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Filiera Grano Duro News - n. 3 - apr 07

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Sommario All’interno del Progetto, sono stati stipulati contrat- ti di coltivazione per una produzione prevista di oltre 32.000 tonnellate di Grano duro di alta qualità il Progetto “grano duro pag. 1 di alta qualità” i partecipanti al Progetto pag. 2 Sicurezza alimentare pag. 4 Andamento delle colture pag. 5 La fusariosi della spiga pag. 6 e le strategie di difesa Attività di ricerca pag. 8 Daniele Govi – servizio Produzioni Vegetali - regione emilia-romagna

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Page 1: Filiera Grano Duro News - n. 3 - apr 07

Proprietà e redazione: Società Produttori Sementi Via Macero, 1 - 40050 Argelato (BO) - [email protected]

Direttore responsabile: Dott. Marco Bon

Stampa: Bime Tipo-Litografia s.n.c. Via Sebastiano Zavaglia 20/24 - 40062 Molinella (BO)

Reg. Tribunale di Bologna n. 7711 del 15/11/2006

Periodico realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna ai sensi della L. R. 28/1998.

Periodico di informazione tecnico - economican. 3 - aPriLe 2007

Filiera Grano duronews

Grano duronewsFiliera

Periodico di informazione tecnico-economica a sostegno delProgetto Pilota “grano duro di alta qualità” in emilia romagna

SOciETàProdUttori Sementi S.p.a. BOLOGNA

il Progetto “grano duro pag. 1 di alta qualità”

i partecipanti al Progetto pag. 2

Sicurezza alimentare pag. 4

Andamento delle colture pag. 5

La fusariosi della spiga pag. 6 e le strategie di difesa

Attività di ricerca pag. 8

Sommario

Il progetto pilota “Grano duro di alta qualità” ha visto la piena adesione di tutti i soggetti della filiera regionale che vi partecipano: dall’industria mo-litoria a quella sementiera e al mondo agricolo che, attraverso le organizza-zioni dei produttori ed alcune struttu-re di stoccaggio, può beneficiare delle condizioni contrattuali concordate.L’industria molitoria da parte sua ha sottoscritto gli impegni previsti nel contratto quadro siglato presso la Regione Emilia-Romagna, che ha rap-presentato il formale avvio del pro-getto. A loro volta le Organizzazioni dei produttori ed alcune strutture di stoccaggio hanno potuto mantenere gli impegni assunti, sia verso l’impre-sa molitoria (Barilla) sia nei riguardi dei propri soci. Il “Contratto Quadro” prevedeva infatti, a fronte degli impe-gni del produttore agricolo a rispet-tare quanto previsto nel disciplinare di produzione, uno specifico premio di adesione al progetto e premi dif-ferenziati in funzione della qualità raggiunta.Se quest’anno sono previste oltre 30.000 tonnellate di grano duro di alta quali-tà, che rappresentano circa un quarto della produzione media regionale degli ultimi anni, vi è la prospettiva di un si-gnificativo incremento già dalle prossi-me semine. In Emilia-Romagna vi sono infatti condizioni peculiari che rendo-no ottimale lo sviluppo di un progetto di filiera così come è stato avviato: vi è una importante industria molitoria di livello internazionale (Barilla) che ha da tempo iniziato una stretta collabo-razione per lo sviluppo di varietà dalle

migliori caratteristiche per la trasfor-mazione con una avanzata impresa se-mentiera (Società Produttori Sementi) che ha sede anch’essa in Emilia-Roma-gna. Questo settore della filiera ha tro-vato nel mondo agricolo organizzato e professionalmente preparato le condi-zioni per assicurare il miglior risultato produttivo. Tra gli aspetti da segnalare anche l’estensione territoriale dell’ini-ziativa che, già in questa fase di avvio, interessa tutte le principali aree cerea-licole regionali.Il progetto rappresenta dunque un positivo modello di integrazione tra Agricoltura, Industria e Istituzioni. Il progetto è stato supportato dalla Re-gione attraverso interventi di sostegno all’attività commerciale e contrattuale realizzata dalle Organizzazioni dei pro-duttori e attività di assistenza tecnica (L.R. 28/98).Dal punto di vista tecnico si sta lavo-rando ad un perfezionamento del di-sciplinare di produzione per renderlo pienamente integrato con quelli della Regione Emilia-Romagna.La strada intrapresa è quella giusta e va mantenuta anche nel proseguimen-to dell’iniziativa. Occorre infatti as-sicurare il mantenimento delle citate peculiarità, che possono consentire il corretto coinvolgimento di un numero sempre più ampio di produttori agrico-li del nostro territorio; questi così po-tranno essere accompagnati nel loro impegno ad una specifica produzione di alta qualità, richiesta ed apprezzata dal mercato, e al contempo vedere pre-miati i propri sforzi e la propria profes-sionalità.

il Progetto “grano duro di alta qualità”Daniele Govi – servizio Produzioni Vegetali - regione emilia-romagna

All’interno del Progetto,

sono stati stipulati contrat-

ti di coltivazione per una

produzione prevista di oltre

32.000 tonnellate di Grano

duro di alta qualità

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� Filiera Grano duronews N. 3 - Aprile 2007

i partecipanti al Progetto si presentano

• per l’industria molitoria Barilla G. e R. Fratelli Società per

Azioni• per l’industria sementiera Società Produttori Sementi S.p.a.

- O.P. Grandi Colture Emilia-Romagna Società Cooperativa Agricola;

- Cereali Romagna s.r.l.;- Esperia soc.cons. a r.l.;

Al Progetto Pilota “Grano duro di alta qualità” in Emilia-Romagna partecipano:

- Progeo Società Cooperativa Agricola;- Consorzio Agrario Parma;- Consorzio Agrario di Piacenza;- Capa Ferrara Soc. Coop.

• per le Organizzazioni di produttori e dei Consorzi Agrari

Il Consorzio Agrario Provin-ciale di Piacenza è una so-cietà cooperativa a respon-sabilità limitata.Fondato nel 1900 da 47 agri-coltori piacentini, è cresciuto parallelamente allo sviluppo dell’agricoltura provinciale. Oggi conta circa 2500 soci.La struttura opera prevalen-temente a livello provinciale con attività di commercializ-zazione e vendita di mezzi tecnici, macchinari e carbo-lubrificanti; fornisce inoltre servizi di consulenza assicu-rativa, agronomica e zootec-nica ai produttori agricoli.Adiacenti alla sede cen-trale, si estendono, su una superficie di circa 120 mila metri quadrati, magazzini di stagionatura formaggio e magazzini generali di stoc-caggio e deposito merci per conto terzi. Per il ricevimento e lo stoc-caggio di cereali e legumino-se, il Consorzio dispone di diversi centri satellitari ubi-cati nei comuni di Piacenza, S.Giorgio, Monticelli, Rotto-freno, Fiorenzuola, Niviano, Bacedasco, S.Gabriele.Nella campagna di commer-cializzazione 2006/7 sono sta-ti ritirate circa 50.000 ton di prodotti così specificati:

Grano tenero 25.000 ton

Grano duro 3.000 ton

Orzo 5.000 ton

Mais in granella 20.000 ton

Soia in granella 2.000 ton

Dal 2001 sono stati realizzati i primi contratti di coltiva-zione del frumento traccia-to; negli ultimi anni sono

consorzio agrarioProvinciale di Piacenza

stati aggiunti contratti per la coltivazione di varietà parti-colari richieste dall’industria molitoria. In entrambi i casi, oltre alla scelta di varietà specifiche, i produttori agri-coli si impegnano a coltivare il frumento seguendo proto-colli agronomici predisposti dal servizio tecnico agrono-mico.Il Consorzio ha indirizzato le scelte dei produttori agricoli verso varietà di frumento ri-chieste dall’industria molito-ria in modo da costruire una filiera grano che porti ad una valorizzazione dei prodotti ottenuti e nel contempo ad una massimizzazione dei redditi delle aziende agrarie. La sua funzione è quella di tramite tra i produttori e le organizzazioni interessate ad acquistare quantità omo-genee di cereali.La Società piacentina inol-tre sta conducendo, ogni anno, prove di coltivazione e di confronto varietale che costituiscono un valido rife-rimento per i cerealicoltori della zona.

Fondato nel 1893, il Consor-zio Agrario di Parma è una delle più significative realtà imprenditoriali dell’Emilia Romagna, con i suoi 115 milioni di fatturato, i circa 2.000 soci – parte integrante della filiera di produzione di burro e Parmigiano Reggia-no – e 8.500 clienti, oltre a centinaia tra collaboratori, dipendenti, agenti e tecnici. La società, presieduta dal-l’avv. Fabio Massimo Can-tarelli, dispone di una rami-ficata struttura produttiva, logistica e commerciale. Nei propri magazzini cura diret-tamente, grazie a personale qualificato e addestrato, la delicata fase di stagionatu-ra e selezione delle forme di Parmigiano Reggiano.Risale ai primi anni 70 la co-struzione del mangimificio, periodicamente soggetto ad adeguamenti tecnologici. E’ dello scorso anno l’imple-mentazione di due moderne presse che si sono aggiunte all’expander di alcuni anni fa.A metà degli anni 70, si è aggiunto un nuovo impianto produttivo, questa volta nel settore alimentare: il burrifi-cio. Gli ultimi aggiornamenti in ordine di tempo riguarda-no le nuove linee di confe-zionamento inserite nel cor-so del 2006. Infine, per quanto riguarda la filiera cerealicola, tra il 2000 e il 2006 è stata la volta de-gli impianti di stoccaggio e

lavorazione ad essere ammo-dernata con la costruzione del complesso di Soragna, al quale ha fatto seguito quel-lo di Stradella di Collecchio completato nel dicembre 2006. Con queste due nuove strutture la capacità di stoc-caggio si è ampliata fino a raggiungere le 55.000 t circa.Gli impianti principali sono dotati di strumentazioni NIR per la separazione dei cereali in base ai parametri qualitativi e di apparecchia-ture per la conservazione tramite refrigerazione. Que-sto ha consentito al Con-sorzio Agrario di Parma di sviluppare negli ultimi anni interessanti progetti di filie-ra volti ad elevare la qualità della produzione cerealicola locale e a valorizzarla al me-glio sul mercato.In un territorio vocato alle produzioni alimentari di ec-cellenza e riconosciuto in tutto il mondo come sinoni-mo di cibo e di qualità (sede fra l’altro dell’Autority euro-pea per la sicurezza alimen-tare) il Consorzio Agrario di Parma, grazie ai molti rami d’attività, si propone come partner ideale per le filiere del comparto agroalimenta-re, in particolare quelle del latte, grano tenero e grano duro, fino alle porte della di-stribuzione.

consorzio agrario di Parma

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�Filiera Grano duronews

Nel 1976, anno di fon-dazione della Capa Ferrara Soc. Coop.va a Vigarano Pieve (Ferrara), in presenza di una forte compe-tizione nazionale ed europea si pensò di concentrare in un’uni-ca struttura di essic-cazione e stoccaggio i raccolti cerealicoli di un consistente gruppo di pro-duttori per ottenere signifi-cative economie di scala. In seguito il continuo ammo-dernamento degli impianti e la capacità di confrontarsi costantemente con il merca-to hanno fatto si che la Capa Ferrara, con la soddisfazio-ne dei propri 1900 Soci, pro-venienti dalla province di Ferrara, Modena, Bologna, potesse raggiungere una dimensione considerevole sia in termini di capacità di essiccazione (2.400 ton/gior-no) che di stoccaggio (con oltre 65.000 ton). I principali prodotti ritirati sono grano tenero, commercializzato ai molini per la produzione di farine per pane, biscotti, pizze e prodotti di pastic-ceria e grano duro, per la produzione di semola per la trasformazione in pasta. Per quanto riguarda i grani, già da diversi anni, è iniziato lo stoccaggio separato in fun-zione del tenore proteico, rilevato in fase di conferi-mento, mediante l‘utilizzo di una apposita attrezzatura (Infratec 1241).Il granoturco ritirato è de-stinato sia al settore man-gimistico zootecnico sia al consumo umano tramite prodotti quali amido e suoi derivati, ponendo particolare attenzione negli ultimi anni alle pratiche agronomiche in campagna e alla conserva-zione in fase di post raccolta con l’intento di contrastare le principali problematiche legate alle micotossine dive-nute un elemento qualitativo determinante in termini di commercializzazione. Altre colture importanti, inferiori solo come quantitativi, sono

capa ferrara Soc. coop.

le proteoleaginose quali soia e girasole, che sono vendute per l’estrazione e la produzio-ne degli oli, e il sorgo ad uso zootecnico. In questo perio-do, per ampliare le opportu-nità per i propri Soci, la coo-perativa ha aderito anche ad un progetto per la prossima realizzazione di un impian-to di produzione di energia elettrica a biogas che utilizza come materia prima esclusi-vamente prodotti di origine agricola (mais, girasole, sor-go, loietto e criticale). Oltre al ritiro dei cereali la Capa Ferrara, tramite un ap-posito servizio, svolge per i propri associati assistenza tecnica tramite personale specializzato che fornisce le indicazioni relative agli interventi da eseguire, ed ha la possibilità di fornire i mezzi stessi per tutto il ciclo lavorativo. La Capa Ferrara ha un organico di 12 dipen-denti, tra impiegati, tecnici e operai a cui si aggiungono circa 10 stagionali nel perio-do di raccolta. Anche oggi, come nel 1976, siamo probabilmente in una fase in cui tutto il comparto cerealicolo deve accresce-re la propria competitività e qualificare le produzioni garantendo caratteristiche qualitative, standard di si-curezza e di origine degli alimenti che differenzino le proprie produzioni. Per que-sto la Capa Ferrara ha inve-stito nella tracciabilità com-pleta dei prodotti conferiti e nella qualità ad ogni livello aziendale dimostrando la più ampia disponibilità alla collaborazione con i propri clienti su qualsiasi progetto.

consorzio agrario di Parma

ProGeo Soc. coop. agr.Progeo Coop. Agr. è la Socie-tà Capofila del Gruppo Pro-geo una delle realtà impren-ditoriali più importanti ed organiche a livello nazionale nel settore della produzione, raccolta, stoccaggio, com-mercializzazione, trasforma-zione molitoria e mangimi-stica dei cereali.Il fatturato consolidato del Gruppo è attorno ai 300.000 € costituito da commercia-lizzazione di cereali (Progeo Soc. Coop. Agr.), produzione e vendita di mangimi per ali-mentazione animale (Progeo Mangimi Spa), produzione e vendita di farine e sottopro-dotti di grano tenero (Pro-

geo Molini Spa), produzione e vendita di fertilizzanti ed agrofarmaci (Scam Spa), commercializzazione mezzi tecnici per l’agricoltura (Inte-sia Srl), servizi di consulenza agronomica (Agrites Srl).Compito operativo primario di Progeo Soc Coop Agr. è valorizzare le produzioni ce-realicole dei propri associati (circa 5000 aziende agricole ubicate principalmente sulle province emiliane di Bolo-gna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza ma anche

in Lombardia, Veneto e To-scana).Il percorso di valorizzazione parte ovviamente dall’orien-tamento delle produzioni e delle tecniche di coltivazio-ne (attraverso Disciplinari e Contratti di Coltivazione spe-cifici per cereali e proteici da agricoltura convenzionale, integrata e biologica) per passare attraverso la raccol-ta, condizionamento, stoc-caggio e commercializzazio-ne di poco meno di 200.000 ton di prodotto (nell’ambito di un Sistema Qualità Certi-ficato ISO 9000 e, per alcune produzioni, ISO 10939).Alla fine del 2004, in relazio-

ne ai programmi di ampliamento signi-ficativo delle atti-vità previste dalla LR 24/00, è stato ottenuto il ricono-scimento di Orga-nizzazione di Pro-duttori e l’iscrizio-ne all’Elenco della Regione Emilia Ro-

magna come SEZIONE OP di PROGEO Soc. Coop. Agr.La partecipazione al proget-to “grano duro di alta quali-tà” rientra a pieno titolo nel-la vision di PROGEO oltre a rappresentare la naturale evoluzione di un rapporto di fornitura pluriennale già in essere con Barilla.

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Nel quadro della normativa europea, la più avanzata a livello mondiale, le indu-strie di marca, in particolare, hanno il dovere e la responsabilità di capire le eventuali criticità lungo tutti i passaggi del processo produttivo per offrire le massime garanzie a tutti i cittadini.Barilla vanta una «visione» e una pre-senza attiva su tutta la filiera del grano duro e della produzione di pasta. Oltre al rispetto della normativa attraverso una più restrittiva progettazione ed implementazione dei relativi strumenti (HACCP - Analisi dei rischi e controllo dei punti critici- GMP - buone pratiche di produzione - rintracciabilità), per ga-rantire la sicurezza alimentare dei suoi prodotti, Barilla adotta misure preven-tive volontaristiche come l’omologa-zione dei fornitori, la dichiarazione di garanzia e le certificazioni analitiche, il capitolato d’acquisto ed inoltre svilup-pa progetti specifici di ricerca sulle te-matiche di sicurezza alimentare.A livello comunitario la normativa qua-dro in tema di contaminati è riportata nel Regolamento CEE n. 315/93 dell’8 febbraio 1993, il quale all’articolo 1, pa-ragrafo 1, indica: “Per contaminante si intende ogni sostanza non aggiunta in-tenzionalmente ai prodotti alimentari, ma in essi presente quale residuo della produzione (compresi i trattamenti ap-plicati alle colture e al bestiame e nella prassi della medicina veterinaria), del-la fabbricazione, della trasformazione, della preparazione, del trattamento, del condizionamento, dell’imballaggio, del trasporto o dello stoccaggio di tali pro-

dotti, o in seguito alla contaminazione dovuta all’ambiente”. Per quanto riguarda la filiera del gra-no duro, i possibili contaminanti sono raggruppabili in: fitofarmaci (normati dal DM 27/08/04 e aggiornamento), e micotossine e metalli pesanti, normati a livello comunitario dal 2001 (ultimo aggiornamento: Reg. CE n. 1881/2006 del 19 dicembre 2006).Fitofarmaci: sostanze che agevolano la coltivazione (diserbanti, anticritto-gamici e insetticidi) e lo stoccaggio del grano duro (insetticidi). In questo contesto Barilla dal 1993 ha proposto e diffuso un disciplinare di coltivazione e di conservazione del grano duro con l’obiettivo di sensibilizzare gli operatori alla conoscenza dei principali contami-nanti della filiera e al rispetto dei limiti. In quegli stessi anni anche la Regione Emilia Romagna ha proposto e diffuso i disciplinari di Produzione Integrata per la maggior parte delle specie regiona-li di interesse agricolo. Dalla sintesi di queste due esperienze nasce il Discipli-nare di Coltivazione e Conservazione del progetto Grano Duro di Qualità del-la Regione Emilia Romagna.Particolare attenzione viene dedicata alla conservazione del cereale che pre-vede sia l’uso di trattamenti fisici come la refrigerazione che l’impiego di insetti-cidi nell’ottica di ridurre quanto più pos-sibile il rischio di residui nella granella.Micotossine: prodotti secondari del me-tabolismo di alcuni funghi e muffe, con possibili effetti tossici nell’uomo e ne-gli animali. Il Deossinivalenolo (DON),

Sicurezza alimentare della filiera del grano duroMarco Silvestri – ricerca materie Prime Strategiche - Barilla

l’Ocratossina A (OTA), le Aflatossine B1, B2, G1 e G2 e lo Zearalenone sono le micotossine attualmente normate sui cereali e quindi anche sul grano duro. Il DON è un prodotto del metabolismo di alcune specie del genere Fusarium che possono affliggere le piante di gra-no durante il ciclo di crescita. L’OTA si origina dalle muffe che possono for-marsi quando il grano viene raccolto ad umidità troppo elevata o quando non viene conservato correttamente.Metalli pesanti: sono metalli con nume-ro atomico superiore a 20 come ad esem-pio Mercurio, Cadmio, Cromo e Rame. Tra le principali proprietà di questi ele-menti si segnalano la densità elevata e la tendenza al bioaccumulo (accumulo progressivo nei tessuti animali). Il Cad-mio (Cd) e il Piombo (Pb) sono gli unici due metalli presi in considerazione dal-l’attuale normativa per il grano duro. La presenza di Cd è favorita dalla sua pre-senza nella roccia che origina il terreno e da alcuni concimi fosfatici, mentre il Pb può provenire esclusivamente per ef-fetto dell’inquinamento atmosferico.In tabella vengono riportati i limiti di legge al di sotto dei quali devono tro-varsi tutte le partite di grano duro e i suoi derivati.In conclusione, sulla base della nostra esperienza, le partite di grano duro pro-venienti dall’Emilia Romagna possono avvantaggiarsi di un’oculata gestione agronomica delle coltivazioni che pre-viene totalmente la presenza di residui di fitofarmaci sulla granella. Fondamen-tale è la corretta applicazione e rispetto dei tempi di carenza per gli insetticidi utilizzati durante la conservazione del grano. Tra le micotossine, la più fre-quente su grano duro è il DON per il cui controllo occorre una specifica gestio-ne agronomica atta a ridurre l’inciden-za della fusariosi in campo. Per quanto riguarda i metalli pesanti Cd e Pd sono raramente presenti a livelli di rischio.

Grano duroNON

trasformato

Cereali per il consumo umano diretto

Semola/Farine

di cereali

Crusca per il consumo

umano direttoPasta

Micotossine

Deossinivalenolo 1750 ppb 750 ppb 750 ppb 750 ppb 750 ppb

Ocratossina A 5,0 ppb 3,0 ppb 3,0 ppb 3,0 ppb 3,0 ppb

Aflatossine B1 2,0 ppb 2,0 ppb 2,0 ppb 2,0 ppb 2,0 ppb

AflatossineB1+B2+G1+G2

4,0 ppb 4,0 ppb 4,0 ppb 4,0 ppb 4,0 ppb

Zearalenone 100 ppb 75 ppb 75 ppb 75 ppb

Tossina T2 e HT2 Da definire entro il 2007

Metalli Pesanti

Cadmio 0,2 ppm 0,2 ppm

Piombo 0,2 ppmDove non compare il valore numerico, perché non direttamente indicato dalla normativa, si fa riferimento al valore del prodotto (grano o sfarinato) a monte.

Tab. 1: Tenori massimi di alcuni contaminanti per grano duro e derivati per ali-mentazione umana (Reg. CE 1881/2006).

SicUrezza aLimentare

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�Filiera Grano duronews

coltivazione, si presentano in un buon stadio di sviluppo e in ottimale stato fi-tosanitario dall’apice fino alla base del culmo. Nelle situazioni, invece, di colture pro-venienti da seme conciato con prodotti meno efficaci e persistenti, in caso di ri-stoppio ecc., si è dovuto intervenire con trattamenti fungicidi, eventualmente in miscela con i prodotti applicati per il diserbo delle colture.

andamento delle coltureFranco Lipparini – Società Produttori Sementi Bologna

anche dal punto di vista fitosanitario.Per quanto riguarda i fitofagi, si è re-gistrata una costante e significativa presenza di afidi durante tutto il perio-do da ottobre fino ad oggi. Questo ha destato notevole preoccupazione agli addetti al settore, non tanto per il dan-no diretto che il fitofago può provocare alla coltura, ma quanto per il fatto che gli afidi possono essere agenti vettori di alcuni virus quali quello del Nanismo giallo dell’orzo (BDYV) e del frumento (WDV). Da tempo infatti si segnala in diversi casi la comparsa dei caratteri-stici sintomi di queste virosi (aree de-limitate con piante ingiallite, meno svi-luppate e con internodi raccorciati), in alcune analisi di laboratorio effettuate su campioni di piante infette (di varietà non rientranti nel progetto) hanno con-fermato la presenza dell’agente virale. Per tali patologie l’unica forma di lot-ta possibile è quella preventiva mirata verso gli afidi vettori del virus. Sempre per quello che riguarda i fitofagi si de-vono registrare anche le prime compar-se di cimici.Per quel che concerne le patologie fungine, la situazione si presenta molto complessa. Infatti le temperature eleva-te accompagnate ad una alta e costante umidità relativa dell’aria, hanno creato le condizioni ideali alla comparsa ed allo sviluppo delle prime patologie già dal mese di gennaio. In particolare si sono evidenziati in maniera piuttosto generalizzata manifestazioni di Oidio, Septoria e Mal del piede.In queste condizioni i vincoli imposti dal “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità” del Progetto regionale pilota, di optare per una concia della semen-te a base di triticonazolo + guazatina, si è dimostrata, in maniera ancor più evidente, efficace. Infatti tale miscela di principi attivi garantisce un’ampia copertura nei confronti dei principali agenti fungini patogeni per il frumento durante tutta la prima fase del ciclo di sviluppo della coltura, dall’emergenza fino alla fase fenologica di fine levata-botticella.Dai diversi sopralluoghi effettuati in campo, infatti, le piante delle varietà di grano duro rientranti nel Progetto (Normanno, Levante, Saragolla e Sve-vo) e coltivate secondo le indicazioni contenute all’interno del disciplinare di

campi dimostrativiDistribuiti nelle diverse aree pro-duttive della Regione Emilia-Ro-magna sono stati allestiti 7 campi dimostrativi con le varietà di grano duro Normanno, Levante, Saragolla e Svevo inserite nel Progetto “Gra-no duro di alta qualità” organizzati in parcelloni di grandi dimensioni e gestiti seguendo le normali tecni-che produttive di campo.I campi sono stati allestiti in Pro-vincia di Parma, Piacenza, Raven-na (Ravenna e Alfonsine), Ferrara (Poggio Renatico) e Bologna (Arge-lato e Ozzano dell’Emilia).Chiunque fosse interessato a visita-re i campi dimostrativi, può contat-tare:• Dott. Franco LippariniSocietà Produttori Sementi Bolognatel. 340.1818094 [email protected]• Dott. Marco SilvestriSocietà Barilla G. & R. Fratelli s.p.a.tel. 0521.262844 - [email protected]

Le coLtUre

Il periodo autunno-invernale 2006-2007 è stato caratterizzato da un andamento climatico alquanto anomalo.Le temperature minime nel periodo che va da ottobre 2006 a febbraio 2007 sono state ben superiori al valore medio re-gistrato per lo stesso periodo negli ul-timi 15 anni, e questo gap si fa ancora più sostanziale quando si raffrontano i dati relativi alle temperature massime e alle medie. Nel mese di ottobre scorso la sostanzia-le assenza di precipitazioni ha portato i produttori, memori di una campagna di semine 2005-06 assolutamente impe-gnativa e prolungata, caratterizzata da una abbondante e continua piovosità, ad iniziare le operazioni di semina già dai primi giorni del mese, spesso senza tenere conto anche delle caratteristiche e delle necessità specifiche delle diver-se varietà (alternatività, fabbisogno in freddo e precocità di sviluppo).

Si sono quindi registrate emergenze rapide ed ottimali, abbondanti accesti-menti e uno sviluppo rapido e continuo delle colture, dovuto al perdurare di condizioni temperate del clima anche per tutto il periodo invernale.Alla luce di quanto fin qui esposto,ci si trova al momento attuale ad avere, per i cereali autunno-vernini, colture gene-ralmente in uno stato molto avanzato di sviluppo e con impianti caratterizza-ti da una elevata densità di culmi per metroquadrato.Questa situazione può diventare preoc-cupante considerando il fatto che ci veniamo a trovare con le piante in una fase del ciclo fenologico molto delica-ta, in un periodo in cui normalmente sono ancora possibili importanti ritorni di freddo.Situazione fitosanitariaLe condizioni atipiche del clima e dello sviluppo delle piante, hanno portato ad una problematica piuttosto complessa

Precipitazioni (mm)Valore Cumulato

Dati forniti da Arpa-Sim Reg. Emilia-Romagna

Valore cumulato delle precipitazioni rilevato nel periodo febbraio/marzo 2007 in Emilia-Romagna

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La fusariosi della spiga e le strategie di difesaBugiani Riccardo - servizio fitosanitario regione emilia-romagna

La difesa dalle malattie fungine del frumento è una tecnica essenziale per garantire sia un aumento della produttività che della sanità com-plessiva della granella. La fusariosi della spiga è una malattia causata da funghi appartenenti al genere Fu-sarium (Fusarium graminearum, F.culmorum, F.avenaceum, F.poae, Microdochium nivale) che, oltre a provocare danni diretti alla produ-zione, sono in grado di contaminare la granella con tricoteceni (in par-ticolare nei nostri areali di produ-zione il deossinivalenolo o DON) e zearalenoni, sostanze tossiche peri-colose per l’uomo. La fusariosi del-la spiga, che generalmente viene ri-portata come una delle malattie più importanti su frumento tenero, si va estendendo ormai, negli areali di coltivazione del centro-italia, anche alla coltivazione del frumento duro. I danni diretti possono arrivare a de-curtare fino al 60% della produzione, tuttavia sono i danni indiretti a de-stare oggi maggiore preoccupazione in quanto provocano una diminuzio-ne del contenuto proteico della gra-nella ma, soprattutto, una maggiore quantità di prodotto contaminato da micotossine. L’entrata in vigore a

tacchi precoci compromettono to-talmente la formazione delle carios-side, mentre attacchi del fungo più tardivi o di gravità apparentemen-te inferiore possono far sembrare sana la granella che, al contrario, si presenta contaminata. A volte, in condizioni particolarmente umi-de, è facile notare sulle spighette gli sporodochi di colore arancione, rappresentanti le fruttificazioni aga-miche del fungo (figura 1).

Condizioni predisponenti la ma-lattiaLe condizioni predisponenti gli attac-chi di fusariosi della spiga di cui bi-sogna tener conto per impostare una adeguata strategia di difesa possono essere di tipo agronomico e di tipo climatico. Le condizioni agronomiche favorevoli allo sviluppo della malattia sono in primo luogo la quantità di ino-culo che è presente in campo sui resi-dui vegetali della coltura precedente o che si produce precocemente alla base della pianta, gli elevati investi-menti colturali, la precocità delle se-mine, l’eccessiva concimazione azo-tata, l’uso di varietà particolarmente suscettibili, l’assenza di rotazioni colturali e il tipo di precessione col-

luglio 2006 del Regolamento Comu-nitario n.865/2005 che determina i limiti massimi di DON e zearaleno-ne tollerati nei cereali e in tutti gli alimenti derivati per l’alimentazione umana e a cui tutte le filiere di pro-duzione devono attenersi, ha reso ancora più importante il controllo in campo di questa avversità fungina.I funghi che causano la malattia svernano sui residui colturali e rap-presentano la principale fonte di inoculo, anche se sono noti casi di trasmissione del patogeno con la semente. Dalle sorgenti di inoculo, i conidi o, più raramente nei nostri areali le ascospore, in più fasi, ven-gono trasportati, dagli schizzi di pioggia e dalle correnti aeree, dalle foglie prossime al terreno fino alla spiga dove, in condizioni climatiche calde e umide, germinano invaden-do i fiori, le glume e la spiga. I sinto-mi della malattia, caratterizzati da sbiancamenti vistosi della spiga do-vuti all’invasione delle ife del fungo nei tessuti vegetali, compaiono in genere dopo una settimana, anche se in condizioni climatiche ottimali (temperatura di 25-30°C e bagnatu-re prolungate) possono impiegare anche solo 3-4 giorni. In genere at-

Tab. 1: Fungicidi ammessi su frumento dal “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità in Emilia Romagna”.

Principiattivi

Attività verso altre avversità del frumento

Fusariosi Oidio SeptoriosiRugginebruna

Rugginegialla

ciproconazolo +procloraz ** *** *** *** ***

tebuconazolo ** *** ** *** ***

propiconazolo - *** * ** **

tetraconazolo ** *** ** *** ***

azoxystrobin - ** ** ** **

procloraz* ** ** ** ** **

triadimenol - *** ** ** **

flutriafol - *** ** ** **

Provincia Indirizzo web

Piacenza www.fitosanitariopiacenza.it

Parma www.stuard.it

Reggio Emiliawww.provincia.re.it/page.asp?idcategoria= 701&idsezione=4625&id=92475

Modena www.agrimodena.it

Ferrarahttp://sd2.provincia.fe.it/intranet/Internet.nsf/G3AreaTematica?readForm&Area=Agricoltura&From=AreeTematiche

Bolognawww.provincia.bologna.it/agricoltura/bollettini.html

Ravenna www.racine.ra.it/agrisystem/index1.html

Forlì-Cesenawww.provincia.forli-cesena.it/agricoltura/boll.htm

Riminiwww.provincia.rimini.it/progetti/economia/bollettini/index.htm

Tab. 2: Siti internet dove poter consultare i Bollettini pro-vinciali di Produzione Integrata per la scelta del momento più opportuno in cui effettuare il trattamento fungicida.

* : solo in formulazioni NC

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turale. Fra le seconde, in parte meno gestibili dagli agricoltori, vi sono le caratteristiche climatiche di alcuni areali di coltivazione ma, soprattutto, la presenza di condizioni climatiche particolarmente calde e piovose du-rante le fasi di spigatura e fioritura, periodo di maggiore suscettibilità fi-siologica della pianta alla malattia.

La difesaDa quanto detto, la difesa contro questa avversità deve partire in-nanzitutto da alcune scelte di tipo agronomico sulle quali gli agricolto-ri possono incidere maggiormente quali per esempio l’interramento dei residui vegetali infetti della coltura precedente e il tipo di precessione colturale. Più favorevoli alle infezio-ni infatti sono la monosuccessione, la semina su sodo o la minima lavo-razione specialmente se al frumento sono preceduti altri cereali come sorgo o mais da granella. Particolarmente innovativo ed inte-ressante a questo proposito è la mes-sa a punto di un sistema di supporto alle decisioni per la fusariosi della spiga, denominato FHB – Dss (Fusa-rium Head Blight - Decision Support System), messo a punto dalla Uni-versità di Piacenza. L’applicazione di tale modello previsionale renderà in

grado ogni agricoltore di calcolare il proprio livello di rischio di infezione da Fusarium in base alle condizioni agronomiche di partenza, e di accu-mulo di micotossine nella granella in funzione dell’andamento meteorolo-gico che si determina durante la fase che va dalla spigatura alla maturazio-ne cerosa.Per quanto riguarda il controllo chimi-co della malattia, bisogna considera-re che, le altre avversità del frumento come la ruggine gialla e bruna, l’oidio e la septoriosi vengono normalmente controllate efficacemente, alla ger-minazione e nella prima parte del ciclo di sviluppo della coltura, attra-verso la concia preventiva del seme con trattamenti a base della miscela di guazatina+triticonazolo, mentre non si ha nessuna azione di protezio-ne nei confronti del Fusarium nella fase più sensibile della coltura, cioè quella di spigatura. Alla luce di ciò il “Disciplinare per la coltivazione e la conservazione del Grano duro di alta qualità” prevede come elemento vin-colante l’esecuzione di un trattamen-to fungicida al fine di prevenire l’in-sediamento del Fusarium sulla spiga (figura 2). Va da sé che il trattamento fungicida deve essere effettuato con i principi attivi più efficaci e nel mo-mento di maggiore rischio, possibil-

mente cercando di controllare nello stesso tempo anche le altre avversità eventualmente presenti sulla coltu-ra. Per quanto riguarda la scelta dei principi attivi, particolarmente effica-ci sono i fungicidi appartenenti alla famiglia degli IBE (tebuconazolo, tetraconazolo) e le loro miscele con procloraz (tabella 1). Per quanto riguarda la scelta del momento di intervento più oppor-tuno, e per quanto detto prima, i trattamenti chimici esplicano la loro massima efficacia, sia in termi-ni di riduzione della malattia che di contaminazione da micotossine, se applicati in funzione preventiva al-l’inizio della emissione delle antere, momento di maggiore suscettibilità del frumento alle infezioni da Fusa-rium sulla spiga. Normalmente in Emilia-Romagna questo avviene fra la prima e la seconda decade di mag-gio, in relazione alle diverse annate ed ai diversi areali provinciali di coltivazione. Per ottenere indicazio-ni sul momento più opportuno per eseguire il trattamento fungicida si può fare riferimento ai Bollettini di Produzione Integrata della Regione Emilia-Romagna che vengono set-timanalmente redatti a livello pro-vinciale e resi disponibili anche in internet all’interno dei siti web delle diverse province (tabella 2).

Fig. 1: Ciclo biologico di Fusarium spp. su frumento. Fig. 2: Spiga fusariata.

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� Filiera Grano duronews N. 3 - Aprile 2007

attività di Selezione per resistenza alla fusariosi della spigaGianluca Ferrazzano, Andrea Demontis – divisione ricerca - società Produttori sementi Bologna

Tra le malattie del frumento, la fusa-riosi della spiga sta assumendo sempre maggiore rilevanza. Questa patologia è ormai diffusa in ampie aree della du-rogranicoltura mondiale. Tra le specie fungine responsabili della fusariosi del-la spiga, quelle maggiormente presenti in Italia sono risultate essere Fusarium graminearum e Fusarium culmorum. Questa patologia, oltre che causare per-dite in produzione e caratteristiche tec-nologiche, determina l’accumulo di me-taboliti tossici, noti come micotossine. Le micotossine più importanti nel fru-mento sono il deossinivalenolo (DON), e le tossine T-2 e HT-2. Queste tossine possono causare intossicazioni alimen-tari sia negli animali che nell’uomo. La Comunità Europea ha fissato limiti di tolleranza per alcune tossine da Fusa-rium. I livelli massimi ammissibili per il deossinivalenolo (DON) in alimenti destinati al consumo umano sono: 1750 ng/g per la granella di frumento duro; 750 ng/g per la farina di cereali, semola, e per la pasta secca.La Divisione Ricerca della Società Pro-duttori Sementi (PSB) è da anni impe-gnata in progetti volti ad ottenere va-rietà resistenti alla fusariosi della spiga anche grazie ai finanziamenti da parte della Regione Emilia-Romagna e dal MIUR - Ministero dell’Istruzione, Uni-versità e Ricerca.Proprio perché non esiste una vera re-

sistenza nelle varietà attualmente colti-vate in Europa, la costituzione di nuo-ve linee, dotate di elevata resistenza sarebbe di notevole interesse; questo porterebbe indubbi vantaggi per l’am-biente, la salute dei consumatori e per gli agricoltori che potrebbero ridurre i trattamenti fungicidi. Sono note varietà esotiche, di origine cinese e brasiliana, che sono dotate di livelli molto elevati di tolleranza alla fusariosi. D’altra par-te queste varietà hanno caratteristiche negative che ne rendono improponibile la coltivazione in Europa. Queste va-rietà resistenti sono state inserite nei programmi di incrocio di PSB, combi-nandole con linee di grano duro aventi ottime caratteristiche agronomiche e qualitative. La successiva selezione è stata eseguita da PSB sia con inoculi artificiali in ambiente controllato sia mediante marcatori molecolari.Infatti, molta attività di ricerca è stata fatta a livello mondiale per individuare marcatori molecolari associati a geni/QTL di resistenza, provenienti dalle va-rietà suddette, che potessero permet-tere la selezione assistita da marcatori (MAS). In pratica si tratta di seleziona-re i genotipi resistenti mediante analisi del DNA. La collaborazione con il Di-STA (Dipartimento di Scienze e Tecno-logie Agroambientali) della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ha portato alla messa a punto dei migliori

marcatori ed alla esecuzione dell’ele-vato numero di analisi richiesto dalla attività di selezione. Sono state ottenute linee di frumento duro dotate di eleva-ta resistenza e di buone caratteristiche qualitative ed agronomiche. Il livello di resistenza è stato validato anche in cam-po con inoculo artificiale ed è risultato nettamente superiore a quella delle va-rietà commerciali attualmente coltiva-te. L’inoculo in campo viene effettuato distribuendo in fase di botticella elevate quantità di residui colturali infetti da fu-sarium. L’instaurarsi della malattia vie-ne favorito mantenendo elevati livelli di umidità con irrigazione a nebbia.Molto incoraggiante è stata anche l’in-formazione ottenuta dalle analisi, ese-guite dall’ISPA (Istituto delle Produzio-ni Agroalimentari) del CNR di Bari, sul contenuto in DON del grano prodotto da linee selezionate e varietà commer-ciali inoculate artificialmente in serra. E’ risultato che il contenuto in DON delle linee selezionate è significativa-mente inferiore a quello delle varietà commerciali. Un esempio, quindi, di risultato con-creto, raggiunto grazie anche all’ausilio della MAS (Markers Assisted Selection) che nell’ambito delle biotecnologie è una tecnica universalmente accettata in quanto i caratteri utili sono introdot-ti mediante incroci nell’ambito della stessa specie.

Campo di “Selezione Fusarium” irrigato al fine di mantenere condizioni di umidità favorevoli allo sviluppo del patogeno (Azienda Agricola Sperimentale PSB, Argelato - Bologna).

Inoculo artificiale di Fusarium in ambiente con-trollato (Centro Ricerche PSB, Argelato - Bologna).

attivita’ di ricerca