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Erbe Officinali Tradizione Siciliana

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LeErbe Officinali nella Tradizione Siciliana

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Page 1: Erbe Officinali Tradizione Siciliana
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Le Erbe

Officinali

nella

Tradizione

Siciliana

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P R E F A Z I O N E

Prof. Giacomo Dugo Cattedra di Analisi Chimica dei prodotti alimentariDip. Chimica Organica, Università di Messina

Il progetto POM A34 di cui sono il Coordinatore, ha avuto come obiettivo la"valorizzazione e tipicizzazione di piante officinali e dei prodotti di trasformazio-ne, attraverso anche il trasferimento di modelli innovativi di produzione, il recu-pero di scarti di lavorazione e la loro trasformazione in biomasse di qualità adalto valore aggiunto.Come prevede la L. 99/31 che disciplina il settore, con la dizione "Piante officina-li si intendono tutte le specie medicinali, aromatiche e da essenza, ovvero tuttequelle piante in grado di fornire "droghe" che possono essere loro volta destinateal consumo diretto o alla trasformazione per l'estrazione, dei principi attivi.Evidentemente il concetto di pianta officinale può essere molto restrittivo in sensoterapeutico, ma anche molto estensivo in senso cosmetico, liquoristico, aromatico.Al fine di stimolare l'incremento della produzione di erbe officinali e superare ilimiti dei piccoli laboratori artigianali, appare indispensabile compiere un salto diqualità proponendo sui mercati nazionali ed internazionali un prodotto garantitodal punto di vista igienico-sanitario.Una fase del progetto produttivo che necessita di un adeguato approfondimento èproprio la trasformazione delle piante officinali, per l'ottenimento di fitoderivatiutilizzati come materia prima dall'industria.I soggetti proponenti di questo progetto sono state le: Università di Messina, ReggioCalabria, Cagliari e Salerno; le SSA di Sicilia, Calabria, Sardegna e Campania.Nell'ambito delle tematiche trattate nel progetto è stato possibile individuare:• La valutazione del livello di contaminazione di pesticidi alogenati e di pesticidiorganofosforici e contemporaneamente la eventuale presenza di residui da proces-so di plastificanti fosforati e cloroparaffine negli oli essenziali agrumari.• La riduzione dell'uso di pesticidi organoclorici nelle coltivazioni degli agrumi.•La possibile contaminazione da presenza di prodotti fitosanitari nell'origano epeperoncino.• Una caratterizzazione del Mirto e lo studio dell'ottimizzazione dell'estrazionedei principi attivi per la preparazione di bevande idroalcoliche.• Un disciplinare di produzione dell'Elicriso per uso cosmetico.• Uno studio sull'Origano, Timo, Iperico.• Uno studio etno-botanico della costiera Amalfitana.• Uno studio e caratterizzazione di Capparis Spinosa• Uno studio sulle cariche microbiche presenti in prodotti officinali e le variazionidovute all'effetto di radiazioni ionizzanti• La possibilità di valutazione di scarti medianti induzione di enzimi peptitici.

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Carrubba, Alessandra

Le erbe officinali nella tradizione siciliana: impariamo a riconoscerle,coltivarle, apprezzarle / (Alessandra Carrubba, Antonino Sutera).Palermo: Regione Siciliana, Assessorato dell'Agricoltura e delleForeste, 2001.1. Piante medicinali - Sicilia. I. Sutera, Antonino.581.63 CDD-20 SBN Pal0188780

Cip - Biblioteca centrale della Regione siciliana

PROGRAMMA OPERATIVO MULTIREGIONALEAttività di Sostegno ai Servizi di Sviluppo per l'AgricolturaMisura 2 Innovazioni Tecnologiche e Trasferimento dei Risultati della Ricerca

POM A34"Valorizzazione dei prodotti di trasformazione da piante officinali dell'Italiameridionale ed insulare"

La presente pubblicazione non è in vendita ed è stata licenziata nel novembre 2001 per conto dellaSOAT n. 77, Via Roma 181 Menfi AG, con fondi POM 94-99 Misura 2 Progetto A34.

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STRUTTURA DEL PROGETTO

POM A34 Misura 2 "Valorizzazione dei prodotti di trasformazione da pianteofficinali dell'Italia meridionale ed insulare"

Coordinatore scientifico: Giacomo DugoUniversità degli Studi di MessinaDipartimento di Chimica Organica e Biologica

Istituzioni partecipanti:Servizi di Sviluppo AgricoloRegione Sicilia, Regione Sardegna, Regione Calabria, Regione Campania

Enti di ricerca:Università degli Studi di MessinaDipartimento Farmaco-ChimicoDipartimento di Chimica Organica e Biologica

Università degli Studi di Reggio CalabriaDipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali e Ambientali

Università degli Studi di CagliariDipartimento di Tossicologia

Università degli Studi di SalernoDipartimento di Scienze Farmaceutiche

Monografia edita da:Regione Siciliana Assessorato Agricoltura e Foreste.Dipartimento Interventi Strutturali, Gruppo XIII Servizi allo SviluppoNucleo di coordinamento del progetto POM:F. Salvo, M. Costanzo, M. Lombardo, A. Matranga, G. Spartà, M. Vargetto.nell'ambito dei finanziamenti UE obiettivo 1 QCS 94/99 Reg. Cee 2052/88, 2081/93 ProgrammaOperativo Multiregionale "attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura" Mis.2

Monografia curata da:Alessandra Carrubba Dipartimento A.C.E.P. Università di PalermoAntonino Sutera Assessorato Agricoltura e Foreste, SOAT. 77 Menfi

Progetto grafico: ZeroNove25 - Sciacca

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P R E S E N T A Z I O N E

Dr. Felice Crosta Dir. Gen. Dip. Interventi StrutturaliOn. Giuseppe Castiglione Assessore Reg. Agricoltura e Foreste

Il progetto di ricerca POM A34"Valorizzazione dei prodotti di trasfor-mazione da piante officinali dell'Italiameridionale ed insulare" ha visto larealizzazione della presente monogra-fia, grazie all'intervento nell'ambitodei finanziamenti Unione Europea perle regioni a obiettivo 1 QCS 94/99Reg. Cee 2052/88, 2081/93Programma Operativo Multiregionale"attività di sostegno ai servizi di svi-luppo per l'agricoltura" Mis.2Il ruolo svolto dai Servizi alloSviluppo, nell'ambito dell'attività èstato quello di collaborare con ilmondo della ricerca, per il trasferi-mento dei risultati, adeguarli alle esi-genze delle diverse realtà rurali, propo-nendo le osservazioni di chi opera indiretto contatto con il territorio.Questa metodologia di lavoro ha rap-presentato un occasione davvero unica,nel rispetto di un nuovo modo di opera-re imposto dall'Unione Europea, chevede nel sinergismo e nel partenariatoun approccio vincente e sicuramentepiù efficace di quello tradizionaleUna scelta precorritrice dei tempi, chediventerà nel prossimo futuro sicura-mente l'unico modello di lavoro possi-bile, con un approccio integrato e coor-dinato di tutti i protagonisti dello svi-luppo, per il conseguimento dell'obiet-tivo comune: la crescita dell'agricoltu-ra siciliana ed il suo adeguamento allanaturale evoluzione dei tempi.

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IL PROGRAMMA OPERATIVO M U LT I R E G I O N A L EED IL RUOLO DELLA DIVULGAZIONE AGRICOLA

Dr. Nicolò Cacioppo Funzionario Resp. Soat n. 77, MenfiDr. Filippo Salvo Dirigente Coord. Gruppo XIII SaS

La ricerca applicata rappresenta per il settore agricolo un fattore strategico di suc-cesso, per permettere alle aziende di conquistare o difendere adeguati livelli dicompetitività ed efficienza sui mercati. Tuttavia, in passato, per il verificarsi di unaserie di concause, la trasferibilità di molte innovazioni non è stata sempre efficace.Con la programmazione dei fondi strutturali 1994/99, è stato previsto il direttocoinvolgimento dei Servizi allo Sviluppo nell'ambito del Programma OperativoMultiregionale "Attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura" conl'attivazione di una serie di azioni a carattere multiregionale che mirano a raffor-zare i Servizi regionali per settori comuni di interventoL'attuazione della Misura 2 del POM ha introdotto una forma nuova di collabora-zione tra le istituzioni che si occupano di ricerca applicata in agricoltura, e iServizi allo Sviluppo che fanno assistenza tecnica e divulgazione delle innovazio-ni alle aziende agricole. Tale collaborazione ha comportato l'adozione di metodo-logie volte a sviluppare sinergie tra due mondi che non sempre riescono a collo-quiare con continuità. Istituzioni di ricerca e Servizi allo Sviluppo si sono cosìtrovati a cooperare ad un tavolo comune di lavoro e sono stati in grado di metterea punto strategie di ricerca e di divulgazione capaci di dare risposte concrete adesigenze reali degli operatori del settore agricolo.In tale contesto i Servizi allo Sviluppo sono stati chiamati a svolgere un doppioruolo: da una parte farsi portavoce delle esigenze del mondo agricolo presso laricerca, indirizzandone gli obiettivi, dall'altro occuparsi del trasferimento deirisultati ottenuti, rendendoli applicabili da una parte degli operatori interessati.Il Mi.P.A.F. per tramite dell'INEA, ente attuatore della Misura 2 del POM, tra il1997 e il 1998 ha finanziato circa ottanta progetti POM e i Servizi allo sviluppodella Sicilia hanno aderito a quarantacinque di questi. Tali progetti interessano quasitutti i settori agricoli strategici per le Regioni dell'Obiettivo 1 e riguardano gliaspetti più interessanti delle diverse filiere produttive. L'adesione dei Servizi alloSviluppo della Sicilia al Progetto POM A34 "Valorizzazione dei prodotti di trasfor-mazione da piante officinali dell'Italia meridionale ed insulare" in considerazionedelle grandi potenzialità del settore, non poteva che essere piena e convinta.Sono state pertanto sposate appieno le motivazioni del progetto miranti al potenzia-mento del settore delle piante officinali, che al Sud presentano un'alta vocazionalitàattraverso la valorizzazione dei prodotti di trasformazione per l'ottenimento di pro-dotti di pregio e l'approfondimento delle conoscenze inerenti la flora spontanea.

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L E O F F I C I N A L I

Vengono definite "officinali" tutte le specie vegetali che, direttamente o tramite iprincipi attivi estratti da esse, possiedono interesse medicinale o aromatico e ven-gono comunemente utilizzate in erboristeria. Il termine comprende quindi sia leclassiche specie aromatiche e medicinali, sia un gran numero di colture destinatealla preparazione dei prodotti più diversi: cosmetici, profumi, liquori, coloranti,concianti, insetticidi, ma anche additivi alimentari ad azione conservante edantiossidante, integratori dietetici ecc... Va da sé che l'appartenenza ad un gruppopiuttosto che ad un altro caratterizza le potenzialità economiche di ogni specie, eriveste quindi una certa importanza nella scelta di quali piante coltivare.

Le piante aromaticheSi definiscono "piante aromatiche" le specie dotate di una o più sostanze che con-feriscono particolari odori e sapori e che vengono impiegate nella preparazione dibevande, profumi, cosmetici e per condire alimenti.Esse si suddividono in due categorie fondamentali:

• specie "da essenza"• "spezie", o "piante aromatiche da condimento"

Le prime sono piante dotate di una elevata concentrazione di principi attivi adazione profumante, costituiti da miscele complesse di sostanze organiche volatili,estratte generalmente per distillazione o mediante trattamento con solventi. Essecostituiscono un'importante materia prima per l'industria chimica fine (alimenta-re, farmaceutica o cosmetica), che tuttavia non fa uso delle piante o dei materialivegetali grezzi, quanto dei principi aromatizzanti estratti da essi mediante tratta-menti fisici e/o chimici piuttosto complessi.Le maggiori produzioni mondiali di specie da essenza provengono principalmenteda Paesi industrializzati, mentre la loro coltivazione nei Paesi in via di sviluppo èbasata sull'esistenza di mercati di esportazione. I principali Paesi produttori sonoquindi l'Unione Europea, USA, Giappone e Canada, e le produzioni ottenute inquesti Paesi alimentano un settore industriale di notevolissime proporzioni. Bastipensare che nella sola Francia il volume d'affari delle industrie del profumo e deicosmetici nel 1990 è stato valutato pari a 6 miliardi di dollari.Sotto la denominazione di "piante aromatiche da condimento" vengono inveceindividuate le specie comunemente adoperate in erboristeria e/o in cucina, talquali o sottoposte a minime trasformazioni (macinazione, essiccazione ecc), ese-guite soprattutto con lo scopo di aumentarne la conservabilità e la trasportabilitàfuori dai luoghi di produzione.Dal punto di vista commerciale, il settore delle spezie presenta connotazioni deltutto particolari. In linea generale, i due fattori che influenzano maggiormente ladomanda globale delle spezie sono le abitudini culinarie delle popolazioni che ne

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fanno uso (soggette a modificazioni assai lente ne) tempo) e le dimensioni di que-ste ultime. Al contrario di quanto già visto per le specie da essenza, il cospicuoflusso commerciale che ne deriva proviene principalmente da alcuni Paesi partico-larmente poveri delle aree tropicali; la produzione delle spezie gioca in queste areeun ruolo economico cruciale, in quanto rappresenta spesso la loro fondamentalerisorsa per le esportazioni. Ad esempio si cita l'India per pepe, cardamomo, cassiae curcuma, l'Indonesia per pepe, noce moscata e vaniglia, il Madagascar per vani-glia, pepe e chiodi di garofano. Molti di questi Paesi, consapevoli dell'importanzadelle spezie per le loro traballanti economie, hanno cercato di promuoverne la pro-duzione ed il commercio per lo più attraverso organizzazioni governative, ottenen-do buoni risultati. Di fatto, i Paesi in via di sviluppo, a differenza dei Paesi indu-strializzati, possono usufruire di ingenti quantità di manodopera a costi relativa-mente bassi, e di conseguenza si presentano fortemente competitivi sul piano delprezzo. Va tuttavia rilevato che sul piano della qualità e dei controlli fitosanitari, leloro produzioni lasciano sovente molto a desiderare. In una situazione commercia-le che appare al momento così consolidata, su questo punto sembra possibilecostruire e rafforzare la competitività dei nostri prodotti. Molte industrie trasforma-trici, soprattutto svizzere, tedesche e italiane, oggi si dichiarano disposte a pagareprezzi più elevati in cambio di maggiori garanzie sulla qualità del prodotto.

Le piante medicinaliIn base alla definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono "tutte lespecie vegetali contenenti, in uno o più dei loro organi, sostanze che possonoessere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono i precursori di sintesichemiofarmaceutiche". Le specie medicinali sono elettivamente destinate all'in-dustria e quindi a potenziali acquirenti assai esigenti sotto il profilo qualitativo;esse devono rispettare il triplice vincolo "qualità-sicurezza-efficacia" e, per que-sto motivo, molto spesso i laboratori farmaceutici interessati al loro acquisto cura-no e controllano l'intero processo produttivo della materia prima, compresi laricerca genetica ed il miglioramento delle tecniche di produzione. In molti casi, leindustrie danno vita a precisi accordi contrattuali con l'imprenditore agricolo, inmodo da assicurarsi così l'approvvigionamento di una certa partita di prodottocon caratteristiche qualitative prefissate; dal canto suo, l'imprenditore agricolo siassicura il ritiro della produzione, avvantaggiandosi al tempo stesso dell'assisten-za tecnica fornita dal laboratorio farmaceutico. La maggior parte delle specievegetali indirizzate verso questo segmento di mercato deriva da Paesi industrializ-zati, in cui esse vengono coltivate con agrotecniche intensive che presuppongonolargo dispendio di mezzi tecnici.Un discorso a parte riguarda le specie per uso erboristico, utilizzate per la prepa-razione di infusi, tisane, decotti e preparazioni fitoterapiche per automedicazione.Sebbene quest'ultima pratica non sia certamente da incoraggiare, essa alimenta unsettore di mercato che negli ultimi dieci anni ha avuto un incremento notevolissi-

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mo e che ancora non sembra avere esaurito la sua ascesa. Di fatto, al contrario diquanto visto in precedenza, la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato eappartenenti a questa categoria proviene da Paesi in via di sviluppo, in grado disaturare i mercati europei con merce che, dato il basso costo della manodopera, sipresenta fortemente competitiva sul piano del prezzo al consumo.

Le piante per "altri usi"La coltivazione delle piante officinali, che fino a qualche anno fa veniva indicataunicamente come possibile realtà per la valorizzazione delle aree marginali, oggisi è sempre più trasformata in un settore altamente specializzato. Basti pensarealla molteplicità di utilizzazioni che le vedono coinvolte: dall'alimentare allaliquoristica, dai profumi ai cosmetici in senso generale, all'additivazione alimen-tare, alla preparazione di integratori dietetici. La tabella 1 riporta le più importantiutilizzazioni moderne delle piante officinali, oltre a quelle già citate come aroma-tiche e medicinali. Una prima suddivisione le ripartisce, in base alla loro destina-zione, tra specie a destinazione alimentare ("food") e non alimentare ("no-food").

Tab. 1 - utilizzazioni delle piante officinali

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I L M E R C A T O

Aspetti caratteristiciIl diagramma in fig. 1 schematizza l'andamento della filiera delle piante officina-li in Italia. Come già accennato, poiché la concorrenza estera è spesso in grado dioffrire merce a prezzi estremamente ridotti, i tre quarti della disponibilità nazio-nale interna provengono dall'estero.

Fig. 1 - La filiera delle piante officinali in Italia (da Bruni, 1999)

All'interno di questa, può essere individuato un 85 % trasformato dall'industria(farmaceutica, cosmetica ed agroalimentare) ed un 15 % direttamente utilizzatonel settore dell'erboristeria.Sebbene il mercato delle piante officinali e dei suoi derivati sia in costante evolu-zione e caratterizzato da una moltitudine di aspetti differenti, possono venire deli-neate alcune sue caratteristiche fondamentali:

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• Segmentazione dell 'offerta.Secondo le stime ufficiali, all'interno delle specie officinali coltivate in Italia circa3-4 dominano su tutte le altre. Si parla in particolare della menta, coltivata tradizio-nalmente in Piemonte, e poi del giaggiolo, del dragoncello e della lavanda. A partequesti pochi casi, la superficie impegnata a piante officinali sul territorio nazionale èestremamente diversificata: il 90 % della superficie totale è rappresentato da circa40 specie, tutte coltivate su estensioni estremamente ridotte. Ciò determina unanotevole frammentazione dell'offerta di queste specie sul mercato, con conseguenzedeleterie, ad esempio, sul meccanismo di formazione dei prezzi.

• Domanda in ascesa.Il fenomeno, caratteristico non solo dell'Italia ma anche di tutti i Paesi industria-lizzati, viene ben rappresentato dall'incremento del numero delle erboristerie sulterritorio nazionale, passate da 1500 nel 1988 a 2800 nel 1993, e giunte a 4900nel 2001. Il dato testimonia la notevole e crescente propensione del consumatore"medio" verso l'acquisto ed il consumo delle produzioni erboristiche.

• Stasi della produzione.L'Italia, che fino al dopoguerra poteva considerarsi tra i più forti produttori euro-

pei di piante officinali, ha assistito ad un lento e progressivo calo della sua produ-zione interna; da più di vent'anni, la superficie complessivamente impegnata apiante officinali sul territorio nazionale (Bergamotto escluso) si attesta sui 1500ha, a dimostrazione della scarsa risposta del mondo produttivo agricolo alle solle-citazioni del mercato.

• Forte peso delle importazioni.Secondo i dati ISTAT del 1994, l'Italia esporta annualmente circa 3200 t di pianteofficinali e/o loro parti, per un controvalore di 19 miliardi di lire, mentre neimporta 10.000 t, corrispondenti a circa 50 miliardi. Si genera in questo modo un"buco" commerciale di tutto rispetto.

• Normative insufficienti.A tutt'oggi, la normativa che regola il settore risale al 1931; il disegno di leggeche dovrebbe regolamentare tutto il settore erboristico viene rinviato da una legi-slatura all'altra ed è all'esame delle camere da diversi anni. Questo costituisce unfattore di importanza cruciale nel generare il clima di indeterminatezza che avvol-ge il comparto delle piante officinali.

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P R O S P E T T I V E , V A N T A G G I E V I N C O L I

La coltivazioneSe la raccolta e l'utilizzazione delle erbe officinali costituiscono pratica antichissi-ma, non altrettanto si può dire per la loro coltivazione in pieno campo. Le ricerchesvolte in questo senso sono relativamente recenti, e i tentativi di fornire agli agri-coltori un corpo di informazioni concrete ed applicabili sono ancora piuttosto limi-tati e frammentari. Al momento, la coltivazione delle piante officinali non interessagrandi aziende, se non per poche specie la cui produzione sia completamente mec-canizzabile. Essa può invece interessare le piccole aziende e le forme cooperativi-stiche, purché sia risolto il problema del reperimento di manodopera a basso costo.Di fatto, nel settore delle piante officinali, in cui ciò che interessa non è tanto laresa in biomassa o seme, quanto le caratteristiche qualitative e la resa in principioattivo, il problema della scelta dell'agrotecnica più opportuna diventa abbastanzadelicato. Numerosi fattori giocano un ruolo fondamentale nella resa e nella com-posizione dei principi attivi. Essi vengono ripartiti in fattori intrinseci (genotipo,condizioni di maturità della pianta, parte della pianta raccolta) ed estrinseci (con-dizioni nutrizionali, termiche, di illuminazione, di umidità). Insieme, essi concor-rono a determinare quella particolare fase fenologica in cui le rese in principioattivo sono massime, definita "tempo balsamico".La pratica agricola viene attuata tramite una serie di tecniche che, in vario modo,concorrono a modificare l'ambiente di crescita delle piante allo scopo di ottimizza-re l'uso delle risorse a loro disposizione. In questo senso, essa può determinareimportanti modificazioni nella qualità e nella quantità dei principi attivi rispetto aquelli prodotti dalle piante allo stato spontaneo. La letteratura disponibile sull'ar-gomento abbonda di riferimenti sugli effetti delle principali pratiche colturali sullaqualità e quantità dell'essenza in numerose specie vegetali. Sono stati dettagliata-mente studiati gli effetti legati alle variazioni dell'ambiente di coltivazione, dellamodalità d'impianto (epoca e densità di semina), di fertilizzazione (soprattuttoazotata), nonché gli effetti dell'irrigazione (negli ambienti in cui essa è possibile),della competizione con le infestanti, delle tecniche di raccolta e conservazione delprodotto. I dati disponibili convergono tutti nell' individuare le piante officinalicome specie coltivabili con ampi margini di successo negli ambienti più diversifi-cati, a patto che si scelga con cura il materiale genetico da utilizzare e che si prestimolta attenzione alla coltivazione soprattutto nei primi mesi dall'impianto.Alla produzione delle piante officinali, purché coltivate con rigore e seguendo imetodi dell'agricoltura biologica, sembrano così aprirsi nuovi e promettenti spazi.La coltivazione delle piante officinali si configura come una delle possibilità piùconcrete e realisticamente percorribili offerte agli agricoltori per il rilancio pro-duttivo di numerose aree interne. La loro coltivazione porterebbe infatti al territo-rio diverse ricadute positive, schematizzabili come segue:

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Vantaggi agronomici1. possibilità di coltivazione in biologico;nella maggior parte dei casi, le specie officinali possono essere coltivate con scarso onullo ricorso ai prodotti di sintesi chimica. Grazie alla loro ridotta richiesta di inputcolturali ed energetici, esse si prestano molto bene ad essere coltivate con i metodidell'agricoltura biologica, da cui oggi sembra impossibile prescindere se si vuoleandare incontro alle richieste di un mercato sempre più consapevole ed esigente.

2. possibilità di valorizzazione di aree marginali;anche se oggi appare chiaro che non è questa l'unica caratteristica positiva delle pian-te officinali, è un fatto indiscutibile che esse rappresentano una validissima risorsa pervalorizzare aree marginali, anche di collina e di montagna, in cui risulterebbe proble-matico inserire le classiche specie "da reddito". La coltura delle specie officinali, spe-cialmente se cespitose e perenni, potrebbe ad esempio contribuire a stabilizzare suoli arischio d'erosione; allo stesso modo, il loro apparato radicale fascicolato ed espansopotrebbe contribuire alla difesa dei suoli minacciati da un eccessivo calpestio ad operadegli animali al pascolo, dagli incendi e dallo sfruttamento irrazionale.

Vantaggi economici1. Le piante officinali sono colture non eccedentarie, cioè non fanno parte dellungo elenco di specie, soprattutto a destinazione alimentare, che con i loro sur-plus produttivi hanno generato tanti problemi nell'ambito della ComunitàEuropea. L'esistenza di forti correnti di importazione, soprattutto da Paesi extra-comunitari, lascia anzi intravedere per esse ampi spazi di mercato.

2. Si tratta di specie economicamente flessibili, che cioè possono andare facil-mente e rapidamente incontro alle mutevoli esigenze del mercato, venendo propo-ste o sostituite in tempi piuttosto brevi.

3. Sono altamente innovative, costituiscono cioè una risposta nuova dell'agricol-tura alle richieste del mondo industriale; in quanto tali, si affacciano su porzionidi mercato nuove e questo ne aumenta fortemente le possibilità commerciali.

4. Richiedono minime modificazioni dell'assetto aziendale, in quanto possono tro-vare collocazione all'interno degli ordinamenti produttivi presenti nella maggiorparte delle aziende agricole, senza la necessità di operare costosi investimenti inmacchinari o attrezzature e senza dover sconvolgere l'assetto aziendale corrente.

Vantaggi paesaggistico-ambientaliNumerose sono le possibilità offerte dalla coltivazione delle piante officinalianche sul piano della salvaguardia, della valorizzazione e del recupero del patri-monio ambientale mediterraneo. Esse sono, in primo luogo, inseribili in itinerariproduttivi integrati, cioè possono trovare collocazione all'interno di reali "filiere"produttive, comprendenti tutte le diverse fasi che vanno dalla coltivazione fino

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alla trasformazione e alla commercializzazione. L'esecuzione a livello locale (diazienda o di piccolo comprensorio) di tutti questi passaggi permette, oltre allaconcentrazione del valore aggiunto nelle mani del produttore, anche una più effi-ciente utilizzazione della manodopera locale e quindi, in senso lato, delle risorseumane presenti nel territorio.Un secondo indiscutibile vantaggio offerto dalla coltivazione delle specie offici-nali è legato all'incremento della fruibilità dell'ambiente rurale. L'agricolturaoggi non deve venire vista come semplice fonte per la produzione di materieprime e cibo, quanto come attività in grado di valorizzare l'ambiente agrario ren-dendolo piacevole e interessante anche per chi non si occupa direttamente di agri-coltura. In questo senso, l'introduzione di alcune specie di interesse officinalepotrebbe contribuire alla valorizzazione estetica di parecchie aree interne, chevedrebbero così amplificate le loro potenzialità agrituristiche e ricreazionali.Un terzo punto, che va acquistando gradatamente un'importanza sempre maggio-re, è legato alla valorizzazione del germoplasma mediterraneo. La flora del bacinodel Mediterraneo, ed in particolare quella siciliana, è costituita da un'enormequantità di specie, molte delle quali vengono già tradizionalmente utilizzate dallapopolazione rurale come valida fonte per l'approvvigionamento di alimenti emedicamenti sia per l'uomo che per gli animali. La generale mancanza di interes-se verso quello che è un patrimonio di preziose conoscenze ne ha determinato inmolti casi l'abbandono. Oggi, il recupero di questo patrimonio si presenta comeun obiettivo di grande importanza.

In sostanza, ci troviamo di fronte ad un settore produttivo pieno di possibili svi-luppi; quali sono allora le cause della sua attuale condizione di arretratezza? Unloro esame dettagliato dovrebbe prendere in causa componenti economiche,sociali e, perché no, anche psicologiche. Alcune delle più incisive sembranocomunque essere le seguenti cinque:

1. carenza di manodopera. Le piante officinali, almeno allo stato attuale, nonsono sempre meccanizzabili, e molte delle loro operazioni colturali, per potereessere svolte al meglio, richiedono una grossa partecipazione del lavoro umano.E' ovvio che le aree geografiche in cui la manodopera è reperibile a costi inferiorisono, da questo punto di vista, avvantaggiate, così come è chiaro che le aree incui la manodopera non è facilmente disponibile mal si prestano alla coltivazionedi specie mediamente più esigenti delle altre.

2. mancanza di informazione e di aggiornamento tecnico. La sperimentazionesulle specie officinali ha raggiunto ormai livelli notevoli; numerosi sono gli studioperati, in diverse zone, sull'adattabilità e le tecniche colturali in pieno campo dimolte specie officinali ed alla maggior parte delle richieste della produzione èstato dato un corpo di risposte soddisfacenti. Ciò che sembra mancare è inveceun'efficace opera di trasferimento agli addetti ai lavori delle nozioni disponibili.

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3. scarsità di attrezzature per la prima trasformazione. In molte specie non sonostate ancora trovate risposte soddisfacenti alle richieste dei piccoli coltivatori-tra-sformatori: macchine che separino le foglie dagli steli, essiccatoi di piccoledimensioni ecc. Anche a questo riguardo, tuttavia, va sottolineato come le indu-strie meccaniche stiano gradatamente iniziando a farsi carico del problema, adat-tando diversi piccoli macchinari già esistenti alle specifiche esigenze dei coltiva-tori di piante officinali. Ciò che sembra ancora mancare è un'efficace opera dipubblicizzazione di queste attrezzature.

4. difficoltà nell'individuazione del mercato. Il mercato delle piante officinali si pre-senta decisamente poco trasparente; poche sono le informazioni disponibili e mancauna banca dati che se ne occupi espressamente. Inoltre, l'ottenimento di prodotti diqualità è condizione necessaria ma non sempre sufficiente per assicurarne la colloca-zione sul mercato. Un punto molto importante è che la collocazione del prodotto sulmercato va individuata prima della sua coltivazione, per non correre il rischio di ritro-varsi con i magazzini pieni di prodotti di altissima qualità ma invenduti.

5. forte divario ingrosso-dettaglio. Nelle piante officinali si assiste alla creazionedi imponenti margini di valore aggiunto da una fase all'altra della trasformazione:la differenza di valore generato dai successivi passaggi fino al consumatore finalepuò essere elevatissima. Un esempio per tutti è quello dell'origano, che i grossistiacquistano dai produttori ad un prezzo medio variabile dalle 2500 alle 3000 £/kgdi secco (infiorescenze e foglie sfioccate); nei successivi passaggi commerciali ilprezzo incrementa notevolmente, fino a giungere alle 18.500 £/kg di secco checostituiscono il prezzo di listino a cui Aboca Erbe vende agli erboristi e, infine,alle circa 40.000 che costituiscono il prezzo a cui il prodotto può essere acquista-to, in sacchetti da 50 g, sui banconi dei supermercati. Questo enorme valoreaggiunto non rimane quasi mai nelle mani del produttore, ma si disperde fra lenumerose figure intermedie della filiera. A tal fine, sarebbe necessario includerenel processo produttivo anche le fasi di prima trasformazione e confezionamento.

Fra gli obiettivi segnalati per la valorizzazione ed il rilancio economico del com-parto delle piante officinali, quindi, due sembrano particolarmente importanti:

1. incremento della stabilità produttiva

2. riduzione del gap economico tra fresco e trasformato

Perché la produzione sia effettivamente remunerativa occorre che essa riesca adincontrare i parametri di qualità richiesti dall'industria e dal mercato; è bene pre-cisare che il mercato non punta tanto verso l'ottenimento occasionale di prodottidi alta qualità, quanto verso una maggiore stabilità, sia qualitativa che quantitati-va. L'obiettivo finale, in pratica, è quello di ottenere produzioni buone, ma soprat-tutto qualitativamente costanti.

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In questa situazione, una considerazione si impone: coltivare piante officinali è pos-sibile, gli spazi commerciali esistono, ma alcuni interventi sono di importanza prio-ritaria. E' necessario uno sforzo congiunto sia da parte dei produttori che da partedelle autorità. La tab. 2 schematizza alcuni degli interventi necessari allo scopo.

Tab. 2 - sviluppo della coltivazione delle piante officinali

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A G E N D A 2 0 0 0

Gli Interventi del POR nella filiera delle piante officinaliLa FAO ci ricorda che, ancora oggi, i principi attivi nel 25% dei medicinali utiliz-zati nel mondo provengono da piante officinali.Da un'analisi dell'Annuario Italiano di Erboristeria è emerso che circa 600 speciedi interesse officinale sono impiegate nella preparazione di 16 categorie di pro-dotti, da cui derivano alcune migliaia di specialità in commercio, di largo impiegonel settore erboristico, cosmetico, agroalimentare, farmaceutico. Non per ultimova sottolineato, che alcune specie di piante officinali negli ultimi anni trovanosempre maggiore impiego nell'arredo urbano (ville, giardini, viali, ecc.) e nellacoltivazione in vaso.In Italia si stima che oltre il 75% del fabbisogno di essenze officinali per soddi-sfare le diverse tipologie d'impiego è importato.In questo contesto l'Unione Europea, nella fase di programmazione 2000-2006meglio conosciuta come AGENDA 2000, ha posto una notevole attenzione versoil settore, per facilitarne lo sviluppo, sia in termini di quantità, che di qualità, inmodo da limitarne le importazioni.In pratica 1' U.E intende incentivare la coltivazione e la trasformazione di pianteofficinali, a riduzione delle superfici impegnate a produzioni considerate ecceden-tarie, perseguendo anche l'obiettivo di qualificare le produzioni, sostenendo eincentivando le produzioni biologiche, il tutto in un contesto di filiera.Questa strategia mira anche a frenare l'esodo rurale, soprattutto nelle zone interne.Gli interventi sono meglio definiti nel Complemento di Programmazione, attivatidal P.O.R. (Programma Operativo Regionale).

In particolare la misura 4.2.1 del POR "Investimenti aziendali per l'irrobustimentodelle filiere agricole e zootecnica" è articolata nelle seguenti tipologie di azioni:• Investimenti aziendali per le colture vegetali;

• Investimenti aziendali per la zootecnia e per il miglioramento delle condizioni diigiene e benessere degli animali;

• Investimenti da realizzare nei territori della rete ecologica;

• Investimenti per il solo acquisto di impianti, macchine ed attrezzature agricole nuove,ivi compresi quelli finalizzati all'introduzione di sistemi di gestione ambientale.

La misura introduce dei meccanismi innovativi e si prefigge:• di migliorare la competitività dei sistemi agricoli ed agroindustriali in un conte-sto di filiera;

• di sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole, fore-stali, ambientali e storico culturali.

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La misura ha anche lo scopo di favorire l'ampliamento delle dimensioni azienda-li, consentendo l'abbattimento, almeno parziale dei costi di produzione e l'incre-mento della capacità d'innovazione di processo e di prodotto delle imprese.Potranno essere ammesse al finanziamento le iniziative riguardanti interventinelle aziende agricole ubicate nell'intero territorio della Regione Siciliana.Possono beneficiare degli interventi gli/le imprenditori/trici agricoli/e singoli/e e asso-ciati/e, anche aderenti a Organizzazioni di Produttori ( Reg. CEE n. 2200/96), sottoqualsiasi forma costituiti ai sensi dell'art.2135 c.c, in possesso, al momento della pre-sentazione dell'istanza, di una adeguata conoscenza e competenza professionale e lacui azienda assicuri un sufficiente livello di redditività ed il rispetto dei requisiti minimiin materia di ambiente, igiene e benessere degli animali. In deroga ai requisiti primacitati, previa autorizzazione da parte della Commissione Europea, in applicazione alReg. CE 2075/2000, art. 1, comma 1, può essere concesso un sostegno agli investimen-ti, fino ad un massimo di 25.000 euro per azienda al fine di consentire il raggiungimen-to dei requisiti minimi di accesso entro tre anni dalla data di concessione del sostegno.

In particolare, potrà essere concesso un sostegno alle aziende per il raggiungi-mento dei suddetti requisiti minimi relativamente alla redditività ed alle condizio-ni previste in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.

Il possesso di "adeguate conoscenze e competenze professionali" è riconosciutoall'imprenditore agricolo:• in possesso di un titolo di studio di livello universitario nel campo agrario, fore-stale o veterinario;

• in possesso di diploma di scuola media superiore ad indirizzo agrario;

• in possesso di un attestato di superamento di esame finale di specifici corsi per ilconseguimento di qualifiche idonee alla conduzione aziendale, compresi gliI.F.T.S. (istruzione formazione tecnica superiore);

• che abbia esercitato, per almeno un biennio continuativo, riferito al quinquennioimmediatamente precedente alla data di ammissibilità della richiesta, l'attività diimprenditore agricolo o comunque l'attività agricola.

Ai fini della valutazione della "redditività", potranno essere considerate ammissibilialla preselezione, tutte le istanze presentate da imprenditori/trici agricoli/e, singoli/eo associati/e, le cui aziende sono riconducibili ad una delle seguenti categorie:• aziende agricole, ricadenti in zone svantaggiate (Dir. CE 268/75), aventi unadimensione economica pari ad almeno 4 U.D.E. (Unità di Dimensione Economica);

• aziende agricole, ricadenti in altre zone, aventi una dimensione economica pariad almeno 5 U.D.E.( 1UDE= 1200 euro);

• aziende agricole di nuova costituzione che, con la realizzazione degli investimenti,riescono a raggiungere una dimensione economica di almeno 4 U.D.E., se ricadentiall'interno di zone svantaggiate, e di almeno 5 U.D.E se ricadenti in altre zone;

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• aziende agricole associate. Ciascuna azienda associata dovrà assicurare unadimensione economica tale che complessivamente si raggiungano almeno 10 UDEe venga assicurato l'impiego di almeno una U.L.U. (2200 ore lavorative/anno).

L'aiuto è concesso in forma di contributo in conto capitale pari al 40% dell'investimen-to ammissibile al finanziamento, elevato al 50% nelle aree svantaggiate. Nel caso diinvestimenti realizzati da giovani imprenditori, entro cinque anni dalla data di insedia-mento, il tasso di aiuto pubblico può raggiungere conformemente a quanto stabilito dal-l'art.7 del Reg. (CE) 1257/99 e dall'art.4 comma I del Reg. (CE) 1750/99, il 45% nellealtre zone e il 55% nelle zone svantaggiate. Si precisa che tale elevazione potrà esserecorrisposta solo se saranno rispettate tutte le condizioni previste al capo II del Reg. (CE)1257/99 così come previsto dalla corrispondente misura 4.2.2. del POR. In particolare,per quanto riguarda la redditività al fine dell'ottenimento di tale elevazione occorre cheil giovane imprenditore dimostri una redditività pari o superiore a otto UDE.Per insediamento s'intende la data di avvio dell'attività gestionale dell'azienda inqualità di capo azienda anche sottoforma di contitolarità. Tale data dovrà essereautodichiarata dal richiedente e potrà essere dimostrata anche attraverso l'apertu-ra o variazione della partita IVA con riferimento alla specifica attività.

Giovane ImprenditoreQualora l'istanza sia presentata da un giovane imprenditore, che alla data dellaconcessione del sostegno non possiede in tutto o in parte i requisiti previsti dallamisura, il finanziamento della domanda è subordinato alle seguenti condizioni:

• che s'impegni a raggiungere al massimo entro tre anni dall'insediamento i requi-siti non posseduti (capacità e competenza professionale e/o redditività dell'azien-da e/o possesso dei requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benesseredegli animali);

• che alla data della concessione dell'aiuto non abbia compiuto 40 anni, si siainsediato in una azienda agricola per la prima volta e realizzi l'investimento (conla visita di accertamento finale da parte degli Uffici preposti) entro e non oltrecinque anni dall'insediamento.

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AZIONE 1 - Investimenti aziendali per le colture vegetaliL'azione si prefigge di migliorare la competitività dei diversi comparti produttiviattraverso la realizzazione di investimenti aziendali attinenti i vari segmenti dellafiliera del settore primario, la riduzione dei costi di produzione, il miglioramentodella qualità, la riconversione produttiva, la tutela ed il miglioramento dell'am-biente, la diversificazione delle attività agricole nell'azienda, esclusivamenteattraverso altre attività legate ai prodotti agricoli.I settori per i quali sono ammessi gli interventi sono: orticolo, agrumicolo, fruttafresca e secca, olivicolo da mensa, olivicolo da olio, cerealicolo, floricolo - vivai-stico e delle piante ornamentali, piante officinali ed industriali, proteaginose,carrubo, manna, piccoli frutti.

Floricolo - Vivaistico - Piante OrnamentaliGli interventi riguardano i seguenti comparti:• Frutticolo • Viticolo • Orticolo • Olivicolo • Floro-ornamentale• Frutto-ornamentali • Officinale • Forestale.

Tipologia degli interventi:a) per la produzione• Interventi finalizzati alla riduzione dei costi di produzione e al miglioramentodella qualità, alla tutela dell'ambiente naturale e al risparmio energetico;• Interventi finalizzati a favorire la valorizzazione di materiale da riproduzione emateriale di propagazione;

• Interventi finalizzati al potenziamento del vivaismo con particolare riferimentoalla realizzazione delle strutture produttive e degli apprestamenti di protezione,agli impianti per la conservazione e il condizionamento dei materiali di propaga-zione, all'approvigionamento ed alla distribuzione dell'acqua di irrigazione, all'u-so di nuove risorse energetiche, all'impiego di tecniche e tecnologie per la ridu-zione dell'impatto ambientale.In particolare saranno favoriti gli interventi finalizzati alla realizzazione di campidi piante madri.

b) per la lavorazione e la commercializzazione a livello aziendale• interventi finalizzati al miglioramento e al controllo della qualità e a migliorarela presentazione e il confezionamento dei prodotti;

• interventi finalizzati a migliorare o razionalizzare i circuiti di commercializza-zione, applicare nuove tecnologie, favorire innovazioni.

Piante Officinali ed IndustrialiGli interventi riguardano le specie di piante officinali ed industriali adattabili allecondizioni pedoclimatiche del territorio regionale.La coltivazione delle piante officinali è ammessa solo in biologico.

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Tipologia degli interventi:a) per la produzione• interventi finalizzati all'aumento della capacità produttiva;

• interventi finalizzati al miglioramento della qualità;

• interventi finalizzati alla riduzione dei costi di produzione e alla tutela dell'am-biente naturale e al risparmio energetico;

b) per la trasformazione e la commercializzazione a livello aziendale• interventi finalizzati alla prima lavorazione e allo stoccaggio;

• interventi finalizzati all'attivazione dei sistemi di gestione della qualità e disistemi di gestione ambientale;

• interventi finalizzati all'ammodernamento tecnologico degli impianti di condi-zionamento e trasformazione;

• interventi finalizzati all'aumento della capacità complessiva degli impianti dilavorazione e stoccaggio.

• interventi finalizzati all'aumento della capacità di trasformazione per prodottiinnovativi e per prodotti non vincolati da quote.

Interventi non ammissibiliSono esclusi investimenti riguardanti le piante da fibra.

Spese ammissibili al finanziamentoGli investimenti dovranno riguardare l'azienda agricola e dovranno essere inseritiin un programma organico di intervento aziendale. Saranno ammissibili al finan-ziamento gli investimenti materiali e le spese generali di seguito indicate:

• Investimenti per l'acquisto di terreni, fino ad un volume di spesa massimoammissibile non superiore al 25% dell'investimento ammesso al finanziamento;

• Investimenti per la realizzazione e/o la ristrutturazione e adeguamento delle strat-ture, destinate alla produzione, atte anche al ricovero di macchine e scorte, mezzitecnici e dotazioni aziendali, dimensionate e rapportate alle necessità aziendali;

• Investimenti per la realizzazione e/o la ristrutturazione e adeguamento dellestrutture serricole compresi la dotazione di impianti, macchine e attrezzature. Taliinvestimenti sono ammissibili soltanto per il settore floricolo-vivaistico-pianteornamentali e orticolo;

• Investimenti per la realizzazione di nuovi impianti produttivi, nonché la ristrutturazio-ne, la riconversione, l'espianto, l'adeguamento e l'ammodernamento di quelli esistenti.Tali interventi dovranno essere effettuati con materiale vivaistico certificato sotto l'a-spetto genetico-varietale e fitosanitario, nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia;

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• Investimenti per l'acquisto e/o l'ammodernamento di impianti per la produzione, dimacchine e attrezzature fisse e mobili per la lavorazione del terreno e per le opera-zioni colturali, per la raccolta, per l'esecuzione di trattamenti fitosanitari, finalizzatealla riduzione dei costi di produzione e al miglioramento della qualità, alla tuteladella salute e della sicurezza degli operatori agricoli, ivi comprese quelle finalizzateal risparmio energetico, a ridurre l'impatto ambientale sugli agrosistemi, alla produ-zione di fonti di energia rinnovabili e per il miglioramento della qualità delle acque;

• Investimenti per la realizzazione, e/o ristrutturazione e adeguamento delle strut-ture per la lavorazione e/o trasformazione del prodotto a livello aziendale, finaliz-zati alla preparazione, confezione, allo stoccaggio e alla frigo conservazione;

• Investimenti per l'acquisto di attrezzature per la lavorazione e/o trasformazione alivello aziendale, finalizzati ad incrementare il valore aggiunto alla produzione ivicomprese le attrezzature informatiche per la gestione dei sistemi produttivi aziendali;

• Investimenti per la realizzazione di impianti di irrigazione, la razionalizzazionee ammodernamento degli impianti esistenti finalizzati al risparmio energetico e dirisorsa idrica, nonché la realizzazione di piccoli invasi, comprese le opere di cap-tazione, adduzione e distribuzione, compatibilmente alle limitazioni inerenti l'au-mento della capacità produttiva relativa ad ogni singola coltura;

• Investimenti per l'ammodernamento delle strutture e l'acquisto di attrezzature peril miglioramento e/o l'adeguamento per conformarsi ai nuovi requisiti (nel rispettodegli standard minimi) in materia di ambiente igiene e benessere degli animali, taleadeguamento dovrà avvenire entro i limiti temporali previsti dalle norme;

• Investimenti materiali per l'introduzione di sistemi di qualità e di gestioneambientale;

• Investimenti per la realizzazione di punti vendita finalizzati esclusivamente allavendita dei prodotti aziendali;

• Investimenti per la realizzazione di opere funzionali all'attività agricola;

E' inoltre previsto l'acquisto di impianti alternativi per la produzione di energiaelettrica da fonti rinnovabili (eolica, solare ecc.) finalizzati sia al risparmio ener-getico che alla protezione dell'ambiente in un'ottica di potenziamento ed ammo-dernamento delle strutture delle aziende agricole. La potenza dei generatori per laproduzione di energia elettrica dovrà essere compresa fra i 5 e 15 KWA.

Sono considerate ammissibili le spese generali, (entro un massimo del 12% del-l'investimento materiale approvato) sostenute per:

• progettazione e direzione dei lavori (max 6 %);

• acquisizione di brevetti, licenze, ricerche di mercato, studi di fattibilità e consu-lenza finalizzata alla realizzazione degli interventi previsti (max 6%).

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II P.S.R e l'agricoltura biologicaCome si vede, il comparto delle piante officinali è oggi al centro di un acceso ecrescente interesse. I prodotti a base di piante officinali, particolarmente quandosono stati ottenuti con i metodi di produzione biologica, esercitano oggi un fortis-simo richiamo nei confronti dei consumatori, e sempre crescente è la propensioneverso l'acquisto ed il consumo di prodotti percepiti come più "sani" e "naturali".Numerosi fattori hanno contribuito nel tempo a generare questa situazione: percitarne solo alcuni, i sempre più numerosi ed allarmanti rapporti clinici suglieffetti collaterali di parecchi prodotti ad uso alimentare ottenuti per sintesi chimi-ca, l'acuirsi della sensibilità verso le problematiche ambientali, la ritrovata esi-genza di riallacciare un più armonico rapporto con la natura e di migliorare laqualità della vita anche tramite l'utilizzazione di sostanze sempre più genuine.La tecnica di produzione biologica risponde a queste nuove esigenze dei consu-matori; il suo scopo primario è quello di fornire alimenti e prodotti agricoli senzal'utilizzazione di prodotti chimici tossici e salvaguardando la fertilità naturale deiterreni. Nel caso specifico delle piante medicinali e aromatiche, ottenere materieprime esenti da qualunque tipo di sostanze inquinanti è un requisito di importanzaprimaria, al fine di garantire da una parte la purezza del prodotto, dall'altra lasicurezza sull'efficacia dei principi attivi e del fitocomplesso in genere.La legislazione comunitaria offre oggi ai consumatori garanzie di qualità e disalubrità sul processo produttivo, impossibili da raggiungere con prodotti prove-nienti da Paesi extracomunitari; per queste garanzie i consumatori appaionodisposti a pagare anche prezzi più elevati, come testimoniato dall'incremento rag-giunto negli ultimi due anni dalle produzioni agricole biologiche.

11 P.S.R piano di sviluppo rurale, deriva essenzialmente dal Reg. CE 1257/99.Nell'ambito del Q.C.S. esso ha come scopo fondamentale lo sviluppo sostenibileed integrato delle attività rurali nel contesto sociale, economico e territorialedella regione per il periodo 2000-2006.

Per grandi linee, il PSR è la prosecuzione del Reg. Cee 2078/92 relativo ai metodidi produzione agricola compatibili con le esigenze dell'ambiente e con la curadello spazio rurale.

La misura F "Agroambiente", è attuata sulla base del suddetto piano di sviluppoche, unitamente ai Regolamenti comunitari n. 1257/99, 1750/99, 2603/99,1929/00 e successivi, costituisce la fonte normativa primaria di riferimento.

Livelli di aiuto (euro/ha/anno)Il Reg. CE 1257/99 prevede che per poter accedere ai contributi l'azienda debbasoddisfare una serie di prescrizioni.

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Sono ammessi ad usufruire del regime di aiuti gli imprenditori agricoli singoli eassociati, persone fisiche o giuridiche, che sottoscrivono uno o più degli impegniprevisti dal piano per la superficie minima nello stesso individuata.Gli incentivi sotto forma di aiuti diretti sono finalizzati a favorire la qualità delleproduzioni, a introdurre metodi di gestione a minor impatto ambientale compen-sando gli agricoltori per la diminuzione delle rese unitarie e per l'aumento deicosti di produzione.

Azione Tipologia d'impegnoF 1b Introduzione o mantenimento dei metodi dell'agricoltura

e della zootecnia biologica.

Ad esclusione delle deroghe contemplate dalla normativa vigente, sono obbligato-ri l'iscrizione al registro delle imprese nella sezione speciale delle aziende agrico-le, il possesso della partita IVA e il codice INPS.

Condizione indispensabile per l'ammissione al regime di che trattasi è la disponi-bilità delle superfici oggetto di aiuto, per l'intera durata dell'impegno assunto.

Potranno usufruire del regime d'aiuto di cui alla misura F 1b le aziende sottopo-ste al sistema di controllo previsto dagli articoli 8 e 9 del Reg. CE 2092/91.

Fare agricoltura biologica vuol dire:• coltivare senza impiego di prodotti chimici di sintesi (cioè artificiali, costruitinei laboratori chimici) e di OGM (organismi geneticamente modificati);

• usare la rotazione delle colture e i metodi di lotta agronomica per la difesa e laprevenzione da parassiti, malattie, erbe infestanti;

• fertilizzare il terreno (e non le piante) soltanto con materie organiche e mineralinaturali.L'azienda che svolge attività di produzione, preparazione, commercializzazione eimportazione di prodotti agricoli biologici deve essere sottoposta al sistema dicontrollo, secondo queste fasi:

• compilazione della notifica di attività con metodo biologico ed invio tramiteposta raccomandata a/r all'Organismo di controllo ed ai competenti Uffici regio-nali (nel caso di aziende importatrici, direttamente al Ministero delle PoliticheAgricole e Forestali);

• successivamente l'Organismo di controllo esegue in azienda una visita ispettiva"Fase di Avvio" durante la quale viene verificata la conformità dei siti produttivi a

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quanto previsto dal Reg. CEE 2092/91 e successive modificazioni ed integrazioni;• sulla base dei risultati della visita, viene redatto un documento denominato"Relazione di Ispezione Fase di Avvio" contenente tutte le informazioni utili allaCommissione di Certificazione per esprimere il giudizio di idoneità;

• la Commissione di Certificazione decide sull'ammissione o meno dell'aziendanel sistema di controllo;

• le aziende idonee entrano a far parte dell'elenco delle aziende controllate sullequali, in base ad un Piano Preventivo dei Controlli Annuale (PPCA) redatto dalResponsabile attività di Controllo ed approvato, vengono esercitate annualmenteuna o più visite di sorveglianza che hanno lo scopo di verificare il mantenimentodelle condizioni di idoneità e la completa applicazione di quanto previsto dal Reg.CEE 2092/91 e successive modificazioni ed integrazioni.L'azienda riceverà tutta la documentazione necessaria a comprovare la sua adesio-ne al sistema di produzione biologica: dichiarazione di assoggettamento, dichiara-zione di conformità, certificazione di lotto prodotto, autorizzazione alla stampa dietichette.Per la certificazione delle produzioni come "prodotto da agricoltura biologica'',l'azienda agricola deve aver rispettato le norme dell'agricoltura biologica per unperiodo, definito di "conversione all'agricoltura biologica", di almeno due anniprima della semina o, nel caso delle colture perenni diverse dai prati, di almenotre anni prima del raccolto. La data iniziale per il computo di tale periodo è quelladi notifica.Prima che sia trascorso l'intero periodo di conversione, ma comunque non primadi 12 mesi dalla data iniziale, le produzioni possono essere certificate come "pro-dotto in conversione all'agricoltura biologica".In certi casi il periodo di conversione può essere prolungato o abbreviato, per l'in-tera azienda o per parte di essa, tenuto conto dell'utilizzazione anteriore degliappezzamenti.Trascorso il periodo di conversione le produzioni potranno essere certificate conla dicitura "prodotto da agricoltura biologica".

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LE OFFICINALI IN AMBIENTE MEDITERRANEO

Da quanto si è detto in precedenza, si evince chiaramente come le piante officina-li rappresentino una risorsa di notevole importanza per gli ambienti rurali sicilia-ni. In Sicilia, territorio assai diversificato dal punto di vista pedo-climatico, tro-viamo allo stato spontaneo un gran numero di specie potenzialmente molto inte-ressanti, tradizionalmente utilizzate in medicina popolare, nella pratica veterinariao per condire alimenti. Purtroppo molte tra queste rischiano di scomparire, acausa della irrazionale gestione del territorio determinata dalle tecniche agricoleintensive (monocolture, erbicidi, pascolo selvaggio) ma anche dai rimboschimentieffettuati con pini ed eucalipti che, notoriamente, mal si prestano alla formazionedi un sottobosco diversificato.Le pagine che seguono forniscono, sotto forma di scheda tecnica, alcune indica-zioni di ordine pratico, utili per quanti vogliano intraprendere questo tipo di colti-vazione. Le specie trattate sono state scelte tra le officinali erbacee più diffusenegli ambienti interni siciliani, ma una certa attenzione è stata dedicata anche aspecie che, meno rappresentate allo stato spontaneo, potrebbero agevolmenteessere coltivate in diversi ambienti isolani.Le trattazioni non pretendono di esaurire completamente l'argomento, compitoquesto di opere ben più ampie, ma consentono di orientarsi all'interno del mondodelle piante officinali. Per ogni scheda vengono riportate le norme basilari per lacoltivazione con il metodo di produzione biologico, che ragionevolmente consi-deriamo l'unico possibile per chi adesso voglia intraprendere questa coltivazione.Per ogni specie, inoltre, vengono riportate anche le principali tecniche di fertiliz-zazione così come riportate in letteratura o derivate da esperienze sperimentali.La corrispondenza delle dosi consigliate nei due regimi di produzione (conven-zionale e biologico) non deve essere interpretata come tassativa, perché alla basedelle due tecniche si trovano filosofie profondamente diverse. Nella concezionetradizionale, infatti, alle piante viene restituito, sotto forma di elementi pronta-mente assimilabili, quanto da esse asportato nel corso del ciclo colturale. Nelregime di produzione biologico, il concetto di base è invece quello del manteni-mento nel tempo della fertilità di base del suolo, attraverso apporti costanti dimateriale organico o minerali poco solubili, che vengano gradatamente trasforma-ti dalla microflora del terreno in forme assimilabili dalle piante.Le concimazioni in biologico non sono, pertanto, la stretta "traduzione" di quellepreviste con la fertilizzazione chimica. Nel regime di produzione biologico si tentadi avvicinarsi il più possibile a condizioni di tipo "naturale", con la convinzione chel'obiettivo finale della pratica agricola non è tanto quello di "gonfiare" le produzio-ni fino al massimo livello possibile di resa, quanto il loro mantenimento nel temposu livelli costanti e, per usare una parola oggi usata ed abusata, "sostenibili".Le incognite da affrontare rimangono numerose: quali piante coltivare, quali inve-

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stimenti fare, come reperire i compratori, come assicurare al prodotto standardqualitativi adeguati e costanti. A tale scopo, il problema va affrontato adottandoun approccio "di filiera", considerando cioè tutte le fasi del processo produttivo:dall'ottenimento del prodotto agricolo fino alla sua commercializzazione, inclu-dendo tutte le fasi intermedie di trasformazione e confezionamento. Prima di pas-sare alla coltivazione in campo, è necessaria la verifica di alcune premesse dibase. Il diagramma in fig. 2 schematizza la procedura da seguire quando si vuoleintrodurre in un territorio una o più piante "nuove". Come già accennato, la deci-sione di coltivare piante officinali all'interno di un dato territorio deve muovere,anzitutto, da un'approfondita indagine di mercato, in modo da verificare i requisi-ti richiesti dall'industria di trasformazione e dai consumatori. Questo permetteràdi selezionare un certo numero di specie particolarmente promettenti, di cuicomunque dovrà essere ancora verificata l'adattabilità bioagronomica all'ambien-te in esame. In questo senso, importanti informazioni possono essere ricavateverificando le condizioni di presenza/assenza, allo stato naturale, entro il com-prensorio in esame. Mentre la prima condizione rappresenta una sostanziale con-ferma dell'adattabilità della specie alle condizioni pedoclimatiche dell'ambientein esame, nel secondo caso si richiederanno delle verifiche più approfondite delcomportamento produttivo delle specie alle condizioni di pieno campo.In ambedue i casi, è indispensabile la valutazione qualitativa del prodotto ottenu-to, allo scopo di verificarne la conformità agli standard qualitativi fissati dall'in-dustria. I più importanti aspetti della tecnica colturale delle singole specie andran-no fissati in relazione a quest'ultimo punto.

Fig. 2 - Introduzione in un territorio di specie "alternative"

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SCHEDE TECNICHE

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Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Richiede suoli freschi, profondi, fer-tili, di medio impasto; è sensibile allegelate, ai forti venti ed agli stress idriciprolungati, ma anche alle piogge persi-stenti (specialmente in f ior i tura edurante la maturazione dei frutti).

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, meccanica, a file, con

seminatrici per cereali o di precisione.Profondità: 2 - 3 cm circa.

Epoca:Autunnale nelle aree mediterranee,

primaverile negli ambienti temperati(marzo-maggio, il più anticipatamentepossibile).

Sesti:Tra le file 35-40 cm, utilizzando 10-

12 kg di "seme'/ha. Densità finale: 30-35 piante/m2.

Per ottenere una coltura uniforme dianeto è utile, subito prima della semina,lavare il "seme" in acqua corrente edasciugarlo all'aria.

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CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50-60 kg/ha di N

60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Eccessive somministrazioni di azoto sonoda evitare, perché la coltura tende all'allet-tamento e la resa in olio essenziale dimi-nuisce sensibilmente.

Irrigazione:Necessaria nella fase vegetativa fino

alla fioritura.

Avversità e Parassiti:Parassiti fungini, larve di lepidotteri

(in campo) e coleotteri (in magazzino).

Raccolta:modalità:

Manuale o meccanica, adoperandole comuni mietitrebbiatrici per cerealisemimeccanica (sfalcio, pre-essiccazio-ne in campo o al chiuso e successivatrebbiatura meccanica).

Sulla base delle nuove acquisizioni suitempi balsamici della pianta, l'epoca diraccolta più consigliabile coincide con lafase di "maturazione lattea" dell'ombrellacentrale della pianta: l'aneto infatti produ-ce la maggior quota di olio essenziale nelperiodo compreso tra l'apertura dei fiori ela loro sfioritura; l'accumulo dell'olio essen-ziale continua fino alla maturazione latteadei frutti, epoca che quindi sembra la piùadatta per effettuare la raccolta.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi")

e ombrelle intere.

Usi:• Industria farmaceutica

(aromatizzante per cibi conservati)

• Ind. cosmetica (saponi e profumi)• Ind. alimentare (liquori, vermouth)

La pianta contiene buone quantità di olioessenziale, presente soprattutto nelleombrelle e nei frutti. Nell'olio di aneto sonostati individuati oltre 100 componenti.

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Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Terreni leggeri, ben drenati, ricchi disostanza organica e di calcare. Non tol-lera suoli troppo argillosi e ombreggia-mento. Teme le gelate tardive.

TECNICHE COLTURALI (

Impianto

Modalità:Semina diretta a file, su terreno ben

preparato.

Si consiglia di utilizzare per la semina isemi più grandi, provenienti dalle ombrellecentrali della pianta, dato che la densitàiniziale di investimento e l'energia germi-nativa sembrano direttamente collegatecon le dimensioni del seme.

Epoca:Primaverile (marzo-aprile)

Sesti:Tra le file 50 - 70 cm, distribuendo

10-12 kg/ha di seme; densità: 10-12piante/mq.

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CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50-60 kg/ha di N

60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Necessaria nella fase vegetativa fino

alla fioritura.

Avversità e Parassiti:Parassiti fungini, larve di lepidotteri

(in campo) e coleotteri (in magazzino).

CURE COLTURALI

Raccolta:modalità:

• manuale• meccanica, adoperando le comuni

mietitrebbiatrici per cereali• semimeccanica (sfalcio, pre-essic-

cazione in campo o al chiuso e succes-siva trebbiatura meccanica).

epoca:Estate (agosto-settembre, circa 30

gg dopo la fioritura).

Resa:Fino ad I t/ha di frutti.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi").

Usi:• Industria farmaceutica

(aromatizzante per cibi conservati)

• Industria cosmetica(saponi e profumi)

• Industria alimentare(liquori, dolciumi, caramelle).

Poiché il seme perde rapidamente l'aro-ma, sia nelle preparazioni domestiche chenelle utilizzazioni industriali deve venireutilizzato rapidamente e macinato imme-diatamente prima del consumo.

Page 34: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Sesti:Rizomi: vengono posti, in gruppi di 3-

4, sul fondo di solchi distanti 40-50 cm eprofondi 10-15 cm e ricoperti poi con 5-7 cm di terreno; si adoperano circa 2-3t/ha di rizomi..

Densità:12-13 piante mq.

Coltura annuale

Pur essendo una pianta perenne, il ciclocolturale dell'assenzio gentile è annuale,poiché la grande quantità di biomassaprodotta dalla pianta al primo anno neinfluenza negativamente lo sviluppo alsecondo anno.

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Preferisce terreni leggeri e bendrenati ed esposti al sole. Non tollera iristagni d'acqua che provocano, fre-quentemente, il marciume dei rizomi.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Porzioni di rizoma, divisione dei

cespi (per divisione del cespo madreche può darne fino a 30 e successivotrapianto in buchetta)

Seme:Quasi mai, data la bassa fertil ità

delle piante e l'insufficiente germinabi-lità che di norma non consentono l'ot-tenimento di colture uniformi e suffi-cientemente fitte.

Epoca:Autunno o fine inverno (rizomi).

Aprile-maggio (piantine alte circa 10 cm).

Page 35: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 60-80 kg/ha di N

100-120 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K 2 O

In copertura: 60-80 kg/ha di N,

corrispondenti, in biologico, a:600-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 9-10q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Solo di soccorso durante il periodo

estivo.

Avversità e Parassiti:Crittogame (soprattutto a carico

dei rizomi) e insetti.

Resa:Prodotto verde 15- 23 t/ha, prodotto

secco 3-5 t/ha (resa del 20-25%). Resa inolio essenziale sul secco: 0,5-0,7%.

Raccolta:modalità:

manuale, falciando la pianta ad un'al-tezza tale da non asportare la porzionebasale del fusto che è priva di foglie eperciò senza valore commerciale.

Una raccolta anticipata (inizio della fiori-tura) permette di ottenere olio essenzialecon basso contenuto di tujone.

epoca:Estate (piena fioritura)

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Piante intere e sommità fiorite.

Se le sommità fiorite non sono destinatealla distillazione, vengono riunite in maz-zetti ed essiccate all'aria e all'ombra; que-sto trattamento viene ancora oggi seguitoper ottenere un prodotto adatto all'aro-matizzazione del vermut.

Usi:• Industria farmaceutica

(correttivo del sapore di molti medicinali)

• Industria alimentare(preparazione di vermut e bibite analcoliche).

Page 36: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Pur adattandosi a tutti i tipi di terre-no, predilige terreni ben drenati e inpieno sole. Teme le gelate.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, manuale o meccanica,

a prof. < 0.5 cm, a spaglio o a file conti-nue (distribuendo I g di seme per unmetro di fila), o a postarelle distanti 25-30 cm.

Epoca:Autunnale nelle zone più calde ed

aride, primaverile nelle aree più tempe-rate.

Sesti:A file, 25-40 cm tra le file e 15-20

sulla fila. Investimento totale in campo:20-30 piante/mq a file, di più a spaglio.

Page 37: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Preparazione del letto di semina:

lavorazione a 30-35 cm dopo la raccol-ta della coltura precedenteScerbature meccaniche (2-3) nell'inter-fila non appena la coltura raggiunge i20-25 cm di altezza.

Concimazione:all'impianto: 5 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

50-100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica composta-ta, più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

Irrigazione:Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:Funghi (oidio), insetti.

CURE COLTURALI

Raccolta:modalità:

manuale (taglio a circa 5-10 cm dalterreno).

epoca:piante intere: Aprile-maggioinfiorescenze: Giugno-agosto

Resa:Infiorescenze: 0,5-1 t/ha

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:

Usi:• domestico

(culinario; diversi piatti tradizionali)

• industria farmaceutica(fonte di acido linolenico)

Page 38: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Si adatta a quasi tutti gli ambienti edi terreni; predilige le esposizioni soleg-giate ed i terreni ricchi di sostanzaorganica, ben aerati e sufficientementeumidi, purché senza ristagni.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, anche meccanica tra-

pianto di piantine già radicate in vivaio..

Epoca:Semina diretta in autunno o prima-

vera (aprile).Trapianto alla fine dell'inverno (climi

caldi) o in aprile-maggio (climi freddi).

Sesti:70 cm tra le file, distribuendo 2-3

kg/ha di seme.

Densità:5-7 piante/mq.

L'adozione di densità più elevate inibiscela formazione delle ramificazioni laterali, equindi determina una minore produzionedi fiori.

Page 39: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, sarchiatura mecca-nica tra le file e scerbature sulla fila.

Concimazione:all'impianto: 50 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

50-100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica composta-ta, più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

La calendula è piuttosto esigente in fosforoe potassio, che stimolano la produzione dicapolini e ne incrementano le dimensioni; laconcimazione azotata deve invece esseremoderata, perché tende ad allungare ilciclo vegetativo ed a far produrre una mag-giore quantità di foglie invece che di fiori.

Irrigazione:Solo di soccorso. Fasi di massimo fab-

bisogno: emergenza e formazione delcapolino. Da evitare con fioritura in atto.

Avversità e Parassiti:Funghi (oidio e ruggini), insetti (afidi).

CURE COLTURALI

Raccolta:modalità: Generalmente manuale, reciden-do il capolino appena sotto il ricettacolo.

Data la forte scolarità di fioritura dellaspecie, la raccolta viene effettuata in piùriprese; se le piante sono lasciate in buonecondizioni, è possibile raccogliere continua-mente anche per parecchi mesi.

epoca: Maggio-giugno (inizio fioritura)

Resa:6-10 t/ha di capolini freschi; 1,5-2,5

t/ha di secco.

// prodotto raccolto va essiccato rapidamentema con cura (brevi esposizioni intorno agli80°C), in modo da evitare che si decolori equindi si deprezzi commercialmente. Dopol'essiccazione si ottiene una "droga" assaiigroscopica (che cioè tende ad assorbire umi-dità dall'ambiente), motivo per cui si consigliadi confezionarla subito 0 di porre moltaattenzione alle condizioni di conservazione.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Capolini.

Usi:• industria alimentare

(coloranti naturali; preparazione di liquori)

• industria cosmetica(creme emollienti, lozioni e unguenti)

• industria farmaceutica(antisettici, cicatrizzanti e antiinfiammatori locali)

Page 40: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Le operazioni di semina dovrebbero venireeffettuate tenendo conto dell'estrema pic-colezza del seme; per incorporare unifor-memente quest'ultimo al terreno è per-tanto necessario miscelarlo con materialeavente granulometria e peso specificosimili (ad es. segatura di legno).L'operazione va eseguita su terreno benlivellato e amminutato e preferibilmenteseguita da rullatura della superficie, inmodo da facilitare l'adesione del seme alterreno e da evitare che questo vengadisperso dal vento. La semina a file offre ilvantaggio di determinare un notevolerisparmio di seme e consente l'uso delleseminatrici a rullo, che evitano di doverricorrere alla rullatura post-semina.

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Si adatta molto bene a tutti i tipi diterreno, specialmente se leggeri.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, meccanica, superfi-

ciale, a spaglio o a file con seminatricidi precisione.

Trapianto di piantine già radicate insemenzaio.

Epoca:Primaverile (marzo) nelle aree più

settentrionali.Autunnale in ambienti più caldi.

Sesti:30-50 cm tra le file, distribuendo 1-3kg/ha di seme, in modo da assicurareun investimento di 20-25 piante/ mq.

Page 41: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Su terreni leggeri, rullatura post-semi-na. Con coltura in atto, una o più lavo-razioni superficiali a scopo diserbante.

Concimazione:all'impianto: 40 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5

100 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 300-400 q/ha di letame

maturo o sostanza organica composta-ta, più 5-8 q/ha di guano oppure 6-7q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

L'elemento maggiormente determinante laproduzione di capolini è l'azoto, che peròmanifesta effetti ancora più vistosi se som-ministrato insieme al fosforo e al potassio.

Irrigazione: Dopo la semina; in segui-to, secondo necessità.

Un intervento irriguo al momento della fioritura

permette di ritardare la formazione del seme e

di eseguire una raccolta supplementare.

Avversità e Parassiti: Funghi (soprat-tut to peronospora), insetti (afidi).

Resa: In aree meridionali, da 1,5 a 5t di capo-lini freschi/ha. Capolini essiccati 0,7-0,9 t/ha

Raccolta:modalità: Manuale (con forbici o petti-ni da mirtillo);

meccanica (macchine munite di petti-ni che strappano il capolino dalla pianta).

Uno dei principali problemi della coltura èla sua forte scolarità di maturazione, cosìche su una stessa pianta si trovano fiori atutti gli stadi di sviluppo. Questo può costi-tuire un inconveniente per la raccolta, chefino a qualche tempo fa veniva effettuataintegralmente a mano. L'applicazioneanche alla camomilla della raccolta mec-canica, tuttavia, ha dato risultati eccellenti.Dopo la raccolta, le sommità fiorite vengo-no fatte essiccare all'aria e all'ombra,oppure in essiccatoi ad aria forzata.

epoca: Maggio.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Capolini.

Usi:• domestico

(calmante, blando sedativo)

• industria farmaceutica(sedativo, antinfiammatorio)

• industria cosmetica(creme, detergenti, profumi, shampoo)

• industria alimentare(bevande, dolci, gelati, liquori e vermouth).

Fra tutte le piante medicinali la camomil-la comune è forse la più popolare e le sueproprietà calmanti e sedative sono notefin dai tempi più antichi.

Page 42: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale o biennale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Si coltiva in ambienti asciutti e inpieno sole, anche aridi e sassosi, dallivello del mare fino a 700-1.100 m dialtezza.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta a file

Epoca:Primavera (aprile) o autunno.

La temperatura ottimale di germinazionedel seme è intorno ai 22°C, mentre il pro-cesso germinativo si arresta a temperatu-re inferiori a 10°C; per questo motivo, lasemina viene normalmente effettuata nelperiodo primaverile o, negli ambienti atemperature più miti, in quello autunnale.

Sesti:70-80 cm tra le file, utilizzando 4-5

kg/ha di seme.

Densità: 5-7 piante/mq.

£' opportuno non superare tali valori perevitare che le piante producano capolini didimensioni ridotte.

Page 43: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50 kg/ha di N

50 kg/ha di P2 O5

50 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 3-5q/ha di guano oppure 3-5 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Eccessive somministrazioni di azoto sonoda evitare, perché la coltura tende all'allet-tamento e la resa in olio essenziale dimi-nuisce sensibilmente.

Irrigazione:Non necessaria.

Avversità e Parassiti:Funghi (oidio e Botrytis), coleotteri.

Resa:Circa 1,5 t/ha di frutti

CURE COLTURALI

Raccolta:modalità: Meccanica (con comuni mie-titrebbiatrici).

epoca: Estate.

L'operazione si effettua quando i fruttihanno assunto un colore nero uniforme e lepiante sono sufficientemente disidratate,affinchè le macchine mietitrebbiatrici possa-no lavorare correttamente.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate: Frutti, molto piùraramente le foglie e le radici.

Usi:Domestico(i capolini venivano, fino a qualche tempo fa,

cotti come i carciofi, mentre le foglie giovani,

private delle spine, si consumavano come insalata).

• industr ia farmaceut ica

(estrazione della silimarina)

• industr ia cosmet ica

(lozioni, pomate)

/ frutti del Cardo Mariano vengono utiliz-zati in fitoterapia per il trattamento delledisfunzioni epatiche; il principio attivoresponsabile delle proprietà epatoprotetti-ve della pianta, presente in diversi formu-lati commerciali, è costituito dalla silimari-na, un complesso fìavonico contenuto nelseme in percentuale variabile dall'1.5 al3%, costituito da una miscela di tre flavoniisomeri (silibina, silidianina, silicristina).

Page 44: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale o poliennale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

I suoli più adatti alla coltivazionedella cicoria sono quelli profondi, ditessitura media e ben drenati; terrenicon oltre il 30% di argilla causano allepiante problemi nell'emergenza e diffi-coltà durante l'estirpamento, con ele-vate perdite (10-20%) dovute alla rot-tura della parte distale della radice.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, manuale o meccani-

ca, molto superficiale (circa 0.5-1 cm).

Epoca:Marzo-aprile.

Una semina precoce consente alla colturadi allungare il ciclo, mentre una seminaposticipata mette al riparo dalle gelate eriduce il periodo della prefioritura.

Sesti:45-50 cm tra le file

Densità:Finale: 14-16 piante/m2.

Page 45: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm di profondità.

Concimazione:all'impianto: 40-50 kg/ha di N

40-50 kg/ha di P2 O5

40-50 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 6-8q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Normalmente, la coltura non necessita diapporti supplementari di elementi fertiliz-zanti: l'arricchimento del terreno insostanza organica ed in azoto, infatti, nonsempre garantisce rese quanti-qualitativepiù elevate, mentre, per altro verso, costi-tuisce un rischio per lo stato sanitario dituberi e fittoni. Sempre per questo motivova considerata con cautela la precessionecon colture migliorataci (leguminose).

Irrigazione: Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto marciumi radicali).

Raccolta:modalità: Meccanica, adoperando lemedesime attrezzature adoperate perla bietola, opportunamente regolate.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca: settembre

La cicoria non presenta, durante il periodo inver-

nale, una interruzione fisiologica della crescita,

attività che viene semplicemente rallentata.

Quindi è possibile, almeno in teoria, ritardare la

raccolta delle radici fino a che le condizioni clima-

tiche lo consentono.

Resa: Fino ad 1 t/ha di frutti.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Radice.

Usi:• Domestico

(preparazione di surrogato del caffè)

• Industria alimentare(estrazione dell'inulina).

L'inulina è un polisaccaride del fruttosio, uti-lizzato dall'industria alimentare come baseper la preparazione di surrogati di caffè eper la produzione di sciroppi di fruttosio,impiegato dall'industria dolciaria come dolci-ficante; dopo idrolisi, può anche essere fer-mentata per ottenere alcool ed altri prodotti.Dopo l'estrazione dell'inulina dalle radici,sono disponibili delle polpe (disidratate osurpressate) simili a quelle prodotte con labarbabietola da zucchero, e utilizzabilinell'alimentazione dei ruminanti.

Page 46: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Densità: 50 piante/mq

Una maggiore finezza conduce alla for-mazione di piante con semi piccoli, acausa dell'elevata competizione intraspeà-fica.A volte, per portare le piante alla den-sità voluta, può essere opportuno effettua-re un diradamento quando hanno raggiun-to i 10-20 cm di altezza.

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Vegeta bene in tutte le aree a climatemperato. Si adatta a tutti i tipi di ter-reno, ma cresce particolarmente benein quelli sabbiosi.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:* Semina diretta, meccanica, con

seminatrici per cereali o di precisione,ad una profondità di 1,5 - 2,5 cm circa.

• Trapianto di piantine già radicate insemenzaio.

La semina diretta consente un notevolerisparmio di tempo e manodopera, madeve venire effettuata con seme di buonaqualità ed altamente germinatile.

Epoca: Autunnale (spec. trapianto),primaverile (marzo-aprile).

Negli ambienti mediterranei, in regimeasciutto, i risultati migliori sono stati otte-nuti seminando direttamente in campointorno alla prima decade di gennaio. Inaree più temperate, la semina autunnalepuò venire eseguita solo adoperando culti-var resistenti al freddo.

Sesti:Per produrre seme: 50-60 cm tra lefile; 20 cm tra pianta e pianta, distri-buendo 20-25 kg/ha di seme.

Page 47: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm inpre-impianto. Con coltura in atto, 2-3erpicature diserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5

in copertura: 40-60 kg/ha di N

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha difosfato naturale.

Poco esigente in potassio, la pianta è inve-ce piuttosto esigente in fosforo. L'azotodeve venire somministrato con cautela,perché un eccesso di questo elementopuò favorire l'allettamento nella fase disviluppo dei frutti.

Irrigazione:Utile nelle fasi di fioritura e forma-

zione dei semi, per evitare la "stretta".

Avversità e Parassiti: Funghi (soprat-tutto marciumi radicali e oidio), insetti.

Resa: 1 -1,5 t/ha di seme.

Raccolta:modalità: • manuale

• meccanica (mietitrebbia)• semimeccanica (sfalcio,

essiccazione, trebbiatura).

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca: Giugno-luglio.

Data la forte scolarità di maturazionedella specie, la raccolta manuale è quellache consente la maggiore uniformità e lemigliori caratteristiche qualitative del pro-dotto. Essa si esegue raccogliendo leombrelle appena tendono a maturare,recidendole insieme al loro peduncolo. Inseguito vengono fatte essiccare e i semiseparati dai peduncoli tramite battitura.Su superfici molto estese, in cui la raccoltamanuale è antieconomica, si sfalciano lepiante alla base, si lasciano essiccare incampo (possibilmente su teloni) e succes-sivamente si trebbiano. La raccolta conmietitrebbie, se il prodotto non è perfetta-mente maturo, può provocare ingolfamentidella macchina; d'altra parte, tempi diattesa troppo lunghi portano ad una dimi-nuzione del prodotto, dato che i semimaturi si distaccano con facilità.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi").

Usi: Domestico(aromatizzante per alimenti, prep. del curry)

• Industria farmaceutica(aromatizzante per medicinali)

• Industria cosmetica(saponi e profumi)

• Industria alimentare(liquori, vermouth).

• Industria chimica "fine"(estrazione dell'acido petroselinico).

Page 48: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Spontaneo in terreni freschi e per-meabili, si adatta ai terreni argillosi diorigine alluvionale ma preferisce quellipiù fertili e leggeri, con buona disponi-bilità idrica. La pianta richiede tempe-rature miti durante la fase vegetativaper almeno 3-4 mesi. Teme le gelate.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta a file.

Epoca:Primavera (aprile) o autunno.

Sesti:Tra le file 40-45 cm, distribuendo 8-

10 kg/ha di seme.

Densità:50 piante/mq, ma può aumentare.

Page 49: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50 kg/ha di N

60-80 kg/ha di P2 O5

60-80 kg/ha di K2 O

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 7-9q/ha di guano oppure 6-8 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Resa:1,2-2 t/ha di frutti.

Raccolta:epoca:

Luglio-settembre (inizio imbruni-mento ombrelle).

Raccolta:modalità:

Generalmente manuale.

Le piccole dimensioni della pianta (15-30cm di altezza) fanno sì che la raccoltamanuale assicuri generalmente risultatimigliori di quella meccanica. Le ombrelle siraccolgono quando cominciano ad ingialli-re, prima della loro completa maturazioneper evitare che i semi si disperdano. Dopoil taglio, vengono di solito legate in piccolimazzi e poste ad essiccare in locali asciut-ti e ventilati; il seme viene poi allontanatoper sbattimento o trebbiatura.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti.

Usi:Alimentare

(preparazione di liquori, aromatizzante)

// frutto ("seme") del cumino è l'ingredien-te base di tutti i tipi di curry e chili. Essocontiene circa il 10% di olio volatile eun'essenza il cui principio attivo piùimportante è l'aldeide cuminica. Ha pro-prietà aperitive, digestive e carminative(riduce i gas intestinoli).

Page 50: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale o biennale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Vegeta bene in tutte le aree a climatemperato. Largamente coltivato e dif-fuso in tutti i Paesi temperati fino adaltitudini superiori a 1000 m. Si adatta atutti i tipi di suolo, purché non eccessi-vamente sabbiosi o soggetti a ristagnoidrico. Il pH ottimale varia tra 4,8 e 8,3.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità: Semina diretta, meccanica,con seminatrici per cereali o di preci-sione, ad una profondità di 2 cm circa.

Trapianto di piantine già radicate insemenzaio.

Bisogna prestare una certa attenzione allascelta del materiale di propagazione, pre-feribilmente acquistando semi (=frutti)certificati: seme autoprodotto in aziendapuò infatti provocare difformità della col-tura. Se il seme è ancora immaturo, inol-tre, si possono avere fenomeni di dormien-za. ll seme dei tipi "dolci" è più grosso, dicolore verde chiaro-grigiastro, con costola-ture evidenti; il seme dei finocchi sponta-nei e dei tipi amari (per lo più perenni) èpiù piccolo e più scuro..

Epoca: Autunnale (spec. trapianto)primaverile (da febbraio a maggio, evi-tando le gelate).

Sesti: 50-60 cm tra le file; 10-20 cmtra pianta e pianta, distribuendo 4-6kg/ha di seme.

Densità: 10-20 piante/mq.

Page 51: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni: Aratura a 30-35 cm inpre-impianto. Con coltura in atto, 2-3erpicature diserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K 2 O

in copertura: 60-80 kg/ha di N

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 15-20 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha difosfato naturale.

La coltura è piuttosto esigente in fosforo; gliapporti di azoto devono invece essere rela-tivamente limitati, per evitare un eccessivosviluppo delle foglie a scapito del seme.

Irrigazione:Utile nelle fasi di fioritura e forma-

zione dei semi, per evitare la stretta.

Avversità e Parassiti: Funghi (soprat-tutto marciumi radicali e oidio), insetti.

Resa: 1-1,5 t/ha di seme; in condu-zione biennale, rese inferiori al I °annoe superiori al 2°.

Secondo la Farmacopea Ufficiale, il conte-nuto in umidità dei semi non deve supera-re il 10%; se alla raccolta tale valore vienesuperato, si procede all'essiccazione, natu-rale o artificiale; in quest'ultimo caso, latemperatura di essiccazione non devesuperare i 35-40%, perché con valorisuperiori si alterano le caratteristicheorganolettiche dei semi.

CURE COLTURALI

Raccolta: epoca: Settembre-ottobre(prima delle piogge).

modalità:• manuale (2-3 interventi)• meccanica (mietitrebbia)• semimeccanica (sfalcio, essiccazio-

ne, trebbiatura).

Data la forte scolarità di maturazionedella specie, la raccolta manuale è senz'al-tro preferibile per ottenere un prodottodella migliore qualità; la raccolta meccani-ca può venire effettuata su coltivazionipiuttosto estese, ma richiede una pianifi-cazione accurata e, spesso, deve essereseguita da un'essiccazione del prodottoall'aria (e, dato il periodo, al coperto) perassicurarne la conservabilità. Il momentomigliore viene a cadere alla fine dell'esta-te, quando il colore dei primi frutti viraverso il giallo chiaro e le costolature sonoben evidenti.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi").

Usi: Domestico(aromatizzante per alimenti)• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)• Industria cosmetica

(saponi e profumi)• Industria alimentare

(liquori, vermouth).• Industria chimica "fine"

(estrazione dell'anetolo).

L'olio essenziale si trova per il 60 % neifrutti e per la restante parte nelle ombrel-le e nelle parti verdi della pianta, da cuiviene estratto per distillazione in correntedi vapore.

Page 52: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Epoca:Semina diretta: fine estate-autunno

tardo-estiva o autunnale.Trapianto: aprile/maggio, in dipen-

denza del clima, Nelle aree più calde easciutte anche nel periodo autunnale.

La semina nel periodo estivo-autunnalepermette al seme una sorta di "stratifica-zione naturale", per mezzo della quale l'u-midità e le basse temperature invernalisbloccano la fase di dormienza. In questocaso l'emergenza avverrà nel periodo dimarzo-aprile.Nel caso della semina diretta si consigliacomunque di pretrattare il seme stratifì-candolo in sabbia umida alla temperaturadi 0-5°C per una settimana oppure prere-frigerandolo per 7 giorni a 4°C.

Densità: 50-66 piante/mq.

Coltura annuale o biennale(solo eccezionalmente poliennale)

A causa delle malattie fungine allequali può essere soggetto, l'iperico nondeve mai essere coltivato in successionea se stesso.se non dopo parecchi anni.

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Allo stato spontaneo predilige lestazioni soleggiate ed aride del pianobasale, collinare e montano, mentre incoltivazione non ha speciali esigenze diterreno; cresce bene su terreni calca-rei, ma anche su quelli silicei ed acidi,tollera quelli argillosi, ma nel caso disemina diretta necessita di un terrenoleggero, privo di infestanti perenni esenza ristagni di acqua.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Semina diretta (solo in presenza di

terreni in situazione ottimale di tessiturae giacitura) con macchine seminatriciadatte, ricoprendo il seme di terra e quin-di compattandolo mediante rullatura.

•Trapianto.

// trapianto consente risultati più sicuri eproduzioni più elevate rispetto alla seminadiretta e assicura una buona produzionedi fiori già al primo anno.

Sesti:40-60 cm tra le file, distribuendo 3

kg/ha di semente (germinabilità 70%).

Page 53: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura autunnale a 30-35 cm di

profondità, seguita da un'erpicatura e,in caso di semina diretta, una rullatura.

Concimazione:all'impianto: 70-100 kg/ha di P2 O5

180-200 kg/ha di K 2 O

in copertura: 100-150 kg/ha diN, preferibilmente in tre interventi: tresettimane dopo l'emergenza o il tra-pianto; alla chiusura della fila; dopo ilprimo taglio.

Alcuni autori sostengono che la concima-zione azotata abbasserebbe il tasso diipericina nelle piante e favorirebbe lemalattie fungine.

Avversità e Parassiti:Funghi, insetti.

Raccolta:modalità:

Manuale o meccanica (su grandisuperfici si adottano le falciacaricatrici).

Poiché i fusti non contengono ipericina, siconsiglia di tagliare a 20 cm dal suolo alprimo raccolto e ancora più in alto inquelli successivi, quando la pianta raggiun-ge altezze più elevate e forma steli piùlegnosi.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca: Massima fioritura (70% dei fioriaperto): al primo anno, dalla fine di giugnoai primi di luglio (se si semina o trapiantain autunno), dalla fine di luglio all'inizio diagosto (se si trapianta in marzo/aprile),fino a settembre/ottobre (se si semina inaprile/maggio). Dal secondo anno in poi laprima fioritura si avrà in giugno/luglio e laseconda in settembre.

Resa:Piante intere 25-55 q/ha di droga

secca al 1° anno; 15-70 q/ha di drogasecca al 2° anno.

Sommità fiorite 15-30 q/ha di drogasecca al 1° anno; 5-55 q/ha di drogasecca al 2°anno.

L'estrema variabilità delle rese al secondo anno

è legata all'incidenza negativa delle malattie

fungine, che possono falcidiare la coltura.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Piante intere e sommità fiorite .

Usi:• industria alimentare

(preparazione di liquori)

• industria cosmetica(lozioni e oli solari, prodotti astringenti e

tonificanti)

• industria farmaceutica(tranquillanti e antidepressivi naturali;

antisettici; cicatrizzante e antiinfiammatorio

locale).

Page 54: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura poliennale (5-6 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Predilige terreni calcarei e asciutti,ma si adatta anche ad altri tipi di suolo,purché ben esposti e soleggiati. Tollerala siccità.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Divisione dei cespi• Talee erbacee• Seme (semenzaio a prof. < 1 cm e

successivo trapianto; 2 g di seme per-mettono di impiantare 1 mq di semen-zaio).

Epoca:Divisione dei cespi: marzo-apriletalee: fine estateseme: preparazione dei semenzai in

febbraio e trapianto in maggio; da I mqdi semenzaio si ottengono piante per100 mq a dimora.

La messa a dimora delle talee o delle por-zioni di cespo nel periodo tardo estivo-autunnale è preferibile in ambienti carat-terizzati da estati calde e siccitose.

Sesti:50-60 cm tra le file.

Densità:4-6 piante/mq.

Page 55: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm di profondità.

Annualmente, 2-3 erpicature diserbantinell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 70-90 kg/ha di P2 O5

70-90 kg/ha di K2 O

in copertura: 30-40 kg/ha di N, allaripresa vegetativa.

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 6-8q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Quasi mai necessaria.

Avversità e Parassiti:Funghi (ruggine, oidio).

Resa:3-4 t/ha di prodotto fresco al primo

anno, 8-10 t/ha (totale dei due sfalci) alsecondo anno e nei successivi.

CURE COLTURALI

Raccolta:modalità:

Manuale (taglio della parte erbaceaevitando quella più lignificata).

epoca:Giugno- luglio (inizio fioritura)

Al primo anno d'impianto si effettua unsolo raccolto; negli anni successivi (partico-larmente se si interviene con l'irrigazione)è possibile avere una seconda fioritura afine estate e pertanto saranno possibilidue raccolte (giugno e ottobre).

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Foglie, sommità fiorite e parti erba-

cee.

Usi:Alimentare(liquori; pianta aromatica da condimento)

industria farmaceutica(principi attivi tossifughi e anticatarrali).

Page 56: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura poliennale (da 6 a 10 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Vegeta bene in terreni asciutti, calca-rei e relativamente profondi; tolleramale i terreni acidi mentre si adattabene a quelli alcalini.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Talea erbacea o legnosa• Seme (raram.).

L'uso del seme viene limitato, ovviamente,alle varietà di lavanda fertili; il cosiddetto"lavandino", costituito dagli ibridi sterili diLavandula officinalis x Lavandula spica,viene propagato esclusivamente per talea.Per facilitare il radicamento delle taleevengono talvolta adoperati dei prodottiormonici (IBA, NAA, 2,4-D, IAA).

Epoca:Primavera (talee radicate),autunno (se non ci sono gelate).

Sesti:\ File distanti 1,5-2 m.

Densità:I -2 piante/mq..

Page 57: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50-60 kg/ha di N

50-60 kg/ha di P2 O5

50-60 kg/ha di K2 O

in copertura: 60-70 kg/ha di P2 O5

60-70 kg/ha di K2 O60-70 kg/ha di N

(in primavera di ogni anno)

£' opportuno non eccedere nelle concima-zioni azotate, perché quantitativi di azototroppo elevati possono provocare l'alletta-mento delle infiorescenze, con conseguentidifficoltà nella raccolta meccanica.

corrispondenti, in biologico, a:300-600 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 4-6q/ha di guano oppure 5-6 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Necessaria solo in vivaio.

Avversità e Parassiti:Funghi (marciumi radicali, oidio),

insetti.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca:

Piena fioritura-inizio sfioritura (il70% dei fiori aperto) .

modalità:Manuale o meccanica, impiegando

falcia-legatrici o falcia-caricatrici.

£' consigliabile recidere le infiorescenze euna piccola parte del fusto erbaceo,lasciando intatte le porzioni legnose dellapianta. Nel prodotto raccolto devono esse-re presenti pochissime foglie, che deprez-zano la qualità dell'olio essenziale.

Resa:• Infiorescenze: fino a 5-7 t/ha nella

lavanda vera, 12-15 t/ha negli ibridi.• Fiori sgranati: 1-1.5 t/ha.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Infiorescenze.

L'aroma della lavanda deriva dal suo olioessenziale, concentrato soprattutto nei pelighiandolari posti nel calice dei fiori.

Usi:• Domestico

(profumante per biancheria)• Industria cosmetica

(profumi di vario tipo, deodoranti e saponi).

Page 58: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura poliennale (circa 4 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Terreni di tipo argilloso-siliceo e cal-careo, da poco a mediamente fertili, dipiano e di collina, profondi e permeabi-li. Su terreni salsi, la coltura produceradici mediamente più sottili, con unmaggiore contenuto in zuccheri.

Per i primi 2 anni, spesso è coltivata inconsociazione con specie erbacee a cicloautunno-vernino da raccogliere verso lafine della primavera (ad esempio orzo daraccogliere alla maturazione cerosa).

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Per porzioni di rizoma (prelevate in

autunno, da piante madri che abbianoalmeno 3 anni di età e conservate insabbia poco umida), deponendo circa10-15 q/ha di rizomi a 20-30 cm diprofondità.

Epoca:Autunno-primavera.

Sesti:60-70 cm tra le file e 40-50 cm sulla

fila.

Page 59: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 35-40 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 70-80 kg/ha di P2 O5

70-80 kg/ha di K2 O40-60 kg/ha di N (starter).

in copertura: solo in caso di carenza,apporto supplementare di P2 O5

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-15 q/ha di guano oppure 8-10 q/ha difosfato naturale.

Irrigazione:Indispensabile al primo anno; secon-

do la necessità, da ripetere per tutto ilperiodo estivo.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto marciumi radi-

cali e oidio), insetti.

Resa:18-20 t ha-1 di radice fresca (50% di

umidità), (raccolta spontanea: I -3 t ha-1 ).

Raccolta:modalità:

• rimozione della parte aerea• scavo e raccolta delle radici e degli

stoloni, estratti dal terreno mediantearatura a 40-60 cm di profondità (ara-tro o ripuntatore).

epoca:Ottobre-novembre (dopo le prime

piogge, all'ingiallimento delle foglieprima del riposo vegetativo).

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Radici.

Usi:Domestico(bastoncini da masticare)

• Industria farmaceutica(aromatizzante per medicinali o principio

attivo con effetti espettoranti, anti-infiammato-

ri ed antispasmodici)

• Industria cosmetica(saponi e profumi).

• Industria alimentare(succo tal quale o glicirrizina per la pro-

duzione di caramelle, bibite, dolci, gelati e pro-

dotti da forno; additivo della birra scura; rinfor-

zante dell'aroma del cacao).

• Manifattura dei tabacchi: additivodi concia.

Page 60: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale nei paesi freddi,biennale in quelli caldi

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Predilige terreni leggeri e ben espo-sti; resiste poco alla siccità.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Semina diretta, meccanica o manua-

le, distribuendo 10 kg/ha di seme.• Trapianto di piantine ottenute in

semenzaio.

Epoca:• Semina diretta a fine aprile, o in

autunno nelle aree mediterranee• Trapianto in aprile-maggio, dopo 60-

70 giorni dall'emergenza delle plantule.

/ semenzai vanno preparati alla fine del-l'inverno ponendo a germinare 1 g disemente per m2 (si ottengono circa 300piantine utili).

Sesti:50-70 cm tra le file, utilizzando 5-6

kg/ha di seme; trapianto a 30 cm sulla fila.

Densità:10 piante/mq.

Se si preferisce ottenere un'abbondanteproduzione di fiori anziché di foglie, èopportuno ridurre la densità di investi-mento del 20-25%.

Page 61: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Sarchiature diserbanti tra le file (moto-coltivatore o zappatrice) e manualisulla fila, una subito dopo l'impianto euna o due con la coltura in atto.

Concimazione:alla semina o al trapianto:

70-80 kg/ha di N70-80 kg/ha di P2 O5

70-80 kg/ha di K2 O

in copertura:50-60 kg/ha di N (pri-

mavera del secondo anno).

corrispondenti, in biologico, a:600-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 9-10q/ha di guano oppure 7-8 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Subito dopo la semina o il trapianto e

poi secondo necessità (una o più irrigazio-ni di soccorso durante il periodo estivo).

Avversità e Parassiti:Attacchi fungini (ruggine e oidio).

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca:

Fiori: estate (giugno-luglio) delsecondo anno; in condizioni favorevoliè possibile effettuare una seconda rac-colta 40-50 gg dopo la prima.Foglie: estate (massimo rigoglio vegeta-tivo) fin dal primo anno; si effettuano disolito due raccolte.

modalità:manuale o meccanica (solo per le

foglie).

Resa:Fiori: 0,5-0,8 t/ha di fresco (0,1-0,2

t/ha di secco).Foglie e cimette: da 3-4 t/ha (2 rac-

colti all'anno) a 4-6 t/ha (4 raccoltiall'anno).

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Foglie, fiori e occasionalmente radici.

Usi:• Industria farmaceutica

(emollienti, antinfìammatori, antispasmodici)

• Industria cosmetica(saponi e profumi)

• Industria alimentare(liquori, vermouth).

Page 62: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Terreni asciutti, ben drenati e inpieno sole.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta, divisione delle radici.

Epoca:All'inizio dell'autunno nelle aree

mediterraneeDivisione delle radici in primavera.

Sesti:60 cm tra le file, lasciando circa 50

cm tra pianta e pianta.

Page 63: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50-80 kg/ha di N

// Marrubio presenta esigenze in elementinutritivi piuttosto ridotte, per cui in generesi avvantaggia delle concimazioni sommi-nistrate alle colture precedenti. Prima del-l'impianto possono comunque essere utilidelle leggere concimazioni azotate, dasomministrare preferibilmente in formaorganica.

Raccolta:modalità:

Manuale, recidendo la pianta unadecina di centimetri più in basso deifiori inferiori ed evitando di raccoglierele parti lignificate della base.

epoca:Fiori: quando sono ancora in boc-

ciolo.

Resa:20-40 q.li/ha di sommità fiorite sec-

che.

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi").

Usi:• Industria farmaceutica

(principi attivi espettoranti e tossifughi)

• Industria cosmetica(saponi e profumi)

• Industria alimentare(liquori, vermouth).

Sia il marrubio che i preparati medicinaliche da esso derivano possiedono un sapo-re estremamente sgradevole. £' questauna delle cause della sua assenza in cuci-na, ma anche del suo limitato impiego nelcampo della medicina vegetale. Per questedue ragioni spesso viene utilizzato in com-binazioni alcoliche, in quanto l'alcool oltread estrarre i principi terapeutici (altrimen-ti poco solubili in acqua), riesce ad ovviare,in parte, al disgustoso sapore.

Page 64: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:(aree mediterranee): 100-140 cm

tra le file 30-60 cm sulla fila investi-mento totale in campo: 2 - 3 piante/mq

(aree temperate): 45-60 cm tra lefile 30-40 cm sulla fila investimentototale in campo: 5 - 8 piante/mq.

Nelle aree temperate è possibile infittire unpo' gli impianti perché in genere non sihanno problemi di competizione per l'acqua.

Coltura poliennale (5-6 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Vanno evitati terreni con ristagni fre-quenti. Si adatta anche a suoli tenden-zialmente argillosi e ricchi di calcare.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Talea erbacea• Divisione dei cespi• Seme (raram.)

La propagazione per seme, pur essendoteoricamente possibile, è poco diffusa perle piccole dimensioni dei semi e per la loroscarsa germinabilità, perché genera coltu-re assai difformi e perché ritarda di alme-no un anno l'entrata in produzione.

Epoca:Primavera e autunno

L'impianto primaverile è preferito nellearee più temperate (centro e nord Italia) eal Sud se si opera in irriguo; nelle areemediterranee in genere si attua l'impiantoautunnale quando la coltivazione vienefatta in asciutto, in modo da consentirealla coltura di usufruire delle pioggeautunnali ed invernali.

Page 65: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 100-120 kg/ha di P2 O5

100-120 kg/ha di K2 O40-60 kg/ha di N (starter)

in copertura:40-60 kg/ha di N allaripresa vegetativa.

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 500-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,più 15-20 q/ha di guano oppure 10-15q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

Resa:I ° anno: 2 t/ha di biomassa fresca2° anno e successivi: fino a 10 t/ha.

Con l'invecchiamento, gli impianti tendonoa lignificare e le produzioni, pur mantenen-dosi quantitativamente piuttosto elevate,perdono in qualità per effetto dell'incre-mento della frazione legnosa a scapitodelle infiorescenze e delle foglie. Per questo,è meglio non prolungare la durata dell'im-pianto oltre il 4° anno 0, altrimenti, effet-tuare un'operazione di "ringiovanimento"eliminando con la zappa la frazione piùlignificata dei cespi (quella centrale) elasciando vegetare la parte periferica.

CURE COLTURALI

Irrigazione:Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Raccolta:modalità:

• manuale• meccanica (falciatrici)

epoca:Fioritura (maggio-giugno).

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Sommità fiorite (foglie+infiorescenze).

Usi:Domestico(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica(aromatizzante per medicinale)

• Industria cosmetica(saponi e profumi)

• Industria alimentare(antiossidante e antimicrobico).

L'olio essenziale, estremamente aromatico,viene estratto per distillazione in corrente divapore a partire da materiale vegetale siafresco che secco. Se ne trova in maggiorequantità nelle infiorescenze (circa il 2,5 %),meno nelle foglie e in tracce negli steli.

Page 66: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

Coltura annuale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Vegeta bene su suoli sabbiosi.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta a file.

Epoca:• Primaverile (marzo-aprile).•Autunnale (novembre-dicembre).

Sesti:30-35 cm tra le file; 20 cm sulla fila.

Densità:20 piante/mq.

Page 67: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 80-100 kg/ha di P2 O5

in copertura: 50-60 kg/ha di Nin primavera.

corrispondenti, in biologico, a:300-500 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 5-8q/ha di guano oppure 6-7 q/ha di fosfa-to naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

Irrigazione:Non necessaria.

Avversità e Parassiti:Funghi, insetti.

Resa:0,5-1 t/ha di frutti

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Frutti (comunemente detti "semi").

Usi:• Domestico

(aromatizzante per alimenti)

• Industria farmaceutica(formulati dietetici, principi attivi regola-

tori dell'intestino).

// seme di psillio contiene al suo internonotevoli quantità di mucillagini, sostanzedotate della proprietà di rigonfiarsi edaumentare di volume a contatto con l'ac-qua. Questa caratteristica ne fa una ricer-catissima materia prima per numerosiintegratori alimentari utili nelle diete dima-granti e nel trattamento di alcune disfun-zioni intestinoli: una volta ingerite, infatti, lemucillagini dello psillio aumentano fino a10-14 volte il loro volume iniziale, fenome-no che favorisce il senso di sazietà.

Page 68: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:60-200 cm tra le file 50-80 cm sulla

fila.

Dato il notevole sviluppo raggiunto dallaspecie, è consigliabile impiantare a sestipiuttosto larghi. Una buona praticapotrebbe essere quella di utilizzarla comebordura o siepe, con notevoli vantaggianche estetici.

Coltura poliennale (fino a 10 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Si adatta a tutti i tipi di suolo, parti-colarmente delle fasce costiere, purchében drenati.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Talea semilegnosa (radicata in

vivaio)• Divisione dei cespi• Seme (raram.)

Epoca:Primavera, autunno.

La propagazione per seme viene effettuatain primavera (marzo-giugno), distribuendo10 kg di seme/ha, quasi sempre a spaglio.La moltiplicazione per talea viene inveceeffettuata prelevando, in luglio-agosto, taleedi legno semimaturo lunghe circa 10 cm escegliendo preferibilmente i rami che nonhanno fiorito (in caso contrario vanno elimi-nati tutti i fiori ed i loro steli fino alla partefogliosa). Le talee possono venire trattatecon ormoni rizogeni (IBA allo 0,4 - 0,5 %) evengono successivamente piantate in lettofreddo (torba e sabbia). Una volta radicate,si invasano in contenitori di 7-8 cm, si fannosvernare in cassone e si mettono a dimoranella primavera successiva. Nelle zone aclima mite, è possibile mettere le talee diret-tamente a dimora in autunno.

Page 69: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 50-70 kg/ha di N

100-150 kg/ha di P O5

100-150 kg/ha di K O

annualmente: 50-70 kg/ha di N(alla potatura)

corrispondenti, in biologico, a:500-800 q/ha di letame maturo o

sostanza organica compostata, più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12 q/ha difosfato naturale, scorie Thomas, sali diK, borlande (se necessario).

Viene considerata una specie poco esigen-te, per cui la concimazione di manteni-mento nella maggior parte dei casi nonviene, in realtà, effettuata. Un eccesso difertilizzazione azotata, tra l'altro, puòavere ripercussioni negative sulla sintesidelle essenze aromatiche e può predispor-re la pianta ad attacchi parassitari. Se lepiante vengono sfruttate commercialmen-te, tuttavia, sono consigliabili leggere conci-mazioni azotate alla potatura primaverile.

Irrigazione:Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Potatura:Annualmente, allontanamento dei rami

più vecchi, fino a metà della loro lunghezza.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca: Per uso domestico, tutto l'anno

Per l'estrazione dell'olio essen-ziale, in primavera-estate.

modalità:• manuale (forbici)• meccanica, (falciatrice).

L'uso della falciatrice non permette allapianta di assumere il caratteristico notevo-le sviluppo, per cui spesso si preferisceoperare la raccolta manuale con forbici,che lascia la pianta in buone condizioni diintegrità. In ogni caso è bene rapportarel'entità della raccolta allo sviluppo ed alvigore della pianta: dopo una raccoltaabbondante è bene ridurre i tagli per idue anni successivi.

Resa: I ° anno: 2-4 t/ha di biomassa fre-sca. 2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate: Sommità fiorite(foglie + infiorescenze), foglie.

Usi:•Domestico

(aromatizzante per alimenti)• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)• Industria cosmetica

(saponi, profumi, deodoranti)• Industria alimentare(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).

• Industria chimica(estrazione della canfora).

La distillazione dell'olio essenziale vieneeseguita da luglio a settembre, dopo la fio-ritura, togliendo le parti legnose dal mate-riale da distillare. Utilizzando le foglieessiccate si ottiene l'essenza più fine.

Page 70: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Sesti:50-60 cm tra le file 25-40 cm sulla fila

Man mano che si aumenta la densitàd'impianto aumenta anche l'ombreggia-mento delle foglie inferiori, che possonoingiallire e cadere provocando una diminu-zione della resa per pianta.

Coltura poliennale (5-6 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Specie tipicamente mediterranea, siadatta anche a terreni tendenzialmenteargillosi e ricchi di calcare, purché nonsoggetti a ristagni frequenti.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• Talea semilegnosa (radicata in

vivaio)• Divisione dei cespi• Seme (raram.)

La semina diretta viene effettuata piutto-sto raramente, a causa della difformitàdella coltura e del ritardo dell'entrata inproduzione. Si preferisce di solito l'impian-to per talee radicate, effettuato prelevan-do in luglio-agosto dei segmenti di stelolunghi 7-8 cm, da piantare successivamen-te in letto freddo (torba e sabbia) in mododa metterli a dimora una volta radicati,nell'aprile successivo. Questo procedimen-to, anche se più lento, offre le migliorigaranzie di riuscita; negli ambienti piùcaldi è tuttavia possibile mettere le talee adimora direttamente in campo nel periodoautunno-invernale (ottobre-gennaio).

Epoca:Primavera, autunno.

Page 71: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 100-150 kg/ha di P2 O5

100-150 kg/ha di K2 O50-70 kg/ha di N (starter)

annualmente: 80-100 kg/ha di P2 O580-100 kg/ha di K2 O(in unica soluzione alla

ripresa vegetativa)100 kg/ha di N(50% alla ripresa vege-

tativa, 50% dopo il I ° sfalcio).

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 600-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

La concimazione azotata incrementa ilpeso dei cespi, determinando la produzio-ne di un maggior numero di foglie, anchese spesso di dimensioni inferiori. Nessuneffetto viene segnalato sulla percentuale ele caratteristiche qualitative dell'olio essen-ziale. In conduzione irrigua, la concima-zione azotata è indispensabile per ottene-re produzioni abbondanti.

Resa:I ° anno: 2-4 t/ha di biomassa fresca.2° anno e successivi: da 6 a 20 t/ha.

CURE COLTURALI

Irrigazione:Indispensabile solo al 1° anno; in

seguito, solo di soccorso.

La pratica dell'irrigazione, pur se nonstrettamente indispensabile, permette diottenere produzioni abbondanti, consen-tendo ad esempio di fare due sfalci: uno aiprimi di giugno in piena fioritura e l'altro,di sole foglie, a ottobre inoltrato.

Avversità e Parassiti:Funghi (soprattutto oidio), insetti.

Raccolta:(una all'anno, due se si irriga)modalità:

• manuale• meccanica (falciatrice)

// taglio dei fiori avviene a circa 10-20 cmsotto di essi, mentre le foglie si tagliano a15-20 cm da terra.

epoca: Fioritura (giugno).

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Sommità fiorite (foglie+infiorescen-

ze), "cimette" (apici degli steli confoglie).

Usi:•Domestico

(aromatizzante per alimenti)• Industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali)• Industria cosmetica

(saponi, profumi, dentifrici, deodoranti)• Industria alimentare(aperitivi, amari, antiossid. e antimicrobico).

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Coltura biennale o poliennale

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Preferisce terreni relativamente fer-tili di natura calcarea. Vegeta bene neiterreni leggeri e tollera quelli acidi;teme i ristagni.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:Semina diretta a file.

Epoca:Primavera (aprile-maggio) o inizio

dell'autunno.

Sesti:50 cm tra le file, distribuendo 15

kg/ha di seme .

Densità:10-12 piante/mq.

Page 73: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 100 kg/ha di N

100 kg/ha di P2 O5100 kg/ha di K2 O

in copertura: 80-120 kg/ha di N inprimavera del secondo anno.

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto:600-800 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,più 10-12 q/ha di guano oppure 10-12q/ha di fosfato naturale, scorie Thomas,sali di K, borlande (se necessario).

Irrigazione:Solo di soccorso; la pianta è estre-

mamente aridoresistente.

Avversità e Parassiti: Funghi (mar-ciumi radicali, oidio), insetti.

Resa:Infiorescenze: fino a 10 t/ha di fre-

sco, 2.5-3 t/ha di secco.

Lo pianta fresca possiede un odore forte epungente, non sempre gradevole, checomunque scompare durante la distillazio-ne ed è del tutto assente nell'olio essen-ziale, caratterizzato invece da un aromafresco e piacevole, con note dolci-amare.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca:

Infiorescenze: per distillazione in esta-te, 8-10 gg dopo la piena fioritura; per usoerboristico prima che i fiori schiudano.

modalità:Manuale o meccanica con barra fal-

ciante (può determinare la presenza diuna quantità eccessiva di foglie, chedeprezzano l'olio essenziale).

L'olio essenziale diminuisce e si altera inpoco tempo, per cui è opportuno distillareil prodotto immediatamente dopo la rac-colta. Se invece il prodotto viene destinatoall'erboristeria, le infiorescenze vengonoriunite in mazzetti e fatte essiccare all'a-ria e all'ombra, preferibilmente su telai.Successivamente possono essere conser-vate in vasi di vetro al riparo dall'umidità.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Fiori e foglie.

Usi:• Industria cosmetica

(fissativo per cosmetici)

/ semi immersi in acqua producono unamucillagine che tradizionalmente vieneimpiegata per rimuovere i corpi estraneidagli occhi: il seme viene introdotto nel-l'angolo della palpebra inferiore, e lamucillagine da esso prodotta aderisce aicorpi estranei permettendone con facilitàl'allontanamento. Da qui il nome inglesedella pianta, "clary", derivato da"clear eye"("vista chiara") .

Page 74: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

TECNICHE COLTURALI

Epoca:Divisione dei cespi in marzo-aprile,

con trapianto direttamente a dimora.Talea in marzo-aprile, con trapianto

in cassoni freddi (torba e sabbia inparti uguali); trapianto in campo nel-l'autunno successivo.

Seme in aprile-giugno (semenzaio);trapianto dopo 60-90 gg (sett.-ott.).

L'impianto primaverile è preferito nellearee più temperate (centro e nord Italia) eal Sud se si opera in irriguo; nelle areemediterranee in genere si attua l'impiantoautunnale quando la coltivazione vienefatta in asciutto, in modo da consentirealla coltura di usufruire delle pioggeautunnali ed invernali.

Sesti: 30-40 cm tra le file e 10-20 cmsulla fila.

Dosi di seme (semenzai):0.5-1 g/mq (I mq di semenzaio:

circa 100 mq a dimora).

Coltura poliennale (3-4 anni)

AMBIENTE DI COLTIVAZIONE

Esige esposizioni soleggiate e climada temperato (alla semina) a caldo(durante lo sviluppo vegetativo).Predilige suoli di natura calcareo-argil-losa, con pH da neutro a sub-alcalino(7-8).Teme i ristagni.

TECNICHE COLTURALI

Impianto

Modalità:• divisione dei cespi

• talea erbacea• seme (semenzaio, raramente seminadiretta).

La propagazione per seme, pur essendoteoricamente possibile, è poco diffusa perle piccole dimensioni dei semi e per la loroscarsa germinabilità, perché genera coltu-re assai difformi e perché ritarda di alme-no un anno l'entrata in produzione. Puòinvece venire ipotizzata la semina insemenzaio, da effettuarsi nel periodo esti-vo disponendo il seme (0,5-1 g/mq) aprofondità non superiori a I cm, e tra-piantando successivamente (settembre-ottobre) in campo le piantine ottenute.Più comunemente si ricorre all'impiantoper talee erbacee, ottenute prelevando deisegmenti di vegetazione lunghi 5-8 cm,munite di una porzione del ramo portan-te, a partire dai germogli laterali non fiori-feri delle piante madri.

Densità:15 - 20 piante/mq

Page 75: Erbe Officinali Tradizione Siciliana

CURE COLTURALI

Lavorazioni:Aratura a 30-35 cm in pre-impianto.

Con coltura in atto, 2-3 erpicaturediserbanti nell'interfila.

Concimazione:all'impianto: 40-50 kg/ha di P2 O5

40-50 kg/ha di K2 O40-50 kg/ha di N (starter)

in copertura: 40-50 kg/ha di N(alla ripresa vegetativa).

corrispondenti, in biologico, a:all'impianto: 300-500 q/ha di letame

maturo o sostanza organica compostata,più 4-5 q/ha di guano oppure 4-5 q/ha difosfato naturale, scorie Thomas, sali di K,borlande (se necessario).

in copertura: 300-500 q/ha di letamematuro.

£' una specie poco esigente, anzi troppoazoto può danneggiare la produzione,dando luogo ad un eccessivo rigoglio vege-tativo ed alla produzione di una drogapoco aromatica.

Irrigazione:Indispensabile al 1° anno; secondo

la necessità, da ripetere per tutto ilperiodo estivo .

Avversità e Parassiti:E' soggetto ad attacchi fungini.

Resa: 5-6 t/ha di biomassa/anno, conumidità 65%; massime rese: 3° anno. Dopo3-4 anni è necessario sostituire le piante.

CURE COLTURALI

Raccolta:epoca:

Fioritura (giugno-luglio).

modalità:meccanica (falciatrici)

Adoperando la raccolta manuale, il taglioviene effettuato recidendo la parte erba-cea della pianta 5-10 cm sotto i fiori. Se siutilizzano le falciatrici, si esegue lo sfalcio a5-10 cm dal suolo. Per ottenere il prodottoerboristico, la biomassa tagliata viene essic-cata (in ambienti ombreggiati e ventilati),battuta e successivamente vagliata.

UTILIZZAZIONI

Parti utilizzate:Foglie e parte erbacea della pianta.

Usi:domestico(aromatizzante per alimenti)• industria farmaceutica

(aromatizzante per medicinali e principiattivi con proprietà antisettiche e balsamiche)

• industria cosmetica(saponi e profumi)• industria alimentare(antiossidante e antimicrobico).

L'olio essenziale si ottiene per distillazionein corrente di vapore a partire da mate-riale vegetale sia fresco che secco (è pre-sente in quantità maggiore nelle foglie,seguite dai fiori e dagli steli), e secondo laFarmacopea Ufficiale deve essere conte-nuto nel prodotto in percentuale non infe-riore all'1,2%.Il Timo è inoltre una pianta spiccatamentemellifera, e quindi ci sono buone possibilitàeconomiche per le due attività consociate.

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B I B L I O G R A F I A

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Lo sviluppo dipende non tantodal trovare le combinazioni otti-mali delle risorse e dei fattori diproduzione dati, quanto dalsuscitare ed utilizzare risorse ecapacità nascoste, disperse omalamente utilizzate.

A.O. Hirschman