca un sorriso. D'altro canto, a chi

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    23/248

    Prefazione. xxivoglia professare le discipline dello spirito, oggi vietato di pensare, ma a tutti imposto dieseguire, poich l'avversione tutta germanica adogni emanazione attuale e formale di fantasia ela guerra feroce che lo spirito democratico muovead ogni affermazione individuale, hanno fattodella filosofia una burocrazia, e possiamo saperevoi ed io sin dove ci sia vero, cos che, comesi detto da taluno, il microscopio ha ucciso ilpensiero.Ho finito, amico carissimo, ed in questa lungarequisitoria contro lo scherno della libert, ch'presunta conquista dei tempi nuovi, debbo es-servi sembrato tal ora ben retrivo e dogmatico,tal'altra ingenuo ed oscuro, sempre assai so-fista e paradossale. So bene che con un soffio ilmio castello di carta cadrebbe, ed io stesso sapreidemolire questo mio romanticismo. Ma d'altraparte io mi son uno che a una verit tristepreferisce una lieta menzogna, e se il togliereil velo che nasconde tutto il dolore del nulla,dovesse costarmi la perdita della pi insignifi-cante tra le mie illusioni, io sceglierei di restarcos, con la mia ignoranza, ma con tutta la pu-rezza del mio fallace ideale che al meno io edio solo ho per me edificato. E preferisco parere,contro al gusto comune, un lodator del tempopassato, pi tosto che un adoratore del presente,cos arido e cos mercantile, in cui viviamo. Delresto il tempo che io lodo cos lontano, e per

    ?

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    24/248

    xxn Prefazione.di pi le fantasie squisite di quei mirabili pro-genitori della filosofia son cos profondamentee incomparabilmente belle, poste a canto alleformule faticose e deformi dell'algebra contem-poranea, che io non esito a riposarmi in quelletentando di crescer per esse come posso il qua-lunque valore che la mia personalit ostinata purappresentare.Ed eccovi il mio volume. Non mi rimprove-

    rate, vi prego, la contradizione tra quanto vi hodetto sin qui e ci di cui il mio lavoro apparein vece per la forma e per il metodo, il risul-tato e l'osservanza. La vita nostra ordinataor mai in guisa tale che ci corre l'obbligo diprodurre della filologia, ma solo a gli amici piintimi e fidati possiamo liberamente esprimereil nostro sentire con la sicurezza di non esserderisi o fraintesi. Voi siete meglio d'ogni altroin condizione di comprendere e di scusare taledissidio, ed in questa amichevole confidenza mi grato confermarmi

    Roma, 8 settembre mcmv.il vostro affezionatoEmilio Bodrero.

    +-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    25/248

    BIBLIOGRAFIAAo Xfoi eo nep iravT

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    26/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    27/248

    BIBLIOGRAFIA

    LETTERATURA ERACLITEAi. Anathon Aall der Logos bei Herakleitos, ein Bei-trag zu d. Ideengeschichtlichen Studien [in Zeit-scriftfir Philosophie und Philosophische Kritik CVI(iSpf) 21J-252}.

    2. Theodor Bergk de Heracliti sententia apud Aristo-telem De mundo cap. VI Ind. Scoi. hib. Hai. 1861di pp. 8 [anche in Klcine philologischen Schriften II{1886) 8j-po].

    3. Theodor Bergk de Meleagri in Heraclitum Ephe-sium epigramma Gymn. Progr. 1861 [di pp. 6].4. Jacob Bernays Heraclitea Borni 1848 [di pp. j].5. Jacob Bernays Heraklitische Studien [in Rhein.Mus. N. S. VII (iSjo) 00-116].6. Jacob Bernays neue Bruckstiicke des Heraklits[in Rhein. Mus. IX (i8jj) 241-260}.

    7. Jacob Bernays die heraklitischen Briefe Berlin1860.

    8. Jacob Bernays epistola critica [in Bunsen, ana-leda antenicaena III joj sq. jjj sq.\.

    9. Jacob Bernays gesammelte Abhandlungen, hrsg.von H. Usener, I {i88j).io. A. Brieger die Grundzge der HeraklitischenPhysik [in Hermes XXXIX (1904) 182-223].

    11. A. Brieger Heraklit der Dunkle [in Nette Jahr-biicher fiir Klass. Alterth. VII (1904) 606-704].Bodrero, Eraclito. m

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    28/248

    xxvi Bibliografia.

    12. I. Bywater Heracliti Ephesi reliquiae Oxotiii(Clarendon) 1877 [di pp. XVI-90].13. Aless. Chiappelli sopra alcuni frammenti delleXII tavole nelle loro relazioni con Eraclito e Pita-gora [in Arc/i. giuridico XXXV (z88j) ni-i2j].

    14. Aless. Chiappelli su alcuni frammenti di Eraclito[in Atti della R. Accademia.... di Napoli (1887)].

    15. Christian Cron zu Herakleitos [in PhilologusXL VII {1880) 209-234, 400-425, 599-617].16. Lionel Dauriac de Heraclito Ephesio Parisiis

    {Klincksieck) 1878 [di pp. 96].17. Th. Davidson Herakleitos fr. XXXVI Byw. [inAmerican Journal 0/ Philology V joj sq.].18. Hermann Diels Herakleitos von Ephesus, grie-

    chisch und deutsch Berlin {Wcidmami) 1901 [dipp. XII-j].19. H. Draheim zu: Evang. S. Joh. I 1 6e

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    29/248

    Bibliografia. xxvn

    28. Ferd. Lassalle die Philosophie Herakleitos desDunklen von Ephesos.... 2 Bei. Berlin i8j8 (ristamp.Lipsia 1892).

    29. Raffaele Mariano Lassalle e il suo Eraclito Fi-renze {Le Mounier) i86j [di pp. 1 111-22f\.

    30. A. Matine Hraclite d'Ephse Paris 1881.31. Gottlob Mayer Herakleitos von Ephesos undArthur Schopenhauer Heidelberg 1886.32. A. Mehler ad Heraclitum miscellanea [in Mne-mosyne N. S. VII (1878) 402-408. Si tratta del-l'omonimo allegorista ma vi si ragiona anche del

    nostro].33. J. Mohr tiber d. histor. Steli. Herakleitos v. Eph.Wiirzburg 18j6 [di pp. 6i\.34. J. Mohr Herakleitischen Studien Wiirzburg 1886[Gymn. Pr. di pp. J2].35. K. I. Neumann Heraclitea [in Hermes XV (1880)6oj-8].

    36. W. Nestle Heraklit und die Orphiker [in Philo-logus N. S. XVIII (i9oj) fase. j].

    37. E. Norden z. d. Briefe des Herakl. und der Ky-niker, Beitrge zur Gesch. d. Griech. Philos. [inJahrb. f. Klass. Philol. Supplementbd. XIX (1882)].

    38. R. Ohler Friedrich Nietzsche und die Vorso-kratiker Leipzig (Diirr) 1904.

    39. Eug. Pappenheim D. angebl. Heraklitism der Ske-ptikers Ainesidemos Berlin 1889.

    40. C. Pascal Sopra un punto della dottrina eraclitea[in Rcndic. dell'Ist. Lomb. di scienze e leti., Serie IIvoi. XXXIX 1906 pp. i99-2oj].

    41. C. Pascal L'Eraclito moderno (Amiel) [in: Mar-zocco, a. XIII n. 32].42. Alois Patin Quellenstudien zu Herakl. pseudo-

    hippokrat. Schriften nepi rpocpr,^ [in Festschrift f.Urlichs, Wiirzburg 188'/].

    43. Alois Patin Heraklits Einheitslehre d. Grundlageseines Systems u. d. Anfang seines Bches Miin-chen i88j [di pp. 100].

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    30/248

    xxviii Bibliografia.

    44. Alois Patin Heraklitische Beispiele Gymn. Progr.Neuburg [I 1892 di pp. 108, II 189J di pp 94].45. Alois Patin Parmenides in Kampfe gegen He.

    raklit [in Jahrb.f. Mass. Philol. XXV'{1899) 491 sq.].j 46. G. T. W. Patrick the fragments of the Workof Erakleitos of Ephesos of Nature, translated from

    \j the greek text of Bywater, with an Introductionhistorical and criticai Baltimore {Murray) 1889(prima in American Journal of Psychology 1888)[di pp. X-ijil

    47. Eugen Petersen ein misverstandenes Wort desHeraklit'[in Hermes XIV (1879) 304-7].

    48. Edm. Pfleiderer Heraklitische Spuren auf Theo-logischem insbesondere altchristlichem Boden [inJahrb. f. Protestane T/ieol. XIV 177-218].

    49. Edm. Pfleiderer was ist der Quellpunkt derHeraklitischen Philosophie ? Titbingen 1886 [diPP- S3\

    50. Edm. Pfleiderer die pseudoheraklitischen Briefeund ihr Verfasser [in Rhein Mas. XLII {1887)153-163I

    51. Edm. Pfleiderer die Philosophie des H. v. E. imLichte der Mysterienidee Berlin 1896.

    52. Karl Praechter ein unbeachtes Herakleitos Frag-ment [in P/tilologus LVIII (1899) 47J sq.]53. P. Rettig iiber einen Ausspruch Heraklits in Pla-

    tons Symposion 187 Gymn. Progr. Beni i86j[di pp. 12].

    54. G. Schaefer die Philosophie des H. v. E. unddie moderne Heraklitforschungen Leipzig (undWien) 1902.55. R. Schlager Empedocles Agrigentini^ quatenusHeraclituin Ephesium in philosopia secutus sitGymn. Progr. Eisenach 1878 [di pp. 11-24].

    56. F. Schleiermacher H. d. Dunkle v. E., darge-stellt aus den Triimmern seines Werkes und denZcugnissen der Alten [in Wolfs und ButtmannsMusami dir Altertiumwissenschaft 1 (1807) Jij-Jjj

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    31/248

    Bibliografia. XXIX

    e poi in S. sdmmtl. Verken Ahi. Ili Bd. 2 Berlin{i8j8) 1-146].57. Paul Schuster Heraklit von Ephesus Leipzig 1872

    [di pp. XII-Si}; il seguito in Ritschelii Ada soc.philol. Lips. 1873 [recensione di E. Zeller inJenaisch. Litteraturztg. {i8yj) n. 8j\ />. 1-347.

    58. Paul Schuster Heraklit und Sophron in Plato-nischen Citaten [in Rhein. Mus. N. S. XXIX {1874)J90-6J2].

    59. Enrico Soulier Eraclito Efesio , studio criticoRoma 188J [di pp. VIII-318}.60 O. Spengler Heraklit Halle, Kaemmerer 190J.61. Paul Tannery un fragment d'Hraclite [in Ann.

    de la Facult de Lettres de Bordeaux (1882) JJt-j]-62. Paul Tannery Hraclite et le concept du Logos

    [in Revue philosophiquc XVI (i88j) 202-jo8].63. Paul Tannery un nouveau fragment d'Hraclite[in Revue de philosophie IX (1900)].

    64. Gustav Teichmuller neue Studien zur Geschichteder Begriffe Gotha 1876-8 [1 1-269 H. s. II I0J-2JJH. s. als Theolog III 279-888 Heraklitisches].

    65. E. Warmbier studia Heraclitea Dissertatio 1891[di pp. jo].

    66. P. Wendland Philo und die Vorsokratiker (81-4120 Nachtr.).

    67. P. Wendland ein Wort d. Heraklit in neuenTestament 1898 [di pp. 8].

    68. A. Westermann Heracliti epistolae quae feruntur...denuo recens. Gymn. Pr. 1857 \di PP- I^\

    69. M. Wundt Die Philosophie des Heraklit vonEphesus ina Zusammenhang mit der Kultur Joniens[in: Ardi. f. Gesch. d. Philosophie XX 4, 190J}.

    70. C. O. Zuretti Frustula Tzetziana [in : MiscellaneaSalinas, Palermo 1907 p. 216-222].

    li

    CRITICA DEL TESTO senza citare le singole pub-blicazioni relative alle fonti s'indicano 1 nomi deglialtri emendatori : Bast, Bekker, Bergk (Exercitatt.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    32/248

    xxx Bibliografia.critt. spec. VI Ind. lect. hib. Marbnrg i8j) B-jresch(Klaros, oj) Casaubon, Cobet (Misceli, crit. p. ijj,AoytoO 'EpuoO /. I p. 187, Mnemosyne IX 4J7) Cousin,Creuzer, Cruice, Diels [Rhein. Mas. XXXI 33XXXIII j8) Dindorf, Dunker, Etienne, Gaisford,Gataker, Heiberg (Jahrb. f kl. Philol, Suppl. XII399 sg) Heindorf, Hschel, Huschke, Meineke,Miller, Rper, Sauppe, Scott, Siebeck (Zeitschriftf. Philos. LXVII 245 sg.) Susemihl {Jahrb. f. Philol.i8yj p. 714 sg.), Sydenham, Sylburg, Valckenaer,Vulcan, Wakefield, Werfer, Wilamovitz (Philol.Unters. / 21J XV in) Wordsworth.

    LETTERATURA SPECIALE1. Anathon Aall Geschichte der Logosidee (p. 34).2. Campbell Theaetetus of Plato, Appendix A Ox-ford i88j.3. Aless. Chiappelli il dubbio di Socrate sull'immor-talit [in Filosofa delle scuole italiane XXV (1882) /].

    I 4. Creuzer Symbol, und Mythol. d. Alten 1840.5. Paul Decharme la critique des traditions religieuseschez les Grecs... Paris (Picard) 1904 [p. 52-8].

    6. Hermann Diels Doxographi Graeci Berlin (Rei-mer) 1870.

    7. A. Faggi corsi e ricorsi nella storia del pensiero[in Rendic. del R. Ist. Lomb. di se. e leti., s. IIXXXVI (i9oj) fase. 14-ij].

    8. E. Franzo sulle relazioni delle dottrine del SmkhyacolPantica filos. greca fino ad Anassagora Pisa 1904.

    9. W. Freytag die Entwicklung der GriechischenErkenntnisstheorie bis Aristot. Halle, Niemeyer ipoj.io. Hermann Gilow uber die Verhltniss der grie-chischen Philosophen.... zur griechischen Volksre-ligion Oldenburg i8j6.

    11. A. Gladish die Religion und die Philosophie inihrer weltgeschichtlichenEntwickelung Z?/r.sAm i8j2.

    12. A. Goedeckemeyer Geschichte der griechischeSkepticismus Leipzig iooj.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    33/248

    Bibliografia. xxxi

    13. A. Goedeckemeyer Einleitung der GriechischenPhilosophie [in: Ardi. f. Gcsc/i. d. Pht'ios., ti. s.XXI i9oj].14. Max Heinze die Lehre von Logos in d. gr. Philos. I

    Oldenburg 1872.15.W. A. I Ieidel qualitative change in Pre-Socratic 1 'I ii

    -

    losophy [in ArcliivfiirGcsch. d. PhiIos.{ioo6)jjj-j'jo].16. R. Hirzel Themis, Dike und Verwandtes, einBeitrag zur Geschichte der Rechtsidee bei denGriechen Leipzig Hirzel 1007.

    17. F. Max Muller Origine et dveloppement dela religion Paris (Rheinwald) 1879 [p. 5 e 216].

    18. E. Norden die antike Kunstprosa... Bd. I.19. H. Ouvr Les formes littraires de la pensegrecque Paris (lcan) 1900 [p. 184 sg.]. , V

    20. A. Rivaud Le problme du devenir et la notion Ide la matire dans la philosophie grecque jusqu' iThophraste Paris (lcan) 1906.

    21. I. Sully The/ Pessimism. History and critiqueLondon 1880. /

    22. P. Tannery Pourl'histoiredelasciencehellne.DeThals Empedocle Paris (Alcan) 1887 \p. 168-200].*

    23 C. Waddington La philosophie ancienne et la

    \

    critique historique Paris (Hachette) 1904 [p. 49-100].PUBBLICAZIONI GENERALI oltre a gli articoli delle

    enciclopedie di Ersch und Gruber e di Pauly-Wis-sowa, le raccolte Didot del Mullach e degli epi-stolografi di Hercher (Boissonade), le bibliografiedel Fock e del Lortzing, le opere generali deiBenn, Bertini, Burnet, Chaignet, Croiset, Dring,Gomperz, Ritter-e~Preller, Schwegler, Ueber-weg, Usener, Zeller, et, di capitale importanza

    1. Hermann Diels die Fragmente der Vorsokratiker.Griechisch und Deutsch. Zweite Auflage. ErsterBand [p. 54-87] Zweiter Band, erste Halfte [p. vie 660-667] Berlin (Weidmann) 1906-1907.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    34/248

    xxxn Bibliografia.

    ALTRE QUESTIONII. EFESO oltre alle storie generali del Curtius delGrote del Busolt del Beloch et, v.i. Barklay V. Head chronol. sequence of coins ofEphesus [aNumisnt. chronick n. s. XXtav. IX 2-6].

    2. Ernst Curtius Beitrge zur Gesch. und Topogr.Kleinasiens [in Ber. d. Beri. Ak. 1872}.

    3. Ernst Curtius Ephesus [conferenza al Circolo Scien-tifico di Berlino Berlin 1874.4. G. Curtius Inschriften aus Ephesos [in Hermes IV174-228]

    .

    5. Falkener Ephesus and the tempie of Diana London1862.

    6. Guhl Ephesiaca Berlin 1843.7. Hyde Clarke Ephesus i86j.8. Perrot et Chipiez Hist. de l'art dans l'antiq. [/. VIIp. 306-7, 60J-4] Paris {Hachette) 1898.

    9. B. Starr Ephesus [in Zeitschrift f. bild. Kunst1872 p. 206 sg.].

    io. Wood Discoveries at Ephesus London 1877.IL ICONOGRAFIA1. P. Schuster uber die erhaltenen Portrats der grie-chischen Philosophen [a p. 5) Leipzig 1876.2. I. I. Bernouilli griechische Ikonographie... / Thei

    [p. 84-j] Mi'mchen {Bruchmanr) 1901.III. GLI OPUSCOLI IPPOCRATEI1. Hippocrate oeuvres compltes... par E. LittrParis (Baillire) 1849 VI [p. 477'Sl - 486-97} LX[p. 98 sg.).

    2. I. Ilberg Studia pseudo-hippocratea Leipzig 1883.3. G. P. Weygoldt die pseudo-hippokrat. Schrift uepi

    icurrK [in Jahrb. f. klass. Philol. CXXV {1882)p. j'61-17'S-

    4. Friedrich hippokrat. Unters. [p. 112 sg.].

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    35/248

    LA FILOSOFIA PRESOCRATICAED ERACLITO D'EFESO

    In Eraclito e stata raggiunta per laprima volta l'idea filosofica nella sua formaspeculativa, e non c' principio in Eraclitoche io non abbia introdotto nella mialogica.

    Hegkl.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    36/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    37/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    38/248

    4 La Filosofia presocraticaceser, convien superare oscurit, dubbi, conta-minazioni, per riescire a rintracciare quelle parolemirabili, convien che si veda, a traverso altrostile, in diverso linguaggio, per entro differenticongegni d' espressione, come in quei placiti sicontengano, ancor vivi per la nostra fantasia eper la nostra curiosit del vero, i problemi pilimpidi dell'assoluto. Poich, se ben da per tutto qualche legge di natura e qualche bellezza, purnessuna filosofia, a chi cerchi d' esaltarsi sincera-mente nel fremito d'un pensiero ideale, rivelatanto naturale bellezza quanto quella dei pre-cursori di Socrate, e tra questi nessuno, comeEraclito, rende con egual spontaneit l'ansia tor-

    ' mentosa, in che non ostante seguitiamo a vivere,in vano attendendo risposta alle domande eterneche rivolge all'universo lo spirito umano (i).Anche qui son gli Dei, dunque, ma Dei chenon osiamo adorare. Pure, come disse Leibnitz, facendo notare le tracce della verit presso gli antichi, si trarrebbe l'oro dal fango, il diamante dalla miniera, e la luce dalle tenebre (2); pure,quanto pi la scienza integra le sue scoperte, oprecisa le sue identificazioni, tanto pi dobbiamtornare a dirci che, in fondo, il primo sguardofilosofico gettato sul mondo da questi amici dellasaggezza vide tutta la verit ; pure, oltre all' in-tuizione pi sicura ed ardita, noi possiamo rin-tracciar sempre viva in questi frammenti di animesincere, una bellezza che non pi sapremmo creare.

    In oltre, incomparabile il fascino che emanada tutte queste letterature frammentane. Il caso,

    (1) Cfr. Gomperz I, 78.(2) Citato dal Soulier.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    39/248

    ed Eraclito d'Efeso. 5l'invidia del tempo, l'oblio, a noi, lontani rampollidi una stirpe che invent 1' espressione, hannoconcesso il godimento di una nuova bellezza apunto riducendo a questi residui mutili ed informi,molti fra i libri degli antichi. Poche gioie di s,vincono quella che uno spirito desideroso e fan-tastico pu provare leggendo di seguito i fram-menti dell'opera d'un tragedo, d'un lirico, d'unfilosofo. Sembrano accordi staccati e lontani d'unasinfonia eroica, linee spezzate di un edificio glo-rioso, misteriose parole che a quando a quandoci rimandi un'eco sopranaturale a cui si rivolgela voce di tutte le vite. La lettura dei frammentipone innanzi allo spirito una delle pi squisiteforme di mistero, come quella che sembra almeno delineare l'ignoto, pur senza svelarlo, tra-versar di rapidi raggi di luce una tenebra in checi offenderebbero fulgori abbaglianti, e segnarquasi un ritmo di pensiero onde la musica del-l'anima vorrebbe saper trarre una divina armonia.Nulla come un libro di frammenti, fa vero quelche defin Teofrasto, dicendo che la bellezza un tacito inganno,E quantunque, allor che vogliamo liberamentegoderli in noi stessi, gli autori che ci giunseroframmentari possano darci compiacenze somme,facendoci quasi immedesimare con loro nella fe-licit di compirne il pensiero, come intessendouna trama ideale su fili d'oro onde ancor si congiun-gono a noi, per quando in vece intendiamo re-stituirli neh' approssimazione meno inverosimile,cadono tutti i sogni di prima ed il mistero, nonpi adorno di suggestioni, si presenta questavolta come un nemico del nostro desiderio, ar-mato di contradizioni e di scrupoli, cinto d' in-Bodkero, Eraclito.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    40/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    41/248

    ed Eraclito d'Efeso. 7mente nel linguaggio della convenzione che coni',le interpretazioni della natura e della vita, a noiriesce ben arduo, se non impossibile, circondarcidi cos serena ignoranza, e di cos divina libert,da riprendere passo per passo lo svolgimento diquegl' intelletti . Oggi, pi o meno, chiunque dinoi, se non a parole, definisce nel suo spiritola materia e i suoi stati, le energie e gl'impulsi,la morale e il diritto, lo stato e l'individuo, lanatura e la divinit. Non sappiamo di pi d'al-lora, ma certo conosciamo di pi, e la nostrasociet or mai ordinata in modo che ha luogocome una solidariet degli spiriti onde provieneuna pi rapida diffusione di metodi e di dottrine-Noi viviamo in un'atmosfera scientifica, che aun greco di ventiquattro secoli fa, pu affermarsifacesse assoluto difetto.Non possiamo quindi riprodurre in noi V in-genua gioia che da una profonda meditazionefaceva scaturire nell'animo di uno di quei filosofil'essersi dato una risposta plausibile e quanto altramai vasta, s da non escludere nessun fenomeno,a quella folla di domande che uno spirito evo-luto non pu non farsi in conspetto di tutti isegreti della natura. N, osservo, gi piccolomerito essersi fatte tali domande, poich solo inquesto atteggiamento di risoluta speculazione,era un cos profondo distacco dal passato ed unacos libera forza d'intelletto, che parrebbe quasidovesse sopragiungere una nuova domanda adaccrescere la moltitudine dei nostri dubbi, quandofossimo curiosi di sapere come e perch questiprimi fisici e naturalisti osarono staccarsi dallagrazia tranquilla delle teogonie di che s' eranoacquetati i loro padri, per mutare cos radicai-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    42/248

    8 La Filosofia presocraticamente di abito mentale e avventurarsi audace-mente nell'astrazione.

    Dio, lo spazio e il tempo, il sole e gli astri,perch siamo nati e moriamo, come e che sen-

    ; tiamo e sappiamo, che cosa sono forma e sostanza,j e poi che cosa la materia e che cosa la forza,ma tutto ci, spogliato dei veli vaghissimi ondelo mascherava la mitologia, doveva apparire mon-struosamente pauroso. E pure rapidamente il pen-siero ellenico seppe dirsi senza esitare tutte questeparole terribili, coordinarne le idee, unificarne isignificati, organizzarle in dottrine, raccoglierle inun tutto cementato da un tenace potere etnicod'assimilazione e d' espressione, formarne i ma-teriali tutti su cui si sarebbe fondata la religionedella nostra gente. E ci per opera d' osservazionee di fantasia, i cui processi s' intrecciavano ar-monicamente aiutandosi a vicenda e compiendociascuno per la sua parte il patrimonio delle ideee delle verit che appartenne a quel periododella primavera del pensiero, e che noi non ab-biamo ancora eguagliato.Una scheggia di ghiaccio si liquefa, divien ac-qua ; quest'acqua evapora, divien fumo ; il fumosi condensa, torna a divenir acqua, quest'acquasi gela, torna allo stato solido: tutto ci avvieneper ministero di calore (i). Ecco la prima osserva-zione da cui la mente umana formula il pro-blema della materia: quando gli uomini saprannodirne il come e il perch, saranno essi gli Dei.Posto innanzi a questo fenomeno rappresentativodelle vicende dell'universo, il primo filosofo, Ta-lete, colui che Aristotele chiama il fondatore di

    (i) Cfr. Plat. Tini. 49 e.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    43/248

    ed Eraclito d'Efeso. gquesta maniera di filosofia li), s'arrest alla con-siderazione del continuo mutarsi delle cosi. Lenubi rassomigliavano al fumo, gli scogli delmare sembravano ghiaccio, forse alcuno gli avevaparlato dei paesi ove tutta la terra par fatta dighiaccio, egli stesso aveva ben veduto che ognifenomeno meteorologico si risolveva in unatransformazione dell'acqua, e d'altra parte anchel'antica credenza popolare e teologica poneval'Oceano e Teti come autori dell'universo. E disseche tutto acqua, tutto deriva dall'acqua, tuttodiviene per l'acqua : era fondata la filosofia.

    Per questi stati diversi della materia facevanoben s pensare che la materia fosse una, ma nonera necessario ammettere pure che fosse unica.Forse questi aspetti apparivano per le proprietspeciali della materia, non per la mutazione diun' unica sostanza fondamentale, forse non eraprecisabile ci che fosse la materia : essa era unamescolanza infinita che prendeva forme diversesecondo il modo di aggruppamento delle partiche la componevano. Poich le cose non sonosolamente solide, liquide, aeree, ma anche a-sciutte, calde, pesanti e i loro contrari. Quindi,pens forse Anassimandro, non basta affermareche l' universo la mutazione di una materia :occorre rendersi ragione di tutte le forme chela materia prende, imaginandole gi tutte esi-stenti nella materia, in potenza, capaci di rac-cogliersi e di differenziarsi a seconda del giocodi questi aspetti dell'infinitamente piccolo. Eccodunque un nuovo pensiero: alla qualit dellamateria , si aggiunge la considerazione delle

    (i) Metaph. A 3, 983 b 20.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    44/248

    io La Filosofia presocraticaqualit e degli aspetti della materia, e l'atti-vit speculativa estende ancora il suo campod'azione.

    Pitagora doveva formulare il primo sistema com-plessivo chiamando gli uomini e in un certo sensogli Dei, le forme e le sostanze ed implicitamentela materia e le forze, la scienza e la religionea concorrere alla formazione di una logica uni-versale, di una dottrina riassuntiva di tutti i fe-nomeni dello spirito e della natura. Non pil'autocrazia speculativa della materia, non pila separazione dalla divinit, non pi la sem-plice considerazione del sensibile interpretata daun'ipotesi unica, ma ora si fa luogo ad un'a-strazione. Le cose tutte sono in quanto constano,e constano in quanto vivono in un'armonia :ogni cosa che , ogni sensazione, ogni pensiero un'armonia, dunque tutto numero, dunqueil problema dell'universo si risolve nel numero,dunque il numero il fondamento di tutto.Cento parti formeranno il ghiaccio, venti l'acqua,una l'aria; non basta questo a spiegare l'originee l'essenza delle cose ? L'essere il numero, ela materia stessa esiste in quanto esiste il nu-mero. Qui la speculazione, non solo per la mag-gior complessit del sistema, ma anche per es-sersi accresciuta di questa attivit ideale delnumero, prende l'aspetto di scienza esatta ; ilpensiero umano, se ben gli Dei siano ancor nel-l'Olimpo, possiede gi queste conoscenze diret-tive e fondamentali : dell'esistenza di una ma-teria, del suo differenziarsi, del suo apparire invarie forme, della possibilit di modificarsi, delconstituirsi delle cose, dell'armonia che tuttogoverna; ed ora che per mezzo di questi vari

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    45/248

    ed Eraclito d'Efeso. ilaspetti, della qualit, ricercando con Talete ciche sia la materia, del modo, indagando conAnassimandro come essa sia, del numero, con-siderando con Pitagora come essa divenga; orache l'umanit ha fatto suo il materiale dei suoiproblemi, la filosofia ha libero il campo perfarsi in contro alla spiegazione pi scientifica diogni forma e d'ogni forza dell'uomo e dell'u-niverso.

    In fatti a questo punto della storia del pensieroGreco troviamo il filosofo che, secondo Aristo-tele, il primo che abbia ridotto all'uno (i):Senofane. Pu pensarsi che egli alla filosofia siagiunto dalla poesia, ipotesi questa che sarebbelusinghiera, per spiegare la formazione di un si-stema che appare quasi compiuto, comprendentecio un'interpretazione di tutto il pensabile. ConSenofane si presenta la prima critica razionaledelle tradizioni religiose , appartenente ad unaformulazione universale veramente complessa, sebene per il problema della materia egli nonsembri scostarsi di troppo dalle concezioni chelo hanno preceduto, in quanto paia pi tostoche la fisica Senofanea, anch'essa riferita tuttaad un'unit assoluta, non sia che una conse-guenza della pi generale critica religiosa. Maun altro atteggiamento filosofico trova il suoprimo riscontro nelle dottrine del fondatore dellascuola eleatica, ed quello relativo ad una con-siderazione pessimistica riguardo al problemadella conoscenza, questione di cui Senofane, sepur non esprime consapevolmente i termini,getta i fondamenti e prepara i materiali.

    (i) Metaph. A 5, 986 b 21-22.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    46/248

    12 La Filosofia presocratica

    La cronologia filosofica pi recente pone que-st' ordine alla genealogia dei primi pensatoriGreci. Cos che in sul principio del quinto se-colo fioriscono tre scuole filosofiche : la Jonica,di cui Anassimene il rappresentante, contem-poraneo, come sembra, di Eraclito ; la Pitagorica,specializzata come partito politico, come con-sorteria religiosa, come accademia scientifica; laEleatica, da poco fondata da Senofane, e chia-mata ad eletti destini (i).A proposito della Scuola Eleatica giova quifare un'osservazione. Ed che, come ho ac-

    cennato, il suo fondatore per il primo sembraintravedere il problema della conoscenza. Non il caso di riprendere ora la questione dellacontradizione che si rinviene nella dottrina diSenofane, quale giunta a noi, tra un suo scet-ticismo ed un suo dogmatismo ; ma a questopunto opportuno udire il filosofo stesso (2) :non nato n mai vivr uomo tale che il verosappia quanto a gli Dei ed all'universo che io canto:pur se giungesse alcuno a dir giustamente ogni cosa,non per ci la saprebbe : che tutto opinione governa.Questo frammento di Senofane mi sembraun segno evidente del processo storico secondo

    il quale il problema della conoscenza si presentaallo spirito dei Greci. E una critica religiosaquella a cui si riconnette direttamente questo

    (1) Cfr. Waddington, per la cronologia.(2) Fr. 34 Diels.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    47/248

    ed Eraclito d'Efeso. 13primo apparire della pi complessa questionefilosofica, il cui prodursi pare a me sia la con-seguenza pi evidente dell'estensione del metodorazionale alla soluzione del problema religioso.Tutta l'antica teologia parlava dell'infelicit edella miseria degli uomini, della tristezza dellavita, e la poesia greca ha sempre espresso il pes-simismo pi doloroso, per il destino dell'uomo ;poeti epici, lirici, tragici, hanno cantato sempre,in ogni metro, che per noi sarebbe meglio non

    C nati. Ora neh' mbito di una considerazioneteologica, quest'affermazione vale quanto quellache nell'ambito di una considerazione razionale,per la prima volta ritroviamo in Senofane : noi nonsappiamo nulla, ma tutto governato dall'opi-nione. L'Eleate che, nuovo titano per i dirittidello spirito, per il primo prese d'assalto tuttigli Dei dell'Olimpo, intu che, tolte di mezzo legiustificazioni teologiche dei fenomeni naturali,l'uomo era abbandonato alle sue sole forze. Seil sole e la luna non corrispondono a divinitpersonali, che dunque ci che sentiamo ri-splendere il giorno, ci che vediamo illuminare .le notti ? La verit non sarebbe dunque preclusaa gli uomini, come la felicit ? Ma, come Edipo tale, che nessun altro essere saprebbe sop-portare i suoi dolori (1), cos l'uomo pigrande, quanto pi solo di contro al poteredell'infinito. Nell'ordine morale, la teologia la-sciava l'uomo infelice : nell'ordine razionale, toltidi mezzo gii Dei, non poteva scomparire questafatalit del dolore. E si chiam con altre pa-

    (1) Ocd. T. 1414-15.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    48/248

    14 La Filosofia presocraticarole, e dal rapporto tra la divinit e l'uomo siriprodusse il contrasto tra la realt e l'appa-renza.

    Posti i precedenti del pessimismo teologicodei Greci, un'interpretazione razionale della di-vinit non poteva condurre che ad un'afferma-zione scettica quanto alle possibilit della cono-scenza. La scienza precedente s'era limitata adinterpretare il sensibile ; Senofane assurge aquella del trascendentale. La materia non ciche l'uomo sente, gli Dei non sono quelli chel'uomo crede, dunque l'uomo libero di chia-mare le cose come meglio gli talenta, dunqueaboliti gli Dei antropomorfi, l'uomo si trova inun mondo popolato di varie larve informi : maallora che cosa tutto ci che ? Opinione, ri-sponde Senofane : con gli Dei l'uomo infeliceperch non pu nulla, senza gli Dei l'uomo infelice perch non sa nulla. L'interpretazionerazionale, non misurando ancora la lacuna mo-rale che era lasciata dalla soppressione degliDei, non vede pi che se stessa nei destiniumani : in luogo delle divinit, dato all'uomoil dominio assoluto su tutto il mondo, in luogodella fede data la scienza, ma la prima scienzache raccoglie in s la materia e la forza senteil bisogno, se ben confusamente, di ripiegarsinella conscienza, ed i mortali, lasciati soli in con-spetto del tutto, debbono in se stessi e con lesole energie della loro ragione rendersi contodi quanto li circonda. Il fatto solo di aver impu-gnato gli Dei della tradizione, poneva le primebasi del problema della conoscenza, poich l doveprima la religione adorava, a canto all'indagine chetentava e spiegava, ora tutto, quasi, collocato

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    49/248

    ed Eraclito d'Efeso. 15su di un solo piano, ed naturale si chieda checosa mai sia l ove prima eran gli Dei.Gli Dei davano la ragion d'essere conosci-tiva dell'uomo, il quale conosceva l'infelicit inquanto la soffriva, e, per il resto, se ne rimet-teva alla sua fede. Ora, implicitamente, la dot-trina di Senofane pone tutto a carico della sen-sibilit, ed logico che il risultato di questa,sostituisca l'energia cogitativa della precedentecredenza. Ad una fede positiva fallace, com'eraper Senofane quella tradizionale negli Dei, pre-feribile una fede negativa sicura, com' quella che 1gli Dei non sono ci che si crede siano, ed aquesta negazione direttamente si congiunge l'altrache n pur le cose siano quelle che appaiono. Mala fede dunque era fenomeno puramente interiore,ond' tale anche quello che le sottentra ; ed eccoaccennarsi il problema della conoscenza : voichiamavate Dei le cose, ma gli Dei solo il saggiosa chi siano, e le cose del pari, che se l'opi-nione governava la vostra credenza antica, essadomina pure il vostro attuale sentire. Posto ilparagone tra i due stati, posto il problemarelativo all'attivit intrinseca di entrambi.

    M'interessava di porre in evidenza questoprocesso d'integrazione filosofica per il quale,con Senofane, come ho accennato, sembra cheil campo dell'attivit speculativa, per la primavolta, raggiunga un'estensione che possa chia-marsi un sistema. Poich io credo che la storiadello sviluppo della filosofia non sia altro che laprogressiva dominazione di un modo di pensare,successivamente e sempre pi complessamentesul maggior numero d'idee. Io non credo che ipresocratici debban chiamarsi precursori di So-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    50/248

    i6 La Filosofia presocraticacrate, intendendo con questa espressione di ac-cennare ad un unico movimento filosofico, mas bene penso che, indipendentemente dallo svi-luppo Socratico, la filosofia greca sino alla finedel quinto secolo sia un periodo a s nellastoria del pensiero, con sue origini, suo fioriree sua decadenza. Con Socrate incomincia unanuova filosofia, la quale convien sia consideratacon tutt' altri criteri da quelli di cui si fa uso per ilperiodo anteriore e per il successivo. Nella storiadei presocratici abbiam veduto sin qui le originie il sorgere delle scuole ; Talete e Anassimandro,Pitagora e Senofane, appaiono i fondatori : perEraclito e Anassimene si passa ai rappresentantidei sistemi pi complessi, quali Diogene Apollo-niate, Parmenide, Anassagora, Democrito; mentreZenone d'Elea, Melisso, ed Empedocle special-mente, mirano all'unificazione assoluta di tutti ifenomeni sotto un aspetto filosofico, e i Sofistisegnano la fine di questo modo di pensare. Ogniperiodo della storia del pensiero si connette conlegami intrinseci ed estrinseci, a quelli che lo pre-cedono ed a quelli che lo seguono, ma tale ildistacco tra quelli che son chiamati i precursoridi Socrate e Socrate stesso, che non possibilefarne una sola categoria, nella partizione storica.La filosofia dell'antica Grecia ha uno sviluppocompiuto e raccolto come la Scolastica del MedioEvo, e, come questa, forma a dirittura un pe-riodo a s, in cui di precursori non il caso diparlare se non per una ragione cronologica odestrinseca : Socrate rappresenta forse un pro-gresso, rispetto alla filosofia che lo ha preceduto,dipendente per da quel fenomeno pi universaleche si convien comunemente chiamare il progresso

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    51/248

    ed Eraclito d'Efeso. 17umano, ma rappresenta anche un nuovo spuntoed un nuovo aspetto filosofico, per i quali il pen-siero umano ricomincia in nuova guisa la sua in-dagine sistematica. Non per un solo rispettoSocrate si trova di fronte al problema della fi-losofia, nella stessa condizione in cui possiamporre Talete: questi inizia la filosofia greca, quellol'ellenistica. In tal senso, ritengo che la .storia dellafilosofia cosi dtta presocratica non abbia ancoraavuto il suo espositore.

    ** *

    Ho accennato che io ritengo la storia della fi-losofa come lo studio della progressiva domi-nazione di un modo di pensare successivamentee ^ejnpre pi complejsame,nte,._su.l maggiornu-mero di ideeTDi parole, avrei dovuto dire, poichil segno di questa estensione dato a noi tangi-bilmente dalla terminologia o meglio dalla les-sigrafia filosofica sempre pi vasta. A poco apoco questo contagio di razionalismo si attaccaad ogni espressione e quindi ad ogni categoria. come una macchia che da minimo puntinoimpercettibile finisce a coprire un largo spazio, come un cribro che debba giungere a vagliarequalunque sostanza. A pena Talete invent lafilosofia, s'appropri per questa industria dellospirito alcuni rudimentali strumenti, alcuni mate-riali d'indagine. E ciascuno di coloro che lo se-guirono su questa via accrebbe di nuove parole edi nuovi nessi questo modo di considerare l'u-niverso. Se noi avessimo le opere intiere di tuttii pensatori greci sino a Socrate, io credo che po-tremmo vedere estesamente verificarsi questo

    Bodri-ro, Eraclito. 2

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    52/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    53/248

    ed Eraclito d'Efeso. 19sico, per le esigenze della nuova ragione. Con-quistato tutto il territorio dell'osservazione, lafilosofa pensa allora ad ordinarlo in sistemi cheacquisiscono nuovi modi di dire e nuove parolepi specialmente strumentali : di qui allo scetti-cismo ed alla sofistica il passo breve. Ma nelsuo primo slancio, sembra che i primi pensatorivogliano espandersi con l'avidit dei loro intel-letti mirabili ad una specie d'imperialismo ditutte le province dello spirito, su le quali iloro successori cercheranno di stabilire una leggecomune, che i diadochi infiacchiranno nelle la-scivie e nelle mollezze della critica puramenteverbale.

    Tutto ci evidente nei presocratici: essi sitrovano in posizione privilegiata, sia per se stessi,sia per un nostro studio, rispetto ai rappresen-tanti degli altri periodi della storia del pensiero,poich tutto il mondo ancora vergine per la

    inquista. In loro, meglio che in altri, pos-siamo chiaramente vedere l' esempio di questaprogressiva filosofizzazione (mi si passi il termine)del vocabolario, perch ognun d'essi cresce il suostile ideale di nuovi argomenti, di nuovi atteg-giamenti, di nuove forme, in un tempo in cuise bene non siano partite categoricamente le sin-gole attivit intellettuali, si notano per una cosingenua spontaneit ed una cos libera e semplicedimostrazione degli intenti, da poter noi scor-gere continuamente chiari e definiti i confini del-l'arte, della scienza, della filosofia.

    Per un altro rispetto poi, lo sviluppo del pen-siero filosofico ha luogo per adesioni e per con-trasti. Anche qui la storia di questo periodo sembradarci il modello fondamentale di ogni altra evo-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    54/248

    20 La Filosofia presocraticaluzione. Poich, a punto per la semplicit, laspontaneit, la logica che caratterizzano questoperiodo-modello della storia della filosofia, noipossiamo scorgere qui tutte assolutamente leforme pei periodi successivi. A parte la cura mi-nuta delle parole che fu precipua e gloriosa spe-cialit dello spirito greco, a parte pure il nostrometodo d'indagine che ci constringe a cercarda per tutto ove sia possibile rintracciarlo, unbarlume di luce, anche nelle analisi grammaticali,ma certo si che questo arricchimento d'ideeche la filosofia vien procacciandosi, ci si mostracos profondamente umano, che qui potrebberoveramente, meglio che altrove, trovar luogo le pifeconde osservazioni circa la psicologia, la logica,le leggi dello spirito, poich in nessun altro la-boratorio accadrebbe di rinvenire pi compiuto,sicuro e scelto materiale d'esperimento.

    In fatti, non tanto rispetto ai singoli individui,quanto nel carattere del pensiero generale dellesingole epoche, perfetto si presenta il gioco delleazioni e delle reazioni ideali: quindi anche perquesta considerazione, anche per dir cos, per ladinamica esterna del pensiero, noi vediamo neipresocratici gli esemplari pi puri e complessidella meccanica filosofica. Poich, posto che cia-cuno di questi pensatori tende a far sempre pigrande e pi bella la verit, in ciascuno di essi,se ne avessimo tutte le opere, ci sarebbe poidato veder chiaramente ogni pi sottil segno delprogresso, ogni discendenza ed ogni conseguenza.Ciascuno, e traendo partito dell' indagine di chilo ha preceduto, e polemizzando o con altri chesi accostano alla sua via o con i pregiudizi dicoloro che non lo hanno ancora compreso, acquista

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    55/248

    ed Eraclito d'Efeso. 21nuovi veri, e, indipendentemente da diretti rap-porti personali, sottopone nuove idee, o, comeamo meglio dire, nuove parole a quello che hochiamato il processo di filosofizzazione, ed inciascuno quasi sempre evidente il metodo se-condo cui qualche cosa ha accettato da altri,qualche altra ad altri ha contradetto, e qualcunain fine ha egli stesso novamente scoperto.

    Poich un carattere speciale a questi filosofi che ciascuno di essi mira ad un'interpretazioneuniversale, cos che, per le nostre partizioni, pustudiarsi di ciascuno, la psicologia, la logica, lamorale, la scienza, la teologia e via dicendo. Ipresocratici non conoscono limiti all'attivit delpensare, non si prefiggono compiti parziali chepossan poi aiutare pi vaste concezioni, nonimaginano che la soluzione di un solo problemao la considerazione di un solo aspetto o l'adat-tamento di una sola parte dell'universo pensabile,valga a soddisfare l'esigenza del sapere. Ciascund'essi crea un sistema universale, e per essi,nell'attivit intellettuale, ci che non poesia, oespressione necessaria della vita pratica, filo-sofia, cosi che ognuno insieme filosofo, scien-ziato, profeta, polemista, classificatore, esegeta, edognuno rientra per noi nella considerazione diciascuno di questi rami della storia del pensiero.Le differenze posson dipendere naturalmente dalledisposizioni, dalle tendenze, dalle opportunit diciascuno, ma sono accidentali e non volontarie,poich ogni presocratico , nel senso pi largodeTa parola, filosofo. Ben pi tardi troveremo ladivisione del lavoro filosofico, ma per ora, soloper l'acquisto nuovo fatto al pensiero, potr sem-brare che uno di costoro sia pi fisico o pi

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    56/248

    22 La Filosofia presocraticamoralista o pi logico o pi teologo d'un altro,non per l'intento, che per tutti, come ho detto, universale.

    *

    Per tanto oziose mi sembrano certe definizioniprecise che tutti i cultori eli questa disciplinahanno voluto formulare di ciascuno dei rappre-sentanti del pensiero greco di questo periodo,dandole come esaurienti. Avendo ben chiari nellospirito i concetti che mi son studiato di dimo-strare sin qui, appare inutile sforzarsi a certe de-terminazioni intime che, date anche le condizioniin cui si trova il nostro materiale d' indagine,non possono che ravvolger di maggior oscuritquesti fantasmi a pena visibili . Occorre sapercontemperare la considerazione dello sviluppoobiettivo del pensiero, con quella delle personeche ne furono interpreti, cercando nel progressodello spirito filosofico un contingente d' influssipersonali che non si debbono prender per comesoli determinanti del sorgere di certe idee. Inciascuno dei presocratici giova considerare tutto enon dar prevalenza a nulla ; e quindi tener presentilo stato del sapere precedente, l'elemento pole-mico, la condizione individuale, il contributo d'e-stensione filosofica, le conseguenze e le deriva-zioni ; ma guai a voler cercare una formula unica,a voler fondare una teoria su la paternit d'ogniinspirazione, a voler caratterizzare ogni genealogiadel pensiero Il processo intensivo e quello dina-mico a cui ho accennato debbon risultare quasiinconsapevoli, di fronte al fine supremo che queifilosofi si prefissero, della ricerca della verit.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    57/248

    ed Eraclito d'Efeso. 23Poich ciascuno di questi pensatori, a punto

    per l'universalit della sua aspirazione intellettuale,pi specialmente per certe indeterminatezze diespressione, ed in fine per lo stato mutilo in checi giunsero, si presta a contenere e le filosofieprecedenti e le successive. In Eraclito, per c-sempio, troviamo una speciale considerazione del-l'acqua (1) che ci rammenta Talete, una funzionedella mescolanza (2) che ci ricorda Anassiman-dro, certe oscure classificazioni numeriche (3) edalcuni accenni ai misteri (4) che posson farci pen-sare a Pitagora, un'intervento di una divinit (5)che richiama Senofane. E poi v' un predominiodel fuoco (6) che si ritrova in quell'alternanza dicaldo e freddo che a fondamento della fsicafenomenologica di Parmenide, v' una via al-l' in su ed una via all'in gru (7) che si riscontranelle dottrine degli atomisti, di Leucippo e Par-menide, vi sono accenni ad un determinato con-cetto della morte (8) e le azioni contraposte (9)e di nuovo la prevalenza del fuoco, che ritroviamoin Empedocle, v' il noiis e l'intelligenza univer-sale (io) di Anassagora, vi son pure rilevanti ac-cenni ad una relativit della sensazione (il) e

    (1) Fr. 12, 13, 31, 61, 76, e Test. 15.(2) Fr. io ed altri.(3) Test. 13, 19 e fr. 4 a.(4) Fr. 14.(5) Fr. n (?), 67, 92, 102.(6) Cfr. specialmente le testimonianze e i framm. 30,

    31, 66, 76, 90.(7) Fr. 59, 60.(8) Fr. 36, 62, 76, 77.(9) Fr. 51.(io) Test. 16 e fr. 12 e 16.(11) Test. 17 e fr. 107.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    58/248

    24 La Filosofia presocraticagiochi di parole (i) come nei sofisti. Non solo,ma in Eraclito si rinviene, per esempio, disprezzoper i poeti (2) quale manifesta anche Platone nellaRepubblica, similitudini, come quella del ciceone,che (3) furon riprese dagli Stoici, analogie singolaricon le dottrine dei Cirenaici e dei Cinici (4), sulprincipio del libro un pensiero eguale al principiodel vangelo di San Giovanni (5). Ed ho citato acaso, poich se volessimo sezionare queste pochepagine in cui si raccoglie quanto ci resta del-l'opera del filosofo Efesio, potremmo trovare cheogni suo pensiero una divinazione o un germeda cui nasceranno dottrine fondamentali dellavita spirituale dell'umanit.Ora egli mai possibile, data una cos mol-teplice complessit di sintesi filosofica, trovarenella nostra minuta terminologia, l' equivalenzain linguaggio moderno della personalit di Era-clito? forse possibile unificare 'sotto un soloaspetto tanta copia di aspetti? forse possibiledeterminare tutte le derivazioni ed i precedenti dicos varia e profonda indagine, quando a malapena possiamo isolarne le parti, rintracciandoqualche vaga analogia? Poich, se bene possiamgiungere in qualche modo a misurare di quanto

    (1) Fr. 2, 114 e 25. Cfr. anche ci che se ne dir inappresso.

    (2) Fr. 40, 42, 56, 57, 104, Test. 22.(3) Fr. 125.(4) Cfr. nella Vita, e il Dtimmler.(5) Gi Amelio, discepolo di Plotino (in Eusebio, Praep.

    ev. 540 b) aveva notato questa coincidenza (cfr. Tan-nery, 173 n. e la Bibliografia). Il termine Foni usatodalla Gnosi, si trova per la prima volta in Eraclito,cfr. fr. 52.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    59/248

    ed Eraclito d'Efeso. 25ogni pensatore accresce il patrimonio d'idee filo-sofiche del suo tempo, non dobbiamo per inquesta indagine dipendere da categorie, da for-mule, da espressioni del tempo nostro, le qualibene spesso ci farebbero vedere l'intenzione dicerte astrazioni, l dove non si dovrebbe parlareche di transformazioni del significato di certe pa-role. Entro questi limiti e con tali cautele do-vremmo studiare nei presocratici, per esempio,il problema della conoscenza.Ora per questi rispetti Eraclito per lo Schu-

    ster un sensista ed un empirista, per il Lassalleun razionalista ed un idealista; per ilTeichmlleril fondamento della dottrina dell'Efesio nellasua fisica, per lo Zeller nella sua metafisica, perlo Pfleiderer nella sua religione ; per il Teich-miiller e per il Tannery la sua teologia deriva dal-l'Egitto, per il Gladisch da Zoroastro, per il Lassalledall'India, per lo Pfleiderer dai misteri greci ; perlo Pfleiderer il flusso eracliteo deriva dalle sueteorie astratte, per il Teichmiiller le teorie a-stratte di Eraclito derivano dall'osservazione delflusso ; lo Pfleiderer dice che Eraclito fu un ot-timista, il Mayer ne fa un pessimista; per loSchuster egli un ilozoista, per lo Zeller un pan-teista, per lo Pfleiderer un panzoista, perii Lassalleun panlogista (1).

    Di tali sistemi ebbi gi occasione di esporrealtrove pi ampiamente la mia critica (2), dellaquale l'enumerazione ora detta d una riprovaluminosa; n il caso di ripetere gli argomenti

    (1) Cfr. il Patrick.(2) Cfr. il mio Empedocle, p. 57 e segg.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    60/248

    s6 La Filosofia presocraticaallora addotti, di fronte a quello capitale chequi mi offerto dal saggio di definizioni che hotranscritto, di molti fra i pi insigni cultori diquesta disciplina. Avendo presenti questi risul-tati, facilmente si comprende come la migliorestoria della filosofia dei presocratici finisca peressere la raccolta nuda, ma quasi perfetta, chedei loro frammenti ha pubblicato il Diels. Ilquale, avendo poi a dire di Eraclito, ben a ra-gione non s' dato cura di definirlo in verunaguisa, ma ha parlato del suo stile e del suo ca-rattere di uomo e di scrittore, del momento sto-rico in cui appare e dei principi generici delsuo sistema. L dove interpreti meno recenti,per un verso esaurirono forze preziose nella so-luzione di questioni puramente esterne, fondan-dosi su le forme che nel tempo nostro ha ladiffusione delle dottrine, per un altro non sep-pero concludere che a determinazioni, o ridottepoco meno che all'accusa di plagio posta aciascuno dei presocratici, o nella migliore ipotesi,ristrette al comodo rimedio dell'eclettismo.

    I due processi di cui ho detto, in vece, mi sem-bra spieghino meglio d'ogni altro sistema l'evo-luzione storica per la quale un filosofo, accostan-dosi o no con la sentenza di un suo antecessore,s' per servito del nuovo materiale di paroleacquisito da costui al pensiero filosofico. In questosenso son possibili alcune determinazioni, ed inquesto modo soltanto pu verificarsi quanto hodetto sin ora. Atteggiamenti complessi della per-sonalit, pi che minute genealogie di concetti,veri acquisti del patrimonio scientifico delle idee,pi che derivazioni mal certe, estensioni dellaconscienza filosofica, pi che riflessi individuali

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    61/248

    ed Eraclito d'Efeso. 27di tendenze o di speciali condizioni, questi misembrano gli elementi di miglior criterio perquesto periodo d'intensissima vita intellettuale.Poich questi rappresentanti del pensiero anticosi trovano in uno stato singolarmente favorevoleper la nostra osservazione, in quanto pi deglialtri sembrano uomini, e questa loro umanit,negl'impulsi, nelle reazioni, nelle osservazioni enelle sintesi, si risolve in una esemplare sempli-cit di transcrizione, di classificazione e d' ag-gruppamento di dati d'esperienza e di fantasia.Son essi i tipi perfetti dell'individuo filosofico,che appartengono ad una stirpe in ogni sensoevoluta, dispongono di un linguaggio che serve ,per esprimere qual si voglia sfumatura del pen-siero, e vivono in un'epoca di grandissima atti-vit letteraria, politica, estetica, avendo vergineed incolto innanzi a s il campo sterminato diquella da cui prende sua forma l'interpretazionedella natura e della vita.

    ** *

    Ancora a questo proposito da osservarsi che,in materia di filosofia greca, in uno sviluppo dipensiero che, da un primo spunto di caratterepuramente fisico, quasi inavvertitamente vennead abbracciare ogni parte dell'attivit dello spi-rito, conviene grande cautela nel discorrere diorigini orientali. Questo uno dei problemi piardui e complessi della storia della prima filo-sofia greca e solamente la bibliografia di taleargomento, occuperebbe di per s un volume.Poich in vero profonde analogie appariscono dacerti confronti tra i dettami delle saggezze ba-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    62/248

    28 La Filosofia presocraticabilonesi ed egizie ed alcuni tra i placiti fonda-mentali degli antichi filosofi.

    Convien cautela, come ho detto, e conviensottilmente distinguere vari aspetti della que-stione. Che nella religione greca si rinvenga granparte degli elementi orientali, non v' dubbio.Ma di fronte ad una corrente di sentimento pu-ramente religioso, ed a questa tendenza al na-turalismo rappresentata dai filosofi, sta comemezzo termine una via di conciliazione se-gnata dalla corrente mistica. Sono i mistici, nelsenso filosofico della parola, in ogni tempo, co-loro che non a bastanza caldi nella fede da voler

    / credere senz'altro ai dogmi religiosi, n d'altrocanto a bastanza saldi nel sostenere quella helor pare la desolazione dell' anima, se accettinosenz'altro le dottrine razionalistiche, vogliono l'unae l'altra cosa raccogliere nel loro spirito, con-seguendo una conscienza razionale dell'oggettonecessario del loro sentimento (i). La mitologia,la mistica, la filosofia son termini eguali rispettoal desiderio dell'appagamento dello spirito, chesi congiungono tra di loro per tenuissime ma nu-merosissime sfumature. Ora, per questi strumentiche contemporaneamente distillarono dalle ori-gini al tramonto della grecit il patrimonio d'i-dee e di sentimenti dell'anima ellenica, avvenneanche in ogni singolo periodo della storia diquest' anima il successivo grecizzamento formaledi questa, o se meglio si vuole la periodica trans-formazione in razionali, di conoscenze religiose.A me sembra assurdo pensare che la Grecia,la quale ci si mostra sempre cos spiccatamente

    (i) Cfr. il mio Sorgere della sofistica.

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    63/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    64/248

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    65/248

    ed Eraclito d'Efeso. 31la parte razionale di queste credenze e a pocoa poco vennero a servirsi razionalmente diquella parte del metodo mistico che serviva allaloro curiosit, lasciando intatta l'altra parte chenon serviva al loro sentimento, e da questopunto in poi, fecero passare nel vocabolariodella nuova dottrina tutte le parole che primaappartenevano a gli altri usi, creando cos unnuovo mondo per l'attivit dello spirito.Questa l'origine orientale della filosofia greca.Il viaggio di Talete in Egitto il simbolo diquesto processo, poich fu ben Talete, uomogreco e di grande sapere, vivente in un periododi evoluta civilt, colui che accdst la scienzaegizia (i). La quale non aveva questo carattereletterario che i Greci seppero imprimere allaloro, ma pi tosto un carattere pratico, per ilquale potremmo ben negarle ogni valore di filo-sofia. Si tratta di alcuni elementi derivanti daun fondo originario comune, di altri provenientida un'appropriazione all'attivit filosofica di ru-dimenti scientifici contenuti nelle dottrine mi-stiche, di altri ancora desunti da conoscenzepratiche e da strumenti della vita e della cono-scenza immediata, tutte origini di cui, allo statodelle nostre fonti, non sarebbe possibile fare unesame particolareggiato (2). Ma ben greco,

    (1) V. Chiappelli Gli clementi egizi nella Cosmogoniadi Talete, e Lasson Id. in Atti del congr. stor. XI 1903,p. 29-46.

    (2) Il Tannery (p. 179 n.) confronta il fr. 52 con unesempio dell'inno a sole R, tratto dal Maspero : Fan- ciullo che nasci ogni giorno, vecchio che percorri l'eter- nit . Io non vedo l'analogia che nella parola fanciullo,poich Eraclito parla del tempo e qui si dice del sole;

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    66/248

    32 La Filosofia presocraticaprofondamente greco il carattere filosofico diquesto sapere, carattere che noi rinveniamo soloqui, e di cui possiamo conoscere ed analizzareo

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    67/248

    ed Eraclito d'Efeso. 33abbassa di una linea il valore intrinseco del-l'originalit del pensiero ellenico, poich quantoin esso essenziale, autoctono nel suo for-marsi, nella sua vita, nelle sue conseguenze.

    ,*

    Ma in che cosa dunque possiamo rinvenirequesta grecit dello stile ? Da che cosa datoquesto carattere nazionale dell'opera del pen-siero greco? Quali sono gli elementi fondamen-tali di questo ellenismo filosofico?

    Nella storia dell'anima greca, con il sorgeredella filosofia ebbe luogo un ricominciamentodella valutazione e della considerazione delmondo, che prese le mosse dall'interpretazionefisica. Ma non a pena tale tendenza si manifest,sbito il carattere ellenico vi stabil i mecca-nismi del suo stile, che si organizza dal contrastoe dall'equilibrio. Non solo la sintassi gramma-ticale, ma anche quella filosofica dei Greci, sonfondate su l'antitesi, onde sul limitare della storiadel pensiero greco troviam gi accennato questoprincipio, poich Anassimandro gi pone i con-trari quasi a rappresentazione delle parti dellanatura. Da questo punto in poi noi rinveniamoda per tutto questo schema che vien perfezio-nandosi, integrandosi, compiendosi, sino ad in-firmare risolutamente la possibilit della cono-scenza, e ci con i sofisti. Anzi pu dirsi chequesto che io pongo come periodo a s dellastoria del pensiero e che per una semplice con-siderazione cronologica, chiamo dei presocratici,significhi in realt lo sviluppo di questa specialeforma di pensare che dallo spunto naturalistico,

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    68/248

    34 La Filosofia presocraticaa traverso l'elaborazione dei contrasti, giungeallo, scetticismo, giusto per aver compiuto inquesto senso la sua interpretazione: da Socratein poi, si ricomincia da capo su tutt'altra basee, come ho detto, ha principio la filosofia elle-nistica.

    Questo dunque, per tale rispetto, il periodoin cui si sviluppa la dinamica- dei contrasti. Ifilosofi greci collocarono di fronte tutte le es-senze pensabili, restando rigorosamente figli delloro tempo. Basta paragonare la struttura sintat-tica di un periodo di Erodoto, di uno di Tuci-dide, di uno di Senofonte, basta rammentareuna sentenza di Senofane, una di Empedocle euna di Protagora, e porvi a canto la considera-zione dello sviluppo singolare che ha l'idea neitempi seriori, per sentire la verit di questa miaosservazione. Con Socrate l'uomo vive di per s,con l'anima sua, nel mondo che lo circonda, ldove prima l'uomo strumento della conoscenzadei contrasti della natura ed tanto pi filosofoquanto pi ne scopre e ne interpreta. In questoperiodo sembra che unica mta dell'attivit delpensiero sia il porre le categorie dell'universo,armonizzandole nel pi probabile aggruppamento,disponendole nel pi persuasivo contrasto: il fi-losofo pone da un lato il mondo quale , dall'altroil mondo quale appare, e nel primo distingue ciche in realt e ci che in apparenza, nelsecondo ci che appare ed , e ci che apparee non , tutto riassumendo per un verso nellaunificazione fisica, per l'altro nella partecipazionemateriale dell'uomo alla composizione di tutte lecose, e giustificando in fine questa antitesi, conil carattere per cos dire profetico (per quanto

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    69/248

    ed Eraclito d'Efeso. 35pu averne un Greco) del suo insegnamento.Nella sua formula pi astratta il modo di pensaredi questo periodo non che l'oscillazione tradue sillogismi, uno dei quali finisce al cogito ergostim, e l'altro giunge al sum ergo cogito.

    Nulla pi greco dei sofisti, e tutti i pensa-tori greci di questo periodo furon pi o menosofisti. Si compiacciono i sofisti di ricercare ilsenso recondito delle parole, paragonando i lorosignificati, usandole nelle loro varie forme, ac-costandole con le loro assonanze, e poi ricon-frontandole con le realt di cui son segno, efacendo soggiacere la realt alla legge stessache regola l'uso delle parole. Pongono poi con-tradizioni verbali da cui risulta una verit supe-riore alla portata delle parole stesse, in quantoarrivando all'identit dei contrari, d esistenzaad un quid n positivo, n negativo, rispettoai significati contraposti, ma inerente ad un'altraastrazione da cui risulta pi tosto il meccanismodell'idea comune. Giungono in fine a partirel'universo dalle parole che lo esprimono, po-nendo queste in contrasto con i sensi che sonlo strumento della conoscenza e fermando l'esi-stenza dell'uomo in antitesi con quella dellarealt, delle parole in contradizione con le cose,delle espressioni in confronto alle apparenze. Econcludono alla negazione della realt: la storiadi questo periodo del pensiero greco conclusadal libro di Gorgia, in tomo al non essere iin tomo alla natura.Ma sino ad un certo punto di questo sviluppo,e pi precisamente sino ad Empedocle, questoatteggiamento pi specialmente logico correttoe frenato dal carattere profetico cui ho accen-

  • 8/12/2019 Eraclito - Bodrero (1910)

    70/248

    36 La Filosofia presocraticanato poc'anzi. Sino ad un certo punto cio, ilfilosofo si ritiene eroe, nel senso carlyliano dellaparola, rivelatore della verit nascosta, esegetadell'universo per il bene dell'umanit. Da Seno-fane ad Empedocle, pur lasciando in dispartePitagora per il quale questo aspetto dell'uomo-filosofo dipende pi specialmente dal contenutomistico della sua dottrina, il filosofo si sente unessere d'eccezione, e seconda con ci quellatendenza individualistica che anch'essa unadelle manifestazioni pi spiccatamente elleniche.Con ci si concilia l'apparente contradizione traun dogmatismo individualistico ed uno scetti-cismo naturalistico, per la quale, a canto a tuttele espressioni di diffidenza verso la verit delleapparenze provenienti dai sensi, tutti questi pen-satori pronunciano orgogliosamente l'esistenzadi una verit suprema, dipendente dalla ragioneo meglio dalla loro ragione, sprezzando tutte leforme, dalla semplice conoscenza alla pi alatapoesia in che sino ad essi stata tradotta nellinguaggio umano l'interpretazione dell'universo.D'un altro carattere prettamente ellenico di

    questa filosofia ho gi discorso pi sopra, nontraendone per che alcune conseguenze, e giovaqui revocarlo, compiendone l'espressione. Alludoa quella specie di pessimismo che gi in Senofanediviene il primo accenno al problema dellaconoscenza: essendosi posto come base geneticadi quella deduzione il pessimismo morale dellateologia e della poesia precedenti, che condu-ceva al pessimismo razionale, avviene dopo Se-n