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FILOSOFIA ANTICA Lezioni di Giuliana Prosperi per UNITER - Arese Lezione 03 PLATONE NELL’ATENE DEL IV SEC. A.C.

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FILOSOFIA ANTICA

Lezioni di Giuliana Prosperi

per UNITER - Arese

Lezione 03PLATONE NELL’ATENE DEL IV SEC. A.C.

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UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA

PLATONE

427-347 a. C.

IV sec.

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PLATONE 387 a.C. Accademia di Atene consacrata ad Apollo e alle Muse.

Socrate

Aristotele

Con Platone, il suo Maestro Socrate e con l’allievo Aristotele si pongono le basi del pensiero filosofico occidentale.

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PLATONE : biografia

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Platone nasce ad Atene da famiglia aristocratica nel 427/8 a.C. Il suo nome era Aristocle; suo padre Aristone e sua madre Perittione, discendente da Solone [Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, La vita di Platone]. Platone è il soprannome attribuitogli dal suo maestro di ginnastica : significa dalle larghe spalle.Ebbe tra i suoi maestri Cratilo, seguace di Eraclito e Ermogene seguace di Parmenide. A vent'anni, abbandonando la sua formazione poetica, divenne discepolo di Socrate e lo rimase fino alla morte del Maestro (399)A 28 anni si recò a Megara presso Euclide, poi in Egitto e a Cirene. nell'Italia meridionale, a Taranto, dove venne a contatto con la comunità pitagorica di Archita, e a Siracusa dove strinse amicizia con Dione, cognato del tiranno Dionisio il Vecchio. Entrato in conflitto con Dionisio e probabilmente finito schiavo sul mercato di Egina, riuscì a ritornare ad Atene, dove fondò nel 387 l'Accademia, organizzata sul modello delle comunità pitagoriche come un'associazione religiosa, un tìaso. Alla morte di Dionisio, Platone fu richiamato a Siracusa da Dione alla corte del nuovo tiranno Dionisio il Giovane, per presentargli il suo programma politico ; tuttavia fu rifiutato da Dionisio che esiliò Dione e rese infruttuoso il tentativo di Platone. Alcuni anni dopo, Dionisio stesso richiamò alla sua corte Platone nel 361, ma non fu raggiunto alcuna intesa e Platone, che voleva aiutare Dione in esilio, trattenuto per un certo tempo, grazie all'intervento di Archita, lasciò Siracusa e ritornò ad Atene, dove trascorse il resto della sua vita, dedicandosi all'insegnamento. Morì a 81 anni, nel 347. Alla sua morte la guida dell’Accademia, fu assunta dal nipote Speusippo, figlio della sorella Potone.

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Di fondamentale importanza per la sua biografia e per comprendere il suo pensiero filosofico è la Lettera VII, in cui manifesta : 1. la sua intenzione di dedicarsi alla vita politica: inattuabile sotto il governo oligarchico dei Trenta Tiranni [ di cui faceva parte suo zio Crizia ], da cui Platone è disgustato; inattuabile sotto il successivo governo democratico, della cui corruzione Platone è sconvolto per l’ingiustizia imperdonabile della condanna a morte di Socrate, suo maestro, il più savio e il più giusto del suo tempo [Fedone 118]2. la condanna della politica del tempo e l’impossibilità di fare politica nella polis, se il più giusto tra gli uomini viene condannato a morte [condanna che già Socrate capisce come inevitabile, alla fine dell’Apologia, quando contemporaneamente rifiuta l’esilio [p. 62-63 fotocopie]3. L’importanza della filosofia per la vita politica, in quanto la sola via che conduce l’uomo e la comunità verso la giustizia, verso la verità, verso il bene, ove non accadrà più che un giusto sia condannato a morte : solo la Filosofia può cambiare la società e le basi della vita associata, anteponendo il Bene della Collettività, all’egoismo dei singoli : per i Politici/Sofisti del tempo la virtù è abilità ; la vita associata è condizionata dall’individualismo e dall’egoismo per la propria carriera politica per Socrate la virtù è sapienza, è bene; la vita associata è una complesso comune di leggi che richiedono obbedienza e rispetto.

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Per Platone il legame tra filosofia e politica passa attraverso la conoscenza della virtù e del bene, che non significa, come facevano i Sofisti e i politici del tempo, enumerare i singoli esempi di virtù/ le singole opinioni di virtù/ le strumentalizzazioni funzionali di virtù, MAdefinire cosa sia la Virtù in se stessa/ la sua unicità/ la Verità generale per tutti, distinta dalla doxa (opinione). Solo la Filosofia può offrire la cultura, il sapere la scienza [Epistéme] e liberare l’uomo dal male.

4. l'ideale del governo filosofico della città : con questo stretto legame tra filosofia e politica, la filosofia non è in contrasto con la Polis, ma il basamento della Polis, Socrate non è un seccatore che si abbandona a discorsi campati in aria [Aristofane Nuvole] ma è un personaggio preminente nel contesto culturale, storico e politico del suo tempo, che dibatte problemi reali e universali ( la giustizia/la virtù/ i valori/la verità , su cui fondare la vita associata e lo Sato) con interlocutori importanti ( i politici, i sofisti, Parmenide e i filosofi, gli artisti come Aristofane) : Io vidi, che le sciagure del genere umano non sarebbe mai cessate, se al potere politico non fossero intervenuti filosofi o se i capi politici non fossero, per divina sorte, diventati veri filosofi . (Apologia)VII Lettera fotocopie

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PLATONE : LE OPERE

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Platone è il primo filosofo dell’antichità di cui ci sono pervenute tutte le opere [destinate alla pubblicazione; non possediamo le opere destinate alla Scuola] :Il corpus delle opere è composto dall'Apologia di Socrate, da 34 dialoghi e da 13 lettere, complessivamente 36 titoli ordinati in 9 tetralogie [ 9 gruppi di 4 scritti ciascuno] dal grammatico Trasillo (I sec. d. C.).La critica storica, in base a testimonianze, contenuto, lingua, stile, rimandi, le presenta suddivise in tre periodi :I Periodo : scritti giovanili o socratici : • Apologia - Critone - Ione – Lachete - Liside - Carmide - Eutifrone -

Eutidemo - Ippia Minore - [Alcibiade I - Alcibiade II ] - Cratilo - Ippia Maggiore - Menesseno - Gorgia - Repubblica I - Protagora

Illustrano e difendono l’insegnamento di Socrate, ribadiscono il conosci te stesso, la virtù come scienza, l’esigenza della definizione generale (dialettica sinottica)

II Periodo : scritti della maturità :• Menone - Fedone - Simposio - Repubblica II – X - Fedro La dottrina platonica (teoria delle idee, della conoscenza, dell’eros, del bene,

dell’immortalità dell’anima, dello Stato ideale) III Periodo : scritti della vecchiaia : • Parmenide - Teeteto - Sofista - Politico - Filebo - Timeo - Crizia - Leggi -

Lettere VII-VIII Approfondiscono il problema della conoscenza, della dialettica diairetica, del superamento di Parmenide, di matematizzazione delle dottrine, di cosmologia.

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UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA I L DIALOGO Socrate aveva affidato il suo insegnamento al discorso parlato, all’oralità.Con Platone la filosofia giunge ad Atene alla maturità speculativa e scientifica, che poi sarà seguita dalla impostazione sistematica di Aristotele.Dopo l’esperienza dei Sofisti che introducono, in una civiltà orale, l’abitudine alla scrittura, [se ne avvalgono solo per elaborare nozioni tecniche in funzione orale], con Platone la filosofia, la scienza, la didattica e la cultura si volgono alla comunicazione scritta, per garantire la sopravvivenza la trasmissione del sapere (civiltà della scrittura).Platone è l’inventore del modello della prosa letteraria del dialogo.Sceglie il dialogo perché :- è la forma scritta più vicina a quella della comunicazione parlata, tanto usata nell’Atene del tempo dai Sofisti e dal maestro Socrate ;-il dialogo si presta meglio ad esprimere la ricerca intesa come esame continuo, con la domanda incalzante ti estì (cos’è…) cioè rappresenta la realtà fatta da interlocutori che si confrontano l’un l’altro, del logos/pensiero e parola che è continuo movimento, incontro e scontro intersoggettivo, comunicazione dinamica con l’altro.Il dialogo permette, meglio di qualunque altro genere letterario, di riprendere e continuare, secondo l’esempio socratico, la procedure logico-linguistiche o meglio dialettiche quali la confutazione; ricerca della definizione universale,omolighia. (accordo razionale universale) ottenuta con il consenso di tutti Infatti il dialogo permette di esprimere, il procedimento della dialettica = metodo di costruzione della scienza, il metodo del vero filosofo, rivolto alla ricerca della verità.

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PLATONE

Parmenide : Verità è l’Essere/fondamento/struttura delle cose/ ontologia

Eraclito : Verità è Logos/fuoco/tensione tra gli opposti della realtà che scorre sempre

Socrate : se tutti hanno opinioni diverse (i Sofisti, sbagliando dicono che la Verità non esiste), allora la Verità è in tutti, bisogna cercare la Verità = la Verità è ricerca …… sempre aperta

Cratilo- [Fotocopia]

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DIALETTICA (1) [SINOSSI = riconduzione del molteplice empirico all’unità dell’idea ] la dialettica è il metodo (mezzo/procedimento/scala) per cogliere la verità oggettiva, assoluta e non contraddittoria su cui fondare i giudizi della scienza.La dialettica gli permette :1. di superare il relativismo dei sofisti 2. di superare, con la confutazione (togliendo via via le opinioni inutili), la discussione dei diversi punti di vista e delle opinioni e di raggiungere il quid (cioè la risposta alla domanda socratica), il nocciolo della questione.3. di raggiungere la definizione universale assoluta, oggettiva, non contraddittoria, vera, che contiene l’essere/essenze, la cosa in sé , l’idea (fondamento della morale e della vita politica come voleva Socrate e fondamento del sapere e della scienza come vuole Platone);4. di ripristinare il nesso tra essere e linguaggio e di raggiungere la definizione dell’essenza/natura delle cose (idea) che è l’oggetto, il contenuto della scienza e della conoscenza scientifica e la base dei valori morali e politici.

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5. Di fare in modo che il logos razionale sia di nuovo in grado di cogliere, raggiungere, conoscere (pensare/ avere concetti) e definire (dire) l’essere ;di partire dal particolare (le varie opinioni) per arrivare all’universale (alla definizione vera/idea) su cui costruire il sapere e la scienza. ( metodo induttivo). Nel Fedro e nella Repubblica (dialoghi della maturità) Platone vede nella dialettica il metodo che:partendo dalle varie premesse o opinioni o ragionamenti probabili degli uomini, confrontandole tra loro, giunge a cogliere quella premessa o definizione universale e o giudizio razionale o principio o Tì o Quid (IDEA sul piano ontologico) che tutte le comprende.Nella Repubblica presenta la dialettica come scienza suprema, che ha il compito di discutere e giustificare razionalmente i principi (i postulati) da cui muovono le dimostrazioni degli altri saperi (le scienze dianoetiche) a lei (dialettica) sottoposti.Nei Dialoghi della vecchiaia Platone, supera il problema eleatico dell’essere e del non essere e prende in considerazione la dialettica diairetica con il procedimento della divisione o dicotomia delle idee tra loro (simili/dissimili – opposte).

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Platone con il dialogo e la dialettica continua la ricerca iniziata dal maestro con la domanda cos’è e giunge alla convinzione che c’è il concetto, la definizione universale da cercare e trovare e raggiunge :  sul piano del logos giunge alla definizione generale definizione universale (es. definizione di bellezza/giustizia) sul piano gnoseologico giunge al concetto universale (es. concetto di giustizia) Verità/Sapere /Scienza. sul piano ontologico giunge alla Idea (elemento comune; quadro clinico) essenza ( es. della bellezza/ giustizia) oggetto in sé – vera natura dell’oggetto ( es. la vera natura della bellezza/ della giustizia) essere delle cose fondamento della realtà/struttura della realtà/ontologia/ sul piano etico politico giunge alla totalità dei valori/virtù/ Bene  la verità= (aletheia) è raggiungimentola verità è conquistala verità è possesso --- del ---- sapere / scienza ( delle idee)/ Bene.la verità tensione verso – eros- 

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Filosofia = è tensione, amore per il sapere, la scienza, l’episteme. E’ fondata su principi veri e assoluti (idee) ed esprimibile con giudizi/definizioni vere ( non opinabili né relative come quelle dei sofisti) a vantaggio dell’uomo e della Polis e per il raggiungimento della Felicità.  Inoltre : – se per i sofisti la virtù non era conoscibile né raggiungibile, in quanto è relativa, ma si potevano solo insegnare ( dietro compenso )” tante virtù” intese come competenze tecniche, utili e chi servivano della capacità di persuasione (Protagora)  per Platone, come per Socrate la virtù e si identifica con il sapere ed è il

fine della ricerca filosofica [intellettualismo etico] . La virtù è la totalità dei valori (Bene) (Critone), per cui1. è raggiungibile2. è una sola e si identifica con la scienza (Episteme)3. in quanto scienza, la virtù è insegnabile4. nella virtù come scienza consiste la felicità dell’uomoDunque con Platone il filosofo (non il poeta –Omero- come voleva la tradizione, non la religione degli dei antropomorfi, non il sofista con le sue tecniche e competenze) è il vero unico educatore. Con Platone la Filosofia diventa scienza (Episteme) del vero ( Aletheia ) e saggezza-sapienza (frònesis) del Bene ( Aretè). Con Platone la Filosofia diviene una disciplina compiuta e completa, anche se solo con Aristotele diventa sistema. 

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IL MITONell’antichità il mito aveva soprattutto valenza educativa : spiega con immagini e parole poetiche (oppure con racconti) genesi, fatti, accadimenti, dando indicazioni morali, politiche, sociali, religiose (tutto ciò che la ragione e i concetti, e dunque la scienza, non riuscivano a spiegare).Tuttavia Platone nei dialoghi fa abbondante uso del mito : come espediente narrativo, per meglio esporre, attraverso immagini,

concetti razionali; è cioè in funzione e al servizio della filosofia.[sebbene riprenda i miti dalla religione orfica, oppure li inventi personalmente, i miti dei dialoghi platonici differiscono da quelli della religione greca e dalla tradizione popolare]. usa il mito, quando deve parlare di cose difficili da cogliere con l’indagine

razionale (la verità, il bene, l’essere), quando cioè si vuole facilitare con un’altra via (una scorciatoia) l’indagine razionale.

di fatto condanna l’arte, ed in particolare la poesia, la tragedia e la pittura (nel II, III, X libro della Repubblica) [in quanto imitazione - e dunque menzogna- della realtà che è già copia delle idee; in quanto l’arte è in grado di coinvolgere il lato emotivo dell’animo umano indebolendo quello razionale.]

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ma non c’è contraddizione tra la critica all’arte (poesia) e il ricorso al mito:- per Platone è giunto il tempo in cui , la ragione, la scienza e la filosofia,costituiscano un nuovo sistema culturale di educazione; - è giunto il tempo in cui il vero educatore non sia più il poeta con il sapere fatto di immagini, basato sulla memoria e sull’autorità della tradizione, tipiche della civiltà orale; - il vero educatore è il filosofo, che usa il mito per spingere verso la conoscenza razionale e usa il mito per semplificare il raggiungimento della scienza [immagine-concetto razionale, al posto dell’autorità e tradizione; il ragionamento filosofico al posto della memoria]- Platone usa il mito, anche per indicare che solo il filosofo, può permettersi di servirsi dei miti della poesia, perché li intende e li usa in maniera nuova, come strumenti al servizio della filosofia.I miti platonici non cessano tuttavia di rivestire un valore artistico, soprattutto come espressione della bellezza della verità filosofica. 

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