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ESA ® E’ vietata la riproduzione di questo manuale o di ... · 11 Terminologia 11 Perché nei ... veicoli, a volte sono parte del carico di una grande ... importanti navi affondate

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ESA ® E’ vietata la riproduzione di questo manuale o di sue singole partiProduct n° M0029

A cura di Mauro Bertolini

Progetto formativo, sviluppo, consulenza e revisioni: MauroBertolini, Mario Romor, Enrico Firpo, Egidio Trainito, MariaLaura Careddu

Testi: Mario Romor

Illustrazioni: Stefano Trainito, Jacopo Pasqualotto

Foto: E. Trainito, E. Firpo, M. Tsuruoka, M. Romor

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IndiceIntroduzione

5 I relitti

Capitolo Uno7 Cosa Imparerai7 Tipologie

11 Terminologia11 Perché nei relitti? 13 Ricerca e localizzazione 19 Comunicazioni19 Comportamento22 Attrezzatura 27 Complimenti!28 Cosa hai imparato?

Capitolo Due30 Cosa imparerai30 Immergersi su un relitto31 Ormeggio34 Possibili pericoli34 Orientamento37 Profondità39 Consumo dell’aria40 Trappole41 Lenze, reti, cime e cavi42 Crolli 43 Parti taglienti43 Corrente45 Sostanze tossiche o inquinanti45 Fasi esplorative48 Rilevamento dati50 Uso del mulinello 51 Complimenti!52 Cosa hai imparato?

Appendice54 Piccolo grossario marinaresco56 ESA

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I relittiSono irresistibili, sono fantastici, suscitano forti emo-zioni … ogni subacqueo ha desiderato almeno unavolta visitare un relitto sommerso.Sia che si tratti di una grande nave moderna, deiresti di un aeroplano o di una piccola imbarcazio-ne da diporto, i relitti sommersi costituiscono dasempre le mete più ambite dai subacquei di tutto ilmondo; non solo, anche gli snorkelisti e i bagnantisono fortemente attratti dai siti in cui è possibile visi-tare un relitto sommerso, anche solo per ammirarlodalla superficie o osservarne le parti emerse, comenel caso delle navi arenate.Ogni mare del mondo e ogni specchio d’acqua(laghi compresi), specialmente per il fatto che dasempre l’uomo usa “l’acqua” come via di tra-sporto e comunicazione, possono custodire unnumero più o meno consistente di navi o altrimezzi di trasporto finiti sul fondo e ,infatti, una delle prime cose che moltisubacquei chiedono appe-na arrivati in un centrod’immersioni è “ci sonorelitti da queste parti”?Ogni relitto racchiude lastoria di una tragedia, spesso per ilfatto che l’affondamento è stata laconseguenza di un vero e propriodramma come un naufragio o un con-fronto bellico, magari con un impor-tante tributo di vite umane. In ogni casoanche quando il relitto è affondato volon-tariamente, esso rappresenta sempre unmomento di tragedia ovvero di fine. Una gran-de nave non più utilizzabile può infatti essereaffondata semplicemente per disfarsene o per creareuna nuova barriera artificiale che possa favorire econcentrare la vita acquatica, in entrambi i casi ilmomento in cui affonda nell’acqua e i flutti gli sirichiudono sopra per sempre, rappresenta unmomento che suggella la fine di un’attività, di unavita. Nonostante ciò, nella stragrande maggioranzadei casi, questa “fine” rappresenta l’inizio di unnuovo ciclo di vita, spessissimo infatti i relitti som-mersi diventano l’habitat ideale per numerose specieacquatiche sia vegetali sia animali.Questo contrasto è ancora più forte e apprezzabilequando il subacqueo si immerge con cognizione di

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causa (ovvero quando esplora un relitto di cui cono-sce la storia dell’affondamento) e con la preparazio-ne necessaria a immergersi in sicurezza e valutareattentamente la moltitudine di organismi che lopopolano.Esplorare un relitto sommerso in sicurezza richiedeun’adeguata preparazione, una buona esperienza ela guida di un professionista esperto. Nel corso ESAWreck Diver potrai migliorare tutte le conoscenzenecessarie ed apprezzare in maniera tangibile ilcorretto approccio all’esplorazione sicura e appa-gante di un sito che custodisce un relitto sommerso.Gli Istruttori ESA e gli ESA Diveleader ti guiderannonelle tue avventure e scoperte, garantendo il migliorrisultato possibile.

Spesso unrelitto anco-ra affioranteè un ottimaoccasioneper iniziaread appassio-narsi

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Capitolo UnoCosa impareraiDurante la lettura di questo capitolo scoprirai cheesistono diversi tipi di relitti e che essi possono esse-re in condizioni e aspetti diversi con molteplicicaratteristiche che inducono a differenti tecniche diesplorazione. Potrai apprezzare l’importanza diconoscere la terminologia essenziale e potrai rispon-dere alla domanda: “perché immergersi in un relit-to”? La seconda parte del capitolo riguarda le tecni-che e le risorse disponibili per cercare un relitto oeffettuare ricerche sulla sua storia e sulle sue carat-teristiche. Lo spazio dedicato al comportamento datenere immergendosi in un relitto èpropedeutico alle altre parti delcorso sia teoriche che pratiche. Lafilosofia e la preparazione per l’im-mersione sui relitti fonda le propriebasi proprio sugli aspetti trattati in questepagine.

TipologieMolte persone quando sentono parlare di relittisommersi pensano a una grande nave poggiata sulfondo del mare, in realtà lo stesso termine è usatoanche per classificare qualsiasi altro mezzo di tra-sporto o “manufatto” che si trovi sott’acqua.Generalmente parlando di relitti si è portati a pen-sare a un’imbarcazione perché più di ogni altrooggetto essa riconduce alla navigazione e alle attivi-tà svolte dall’uomo sugli spazi acquei e perché ilfatto di volare sott’acqua sopra le infrastrutture diuna nave suscita un fascino incredibile nella mag-gior parte dei subacquei.Qualsiasi oggetto costruito dall’uomo, di dimensioniabbastanza grandi, può essere chiamato relitto som-merso, in questa categoria possono rientrare princi-palmente: imbarcazioni, velivoli, veicoli, piattaformepetrolifere, strutture sommerse, boe, mede, pontili,ecc.).Prima di descrivere le diverse tipologie di relittisommersi è opportuno fare una distinzione tra quel-li definiti moderni e quelli di interesse archeologico.Secondo la legge italiana, ad esempio, tutti i relittisommersi che possono essere definiti “più vecchi” di50 anni sono da considerarsi di “interesse archeolo-gico” e vincolati da leggi e normative specifiche.

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In altri luoghi del mondo possono essere consi-derati di interesse archeologico anche relittipiù recenti, per questo è importante informarsisempre sulle leggi vigenti nel Paese in cui si inten-de praticare le immersioni sui relitti.Per gli archeologi esiste un’altra importante distin-zione che riguarda le modalità di costruzione diun’imbarcazione, sostanzialmente le imbarcazionicostruite con la tecnica a “scafo portante” sono defi-nite “moderne” mentre le “barche cucite”, quellecostruite con “mortasa e tenone” e quelle a “costru-zione mista”, sono da ritenersi antiche ovverocostruite fino al X/XI secolo.In ogni caso, il subacqueo moderno e coscienzio-

so deve comportarsi in modo daevitare qualsiasi danno al sitoche sta visitando sia esso antico omoderno.Nel corso di specialità ESAArcheodiver è possibile ricevereinformazioni sulle tecniche dicostruzione navale, sugli aspettilegali e sul comportamento daadottare ogni volta che si visita unrelitto.

Le grandi navi affondate sono dasempre un polo d’attrazione peri subacquei, sia per il fatto che essespesso rappresentano la storia diuna tragedia sia per il fascino susci-tato dal mistero e dalla scoperta,senza contare il fatto che spesso unagrande imbarcazione che giace inprofondità costituisce anche unpunto di aggregazione e richiamoper numerosi organismi acquatici.A questa categoria possono apparte-nere le navi da crociera come ilfamosissimo transatlantico Titanic,le navi da guerra come il KT12 diOrosei, i traghetti come l’EspressoTrapani in Sicilia, le navi mercan-

tili, le navi cisterna come la petroliera Haven adArenzano, le navi oceanografiche, le navi da pescacome il Genepesca 1 a Marina di Cecina e i sotto-marini o sommergibili.Il relitto di una nave (o imbarcazione) puòavere aspetti diversi, potresti trovarti a nuotarevicino a una nave di grandi dimensioni, perfetta-

Il relittodella pruadel KT12, un traspor-to tedescoaffondatoda un som-mergibileinglese nel1943 nelGolfo diOrosei inSardegna

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mente conservata, magari poggiata sul fondo inassetto di navigazione o planare sui resti di unanave che il tempo e il mare hanno reso quasi irrico-noscibili o sullo scheletro metallico di una navecostruita con legno e ferro. La posizione che la naveassume precipitando sul fondo può giocare un ruoloimportante sia per il riconoscimento sia per l’orien-tamento dei subacquei in immersione, parleremo diquesto nella seconda parte del manuale. I sommergibili sono imbarcazioni che hanno lapossibilità di navigare sia sopra sia sott’acqua,impiegati essenzialmente per scopi bellici o per lostudio dei fondali oceanici, possono essere didimensioni ridotte o giganteschi, grandi quantouna grossa nave da trasporto. I moderni sottomari-ni navigano grazie all’ausilio di propulsori atomicidi grande potenza, sono dotati di sofisticati appa-rati che consentono, a personale adeguatamenteaddestrato, di intercettare e decodificare le infor-mazioni che “transitano” nei cavi a fibre ottiche ecomunicare con le basi costiere senza dover emer-gere in superficie. Ti potrebbe capitare di visitare un’imbarcazioneda pesca o da lavoro affondata per un’avaria, peril mal tempo o semplicemente perché non più uti-lizzabile, generalmente sono barche di legno didimensioni non eccessive, max 30 metri, maanch’esse possono avere un fascino particolare,principalmente dovuto alla località in cui giace ilrelitto. Generalmente le barche da diporto sono didimensioni ridotte e quasi sempre sono recuperatedai proprietari o dalle imprese che si occupano diinterventi specifici, anche perché la legge e, di con-seguenza, le Autorità Marittime ne impongono larimozione dall’acqua per prevenire condizioni dipericolo e danni ambientali.Quelle rinvenibili sott’acqua sono affondate diversianni fa o in località remote, dove le operazioni direcupero sono rese impossibili dalle distanze, daimezzi a disposizione o dai fattori ambientali.Altre giacciono a profondità così elevate per cui ilrecupero richiederebbe una spesa troppo onerosarispetto al valore della barca stessa. La maggior parte dei velivoli che si possonoosservare in immersione sono aerei e quasi sempresono relativi a periodi bellici abbastanza lontani neltempo, principalmente alle due grandi guerre.Quelli che finiscono in acqua oggi sono quasisempre recuperati per effettuare tutti gli accerta-

1Il relitto delGhiannisDana, uncargoaffondatosul reef diAbu Nuhas,nello strettodi Gubal inMar Rosso

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menti necessari. Vedere un aereo poggiato sul fondogenera sempre un miscuglio di sensazioni moltoforti come sorpresa, stupore, meraviglia e un sensodi rispetto per la disgrazia accaduta.In alcune località si possono osservare le carcasse diveicoli, a volte sono parte del carico di una grandenave come nel caso del Tistlegorn affondato nelleacque del Mar Rosso in Egitto carico di jeep,camion e moto. Altre volte sono abbandonate da chile aveva rubate, per smontare parti di ricambio o percommettere qualche azione “poco legale”, è il casodelle automobili che spesso rendono interessanti leimmersioni nelle acque dei laghi, dei fiumi e dellecave allagate. Locomotive e vagoni di treno sono

visibili a fianco di alcuneimportanti navi affondatecon il carico, così comegru e ponteggi.Sempre nelle acque dilaghi e cave è possibileimbattersi nelle sagomeinquietanti di grandiescavatori, magari sci-volati in acqua dalla rivaaccidentalmente o acausa del maltempo. Anche piattaforme pe-trolifere o metanifereabbandonate, come lapiattaforma Paguro difronte a Rimini, possonocostituire un interessantesito da esplorare, ricco dipesci e ogni forma di vita.

Sono particolarmente frequenti nel medio e altoAdriatico dove costituiscono meta usuale per i subac-quei dei club locali, per i pescatori professionisti e per idiportisti a caccia di prede.Le grandi boe con la loro catena e i pesi morti usatiper ancorarle, mede, pontili e resti di abitazioni,costituiscono un habitat interessante da scoprire,che offre riparo e domicilio a numerose specieanimali e vegetali oltre che creare uno scenarioparticolarmente sorprendente.Va ribadito che il subacqueo che si trova a visitare ilrelitto di un sottomarino o di una nave difficilmentes’imbatterà in un mezzo moderno, questo perché,come abbiamo detto, quando accade un incidentecon l’affondamento di un mezzo, quest’ultimoviene quasi sempre recuperato per indagare

La piatttafor-ma Paguro,affondata inAdriatico, è uno deirelitti piùfrequentatial mondo

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sull’accaduto. Considera che per questo scoposono stati recuperati i resti di imbarcazioni, sotto-marini o aerei anche da profondità superiori a1000 metri.Oggi esistono mezzi e strumenti particolarmentesofisticati da permettere la perlustrazione di areemolto vaste, collocate a profondità proibitive.

TerminologiaPer vivere al meglio l’immersione su un relitto, poterraccontare con precisione le esperienze e le scoper-te e comprendere correttamente i briefing fatti dalleguide e dagli Istruttori, è utile conoscere la termi-nologia di base correntemente usata per identifica-re le varie parti di una nave o di unaereo. Per esempio, è quasi indispen-sabile sapere che la prua è la parteanteriore di un’imbarcazione o di unaereo, la poppa è la parte posterio-re. Che il lato destro (o a dritta) èquello che si trova alla nostra destravolgendo le spalle alla poppa e chequello di sinistra ovviamente è il latoopposto al destro. Nell’appendice delmanuale è riprodotto un piccolo glos-sario che potrebbe rivelarsi utile perogni appassionato.

Perché nei relitti?La maggior parte dei subacqei deside-ra immergersi nei relitti e quando unsubacqueo scopre che in una zona c’èla possibilità di visitare una nave o unaereo sommerso, egli fa di tutto perriuscire a farsi accompagnare sulposto.Le motivazioni possono essere molte-plici, una nutrita schiera di subac-quei è realmente appassionata direlitti e desidera studiarli in ogniparticolare, effettuare ricerche e rico-struzioni storiche. Altri sanno chespesso un relitto costituisce un habitatmolto attraente ed idoneo per una moltitudine diorganismi acquatici. Specie quando una nave o unaltro mezzo si posa su un fondale sabbioso,esso diventa ricettacolo di ogni forma di vita.Alcuni sono spinti semplicemente dalla curiosità odal fatto che l’immersione sul relitto è prevista daiprogrammi giornalieri del centro subacqueo.

1Ogni relittodiventa unricettacoloper molteforme divita, siaquelle checresconosui suoi rot-tami, siaquelle chelo usanocome ripa-ro

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Qualcuno per poter dire “ci sono stato anch’io”,oppure “l’ho visto anch’io”. I fotografi ed i video-operatori apprezzano i relitti sia per il valoredocumentaristico sia per le inquadrature e gliscorci, spesso davvero unici e capaci di suscitareprofonde emozioni nello spettatore. Spesso sonoproprio le forti emozioni, che le immersioni sui relit-ti possono regalare, ad esercitare un incredibileattrazione difficile da contrastare.Gli storici e gli archeologi per questioni di lavoro,la loro è una professione che spesso è anche unavera e propria passione. Ci sono poi i marinai e i piloti o gli ingegneriaeronautici e navali che desiderano visitare i relittiperché essi costituiscono una parte del propriobackground e perché possono arricchire ulterior-mente il bagaglio nozionistico e professionale.Immergersi in un relitto d’aereo, assieme a un inge-gnere aeronautico, appassionato subacqueo, è unadelle esperienze più affascinanti ed appaganti chepossano capitare a un subacqueo ricreativo, proprioper la quantità e la qualità di informazioni che potràricevere alla fine dell’immersione.Persone che non fanno parte della schiera dei sub-acquei che si immergono a scopo ricreativo, siimmergono nei relitti per esplorarli, studiarli e docu-mentarli utilizzando le procedure riservate alleimmersioni tecniche, i professionisti a volte sonochiamati ad immergersi nei relitti per compiere mis-sioni di recupero.Curiosità, fascino, mistero, crescita professio-nale, divertimento, avventura, scoperta, osser-vazione naturalistica, ricerca scientifica e stori-ca, ricerca e localizzazione, fotografia, videori-presa, cinema, ispirazione, quest’elenco rappre-senta solo alcuni esempi di parole che possono aiu-tare nel trovare la risposta alla domanda: “ma per-ché immergersi su un relitto?”E’ interessante sapere che, in alcuni Paesi delmondo, le navi o altri mezzi aeronavali in disusosono addirittura bonificati e affondati volontaria-mente con lo scopo di creare nuovi habitat pergli organismi acquatici, difendere i fondali pia-neggianti dalle attività di pesca più distruttive e crea-re nuovi poli d’attrazione per i subacquei e gli snor-kelisti.Un’altra motivazione spinge l’uomo alla ricerca edall’esplorazione dei relitti: la voglia di collezionarereperti. Una motivazione sicuramente da nonsoddisfare visto il valore storico, culturale,

Il relittodell’Antilla,ad Aruba, èuno dei piùvisitati deiCaraibi

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scientifico, umanitario e pubblico che ogni sin-golo reperto può custodire.

Ricerca e localizzazioneLa cosa migliore per visitare un relitto sommerso èsicuramente quella di affidarsi a un centro subac-queo ed alla professionalità di una guida esper-ta che conosca il sito e sia in grado di portare i sub-acquei direttamente sopra il punto da esplorare.Prima di ogni esperienza consulta l’elenco degli ESAPoint sul sito www.esaweb.net e scegli la struttu-ra ed i professionisti che ti potranno guidare nellatua esplorazione, garantendoti la migliore soddisfa-zione.In ogni caso, potrebbe capitare di voler ricercare unrelitto di cui si è avuta notizia o di partecipare allericerche assieme ad altri subacquei più esperti. Infondo, il fascino del mistero e della scoperta è unadelle principali motivazioni che spingono i subac-quei alla ricerca dei punti d’immersione più esclusi-vi.Quando si desidera localizzare il sito in cui giace unrelitto, la prima cosa da fare è cercare il maggiornumero di informazioni possibile effettuandoricerche negli archivi, nei libri, intervistando perso-ne che possono conoscere l’esistenza del relitto oche sono state testimoni dell’affondamento.In alcuni casi i “subacquei esploratori” partono pro-prio dagli archivi e dalle informazioni per stabilire sein una determinata zona possa esserci stato unaffondamento e se esso possa essere interessanteper gli scopi prefissati.Il maggior numero di informazioni si possono ritro-vare presso gli archivi della Marina Militare o delle“Compagnie Commerciali” del Paese in cui èavvenuto l’affondamento o di quello in cui il mezzodi trasporto che si desidera localizzare è stato pro-dotto o “iscritto”. In queste vere e proprie “banchedati”, sono descritte dettagliatamente le operazionibelliche, le missioni, gli spostamenti e gli eventualinaufragi, i traffici commerciali, ecc.Per esempio, nella costa nord di Cuba sono affon-date un gran numero di navi che trasportavanomerce tra il vecchio ed il nuovo continente, i ricer-catori, per ritrovarle partono quasi sempre dairegistri delle compagnie di navigazione, delleautorità portuali e delle organizzazioni commerciali.In questi registri è riportato tutto quanto era fatto eportato da una nave. Un esempio fra molti, è datodal relitto chiamato “Pecio San Cayetano” situato

Il relittodell’Entella,inSardegna

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nell’Arcipelago delle Colorate, una nave della finedel XII secolo di cui sono visibili solo i resti metal-lici, il legno è stato consumato dal tempo, dallemareggiate e dagli animali. Di questa nave i ricer-catori sanno esattamente ogni spostamento,cosa trasportava e il motivo del naufragio, per-ché tutto ciò è scritto nei libri di una compagnia,con sede alla città dell’Havana, che si occupava delcontrollo del traffico delle merci.In altri casi sono le testimonianze dirette che porta-no alla localizzazione di un sito interessante, mentrele ricerche storiche e bibliografiche permetterannoin seguito di trovare informazioni preziose, che aiu-teranno l’identificazione del relitto e la scoperta(non sempre possibile) dei motivi che hanno causa-

to il tragico affondamento.Il relitto di un aereo è stato trovatodopo aver parlato con un pescato-re che ricordava di averlo visto com-battere in aria con il nemico e precipi-tare. Dal punto da cui osservò l’in-quietante scena, egli è stato in gradodi indicare l’area in cui si sarebbedovuto trovare l’aereo. Ovviamentel’area era piuttosto vasta, inoltre unvelivolo che precipita e affonda diffi-cilmente rimane integro e quasi sem-pre tende a spostarsi durante l’af-fondamento. Ma, intervistando ipescatori che buttavano le reti nellazona, è stato possibile sapere che ognitanto qualcuno tirava a bordo piccoliframmenti di alluminio, del tipo impie-gato nella costruzione degli aerei. Ungiro in barca nella zona per fissare illuogo indicato dal pescatore è statoutile per stabilire un buon punto dipartenza. Un’intensa giornata di lavoroin mare, con l’aiuto di diversi subac-quei, la giusta metodologia, un’ottimapianificazione, le condizioni meteoma-

rine favorevoli hanno reso possibile l’individuazionedei resti dell’aereo. Dopo l’emozionante scoperta è iniziata un’altraavventura molto avvincente, lo studio delleparti sul fondo per determinare il tipo di veli-volo. Già nella prima immersione è stato possibilevedere che sulle gomme del carrello c’era il nomedella casa produttrice dei pneumatici: il punto dipartenza per le ricerche.

Esempio dirappresen-tazioneantica diun tratto dicosta

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Una gran quantità di informazioni utili siaprima sia dopo il rinvenimento di un relitto èdisponibile su internet, sono numerosissimi infat-ti i siti dedicati allo studio di imbarcazioni, velivoli,veicoli e relitti. Ovviamente è necessario saper cer-care correttamente e considerare che non tutto ciòche è pubblicato in rete corrisponde a “verità asso-luta”, basti pensare al fatto che molti web site ven-gono aggiornati con intervalli di tempo piuttostolunghi. In ogni caso internet è uno strumento chepuò riservare risultati importanti e offrire lo spuntoper “risolvere” anche i casi più complicati.Da non tralasciare le pubblicazioni come le guideai siti di immersione o i libri che parlano speci-ficatamente dei relitti.Informazioni sui relitti e sulle tecniche di immersio-ne possono essere ricavate anche dalla lettura delleriviste di settore che, proprio per l’impatto che irelitti hanno sul pubblico, riservano parecchio spa-zio per articoli dedicati a questo particolare settoredell’attività subacquea.Per operare al meglio nelle fasi di ricerca possonoessere utili le informazioni e le tecniche che si pos-sono apprendere nei corsi ESA di FormazionePermanente come: ESA Orienteering Diver, ESADeep Diver, ESA Hover Diver, ESA ArcheologyDiver ed ESA Diveleader.Oltre che buone tecniche subacquee per effettuareoperazioni di ricerca è opportuno possedere unabuona formazione “marinaresca”. Conoscere comefissare i punti, come effettuare le ricerche nelmodo più efficace, come condurre un’imbarcazio-ne, come “pedagnare” un punto in modo da non per-derlo, come usare la bussola, ecc. sono abilità che tro-verai particolarmente utili e che giocano un ruoloimportante nella ricerca di un relitto ma anche nellefasi di ormeggio sul sito e di esplorazione dello stes-so.Per effettuare la ricerca, dopo aver stabilito nelmodo più accurato possibile l’area in cui si intendecercare, conviene circoscrivere la stessa con dei gal-leggianti di superficie che serviranno da riferimento.E’ bene “fissare” i punti segnalati con i galleg-gianti anche con delle “mire a terra” e/o memo-rizzando le coordinate sul GPS.La ricerca dovrà iniziare da un punto, con unapproccio sistematico che consenta di “passare alsetaccio” ogni angolo in modo compiuto.La ricerca può essere fatta con la barca e l’ausilio diun ecoscandaglio, con i subacquei che cercano dalla

Il manualedel corsoArcheoDiver ESA

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Lasciare ilpedagnosolo alsegnale delcomandan-te

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superficie o con i subacquei che cercano sott’acqua.I subacquei impiegati possono muoversi autonoma-mente o con l’ausilio di particolari mezzi di propul-sione subacquea. I sommozzatori più esperti e ade-guatamente addestrati possono farsi trainare dall’im-barcazione appoggio. In questo caso il percorso diricerca sarà rispettato dal comandante dell’imbarca-zione che userà dei riferimenti strumentali e visivi. Con l’ecoscandaglio (oppure utilizzando un ecosonar, un side scan sonar, un magnetometro, o altraapparecchiatura idonea) la barca effettua delle rottea zig zag o a “pettine” partendo da una delle boe edeffettuando dei passaggi volti alla copertura dell’a-rea designata. In questo caso può essere utile anchel’impiego di altri strumenti come un GPS in grado divisualizzare sullo schermo i tracciati percorsi dallabarca stessa. Nel momento in cui gli strumentisegnalano un’anomalia del profilo del fondo chepossa far credere di essere sulla verticale di un relit-to o di un oggetto che si erge dal fondo, è fonda-mentale “pedagnare’ il punto in modo da nonperderlo. Il pedagno è essenzialmente costituito da un gal-leggiante cui è avvolta una grande quantità disagola, alla cui estremità è assicurato un peso ade-guato. Lanciare in acqua un pedagno, nel momen-to in cui si registra l’anomalia del fondale, consentedi evitare errori di valutazione dovuti principalmen-te al fatto che una barca in movimento non si arre-sta immediatamente e che ritornare sullo stessopunto è spesso complicato e dispendioso in terminidi tempo. Per pedagnare correttamente un punto, è benecollocarsi sul ponte dell’imbarcazione, sulla vertica-le del punto in cui è collocato il sensore dello scan-daglio (o di altra strumentazione) e attendere con-centrati la comunicazione proveniente da colui checomanda l’imbarcazione e/o legge lo strumento. Alcomando è necessario lasciar cadere in acqua ilpedagno che, correttamente predisposto e senzaspostarsi dal punto, lascerà srotolare la cima e per-metterà al peso di raggiungere il fondo in prossimi-tà del punto rilevato. Quando il piombo raggiun-ge il fondo il galleggiante smette di rotolare (ameno che la sagola non si sia impigliata oppure siatroppo corta rispetto alla profondità). Quando si presume che il peso abbia raggiunto ilfondo è importante avvicinarsi al galleggiante ebloccare la sagola in eccesso con un nodo inmodo che essa non continui a srotolarsi.

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Dopo queste operazioni preliminari è utile ripassaresul punto senza toccare il galleggiante o la sagola ericontrollare il rilievo del fondo con gli strumenti. Sele prove sono positive è bene fissare il punto conil GPS e assegnargli un nome in codice. Solodopo essere sicuri di non perdere il punto, se la pro-fondità e le condizioni lo consentono, i subacqueipotranno immergersi lungo la sagola del pedagno everificare la vera natura dell’anomalia registratadallo scandaglio. Per evitare di spostare il pedagnoè importante scendere lungo la sagola senza toccar-la, per questo è fondamentale un ottimo controllodella galleggiabilità, migliorabile con il corso ESAHover Diver. Se l’anomalia è davvero il relitto ricer-cato, la prima immersione dovrebbe essere effettua-ta a puro scopo valutativo, rimanen-do ben al di sopra delle strutture inmodo da avere una visione aerea e“fotografare” mentalmente e grafi-camente le caratteristiche princi-pali, demandando alle visite successi-ve la vera e propria esplorazione.

Dalla superficie il principio dellaricerca sarà lo stesso anche se, in lineadi massima, l’area coperta sarà inferio-re. Le condizioni ambientali, il gradodi visibilità e la profondità costituisco-no i fattori determinanti per effettuareuna buona ricerca dalla superficie.Anche in questo caso è fondamentalesegnalare i confini dell’area di ricercain modo da evitare di ripassare sullostesso punto o di tralasciare parte della zona prefis-sata. Generalmente, per cercare un oggetto è benepartire da un punto prefissato, cercare in unasuperficie definita e segnare il punto d’arrivo,in modo d’aver ben chiari i confini della zona in cuila ricerca è stata effettuata. Cercando dalla superficie è possibile impiegare ungran numero di operatori e cercare per un buonlasso di tempo in quanto le persone non sono sot-toposte ai limiti dell’immersione con l’autorespirato-re. Proprio per il fatto che si opera dalla superficie,questo tipo di ricerca può consentire di stabilire ladistanza tra i sub impiegati in base alla visibilità edalle dimensioni dell’oggetto da individuare. Ognicoppia di subacquei dovrà essere munita dipedagno in modo da fissare immediatamente ilpunto nel caso in cui il relitto sia individuato. Se

La consolledi unabarca persubacqueidotata diecoscanda-glio e GPS

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vengono individuate parti che possono essere delrelitto, vanno anch’esse pedagnate e ogni puntodovrà essere fissato con la tecnica delle mire aterra o con il GPS.Durante le operazione dovrà essere presente per-sonale di supporto a terra o sulla barca, la cosamigliore è disporre sempre di un’imbarcazioneappoggio e di personale che, tra le altre cose, sipreoccupi di proteggere i subacquei dall’eventualetraffico nautico.

Sott’acqua le tecniche di ricerca sono simili a quel-le precedentemente descritte ma sono vincolate dailimiti di profondità e tempo, dalla scorta d’ariae dalla visibilità. Proprio per le difficoltà operative

e per i limiti imposti, le ricerche sub-acquee devono essere riservate adoperatori adeguatamente preparati edesperti. Frequentemente la scelta di effettuarela ricerca stando sott’acqua è dovuta alfatto che il relitto non può essere vistodalla superficie, spesso per la profon-dità a cui si trova. Questo è un altromotivo in più per riservare questo tipodi ricerca a subacquei esperti e prepa-rati, in possesso anche del brevettoESA Deep Diver. Anche in questotipo di ricerca il pedagno riveste unruolo fondamentale, ogni coppia disubacquei dovrebbe averne almenouno, possibilmente ben riposto in unatasca del GAV e pronto all’uso. Per evi-tare sorprese poco piacevoli, come il

fatto di riemergere e scoprire che il galleggiante nonè giunto in superficie e di aver quindi perso il rife-rimento, è importante pedagnare il punto attuandoparticolari accortezze. Le tecniche possono esserediverse, una delle più “sicure” prevede di fermarsisulla verticale del punto da pedagnare (o immedia-tamente al suo fianco, sul fondo), di verificare sullostrumento la profondità e di lasciar andare verso lasuperficie il galleggiante del pedagno. Per questaoperazione è utilissimo un pedagno formato daun galleggiante e da un mulinello avvolgisagolache previene l’ingarbugliamento della sagola conconseguente blocco della risalita in superficie delgalleggiante. Per aumentare l’autonomia operativa ela sicurezza, e se la visibilità lo consente, le opera-zioni di ricerca possono essere svolte a mezz’acqua,

Pedagnorealizzatocon unmanubrio,una sagolae un peso

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ad una quota inferiore di alcuni metri rispetto alfondo. In questo caso è possibile pedagnare ilrelitto senza dover scendere sul fondo, bastasrotolare una quantità sufficiente di sagola, bloccareil mulinello, assicurarlo a un peso e lasciarlo affon-dare in modo che si posi in un punto adatto. Se ilpeso non tocca il fondo con un minimo di sagola ineccesso, recuperare il mulinello e srotolare ancoraun po’ di sagola e , fino a quando il peso toccheràil fondo con una quantità sufficiente di sagola. Tutte le volte che è possibile è importante colloca-re il peso in un punto che impedisca al pedagnodi “scarrocciare” (spostamento di un corpo sullasuperficie dell’acqua dovuto al vento o al movimen-to del liquido), perdendo il punto. Per esempio, sela corrente viene da Nord, il peso dovrebbe essereposto immediatamente a Nord di un oggetto inmodo da impedirgli di essere trascinato verso suddal galleggiante.

ComunicazioniCome hai imparato nei corsi precedenti, prima diimmergersi è molto importante ripassare isegnali e stabilire i sistemi ed i codici di comu-nicazione, questa procedura è particolarmente utilenel caso in cui si effettuino operazioni di ricerca. Perprevenire perdite di tempo, disagi o addiritturasituazioni poco piacevoli, è bene stabilire adeguatisistemi di comunicazione tra i subacquei e il perso-nale di supporto e i subacquei stessi. Per esempio seil personale di supporto deve dare indicazioni didirezione agli snorkelisti che cercano dalla superfi-cie, si può decidere che alzare il braccio destro vuoldire “vai a destra”, il sinistro “vai a sinistra” e chesollevare tutte due le mani in alto significa “stop”,“fermati”. “OK da distante” e “aiuto, soccorso” liavrai già imparati nei corsi precedenti ma è utileassicurarsi sempre che il personale di superficieconosca i segnali che userai. Può essere davveroutile accordarsi su un sistema per richiamaretutte le persone coinvolte verso la riva o labarca sia in caso di emergenza sia nel caso in cui ilpunto da trovare sia stato individuato.

Comportamento Così come per ogni tipo d’immersione, il subacqueoche visita un relitto sommerso è tenuto a rispettarealcune regole che possono contribuire significa-tivamente a incrementare la sicurezza, miglio-rare la qualità delle immersioni, preservare il

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sito, il relitto e gli organismi che lo popolano.Prima di vedere i comportamenti suggeriti è beneconsiderare che un relitto sommerso costituiscespesso un ottimo habitat per numerose specie dianimali e piante acquatici e che in alcuni casi puòrappresentare la testimonianza di una grande trage-dia, avveratasi durante una guerra o in seguito a un

terribile incidente.Per prevenire danni e per essererispettosi nei confronti della tra-gedia che ha portato all’affonda-mento e delle persone coinvolte,è bene immergersi sempre “in puntadi piedi”, con grande attenzione econsapevolezza come se fossimoospiti di una casa fatta di cristallo.Come già detto, conviene immerger-si nei relitti sempre usufruendo dellaguida esperta di un professioni-sta qualificato di conseguenza èlogico pensare che sarà necessario eutile rispettare le indicazioni e isuggerimenti impartiti prima edurante l’immersione. Nonostanteciò ecco alcune linee guida che pos-sono concretamente servire. Sono assolutamente da evitare icomportamenti che possono dan-neggiare il relitto stesso e, se questopuò avere valenza storico - archeo-logica, attuare le opportune proce-dure previste dalla legge in vigorenel luogo.

Per prevenire i danni dovuti al contatto del sub-acqueo con gli organismi che spesso ricopronoi relitti sommersi, è fondamentale avere un ottimocontrollo della galleggiabilità e rimanere sempre adun’adeguata distanza dalle strutture del relitto.Questo comportamento gioca un ruolo fonda-mentale anche per la sicurezza del subacqueoin quanto, rimanendo sospesi a una certa distanzadalle strutture del relitto, è difficile comprometterela visibilità e si prevengono eventuali contatti peri-colosi con parti taglienti del relitto. Oltre che poter ferire il subacqueo, le parti taglien-ti o acuminate potrebbero danneggiare l’attrezzatu-ra, a volte in modo da mettere in crisi la sicurezzadel subacqueo stesso.Le bolle d’aria che rimangono intrappolatenelle volte o nei “soffitti” delle strutture, costi-

Come sempre, èimportanterispettare leindicazionidello staff

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tuiscono una vera e propria minaccia per gli organi-smi che li popolano, come: madrepore, coralli, spu-gne, molluschi e ogni altro tipo di organismo acqua-tico “sessile” ovvero che vive attaccato in modo fissoal substrato. Molti organismi acquatici infatti nonpossono vivere fuori dall’acqua. Un altro motivo pernon penetrare nei locali chiusi è dato dal fatto chele bolle, scorrendo lungo le pareti e raggiun-gendo il soffitto, mettono in movimento il sedi-mento, spesso costituito dalle polveri dei processid’ossidazione dei metalli, causando un possibilepeggioramento della visibilità. In alcune situazioni,specie quando il relitto è frequentato raramente o èappena stato scoperto, bastano pochi attimi persconvolgere i sedimenti e generare una condizionedi “visibilità zero”.Il subacqueo previdente evita dientrare nei relitti ed in ogni caso, seciò dovesse essere necessario, lo faràsempre dopo aver ricevuto un’ade-guata formazione e utilizzandol’apposita “sagola guida”.E’ da considerare inoltre che l’ariaaccumulata sotto le volte tende a spin-gere verso l’alto creando, in alcunicasi, importanti lesioni delle strutturecon conseguenti possibili crolli chepossono compromettere l’integrità delrelitto e mettere a repentaglio la sicu-rezza dei subacquei. Il vero appassionato di relitti, distoria e di archeologia dovrebbeessere consapevole del valore cheogni oggetto può avere sia dal punto di vistascientifico sia da quello umano, per questo è cate-gorico non rimuovere o spostare alcun oggetto,a meno che ciò non sia richiesto dagli addetti ailavori, in occasione di particolari campagne di ricer-ca cui il subacqueo ricreativo può avere la fortunadi partecipare.La voglia di collezionare reperti che affiora nellamaggior parte delle persone, probabilmente derivada ataviche necessità che possono ricondurre aitempi in cui l’uomo doveva esibire i trofei delle pro-prie azioni, magari per dimostrare di essere il piùforte. In realtà al giorno d’oggi dimostra di“essere più forte” un subacqueo che resiste aldesiderio di portare a casa qualcosa a tutti icosti ed evita con cura di prendere e di spostarequalsiasi reperto, dimostrando rispetto per l’ambien-

1L’entratanel relitto,quando èeffettuabilein totalesicurezza,va semprefatta con lasagolaguida

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te, per le altre persone e per il relitto stesso. È molto meglio portare a casa il proprio “tro-feo” sottoforma di immagini, le macchine foto-grafiche e le videocamere digitali consentono diimmortalare con una certa facilità immagini con lequali realizzare proiezioni d’effetto per i familiari, gliamici o da proiettare in occasione di particolarieventi.Come per tutte le immersioni, ma forse con un po’di attenzione in più dovuta alla particolarità del-l’ambiente visitato, è opportuno comportarsi nelmassimo rispetto del piano d’immersione e secondole indicazioni ricevute durante il briefing effettuatodalle guide o dagli istruttori.In ogni caso immergiti rispettando i limiti diprofondità e tempo dettati dal brevetto posse-duto e dalle leggi o dai regolamenti locali, a talproposito ricorda di presentare sempre, all’atto del-l’iscrizione all’immersione, il brevetto principaleunitamente ai brevetti di specialità eventualmenteposseduti.

AttrezzaturaEntro i limiti dell’attività subacquea ricreativa,senza l’esplorazione delle parti interne deirelitti, è possibile utilizzare la stessa attrezzatu-ra usata per le altre tipologie d’immersione,magari con qualche attenzione in più. I subacquei tecnici che effettuano le immersionioltre i limiti dell’attività subacquea ricreativadovranno invece modificare la propria attrezzaturain funzione del tipo di esplorazione che intendonoeffettuare e della profondità operativa.Questo corso è rivolto al subacqueo ricreativoche vuole immergersi in un relitto con maggio-re competenza e sicurezza, perciò parleremoessenzialmente dell’attrezzatura utile a tale scopo enon ci addentreremo nell’illustrazione di configura-zioni e componenti che esulano da questa filosofia.Riferendoci a quanto detto poco fa, è possibile affer-mare che l’attrezzatura può svolgere un ruoloimportante nel far sì che un subacqueo visiti i relit-ti, e gli ambienti sommersi in genere, davvero “inpunta di piedi”.Vediamo di seguito alcune considerazioni specificheper le varie componenti dell’attrezzatura che, comeabbiamo detto, possono comunque rimanere le stes-se usate per le altre immersioni.

Minitest1) I relitti sommersi com-prendono:a. solo le grandi navi b. navi e aerei c. navi, aerei e ogni altromezzo affondato

2) Per visitare un relittosommerso è preferibile: a. affidarsi a un centroqualificato b. immergersi sempredalla riva. c. Sia a sia b

3) Vero o Falso. per “peda-gnare” correttamente è benelanciare il pedagno diretta-mente dalla prua dellabarca.

4) Il termine “scarroccia-re” si riferisce general-mente:a. allo spostamento di uncorpo sulla superficie del-l’acqua dovuto al vento oal movimento del liquido b. allo spostamento di unrelitto sul fondo dovuto aun ancoraggio errato c. a un attrezzo tipicodelle navi da carico

Risposte: 1c – 2a – 3 Falso – 4a

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Pinne, maschera e snorkelLe pinne possono essere meno lunghe del solito,con una buona spinta ma che non sollevino il sedi-mento al minimo movimento. La maschera deveessere ben adatta al proprio viso e accuratamentetrattata per prevenire fenomeni di appannamento.Potrebbe essere più adatta una maschera con laparte in silicone non trasparente, per prevenire glieffetti dei riflessi laterali durante i rilievi e lo studiodei particolari. Lo snorkel dovrebbe essere a sganciorapido e facilmente riponibile nella tasca del GAV,per essere disponibile in caso di necessità ma allostesso tempo non costituire un possibile punto d’im-pigliamento.

ErogatoriUtilizzare erogatori di ottima qualità, regolar-mente controllati da personale esperto e quali-ficato.È bene considerare una configurazione con dueprimi stadi separati (in caso di malfunzionamento diun erogatore è possibile isolarlo chiudendo il rubi-netto), montati sulla bombola tramite l’attacco DIN.In questo modo si riduce la possibilità di perdita d’a-ria dovuta allo spostamento accidentale della guar-nizione di tenuta (o-ring). In ogni caso vale il prin-cipio secondo cui in caso di malfunzionamento diuno dei due erogatori, pur avendo chiuso il rubi-netto di quello difettoso, è bene risalire imme-diatamente secondo le corrette procedure (velo-cità, sosta di sicurezza, ecc.).

GAVDovrebbe essere poco ingombrante, con unvolume che garantisca un adeguato galleggia-mento in superficie. È preferibile unGAV realizzato con materiali piutto-sto robusti, per prevenire foraturedovute al contatto accidentale conparti taglienti del relitto. Alcunimodelli prevedono due o più camered’aria separate, ognuna dotata del propriosistema di gonfiaggio e sgonfiaggio. Per migliorecomodità e operatività durante le fasi di rilievo, puòessere particolarmente adatto un GAV a gonfiaggioposteriore, in questo modo viene completamentelasciata libera la parte anteriore del torace del sub-acqueo. Da non trascurare tasche con cerniere eaccessori per il fissaggio delle fruste.

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Esempio diforbice persubacquei

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ZavorraPur considerando validi tutti i sistemi standardcomunemente presenti sul mercato, è bene preferi-re una zavorra che offra minori possibilità d’im-pigliamento, per questo scopo potrebbe essereutile un sistema integrato nel GAV o la cintura conle tasche. Particolare attenzione va posta sul mec-canismo di chiusura che, oltre a garantire lo sgan-cio rapido dei pesi in caso di necessità, devegarantire una buona tenuta che ne impedisca laperdita accidentale. Questo perché i pesi o la cintu-ra che accidentalmente cadono verso il fondo pos-sono finire tra le lamiere in punti inaccessibili, impe-dendo al subacqueo il loro recupero. Come sai larisalita deve avvenire rispettando la velocità di 10metri al minuto (o più lenta) e deve prevedereuna sosta di sicurezza di 3 minuti a 5 metri (perle immersioni svolte in curva di sicurezza).

Utensile per tagliareUn buon coltello subacqueo, non troppo grande,ben affilato e dotato dell’uncino “taglisagola” è adat-to agli scopi previsti da questo corso. Sul mercato esi-stono svariati modelli, c’è solo l’imbarazzo della scel-ta. Oltre ai classici coltelli esistono altri utensili appo-sitamente progettati per tagliare velocemente sagole,cime e lenze di nylon. Forbici che con un solo colpopossono tagliare cime di diametro superiore a 1 cm etaglierine a forma di gancio che con un solo movi-mento recidono sagolini e lenze da pesca. Tutti que-sti accessori possono essere molto utili a patto chesiano curati adeguatamente ed ispezionati frequente-mente. In particolare non usarli per fare leva otagliare oggetti che possono danneggiare il filo,sciacquare sempre dopo l’uso e proteggere conun velo di grasso al silicone o vaselina e rimuo-vere la ruggine. Può accadere che, tentando di reci-dere una sagola, la forbice si rompa in due perché ilperno che collega le due lame è stato corroso dallaruggine, oppure che il coltello non riesca a tagliare ilnylon di una lenza perché il filo della lama è statodanneggiato da un uso improprio dell’utensile stesso.Considera inoltre che in alcune località la leggeimpedisce l’uso del coltello, in questo caso saràutile un piccolo “tagliasagola” o “cutter” ben ripostoe un incremento della “distanza di sicurezza” dallestrutture del relitto.

StrumentiDevono essere presenti tutti gli strumenti comune-mente usati: profondimetro, orologio (o strumen-

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to elettronico che li accomuna); computer (puòsostituire profondimetro e orologio, ma non è maleavere entrambe le soluzioni); manometro: va benesia un modello collegato alla frusta alta pressione siaquello integrato nel computer. La bussola e il ter-mometro subacquei possono avere un’importanteutilità nel rilevamento dei dati. La prima per rilevarela direzione dell’asse principale del relitto o dell’a-rea interessata e il secondo per misurare la tempe-ratura dell’acqua.Per ulteriori informazioni sull’uso della bussola sub-acquea e sulle sue caratteristiche puoi fare riferimen-to al manuale di specialità ESA Orienteering Diver.Nel relativo corso potrai allenarti nelle tecniche diorientamento utili anche per l’esplorazione dei relit-ti e nelle fasi di rilevamento dei dati.

Illuminatori subacqueiPur non prevedendo l’ingresso nel relitto, è utile dis-porre di una fonte di luce per illuminare le zonebuie e per “sbirciare”, attraverso le eventuali apertu-re, dentro i locali del relitto o negli spazi creati trale lamiere.La luce può aiutare a scoprire gli abitanti delrelitto che stanno nascosti nelle zone più scurecome cernie, scorfani, murene, gronghi, aragoste,granchi, pesci vetro, nudibranchi, ecc.Può andare bene la stessa torcia eventualmenteacquistata per le immersioni notturne ma, seancora non ne possiedi una, l’esplorazione dei relit-ti può costituire un’occasione in più per pensare difare l’utile acquisto. Lampadina da almeno 20 Watt (meglio 50 o addirit-tura 100), autonomia di un’ora, accumulatori ricari-cabili, ingombro ridotto, ampio fascio luminoso,robustezza, impermeabilità e resistenza alla pressio-ne, sono le caratteristiche che dovrebbe avere unatorcia adatta sia per le immersioni notturne sia perl’esplorazione dei relitti secondo i canoni dell’im-mersione ricreativa. Gli accumulatori ricaricabili incidono sul costoiniziale ma, nel tempo, consentono un buonrisparmio e riducono l’impatto ambientalerispetto alle “pile usa e getta”.Per maggior comodità la torcia può essere fissata aun moschettone collegato a un lacciolo estendibile,in questo modo essa potrà essere tenuta piùaderente al corpo del subacqueo quando non èin uso. Esistono sul mercato illuminatori composti da due

1La luce diun illumi-natore èimportanteper osserva-re le zonepiù oscuredel relitto

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parti, una che contiene gli accumulatori da applica-re alla bombola o alla cintura di zavorra e una costi-tuita essenzialmente dalla parabola con la lampadi-na. Questa configurazione permette di avere unamaggiore autonomia e una migliore gestione dellasorgente luminosa.

Mulinello avvolgisagolaAbbiamo specificato che questo corso non abilitaalle immersioni in luoghi chiusi e dentro i relitti, inogni caso il mulinello, parte integrante dell’at-trezzatura del subacqueo tecnico, può essereutile anche al subacqueo ricreativo ed è semprebene portarlo con se in ogni immersione. Oltre cheservire come filo d’Arianna, può essere utilissimo

per cercare con precisione un ogget-to smarrito sul fondo, per prenderedelle misure, per collegarsi alla cimadell’ancora durante la sosta di sicu-rezza se capita di riemergere in pre-senza di corrente per muoversi incaso di scarsa visibilità.Esistono diversi modelli di mulinellocon svariate funzioni, essenzialmen-te dovrebbe essere costituito daun’impugnatura, un tamburorotante su cui si avvolge la sagola,un telaio su cui ruota il tamburo euna manovella che serve ad azio-nare il tamburo. La maggior partedei modelli sono provvisti di unafrizione e di un guidafilo, chepermettono, rispettivamente, di rila-

sciare e riavvolgere la sagola prevenendo aggrovi-gliamenti sul tamburo.Le dimensioni del tamburo e lo spessore della sago-la determinano la capacità del mulinello, ovvero laquantità di sagola che esso può accogliere.Per l’utilizzo durante questo corso, e per le funzionicitate precedentemente, è sufficiente un mulinello didimensioni abbastanza contenute con 60 metri disagola da 2/3 millimetri di diametro. La sagoladovrebbe essere bianca e del tipo non intrecciato,questo per prevenire aggrovigliamenti e nodi sullasagola stessa.Il tuo Istruttore o il tuo negoziante di fiduciasaprà consigliarti il modello più adatto alle tueesigenze, in ogni caso evita di acquistare un model-lo troppo ingombrante, finiresti per non utilizzarlo.

Un mulinellosemplice e didimensionicontenute

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MutaLa muta è un componente fondamentale dell’attrez-zatura per il subacqueo che desidera immergersi suirelitti. Oltre che per l’isolamento termico, la muta èutilissima per prevenire tagli e abrasioni dovu-ti al contatto accidentale con le parti acuminatee taglienti delle strutture. Infatti, anche dove l’ac-qua è più calda conviene immergersi sempre indos-sando un capo protettivo. La muta subacquea, a dif-ferenza di altri tipi di abbigliamento, offre miglioreresistenza alle abrasioni e ai tagli e minore attrito epossibilità di impigliamento. Per le immersioni neirelitti è bene utilizzare anche calzari, guanti e cap-puccio. Se desideri immergerti tutto l’anno anche inlocalità temperate considera l’acquisto della mutastagna, che potrai imparare ad usare correttamentefrequentando il corso ESA Dry Diver.

Complimenti!

In questo capitolo hai ricevuto nuove informazioniin merito ai relitti ed alle tecniche di ricerca e d’im-mersione da attuare durante la loro esplorazione.Hai potuto approfondire tematiche già conosciuterelazionandole alle immersioni sui relitti. Nel prossi-mo capitolo, vedremo come pianificare l’immersionesui relitti e incontreremo altri utili suggerimenti sulcomportamento più opportuno da tenere in occasio-ne delle immersioni su questi affascinanti ambientisommersi.Quasi tutte le informazioni riguardanotecniche che potrai applicare già nelle immersionidel corso, assieme all’Istruttore ESA.

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Cosa hai imparato?Lo scopo di questo esercizio è quello di ripassare leinformazioni più importanti della relativa UnitàTeorica, innanzitutto per migliorare la tua forma-zione, ma anche per arrivare più preparato al pros-simo appuntamento con il tuo Istruttore. Rispondialle domande scegliendo la risposta esatta tra quelleindicate, specificando se l’informazione è vera ofalsa oppure scrivendo la risposta nell’apposito spa-zio. Consegna al tuo Istruttore questa scheda, se tro-verà delle imprecisioni ti darà le spiegazioni neces-sarie. Buon lavoro!

1) Per gli archeologi, le navi a scafo portante sono da con-siderarsi:

a. moderneb. antiche c. antiche se hanno più di mille anni

2) Le grandi navi affondate sono:a. un possibile punto di aggregazione per gliorganismi acquatici b. un polo di attrazione per i subacqueic. a) e b) sono esatte

3) Le imbarcazioni da diporto sono spesso recuperate per prevenire condizioni:

a. di pericolo e danni all’ambienteb. di contenzioso tra i subacquei ricreativi equelli professionistic. a) e b) sono esatte

4) Vero o Falso. Secondo la terminologia usata daisubacquei ricreativi, solo le grandi navi affondate ein perfetto stato di conservazione possono essereconsiderate relitti sommersi.

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5) Vero o Falso. Le piattaforme possono essereconsiderate “relitti sommersi” solo dopo 35 anni dalmomento in cui sono affondate.

6) Le tecniche moderne consentono di recuperaree esplorare i relitti sommersi:

a. fino a 100 metri di profondità b. fino a 600 metri di profonditàc. anche oltre 1000 metri di profondità

7) Vero o Falso. il lato “a dritta” di un’imbarcazio-ne si trova in corrispondenza del fianco destro diuna persona che, in piedi in centro alla barca, volgelo sguardo verso poppa.

8) Il pedagno è costituito essenzialmente da:a. un galleggiante costruito con materiale adalta densità b. un peso, una cima e un galleggiantec. un peso e un mulinello

9) L’impiego di un erogatore con attacco “DIN” è suggerito principalmente perché:

a. garantisce una connessione più solidale tral’erogatore e la rubinetteria b. eroga un flusso d’aria maggiorec. ha un costo inferiore

10) Il mulinello è costituito essenzialmente da:a. un telaio, un tamburo rotante e un guidafilob. una manovella, una frizione e un impu-gnatura c. tutte le componenti elencate in a) e b)

Dichiaro di aver rivisto tutte le risposte conl’Istruttore ESA e di aver compreso la spiegazione diquelle da me sbagliate.

Firma_________________________data__________

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Capitolo Due Cosa Imparerai In questo capitolo conoscerai altri aspetti, come l’or-meggio della barca, che possono rendere più sicurae divertente l’ immersioni sui relitti. La panoramicadei pericoli relativi alle immersioni sui relitti serviràper approfondire argomenti già conosciuti e percomprendere che con il giusto approccio è possibile

praticare questa attività nel rispettodella sicurezza, traendo il massimobeneficio in termini di divertimento

e crescita personale. Le informazionisulle tecniche di esplorazione e di rileva-

mento dei dati, che applicherai durante leimmersioni del corso, accresceranno la tua con-

sapevolezza ed il tuo bagaglio tecnico subacqueo.

Immergersi su un relittoL’immersione sui relitti essenzialmente è simile atutti gli altri tipi d’immersione e comprende la pia-nificazione, il ritrovamento del punto preciso, ilbrieifng, l’ingresso in acqua, la discesa, l’im-mersione, la risalita, l’uscita il debriefing e ilrientro. Nonostante ciò, per le caratteristicheambientali che si possono incontrare esplorando unrelitto, ci sono alcuni aspetti che diventano ancorapiù importanti e che richiedono un’attenta valuta-zione e le giuste considerazioni da parte del subac-queo.In queste righe non andremo ad analizzare le fasiche dovrebbero essere state apprese nei corsi pre-cedenti ma focalizzeremo la nostra attenzione sugliaspetti tipici dell’immersione sui relitti.Esistono almeno tre diversi livelli di difficoltà relati-vi all’esplorazione dei relitti, un relitto può esserevisitato: 1) solo esternamente (come se fosse unreef sommerso); 2) all’interno, solo nei punti incui è sempre visibile la luce proveniente diret-tamente dal punto di uscita, entro la distanzamassima di 40 metri dalla superficie (sommandoprofondità e percorso all’interno del relitto); 3)all’interno senza limiti prefissati (usando tecni-che simili a quelle impiegate nella speleologia sub-acquea). L’ultimo punto riguarda tecniche esplorati-ve estreme, riservate a subacquei appositamenteaddestrati e con una notevole esperienza alle spalle

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ed esula completamente dagli scopi dell’attivitàsubacquea ricreativa. Questo corso è rivolto al subacqueo ricreativo, perquesto il brevetto che conseguirai non ti abilite-rà all’esplorazione delle parti interne di unrelitto che non consentono un diretto accessoalla superficie. Nonostante ciò, al fine di migliora-re le tue conoscenze e le tue tecniche d’immersionee per meglio comprendere perché esistono limitispecifici, analizzeremo anche alcuni aspetti relativi aquella che è definita “l’immersione con l’ingressonel relitto”.Una grande quantità di relitti è collocata ai limitidella profondità massima consentita al subacqueoricreativo, quindi per visitare un relitto che potrem-mo definire profondo è importante aver ricevuto lapreparazione necessaria, ovvero aver conseguito ilbrevetto ESA Advanced Diver o addirittura il bre-vetto ESA Deep Diver.

OrmeggioQuando si visita un relitto, è di fondamentale impor-tanza che l’imbarcazione, eventualmente utilizzata,sia ormeggiata correttamente al fine di assicuraretutta l’assistenza necessaria per garantire lamassima sicurezza ed il miglior divertimentopossibile.Considerando che conviene immergersi con l’aiutodi una guida esperta del luogo, durante le operazio-ni d’ormeggio eseguite dallo staff del centro immer-sioni è basilare attenersi scrupolosamente alleindicazioni del personale ed evitare di essered’intralcio. Quando si avverte che la barca sta perormeggiare o attraccare è importante mettersi in dis-parte e in particolare evitare di sostare di fronte allacabina di comando, ostruendo la visibilità delcomandante. E’ bene prestare il proprio aiuto solose il personale lo richiede, rispettando le istruzioniimpartite e accettando di collaborare solo se si valu-ta di essere in grado di svolgere il compito richiestocon sicurezza. In caso contrario non avere timore acomunicare le proprie perplessità. In generale, la condizione migliore è sicuramen-te offerta dalla presenza di una boa d’ormeggio,saldamente ancorata al fondo o a parti particolar-mente solide del relitto, purtroppo ciò non è semprepossibile, specialmente nei casi in cui il relitto èappena stato scoperto, nei luoghi in cui non c’è unapratica consolidata dell’immersione ricreativa equando i subacquei locali desiderano tenere nasco-

2Barca dacrocieraall’ormeg-gio

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sto il punto d’immersione. Le aree marine protet-te, sempre più numerose, contribuiscono posi-tivamente alla diffusione e alla messa in operadegli ormeggi fissi che, oltre a migliorare la quali-tà e la sicurezza delle immersioni, contribuiscono inmaniera forte alla protezione degli ambienti som-mersi e quindi anche dei relitti.Se è necessario ancorare l’imbarcazione, considerache è importante riuscire a farlo molto vicino al relit-to ed in modo sicuro, con l’ancora che possa farepresa anche se la barca ruota di 360 gradi acausa di un cambiamento del vento o della corren-te. Vanno prevenute condizioni in cui un even-tuale spostamento della barca, e conseguente-mente dell’ancora sul fondo, possano arrecaredanni al relitto. Un ancorotto che scarroccia e fapresa sull’acciaio di un grande relitto abbastanza“giovane” può non arrecare alcun danno. Lo stessoancorotto che strisciando sul fondo aggancia la codadi un aereo monoposto, può distruggere definitiva-mente un sito subacqueo particolarmente importan-te. La procedura suggerita consiste nell’individuareil punto preciso con le mire a terra e il GPS oaltra strumentazione adatta allo scopo, visualiz-zare, con un ecoscandaglio, o altro strumento ido-neo, il profilo del relitto in modo da scegliere ilpunto giusto in cui mettere l’ancora. Se il relitto èconosciuto e si è certi di non fare danno, si può pro-cedere a gettare il “ferro” direttamente sul punto,altrimenti è preferibile ancorare nelle immediatevicinanze. Prima di ancorare, conviene buttarein acqua un “pedagno” (un peso collegato a unacima fissata a un galleggiante) che segni il puntopreciso. In presenza di mare calmo e assenza di cor-rente si può ancorare la barca con il minimo rischiodi arrecare danno, in caso di vento, mare mosso ecorrente, è preferibile mollare l’ancora o un pesoadatto con un galleggiante, senza tenerla vincolataalla barca. In questo modo la barca rimane vicino alpunto con il motore acceso, senza esercitare unatrazione sulla cima. Questo tipo di pratica è da con-siderarsi particolarmente impegnativa e potenzial-mente pericolosa perciò può essere utilizzata soloda professionisti adeguatamente addestrati. Inogni caso, come suggeriscono le regole generali, èbene rinunciare all’immersione tutte le volteche le condizioni non sono ottimali.Se si pensa di fare più tuffi nello stesso relitto, si puòpensare di assicurare la cima, precedentementemessa in mare sul punto e dotata di un galleggiante

Esempio dischizzo perricordare lemire a terra

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(una boa, un parabordo, un recipiente stagno, ecc.),in un punto molto solido della nave, del relitto o delfondale, in modo che costituisca un ormeggiofisso e sicuro per le esplorazioni successive.In alcuni casi è possibile ormeggiare direttamentesul relitto usando la tecnica della cima “a doppi-no”: un cavo sufficientemente spesso che partedalla superficie e viene fatto passare in un anello (oaltro foro adeguato) saldamente attaccato al relitto enon tagliente. In questo modo, alla fine dell’immer-sione, sarà possibile “disormeggiare” semplicementetirando una delle estremità del cavo sino a recupe-rarlo completamente a bordo. Per usare questosistema è necessario che un subacqueo s’im-merga in anticipo ed esegua le operazioni diormeggio. L’ormeggio può essere fattoscendendo con un capo della cima inmano che andrà fatto passare nelpunto prefissato e riportato in superfi-cie, dove sarà preso con un mezzomarinaio dal personale di supporto,issato a bordo e fissato correttamentealla barca. Se le condizioni sono otti-mali e i subacquei del gruppo sonomolto bravi, la persona che deve farel’ormeggio potrebbe scendere conentrambi capi della cima in mano, rag-giungere il punto prefissato e far pas-sare nel buco uno dei due capi cheandrà poi assicurato all’altro con unnodo adeguato (nodo bandiera o duegasse d’amante). Il personale di super-ficie, su segnale dell’ormeggiatore,dovrà recuperare una delle due cimein modo da farla scorrere finché ilnodo arriverà in superficie, a questopunto potrà assicurare le cime allabitta della barca. Usando questi siste-mi è fondamentale che ci sia unottimo affiatamento tra il coman-dante dell’imbarcazione, il perso-nale di superficie e il sommozzato-re che esegue l’ormeggio sul fondo. In particolarechi fila (fa scorrere) la cima deve fare attenzione cheessa scorra liberamente ma non eccessivamente perprevenire l’affaticamento o l’impigliamento dell’ope-ratore subacqueo. Con imbarcazioni piuttostoingombranti è preferibile assicurare la cima aun galleggiante che sarà issato a bordo dopoche la cima sarà stata adeguatamente assicurata

Un ormeg-gio “a dop-pino” effet-tuato diret-tamente sulrelitto

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al relitto. In alcuni relitti, i subacquei predispongo-no appositi anelli d’ormeggio, catene o anelli fatticon una grossa cima, in modo da prevenire che lacima d’ormeggio passata a doppino si logori sfre-gando contro parti taglienti del relitto. Per facilitare il recupero dell’ancora dopo l’immer-sione è opportuno sistemare in modo corretto l’an-cora sul fondo (evitando ogni forma di affaticamen-to) e predisporre una cima di recupero fissata al dia-mante (“punta”) dell’ancora e sostenuta in superficieda un galleggiante. La cima serve per esercitareuna trazione contraria rispetto alla direzione incui l’ancora tende a fare presa sul fondo, facili-tando il recupero della stessa. In ogni modo, nelcaso in cui non sia possibile disincagliare l’ancora,evitare immersioni ripetitive azzardate nel tentativodi andare sul fondo a liberare il ferro. In linea gene-rale, è molto meglio decidere di ritornare in unmomento successivo con un’adeguata pianificazionee una buona scorta d’aria.

Possibili pericoli

OrientamentoCome per tutte le immersioni la perdita di orienta-mento può essere pericolosa in quanto il subacqueopuò non ritrovare il punto d’ormeggio cui è fissatoil mezzo di supporto e trovarsi costretto a riemerge-re lontano dal punto di assistenza. Inoltre il fatto dinon sentirsi ben orientati potrebbe causare l’insor-gere di una condizione di stress che a sua voltapotrebbe non consentire una corretta reazione delsubacqueo in caso di imprevisti. Per prevenire problemi di orientamento è bene rice-vere la formazione adeguata (corso ESAOrienteering Diver) e esplorare il relitto attra-verso una serie di immersioni in modo da“conoscerlo” gradualmente, familiarizzare conl’ambiente e fissare i principali punti di riferi-mento. La condizione più pericolosa si può originare quan-do un subacqueo decide, imprudentemente, dipenetrare tra le strutture del relitto senza la forma-zione necessaria, l’esperienza adeguata e i mezziopportuni. In questo caso può accadere che il sub-acqueo, per perdita dell’orientamento o scarsa visi-bilità, non riesca a individuare la via d’uscita intempo utile per riemergere entro i parametri di sicu-rezza.Nel caso in cui un subacqueo entri nel relitto, l’o-

Minitest1) Durante le operazionid’ormeggio operate dallostaff del centro immersio-ni è basilare:a. attenersi scrupolosa-mente alle indicazionidel personale di bordo.b. mettersi di fronte allacabina di comando esuggerire cosa fare.c. sia a. sia b

2) Un ancoraggio sba-gliato può:a. danneggiare il relitto. b. far allontanare labarca appoggio c. sia a. sia b

3) Tutte le volte che lecondizioni non sono otti-mali si deve:a. rinunciare all’immer-sione b. posticipare l’immersionec. ia a. sia b

4) La cima fissata al dia-mante dell’ancora serve:a. per aumentare la suatenuta sul fondale, b. per facilitarne il recupero,c. per segnalare i subac-quei in immersione.

Risposte: 1a – 2 c – 3c - 4b

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rientamento può essere compromesso dallaposizione del relitto stesso rispetto al fondo edalla visibilità.Nel caso di una nave adagiata su un fianco, il sub-acqueo potrebbe essere disorientato dal fatto che ilsoffitto “vero” di un corridoio o di un locale non siaesattamente in alto, ovvero verso la superficie, malaterale come se fosse una parete. Questa “falsa per-cezione” può generare confusione e scombinare iriferimenti tanto da creare problemi anche per i sub-acquei più “navigati” ed esperti. A questo propositoè bene tenere presente che le bolle dell’aria (oaltro gas), espirata dal subacqueo, vanno sem-pre verso l’alto ovvero verso la superficie (manon sempre verso l’uscita). Le bolle che vanno verso l’alto posso-no essere un aiuto per orientarsi mapossono essere responsabili di unaltro potenziale pericolo. Durante laloro corsa verso la superficie le bollepossono, infatti, mettere in movimentoil sottilissimo sedimento o le polveri diossido posate sulle strutture sovrastan-ti compromettendo la visibilità.Ovviamente il problema può esserepiù o meno significativo in base a fat-tori come: correnti, movimentidelle acque, posizione del subac-queo, tipo di sedimento, ecc.Questi fattori possono a volte som-marsi creando problemi di orienta-mento e mettere in difficoltà i subac-quei, per questo è utilissimo equipag-giarsi sempre con un mulinelloavvolgisagola e dedicarsi all’ingresso nei relitti solodopo aver ricevuto adeguata formazione matu-rato una consistente esperienza subacquea.La visibilità è un aspetto piuttosto importante perogni immersione. Per la maggior parte dei subac-quei l’acqua limpida costituisce una delle carat-teristiche più importanti nella valutazione dellaqualità dell’immersione. Nel caso dell’immersionesui relitti l’acqua limpida permette la sua visioned’insieme in fase di avvicinamento, suscitando fortied indimenticabili sensazioni. La scarsa visibilità rap-presenta invece un potenziale pericolo per tutti i tipid’immersione, a maggior ragione per le immersionisui relitti che possono rivelare un ambiente partico-larmente ostico dovuto alle caratteristiche dellastruttura sommersa e alla possibile presenza di osta-

Un subac-qeo intentoa riavvolge-re la sagolasul mulinel-lo durantel’esplorazio-ne di unrelitto

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coli, cime o altre possibili cause d’impiglia-mento e passaggi obbligati. La visibilità ridottapuò impedire la corretta valutazione del relitto e avolte capita di uscire dall’immersione pensando dinon averlo visto. Condizioni di visibilità non ottimali tendono a favo-rire l’accumulo di stress che in caso di imprevistipotrebbe giocare un ruolo fondamentale nella sicu-rezza dell’immersione stessa, per questo è bene pia-nificare l’immersione sui relitti valutando ade-guatamente il grado di visibilità.La visibilità può essere compromessa anche da con-dizioni ambientali come correnti, moto ondoso,transito di imbarcazioni, passaggio di subacquei inimmersione, profondità, condizioni atmosferiche,temperatura, ecc. La tipologia dei sedimenti, spessocostituita da polveri finissime, quasi impalpabili,generate dai processi di ossidazione delle strutturemetalliche o di decomposizione delle parti lignee,rende l’ambiente di un relitto sommerso particolar-mente sensibile a ogni movimento dell’acqua. Unacondizione di mare leggermente mosso potrebbenon compromettere la visibilità in un fondale roc-cioso o persino sabbioso ma creare una condizionecritica nell’area circostante un relitto sommerso.La profondità, l’ora del giorno e la presenza o menodi nubi, possono influire sulla discesa verso unrelitto collocato al largo e privo di riferimenti.Per visitare il relitto potrebbe essere necessarioscendere nel blu con il solo riferimento della cimad’ormeggio o della sagola del pedagno, sino a quan-do non si materializza improvvisamente la sua affa-scinante sagoma. Il momento dell’apparizionedel relitto spesso genera forti emozioni e, inalcuni casi, una condizione di leggero disorienta-mento che si protrae sino al momento in cui è pos-sibile mettere a fuoco i particolari delle strutture. Atutto questo è possibile che si associ la presenza diun termoclino ovvero il punto in cui si “mescolano”acque di diversa temperatura.Per prevenire queste situazioni è bene pianificarel’esplorazione dei relitti profondi sfruttando l’or-ganizzazione, i mezzi e le capacità tecniche diun centro attrezzato, sotto la guida esperta diun professionista qualificato e solo dopo averricevuto l’adeguata formazione per le immersioniprofonde e aver fatto parecchia esperienza. Il corsoESA Deep Diver abilita al raggiungimento dellamassima quota consentita al subacqueo ricreativo eprevede l’adeguata formazione teorico/pratica sotto

Condizionidi ottimavisibilità sono utilianche perosservare irelitti glo-balmente

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la guida sicura di un Istruttore ESA qualificato.Per prevenire i disagi che possono derivare da catti-ve condizioni di visibilità è importante scendere len-tamente lungo un riferimento, rimanere concentrati,rispettare il sistema di coppia e le indicazioni dellaguida, controllare gli strumenti, evitare lunghi per-corsi, non entrare nel relitto, mantenere un ottimocontrollo della galleggiabilità e dell’assetto, immer-gersi solo in presenza di condizioni ideali e affidar-si ad un professionista qualificato.

ProfonditàLa profondità amplifica ulteriormente i fattori chepossono originare gli incidenti da immersioni giàstudiati in occasione dei corsi precedenti comeaffanno, consumo dell’aria, narcosi d’azoto, intossi-cazione da ossigeno (iperossia) e malattia dadecompressione. Andando in profondità aumen-ta la densità dell’aria (o altra miscela di gas respi-rata) rendendo più critica una condizione di affan-no così come il consumo dell’aria, basti pensareche una bombola usata a 30 metri dura 1/4rispetto alla stessa utilizzata in superficie. Ladensità dell’aria, combinandosi alle particolaricondizioni ambientali, può influire sensibil-mente nell’insorgenza e nella gestione del-l’affanno in profondità. L’affanno a suavolta può giocare un ruolo nell’insorgensadi altre condizioni come la narcosi d’a-zoto, la malattia da decompressione el’iperossia. Anche per questi motivi èfondamentale immergersi utiliz-zando attrezzatura affidabile, diottima qualità, ben tenuta e rego-larmente controllata da perso-nale qualificato. In particolare, èutile usare erogatori bilanciati, di ultima gene-razione e affidabili. Il personale qualificato degliESA Point potrà offrire gli opportuni suggerimenti infase di acquisto.Osservando le tabelle d’immersione si può notareche incrementando la profondità si riduconosensibilmente i tempi d’immersione entro ilimiti di sicurezza, lasciando un minor margine dierrore al subacqueo che va profondo rispetto aquello che si immerge più vicino alla superficie.Questo è dovuto al fatto che più si è profondi,maggiore è la differenza tra l’azoto respirato equello già presente nell’organismo (gradiente dipressione). Semplificando un po’, questo fenomeno

2Nel corsoESA DeepDiver siriceve ilnecassarioaddestra-mento perle immer-sioni pro-fonde

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fa si che l’assorbimento dell’azoto in profonditàavvenga più velocemente riducendo il tempo a dis-posizione entro i limiti di sicurezza.Rispettando i limiti e risalendo correttamente siallontana sensibilmente il pericolo della malat-tia da decompressione (MDD). In caso contrariopuò accadere che l’azoto assorbito in profonditànon riesca a essere “rilasciato” adeguatamente e diaorigine a bolle che si possono localizzare in partisensibili generando i sintomi della MDD. In ognicaso, dovresti ricordare che se si dovessero manife-stare i sintomi della MDD sono importanti la som-ministrazione di ossigeno puro (in superficie) ela valutazione da parte di un medico qualificatoe l’eventuale trattamento in camera iperbarica.I sintomi della malattia da decompressione insorgo-no con un tempo medio variabile tra i 20 minuti ele 3 ore dall’emersione (in alcuni casi anche dopo)e comprendono, a seconda della localizzazionedelle bolle: arrossamento cutaneo, paralisi, perditadell’equilibrio, difficoltà di parola, diversità del dia-metro delle pupille, sensazione di stanchezza estre-ma, malessere generale, prurito, dolori articolari,formicolio, intorpidimento, capogiri, nausea, parali-si, ecc.Anche gli effetti della narcosi d’azoto sono diret-tamente influenzati dalla profondità e per pre-venirli è necessario ricevere il giusto addestramentoe fare esperienza, le emozioni e gli stati d’ansia chepossono essere generati dai fattori ambientali tipicidei relitti sommersi possono influire a loro volta sul-l’insorgere della narcosi d’azoto, per questo è benenon sommare le due condizioni e prevedere diesplorare un relitto profondo solo dopo aver fattouna buona dose di esperienza in acque libere, lim-pide, tranquille e sicure e sotto la guida di profes-sionisti esperti. I sintomi della narcosi d’azoto pos-sono essere riassunti nella frase: “comportamentostrano ed irrazionale” e generalmente si risolvonorisalendo di quota.L’intossicazione d’ossigeno difficilmente puòinteressare il subacqueo ricreativo che siimmerge nel rispetto delle regole, è comunqueutile conoscere anche questo potenziale pericolo. Ilcorpo umano funziona entro parametri ben specifi-ci, tra i quali sono in primo piano le pressioni par-ziali dei gas che respiriamo. Una eccessiva pressio-ne parziale d’ossigeno può causare convulsioniimprovvise con conseguente perdita dell’erogatore einalazione di acqua. Prevenire l’iperossia è facile,

In caso dinarcosid’azoto,risalire diquota

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basta rispettare i limiti di profondità dell’im-mersione ricreativa e respirare miscele diversedall’aria (per es.: Nitrox) o solo dopo aver rice-vuto l’adeguata formazione attraverso specificicorsi di formazione. L’Ossigeno puro non può esse-re respirato in profondità per cui controlla semprequale gas contiene la bombola che intendi utilizza-re, specie se ti immergi da una barca che portaanche subacquei tecnici o abilitati all’uso del Nitrox. Per lo studio dei fattori influenzati dalla profonditàè utile consultare i manuali ESA: Open WaterPrevention Diver, Advanced Diver, Rescue &Diver, Deep Diver e Nitrox Diver. In particolare ilcorso ESA Rescue Diver aumenta la “maturità” delsubacqueo fornendo la preparazione e le informa-zioni utili in caso d’emergenza, incrementando inmodo particolare la filosofia della prevenzione.

Consumo dell’ariaPrevenire il fatto di rimanere senz’aria in immersio-ne è abbastanza semplice, basta controllare ilmanometro prima dell’ingresso in acqua e fre-quentemente durante tutte le fasi dell’immer-sione. Iniziare la risalita con una buona quantitàd’aria nella bombola mette al riparo da eventualiimprevisti. Gli specialisti che entrano nei relitti e glispeleosub (coloro che si immergono nelle grottesommerse) usano la “regola dei terzi”, ovvero divi-dono la quantità d’aria disponibile all’inizio dell’im-mersione per tre, ne usano un terzo durante ilpercorso di andata e un terzo per il percorso diritorno, garantendosi così un ulteriore terzo dis-ponibile per risolvere un eventuale inconve-niente. Durante il corso l’Istruttore ti farà usare laregola dei terzi che potresti decidere di applicare inogni tua immersione futura in modo da arrivaresempre con una buona scorta d’aria all’appunta-mento con la sosta di sicurezza.Partendo da una bombola caricata a 210 bar potre-sti usare 70 bar per scendere e navigare lungo ilrelitto, usare altri 70 bar per tornare indietro, rag-giungere la cima d’ormeggio (o il punto di risalita)e risalire sino alla quota prevista per la sosta di sicu-rezza dove arriverai con ancora 70 bar nella bom-bola. Usando questo sistema, nel caso in cui unimprevisto ti obbligasse a violare accidentalmente ilimiti della curva di sicurezza, potresti sfruttarel’aria ancora disponibile per effettuare l’even-tuale decompressione d’emergenza secondo le

2Il controllodel mano-metro èfondamen-tale in tuttele fasi del-l’immersio-ne

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indicazioni delle tabelle o del computer subacqueo. Inoltre le caratteristiche dell’immersione sul relitto,suggeriscono di predisporre una bombola di scortasotto la barca appoggio e/o nelle immediate vici-nanze del relitto. In caso di emergenza, le possibili-tà di risolvere positivamente gli eventuali problemidovuti alla riduzione della scorta d’aria saranno sicu-ramente maggiori. I subacquei che esplorano irelitti anche all’interno usano predisporrediverse bombole in diversi punti strategici delrelitto, così da assicurare la disponibilità di unabuona scorta d’aria raggiungibile velocemente incaso di necessità.Per incrementare ulteriormente il livello di sicurezzae prevenire fughe accidentali d’aria, è bene utilizza-re attrezzatura in ottimo stato, regolarmente control-lata da personale qualificato. La configurazione cheoffre maggiori livelli di sicurezza prevede l’uso dibombole biattacco su cui connettere due primi stadicon attacco DIN. L’attacco DIN permette di colle-gare gli erogatori avvitando direttamente ilprimo stadio alla rubinetteria. Ciò assicura unaconnessione più solidale che allontana le possibilitàdi uno scoppio accidentale dell’o-ring con conse-guente perdita di notevoli quantità d’aria.

TrappoleIn alcuni casi, può accadere di non resistere e cede-re alla tentazione di infilarsi in un’apertura peresplorare un ambiente interno e scoprire che la suaconformazione permette di passare agevolmente inun senso ma creare seri problemi in fase di uscita.In condizioni di scarsa visibilità, usando come riferi-mento una sagola guida messa in opera in modoimproprio, può accadere di infilarsi in strettoie chepossono creare “difficoltà di manovra”. Il tipo diattrezzatura e il modo in cui essa è fissata al corpodel subacqueo influiscono sulla possibilità di rima-nere incastrati mentre si tenta di superare un pas-saggio angusto. Queste condizioni non si creanonecessariamente solo all’interno dei relitti, sipossono verificare anche mentre si “naviga” all’e-sterno tra le lamiere e le strutture del relitto.Inoltre, costituendo un potenziale polo di attrazioneper numerose specie ittiche, i relitti sono spessometa di pescatori che insidiano i pesci con ogni tipodi attrezzo. Questa continua pressione di pesca fa siche reti, lenze, cime, sistemi di ancoraggio,rimangano incagliati sulle strutture del relitto, cau-sando, in alcuni casi, delle vere e proprie ragnatele

Il primostadio diun erogato-re dotato diattacco DIN

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in cui il subacqueo potrebbe involontariamenteincappare. E’ consigliabile immergersi sui relittisolo dopo aver raggiunto una buona esperienzae accompagnati da personale esperto e qualifi-cato. Per prevenire spiacevoli episodi di “intrappo-lamento” o “incagliamento” è bene esplorare il relit-to da una certa distanza, studiandone le caratteristi-che e valutandone i possibili pericoli. Solo dopodiverse immersioni si può prendere in considerazio-ne il fatto di avvicinarsi a una zona che sembra esse-re più interessante e libera da insidie. In generaleconviene evitare di avvicinarsi a qualsiasi struttura“intricata”, a cavi, cime, lenze e reti da pesca e“reprimere” il desiderio di giocare a nascondino trale lamiere del relitto.Insomma, motivi per muoversi sempre “inpunta di piedi sono tanti”!Se capita di sentirsi trattenere, come se ci fosse unagrande mano invisibile che impedisce di andareavanti, non si deve continuare a tirare o tentare diprogredire aumentando il ritmo della pinneggiata.Bisogna invece fermarsi, mantenere o ripristinare ilcontrollo della respirazione e ragionare pensando:“mi devo essere incastrato o impigliato in qualcosa”.Solo dopo aver valutato la causa del problema eaverla rimossa sarà possibile riprendere la progres-sione. Le cause possono essere molte, potrebbeessere una parte dell’attrezzatura incastrata in un’a-sperità del relitto, continuare a tirare o muoversi inmodo non controllato potrebbe causare la rottura difrusta con conseguente ingente perdita d’aria. Disolito bisogna fermarsi e cercare di sentire qualeparte è bloccata e muoversi con calma per liberarla,può essere sufficiente spingersi con delicatezza unpo’ indietro e raggiungere la parte incastrata conuna mano risolvendo il problema. In altre occasionipuò essere opportuno l’intervento del compagno odella guida, in questo caso è fondamentale averstabilito in anticipo un sistema per attirare l’at-tenzione degli altri subacquei come uno sheker,un avvisatore acustico subacqueo, o un attrezzo chepermetta di battere sulla bombola creando rumore.Ovviamente perché il sistema di segnalazionefunzioni è necessario accordarsi in anticipocon i colleghi d’immersione.

Lenze, reti, cime, caviLo stesso si potrebbe dire per i casi in cui si rimaneimpigliati in una rete, una lenza o una cima, quan-do sarà ancora più importante rimanere immobili e

2Avvisatoreacusticocollegatoalla frustabassa pres-sione delGAV

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farsi aiutare da un’altra persona. Movimenti rapidie incontrollati possono complicare ulterior-mente le cose, con il rischio che il subacqueo sitrovi avvinghiato come un pesce catturato da unarete. La prevenzione passa attraverso alcuni suggeri-menti importanti come: avere un buon assetto,guardare nella direzione in cui si sta andando,passare sempre sopra a eventuali ostacoli comecime, reti, nylon da pesca, ecc. In caso di impiglia-mento su sagole, reti, lenze e cime è utile disporredi un coltello subacqueo (o altro strumento idoneo)affilato e tagliente, meglio se dotato di apposito“uncino taglia sagola”. Nella parte riservata all’at-trezzatura per l’immersione sui relitti puoi trovareulteriori indicazioni in merito.

CrolliL’incessante lavoro del moto ondoso e delle corren-ti, i processi di destituzione delle strutture dei relittie la spinta dell’aria (o altro gas) espirata dai subac-quei e accumulata sotto le volte, sono fattori chepossono, singolarmente o assieme, causare il verifi-carsi di crolli potenzialmente pericolosi per il sub-acqueo. Negli ambienti in cui il movimento delle acque nonpuò giungere, la pressione dell’acqua (esercitata intutte le direzioni con eguale intensità) può far si chestrutture fatiscenti e in precario equilibrio, rimanga-no “in piedi” sembrando perfettamente agibili. Doveil movimento dell’acqua si fa sentire sensibilmente,durante e dopo ogni variazione di marea o ognimareggiata può esserci il pericolo di cedimenti strut-turali.I relitti semisommersi offrono spesso ottimi scenariper i fotografi e i video operatori subacquei ma pos-sono avere parti sospese, anche fuori dall’acqua,soggette ai fenomeni sopracitati.È facile prevenire i pericoli dovuti ai crollirispettando poche semplici regole ed in parti-colare prestando attenzione a non passaresotto strutture le sospese.In ambienti come questi, la soluzione di un’emer-genza potrebbe richiedere l’impiego di personalespecializzato, di grandi riserve d’aria e di attrezzatu-re particolari come palloni da sollevamento, imbar-cazioni dotate di gru, ecc.

Spezzoni direte, filac-cioni elenze posso-no esserecausa diincaglia-mento

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Parti taglientiLamiere, chiodi, cavi d’acciaio, vetro e una buonavarietà di altri oggetti possono costituire potenzialepericolo per il subacqueo che incautamente siappoggia al relitto o sul fondo nelle sue vicinanze.Ancora una volta la raccomandazione che vienespontanea è quella di immergersi mantenendoun ottimo controllo della galleggiabilità e del-l’assetto, evitando con cura di avvicinarsi ecces-sivamente alle strutture del relitto e al fondale.Anche dove la temperatura dell’acqua è particolar-mente calda conviene immergersi indossando unamuta protettiva, in particolare è di fondamentale uti-lità l’uso di un cappuccio per prevenire eventualiferite dovute al contatto con le lamiere o altre partiacuminate. L’utilizzo di un buon paio di guanti, nelleimmersioni in cui potrebbe essere necessarioappoggiarsi o aggrapparsi alle strutture sommerse,potrebbe risultare particolarmente utile nella pre-venzione di tagli e abrasioni. Anche dove l’uso deiguanti è vietato per prevenire danni all’ambiente, illoro impiego in caso di immersione sui relitti è spes-so consentito se non addirittura richiesto. Le parti taglienti delle strutture dei relitti costi-tuiscono un possibile pericolo anche per lasagola guida e la cima di ancoraggio. Se la sago-la guida è tagliata in seguito a una trazione controuna parte tagliente, la sicurezza dei subacquei puòessere seriamente compromessa. La barca ancoratache beccheggia in superficie, trasmette il suo movi-mento alla cima dell’ancora che sfregando su unaparte tagliente potrebbe, nell’arco di un’immersione,abradersi e rompersi causando la potenziale perditadel mezzo appoggio. Questo è un motivo in piùper avere sempre un barcaiolo competente abordo.

CorrenteIl principale responsabile dei movimenti delleacque negli oceani è il vento ma altri fattori comele variazioni di marea, i moti dovuti allo spostamen-to di masse d’acqua di temperatura o densità diversa,la conformazione delle coste e del fondale e la posi-zione geografica possono influire sensibilmente sul-l’intensità e sulla durata della corrente. Nei fiumi enei laghi le correnti sono principalmente dovutial fluire delle acque da monte verso valle e l’in-tensità è dovuta principalmente alla conformazionegeomorfologica ed al dislivello percorso dall’acqua.Puoi approfondire le informazioni relative all’am-

2L’equipaggiosi accordaprima delleprocedured’ormeggio

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biente frequentando il corso ESA Ecodiver, in par-ticolare il manuale ESA “Seas of the World” descri-ve dettagliatamente i fenomeni legati al movimentodelle acque. Con l’adeguata preparazione, sotto la guida dipersonale esperto e con i mezzi adeguati,immergersi in corrente può essere molto diver-tente e sicuro. In alcune tra le più famose localitàper subacquei l’immersione in corrente è all’ordinedel giorno e regala emozioni incomparabili ai sub-acquei che possono osservare gli scenari sommersie i grandi pesci, le tartarughe, i cetacei e i coralli,scorrere come in un film. Generalmente le immer-sioni in corrente si fanno entrando in acqua in unpunto e terminando l’immersione in un altro puntoposto a valle. Possono essere svolte sia dalla barca,che di solito segue il percorso dei subacquei dallasuperficie, o da terra, in questo caso un veicoloaspetterà i subacquei nel punto d’uscita.Quando ci si immerge in un relitto, general-mente l’obiettivo è quello di osservarlo apprez-zandone anche i particolari, è facile intuire chel’immersione in corrente su un relitto può non con-sentire tutto ciò, specie se il relitto non è di grandidimensioni. Inoltre, se la corrente non scorre nelverso giusto, può succedere di entrare in acquae “sorvolare” velocemente solo una piccola por-zione di relitto. Generalmente l’immersione sulrelitto non viene effettuata in presenza di correntiche impediscono di rimanere agevolmente sul sito.In alcuni casi, in presenza di corrente moderata, isubacquei adeguatamente addestrati, usano immer-gersi aiutandosi nella discesa con la cima d’anco-raggio fino a raggiungere il relitto che, a volte, creaun riparo in cui è possibile l’esplorazione di unazona “ridossata”. In un’immersione così effettuata è bene prevedereparticolari accorgimenti per facilitare la risalita e lasosta di sicurezza, rimanendo a contatto con la cima,senza rischiare di essere spinti in superficie anzi-tempo dalla corrente. Per esempio la stazione disupporto potrebbe essere fissata con un ulterioresagola alla cima d’ormeggio in modo da tenere lasbarra dei 5 metri e il bombolino di riserva allaquota richiesta. La sbarra potrebbe essere collega-ta al punto di uscita dall’acqua, per evitare che i sub-acquei debbano faticare per rimanere nelle vicinan-ze della scaletta.In ogni caso è bene ribadire che il buon senso sug-gerisce al subacqueo consapevole di evitare

La prua delrelitto dellaBianca C aGrenada,uno dei piùgrandirelitti delmondo

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l’immersione sul relitto in presenza di condi-zioni non ottimali e quindi anche di corrente.La corrente può essere un potenziale pericolo per ilsubacqueo che desidera esplorare un relitto som-merso anche perché potrebbe essere difficoltosocontrollare la propria direzione e la velocità di pro-gressione aumentando le possibilità di finire intrap-polati tra le strutture o aggrovigliati a reti, lenze,cime, ecc.In alcuni relitti, per via della struttura degli stessi, lacorrente potrebbe provocare particolari “giochi” chepossono per esempio facilitare l’ingresso nel relittoma ostacolare l’uscita. La risacca, in alcuni luoghi presente anche conbuone condizioni meteomarine, può creare fenome-ni di riflusso che risucchiano e riespellono l’acquaattraverso le aperture del relitto, a volte con un’in-tensità tale da costituire un serio pericolo per il sub-acqueo che si avvicina a un boccaporto o ad unaltro possibile passaggio. Un altro buon motivo perevitare di entrare in un relitto e per dedicare laprima immersione allo studio dell’ambiente, rima-nendo ad una certa distanza dalle strutture.

Sostanze tossiche o inquinantiNei relitti possono essere presenti sostanze tossicheo inquinanti come materiali trasportati dal mezzoaffondato o semplicemente il carburante ancora pre-sente nei serbatoi. Non è il caso di creare eccessiviallarmismi anche perché, generalmente, le imbar-cazioni affondate, adibite al trasposto di sostan-ze tossiche, come agenti chimici o veleni, sonopuntualmente bonificate da speciali squadre disommozzatori professionisti o con l’impiego di altrimezzi telecomandati dalla superficie. Nostante ciò, conviene considerare il fatto che in unrelitto potrebbero essere presenti sostanze nocive,questo è un motivo in più per informarsi il più pos-sibile sul relitto che si desidera esplorare e, ancorauna volta, per scegliere sempre di immergersiaccompagnati da personale serio e professiona-le, adeguatamente preparato e competente. Perprevenire eventuali problemi, conviene evitare diimmergersi su relitti di cui non ci sono informazionicerte, non entrare nelle stive o tentare di forzarelocali o contenitori chiusi.

Fasi esplorativeSia il subacqueo ricreativo, sia il subacqueo tecnicoo il subacqueo professionista, dovrebbero immer-

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Non mante-nere unassetto neu-tro puòcausare unrapidointorbida-mento del-l’acqua

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gersi su un relitto utilizzando un approccio gradua-le, diviso in tre fasi principali: ricognizione, esplo-razione e approfondimento.La ricognizione è effettuata “sorvolando” il relitto,a una certa distanza dalle strutture, studiandone laconformazione e la posizione, valutandone ledimensioni e lo “stato di salute” e tentando di indi-viduare le zone più sicure e quelle che potrebberonascondere delle insidie. È in questa fase che si pos-sono mettere a fuoco le insidie dovute a reti, lenze,sagole, ecc.Se la profondità e il tempo a disposizione lo con-sentono, è possibile avvicinarsi al punto più interes-sante che possa magari aiutare nel comprenderemeglio di che tipo di relitto si tratta e, nel caso diuna nuova scoperta, di un indizio che possa faravviare le procedure di identificazione. Tutto questoevitando con cura ogni ritardo rispetto alla pianifi-cazione e stando alla larga da ogni possibile perico-lo. Una macchina fotografica può servire perportare a terra qualche particolare, in mancanzadi ciò è bene riportare su una lavagnetta subacqueai dati che potrebbero servire per “conoscere” meglioil relitto. In funzione delle caratteristiche del relittoe dell’ambiente in cui si trova, questa fase puòrichiedere anche più di un’immersione.L’esplorazione è svolta dopo che il relitto è statoben valutato, e deve iniziare sempre nelle parti piùsicure dello stesso. Per esempio nel caso di un relit-to adagiato su un fondale inclinato, converrà esplo-rare prima le parti che si trovano nell’acqua menoprofonda, per progredire nelle zone più profondedopo aver fatto esperienza ed aver ben conosciutole aree più superficiali. L’approccio per gradi è daconsiderare più sicuro sia perché da il tempo diconoscere meglio l’ambiente con positivi effet-ti sull’orientamento e sullo studio del relitto siaperché permette un miglior adattamento delsubacqueo. Di solito il “subacqueo tecnico”, che haricevuto una formazione specifica anche sulle pro-cedure per visitare le strutture interne dei relitti,sfrutta questa fase per identificare i punti di ingres-so e di uscita dal relitto e per valutare dove attrez-zare le stazioni di supporto con gas di scorta, sub-acquei d’appoggio, ecc. Come già detto, questocorso non intende preparare a tale tipo di atti-vità e il brevetto, conseguito al positivo supera-mento di tutte le fasi formative, non abilita alleesplorazioni di questo tipo.L’approfondimento generalmente riguarda le

La ricogni-zione delrelittorichiedebuona visi-bilità

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zone, o gli oggetti, ritenuti più interessanti durantele precedenti fasi, ed è pianificato tenendo conto deidati e degli indizi raccolti in precedenza. Spesso lascelta delle parti su cui concentrare l’approfondi-mento è influenzata anche da discussioni e ricerchefatte a secco, nell’intervallo tra le varie immersioni,studiando i dati rilevati, consultando internet, pub-blicazioni, informazioni di marinai e pescatori.In questa fase si osservano, più da vicino, i par-ticolari e si cerca di individuare ogni traccia chepossa far risalire alle origini del relitto e farimmaginare la vita a bordo di tutti i giorni e neimomenti precedenti l’affondamento. Per esempio, un mattone refrattario facente partedella caldaia (con il nome della fornace che lo haprodotto) una scritta sull’ancora o sullo scafo, unascritta sullo pneumatico di un aereo o di un veico-lo, il numero del telaio di una macchina, la cam-pana di bordo, un sostegno per l’albero, unabottiglia, un servizio da the, ecc, sono solo alcuniesempi dei particolari che possono fornire più infor-mazioni relative a un relitto tanto da riportarlo“quasi in vita”.In questa fase i subacquei, adeguatamente prepara-ti ed esperti, potrebbero iniziare l’esplorazione delleparti interne. Attività che sarà anch’essa effettuataper gradi, iniziando dai locali più vicini e prose-guendo verso le zone più interne e profonde. Neirelitti più complessi, si possono alternare le trefasi di ricognizione, esplorazione e approfondi-mento in modo da permettere una buona esplora-zione globale, nel massimo rispetto della sicurezza edell’ambiente.L’applicazione o meno delle fasi descrittedipende sensibilmente dal tipo di relitto, dal-l’ambiente in cui si trova, dal suo stato di con-servazione. Una piccola barca affondata per un for-tunale, adagiata su un fondale di 5/6 metri, in otti-me condizioni di conservazione, richiederà unapproccio diverso da un aereo esploso in volo esparso in diverse parti su un fondale posto a 30metri di profondità o da una grande nave posata suun fondale degradante, con la prua rivolta in alto,collocata a 5 metri di profondità e la poppa a 39metri, sul fango.Ancora una volta è da ribadire il fatto che la condi-zione migliore è spesso offerta da un’immersioneguidata da personale esperto e con il supporto dimezzi e attrezzature idonee. Pianifica i tuoi viaggiconsultando l’elenco degli ESA Point su www.esa-

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Un partico-lare, comelo pneuma-tico di que-sto camion,può esseredecisivo peridentificareun relitto

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web.net e richiedi la consulenza di un ESAProfessional.

Rilevamento datiDalle righe precedenti emerge l’importanza di unapproccio sistematico per garantire la massima sicu-rezza, il miglior rispetto dell’ambiente e un proficuostudio del relitto. Il subacqueo attento che con lagiusta metodologia ed il corretto approccio raccogliei dati di un relitto, può far emergere novità anche darelitti considerati troppo freguentati e a volte perquesto snobbati. Non è la prima volta, infatti, chel’osservazione di un dettaglio, la foto di unaparte o una ripresa video delle strutture, fa sco-prire cose nuove anche su siti esplorati nume-rose volte. Quest’aspetto è molto divertente e sti-mola la voglia di avventura che, in forme e intensi-tà diverse, si cela in ognuno di noi. Per esempio,può essere molto emozionante scoprire che unanave che si pensava essere solo a vapore in realtànavigava anche a vela, grazie alla scoperta, quasicasuale, del sostegno per l’albero, immortalato inuna foto scattata in immersione.Insomma, così come spiegato da una famosissimacitazione: “non sempre è necessario cambiare luoghiper fare nuove scoperte, a volte è sufficiente cam-biare atteggiamento e osservare con occhi nuovi”.Questo principio è applicabile a qualsiasi immersio-ne e, a maggior ragione, alle immersioni sui relitti.Infatti spesso è necessario studiare più volte i parti-colari sia in immersione sia a secco prima di mette-re assieme le tessere necessarie a formare il mosai-co che svela i segreti del sito visitato.In funzione delle caratteristiche del sito e dellecapacità dei subacquei, i dati da raccogliere posso-no comprendere: - il tipo di relitto (aereo, nave, peschereccio, auto

mobile, ecc.)- l’orientamento dell’asse principale (la chiglia

di una nave)- le profondità (parte più alta, media, parte più

profonda)- la lunghezza del relitto (o dell’area interessata

dai frammenti)- la larghezza del relitto (o dell’area interessata dai

frammenti) - disegno della sagoma vista dall’alto (o sequen

za di foto)- disegno del profilo (o sequenza di foto)- presenza di parti riconoscibili (ancora, elica,

Minitest1) Il pericolo dellamalattia da decompres-sione si riduce:a. rispettando i limiti b. risalendo adeguata-mente.c. sia a. sia b.

2) Risalire di quota può:a. risolvere un episodiodi narcosi d’azoto. b. eliminare un crampo c. facilitare lo scambiodell’ossigeno

3) Per prevenire inca-gliamenti è bene:a. avere un buon assettoe guardare nella direzio-ne in cui si sta andando b. passare sempre sopragli ostacoli c. sia a. sia b.

4) Secondo la filosofiadel corso ESA WreckDiver, per “portare aterra” qualche particola-re del relitto può essereutile:a. recuperare un oggetto, b. disporre di una macchi-na fotografica,c. possedere un pallonedi sollevamento.

Risposte: 1c – 2 a – 3c - 4b

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ponti, alberi, ecc.)- condizioni ambientali- presenza di pericoli (lamiere instabili, reti, lenze,

sagole, corrente, sedimento, ecc.)- nomi (dei luoghi e dei partecipanti)- annotazioni (ogni dettaglio che potrebbe essere

utile)

Orientamento e dimensioniPer rilevare l’orientamento di un relitto è possibileallineare la linea di fede della bussola con lalinea centrale del relitto e leggere il valore nelquadrante, in linea di massima conviene effettuarequest’operazione rivolti verso prua. In ogni caso èbene tracciare la sagoma del relitto o dell’area edisegnare una freccia che indichi la direzione in cuiè stato fatto il rilievo. Le dimensioni si possono ricavare usando una delletecniche imparate durante il corso ESA AdvancedDiver (per es.: la valutazione del tempo impiegatoa nuotare lungo il relitto o contando le pinneggiate).È possibile usare anche nastri metrati o strumentispecifici. L’attrezzatura del subacqueo che si immer-ge nei relitti dovrebbe comprendere anche un muli-nello con la sagola guida (descritto precedentemen-te). Vediamo come usare la sagola per misurare conuna certa precisione un relitto o parte di esso:

- fissare la sagola a un’estremità del relitto- nuotare verso l’altra estremità del relitto avendo

cura di tenere la sagola adeguatamente tesa- fare un nodo in corrispondenza del punto in cui si

intende prendere la misura- tornare a riva e misurare la sagola compresa tra il

punto iniziale e il nodo di segnalazione.

Se la lunghezza da misurare è maggiore dellalunghezza della sagola: - stendere tutta la sagola- prendere un riferimento sicuro nel punto in cui la

sagola è terminata- fissare la sagola sul punto di riferimento- nuotare verso l’altra estremità del relitto avendo

cura di tenere la sagola adeguatamente tesa- fare un nodo in corrispondenza del punto in cui si

intende prendere la misura- tornare a riva e misurare la sagola compresa tra il

punto iniziale e il nodo di segnalazione- sommare la lunghezza totale della sagola alla lun

ghezza della sagola misurata

2La bussolaconsente dirilevare l’o-rientamen-to del relitto

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Questo sistema può essere utile anche per misurarepiccole parti da identificare con precisione curadopo l’emersione, è possibile disegnare la parte damisurare su una lavagnetta e prendere la misura diciascun lato con la sagola, avendo cura di identifi-care (per es.: con un numero diverso di nodi) lediverse distanze.

Nel caso in cui la profondità o altre condizioni nonpermettano di effettuare il rilievo direttamente inimmersione, è possibile “pedagnare” accuratamentei punti cospicui del relitto, facendo attenzione cheogni galleggiante sia esattamente perpendicola-re al punto in cui è ancorato. In questo modo sipuò realizzare un “campo boe” che riporta insuperficie tutti i punti importanti del relitto, consen-tendo una visione d’insieme e di effettuare le misu-razioni ed i rilievi dalla superficie.Anche in questo caso è importante disegnare laforma del relitto e numerare i galleggianti deipedagni in modo da poter registrare tutti i datisulla lavagnetta evitando confusione. Per facilita-re le operazioni di marcatura, può essere utile indi-care il numero del galleggiante anche sull’estremitàdella cima che sta vicino al fondo. Per questo scopopuò andare benissimo un pezzo si nastro isolantebianco o giallo, fissato sulla sagola dopo aver scrit-to il numero con un pennarello indelebile, questapreparazione va fatta prima dell’immersione.I dati ricavati saranno approssimativi mapotranno dare importanti indicazioni per lostudio del relitto esaminato.Durante le immersioni in acque libere previste dalcorso, l’ Istruttore ti farà provare alcune delle tecni-che descritte.

Uso del mulinelloL’uso del mulinello e della sagola guida è abbastan-za semplice ma richiede alcune attenzioni che pos-sono influenzare positivamente lo svolgimento del-l’immersione. Vediamole assieme:- ripassare i sistemi di comunicazione con la cima

(per es.: 1 trazione secca = Stop!, rimani immobile!; 2 trazioni lunghe = OK?, OK!, riparti!; 4 o più tra-zioni ripetute = vieni qui subito!)

- fissare saldamente la sagola all’esterno del relitto- fissare nuovamente la sagola all’interno- posare la sagola mantenendo la giusta tensione- evitare di posare la sagola dentro strettoie o pas-

saggi angusti

Il mulinelloper avvolge-re e svolge-re la sagolaguida è unaccessoriofondamen-tale

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- posare la sagola avendo cura di rimanere sempre a lato degli spazi percorsi ed evitando di “attraver-sare” gli stessi

- assicurarsi che la sagola non sia in contatto con parti taglienti

- fissare periodicamente la sagola usando elastici o altri accessori a “sgancio rapido”

- chi non sta posando la sagola si tiene in contatto con essa facendola scorrere tra il pollice e l’indice chiusi ad anello

- evitare di esercitare trazioni sulla sagola(potrebbe finire di traverso rispetto al percorso o rompersi)

- in caso di scarsa visibilità mantenere anche il con-tatto fisico con gli altri subacquei

- riavvolgere la sagola avendo cura di mantenere la giusta tensione e distribuendola in modo omogeneo sul tamburo del mulinello

- rispettare le sagole eventualmente posate da un’altra squadra di subacquei (non rimuo-verle!)

- evitare di “incrociare” sagole diverse- in presenza di una sagola già posata rinunciare

all’ingresso o posare la propria sul lato opposto

Complimenti!

Hai ricuvuto informazioni sulle pro-cedure di ormeggio e sui pericoli chepossono essere correlati all’immersionesui relitti.La descrizione delle fasi esplorative, delletecniche di rilevamento e dell’uso dellasagola guida ti sarà utile per visitare i relitticon un approccio corretto ed efficace, nel mas-simo rispetto della sicurezza, dell’ambiente.Durante le immersioni in acque libere, diverti-ti assieme all’ Istruttore ESA e approfitta permigliorare.

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Cosa hai imparato?Lo scopo di questo esercizio è quello di ripassare le infor-mazioni più importanti della relativa Unità Teorica,innanzitutto per migliorare la tua formazione, maanche per arrivare più preparato al prossimo appunta-mento con il tuo Istruttore. Rispondi alle domande sce-gliendo la risposta esatta tra quelle indicate, specifican-do se l’informazione è vera o falsa oppure scrivendo larisposta nell’apposito spazio. Consegna al tuo Istruttorequesta scheda e se troverà delle imprecisioni, ti darà lespiegazioni necessarie. Buon lavoro!

1) Vero o falso. I tre livelli principali relativi all’im-mersione sui relitti comprendono: esplorazioneesterna, esplorazione interna ed esplorazione dallasuperficie.

2) Usando l’ancora per ormeggiarsi su un relitto:a. assicurarsi che essa possa far presa anche se la corrente cambia direzioneb. agire in modo da prevenire danni alla strut-tura del relitto c. a) e b) sono esatte

3) Tra le seguenti, qual’è la situazione migliore?a. ormeggio con ancorab. ormeggio ad un’apposita boa predispostac. ormeggio a doppino

4) Vero o falso. Il grado di visibilità su un relitto èdeterminato principalmente dalla profondità e dallecorrenti di marea.

5) Vero o falso. La regola dei terzi si riferisce esclusi-vamente al fatto che è necessario conservare unadeterminata quantità d’aria per gli altri subacquei coin-volti nella stessa immersione.

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6) Se durante il nuoto in prossimità di un relitto si hala sensazione di essere trattenuti da qualcosa, proba-bilmente è bene:

a. pensare che una parte dell’attrezzatura o delcorpo è rimasta impigliatab. evitare movimenti incontrollati e rapidic. a) e b) sono esatte

7) Vero o falso. Secondo la filosofia del corso ESAWreck Diver, le principali fasi dell’approccio ideale aun relitto sono “ricognizione” e “approfondimento”.

8) I dati da raccogliere nella fase di rilevamento pos-sono comprendere:

a. tipo di relitto e orientamentob. disegno della sagoma del relittoc. a) e b) sono esatte

9) Vero o Falso. Rilevare le dimensioni di un relittonon è importante al fine del suo riconoscimento ed èuna tecnica non attuabile in immersione.

10) La sagola guida dovrebbe essere fissata:a. fuori dall’acqua, sulla rivab. subito all’interno del relittoc. sia all’esterno che all’interno del relitto

Dichiaro di aver rivisto tutte le risposte conl’Istruttore ESA e di aver compreso la spiegazione diquelle da me sbagliate.

Firma__________________________data_________

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AppendicePiccolo glossario marinarescoArgano - apparecchio di sollevamento, costituito daun cilindro, su cui si avvolge la cima o la catena,azionato da motore o da manovella.Babordo - lato sinistro della nave, guardando versoproravia.Battagliola – ringhiera fissata al bordo del pontedelle imbarcazioni.Bigo – struttura che serve per caricare e scaricare lemerci dalle navi, può essere composta da un alberocui e fissato un braccio orizzontale, provvisto di car-rucole e funi.Bitta – struttura su cui avvolgere e fissare cime, funie catene, può essere sul ponte dell’imbarcazione esulla banchina d’ormeggio.Boccaporto – passaggio attraverso il quale accedereai locali sottostanti il ponte, aperture praticate sulloscafo per arieggiare e dare luce ai locali interni. Bozzello – carrucola in legno o metallo.Cacciatorpediniere – nave da guerra, armata concannoni e siluri, adibita ad attività antisiluranti, anti-sommergibili e antiaerei.Cala dell’ancora – locale ricavato nella zona dellaprua, entro cui si raccoglie la carena dell’ancoraquando questa è salpata.Candelieri – aste di supporto che compongono labattagliola.Carena – (o opera viva) fondo dell’imbarcazione cherimane immerso nell’acqua quando essa galleggia.Chiglia – struttura longitudinale portante che gene-ralmente costituisce l’asse centrale della nave, sottola carena.Cubia – foro sulla struttura emersa della nave, soli-tamente a proravia, attraverso il quale passa la cate-na dell’ancora.Dislocamento – peso del volume dell’acqua spo-stata dalla parte immersa dello scafo.Dragamine – unità navale attrezzata per individua-re e neutralizzare le mine.Manica a vento - Tubo ricurvo che porta aria daiponti scoperti all’interno della naveMotonave – unità navale con propulsione a moto-re a scoppio.Motoveliero – (o motorsailer) unità navale con pro-

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pulsione mista: vela e motore.Murata - Ciascuno dei due fianchi della nave al disopra del galleggiamento.Opera morta - Le parti di un’imbarcazione al disopra della linea di galleggiamento.Ordinate – Elementi trasversali alla chiglia, forma-no la “costolatura” della nave, ben visibili nelleimbarcazioni di legno.Osteriggio – copertura posta a protezione delleaperture fatte sul ponte delle navi per arieggiare,dare luce e, in alcuni casi, consentire l’accesso ailocali sottostanti (stive, cabine, corridoi, scale, ecc).Paramezzale – struttura longitudinale collocatasopra la chiglia, all’interno della nave.Paranco – sistema composto da bozzelli (dei qualialmeno uno fisso) e cavi che serve per moltiplicarela forza esercitata per sollevare pesi o esercitare fortitrazioni.Pedagno - galleggiante collegato a una cima, usatoper segnalare un punto in uno specchio d’acqua.Pennone – asta, di solito di bandiera, ma può farparte dell’attrezzatura atta a sostenere le vele diun’imbarcazione.Periscopio – strumento ottico che consente di scru-tare l’orizzonte su 360° gradi anche da un sommer-gibile con lo scafo nascosto sotto la superficie.Piroscafo – unità navale con propulsione a motorea vapore.Poppa – parte posteriore dello scafo.Poppavia – “verso la poppa” o “nei pressi dellapoppa”.Proravia – “verso la prua” o “nei pressi della prua”.Prua – parte anteriore dello scafo.Puleggia – parte rotante di un bozzello, dove scor-re il cavo o la cima.Specchio di poppa – porzione piatta di scafo cheforma la poppa, nelle imbarcazioni di minori dimen-sioni, costituisce la parte cui è fissato il motore “fuo-ribordo”.Stazza - Capacità di carico di una nave determinatada un’unità di misura, la tonnellata di stazza, pari a2,83168 metri cubi.Stazza lorda - volume corrispondente ai locali chiu-si della nave, misurato in tonnellate di stazza.Teredini – molluschi bivalvi che scavano il legnocontribuendo alla sua destituzione.Tribordo - lato destro della nave, guardando versoproravia.Verricello – argano di piccole dimensioni con asseorizzontale e trazione verticale.

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ESAESA è un'agenzia formativa internazionale, ilsuo obiettivo è quello di formare i subacquei dallivello iniziale fino al raggiungimento dei livelli pro-fessionali come Diveleader e Istruttore. Per fare que-sto l’ESA si prefigge di applicare i più evoluti stan-dard operativi congiuntamente ad un elevatissimogrado di sicurezza e di promuovere l’attività subac-quea nelle sue varie forme.I percorsi formativi dell’ESA prevedono l’integrazio-ne delle informazioni divulgate dall’Istruttore, con imateriali di supporto che accompagnano i vari livel-li di brevetto. La formazione pratica iniziale avviene con lo svilup-po delle capacità subacquee in piscina o bacinodelimitato, successivamente applicate e migliorate inacque libere.Per ogni programma o corso ESA è prevista una veri-fica dell’apprendimento da parte dell’Istruttore chedovrà conservare una prova dell’avvenuta valutazione.I subacquei possono ricevere dall’ESA la formazioneiniziale, progredire verso livelli più alti di brevetto,specializzarsi in diverse aree legate all’attività subac-quea come la biologia marina, la fotografia, l’ar-cheologia subacquea, ecc.Raggiunte le adeguate credenziali, i subacquei posso-no partecipare ai programmi per la formazione ditipo professionale nell’ambito dell’attività subacquea.L’ESA stabilisce elevati standard per la forma-zione dei propri affiliati: essi sono professioni-sti subacquei in possesso di un brevetto ESADiveleader o di grado più alto.Gli istruttori ESA sono formati dagli ESA IC Director,persone adeguatamente preparate e qualificate pertrasmettere le tecniche di insegnamento ai futuriistruttori.La formazione dell’Istruttore è completa e prevedel’acquisizione di informazioni sulla teoria dell’immer-sione, sulle procedure ESA, nozioni di psicologia e dimarketing, lo sviluppo delle capacità di gestione deisubacquei singoli o in gruppo, di gestione dei pro-blemi, di salvaguardia dell’ambiente e altro.Le convalide dei brevetti ESA sono emesse dalla sedecentrale e dagli uffici ESA ufficialmente autorizzati.Il dipartimento ESA che si occupa della formazioneinforma gli affiliati ESA sulle variazioni delle proce-dure esistenti e sull’introduzione di nuove procedure.Possono affiliarsi all’ESA anche strutture qualificate cheoperano nel campo dell’attività subacquea ricreativa.

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Centri immersione, club subacquei e negozi subac-quei possono, infatti, acquisire la qualifica di ESAPoint. Le strutture denominate ESA IC Point posso-no promuovere, organizzare e condurre i corsi diformazione per gli Istruttori ESA. L’ESA intende caratterizzarsi anche attraversoun particolare impegno volto alla divulgazionedelle conoscenze sull’ambiente, per migliorarela qualità delle immersioni e creare nei subac-quei una maggiore consapevolezza verso lo spa-zio sommerso. I professionisti ESA, infatti, effet-tuano il loro percorso formativo ricevendo una soli-da preparazione anche sulle conoscenze relativeall’ambiente. Tutta l’attività formativa dell’ESA è salda-mente collegata a obiettivi di salvaguardia degliambienti acquatici.

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