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AVVIAMENTO A PULSANTE PER FIAT PAND A 900 I.E. In questo vorrei illustrare un gadget, costruito per intero artigianalmente, in sostanza si tratta di un pulsante di avviamento ausiliario, che lavora in parallelo blocchetto chiavi dell'auto. Di seguito si possono osservare le viste in dettaglio, e complessiva, del gruppo pulsante già installato, ad autovettura spenta: Praticamente, consiste di un interruttore normalmente aperto, a pulsante, montato su di un supporto in ferro e alluminio, da me costruito, per l'autoradio, inizialmente ho usato il supporto radio originale per la fiat panda, in cui il pulsante era ubicato sullo stesso supporto a sinistra dell'autoradio, nella sede adibita all'accendi sigari. Sono passato a questa soluzione, in seguito ad un furto, (ora per rubare via la radio, si deve portare via un pezzo del telaio). Comunque il supporto non è la parte più importante dell'accessorio, vorrei porre l'attenzione invece sulla parte elettrica, che non è da considerare semplicemente un interruttore posto in parallelo al commutatore di accensione, il pulsante è infatti corredato di alcuni accessori, ovvero le due luci led, rossa e verde, visibili nella parte inferiore del gruppo, e di un piccolo circuito elettronico, nascosto dietro il pannello.

Fiat Panda 900 IE - Avviamento a Pulsante

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AVVIAMENTO A PULSANTE PER FIAT PAND A 900 I.E.

In questo vorrei illustrare un gadget, costruito per intero artigianalmente, in sostanza si tratta di un pulsante di avviamento ausiliario, che lavora in parallelo blocchetto chiavi dell'auto. Di seguito si possono osservare le viste in dettaglio, e complessiva, del gruppo pulsante già installato, ad autovettura spenta:

Praticamente, consiste di un interruttore normalmente aperto, a pulsante, montato su di un supporto in ferro e alluminio, da me costruito, per l'autoradio, inizialmente ho usato il supporto radio originale per la fiat panda, in cui il pulsante era ubicato sullo stesso supporto a sinistra dell'autoradio, nella sede adibita all'accendi sigari. Sono passato a questa soluzione, in seguito ad un furto, (ora per rubare via la radio, si deve portare via un pezzo del telaio).

Comunque il supporto non è la parte più importante dell'accessorio, vorrei porre l'attenzione invece sulla parte elettrica, che non è da considerare semplicemente un interruttore posto in parallelo al commutatore di accensione, il pulsante è infatti corredato di alcuni accessori, ovvero le due luci led, rossa e verde, visibili nella parte inferiore del gruppo, e di un piccolo circuito elettronico, nascosto dietro il pannello.

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Quando decisi di costruire questo accessorio, il problema principale che mi ponevo, era garantire l'esercizio in sicurezza dell'avviamento, nel senso che l'avviamento fosse possibile solo a motore tassativamente spento. Decisi quindi di dotare il pulsante, di un apparato elettronico che svolgesse appunto la funzione di abilitare o meno l'avviamento. Inizialmente l'idea era quella di cercare nell'impianto elettrico, un segnale che fosse indicativo di motore già avviato, ma per mia inesperienza, e nel timore di procurare danni alla centralina, abbandonai l'idea, a favore di un'altra un po' meno elegante, ma comunque fattibile, senza contare che richiedeva un apparato elettronico meno sofisticato, e anche più compatto.

Sostanzialmente il funzionamento è il seguente: il gruppo pulsante, opera sotto abilitazione della chiave, vale a dire che finché non viene data corrente al quadro comandi, il pulsante non è attivato. Inserendo la chiave e dando corrente alla strumentazione (posizione MAR del blocchetto di avviamento), il pulsante si attiva, come si può anche vedere dalle foto:

La luce rossa indica che il pulsante è abilitato ad avviare il motore, si preme e si tiene premuto sino ad avviamento avvenuto, similmente a come si opera con le chiavi da commutatore. A motore acceso, la luce rossa si spegne e si accende la luce verde:

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Con luce verde il pulsante è in sicurezza, vale a dire che la corrente al motorino di avviamento è interdetta, se viene premuto in questo stato non succede niente. In pratica dal momento che il gruppo viene attivato, si ha una sola chance per avviare il motore, sia che fallisca, o che vada a buon fine, per poterlo riattivare occorre spegnere il motore, o comunque togliere la corrente al quadro comandi (posizione 0 del blocchetto di avviamento) quindi ridare corrente con chiave in MAR.

Le due spie, che sono pilotate direttamente dall'apparato elettronico, non sono accessori a semplice fine estetico, ma svolgono una funzione diagnostica, la spia rossa in particolare, è strettamente indicativa dello stato di abilitazione del pulsante, se a motore acceso, la luce rossa non si spegne, significa che il pulsante non è interdetto, se viene premuto, si aziona il motorino di avviamento, col rischio di causare danni al motore, in pratica l'apparato ha fallito.

Comunque il circuito elettronico, di costruzione interamente artigianale, è già stato esaurientemente collaudato, per più di 5 anni senza significativi problemi, (dalle immagini si vede che il bottone è un po' scolorito), a parte due specifiche situazioni:

-in estate, con veicolo parcheggiato al sole, la temperatura dell'abitacolo può compromettere temporaneamente l'apparato, che non disabilita il pulsante ad avviamento effettuato, il problema scompare non appena la temperatura scende;

-il circuito è stato costruito, per intervenire in teoria, anche per avviamenti effettuati tramite commutatore, tuttavia, non sempre l'apparato ha successo, e il pulsante resta abilitato, non si riscontrano problemi invece per avviamenti da pulsante;

SCHEMA CIRCUITALE

Per la costruzione, si possono consultare di seguito il circuito elettronico, e qui sotto, uno spaccato delle connessioni dietro al blocchetto di avviamento.

E' bene tenere presente nello schema sul blocchetto, le linguette contrassegnate con

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M, +, e –, sono quelle da cui bisogna derivare i cavi, che andranno ad alimentare il circuito elettronico, comprensivo di pulsante, in pratica il blocchetto funge da interfaccia al gruppo del pulsante, per il motorino di avviamento.

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Nello schema circuitale, i tre cavi derivati, devono essere collegati nei punti contrassegnati coi corrispondenti simboli, di questi, + e - indicano il positivo di alimentazione e la massa, o meglio il positivo condizionato dal blocchetto di avviamento, nel senso che se la chiave non è girata, non eroga tensione. Il cavo contrassegnato con M è il segnale che verrà inviato al teleruttore del motorino, in fase di avviamento.

Di seguito vengono fornite le specifiche circa i componenti del circuito:

R1 8.2 ohm - ¼ watt R2 56K ohm - ¼ watt R3 390 ohm - ¼ wattR4 470 ohm - ¼ watt R5 100 ohm - ¼ watt R6 270K ohm - ¼ watt R7 5K ohm - ¼ watt R8 180 ohm - ¼ watt R9 220 ohm - ¼ wattR10 8.6 ohm - ¼ watt R11 56K ohm - ¼ watt

tutti i componenti contrassegnati con R sono resistori, la K a fianco sta per kiloohm,non sono necessarie resistenze ad alta tolleranza termica.

D1 1N4007 D2 1N4007 DS1 X0403DF DS2 X0403DF DZ1 Zener 12 volt - ¼ watt DZ2 Zener 12 volt - ¼ wattTR1 BDX53C TR2 BC549C L1 Led 12 volt verde L2 Led 12 volt rosso RL1 Relè 12 volt - 10 amp. RL2 Relè 12 volt - 1 amp.P1 Interruttore a pulsante

I componenti D[n], sono tutti diodi, DS[n] sono diodi SCR e DZ[n] invece diodi zener, TR[n] indicano i transistor, le due spie sono costituite dai led L[n] a 12 volt, servono poi due relè, ciascuno pilota un deviatore, quello da 10 ampere, visibile in azzurro al di sotto del pulsante, è un relè di potenza, serve a convogliare la corrente al teleruttore del motorino, l'altro da 1 ampere, svolge funzioni logiche nel circuito.

Per la costruzione del circuito elettronico, oltre ai componenti descritti, occorre una piastra di vetronite, rivestita da un solo lato di rame, e cloruro ferrico, per l'incisione delle piste. Per incidere la scheda, bisogna in pratica disegnare una maschera sulla piastra in vetronite, precedentemente tagliata a misura, che riproduce la forma finale di tutte le piste del circuito, lo scopo è quello di rivestire la superficie di rame, esattamente dove cadono le piste, e lasciare liberi gli interstizi tra una pista e l'altra.Esistono vari metodi più o meno costosi, il più economico è ricorrere ad un indelebile nero a punta fine, e disegnare a mano tutte le piste, ovviamente, prima della operazione, la piastra va pulita e sgrassata, con un normale detersivo, quando è asciutta si procede col pennarello. Nel tracciare le piste, è importante mantenere gli

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interstizi tra pista e pista, il più stretti e ridotti possibile; meno rame c'è da levare, minori saranno i tempi di incisione, e maggiori le probabilità di successo.Quindi si passa all'incisione, si prende una bacinella di vetro, si versa il cloruro ferrico, e si immerge la piastra in maniera che l'acido la ricopra integralmente, attenzione, il prodotto non è da considerarsi pericoloso come l'acido solforico, riesce a malapena a corrodere il rame, e con tempi notevoli, il ferro lo segna e basta, e le mani non le corrode, certo se ci si bagna è meglio lavarsele, basta un normale sapone; comunque ciò non vuol dire che lo si possa bere o mangiare, è bene nel condurre questa operazione, usare un paio di occhiali e di guanti, ad esempio da elettricista, o comunque che siano in gomma. Una cosa, se volete fare un dispetto a qualcuno, versare questo prodotto nel motore darà risultati garantiti, per cui state attenti a dove versate il liquido esausto a lavoro finito, e cercate di tenerlo ben distinguibile da altri prodotti.

L'operazione di incisione, richiede una buona mezzora, anche cinquanta minuti, dipende dalle dimensioni della scheda, da quanto rame c'è da levare, dalla temperatura; a tal proposito, per ridurre i tempi, chi ha la possibilità, può condurre l'incisione, mettendo la bacinella con acido e scheda immersa, su di un fornelletto, in maniera da tenere in calda il liquido; anche qui attenzione a respirare i vapori, usate una mascherina. Il mio consiglio comunque è di condurre l'operazione a freddo, ci si mette di più, ma almeno, si fanno i lavori con più calma, anche perché ogni tanto, bisogna controllare a che punto è l'incisione, per fare questo, con i guanti, e un arnese, tipo coltello o cacciavite, si estrae la scheda dalla bacinella, facendo attenzione a non toccare eccessivamente il liquido, ma soprattutto, a non toccare la superficie dove è stata disegnata la trama delle piste. La scheda prelevata, non deve essere toccata, né lavata o ripulita dal liquido, va lasciata sporca e intatta, per controllare lo stato di incisione, si osserva la scheda in controluce, dal lato dove non c'è il rame, la vetronite è trasparente, si vede subito dove le piste sono state incise e dove no; se non è completo, si rimette delicatamente la scheda a bagno, e si continua come già descritto. Attenti a non dimenticare la scheda nella bacinella, l'indelebile fa miracoli, ma il l'acido riesce ad intaccare anche l'inchiostro, e oltre un certo tempo, comincia ad incidere anche sul rame delle piste.

A lavoro ultimato, si pulisce la scheda, con acqua, e con un solvente, (va bene anche l'alcol etilico) si elimina l'inchiostro indelebile; a questo punto la scheda è pronta, ora bisogna passare al montaggio dei componenti. Per questa operazione, è indicato un trapano, magari a mano, con punte da 1, 1.5 e 2 mm, del cavo da impianti elettrici, (1.5 – 2.0 mm), e cavetti da 1 mm di diametro, e ovviamente, un saldatore a stagno.Si tenga presente, che i costi da sostenere sono molto ridotti, componenti, acido, cavi, li si procura con 20 euro, paradossalmente a costare di più può essere proprio l'interruttore a pulsante, e il saldatore, stagno incluso, per questa operazione comunque, basta un saldatore da elettricista a 50-100 watt in corrente alternata.Con il trapano si forano 1 mm, tutti i punti dove vanno inseriti i componenti, 2 mm, dove andranno invece inseriti i cavi da derivare dal blocchetto, questi devono essere più grossi, perché portano la corrente del teleruttore sul motorino di avviamento, i

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ponti sul circuito, invece, hanno sole funzioni logiche, che possono essere svolte da cavi da 1 mm. Di seguito si possono osservare un esempio di maschera per le piste, e lo schema della scheda, con i collegamenti per i componenti.

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Questo è un esempio basato sull'apparato proposto nelle foto, c'è un dettaglio da chiarire sul circuito, il diodo zener DZ2, che nel circuito collega a massa la resistenza R10, deve essere rimosso, perché in pratica cortocircuita il segnale al transistor TR2, il cui funzionamento è invece necessario per disabilitare il pulsante. Nella figura di sopra, i numeri 1 e 2 nei cerchietti blu, indicano che le piste, cui fa riferimento il bollino, devono essere collegate tra loro con un ponticello, in cavo da 1 mm, i ponti vanno messi tra le piste indicate con lo stesso numero, le 1 con le uno, e le due con le

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due. I due relè, sono indicati con i rettangoli in giallo, in entrambi si osservano 8 piedini, (i punti gialli, quelli grigio scuro vanno rimossi, e comunque non devono essere saldati), di cui 6 raggruppati, e 2 isolati. I due isolati, sono le uscite della bobina magnetica, se si applica tensione, il relè scatta, i 6 raggruppati, costituiscono a file di tre, due interruttori a deviatore.

Per RL1, il relè che porta il carico al motorino, quello centrale è il comune, i due laterali, sono nella figura di sopra, a sinistra normalmente aperto, e a destra normalmente chiuso, quindi si faccia attenzione, anche in riferimento allo schema circuitale, dove è che va collegato il piedino normalmente chiuso. Inoltre non viene usato un solo deviatore come da schema, ma per esigenze resesi evidenti dai collaudi, è stato necessario posizionare un interruttore normalmente aperto, a sinistra della resistenza R10, sul ramo che dal pulsante, va all'uscita per il motorino di avviamento.

Il relè RL2 invece, viene usato come indicato nello schema circuitale, i tre piedini del deviatore di sinistra, sono stati saldati tutti sulla stessa pista, che è isolata dal resto del circuito, semplicemente allo scopo di fissare alla scheda il relè, in modo più solido, e sicuro. Il deviatore che svolge le funzioni è quello di destra, che infatti lavora con due soli piedini, cioè come interruttore. Attenzione che in RL2 il comune non è al centro, ma è uno dei due sopra o sotto, non ricordo bene.

Il fatto è che RL1 è un relè a 10 ampere, da impianti industriali, il relè RL2 invece è più piccolo (1 ampere), per circuiti elettronici, pertanto, è importante controllare, nel montaggio, come sono disposti i piedini, e quali funzioni svolgono, per non dover buttare via la scheda.

Si può dire la stessa cosa dei componenti del circuito, che non devono essere necessariamente quelli indicati in tabella, che sono stati usati perché disponibili, si consiglia di usare quelli, perché sono i più diffusi, e perché hanno superato con successo i collaudi, comunque si possono usare anche altri componenti, purché sianoidentici, per caratteristiche, a quelli indicati; scelte diverse, richiederebbero nella migliore delle ipotesi, di dover cambiare i valori di alcune o tutte le resistenze, al fine di ripolarizzare i semiconduttori, nella peggiore invece, non si riuscirà a far funzionare il circuito, e comunque, quello proposto, ha superato il collaudo, ma è l'unico esemplare esistente, con questo tipo di schema circuitale; anche rispettando le specifiche consigliate per i componenti, non è detto che i valori delle resistenze siano validi, bisogna tenere presente infatti, che componenti di identico tipo e marca, hanno caratteristiche tra loro variabili, anche significativamente.

Al termine del montaggio, si collegano i cavi derivati dal blocchetto di avviamento, si consiglia come nelle figure di sotto, di usare uno spinotto a quattro linguette, in maniera da poter montare e smontare l'apparato velocemente.

Non sto a dare illustrazione del principio di funzionamento dello schema, e sono cosciente, che per talune soluzioni, anziché i relè, si potevano usare semiconduttori di

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potenza, purtroppo questo era quello che passava il convento.

Per concludere, di seguito si possono osservare alcuni spaccati dell'apparato, montato e pronto per l'uso.

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