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Farmaci generici e aderenza terapeutica: cosa c’è da sapere

Farmaci generici e aderenza terapeutica: cosa c’è da sapere · Il mercato del generico ha l’obiettivo di offrire farmaci di alta qualità a costi più contenuti e di liberare

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Farmaci generici e aderenza terapeutica:

cosa c’è da sapere

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Indice

Farmaci generici o equivalenti? p. 07

Minor costo = minor sicurezza ed efficacia? p. 09

Bioequivalenza e sostituibilità p. 11

L’impatto del cambiamento del farmaco generico

sull’aderenza terapeutica p. 14

L’indagine di Onda p. 15

BOX – Farmaci generici… in pillole p. 19

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PremesseOnda, come Osservatorio nazionale dedicato alla promozione e tutela della salute e del benessere femminili, è da sempre impegnato in attività di informazione e sensibilizzazione per diffondere una cultura della prevenzione, generare consapevolezza e avvicinare le donne alle cure.

La pubblicazione prende spunto da un’indagine, svolta dall’Osservatorio, che ha coin-volto 445 donne di età tra i 40 e i 91 anni in trattamento con farmaci generici per pato-logie cardio-metaboliche e psichiche, con l’obiettivo di esplorare alcuni aspetti, quali le modalità di accesso al generico, le motivazioni della scelta, il grado di soddisfazione e l’esperienza con particolare riferimento all’impatto sull’aderenza terapeutica di un’eventua-le sostituzione con un medicinale equivalente a quello assunto abitualmente. Dalla ricerca è emerso che le donne sono nel complesso molto soddisfatte dei farmaci generici, prescritti principalmente dal medico di medicina generale e apprezzati per il loro costo inferiore rispetto ai corrispettivi di marca. Emerge però la difficoltà, lamentata da oltre la metà del campione, di riuscire a seguire la propria terapia in modo ottimale, soprattutto per l’impossibilità di trovare sempre lo stesso generico in farmacia. Tant’è che è esperienza condivisa ricevere proposta da parte del farmacista di sostituire il farmaco abituale con un altro generico. La ricerca evidenzia come la sostituzione tra generici possa, però, causare confusione e disorientamento nelle pazienti, portandole a errori di assunzione, alla sospensione temporanea della terapia, in attesa di trovare il proprio farmaco, fino all’interruzione prolungata della cura.

Cogliamo dunque l’opportunità offerta dalla ricerca per fare un po’ di chiarezza sui farma-ci generici che rappresentano una preziosa risorsa per il singolo cittadino e per la colletti-vità, e per promuovere il principio della “non sostituibilità” tra generici, quale irrinunciabile elemento a garanzia della continuità della cura e dunque dell’efficacia terapeutica.

Nicoletta Orthmann

Referente medico-scientifico OndaOsservatorio nazionale sulla salute della donna

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Brevetto

Farmaci generici o equivalenti?I farmaci generici sono medicinali che contengono la stessa quantità di principio attivo e presentano la stessa biodisponibilità rispetto a un altro di marca con brevetto scaduto (cosiddetto farmaco “originatore” o “di riferimento” o “branded” o “griffato”).

u Due farmaci hanno dunque la stessa biodisponibilità quando il principio attivo è rilasciato e reso disponibile in circolo nella stessa quantità e con la medesima velocità. In tal caso si dice che i due farmaci sono bioequivalenti (o equivalenti).

I generici prendono quindi vita quando i brevetti dei prodotti di marca, che consentono all’azienda che ha sostenuto i costi di ricerca, sviluppo e lancio di un nuovo farmaco, di mantenerne il monopolio (diritto esclusivo), sono scaduti.Una volta esaurita la copertura brevettuale, il farmaco può essere prodotto da altre azien-de farmaceutiche e immesso sul mercato con il nome del principio attivo seguito da quello dell’azienda produttrice, a prezzi inferiori.

Principio attivo = componente del farmaco da cui dipende l’effetto terapeutico.

Biodisponibilità = è un parametro fondamentale per valutare l’ef-ficacia di un farmaco: indica sia la concentrazione del farmaco che raggiunge il sito d’azione sia la velocità con cui il farmaco è assorbito e quindi reso disponibile nella circolazione sistemica.

Farmaco di marca

Nome di fantasia

Farmaco generico

Nome del principio attivo

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Brevetto

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I farmaci generici sono anche chiamati equivalenti. Il termine è stato introdotto nel nostro Paese su disposizione del Ministero della Salute nel 2005 per superare eventuali diffidenze e perplessità che potrebbero derivare dal termine “generico”, prestandosi all’i-dea di una molecola priva di effetti specifici (in realtà, il termine è la traduzione italiana di quello inglese “generic name”, con cui gli anglosassoni chiamano i farmaci-copia dei medicinali di marca, non più protetti da brevetto). Entrambi i termini sono corretti: generico sta a differenziare il medicinale commercializzato con il nome del principio attivo da quello di fantasia del marchio registrato, equivalente sottolinea il concetto di equivalenza terapeutica rispetto al farmaco originatore.

Il mercato del generico ha l’obiettivo di offrire farmaci di alta qualità a costi più contenuti e di liberare risorse da investire nella ricerca: il denaro pubblico risparmiato dal Servizio Sanitario Nazionale per il rimborso dei farmaci generici può essere utilizzato a favore dei farmaci innovativi per la prevenzione e la cura di patologie croniche di rilevanza sociale e per promuovere la ricerca dedicata allo studio di farmaci per le malattie rare (cosiddetti farmaci orfani), sui quali le aziende farmaceutiche multina-zionali non hanno interesse ad investire risorse.

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Minor costo = minor sicurezza ed efficacia?Ai sensi del D.L. 219/2006, si definisce generico un medicinale che ha la stessa com-posizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferi-mento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità. Ciò significa che i due prodotti presentano, nello stesso soggetto, alla stessa dose, profili di concentrazione nel sangue rispetto al tempo così simili che è improbabile che essi pos-sano produrre differenze rilevanti in termini di efficacia e sicurezza terapeutica.

Per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio di un medicinale generico da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), è necessario dimostrare la sua bioequi-valenza rispetto al medicinale originatore. L’azienda che produce un medicinale generi-co è pertanto esentata dalla dimostrazione dell’efficacia terapeutica e della sicurezza: contenendo la stessa quantità di principio attivo e raggiungendo nel sangue gli stessi livelli ottenuti dal medicinale originatore alla stessa velocità, il farmaco presenta anche la medesima efficacia terapeutica a parità di sicurezza.Questo è il motivo per cui il farmaco generico costa meno (in media il 20%) rispetto all’originatore: durante il periodo di monopolio concesso dal brevetto, sono recuperati gli ingenti investimenti fatti nella ricerca, negli studi pre-clinici e nelle sperimentazioni cliniche per valutare sicurezza ed efficacia terapeutica della nuova molecola. All’azienda produttrice del generico spetta dunque solo l’espletamento degli studi di far-macocinetica (che valutano come cambia la concentrazione del farmaco nel tempo, una volta entrato nell’organismo) per confrontare la biodisponibilità dei due prodotti (originato-re e generico) e dunque dimostrarne la bioequivalenza.

Identikit del farmaco generico

Principio attivo non protetto da brevetto.

Stessa composizione qualitativa del corrispondente medicinale di marca = stesso principio attivo.

Stessa composizione quantitativa del corrispondente medicinale di marca = stessa quantità di sostanza attiva.

Stessa forma farmaceutica e via di somministrazione del corrispondente medicinale di marca (per es. compresse, capsule, fiale …).

Bioequivalente rispetto al medicinale di riferimento di marca. Costo inferiore rispetto al corrispondente medicinale originatore di almeno il 20% meno.

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Bioequivalenza e sostituibilitàIl concetto di sostituibilità è strettamente connesso a quello di bioequivalenza: se il farmaco generico è bioequivalente a quello originatore, quest’ultimo può essere sostituito.

L’AIFA aggiorna mensilmente la “lista di trasparenza”, in cui sono raggruppati il medicina-le originatore e i generici corrispondenti con il relativo prezzo. Il prezzo di riferimento coincide con quello più basso offerto sul mercato ed è quello che viene rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Se il farmaco prescritto è contemplato nella lista e il medico prescrittore non ha riportato nella ricetta la specifica “non sostituibile”, il farmacista deve proporre al paziente il gene-rico al prezzo di riferimento. Nel caso in cui il paziente non accetti la sostituzione, deve farsi carico della differenza di prezzo, così come accade quando nella prescrizione è indicata la non sostituibilità. Il concetto di sostituibilità è stato esteso anche ai farmaci della classe C (farmaci non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, totalmente a carico del cittadino), compresi i medicinali che non hanno obbligo di prescrizione e quelli da banco: in questi casi il farmacista ha l’obbligo di informare il paziente sulla disponibilità di eventuali medicinali generici a prezzo inferiore.

Il mercato offre un’ampia disponibilità di farmaci a brevetto scaduto con lo stesso principio attivo. Il farmacista può consegnare qualsiasi generico corrispondente per composizione a quanto prescritto dal medico, solo nel caso in cui, nella prescrizione, il medico abbia omesso il nome del titolare all’immissione in commercio. Qualora la ricetta medica rechi il nome del principio attivo e la specifica della ditta titolare dell’immissione in commercio, la possibilità di sostituzione da parte del farmacista è strettamente regolamentata. In nes-sun caso, tuttavia, il farmacista può proporre la sostituzione del farmaco se il medico ha espressamente indicato nella ricetta la non sostituibilità dello stesso.

I test di bioequivalenza sono condotti tra il singolo prodotto generico e il suo corrispondente farmaco originale. Ciò non garantisce che due (o più) generici dello stesso medicinale di riferimento siano tra loro bioe-quivalenti: essi sono bioequivalenti rispetto allo standard che imitano, ma non lo sono automaticamente tra loro.

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Quindi…

Il minor costo dei generici non è dovuto a minori controlli, ma è la diretta conseguenza della scadenza del brevetto del principio attivo. Un medicinale generico, per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio, deve, infatti, presentare gli stessi requi-siti di qualità del medicinale originatore ed è pertanto sottoposto agli stessi test condotti sui medicinali di riferimento. Nel dossier di registrazione di un equivalente, la documentazione relativa alla sicurezza è sostituita da una relazione sulla letteratura scien-tifica pubblicata per il medicinale di riferimento, mentre per quanto riguarda l’efficacia, è costituita da uno studio di bioequivalenza.

MINOR COSTO A PARITÀ DI SICUREZZA ED EFFICACIA TERAPEUTICA

rispetto al farmaco originatore

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Si deve inoltre considerare che nella composizione di un medicinale, oltre al principio attivo, ci sono anche gli eccipienti.

Eccipienti = ingredienti “neutri”, farmacologicamente inattivi, che ven-gono utilizzati per rendere più facile la somministrazione (ad esempio, per sciogliere il principio attivo quando lo stesso deve essere sommini-strato per iniezione o per migliorare il sapore di farmaci ad uso orale) e che influiscono sull’assorbimento del farmaco stesso.

GenericoA

GenericoB

GenericoC

GenericoD

GenericoE

Farmacooriginale

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I medicinali generici non devono necessariamente contenere gli stessi eccipienti del farmaco originatore. Ciò che deve essere garantito, attraverso la dimostrazione della bioequivalenza, è che il profilo di rilascio del principio attivo dall’ori-ginatore e dal medicinale generico sia il medesimo: indipendentemente dalla composizio-ne in eccipienti, se il principio attivo è rilasciato alla stessa velocità e nella stessa quantità dal medicinale originatore e dal farmaco generico (ossia i due farmaci sono, appunto, bioequivalenti) anche l’azione terapeutica sarà la medesima.Tuttavia ci sono eccipienti, sia nei farmaci originatori sia nei rispettivi medicinali generici, che richiedono prudenza nell’uso da parte di alcune particolari categorie di pazienti (ad esempio, la presenza di zucchero come eccipiente nel caso di paziente diabetico o di amido di grano nel caso di soggetto affetto da celiachia). La presenza di questi eccipienti in ciascun medicinale, indipendentemente dal fatto che si tratti di un farmaco originatore o di un generico, è segnalata nel foglio illustrativo con specifiche avvertenze.

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L’impatto del cambiamento del farmaco generico sull’aderenza terapeuticaPer aderenza terapeutica s’intende l’adesione da parte del paziente al programma di cura impostato dal medico (tempi – dosi – frequenza di assunzione). Ai fini dell’aderenza è fondamentale un coinvolgimento attivo e collaborativo da parte del paziente fin dalla fase di pianificazione del trattamento, in cui devono essere illustrati obiettivi ed eventuali effetti collaterali del/dei farmaco/i prescritto/i.

Nelle malattie croniche, come ad esempio l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’o-steoporosi e nelle patologie psichiche come la depressione maggiore unipolare, è fon-damentale ottenere e mantenere nel tempo la massima aderenza alle terapie. Ciò si traduce, infatti, in:

u Maggiore efficacia del trattamentou Maggiore sicurezza del trattamentou Minor rischio di complicanze associate alla malattiau Minor rischio di ospedalizzazioneu Minori costi individuali e collettivi

Da un lato, dunque, i pazienti devono essere adeguatamente informati sull’importanza e sulla necessità di mantenere la continuità terapeutica (nel caso di patologie croniche, anche dopo il raggiungimento dei risultati positivi), dall’altro è fondamentale che il medico stesso si renda garante di tale continuità attraverso la prescrizione della stessa molecola prodotta dalla medesima azienda. Il medico ha, infatti, la possibilità di apporre la clauso-la “non sostituibile” in tutti i casi in cui lo ritenga necessario, eliminando così la possibilità di sostituzioni ripetute nel tempo con generici diversi che possono modificare l’aderenza al piano terapeutico in atto.

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L’indagine di OndaOnda ha realizzato un’indagine conoscitiva nel dicembre 2014, volta ad esplorare l’a-derenza alle terapie in corso da parte delle donne in trattamento con farmaci generici per patologie cardio-metaboliche e psichiche.

La ricerca ha coinvolto 445 donne di età compresa tra 40 e 91 anni, in terapia con un farmaco generico per almeno una patologia cardio-metabolica o psichica, intervistate personalmente presso le farmacie delle nove principali regioni italiane (Piemonte, Lombar-dia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia). Ecco i risultati che sono emersi:

Composizione del campione

Le donne intervistate hanno età media pari a 61 anni. 3 su 4 (334 donne) assumono un farmaco equivalente per un disturbo cardio-metabolico, 1 su 4 (111 donne) per un disturbo psichico. In 1 caso su 4 le donne sono in terapia cronica anche per altre patologie, soprattutto le più anziane.

La non sostituibilità ha un duplice vantaggio:- consente al medico di valutare nel tempo gli esiti delle terapie, verifican-do se il farmaco prescritto apporti i benefici attesi nel paziente;

- consente al paziente di mantenere l’aderenza alla cura, indispensabile per garantire l’efficacia terapeutica.

M Patologie psichiche

M Patologie metaboliche

M Malattie cardiache

M Ipertensione

34%

30%

25%

11%

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Accesso al farmaco generico

L’accesso al farmaco equivalente avviene prevalentemente su consiglio di una figura medico-sanitaria, rappresentata nella maggior parte dei casi dal Medico di Medicina Generale (MMG), a seguire dal farmacista. In particolare, prevale la figura del MMG nell’accesso al generico per patologie meta-boliche e per l’ipertensione arteriosa, mentre lo specialista riveste un ruolo di maggior spicco nella prescrizione di farmaci equivalenti nel caso di malattie cardiache e di disturbi psichici. Sono le donne stesse a richiedere il generico nel 21% dei casi.

Le motivazioni Le principali ragioni che portano le donne a utilizzare il farmaco equivalente, spontanea-mente citate dalle intervistate, sono tre e, lavorando sinergicamente, generano un atteg-giamento positivo verso il generico:

1. costo vantaggioso (49% delle donne)2. percezione di uguaglianza rispetto al farmaco branded (47% delle donne*)3. fiducia verso il medico prescrittore (38% delle donne)

* la percentuale sale a 79% dietro sollecita richiesta.

L’esperienza

La soddisfazione verso la terapia con farmaci equivalenti è elevata: l’85% delle intervistate si dichiara “molto” o “moltissimo” soddisfatta.

1 donna su 4 riferisce, però, di avere difficoltà a reperire sempre in farmacia il preparato generico della stessa marca.

A quasi la metà delle donne (47%) è capitato di ricevere da parte del farmacista la proposta di un farmaco equivalente diverso da quello assunto abitualmente (cosiddetto switch). Circa la metà delle donne cui è stato proposto lo switch, hanno dichiarato di averlo accettato (24%). Le donne che non hanno mai ricevuto la proposta di sostituire il proprio farmaco generico manifestano un atteggiamento non ostativo verso tale eventualità.

Le donne che hanno avuto esperienza di uno switch terapeutico con un farmaco generico diverso da quello abituale, si dichiarano non pienamente soddisfatte: 3 donne su 4 rife-riscono che cambiare la marca del proprio farmaco equivalente rappresenta in qualche modo un problema.

Il 56% ha dichiarato di avere incontrato difficoltà nel mantenere l’aderenza terapeutica, legate principalmente al rischio di fare confusione nell’assunzione per la diversità delle confezioni e del farmaco in sé:

M Consiglio SOLO del farmacista

M Richiesta dalla paziente

M Consiglio del MMG

M Consiglio dello Specialista

M Consiglio di MMG e Specialista

44%

32%

18%

14%

3%

1%

Nessuna difficoltà

Confusione per le scatole diverse

Confusione per il farmaco diverso

Percezione efficacia inferiore

Effetti collaterali

Altro

2%

37%

15%

21%25%

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A causa del cambiamento e delle difficoltà generate dallo switch terapeutico, gran parte delle donne mette in atto strategie pratiche per ovviare il problema:

- il 64% chiede al farmacista di ordinare sempre lo stesso equivalente; - il 32% cambia farmacia per trovare il suo farmaco abituale; - il 27% chiede al medico di specificare l’azienda di generico sulla ricetta;- il 27% pensa di passare al farmaco di marca.

Il 19% delle donne arriva a mettere in atto dei comportamenti che im-pattano sulla propria aderenza alla terapia: commettono errori di assunzione, interrompono la terapia in attesa di trovare il proprio farmaco o addirittura la sospendono.

ConclusioniLa “non sostituibilità” ha l’obiettivo di impedire continue sostituzioni tra generici che, come emerge dalla ricerca condotta dall’Osservatorio, espongono a errori di assunzione (i pazienti memorizzano nel tempo alcuni elementi identificativi del farmaco, come aspetto della confezione, colore e forma delle compresse, che, se improvvisamente modificati, possono generare confusione) o all’attuazione di comportamenti su libera iniziativa che comunque impattano sull’aderenza terapeutica (ad esempio, sospensione della terapia, in attesa di trovare il proprio farmaco).

Farmaci generici … in pilloleI farmaci generici sono medicinali che hanno la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica dei farmaci di riferimento (di marca).

Per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio di un farmaco generico, si deve dimostrare la sua bioequiva-lenza rispetto al farmaco originatore (cioè quantità e velocità con le quali il principio attivo è rilasciato e reso disponibile in circolo, devono essere equivalenti).

I farmaci generici costano in media il 20% in meno rispetto ai loro originatori di marca, poiché le aziende produttrici sono esentate dal sostenere ingenti investimenti nella ricerca, negli studi pre-clinici e nelle sperimentazioni cliniche: dimo-strare la bioequivalenza rispetto a un farmaco di efficacia e sicurezza note richiede tempi e costi molto inferiori.

Pur costando meno, i farmaci generici garantiscono la medesima efficacia e sicurezza dei rispettivi originatori in virtù della dimostrata bioequivalenza.

I farmaci generici sono una preziosa risorsa di valore sociale: consentono di offrire farmaci di alta qualità a costi più contenuti con conseguente risparmio per il singolo citta-dino e per il Servizio Sanitario Nazionale.

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