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Il magazine di news, business e trend Nella foto: Prada Made to Measure Fabric intelligence Costruire il futuro sulle trame della tradizione. Le testimonianze del saper fare dal tessile ai brand, passando per i sarti Gli stilisti raccontano «Perché il tessuto viene prima di tutto» Saloni Da Pitti Filati a Milano Unica scenari di innovazione ENGLISH VERSION INSIDE Anno 46 | N ° 13 del 08.09.2015 | quindicinale | 5,50 | www.fashionmagazine.it Vitale Barberis Canonico «Partendo dall’heritage investiamo sulla ricerca»

Fashion 13 2015

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Il magazine di news, business e trend

Nella foto: Prada Made to Measure

Fabric intelligenceCostruire il futuro sulle trame della tradizione. Le testimonianze del saper fare dal tessile ai brand, passando per i sarti

Gli stilisti raccontano «Perché il tessuto viene prima di tutto»

SaloniDa Pitti Filati a Milano Unica scenari di innovazione

ENGLISH

VERSION INSIDE

Anno 46 | N°13 del 08.09. 2015 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

Vitale Barberis Canonico«Partendo dall’heritageinvestiamo sulla ricerca»

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SENSATION ANDINNOVATIONPremiere Vision, Paris, 15-17 September, 2015 Hall 5, R 91

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7 L’Editoriale

PROTAGONISTI

8 Vitalis Barberis Canonico «Sull’heritage costruiamo l’innovazione»

NEWS

10 In primo piano Semestrali a confronto

BUSINESS

12 From apparel to textile and back Un circolo virtuoso

14 Textile & apparel Quando si dice: «Stoffa da vendere»

20 Textile & menswear Kiton: «Da noi vince sempre il meglio del meglio +1»

22 Textile & menswear Angelo Nardelli 1951: «Quando il tessuto è una discriminante»

24 Textile & craftsmanship Viaggio nell’eleganza tailor made

N°13 08 SETTEMBRE 2015

www.fashionmagazine.it

In copertina Prada Made to Measure(photo Paolo Barbi)

SOMMARIO

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TREND

46 La parola agli stilisti Fabrics frst

52 Anteprima tessuti autunno-inverno 2016/2017 L’eclettico equilibrio degli opposti

56 Haute couture Parigi e Roma Fatti della stessa materia dei sogni

28 Textile & made to measure Anche i grandi puntano sull’unicità

30 Textile & its players Una passione contagiosa per l’eccellenza

34 Textile & training Nell’era 3.0 i giovani riscoprono il fascino di ago e flo

36 Fiere tessili internazionali Sperimentare è d’obbligo 40 Pitti Immagine Filati Dove si incontrano business e creatività

58 Digital fashion

60 Ritratti Stefano Fadda: «Viaggio e racconto la moda che verrà»

61 Persone e poltrone Abercrombie: per il rilancio una squadra tutta nuova

62 Bloc notes

64 Q&A Nino Cerruti: «Sta nella normalità la vera energia innovatrice»

PEOPLE

65 Spotlight

66 Red carpet

www.fashionmagazine.it

SOMMARIO N°13 08 SETTEMBRE 2015

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Dall’incontro tra natura e tecnologia, nei laboratori Zegna Baruffa nasce un nuovo

progetto, che punta a rivoluzionare il mondo dei flati in pura lana. Si tratta di H2Dry,

un fnissaggio che dona ai fli caratteristiche tecniche superiori e che rende un capo

di abbigliamento “total easy care”. Con i flati in pura lana superfne Re-Active

H2Dry (17,5 micron) e pura lana extrafne K-Wool H2Dry (19,5 micron) si ottiene un

prodotto di elevata traspirabilità e che prevede tempi ridotti di asciugatura. L’innovativo

trattamento esalta la naturale elasticità della materia prima, permettendo comfort e

vestibilità superiori. Oltre a performance eccellenti in termini di ingualcibilità.

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A.

FILATURA IN VALLE MOSSO - ITALY

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Total easy care

Naturale elasticita’

Bellezza ingualcibile

Alta traspirabilita’

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Dietro al successo e alla capacità di resistere del sistema tessile italiano c’è un’interes-sante paradosso. Proprio in un’epoca in cui il mass market è sempre più caratteriz-zato dalla marcia trionfale del fast fashion, connotato dalla rapida diffusione di nuovi look da passerella in chiave superecono-

mica (dopo l’indiscussa affermazione di colossi quali Inditex e H&M, lo sbarco di Primark in Italia ne è solo l’ultimo, signifcativo indicatore), solo chi sposa i canoni dell’autentica qualità intrinseca può presi-diare l’alto e l’altissimo di gamma. La sola innova-zione stilistica, che andando a braccetto con lo star system hollywoodiano ha reso grande la moda ita-liana dagli anni Ottanta in poi, non è più suffcien-te. I veri driver di crescita per affermarsi e presidiare il mercato mondiale del lusso, sia esso assoluto o aspirazionale, sono il pregio della materia prima e la sopraffna manualità di chi la lavora. Entrambi gli ambiti vanno sempre più d’accordo e sono sem-pre più complementari, come documentiamo nel

Gli ingredienti dell’eccellenza

Marc SondermannDirettore/Editor-in-Chief

numero attuale di Fashion. Sul fronte della moda maschile, i grandi tessitori celebrano il proprio heri-tage intensifcando la collaborazione con i più pre-stigiosi sarti, in un’atmosfera generalizzata di ritor-no al fatto su misura (“made-to-measure”) che non lascia indifferenti le griffe, che da Giorgio Armani a Dolce&Gabbana, ci investono con decisione. Per quanto riguarda il comparto della moda femminile, gli uffci stile delle maison sono altrettanto attenti alla creatività espressa dal mondo “a monte” della fliera, ricco di tendenze, da cui immancabilmente i creativi attingono nel loro percorso di ideazione di nuove collezioni. A tutti questi aspetti Fashion, che - ci piace ricordarlo - nacque come Giornale Tessile, dedica un’ampia panoramica, avendo visitato e dia-logato con innumerevoli protagonisti, tra cui gran-di imprenditori tessili, confezionisti, stilisti, sarti e trendscout. Perché celebrare, con cuore e dedizione, il valore delle proprie radici è più che doveroso in un momento in cui il Paese dà tutti i segni di voler ripartire. E di saper tornare a vincere.

In this issue, Fashion intends to celebrate the world of fabrics at its best. Not only by presenting its product novelties and new tendencies, but also by investigating how Italy’s most prestigious fashion entrepreneurs and vulcanic creative minds translate the ancient

arts of weaving and tailoring into true masterpieces of inimitable intrinsic value.

L’ EDITORIALE

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PROTAGONISTI

Occuparsi di tessuti di alta gamma e avere oltre 32mila “mi piace” su Facebook. Superare i 350 anni di attività ed essere all’avanguardia nella corporate social responsibility. Comunicare in modo originale e, per il prodotto, scegliere la strategia dell’innovazione «senza rivoluzione». Grande passato e investimenti

sul futuro si amalgamano nella Vitale Barberis Canonico.

A great tradition and the commitment to an “innovation without revolution”. With more than 350 years’ heritage, but also more than 32,000 likes on Facebook, Vitale Barberis Canonico invests on new products,

corporate social responsibility, tailor-made marketing strategies.

Una storia di oltre 350 anni è un pa-trimonio più unico che raro, ma non

basta. In Vitale Barberis Canonico, sto-rica realtà di Pratrivero (Biella) leader nel campo dei tessuti in lane superfni di alta qualità 100% made in Italy, non si sono tirati indietro di fronte alle nuove sfde: prendendo il testimone lasciato dai padri Alberto e Luciano, Alessandro e Fran-cesco Barberis Canonico hanno unito le forze, il primo come amministratore delegato e il secondo come responsabile dello stile e della comunicazione, affan-cati da Lucia Bianchi Maiocchi (fglia di

che facciamo». Una base forte per crescere, senza mai dare nulla per scontato. «Non siamo una dinastia che va avanti per re-gime ereditario - precisa l’imprenditore -. Conosciamo l’importanza dei manager, difendiamo la corporate social responsibi-lity puntando (e non da oggi) sul welfare aziendale e la sostenibilità, investiamo con-tinuamente, circa l’8% del giro d’affari, in ricerca e in un’innovazione “senza rivolu-zione” e, più che mai, coltiviamo la sinergia con tutta la fliera». Per stringere il legame con gli allevatori, primissimo anello della catena, è stato fondato a fne 2014 il Wool

Daniela Barberis Canonico), che presidia l’ambito del customer relationship marke-ting. L’obiettivo è chiaro: valorizzare e fare apprezzare nel mondo una cultura tessile radicata nel tempo, «mantenendo come punti fermi la passione per il lavoro, il ter-ritorio e il capitale umano - racconta Ales-sandro Barberis Canonico - e prendendo letteralmente a cuore quello che facciamo. Ancora adesso, quando sento nei nostri stabilimenti qualcuno che usa espressioni legate agli antichi procedimenti di lavora-zione, come “dare acqua alle macchine”, provo il senso della continuità di quello

di Alessandra Bigotta

VITALE BARBERIS CANONICO

❝ Anche i giovani stanno

riscoprendo i tessuti di qualità.

Noi accontentiamo loro e altre

fasce di estimatori di un bel

vestire che si evolve al passo

con i tempi, presentando

prodotti nuovi insieme ai nostri

cavalli di battaglia.

Con le linee “Vintage” e “Earth,

Wind & Fire”, lanciate negli

ultimi anni, abbiamo ottenuto

ottimi riscontri

«SULL’HERITAGE COSTRUIAMO L’INNOVAZIONE»

1

Francesco Barberis Canonico

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Excellence Award, premio che promuo-ve chi produce la materia prima ottenuta attraverso pratiche sostenibili, abbinato al network di eccellenza Wool Excellence Club. A valle, iniziative originali e istruttive ruotano intorno alla showroom milanese di via Fatebenefratelli 16, aperta ad aprile in collaborazione con la sartoria A. Carace-ni, dove vengono organizzati incontri con fashion infuencer internazionali cultori della vera eleganza, “show tailoring” per raccontare in tempo reale come nasce un abito fatto a mano, eventi sulla contamina-zione tra eccellenze non necessariamente della moda, corsi di aggiornamento per i clienti e le fashion school, insieme a una “Style Academy” per intenditori: manager, liberi professionisti o semplici appassiona-ti, ai quali rivelare i segreti del bel vestire, «un concetto ricco di sfaccettature - chiari-sce Alessandro Barberis Canonico - perché soprattutto per l’uomo non basta la quali-tà, occorre la personalizzazione. A seconda di come ci si veste, si rivela praticamente tutto di sé». Le collezioni cambiano re-stando se stesse. Lo ribadisce Francesco Barberis Canonico che, dopo aver vissuto a lungo in Gran Bretagna ed essersi fatto le

ossa nell’uffcio commerciale dell’azienda, ha capitalizzato questo background per co-struire, intorno allo zoccolo duro delle pro-poste più classiche, anche articoli in grado di conquistare nuove fasce di consumatori. «Le esperienze mi sono servite - dice - per sfatare alcuni luoghi comuni, per esempio che il bel vestire sia appannaggio solo di una certa fascia di estimatori, per lo più di età matura. Oggi, tra i giovani, qualcosa si muove». Sorprende, del resto, che il prof-lo Facebook del lanifcio superi i 32mila like. «Nel Regno Unito - prosegue Francesco Barberis Cano-nico - sono venuto a con-tatto con un Paese unico al mondo, forse equipa-rabile solo al Giappone, dove modernità e culto di uno stile “formale”, ma con personalità, si incon-trano. Il commerciale, in-vece, mi ha insegnato una regola: le nazioni sono di-verse, ma alla fne il pro-dotto deve andare bene per tutti». C’è poi l’Archi-

vio, messo a punto in occasione dell’anni-versario dei 350 anni: una vera “miniera” di oltre 1.200 pezzi fra raccolte di tendenze e campionari dal 1876 a oggi, da cui scatu-riscono preziosi spunti creativi. «Il lancio, tre anni fa, della linea Vintage – puntualiz-za Francesco Barberis Canonico – formata da tessuti in mischie nobili, di mano scat-tante e di aspetto contemporaneo, ha fatto centro e così è stato, da un anno a questa parte, per Earth, Wind & Fire: le nostre

fanelle pettinate, i petti-nati Fine perennial, le tele rustiche e le lane mohair, accoppiate a membrane anti-pioggia e anti-vento.Il massimo per i capispal-la». A Milano Unica uno dei tanti cavalli di batta-glia è Revenge: una stoffa in Saxon di pura lana a flo doppio ritorto, che di-venta il fulcro di una fami-glia più ampia di prodotti tutti di altissimo livello, all’insegna di quello che a Pratrivero defniscono «un lusso senza arroganza». ●

1. Francesco Barberis Canonico in azienda 2. Ritratto di famiglia: il lanifcio è giunto alla 13esima generazione e fa parte del “Club Les Hénokiens”, insieme ad altre realtà famigliari e ultracentenarie 3. Il depuratore delle acque: l’analisi delle acque refue è rigorosa e, al termine del trattamento di depurazione, è talmente pulita che nella vasca fnale vivono pesci rossi e carpe koi. 4. Il rammendo, un lavoro accuratissimo di occhi e di mani 5. L’orditura

FACTS & FIGURES

Fatturato 2010* 71 mln.euro

2014** 116 mln.euroProiezione 2015 +5% circa

Dipendenti2010* 3362014** 400

Metri prodotti2010* 6.322.0002014** 7.500.000

% export2010* 77%2014** 81%

* Consuntivo al 31/12/2010** Consuntivo al 31/12/2014

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NEWS IN PRIMO PIANO

Tra i bilanci di metà anno resi noti in agosto

spiccano quelli di Prada (foto 1), Ferragamo (foto

2) e Cucinelli. Il gruppo milanese, che ha terminato

il semestre il 31 luglio, ha totalizzato 1,82 miliardi

di euro di ricavi, in aumento del 4%, trainati dal

retail (+8% a 1,55 miliardi). Bertelli ha parlato

di «mercato economico-valutario ancora piuttosto

volatile, caratterizzato dalla persistente debolezza

in aree come Hong Kong e Macao». Gli analisti

fnanziari avevano previsto, in media, che il gruppo

del lusso raggiungesse la cifra di 1,87 miliardi di

euro di fatturato. Luca Solca di Exane Bnp Paribas

ipotizza un miglioramento nella seconda parte

dell’esercizio, grazie ai maggiori sforzi per proporre

un’offerta meno focalizzata su prodotti di fascia

alta. A Firenze, Ferragamo ha chiuso il semestre

con ricavi in crescita del 10% a 722 milioni di

euro, soprattutto per effetto dei cambi (+2% a

valute costanti). Quanto a Cucinelli, le vendite

sono salite del 14% a 200 milioni di euro. Gli

analisti di Mediobanca hanno confermato il giudizio

“neutrale” sul titolo del gruppo. Quelli di Exane

hanno ribadito la raccomandazione “underperform”

(farà peggio del mercato) mentre Bank of America

consiglia di acquistare.

Hermès ha terminato il semestre con ricavi in

aumento del 21% a 2,3 miliardi di euro. Se però

si esclude l’effetto positivo dei cambi, il gruppo

francese del lusso è cresciuto del 9%. Tutte le

aree di riferimento hanno accelerato: +20% il

Giappone, +7% il resto dell’Asia «nonostante

il diffcile contesto a Hong Kong e Macao»,

+10% l’America e +7% l’Europa. Consistente il

dinamismo della unit “Prodotti in pelle e selleria”,

che ha messo a segno un +14% e il cui sviluppo

è supportato da due nuovi impianti aperti in giugno

nei dipartimenti francesi di Charente e Isère. Il

risultato operativo di Hermès si è attestato a 748

milioni di euro (+20%), al di sopra delle stime

degli analisti interpellati dall’agenzia Bloomberg,

che avevamo previsto una cifra di 737 milioni.

L’utile di metà esercizio ha invece raggiunto i

483 milioni (+16,9%). Nonostante l’incertezza

economica, geopolitica e monetaria a livello

globale, i vertici hanno mantenuto gli obiettivi di

medio termine, che vedono un incremento del

turnover intorno all’8%, nell’ipotesi di valute

costanti. Per l’intero 2015 è prevista una redditività

operativa minore di quella del 2014 (31,5%), «per

effetto dell’impatto della futtuazione dei cambi».

IN FRANCIA

Hermès lascia invariate le previsioni

IN ITALIA

Semestrali positive in agosto. Prada soffre in Cina

Hermès reported a 21% increase in frst half sales, but said the operating margin will narrow from last year’s 31,5%.

Prada’s consolidate turnover for the frst semester increased of 4%. Ferragamo and Cucinelli grew 10% and 14% respectively.

Guess Inc. chiude il primo semestre con segni

meno in tutti i mercati di riferimento, ma è l’Europa

il mercato più debole (-15%, +5% a cambi

costanti). Nei sei mesi il gruppo di Los Angeles

ha accusato un calo dei ricavi globali del 9% a

1 miliardo di dollari (-0,3% a valute invariate).

Nelle Americhe il retail ha subito un -5% e il

wholesale un -10%. In Asia il fatturato è sceso del

10% (+6% a cambi costanti). L’utile operativo

consolidato, grazie a un aumento dei margini, è

cresciuto del 10% a 30,5 milioni di dollari. L’utile

netto è salito del 9% a 21,6 milioni di dollari.

Nell’ipotesi di cambi costanti, il gruppo quotato

a New York stima di chiudere l’esercizio con una

fessione delle vendite tra lo 0,5% e l’1,5%. In

occasione della semestrale ha parlato per la prima

volta il nuovo ceo, Victor Herrero (nella foto),

ex Inditex, effettivo dal primo agosto. Nei suoi

programmi, una serie di iniziative per creare valore

in azienda. Vanno dall’innalzamento della qualità

delle vendite, facendo leva sulla struttura degli

store, allo sviluppo dell’Asia. Sarà implementata

una struttura organizzativa centrale, focalizzata

sulla distribuzione e, in una seconda fase, verrà

“rivitalizzato” il business wholesale.

NEGLI USA

Guess: - 9% i ricavi ma il neo-ceo ha una sua ricettaGuess Inc. net revenue for the frst six months decreased 9%, but new ceo Victor Herrero is sure to create economic value.

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a cura di Elisabetta Fabbri

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Illustration by Sandra Suy

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FROM APPAREL TO TEXTILE AND BACK

Un circoloVIRTUOSOFabrics are an essential part of the Italian dna, of its deep tailoring culture. On the following pages we undertake a backwards journey, from the bottom to the top of the Italian textile chain, with excellence as the central thread.

Intorno al tessuto si sviluppa un

universo. La materia prima è

l'elemento indispensabile per costruire

collezioni in grado di unire creatività

e commerciabilità. Quella italiana,

in particolare, rappresenta il fulcro

di un'eccellenza per ora inimitabile,

che si ramifca in diverse direzioni:

la produzione industriale, quella

sartoriale, quella delle griffe che, per

conquistare la sempre più esigente

clientela internazionale, stanno

investendo sul su misura. Il tessuto si

conferma anello di congiunzione di un

circolo virtuoso, che abbiamo scelto di

analizzare nelle pagine seguenti fuori

dai soliti percorsi, partendo non dal

monte ma dalla valle della fliera, la

confezione. Per scoprire che, al di là

dell'immagine, è ancora la componente

materica a fare la vera differenza.

Non parliamo poi dei sarti, di vecchia

e nuova generazione: ago, flo e

soprattutto tessuto, sempre di altissima

gamma, sono i loro ferri del mestiere.

E lo saranno anche per i giovani che,

inaspettatamente, stanno riscoprendo

l'arte e i segreti dell'handmade.

L'ultima parola spetta ai tessitori, senza

i quali tutto questo non esisterebbe.

Anche nell'epoca 3.0 la loro strategia

funziona: passione innata per le

fbre nobili, tensione alla ricerca,

affdabilità e fessibilità. Il mestiere di

grandi "alchimisti della qualità" non si

improvvisa.

Kiton

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Èdal tessuto - e non dalla musa più o meno blasonata di turno,

come vuole farci intendere il marke-ting - che parte lo spunto creativo di un designer. In qualche caso può ac-cadere l’inverso: lo stilista ha un mo-dello in mente e va alla ricerca di una stoffa particolare per dargli corpo. Se si muove in Italia - dove la fliera è ancora integra, benché sofferente - è diffcile che non riesca a soddisfare le sue esigenze in fatto di materie prime, anche le più strane e all’apparenza assurde. Come confermano a Fashion noti brand dell’industria della moda, il tessile nazionale resta leader di settore e mai come oggi sta spingen-do su innovazione di prodotto e di processo, alto tasso di performance e servizi al cliente. Tra questi spicca la personalizzazione, che signifca ore e ore di incontri vis-à-vis tra produttore

L’eccellenza di un capo parte dal tessuto e quelli italiani restano i migliori. Qualcuno li considera alla stregua del nostro patrimonio artistico: quasi impossibile che i competitor stranieri, asiatici in primis, riescano a imitarli

Per il grande freddo Max Mara sceglie la lana di cammello: calda come una pelliccia ma più duttile, light e meno impegnativa, anche in termini di prezzo

QUANDO SI DICE «STOFFA DA VENDERE»

di Elisabetta Fabbri

Italian fabrics are more than ever on the top of preferences of fashion houses, not just in Italy. Know-how, innovation, performance and custom made services are among the most recognized assets.

MODA E TESSUTO: UN RAPPORTO INDIVISIBILE

TEXTILE & APPAREL

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e fornitore, nonché rapporti di fducia che si consolidano nel tempo, speri-mentazione e ricerca (fno agli estremi della fattibilità) e solo in ultimo si tra-ducono in un prodotto che garantisce a un marchio l’esclusiva.

AI DISTRETTI TESSILI SI RICONOSCE

UNA CREATIVITÀ UNICA AL MONDO

«Per noi il tessuto è prioritario - affer-ma Laura Lusuardi, fashion director di Max Mara - e i nostri occhi sono solo per il made in Italy. Biella, Prato: anche se la fliera si è un po’ spezzata, i no-stri distretti tessili non hanno eguali in termini di creatività». Il tessuto, secon-do Lusuardi, ha un peso, in termini di importanza, di circa il 60% sul capo f-nito. «Noi partiamo spesso dalle stoffe - prosegue -. Per la linea di alta gamma Max Mara prediligiamo i materiali na-turali puri. Lana, cashmere, cammello e alpaca: notiamo una netta evoluzio-ne e molta ricerca nelle fbre pregiate. Quest’anno, e la stagione scorsa, lo jac-

1

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quard è stato tra i protagonisti del tes-suto. Anche l’effetto pelliccia si è impo-sto e continua a riscuotere un grande successo di mercato: è meno costoso delle vera pelliccia e molto più dutti-le come materiale». Tra i fli più uti-lizzati allo scopo c’è l’alpaca, che Max Mara apprezza dagli anni Cinquanta e per cui ha ricevuto un premio dal suo maggiore produttore, il Perù (vedi box a pag.16). «Usiamo anche molti crêpe di lana e pettinati - aggiunge il diret-tore creativo -. Abbiamo un progetto di giacche sartoriali intelate, in tessuti “rubati” al campionario maschile, per la businesswoman: vogliamo “raccon-tare” alle nostri clienti le ottime per-formance della lana superfne abbinata al mohair». Alla Max Mara apprezzano anche i tessuti che «sembrano poveri», con effetti vintage, ma che in realtà sono in cashmere. Nell’ambito delle fbre non naturali, il poliestere pro-dotto in Italia è considerato di qualità eccellente. «Ormai sembra quasi seta -

1. Cappotto in panno double sulla passerella Ermanno Scervino Fall-Winter 2015/20162. Blouson zippato in lana, con effetti tridimensionali, per l’inverno frmato Corneliani

dice Lusuardi - e permette di contene-re i prezzi. Nella collezione Week End abbiamo usato anche quello ottenuto riciclando bottiglie in plastica (il flo Newlife, ndr): credo in questo mate-riale anche se, soprattutto in Italia, il mercato non è ancora suffcientemen-te “educato” e quindi sensibile ai temi dell’eco-sostenibilità».

TESSUTI IN LANA E FIBRE PREGIATE: UNA SCELTA

DOVUTA PER I MARCHI IL MENSWEAR SARTORIALE

«La tradizione sartoriale, da quasi 60 anni radicata nel dna del marchio Cor-neliani, impone un vasto uso di lane e tessuti italiani in fbre pregiate». Ne è convinto Sergio Corneliani, creative director del marchio di abbigliamen-to maschile che, parlando di ricerca e aggiornamento continui, soprattutto nell’ambito della produzione biellese, precisa: «Questa nostra scelta perdu-rerà anche in futuro, perché la qualità intrinseca delle materie prime naturali, unita alla morbidezza e alla soffcità, consente di ottenere capi di assolu-to pregio. Inoltre, grazie a tecnologie sempre più sofsticate, queste stof-fe possono essere performanti tanto quanto quelle sintetiche». Anche nella prossima collezione saranno presenti in modo signifcativo. «Introdurremo materiali molto interessanti - anticipa il direttore creativo - realizzati con f-lati super-ritorti, dall’elevata elasticità che, grazie alle nanotecnologie, risulta-no resistenti all’acqua e alle macchie. Oggi tessuti senza tempo si rinnova-no anche con effetti tridimensionali “stile maglia” o geometrici, jacquard e mischie: per esempio, lana con l’ag-giunta di cashmere, alpaca o seta con cashmere». Anche alla Ermanno Scer-vino hanno una predilezione per il made in Italy. «Lane, cashmere, ango-ra, mohair: sono tutte fbre nobili che fanno parte del nostro dna», dichiara il ceo Toni Scervino. «Anche nelle collezioni invernali maschili - speci-fca - la parte in lana è fondamenta-le per il capospalla. Per la collezione autunno-inverno 2015/2016 abbia-mo scelto molte lane double, perché amiamo questo tipo di lavorazione: il nostro panno è un blend di cashmere e angora, che conferisce alla materia una mano particolarmente dolce e una superfcie più mossa. In particolare, il

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panno d’ispirazione militare, nei toni del mélange, dall’estetica “infeltrita”, è molto moderno e confortevole. Un dettaglio importante, anche nelle pro-poste uomo, è la lana lavorata insieme ad altri fli come il mohair: dal Galles al pied-de-poule, fno allo chevron. Il disegno arricchito dal mohair, per sua natura movimentato, dona al capo più morbidezza e tridimensionali-tà». «Per Ermanno (stilista della griffe toscana, ndr) spesso la materia è un punto di partenza - dice Toni Scervino -. Quasi tutti i materiali sono realiz-zati in esclusiva per noi. Lavoriamo a stretto contatto con i fornitori, per ottenere proposte innovative e funzio-nali al concetto di stile del marchio». I fornitori del gruppo sono aziende le-ader del settore, spesso originarie del distretto casentino e pratese, e comun-que tutte made in Italy, oltre che ben disposte a progettare nuovi tessuti. E la lana continuerà ad avere un peso rilevante, rispetto alle fbre sintetiche. «Anche se amiamo sperimentare tra le combinazioni materiche - spiega Toni Scervino - la fbra naturale non perde mai la sua importanza. L’aspetto tec-

nico deve essere protagonista nelle fasi di lavorazione, come i fnissaggi, che conferiscono una mano nuova ai materiali. Le lavorazioni devono es-sere sempre di ultima generazione: i migliori risultati si raggiungono con tecniche all’avanguardia e con parti-colari lavaggi, in linea con i tempi e le richieste più esigenti del mercato».

ALL’ESTERO APPREZZANO LA TRADIZIONE E L’ARTIGIANALITÀ, UNITE ALL’INNOVAZIONELa produzione italiana, e non solo quella dei distretti lanieri, è apprez-zata anche all’estero. La fashion hou-se Vivienne Westwood, per fare un nome, opta per il made in Italy so-prattutto negli accessori. «Per foulard e sciarpe - precisano dal brand britan-nico - ci rivolgiamo al comasco. I tes-suti jacquard vengono prodotti da due piccole tessiture artigianali, nella zona di Como e della Toscana. La maglia dei cappellini, dei guanti e delle sciar-pe è, invece, realizzata da un’azienda marchigiana». Anche la confezione è eseguita in Italia: foulard e sciarpe sono orlati nel comasco, le cravatte nell’area metropolitana di Napoli. «I tessuti italiani sono un punto di for-za per la nostra azienda - affermano alla Vivienne Westwood - perché ri-specchiano valori, concetti e simboli come la tradizione, l’artigianato lo-cale e l’innovazione. Sono manufatti costituiti da un insieme di fli, ricava-ti da fbre tessili, intrecciate con altri fli tecnologici e innovativi, mediante un’opera di tessitura che rende i tessu-ti italiani un simbolo di avanguardia su scala internazionale».

IL DISTRETTO BIELLESE PUNTA SU DESIGN E RICERCAIn una realtà come la Castangia, che nasce a Cagliari «quando il Regno d’I-talia non era ancora nato», l’ispirazio-ne per un modello comincia dal tes-suto nel 90% dei casi. «In un capo f-nito - spiega il titolare dell’azienda di menswear, Alberto Grilletti - la stoffa è la base e ha un peso del 65% circa sul successo del risultato fnale. Acces-sori e lavorazioni di eccellenza sono indispensabili, per far s“ che l’incon-tro non divenga uno scontro. Design e know how sono il restante 35%». «Ogni collezione - aggiunge - ha dei cromatismi che ripetiamo, perché rappresentano l’identità del brand.

L’uomo Vivienne Westwood Fall-Winter 15/16: il brand acquista tessuti italiani soprattutto per gli accessori

AWARD

Il Perù premia Max Mara per l’alpacaFashion house Max Mara was awarded by the Peruvian Government, at the last Peru Moda 2015, for its contribute to raise the awareness of the local alpaca fber.

Sin dagli anni ‘50 Max Mara impiega la migliore fbra di alpaca, quella peruviana. Per questo, lo scorso aprile, il ministero del Commercio e del Turismo del Perù, insieme a Prom-Perù (l’organizzazione governativa che promuove le imprese locali all’estero), ha premiato il marchio italiano, in occasione di Perù Moda 2015. «Con le sue linee, Max Mara ha contribuito a far conoscere questa fbra nel mondo - ha spiegato il ministro e presidente di promo-Peru, Magali Silva Velarde-Alvarez -. Finezza, lunghezza e colore fanno dell’alpaca una delle migliori materie prime per la moda di alta gamma. Non a caso i brand del lusso la scelgono e la si trova sempre più spesso nell’abbigliamento di diverse parti del mondo». In occasione dell’evento, Max Mara ha “ringraziato” presentando una selezione di capi delle più recenti collezioni autunno-inverno, dove l’alpaca gioca il ruolo di protagonista. Molto speciale la location: il sito archeologico Huaca Pucllana, nel quartiere Mirafores di Lima.

Laura Lusuardi, fashion director di Max Mara, premiata in occasione di Perù Moda 2015

TEXTILE & APPAREL

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Poi valutiamo le novità proposte dai lanifci. Chiedo spesso di incontrare direttamente qualcuno dell’uffcio sti-le della tessitura: vedo che il distretto di Biella reagisce puntando su design e ricerca e sono certo che questo darà i suoi frutti». «Quello che cerchia-mo - prosegue - è la leggerezza unita alla performance: caratteristiche che troviamo soprattutto nelle proposte biellesi». Ultimamente la scelta di Ca-stangia si è orientata su un cashmere primaverile, per la prossima prima-vera-estate, dal peso inferiore ai 200 grammi per metro, con un fnissaggio “effetto denim”: «Un cashmere low profle, perfetto per il luxury casual». Sono state acquistate anche mischie lana, seta e lino con particolari effet-ti, dove «il colore risalta sulla seta ma è mitigato dalla lana e dal lino». «La giacca destrutturata - specifca Gril-letti - solo stoffa e bottoni, senza fo-dere né spalline, piace molto perché è confortevole e garantisce un’ottima vestibilità, grazie all’abbinamento seta-Lycra». Le fbre sintetiche sono quasi totalmente assenti dalle colle-zioni del brand sardo e il 90% circa dei tessuti impiegati è made in Italy «perché solo qui c’è la cultura della specialità, degli ordini individuali, del made to order». «Francia e Regno Unito - precisa l’imprenditore - hanno perso tante imprese tessili, mentre da noi c’è un distretto che può risponde-re alla domanda di customizzazione: per me vale quanto il nostro patri-

1. e 2. Operaie alla Castangia e un outft del marchio3. Il menswear sartoriale Ravazzolo

1

monio artistico. E non credo che l’A-sia possa replicarlo facilmente: là non hanno una mentalità orientata a questi livelli di qualità, sono più propensi a produzioni di quantità. Mentalità che non si trova nemmeno nella confezio-ne. Anche se fno a non troppo tempo fa si diceva che ci avrebbero raggiunto, questo momento mi sembra ancora lontano». L’imprenditore si augura che l’industria della moda italiana non faccia il percorso inverso. «Forse - dice - dovremmo dare più attenzione al no-stro sapere, avere una consapevolezza più forte e mostrare una maggiore coe-sione». La performance nei tessuti non è solo il pallino del marchio Castan-

TEXTILE & APPAREL

gia. «Acquistiamo lane con titoli mol-to alti - dichiara Giancarlo Ravazzolo presidente della vicentina Confrav, cui fa capo il menswear Ravazzolo - e decisamente performanti, per il busi-nessman amante dei capi che non si sgualciscono, nemmeno se li metti in valigia. Scegliamo anche mischie lana e seta, cashmere e seta o lana con lino e seta. Realizziamo molto “su misura” e abbiamo richieste specifche da par-te della clientela. I fornitori di tessuto, dal canto loro, ci vengono incontro, anche presentando colori inusuali per il custom made». «A volte - aggiunge l’imprenditore - realizziamo proposte in materie prime naturali mischiate a quelle sintetiche, ma le presentimo “ti-midamente”: chi può spedere, preferi-sce la lana di alta qualità». Del resto, il marchio è conosciuto per la sartorialità e le numerose lavorazioni a mano. E, come fa notare Giancarlo Ravazzolo, «utilizzare materiali scadenti non è mai premiante». ●

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Oltre le tendenze e il look, sono le performance

tecniche ed estetiche a distinguere la qualità

dei tessuti Sensitive® Fabrics di EUROJERSEY,

eccellenza nel tessile Made in Italy, scelti dai

marchi più rinomati a livello internazionale. Tessuti

polifunzionali che interpretano il concetto lifestyle

in chiave contemporanea e che rispondono alle

esigenze dei designer più attenti ai canoni di

funzionalità, eleganza e comfort nel rispetto dell’etica

e dell’ambiente. I tessuti Sensitive® Fabrics hanno

una superfcie ultrapiatta, sono versatili e ideali per

lo sviluppo di progetti tailoring creativi, supportati

dalle tecnologie di applicazione più avanzate come

il taglio vivo, le termosaldature, le accoppiature e

le rifniture senza cuciture. Pensati per realizzare

capi di abbigliamento extra confortevoli, easy care

ed easy wear, antipiega, perfetti per vestibilità e

coordinabilità tra colori e tinta unita, con effetti texture

tridimensionali e riproduzioni grafche ottenute con le

tecniche di stampa tradizionale e digitale. Dedicata

al mondo Ready2Wear AI/2016 -17 la novità dei

tessuti accoppiati nel mix di stampati o tinta unita e

bicolor diversifcati in gamme di peso e i nuovi tessuti

forati con la tecnologia microlaser. Sempre attuali le

rievocazioni metalliche, tra bronzo, argento e oro.

Una varietà che permette di interpretare look e stili

in una proposta di tessuti completa, declinata tra il

predominante Sensitive® Classic, dall’aspetto opaco,

più materico, specifco per le texture e le varianti

del Sensitive® Bonded, accoppiato con giunture

termosaldate al posto delle tradizionali cuciture, ideali

per capi strutturati, molto costruiti ed estremamente

tecnici, indeformabili nel tempo e resistenti alle

abrasioni.

Sensitive® Fabrics:Ready to Wear?

Bonded bicolor con Micro-laser

Nuova lavorazione applicata alla famiglia dei Sensitive® Bonded con inserti micro-laserati bicolor dall’effetto mesh.

Taping technology

Speciali nastrature termosaldate applicate con effetto body-mapping sulla

superfcie ultrapiatta dei tessuti Sensitive® Fabrics,

per un look sportivo all’avanguardia

perfettamente lineare ed omogeneo ed una

vestibilità estremamente confortevole grazie

all’assenza di impunture.

Stampe texture/melange

Tecnologia di stampa ad altissima

defnizione, come la stampa

digitale con effetti tridimensionali.

La nuova collezione abbigliamento AI/2016 -17 frmata

Sensitive®Fabrics gioca con le stampe melange a effetti texturee gli accoppiati nelle diverse gamme di peso.

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20 08_09_2015

“Meglio del meglio +1”: non ha perso smalto, a distanza di

anni, lo slogan coniato da Ciro Pao-

ne per la sua Kiton, fondata nel 1968. Un motto che oggi esprime l’essenza di una realtà in cui l’alta sartorialità e il fatto a mano vanno a braccetto con i concetti di retail, formazione, diversi-fcazione. I tempi cambiano e bisogna tenerne conto. «Ma il cliente resta sem-pre al centro - puntualizza l’a.d. dell’a-zienda partenopea, Antonio De Mat-

teis -. Occorre seguirlo passo dopo pas-so, andando incontro alle richieste di quanti vengono da Paesi lontani, dove le esigenze sono diverse». Un esempio? «Nei mercati maturi il consumatore vuole capi più sportivi, mentre le na-

zioni emergenti sono più attente alla tradizione e prediligono abito, giac-ca, camicia e cravatta». Se i desiderata sono diversi, l’offerta si caratterizza per un comune denominatore: tutte le pro-poste sono confezionate a mano inter-namente, con tessuti pregiati realizzati in esclusiva, provenienti per il 70% dal Lanifcio Carlo Barbera (rilevato nel 2010) e per la restante quota dal me-glio della tessitura italiana e inglese. Abiti studiati per durare nel tempo, per regalare a chi li indossa l’emozio-ne che solo una creazione artigianale può dare. Un presupposto da cui na-scono giacche che interpretano i criteri della sartoria napoletana, frutto della collaborazione di 25 mani diverse, con

tempi di lavorazione che raggiungono le 21 ore, per un totale di 85 articoli in un giorno. Il risultato del lavoro di una squadra di ben 350 sarti, su un to-tale di 780 dipendenti. «10 dei nostri sarti girano il mondo tutto l’anno per soddisfare i clienti più esigenti e sono in grado di spostarsi nell’arco delle 24 ore. Inoltre ogni store ha un sarto for-mato nella nostra scuola», puntualizza De Matteis e precisa: «Il servizio su mi-sura è garantito su tutti i capi, anche i jeans e le camicie». Servizi non scon-tati per una realtà che realizza l’85% del fatturato (110 milioni di euro nel 2014, in crescita del 6% sul 2013) in aree lontane, con gli Stati Uniti come primo mercato, seguiti da Italia, Rus-sia, Cina, Nord Europa, Paesi Arabi e l’Africa che muove i primi passi. Nazio-ni in grado di apprezzare i capi iconici dell’azienda.

LA TRADIZIONE NON SI DISCUTE

MA IL NUOVO AVANZA

È il caso della giacca “Lasa”, che può richiedere 40 ore di lavoro e che viene seguita in tutte le sue parti da un solo sarto. O della “CiPa”, che prende il nome dalle iniziali del fondatore: «Un modello che si rifà a quelli realizzati negli anni Settanta da Ciro Paone, che piace soprattutto ai giovani», spiega il ceo. Si tratta di un pubblico con un alto potere di spesa, a giudicare dai prezzi della collezione, dove un abito par-te dai 5mila euro, per arrivare fno ai 40mila. Tradizione e innovazione sono complementari in questa azienda, che nel tempo ha saputo stare al passo con i mutati ritmi e le nuove geografe del consumo. Una realtà che oggi non è più solo sinonimo di abiti maschili ma che appone il suo sigillo anche su cra-vatte, profumi, camiceria, sportswear, valigeria, pelletteria, calzature, occhiali e womenswear. Un universo che trova spazio in 52 boutique nel mondo, da New York, Londra, Las Vegas, Parigi, To-kio, Osaka, con Zurigo e Chengdu fra le più recenti aperture, e Houston fra le imminenti, in questo mese di settem-bre. Se il retail è fra le leve prioritarie nelle strategie aziendali che guardano al futuro, la formazione rappresenta un ponte verso un domani che non può fare a meno del passato. Nel 2001 è nata infatti la scuola di Alta Sartoria interna all’azienda, per preparare fgu-re professionali altamente specializzate (vedi articolo alle pagine 34-35). ●

1. Antonio De Matteis, a.d. di Kiton2. L’importanza della manualità, uno dei capisaldi dell’azienda napoletana3. Una giacca di Kiton1

«DA NOI VINCE SEMPRE IL MEGLIO DEL MEGLIO +1»

di Carla Mercurio

A guardian of the most precious secrets of Neapolitan tailoring, Kiton has remained faithful in time to the plus of quality. Values that go hand in hand with a modern vision of the business, including retail, diversifcation and training.

KITON

TEXTILE & MENSWEAR

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Il fatto a mano, la scelta di pregiati tessuti realizzati in esclusiva: padrona dei più preziosi segreti della sartoria napoletana, Kiton si è mantenuta fedele nel tempo ai plus della qualità e del servizio. Valori che vanno a braccetto con una visione moderna del business

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Per produrreuna giacca

Nardellioccorrono...

155minuti

195passaggi

225metri di filato

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Nella terra dei “cappottari” il tessuto è una discriminante. Ne sono convinti alla ITN dove, tra una lana fanellata e uno shetland tinto in flo,ora nascono nuovi progetti declinati al femminile

di Elisabetta Fabbri

Fabrics are a key factor at ITN. The Angelo Nardelli 1951 brand’s owner prefers high quality products from suppliers based in Biella and Prato.

Fedeltà al “100% made in Italy”, gran-de esperienza nel sartoriale e rap-

porto qualità/prezzo eccellente. Questi gli ingredienti vincenti di un’azienda, la ITN-Industria Tessile Nardelli Spa che resta radicata a Martina Franca (Ta-ranto), tradizionalmente nota come ter-ra di “cappottari”, grandi lavoratori con la mania della precisione. Anche Angelo Nardelli, scomparso di recente, era uno di loro. Nel 1951 avviò una sartoria di capispalla che oggi, grazie allo spirito imprenditoriale del fglio Domenico, nato e cresciuto tra forbici e macchine da cucire, è diventata una società per azioni con 60 dipendenti diretti, oltre a un indotto di 200 addetti, che realizza-no le linee di abbigliamento maschile Angelo Nardelli 1951 e Cinquantuno. Se la realtà della valle d’Itria continua a crescere (16 milioni di euro i ricavi 2014, +10% sull’anno precedente) lo deve an-che a scelte azzeccate sul fronte tessuti, sempre al top di gamma e, per coerenza, incentrate sulla produzione italiana. «Il tessuto è una discriminante fondamen-tale per la riuscita di un capo - conferma Domenico Nardelli -. Direi che conta al 90%, pensando al nostro consuma-tore core». «Ogni stagione invernale - precisa - privilegiamo la scelta di lane e mischie pregiate. Di recente abbiamo scelto tessuti in lana pettinata, cardata, fanellata, shetland sia tinto in flo che pronto per la tinta. Diamo molta atten-zione ai requisiti tecnici, alle performan-ce pre e post trattamento e a ogni inno-vazione che infuisca su funzionalità e

aspetto del capo fnito». Tra i fornitori di riferimento l’imprenditore cita Vi-tale Barberis Canonico, Fratelli Tallia di Delfno, Lanifcio Zegna, Lanifcio F.lli Cerruti, Marlane, Reda, Zignone, Duemilagori e Lanifcio Leomaster. «Con loro - spiega il senior fashion designer Michael Bombino - c’è un dialogo aperto: ci mostrano il campionario e noi spieghiamo le no-stre esigenze. Di regola ci portiamo a casa più ma-teriale possibile, per aver un primo input sui trend dei materiali e dei colori. Visitiamo le fere poi ci rivediamo, per ridefnire meglio la materia prima di cui abbiamo bisogno». A volte un tessuto ispira un modello ed evolve con lui. È il caso della Connemara, la travel jacket fore all’occhiello dell’azienda, che inizial-mente prevedeva un f-nissaggio antistropiccio, poi diventato anche anti-macchia e idrorepellente. «Conoscere la tecnica del tessuto, trama, ordito e struttura, è fondamenta-le - sottolinea Bombino

-. Un sapere che si sta un po’ perden-do nei giovani stilisti, anche se molto creativi e bravi a disegnare. Per me il disegno è solo un promemoria». E tra uno schizzo e l’altro, alla ITN si stanno preparando per il lancio di un proget-

to donna: «Un piccolo pacchetto di proposte, tra giacche e qual-che cappotto, con le medesi-me lavorazioni e i tessuti del

menswear, un occhio di riguardo alla funzionali-tà, ma colori e ftting tutti al femminile». Prosegue inoltre lo sviluppo degli accessori (scarpe e cintu-re, ma anche maglieria, sciarpe e cravatte), che stanno diventando una parte corposa del fattu-rato. Recentemente sono arrivate in azienda nuove fgure nel commerciale, è stata rivista la rete retail, è in atto un piano di riposi-zionamento del marchio e sono in valutazione nuove aperture all’estero (che genera il 35% del-le vendite globali). Nel mirino mercati come gli Usa, il Sud America, la Corea del Sud, il Giappo-ne e l’Oriente in genere. ●

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ANGELO NARDELLI 1951

QUANDO IL TESSUTO È UNA DISCRIMINANTE

TEXTILE & MENSWEAR

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1. Domenico Nardelli, titolare di ITN 2. Un total look Angelo Nardelli 1951.La giacca, dall’aspetto shetland, è in lana con catena di cotone azzurra 3. La travel jacket Connemara in tessuto idrorepellente e antimacchia

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VETERANI O NUOVE LEVE: IL DERBY DELLA SARTORIA Nell’universo della sartoria si gioca una partita avvicente. Da una parte ci sono le botteghe storiche, che dettano le regole su tagli e proporzioni. Dall’altra si fanno avanti gli atelier 2.0, dove giovani sarti sperimentano inedite modalità, aprendosi alle tentazioni del nuovo. Un derby tutto made in Italy, in cui vince chi è in grado di portare avanti il proprio punto di vista con coerenza e nel pieno rispetto dei valori del tailor made. Che la giacca sia di scuola napoletana o forentina oppure si alleggerisca fno a destrutturarsi o, ancora, sconfni nelle logiche della confezione e dei trend, l’importante è affrontare il mestiere con un approccio moderno. Che vuol dire fare leva sulle potenzialità offerte dai blogger e dai social media, o saltare su un aereo per portare il proprio know how e il proprio savoir faire nei Paesi lontani e commercialmente più promettenti. Perché oggi non è più il mondo ad andare in bottega, ma è la bottega ad andare nel mondo.

di Andrea Bigozzi e Carla Mercurio

On the one hand there are the historical shops, that dictate their rules regarding cuts and proportions. On the other one there are the ateliers 2.0, where young tailors experience new forms, opening up to the temptations of the new. It’s an exciting derby, where the winnersare those able to bring forward their point of view in full respect for the values of tailor made.Taking advantage of the potentiality offered by bloggers and the social media. Above all, it’s important for everyone to leave the ateliers and travel the world, bringing abroad know how and savoire faire.

VIAGGIO NELL’ELEGANZA TAILOR MADE

1. Antonio Liverano,al lavoro nella sua sartoria a Firenze2. La spalla a camicia, tipica della Sartoria Solito di Napoli3. Fabio Sodano nel suo laboratorio nei pressi di Napoli 4. Il dettaglio di due accessori nella sartoria di Chittleborough & Morgan, a Savile Row5. Matteo Mora nella sua bottega di Borgomanero (Novara)1 2

TEXTILE & CRAFTSMANSHIP

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LUIGI SOLITO

«La nostra giacca è sempre la stessa. E piace sempre di più»Founded by Gennaro Solito, the Solito tailor shop in via Toledo, Naples, is an institution for the lovers of men’s suits all over the world. Gennaro’s son, Luigi, knows it very well and travels between Europe, the US and Asia, to meet the demands of international clients.

Per i cultori della vera sartoria napoletana la Sartoria Solito di via Toledo è l’indirizzo da non mancare. La bottega dove il fondatore, Gennaro Solito, realizza i suoi capolavori di manualità fin dal 1966. Oggi al suo fianco c’è il figlio Luigi, classe 1977, che da lui ha appreso i segreti del mestiere. Insieme al padre, Luigi taglia gli abiti nell’ammezzato della sartoria, per poi mandarli al piano superiore, dove otto collaboratori li imbastiscono per le prove e alla fine li cuciono, prima di spedirli alle artigiane che fanno ancora le asole come una volta. Un iter rigoroso che prevede 25 ore di lavoro di un solo sarto (quattro giornate) e due sedute di prova per accaparrarsi l’ambita giacca, inconfondibile per via delle spalle morbide, i tre bottoni stirati a due, la lunghezza ben calibrata, le maniche a camicia e soprattutto il comfort: «Le nostre creazioni diventano una seconda pelle - spiega Luigi -. Per il pantalone facciamo delle concessioni alla moda, stringendo, allargando o accorciando, a seconda delle necessità del cliente. Ma la nostra giacca è sempre la stessa, da sempreÈ. é proprio la fedeltà ai canoni della sartoria partenopea, interpretati secondo i più rigorosi criteri qualitativi, che fa della Sartoria Solito una delle realtà più note a livello internazionale. Ed è grazie all’intraprendenza di Luigi che oggi non è più il mondo ad andare in bottega ma è la bottega ad andare all’estero. «Merito di Internet e dei social media - spiega -. Oggi ci rechiamo nove volte l’anno a Londra e tre volte a Tokyo e New York, dove organizziamo trunk show per i nostri clienti. Prendiamo le ordinazioni e realizziamo gli abiti a Napoli, che con più giri di spedizione vengono provati come tradizione comandaÈ. Ovviamente i lussi si pagano. E se un outfit di Solito in Europa costa un minimo di 2.500 euro, negli Stati Uniti si parte da 3.500 e in Asia dai 6.000 euro. Cifre che generano un giro di affari che si aggira sul milione di euro l’anno, per un totale di circa 500 abiti su misura nell’arco dei 12 mesi. Un business che i Solito non intendono delegare: «Non possiamo mandare in giro per il mondo persone che non hanno il nostro nome. La nostra è una nicchia e i nostri clienti sono veri intenditoriÈ.

1. Gennaro Solito, fondatore della Sartoria Solito di Napoli nel 1966 2. Luigi Solito, fglio di Gennaro, affanca il padre nell’attività3 e 4. Le tasche applicate con doppia impuntura e la lunghezza della giacca, più accentuata sul davanti per una migliore vestibilità

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LIVERANO & LIVERANO

«Il mio tempio è a Firenze. I miei abiti girano il mondo»Antonio Liverano manufactures his jackets with the same technique and mastery of the beginnings, in 1950, when he arrived in Tuscany from Apulia.

Le forbici in mano le ha da quando aveva sette anni e imparava il mestiere. Oggi, che di anni ne ha 78, Antonio

Liverano continua a tagliare abiti con la stessa tecnica e maestria di una volta. «Non come molti colleghi giovani, che si spacciano per sarti e invece fanno realizzare i capi da altri», tiene a specifcare. Giunto a Firenze dalla Puglia nel 1950, Liverano entra nella sartoria già avviata dal fratello e lo affanca fno a 17 anni fa quando, dopo la sua morte, ne prende in mano interamente le redini. Nel negozio di 350 metri quadri in via dei Fossi, che lui chiama “il tempio”, per via della ritualità e dell’atmosfera che si respirano, Liverano dirige un team di 15 persone tra sarti, pantalonaie, occhiellaie e gilettaie, il direttore commerciale e responsabile degli accessori, Takahiro Osaki, e sua fglia Valentina, anche lei di corvée sul fronte commerciale. «Sono l’unico che fa entrare i collaboratori in sala prova, per insegnare loro i segreti del mestiere», tiene a precisare. E prosegue: «Il mio forte è la giacca. Le nostre, di scuola forentina, hanno le spalle morbide e arrotondate, il fondo accentuato, i tre bottoni stirati a due e una sola pince sul davanti». Creazioni apprezzatissime anche all’estero, dove Liverano si reca con regolarità: «Tre volte l’anno andiamo a New York, Tokyo e Hong Kong, dove portiamo mazzette e campioni per i nostri clienti in loco. Poi realizziamo tutto a Firenze. Ci aiuta il passaparola dei social media, che ci ha fatto acquisire molta notorietà». «In questo - conclude - è prezioso il ruolo di Takahiro Osaki, che è giovane, 36 anni, e padroneggia il mezzo. Lui si occupa anche della parte confezione: modelli miei che faccio realizzare in un laboratorio esterno, per clienti meno esigenti».

SARTORIA FABIO SODANO

L’alta sartoria napoletana a misura di fashion blogger After experiences at Kiton, Attolini and Isaia, Fabio Sodano (28 year hold) starts his own business, opening an atelier near Napoli. A workbench are Holland & Sherry and Caccioppoli fabrics and a strong passion.

Al centro di tutto mette il prodotto: i tessuti, che sceglie personalmente (i preferiti sono quelli di Holland & Sherry e di Caccioppoli), il taglio curato nei minimi particolari, «visto che da noi ogni vestito viene confezionato dall’inizio alla fine come si faceva una volta, mentre oggi molte sartorie i pantaloni li danno da fare fuori», ma nel suo atelier c’è spazio anche per qualche irriverenza, forse a causa della giovane età. Fabio

Sodano, 28 anni, senza sarti in famiglia a cui carpire i segreti del mestiere e spinto solo dalla passione entra diciottenne alla scuola di alta sartoria di Kiton, per passare alla corte di Cesare

Antonio Liveranoalle prese con una sua creazione nella sartoria di Firenze

CHITTLEBOROUGH & MORGAN

«Noi di Savile Row la pensiamo così» Among the leading tailors in Savile Row, Joe Morgan is refractory to the concept of made to order and ready to wear. His clothes are rigorously made by hand according to the canons of the Sixties.

Joe Morgan (al centro) con i suoi collaboratori. A destra: un abito della sartoria Chittelborough & Morgan. Attaccatura alta delle maniche, spalle dritte, vita segnata: questi i canoni rigorosi seguiti dall’atelier

TEXTILE & CRAFTSMANSHIP

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Fabio Sodano impegnato nella sua sartoria alle porte di Napoli, dove lavorano altre quattro persone. La sua specialità sono le giacche realizzate in tele leggere

SARTORIA MORA

Personal tailor a portata d’uffcio Matteo Mora, who has his atelier in Borgomanero (not far from Biella), meets the needs of his customers bringing the Italian tailoring in the world. «I travel a lot from Brussels to Kuwait, through Rome».

«Faccio abiti da lavoro, nel senso che le mie giacche, le mie camicie, sono indossati soprattutto in occasioni uffciali e principalmente lavorative». Così si presenta Matteo Mora, sarto under 40 che si è fatto le ossa come tecnico dei tessuti per grandi gruppi del settore come Zegna e Loro Piana, ma ormai da qualche anno, mettendo a frutto la passione trasmessa dalla mamma sarta, taglia e cuce, nella sua bottega di Borgomanero (Novara), i look per ricchi emiri mediorientali, dirigenti Ue di Bruxelles, politici romani, top executive tedeschi delle aziende dell’automotive. «Ma tra i clienti della mia sartoria ci sono anche molti giovani tra i 20 e i 30 anni del biellese e di Milano: chiedono capi di grande qualità e amano, come me, lo stile dandy con giacca attillata, pantaloni più stretti sul fondo, colori accesi». Ogni abito che esce dalla sartoria di Mora (un centinaio all’anno, con un prezzo che va dai 1.500 euro in su) è personalizzato con il nome del cliente sul taschino interno della giacca. «Più che sarto - racconta - mi defnisco “personal tailor”: raggiungo ovunque i miei clienti, prendo loro le misure, consiglio pregi e limiti di un tessuto, ma soprattutto parlo a lungo con loro. Un abito deve essere sempre in sintonia con chi lo indossa. Deve nascere per lui». Una formula che, visto il continuo viaggiare di Mora su richiesta dei committenti internazionali, ha generato un successo commerciale. «Non ci lamentiamo, le richieste sono molte -conclude -. Il passaparola resta ancora una delle armi migliori: un cliente soddisfatto ne porta sempre altri».

Matteo Mora nella sua sartoria di Borgomanero. Prima del taglio Mora ha imparato i segreti dei tessuti lavorando come tecnico nel grandi lanifci del biellese

Fra le sartorie inglesi più raffinate, Chittleborough & Morgan si trova al numero 12 di Savile Row ed è stata fondata da Roy

Chittleborough e Joe Morgan, dopo aver lavorato nel leggendario negozio di Tommy

Nutter e Edward Sexton. Oggi a gestire la bottega nella storica via londinese è rimasto solo Joe Morgan, che per i suoi abiti si ispira ai tagli in perfetto stile anni Sessanta, con attaccatura delle maniche alta, spalle dritte, vita segnata e pantaloni dalla vita alta, con pence o piatti. Capi in vendita a una media di 4.500 sterline (pari a circa 6.300 euro), con lana ricavata dalle pecore Merino, in arrivo dall’Australia, tessuta poi a Huddersfield, nello Yorkshire, il cuore verde dell’Inghilterra. Ad affiancare Morgan un team di otto persone, che lavorano ancora come una volta. Niente concessioni alla confezione, spiega Morgan: «Da noi non esiste il concetto di abiti made to order o di ready to wear».

Attolini prima, e, poi, alla guida del su misura nella boutique milanese di Isaia di via Verri. Due anni fa decide di fare il grande salto e aprire un laboratorio tutto suo a Sant’Anastasia, alle porte di Napoli. La sua mania? Giacche morbide e destrutturate, con tele leggere e molto “giovani”. «Per me - racconta - le scelgo a due bottoni e con

revers ampi, mentre ai clienti lascio carta bianca: loro oggi si fanno influenzare dai fashion blogger e non è più possibile comportarsi come i vecchi sarti, che impongono le proprie regole ferree su tagli e proporzioni». Con questo atteggiamento più “morbido” verso la professione, Sodano si sta costruendo una reputazione in tutta Napoli e non solo. «Collaboriamo con sartorie di primordine anche a Milano, Londra e in Svizzera», precisa. Dalla sua bottega, dove lavorano quattro persone, escono 10 abiti al mese, con prezzi che partono dai 1.200 euro. Ma per completare il quadro gli abiti non bastavano: ecco quindi che in poco tempo sono entrati a far parte della Sartoria

Sodano scarpe fatte a mano, camicie, cravatte, cappotti. «Per crescere puntiamo sul web - conclude - perché anche per il sartoriale è iniziata l’era 2.0».

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TEXTILE & MADE TO MEASURE

Che il desiderio di essere protagoni-sti, distinguersi, rimarcare la propria

unicità sia la nuova ideologia di massa nell’era della globalizzazione telemati-ca è sotto gli occhi di tutti. E gli stilisti, che hanno le antenne sempre protese sul mercato, non potevano non essere sensibili al fenomeno. Come? Aumen-tando i loro servizi personalizzati a livello di customer service, ma anche sul fronte del prodotto che, pur man-tenendo inalterato il “touch” stilistico del marchio, può attagliarsi come una seconda pelle - nel ftting, nel gusto e nei dettagli - ai singoli clienti. Quelli naturalmente più esigenti, più consa-pevoli, soprattutto senza timori quan-do si tratta di aprire il portafoglio. Per loro Dolce&Gabbana ha inaugura-to (circa un anno fa) un negozio in corso Venezia 13 a Milano. «Il primo spazio dedicato al mondo degli abiti

STILISTI

ANCHE I GRANDI PUNTANO SULL’UNICITÀVuoi mettere indossare un abito dal taglio impeccabile, che asseconda la fgura, in un tessuto di altissimo livello, magari con stampate le proprie iniziali? A credere nel made to measure non sono solo i marchi sartoriali ma anche le griffe del prêt-à-porter, che per il su misura hanno divisioni, e negozi, ad hoc

di Angela Tovazzi

Not only traditional sartorial brands believe in made to measure fashion, but also the ready-to-wear big names, who have divisions and shops dedicated to the tailor made market.

fatti a mano», sottolineano gli stilisti che qui, tra arredi di design e opere di Giò Ponti, accolgono «uomini che non temono di esternare le proprie emozioni, i loro gusti, le loro fragilità, la loro sensibilità», con 12 sarti pronti a trasformare in realtà, e in poche set-timane, qualsiasi richiesta. «Da noi ar-rivano giovani imprenditori, manager, opinion leader e artisti», fanno sapere

invece da Prada, che ha una cinquan-tina di boutique nel mondo attrezzate con vip room. Personalizzabile è tutto il guardaroba, grazie a 300 tessuti per giacche e abiti, 30 per i cappotti, circa 230 per le camicie, oltre a diversi mo-delli, colori, vestibilità. Poi ci pensano i sarti, che con centinaia di passaggi tagliano, cuciono, aggiustano. Tutto a mano. Tempo circa un mese e il capo è pronto. Più o meno stessa attesa (4-6 settimane) per un pezzo su mi-sura di Gucci, che a disposizione dei propri fan mette 82 tessuti per 178 combinazioni cromatiche e tessili. Con dettagli che fanno la differenza: per esempio la fodera in satin con il logo della maison oppure l’etichetta con il nome o le iniziali del cliente, per una shopping experience davvero unica. I prezzi? Prada spiega che varia-no a seconda dei materiali utilizzati, «tra 2.500 e 45mila euro per gli abiti, 500 e 1.500 euro per le camicie, 2.500 e 35mila euro per i cappotti». Insom-ma, capi davvero esclusivi. Che però, rispetto al passato, hanno guadagna-to in disinvoltura e perso in formali-smo. Come dice Giorgio Armani: «Il su misura? Lo immagino come uno strumento di uso quotidiano, adatto a ogni età, a ogni professione e in tutte le parti del mondo». Basta poterselo permettere. ●3

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1. Chen Kun, Matt Bomer e Dan Stevens, i tre attori Tv scelti da Giorgio Armani come testimonial della nuova campagna Made to Measure 2. Giacca e camicia di Dolce&Gabbana Sartoria 3. Colletti su misura per le camicie di Prada

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TEXTILE & ITS PLAYERS

UNA PASSIONE CONTAGIOSA PER L’ECCELLENZADa sempre elemento distintivo dell’arte del saper fare, la ricerca della perfezione è il fl rouge che lega passato e futuro. Otto protagonisti del tessile italiano parlano di eccellenza, nell’ottica delle sfde più attuali: dalla sostenibilità all’innovazione, fno all’e-commerce

di Elisabetta Campana

Always a distinctive element of the art of ”savoir faire”, the pursuit of perfection is the common thread that links the past and the future. Eight players in the Italian textile sector analyze the concept of excellence, in view of the current challenges: sustainability, innovation and also e-commerce

A BIELLA E OLTRE

Come diceva Aristotele, «Noi siamo ciò che continuiamo a ripetere. L’eccellen-

za non è quindi un atto, ma un’abitudi-ne». Parole che calzano a pennello per le grandi aziende del tessile italiano. Forti di una lunga tradizione, di indiscusse profes-sionalità, dedizione e maestria, gli storici lanifci e cotonifci del nostro Paese con-tinuano, ostinatamente, a ricercare il me-glio in termini di prodotto, lavorazioni e servizi, all’insegna dell’arte del saper fare tipica (e pressoché esclusiva) del made in Italy. Nell’era digitale, in cui tutto accade così velocemente che sembra contare solo il risultato fnale, è facile perdere il senso e il valore del lavoro manuale, dell’arti-gianalità, dei processi di trasformazione e delle materie prime. Dalle interviste a otto imprenditori e manager di aziende del settore (biellesi, ma anche milanesi e trevigiane), i cui tessuti interpretano la

creatività dei migliori stilisti e brand del mondo, emerge come sia possibile coniu-gare il passato, fortemente legato al terri-torio, con le sfde più attuali. Sul piatto tre grandi scommesse che vanno dalla soste-nibilità e dal rispetto dell’ambiente all’in-novazione nei prodotti e nelle tecnologie, fno all’interazione con il mondo virtuale e, perché no?, l’e-commerce. Forti di una certezza, che è al tempo stesso punto d’ar-rivo e di partenza: il consumatore istinti-vamente opta sempre per la proposta qua-litativamente migliore.

ALLA RICERCA CONTINUA DELLA PERFEZIONE

Fil rouge delle varie testimonianze è la passione, contagiosa, per la perfezione. Secondo Ercole Botto Poala, ammini-stratore delegato di Reda, a Valle Mosso (Bi), l’eccellenza si declina semplicemen-te in «qualcosa di bello e fatto bene». Per

Roberto Colombo, alla guida del Lanif-cio Luigi Colombo di Borgosesia (Vc) si traduce in «un capo che le persone con-tinuano a indossare, anche se non è più di moda. E che se si rompe, viene portato a riparare». «Nel mio guardaroba custo-disco gelosamente un impermeabile pied de poule, in pura seta 500 grammi, con un titolo fnissimo, che mettevo quando avevo 16-17 anni - confda Colombo -. Le cose belle e di valore non si buttano mai». Ancora, Giorgio Marcarino, diret-tore vendite e marketing del lanifcio Fra-telli Tallia di Delfno a Strona (Bi), che fa capo al Gruppo Marzotto, considera l’eccellenza «l’esasperazione del detta-glio». «Ovvero - chiarisce il manager - la capacità di trasmettere a livello di prodot-to, servizio e comunicazione la cultura e l’heritage, ovviamente resi contempora-nei, di un’azienda fondata ai primi del

ERCOLE BOTTO POALA/REDA

«Il top? È semplicemente, ieri come oggi, una cosa bella e ben fatta»

Da sinistra, in senso orario: Guglielmo, Fabrizio, Ercole e Francesco Botto Poala

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150”

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secolo scorso». Lincoln Germanetti, a.d. di Tollegno 1900, nell’omonima località biellese, pone l’accento sulla «produzione sostenibile e certifcata, che permette di offrire un prodotto garantito in ogni sua fase», mentre Paolo Zegna, presidente di Ermenegildo Zegna Group, sottolinea che il Lanifcio Zegna, fondato nel 1910 a Trivero (Bi), da sempre concentra l’at-tività sulla produzione di tessuti in lana, cashmere e mohair di alta qualità, «in altre parole su quanto di meglio ci possa essere al mondo nel campo delle fbre nobili». C’è anche chi dichiara che l’eccellenza sia riuscire ancora a emozionare i più grandi stilisti del mondo, «grazie alla superiorità qualitativa, di mano e di caratteristiche, ottenuta attraverso la continua ricerca e lo sviluppo», dice Marco Marini, diret-tore commerciale di Duca Visconti di Modrone (Gruppo Inghirami), società

che dal primo settembre si è unita al co-tonifcio milanese Carlo Bonomi, dando vita alla Eccellenze Italiane Tessili (EIT). «I due marchi in seno alla nuova realtà mantengono identità separate, la fusione riguarda la parte commerciale - precisa Marini -. Nel nostro stabilimento di Va-prio D’Adda abbiamo creato un impian-to modello per gestire la produzione dei due storici cotonifci, con l’obiettivo di presidiare meglio il mercato, puntando al monopolio, ovviamente, dell’eccellen-za». «Senza dimenticare - aggiunge Carlo Bonomi, amministratore delegato della nuova divisione Carlo Bonomi - che l’ele-vata qualità si deve mantenere anche nei confronti dei grandi quantitativi e nel ri-spetto delle tempistiche di consegna». Il concetto di eccellenza è nel dna di tutte queste realtà. Come ribadisce Luca Belen-ghi, amministratrore delegato del Gruppo

Tessile Monti, di Maserada sul Piave (Tv), «il “meglio” fa parte delle diverse compe-tenze strategiche aziendali: dal design alla qualità di prodotto e dei processi indu-striali, dal servizio al cliente alla gestione delle risorse umane».

UN TESSUTO DI QUALITÀ? QUESTIONE DI TATTO

Se è vero che il concetto di eccellenza assu-me varie sfaccettature, da quelle più con-crete alle intangibili, distinguere un tessu-to di qualità è un atto soggettivo e spesso istintivo. Il colpo d’occhio è importante. Ma solo toccando un capo se ne percepisce l’effettivo valore. Ercole Botto Poala confer-ma che tra i cinque sensi privilegia il tatto e, sorridendo, aggiunge: «Come tutti i bielle-si doc, quando incontro qualcuno con un bel capospalla, mentre gli stringo la mano, con l’altra gli tocco i revers della giacca». «In realtà - aggiunge l’a.d. - la qualità di

PAOLO ZEGNA/ERMENEGILDO ZEGNA GROUP

«Lana, cashmere e mohair:siamo più che mai concentrati sul meglio delle fibre nobili»

ROBERTO COLOMBO LANIFICIO LUIGI COLOMBO

«Eccellenza... è un’azienda verticalizzata come la nostra»

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TEXTILE & ITS PLAYERS

un tessuto si misura nel tempo e si coglie nella soddisfazione che si prova indossan-do un determinato capo». «Soprattutto il consumatore la percepisce nel vissuto, ma non sempre ne conosce il motivo - pun-tualizza Botto Poala -. È pertanto fonda-mentale riuscire a trasmettere alle persone i valori della propria azienda, per far com-prendere loro cosa c’è a monte di ciò che vestono».Proprio Reda, l’unico lanifcio al mondo con la certifcazione ambientale Emas, festeggia quest’anno i 150 anni, con una serie di iniziative, in collaborazione con The Woolmark Company, rivolte agli addetti ai lavori e al pubblico fnale. Oltre ad aver pubblicato il libro “150”, realizza-to con l’agenzia Magnum Photos, che rac-conta attraverso immagini la storia di que-sta realtà, ha progettato una mostra mul-timediale itinerante inaugurata a febbraio

a Milano, con tappe a Berlino, New York e Londra. «Sempre per questa ricorrenza - spiega Botto Poala -. abbiamo acquistato insieme a Woolmark le più belle 150 balle di lana presenti nelle aste australiane per realizzare il tessuto “Maior, Super 150’s” e offrire il meglio del meglio ai nostri clien-ti». Secondo Roberto Colombo, l’errore più comune che si possa fare è pensare che la gente non sia in grado di comprende-re la qualità: «Certo, una persona magari non conosce gli aspetti produttivi e tecnici, ma istintivamente sceglie sempre il bello - dice l’imprenditore -. Effettuo spesso delle prove, sottoponendo decine di capispalla differenti ad amici e conoscenti: ogni volta optano per il migliore». Sulla stessa lun-ghezza d’onda Lincoln Germanetti, che aggiunge: «I consumatori non solo sono sempre più attenti ed esigenti, ma spesso

richiedono anche la tracciabilità». Paolo Zegna risporta l’attenzione sulla mate-ria prima e ricorda che il tessuto miglio-re si distingue per quattro caratteristiche: mano, brillantezza, drappeggio e resisten-za all’uso. «Poche fbre al mondo, naturali o sintetiche - precisa Zegna - offrono tutte le caratteristiche della lana pregiata».

INTESSERE LA GIUSTA RELAZIONE CON I BRAND

In qualità di fornitori delle più importanti maison di moda e del lusso internaziona-li, i tessitori giocano un ruolo fondamen-tale nella defnizione delle collezioni. «Per un designer il tessuto è tutto, mentre guar-da un disegno immagina già come sarà l’a-bito» premette Paolo Zegna, aggiungendo: «Ogni stilista ha esigenze diverse, dovute al proprio gusto e alle tendenze di stagio-ne, che si rifettono sulla customizzazione

GIORGIO MARCARINO FRATELLI TALLIA DI DELFINO

«Il meglio? Saper trasmettere l’heritage a livello di prodotto, servizio e comunicazione»

LINCOLN GERMANETTI/TOLLEGNO 1900

«Una produzione sostenibile e certificata è importante, perché offre un prodotto garantito in ogni sua fase» La sede di Fratelli Tallia di Delfno a Strona (Bi) durante l’evento “Eccellenze Italiane”

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dell’offerta». «Il più delle volte - conferma Luca Belenghi - i brand chiedono di realiz-zare articoli esclusivi, partendo dai nostri disegni e declinando l’aspetto grafco e/o cromatico». «Oltre alle nuove gamme di colori - precisa Lincoln Germanetti - di re-cente è aumentata la domanda di fnissaggi tecnici». Il lavoro del supplier, come fa no-tare Giorgio Marcarino, non è certo facile, perché deve saper interpretare con esattezza ciò che vuole l’uffcio stile. «Il problema è che, con gli approvvigionamenti già fatti, bisogna riuscire a fare una buona “torta” utilizzando gli ingredienti che si hanno in casa». «Dialogo e confronto restano fonda-mentali - prosegue Marcarino -. Per il pros-simo autunno-inverno, proprio su richiesta dei nostri clienti, abbiamo lanciato anche per la stagione invernale il modello “Aria 3.1”, in pura lana, che traspira tre volte più

di un tessuto normale». Concorde Ercole Botto Poala: «La forza del made in Italy - precisa - è rappresentata anche dalla flie-ra molto corta in termini di distanza, che permette di incontrarsi vis à vis, facilitando scambi, input e soprattutto garantendo una risposta veloce alla richieste».

TESSUTI E ONLINE: UN RAPPORTO DA COSTRUIRE

Ancora poco diffuso nel settore tessile, l’e-commerce offre potenzialità interessanti, a patto che lo si approcci con professionali-tà, a partire da una corretta comunicazione. «Ormai la maggior parte dei consumatori prima si informa sul web e poi acquista - dice Ercole Botto Poala -. È pertanto in-dispensabile trasmettere messaggi veri e verifcabili. Reda può trarre solo benefci dall’online, vista la lunga storia e tradizione che la contraddistingue, a garanzia dell’inte-

ra fliera». Nel virtuale non cambia il concet-to di eccellenza, ma comporta sfde e para-digmi nuovi. «La strategia di marketing deve essere essenziale - rifette Luca Belenghi - ma effcace nell’attrarre l’attenzione del cliente. Non è certo facile raccontare a distanza l’u-nicità distintiva di un prodotto, come il tes-suto, con linguaggi e strumenti in continua e rapida evoluzione». «Al momento è solo una nicchia di clienti a comperare online, ma chi lo fa tende a ripeterlo - aggiunge Ro-berto Colombo -. Il consumatore ha grande interesse per l’heritage e per il made in Italy, bisogna però spiegarglielo bene: qui parlia-mo di vero lusso, di fbre nobili e aziende completamente verticalizzate come la no-stra si contano sulla metà delle dita di una mano. L’impegno nel virtuale non manca. Anche questo fa parte della contagiosa pas-sione per l’eccellenza». ●

MARCO MARINI ECCELLENZE ITALIANE TESSILI (EIT)

«La scommessa è continuare a emozionare i più grandi stilisti di tutto il mondo»

LUCA BELENGHI/GRUPPO TESSILE MONTI

«L’eccellenza scaturisce dalle diverse competenze strategiche aziendali»

Marco Marini Carlo Bonomi

Duca Visconti di Modrone

Sic Tess (Gruppo Tessile Monti)

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TEXTILE & TRAINING

Il brand più lungimirante è stato Brio-ni, che ha fondato la propria Scuola

di Alta Sartoria a Penne, (Abruzzo) nel 1985, con il fne di mantenere viva la continuità generazionale e trasformare giovani talentuosi in am-basciatori di quel savoir faire italiano che tutto il mondo ci invidia: «Qui i nostri ragazzi imparano il mestiere seguendo la tradizione sartoriale di inizio Novecento», spiega Angelo Pe-trucci, chief master tailor del marchio che da un quarto di secolo, ogni tre anni, seleziona 15 studenti per l’avvio del corso. Un triennio di teoria dove si studia il “metodo Brioni” - 220 fasi di lavorazione per la costruzione di un abito - e poi un anno di pratica, con il tirocinio in azienda. Un’arte manuale, quella del sarto, che in tem-pi di emergenza occupazionale come l’attuale sta recuperando fascino agli occhi delle nuove generazioni, e non solo perché è tra le posizioni più ri-cercate dalle aziende. Quelli di oggi sono professionisti 2.0, spesso poli-glotti e con la valigia in mano, pron-ti a partire per destinazioni esotiche, alla corte di clienti blasonati. Niente a che vedere con l’immagine stereotipa-ta del sarto armato solo di ago e flo.

NELL’ERA 3.0 I GIOVANIRISCOPRONO IL FASCINO DI AGO E FILOSalvaguardare competenze altamente specializzate che altrimenti andrebbero perdute e istruire i master tailor di domani: questa la mission delle scuole di sartoria interne alle maison italiane, attive con corsi ad hoc per tutelare la cultura sartoriale, la conoscenza del tessuto e offrire nuove opportunità professionali ai giovani. Che cominciano a riscoprire il fascino di antichi mestier

di Angela Tovazzi

To safeguard highly specialized skills that would otherwise be lost and educate master tailors of tomorrow: this is the mission of the Italian fashion companies’ tailoring schools, with courses meant to safeguard the sartorial culture and offer new job opportunities for young people. Who are beginning to rediscover the charm of ancient crafts.

«Nel 2000, quando è nata la scuola di alta sartoria, era stato diffcile reperire 15 ragazzi che volessero intraprendere questo iter di studi - racconta Anto-nio De Matteis, amministratore de-legato della partenopea Kiton - ma a 15 anni di distanza, complice la crisi nel mondo del lavoro, la mentalità è cambiata. Oggi al nostro corso qua-driennale, che ogni due anni ammette 25-30 allievi, presentano la loro can-didatura 400-500 ragazzi, dieci volte di più dei posti disponibili». Del resto la scuola è gratuita e l’assunzione è ga-rantita per il 100% degli studenti: «Da noi - precisa De Matteis - sono passati 120 giovani. L’80% è stato arruolato da Kiton e il 20% da altre aziende. Alcuni di loro si sono anche messi in proprio e questo rappresenta un motivo d’orgoglio». A puntare sulla formazione di nuove leve addestrate ad hoc per tramandare mestieri arti-gianali a rischio di estinzione è anche una griffe del lusso come Prada, che ha presentato il progetto per la co-struzione della Prada Academy: una struttura formativa, pronta a sorgere nei locali dell’ex Pastifcio Muratori di Montevarchi, in Valdarno, acqui-stato dal gruppo di Patrizio Bertelli

SCUOLE DI SARTORIA ALLA RIBALTA

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Avrà sede negli atelier romani di palazzo

Mignanelli 22, sede storica della maison,

la nuova scuola di couture di Valentino.

Un sogno nel cassetto, per i due direttori

creativi Pier Paolo Piccioli e Maria

Grazia Chiuri (nella foto), che ora

diventa realtà. «Vogliamo che i ragazzi si

approprino del futuro», dicono gli stilisti,

che per il primo corso hanno selezionato

una decina di ragazzi. La scuola di sartoria

parte questo mese e durerà un anno:

«Puntiamo a dare dignità a processi

innovativi che non si limitano all’utilizzo di

un tessuto prezioso - spiegano -. Vogliamo

raccontare il nuovo Rinascimento italiano,

fatto anche da chi ogni giorno lavora con

talento e passione, realizzando il bello

made in Italy». (a.t.)

VALENTINO

Dieci allievi per il primo corso di coutureThe frst course of Valentino’s tailoring school is ready to start in Rome.

e Miuccia Prada nell’aprile 2014. Alle ultime battute burocratiche (i lavori potrebbero partire già entro la fne di quest’anno), l’Academy «intende creare un bacino di giovani tecnici - spiegano dalla casa di moda - che garantisca un ricambio di conoscenze specialistiche nel settore manifatturiero e costituire un riferimento specifco e costante per lo sviluppo del know how in ambito pelletteria, calzature e abbigliamento». Una sorta di moderna bottega d’arte, dove una sessantina di ragazzi tra i 16 e i 21 anni potranno apprendere i se-greti della manifattura, anche grazie agli insegnamenti di ex dipendenti del gruppo in pensione. ●

1. Un insieme di Prada: la griffe ha presentato il progetto per la nuova Prada Academy, pronta a sorgere in Toscana2. Foto di gruppo alla scuola di alta sartoria di Brioni3. Insegnante e allievo al lavoro presso la scuola di Kiton4. Un look Berluti per l’estate 2016: la maison ha aperto un istituto di formazione specializzato nelle calzature: si trova a Ferrara, nei locali della nuova Manifattura Berluti

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FIERE TESSILI INTERNAZIONALI

Il mondo delle fere tessili internaziona-li vive una fase di transizione. Mai come

in questo periodo si registrano novità e sperimentazioni in termini di formule, ma soprattutto di date e iniziative di in-ternazionalizzazione. Il dinamismo di-mostrato da Milano Unica è esemplare. In pochi mesi il salone rappresentativo del tessile e degli accessori tessili made in Italy ha lanciato un appuntamento di anteprima a Milano (Prima MU) e una trasferta a New York, che si aggiunge a quella di Shanghai. Due nuove rassegne che hanno portato a Fieramilanocity, dal primo al 3 luglio, e al Jacob Javits Center, dal 20 al 22 luglio, rispettivamente 66 e 87 realtà dell’eccellenza tessile della Peni-sola. Con un bilancio di 1.580 visitatori in rappresentanza di 706 aziende della confezione per Prima MU e di oltre 1.300 professionisti in pista per quasi 700 brand a Milano Unica New York. «La première di Prima MU è andata bene - commenta il presidente di Milano Unica, Silvio Al-

bini -. Il nostro è stato un esperimento

Milano Unica vive un momento di grande dinamismo, grazie all’avvio di Prima MU e Milano Unica New York e all’arrivo di un nuovo direttore creativo. Première Vision Paris risponde puntando sulla complementarietà e l’integrazione fra le sue sei “anime”. News in cantiere a Parigi per Messe Frankfurt. In ascesa Dubai

SPERIMENTARE È D’OBBLIGO

MILANO UNICA E LE ALTRE

di Elena Azzola

Milano Unica is enjoying an exciting time at the moment, thanks to the launch of projects like Prima MU and Milano Unica New York, coupled with the arrival of a new creative director. Première Vision Paris responds with a focus on the complementary nature of its six exhibitions. News for Messe Frankfurt in Paris. And ITS in Dubai is ready to grow.

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1. Un’immagine scattata al recente Prima Mu, appuntamento d’anticipo di Milano Unica nel capoluogo lombardo: i visitatori sono stati 1.580, in rappresentanza di 706 aziende 2. Un tessuto di ultima generazione di Forster Rohner ad Avantex, salone che esordisce questa stagione a Parigi 3. Un momento di lavoro a Texworld 4. Una foto rubata alla scorsa edizione di Première Vision Paris

per rispondere all’esigenza di una parte del mercato di vedere prima le collezioni. Lo sforzo è stato apprezzato dalle case di moda, che ci hanno chiesto di continua-re, allargando la base degli espositori». La domanda di anticipo in effetti è presente in una parte dell’industria del fashion. «La situazione è in divenire - spiega Albini -. Stiamo vivendo una fase di transizione, da valutare con grande attenzione. Un fatto è certo: il dinamismo di Milano Unica è sta-to colto sia in Italia che all’estero e penso che il successo dell’appuntamento spinge-rà nuovi espositori a partecipare». Anche rispetto alla trasferta newyorchese la pa-rola d’ordine è proseguire nell’iniziativa, anche perché il mercato Usa sta “tirando”: nel 2014 è stato il terzo Paese di destina-zione delle esportazioni di tessuti italiani, per un importo di oltre 175 milioni di euro (+12,3% sul 2013) e nei primi quat-tro mesi del 2015 ha registrato un incre-mento del 18,8% sul corrispondente pe-riodo dello scorso anno. Ma non sono tut-te rose e fori. «Milano Unica New York ha

portato il meglio delle produzioni italiane in un mercato complesso - chiarisce Albini -. Le aziende, che hanno già una struttura commerciale in loco, hanno avuto buoni riscontri. Mentre per le piccole realtà, che si affacciano ora nel continente, la fera ha rappresentato un primissimo passo, in vista della messa a punto di un’organizza-zione ad hoc per affrontare la regione. Gli americani sono molto esigenti: hanno bi-sogno di un riscontro veloce ed effciente». Un buon prodotto e una buona struttura commerciale sono i requisiti fondamenta-li per sfondare oltre Atlantico. Fatte queste considerazioni, ci si proietta sulla 21esi-ma edizione di Milano Unica, in pro-gramma nel capoluogo lombardo dall’8 al 10 settembre. «Sarà una bella sessione - anticipa il presidente -. Vivace, aperta al mondo, ai giovani stilisti e alla sostenibi-lità». Nello specifco, prosegue il percorso di internazionalizzazione degli esposito-ri, con l’Osservatorio Giappone a quota 49 aziende e l’avvio di un Osservatorio Corea, costituito da dieci qualifcati pro-

Case di moda e saloni: chi va doveThe spokespersons of some italian fashion brands reveal their choices in terms of textile fairs.

Corneliani«Visitiamo Première Vision, destinata quasi più al mondo femminile, ma che proprio per questo può offrire idee innovative anche per l’uomo. Fondamentale è anche Milano Unica, dove si può trovare il meglio della produzione italiana, anche se noi ci indirizziamo quasi esclusivamente ai tessutai biellesi».

Max Mara«Per la scelta dei tessuti non aspettiamo le fiere, che risultano troppo avanti in calendario, rispetto ai ritmi imposti dal mercato. Meglio l’incontro diretto con i fornitori. A fine giugno-primi di luglio incontriamo già gli specialisti del settore per l’autunno-inverno dell’anno successivo. A volte facciamo al nostro interno delle piccole fiere, come è avvenuto di recente con i produttori di denim: ne abbiamo invitati un decina a mostrarci le loro novità. Tutti i nostri ordini poi vengono personalizzati».

Castangia«Andiamo sempre a Milano Unica: è una fiera ben fatta, dove troviamo i biellesi e gli inglesi (questi ultimi rappresentano una parte marginale dei nostri fornitori), ma anche il meglio della nostra filiera, compresi fodere, sete e bottoni».

Ravazzolo«Milano Unica è la fonte più aggiornata per fornire indicazioni sui trend di stagione».

Angelo Nardelli«Il nostro primo incontro con le nuove proposte, a livello di tessuti, avviene presso i fornitori. Abbiamo un rapporto privilegiato con loro. Poi va integrato con le fiere, anche se sono un po’ in ritardo rispetto alle nostre esigenze. Siamo italiani e, per coerenza, scegliamo Milano Unica come manifestazione di riferimento». (e.f.)

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FIERE TESSILI INTERNAZIONALI

duttori. Nuovi il layout e l’Area Trend, curati per la prima volta da Stefano Fadda (vedi ritratto a pagina 60), che ha preso il posto di Angelo Uslenghi come direttore artistico e responsabile della commissione tendenze di Milano Unica. L’evento On Stage - dedicato ai new ta-lent della moda, che hanno lavorato con tessuti delle aziende di Milano Unica - va in scena in via Montenapoleone (vedi box). «Quello che vogliamo sottolineare è che siamo la fera degli imprenditori italiani - conclude Albini -. Lavoriamo, in sinergia con le associazioni, il Mini-stero dello Sviluppo Economico e l’Ice, per valorizzare la nostra fliera del tessile. A un forte nucleo di made in Italy affan-chiamo altre eccellenze attraverso gli Os-servatori: “vetrine” su realtà straniere che hanno lo stesso bacino di clienti di fascia alta delle manifatture italiane». I francesi però non stanno a guardare. L’edizione di Première Vision Paris, in scena dal 15 al 17 settembre, consolida le scelte stra-tegiche che hanno portato gli organizza-tori al lancio del nuovo brand (Première Vision Paris al posto di Première Vision Pluriel): un’unica regia per un ensemble di sei saloni, fortemente complementari in termini di business e know-how. Sotto il “titolo” di Première Vision si dipanano i “capitoli” Première Vision Yarns (ex Expofl), Fabrics (ex Première Vision), Leather (ex Cuir à Paris), Design (ex Indigo), Accessories (ex Modamont) e Manifacturing (ex Zoom), per un polo da 1.915 espositori in arrivo da 55 Pae-si (numero pressoché stabile rispetto ai 1.933 di settembre 2014). 153 gli “in-nesti” di questa tornata, fra new entry e ritorni. Fra le novità messe in campo, segnaliamo quelle relative ai PV Award: per la loro settima prova i premi, fna-lizzati a valorizzare l’eccellenza creativa e le tecnologie più avanzate, aprono al mondo della pelle, oltre che a quello dei tessuti, coinvolgendo i conciatori di Première Vision Leather. Martedì 15 set-tembre alle 17, nel forum della hall 6, saranno assegnati sei riconoscimenti: tre per i tessuti e altrettanti per la pelle. A tal fne è stata costituita una giuria di perso-naggi infuenti del mondo della moda, presieduta dai designer Livia Stoiano-va e Yassen Samouilov, fondatori della maison di haute couture On Aura Tount Vu. Sono previsti inoltre due premi ag-giuntivi, decretati dai visitatori e, più in generale, dalla fashion community, che può esprimere le preferenze dal 14 al

21 settembre sulla pagina Facebook di Première Vision Paris. Da annotare an-che, all’interno della parte Accessories, il lancio di uno spazio interamente dedi-cato ai componenti per calzature. L’area, situata strategicamente nella zona nord della hall 4, crea di fatto un link tra le mostre Accessories e Leather. Lo sco-po è permettere ai brand di trovare in un unico luogo una gamma completa di prodotti e fornitori per creare le loro collezioni di scarpe. Gli espositori coin-volti sono 24. Al centro il Shoe Focus forum. Novità su Parigi anche da Messe Frankfurt. La società tedesca che orga-nizza nella capitale francese Texworld e Apparel Sourcing, caratterizzati da uno “sguardo” extra-europeo, affanca a que-sti consolidati saloni Avantex, format sui tessili altamente tecnici per la moda, che esordirà a Le Bourget dal 14 al 17 settem-bre in sinergia con le altre due manifesta-zioni, e Avanprint, inedito appuntamen-to sulle novità della stampa digitale, al debutto dal 15 al 18 febbraio 2016, nella medesima location e sempre in tandem con Texworld e Apparel Sourcing. Le due rassegne avranno infatti cadenza annuale, alternandosi in abbinamento a Texworld e Apparel Sourcing. Tra le nuove iniziative nel panorama delle fere tessili mondiali segnaliamo, infne, l’In-ternational Textile Fair (ITF) di Dubai, al suo secondo appuntamento dall’11 al 12 ottobre presso il Dubai World Trade Center: una piattaforma strategica per sondare un mercato emergente. ●

Dopo i Navigli e la Galleria Vittorio Emanuele, ora tocca a via Montenapoleone ospitare una sflata a cielo aperto e aprire le sue porte a dieci stilisti emergenti. Il tutto accadrà grazie a On Stage (progetto nato dalla collaborazione con The

1. Uno scorcio di Première Vision Paris

2. Al lavoro a Prima Mu

3. Un’uscita di sflata a Texworld

ON STAGE

I new talent sflano lungo MontenapoleoneThe new edition of On Stage will take place on September 8 in Milan, showcasing ten young designers during a special event in via Montenapoleone, celebrating the opening of Milano Unica.

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CAMPAIGN FOR WOOL

La settimana della lana porta un gregge di pecore nel QuadrilateroFor the second time Milan will host the Wool Week. Featuring leading designers, retailers - and lots of sheeps - the Wool Week gives the unique opportunity to get a close and personal approach to the wool.

Prima della fashion week, quest’anno a Milano arriva la Wool Week. Tutto merito di The Woolmark Company che dall’8 al 13 settembre, per la seconda volta, porta nel capoluogo lombardo, in occasione di Milano Unica, la Campaign for Wool, programma mondiale di educazione e promozione della lana come fbra eco-sostenibile, patrocinato dal Principe Carlo d’Inghilterra e di cui l’associazione della lana australiana è uno dei principali sostenitori. La Campaign for Wool, inaugurata nel 2010 dall’invasione della storica Savile Row da parte di un gregge di 50 pecore, ha in serbo una serie di eventi e iniziative anche per l’edizione meneghina. Il programma prevede come apertura la sflata On Stage (vedi notizia correlata) in via Montenapoleone. La strada del lusso sarà l’epicentro di tutta la Wool Week, visto che molte vetrine dei negozi nel Quadrilatero si vestiranno di lana e uno speciale allestimento aereo sovrasterà tutta l’area. E a sorpresa, in piena Montenapo, sarà allestita una mini-fattoria con tanto di gregge di pecore, pensata proprio per far conoscere a tutti le fasi di lavorazione della lana. (an.bi.)

Woolmark Company), la sera dell’8 settembre, in occasione della giornata di inaugurazione di Milano Unica. Su una passerella che coprirà buona parte dei 451 metri di lunghezza della fashion street meneghina del lusso sfleranno i modelli di dieci nomi nuovi: due provenienti dall’Italia (Luca Larenza e Ultràchic) e gli altri da mercati creativamente interessanti: Mis Min, Ricostru e Youjia Jin dalla Cina, Sid Neigum dal Canada, Miuniku dall’India, Weber + Weber dall’Austria, Pieter dall’Olanda e Sulvam dal Giappone. «È una sfda entusiasmante portare qui la moda più nuova - spiega Guglielmo Miani, presidente di Associazione MonteNapoleone -. L’idea di legarci in questo progetto a Milano Unica e The Woolmark Company ci è sembrata

un’occasione per valorizzare l’eccellenza di via Montenapoleone, uno dei luoghi più prestigiosi e ricchi di storia di MilanoÈ. La sflata On Stage, a cui saranno presenti oltre agli addetti ai lavori anche le istituzioni cittadine, offre agli stilisti la possibilità di far conoscere le loro collezioni realizzate con il supporto delle aziende espositrici, che mettono a disposizione dei giovani creativi i tessuti a condizioni speciali e in cambio possono cogliere le tendenze . «L’idea di supportare i giovani talenti nazionali e internazionali - aggiunge Silvio Albini, presidente di Milano Unica - è stata fondamentale per creare un’atmosfera glamour intorno alla materia che dà sostanza al designÈ. (an.bi.)

LUCA LARENZA

È uno dei due designer italiani selezionati per On Stage

ULTRÀCHIC

È l’altro talento nostrano scelto per il womenswear

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PITTI IMMAGINE FILATI

Pitti Filati si è riconfermato crocevia di spunti creativi e di business. Chi sigla accordi per aggiudicarsi la migliore lana merino e chi investe sulla sostenibilità, anche proponendo fli “re-engineered”. L’autunno-inverno 2016/2017 cavalca il trend della leggerezza, con nuovi “touch” e la contaminazione tra fbre nobili e sintetiche. Trionfano gli effetti pelliccia, gli aspetti tridimensionali e i mélange. Gli intrecci arrivano al limite dell’azzardo, per soddisfare la voglia di novità.

di Elisabetta Fabbri

Pitti Filati reconfrms crossroads of creative ideas and business. Yarn manufacturers invest on best merino wool and sustainability. Autumn-Winter 2016/2017 trends explore lightness with a new touch and the contamination of noble and synthetic fbers. Success for fur effects, three-dimensional aspects and mélange yarns.

DOVE SI INCONTRANOBUSINESS E CREATIVITÀ

A FIRENZE

Tollegno 1900 signed a partnership with the Tasmanian farm Beaufront, to win one of the best wool in the world.

Il gruppo Tollegno 1900 ha siglato di recente una partnership in Tasmania per aggiudicarsi lane tra le migliori al mondo. La fattoria Beaufront - una delle più esclusive tenute da pascolo di pecore merino in Australia - fornirà in esclusiva all’azienda biellese, per un biennio, la sua produzione di lana merino (circa 190mila chili l’anno). La fattoria ha all’attivo un team di tosatori professionisti, che ottengono la lana secondo specifche norme deontologiche e garantiscono il trattamento degli ovini in ambiente esente da stress. Grazie a questo progetto sarà possibile tracciare la lana dalla pecora al flo, fno al capo fnito.

TOLLEGNO 1900

Si aggiudica le migliori lane merino in Tasmania

PINORI FILATI

E. MIROGLIO

TODD & DUNCAN BOTTO GIUSEPPE CARIAGGI

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BOTTO GIUSEPPE

Il cashmere è Fair con MaiyetUs supplier Maiyet ensures that cashmere wool used by wool factory Botto Giuseppe is totally fair.

Il cashmere di alta gamma Fair del lanifcio Botto Giuseppe è sostenibile dal punto di vista etico e ambientale, come garantisce il fornitore Maiyet. L’azienda americana acquista la fbra alla fonte e sostiene gli allevatori locali, per migliorarne la qualità della vita, provvede alla vaccinazione delle capre e alla loro disinfezione. Al momento Fair è l’unico flo di cashmere certifcato Cradle to Cradle di livello Bronzo (in attesa del livello Gold): un rigoroso sistema di certifcazione che valuta parametri quali rifuti, salute, consumo energetico, risorse idriche e risorse umane.

I 5 TREND FALL-WINTER 2016/2017Pitti Immagine Filati experts have identifed fve main trends for the season Fall-Winter 2016/2017.

È dal flo, si sa, che partono molte delle nuove tendenze della moda e del lifestyle. Allo scorso Pitti Immagine Filati (dall’1 al 3 luglio) - che ha presentato in anteprima mondiale le collezioni autunno-inverno 2016/2017 delle maggiori flature italiane ed estere - sono emersi cinque temi, che spaziano da un nuovo concetto di lusso “umanistico” a quello di maglieria “intima”. Si parte con i flati artigianali, quasi come pezzi unici, apparentemente pesanti ma leggeri, con superfci mosse, «per cambiare il touchÈ. Un altro flone esplora il mondo della performance, per ottenere una maglieria «total easy careÈ. Qui lana e poliammide convivono, in colori luminosi, per maglie eleganti o con effetti active. Il mohair si sposa con la lana, generando fli impalpabili come l’aria e il cashmere «si dinamizza, “contaminato” con la lana e fbre come la viscosa, la seta e il nylonÈ. Il terzo trend è quello dei volumi soffati, «per maglie che assomigliano più a nuvole che a materiaÈ. Protagonista, in questo caso, è il mohair, anche nella versione garza superfne. Seguono questa corrente di pensiero anche lo yak, il cammello e l’alpaca. La quarta declinazione dell’autunno-inverno 2016/17 è il nero, che però rivela il colore sottostante: può essere il grigio ma anche un tono luminescente, oppure il rosso, fno alle note dei legni nordici. L’ultimo trend è dedicato al fatto a mano e al gusto di riscoprire una maglieria «intima, uni-caÈ, dove i flati presentano forme ingigantite, strutture innovative e azzardi materici «che invitano a partire con una valigiaÈ. «Ferri e gomitolo - dicono gli esperti di Pitti Filati - diventano lo strumento per percorrere il viaggioÈ.

Lo Spazio Ricerca di Pitti Filati 77con la direzione artistica del fashion designer Angelo Figus e dell’esperta in maglieria Nicola Miller. Allestimento di Alessandro Moradei

FILATURA DI POLLONE

SAFIL

BUZAU

ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA

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PITTI IMMAGINE FILATI

FILPUCCI

Se il cashmere è re-ingegnerizzatoFilpucci recycles “pre-consumer” cashmere and launches its re-engineered yarn.

Nella famiglia dei flati Ninetyfve di Filpucci c’è una new entry: il cashmere re-engineered, che ricicla i materiali vagliati da Re.Verso. Il marchio registrato Re.Verso rappresenta una catena di fornitura di ritagli pre-consumer di alto valore, mai utilizzati, messi a disposizione da brand e produttori internazionali di moda. L’azienda tessile di Capalle (Fi) unisce cos“ al principio del riutilizzo post industriale “CO2 free”, quello del recupero di scarti industriali preziosi. Il risultato è un flo per il luxury fashion che piacerà anche ai consumatori responsabili.

SAFIL

Primo report sulla sostenibilitàThe Biella-based company Safl has published its frst sustainability report to meet the needs of increasingly eco-conscious clients.

La flatura biellese Safl ha pubblicato il suo primo report sulla sostenibilità: un percorso di trasparenza e disclosure voluto dalla proprietà, la famiglia Savio, mentre l’Unione europea sta discutendo se renderlo o meno obbligatorio (dal 2017, anche se già si parla già di slittamenti) per tutte le imprese che si dichiarano sostenibili. L’iniziativa vuole rispondere anche alle esigenze di una clientela sempre più sensibile al tema degli impatti economici, sociali e ambientali, in particolare nello sportswear (tra i segmenti di riferimento di Safl). Il testo è stato redatto tenendo conto delle linee guida “G4 Sustainability Reporting” pubblicate da Global Reporting Initiative (GRI-G4).

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LINEAPIÙ ITALIA

Si racconta in un libroTuscan company Lineapiù Italia celebrated its 40th anniversary at Pitti Filati 77 with a book, “a journey to the center of the yarn”.

Il 77esimo Pitti Filati è stato l’occasione per presentare un libro, in concomitanza con i festeggiamenti dei 40 anni di Lineapiù Italia. A tiratura limitata, Yarns - Lineapiù Italia. 40 anni di emozioni è come un viaggio nell’estetica che ha guidato Lineapiù nel suo percorso di innovazione e ricerca. Le immagini, scattate da Massimo Listri, spaziano dagli aspetti manifatturieri e industriali, ai momenti più artistici - dove i fli prendono consistenza in forma di punti maglia - fno a un vero e proprio “viaggio al centro del flo” che, grazie al microscopio elettronico, mostra una dimensione inedita dei materiali. Il libro è anche un tributo al saper fare di quanti, negli anni, si sono avvicendati nelle fabbriche, nei laboratori, negli uffci dell’azienda: «Uomini e donne che in un flo hanno saputo dare forma alla fantasia, struttura al gusto, esperienza tattile ai desideriÈ. Una memoria che diventa ancora più preziosa dopo la scomparsa, lo scorso luglio, di Giuliano

Coppini, co-fondatore dell’azienda forentina e, ultimamente, presidente onorario.

FILPUCCI

SATO SENI

ECAFIL BEST

HASEGAWA

LINSIEME FILATI

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TradeGlobal e Demandware for

TRADEGLOBAL

5389 EAST PROVIDENT DRIVE, CINCINNATI, OHIO 45246 USA

Essere digitalmente competitivi, per le aziende made in Italy, non

è (più) un optional. Di fronte a un set-tore, come quello dell’e-commerce, che sta crescendo esponenzial-mente e diventando una leva fonda-mentale per l’internazionalizzazione, avvalersi di specialisti che sappiano accompagnare step by step le im-prese nel mercato interattivo risulta una scelta strategica imprescindibi-le. Soprattutto quando si affrontano zone geografche dal forte potenzia-le e al tempo stesso esigenti, dove un approccio semplicistico può vanifcare investimenti e risultati. È il caso degli Stati Uniti, che negli ultimi anni hanno riconquistato un ruolo chiave per l’export italiano. Ad aiuta-re i marchi nostrani a farsi strada nel mondo dello shopping digitale di quest’area, o a cre-

scere a ritmi più sostenuti, sono due alleati che operano con successo sul posto e conoscono dall’interno il mercato di riferimento: TradeGlo-bal e Demandware, che insieme offrono servizi end-to-end e studiati su misura per accelerare l’espansio-ne internazionale delle griffe. Dalla sua il service provider TradeGlobal, che ha mosso i primi passi sul mer-cato a partire dal 2001, ha un quar-tier generale di circa 100mila metri quadri a Cincinnati con quasi 3mila dipendenti, fliali in Cina e a Hong Kong e, soprattutto, un’offerta di servizi con le soluzioni più innovati-ve per coordinare in modo effciente tutti gli aspetti del business online, in chiave omni-channel e cross-

border: primi fra tutti la gestione dell’e-store e del digital marketing, ma anche di contenu-

Dietro le quinte di un e-commerce vincente c’è sempre un progetto forte e articolato, dove niente

è lasciato al caso. Questo lo stile dell’americana TradeGlobal, che in tandem con la piattaforma Demandware,

supporta i brand della moda nella creazione dei loro e-shop e nella gestione effciente del business

in Rete, con servizi end-to-end e logiche tailor made. E un focus su Usa e Asia.

Alla conquista degli States con TradeGlobal

ti, pagamenti, fulfllment e customer service. Una flosofa sposata da una sessantina di clienti del segmento fashion, con big come Versace, Hugo Boss, Tory Burch, Calvin Klein, Tommy Hilfger, Giuseppe Zanot-ti, MCM, Cole Haan e Tretorn. Quanto a Demandware, con cui TradeGlobal collabora dal 2008, per la community online non ha bi-sogno di presentazioni: quotato al New York Stock Exchange, è leader nelle soluzioni di cloud commerce per le imprese, grazie a un’offerta completa e sempre aggiornata per l’omni-channel e il bu-siness internazionale e a un’unica piattaforma capace di semplifcare i processi e ridurre il ti-me-to-market. All’inse-gna dello slogan “Move faster, grow faster”.

Dave EckleyCEO

Dave CookExecutive Chairman

Andreas du PlessisVP global Business Development

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120% LINO

Bis a Miami e valigie pronte per LondraWith more than 700 multibrand customers in the world and four fagship stores, 120% Lino expands its retail network with the second store in Miami and the debut in the British capital.

Con all’attivo oltre 700 clienti multimarca nel mondo e quattro monomarca, il brand

uomo, donna e bambino 120% Lino amplia il proprio network retail con il secondo

monomarca a Miami e il debutto nella capitale inglese. Negli Usa il marchio è

approdato all’interno dell’Aventura Mall con uno spazio di 200 metri quadri: una

vetrina che va ad aggiungersi a quella già presente in città, al Miami Village

Merrick Park, e che anticipa l’arrivo di un terzo negozio al Brickell City Centre,

previsto nel 2016. In agenda per l’anno prossimo anche la conquista di un’altra

piazza internazionale dello shopping, Londra, che accoglierà un negozio nel quartiere

di Chelsea. Attualmente i prodotti in lino - ma anche in cashmere e seta - del brand

sono venduti, oltre che a Miami, anche nei monomarca di Milano (in corso Garibaldi),

Palm Beach e Saint Martin. «Il focus dell’azienda nel breve periodo - aggiunge Alberto

Peretto, ceo della bolognese Palladium

Moda, a cui fa capo la label - è orientato

allo sviluppo della rete monomarca,

con un focus sull’export». «Più che

all’apertura di nuovi mercati - precisa -

punteremo alla maggiore penetrazione

di quelli già attivi e che sono ricettivi al

brand, come il Centro e il Sud America».

Distribuiti per l’85% all’estero, i capi

120% Lino presidiano aree come Europa,

Paesi Cis, Giappone, Medio ed Estremo

Oriente, Stati Uniti e Sud America (a.t.)

CORDURA + STRUKTUR STUDIO COLLECTION

Il lato “gentile” di CorduraAt the start a new capsule collection developed in collaboration between the brand of Invista and Michelle Rose, designer of Struktur Studio.

Un’altra designer collaboration per Cordura, brand nell’orbita di Invista, che

ha ingaggiato la stilista di Struktur Studio, Michelle Rose (con trascorsi in

Columbia Sportswear e The North Face) per una capsule collection. Si tratta di

un’offerta di activewear al femminile, che scommette su un mix di innovazione,

glamour easy-chic e comfort. Molteplici le ispirazioni, da discipline come la

scherma, il tiro con l’arco, il kendo giapponese, combinate con le moderne

tendenze athleisure e un tocco sofsticato che strizza l’occhio allo stile forte e

delicato della Principessa Leia di Star Wars. Il risultato sono tre pezzi - giacca a

vento, gilet e pantaloni -, presentati insieme alle altre novità di Cordura all’ultima

edizione del salone Outdoor Retailer, lo scorso agosto a Salt Lake City. (a.t.)

THERMORE THERMAL BOOSTER

Mai più al freddo con l’imbottitura intelligenteThermal Booster, able to counteract the temperature changes, is the new success story of Thermore.

Sempre più internazionali, sempre più dinamici e alla ricerca di capi performanti.

Thermore ha pensato alle esigenze dei consumatori moderni, che si muovono

tra la città, la montagna o gli aeroporti: contesti soggetti a sbalzi di temperatura,

dove è necessario indossare abiti in grado di riscaldare, senza soffocare in caso

di variazioni climatiche. Da questi presupposti è partita Thermore con la nuova

Thermal Booster, l’imbottitura che utilizza una tecnologia in grado di aumentare

la termicità in base alla temperatura esterna. Test effettuati da laboratori

indipendenti dimostrano che quando la temperatura diminuisce, Thermore

Thermal Booster aumenta gradualmente il proprio potere coibente del 20%. Come

se ci fosse una scorta di calore sempre a disposizione anche se, contrariamente

ai sistemi di riscaldamento a batteria o ai prodotti basati su materiali a cambio di

fase (PCM), il calore di Thermal Booster non si esaurisce mai e continua a durare

fn quando fa freddo. Thermal Booster è disponibile in due varianti di peso,

studiati per le diverse condizioni di utilizzo. (c.me.)

CUPRO E ROICA

Più investimenti, più innovazioneAsahi Kasei invests on production and innovation, launching new versions of Cupro and Roica at Première Vision.

Novità allo stand di Asahi Kasei al salone parigino Première Vision, nella Hall

5 R 91: debuttano tre inedite declinazioni di Cupro, materiale dalla mano soft e

raffnata, che lancia il flo ultrasottile Cupro FF, insieme a Cupro DF - costituito da

flamenti opachi e con una consistenza simile alla cipria - e a uno speciale flato

in focco, no pilling e dall’aspetto luminescente. Innovazioni frutto di investimenti

signifcativi nell’aumento della produzione, passata da 15mila a 16mila tonnellate

l’anno. Per Roica, fbra stretch posizionata nel segmento premium, uno degli

articoli di punta è Roica Eco-Smart, certifcato GRS (Global Recycle Standard),

in quanto realizzato al 50% e oltre con scarti della lavorazione industriale, mentre

Roica Colour Perfect si adatta al colore del flo utilizzato in fase di tintura. Il

risultato sono tessuti dai cromatismi intensi e omogenei. Il cuore dell’innovazione

per la multinazionale asiatica, che si prepara a incrementare del 40% la produzione

di Roica negli impianti tailandesi, pulsa all’interno dell’A-Cubic by Asahi Kasei: un

centro di ricerca e sperimentazione con sede in Giappone. (a.b.)

BUSINESS NEWS

Il negozio di 120% Lino

aperto in agosto a Miami

Da Thermore, la nuova imbottitura che protegge dagli sbalzi di temperatura

La giacca a vento di Cordura + Struktur Studio Collection, uno dei pezzi della capsule

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BONOTTO E RIOPELE

Insieme nel giardino magicoTwo important textile players, Bonotto from Italy and Riopele from Portugal, celebrate 10 years of

collaboration during Milano Unica.

È una sorta di gemellaggio fra Italia e Portogallo, quello che si celebra la sera dell’8 settembre (giorno inaugurale del salone Milano Unica) presso la showroom Bonottoeditions di Palazzo Durini nel capoluogo lombardo. Qui, al 24 di via Durini, la vicentina Bonotto e la Riopele di Pousada de Saramagos, nella municipalità di Vila Nova de Famalicão, festeggiano 10 anni di collaborazione con un evento tra arte e ricerca. Lo scenario è un “giardino magico”, che

si veste delle stoffe di Bonotto e delle installazioni del designer di Lisbona Nuno Baltazar, realizzate con il meglio della produzione di Riopele. C’è spazio per la tradizione di due aziende dalle radici solide - l’italiana fondata nel 1912, la portoghese al traguardo degli 88 anni - ma fortemente proiettate alla ricerca e, parallelamente, per tre giovani allievi dell’università veneziana Iuav che, utilizzando i best seller di Bonotto, hanno messo a punto creazioni all’insegna dell’originalità. Nata con la produzione di cappelli di paglia e convertita nel 1972 nella manifattura tessile Bonotto SpA, la società veneta impiega circa 200 maestri artigiani ed è composta da tre unità produttive: un centro stile e una “Fabbrica Lenta” ispirata ai laboratori rinascimentali, entrambi a Molvena, e un impianto di tintura e fnissaggio a Schio. Riopele, partita come piccola impresa famigliare, si è trasformata in un big player verticalizzato, che esporta il 98% dei suoi tessuti moda. (a.b.)

ISKO E IMPS & ELFS

Il childrenswear è sempre più bluImps & Elfs, from Netherlands, is the frst children’s brand to collaborate with Isko, leading worldwide manufacturer of denim, belonging to Sanko holding.

Isko debutta nella moda infantile. Dalla primavera-estate 2016 parte una collaborazione con il marchio olandese Imps & Elfs, che ha scelto di utilizzare per i capi delle linee “Fashion in action” e “We are all artists” alcuni cavalli di battaglia della realtà leader nell’ambito del denim, inserita nell’orbita di Sanko holding: Isko Pop (un tessuto in 100% cotone, ma con la mano della seta), Isko Reform XP (garanzia di elasticità e libertà di movimento) e Jeggings, l’ultima frontiera del super-stretch, protetta da brevetto. Ciliegina sulla torta, Isko 3D Stretch & Jean, una novità che farà impazzire i piccoli, perché “grattando” il tessuto si ottengono effetti tridimensionali personalizzati. (a.b.)

Uno dei modelli di Imps & Elfs, frutto dell’intesa con Isko

Un’immagine d’impatto per Bonotto

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PUNTI DI VISTA

FABRICS FIRST Non è necessario che un designer abbia in tasca una laurea in ingegneria tessile (è il caso di Jil Sander): una parte importante del suo mestiere parte sempre dalla scelta dei tessuti. In occasione di Milano Unica, 12 protagonisti del made in Italy hanno condiviso con Fashion il loro approccio alla scelta delle materie primee analizzato il rapporto con i saloni di settore. Che non sempre rispondono alle loro aspettative.

Some designers start a collection with an idea, others with a swatch. Then there are those who like both to visit old archives and study all the new technologies to create costumized products. 12 fashion designers explain their point of view about fabrics and their role in the creation of a ready to wear collection. Waiting for Milano Unica and for the new trends of winter 2017.

DESIGNER & TESSUTI

di Andrea Bigozzi

ANTONIO MARRAS fashion designer Molti designer sono affetti da "dipendenza" dalla materia prima. Capita anche a lei?La maggior parte delle volte sì, mi piace moltissimo la scelta dei tessuti. Io sono un bulimico: devo vedere di tutto e di più. Gli uniti mi annoiano, ma di tutto quello che riguarda stampe, ricami, jacquard, tessuti tridimensionali non mi stanco mai. Devo riempire l’occhio e il tatto. Toccare, stropicciare e sentire i tessuti. Sicuramente il rapporto continua con i miei collaboratori, che considerano i fornitori come amici, o meglio come un tesoro.

Nell'epoca della digitalizzazione e della moda 3.0, ha senso (e futuro) visitare le fere tessili?

Sono un grande sostenitore dei saloni di settore. Da sempre. Per quanto il mondo di oggi si sia globalizzato ed esista la possibilità di visualizzare molti campionari online, richiedendo poi delle campionature, la presenza in fiera è fondamentale. Successivamente rivedo in showroom tutti i fornitori più interessanti. Il rapporto diretto con i tessitori è decisivo per il buon funzionamento di tutto il processo, creativo prima e produttivo dopo. Scambio di idee, fiducia e fidelizzazione sono i fattori importanti per me. E questi si concretizzano in fiera.

Insomma, una promozione a pieni voti... Beh, qualche appunto ci sarebbe. Le date, ad esempio: sarebbe più opportuno anticipare i saloni a gennaio e a giugno. La programmazione attuale è troppo avanzata per la progettazione delle pre-collezioni e delle cruise. E sono cauto anche per quanto riguarda le tendenze. Infatti in fiera si carpisce ciò che va di più, ciò che richiede il mercato, ma non certo quello che "sarà".

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TOMMASO AQUILANO

e ROBERTO RIMONDI fashion designer e direttori creativi di Fay Designer e direttore creativo spesso sono due mestieri diversi. È vero anche quando si tratta di scegliere dove comprare le materie prime? Il rapporto con i fornitori è sempre lo stesso, ma è naturale che le idee seguono impostazioni diverse. Per Aquilano.Rimondi la ricerca è più improntata su tendenze futuriste, per Fay più tecnica e moderna.

Quanta ricerca c'è in una vostra sflata? Decisamente tanta: basti pensare che il 70% dei tessuti realizzati per il nostro marchio sono esclusivi.

Che importanza ha la scelta del giusto tessuto per il successo commerciale di un prodotto?Il 90%. Deve adattarsi alle esigenze di mercati e avere quel quid che lo rende unico (non disdegnando il fattore prezzo). Ed è naturale che non può non tenere conto di qualità e ricerca.

ANDREA POMPILIO fashion designer e direttore creativo di Canali Come nasce una collezione frmata AP?Tutto parte dai tessuti. Sono loro che danno forma e vita alla collezione. Mi capita spesso di innamorarmi di una stoffa e di far nascere la collezione da quella. È una sorta di “imprinting”.

L'utilizzo di un tessuto nuovo può rendere una collezione rivoluzionaria? Dipende. La capacità di un buon designer sta anche nel saper modellare tessuti basici e tradizionali. Ci sono persone che da materiali “poveri” e grezzi creano cose incredibili. Nobilitati dalla forma, dal dettaglio. Materiali che, quando li tocchi, li riconosci, ma sono rivisti. Spesso per far bene il nostro lavoro non è necessario inventare, basta “ripensare”.

Si può dire che i fornitori facciano parte del suo team di lavoro? Direi proprio di sì. Se posso, preferisco avere un confronto diretto con loro: mi sento più a mio agio quando instauro un rapporto di fiducia con le persone che lavorano al mio fianco.

Con le nuove collezioni in lavorazione, quanto le servirà vedere le novità di Milano Unica? Fiere grandi e importanti come questa danno la possibilità ai noi designer di "interiorizzare" ciò che vediamo e iniziare un processo di personalizzazione che dà vita alle idee, anche tramite l’analisi e la consultazione dei tessuti.

LORENZO SERAFINIdirettore creativo di Philosophy

Le parole "fera" e "tessuti" che cosa le fanno venire in mente? L'inizio di una nuova collezione. E la possibilità di visionare diversi fornitori in un unico spazio. Insomma, un'ottima opportunità.

Non nomina un'altra parola, "tendenze"... Visitare gli stand per cercare nuove tendenze non è un mio obiettivo.

Come prepara una collezione? Inizio proprio col mettere insieme, d'istinto, tessuti e stampe. Da questo processo arrivano idee e sensazioni, che trasformo in realtà.

La messa a punto di tessuti esclusivi contribuisce ad alimentare la bellezza di una collezione. Vero o falso? Ogni stilista desidera sviluppare il suo tessuto esclusivo, vuoi per il disegno, la mano o l’aspetto. Purtroppo, le tempistiche sempre più strette delle uscite delle collezioni non permettono sempre di sfruttare questa opportunità. Ma quando avviene, lo senti sempre come il tuo tessuto preferito.

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GABRIELE COLANGELO fashion designer e direttore creativo di Giada

Col doppio impegno per il suo marchio e per Giada, settembre è un mese "caldo" per lei. Riuscirà a fare un salto a Milano Unica?In effetti, a causa della vicinanza con la fashion week, diffcilmente riesco a visitare personalmente le fere. Mi rifaccio in seguito, vedendo i campionari in studio. Saloni a parte, la ricerca tessile per me inizia nelle aziende, che visito personalmente a inizio stagione. Esamino gli archivi e studio le novità tecniche. Questo contatto diretto è un passo importante, poiché molti dei tessuti per entrambi i marchi sono esclusivi e nascono da questo scouting.

È diffcile per un designer indipendente conquistare la fducia dei fornitori? In Italia il sistema moda non è, ahimé, di grande supporto per le nuove generazioni, anche in questo settore. Però esistono alcuni imprenditori tessili (specie nel comasco) che si sono dimostrati illuminati e hanno investito su di me, mettendomi a disposizione il loro supporto.

Nel processo creativo, la scelta delle materie prime può fare la differenza? Ne sono convinto. Soprattutto oggi, è il vero spartiacque tra la moda di livello e il fast fashion. Forse parlo così per il mio background, essendo fglio di artigiani pellicciai: per me la materia resterà sempre centrale.

Essere uno sperimentatore paga? Non sempre. Specie in un momento di mercato come questo, dove spesso vince un approccio visivo immediato. Per fortuna esiste una clientela interessata a un prodotto con un signifcato più profondo.

PUNTI DI VISTA

VERONICA ETRO direttore creativo della collezione donna di Etro

Le stampe sono centrali per l'estetica di Etro. Come avviene il processo della scelta? Diffcilmente acquistiamo tessuti per utilizzarli così come sono, se non per pezzi complementari della collezione. Molto spesso usiamo stoffe che facciamo realizzare appositamente per noi. Lavoriamo direttamente con il fornitore in azienda. La fere come Milano Unica restano importanti a livello di “sensazione” ma lo sviluppo viene fatto successivamente, insieme al nostro uffcio artistico.

A ogni collezione riuscite a creare un mondo nuovo, spesso partendo dalle materie prime. Come fate?Noi che lavoriamo con le stampe dobbiamo partire molto presto con i tessuti che dovranno essere utilizzati come fondi. Facendo tanta sperimentazione sia a livello di procedimenti che di tecniche di stampa, i tempi sono davvero sostanziali.

Scegliete solo tessuti made in Italy?Esclusivamente made in Italy.

GAIA TRUSSARDIdirettore creativo di Trussardi

Tessuto o design: cosa conta di più per il successo commerciale di un capo? La giusta combinazione tra i due aspetti è fondamentale: se non ci fosse, un prodotto potrebbe non funzionare come desiderato. Abbinare il tessuto più bello e ricercato al modello sbagliato può "bruciare" il capo. Esiste poi un terzo fattore determinante, spesso trascurato: il colore. Quando i tre elementi si incastrano e si bilanciano alla perfezione, allora il successo è garantito!

Nel mondo Trussardi non ci sono solo le collezioni da sflata, ma anche le mid-season collection, le diffusion line. Il timing dei saloni tessili funziona per tutti i vostri progetti? Fiere come Milano Unica, ma anche Pitti Filati, rimangono punti di riferimento essenziali per individuare una tendenza o anche, all’opposto, per non percorrere strade già troppo battute. Al giorno d’oggi ci sono anche altre occasioni per visionare i tessuti, ad esempio per le collezioni di mid-season (Resort e Prefall), ma soprattutto per le linee di diffusione, che hanno uscite stagionali ancora più anticipate. Purtroppo per la scelta dei materiali di queste collezioni le tempistiche di queste fere non giocano a nostro favore. Ci si rivolge dunque a una cerchia ristretta di produttori, che vengono incontro alle nuove esigenze di timing.

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PUNTI DI VISTA

ARTHUR ARBESSER fashion designer e direttore creativo di Iceberg

A settembre debutterà come direttore creativo di Iceberg, poi sflerà per la prima volta con il suo marchio. Con tutti questi impegni troverà anche il tempo per un giro a Milano Unica? Farò del mio meglio, visto che per me quello dei tessuti tessili è un momento chiave nel calendario lavorativo. Quando in fiera individuo "il" tessuto che cercavo è come aver vinto la lotteria e nella mia testa riesco a visualizzare automaticamente tutta la collezione. Trovare il giusto materiale è davvero metà del lavoro. Milano Unica, poi, ha una "misura giusta” e scelgo sempre molti dei miei tessuti lì. Il resto l'acquisto nelle aziende, visto che resto in contatto con i fornitori tutto l'anno.

La ricerca sui materiali per lei è importantissima. Quali tessuti usa?Per il mio marchio mi affido solo al made in Italy. Ma forse è meglio dire "quasi" solo. Nelle mie collezioni c'è anche il loden originale ausrtriaco, un tributo alle mie origini viennesi. Mi piacciono i tessuti con carattere:

devono essere speciali al tatto o avere colori unici.

Allora è vero che i designer internazionali credono nel made in Italy quanto gli stessi italiani. Ma economicamente conviene? Con alcuni fornitori ho un rapporto molto speciale: mi hanno sostenuto e supportato sin dal primo giorno. Questo non lo dimenticherò mai. Con tanti altri, però, un giovane stilista come me fa più fatica a lavorare, ed è un peccato. Ma vale la pena portare avanti questo genere di rapporti: le piccole aziende, che fanno ancora gran parte del lavoro a mano, riescono ad ascoltare i miei spunti e a trasformarli in tessuti inediti.

STEFANIA BANDIERA direttore creativo Les Copains

Per Les Copains, che da sempre investe moltissimo sulle materie prime, le fere sono ancora un momento centrale? I saloni rappresentano occasioni assolutamente importanti per poter avere una visione globale sulle ultime tendenze. Detto questo, per le nostre collezioni ci avvaliamo spesso di alcuni fornitori con i quali abbiamo creato forti sinergie sia per quanto riguarda la ricerca delle materie prime che per lo sviluppo di tessuti e filati, anche realizzati ad hoc per noi.

A che punto della progettazione della collezioni si occupa della scelta dei tessuti? Da subito. La scelta dei tessuti e dei filati ha un ruolo decisivo nello stabilire quale direzione andremo ad intraprendere con la nuova collezione. E quali emozioni vogliamo costruire intorno al capo.

ELISABETTA FRANCHI fashion designer

Qual è la cosa più importante nella scelta delle materie prime? Trovare sempre quelle capaci di assecondare e seguire le idee creative.

Si occupa personalmente di gestire il dialogo con il fornitore? No, non me ne occupo direttamente. Ho collaboratori preparati e formati per trasmettere a monte le mie esigenze.

I saloni sono ancora uno strumento indispensabile per la costruzione della collezione? Le fiere sono importanti, ma non indispensabili. Ogni stilista è innamorato delle proprie stoffe.

ANDREA INCONTRI fashion designer e direttore creativo del menswear di Tod's

Nel suo metodo di lavoro, quanta creatività occupa la scelta dei materiali? Nello sviluppo di una collezione il tessuto è fondamentale. Si parte dalla selezione dei materiali e dalla palette cromatica (dalle stampe ai decori), per passare al tema e all'ispirazione della collezione. Nasce così il disegno che in corso d'opera può anche essere modificato sulla base della stoffa e quindi adattato alla materia. Sicuramente la ricerca delle texture è la parte più stimolante dell'intero processo creativo, perché consente di interpretare l'abito e di renderlo proprio.

È lei a gestire il dialogo con il fornitore? Da sempre il mio chiodo fisso nella progettazione è l’artigianato, l’eccellenza della manifattura italiana. Vado alla ricerca dei migliori artigiani in Italia e senza dubbio questo rappresenta un tratto distintivo della mia identità progettuale. Il rapporto di fidelizzazione con i fornitori è fondamentale per me e mi permette di essere parte attiva della creazione del prodotto.

Qual è il ruolo dei saloni tessili oggi per un fashion designer? Le fiere dei filati e tessuti sono il luogo di sintesi di un processo di ricerca e sperimentazione dell’applicazione ai materiali, di fibre e filati, di tessuti e tendenze previste per la stagione. Rappresentano uno strumento di ricerca sempre molto utile: spesso un’intera collezione scaturisce da un singolo tessuto.

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ANTEPRIMA AUTUNNO-INVERNO 2016/2017

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L’ECLETTICO EQUILIBRIO DEGLI OPPOSTILeggerezza e consistenza, superfci rustiche e sofsticate, aspetti granulosi, quasi primitivi, materiali nobili e fortemente innovativi. I tessuti dell’inverno 2016/2017 sono il frutto di una sperimentazione avanzata, che dalla studiata alchimia tra vecchio e nuovo fa scaturire il futuro

From the balance between old and new the future textiles take shape. In the fall-winter 2016/2017 collections light, sophisticated fabrics coexist with rough and authentic surfaces, while the glamour of 3D prints and effects gives a special twist even to the more classic items. The starting point is always experimentation, the conditio sine qua non for a unique quality.

TESSUTI E ACCESSORI TESSILI

di Alessandra Bigotta

REFINED & SENSUAL

Intense and sensual colors, innovative fber mixes, hyper realistic 3D prints. The mood is refned, but with a strong, contemporary identity.

Colori saturi, intensi e sensuali animano tessuti realizzati in materiali che prendono il meglio dalla tradizione, per proiettarsi verso l’innovazione. Un esempio è la seta: non basta che sia 100% tracciabile e made in Italy. Occorre che superi le frontiere del comfort, della performance e del rispetto per l’ambiente. Naturale per dna, si scopre ancora più sostenibile grazie all’abbinamento con ritrovati high tech come Newlife, flato unico nel suo genere, proveniente dal riutilizzo delle bottiglie di plastica. Superfci crêpe e sablé esaltano la personalità della lana, attualizzandola, mentre alla voce stampe le più avanzate tecnologie 3D consentono la realizzazione di texture ad altissima risoluzione, con effetti iper realistici, quasi fotografci.

1. GRUPPOCINQUE 2. BACX BY CENTRO SETA 3. SENSITIVE FABRICS

4. TOLLEGNO 1900 5. STREET LUXURY JERSEY

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SIMPLE & COMFY

A lot of cotton, but also some cashmere and even linen. The “fl rouge” is a classy casual-chic style, where comfort is the result of a deep research on mixes and fnishings.

Un tempo re della sola stagione primaverile ed estiva, ormai il cotone non scende dal piedistallo nemmeno in inverno, condividendo la supremazia per l’abbigliamento destinato al tempo libero con la lana più leggera, le mischie a base di seta e, in alcuni casi, con il cashmere. Non manca un tocco di lino: il migliore resta quello europeo. Lo stile è un casual-chic di classe, curato nei particolari, dove il comfort detta legge. Le stoffe sono avvolgenti, fuide, dalle mani a volte calde e gonfe per materiali smerigliati e garzati. Tra le fantasie, rigature e microquadrettature ribadiscono il proprio ruolo di primo piano: classiche, ma con dettagli che le rendono più moderne.

MICRO & UNEVEN

The refusal of everything fat and ordinary gives life to fabrics for which creativity means attention to the smallest details: little dots, uneven surfaces, slight stripes.

La creatività sta nel dettaglio e la vera perfezione nella combinazione ragionata, ma apparentemente casuale, di tante piccole imperfezioni. Simili a gocce, minuscole puntinature si rincorrono su un impalpabile tessuto jacquard, mentre una pregiata stoffa realizzata in 100% cashmere acquisisce più movimento, se esaltata da sottili giochi di trama e ordito. Microscopiche bottonature, strutture a granuli e increspature creano sulla stoffa destinata all’abbigliamento maschile rilievi che riportano a concetti intramontabili: naturalità, artigianalità, spontaneità.

1. DRAGONI 2. MARZOTTO FABRICS 3. RE.VERSO BY LANIFICIO STELLONI 4. LANIFICIO LUIGI COLOMBO

1. BACX BY CENTRO SETA 2. SIC.TESS 3. TESSITURA MONTI 4. CANCLINI

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ANTEPRIMA AUTUNNO-INVERNO 2016/2017

BRIGHT & SHINY

Golden yarns and bright details for a feminine trend, where elegance is a matter of balance between refnement and a touch of exhibitionism.

Una sottile ma percettibile vena d’oro percorre la stagione invernale. Si insinua fra i trafori in lana di un tessuto iper femminile, illumina la zip più sofsticata, grazie alla presenza di sottilissimi fli di Lurex. Ad accompagnarla ed esaltarla,

il bagliore di un cristallo multisfaccettato o di una sfumatura metallica, che accende quasi a sorpresa

una stoffa double face o rende più prezioso un accessorio tessile. Il tutto in nome di un’eleganza discreta, la cui “golden age” si concede un pizzico di esibizionismo, ma niente più.

SOFT & AUTHENTIC

A rough look but a soft hand, for fabrics conceived in the name of an evergreen authenticity. Velvet, alpaca, cashmere are precious and protective.

Cambiano le mode, ma l’esigenza di un’autenticità che parta dalla materia prima, e capace di esprimersi anche negli accessori tessili, non si affevolisce mai. Si ripresenta anche nell’autunno-inverno 2016/2017, una stagione in cui in parte i tessuti tendono ad appesantirsi, per lo meno

nell’aspetto. E si ritrovano

il velluto a coste sottili e larghe, quasi una pelliccia al tatto, il tweed

smerigliato con mano

cashmere, l’alpaca mista a lana. Per stoffe dall’anima rustica, ma dalla mano morbida.

1. DUCA VISCONTI DI MODRONE 2. GREEN FIBERS 3. MOESSMER 4. CARLO BONOMI DAL 1860 5. GRITTI

1. ALCANTARA 2. GAETANO ROSSINI 3. LANFRANCHI 4. SWAROVSKI INFINITY 5. RECA GROUP

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Emmanuel

HEAD-GENEVE

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"L’ISPIRAZIONE E’ LA NOSTRA ENERGIA, LA CREAZIONE LA NOSTRA PASSIONE, IL FUTURO CI APPARTIENE."

15-17 settembre 2015

premierevision.com

#wearepremierevision

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A PARIGI E ROMA

STUNNING LACEThe art of see-through between d’antan memories and new alchemies: virtuosistic mixes of silk, velvet and satin create soft armors, almost tattooed on the skin.

1. Per Giambattista Valli un modello un macramé di cotone nero, con gonna peplo in crêpe di seta e cotone 2. Il pizzo si mescola al velluto nel bustier di Atelier Versace e, per la gonna, crea un effetto sfrangiato, grazie alle sovrapposizioni. Tocco fnale, una manciata di cristalli Swarovski 3. La gonna in techno-shantung di Piccione.Piccione si abbina alla canotta in raso e pizzo 4. L’abito “Abnégation” di Valentino Haute Couture ha una “corazza” di dentelle in seta e cotone.

FATTI DELLASTESSA MATERIA DEI SOGNIAbiti che fanno sognare e che, pur indirizzandosi a una nicchia di “happy few”, producono fatturati in crescita, con stime intorno all’1%-2% del mercato globale del lusso. Sono i modelli visti alle sflate dell’alta moda di Parigi e Roma: capolavori di un’eccellenza che parte dai materiali

Even though, according to economic analysts, haute couture does not go further than 1%-2% of the luxury global turnover, it is a growing sector, thanks to dream dresses for happy few. They are the result of a work of excellence, whose starting point are the most refned and incredible materials. Here are some pictures from the recent catwalk shows in Paris and Rome.

HAUTE COUTURE

di Alessandra Bigotta

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METAL BLASTThe age of gold has started for haute couture, but there is more: besides golden dresses, other metallic shades are obtained with lurex, crystals and lamé.

1. Il designer John Galliano dà vita, per Maison Margiela “Artisanal”, a una contaminazione tra l’abito da sera in lamé di seta comasca e il blazer in feltro 2. L’abito bustier di Chanel Haute Couture è interamente ricamato con pietre, paillette e strass che si intrecciano con fli d’oro, formando un motivo a frange sull’orlo 3. Giorgio Armani Privé reinventa lo spezzato femminile: blazer in flo di seta lurex dégradé, pantalone in velluto di seta 4. Nuovo classicismo è la parola d’ordine del dress di alta moda proposto da Schiaparelli: in velluto dorato, ha dettagli in cristallo.

OVER SIZEPumping up the volume: for overlapping cashmere capes, precious furs or for a dress that could be something else. In the name of divertissement.

1. Cornici in legno ricoperto di tessuto, jacquard che riproducono opere famose, ricami fatti a mano e tagli laser per la collezione di Viktor & Rolf, ispirata al concetto di “wearable art” 2. Cappa in cashmere con fodera in crêpe di seta kaki plissé, su abito in mousseline di seta: tutto di Dior Haute Couture 3. Tra le “mirabilia” di Fendi Haute Fourrure spicca la cappa in visone bianco, piume e taffetà di seta 4. Si apre a corolla la gonna del vestito di Gaultier Paris “La Gourmande”, in raso e velluto con piume, pelle nera e pon pon.

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SHOWROOMPRIVE

#CollectionIRL: il marchio pensato per le digital womenShowroomprive launches its clothing brand dedicated to today’s digital woman, looking for high quality clothing at reasonable prices.

Lo specialista francese delle fash sales Showroomprive si appresta a lanciare il proprio marchio di abbigliamento dedicato alle donne digitali di oggi, alla ricerca di capi di qualità a prezzi accessibili: #CollectionIRL - Fashion for Women

In Real Life. Per la prima vendita-evento, che sarà a ottobre, Showroomprive ha messo a punto una gamma di pezzi basici “made in France” dai colori neutri, in grado di valorizzare la silhouette ed essere comodi, con qualche articolo di punta. La collezione si articolerà nei prossimi mesi anche in #PartyIRL (abiti da sera per le feste di fne anno), #MaternityIRL (proposta per le donne in dolce attesa, realizzata in partnership con Avisdemaman.

com) e #SportIRL (per rispondere alle esigenze delle amanti dell’active). Sono in programma altre uscite. «Il nostro marchio si ispira alle tendenze attuali e alla nostra esperienza di retailer di moda - ha dichiarato Thierry

Petit, co-founder e ceo di Showroomprive -. Conosciamo bene le donne alle quali ci rivolgiamo, che rappresentano più del 70% dei membri. Con questa iniziativa puntiamo a rafforzare il posizionamento nella moda e a conquistare nuovi brand in questo ambito, ampliando la base clienti». Con i nomi del fashion internazionale la società mira anche a creare capsule collection, in sintonia con l’immagine della marca e le esigenze delle digital women.

DIGITAL FASHION

di Elena Azzola

I fondatori di Privalia Lucas

Carné e José-Manuel Villanueva

A quattro anni dall’acquisizione di Dress for Less, Privalia fa marcia indietro e decide di vendere il sito tedesco di e-commerce, specializzato nella moda. Non più diversifcazione, dunque, ma massima concentrazione sul dna di outlet online di proposte fashion e lifestyle. Dress for Less (che in precedenza apparteneva a Palamon Capital Partners) rappresentava per il player iberico una sfda: uscire dal proprio seminato per conquistare nuove quote di mercato. In quest’ottica si era inserito anche il lancio del sito full price Claire+Bruce. Quest’ultimo è stato chiuso nel 2013, anno che ha rappresentato per Privalia il punto di svolta per tornare a dedicarsi a quello che sa fare meglio, le fash sale, che nel primo semestre 2015 hanno registrato per l’e-tailer un incremento di oltre il 20%, portandosi a 188 milioni di euro, con un +17,7% nell’ebitda, a quota 8,2 milioni. Nessun rimpianto dunque da parte dei fondatori, Lucas Carné e José-Manuel Villanueva, per la perdita di Dress for Less. «Il nostro potenziale di crescita potrà esprimersi al meglio» ha affermato Carné. Una conseguenza della dismissione sarà l’uscita dalla Germania, per concentrarsi su Spagna, Italia, Brasile e Messico.

PRIVALIA

Stop a Dress for Less, si torna al dnaPrivalia has sold the German fashion e-commerce website Dress for Less. It will be focussing on fash sales in Spain, Italy, Brazil and Mexico.

AMAZON

A Londra un set fotografco da mezzo milione di immagini l’annoAmazon’s new mega photographic studio in the Shoreditch zone of London is up and running - the result of investment that has cost millions of pounds.

Annunciato nel novembre 2014, diventa operativo il nuovo mega studio fotografco di Amazon a Londra, frutto di un investimento non quantifcato di «milioni di sterline». Situato in Geffrey street, nella zona di Shoreditch, ha una superfcie di oltre 4.200 metri quadri e ospita 22 postazioni individuali per lo shooting. La struttura comprende un grande spazio per la parte di post-produzione ed editing, una libreria della moda e uffci per il team fashion del colosso internazionale delle vendite online, per il quale abbigliamento e accessori sono categorie in crescita. Amazon ha annunciato infatti di aver venduto più di 30 milioni di prodotti moda nel trimestre dal primo aprile al 30 giugno in Europa. «Il nostro obiettivo è rendere Amazon il posto migliore in cui acquistare moda via Internet - spiega Sergio Bucher, vice president di Amazon Moda Europa -. Ci impegnamo a fornire ai clienti un’esperienza di prima classe e il centro fotografco ci permette di produrre più di mezzo milione di immagini l’anno, consentendo al nostro business di svilupparsi». Protagonista del primo shooting è l’attrice inglese Suki Waterhouse, che sarà la testimonial di Amazon Moda nell’autunno-inverno 2015/2016, ma l’etailer lavorerà anche con Cass Bird e Julia Sarr-Jamois. La piattaforma vanta “negozi” di abbigliamento, scarpe, gioielli e orologi. Tra i marchi in vendita, Hugo

Boss, Gucci orologi, Armani Jeans, Stefanel, Silvian Heach, Calvin

Klein, Tommy Hilfger, 7 For All Mandkind, Lacoste e Benetton. I clienti benefciano di resi gratuiti e numerose opzioni di consegna, inclusa quella in un giorno con Amazon Prime. Il nuovo studio di Shoreditch impiegherà 35 professionisti a tempo pieno, più una cinquantina di collaboratori, chiamati a sostenere la domanda stagionale di nuove foto.

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MYTHERESA.COM

Social media e shopping online sono tutt’unoMytheresa.com allows you to buy direct form Instagram. Activate the “myt_stylist” function too.

Dall’inizio di agosto i fan del sito mytheresa.com possono fare proprio il motto “Vedilo, amalo e compralo”, acquistando i capi preferiti direttamente dall’Instashop del retailer online con sede a Monaco di Baviera. Questa funzionalità offre la possibilità di ordinare un articolo cliccando direttamente sulla foto, senza abbandonare Instagram. Dal 31 agosto

mytheresa.com si avvale anche di “myt_stylist”, uno strumento innovativo che, proprio come l’Instashop, fa convergere social media e shopping online per una nuova e coinvolgente esperienza di acquisto. In particolare, il servizio consente agli utenti di individuare l’outft perfetto su mytheresa.com, di condividerlo sul proprio proflo e poi eventualmente accaparrarselo. Il tutto in pochi passaggi.

NUOVE MANIE

Impazza il chelfe: il selfe in camerinoAccording to research, 70% of Italians have taken a selfe shot in a changing room to share it with friends.

Da un sondaggio condotto da Eumetra e commissionato da Neinver (società immobiliare che gestisce in Italia gli outlet center di Vicolungo e Castel Guelfo) risulta che il 70% degli italiani ha scattato selfe in camerino per avere un feedback da amici, fdanzati e parenti sul capo che si intende acquistare. Doppio il campione scelto dai ricercatori, 400 donne e 200 uomini, per comprendere le abitudini di entrambi i sessi in fatto di «chelfe», il neologismo che deriva dalla contrazione di «changing room» e «selfe». Si apprende che nei negozi le donne si immortalano soprattutto con indosso abiti (47%), interi outft (36%) e occhiali da sole (33%). Gli uomini preferiscono chiedere consigli in fatto di sunglasses (49%), maglie (34%) e cappelli (29%). Tra i principali strumenti di condivisione dei chelf troviamo WhatsApp, con il 65% di risposte femminli e il 59% maschili. Seguono i post su Facebook (19% delle donne e 27% degli uomini) e, infne, quelli su Instagram (4% donne e 5% uomini).

Belén Rodriguez è considerata il personaggio femminile che più utilizza i selfe

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RITRATTI

Stefano

FADDA

� Nasce a Morbegno (Sondrio)

il 26 luglio 1971

� Studia architettura

al Politecnico di Milano

� Dal 1991 al 2010 si dedica

all’organizzazione di sflate

ed eventi per varie realtà

della moda e del design

� Nello stesso periodo inizia

a occuparsi anche del lancio

di nuovi progetti di marchi del

fashion, di immagine e brand

identity degli stessi, nonché di

comunicazione, marketing e

visual merchandising

� Dal 2007 al 2011 è ideatore

e autore di “Radio Monte Carlo,

la radio della moda” e di altri

programmi web-tv

� Dall’ottobre 2010 al

gennaio 2013 è retail & visual

merchandising manager di Prada

� Da luglio a dicembre 2013

segue il lancio del brand Giada

in Europa

� Da gennaio 2014 è general

manager di Antony Morato

per la regione Asia Pacifc

Nato per caso a Morbegno in Valtel-lina, ma milanese doc e soprattutto

cittadino del mondo, Stefano Fadda, classe 1971, è il consulente di brand di moda e fere che, di recente, ha raccolto il testimone da Angelo Uslenghi come direttore artistico e responsabile della commissione tendenze del salone tessi-le Milano Unica. I frutti del suo lavoro per la rassegna milanese si sono già visti in occasione del roadshow di presenta-zione dei trend per l’autunno-inverno 2016/2017: i quattro macro-temi della stagione sono stati messi in scena a fne aprile al Superstudio Più di Milano at-traverso quattro ambienti-allestimenti e altrettanti video, segnando una svol-ta rispetto ai tradizionali incontri sul-le tendenze di Milano Unica. Ora c’è molta attesa per vedere come Fadda ha concepito la fera. Lui stesso ci antici-pa che ha cercato di renderla «più chic, contemporanea e d’impatto», grazie ai materiali e ai colori utilizzati, con un’Area Trend che dalla balconata pas-sa al centro del padiglione 4, copren-do un’area di quasi mille metri quadri. Una Milano Unica tutta da scoprire a Fieramilanocity dall’8 al 10 settembre. Del resto, Fadda è partito proprio dalle ricerche sulle tendenze, dopo gli studi in architettura presso il Politecnico di Milano, per sviluppare una carriera a tutto tondo: dallo scouting in giro per il mondo all’organizzazione di sfla-te ed eventi nelle capitali della moda, dalla realizzazione di campagne e cata-loghi alla messa a punto di strategie re-tail e, in generale, di business per conto di importanti marchi del fashion e del

STEFANO FADDA«VIAGGIO E RACCONTO LA MODA CHE VERRÀ» Il nuovo direttore artistico e responsabile delle tendenze di Milano Unica è un 44enne dal lungo curriculum di art director, consulente creativo, di immagine, marketing e comunicazione per brand e progetti moda. Un professionista basato a Milano, ma con la valigia sempre pronta

di Elena Azzola

The new artistic director and trend manager for Milano Unica is a dynamic 44-year-old with a lengthy CV boasting experience as art director, creative and image consultant, marketing and communication consultant for fashion brands and projects. A professional based in Milan but with a suitcase at the ready.

lusso internazionale. Ha lavorato a va-rio titolo per Prada, Valentino, Gior-gio Armani, Antony Morato, Giada, Calzedonia e Malo, solo per citarne alcuni. Per l’incarico ricevuto da Mila-no Unica Fadda si avvale di un team numeroso e preparato, che assomma varie competenze al proprio interno. Il coordinamento molto spesso avvie-ne da lontano: il consulente trascor-re infatti circa metà del suo tempo in viaggio. Un’esigenza imprescindibile per chi deve captare segnali dal futuro.

Fadda ha avuto casa in passato a New York, Shanghai e Hong Kong. Ora vola spesso in Asia, in particolare in Corea («Uno dei posti più trendy oggi»), Rus-sia ed Est Europa. Nel suo curriculum spicca anche l’esperienza che lo ha coinvolto dal 2007 al 2011 presso Ra-dio Monte Carlo, dove è stato ideatore e autore di “Radio Monte Carlo, la ra-dio della moda” e di altri programmi web-tv, con la convinzione che la moda non solo debba essere vista ma anche e soprattutto raccontata. ●

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RIORGANIZZAZIONE

Abercrombie: per il rilancio una squadra tutta nuova (manca solo il ceo)

L’uscita di scena lo scorso dicembre del discusso ceo Mike Jeffries (il manager che in 22 anni aveva portato Abercrombie & Fitch al successo globale), preannunciava una serie di cambiamenti drastici per il marchio. Prima con nuove linee guida nella gestione del retail (basta commessi seminudi e fsicati, più luce nei negozi, musica meno martellante e profumo meno penetrante) e ora anche la riorganizzazione del team creativo. La società Usa, ancora in cerca di un nuovo amministratore delegato, ha annunciato di aver messo a punto una nuova squadra per il marchio A&F capitanato da Aaron Levine e Kristina Szasz, rispettivamente head designer della collezione uomo e donna. Levine, in passato artefce del successo del brand Club Monaco, è già operativo nella sede di New Albany (Ohio) da luglio, mentre Szasz, che in curriculum conta esperienze in Tommy Hilfger e Ralph Lauren (ma anche presso marchi italiani come Iceberg e Pucci), entrerà a far parte della società a settembre. Ma nell’elenco dei nuovi executive, con il compito di rivitalizzare le vendite del brand, ci sono anche tre general manager delle collezioni uomo, donna e bambino: Kurt Hoffman è arrivato in azienda con Levine da Club Monaco, Stacie Beaver è una veterana del gruppo e Amy Sveda prima di occuparsi di childrenswear, aveva lavorato per l’e-commerce di Louis Vuitton. (an.bi)

Abercrombie hires top designers to revamp A&F brand. Aaron Levine from Club Monaco and Kristina Szasz from Pvh will head the design, respectively of A&F men’s and women’s units.

PERSONE E POLTRONE

PROMOZIONI

Serge Brunschwig alla guida di Dior HommeSignaling the importance of its menswear business, Dior has named Serge Brunschwig president of Dior Homme.

NEW ENTRY

Dopo Massimo Giorgetti, da Pucci arriva il ceo Grimaldi

In attesa della prima sflata donna di Pucci frmata dal nuovo direttore creativo Massimo Giorgetti (in programma giovedì 24 settembre), la maison forentina nomina come chief executive offcer Massimo Grimaldi. Il manager, vice presidente vendite, marketing e comunicazione di Elie

Saab, assumerà l’incarico a partire dal 14 settembre. Precedentemente Grimaldi, laureato all’Università Bocconi, ha rivestito posizioni di rilievo in Salvatore Ferragamo, Valentino, Tod’s/Hogan, nel Gruppo Benetton e in Vestebene/Miroglio. La carica di ceo, in seguito all’uscita di Alessandra

Carra nell’aprile 2014, era detenuta ad interim da Laudomia Pucci, che rimane in azienda in qualità di image director e membro del board.

Pending the frst fashion show Pucci designed by the new creative director Massimo Giorgetti (scheduled Thursday, September 24), the Florentine maison appointed chief executive offcer Massimo Grimaldi.

GIRI DI POLTRONE

Cotton Council: Atherley è il nuovo direttore esecutivo

Nuova nomina in casa Cotton Council

International: Bruce Atherley diventa il direttore esecutivo dell’organizzazione no proft, che promuove il cotone americano con il brand Cotton Usa. Il manager assumerà il nuovo incarico a partire dal primo ottobre. Atherley, che

precedentemente ha ricoperto altri ruoli manageriali per Kao

Brands e Altura

Group a Chicago (direttore food e consumer product) e per Wringley Group (ceo), prende il posto di Kevin Latner, che ha lasciato l’ente lo scorso anno.

As of the 1st October, Bruce Atherley will be the new executive director of Cotton Council International, a global operating non-proft organization in the cotton industry.

Nuovo incarico per Serge Brunschwig da Dior. Al manager 54enne va la presidenza di Dior Homme, con l’obiettivo di accelerarne l’espansione. Manterrà inoltre il ruolo di direttore generale di Christian Dior

Couture. Brunschwig è entrato nel Gruppo Lvmh

(controllato da Dior) nel 1995 per occuparsi del marchio Louis Vuitton nel Sud-Est Asiatico. Inoltre ha ricoperto posizioni a livello di top mangement presso Céline e Sephora. A lui riporterà Fabrizio

Malverdi, direttore di Dior Homme dal 2011.

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TRIPLA ACQUISIZIONE PER SO SWEET PRSo Sweet Pr, agenzia

milanese in piazza San

Sepolcro 1, ha iniziato ad

occuparsi dell’uffcio stampa

di tre nuovi brand: Alessia Xoccato, linea giovane

di total look femminile, la

camiceria Xacus e Miss Blumarine/Baby Blumarine (nella foto, una proposta

di Miss Blumarine per la

primavera-estate 2016).

DEHA SCEGLIE NO WORDSNo Words, agenzia milanese

con sede in via Maurizio

Quadrio 20, prende in carica

tutte le attività di uffcio

stampa prodotto e corporate

del brand Deha, linea del

gruppo trevigiano Meeting.

La scelta si inserisce nel

processo di riposizionamento

e riorganizzazione del marchio,

che prevede un piano di

sviluppo della comunicazione

su vari livelli.

LISCA SI AFFIDA AFAYER COMMUNICATIONLisca, azienda di intimo con base in

Slovenia che ha da poco festeggiato

il 60° anniversario con un evento a

Portorose, affda all’agenzia Fayer Communication, con sede in via

Donizetti 23 a Milano, le attività

uffcio stampa & pr.

L'OFFICINA DEL FASHION DI T - TERESA LA FOSCAT - Teresa la Fosca International Pr & Uffcio

Stampa sceglie come sua

nuova sede Casa Grondona,

in corso Italia 47 a Milano. Lo

spazio ospiterà le collezioni

dei fashion brand gestiti

dall’agenzia.

DUE NUOVI BRAND PER STUDIO RE PUBLIC RELATIONSDue nuovi nomi si aggiungono

al portafoglio di Studio Re Public Relations. L’agenzia

milanese di via Bramante

29 ha iniziato a seguire le

attività di pr per la linea

Margherita Kids (nella foto),

nuova collezione dedicata ai

più piccoli nata da un’idea di

Margherita Missoni e per

Stella Jean Kids.

CAMBIO DI UFFICI PER LA CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANAGli uffci milanesi di Camera Nazionale della Moda Italiana

e di Camera Moda srl si sono

trasferiti da via Gerolamo

Morone 6 alla nuova sede

di piazza Duomo 31.

COLUMBUS/BB VA IN CORSO SAN GOTTARDOCambio di sede per Columbus/BB

press offce, pr & events che dal

mese di luglio è operativa dalla nuova

location di corso San Gottardo 5, a

Milano. L’agenzia lascia gli East End Studios di via Mecenate per approdare

in uno spazio in zona Porta Ticinese

di circa 400 metri quadri, disposto su

più livelli, che ospita le zone uffcio e

la showroom.

LORENZO POZZI PASSA A DODOLorenzo Pozzi è il nuovo pr manager

per il marchio di gioielli Dodo, linea

del gruppo Pomellato. Seguirà le

attività di comunicazione per il brand

dagli uffci di via Senato 3 a Milano.

a cura di Tatiana Tincani

BLOC NOTES

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TATIANA TONIZZO COMMUNICATION E PR MANAGER DI ANTONININuovo ruolo per Tatiana Tonizzo, che fa il suo ingresso

come communication & pr

manager in Antonini, marchio

italiano di alta gioielleria

fondato a Milano nel 1919.

In questo incarico risponderà

direttamente a Marina Borromeo, vice presidente

esecutivo dell’azienda.

MORENA PALEARI COLLABORA CON MISANI GIOIELLILo Studio Morena Paleari ha iniziato una nuova

collaborazione con il marchio

Misani Gioielli. Per le attività

di uffcio stampa & pr di questo

nuovo cliente l’agenzia si avvale

anche del supporto di Patrizia Campone, da anni nel

settore dei gioielli.

NOVITÀ IN CASA PRESS OFFICE URRÀDa agosto Press Offce Urrà,

ha trovato una nuova dimora

a Milano, in viale Vittorio

Veneto 10.

I NUMERI DI GIEMME BRANDSCORPORATECrescerà del 10% nel 2015 il

fatturato dell'azienda Giemme Brandscorporate, pari a

30 milioni di euro e non,

come erroneamente scritto

nel numero 12 di Fashion a

pagina 39, a 300 milioni.

NEW ENTRY PER ELISABETTA COLOMBO PR MEDIA RELATIONSLo studio Elisabetta Colombo PrMediaRelations ha

iniziato a occuparsi delle

pr e dell’uffcio stampa di

Sunhouse, sia in Italia sia

negli Usa, Il brand si va ad

aggiungere agli altri clienti

dell’agenzia: Pashmere,

Cantarelli, Ara Aliverdi, Bioneuma Natural Fashion

e all’ultima new

entry, Castangia 1850.

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Q&A

Dov’era a 18 anni?

Ero a Biella, dove sono nato. Non sapevo ancora che sarebbe fnito il tempo di andare a scuola. Mi ero iscritto a scienze politiche alla Cattolica di Milano e stavo imparando la tecnica dei tessuti e della lavorazione della lana.

Come immaginava il suo futuro?

Devo dire che il mio futuro l’ho immaginato sempre diverso a seconda del momento nel quale mi trovavo.

Quale il sogno che ha realizzato e quello

che non si è avverato?

Penso di avere realizzato un possibile cambiamento radicale del modo di fare il mio mestiere, ma non ho certo realizzato tutto quello che avrebbe potuto venirne fuori.

Il tessuto: cosa rappresenta per lei?

Rappresenta un mestiere che ho sempre vissuto a cavallo fra arte, artigianato e seconda pelle.

Crede che ci siano grandi margini

di sperimentazione e di innovazione

nell’universo dei tessuti?

I tessuti sono sempre stati una continua sorpresa per la loro capacità di rinnovarsi. In questo momento sarebbe importante stabilire una nuova partenza in grado di aprire l’orizzonte a proposte che non siano solo un continuo ricamare intorno a ciò che è stato già fatto. Tenendo presente il fatto che i tessuti li mettiamo addosso e che la nostra vita è fatta di un certo numero di realtà e valori, che non rappresentano la tela di un quadro.

Ieri e oggi: quali le differenze più grandi

che rileva nel settore?

Prima di tutto la grande dimensione che può assumere qualsiasi cosa si faccia nel mondo della moda: mi pare che ci sia una situazione molto caotica nella quale sotto il pretesto della pluralità delle idee nessuno osa più scegliere in modo impegnativo.

Lei è stato un precursore nel suo settore.

Quale, a suo avviso, il segreto per essere

precursori oggi?

La parola precursore ha giustifcato molti orrori. Mi sembra che la ricerca di uno “stile”, che per natura può avere facce diverse, sia consigliabile.

Cosa ha provato a essere celebrato

a Pitti Uomo?

La conferma che quello che ho sempre fatto, celebrare la normalità piena di energia innovatrice, sia in fase di forte riabilitazione, e anche che il successo di questa presentazione sia stato un ottimo momento per me.

Qual è oggi il signifcato della parola

eleganza?

È stata sovvertita dalla parola “esibizione”, con i più diversi risultati.

Quale la parola del fashion system ormai

dimenticata?

“Bello”.

Un grande precursore

NINO CERRUTI

«STA NELLA NORMALITÀ LA VERA ENERGIA INNOVATRICE»

Direttore e Amministratore DelegatoMarc Sondermann ([email protected])

CaposervizioAlessandra Bigotta ([email protected])

RedazioneElena Azzola ([email protected]), Andrea Bigozzi ([email protected]), Elisabetta Campana ([email protected]), Elisabetta Fabbri ([email protected]), Carla Mercurio ([email protected]), Angela Tovazzi ([email protected])

Segreteria di redazione Tatiana Tincani ([email protected])

Realizzazione grafca Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini

CollaboratoriMariella Barnaba, Alberto Corrado, Marcelo Crescenti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York)

Direttore pubblicitàStefano Giordano ([email protected])

Pubblicità e promozioneIlaria Roberta Galli ([email protected])Daniela Locatelli ([email protected])Stephanie Ouadfel ([email protected])Barbara Sertorini ([email protected])

Uffcio traffco Stefania Aguanno ([email protected])

Segreteria e serviziValentina Capra, Tiziana Grazioli ([email protected])

AmministrazioneCristina Damiano, Ester Miazzo

Diffusione e abbonamentiDaniele Costanzo ([email protected])

Edizioni Ecomarket SpaRedazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milanotelefono: 02 80620-1telefax: 02 80620-444 (redazione) - 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti)

Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trendRegistrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della ComunicazioneDirettore responsabile Gianni PassaviniÈ vietata la riproduzione anche parzialeArticoli, disegni e fotografe, anche se non pubblicati, non verranno restituiti© Fashion 2015 Edizioni Ecomarket - MilanoAbbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207È possibile richiedere gratuitamente la rettifca o la cancellazione scrivendo a:Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cadL’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali)Pre-press: CLX Europe spa - Via dell’Artigianato 8/b - 37135 VeronaStampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi)Distribuzione esclusiva per l’Italia: MEPE Distribuzione EditorialeVia Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano

Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlagwww.dfv.deLe altre testate moda del gruppo sono:TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; ÖTZ Österreichische Textil Zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest;Images Business of Fashion, New Delhi.

Il magazine di news, business e trend

a cura di Carla Mercurio

An interview to Nino Cerruti in his double role of fashion creator and entrepreneur in the feld of textiles. A great innovator in his time, who sees a big chaos in the fashion scenario of our days and a strong push towards exhibitionism. Fortunately, he explains, there is also a return towards normality, as a strong lever of innovation.

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Margherita Maccapani Missoni volta paginaOnce upon a time Margherita Maccapani Missoni was an It-girl. The "new" Margherita is a wife and a mother, with a strong commitment to charity. From 15 September 90 items from her wardrobe will be sold online, to support OAfrica.

Lasciati alle spalle un passato di It-girl e ruoli importanti nell'azienda di famiglia, Margherita Maccapani Missoni ha fatto rotta verso una nuova vita con un marito, Eugenio Amos, due bimbi piccoli e il childrenswear Margherita Kids. Proposte realizzate con il sostegno di un partner americano, distribuite oltreoceano e in rete su Yoox a prezzi non oltre i 75 euro. Un lifestyle in sintonia con la Margherita di oggi, una donna che non si tira indietro di fronte all'impegno. Dal 15 settembre, nella fashion community Videodressing.com saranno acquistabili 90 pezzi del suo guardaroba, la maggior parte dei quali frmati Missoni. I proventi andranno a OAfrica, associazione benefca fondata da Lisa Lovatt Smith, ex caporedattore di Vogue

Spagna, di cui Margherita è presidente italiana.

Son tutte belle le donne del mondoDolce&Gabbana Make Up launched a new viral campaign, dedicated to all women worldwide, with the

hashtag #dgwomenlovemakeup.

La bellezza femminile ha molteplici sfaccettature e, soprattutto, non è appannaggio solo delle superstar. Partendo da questo presupposto, Domenico

Dolce e Stefano Gabbana hanno lanciato una campagna virale sui generis. Le protagoniste sono donne di ogni età, razza e nazionalità, accomunate dalla passione per il make up creato dai due stilisti per il marchio Dolce&Gabbana. Una gallery all'interno della quale, accanto a una bellissima come Daria

Konovalova (nella foto), Miss Russia 2010, appaiono altri volti intensi, ma sconosciuti, catturati dai designer sui social network. Non si tratta quindi di modelle professioniste, ma di ragazze che colpiscono l'attenzione non solo per il fascino, ma anche per la spontaneità. La ricerca delle testimonial è in progress e viene effettuata selezionando le foto con l'hashtag #dgwomenlovemakeup.

Ogni 15 giorni sui profli social del marchio sarà pubblicata una nuova immagine, scelta su Instagram. «È il nostro tributo speciale - ha scritto Stefano Gabbana sul suo account uffciale - alla bellezza di tutte le donne del mondo».

PEOPLEIl magazine di news, business e trend

a cura di/by Alessandra Bigotta

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Pep Guardiola nuovo brand ambassador di Gore-Tex

Banderas alla Saint Martinsper interpretare VersaceAntonio Banderas will be Gianni Versace in a new movie. This is the reason why he is studying fashion at the Central Saint

Martins institute.

Per calarsi nei panni di Gianni Versace, che interpreterà in un flm diretto da Bille August, Antonio Banderas fa sul serio: ha infatti deciso di frequentare per quattro settimane un corso alla Central Saint Martins di Londra. Un'esperienza che ha defnito «intensa, eccitante, seria ma anche divertente». Le riprese inizieranno il prossimo marzo.

Pep Guardiola: «Tra perfezionisti ci si intende» The famous football coach Pep Guardiola is the new brand ambassador of Gore-Tex. «Me and my family tested its incredible

performances» he says.

«Grazie al duro lavoro, è possibile raggiungere risultati straordinari»: se a dirlo è Pep Guardiola, uno degli allenatori di calcio migliori al mondo, c'è da crederci. Pep non si accontenta facilmente: così, prima di accettare il ruolo di brand ambassador del tessuto impermeabile e traspirante Gore-Tex, ne ha sperimentato in prima persona le performance. «Del resto - ha affermato - i valori di Gore sono i miei: perfezionismo, passione e determinazione».

A destra, Margherita Maccapani Missoni e i capi in vendita a favore di OAfrica

Antonio Banderas alla Central Saint Martins di Londra

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Inst

agra

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Polo Ralph Lauren ha festeggiato il primo anno di attività del programma Children’s Literacy, in favore dell’alfabetizzazione, con un evento di scena al Central Park Zoo di New York City. Partner dell’inziativa il flm Pan, dedicato al mito di Peter Pan.

VIVIENNE WESTWOOD

SALVIAMO L’ARTICO!GUABELLO

I MIEI PRIMI 200 ANNI

POLO RALPH LAUREN

TUTTI A NEVERLAND, CON PETER PAN

La stilista britannica ha organizzato una mostra nella stazione della metropolitana di Waterloo, a Londra, a favore di Save the Arctic.

Il lanifcio Guabello ha festeggiato i 200 anni di attività insieme ai dipendenti e alle rispettive famiglie, invitati a visitare lo stabilimento di Biella. A seguire, festa al Castello di Cerrione.

David Lauren e Lauren Bush Lauren

Sopra, Vivienne Westwood con il modello Leebo Freeman e l’attrice Sadie Frost, all’inaugurazione della mostra. A destra, dall’alto, Kate Moss e Pierce Brosnan, fra i 60 personaggi fotografati da Andy Gotts Mbe; tutti indossano la T-shirt Save The Arctic

Ralph Lauren con (da sinistra in alto) Levi Miller, protagonista del flm Pan e brand ambassador di Polo Ralph Lauren childrenswear, Diane Kruger, Maddie e Mackenzie Ziegler

Accanto, da sinistra, Domenico Sposato, assessore di Mongrando, Gloria Trione, vice sindaco di Mongrando, Davide Favrin, a.d. di Marzotto Wool, Maurizio Stasia,amministratore unico di BMT (Guabello-Marlane- F.lli Tallia di Delfno), Sergio Tamborini, a.d. del Gruppo Marzotto, cui Guabello fa capo da oltre 20 anni. Sotto, da sinistra, Davide Favrin e Maurizio Stasia e il palco allestito per l’occasione

Polo Ralph Lauren has celebrated the frst year of activities of the Children’s Literacy program, with an event staged at the Central Park Zoo in New York City. Partner of the event, the flm Pan, dedicated to the myth of Peter Pan. Vivienne Westwood has organized an exhibition in the underground station of Waterloo, in favour of the association Save the Arctic. Lanifcio Guabello celebrated 200 years of activity with its employees and their families, invited to visit the factory in Biella. Afterwards, party at the Castle of Cerrione.

RED CARPET PEOPLE

India Hicks con la fglia Domino

Rachel Zoe e Diane Kruger

Foto

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Page 67: Fashion 13 2015

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