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Europa. Unione europea Rivista d’informazione per giovani

Europa. Rivista d’informazione per giovani giovani e famiglie con bambini potersi concedere un biglietto aereo. Anche in questo campo, l’UE ha eliminato monopoli nazionali e introdotto

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Europa.

Unione europea

Rivista d’informazione per giovani

Indirizzo Internet di questa rivista d’informazione, completa del relativo Libro dell’insegnante:

http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htmhttp://bookshop.europa.eu

Commissione europeaDirezione generale della ComunicazionePubblicazioni1049 BruxellesBELGIO

Redazione completata nel maggio 2013.Testo: Eckart D. Stratenschulte, Europäische Akademie Berlin. La pubblicazione «Europa. Das Wissensmagazin für Jugendliche» è stata originariamente pubblicata a cura di Aktion Europa (Governo federale della RFG, Parlamento europeo, Commissione europea) in Germania ed è stata rielaborata e aggiornata dalla direzione generale della Comunicazione della Commissione europea. L’impaginazione originale è stata curata da Zeitbild Verlag und Agentur für Kommunikation (Berlino) in collaborazione con MetaDesign AG (Berlino). Anche la serie fotografica che riproduce i giovani Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette è stata curata da Zeitbild. Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione europea, 2013

ISBN 978-92-79-29215-6doi:10.2775/11721

56 pagg. — 21 × 29,7 cm

© Unione europea, 2013È consentita la riproduzione. L’uso o la riproduzione del materiale fotografico può avvenire solo su autorizzazione diretta dei titolari dei diritti d’autore.

1 L’Europa nella vita di tutti i giorni 4Salve ragazzi! Siamo allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino e vi accompagneremo attraverso tutta la rivista.

2 Ma cos’è, insomma, l’Unione europea? 10L’Unione europea è costituita da 28 Stati che si sono riuniti per prendere in mano le redini del proprio destino.

3 Come funziona l’Unione europea? 16L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Tuttavia, l’UE non ha affatto la struttura di uno Stato.

4 Ma cosa fa effettivamente l’UE? 24Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che ficchi il naso dappertutto. Insomma, chi ha ragione?

5 L’Europa avanza: l’allargamento dell’Unione europea 34L’Unione europea, pur fondata da sei Stati, ha sempre puntato all’Europa intera: è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri.

6 L’Europa nel mondo 40Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente la maggioranza della popolazione mondiale.

7 Il futuro dell’Europa 46Come si va avanti? La missione dell’UE nel 21º secolo.

Indice

Indice | 3

Europa.Rivista d’informazione per giovani

1L’Europa nella vita di tutti i giorni

«Salve ragazzi! Siamo Alice, Jello, Patricia, Motian e Janette, allievi della scuola media superiore «Robert Jungk» di Berlino, una scuola a indirizzo globale con classi miste polacco-tedesche che si dedicano all’Europa. Ci rivedrete in questa rivista, insieme a un paio di importanti informazioni. In vari capitoli, vedrete che troverete compiti, quiz e idee da discutere, assai interessanti: Anche imparare può essere divertente!».

4 | L’Europa nella vita di tutti i giorni

«L’Europa è altrove!». Si tratta, naturalmente, di un’esclamazione senza senso: come cittadini dell’Unione europea (UE), l’Europa è casa nostra e noi ci siamo in mezzo. E tuttavia l’Europa è, per molta gente, veramente molto lontana, soprattutto l’Unione europea, cioè proprio l’associa-zione dei vari Stati europei che insieme vogliono dare una forma comune al proprio futuro. Scopo di questo capitolo è prendere un po’ di confidenza con l’Unione europea. Vedrete che ben presto anche voi direte: l’Europa? Siamo noi!

Quanti membri ha l’Unione europea?

12 15 25

28 30

Come vengono eletti i deputati al Parlamento europeo?

Non sono affatto eletti ma nominati da ciascun capo di Stato su proposta del capo del governo.

Con elezioni parlamentari che si svolgono in ciascuno Stato membro, perché i deputati europei sono contemporaneamente anche membri dei parlamenti nazionali.

Sono inviati al Parlamento europeo dai parlamenti regionali.

In elezioni a suffragio universale diretto, esattamente come i deputati al parlamento del proprio paese.

Quanti Stati dell’UE hanno adottato la moneta unica, l’euro?

tutti gli Stati dell’UE i sei Stati fondatori

13 Stati 17 Stati

L’UE ha speso, nel 2013, circa 133 miliardi di euro. Secondo voi, questa spesa che percentuale rappresenta del risultato economico, cioè del prodotto interno lordo (PIL), degli Stati membri?

80,9 % 50,2 %

15,3 % 0,99 %

La Corte di giustizia dell’Unione europea vigila sull’attuazione del diritto europeo. Dove si trova la sede della Corte di giustizia?

a Lisbona a Bruxelles

a Strasburgo a Lussemburgo

Compito

Compito

Piccolo quiz sull’Europa

Quanto è lontana «Bruxelles»?Ogni giorno, nei notiziari radiotelevisivi o sui giornali, sentiamo parlare di Unione europea. Ciononostante, molte gente non è per nulla interessata all’UE. Come mai, secondo voi?

L’UE non è importante per la nostra vita.

L’UE è troppo complicata. I media non danno notizie sufficienti sull’UE.

Tutte le questioni importanti vengono decise negli Stati membri, non a Bruxelles o a Strasburgo: è sufficiente quindi occuparsi della politica nazionale.

La politica è generalmente noiosa

E per te personalmente?Io mi interesso all’Unione europea:

molto abbastanza così così

poco molto poco per nulla

perché

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rbis

L’Europa nella vita di tutti i giorni | 5

Compito

Cosa c’entra l’UE con la nostra vita? Dieci esempi

Aspetti della nostra vita Il legame con l’UE

Ritengo che sia

molto importante

importantepoco

importante

Il commercio all’interno dell’Europa si intensifica di giorno in giorno. Oltre alle grandi compagnie, ne approfittano ora sempre più anche le piccole e medie imprese. Tutto ciò contribuisce a consolidare l’occupazione.

Grazie all’apertura del mercato interno europeo, che conta 500 milioni di persone, il commercio tra i paesi dell’UE è aumentato dagli 800 miliardi di euro del 1992 ai 2 540 miliardi di euro del 2010.

Anche telefonare è divenuto negli ultimi anni molto meno caro.

L’UE, infrangendo i monopoli nazionali, ha liberalizzato il mercato delle telecomunicazioni e lo ha aperto alla concorrenza. Se la concorrenza non funziona in misura sufficiente, interviene l’UE direttamente. Così, grazie all’intervento del Parlamento europeo e della Commissione, le telefonate all’estero fatte con il cellulare costano oggi molto meno.

Anche volare è diventato negli ultimi anni molto più economico, tanto che ora è più facile per giovani e famiglie con bambini potersi concedere un biglietto aereo.

Anche in questo campo, l’UE ha eliminato monopoli nazionali e introdotto la concorrenza. Oggi, è possibile volare dall’Ungheria alla Francia con una compagnia aerea britannica. Sono stati inoltre rafforzati i diritti dei passeggeri. Chi restasse bloccato in aeroporto a causa del famigerato «overbooking» o mancasse un appuntamento per un ritardo, dovrà essere indennizzato.

Eventuali contratti scaturiti dalle cosiddette «vendite porta a porta» in cui, a forza di chiacchiere, si è quasi costretti a comprare enciclopedie o aspirapolveri, possono essere revocati, evitando così ulteriori danni ai malcapitati. Ciò vale anche per contratti firmati casualmente per strada, come l’abbonamento a una rivista, ma anche per altri contratti.

Grazie a una direttiva applicabile in tutta Europa, l’UE ha fortemente limitato la validità di «affari» di questo tipo. Dopo tali transazioni, oggi si può fare una pausa di riflessione anche se il contratto è già stato firmato.

6 | L’Europa nella vita di tutti i giorni

Compito

Compito

L’UE entra in casa nostraPensate un momento alla vita quotidiana della vostra famiglia. Vi accorgete dell’UE?Trovate degli esempi! Pensate all’alimentazione, ai soldi, alla scuola, allo studio e ai viaggi, agli acquisti e al lavoro.

Quali risposte hanno dato gli alunni?Valutare i risultati e discutere le valutazioni emerse.

Aspetti della nostra vita Il legame con l’UE

Ritengo che sia

molto importante

importantepoco

importante

Il periodo di garanzia su beni di consumo come gli apparecchi elettronici è oggi di due anni. Se quindi il cellulare dopo un anno si rompe, dovrà essere riparato o sostituito gratuitamente.

La normativa europea ha permesso di introdurre scadenze unitarie. La garanzia vale in tutta Europa e non dipende dal paese UE in cui il cliente ha acquistato un oggetto.

La degradazione dell’ambiente non conosce confini. Noi tutti dobbiamo a respirare. I problemi legati all’inquinamento dell’aria pulita hanno perciò assunto un particolare rilievo. Negli ultimi anni, la qualità dell’aria che respiriamo è migliorata.

Sulla qualità dell’aria, l’UE ha introdotto in tutta Europa norme vincolanti che gli Stati membri devono attuare con misure concrete

L’acqua serve a lavarsi. Ma non solo: dobbiamo soprattutto berla. E allora la sua qualità diventa fondamentale. Chi vive nell’UE, apre il rubinetto e può riempirsi un bicchier d’acqua senza preoccupazioni.

Ormai da dieci anni esistono norme UE sull’acqua potabile a cui tutti gli Stati membri devono uniformarsi.

Viaggiare in Europa è oggi assai semplice. Al confine tra la maggior parte degli Stati europei non esiste ormai alcun controllo.

L’UE, grazie all’accordo di Schengen, ha reso superflui i controlli tra Stati alle frontiere. Viaggiare da Capo Nord alla Sicilia senza un solo controllo di frontiera è ormai una cosa normale nell’UE. Fanno eccezione solo l’Irlanda e il Regno Unito. Anche Bulgaria, Cipro e Romania non fanno ancora parte dell’accordo.

In molti Stati europei, i cittadini dell’UE possono lavorare come a casa loro. Chiunque può mettersi a pensare dove convenga risiedere o cercare un lavoro.

Nell’ambito del mercato interno dell’UE si ha il diritto di circolare liberamente. Per un viennese è altrettanto possibile lavorare a Bruxelles, a Roma, a Londra o a Varsavia come a Linz o a Innsbruck.

Purtroppo, anche in vacanza ci si può ammalare o subire un incidente. Che sollievo poter essere curato senza problemi, e senza dover pagare, come accade in molti paesi europei!

Gli Stati membri mettono reciprocamente a disposizione i propri regimi di assicurazione contro le malattie. Basta esibire la tessera europea di assicurazione malattia o il certificato sostitutivo provvisorio e si potrà pensare solo a guarire e non a una burocrazia di cui forse non si conosce neppure la lingua..

L’Europa nella vita di tutti i giorni | 7

La libera circolazione non è appannag-gio della sola manodopera, ma anche di turisti, pensionati, studenti e ap-prendisti.

La mobilità degli studenti, ad esempio, viene promossa dal programma UE «Erasmus», che offre agli studenti un sostegno finanziario e organizzativo per un periodo di soggiorno presso una università partner europea e che permette, attraverso un sistema di valutazione europeo, il riconoscimento delle competenze acquisite all’estero da parte delle università nazionali. Perciò, anche da questo punto di vista, i semestri frequentati all’estero non vanno persi.

Esiste anche un particolare program-ma UE destinato agli apprendisti, de-nominato «Leonardo da Vinci», che promuove la formazione professionale transfrontaliera con contributi finan-ziari e organizzativi. Ogni anno, vi ri-corrono 75 000 giovani cittadini dell’UE, che assolvono così parte del loro apprendistato in un altro paese. Al programma collaborano varie imprese e istituzioni. In tal modo nascono pro-getti ai quali i giovani (apprendisti, giovani lavoratori e anche giovani di-soccupati) possono chiedere di parte-cipare.

È vero che, all’inizio, bisogna forse fare qualche sforzo per adattarsi a progetti che si svolgono in un altro paese, ma i giovani che vi partecipano parlano di esperienze molto positive.

Formazione professionale e studi universitari nei paesi UE

Alice: «Tra il 1987 e il 2012, circa 2,4 milioni di studenti e 300 000 insegnanti complessivamente hanno trascorso uno o due semestri in un altro paese UE nell’ambito del programma Erasmus. In 28 Stati UE e in cinque altri paesi esistono oltre 3 000 istituti di livello universitario che hanno partecipato alla cooperazione accademica».

Confrontare i risultati emersi nelle vostre discussioni e discuterli!

Compito

Provate a immaginare di trascorrere voi stessi una parte del vostro apprendistato o un anno di studio o addirittura l’intero corso universitario all’estero Fate un elenco di argomenti pro e contro! Prevalgono le ragioni a favore o quelle contrarie?

Argomenti a favore di un periodo di formazione all’estero

Argomenti contrari a un periodo di formazione all’estero

1. 1.

2. 2.

3. 3.

4. 4.

8 | L’Europa nella vita di tutti i giorni

Abbiamo cominciato chie-dendoci perché l’Europa sembri essere a tanta gente così lontana. Persone diverse possono avere motivi diversi per pensarlo.

Ma, riflettendo bene, si vede subito che l’Europa o, meglio, l’Unione europea, in realtà è vicinissima e influisce su molti aspetti della nostra vita.

A cominciare dai soldi: l’euro è una moneta unica, non an-cora adottata da tutti gli Stati membri, anche se lo è da ben più della metà di essi. Quando andiamo in vacanza in Austria, Francia o Spagna, possiamo pagare con la no-stra moneta unica. Ma anche in paesi in cui non è la valuta ufficiale, l’euro viene accet-tato ben volentieri in quanto moneta forte internazionale. Con l’euro siamo i benvenuti in tutto il mondo.

Il fatto che, oggi, in Europa sia così semplice viaggiare è per molte persone talmente ovvio che non se ne accorgo-no nemmeno. Fino a poco tempo fa, però, non era af-fatto così. Esistevano ancora i controlli dei passaporti alle frontiere e i doganieri con-trollavano occhiutamente

L’Europa nella vita di ogni giornoquali acquisti ci portassimo a casa.

Volare è divenuto molto più economico. Anche questo aspetto ha a che fare con l’UE, che ha provveduto a spezzare i monopoli nazio-nali. In pratica, non esisten-do più una compagnia di bandiera per ciascun paese che abbia il permesso di co-prire, da sola e a prezzo ele-vato, tutte le rotte, ogni compagnia aerea può vola-re, all’interno dell’UE, verso qualunque destinazione. Oggi, ad esempio, si può vo-lare dalla Danimarca alla Spagna con una compagnia irlandese.

La sicurezza dei voli nell’UE, che è indiscutibile, è stata ottenuta anche grazie alle norme di sicurezza comuni stabilite dall’Unione europea per tutti gli Stati membri e che impediscono, tra l’altro, l’ingresso nel nostro spazio aereo di «carrette dell’aria».

Molte di queste norme si devono al mercato interno. Se vogliamo effettivamente avere un mercato interno, in seno al quale chiunque pos-sa acquistare e produrre come e dove vuole, allora

occorrono anche regole co-muni.

Nell’UE collaborano stretta-mente tra loro anche le au-torità di polizia, un’attività coordinata da una istituzione specifica: Europol, composta non da «superpoliziotti» che inseguono banditi in tutta Europa a pistole spianate, ma da agenti dei vari paesi aderenti che raccolgono in-formazioni su crimini, crimi-nali e criminalità e li tra-smettono poi alle autorità di polizia dell’intera UE. Queste informazioni riguardano sempre la grande criminali-tà. Europol non si occupa di divieti di sosta ma di traffi-canti di esseri umani, di con-trabbandieri di droga, di fal-sari e delinquenti sessuali, di ricettatori di veicoli rubati e di truffatori su Internet, gen-te che, per i propri loschi af-fari, approfitta volentieri del-le frontiere aperte.

Nemmeno l’inquinamento ambientale conosce confini. Le minacce all’ambiente si possono perciò affrontare solo se lo facciamo insieme. Questo riguarda tutti noi da vicino e in modo immediato proprio perché noi tutti re-

Compito

Simboli europeiConoscete i simboli e gli oggetti qui riprodotti? Dove si possono trovare? Riflettete sulla relazione che essi hanno con l’Europa e con la nostra vita!

spiriamo, beviamo e trattia-mo l’acqua e ci nutriamo di prodotti della terra. La tutela dell’ambiente in Europa, così come è praticata grazie alle norme comuni europee, ga-rantisce che nell’UE nessun paese possa procurarsi van-taggi economici rispetto agli altri ignorando i vincoli am-bientali per produrre così beni meno cari. Il dovere di conformarsi a un comporta-mento di equità in seno al mercato interno consolida e garantisce l’occupazione, perché impedisce la concor-renza sleale.

Molti rifiutano gli alimenti prodotti con materie prime modificate geneticamente. Ma come riconoscere se i nostri corn flakes sono a base di un mais genetica-mente modificato? L’UE ha introdotto, per tutti i produt-tori di alimenti, l’obbligo di etichettarli. Se il prodotto contiene componenti geneti-camente modificate, ciò deve risultare anche sulla confezione.

Gli esempi sono infiniti, ma ormai è chiaro: l’Europa? Sia-mo tutti noi! E l’Europa ri-guarda tutti noi.

L’Europa nella vita di tutti i giorni | 9

2Ma cos’è, insomma, l’Unione europea?

10 | Chi fa parte dell’UE?

Quando si parla di Unione europea si parla di 28 Stati che si sono riuniti per gestire insieme il proprio destino. Quali sono gli Stati che insieme formano l’Unione europea e perché si sono messi insieme?

Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno Unito, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stato della Città del Vaticano, Svezia, Svizzera, Ucraina, Ungheria.

Compito

Compito

Chi fa parte dell’UE? Ecco, di seguito, un elenco di Stati. Si trovano tutti in Europa ma non tutti appartengono all’Unione europea. Cercate di scoprire quale di essi sia membro dell’UE. Inseritelo nell’elenco che segue e fatelo secondo la data di adesione.

Che altro sapete o potete riuscire a trovare su questi paesi?Raccogliete le vostre informazioni lavorando in gruppi; ordinatele e illustratele in modo sistematico. Cosa sappiamo della cucina, della cultura, delle lingue di questi paesi? Compilate una specie di carta d’identità dei paesi sui quali sapete di più o su cui avete raccolto più informazioni.

Paese Data di adesione Popolazione CapitaleMembro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958 Membro fondatore 1952/1958

1973197319731981198619861995199519952004200420042004200420042004200420042004200720072013

Stati membri dell’UE

Chi fa parte dell’UE? | 11

Essendo l’UE un’organizzazione demo-cratica, essa deve poter comunicare non solo con i suoi cittadini ma anche con i governi degli Stati membri e le loro amministrazioni, con le imprese e con i più svariati tipi di organismi, nelle rispettive lingue. Ognuno ha il diritto di sapere cosa venga fatto in suo nome e di partecipare attivamente alla vita pubblica senza prima aver dovuto im-

Perché l’Unione europea ha così tante lingue ufficiali?

parare una lingua straniera. Inoltre, l’Unione europea emana prescrizioni che valgono immediatamente per tutti i cittadini dell’UE. Tali prescrizioni, per essere accessibili nelle rispettive lingue madri a tutti i cit-tadini e, naturalmente, ai tribunali di ogni ordine e grado, devono quindi es-sere pubblicate in tutte le lingue ufficia-

li. L’uso delle lingue ufficiali contribuisce quindi alla trasparenza, alla legittimità e all’efficienza dell’UE e dei suoi organi.

Un quiz molto divertente sulle lingue europee si trova alla pagina webhttp://ec.europa.eu/languages/quiz/quiz_it.htm

Compito

Parli europeo? Dopo l’adesione del paese la cui capitale è Zagabria, l’Unione europea, ha 24 lingue ufficiali. Ricomponetele dalle sillabe che seguono:

a, bul, ce, ce, co, co, co, co, co, cro, da, de, de, de, de, e, e, er, fin, fran, ga, ga, ghe, ghe, gle, gno, gre, i, in, lac, lan, lan, let, li, li, lia, lo, mal, me, ne, ne, no, no, ne, ne, no, no, po, por, re, ro, ru, sco, se, se, se, se, se, se, se, se, se, slo, slo, spa, sto, sve, ta, te, te, to, to, to, tua, un, vac, ve

Piccolo quiz sull’Europa1. Qual è la più piccola capitale dell’UE e quanti abitanti ha?

2. Qual è la capitale dell’UE più fredda, quella in cui, cioè, la temperatura media in gennaio è più bassa?

3. Qual è la montagna più alta dell’Unione europea?

4. Quali sono i mari che bagnano l’Unione europea?

5. Quali Stati dell’UE hanno un ordinamento monarchico e hanno come capo un re o una regina?

6. Quante lingue ufficiali esistono in Belgio?

7. Quale paese dell’Unione europea ha la popolazione più numerosa?

8. Quale paese dell’UE ha la superficie più vasta?

9. Quale capitale dell’Unione europea si trova più a Est?

Domanda speciale per esperti: 10. Perché la bandiera dell’UE ha dodici stelle e non una per ciascun Stato membro?

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12 | Chi fa parte dell’UE?

Gli stati dell’UE non differiscono tra loro solo per grandezza ma anche per ric-chezza. Esistono paesi nei quali la gente gode in media di un livello di vita piutto-sto elevato e altri in cui il livello di vita è nettamente inferiore. È naturale quindi domandarsi come poter misurare que-ste grandezze e queste diversità. Anche perché in ogni paese vivono sia persone benestanti sia poveri. Che cosa prendia-mo come unità di misura? L’imprendito-re o il suo autista, la segretaria o il pri-mario ospedaliero?

La statistica economica ha risolto que-sto problema provvedendo innanzitutto a misurare la forza economica di un paese. Si tratta della somma di tutti i valori prodotti da un paese nell’arco di un anno. Tutte le automobili prodotte da tale paese nell’arco di un anno, tutti i

Economiatagli di capelli effettuati da un parruc-chiere, tutti i litri di latte munti da una mucca e rivenduti, vengono espressi in una valuta e sommati. Alla somma di tutti questi valori si dà il nome di pro-dotto interno lordo (PIL). Il PIL, tuttavia, non riesce ancora a esprimere l’am-montare della ricchezza di un paese: esistono infatti paesi grandi e paesi piccoli. Il passo successivo è dunque quello di dividere il valore del PIL per il numero di abitanti del paese in questio-ne. Si ottiene così il PIL pro capite.

Ma non basta: se vogliamo comparare tra loro Stati molto diversi dal punto di vista economico, bisogna tener presen-te che ciascun paese ha un suo potere d’acquisto diverso da quello degli altri. Chi sia stato in vacanza in un altro pae-se avrà certamente potuto osservare

Come stanno gli europeiComparazione tra il prodotto interno lordo pro capite della popolazione in base alle PPA, 2011

che i prezzi all’estero possono essere più bassi o, al contrario, talora anche molto più alti rispetto a quelli di casa. Se in un paese un panino costa un euro, in un altro lo stesso panino può costare due o tre euro. Gli economisti calcolano perciò non solo la quantità di ricchezza di cui dispone pro capite la popolazione di un paese, ma anche la quantità di beni che è possibile acquistare con tale ricchezza. Questo è infatti l’aspetto de-cisivo e si chiama parità di potere d’ac-quisto (PPA). Solo le PPA rendono due paesi comparabili.

Ecco i risultati che si ottengono quando si compara la forza economica dei paesi dell’UE in base alle PPA.

Il prodotto interno lordo pro capite dell’Austria o dell’Irlanda risulta essere superiore del 29 % alla media europea. Il PIL pro capite dell’Italia è esattamen-te pari a tale media e i PIL pro capite della Bulgaria e della Romania sono in-feriori alla metà della media UE.

All’interno dell’UE, le differenze di «livel-lo di vita» continueranno a restare tali per molto tempo. L’Unione europea si è però imposta l’obiettivo di ridurre le di-stanze. Per questo le regioni più povere dell’UE ricevono aiuti finanziari destinati a migliorare le loro infrastrutture e,

quindi, le loro possibilità economiche. Questa è la cosiddetta politica struttu-rale. Ad essa è destinata la metà circa dell’intero bilancio dell’UE.

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Chi fa parte dell’UE? | 13

Come avete visto, l’UE si compone di Stati completamente diversi tra loro. Il più popolato, la Germania, ha quasi 82 milioni di abitanti. Il meno popolato, Malta, ne ha appena 400 000. L’Italia e la Finlandia sono membri dell’UE esat-tamente come la Polonia e il Portogallo. Se guardiamo una carta geografica si vede subito come sia varia l’UE. Vi si parlano diverse lingue, a loro volta scrit-te con tre diversi alfabeti. In essa convi-vono tradizioni, culture, abitudini ali-mentari e feste folcloristiche del tutto differenti. Anche le esperienze storiche sono diverse. In passato molti Stati che oggi sono nell’UE si sono fatti la guerra, con continue sottrazioni reciproche di territori; tuttora sopravvivono non pochi pregiudizi. Come è potuto accadere che, nonostante ciò, 28 Stati abbiano trova-to la via della concordia?

A questa domanda è possibile risponde-re solo guardando alla storia. Al termine della seconda, terrificante guerra mon-diale, scoppiata appena vent’anni dopo la prima, in molti si sono detti che ciò non avrebbe dovuto ripetersi ancora una volta.

Tra gli ex nemici Francia e Germania si fece strada l’idea di cessare la stagione dei conflitti e di allearsi, in modo anche da potersi controllare reciprocamente. Gli uomini politici che modellarono e realizzarono questo principio furono il ministro degli esteri francese Robert Schuman (1886-1963) e il cancelliere tedesco Konrad Adenauer (1876-1967).

La prima istituzione a partire dalla qua-le ebbe origine l’odierna UE fu la Comu-nità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), entrata in funzione nel 1952 con il compito di amministrare per con-to degli Stati aderenti le riserve di car-bone. All’epoca il carbone aveva la

stessa importanza che hanno oggi il petrolio e il gas naturale: era la princi-pale fonte di energia. E poiché molti te-mevano che in Europa scoppiasse un nuovo conflitto su questa materia pri-ma, si pensò di affidare la distribuzione del carbone e la ricostruzione dell’indu-stria pesante a un’amministrazione co-mune in cui fossero rappresentati gli Stati membri della CECA che, oltre alla Francia e alla Germania, erano in quel momento, il Belgio, l’Italia, il Lussem-burgo e i Paesi Bassi. Il principio sul quale si fondava la CECA era molto semplice: ogni Stato poteva intervenire in determinati dibattiti interni altrui e accettava intromissioni altrui nella pro-pria sfera di attività. In tal modo nessun paese avrebbe potuto tramare o addi-rittura armarsi segretamente a scapito di un altro. Si poteva però ricostruire in-sieme l’Europa. Al tempo stesso, ai partner diveniva possibile superare i re-ciproci timori e dare una base sicura alla pace in Europa. Il primo presidente dell’Alta Autorità della CECA fu il fran-cese Jean Monnet (1888-1979), ritenu-to anche uno dei più importanti fautori dell’integrazione europea.

Alcuni anni dopo, questo principio venne esteso all’intera economia attraverso la Comunità economica europea (CEE), istituita dal trattato di Roma nel 1957 ed entrata in funzione nel 1958.

Così, il conflitto si trasformò in una coo-perazione che ebbe un vasto successo e che permise il verificarsi di un’impetuo-sa crescita economica nella Comunità europea. Non desta perciò meraviglia se, nel corso degli anni, il numero dei paesi membri sia costantemente au-mentato. Nel 1973 la Danimarca, l’Ir-landa e il Regno Unito aderirono all’o-dierna UE; nel 1981 fu il turno della

Grecia, seguita, nel 1986, dal Portogallo e dalla Spagna. Con l’estinguersi del conflitto est-ovest si spianava la strada per paesi neutrali come l’Austria, la Fin-landia e la Svezia, che divennero mem-bri nel 1995, e anche per Stati fino allo-ra appartenenti alla zona d’influenza dell’ex Unione Sovietica. Nel 2004 ade-rirono una serie di paesi dell’Europa centrale e orientale: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Slo-vacchia, Slovenia e Ungheria. Ad essi si aggiunsero Cipro e Malta. Nel 2007 questa tornata di allargamento venne completata con l’adesione della Bulga-ria e della Romania. Il 1º luglio 2013 è stata accolta come 28º membro dell’UE la Croazia.

Nonostante contrasti e litigi, talvolta anche aspri, i principi fondamentali dell’UE sono restati da allora immutati: garantire la pace tra gli Stati membri, cooperare a fini di utilità reciproca e assumere un atteggiamento sempre più unitario verso l’esterno. Il fatto che da più di 50 anni l’UE abbia percorso un importante itinerario con il suo impegno a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani in Europa è stato ono-rato dal comitato del premio Nobel, che nel 2012 conferì all’Unione europea il premio Nobel per la pace. L’UE è quindi la prima unione di Stati al mondo cui sia stato concesso questo onore.

L’Unione europea: unita nella diversità

14 | Chi fa parte dell’UE?

1. Alla fine della seconda guerra mondiale, numerose città in tutta Europa sono pressoché distrutte: qui la città tedesca di Francoforte sul Meno.

2. Un atto simbolico: Jean Monnet, presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), presenta nell’apri-le del 1953 il primo blocco d’acciaio «europeo» e inaugura con questo gesto il mercato comune dell’acciaio.

3. 25 marzo 1957: i rappresentanti dei sei Stati fondatori Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica federale tedesca firmano a Roma i cosiddetti «trattati di Roma» con cui vengono fondate la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom).

4. Il 7 febbraio 1992 i capi di Stato o di governo firmano il trattato di Maastricht con cui viene fondata l’unione economica e monetaria (UEM).

5. Il trattato di Amsterdam del 1997 sancisce la progressiva istituzione di uno spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Qui, il testo del trattato con le firme e i sigilli.

6. All’inizio del 2007 l’UE dà il benvenu-to ai nuovi Stati membri Bulgaria e Romania con un grande striscione esposto all’esterno dell’edificio della Commissione europea a Bruxelles.

7. Il 10 dicembre 2012 a Oslo (Norvegia) viene consegnato all’Unione europea il premio Nobel per la pace. Il comitato del premio Nobel riconosceva così l’impegno pluridecennale profuso dall’UE a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani in Europa

Compito

Storia dell’UE per immaginiAssegnate alle fotografie che illustrano la storia dell’Unione europea le didascalie pertinenti.

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Chi fa parte dell’UE? | 15

3I tre presidenti dell’UE. Ciascuna delle tre grandi istituzioni dell’UE ha un presidente.Da sinistra a destra: Herman Van Rompuy (Consiglio europeo), José Manuel Barroso (Commissione europea) e Martin Schulz (Parlamento europeo).

Come funziona l’Unione europea?

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16 | Istituzioni

Di fatto, chi detiene il potere in Eu-

ropa? È chiaro innanzitutto che non

esiste una persona che decide la

rotta perché è il «capo». Ma dovrà

pur esserci qualcuno che indichi la

strada. Chi decide gli affari europei?

È un comitato oppure un paese? In-

somma, chi?

A prima vista, appare sempre un po’

noioso occuparsi di istituzioni, ma

sono proprio le istituzioni i luoghi in

cui si esercita il potere. La struttura

istituzionale dell’Unione europea

chiarisce perciò anche la questione

del potere, che comunque si presen-

ta in forma certamente diversa ri-

spetto a quanto avviene in un singo-

lo Stato membro.

L’Unione europea è un’associazione di Stati e di cittadini. Questo traspa-re anche dal modo in cui è costruita. Le questioni europee sono discusse sia dagli Stati (cioè, dai rispettivi governi) sia dalla popolazione di tali Stati. Ciò avviene attraverso il Con-siglio dell’Unione europea e il Parla-mento europeo.

Il Consiglio dell’Unione europea (spesso denominato «Consiglio dei ministri») rappresenta i governi degli Stati dell’UE. Di esso fanno parte i ministri di tutti gli Stati membri. A seconda dell’argomento, si tratterà ad esempio dei ministri degli affari esteri, dell’interno o dell’agricoltura. Il Consiglio è uno dei due organi decisio-nali. Nel Consiglio viene elaborata la

politica, sono emanate le leggi euro-

pee che, a seconda dei casi, si chia-

mano regolamenti o direttive. Senza

il Consiglio, insomma, nell’Unione

europea non funziona nulla. Il Consi-

glio delibera all’unanimità oppure a

maggioranza. Le decisioni a maggio-

ranza devono raccogliere il 70 % dei

voti circa (cioè una «maggioranza

qualificata»). I grandi Stati dell’UE

dispongono di un numero di voti

maggiore degli Stati piccoli. A partire

dal 2014, entrerà in vigore il principio

della «doppia maggioranza». Esso si-

gnifica che per ogni decisione occorre

una maggioranza di Stati membri

che, a loro volta, devono rappresen-

tare una maggioranza della popolazi-

one. Il presidente del Consiglio cam-

Chi detiene il potere in Europa? Le istituzioni dell’Unione europea

Da sinistra a destra: la Commissione europea a Bruxelles, il Parlamento europeo a Strasburgo, La Corte di giustizia dell’Unione europea a Lussemburgo e il Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles.

L’UE viene spesso paragonata a uno Stato. Talora si sente dire: «L’UE fa così e cosà. Da noi, invece le cose vanno diversamente: noi le facciamo cosà e così». Sono confronti che avvengono spesso ma vanno effettuati con prudenza. L’UE, infatti, non è uno Stato ma una particolare forma di as-sociazione di Stati. La sua struttura differisce pertanto notevolmente anche da quella del tuo paese. Scopo del presente capitolo è spiegare com’è costruita l’UE, quali siano le sue istituzioni e cosa fanno, quali competenze esse abbiano.

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Istituzioni | 17

Patricia: «Il Consiglio dei ministri rappresenta i governi degli Stati membri e decide le leggi europee».

Motian: «La Commissione europea amministra l’Unione europea e formula proposte per le leggi europee».

seno alla Commissione non rappresenta il proprio paese d’origine ma gli interes-si comuni dell’Unione europea. Ogni membro della Commissione è compe-tente per un determinato settore (ana-logamente a un ministro). La Commissi-one europea fa sì che gli Stati membri rispettino le regole comuni e per questo viene chiamata «custode dei trattati». Essa deve amministrare l’UE in base agli orientamenti formulati dal Consig-lio e dal Parlamento. Una particolarità del sistema europeo è il fatto che il Consiglio e il Parlamento possono deci-dere solo proposte presentate dalla Commissione. Questo esclusivo diritto di proposta permette alla Commissione europea di influire sulle decisioni, per-ché essa ne formula gli orientamenti. Con ciò viene garantito che, fin dal prin-cipio, si tenga conto degli interessi co-muni dell’Unione europea. Naturalmen-te, il Consiglio e il Parlamento possono discostarsi dalla proposta.

Alice: «La Corte dei conti europea controlla il bilancio dell’UE».

Jello: «La Banca centrale europea vigila sulla stabilità dell’euro».

Janette: «Il Parlamento europeo rappre-senta i cittadini e decide le leggi europee (direttive e regolamenti)».

nienti da tutti gli Stati membri. Per la

prossima elezione del Parlamento euro-

peo, nel 2014, il numero dei seggi è

stato fissato, conformemente al tratta-

to di Lisbona, a 751.

I grandi Stati membri hanno un numero

di deputati maggiore di quelli piccoli. Il

Parlamento non può prendere decisioni

con forza di legge per l’UE da solo; di

solito, invece, deve approvare una deci-

sione del Consiglio dell’Unione europea

perché essa diventi applicabile. Questa

è la cosiddetta «procedura di codecisio-

ne». Il Parlamento deve anche confer-

mare con un voto la Commissione euro-

pea e la può destituire. Inoltre, esso de-

cide il bilancio dell’Unione europea. In

Europa quindi, senza il Parlamento eu-

ropeo, diretto rappresentante dei citta-

dini, si può decidere ben poco.

Un’altra importante istituzione dell’UE è

la Commissione europea. Il collegio

dei commissari si compone di un mem-

bro per ciascun paese, che tuttavia in

bia ogni sei mesi; tutti gli Stati membri

rivestono questa carica a rotazione. Nel

2013 la presidenza spetta all’Irlanda e

alla Lituania, nel 2014 alla Grecia e

all’Italia e nel 2015 alla Lettonia e al

Lussemburgo.

Le linee fondamentali della politica eu-

ropea vengono tracciate dal Consiglio

europeo. Esso raccoglie i capi di Stato o

di governo che si incontrano a intervalli

regolari e comunque almeno ogni tre

mesi. Il presidente del Consiglio euro-

peo è eletto e resta in carica due anni e

mezzo. Dal 2009 tale carica è rivestita

dall’ex presidente del consiglio belga

Herman van Rompuy.

Solitamente, comunque, il Consiglio non

può decidere da solo. Esso ha bisogno

del Parlamento europeo, che rappre-

senta i cittadini degli Stati membri

dell’UE e che da questi viene eletto di-

rettamente. Il Parlamento si compone

attualmente, e fino al termine della le-

gislatura, di 766 rappresentanti prove-

18 | Istituzioni

In tutti questi anni gli Stati membri han-no accumulato una mole enorme di gi-urisprudenza comunitaria. Comprensi-bilmente, esistono anche controversie sull’interpretazione da dare alla norma-tiva. Inoltre, continua ad accadere che singoli Stati non si attengano a deter-minate regole. Esiste perciò per tutti gli interessati la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia dell’Unione euro-pea, composta da un giudice per Stato membro che però formula sentenze in modo del tutto indipendente, in base alla legislazione europea. La Corte può annullare norme che sono in contrasto

con la legislazione europea e può con-

dannare gli Stati a pene pecuniarie, se

essi non si comportano in modo confor-

me alla legge.

Che il denaro sia importante lo sanno

tutti, ma non basta averlo: occorre

anche che esso mantenga il suo valore.

Su ciò vigila la Banca centrale europea

(BCE), che è la banca di emissione dei

paesi dell’area dell’euro. Essa è formata

dai rappresentanti dei paesi che hanno

introdotto l’euro. La BCE regola la circo-

lazione monetaria e fissa il tasso di rife-

rimento.

Per il 2013 il bilancio dell’Unione euro-pea sarà pari a circa 133 miliardi di euro. Là dove è speso tanto denaro, è necessario anche controllare che ciò avvenga in modo legittimo. Questo è compito della Corte dei conti europea, che controlla proprio se il denaro euro-peo sia stato speso secondo le regole e in base a criteri di opportunità e ra-gionevolezza. Essa garantisce pertanto una gestione finanziaria efficiente. Cias-cuno Stato membro designa un rappre-sentante.

Compito

Chi fa cosa nell’UE? Finora abbiamo parlato molto di istituzioni, ma dobbiamo anche riuscire a sapere chi nell’UE sia responsabile di che cosa. Fate una prova per verificare se avete letto attentamente il testo. Mettete una crocetta nel riquadro dell’Istituzione che corrisponde alla descrizione.

DescrizioneConsiglio europeo

Consiglio dell’Unione

europea

Parlamento europeo

Commissione europea

Corte di giustizia

dell’Unione europea

Banca centrale europea

Corte dei conti europea

Formula proposte di

regolamentazione nell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Conta un rappresentante per

Stato membro ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Fissa il tasso di riferimento ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Controlla le spese dell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Viene eletto dalla popolazione ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Decide le leggi (regolamenti e

direttive) dell’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Nomina il presidente della

Commissione ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Amministra l’UE ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Rappresenta gli interessi dei

cittadini ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Rappresenta gli interessi degli

Stati membri e dei loro governi ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐Decide sull’interpretazione delle

norme europee ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Decide gli orientamenti politici ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐ ☐

Istituzioni | 19

La base giuridica dell’Unione europea è costituita da una serie di trattati che gli Stati membri hanno concluso tra loro e che sono stati ratificati dai parlamenti nazionali o mediante refe-rendum popolari. I trattati regolano le modalità secondo le quali devono essere prese le decisioni, descrivono i poteri di cui dispongono le Istituzioni e delimitano i campi entro i quali si esplica l’azione comune degli Stati dell’UE. Anche gli ulterio-

I trattati europei

Compito

Le istituzioni dell’Unione europeaRiunite ancora una volta le competenze delle varie istituzioni in un grafico. Vi abbiamo già dato una mano. Dovete solo attribuire le definizioni alla casella giusta:

Parlamento europeo Commissione europea

Banca centrale europea Banca centrale europea

Corte di giustizia dell’Unione europea

Consiglio dei ministri

Corte dei conti europea

Amministrazione dell'Unione europea

Rappresentanza dei capi di Stato o di governo

Fissa obiettivi e priorità, dirime controversie del Consiglio

dell'Unione europea.

formula proposte

Decidono, legiferano mediante direttive e regolamenti (le leggi dell’UE)

Giurisprudenza Controllo sulla moneta Controllo sulle entrate e sulle uscite

Rappresentanza dei governi

Rappresentanza dei cittadini

ri sviluppi dell’UE avverranno in base a dei trattati. Da un esame attento dei trattati si può verificare quanto sia cam-biata l’Unione europea. La sua attuale base giuridica è il trat-tato di Lisbona, firmato nella capitale portoghese nel 2007. Il trattato di Lisbona è entrato in vigore nel 2009, dopo essere stato approvato da tutti gli Stati membri.

20 | Istituzioni

Torniamo ora alla questione iniziale

Chi detiene il potere in Europa? Discutetene un po’ tra voi

I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea influiscono sulla politica dell’UE in due momenti. Innanzitutto allorché eleggono il loro parlamento nazionale, che esprime il governo. Quest’ultimo sarà poi rappresentato in seno al Consi-glio dell’Unione europea (quando si riu-niscono i «capi», cioè i capi di Stato o di governo, esso si chiama «Consiglio europeo»).

L’influenza dei cittadini

Altre possibilità di partecipazione attivaIl trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, ha introdotto la possibilità della cosiddetta «iniziativa dei cittadini». Con un milione di firme (cioè lo 0,2 % della popolazione dell’Unione europea) raccolte in almeno un quarto degli Stati UE (cioè sette paesi) è possibile sollecitare la Commissione europea a occuparsi di un determinato tema o problema e proporre una legge. Naturalmente, il tema o il problema devono rientrare nel campo di competenza dell’UE.

Oltre a ciò, si possono comunque esercitare pressioni attraverso dimostrazioni che si rivolgano alle Istituzioni UE. Che siano agricoltori, sindacati o organizzazioni a favore dell’ambiente: tutti fanno sentire così le proprie richieste. In seno al Parlamento europeo esiste inoltre una commissione per le petizioni.

Discussione

Compito

Raccogliete ulteriori informazioni sull’iniziativa dei cittadini europeiL’iniziativa dei cittadini europei vi dà la possibilità di influire in modo immediato su ciò di cui vorreste che l’Unione europea si occupasse. Quale Iniziativa vorresti organizzare e da dove potresti cominciare? Vi potete informare non solo sulla procedura da seguire ma anche sulle iniziative attualmente in corso sulla pagina Internet http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public

I cittadini influiscono sulla politica euro-

pea in un secondo momento quando

eleggono il Parlamento europeo.

Ma anche il singolo cittadino può farsi

sentire, se si ritiene trattato ingiusta-

mente o se è deciso a eliminare un’irre-

golarità a livello europeo. Esiste infatti

anche un Mediatore europeo, comune-

mente chiamato Ombudsman. Qualun-

que cittadino può rivolgersi a lui per re-

clamare; lo si può fare addirittura via e-

mail. Di chi ci si può lamentare con lui? In

quali casi può aiutare? In quali casi inve-

ce no? Una risposta a queste domande

potete trovarla sulla pagina Internet del

Mediatore europeo:

http://ombudsman.europa.eu

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Istituzioni | 21

Compito

Compito

Cos’è una petizione? Cercate di rispondere a questa domanda e di capire chi può rivolgersi al Parlamento. Ecco dove poter trovare ulteriori informazioni: http://www.europarl.europa.eu/aboutparliament/it/00533cec74/Petitions.htmlEsiste una commissione per le petizioni anche nel vostro parlamento nazionale? Documentatevi su questo punto.

I nostri deputati a Strasburgo e a BruxellesI deputati del Parlamento europeo si organizzano in gruppi politici ai quali appartengono parlamentari di un determinato orientamento politico. Non è detto che in tutti i gruppi politici siano presenti deputati di tutti i paesi. Cercate di sapere quali partiti del vostro paese abbiano avuto successo alle ultime elezioni al Parlamento europeo e vi siano perciò rappresentati da dei deputati. Trovate poi in quale gruppo politico del Parlamento europeo essi si siano inseriti.In quale gruppo politico sono rappresentati i vari partiti? Una rapida risposta a questa domanda si trova sul sito Internet http://www.europarl.europa.eu

Gruppi politici del Parlamento europeo Quanti membri ha questo gruppo?Questo gruppo comprende deputati dei seguenti partiti del mio paese:

PPE — Gruppo del Partito popolare europeo

(democratici cristiani)

S&D — Gruppo dell’Alleanza progressista

di socialisti e democratici al Parlamento

europeo

ALDE — Gruppo dell’Alleanza dei liberali e

dei democratici per l’Europa

VERDI/ALE — Gruppo Verde/Alleanza libera

europea

ECR — Gruppo dei conservatori e riformisti

europei

EFD — Gruppo Europa della libertà e della

democrazia

GUE/NGL — Gruppo confederale della

Sinistra unitaria europea/Sinistra verde

nordica

Non iscritti NI

22 | Istituzioni

Ecco come funziona l’UEAbbiamo chiarito che l’Unione europea non è uno Stato, come ad esempio la Lituania o i Paesi Bassi, ma anche che essa è più di un’associazione di Stati europei senza troppi vincoli o obblighi. Per descrivere la sua particolarità, i giuristi definiscono spesso l’organizza-zione dell’UE come organizzazione «sui generis». È latino e significa «a modo suo». Gli Stati membri dell’UE restano cioè sovrani, ma in taluni settori metto-no in comune le loro competenze allo scopo di affrontare con maggior effi-cacia le difficoltà. In proposito l’UE ha fondato una serie di istituzioni proprie alle quali trasferire tali competenze. In pratica ciò significa che decisioni in

merito a determinate questioni di inte-

resse comune possono essere prese

democraticamente a livello europeo.

L’UE, perciò, pur non essendo uno Stato

federale, come ad esempio gli USA, è

però qualcosa di più di una semplice

associazione, come potrebbero essere

considerate le Nazioni Unite (ONU).

Nell’UE le decisioni sono prese con-

giuntamente dai governi nazionali,

raccolti nel Consiglio europeo, e dal

Parlamento europeo, eletto dal popolo.

Esistono degli ambiti che costituiscono

un’eccezione e nei quali il Consiglio

decide da solo. È il caso soprattutto

della politica estera. La Commissione

europea cura gli affari amministrativi

dell’UE e fa sì che tutti si attengano

alle norme dei trattati europei. Se ciò

non avviene, gli interessati sono de-

nunciati alla Corte di giustizia dell’UE,

che con le proprie sentenze provvederà

a far cambiare il loro atteggiamento.

Sulla legittimità e la correttezza della

gestione finanziaria delle istituzioni

europee vigila la Corte dei conti euro-

pea. Qualunque singolo cittadino può

esporre un reclamo davanti al Media-

tore europeo se ritiene di essere stato

trattato ingiustamente da una istitu-

zione europea.

Compito

Informatevi sulle persone del vostro paese o della vostra regione che siedono nel Parlamento europeoQuale partito rappresentano questi deputati del Parlamento europeo?

Chi è l’attuale presidente del Parlamento europeo?E chi sono le altre personalità nella fotografia?

Piccolo quiz sull’Europa

Herman Van Rompuy

(Belgio)

José Manuel Barroso

(Portogallo)

Martin Schulz

(Germania)

Robert Schuman (Francia)

Presidente del Parlamento europeo

Presidente del Consiglio europeo

Ministro degli esteri francese dal 1948 al 1952, uno dei fondatori della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA)

Presidente della Commissione europea

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Istituzioni | 23

4Ma cosa fa effettivamente l’UE?

24 | Compiti dell’UE

Alcuni dicono che l’UE non faccia abbastanza; altri sostengono che si immischi di troppe cose. Non sono scorrette entrambe le affermazioni? Ma allora chi ha ragione? E cosa fa esattamente l’UE? L’UE si adopera in numerose attività politiche: ad esempio nella politica economica, nella protezione dei consumatori, nella politica estera, nella tutela dell’ambiente, nella politica interna e della giustizia e in molte altre ancora. Di seguito illustreremo con esempi alcune politiche elaborate per i settori sopra elencati. In tal modo, ciascuno potrà farsi un’idea delle tematiche di cui ci si occupa a Bruxelles e nelle capitali degli Stati dell’UE.

Il mercato internoLa parte centrale e motrice della politica economica e sociale è il mercato interno, che viene inteso come uno spazio economico comune che garantisce le cosiddette quattro libertà e cioè: la libera circolazione delle persone, la libera circolazione delle merci, la libera prestazione dei servizi, la libera circolazione dei capitali.

Le libertà all’interno del mercato internoLa libera circolazione delle persone ci riguarda da vicino per molteplici ragioni. Sia che vogliamo andare in vacanza in un altro paese dell’UE, sia che vogliamo andarvi a lavorare o ad abitare anche se non abbiamo ancora in esso un posto di lavoro, noi abbiamo il diritto di farlo. E quando torniamo dall’estero, possiamo tranquillamente portare con noi i nostri acquisti, allo stesso modo in cui possiamo fare acquisti via Internet in un altro paese. Questo è quanto garantisce la libera circolazione delle merci. Tuttavia, possono essere oggetto di transazioni transfrontaliere non solo l’acquisto di merci ma anche la fruizione di servizi: ecco l’oggetto della libera prestazione dei servizi. Se qualcuno preferisce investire il proprio denaro in un paese dell’UE diverso dal proprio, lo può fare perché garantito dalla libera circolazione dei capitali.

La cessazione dei controlli alle frontiereSe volete fare un viaggio da Capo Nord alla Sicilia, potete tranquillamente lasciare a casa il passaporto. Nell’UE, infatti, i controlli alle cosiddette frontiere interne (cioè, ad esempio, al confine tra Estonia e Finlandia o tra Repubblica ceca e Slovacchia) hanno cessato di esistere.

Questa libertà di muoversi e di viaggiare è regolata dall’accordo di Schengen, ormai divenuto parte dei trattati europei. L’Irlanda e il Regno Unito non vi partecipano, cosa che invece fanno l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Svizzera, Stati che neppure appartengono all’UE. Per Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania vigono ancora norme transitorie, prima che possano parteciparvi.

L’accordo di Schengen si chiama così perché fu firmato nella omonima cittadina lussemburghese.

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Compiti dell’UE | 25

Per voi cosa significano concretamente le quattro libertà? Assegnate correttamente gli esempi che seguono ai quattro settori del mercato interno e contrassegnate la relativa casella.

Le cifre compongono una data in formato GG/MM/AAAA. Di che data si tratta? e cosa accadde in quel giorno? . . / . . / . . . .

Piccolo quiz sull’Europa

Libera circolazione

delle persone

Libera circolazione delle merci

Libera prestazione dei servizi

Libera circolazione dei capitali

Si può acquistare una vettura in Danimarca e

portarsela a casa in esenzione doganale. 1 0 2 3

All’interno dell’UE è consentito spostarsi a proprio

piacimento.9 6 3 7

È possibile investire il proprio denaro in una banca

tedesca. 2 3 1 0

È possibile studiare in Ungheria. 5 1 0 9

I miei genitori possono far restaurare il loro bagno da

un piastrellista portoghese.4 3 1 7

I miei genitori possono spedirmi soldi in Spagna, luogo

in cui studio.1 2 3 9

È possibile acquistare merci via Internet in Svezia. 4 5 1 2

In quanto architetto, posso abitare a Malta e costruire

case in Italia. 5 6 0 8

26 | Compiti dell’UE

Dal 1999 esiste una moneta unica euro-pea che dal 1º gennaio 2011 circola in 17 Stati dell’UE. È probabile che la Lettonia introduca l’euro nel gennaio 2014; a quella data, esso circolerà in 18 Stati. Più di 332 milioni di cittadini dell’UE, pari a due terzi della sua popolazione comples-siva, hanno l’euro come moneta unica.

In seno al mercato interno, la manodope-ra può spostarsi liberamente e le merci, i servizi e il capitale possono essere libera-mente scambiati. Senza barriere valuta-rie, le imprese e i consumatori, i lavorato-ri dipendenti e quelli autonomi possono beneficiare dei vantaggi del mercato in-terno in misura anche più ampia. È facile fare acquisti e comparare i prezzi di pro-dotti fabbricati nell’UE se si possono fare i calcoli nella stessa valuta. Tra l’altro, con l’incremento del commercio online, ciò è interessante anche per persone che non vivono nelle immediate vicinanze di un confine. La maggior trasparenza delle offerte aiuta a tenere sotto controllo l’an-damento dei prezzi: ottima cosa per tutti gli acquirenti.

Altro vantaggio della moneta unica: quando ci si sposta da un paese all’altro non occorre cambiare valuta (né fare le necessarie conversioni). Si risparmia tempo e denaro. Anche le imprese trag-gono benefici dalla moneta unica: devo-no far calcoli e conti in una sola valuta e non hanno i rischi legati alla fluttuazione delle monete. Anche la sparizione di que-sti «costi legati alle transazioni» aiuta a limitare l’aumento dei prezzi. La moneta unica è anche caratterizzata da tassi molto bassi, di cui beneficiano in egual misura sia i consumatori che le imprese. Ciò lascia maggior spazio agli investi-menti, che, a loro volta, generano cresci-ta. Una moneta comunitaria stabile, so-stenuta dal robusto spazio economico della zona euro, rafforza la posizione economica dell’Europa nel mondo.

Ma mentre l’intera UE è un mercato uni-co (il mercato interno), solo una parte di esso, sia pur la maggiore, ha l’euro come moneta unica. Alcuni Stati per ora non intendono entrare a far parte della

zona euro, altri non soddisfano ancora i severi criteri di adesione. Ad esempio, un paese che voglia far parte della zona euro non deve essere troppo indebitato. Il suo tasso d’inflazione non deve super-are per più dell’1,5 % quello dei tre pae-si della zona euro con il tasso d’inflazione più basso.

Nonostante queste chiare premesse, nel 2010 la zona euro è scivolata nella crisi. Si tratta di un tema assai complicato, ma in generale si può dire che gran par-te dei problemi è nata dal fatto che gli Stati della zona euro non si sono attenu-ti alle premesse fissate insieme e si sono indebitati eccessivamente. L’UE era ed è fortemente impegnata ad at-tenuare i rischi che si profilano per la moneta unica. Uno degli strumenti svi-luppati sono le garanzie per gli Stati che hanno difficoltà a rifinanziarsi a tassi d’interesse accettabili sui mercati inter-nazionali dei capitali. Per garantire la

stabilità, gli Stati della zona euro hanno

dato vita a un «salvagente» da 700 mi-

liardi di euro, detto meccanismo euro-

peo di stabilità (MES).

Al tempo stesso gli Stati dell’euro si

sono impegnati a diminuire il loro inde-

bitamento attraverso un patto di bilan-

cio. A questo trattato di diritto internazi-

onale hanno aderito, con l’eccezione del

Regno Unito e della Repubblica ceca,

anche gli Stati non appartenenti alla

zona euro. Oltre che diminuire i debiti,

occorre anche rafforzare la competitivi-

tà dei paesi dell’euro e dell’UE nel suo

complesso.

Parte dei problemi dalla moneta unica

era dovuta anche al fatto che le banche

non sottostavano ad alcun adeguato

meccanismo di controllo. L’UE ha perciò

rafforzato la vigilanza bancaria per im-

pedire che interi Stati siano trascinati in

situazioni di squilibrio da banche che

La moneta EUROpea

Stati membri dell’UE che non hanno l’euro come moneta.

Stati membri dell’UE che hanno l’euro come moneta (situazione: 2013).

È probabile che il 1º gennaio 2014 la Lettonia introduca l’euro come moneta.

Compiti dell’UE | 27

Compito

Chi deve decidere sulla moneta unica?Riguardo alle decisioni dell’Eurogruppo all’interno dell’Unione europea esistono interpretazioni differenti. Eccone alcuni esempi.

«È assolutamente giustificato che gli Stati della zona euro decidano tra di loro tutto quanto serva a garantire la sicurezza e la stabilità della moneta unica. Così è e così deve restare».

«Gli Stati della zona euro devono poter decidere non solo su questioni valutarie di diretto interesse ma andare oltre e decidere sul futuro economico dell’intera zona. Rappresentando infatti il nocciolo dell’UE, essi devono decidere su tutte le questioni comuni relative all’economia dell’euro, compresi, ad esempio, gli aspetti fiscali, occupazionali o anche di sicurezza sociale. E dovrebbe essere così anche quando le decisioni hanno effetti su altri paesi dell’Unione europea. Chi voglia aver voce in capitolo, aderisca all’euro».

«Non è possibile che 17 Stati decidano da soli per l’intera zona euro. L’UE decide su molte altre questioni che non riguardano tutti, per esempio quando si tratta di Mar Baltico o di Mar Mediterraneo. E tuttavia, ciascuno dà il proprio voto. La maggior parte degli Stati dell’UE intendono anche entrare a far parte dell’unione monetaria nei prossimi anni. Anch’essi quindi, devono già poter influenzare le modalità del suo sviluppo».

Che ne pensate? Discutete nel gruppo le diverse posizioni e cercate di elaborare un’idea originale vostra da discutere poi con quanto emerso dagli altri gruppi. Ulteriori informazioni su come funziona la zona euro si trovano sul sito Internet http://eurozone.europa.eu

effettuano speculazioni azzardate. Per

la valuta comune, gli ultimi anni sono

stati difficili e la gestione della crisi è

costata molti sforzi. Essa ha però anche

dimostrato che i paesi della zona euro

sono più che mai decisi a mantenere

una valuta comune stabile.

La politica economica europea

Per rafforzare e stimolare l’economia

dell’Unione europea, la Commissione ha

elaborato la strategia «Europa 2020»

per la crescita e l’occupazione che, tra

l’altro con gli investimenti nel campo

della formazione e della ricerca da essa

previsti, è destinata a far sì che l’Europa

appartenga, anche in futuro, alle più in-

novative regioni del mondo. Lo scopo è

un potenziamento dell’economia e

dell’industria che non solo garantisca la

competitività, ma pesi anche il meno

possibile sull’ambiente. Altri, non meno

importanti scopi sono la creazione di

posti di lavoro e la lotta alla povertà

all’interno dell’UE. Poiché l’Unione euro-

pea guarda a sé stessa come a una co-

munità di valori e si sente legata a valo-

ri fondamentali di uguaglianza e solida-

rietà. È importante che tutti gli europei

beneficino della crescita.

Il processo decisionale all’interno dell’UE

Di solito, nell’UE le decisioni sono prese

insieme da tutti gli Stati membri. Esisto-

no tuttavia questioni che riguardano in

modo specifico i paesi che hanno l’euro

come moneta unica. I ministri di tali paesi

si incontrano a intervalli regolari e stabi-

liscono le modalità con cui si deve proce-

dere nella zona euro. È chiaro che tali

decisioni si riflettono anche sugli altri pa-

esi dell’Unione europea che non hanno, o

che non hanno ancora, adottato l’euro

come moneta ma che ne subiscono le

conseguenze in seno al mercato interno.

28 | Compiti dell’UE

Tre paesi NON appartengono alla zona euro. Quali sono? Indicateli con una crocetta.

Piccolo quiz sull’Europa

Austria Francia Lussemburgo Regno Unito

Belgio Germania Malta Slovacchia

Cipro Grecia Paesi Bassi Slovenia

Estonia Irlanda Polonia Spagna

Finlandia Italia Portogallo Svezia

Compiti dell’UE | 29

Il clima sta cambiando ovunque e l’atmosfera terrestre si surriscalda con gravi e negative conseguenze a livello mete-orologico: bufere e alluvioni più frequenti, estati più calde, desertificazione che incalza in Africa e nell’Europa meridio-nale, liquefazione delle calotte polari, sommersione conse-guente di intere isole. Tutto ciò non può lasciarci indifferenti. I mutamenti climatici sono essenzialmente una conseguenza delle emissioni inquinanti degli Stati industrializzati. Trattan-dosi purtroppo di un processo ormai inarrestabile, diviene ancor più importante frenare l’aumento della temperatura. Nei prossimi anni si deciderà se riusciremo in questo intento. Sarà perciò particolarmente importante agire in modo rapido

Interventi a salvaguardia del clima

e coerente. Nessuno Stato può fermare da solo i mutamenti climatici.

Nel 2008, l’UE ha fissato obiettivi molto chiari:

una diminuzione dei gas a effetto serra del 20 %,

un incremento della quota delle energie rinnovabili (vento, sole, biocarburanti) del 20 % e

un risparmio energetico pari al 20 %.

L’Europa è dunque all’avanguardia e ciò le permette di richia-mare alle loro responsabilità altri grandi inquinatori e consu-matori d’energia, come Cina e USA.

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UE

30 | Compiti dell’UE

Compito

Secondo voi, le politiche qui delineate sono giuste?Quale punto di vista tra quelli che seguono ritenete sia da condividere?

Assolutamente d’accordo

Parzialmente d’accordo

Parzialmente contrario

Assolutamente contrario

L’UE deve ridurre le proprie emissioni inquinanti solo se lo fanno anche gli altri. ☐ ☐ ☐ ☐

L’UE deve in ogni caso raggiungere i propri obiettivi. ☐ ☐ ☐ ☐

L’UE deve porsi obiettivi ancor più ambiziosi. ☐ ☐ ☐ ☐

Non dobbiamo ammattire dietro a queste discussioni. Non sarebbe un dramma se da noi il caldo aumentasse di un paio di gradi.

☐ ☐ ☐ ☐

Gli Stati dell’UE non coglieranno comunque gli obiettivi che si sono posti perché in realtà pensano solo al proprio tornaconto.

☐ ☐ ☐ ☐

La protezione del clima non deve andare a scapito dei posti di lavoro ☐ ☐ ☐ ☐

Non dobbiamo permettere che gli scienziati dettino i nostri obiettivi ma puntare al grado di protezione climatica che riusciamo a ottenere senza dover fare troppi sacrifici.

☐ ☐ ☐ ☐

La protezione climatica crea nuovi posti di lavoro. Ne beneficiano sia le imprese sia i lavoratori. Anche per questo dovremmo impegnarci in questo campo.

☐ ☐ ☐ ☐

Compiti dell’UE | 31

Lo spazio comune di giustizia L’Europa è divenuta ormai da tempo uno spazio di vita comune. Molte per-sone oltrepassano le frontiere interne dei paesi UE per vivere o lavorare al-trove, o semplicemente per guardarsi intorno. Si fa conoscenza, ci si innamo-ra, ci si sposa. Talvolta, purtroppo, qualcosa va storto e si è costretti allo-ra a divorziare. A questo punto è im-portante che esista un diritto uniforme: perché qui sorgono i problemi di man-tenimento e di affidamento. Ora, se un signore austriaco e una signora lus-semburghese vivono in Italia e lì divor-ziano, nessuno dei due può far appello al proprio diritto nazionale. È per que-

sto che la cooperazione degli Stati

dell’UE nel campo del diritto civile è

così importante. Tale cooperazione re-

gola anche le questioni ereditarie e

molti altri aspetti della nostra vita di

tutti i giorni.

Anche i criminali si rallegrano per le

frontiere aperte: sperano così di sfug-

gire ai procedimenti penali. Su questo

punto però si sbagliano, perché nel

frattempo è divenuta assai stretta la

cooperazione tra forze di polizia e or-

gani giudiziari: è Europol, ufficio euro-

peo di polizia, a coordinare questa in-

terazione.

Diritti fondamentali nell’Unione euro-pea

I diritti umani e i diritti fondamentali hanno enorme rilevanza in tutte le so-cietà perché riguardano tutti i cittadini. Nell’UE, che è un’organizzazione di de-mocrazie, i diritti fondamentali sono solitamente tutelati a livello nazionale attraverso una costituzione. Poiché tuttavia l’Unione europea stessa pro-mulga leggi e regolamenti che riguar-dano direttamente le persone, è impor-tante che esista una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Essa fa parte del trattato di Lisbona. Il testo della Carta si trova qui:

http://europa.eu/legislation_summaries/

human_rights/fundamental_rights_within_

european_union/l33501_it.htm

Compito

Date un’occhiata alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e confrontatela con la vostra Costituzione nazionale o con l’atto giuridico che tutela i vostri diritti fondamentaliQuali norme sono identiche? Cosa si trova solo nella Carta dei diritti fondamentali? Cosa manca nella Carta dei diritti fondamentali? Sintetizzate il tutto in un riepilogo.

Discussione sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europeaQual è l’importanza di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea? Abbiamo veramente bisogno di qualcosa che completi la tutela dei diritti fondamentali a livello nazionale? Se aveste dovuto scrivere voi la Carta dei diritti fondamentali, cosa sarebbe stato diverso? cosa sarebbe stato completato? cosa sarebbe stato cancellato?

Elaborate queste domande in piccoli gruppi e confrontate in seguito i risultati.

Discussione

32 | Compiti dell’UE

Tutela dell’ambiente

Tutela dei consumatori

Politica economica

Politica estera

Politica interna e di giustizia

Politica agricola e strutturale

UE

Compito

L’albero della politica europeaDall’albero della politica europea pendono molte foglie. Di seguito, sono elencati alcuni campi di attività politica sui quali gli Stati membri collaborano nell’ambito dell’UE. Subordinate «le foglie» ai vari campi di attività politica in modo che pendano dal ramo giusto.

Libertà di viaggiare (Schengen)

Sviluppo rurale

Lotta comune alla criminalità

Norme ambientali comuni

Mercato interno

Moneta unica

Protezione del clima

Politica strutturale a favore delle regioni

Energie rinnovabili

Etichettatura degli alimenti

Politica estera comune

Norme vincolanti sugli alimenti

Norme sociali minime vincolanti

Politica comune di asilo

Politica di sicurezza e di difesa comune

Diminuzione delle tariffe per telefonate all’estero da cellulari

Cooperazione nel campo delle procedure civili e penali

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Compiti dell’UE | 33

5L’Europa avanza: l’allargamento dell’Unione europea

Festa per l’allargamento dell’UE alla Porta di Brandeburgo, a Berlino. Il 1º maggio 2004 nella capitale tedesca sono stati lanciati centinaia di palloncini blu con la scritta «Europa» per dare il benvenuto a Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

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34 | Allargamento dell'UE

«RISOLUTI a rafforzare, mediante la costituzione di questo comples-so di risorse, le difese della pace e della libertà e facendo appello agli altri popoli d’Europa, animati dallo stesso ideale, perché si associno al loro sforzo».

«L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini».

«Ogni Stato europeo che rispetti i valori di cui all’articolo 2 e si impegni a promuoverli può domandare di diventare membro dell’Unione».

Già il preambolo (cioè la prefa-zione) dei trattati di Roma firmati nel 1957, che fondavano la Co-munità economica europea e la Comunità europea dell’energia atomica, proclamava:

Principi fondamentali dell’UEOggi, l’articolo 49 del trattato sull’Unione europea recita:

Articolo 2 del trattato sull’Unione europea:

Il testo dei trattati di Roma con le firme dei capi di Stato o di governo e dei plenipotenziari dei governi dei sei membri fondatori.

Pur essendo stata fondata da soli sei Stati, L’Unione europea ha sempre puntato all’Europa intera: è stata, cioè, sempre aperta a nuovi membri. Oggi l’UE comprende 28 membri; altri sono in attesa. Che cosa rende l’UE così attraente per altri Stati? E come sta andando avanti il processo di allargamento? Questi temi sono trattati dal presente capitolo.

Uno Stato... può diventare

membro dell’UE non può diventare membro dell’UE

che non garantisce la libertà di stampa

che ammette la pena di morte

che permette ai cittadini di protestare contro il governo

in cui periodicamente si elegge il parlamento

in cui un presidente governa a vita e, deceduto, viene sostituito dal figlio

in cui gli omosessuali hanno gli stessi diritti degli eterosessuali

in cui la politica è determinata dai capi militari, che eventualmente intervengono militarmente nella politica interna

in cui le persone sono considerate innocenti finché un tribunale non ne sancisce la colpevolezza

in cui esiste un solo partito che pertanto è sempre al governo

che protegge le minoranze anche quando la maggioranza vorrebbe reprimerle

Compito

Chi può diventare membro? Cosa significano, concretamente, i principi espressi all’articolo 2? Uno Stato che miri a diventare membro dell’UE cosa deve fare? E cosa non deve fare assolutamente? Che ne pensate?

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Allargamento dell'UE | 35

Geografia

Storia

Differenze

Analogie

Musica

Cinema

Letteratura

Mangiare

Bere

Libertà

Tempo libero

Economia

Viaggi

Sistema scolastico

Problematiche

Proiezione nel futuro

«L’aggettivo europea ingloba una serie di fattori — geografici, storici e culturali — che contribuiscono tutti insieme alla costruzione dell’identità europea. La condivisione di idee e di valori e l’esperienza comune di interazione storica non possono essere condensate in una semplice formula eterna e immutabile, ma vengono invece sottoposte alla disamina di ogni nuova generazione».

te chiari confini naturali del continente:

cioè verso nord e verso ovest. Per noi è

ovvio: l’Islanda appartiene chiaramente

all’Europa. Di fatto però essa è assai

lontana dalla terraferma e nel bel mez-

zo del Mare del Nord.

Che l’Irlanda e il Regno Unito apparten-

gano all’Europa è per tutti noi del tutto

naturale. Si pensi tuttavia che il canale

tra la Francia (la terraferma, quindi) e il

Regno Unito è molto più largo dello

Stretto di Gibilterra che separa Spagna

e Marocco.

Così si esprime la Commissione euro-

pea su questo tema:

La questione dei confini dell’Europa non può essere risolta sul piano meramente geografico. Soprattutto verso est e sud-est, l’Europa non ha confini molto chiari. I geografi stessi non sono mai stati d’accordo, né lo sono ora, sulla questio-ne di dove finisca il continente. Nella storia della geografia si è sempre assi-stito a confini tracciati in modo diverso a seconda delle ideologie a cui si unifor-mavano i vari specialisti.

Quindi, non è guardando la carta geo-grafica o il mappamondo che scopria-mo l’Europa; accade invece che abbia-mo una determinata idea in testa, che poi andiamo a riscoprire. Ciò appare evidente là dove esistono effettivamen-

Dove si collocano i confini dell’Europa?

Compito Compito

Dove finisce l’Europa?Un paese che voglia appartenere all’UE deve dunque essere democratico. Ma deve anche essere «europeo».

Dove si trovano i confini dell’Europa? Prendete una carta fisica o un atlante e provate a fissare voi i confini dell’Europa. Quali sono i criteri in base ai quali decidete se un paese appartiene all’Europa o no? Dove si trova la Turchia? L’Islanda, appartiene all’Europa? Che ne è della Georgia? O della Groenlandia? Che facciamo del Marocco?

Dopo aver fissato quelli che, secondo voi, dovrebbero essere i confini dell’Europa, leggete il testo che segue.

Un viaggio in AustraliaImmaginate di fare un viaggio in Australia in occasione di uno scambio di alunni. L’Australia è lontanissima e sicuramente non appartiene all’Europa. Ma i vostri compagni di classe, laggiù, sono veramente curiosi e vi pregano di tenere una breve relazione in classe sul tema: «Cos’è l’Europa?».

In un gruppo ristretto, preparate una relazione su questo tema. Avete però solo cinque minuti di tempo; dovete cioè concentrarvi su alcuni aspetti tra i più importanti e interessanti. Come spiegate ai vostri coetanei australiani cosa sia l’Europa?

Fate loro «assaggiare» un po’ d’Europa. Qual è il particolare senso della vita qui da noi? Da quali segni sentite di essere europei? Cosa trovate di bello nell’Europa? E cosa invece non lo è affatto?

Eccovi, qui di seguito, un elenco di parole chiave. Quali elementi vorreste inserire nella vostra relazione e quali invece no? Attenzione: cinque minuti sono veramente pochi!

Fonte: comunicazione della Commissione al Parla-mento europeo e al Consiglio dal titolo «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2006-2007», COM(2006) 649 dell’8 novembre 2006, pag. 17.

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36 | Allargamento dell'UE

Gli Stati dei Balcani occidentali

zazione e di associazione, che obbliga a concrete riforme. Tale accordo deve es-sere ratificato da tutti gli Stati membri e, naturalmente, da ciascuno dei paesi partner; deve cioè essere approvato dai parlamenti.

Il patto dev’essere poi attuato concreta-mente. Se dà prova di funzionare, gli Stati interessati possono porre la pro-pria candidatura a membri dell’UE, e se successivamente la Commissione euro-pea avrà dato parere positivo sull’atto di candidatura, il Consiglio europeo — cioè i capi di Stato o di governo dell’UE — li nominerà candidati ufficiali.

Una volta che saranno state attuate ul-teriori riforme, potranno cominciare i negoziati. Questi si concentrano soprat-tutto sulla rapidità con cui i paesi candi-dati sono capaci di far proprie le norma-tive comuni dell’UE.

Appena i negoziati si saranno conclusi positivamente, processo che in base all’esperienza accumulata dura alcuni anni, i singoli paesi interessati e tutti gli Stati dell’UE devono ratificare il trattato di adesione. In alcuni Stati ciò avviene mediante referendum. Deve votare a favore anche il Parlamento europeo. Solo allora i candidati divengono mem-bri dell’Unione europea.

A che punto sono questi paesi?

Nel loro cammino verso l’UE, gli Stati dei Balcani occidentali hanno percorso distanze diverse e asimmetriche. I ne-

Nel luglio 2013, la Croazia è entrata a far parte dell’UE. Ha ottenuto un consen-so di fondo anche l’adesione all’Unione europea di altri Stati dei Balcani occiden-tali. Essi sono: l’Albania, la Bosnia-Erze-govina, l’ex Repubblica jugoslava di Ma-cedonia, il Montenegro e la Serbia.

Esclusa l’Albania, questi Stati appartene-vano tutti alla Jugoslavia, che negli anni novanta si è dissolta, in parte dopo scon-tri sanguinosi. Il Montenegro e la Serbia erano fino al 2006 uno Stato unico e si sono poi divisi pacificamente. Sull’appar-tenenza del Kosovo alla Serbia, si scate-nò nel 1998-1999 un violento conflitto, cui la NATO pose fine con un attacco mi-litare alla Serbia. Nel 2008, infine, dopo essere stato posto sotto l’amministrazio-ne delle Nazioni Unite, il Kosovo si di-chiarò indipendente.

L’Unione europea vede nell’adesione di questi paesi all’UE l’occasione migliore di portare una pace durevole nella regione. Questo venne sottolineato dai capi di Stato o di governo in una conferenza te-nutasi nel 2003 a Salonicco. Cinque Stati dell’UE si sono tuttavia rifiutati di ricono-scere l’indipendenza del Kosovo.

Il lungo percorso fino all’ingresso nell’UE

Gli Stati dei Balcani occidentali hanno una lunga strada da percorrere prima di raggiungere l’UE.

Essi devono innanzitutto concludere con l’Unione europea un accordo di stabiliz-

goziati con la Croazia si sono conclusi: essa aderirà all’UE il 1º luglio 2013. Con il Montenegro i negoziati di adesione sono iniziati nel 2012. La ex Repubblica jugoslava di Macedonia è candidato uf-ficiale all’adesione ma i colloqui non hanno ancora avuto inizio. Anche la Serbia si trova nella stessa condizione. Gli altri Stati (Albania, Bosnia-Erzegovi-na e Kosovo) sono finora considerati «candidati potenziali». L’Albania ha con-cluso un accordo di stabilizzazione e di associazione, entrato in vigore dal 2009. Nel 2012 la Commissione euro-pea ha consigliato di conferire all’Alba-nia lo status di candidato ufficiale. An-che l’accordo di stabilizzazione e di as-sociazione con la Bosnia-Erzegovina è stato firmato ma non è ancora entrato in vigore. Una missione dell’UE sta ap-poggiando lo sviluppo in senso demo-cratico del Kosovo.

Compito

Dove si trova ciascuno di essi?Trascrivete i nomi degli Stati e quelli delle capitali nella carta geografica. Potete aiutarvi con quella che si trova nell’ultima pagina della rivista.

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Allargamento dell'UE | 37

Parere positivo della Commissione europea sulla domanda di adesione

Ratifica dell'accordo di stabilizzazione e di associazione da parte degli Stati Membri e del paese partner

Domanda di adesione

Inizio dei negoziati di adesione

Messa in atto dell'accordo

Conclusione di un accordo di stabilizzazione e di associazione

Ratifica del trattato di adesione in tutti gli Stati membri e nel paese partner (da parte dei parlamenti o mediante referendum)

Nomina dei candidati

Conclusione positiva dei negoziati di adesione

Ratifica da parte del Parlamento europeo

Piena appartenenza

11

10

9

8

7

6

5

4

3

2

1

0

Compito

Tappe verso l’UEAvete provato a contare quante tappe devono superare i paesi dei Balcani occidentali per diventare membri dell’UE?

Disponete correttamente le seguenti tappe nel percorso che porta questi Stati verso l’UE.

Compito

A che tappa si trovano gli Stati dei Balcani occidentali? Riportate nella casella il numero pertinente.

Albania

Bosnia-Erzegovina

Croazia

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia

Kosovo

Montenegro

Serbia

38 | Allargamento dell'UE

È chiaro che il dibattito sull’allargamen-to non è affatto semplice. Da un lato l’Unione europea non ha mai ritenuto di essere un club chiuso ed esclusivo, ma ha voluto e vuole essere aperta ai paesi europei.

In passato, l’ingresso di nuovi paesi ha garantito pace e stabilità in Europa. Dopo la caduta della cortina di ferro e dopo il collasso dell’Unione Sovietica, l’Europa è riuscita, grazie alla sua politi-ca di allargamento, ad allargare la zona in cui vigono la democrazia e l’econo-

mia di mercato ai paesi dell’Europa centrale e orientale. Nove paesi, che in precedenza appartenevano alla zona d’influenza dell’Unione Sovietica, sono ora membri dell’UE; vanno aggiunti inol-tre la Slovenia e, dal 2013, anche la Croazia, che facevano parte della dis-solta Jugoslavia, nonché le isole medi-terranee di Cipro e Malta.

Dall’altro lato, non è stato chiarito (il che d’altronde non può essere deciso una volta per tutte) se e dove finisca questa Europa e fin dove debba giunge-

E ora, come si va avanti?re la politica di promettere, e concedere, ai paesi l’appartenenza all’UE.

Questa politica continua a essere porta-ta avanti nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia e dell’Albania, anch’essa appartenente alla regione che oggi chiamiamo «Balcani occidentali», e nei confronti dell’Islanda e della Turchia. Questi paesi hanno la prospettiva di di-venire membri anche se, nel caso di al-cuni di essi, occorrerà probabilmente ancora molto tempo perché essa si concretizzi.

La Turchia, oggi uno Stato assai dinamico, collabora già strettamente con l’UE in molti settori. L’UE è, ad esempio, il maggior partner commerciale della Turchia. Questa stretta collaborazione con l’UE iniziò circa 50 anni fa. Dal 1995 tra UE e Turchia esiste un regime di unione doganale. La proce-dura vera e propria di adesione all’UE iniziò nel 1999, soste-nuta unanimemente da tutti gli Stati membri. Oggi, le opi-nioni se la procedura riuscirà a sfociare in un’effettiva ade-sione, sono discordi. L’appartenenza all’UE resta però un fine strategico della Turchia.

Altri due candidati a divenire membri dell’UE: Turchia e Islanda

L’Islanda, paese dell’estremo nord, è membro dal 1993 dello Spazio economico europeo, in cui vigono in larghissima mi-sura le regole del mercato interno dell’UE. Paese profonda-mente e stabilmente democratico, legato strettamente all’UE, l’Islanda appartiene già all’accordo di Schengen che garantisce ai cittadini un’ampissima libertà di movimento in quanto ha abolito i controlli alle frontiere. Nel 2009 l’Islanda ha chiesto ufficialmente di entrare a far parte dell’Unione europea. Dal luglio 2010 sono in corso negoziati di adesione.

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Allargamento dell'UE | 39

6L’Europa nel mondo

40 | L'Europa nel mondo

Noi europei non siamo soli al mondo. Anzi, non rappresentiamo neppure lontanamente la maggioranza della popolazione mondiale. È per questo che non ci possiamo limitare a occuparci solo di noi stessi, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione anche ad altri continenti. Di essi abbiamo bisogno come partner per il nostro stesso benessere, perché acquistano i nostri prodotti e ci offrono i loro e perché ci forniscono le materie prime di cui non disponiamo. Esistono però anche problemi che non ci devono lasciare indifferenti. In proposito, da un lato occorre ricordare guerre e sottosviluppo che impediscono a interi popoli di vivere degnamente. Dall’altro, l’inquinamento dell’ambiente e i mutamenti climatici non si arrestano alle frontiere dell’Unione europea.

Gli interessi dell’Europa nel mondoL’Europa è un continente relativamente piccolo, ma economicamente significativo. Ciò dà luogo a doveri e interessi che intende far valere nei confronti di altri.

L’UE persegue con la sua politica internazionale molteplici scopi:

protegge i propri interessi, combatte il terrorismo, la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina;

contribuisce al mantenimento di un ambiente sostenibile (politica sui cambiamenti climatici, di protezione ambientale ecc.);

cerca di usare la propria influenza per portare e mantenere la pace (ad esempio, nel Medioriente, in Africa);

aiuta altri paesi a svilupparsi e a superare povertà, analfabetismo e sottosviluppo;

si impegna in tutto il mondo per la democrazia e lo Stato di diritto.

Continente SuperficiePercentuale della superficie totale

della terra Popolazione

Classifica in base alla popolazione

PIL (*) pro capite in dollari USA

Classifica in base al PIL (*)

Africa

Asia

Australia/Oceania

Europa

America settentrionale

America meridionale

(*) PIL: prodotto interno lordo.

Compito

I continenti del mondoSe prescindiamo dall’Antartide, possiamo suddividere il mondo in sei continenti: Africa, Asia, Australia/Oceania, Europa, America settentrionale e America meridionale. Esistono anche altre modalità di suddivisione che riuniscono Nord e Sudamerica in un’unica America o Europa e Asia in Eurasia. Qui, adottiamo però la versione dei sei continenti (Antartide esclusa). Fate una ricerca sulle informazioni mancanti e trascrivetele nella tabella.

L'Europa nel mondo | 41

Proposte di soluzione della strategia europea in materia di sicurezza:

Le sfide globali Possibili soluzioni

Guerre e conflitti interni a singoli Stati

Povertà

Malattie

Sottosviluppo

Carenza di risorse

Dipendenza energetica dell’Europa

Invecchiamento della popolazione europea

Terrorismo

Proliferazione delle armi di distruzione di massa

Criminalità organizzata

Minacce all’ambiente naturale

Compito

Aiuto allo sviluppo per l'Africa

Ampliamento dei sistemi sanitari nei paesi meno sviluppati

Convenzioni internazionali sul controllo degli armamenti e del disarmo

Lotta all'inquinamento marino

Sostegno della democrazia in altri paesi

Cooperazione in campo energetico al di là delle frontiere europee

Cancellazione dei debiti dei paesi sottosviluppati

Lotta contro il terrorismo internazionale

Dialogo con il mondo islamico

Cooperazione internazionale di polizia

Apertura dei mercati europei a prodotti provenienti da paesi in via di sviluppo

Sicurezza informatica

Messa in sicurezza delle riserve idriche della Terra

Protezione del clima

Immigrazione controllata

Iniziative di pacificazione attraverso interventi militari

Le sfide globaliAlla fine del 2003, l’Unione europea decise di mettere in atto una «strategia europea in materia di sicurezza» in cui fossero stabiliti i punti salienti delle sfide globali. Essa descriveva le sfide globali che l’UE avrebbe dovuto fronteggiare. Date un’occhiata a tale elenco e subordinate le proposte di soluzione elaborate nell’ambito della strategia europea in materia di sicurezza alle diverse problematiche.

42 | L'Europa nel mondo

Tema assai dibattuto all’interno dell’U-nione europea è la migrazione. In sé, il termine «migrazione» descrive sempli-cemente lo «spostamento» con cui una serie di persone abbandona un determi-nato luogo per andarsi a stabilire in un altro. Di fatto, invece, il pubblico dibatti-to apertosi da noi ruota intorno alla «immigrazione», cioè allo spostamento verso il nostro territorio. Esiste una immigrazione legale negli Stati mem-bri dell’UE: a persone provenienti da Stati non membri dell’UE è cioè consen-tito di giungere da noi in modo del tutto ufficiale, per lavorare, studiare o sem-plicemente (come il coniuge di un citta-dino UE) per vivere. Molte di queste persone arrivano qui perché nell’Unione europea si augurano una vita migliore. Ma sono importanti anche per noi, per cui talvolta le chiamiamo direttamente. Gli immigrati, infatti, portano in dote le loro competenze e la loro disponibilità a inserirsi nel tessuto economico. Sono proprio i giovani immigrati a essere im-

portanti per noi, visto che le nostre so-cietà in media invecchiano sempre di più, con tutti i problemi che ciò compor-ta per pensioni e casse previdenziali.

Per facilitare a lavoratori specializzati provenienti da paesi esterni all’UE il trasferimento verso l’UE, l’Unione euro-pea ha escogitato la cosiddetta «Carta blu». Con essa possono lavorare da uno a quattro anni nell’UE. Finora, la mag-gior parte dei migranti specializzati provenienti da paesi terzi si recava negli USA.

Oltre all’immigrazione legale e protetta, esiste una immigrazione illegale, di persone cioè che arrivano qui senza au-torizzazione. Tali persone violano con ciò le leggi degli Stati UE, ma spesso sono a loro volta vittime di bande di trafficanti di esseri umani che succhia-no loro ogni avere per introdurle clande-stinamente nell’UE Per molta gente di ogni parte del mondo, l’Europa appare un paradiso nel quale cercare di appro-

dare. Sono assai note le immagini degli africani lasciati andare alla deriva in mare su qualche barcone per poi essere fortunosamente intercettati da motove-dette italiane, maltesi o spagnole.

Nessuno sa quante persone si trovino illegalmente in Europa. Secondo stime della Commissione europea, potrebbero essere circa 4,5 milioni.

L’Unione europea fa grandi sforzi per impedire l’immigrazione clandestina. Tra essi vanno ricordati il potenziamen-to dei controlli alle frontiere esterne e una più stretta collaborazione con i pae-si di provenienza. Al tempo stesso, si lavora intensamente per dare a cittadini provenienti da Stati non UE la possibilità di giungere nell’UE e di viverci. Mediante la cooperazione allo sviluppo con i paesi più poveri del mondo, l’UE cerca di mi-gliorare a tal punto le condizioni di vita nei paesi di provenienza degli immigrati illegali da far sì che questi non debbano più lasciare il loro paese.

Fortezza Europa?

L’UE e i suoi partner L’UE ha allacciato rapporti con numerosi paesi in tutto il

mondo e ha intensi contatti con paesi in via di sviluppo in

Africa e in America latina, nonché con gli Stati grandi e piccoli

dell’Asia. Questi variegati rapporti non si possono affrontare

in questa sede. Sul portale Internet dell’Unione europea si

possono ottenere informazioni su di essi:

http://europa.eu/pol/cfsp/index_it.htm

Un elemento particolarmente importante della politica estera

dell’UE è la cooperazione nel campo della politica di sviluppo

con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Con gli

attuali 78 Stati ACP vengono conclusi accordi di partenariato

economico destinati ad aiutare questi paesi a integrarsi nell’economia mondiale e a combattere efficacemente la po-vertà al loro interno.

L’Unione europea e i suoi Stati membri sono i maggiori dona-tori al mondo di aiuti allo sviluppo. Essi elargiscono più della metà di tutti gli aiuti ai paesi poveri. Tuttavia, la politica di sviluppo è qualcosa di più della messa a disposizione di acqua pulita e di strade percorribili, per quanto importante ciò possa essere. L’UE sostiene lo sviluppo anche attraverso il commer-cio, aprendo il proprio mercato alle importazioni dai paesi in via di sviluppo e incoraggiandoli ad ampliare i reciproci scam-bi commerciali.

L'Europa nel mondo | 43

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L’UE e la cooperazione allo sviluppoQui potete vedere vari settori della cooperazione allo sviluppo dell’UE. Provate a collegare i numeri delle immagini ai contenuti da esse rappresentati e ai relativi provvedimenti di cooperazione allo sviluppo. Attenzione: le immagini e i relativi provvedimenti non necessariamente sono direttamente vicini le une agli altri!

Compito

44 | L'Europa nel mondo

L’Europa nel mondoL’Europa non è un’isola ma fa parte di un mondo che cresce in modo sempre più integrato. L’UE sente perciò la responsabili-tà di impegnarsi fortemente sul piano internazionale. Lo fa per proteggere i propri interessi, per contribuire positivamen-te allo sviluppo del mondo e per aiutare altre popolazioni pri-ve della possibilità di vivere in modo sicuro e agiato come gli europei.

Per questo l’UE esprime un forte impegno nel campo della lotta ai mutamenti climatici e cerca di coinvolgere in una strategia comune anche altri paesi, che inquinano l’aria con enormi quantità di anidride carbonica. Parliamo, ad esempio, della Cina e degli USA. Grande importanza per la protezione dell’ambiente hanno anche altre questioni che possono esse-re risolte solo affrontandole insieme. L’inquinamento dei mari e l’eccesso di pesca ne sono solo due esempi.

Ovunque l’UE si impegna a favore della democrazia e si sfor-za di far valere la propria influenza per indurre anche altri paesi a rispettare i diritti e le libertà democratiche fondamen-tali e a garantirle ai loro cittadini.

L’UE è molto attiva nello sforzo di cogliere i cosiddetti «Obiet-tivi di sviluppo del millennio» voluti dalle Nazioni Unite, che in sostanza mirano a dimezzare la povertà assoluta entro il 2015. Si tratta di persone che dispongono di un reddito gior-naliero inferiore a un dollaro.

L’Europa non può certo pretendere di guidare da sola i destini della Terra, ma senza Europa non c’è nulla che possa andare avanti. Viviamo in un mondo in cui è impossibile che a noi vada bene se ad altri va male.

N. Immagine N. Provvedimento

Equipaggiamento di strutture sanitarie con veicoli destinati a servizi di ambulanza in Sud Africa

Promozione dei diritti umani e della democrazia

Formazione di lavoratori forestali in Papua-Nuova Guinea Ampliamento di infrastrutture

Consegne di riso destinato a essere distribuito a popolazioni bisognose nel porto di Zanzibar

Promozione delle energie rinnovabili/approvvigionamenti energetici

Campagna di sminamento in Laos Alimentazione idrica

Scavo di pozzi a Dacca, Bangladesh Risoluzione di conflitti/consolidamento della pace

Concessione di microcrediti a cucitrici della Bosnia-Erzegovina Promozione della salute

Produzione di energia elettrica eolica in Bolivia Protezione dell’ambiente

Osservazione di elezioni in Nigeria Provvedimenti a sostegno della crescita economica

Costruzione di scuole a Eterasama, regione di Chapare, Bolivia Garanzia di un’istruzione di base per tutti

Costruzione di strade nel Benin Eliminazione della povertà

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Discussione sulla migrazione Circa 214 milioni di persone in tutto il mondo vivono in uno Stato che non è la loro patria d’origine. Potete immaginare anche voi di voltare le spalle per sempre al paese in cui siete nati? Per quali motivi lo fareste? E per quali motivi sareste disposti a entrare in un paese in cui il vostro arrivo non è affatto desiderato o addirittura vietato? Discutetene in gruppo. Informatevi su quali possano essere le motivazioni delle persone che cercano di raggiungere l’Europa da sud e da est e condividete queste informazioni con il gruppo.

Discussione

L'Europa nel mondo | 45

7Il futuro dell’Europa

Dove pensate di abitare nel 2030, come intendete vivere e cosa desiderate fare?

46 | Il futuro dell'Europa

È evidente che le singole economie de-gli Stati europei si trovano di fronte a enormi problemi. Problemi che da un lato nascono dalla globalizzazione, cioè dall’allargamento a gran parte del mon-do dell’economia di mercato. Merci, ca-pitale, idee e informazioni oltrepassano assai rapidamente le frontiere, sono ovunque fruibili e danno luogo a una concorrenza a livello mondiale.

Ciò ha per noi conseguenze immediate: un’impresa francese non può più limitar-si a sapere cosa offra il tale concorrente nel proprio paese o il talaltro al di là dei

L’Europa nel mondo Pirenei, in Spagna. Essa dovrà anche te-ner conto di cosa e a che prezzo venga prodotto in Cina, in India o negli USA e calcolare se potrà essere competitiva ri-spetto a tali prezzi, ad esempio offrendo i propri prodotti a prezzi altrettanto bassi o producendo beni che, anche se più cari, siano però di qualità migliore.

D’altra parte, le nostre condizioni di vita cambiano per ragioni che nulla hanno a che fare con la globalizzazione. La gen-te invecchia e invecchiano le società. Che la gente invecchi è una buona noti-zia: significa infatti che viviamo più a

L’Europa è qualcosa di più di un’associazione economica. È piuttosto una comunità di valori, un’associazione cioè di Stati e cittadini che condividono convinzioni fondamentali comuni e che intendono professarle. Tra l’altro, nel 21º secolo molte questioni si pongono in modo ben diverso che nel 20º. La pace tra gli Stati membri è assicurata e vecchie inimicizie hanno potuto essere trasformate in stabili amicizie o quanto meno in una pacifica collaborazione. Ma l’UE deve affrontare e superare prove del tutto nuove, se intende continuare a garantire ai cittadini i suoi valori fondamentali anche nel nuovo secolo..

lungo. Ma ciò significa anche: le spese che dovremo sostenere per i regimi sa-nitari aumenteranno e le pensioni do-vranno essere corrisposte più a lungo.

Contemporaneamente — notizia meno buona — il numero delle nascite sta di-minuendo. Nei decenni passati, molte persone si sono decise per famiglie meno numerose o, addirittura, di rinun-ciare a mettere al mondo dei figli. Ciò provoca però un grave problema ma-croeconomico: un numero sempre mi-nore di giovani deve mantenere un nu-mero sempre maggiore di anziani.

Nel 2030 vorrei abitare a/in e lavorare come

Mi auguro che le mie condizioni di vita private siano:

Per poter raggiungere questi obiettivi, oggi devo chiedere ai politici del mio paese che:

Alla politica europea chiedo che:

Compito

L’anno 2030 e ioDove pensi di abitare nel 2030, in che modo pensi di vivere e cosa desideri fare? A questa domanda ciascuno risponderà sicuramente in modo diverso. La realizzazione dei propri desideri non dipende però solo dalle capacità personali e dalla fortuna ma anche dalle premesse politiche generali. Cosa prevede il vostro piano? cosa chiedete alla politica?

Il futuro dell'Europa | 47

1. José Manuel Barroso

Presidente della Commissione europea. Discorso tenuto in occasione del Think Tank Dialogue sul tema «Situazione dell’UE nel 2013: federalismo o fram-mentazione?», Bruxelles, 22 aprile 2013.

«Anch’io sono dell’opinione che, in tempi in cui l’Europa sembra ondeggiare tra integrazione e frammentazione, dob-biamo definire i nostri progetti politici, le nostre opzioni, le nostre intenzioni. Dobbiamo prendere una decisione fon-damentale se vogliamo portare al suc-cesso l’ideale europeo e i valori europei, sia internamente sia esternamente ai nostri confini.

Io, ad esempio, non ho alcun timore a pronunciare la parola federalismo. In-nanzitutto, esso significa esattamente il contrario di quanto molti sospettano o temono. Una federazione non è un «su-perstato» quanto piuttosto un’associa-zione democratica di Stati nazionali, capaci di affrontare problemi comuni, che esercita la sovranità in modo tale che ciascun paese e ciascun cittadino possa plasmare da sé il proprio futuro. Ciò significa che occorre accettare esplicitamente il fatto che non si può unificare l’Europa contro la volontà de-gli Stati membri e che quindi la si deve costruire insieme ad essi. Credo in un’Europa nella quale la gente è orgo-gliosa delle proprie nazioni, orgogliosa di essere europea e orgogliosa dei no-stri valori europei.

L’Unione europea nella sua forma at-tuale denota già numerosi innegabili elementi federativi: una Commissione

europea sovranazionale con il mandato di promuovere gli interessi generali eu-ropei, è un Parlamento europeo eletto direttamente, una Banca centrale euro-pea indipendente e una Corte di giusti-zia dell’Unione europea basata su un sistema normativo il cui primato sulle legislazioni nazionali è riconosciuto da tutti. Tutte queste istituzioni dispongono di poteri sovranazionali che, col tempo, sono aumentati.

La suddivisione dei poteri tra il livello centrale e i singoli Stati membri non è fissata una volta per tutte. Essa potrà sempre essere rimessa in discussione e sarà rimessa in discussione. Addirittura in Stati tradizionalmente federali, dalla Germania agli USA, è in corso un inces-sante dibattito sulla sussidiarietà e si discute cosa può e deve fare il governo federale e dove finiscono o dovrebbero finire le sue prerogative.

Nei prossimi decenni credo che l’Unione guarderà ancor più in avanti e si proiet-terà maggiormente verso l’esterno.

Essa diventerà per i cittadini europei e anche per gli Stati membri uno stru-mento estremamente potente per dar forma alla globalizzazione e per difen-dere i nostri valori comuni. Il mondo cambia in modo assai rapido e gli Stati membri possono giocare, se lo fanno insieme, un ruolo decisivo. Solo uniti e potenziando le nostre istituzioni comuni saremo in grado di padroneggiare le sfide che le crisi economiche e finanzia-rie, la scarsità di risorse, i mutamenti climatici, la povertà e il sottosviluppo si trascinano in tutto il mondo. Uniti potre-mo creare migliori condizioni per pro-teggere i nostri valori comuni e, accom-pagnandolo con riforme, il nostro mo-dello sociale, la nostra economia sociale di mercato e mantenere le principali caratteristiche del modello di vita euro-peo».

Compito

L’Unione europea sulla scena mondialeIn seno all’UE e ai suoi Stati membri esiste attualmente un vasto dibattito sugli aspetti che dovrà assumere il futuro dell’UE. Molte persone cercano di immaginarsi il futuro dell’Europa. Fanno altrettanto, naturalmente, anche i principali politici dell’UE. Ecco alcuni esempi: Analizzate, e poi discutete, cosa pensate delle affermazioni che seguono.

Fonte: http://europa.eu/rapid/press-release_SPEECH-13-346_en.htm

2. Martin SchulzPresidente del Parlamento europeo, si è così espresso in un libro dedicato all’Unione europea:

«Sono convinto che l’Europa debba con-tinuare a crescere unita, se non vuole fallire. Dalla bocca di un politico euro-peo, questa richiesta può anche non sorprendere troppo. Del resto, davanti a gente annoiata è stato così spesso pre-dicato che la nostra comunità funziona come una gita in bicicletta: non appena si smette di pedalare, si cade dalla bici. Ma non è in questo senso che lo dico. Se si vuole impedire il fallimento dell’UE, è ineluttabile continuare a portare avanti l’integrazione europea. Certo, si può im-maginare una situazione che possa es-sere accettata come stadio finale dell’unificazione. Tale situazione, tutta-via, non si ancora creata. Il «più» di coo-perazione a cui penso si fonda sulla semplice constatazione che, in un paio di punti, non abbiamo lavorato con la cura necessaria allorché costruimmo l’edificio europeo. Così, ad esempio, di-sponiamo di una moneta unica europea ma non di una politica fiscale e finan-ziaria comune. Ciò non poteva che an-dar storto e ora i famosi mercati mo-strano ogni giorno come gli europei si lascino aizzare l’uno contro l’altro a causa di questo errore. Anche nella poli-tica di spesa dell’UE abbiamo preso la strada sbagliata. Invece di investire in settori importanti per il futuro, buttiamo via i nostri soldi in abissi di sovvenzioni e teniamo artificialmente in vita settori ormai sorpassati. Altrettanto penosa è

48 | Il futuro dell'Europa

la nostra cacofonia, questa sì da torre di

Babele, nel campo della politica estera

e di sicurezza, che ci ha reso ridicoli a

livello internazionale.

Infine, a medio termine servirebbe

nell’UE un po’ di chiarezza istituzionale,

dal momento che perfino gli specialisti

fanno ormai fatica a distinguere tra le

specifiche competenze che caratteriz-

zano il presidente del Parlamento euro-

peo, il presidente della Commissione, il

presidente del Consiglio e il presidente

del Consiglio europeo. Ciò di cui abbia-

mo urgente bisogno è un governo au-

tenticamente europeo che sia eletto e

controllato da un parlamento».

(Martin Schulz: Der gefesselte Riese:

Europas letzte Chance, Berlino 2013)

Jello: «Date ciascuno una risposta e discutete in classe i risultati che saranno emersi».

3. Herman Van Rompuy

Presidente del Consiglio europeo, si è così espresso in un discorso tenuto a Copenaghen su come recuperare la fi-ducia dei cittadini:

«La crisi delle banche e dei debiti sovra-ni ha profondamente scosso la fiducia del pubblico nelle capacità delle econo-mie nazionali: l’Europa può continuare a restare un continente attraente e con-correnziale in un mondo che cambia così rapidamente? Si sta anche diffon-dendo una certa preoccupazione per il

progetto europeo: sarà in grado l’Unione

europea di dare le risposte giuste? È un

fatto comunque che tutte le economie

nazionali dovranno adeguarsi a situa-

zioni in continuo mutamento.

Per restare competitivi, gli europei do-

vranno lavorare di più e meglio, essere

creativi e innovativi. Non ci possiamo

più permettere di vivere al di sopra delle

nostre possibilità. Sono necessarie delle

riforme, con o senza UE. Un deficit pub-

blico pari al 15 % e un debito pubblico

pari al 160 % del PIL sono inaccettabili,

con o senza UE. La competitività delle

nostre economie nazionali deve aumen-

tare, con o senza UE.

Ma, nonostante il fatto che le decisioni

siano prese a livello nazionale, la pub-

Il futuro dell'Europa | 49

blica opinione riversa spesso la colpa sull’Unione europea. La verità è che quando tutto andava bene non abbiamo cambiato nulla, o non abbastanza. Dob-biamo quindi attuare i cambiamenti quando le cose vanno male. E comun-que è sempre meglio se questi cambia-menti li facciamo insieme. Tutti i diri-genti politici europei lo sanno e si com-portano di conseguenza, come posso verificare a ogni vertice. Ma: come pos-sono essere convincenti con i cittadini? Ecco la sfida ultimativa.

Occupazione, crescita e la loro precondi-zione: la stabilità politica e finanziaria. Questi sono i principali ingredienti per poter recuperare la fiducia della gente, la fiducia nelle capacità e nella resi-stenza del nostro continente, delle no-stre economie nazionali e la fiducia nel progetto europeo. Anche qui ogni cosa si collega a un’altra e fa parte di un tutto.

C’è ancora un altro modo con cui gli

uomini e le donne che fanno politica

possono recuperare la fiducia dell’opi-

nione pubblica: devono dire la verità.

Una delle verità da dire è che serve

tempo finché le riforme possano in-

fluenzare tangibilmente la crescita e

l’occupazione. Un’altra è che la risposta

definitiva alla crisi non consiste nella

creazione di strumenti finanziari (fondi

e bond) ma nell’apportare modifiche

all’economia reale. Una terza è che sen-

za l’Europa i costi sarebbero insosteni-

bili.

Chi dà a intendere che il proprio paese

potrebbe farcela da solo, non si limita a

illudere, semplicemente mente! Il popu-

lismo e il nazionalismo non possono

dare risposte alle sfide del nostro tem-

po. I politici devono dire chiaramente

quale sia la posta in gioco. E devono

impegnarsi in modo forte e chiaro a fa-

vore delle loro convinzioni europeisti-che. Come si può chiedere di battersi a favore della causa europea se i leader politici non hanno il coraggio di difende-re e promuovere l’integrazione europea? Le cose stanno semplicemente così. Abbiamo bisogno di una politica euro-pea, ma soprattutto di un linguaggio europeo».

«Beyond the institutions: Why Europe today?», discorso di Herman Van Rom-puy, presidente del Consiglio europeo, in occasione della conferenza sull’Europa, tenutasi a Copenaghen l’11 maggio 2012

Fonte: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/ec/130149.pdf

«Come sarebbe se»: un video pone la domanda di come sarebbe la nostra vita se non esistesse l’UE. Il video lo trovi qui: http://bit.ly/Debate_Europe

50 | Il futuro dell'Europa

Come vedete la questione? Lo sviluppo futuro dell’Unione europea riguarda soprattutto le giovani generazioni che vivono la loro vita e vogliono plasmare la propria esistenza nel 21º secolo. Che cosa desiderate? Che cosa è importante per voi?

Prendete spunto dai testi di questi leader politici europei per porvi anche voi le questioni che essi sollevano. Ciascuno per conto proprio, cerchi di compilare un elenco di priorità. Quali sono i tre punti che mettereste al primo posto? Quali altri tre punti non vorreste assolutamente?

Confrontate fra di voi le priorità che avete elaborato e discutete in classe come dovrebbe essere la vostra Europa del futuro.

Eccovi alcune idee: come deve essere organizzata l’UE per essere in grado di affrontare le sfide che ha davanti? Cercate di ripensare anche a ciò che avete già discusso nel compito sulla moneta unica («Chi deve decidere sulla moneta unica?», pag. 28).

E ora tocca a VOI!

L’elenco potrebbe avere questo aspetto.

Desidero assolutamente: Non voglio in alcun caso:

1. 1.

2. 2.

3. 3.

Ampiezza

L’UE deve ingrandirsi. Solo con più Stati di adesso disporrà del peso necessario.

L’UE non deve accogliere altri nuovi membri, perché altrimenti si differen-zierebbe eccessivamente e perderebbe la sua capacità di manovra.

L’UE deve fare una salutare cura dimagrante. Per rafforzare la sua coesione, occorre che i paesi che non hanno voglia di partecipare a ulteriori sviluppi abbandonino l’UE.

Competenze

Affinché l’UE possa agire efficacemen-te, gli Stati membri devono trasferire ad essa competenze più ampie. Ciò significa: un numero maggiore di decisioni a nome dell’intera UE dovranno essere prese a livello centrale a Bruxelles e a Strasburgo.

L’attuale suddivisione dei compiti tra UE e Stati nazionali deve essere mantenuta, perché e ben equilibrata.

L’UE deve restituire competenze agli Stati membri per concentrarsi su questioni essenziali, come il funziona-mento del mercato interno. Gli Stati membri sono responsabili per le politiche di tutela dell’ambiente e di protezione dei consumatori, o per la politica estera.

Questioni militari

L’UE deve disporre di un proprio esercito europeo per poter far sentire le proprie esigenze ed effettuare azioni militari per conto proprio, per esempio nei Balcani o in Africa.

L’UE è un potere civile e non deve immischiarsi in questioni militari.

L’UE deve mantenere l’attuale collabo-razione con la NATO e ricorrere a proprie truppe da combattimento solo in missioni limitate, che non interessi-no la NATO.

Processi decisionali

Nell’UE le decisioni devono essere prese dal solo Parlamento europeo, perché i deputati che in esso siedono

sono eletti dall’intera popolazione. Com’è sempre accaduto finora, nell’UE

le decisioni devono essere prese dal Consiglio dell’Unione europea e dal Parlamento europeo congiuntamente.

Le decisioni più importanti vanno subordinate a un referendum europeo da tenersi nello stesso giorno in tutta Europa.

Procedure decisionali

Fondamentalmente nell’UE le decisioni vanno prese a maggioranza, perché altrimenti, con quasi 30 Stati, sarebbe difficile accordarsi se non attraverso lunghi negoziati.

Fondamentalmente nell’UE le decisioni vanno prese all’unanimità, perché non si deve mettere in minoranza uno Stato indipendente.

Nell’UE le questioni ordinarie vanno decise a maggioranza; quelle a carattere fondamentale, invece, all’unanimità. Ciò rappresenta infatti un giusto equilibrio tra efficienza e rispetto di tutti.

Euro

Quanti più Stati accetteranno l’euro come loro moneta tanto più stretta-mente l’Europa crescerà insieme. Dobbiamo pertanto premere affinché

il maggior numero possibile di Stati scelga la moneta unica ed, eventual-mente, dobbiamo anche aiutarli finanziariamente.

Devono entrare a far parte della zona euro solo i paesi che si conformano effettivamente alle condizioni dell’u-nione monetaria. Essi devono conti-nuare a essere sottoposti a controlli regolari per verificare il rispetto delle regole.

Una moneta unica non fa bene all’Europa. Proprio in tempi di crisi si vede che nell’UE è impossibile accordarsi su politiche comuni. Una politica finanziaria e valutaria nazionale può agire meglio e più rapidamente. L’UE deve perciò tornare alle valute nazionali; ciò non esclude certo la cooperazione.

Occupazione

L’Unione europea deve cercare attivamente di creare posti di lavoro. Si potrebbero creare molti posti di lavoro grazie a progetti, possibilmente transfrontalieri e sostenuti dall’UE, nel campo delle infrastrutture, come la costruzione di strade e ponti che congiungano gli Stati membri dell’UE.

I vari Stati sanno benissimo da soli come creare posti di lavoro all’interno del loro territorio. È inutile che se ne occupi l’UE

Non è per nulla necessario creare posti di lavoro: abbiamo un numero suffi-ciente di posti vacanti in Europa. Grazie a una libera circolazione rafforzata e a migliori informazioni chi cerchi un impiego può trovarlo più rapidamente.

Il futuro dell'Europa | 51

L’Unione dei cittadiniCome abbiamo già visto, i cittadini europei sono rappresentati nell’UE dal Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo viene eletto da tutti gli elettori dell’U-nione europea per cinque anni. Si diviene elettori a 18 anni; in Austria addirittura a 16 anni. L’età dell’eleggibilità passiva è diversa da uno Stato membro all’altro. Mentre si può essere eletti al Parlamento europeo già a 18 anni, ad esempio in Da-nimarca, Finlandia o Germania, questa soglia d’età si alza a 21 anni in Lituania, Polonia e Regno Unito. A Cipro, in Grecia e in Italia occorre avere addirittura 25 anni prima di poter dive-nire europarlamentare. I cittadini dell’UE che vivono in un altro paese UE (come un austriaco in Ungheria) possono votare in quest’ultimo. Il Parlamento è un importante fattore decisiona-le della politica europea. In seno all’Unione europea, il legisla-tore è costituito dal Parlamento e dal Consiglio insieme. Quin-di, senza il Parlamento europeo in Europa non funziona nulla!

Sebbene il Parlamento europeo rivesta importanti funzioni e rappresenti direttamente i cittadini, l’interesse per le elezioni europee è relativamente scarso. L’influenza del Parlamento europeo è enormemente aumentata dal 1979. Esso può «co-decidere» in un numero di casi sempre maggiore. E nonostan-te il Parlamento europeo abbia oggi molti più poteri di 30 anni fa, la partecipazione alle elezioni europee è diminuita. Nell’UE in media solo il 43 % degli elettori ha effettivamente espresso un voto alle ultime elezioni del Parlamento europeo nel 2009.

Partecipazione alle elezioni europee

Percentuale degli elettori che hanno partecipato alle elezioni del Parlamento europeo.

62,059,0

43,045,5

49,5

56,758,4

1979 1984 1989 1994 1999 2004 2009

Compito

Perché la partecipazione alle votazioni è così scarsa? Discutete le vostre ipotesi e riflessioni in un gruppo ristretto e chiedete poi a persone che fossero elettori o elettrici già nel 2009 (ad esempio, genitori, conoscenti o amici, o anche persone intervistate per strada) se hanno partecipato alle votazioni per il Parlamento europeo. In caso negativo: perché no? Raccogliete i risultati su un cartellone, ciascuno corredato da una tabella che illustri gli argomenti addotti «pro e contro l’andare a votare». Vi vengono in mente ulteriori argomenti? Completate con essi il cartellone.

Compito

E tu? Come ti comporterai?Motiva la tua decisione. In seguito a quali avvenimenti potrebbe cambiare la tua intenzione?

Ora mi trovo all’inizio della

primavera del 2014

e sono elettore/

elettrice

e non sono ancora

elettore/elettrice

Ioandrò/andrei a

votare resterò/resterei a casa

52 | Il futuro dell'Europa

L’unione europea è stata fondata dopo

la seconda guerra mondiale con l’obiet-

tivo di sostituire il secolare antagoni-

smo tra gli Stati europei con l’amicizia e

la cooperazione.

Più di 50 anni dopo, si può ormai dire

che tale obiettivo è stato raggiunto. È

vero che resiste tuttora qualche recipro-

co pregiudizio, ma nessuno tiene più il

vicino sotto la minaccia delle armi. I

dissensi si esprimono nelle sale confe-

renze e, generalmente, vengono com-

posti con un compromesso ben accetto

a tutti gli Stati interessati.

L’Unione europea ha dunque raggiunto

l’obiettivo originario di garantire la pace

tra gli Stati membri. Ma con ciò non è

divenuta superflua, perché i valori che

essa porta in sé non hanno perso nulla

della loro validità.

L’Europa deve affrontare nuovi proble-mi: dalla difesa contro i mutamenti cli-matici alla comprensione della globaliz-zazione, alla lotta contro il terrorismo internazionale. È del tutto chiaro che in Europa nessuno Stato singolo sia in grado di risolvere questi problemi. Ma, tutti insieme, siamo quasi mezzo miliar-do di persone con una forte economia alle spalle e una buona cultura nella testa. Tutti insieme possiamo fare qual-cosa. L’Unione europea ci aiuta con ciò a plasmare la nostra esistenza personale in modo che corrisponda ai nostri propri desideri.

Naturalmente, non cesseranno mai le discussioni e i litigi sul modo in cui l’Eu-ropa deve andare avanti. Soluzioni bre-vettate non esistono e le varie conce-zioni a questo proposito sono molto di-verse da uno Stato membro all’altro.

L’UE è quindi un cantiere di «lavori in corso», è una istituzione in via di muta-mento. Se vogliamo che essa si sviluppi secondo gli orientamenti che noi, citta-dini dell’Europa, riteniamo giusti, dob-biamo farci coinvolgere. Il primo passo è la partecipazione alle votazioni per il Parlamento europeo. Più alta sarà la partecipazione alle votazioni, maggiore sarà la capacità del Parlamento di influ-ire e di farsi sentire. Se non vogliamo che altri decidano per noi, dobbiamo farlo noi stessi. Il Parlamento europeo ci aiuta in questo sforzo.

L’Europa e noi

L’Unione europea: un’associazione che ha un futuro

Un’ottima possibilità di informarsi sul Parlamento europeo è quella di invitare una volta il o i vostri europarlamentari a scuola e di intervistarli. Naturalmente avere un colloquio con un membro del Parlamento europeo non è l’unica possi-bilità di informarsi sull’Europa o addirit-tura di impegnarsi personalmente per essa.

«Ci auguriamo che abbiate trovato queste infor-mazioni interessanti. Se volete saperne di più, alla pagina seguente abbiamo raccolto per voi un paio di consigli. Ciao a tutti!».

Il futuro dell'Europa | 53

Qui trovate alcuni consigli su cosa si potrebbe leggere o fare qualora si volesse avere «più Europa» in testa

L’angolo dei bambini Giochi e quiz sull’Europa per bambini e ragazzi Homepage: http://europa.eu/kids-corner/index_it.htm

L’UE per gli insegnanti Materiale didattico interessante e stimolante sull’Unione europea Homepage: http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm

Portale europeo per i giovani Pagine europee e nazionali su scuola, lavoro, viaggi e molto altro ancora per giovani Homepage: http://europa.eu/youth/it

Europe Direct Centri d’informazione sull’UE ovunque in Europa. È possibile porre le proprie domande

per telefono o per email, oppure visitare uno dei Centri più prossimi. http://europa.eu/europedirect/meet_us/index_it.htm

La storia dell’Unione europea Informazioni e video sui padri fondatori dell’UE Homepage: http://europa.eu/about-eu/eu-history/index_it.htm

La tua Europa Consigli e aiuti per cittadini di un paese UE e le loro famiglie Homepage: http://europa.eu/youreurope/citizens/index_it.htm

Il dibattito sul futuro dell’Europa Portale di informazione sui dibattiti europei Homepage: http://ec.europa.eu/debate-future-europe/

Compito

Provate a visitare gli indirizzi Internet elencati sopra Dividetevi in gruppi ristretti. Ogni gruppo esamini un indirizzo Internet e cerchi di scoprire quanto in esso ci sia di informativo e stimolante. Quali pagine vi sono piaciute? Quali no? Infine, illustrate ai vostri compagni le conclusioni cui siete pervenuti. In questo modo ciascuno si occuperà di un argomento, ma alla fine li conoscerete tutti.

Buon divertimento!

54 | Il futuro dell'Europa

ONLINEInformazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzohttp://europa.eu DI PERSONAIn tutta Europa esistono centinaia di centri locali d’informazione UE. Potete trovare l’indirizzo del centro più vicino a voi sul sitohttp://europedirect.europa.eu PER TELEFONO O PER E-MAILEurope Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 (alcuni operatori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o potrebbero fatturare queste chiamate) oppure, dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento +32 22999696 o ancora per posta elettronica attraverso il formulario accessibile dal sitohttp://europedirect.europa.eu LEGGENDO LE NOSTRE PUBBLICAZIONI Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice clic sul sito web EU Bookshop:http://bookshop.europa.eu

Come ottenere informazioni sull’Unione europea

Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Rappresentanza in ItaliaVia IV Novembre 14900187 RomaITALIATel. +39 06699991Internet: http://ec.europa.eu/italiaE-mail: [email protected]

Rappresentanza a MilanoCorso Magenta 5920123 MilanoITALIATel. +39 024675141Internet: http://ec.europa.eu./italiaE-mail: [email protected]

UFFICI D’INFORMAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Ufficio di RomaVia IV Novembre 149 00187 Roma ITALIA Tel. +39 06699501Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected]

Ufficio di MilanoCorso Magenta 5920123 MilanoITALIATel. +39 024344171 Internet: http://www.europarl.it E-mail: [email protected]

Il futuro dell'Europa | 55

NA-31-13-822-IT-1

Europa. Rivista d’informazione per giovani«L’Europa è altrove». Con questa frase provocante inizia il primo capitolo della Rivista d’informazione per giovani, per la prima volta rivolta all’intera UE. Ci troviamo naturalmente nel bel mezzo dell’Europa e la rivista intende trasmettere il significato dell’Europa. Chi guida l’Europa? Che significa Unione europea per la vita quotidiana della gente? In che direzione si sviluppa il nostro continente in un mondo globalizzato? Quale dev’essere il futuro dell’Europa? Questo, e altro ancora, possono esperire ed elaborare in modo interattivo alunni e alunne tra i 13 e i 18 anni. Per gli insegnanti è disponibile un apposito libro di accompagnamento.

Paesi candidati e candidati potenziali all’adesione

Stati membri dell’Unione europea (luglio 2013)