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"Voi siete miei amici” Gv 15,14 AMICI DI GESÙ’ CROCIFISSO N. 58: febbraio1997 DAVANTI AL CROCIFISSO SI PREPARA LA VITTIMA "Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere" Mt 27,33-34. "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così" Gv 19,23-24. Per la comprensione - Gesù arriva al luogo della esecuzione, detto "Calvario", "Gòlgota", o "Cranio": era un piccolo rialzo roccioso, appena fuori della città. Secondo alcuni Padri della Chiesa era detto così perché era il luogo dove era seppellito il primo uomo, Adamo, che il nuovo Adamo, Gesù, doveva riscattare con il suo sangue. Probabilmente il nome derivava dalla forma della semplice prominenza rocciosa, che aveva la vaga forma di un teschio umano. - "Vino mescolato con fiele", o con "mirra", secondo Marco: era una specie di anestetico, un gesto umanitario, che pie donne preparavano a proprie spese e davano da bere ai condannati, perché si inebriassero e sentissero meno gli strazi della crocifissione. - Prima della esecuzione, Gesù viene spogliato delle sue vesti; secondo la Sindone, la spoliazione fu totale. I soldati che eseguivano la condanna avevano diritto a dividersi tutto quello che apparteneva al condannato, comprese le sue vesti. - "La tunica era senza cuciture": anche la tunica del sommo sacerdote doveva essere senza cuciture: è un'allusione al vero Sommo Sacerdote che sta per immolare se stesso sull'altare della Croce. Rifletti - A Gesù viene offerto vino mirrato, per attutire il suo dolore; Gesù lo assaggia, per far capire che ha gradito il gesto di compassione, ma " assaggiatolo, non ne volle bere": vuole conservare piena lucidità, per soffrire tutta l'atrocità del suo martirio e bere fino in fondo il suo calice amaro. A Pietro, che nel Getsemani voleva difenderlo con la spada, aveva detto: "non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18,11). - "Gesù non vuole attutire il "puro dolore" della sua Passione. Non è un "atto stoico", ma la scelta della piena consapevolezza di quanto aveva già accettato nell'agonia dell'Orto. Sperimentare il puro dolore in comunione con tutta quell'umanità vivente nella dura esperienza del dolore" (Lanci). Per questo "assaggiatolo, non ne volle bere". - I Santi hanno compreso questa sublime lezione del Maestro divino e non hanno mai rifiutato un momento della loro croce. S.Teresa del Bambino Gesù, sul letto di morte, alla Superiora che le diceva che Gesù voleva prolungare un poco la sua agonia, rispondeva: "Ebbene, andiamo... andiamo: oh no, non vorrei soffrire meno!". E' la risposta eroica dei Santi. - Gesù, prima di essere crocifisso, viene denudato. E' una nuova umiliazione, uno spogliamento totale che Gesù accetta per nostro amore. E' la "kenosi" più profonda, lo "svuotamento" di tutto, la povertà più assoluta. Oramai non resta a Gesù che la sola Croce. Nello strappare le vesti incollate a tutte le piaghe, si aggiungono dolori a dolori. Si avvera pienamente la profezia di Isaia: "Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio" (Is 1,6). Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

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N. 58: febbraio1997 SI PREPARA LA VITTIMA Per la comprensione "Voi siete miei amici” Gv 15,14 Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. Rifletti Confronta Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. 2 - SPOSA DEL CROCIFISSO S.Gemma Galgani (1878-1903) Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

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"Voi siete miei amici” Gv 15,14

AMICI DI GESÙ’ CROCIFISSO N. 58: febbraio1997

DAVANTI AL CROCIFISSO SI PREPARA LA VITTIMA "Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere" Mt 27,33-34. "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così" Gv 19,23-24. Per la comprensione - Gesù arriva al luogo della esecuzione, detto "Calvario", "Gòlgota", o "Cranio": era un piccolo rialzo roccioso, appena fuori della città. Secondo alcuni Padri della Chiesa era detto così perché era il luogo dove era seppellito il primo uomo, Adamo, che il nuovo Adamo, Gesù, doveva riscattare con il suo sangue. Probabilmente il nome derivava dalla forma della semplice prominenza rocciosa, che aveva la vaga forma di un teschio umano. - "Vino mescolato con fiele", o con "mirra", secondo Marco: era una specie di anestetico, un gesto umanitario, che pie donne preparavano a proprie spese e davano da bere ai condannati, perché si inebriassero e sentissero meno gli strazi della crocifissione. - Prima della esecuzione, Gesù viene spogliato delle sue vesti; secondo la Sindone, la spoliazione fu totale. I soldati che eseguivano la condanna avevano diritto a dividersi tutto quello che apparteneva al condannato, comprese le sue vesti. - "La tunica era senza cuciture": anche la tunica del sommo sacerdote doveva essere senza cuciture: è un'allusione al vero Sommo Sacerdote che sta per immolare se stesso sull'altare della Croce. Rifletti - A Gesù viene offerto vino mirrato, per attutire il suo dolore; Gesù lo assaggia, per far capire che ha gradito il gesto di compassione, ma " assaggiatolo, non ne volle bere": vuole conservare piena lucidità, per soffrire tutta l'atrocità del suo martirio e bere fino in fondo il suo calice amaro. A Pietro, che nel Getsemani voleva difenderlo con la spada, aveva detto: "non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?" (Gv 18,11). - "Gesù non vuole attutire il "puro dolore" della sua Passione. Non è un "atto stoico", ma la scelta della piena consapevolezza di quanto aveva già accettato nell'agonia dell'Orto. Sperimentare il puro dolore in comunione con tutta quell'umanità vivente nella dura esperienza del dolore" (Lanci). Per questo "assaggiatolo, non ne volle bere". - I Santi hanno compreso questa sublime lezione del Maestro divino e non hanno mai rifiutato un momento della loro croce. S.Teresa del Bambino Gesù, sul letto di morte, alla Superiora che le diceva che Gesù voleva prolungare un poco la sua agonia, rispondeva: "Ebbene, andiamo... andiamo: oh no, non vorrei soffrire meno!". E' la risposta eroica dei Santi. - Gesù, prima di essere crocifisso, viene denudato. E' una nuova umiliazione, uno spogliamento totale che Gesù accetta per nostro amore. E' la "kenosi" più profonda, lo "svuotamento" di tutto, la povertà più assoluta. Oramai non resta a Gesù che la sola Croce. Nello strappare le vesti incollate a tutte le piaghe, si aggiungono dolori a dolori. Si avvera pienamente la profezia di Isaia: "Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio" (Is 1,6).

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Confronta - Gesù vuole accettare consapevolmente fino in fondo tutto il suo dolore. Debbo pensare a Lui, quando mi trovo nella prova, quando la croce mi sembra troppo pesante. Egli darà forza alla mia debolezza e mi aiuterà a bere con amore ogni calice amaro. Nelle prove fisiche e morali, se rifletto che è Gesù a chiedermi di bere con Lui il calice del Padre, avrò la forza di non ribellarmi, ma di accettare tutto con amore. - I Santi non hanno cercato di fuggire il proprio dolore, ma si sono impegnati con tutte le forze per alleviare il dolore degli altri, "caricandosi delle loro sofferenze e addossandosi i dolori", come ha fatto Gesù con noi (Cfr. Is. 53,4). - Dopo il suo spogliamento, il corpo piagato di Gesù è veramente "l'uomo dei dolori". Spogliato di tutto, è rivestito solo di confusione, di umiliazione e di piaghe. Ripara così le mie comodità, il mio attaccamento ai beni della terra, i miei capricci, le mie debolezze e delicatezze, la falsa compassione e l'eccessiva condiscendenza, con cui tratto la mia carne. - Gesù così ripara anche le violenze morali e fisiche su tanti corpi innocenti, le profanazioni del corpo umano, che è tempio di Dio. - Signore, per la tua Passione e per la tua Croce, dammi forza per vivere la mortificazione dei sensi e per spogliarmi di tutto ciò che mi allontana da Te.

IL CAMMINO DEGLI AMICI

2. TUTTI CHIAMATI ALLA SANTITÀ -AMORE Fare parte degli Amici di Gesù Crocifisso significa aver capito e accettato il trinomio: SANTITA' - AMORE - GESU' CROCIFISSO. Cioè: 1. Tutti siamo chiamati alla santità; tutti possiamo e dobbiamo essere santi, secondo la propria vocazione. 2. La santità consiste nell'amore: amore di Dio e del prossimo. 3. Gesù Crocifisso ci insegna il vero amore. La spiritualità degli Amici di Gesù Crocifisso ci porta alla sorgente, ci guida per mano all'unica meta e al cammino essenziale della vocazione cristiana: essere santi, amando sempre, amando tutti, amando come ha amato Gesù Crocifisso. Il movimento Amici di Gesù Crocifisso "ha lo scopo di aiutare gli aderenti a tendere alla santità secondo una propria spiritualità". Questo richiamo, posto all'inizio dello statuto degli Amici, è fondamentale per capirne la finalità e la fisionomia. Oggi si ha paura di parlare di santità, perché si pensa a un privilegio eccezionale, riservato a pochi fortunati. Anche quando si crede che la santità è possibile, spesso si pensa che non è pane per i nostri denti. Ma il Concilio afferma: "Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità" (LG V,40). La santità è tutta qui. La vocazione alla santità affonda le sue radici nel Battesimo: per il fatto che siamo battezzati, figli di Dio, possiamo e dobbiamo essere santi. Ma ognuno deve essere santo nella vocazione ricevuta dal Signore: il sacerdote da sacerdote, il religioso da religioso, il laico da laico. Ma che cosa è la santità? Spesso non si crede alla santità, perché si ha una idea sbagliata di essa. Si pensa che la santità sia qualcosa di straordinario, che richiede chissà quali grandi opere, quali grandi penitenze. Dio è il Santo: noi siamo santi nella misura che ci sforziamo di rassomigliarci a Lui. Ma Dio è amore: la santità è amore. Santo è chi ama Dio con tutto il cuore e il prossimo per amore di Dio. Santo è chi si sforza di fare della propria vita un continuo atto di amore per il Signore e per il prossimo. La nostra risposta all'amore di Dio non può essere che l'amore. Vivere fedelmente e intensamente la spiritualità degli Amici è camminare nella via dell'amore. Rinnovare ogni giorno la consacrazione di amore a Gesù Crocifisso, riempire la giornata di atti di amore verso di Lui e impegnarsi nell'amore verso il prossimo, per amare Dio nei fratelli: sono questi i mezzi che ci aiutano a camminare con sicurezza nella via della santità. Quando avremo capito che la Santità è amore, comprenderemo questo sublime slancio del cuore di S.Paolo della Croce:

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"Vorrei incenerirmi d'amore, vorrei essere tutto fuoco d'amore; più, più: vorrei saper cantare nel fuoco dell'amore e magnificare le grandi misericordie dell'Amore Increato". Vivere la spiritualità dell'amore L'amore non può essere solo sentimento; non può essere solo parole. L'amore vero porta alla fedeltà, alla generosità, all'impegno. Gesù ci ha detto: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Gv 14,13). Ma sarà la fedeltà del figlio e non del servo, cioè una fedeltà che viene dall'amore. Allora comprenderemo sempre più che la santità è amore. Per questo dobbiamo guardare a GESU' CROCIFISSO, come alla manifestazione più grande dell'amore, al modello più sublime del vero amico: "Mi ha amato, ha dato se stesso per me" (Gal 2,20). Se abbiamo capito questo, tutto sarà più facile: tutti i nostri impegni ne saranno una conseguenza necessaria. Far parte degli Amici di Gesù Crocifisso non sarà un aggiungere una pia pratica a tante altre, ma una scelta di vita. Ecco alcuni atteggiamenti e scelte obbligate del vero Amico di Gesù Crocifisso. 1. Pensare come Gesù: "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù" (Fil 2,5). Avere i sentimenti di Gesù, accogliere i suoi valori, le Beatitudini e non i valori del mondo. 2. Amare come Cristo: con il suo cuore, fino alla fine. Imparare dal Crocifisso a vivere la propria vita come atto di amore, come dono, come servizio, una vita nella quale non c'è posto per l'egoismo. Amare anche chi non ci ama, perfino chi ci crocifigge. 3. Volere come Cristo: fare della volontà del Padre il proprio cibo, ricercare e accettare i progetti di Dio nella propria vita. Volere la gloria di Dio, l'avvento del suo Regno, la salvezza dei fratelli. 4. Vivere come Cristo: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2,20). Essere crocifisso con Cristo significa saper accettare e capire la propria croce come una partecipazione alla croce di Cristo; saper amare anche la penitenza, necessaria per rimanere fedele all'amore di Dio. 5. Vivere con Cristo: "Rimanete nel mio amore" (Gv 15,9). Siamo chiamati alla comunione intima e continua con Cristo, in modo particolare in questo anno "cristologico". Gesù è sempre al nostro fianco, anzi dentro di noi: non ci lascia mai soli. 6. Vivere per Cristo: Tutto per Lui, per suo amore. Testimoniare e annunziare Cristo: "Ciò che abbiamo udito, ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato... noi lo annunziamo a voi" (1Gv 1, 1-3). Chi ama seriamente desidera che l'Amore sia amato da tutti. Il movimento AMICI DI GESU' CROCIFISSO vuole aiutarci a capire meglio e a vivere più intensamente queste verità. Da qui la Promessa di Amore, che facciamo aderendo agli Amici di Gesù Crocifisso, che ci impegniamo a rinnovare ogni giorno e che vogliamo trasformare in una consacrazione solenne al termine di questo anno.

I GRANDI AMICI DEL CROCIFISSO

2 - SPOSA DEL CROCIFISSO S.Gemma Galgani (1878-1903)

"Io sono un germoglio della tua Passione, o Gesù, sono un frutto delle tue piaghe". Queste parole che S.Gemma diceva di se stessa, durante una estasi, sono la sua più bella definizione. Nasce il 12 marzo 1878 in provincia di Lucca e muore a Lucca a 25 anni. E' stata definita la più grande mistica del secolo, una delle anime più appassionate di Gesù Crocifisso. La sua vita è tutta segnata dal dolore. A 8 anni Gesù le chiede il sacrificio della mamma. Nel 1897 perde anche il padre, farmacista e casa Galgani viene sottoposta a sequestro. Gli orfani si ritrovano senza niente, in mezzo alla strada. Gemma è accolta in casa di parenti e nel 1900 in casa della famiglia Giannini, di elevati sentimenti cristiani. Ma oramai la croce è una parte inscindibile della sua vita. Durante il ritiro per la prima Comunione, la maestra le aveva spiegato tanto al vivo la Passione di Gesù, che la bambina ne provò un dolore così forte da sentirsi male e doversi mettere a letto. Il giorno della prima Comunione Gesù l'attira a sé fortemente e le fa "capire che le gioie del cielo non sono come quelle della terra".

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Nel 1895 Gemma riceve in dono un orologio d'oro; l'Angelo Custode, che diventa la sua guida familiare, le dice "serio serio": "Ricordati che i monili che rendono bella una sposa di un Re Crocifisso non possono essere che le spine e la croce". A 18 anni aveva emesso il voto di castità, per essere tutta di Gesù, che fin da piccola l'aveva attirata a sé. La vita di Gemma acquista sempre più la sua fisionomia di "crocifissa": "In me sentivo crescere una brama di amare tanto Gesù Crocifisso, e insieme a questo una brama di patire e aiutare Gesù nei suoi dolori. Chiedevo a Gesù di patire e patire tanto. Gesù, dopo tanto, mi consolò; mi mandò un male al piede". Deve subire senza anestesia una dolorosa operazione al piede. Nel 1898 è colpita da un'altra grave malattia; dopo mesi di sofferenze indicibili, viene guarita miracolosamente. Durante questa malattia sente parlare del Ven. Gabriele dell'Addolorata, che le appare spesso, la consiglia e la chiama "sorella mia". Nel 1889 conobbe i Passionisti e in particolare il Ven. P.Germano Ruoppolo, che diventa il suo direttore spirituale e il depositario di tutti suoi segreti mistici. Ottiene di emettere privatamente i voti dei Passionisti. Desidera essere monaca passionista, ma non viene accolta. Dirà: "Viva non mi ci vogliono, ma mi cercheranno morta". Nella Settimana Santa del 1899 iniziano le apparizioni "al vivo" di Gesù Crocifisso. In una di queste, Gesù le dice: "Guarda, figlia e impara come si ama. Vedi questa croce, queste spine, questi chiodi, queste piaghe, questo sangue? Sono tutte opere di amore e di amore infinito. Vedi, fino a qual segno io ti ho amato? Mi vuoi amare davvero? Impara prima a soffrire. Il soffrire insegna ad amare". La sera del giovedì, 8 giugno 1889, vigilia della festa del S.Cuore, riceve la grazia straordinaria delle stimmate: preparata da una apparizione della Vergine Santa e dell'Angelo Custode, le appare Gesù Crocifisso, che aveva tutte le ferite aperte, ma dalle ferite non usciva sangue, come altre volte, ma come fiamme di fuoco, che in un momento inondarono e forarono le sue mani, i piedi e il costato. Gemma rimase immersa in un mare di amore e di dolore fino alle 15 del giorno seguente. Da quel giorno le stimmate si ripeterono ogni settimana. Oltre alle stimmate dolorosissime, Gemma chiede a Gesù di poter partecipare a tutta la sua Passione, per soddisfare la sua sete ardente di salvare le anime dei peccatori. Gesù l'accontenta. "Ho un forte desiderio di amare Gesù, vorrei struggermi per amarlo. Più volte ho domandato a Gesù che mi insegni Lui il vero modo di amaro e Gesù allora pare che mi faccia vedere tutte le sue sante piaghe aperte e mi dica: "il regalo più grosso che io posso fare ad un'anima, che a me sia molto cara, è di darle da patire". Ogni settimana, dalle 20 del giovedì alle 15 del venerdì, Gesù rinnova nel corpo innocente di questa piccola martire tutta la sua Passione: dall'agonia dell'Orto, ai flagelli, la corporazione di spine, le trafitture dei chiodi, lo strazio della croce. I pochi intimi che vi potevano assistere ne rimanevano sconvolti. Gesù le aveva detto: "Pensa, figlia mia, che ne ho ben pochi in paradiso ai quali, come a te, abbia dato di assaggiare tutti i miei dolori". A questi dolori mistici e fisici, si aggiunsero tanti dolori morali: le aridità di spirito e le desolazioni interiori, le furiose vessazioni di satana, i dubbi e le paure di essere ingannata, l'incredulità e le derisioni di familiari e anche di sacerdoti, il rifiuto di vari monasteri di accoglierla in convento, come essa desiderava ardentemente. Durate una estasi aveva esclamato: "O Gesù, mi cerchi amore; non ne ho più: mi hai rubato il cuore. Mi dici sempre che chi soffre ama; la croce la dai a chi ami. Tu tratti me come trattò Te il Padre tuo. Gesù, mi fai bere la Passione fino all'ultima goccia: dammela un poco per volta. Dunque, Gesù, questi poveri peccatori non li abbandonare. Sono pronta a fare qualunque cosa. Tu sei morto sulla croce: fammici morire anche a me". Morì sulla croce, l'undici aprile 1903, dopo una Settimana Santa straziante, nella solitudine e nell'abbandono, mentre le campane del sabato santo suonavano la gloria del Cristo Risorto.

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TESTIMONIANZE Amare per sempre! "L'ultimo incontro degli Amici mi ha aiutato a pensare seriamente allo scopo del nostro Movimento, descritto da lei tanto chiaramente. Ho notato che qualcuno aveva delle paure ad accettare un vincolo definitivo e impegnativo con Gesù Crocifisso. Ma tutti noi rinnoviamo ogni giorno la Promessa di Amore, con la quale ci impegniamo ad amare e far amare il Signore. Se abbiamo paura di AMARE PER SEMPRE, quale può essere la verità dell'Amore?... Comunque abbiamo sempre bisogno di Luce e di Forza della Grazia. Nelle istruzioni sono certa che metterà in risalto quanto sia importante questo impegno, non come una devozione qualsiasi, ma come una decisione seria, una spiritualità, una "chiamata" da parte del Signore, a cui ci si debba preparare e rispondere con amore e coscienza di quello che si promette e accetta, anche se lo vivremo nello svolgersi della nostra vita quotidiana: è lo spirito Passionista che si è chiamati a vivere nel mondo. Quegli Amici che fanno già parte del RNS, entrando a far parte degli Amici, si possono considerare prediletti e scelti da Gesù, che scelse tra i discepoli gli Apostoli e che a un certo momento chiamò "Amici", perché stava rivelando loro tutto quello che Egli aveva udito dal Padre suo. L'amicizia umana è una cosa rara; ma una volta stabilita, si cammina sullo stesso binario con soddisfazione e si condivide con l'altro gioie e dolori. Tanto di più e meglio avviene con il Signore. Semmai ciò che può sconvolgere è essere amici di un Amico Crocifisso, che comporta di condividere con Lui tutte le sue sofferenze. Questo deve essere molto chiaro, ma non è detto che tutti i "passionisti" debbano essere "crocifissi" come Lui! S.Paolo della Croce ha ricevuto dal Signore per sé e per i suoi seguaci il "Carisma" di amare e seguire Gesù Crocifisso. Noi Amici di Gesù Crocifisso siamo chiamati a vivere nella vita di ogni giorno questo carisma e non vi dovrebbero essere difficoltà, soprattutto se si è raggiunto un certo grado di Amore...". Amica di G.C. Felice di essere "passionista" "Ti ringrazio di cuore per il Crocifisso che mi hai donato: lo avevo desiderato tanto, che quando l'ho preso con le mie mani mi è sembrato di sognare. E' stato il regalo più grande che potevi farmi. Sono alcuni anni che ci conosciamo e spero avrai capito quanto io ami Gesù e non vorrei farlo più soffrire per nessuna cosa al mondo. Quando mi accorgo che il buio incomincia ad avvolgere la mia anima, vado subito ai piedi di Gesù e con le lacrime agli occhi gli chiedo cento volte perdono. In quei momenti sento di amarlo con un amore immenso, lo stringo al mio cuore e comprendo che è Lui, Gesù, che mi ama per primo. Allora non posso fare a meno di lodarlo, di ringraziarlo e ripetergli mille volte che lo amo. Sono davvero felice e orgogliosa di far parte della spiritualità passionista" Amica di G.C. La Consacrazione Solenne "Sapere che credi veramente nel mio cammino di fede, mi da una forza, una carica tanto forte da sentirmi amalgamata all'Amore di Dio, quale unico segno della mia vita. Sono felice, quale Amica di Gesù Crocifisso, di prepararmi alla Consacrazione Solenne; la ritengo molto importante. Essa rafforza sempre più il mio desiderio di vivere completamente e perfettamente la "spiritualità passionista", sotto la guida di S.Paolo della Croce". Amica di G.C. Nello stile degli amici "Abbiamo ricevuto la lettera inviataci al tuo ritorno dall'Africa e siamo rimasti toccati dalla tua esperienza fatta direttamente tra la gente e i Missionari del luogo. Conoscendo da sempre la tua sensibilità missionaria, ci è sembrato di rivivere le tue emozioni e hai fatto molto bene a trasmetterci questa esperienza, che ci ha molto edificato spiritualmente.

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Abbiamo confrontato la vita che fanno i nostri fratelli per testimoniare la fede con la nostra poca coerenza, pur trovandoci in mezzo a tanto benessere. Noi continuiamo la nostra vita spirituale nello stile degli Amici di Gesù Crocifisso, cerchiamo ogni giorno di vedere il disegno del Padre su di noi e di attuare il consiglio di Gesù di prendere ogni giorno la nostra croce e di seguirlo nella sua sofferenza. Speriamo che questo anno si davvero l'anno buono per stare un poco insieme, partecipando agli Esercizi Spirituali di S.Gabriele". Roberto e Adriana Buon Anno! "Prima di tutto Buon Anno, anche se per me è iniziato malissimo, perché a letto con dolori fortissimi, per una sciatalgia acuta. Vi sono vicina, specialmente come Amica di Gesù Crocifisso. Con questi dolori fortissimi, ho meditato la Passione di Gesù ogni notte, quando non potevo chiudere occhi per il dolore. Ho offerto sempre tutto al mio Signore, specialmente per le vocazioni e per la pace nelle famiglie e nel mondo intero". Adriana

COMUNICAZIONI - 27 febbraio, Festa liturgica di S.Gabriele: orario delle Messe: 7,30, 9,00, 10,00, 11,00, 19,00, 21,00 - Ogni Giovedì di Quaresima: ore 21: Scuola di Preghiera sulla Passione. - 1 marzo, ore 15,00: Incontro Responsabili Amici a Morrovalle. - 28 marzo, Venerdì Santo, ore 16,00: Solenne Liturgia della Passione; al termine, Rinnovo comunitario della Promessa di Amore. - Un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa.

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