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Sarcofago marmoreo strigilato, di epoca pre-costantiniana. Esso, solcato dalle caratteristiche strigilature che ne movimentano la superficie, presenta ai due lati un’immagine tipica dell’iconografia cristiana, ma di origine pagana: il “Buon Pastore” con l’ariete sulle spalle. Al lato sinistro il Buon Pastore è proprio Gesù che nella sua funzione di pastore delle anime. La scena centrale ospita Gesù, con le braccia alzate in segno di preghiera, affiancato da due Apostoli Pietro e Paolo. La lastra di alzato è decorata con scene pastorali, che racchiudono un riquadro centrale destinato a contenere il nome del defunto. Il monumento è una delle poche testimo- nianze che abbiamo delle comuntà cristiane di Fondi fin dal II secolo, e conferma l’importanza della presenza cristiana nel terriorio fondano, che fu di lunga tradizione e ben radicata. Nel sarcofago fu rinvenuto anche uno scheletro. Esso è di una persona molto alta probabilmente di origine africana. Il defunto poteva essere, forse, il primo Vescovo della nostra città di cui si ha memoria, ben- ché se ne ignori il nome; consacrato da Sant’Antero, Papa dal 21 novembre 235 al 3 gennaio 236. Essendo venuto a mancare il predecessore martirizzato durante le persecuzioni molto feroci di Massimino il Trace (il quale truicidava i capi religiosi) il nostro potrebbe essere stato vittima dello stesso Massimino o di Decio nel 249. Il sarcofago di squisita fattura con i simboli cristiani più conosciuti: Gesù, Pietro e Paolo e i “Buoni Pastori”, fu trovato dal prof. Emidio Quadrino, Direttore del Museo, in via Purpurale (con- trada Querce) il nome ci richiama un indumento regale o di grande valore (infatti i nomi delle strade antiche erano legati ad avveni- menti o personaggi noti, e da noi questa particolarità è presente in tutto il territorio). La contrada delle Querce (di Cesare) ricchissi- ma di testimonianze archeologiche e religiose con numerose cappelle, depongono a favore dell nostra ipotesi. Lo studio approfondi- to di questi resti (non ancora esposti) potrebbe gettare molta luce sulle origini del primo cristianesimo a Fondi: II - III sec. Ringraziamo sentitamente, per la donazione, Bruno Di Manno (costruttore edile) e la sua signora. Fondi nei secoli (cenni archeologici, storici, paesaggistici culturali e di interesse turistico). F ondi, l’antica Fundi dei Romani, la Foundoi (Fundoi) dei Greci, deve il suo nome alla originale collo- cazione nel punto di passaggio e quindi di scambi commerciali tra la Magna Grecia e l’Italia centrale e continentale (dalla parola fenicia funduq che significa fondaco; nell’Apprezzo dello Stato di Fondi del 1690, si contavano ancora dieci fondachi). Posta a metà strada tra Roma e Napoli domina la via Appia e la valle formata dai monti Ausoni ad Ovest e dagli Aurunci ad est. La breve distanza da Sperlonga sulla costa tirrenica costituisce il punto di più facile accesso dal mare verso l’interno. La prerogativa della città come porta della Campania e quindi del Sud è testimoniata dallo storico Tito Livio: a Fondi fu concessa la civitas sine suffragio nel 338 a. C. perché permetteva un agevole passaggio agli eserciti di Roma in marcia verso il Sud. A questo riguardo possiamo affermare che il suo monumento più significativo è il Torrione, maestoso nella sua imponenza e visibile per chi viene da sud, tra il palazzo del Principe e la fortezza Caetani. È un originario monumento funebre ingrandito e finalizzato a torre di osservazione. Le tre vedette dell’ultimo piano della torre sono rivolte proprio ai punti di più facile accesso: Itri-Sperlonga, Valle del Liri, Valle del Sacco. (Oggi è ancora conosciuta come Maschio Caetani). La città seguì le vicende di Roma fino alla sua caduta conservando sempre la qualità di città di nobili e ari- stocratiche tradizioni. Il tratto dell’Appia che va da Terracina a Formia, è ricchissimo di monumenti funebri dell’età repubblicana e imperiale; per Fondi passarono tutti i protagonisti della storia romana: Silla che fu assediato da Mario nelle sue mura; Augusto la cui famiglia era di origine fondana; Tiberio, l’apostolo Paolo, Pietro, il poeta Orazio e, Mecenate e tanti altri. Nel 166 fu eletto papa San Sotero (nativo di Fondi). Nel 236 il papa Antero, della Magna Grecia, consacrò un Vescovo a Fondi di cui non si conosce il nome. Nel 403 San Paolino da Nola a sue spese costruì una nuova basilica (attuale Chiesa di San Pietro). Nel 520 S. Onorato fondò il Monastero di San Magno. Nel medioevo conobbe splendore e potenza proprio grazie ai Caetani che fecero della città il fulcro della loro potenza: nel settembre del 1378 qui a Fondi ebbe inizio il grande scisma d’Occidente con l’elezione dell’antipapa Clemente VII. Nel Rinascimento Giulia Gonzaga tenne corte qui a Fondi circondandosi dei migliori letterati e artisti del tempo. Oggi la vita della città è rigogliosa grazie alla laboriosità e alla imprenditorialità dei suoi cittadini (buon san- gue non mente!), che hanno permesso la realizzazione di numerose imprese artigiane e soprattutto del Mercato Ortofrutticolo di Fondi che è una realtà propulsiva dell’economia della città e, recentemente, della nuova sede comunale, punto di ritrovo e di accoglienza; dell’Anfiteatro, occasione per iniziative culturali, religiose e ludiche e del restauro del Palazzo comitale con il Transetto che è il preludio alla fruizione (dopo secoli) del Torrione - Mausoleo il cui interno è in via di restauro. Il Museo Civico di Fondi Fondato l’8 ottobre 1877 da Giovanni Sotis e Bruto Amante Piazza Matteotti - Ingresso: Viale Regina Margherita - Tel. 0771 / 503775 - 04022 FONDI (LT) Orario 10,00 /12,00: Giovedì - Domenica Direttore: Prof. Emidio Quadrino Foto Vincenzo Bucci - Testi: Prof. Emidio Quadrino - Grafica, impaginazione e stampa: Arti Grafiche Kolbe Fondi 1 - Terme romane (I - IV sec. d.C.) 2 - Castello Caetani (XIV sec.) e Museo Civico 3 - Palazzo comitale (XIV - XV sec.) con Passetto 4 - Duomo (ex cattedrale) dedicato a S. Pietro (XII sec.) 5 - Decumano minore 6 - Casa natale di San So t ero papa (II sec. d.C.) 7 - Chiesa e convento di San Domenico (XV sec.) 8 - Cardine minore 9 - Chiesa di S. Maria Assunta (XV sec.) 10 - “Pasquino” fondano (I sec. d.C.) 11 - Decumano maggiore (Corso Appio Claudio) 12 - Portale con insegna di antica beccheria (XVI sec.) 13 - Epigrafe latina 14 - Mura poligonali (V - IV sec. a. C.) 15 - Giudea (antico quartiere ebraico) 16 - “Casa degli spiriti” (sinagoga) 17 - Portale con stemma Caetani e portico della chiesa di San Sebastiano 18 - Antica porta settentrio- nale della città (“Portella” I sec. a.C.) 19 - Mura e Torri in opera incerta (III - I sec. a.C.) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 19 19 Museo Civico di Fondi Presenze e testimonianze antiche, medievali e moderne Esterno Torrione con passetto su Porta Napoli, sull’esempio di quello di Cristoforo Scacco nel dipinto dell’«Annunziazione» (1483) in San Pietro Apostolo a Fondi. Buon Pastore di sinistra: evoluzione in senso cristiano del Mercurio Crioforo. Notevole la serenità del volto con gli occhi aperti e le labbra socchiuse; il pastore regge sulle spalle una pecora; con la mano destra regge l’ urceus ovvero la brocca per l’acqua battesi- male. «...Chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». Raffigurazione plastica dell’essenza vera del cristianesimo che si fonda sull’apostolato. Gesù con le braccia alzate invita alla pace e alla conversione. I due apostoli hanno le braccia abbassate in segno di accoglienza. Il tentativo di interpretarlo come orante è forza- to in quanto l’orante è l’anima di una defunta che va in paradiso. Il volto di Gesù è d’ispira- zione regale come gli imperatori del III seco- lo che si fregiavano del titolo sol novus; Gesù invece è sol novus noster, per indicare la comunione di Cristo col popolo. Il Pastore di destra richiama molto il Mercurius crioforo intento alla funzione pagana del pastore che trae guadagno dalla cura del gregge. La mano destra non c’è, e sembra che tenga non una brocca, come il pastore di sinistra, ma o un vaso o una borsa come si nota nelle rappresentazioni delle catacombe e in altri sarcofagi. Da notare che le immagi- ni sono sovrapponibili e guardano verso destra (la destra che il Signore riserva ai buoni nel giorno del giudizio?). Tutti i pastori degli altri sarcofagi non hanno queste caratteristiche. Vasca di lavabo proveniente da San Magno. Le sue caratteri- stiche fanno pensare a un sarcofago di un fanciullo piuttosto che a un lavabo. Mattoni del pavimento della villa romana da cui proviene il sarcofago. Sono mattoni sesquipedales, cioè cm. 45x45x7. Stele funeraria di Averrio Papo con familiari proveniente dal Cocuruzzo. Notevole è il bassorilievo che ci ricorda l’antico rito matrimonia- le latino che consisteva nella congiunzione delle destre degli sposi davanti ad un magstrato con la formula di rito “ubi tu Gaius ego Gaia” pronunciata dalla donna.Qualche studioso dice trattarsi di stele funeraria o addirittura lastra di sarcofago. Frammento di lastra di sarcofago con decorazio- ne a rilievo. Nel frammen- to si identificano le onde del mare e la coda di una balena. La storia di Gio- na? III-IV secolo d.C. Nel Chiostro del Convento di San Francesco.

F ondi, l’antica F ou nd i dagli Aurunci ad est. L a breve ... MUSEO CIVICO DI FONDI 2014.pdf · Il Pastore di destra richiama molto il Mercurius crioforo intento alla funzione

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Sarcofago marmoreo strigilato, di epoca pre-costantiniana. Esso, solcato dalle caratteristiche strigilature che ne movimentano lasuperficie, presenta ai due lati un’immagine tipica dell’iconografia cristiana, ma di origine pagana: il “Buon Pastore” con l’ariete sullespalle. Al lato sinistro il Buon Pastore è proprio Gesù che nella sua funzione di pastore delle anime. La scena centrale ospita Gesù,con le braccia alzate in segno di preghiera, affiancato da due Apostoli Pietro e Paolo. La lastra di alzato è decorata con scenepastorali, che racchiudono un riquadro centrale destinato a contenere il nome del defunto. Il monumento è una delle poche testimo-nianze che abbiamo delle comuntà cristiane di Fondi fin dal II secolo, e conferma l’importanza della presenza cristiana nel terrioriofondano, che fu di lunga tradizione e ben radicata. Nel sarcofago fu rinvenuto anche uno scheletro. Esso è di una persona moltoalta probabilmente di origine africana. Il defunto poteva essere, forse, il primo Vescovo della nostra città di cui si ha memoria, ben-ché se ne ignori il nome; consacrato da Sant’Antero, Papa dal 21 novembre 235 al 3 gennaio 236. Essendo venuto a mancare ilpredecessore martirizzato durante le persecuzioni molto feroci di Massimino il Trace (il quale truicidava i capi religiosi) il nostropotrebbe essere stato vittima dello stesso Massimino o di Decio nel 249. Il sarcofago di squisita fattura con i simboli cristiani piùconosciuti: Gesù, Pietro e Paolo e i “Buoni Pastori”, fu trovato dal prof. Emidio Quadrino, Direttore del Museo, in via Purpurale (con-trada Querce) il nome ci richiama un indumento regale o di grande valore (infatti i nomi delle strade antiche erano legati ad avveni-menti o personaggi noti, e da noi questa particolarità è presente in tutto il territorio). La contrada delle Querce (di Cesare) ricchissi-ma di testimonianze archeologiche e religiose con numerose cappelle, depongono a favore dell nostra ipotesi. Lo studio approfondi-to di questi resti (non ancora esposti) potrebbe gettare molta luce sulle origini del primo cristianesimo a Fondi: II - III sec.Ringraziamo sentitamente, per la donazione, Bruno Di Manno (costruttore edile) e la sua signora.

Fondi nei secoli (cenni archeologici, storici, paesaggistici culturali e di interesse turistico).

Fondi, l’antica Fundi dei Romani, la Foundoi (Fundoi) dei Greci, deve il suo nome alla originale collo-cazione nel punto di passaggio e quindi di scambi commerciali tra la Magna Grecia e l’Italia centrale e

continentale (dalla parola fenicia funduq che significa fondaco; nell’Apprezzo dello Stato di Fondi del 1690,si contavano ancora dieci fondachi).Posta a metà strada tra Roma e Napoli domina la via Appia e la valle formata dai monti Ausoni ad Ovest edagli Aurunci ad est. La breve distanza da Sperlonga sulla costa tirrenica costituisce il punto di più facileaccesso dal mare verso l’interno.La prerogativa della città come porta della Campania e quindi del Sud è testimoniata dallo storico TitoLivio: a Fondi fu concessa la civitas sine suffragio nel 338 a. C. perché permetteva un agevole passaggioagli eserciti di Roma in marcia verso il Sud. A questo riguardo possiamo affermare che il suo monumentopiù significativo è il Torrione, maestoso nella sua imponenza e visibile per chi viene da sud, tra il palazzodel Principe e la fortezza Caetani. È un originario monumento funebre ingrandito e finalizzato a torre diosservazione. Le tre vedette dell’ultimo piano della torre sono rivolte proprio ai punti di più facile accesso:Itri-Sperlonga, Valle del Liri, Valle del Sacco. (Oggi è ancora conosciuta come Maschio Caetani).La città seguì le vicende di Roma fino alla sua caduta conservando sempre la qualità di città di nobili e ari-stocratiche tradizioni. Il tratto dell’Appia che va da Terracina a Formia, è ricchissimo di monumenti funebridell’età repubblicana e imperiale; per Fondi passarono tutti i protagonisti della storia romana: Silla che fuassediato da Mario nelle sue mura; Augusto la cui famiglia era di origine fondana; Tiberio, l’apostolo Paolo,Pietro, il poeta Orazio e, Mecenate e tanti altri. Nel 166 fu eletto papa San Sotero (nativo di Fondi). Nel 236il papa Antero, della Magna Grecia, consacrò un Vescovo a Fondi di cui non si conosce il nome. Nel 403San Paolino da Nola a sue spese costruì una nuova basilica (attuale Chiesa di San Pietro). Nel 520 S.Onorato fondò il Monastero di San Magno. Nel medioevo conobbe splendore e potenza proprio grazie aiCaetani che fecero della città il fulcro della loro potenza: nel settembre del 1378 qui a Fondi ebbe inizio ilgrande scisma d’Occidente con l’elezione dell’antipapa Clemente VII. Nel Rinascimento Giulia Gonzagatenne corte qui a Fondi circondandosi dei migliori letterati e artisti del tempo.Oggi la vita della città è rigogliosa grazie alla laboriosità e alla imprenditorialità dei suoi cittadini (buon san-gue non mente!), che hanno permesso la realizzazione di numerose imprese artigiane e soprattutto delMercato Ortofrutticolo di Fondi che è una realtà propulsiva dell’economia della città e, recentemente, dellanuova sede comunale, punto di ritrovo e di accoglienza; dell’Anfiteatro, occasione per iniziative culturali,religiose e ludiche e del restauro del Palazzo comitale con il Transetto che è il preludio alla fruizione (doposecoli) del Torrione - Mausoleo il cui interno è in via di restauro.

Il Museo Civico di FondiFondato l’8 ottobre 1877 da Giovanni Sotis e Bruto Amante

Piazza Matteotti - Ingresso: Viale Regina Margherita - Tel. 0771 / 503775 - 04022 FONDI (LT)

Orario 10,00 /12,00: Giovedì - Domenica

Direttore: Prof. Emidio Quadrino

Foto Vincenzo Bucci - Testi: Prof. Emidio Quadrino - Grafica, impaginazione e stampa: Arti Grafiche Kolbe Fondi

1 - Terme romane (I - IVsec. d.C.)

2 - Castello Caetani (XIVsec.) e Museo Civico

3 - Palazzo comitale (XIV- XV sec.) con Passetto

4 - Duomo (ex cattedrale)dedicato a S. Pietro (XIIsec.)

5 - Decumano minore 6 - Casa natale di

San So tero papa(II sec. d.C.)

7 - Chiesa e convento diSan Domenico(XV sec.)

8 - Cardine minore 9 - Chiesa di S. Maria

Assunta (XV sec.) 10 - “Pasquino” fondano (I

sec. d.C.) 11 - Decumano maggiore

(Corso Appio Claudio) 12 - Portale con insegna di

antica beccheria (XVIsec.)

13 - Epigrafe latina 14 - Mura poligonali

(V - IV sec. a. C.) 15 - Giudea (antico quartiere

ebraico)16 - “Casa degli spiriti”

(sinagoga) 17 - Portale con stemma

Caetani e portico dellachiesa di SanSebastiano

18 - Antica porta settentrio-nale della città(“Portella” I sec. a.C.)

19 - Mura e Torri in operaincerta (III - I sec. a.C.)

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Museo Civicodi Fondi

Presenze e testimonianze antiche, medievali e moderne

Esterno Torrione con passetto su Porta Napoli,

sull’esempio di quello di Cristoforo Scacco

nel dipinto dell’«Annunziazione» (1483)

in San Pietro Apostolo a Fondi.

Buon Pastore di sinistra: evoluzione insenso cristiano del Mercurio Crioforo.Notevole la serenità del volto con gliocchi aperti e le labbra socchiuse; ilpastore regge sulle spalle una pecora;con la mano destra regge l’urceusovvero la brocca per l’acqua battesi-male. «...Chi berrà dell'acqua che io glidarò, non avrà più sete in eterno. Anzi,l'acqua che io gli darò diventerà in luiuna sorgente d'acqua che zampilla perla vita eterna».

Raffigurazione plastica dell’essenza vera delcristianesimo che si fonda sull’apostolato.Gesù con le braccia alzate invita alla pace ealla conversione. I due apostoli hanno lebraccia abbassate in segno di accoglienza. Iltentativo di interpretarlo come orante è forza-to in quanto l’orante è l’anima di una defuntache va in paradiso. Il volto di Gesù è d’ispira-zione regale come gli imperatori del III seco-lo che si fregiavano del titolo sol novus;Gesù invece è sol novus noster, per indicarela comunione di Cristo col popolo.

Il Pastore di destra richiama molto ilMercurius crioforo intento alla funzionepagana del pastore che trae guadagnodalla cura del gregge. La mano destranon c’è, e sembra che tenga non unabrocca, come il pastore di sinistra, ma oun vaso o una borsa come si nota nellerappresentazioni delle catacombe e inaltri sarcofagi. Da notare che le immagi-ni sono sovrapponibili e guardano versodestra (la destra che il Signore riservaai buoni nel giorno del giudizio?). Tutti ipastori degli altri sarcofagi non hannoqueste caratteristiche.

Vasca di lavabo proveniente da San Magno. Le sue caratteri-stiche fanno pensare a un sarcofago di un fanciullo piuttostoche a un lavabo.

Mattoni del pavimento della villa romana da cui proviene ilsarcofago. Sono mattoni sesquipedales, cioè cm. 45x45x7.

Stele funeraria di Averrio Papo con familiari proveniente dalCocuruzzo.

Notevole è il bassorilievo che ci ricorda l’antico rito matrimonia-le latino che consisteva nella congiunzione delle destre deglisposi davanti ad un magstrato con la formula di rito “ubi tuGaius ego Gaia” pronunciata dalla donna.Qualche studiosodice trattarsi di stele funeraria o addirittura lastra di sarcofago.

Frammento di lastra disarcofago con decorazio-ne a rilievo. Nel frammen-to si identificano le ondedel mare e la coda di unabalena. La storia di Gio-na? III-IV secolo d.C. NelChiostro del Convento diSan Francesco.

Statua acefala di personaggiotogato, col braccio destro avvoltonella toga e la mano destra chetiene il balteus. La toga arriva finsopra la caviglia, ed è di un tipoche richiama il pallium greco.Quest’uso si diffonde a Romaintorno alla metà del I secolod.C., segno di apertura verso lacultura ellenistica. Interessante ilconfronto con i Coniugi da viaStatilia a Roma.

Nel museo. Recuperato dal Direttore con didascaliagià presente. Provenienza: Mausoleo Gavio Nauta,Ponte Selce, vicino la chiesa di San Giovanni.

Epigrafe di sepolcreto proveniente daSan Raffaele. Vi si nomina unDomitius Phaon, liberto di DomitiaLepida, madre di Messalina, moglie diClaudio. Sulla colonna di destra delpronao di San Francesco leggiamol’epigrafe: Domitiae pauline sororiimperator Caesar Traiani AdrianiFundani dd.

OTAERUS (?) MERCATOR LIBERTA SUIS. È un mercante all’ingrosso sconosciuto forseera un’epigrafe tombale. Il termine mercator forse si rifà alla natura mercantilistica propria diFondi.

La presenza di un’epigrafe funerariain lingua greca qui a Fondi non èstata mai esaminata. Come si spie-ga questa presenza? Nel dialettofondano sono numerose le parole diorigine greca. È una prova dell’ipo-tetica origine greca della nostracittà?

Forse è un Caelius Antipater, celebre annalista egiureconsulto romano dei tempi dei Gracchi (I sec.a.C.). Rinvenuto a Porta Odiosa.

Simile all’epigrafe superiore in cuiricorre il nome Domitius della medesi-ma provenienza?

Statua femminile in trono, realizzata inmarmo bianco. Poggia i piedi su uno sga-bello ed accavalla le gambe. Il trono hagambe modanate e sponde decorate conmotivo solare a raggi. Indossa un lungo chi-tone ed un himation ampio e leggero, cheprobabilmente copriva anche il capo. Loschema generale e la posizione delle brac-cia corrispondono al tipo della Pudicitia,che ebbe fortuna nell’arte funeraria romanafra il I secolo a.C. ed il I d.C. In più, legambe accavallate presuppongono l’impor-tante esempio della Tyche di Antiochia, dicui però l’esemplare fondano non ha la tor-sione del busto, essendo caratterizzatainvece da una rigida frontalità.

Colonna di marmo striato presente nel Chiostro della Chiesa di San Francesco.

Statua femminile panneggiatastante, di marmo bianco rico-perto di patina giallo-dorata.Indossa un lungo chitone chericade fino a terra, lasciandoappena scoperti i piedi. Soprala tunica un pesante himation,che la copre fin sotto le ginoc-chia, tenuto probabilmentedall’avambraccio destro; lamano destra è visibile sul fian-co sinistro. Anche in questocaso, il richiamo è al tipo icono-grafico della Pudicitia.

Campana della Madonna del Soccorso. Èuna delle due che segnavano un tempo iltrascorrere della vita religiosa e civile dellaChiesa della Madonna del Soccorso. Essaebbe vita gloriosa nel passato ed era il cen-tro di un monastero i cui resti di recentesono stati distrutti per far posto a nuovecostruzioni. La campana un poco malanda-ta è stata recuperata in una casupola dicampagna di Monte San Biaigio. È del1451, donata da Onorato II Caetani.

Manufatti di età Paleolitica e Neolitica rinve-nuti i contrada Querce (Via Ripa). Sono pre-senti numerosi in tutta la piana di Fondi.

Stemma della famiglia Dell’Aqui-la? (La forma dell’aquila roma-na? consiste essenzialmente nel-le ali spiegate, e tiene tra gli arti-gli la folgore. L’aquila era d’ar-gento e la folgore d’oro; più tardil’aquila con la folgore era tuttad’oro). La nostra è diversa.

Madonna con il Bambino di D. Gagini, operadel periodo napoletano del 1458. La nostraMadonna mantiene uno schivo arcaismoaddolcito da una immediata emotività, in unmodellato morbido soffuso di dolci trapassichiaroscurali, lontani dagli impacci accade-mici.

Lastra traforata ad intrecci decorativi usatanelle chiese cristiane; è un capolavoro diabilità geometrica: in un riquadro di circa unmetro quadrato due nastri bisolcati si sno-dano e si intrecciano tra loro fino a formarenove cerchi e venticinque nodi con ottoangoli rivolti lungo la cornice. girando di 90°il lato sinistro della lastra ci rendiamo contodi quanta pazienza, maestria e perizia geo-metrica fosse dotato l’anonimo artefice ditanta meraviglia. La diffusione delle transen-ne si può far risalire ai tempi di Carlo Magnoo, ancora più giù, all ’arte bizantina.Probabile posizione corretta.

Nel rito sacrificale romano antico, il vittimario eral’assistente del sacerdote sacrificatore: egli lega-va la vittima (da cui victimarius) e preparava l’im-molazione. Il vittimario teneva nella mano destrala secespita (grosso coltello a lama triangolaread un solo taglio) o la sacena (scure per sacrifi-ci). Nella mano sinistra l’aspersorio per l’acqualustrale (l’aspergillum dei cristiani). Prima delfurto, negli anni ’80, aveva la testa (ricostruita direcente dal compianto prof. Elio Mastrobattista,su calco in gesso fatto dall’amico Attilio Forte) ela gamba sinistra, ora è solo un tronco. In genereindossava un perizoma di cuoio, il nostro inveceè ingentilito da un gonnellino drappeggiato, deli-cato e armonioso di ispirazione ellenistica. Futrovato nel 1952 a Fondi presso l’anfiteatro in Viadegli Ausoni. Una recente interpretazione propo-ne di vedere nel personaggio un lupercus, sacer-dote di un antico culto che era vestito con unsemplice perizoma e munito di frusta di pelle dicapra. Prima età augustea.

Stele di età imperiale con riferimantoagli augustali col nome di AntigonoAlexa provenienza Cocuruzzo.

Epigrafe del sepolcro di Alessandro, largo 10 piedi eprofondo oltre 10. È visibile alla base della colonnain Piazza De Gasperi.

Cippo funerario con didascalia ripro-dotta nel Museo. Anche qui si hannole misure del sepolcro: profondo 12piedi.

Cippo funerario di Pantuleio eRacilia Filetera. Da notare il tetanigrum segno della morte dal grecoThanatos.

Cornicione di squisita fattura di età imperiale ricca-mente lavorato con ovuli archi foglie e fregio conti-nuo parte finale di mensola. Anch’essa nelChiostro.

Frammento angolare di architrave decoratocon bucrani. La rappresentazione dei bucra-ni, frequente già nell’arte greca, deriva dal-l’uso di appendere nei templi le teste scarni-ficate degli animali sacrificati. Un altro ele-mento che si intevede potrebbe essere ungalerus, copricapo del sacerdote detto fla-men. I secolo d. C. Inv. 305.

Cippo miliare di Flavio ValerioCostantino nel chiostro.“Domino nostro Flavio ValerioCostantino pio felicium victoaug. Divi constanti”.

Rocchio di colonna con ovuli cer-chiati. Un altro pezzo simile è inSanta Maria. Pare che si riferiscaalla clava di Ercole.

Rocchio di colonna di marmo conglomerato. NelChiostro, di provenienza sconosciuta.

Colonna corinzia scanalata, con capitello di fogliedi acanto e volute rivolte verso l’esterno dellacolonna (perduto). Oggi si può ammirare nel parcodel Monumento ai Caduti in Piazza de Gasperi(nell’anfiteatro). L’età potrebbe ascriversi al II-IIIsec. d.C.

Stemma rappresentativo delle tre famiglieDell’Aquila, Gaetani, D’Aragona del 1466.Siamo al massimo fulgore della potentefamiglia dei Gaetani. Provenienza Palazzodel Principe.

Stemma della famiglia Colonnainsiedata da Filippo II d’Aragonanel 1495.

Stemma delle famiglie Dell’Aqui-la Gaetani.

Le testimonianze epigrafiche sono indispensabili per una completa e veritiera conoscenza della Fondi antica. Esse raccolte e localizzateda locali studiosi e da T. Momsen (CIL, X, p. 618ss) si trovano illustrate nella Storia di Fondi di Conte Colina da pagina 43 a pagina 88.In essa si riportano a cura del Momsen anche i riferimenti a Fondi di molti autori antichi a pagina 73. Crediamo di aver fatto opera utile aquanti vorranno continuare e riscrivere la nostra storia partendo dai lavori meritevoli di Bruto amante Conte Colino e Mario Forte.

Concrezioni marine rinvenute alle Rene(contrada San Magno). Donate da MarioCarroccia, poeta.

Probabile lastra d’ornamento o di sarcofago,presente nel Chiostro. Di provenienza sco-nosciuta

Frammento di lastra ornamentale con ovuli, nodulie volute di provenienza sconosciuta. Nel Chiostro.

Epigrafe tombale di Longo Albio Procusio, procon-sole edile. Per sè e per i suoi.