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febbraio 2009 n°5

febbraio 2009 n°5 - Romanotizie · 2009-01-30 · martedì febbraio 24 L-Ektrica djs: Andrea Esu Fabrice Alan Braxe “Music Sounds Better With You” Alain Quême in arte Alan Braxe

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febbraio 2009 n°5

mar

tedì

febbraio03 nano-rec.com

myspace.com/djspillermyspace.com/glitch

myspace.com/canesiomyspace.com/djcolor

Spiller “If This Ain’t Love”Chi non conosce Spiller? Il nostro eroe veneziano ha conquistato il mondo qualche anno fa con la megahit “Groovejet”!Da quel momento non si è mai fermato, ha fondato la Nano Rec un’ottima label che propone musica di qualità... sbarca a Roma con buona parte della Nano crew, ovvero Glitch, Color, Cento Canesio e Rambla Vj.. it’s party time!!!

Nelle tue sonorità degli esordi c’era una grande componente house e funk, le tue produzioni dell’epoca erano molto in linea con l’allora famoso “French Touch”. Non mi è mai piaciuto definirmi sotto un solo genere, poi più il genere è specializzato e meno mi sento di farne parte. Era bello quando dicendo “faccio house music” si raggruppava un po’ tutto, dalla techno alla soulful house. Quanto alle produzioni senz’altro “Groovejet” è più disco, mentre “Laguna” (il mio primo disco) è latin, “Cry Baby” electro e le ultime release su Nano più French Touch. Anche come dj cerco sempre di spaziare, per me una serata è ben riuscita quando riesco a far divertire la gente senza dargli per forza quello che si aspettano venendomi ad ascoltare, è sempre stato il mio cruccio.

Qual’è stata la tua formazione musicale, e come ti rapporti invece oggi con questa invasione di suoni elettronici molto “noise”?Non ho avuto una “formazione musicale” prima di fare il DJ. In famiglia non si è mai ascoltata troppa musica a parte qualche classico cantautore italiano e dei dischi di musica etnica che ogni tanto mia madre portava a casa da lavoro. La passione per la musica è esplosa contemporaneamente a quella per fare il DJ, avevo 15 anni. Tutt’ora ho un rapporto diretto con la musica, ascolto musica solo quando ascolto musica, qualsiasi altra cosa stia facendo non mi piace avere nulla in sottofondo. Quanto alle sonorità “noise”, non sono mai stato un grande amante delle distorsioni e dei zanzarismi, sia nella techno che nell’electro, al contrario sono un grande fan dei tagli secchi e i ritmi “storti”... per fare un esempio preferisco Oizo ai Justice. ;)

Raccontaci la storia di “Groovejet”…Com’è nato il pezzo? Il pezzo è nato in una notte insonne, prima di un viaggio a Miami. Poi proprio in quei giorni alla “Winter Music Conference” è stato suonato per la prima volta in un locale che si chiamava appunto “Groovejet”. Il dj della serata era Boris Dlugosch, erano ancora i tempi in cui durante quella settimana in Florida si definivano le hit underground delle stagioni future e il set di Boris è stato un po’ il sunto di quella edizione. Quest’anno, a distanza di dieci anni, abbiamo recuperato da Boris una registrazione di quella serata indimenticabile e l’abbiamo pubblicata sul Podcast della Nano Rec, scaricabile gratuitamente dai nostri myspace. Il set è stato registrato interamente dal microfono integrato di un walkman minidisk e quindi ascoltandolo si può rivivere l’atmosfera della serata.

Quand’è che ti sei accorto che stava diventando una hit mondiale? E come ti sei sentito ad essere catapultato così improvvisamente nel grande successo?La verità è che è stato tutto talmente veloce che non ci ho capito niente, il pezzo era già una hit da club che veniva suonata in tutti i locali house, poi quando un anno dopo abbiamo fatto la versione vocale cantata da Sophie Ellis Bextor nel giro di una settimana dall’uscita del disco e del video sono stato catapultato nel mondo del “pop” e delle sue classifiche. Non ho mai usato classifiche, tv o radio per informarmi musicalmente quindi per me quel mondo era nuovo ed entrarci dalla porta principale è stato alienante quanto divertente, non l’ho mai preso troppo seriamente.

Molte delle etichette internazionali più in vista del momento come la Modular, la Kitsunè, la Ed Banger, la Gomma etc. danno una grande importanza all’aspetto visivo e “fashion” delle loro produzioni musicali. Anche la tua Nano Rec ha un’immaginario molto bello, che spazia dalle cover alle t-shrit ai flyer degli eventi etc. Quanto ritieni importante per la musica di oggi questo connubio?Indubbiamente è cambiato tutto, l’immaginario di un’etichetta e di un artista non può essere trascurato. Cosa che invece era possibilissima un tempo, quando internet non c’era e potevi far uscire i tuoi dischi su copertina neutra nera preoccupandoti solo di scrivere correttamente i crediti all’interno del centrino del vinile.Ma tutta questa “multimedialità” è anche una sfida divertente, l’immaginario della Nano Rec è interamente curato da Cento Canesio che ho conosciuto proprio in occasione della creazione del logo dell’etichetta nel 2003, il cuore con la cuffia. Da allora ci lega una stima reciproca che ci ha portato a collaborare in diversi settori. Oltre a tutte le grafiche dell’etichetta, Canesio partecipa attivamente ai party Nano come VJ e con delle performance di “writing”. Canesio ha anche un suo brand di streetwear che si chiama Lobster con il quale stiamo collaborando.

In che maniera scegli gli artisti per la Nano Rec e che direzione hai voluto dare all’etichetta?In base all’altezza, se superano il metro e cinquanta non hanno alcuna chance! ;)In realtà all’inizio l’etichettta era nata con la sola intenzione di pubblicare le mie produzioni con più controllo e senza dover rispettare le tempistiche e i limiti delle major. Non ero a caccia di artisti ma con Glitch ci conoscevamo già da molto tempo e il passaggio è stato naturale. Proprio di Glitch tra un paio di mesi uscirà finalmente “Autoreverse”, suo album di debutto nonchè primo album dell’etichetta.

Qualche indiscrezione sul Nano Party di Roma? Cosa state preparando di speciale?Porteremo 400 George nani che a fine serata formeranno una piramide umana. No nessuna indiscrezione, ma la sorpresa c’è eccome!( )(IT)IT)IT

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febbraio10

rexthedog.netmyspace.com/rexthedog1980

The 3 best tracks “1980s”:

Depeche Mode “New Life”Kraftwerk “The Robots”(I know I know, it’s 1970s butI only heard it in the 1980s!)

Herbie Hancock “Rockit”

the 3 best tracks “1990s”:

Adamski “Killer”Bjork “Play Dead”Depeche Mode“Enjoy The Silence”

the 3 best tracks “2000s”:

Alter Ego “Rocker”The Knife “High School Poem/Lasagna”Sigur Ros “Sigur 1 (Untitled)”

(UK)

Live!

(FR)

febbraio

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myspace.com/alanbraxe

17

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tedì

febbraio24 L-Ektrica djs:

Andrea EsuFabrice

Alan Braxe “Music Sounds Better With You”Alain Quême in arte Alan Braxe è un’icona del French Touch! È balzato agli onori delle cronache nel 1998 come componente degli Stardust, progetto del quale facevano parte anche Thomas Bangalter dei Daft Punk e Benjamin Diamond. Arriva a Roma per la prima volta in assoluto, per una party che si prospetta indimenticabile!

Il tuo esordio risale al 1997 con il singolo “Vertigo” sull’etichetta Roulè di Thomas Bangalter. Come ti sei avvicinato alla musica elettronica e quali sono state le tue influenze?Ho iniziato comprando mix 12” verso la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90. Questa musica suonava così nuova, fresca, eccitante. Compravo dagli USA, dall’Inghilterra, dischi di gente tipo Master at Work, Todd Terry, LFO, Cajmere e molti altri, ero davvero compulsivo nell’acquisto di 12”. Andavo continuamente in giro per club e rave, così ho conosciuto Thomas Bangalter e Guy Manuel dei Daft Punk, i Micronauts, Gildas della Kitsunè etc. La scena era piuttosto ristretta all’epoca ed era facile incontrare un sacco di gente, tutti intenti a costruirsi una carriera in questa scena musicale. Io ho iniziato a produrre musica solo più tardi, nel ‘97, con l’acquisto di un po’ di strumenti necessari, ho cominciato con lo scratch ma senza la minima idea di come si producesse un disco. Solo un mese dopo ho inviato i miei primi demos a Thomas Bangalter che ha deciso di pubblicare proprio “Vertigo”.

La leggenda racconta che nel 1998 al Rex Club di Parigi, tu e Thomas Bangalter avete creato una base durante un dj set e Benjamin Diamond, iniziò a cantarci sopra… nacque così la traccia più famosa del French Touch “Music Sound Better with You” e il vostro progetto “Stardust” (con video di Michel Gondry!). È tutto vero? E come mai dato l’enorme successo non avete proseguito insieme?Dopo la realizzazione di “Vertigo” mi chiamarono per questo live di 30 min al Rex di Parigi e convinsi Benjamin Diamond e Thomas Banglater ad esibirsi con me. Io suonavo un campionatore EMU SP 1200, Thomas era alle tastiere e Benjamin alla voce. Sul finire dello show iniziammo a suonare questo sample da “Fate” di Chaka Khan, Benjamin e Thomas improvvisavano sul pezzo, io suonavo la batteria col campionatore. Ci siamo accorti subito di questa enorme reazione nel club e nel giro di poco tempo nello studio di Thomas abbiamo registrato il pezzo universalmente conosciuto come “Music Sounds Better With You”. La canzone si trasformò in una hit molto rapida-mente, con ripetuti passaggi nelle radio nazionali di molti paesi europei. Ciò nonostante si decise di mantenere il progetto come un’esperienza unica e credo sia stata una buona scelta, quel pezzo è diventato davvero “unico”.

Negli anni ‘90 il French Touch è stato uno dei fenomeni musicali più importanti. Tu, i Daft Punk, Cassius, Etienne de Crecy etc.. ma non solo basti pensare anche agli Air o ai Phoenix. In questi ultimi anni si è tornato nuovamente a parlare della Francia grazie al successo internazionale di etichette come la Ed Banger o la Institubes. Quali differenze e legami ci sono tra il vostro periodo e quello attuale? Ho la sensazione che la nuova scena sia molto più “aggresiva” nel marketing e nella promozione. Musicalmente parlando ci sono differenze tra le due scene, ma la connotazione francese credo sia ancora molto riconoscibile.

Sei nel mondo della musica da più di 10 anni con grande successo, hai avuto molte collaborazioni e remixato tantis artisti, tra cui Goldfrapp e Royksopp, ma solo da un paio di anni hai deciso di inziare a suonare anche come dj. Come mai questa decisione è arrivata così tardi e com’è il tuo rapporto con il dancefloor?Ad essere sincero in passato avevo un po’ di paura nell’affrontare il club in qualità di dj. “Produzione” e “Djing” sono due cose davvero molto diverse tra loro, ma molti amici mi chiedevano di provare, io ho solo seguito il loro suggerimento e credo che sia stato una scelta giusta. Mi piace suonare da dj, mi piace l’interazione con la gente, qualunque sia il tipo di club, anche piccolo, così come mi piacciono i grandi festival, è sempre un’esperienza nuova. Il mio set poi non è mai programmato in anticipo, così tutto suona sempre differente, amo la varietà, amo suona-re generi e stili diversi. Quando un intero club impazzisce per la tua musica, questo ti riempie di gioia, è davvero un’esperienza straordinaria. L’ altro aspetto interessante è viaggiare per il mondo e conoscere gente nuova.

Il tuo ultimo album risale al 2005, “The Upper Cuts” contiene tutti i tuoi grandi successi tra cui “Intro” realizzata insieme a Fred Falke. Attualmente a cosa stai lavorando e quali sono i progetti per il futuro?Ho tre obiettivi al momento. Il primo è di realizzare il mio primo album nel 2009. In dieci anni ho fatto moltissimi remix e singoli, da solo e in collaborazione, ma ora credo sia davvero arrivato il momento di lavorare a qualcosa di personale, mettere a fuoco un suono che sia solo mio. Il secondo obiettivo è di lavorare parecchio sulla mia etichetta Vulture, realizzare pezzi di artisti diversi su una base comune. L’ultima uscita a dicembre 2008 è stata quella di Sedat con 2 pezzi, intorno alla metà di febbraio usciranno altri due brani di Lifelike e poi ad aprile Das Glow (con un pezzo molto old school). A marzo una nuova band inglese chiamata Fenech Soler che pubblicherà il primo singolo su Vulture, il lato A del disco è una fantastica canzone electro/pop! Vorrei poi migliorare la distribuzione digitale rendendo disponibili i download sulle principali piattaforme in rete (continuando comunque a stampare 12’’). L’ultimo obiettivo è quello di continuare a suonare da dj regolarmente e tenermi in contatto con la vita da club!!!

L-Ektrica djs: Andrea Esu & FabriceVisual: Infidel Design: Lord Z

Info: l-ektrica.com myspace.com/lektrica

ogni martedì/every tuesday - ore 23.00

c/o: Akab Via di Monte Testaccio 69, Roma

Thanks to: Raffaella Favilla, Phonola

Concept, interviste e realizzazione: L-Ektrica Family

“i’ve got the power”