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Etologia ed evoluzione 1 Etologia ed evoluzione Anna Cilia Scuola Secondaria Primo Grado Sitografia: Lorenz, Konrad: treccani.it Etologia: treccani.it Il comportamento animale - Sapere.it: sapere.it Comportamenti innati - Sapere.it: sapere.it Comportamenti appresi - Sapere.it: sapere.it Corde vocali esterne per il koala: oggiscienza.wordpress.com Fischi indimenticabili: oggiscienza.wordpress.com Darwin, Charles: treccani.it Simbiosi: ginux.univpm.it Simbiosi tra animali acquatici: http://www.youtube.com/watch?v=PGhw9QtK3rU Mimetismo: http://www.youtube.com/watch?v=BLR_Jhwt3R0 Chi li ha visti?:Focus.it

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Il comportamento animale con collegamenti a video, mappe concettuali ed esercizi interattivi. Per la Scuola Secondaria di Primo GradoI contenuti di questa presentazione sono stati esclusivamente presi da internet, mentre gli esercizi e le mappe sono state da me elaborate

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Etologia ed evoluzione

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Etologia ed evoluzione

Anna Cilia

Scuola Secondaria Primo Grado

Sitografia:

Lorenz, Konrad: treccani.it

Etologia: treccani.it

Il comportamento animale - Sapere.it: sapere.it

Comportamenti innati - Sapere.it: sapere.it

Comportamenti appresi - Sapere.it: sapere.it

Corde vocali esterne per il koala: oggiscienza.wordpress.com

Fischi indimenticabili: oggiscienza.wordpress.com

Darwin, Charles: treccani.it

Simbiosi: ginux.univpm.it

Simbiosi tra animali acquatici: http://www.youtube.com/watch?v=PGhw9QtK3rU

Mimetismo: http://www.youtube.com/watch?v=BLR_Jhwt3R0

Chi li ha visti?:Focus.it

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Guarda il video

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Lorenz, Konrad treccani.it

di Alessandra Magistrelli

Il padre dell’etologia e… dell’oca Martina

L’etologo austriaco Konrad Lorenz studiò gli animali perché li amava

profondamente. Dedicò la vita alla loro osservazione e, nel 1973, ottenne il premio

Nobel, insieme all’olandese Nikolaas Tinbergen e al tedesco Karl von Frisch, per i suoi

studi sul comportamento animale. Scoprì l’apprendimento precoce, o imprinting, in

uccelli e mammiferi, fu anche un buon divulgatore scientifico e scrittore di argomenti

filosofici

Passione e pazienza «Lo studio degli animali esige una familiarità così immediata

con il mondo animale, ma anche una pazienza così disumana,

che non basterà a sostenerlo il solo interesse teorico se mancherà

l’amore». Queste parole di Lorenz, tratte dall’introduzione al

suo libro L’anello di re Salomone (1949), dicono molto su cosa

significhi studiare gli animali. Non basta accostarli con spirito

scientifico, né spiarli pazientemente per giorni registrandone su

un taccuino il comportamento; ci vuole anche una buona dose di

simpatia e di complicità, che permetta all’osservatore di mettersi

sul loro stesso piano.

Questa attenzione ha permesso a Lorenz di sviluppare in

pieno la sua notevole intuizione nella comprensione dei segnali

e nella decifrazione del linguaggio silenzioso degli animali.

Insieme a Nikolaas Tinbergen e a Karl von Frisch, viene

considerato uno dei padri fondatori dell’etologia, la scienza che

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studia il comportamento degli animali.

Animali in libertà Konrad Zacharias Lorenz nasce a Vienna nel 1903; ultimo figlio di

una famiglia benestante, frequenta le migliori scuole e si laurea in medicina a Vienna nel

1928. La sua passione però sono gli animali che ha imparato a conoscere e amare nella

villa di famiglia ad Altenberg: nel 1933 si laurea infatti anche in zoologia.

Lorenz rispetta gli animali e cerca di allevarli nella massima libertà. Il suo metodo

consiste nell’osservare le bestiole nel loro libero scorrazzare, il più lontano possibile da

costrizioni o divieti, riuscendo così a individuarne meglio il comportamento naturale.

Questo approccio è diverso da quello adottato negli stessi anni da altri studiosi del

comportamento […] che osservano l’animale in laboratorio, sottoponendolo a una serie

di stimoli e misurandone le diverse risposte.

Anche altri valenti naturalisti usano lo stesso metodo di Lorenz: così l’olandese

Tinbergen studia le vespe e i gabbiani, e il tedesco Frisch s’interessa agli usi delle api.

Questo metodo d’osservazione consente ai tre etologi di fare grandi scoperte e infatti,

nel 1973, ricevono insieme il premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia «per i loro

studi incentrati sull’organizzazione dei modelli comportamentali individuali e sociali

degli animali».

Intelligente come un’oca Quando di una ragazza un po’ sciocca

si dice che ‘è un’oca’, si commette un doppio errore. Innanzitutto,

esistono anche oche maschio, poi si fa un gran torto alle oche in

genere, in quanto sono uccelli molto intelligenti. Lorenz dal 1935

al 1938 studiò a fondo una specie di oche (Anser anser) e le sue

osservazioni lo portarono a ritenere che un anatroccolo, già

appena nato, fissi e memorizzi nella sua mente l’immagine dell’essere che vede per

primo, cioè – in genere – quella della propria madre; è spinto così a seguirla e ad

apprenderne gli insegnamenti. In un suo celebre esperimento Lorenz fece in modo di

essere lui la prima figura a stagliarsi davanti a un’ochetta neonata: ne conseguì che la

piccola (battezzata Martina) cominciò a pedinarlo e a cercarlo ovunque, come se fosse

lui la sua vera madre. Questa forma di apprendimento precoce (imprinting), presente

negli uccelli, fu poi studiata anche in altri vertebrati, soprattutto nei mammiferi. La

scoperta di Lorenz aprì la strada a una serie di fondamentali studi etologici, tra cui la

distinzione tra comportamenti innati e acquisiti.

Gli studi successivi Lorenz, sempre circondato dai suoi amici animali, all’inizio degli

anni Quaranta iniziò a dedicarsi all’insegnamento universitario e, allo scoppio della

Seconda guerra mondiale, si arruolò nell’esercito tedesco. Nel 1944 venne catturato dai

Russi e inviato in un campo di concentramento, dove restò fino al 1948. […]

La sua partecipazione alla Seconda guerra mondiale e alcune sue affermazioni

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male interpretate diedero luogo a molte polemiche che gli attribuivano simpatie naziste.

Oggi, una lettura più accurata del pensiero ha completamente allontanato questi sospetti

dal grande scienziato, che morì ad Altenberg nel 1989.

Etologia

treccani.it

di Monica Carosi

Il comportamento animale visto con gli occhi dello scienziato

Come fanno gli uccelli a cantare? Come fanno i loro piccoli a imparare? E ancora:

perché gli uccelli cantano? Da sempre l'uomo si pone domande e cerca risposte sul

comportamento degli animali anche se l'etologia, come scienza, è nata solo un centinaio

di anni fa. Il mestiere dell'etologo tuttavia si basa, ieri come oggi, sulla capacità

d'osservazione e sul sincero interesse per gli animali

Perché gli animali si comportano in certi modi? Quante volte, in un

prato, abbiamo osservato l'attività frenetica delle formiche nei pressi di un

formicaio, e quante volte ci sarà capitato di vedere una formica combattere

contro un'altra. Forse avremo anche notato che, delle due rivali, una ha la

testa, le mandibole e anche il corpo più grandi delle proprie compagne. Si

tratta dei soldati che difendono la colonia da intrusi e predatori! Se

osservassimo una particolare specie che vive in Malesia, potremmo vedere

che durante il combattimento una delle formiche 'esplode' e ricopre il

nemico con uno spruzzo di colla! Come può una formica far esplodere il proprio

addome?

Se, invece, durante una gita primaverile in campagna ci trovassimo presso uno

stagno non ci sembrerebbe così sorprendente vedere un'anatra seguita da una fila di

anatroccoli. Certo, quella è la loro mamma. Ma le anatre femmine, all'occhio umano,

sembrano un po' tutte uguali: come fanno gli anatroccoli a non confondersi e a non

seguire la madre sbagliata?

E se vedessimo una femmina di toporagno (un piccolo topo

lungo come un fiammifero) seguita dai suoi piccoli, ci troveremmo di

fronte a una fila indiana: ciascun piccolo attaccato con la bocca al

pelo di quello che lo precede, fino al primo della fila attaccato al pelo

della mamma. Perché la famigliola si sposta seguendo questa bizzarra

formazione?

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E ancora, perché l'orso si gratta la schiena sui tronchi degli alberi?

O è afflitto da continui pruriti oppure, con una osservazione più

attenta e paziente, potremmo scoprire una ragione ben diversa alla

base di questo comportamento.

Che cos'è esattamente il comportamento? In etologia il

comportamento è una precisa risposta dell'animale a stimoli che

provengono sia dal suo corpo (per esempio, fame, dolore,

sonno) sia dall'ambiente che lo circonda (freddo-caldo, presenza

di predatori, odori). Il comportamento consiste nella

realizzazione di movimenti (anche il canto degli uccelli è un

movimento dovuto ai muscoli della laringe): movimenti

semplici, come la chiusura della palpebra sull'occhio, ma anche

più complicati, come quelli messi in atto durante la fuga o nel

corteggiamento. Raramente in un comportamento non è

coinvolto alcun muscolo, come nel caso della produzione di luce

nell'addome della lucciola.

Tutto cominciò così Da sempre la curiosità di capire il comportamento degli animali ha

accompagnato l'uomo, e ne abbiamo alcune testimonianze già prima di Cristo, a partire

dal filosofo Aristotele.

Decine di secoli dopo, nel 1872, la pubblicazione del libro L'espressione delle

emozioni nell'uomo e negli animali scritto da Charles Darwin, stimolò enormemente

l'interesse per lo studio del comportamento. A quei tempi però gli zoologi erano più

concentrati sulla classificazione degli animali e sullo studio delle loro funzioni vitali.

[…]. Questo fino agli anni Trenta del secolo scorso, quando scienziati come l'austriaco

Konrad Lorenz e l'olandese Nikolaas Tinbergen fecero uscire dai laboratori lo studio del

comportamento animale, osservandolo in natura, nelle condizioni di vita reali degli

animali. Taccole, gabbiani, vespe, oche, farfalle, con pazienza e precisione sono state

osservate per ore e ore e appunti dettagliati hanno permesso descrizioni su come questi

animali curano i loro piccoli, come ritrovano la strada di casa, come si riconoscono e

come scambiano informazioni. È così che nacque l'etologia. L'esplosione delle ricerche

etologiche fu coronata negli anni Settanta da tre premi Nobel assegnati ex aequo a

Lorenz, a Tinbergen e al tedesco Karl von Frisch per i loro studi sul comportamento

animale. […]

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Etologia ed evoluzione

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Strategie di una vespa Passeggiando sulle dune sabbiose in Olanda, il giovane

Tinbergen fu attratto dal comportamento di alcune vespe giallo-arancio che scavavano

tane nella sabbia. Questa specie di vespa europea, detta lupo delle api, paralizza le api

domestiche con il pungiglione e le trasporta, anche per lunghe distanze, fino alla propria

tana. Qui le api vengono lasciate a disposizione come cibo per le piccole larve di vespa

che usciranno dalle uova deposte nella tana. Ma Tinbergen aveva notato che ogni volta

che la vespa si allontanava alla ricerca di un'ape, dava prima qualche piccolo calcio alla

sabbia per ricoprire e nascondere l'entrata del nido: eppure al ritorno non sembrava avere

nessuna difficoltà a ritrovare il proprio nido, anche se questo era coperto e in mezzo a

centinaia di nidi di altre vespe. Come faceva la vespa a ritrovare il proprio nido?

Tinbergen disorienta le vespe Tinbergen catturò le vespe, marcò con lo stesso colore

loro e il nido, le rilasciò e si assicurò che al ritorno fossero in grado di ritrovare il nido

giusto. Successivamente si dedicò a un'osservazione attenta e paziente del loro

comportamento: notò che ogni volta, al momento di partire per la caccia di api, la vespa

decollava molto lentamente passando un po' di tempo

proprio sopra il nido prima di allontanarsene. Forse la vespa

stava memorizzando qualche punto di riferimento vicino al

nido per ritrovarne l'ingresso al ritorno? Timbergen trovò

un modo per capire se questo fosse vero e confermò la sua

ipotesi con due esperimenti. Nel primo, non appena la vespa

si era allontanata per la caccia tolse qualunque rametto,

ciuffetto d'erba o sassolino nei dintorni del nido che poteva

in qualche modo identificarlo. Il risultato fu che le vespe si

mostravano disorientate, si allontanavano e si

riavvicinavano più volte, fino a lasciar cadere la preziosa

preda per poter cercare più da vicino, camminando sulla sabbia, ma non sempre erano in

grado di ritrovare il proprio nido.

Nel secondo esperimento Tinbergen pose a cerchio intorno all'entrata del nido una serie

di piccole pigne. Lasciò che la vespa familiarizzasse con questi punti di riferimento e poi

spostò il cerchio di pigne appena 30 cm più in là. Il risultato fu che le vespe cercavano

senza esitazione all'interno del cerchio l'entrata del nido!

Originale:

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Un furbo gabbiano... Timbergen non si dedicò solo ai lupi delle api.

Studiando il gabbiano comune notò che, appena dopo la nascita dei suoi

piccoli, si allontana per pochi minuti dal nido e porta con sé i gusci rotti

delle uova che lascia cadere poco lontano. […]

… e un etologo attento Tinbergen pensò di fare alcuni esperimenti.

Sparse alcune uova di gabbiano sulle dune sabbiose,

proprio là dove i corvi regolarmente passavano alla ricerca di uova o

di piccoli di gabbiano per cibarsene. Mise anche qua e là gusci di

uova rotte, qualcuno vicino alle uova intere e qualcuno più lontano.

La conseguenza fu che le uova intere che avevano i gusci rotti

vicino venivano trovate dai corvi molto più facilmente di quelle

isolate, e venivano, quindi, mangiate! Infatti, mentre le uova intere

hanno una colorazione che le rende pressoché invisibili sulla sabbia,

il loro interno, visibile nei gusci rotti, è bianco e attira l'attenzione.

Questo vuole dire che abbandonare il nido per buttar via i gusci rotti è sì pericoloso, ma

allontanarsi e lasciarli nel nido rendendolo più visibile, è ancora più pericoloso. Anzi, il

primo comportamento è talmente conveniente che esso è adottato anche da altre specie

come, per esempio, il tarabuso, un parente del più noto airone cinerino.

L'etologo di ieri…Sia l'etologo di ieri sia quello di oggi procedono con lo stesso

metodo: fanno osservazioni pazienti e dettagliate, si pongono una domanda sul 'come' e

sul 'perché' del comportamento osservato e provano a trovare una risposta appropriata.

Poi, attraverso ulteriori osservazioni o con esperimenti, cercano di scoprire se la risposta

pensata si rivela giusta oppure è necessario cercarne un'altra. Questo è un procedimento

tipico della scienza. […]

… e quello di oggi Oggi, […] con l'accumularsi delle conoscenze sul comportamento,

gli etologi di oggi sono molto impegnati a rispondere alle domande sulla funzione e sulle

conseguenze dei vari comportamenti, sul confronto tra le specie e sulla comprensione

del modo in cui il comportamento di ciascuna specie sia influenzato dalla convivenza

con le altre specie e dall'ambiente. La descrizione del comportamento rimane comunque

un compito di grande importanza e sicuramente un punto di partenza per qualunque

studio etologico.

L'etologia nella vita di tutti i giorni: polli, cani e scimmie, ma anche conigli, maiali e

persino cervi e struzzi, sono animali allevati per diventare nostro cibo. Le condizioni di

allevamento però possono essere talmente innaturali (negli allevamenti intensivi) da

provocare disturbi comportamentali che ne minacciano la crescita e la riproduzione. La

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Etologia ed evoluzione

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conoscenza del comportamento naturale e dei suoi meccanismi può risultare allora molto

utile per migliorare il modo in cui gli animali vengono allevati.

Altri animali domestici, come i cani, non solo ci fanno compagnia, ma sono anche

di grande utilità in molte attività dell'uomo. Osservando il comportamento di un cane

con altri cani o le sue interazioni con l'ambiente (v. figg. 1, 2, 3), è facile notare come i

cani usino prevalentemente il senso dell'olfatto, che hanno molto sviluppato, per

conoscere ciò che li circonda.

Foto1 Foto2 Foto3

Questa caratteristica li ha reso preziosi come 'collaboratori' della polizia

per trovare anche minime quantità di droga.

Per addestrare gli animali, si procede proprio rinforzando abilità che sono

tipiche della loro specie. Per esempio, studi in

natura del cebo dai cornetti, una scimmia grande

come un gatto che vive nell'America Meridionale,

hanno rivelato che il cebo usa molto le mani per

trovare, manipolare e trasformare il cibo di cui si nutre (sa

rompere le noci usando un sasso come facciamo noi con i pinoli).

Il cebo dai cornetti quindi è stato scelto come la specie più

adeguata per aiutare persone che hanno perso l'uso delle braccia e

delle mani e viene addestrato ad assolvere compiti come, per

esempio, aprire una lattina o una bottiglia, infilarci dentro una cannuccia e poi metterla

in bocca alla persona invalida che così può bere.

Qualche risposta… ai 'come' e ai 'perché' Come può la formica scoppiare?

Contraendo molto forte i muscoli addominali. Come fanno gli

anatroccoli a seguire sempre e solo la propria mamma? Imparando

la voce materna prima della schiusa dell'uovo e con un forte

attaccamento alla sua figura perché è la prima che vedono appena

nati. Perché i piccoli di toporagno si mettono in fila indiana? Per

stare a stretto contatto con i fratelli e la mamma, di cui riconoscono

l'odore in modo da non perdersi. Perché l'orso si gratta la schiena

contro i tronchi? Per depositare il suo odore sui tronchi e marcare il territorio.

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L'etogramma Osservando individui di una stessa specie è possibile

essere colpiti sia dalla somiglianza dei comportamenti esibiti da diversi

individui sia dalle differenze di comportamento dello stesso singolo

individuo. Le lunghe ore di osservazione degli animali che

caratterizzano il mestiere di etologo servono essenzialmente a due

scopi: cercare di isolare singoli comportamenti che riconosciamo come

tipici della specie; fare un elenco dettagliato dei singoli comportamenti,

con una breve descrizione e dando loro un nome. Questo elenco si

chiama etogramma. Disporre di un etogramma permette ad altri etologi

di usarlo come strumento di base per studiare diversi aspetti del

comportamento di una stessa specie e per poter confrontare il proprio

studio con quello già realizzato da altri.

Fissa i concetti con la

seguente mappa:

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imprinting-l-apprendimento-

precoce--oca-Martina--

mind_maps

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Il comportamento animale

sapere.it

[…]Il comportamento ha basi biologiche che dipendono, in ultima analisi, dal

patrimonio genetico della specie. Infatti ogni stimolo ambientale viene percepito

attraverso gli organi di senso e poi vagliato e integrato con altre informazioni dal sistema

nervoso. È perciò lecito affermare che la complessità dei comportamenti messi in atto da

una specie dipende dalla complessità dell'organizzazione dei suoi apparati, e in

particolare del sistema nervoso.

Si usa distinguere i comportamenti in due categorie: quelli innati, cioè

determinati dal patrimonio ereditario, e quelli appresi tramite l'esperienza.

Comportamenti innati

sapere.it

I comportamenti innati (o istintivi) sono controllati da fattori genetici e sono

tipici della specie. Vengono trasmessi di generazione in generazione e non sono

influenzati da esperienze precedenti, da imitazioni o dall'apprendimento. Sono

particolarmente importanti per le specie poco evolute, dotate di un sistema nervoso

primitivo non adatto a immagazzinare esperienze.

Si riconoscono quattro forme di comportamento innato: cinesi, tassie, riflessi e

moduli di azione fissa (sono considerati comportamenti innati anche gli impulsi a

compiere funzioni biologiche, quali nutrirsi, riprodursi, allevare la prole, migrare).

Cinesi e tassie Cinesi e tassie sono movimenti

dell'intero organismo in risposta a uno stimolo

ambientale. Le cinesi si manifestano come

variazioni di velocità di un movimento casuale.

Un esempio di cinesi è rappresentato dagli

animali che vivono nel terreno e prediligono

luoghi umidi: non essendo in grado di

individuare l'ambiente che garantisca loro la

sopravvivenza, questi animali accelerano

l'andatura in una direzione casuale e si arrestano

quando hanno trovato una zona umida.

Le tassie sono movimenti orientati in una precisa direzione (di avvicinamento o di

allontanamento dalla sorgente di uno stimolo); un esempio di tassia si riscontra nelle

falene, che vengono attratte da un lampione acceso.

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Etologia ed evoluzione

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Riflessi I riflessi sono movimenti di una sola parte del corpo, spesso

rapidi e che non coinvolgono i centri superiori del sistema nervoso.

Riflessi si osservano anche nell'uomo: per esempio,[…], il battito delle

ciglia quando vengono sfiorate da un oggetto, il riflesso rotuleo (che

consiste nella rapida contrazione del muscolo anteriore della coscia, il

quadricipite, atto a estendere la gamba, in seguito alla leggera

percussione del legamento patellare, situato nella parte anteriore del

ginocchio).

Moduli di azione fissa I moduli di azione fissa si manifestano

in presenza di un preciso stimolo (stimolo chiave, o releaser )

e sono caratterizzati da una rigida sequenza di movimenti, che

una volta innescata viene completata anche se lo stimolo

cessa. […]. La scoperta dei moduli di azione fissa ha

permesso di constatare che ciascuna specie possiede un

repertorio tipico di movimenti più o meno stereotipati. Esempi

di moduli di azione fissa sono la modalità di richiesta di cibo

dei piccoli e i rituali di corteggiamento, spesso molto complicati […]. A questo

proposito, sono stati compiuti esperimenti per stabilire lo stimolo chiave che induce il

genitore di gabbiano reale a rigurgitare il cibo parzialmente digerito per passarlo al

proprio piccolo. Presentando ai piccoli di gabbiano reale nel nido sagome di becchi

diverse per la forma e il colore, gli etologi hanno constatato che questi toccano

maggiormente la sagoma allungata e in cui spicca una macchia rossa, analoga a quella

realmente presente sugli adulti della loro specie. Un esperimento simile è stato realizzato

per comprendere le interazioni aggressive e il comportamento di corteggiamento di un

pesce, lo spinarello. Si è osservato che lo stimolo chiave è uno solo, la colorazione rossa

sul ventre: questa innesca aggressività nei maschi rivali e attrazione nelle femmine. Un

caso in cui è evidente che il modulo di azione fissa, una volta

iniziato, deve essere completato si osserva nelle oche cinerine,

che fanno il nido in depressioni del terreno dalle quali le uova

possono rotolare fuori. Per recuperare un uovo, l'oca compie una

serie di movimenti con il capo, e anche quando l'uovo le sfugge

continua a compiere i movimenti di recupero in direzione del

nido, sebbene non ci sia più da spingere l'uovo (che rappresenta

lo stimolo chiave).

Fissa i concetti con la seguente mappa

https://www.examtime.com//p/491851-Comportamenti-

innati-mind_maps

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Etologia ed evoluzione

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Comportamenti appresi

sapere.it

L'apprendimento consiste in modificazioni del comportamento prodotte

dall'esperienza. Sono quindi escluse da questo fenomeno le modificazioni a breve

termine e quelle che derivano da cambiamenti strutturali del sistema nervoso centrale

(come la maturazione sessuale, l'invecchiamento, le lesioni). Apprendere significa

dunque acquisire, basandosi sulle esperienze precedenti, nuove modalità di risposta per

risolvere una situazione problematica o per adattarsi alle pressioni ambientali.

Sono comportamenti appresi l'imprinting, il condizionamento, l'apprendimento

per prove ed errori, l'assuefazione, l'intuito e l'apprendimento per imitazione.

Imprinting L'imprinting è una forma di apprendimento

caratteristica dei vertebrati, che ha luogo durante le prime fasi di

vita (periodo sensibile), quando l'animale può facilmente venire

"impressionato" (imprinting in inglese significa "impressione") da

un oggetto che ha vicino, su cui dirigerà in seguito particolari

reazioni istintive. Il termine "imprinting" fu coniato dal suo

scopritore, l'etologo tedesco K. Lorenz. Il periodo sensibile,

durante il quale l'animale non distingue gli stimoli esterni e

subisce l'imprinting (sviluppando un attaccamento irresistibile

verso l'oggetto), è in genere molto breve: è limitato ad alcune ore o a qualche giorno, a

seconda della specie, dello stadio di sviluppo dell'animale al momento della nascita e

della durata di esposizione all'oggetto. Numerosi esperimenti sono stati compiuti su una

forma di imprinting, nota come reazione del seguire, su pulcini di varie specie di uccelli

che seguono sempre l'oggetto dell'imprinting. L'imprinting ha effetti che possono

perdurare per tutta la vita e in molte specie è responsabile dei legami di un animale con

il genitore (imprinting filiale), con l'ambiente in cui vive (imprinting sull'habitat) e delle

preferenze di tipo alimentare e sessuale (imprinting alimentare e sessuale). Se ne deduce

che l'imprinting serve all'animale per identificare la propria specie (e quindi è un fattore

chiave alla base del comportamento sociale ).

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Etologia ed evoluzione

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Condizionamento e apprendimento per prove ed errori Il processo di apprendimento

può essere ricondotto principalmente ai processi di condizionamento, di cui si

riconoscono due modelli: il condizionamento

classico e il condizionamento operante.

Nel condizionamento classico un animale mette

in atto una risposta associata a uno stimolo che

normalmente non causa quella risposta. Questo

comportamento è detto anche pavloviano dal

nome del suo scopritore, il medico russo I.

Pavlov (1849-1936). Facendo sentire a un cane

affamato il suono di un campanello prima di

presentargli della carne, Pavlov riuscì ad

addestrare l'animale a salivare al suono del

campanello. Il processo di salivazione all'introduzione del cibo in

bocca è la risposta incondizionata, mentre la salivazione in rapporto al campanello è la

risposta condizionata. Nel condizionamento operante l'animale impara a eseguire un

comportamento per ricevere una ricompensa o evitare una

punizione. Per esempio, un ratto introdotto in una gabbia in cui

la pressione su una leva provoca la comparsa di una pallina di

cibo ben presto apprende a premere regolarmente la leva per

ricevere il cibo. Il condizionamento operante è indotto dallo

sperimentatore e viene sviluppato nell'ambiente controllato del

laboratorio. Qualora un animale apprenda nel proprio ambiente

naturale un certo comportamento grazie a numerosi tentativi, si

parla di apprendimento per prove ed errori.

Assuefazione L'assuefazione è la perdita graduale di reazione a

uno stimolo innocuo ripetuto. A differenza delle altre forme di

apprendimento, comporta la perdita di risposta a uno stimolo.

Grazie all'assuefazione gli animali non perdono tempo ed

energia per rispondere a uno stimolo che non arreca loro né

vantaggi né danni. Così, per esempio, gli uccelli imparano a

ignorare uno spaventapasseri che inizialmente li dissuadeva dal

posarsi su un campo.

http://www.centrosangiorgio.com/subliminale/articoli/immagini/

tabella_stimolo.jpg

https://encrypted-

tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9

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Rw

http://2.citynews-

romagnaoggi.stgy.it/~media/origina

le/10486335992/lo-spaventapasseri-

non-fa-piu-paura-nemmeno-agli-

uccelli.jpg

Etologia ed evoluzione

14

Intuito L'intuito consente a un animale di risolvere una

situazione nuova applicando le esperienze fatte in

passato, senza ricorrere a tentativi preliminari. È la

forma più elevata di apprendimento ed è tipica

dell'uomo. È stata studiata dal punto di vista etologico

inizialmente negli scimpanzé ed è riscontrata in altri

animali, quali i piccioni. L'esperimento che ha

dimostrato questa forma di apprendimento chiedeva a uno scimpanzé di trovare il modo

per raggiungere delle banane poste sul soffitto di una gabbia. Lo scimpanzé, osservando

l'ambiente, veniva attratto da alcune casse situate nella gabbia e grazie all'intuito capiva

che se le impilava una sopra l'altra, queste potevano diventare uno strumento per

raggiungere le banane.

Apprendimento per imitazione L'apprendimento per

imitazione consiste nell'acquisire nuovi comportamenti

osservando e imitando azioni compiute da un animale della

propria specie. I casi meglio documentati riguardano una

popolazione di macachi e alcune cince. Per studiare le abitudini

alimentari dei macachi che vivono sull'isola giapponese di

Koshima, alcuni etologi gettarono loro sulla spiaggia delle

patate dolci e videro che, per pulirle, i macachi toglievano i

granelli di sabbia uno a uno. Dopo circa due anni, però, essi

osservarono che una femmina aveva imparato a lavare le patate;

questa abitudine si diffuse nel giro di poco tempo, tanto che in

seguito tutti i macachi dell'isola lavavano le patate. In Inghilterra

negli anni '50 l'usanza dei lattai di lasciare davanti alle abitazioni le

bottiglie di latte si dimostrò antieconomica: per un caso fortuito,

una cincia ruppe con il becco il tappo di una bottiglia e si accorse

che sotto questo si trovava della panna. L'abitudine a forare i

coperchietti delle bottiglie si è trasmessa di generazione in

generazione e oggi è un comportamento tipico di questa specie. L'imitazione è, come

l'imprinting, un'altra modalità basilare del comportamento sociale e inoltre è un

importante fattore di trasmissione di ciò che viene chiamato "cultura" (trasmissione,

mediante l'apprendimento, di moduli di comportamento acquisiti, in modo da creare

"tradizioni").

Fissa i concetti con le Flash Cards

https://www.examtime.com//p/490960-Comportamento-animale-

flash_card_decks

http://images.treccani.it/enc/media/share/images/o

rig//system/galleries/FRONTIERE_DELLA_VITA

/IMMAGINI/Uso_di_strumenti_nelle_scimmie_fig

.5.jpg

http://www.golemindispensabile.it/v

edimmagine.php?_obj=Puntata34_d

ue&data=1

http://3.bp.blogspot.com/-

bAVqth8Z5KE/T60EuuqetqI/AA

AAAAAAYcs/Etjhf2_JZnU/s32

0/cince%2Blatte.jpg

Etologia ed evoluzione

15

Crea una presentazione, condivisa con

alcuni tuoi compagni, o in Google

Drive o utilizzando Prezi come nell’esempio

seguente:

http://prezi.com/qc26753qanzg/?utm_camp

aign=share&utm_medium=copy&rc=ex0sh

are

Completa la mappa concettuale: http://popplet.com/app/#/1559890

Curiosità

Corde vocali esterne per il koala Pubblicato da Andrea Romano su 10 dicembre 2013

oggiscienza.wordpress.com

I koala […] sono, letteralmente, animali eccezionali: non

solo rappresentano l’unico esponente vivente della famiglia

dei marsupiali Phascolarctidae nonché la sola specie di

vertebrati che si nutre quasi esclusivamente di foglie di

eucalipto […], possiedono anche un organo specifico, unico

al mondo, con cui producono i suoni. La rivista Current

Biology ha infatti recentemente pubblicato la scoperta di una

struttura ai lati della laringe di questa specie, adibita alla

produzione delle vocalizzazioni di corteggiamento (video). Si

tratta di due lunghe pieghe carnose, localizzate appena sopra

la laringe nel punto in cui avviene la connessione tra le cavità

orale e nasale, mediante cui i maschi sono in grado di

produrre suoni ad un tono circa venti volte più basso di

quanto ci si aspetterebbe per un mammifero della sua taglia.

Infatti, la tonalità del suono è strettamente legata alla dimensione delle corde vocali e della laringe, a

loro volta dipendenti dalla dimensione corporea: così, le specie più piccole producono vocalizzazioni

più acute, mentre in quelle più grandi i suoni sono più gravi. La tonalità dei vocalizzi dei maschi di

koala, sostiene Benjamin Charlton, biologo della University of Sussex di Brighton che ha guidato la

ricerca, sarebbero tipiche in una specie delle dimensioni di un elefante. È proprio sulla base di questa discrepanza che il gruppo di ricercatori ha indagato i meccanismi di emissione dei suoni dei koala e ha

sezionato diversi esemplari di sesso maschile deceduti in cattività, individuando queste “corde vocali”

Etologia ed evoluzione

16

peculiari.

La scoperta è importante in quanto mostra per la prima volta l’esistenza di un organo produttore

di suoni al di fuori della laringe in un mammifero terrestre. […]

Crediti immagine: Diliff, Wikimedia Commons

Curiosità

Fischi indimenticabili Pubblicato da Andrea Romano su 18 settembre 2013

oggiscienza.wordpress.com

Forse non avranno la memoria centenaria degli

elefanti, ma anche i tursiopi (Tursiops truncatus)

dimostrano di possedere straordinarie capacità nel

rielaborare ricordi a lungo termine, anch’esse

paragonabili a quelle umane. La scoperta è stata

recentemente descritta da una ricerca pubblicata

sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, che

ha mostrato come la memoria a lungo termine di

questa specie, già nota per le elevatissime capacità

intellettive, si manifesti prevalentemente nei contesti

sociali: i tursiopi si sono infatti dimostrati in grado

di riconoscere i fischi firma (signature whistles),

tipici richiami di riconoscimento individuale che identificano colui che lo emette […], dei propri

compagni di branco ad oltre 20 anni di distanza. Tale abilità è stata dimostrata mediante un brillante

esperimento che ha sottoposto 43 delfini in cattività a registrazioni di signature whistles sia di

esemplari con cui i soggetti dello studio non avevano alcuna familiarità sia di altri con cui avevano

condiviso il branco circa un ventennio prima. Nel primo caso, subito dopo una precoce fase di

curiosità, i tursiopi non hanno manifestato particolare interesse per le registrazioni subacquee percepite.

In altre parole, i signature whistles di estranei non hanno attratto la loro attenzione, tanto che tutti gli

individui hanno continuato le attività che stavano svolgendo in quel momento. Nel secondo caso,

invece, i delfini si sono dimostrati immediatamente ‘interessati’ ai fischi dei vecchi compagni di

branco, avvicinandosi all’altoparlante da cui provenivano e rispondendo agli stessi con il proprio

fischio identificativo. Se, da un lato, sembra evidente il ricordo degli ex-compagni di branco rievocato

dai fischi, dall’altro, restano da capire le possibili funzioni biologiche di una memoria sociale tanto

sviluppata. I tursiopi selvatici, infatti, difficilmente raggiungono un’età superiore ai 20 anni. In ogni

caso, fanno notare i ricercatori, il sistema sociale di questa specie, caratterizzato dalla periodica

formazione di gruppi seguito dal loro scioglimento (fissione-fusione), potrebbe aver favorito

l’evoluzione di tale comportamento, proprio come avviene negli elefanti.

Crediti immagine: NASA, Wikimedia Commons

Etologia ed evoluzione

17

Guarda il video

http://youtu.be/RRbVVLPZ83E

Darwin, Charles

treccani.it

di Antonio Fantoni

Il padre della teoria dell'evoluzione

Il naturalista inglese Darwin, dopo un viaggio di cinque anni intorno al mondo,

tornò in Inghilterra, dove studiò l'evoluzione di tutti i viventi e dell'uomo, intuendone

perfettamente i meccanismi. Le sue idee suscitarono tra i contemporanei scandalo

insieme a un enorme interesse

Uomini e scimmie Chissà perché, quando si parla di Darwin, c'è sempre chi comincia a

discutere di uomini e scimmie, rifiutando di aver qualcosa a che fare con quegli animali.

Eppure questo grande naturalista ha dato all'umanità la certezza scientifica

dell'evoluzione e, assieme a pochi altri pensatori del 19° secolo, ha contribuito a formare

la cultura prevalente del Novecento. È dunque bene conoscere la sua vita, le sue teorie

scientifiche e le reazioni che hanno prodotto nel mondo dei cittadini 'perbene' del suo

tempo.

Charles Robert Darwin nacque nel 1809 a Shrewsbury, nella campagna inglese.

La sua famiglia, benestante e anche aperta alle idee moderne, gli permise di studiare ciò

che gli piaceva. Darwin amava soprattutto la natura e studiò scienze naturali

all'università di Cambridge con grande successo.

Un lungo viaggio Dopo la vittoria su Napoleone dell'inizio dell'Ottocento, la flotta

inglese rimase padrona del mare. Il governo inglese fece costruire sette navi attrezzate

con le strumentazioni scientifiche più moderne; fra queste c'era il brigantino Beagle. In

occasione del suo secondo viaggio intorno al mondo, il capitano della nave chiese di

avere a bordo un naturalista per descrivere le specie animali e vegetali trovate. I

professori di Cambridge, interpellati, proposero il giovane e promettente Charles

Etologia ed evoluzione

18

Darwin. A 22 anni Darwin si imbarcò per la sua meravigliosa avventura e tornò a casa a

27 anni con molti taccuini pieni di appunti , casse colme di pietre, piante e scheletri

animali, e molte idee originali in testa.

L'origine delle specie Mettendo assieme le sue rigorose osservazioni

Darwin arrivò alla conclusione che tutti gli esseri viventi, uomo compreso,

sono sottoposti, nel succedersi delle generazioni, a lenti ma continui

cambiamenti, chiamati evoluzione. Oggi sappiamo che questi cambiamenti

originano da piccole modificazioni spontanee del DNA (note come

mutazioni) non ereditate dai genitori, ma trasferite ai figli. L'ambiente

seleziona (selezione naturale) gli individui che, a seguito di queste

mutazioni, risultano più adatti alla sopravvivenza e alla riproduzione; il

cambiamento, impercettibile nel corso di una generazione, è evidente nei

millenni della storia della vita sulla Terra. Tutti gli esseri viventi, inoltre,

hanno avuto una comune origine da organismi primordiali, da cui sono

derivati attraverso un lento processo di specializzazione.

Dopo molti anni, nel 1859, Darwin espose questa sua rivoluzionaria ipotesi

scientifica nel libro L'origine delle specie ad opera della selezione naturale, ossia il

mantenimento delle razze avvantaggiate nella lotta per la vita […].

Tante critiche Il libro però suscitò scandalo e forti avversioni, perché le idee esposte

erano troppo diverse da quelle della cultura prevalente a quel tempo, largamente

influenzate dalle credenze religiose. In effetti, la religione cristiana e quella ebraica si

basano sulla Bibbia, dove è scritto che le specie viventi sono state create così come sono

oggi e che l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, per cui non può avere

un progenitore in comune con le scimmie.

Oggi […] l'ipotesi di Darwin è stata accolta anche con forti distorsioni

interpretative: è il caso del cosiddetto darwinismo sociale che fu utilizzato, a fini

politici, da chi nei primi quarant'anni del Novecento ha voluto esaltare il diritto di una

specifica 'razza' umana ad asservire, e persino a sopprimerne altre, in virtù di una sua

non comprovata superiorità: questo aberrante punto di vista ebbe drammatiche

conseguenze in Europa soprattutto per gli Ebrei, ma anche per gli zingari.

La selezione naturale va invece interpretata con il fatto che chi è più adatto a

vivere nel proprio ambiente è avvantaggiato, e così trasmette i propri caratteri ereditari

alle generazioni future.

Darwin è morto nel 1882. È sepolto nell'abbazia di Westminster a Londra,

assieme a molti altri grandi inglesi, com'è giusto per chi ci ha lasciato una grande eredità

di idee e di cultura.

http://www.cirda

n.it/wp-content/gallery/co

pertine-

libri/copertina-

origine-specie-

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Etologia ed evoluzione

19

Simbiosi

ginux.univpm.it

L’evoluzione ha portato al consolidarsi di molti rapporti di dipendenza che via via si

sono instaurati fra organismi diversi; le specie coinvolte nei vari processi associativi

sono arrivate a sviluppare profonde modifiche, non solo a livello morfologico ma anche

biologico. Questi rapporti sono finalizzati alla sopravvivenza delle singole specie e

coinvolgono sia il regno animale sia quello vegetale. La natura del rapporto può

assumere aspetti diversi a seconda che solo una od entrambe le specie ne traggano un

vantaggio o addirittura uno svantaggio. Il legame può essere più o meno forte

raggiungendo livelli tali che la vita di almeno una delle due specie è imprescindibile

dall’altra. Analizziamo i casi più importanti attraverso alcuni esempi del mondo marino.

Epibiosi: definisce la possibilità che un organismo ceda parte

della sua superficie corporea ad un altro senza avere altri rapporti

specifici di mutua convivenza. È il caso ad esempio visto per

alcuni celenterati […] nei confronti dei poriferi[…]. Altri esempi

sono rappresentati dall’associazione di diverse specie di

molluschi […] di anellidi […]. Normalmente l’epibiosi comporta

un vantaggio per la specie che trova un substrato su cui insediarsi

e lascia indifferente l’altra, nel caso però che il numero o le

dimensioni degli epibionti siano eccessive, si può avere un certo

soffocamento dell’individuo sottostante.

Commensalismo: è un altro rapporto univoco in cui uno solo dei

partecipanti trae vantaggio senza per altro creare danno all’altro. Si pensi ad esempio ai

pesci pilota che utilizzano in parte le risorse trofiche procurate dagli organismi che

accompagnano.

Mutualismo: è un rapporto tale da generare vantaggi reciproci per

entrambi gli organismi. L’esempio più importante è senza dubbio quello

delle alghe con le madrepore che danno vita a imponenti biostrutture

come le barriere coralline […]. Un altro esempio facilmente

riscontrabile in immersione è rappresentato dal connubio paguro-attinia

dove il celenterato si fa trasportare per aumentare le possibilità di alimentazione e in

cambio offre protezione verso possibili aggressori del paguro (ad esempio i polpi).

Anche il rapporto esistente fra alcune meduse e i pesci pilota (avannotti di carangidi)

Etologia ed evoluzione

20

rientra in questa tipologia di relazioni: i piccoli pesci, fungendo da esca per altri pesci,

procurano indirettamente cibo alla medusa che in cambio offre protezione e permette ai

piccoli ospiti la recisione dei tentacoli deteriorati. Interessante è poi il caso dei pesci

pulitori (labridi) che svolgono una funzione igienica nei confronti di grossi predatori

alimentandosi dei loro parassiti e dei resti alimentari rimasti in bocca senza correre il

rischio di essere mangiati.

Inquilinismo: è il caso in cui uno dei due organismi vive all’interno del

corpo dell’altro […]

Parassitismo: è un rapporto sbilanciato in cui uno dei due

organismi approfitta dell’altro per trarne alimenti

danneggiandolo. Si può pensare ad esempio ad alcuni isopodi

che, aderendo alle scaglie dei pesci, ne succhiano il sangue

[…].

Approfondimenti

Guarda il video Le simbiosi tra animali acquatici

http://www.youtube.com/watch?v=PGhw9QtK3rU

Guarda il video Mimetismo

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-

fe610437-996d-4128-b59d-fcdc28427d52.html

Etologia ed evoluzione

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Mettetevi alla prova

Siete osservatori attenti?

http://www.focus.it/ambiente/animali/chi-li-ha-visti_C9.aspx#.

Ricordate?

https://googledrive.com/host/0B_NJ_Q4liyfQT1Z

GV2UzcWZ0V0U/etologia.htm

Questionario a scelta multipla https://googledrive.com/host/0B_NJ_Q4liyfQaE

dIalpVNnU3UFk/Etologia%20ed%20evoluzione

.htm