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forma speciale in www.sanitariasantanna.com [email protected] Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo - Finito di stampare il 20/03/2017 COPIA GRATUITA Eccoci alla primavera , tanto desiderata in tempi freddi e spesso tanto “dormita”! Le prime avvisaglie di tepore infatti non riattivano immediatamente la nostra energia: ci riempiono di buoni sentimenti e di sogni che però preferiamo inizialmente osservare da lontano, magari dal balcone, su quella sedia a sdraio che riapriamo dopo tanti mesi, da cui scrolliamo qualche resto d’inverno e sulla quale chiudiamo gli occhi lasciando che le palpebre accolgano il sole delicato. Il fitto popolo degli allergici sa che è tempo di profilassi, aggiunge fazzo- letti e spray nasali nella borsa e pastiglie nelle tasche; avverte sensibil- mente gli esordi odorosi, tra i giacinti e le violette, mentre nelle orecchie ode come da una conchiglia il monotono rumore dei taglia erba che solleveranno gli acerrimi nemici Polline e Graminacea. Finalmente però il tempo per stare all’aria aperta si dilata, con buona occasione di fare scorta di vitamina D per le ossa di chi sta in Val Padana e che ne è sempre carente; i pollici verdi dipingono il paesaggio dei loro spazi di casa floreali e concedono qualche petalo edule alla cucina che si ravviva di colore e di sapore. Ci si comincia a interrogare sulla propria forma fisica, perché se anche le vacanze non sono state prenotate, di fronte al guardaroba durante il cambio d’abiti la domanda è sempre se sia il caso o meno di comprare una taglia in più o rimettersi in attività. In questo numero di InForma vi accom- pagniamo tutto sommato dolce- mente a questa presa di coscienza! Ripartire con la pratica di qualche sport va affrontato con gradualità, indipendentemente dall’età che si abbia: lo stretching e una prepara- zione muscolo-scheletrica adeguata rappresentano sempre il primo passo di una qualsiasi attività fisica, dagli adolescenti in fase di crescita agli anziani che continuano a trovarvi giovamento; tutto ciò anche per evitare i problemi connessi a un esercizio sbagliato, come lombalgie e dolori alla schiena (trattati ampia- mente nell’articolo del fisioterapista Caleffi). Si tratterà inoltre di protesi di anca e ginocchio entrando in merito alla durata che hanno quelle di ultima generazione grazie al Dott. Cervini. Stare all’aria aperta, organiz- zarsi per avere “appun- tamento regolare” con l’ambiente esterno non è solo allenarsi fisicamente, ma anche mentalmente: abituarsi con volontà e determinazione a mantenere un ritmo nelle occupazioni giornaliere, consente di essere più produttivi in ogni ambito. La stagione primaverile porta con sé anche il piacere di frequentare luoghi naturali, non necessaria- mente per attraversarli di corsa, ma per godere di flora e fauna. Il nostro territorio offre numerose possibilità d’incontro, come il Giardino delle Capinere, dove la LIPU ha ricavato un centro fauni- stico didattico, punto di riferimento naturalistico, educativo, sociale e turistico. Non dimentichiamo che in questo 2017, anno dedicato dall’ONU al turismo sostenibile, l’attenzione verso ciò che ci circonda, a partire proprio dalle peculiarità e dalle identità anche ambientali della zona in cui si vive è una strada felice verso l’appagamento non solo del singolo ma della collettività. Silvia Accorsi RITORNO ALL’ARIA APERTA Ci occuperemo qui, forzatamente, in breve, dei problemi di dolore muscolare in seguito ad attività sportiva, non entrando nello specifico delle numerosissime cause e variabili di dolore lombare e lombo-sacrale che affliggono, almeno una volta nella vita, il 60/70% della popolazione europea. Il “mal di schiena” non è una “malattia”, ma un sintomo. Il nostro corpo ci avverte con il “sintomo”dolore quando qualcosa a livello organico non funziona a dovere. Il sintomo è un fenomeno elementare con cui si manifesta la malattia. Come ad esempio può essere la febbre per l’influenza. I sintomi possono essere esclusività di una certa patologia o far parte della sintomatologia di molteplici stati patologici. Il dolore muscolare lombare e/o del rachide, è frequentemente un sintomo di sofferenza dei muscoli spinali e antigravitari o dei segmenti componenti la colonna vertebrale, soprattutto nei soggetti sani che praticano sport, a livello agonistico o amatoriale, sistematicamente. I sintomi dolorosi si ritiene originino da processi che coinvolgono la colonna vertebrale e le strutture vicine (muscoli, legamenti, faccette articolari, nervi, periostio, vasi sanguigni e disco intervertebrale). L’individuazione esatta delle strutture che determinano il dolore lombalgico e/o lombosacrale, è difficile sia clinicamente, sia con indagini strumentali (Rx, TAC, RMN o Ecografia) I muscoli paravertebrali sono muscoli piccoli, intersecati ed incrociati, con andamento obliquo che si “MAL DI SCHIENA” A SEGUITO DI ATTIVITÀ SPORTIVA Continua a pag. 2 >>> Dott. Giancarlo Caleffi INFORMARE PER PREVENIRE Esercizio Vita organizza un ciclo di incontri “Informare per Prevenire”. Il primo per Sabato 25 marzo dalle 09.00 alle 11.00 presso Opera Don Giovanni Calabria - Città del Ragazzo in Via don Giovanni Calabria, 13 a Ferrara. Si alterneranno: • Dott.ssa Anna Maria Malagoni Medico dello Sport (Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara). “Attività fisica per prevenire le disfunzioni del pavimento pelvico” • Dott.ssa Ruby Martinello Ginecologa (Azienda Ospeda- liero Universitaria di Ferrara) “Il prolasso degli organi pelvici: come prevenirlo e come trattarlo” • Dott.ssa Laura Fornasari Urologa (Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara). “Inconti- nenza urinaria: come prevenirla e come trattarla” • Dott.ssa Simona Ascanelli Chirurgo (Azienda Ospeda- liero Universitaria di Ferrara). “Tecniche di elettrostimolazione e biofeedback” • Dott.ssa Sara Simonin e Dott. ssa Bee Natascia Laureate in Scienze Motorie (Esercizio Vita) “Programmi di esercizio fisico per la donna: ginnastica del pavimento pelvico” Al termine degli interventi sarà possibile rivolgere delle domande alle professioniste che sono intervenute. La partecipazione è gratuita.Prenota il tuo posto lasciando il tuo nome in reception. Ap profondimenti

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Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo - Finito di stampare i l 20/03/2017

COPIAGRATUITA

Eccoci a l la primavera , tanto desiderata in tempi freddi e spesso tanto “dormita”! Le prime avvisaglie di tepore infatti non riattivano immediatamente la nostra energia: ci riempiono di buoni sentimenti e di sogni che però preferiamo inizialmente osservare da lontano, magari dal balcone, su quella sedia a sdraio che riapriamo dopo tanti mesi, da cui scrolliamo qualche resto d’inverno e sulla quale chiudiamo gli occhi lasciando che le palpebre accolgano il sole delicato. Il fitto popolo degli allergici sa che è tempo di profilassi, aggiunge fazzo-letti e spray nasali nella borsa e pastiglie nelle tasche; avverte sensibil-mente gli esordi odorosi, tra i giacinti e le violette, mentre nelle orecchie ode come da una conchiglia il monotono rumore dei taglia erba che solleveranno gli acerrimi nemici Polline e Graminacea. Finalmente però il tempo per stare all’aria aperta si dilata, con buona occasione di fare scorta di vitamina D per le ossa di chi sta in Val Padana e che ne è sempre carente; i pollici verdi dipingono il paesaggio dei loro spazi di casa floreali e concedono qualche petalo edule alla cucina che si ravviva di colore e di sapore. Ci si comincia a interrogare sulla propria forma fisica, perché se anche le vacanze non sono state prenotate,

di fronte al guardaroba durante il cambio d’abiti la domanda è sempre se sia il caso o meno di comprare una taglia in più o rimettersi in attività. In questo numero di InForma vi accom-pagniamo tutto sommato dolce-

mente a questa presa di coscienza! Ripartire con la pratica di qualche sport va affrontato con gradualità, indipendentemente dall’età che si abbia: lo stretching e una prepara-zione muscolo-scheletrica adeguata rappresentano sempre il primo passo di una qualsiasi attività fisica, dagli adolescenti in fase di crescita agli anziani che continuano a trovarvi giovamento; tutto ciò anche per evitare i problemi connessi a un esercizio sbagliato, come lombalgie

e dolori alla schiena (trattati ampia-mente nell’articolo del fisioterapista Caleffi). Si tratterà inoltre di protesi di anca e ginocchio entrando in merito alla durata che hanno quelle di ultima generazione grazie al Dott. Cervini.

Stare all’aria aperta, organiz-zarsi per avere “appun-tamento regolare” con l’ambiente esterno non è solo allenarsi fisicamente, ma anche mentalmente: abituarsi con volontà e determinazione a mantenere un ritmo nelle occupazioni giornaliere, consente di essere più produttivi in ogni ambito. La stagione primaverile por ta con sé anche i l piacere di frequentare luoghi naturali, non necessaria-mente per attraversarli di corsa, ma per godere di flora e fauna. Il nostro territorio offre numerose possibilità d’incontro, come il Giardino delle Capinere, dove la LIPU ha ricavato un centro fauni-

stico didattico, punto di riferimento naturalistico, educativo, sociale e turistico. Non dimentichiamo che in questo 2017, anno dedicato dall’ONU al turismo sostenibile, l’attenzione verso ciò che ci circonda, a partire proprio dalle peculiarità e dalle identità anche ambientali della zona in cui si vive è una strada felice verso l’appagamento non solo del singolo ma della collettività.

Silvia Accorsi

RITORNO ALL’ARIA APERTA

Ci occupe remo qu i , forzatamente, in breve, dei problemi di dolore muscolare in seguito ad attività sportiva, non entrando nello specifico de l le numeros iss ime cause e variabili di dolore lombare e lombo-sacrale che affliggono, almeno una volta nella vita, il 60/70% della popolazione europea.Il “mal di schiena” non è una “malattia”, ma un sintomo. Il nostro corpo ci avverte con il “sintomo”dolore quando qualcosa a livello organico non funziona a

dovere.Il sintomo è un fenomeno elementare con cui s i manifesta la malattia. Come ad esempio può essere la febbre per l’influenza. I sintomi possono essere esclusività di una certa patologia o far parte della sintomatologia di molteplici stati patologici.I l d o l o r e m u s c o l a r e lombare e/o del rachide, è frequentemente un sintomo di sofferenza dei muscoli spinali e antigravitari o dei segmenti componenti la colonna ver tebra le, soprattutto nei soggetti sani che praticano sport,

a livello agonistico o amatoriale, sistematicamente.I sintomi dolorosi si ritiene originino da processi che coinvolgono la colonna vertebrale e le strutture vicine (muscoli, legamenti, faccette articolari, nervi, periostio, vasi sanguigni e disco intervertebrale). L’ind iv iduaz ione esat ta de l le strutture che determinano il dolore lombalgico e/o lombosacrale, è difficile sia clinicamente, sia con indagini strumentali (Rx, TAC, RMN o Ecografia)I muscoli paravertebrali sono muscoli piccoli, intersecati ed incrociati, con andamento obliquo che si

“MAL DI SCHIENA” A SEGUITO DI ATTIVITÀ SPORTIVA

Continua a pag. 2 >>> Dott. Giancarlo Caleffi

INFORMARE PER PREVENIRE

Esercizio Vita organizza un ciclo di incontri “Informare per Prevenire”. Il primo per Sabato 25 marzo dalle 09.00 alle 11.00 presso Opera Don Giovanni Calabria - Città del Ragazzo in Via don Giovanni Calabria, 13 a Ferrara. Si alterneranno:• Dott.ssa Anna Maria MalagoniMedico dello Sport (Azienda Ospedaliero Universitar ia di Ferrara). “At t ivi tà f is ica per prevenire le disfunzioni del pavimento pelvico”• Dott.ssa Ruby Martinello Ginecologa (Azienda Ospeda-liero Universitaria di Ferrara) “Il prolasso degli organi pelvici: come prevenirlo e come trattarlo”• Dott.ssa Laura FornasariUrologa (Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara). “Inconti-nenza urinaria: come prevenirla e come trattarla”• Dott.ssa Simona AscanelliChirurgo (Azienda Ospeda-liero Universitaria di Ferrara). “Tecniche di elettrostimolazione ebiofeedback”• Dott.ssa Sara Simonin e Dott.ssa Bee Natascia Laureate in Scienze Motorie (Esercizio Vita) “Programmi di esercizio fisico per la donna: ginnastica del pavimento pelvico”Al termine degli interventi sarà possibile rivolgere delle domande alle professioniste che sono intervenute. La partecipazione è gratuita.Prenota il tuo posto lasciando il tuo nome in reception.

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all’Unione Stampa Periodica Italiana

Sotto l’Alto Patrocinio di: Ministero delle Politiche Giovanili e Attività Sportive, Provincia di Ferrara, Ferrara terra e acqua, C.O.N.I. Ferrara, Panathlon International, ANAOAI (Associazione Nazionali Atleti Olimpici Azzurri d’Italia), UNASCI (Unione Nazionale Associazioni Sportive Centenarie Italiane), C.S.I. Ferrara, U.S.S.I, Comuni di: Bondeno, Cento, Ferrara, Mirabello, Poggio Renatico, Sant’Agostino e Vigarano Mainarda

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Registrazione del tribunale di Ferrara n.1 del 03/01/2007 Iscrizione al ROC n. 15004Editore: Gruppo Editoriale LUMI - Viale Matteotti, 17 44012 Bondeno (FE)

Tel. 0532.894142 Fax 0532.458098 - [email protected] - www.gruppolumi.itDirettore responsabile: Alberto Lazzarini; Caporedattore: Gabriele Manservisi;

Redazione, grafica, stampa: Viale Matteotti, 17- Bondeno; Redazione: [email protected]

N.B. Si declina qualsiasi responsabilità per eventuali errori, imprecisioni ed omissioni che potranno essere presenti nella pubblicazione. Qualora dovessero essere segnalati degli errori, si provvederà ad evidenziarli tramite una errata corrige alla prima pubblicazione utile.

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Anno X - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 12 dicembre - Finito di stampare i l 21/12/2016

COPIAGRATUITA

Il nostro periodico ad ogni uscita è dedicato in particolare ai temi

della salute, � sica e mentale; attraverso l’ausilio di specialisti ed

esperti del settore informiamo voi lettori sulle ultime tecniche

negli ambiti dell’ortopedia, della � sioterapia, della medicina…; vi

accompagniamo alla presa di coscienza e alla ri� essione su speci-

� che tematiche della psicologia e ci soffermiamo sullo sport, come

importante antidoto e sull’associazionismo. Ma la salute effettiva-

mente cos’è? Siamo sempre in grado di de� nirla in modo oggettivo,

specie per noi stessi? Il vocabolario ci dice che essa rappresenta

una condizione di benessere dovuta a uno stato di perfetta funzio-

nalità dell’organismo: quante volte abbiamo potuto dire di provare

questa “perfetta funzionalità”? Spesso capita di ritrovarsi a sentirci

non affatto bene, contrariamente a quanto affermano i valori degli

esami di laboratorio o le diagnosi del nostro medico curante;

sovente veniamo ripresi da chi ci sta vicino, perché considera che

la nostra salute non ha falle, altroché la loro! Relegando in qualche

modo questo stato di armonia personale esclusivamente all’as-

senza di conclamate patologie cliniche. Eppure non è mistero che

l’OMS, già dal 1948, abbia de� nito la salute come “uno stato di

completo benessere fi sico, mentale e sociale e non la semplice

assenza dello stato di malattia o di infermità.” Secondo la Carta di

Ottawa, per la promozione della salute, quest’ultima è una risorsa

per la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. I concetti sono

simili, ma profondamente diversi: senza la risorsa, il motore si ferma

e non raggiunge alcun obiettivo. La salute è una sorta di “adatta-

mento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente”,

una condizione dinamica di equilibrio, “fondata sulla capacità

del soggetto di interagire con l’ambiente in modo positivo, pur

nel continuo modi� carsi della realtà circostante”. L’ospedalizza-

zione è certo una condizione che mette a dura prova ogni aspetto

della nostra salute, eppure è noto a molti che si può vivere estre-

mamente infelici pur essendo tra le mura domestiche e viceversa.

Al termine di questo anno 2016, nel quale ciascuno avrà fatto la

sua personale classi� ca degli eventi passati e di quelli desiderati

per il futuro, non dimentichiamo di prestare attenzione alla nostra

intima salute “a tutto tondo” e a quella di chi ci sta vicino; interro-

ghiamoci sul “come stiamo?” e diamoci la risposta più sincera e

libera da condizionamenti possibile; in� ne valutiamo quello che

possiamo fare ed essere per aspirare alla perfetta funzionalità.

Con i migliori auguri di un felice 2017!Silvia Accorsi

2017 IN-SALUTE

Ps icologia

Ci sono alcuni momenti durante

l’anno, come per esempio alla � ne

di una bella vacanza o dopo

le feste natalizie, in cui

siamo maggiormente ben

disposti a programmare

de i cambiament i ne l le

nostre abitudini di vita.

Spesso riusciamo a portarli

a termine con successo e ne

andiamo giustamente � eri,

ma qualche volta andiamo

incontro a dei veri e propri

insuccessi, ci facciamo

prendere dallo scoraggia-

mento e dalla sfiducia, ci

domandiamo dove abbiamo

sbagliato, a volte siamo

tentati di non riprovarci mai più o di

cambiare obiettivo sperando che al

prossimo tentativo le cose andranno

meglio.

Ma cosa non ha funzionato?

Una vera e propria spiegazione

valida per tutti ovviamente non

può esistere, in quanto come ben

sappiamo ognuno di noi è

diverso dall’altro e deve fare

i conti con la propria realtà

soggettiva.Possiamo però ugualmente

cercare qualche buon sugge-

rimento nella Psicologia del

comportamento, da applicare

ai prossimi nostr i buoni

propositi,Quindi cominciamo con il

considerare che se abbiamo

fallito nel nostro intento,

p robab i lmente abb iamo

fatto, seppure in buona fede,

qualche errore e spesso

questo errore consiste nel non avere

fatto bene i conti con la realtà.

Come abbiamo detto i periodi più

critici per fare dei buoni propositi

sono proprio quelli a ridosso delle

festività e delle vacanze. Probabil-

mente perché in questi momenti

siamo presi da un facile entusiasmo,

complice il fatto che abbiamo

passato del tempo a riposo, siamo

stati in posti entusiasmanti e in

buona compagnia, quindi siamo

rilassati e r itemprati perciò ci

sentiamo positivi e forti e quindi ci

lanciamo in nuovi proponimenti.

Eccoci allora pronti ad affermare

che:“Appena torno a casa mi iscrivo in

palestra”

“DA DOMANI CAMBIO”: I BUONI PROPOSITI

Continua a pag. 3 >>>

Dott.ssa Marisa Antollovich

inseriscono sulle apofisi spinose delle vertebre lombari. A seconda del movimento che vogliamo compiere, si accorciano o si lasciano (i muscoli possono solo contrarsi e accorciarsi oppure l asc ia r s i allungandosi così passivamente).I m u s c o l i antigravitari: Quasi t u t t i i m u s c o l i posteriori del nostro corpo sono anche antigravitari. Comprendono gl i ischio crurali, i glutei, gli spinali.Ma anche il muscolo Ileo-psoas b i l a t e r a l m e n t e che è un muscolo b ia r t ico la re (che i n t e r e s s a d u e a r t i c o l a z i o n i ) a n t e r i o r e e poster iore, ed i l muscolo diaframma ( impor tan t i s s imo e f o n d a m e n t a l e m u s c o l o d e l l a respirazione) con tutti i suoi “ponti” fibrosi che si inseriscono sul rachide lombare dorsale e attraverso il cuore anche quello cervicale, sono interessati direttamente nella funzione “statica”.L’atto sportivo, porta inevitabilmente e sistematicamente ad effettuare un iperlavoro di questi gruppi muscolari, interessando più o meno alcuni distretti di essi in modo frequentemente asimmetrico. La ripetitività dell’azione muscolare riguardante questo o quello sport, invita al lavoro di contrazione i gruppi muscolari interessati che,

oltre a divenire più forti e “grossi”, vanno inevitabilmente incontro (dato che solo questo solo questo sanno fare, come abbiamo visto) ad “accorciamenti” della loro lunghezza

originaria. Avere una minore lunghezza di un muscolo o di un gruppo di muscoli porta i segmenti ossei ,che sono i n t e r e s s a t i a l l e i n s e r z i o n i , a s p o s t a r s i v e r s o i l l a t o dell’accorciamento. Ques to l im i te rà l e p o s s i b i l i t à d i m o v i m e n t o dell’ar ticolazione interessata, oltre a i m p o r r e u n a postura scorretta.Il “gesto” sportivo però, dovrà essere comunque ripetuto e se i muscoli non recuperernno prima la loro “lunghezza” e d “e l a s t i c i t à ”

originaria, saranno sottoposti a forti tensioni che provocheranno dolore, inizialmente, sposteranno i segmenti ossei , in cui sono inseriti, dalla posizione neutra verso la nuova lunghezza, ottenendo così modifiche importanti (e dolorose) della postura e della morfologia.In effetti la stragrande maggioranza de l le s i tuazioni dolorose de l rachide e delle strutture muscolari posteriori (in assenza di specifiche patologie, è data dall’allenamento di r inforzo muscolare seguito da poco o malfatto stretching

muscolo-articolare e dal movimento ripetitivo del gesto sportivo. Anche le “distrazioni” e gli “strappi” m u s c o l a r i p o s s o n o e s s e r e inglobati all’interno della “patologia d’accorciamento” del muscolo. Quando lo sportivo richiede al suo corpo il movimento appropriato per compiere una data azione, e i gruppi muscolari interessati non sono sufficientemente elastici e pronti ad interpretare tutta la lunghezza necessaria, la potenza muscolare dello sportivo arriva comunque ad effettuare l’azione richiesta ma il muscolo, superato il suo coefficiente di elasticità, provocherà facilmente la “rottura” delle proprie fibre.Non esiste uno sport particolarmente a rischio di provocare lombalgie e dolori della colonna (a parte gli sport con sollevamento dei pesi che mettono a rischio vertebre e dischi intervertebrali c o n p r e s s i o n i e l e v a t i s s i m e ) . Q u a l s i a s i s p o r t , a l l ’ i n t e r n o d e l l e proprie specificità di movimento, se non è supportato da una buona preparazione muscolo scheletrica c h e c o m p r e n d a esercizi di stretching mirato e appropriato, può divenire fonte di dolore.Diviene quindi priorità assoluta prevenire i problemi muscolari con la giusta dose d i a l l u n g a m e n t i a l l ’interno e dopo l ’ a l l e n a m e n t o s p o r t i vo . Q u e s to div iene ancor p iù i m p o r t a n te n e g l i sportivi adolescenti e in fase di crescita. Pur non essendone sicuramente la causa primaria (in assenza di dolore), la scarsa elasticità delle strutture muscolo scheletriche de l la co lonna e de i muscol i antigravitari nella loro globalità, può favorire l’aggravamento di situazioni dismorfiche importanti, quali l’ipercifosi dorsale o la scoliosi.

Il dolore, peraltro può facilmente insorgere in queste situazioni di asimmetria posturale.Quando si verifica un problema di dolore muscolare da attività sportiva (ma anche da attività lavorativa), diviene prioritario r ivolgersi al

personale sanitario, Fisioterapista e Medico. Tentare il “fai da te”, può sicuramente, in una prima fase, dare la sensazione di miglioramento, f a v o r i t o d a l l ’ i n s t a u r a r s i d i compensi muscolari e posturali che nascondono il dolore (senza risolverne la causa) che nel tempo saranno loro stessi causa di dolore.

Rubrica a cura del Dott. Giancarlo Caleffi

FisioterapistaDipartimento di Sanità Pubblica - Centro di

Medicina dello Sport - AUSL Ferrara

Ap profondimenti “MAL DI SCHIENA” A SEGUITO DI ATTIVITÀ SPORTIVA <<< segue da pagina 1

I muscoli Spinali sono i responsabili dei movimenti della colonna solo quando si contraggono. Quando sono al “minimo” frenano e stabilizzano.

La figura a sx vede i due muscoli spinali senza contrazione (solo con tono muscolare minimo). In questo modo il sistema formato dalle due vertebre è stabile.

Per effettuale una rotazione o una flessione, è sufficiente che uno dei due gruppo muscolari si contragga.

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3Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2017

“Dottore, ma quanto durano le protesi?” Questa è una domanda che frequentemente mi viene posta dai pazienti che dovranno sottoporsi ad un intervento di artroprotesi di anca o di ginocchio. Spesso, l’attenzione del paziente è tutta concentrata sul materiale della protesi e sulla sua possibile usura, poiché un tempo, era questo l’anello debole nonché la causa p iù f requente d i f a l l i m e n t o dell’impianto. L’intervento di a r t r o p r o t e s i c o n s i s t e n e l s o s t i t u i r e l e strutture anato-miche dell’anca o del ginocchio, ormai danneg-g i a t e , c o n l ’ i m p i a n t o d i c o m p o n e n t i protesiche che permet tono di restituire all’ar-t i co la z ione la sua funzionalità e r i so l ve re i l dolore. Nell’anca, viene asportata la testa del femore ed impiantata una coppa nell’acetabolo ed uno stelo all’interno del canale femorale, sul collo dello stelo viene incastrata una testina e nel neo cotile un inserto; in questo modo la testina ruota nel suo inserto sferico e permette all’anca di muoversi. Nelle prime generazioni di artroprotesi, la testina ed il suo inserto erano in lega di metallo e quindi il continuo sfrega-mento di questi materiali durante il movimento dell’anca, produceva dei detriti microscopici in grado di

infiltrarsi nell’osso e nelle strutture capsulari, creando una infiamma-zione e progressivo allentamento meccanico della protesi, con conse-guente fallimento dell’impianto e necessità per il Paziente di sotto-porsi ad un nuovo intervento . Negli ultimi 10 anni, l’accoppia-mento metallo-metallo ha ceduto il posto a nuovi materiali: il polietilene, materiale simile alla plastica ottenuto

da una par t i -co lare lavora-zione industriale, e la ceramica per uso biomedico; i nuovi accop-piamenti polie-tilene/ceramica, e c e r a m i c a /ceramica hanno un bassissimo coef f iciente di usura ed hanno c o n t r i b u i to a conferire all’im-p i a n t o u n a soprav v ivenza maggiore. Lo sviluppo di steli protesici più piccoli e meno i n v a s i v i , h a

permesso inoltre minore aggres-sività sulle strutture ossee, e la possibilità di impiantare l’artro-protesi con tecniche mini invasive, molto meno traumatizzanti sulle strutture muscolari, con conse-guente beneficio sulla ripresa del Paziente. L’utilizzo di testine di maggior diametro ha permesso, oltre ad una riduzione del rischio di lussa-zione tra testa ed acetabolo, migliori prestazioni in termini di movimento dell’anca. Recentemente sono stati introdotti nel mercato anche degli

inserti in polietilene arricchiti con vitamina E, che sembrerebbero svolgere un azione di prevenzione sulle possibili infezioni.L’evoluzione dei materiali non ha solo permesso di ridurre l’usura delle superfici di contatto ma anche di migliorare l’integrazione tra la protesi e l’osso. Nell’intervento di artroprotesi del ginocchio, viene impiantata una componente femorale che riproduce la struttura del femore distale, ed un piatto tibiale a livello della tibia prossimale, tra queste due strutture viene posizionato un inserto in polietilene che consente la piena congruenza con la parte femorale, permettendo quindi al ginocchio di piegarsi ed estendersi. L’evoluzione nei processi produttivi e la ricerca biomedica, hanno consentito di migliorare non solo i materiali impiegati per la costruzione ma anche il “design”, cioè il disegno e la forma della protesi. Nella chirurgia protesica del ginocchio si sono sviluppati modelli sempre più vicini alla conformazione anatomica, che hanno permesso quindi un signi-ficativo migliora-mento del l ’ar t i -colarità e funzio-n a l i t à s e m p r e p iù somig l iant i a l l ’ar t icolazione natia. Così come nell’anca, anche nel ginocchio, i materiali si sono evoluti. Oggi, oltre a disporre di inserti i n p o l i e t i l e n e par t icolarmente resistenti all’usura n e l t e m p o , abbiamo anche la possibil ità di impiantare artro-protesi anal ler-giche per Pazienti con documentate allergie ai metalli. S i p u ò q u i n d i affermare, che le artroprotesi attual-m e n t e d i s p o -nibili sul mercato, s ia per quanto riguarda l’anca che il ginocchio, offrono notevoli garanzie in termini di qualità dei materiali ed integrazione con le strutture ossee. I materiali costituitivi tuttavia, non sono l’unico elemento da consi-derare per valutare un possibile falli-mento della protesi stessa. Vanno considerati altresì, fattori legati al singolo Paziente: come l’obesità, le attività sportive o lavorative trauma-tiche, l’osteoporosi e le infezioni precoci o tardive, che possono ridurre i tempi di durata della protesi. È da sottolineare che il successo nel tempo, è anche legato alla tecnica chirurgica,peraltro molto migliorata nel corso degli anni, questa deve essere prec isa e met ico losa pe r pe r me t te re un c o r re t to

posizionamento delle componenti in modo che queste possano lavorare in modo omogeneo ed armonico. Infatti un fattore fonda-mentale per la longevità dell’ar-troprotesi è proprio che lavori con una corretta meccanica ed in modo stabile; questo avviene quando le componenti sono ben posizionate, le strutture legamentose corretta-mente bilanciate dal chirurgo e le strutture muscolari tonificate con particolari programmi fisioterapici. Tornando alla domanda iniziale sulla durata delle protesi, possiamo rispondere con i dati estratti dai registri implantologici, cioè da

q u e i r e g i s t r i dove vengono r i p o r t a t e l e “ c a r a t t e r i -s t i c h e ” d e i Pazienti operati di artroprotesi, nonché le speci-f iche tecniche d e l l e p ro te s i i m p i a n t a t e . Questi database p e r m e t t o n o u n a a n a l i s i d e i r i s u l t a t i nel tempo. In Emilia Romagna è presente un registro implan-t o l o g i c o d a circa 15 anni, i cui dati sulla sopravvivenza ci permettono d i a f fe rmare , sia pure con le semplificazioni del caso, che su 100 Pazienti che

hanno impiantato una artroprotesi di anca negli ultimi 15 anni, ben 97 non hanno avuto necessità di rimuoverla. Per quanto riguarda il ginocchio invece, su 100 Pazienti sottoposti ad intervento di artroprotesi oltre 94 non si sono dovuti sottoporre ad un intervento di reimpianto . In conclusione, si può quindi affermare che i dati disponibili documentano un’ottima soprav-vivenza degli impianti a 15  anni, con tassi di fallimento inferiori al 7%, e considerando che le protesi impiantate in questi ultimi anni hanno caratteristiche tecniche senza dubbio superiori a quelle di circa due decenni fa, la durata delle protesi è destinata a salire ben oltre i 20 anni.

Rubrica a cura del Dott. Armando Francesco Cervini

Medico ChirurgoSpecialista in Ortopedia e Traumatologia

UO di Ortopedia Casa di Cura Santa Maria Maddalena

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QUANTO DURANO LE ARTROPROTESI DI ANCA E DI GINOCCHIO?

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4 Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2017

ANATOMIA E FUNZIONEIl sistema del pavimento pelvico consiste in tre strati che, dall’alto verso il basso, sono:- la fascia viscerale pelvica;- il diaframma pelvico propria-mente detto, composto dai muscoli elevatore dell’ano e coccigeo con le sue porzioni pubococcigeo, iliococ-cigeo e ischiococcigeo;- il diaframma uro-genitale, costi-tuito dai muscoli traverso profondo e traverso superficiale del perineo.Comprende, altresì, i muscoli sfinterici del retto e del tratto uro-ge-nitale che sono: bulbo-spongiosi, ischio-cavernosi, sfinterici esterni dell’ano. Ogni parte del diaframma pelvico è ricoperta da una fascia.I muscoli del pavimento pelvico formano una sorta di amaca alla base delle pelvi. Anteriormente sono ancorati all’osso pubico, posteriormente al coccige. Il nome ‘pavimento pelvico’ deriva dal fatto che questi muscoli formano lette-ralmente un pavimento per le ossa pelviche.Il pavimento pelvico è una combi-nazione di strutture che forniscono una base stabile e dinamica all’intera pelvi e contribuiscono al ‘Core Stability’.Per ‘Core Stability’ si intende la capacità di controllare la posizione e il movimento del tronco su bacino e gambe.L’azione di questo diaframma è importante nel momento di alcune spinte quali la tosse e il parto ed ha un ruolo importante nel ritmo cranio-sacrale in osteopatia.Il pavimento pelvico svolge tre importanti funzioni: di supporto, sfinterica e sessuale. Assieme ad ossa pelviche, muscoli e tessuto connettivo fornisce il sostegno antigravitario agli organi pelvici e contrasta qualsiasi aumento di pressione addominale; fornisce sostegno e tono alle pareti vaginali. La funzione sfinterica aiuta nel controllo delle aperture perineali: i muscoli del pavimento pelvico prevengono l’incontinenza aumen-tando la pressione intrauretrale e stabilizzando la fascia endopelvica durante la contrazione sfinterica; analogamente i muscoli si rilassano per la defecazione e si contraggono per controllare il gas intestinale. La funzione sessuale consiste nella contrazione dei muscoli periva-ginali durante il coito, per agevolare l’attività sessuale.– Funzione Sessuale: è stato dimostrato che lo strato superfi-ciale dei muscoli del pavimento pelvico ha un ruolo importante nella funzione sessuale. Nelle donne circonda la vagina e i muscoli si inseriscono anche alla base del clitoride, contribuendo alla stimola-zione effettiva durante la penetra-zione. Negli uomini i muscoli del pavimento pelvico hanno dimostrato la loro importanza nel miglioramento o mantenimento dell’erezione.– Nel control lo di vescica ed

intestino: i muscoli del pavimento pelvico aiutano a controllare vescica ed intestino e prevengono dalla perdita accidentale di urine e feci. La più comune perdita nelle donne è di urine, quando la pressione intraddo-minale aumenta ad esempio durante un accesso di tosse, gli starnuti, le risa. Questa viene comunemente chiamata incontinenza urinaria da stress. I muscoli del pavimento pelvico aiutano anche a controllare quanto spesso si svuota la vescica. Quando la vescica si r iempie, segnala il momento in cui deve essere svuotata e un sano pavimento pelvico permette di trattenere le urine finché si riesce a raggiungere un bagno. Un pavimento pelvico danneggiato invece, non riuscirà a trattenere in maniera appropriata col risultato di dover svuotare la vescica più spesso. Questa viene chiamata urgenza vescicale. Alcune donne possono sperimentare entrambe queste situazioni e in questo caso si parla di incontinenza mista. I

muscoli posteriori del pavimento pelvico contribuiscono al controllo dell’intestino, prevenendo un’acci-dentale perdita di feci. Normalmente questi muscoli lavorano a livello subconscio e ci accorgiamo di loro solo quando abbiamo un intestino pieno.– Muscoli del pavimento pelvico e Core Stability: i muscoli del pavimento pelvico sono anche parte di un’unità multi strutturale detta cilindro lombopelvico. Questo cilindro è composto dal diaframma toracico superiormente, dai trasversi dell’addome anteriormente e lateral-mente e dalla colonna vertebrale supportata dagli ancoraggi del muscolo multifido posteriormente. I muscoli all’interno di questa unità lavorano costantemente a basso regime per mantenere stabilità posturale ma devono anche essere in grado di rispondere nel momento in cui il sistema nervoso centrale aumenta il carico.

L’OSTEOPATIALa Medicina Osteopatica è una professione di assistenza sanitaria di primo contatto (primary contact Healthcare profession) che diagno-stica e tratta le disfunzioni della mobilità dei tessuti corporei che

influenzano lo stato di salute.La medicina osteopatica promuove la salute, favorisce il recupero e la prevenzione dei sintomi ricor-renti, attraverso il suo trattamento non-chirurgico, non farmacologico.C o n c e t t i b a s e e p r i n c i p i dell’osteopatia:L’os teopata usa conoscenze mediche e scientif iche attuali, per applicare i principi dell’oste-opatia alla cura del paziente. La conoscenza scientifica e i risultati basati sull’evidenza hanno un’alta priorità nel trattamento dei pazienti e nella gestione dei casi.L’osteopatia fornisce una vasta gamma di approcci per il mante-nimento della salute e la gestione della malattia. Essa abbraccia il concetto di unità della struttura (anatomia) e della funzione (fisio-logia) dell’individuo.Il trattamento osteopatico parte da una attenta anamnesi e da una valutazione palpatoria dell’intera struttura corporea per diagnosticare,

prevenire e trattare le disfunzioni influenzate dal sistema muscolo scheletrico e viscerale, ossia quelle disfunzioni che non sono causate da altre condizioni pelviche patologiche più gravi e che pertanto neces-sitano prontamente dell’intervento dello specialista (chirurgo generale, ginecologo, urologo).

IL TRATTAMENTO OSTEO-PATICO NELLA PREVENZIONE

La funzione preventiva dell’osteo-patia, è determinata dalla visione osteopatica di malattia e salute come fenomeni graduali dove la disfunzione del paziente si creda essere la fase iniziale della patologia.Valutazione osteopatica globale:A- Anamnesi B- Sistema cranio-sacrale C- Sistema strutturale D- Sistema viscerale E- Diaframma

AnamensiL’anamnesi osteopatica non diffe-renzia molto da quella fatta da qualsiasi altra figura sanitaria, quindi prende nota della storia medica passata ed attuale del paziente, compresa la storia familiare e i dettagli relativi al motivo della consultazione. Formula inoltre

una serie di domande pertinenti, compresi referti e conclusioni di altri specialisti, utili per eviden-ziare red flags o yellow flags quindi a formulare una diagnosi di esclu-sione, una diagnosi differenziale ed una diagnosi di lavoro. Notevole attenzione e data ai fattori predi-sponenti e di mantenimento che possono aver causato o mantenuto il problema (es: fattori professionali, ricreativi o stress),Sulla base della storia del caso, l’osteopata, genera una gamma di possibili diagnosi che poi vengono esplorate attraverso un detta-gliato esame clinico osteopatico su misura del singolo paziente ed in base al suo problema (non esiste standardizzazione).Quando necessario l’osteopata, utilizzerà le procedure di esame clinico che sono familiari alla maggior parte delle persone ed ampiamente utilizzate dagli operatori sanitari (es test ortopedici e neurologici), al fine di esaminare tutti i sistemi del corpo, integrandolo però con tecniche specifiche di esame osteopatico come ad esempio l’osservazione e la palpazione per valutare la qualità, lo stato, la mobilità, la motilità, e la salute della meccanica delle artico-lazioni, muscoli, ed altri tessuti corporei.Questo porterà alla formulazione di una diagnosi di primarietà ed una secondarietà ed al relativo trattamento.Sistema cranio-sacraleI l sistema urogenitale è sotto l’influenza dell’asse ipotalamo ipofisi spesso associati a fissità della sincondrosi sfeno-basilare o delle suture occipito parietali ed occipito mastoidee.Sistema strutturaleLe vertebre cervicali, clavicole, pr ima costa sono strut ture in relazione con il ganglio stellato e la tiroide; le vertebre dorso-lombari (D10/S5) sono in correlazione con i gangli ortosimpatici e al parasim-patico sacrale che innerva l’apparato urogenitale, intestino e muscolo scheletrico di distretto. Il bacino, il sacro ed il coccige come costituenti ossei ed articolari del pavimento pelvico nella loro biomeccanica funzionale. Sistema visceraleSoprattutto il fegato come struttura i m p l i c a t a n e l l a r e g o l a z i o n e ormonale. Inoltre ha un ruolo impor-tante per le sue connessioni fasciali ed aponevrotiche con la vescica.

Rubrica a cura diMarco CanellaD.U. Infermiere

Osteopata D.O. m R.O.I.Cell.: 339 2290644

e-mail: [email protected]: Foro Boario 76 Ferrara

IL TRATTAMENTO OSTEOPATICONELLE DISFUNZIONI DEL PAVIMENTO PELVICO

Sa lute

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Importante anche la valutazione degli altri organi in rapporto con il pavimento pelvico quali utero, ovaie, colon destro (cieco ed ileo distale) colon sinistro (giunto sigma retto) e vescica nella loro componente di mobilità e motilità intra addominale e per la loro diretta continuità fasciale e legamentosa con la struttura ossea del cingolo.DiaframmaIl Diaframma toracico per la stretta correlazione con i l pavimento pelvico. I diaframmi pelvico ed urogenitale con quest’ultimo visto come regolatore delle pressioni addominali per permettere un corretto afflusso/deflusso vascolare. La valutazione prevede un’accurato studio delle strutture muscolari e fasciali e del loro funzionamento.Importante ricordare che nella fase di prevenzione, il trattamento osteopatico si deve completare con l’educazione posturale e con un programma di esercizi per il pavimento pelvico (es esercizi di Kegel).IL TRATTAMENTO OSTEOPATICOIl trattamento delle problematiche del pavimento pelvico lo possiamo

suddividere in 2 gruppi di disturbi:Diretti: • problematiche funzionali dei visceri

del piccolo bacino;• incontinenza (urinaria e/o fecale);• ptosi viscerale;• infiammazione degli organi pelvici

(vulvodinie, prostatiti);• d o l o r e p e l v i c o

cronico (sindrome d e l p u d e n d o , c o c c i g o d i n i e , endometriosi);

• stipsi/sindrome da ostruita defeca-z i o n e ( e s d a i p e r t o n i a d e l puborettale):

• mialgie tensiveIndiretti:• Psoas e diaframma

toracico;• Disordini posturali, fino alle false

dismetrie d’arto con sindromi associate;

• Punti trigger miofasciali nella parte bassa dei retti dell’addome;

• Disfunzioni del bacino o della colonna;

• Cefalea ed emicrania muscolo duramerica.

Il trattamento di queste problema-tiche si basa sul riscontro di disfun-zioni ottenute durante la fase di valutazione osteopatica globale fatta in precedenza.

TRATTAMENTO OSTEOPATICO POST-CHIRURGICO

Deve essere sempre associato al la r ieducazione f unz iona le de l l a musco la tu ra de l pavimento pelvico eseguita da altre figure sanitarie (fisio-terapista , postu-rologo, laureato in scienze motorie).Il trattamento osteo-patico prevede:• r ip r i s t ino de l la f u n z i o n a l i t à d i

un’area post-chirurgica non intesa come riabilitazione, bensì come il riportare i tessuti a favorire la guarigione attraverso tecniche che prevedono un miglior afflusso e deflusso vascolare (inteso nelle componenti arteriosa, venosa e linfatica);

• Tra t tamento de l la c icat r ice chirurgica: Le cicatrici se vengono

trascurate possono divenire fonte di dolore, di alterazione posturale, di disagi organici o respiratori, perché non permettono la piena libertà di movimento dei tessuti sottostanti, creando aderenze che accumulano tensioni molto spesso a distanza dalla cicatrice stessa.

• Prevenire gli adattamenti posturali che un insulto chirurgico può instaurare nel corso del tempo, anche anni. E’ stato infat t i dimostrato che una cicatrice genera un elemento di pertur-bazione del tessuto connettivo, il quale a sua volta, sottomesso alle tensioni e allo stress in questa zona di irritazione, modifica la propria struttura, plasticità ed elasticità, e produce una pertur-bazione della meccanica fasciale che influisce sulla funzionalità di un’area più o meno estesa;

• Trat tamento de l d ia f ramma toracico e pelvico nella preven-zione delle sindromi congestizie sulla muscolatura e sugli organi inerenti il pavimento pelvico.

• Trattamento strutturale su cerniera cervicale, dorsale, lombo-sacrale ove richiesto.

Il perineo e il pavimento pelvico nell’uomo e nella donna: dove sono e a cosa servono?Il perineo è un insieme di muscoli, situati tra la vagina e l’ano per la donna e tra il pube e l’ano per l’uomo, che ti permette di controllare i tuoi flussi urinari e fecali, di sostenere il bebè durante la gravidanza ma anche di provare più piacere durante i rapporti sessuali.

Il pavimento pelvico, o muscoli pubococcigei, è l’insieme di muscoli che va dall’osso pubico al coccige e che serve a sostenere l’ano, la vescica, l’utero. Proprio per questo prende il nome di “pavimento”.Perché si indeboliscono?Prima constatazione: la posizione eretta grava su tutto il pavimento pelvico. Stare in piedi fa sì che i muscoli debbano sostenere il peso di tutti i nostri organi e che anche i muscoli del pavimento pelvico si indeboliscano, ancora di più se sei in sovrappeso. Anche stare seduti

per molte ore, spesso in posizione sbagliata con le gambe incrociate e con la schiena piegata in avanti, fa sì che la zona perineale si atrofizzi.Allo stesso modo, abitudini come portare molti pacchi o non fare attività fisica, disturbi come la stiti-chezza o particolari condizioni che ci portano ad assumere antidepressivi possono indebolire il pavimento pelvico.

Cause e conseguenze del la perdita di tonicità per l’uomo:La perdita di tonicità nell’uomo può essere sia di origine patologica (un intervento prostatico) sia di origine meccanica.L’indebolimento può provocare disfunzioni del sistema urinario e incontinenza ma anche problemi de l l a s fe r a se s sua le , c ome impotenza e eiaculazione precoce. È sbagliato pensare alla rieduca-zione del perineo solo dopo il parto poiché questo muscolo è molto sollecitato nella vita di una donna e,

con le gravidanze, il parto, l’avanzare dell’età, le conseguenze possono essere disastrose: vita sessuale insoddisfacente, incont inenza urinaria e anale e discesa d’organi. Nel 1948 Il ginecologo Arnold Kegel, Professore Associato di ginecologia presso la University of Southern California ideò una serie di esercizi al fine di irrobustire il pavimento pelvico e quindi contrastare il fasti-dioso problema della incontinenza urinaria sotto sforzo.Tali esercizi consistono nel contrarre e rilassare i muscoli del pavimento pelvico

INDIVIDUARE I MUSCOLI DEL PAVIMENTO PELVICO:

Una delle tecniche utilizzate per individuare i muscoli che costitu-iscono il pavimento pelvico e la prese di coscienza di essi consiste nell’interruzione volontaria del flusso urinario durante la minzione. La sensazione che si avverte è quella di una spinta verso l’alto.

ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI:Prima di eseguire gli esercizi è consi-gliabile vuotare completamente la vescicaPosizione: gli esercizi possono essere eseguiti in posizione semi seduta, seduta, accovacciati sulle ginocchia oppure in posizione distesa. Possono essere eseguiti in qualsiasi momento della giornata. Le prime volte si consiglia di eseguirli con massima calma per perdere confi-denza nella corretta esecuzione dell’esercizioFase di contrazione: Stingere i muscoli del pavimento pelvico come per trattenere la pipì e mantenere la contrazione fino a 5-10 secondi.

Nelle fasi iniziali si consiglia una contrazione di 5 secondi e poi con la costanza dell’esecuzione portare alla contrazione a 10 secondi.Fase di rilassamento: Rilasciare la tensione esercitata lentamente per altri 5-10 secondi senza aiutarsi con l’addome e molto lentamente.Ripetere: Ripetere la serie di contra-zione-rilassamento per 10 volte tra le 2-4 volte al giorno.Consiglio: Cercare di mantenere una posizione più composta possibile, senza contrarre i glutei o l’addome. Sono muscoli che si stancano facil-mente ma con una buona costanza vedrete dei miglioramenti nell’esecu-zione in pochi giorni;Tali esercizi sono di facile esecu-zione e possono essere inseriti nella propria routine quotidiana cercando di eseguirli nel miglior modo possibile. Sono muscoli che si stancano facilmente ma con una buona costanza vedrete dei miglio-ramenti nell’esecuzione in pochi giorni.Non demoralizzatevi se non vedete un immediato beneficio: a volte possono essere necessari alcune settimane o in altr i casi mesi per vedere i risultati. Il sovrac-carico di esercizio d’altro canto va evita assolutamente in quanto potrebbe comportare un affatica-mento muscolare. I migliori risultati si ottengono rivolgendosi ad un fisioterapista o ad uno specia-lista dell’esercizio fisico (Laureato Magistrale in Scienze Motorie) che formuleranno un programma di esercizi individuali su misura per i vostri muscoli.

At tività FisicaRubrica a cura del Centro Attività Motoria AdattataEsercizio VitaIl Movimento è un Bisogno...l’Esercizio è VitaTel. 0532 747914www.eserciziovita.ite-mail: [email protected]

GINNASTICA PER IL PAVIMENTO PELVICO

IL TRATTAMENTO OSTEOPATICONELLE DISFUNZIONI DEL PAVIMENTO PELVICOSa lute

I muscoli del pavimento

pelvico formano una sorta di

amaca alla base delle pelvi.

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Contagio L’herpes labiale ( herpes labialis) è un’infezione virale che si manifesta generalmente sulle labbra, ma che in alcuni casi può espandersi anche a guance e palato. È causata da un ceppo virale chiamato Herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) ed è conta-gioso soltanto per gli individui che non hanno mai contratto il virus precedentemente. La trasmissione avviene tramite il contatto con il virus che si trova all’interno delle vescichette tipiche della malattia; di conseguenza il rischio maggiore di contagio si ha nel momento in cui queste si aprono lasciandolo fuoriuscire. Il virus non è in grado di sopravvivere fuori dall’organismo, pertanto il contagio può avvenire soltanto per contatto diretto o, più raramente, per il rapido scambio di bicchieri, posate, ecc.È importante non grattare la vescica per impedire la fuoriuscita del virus ed evitare il contatto della stessa fino a completa guarigione delle crosticine. Nel caso in cui si sia toccata la parte infetta con le mani, queste vanno immediatamente lavate per evitare di auto infettarsi, cioè di trasmettere il virus in un’altra zona del corpo. Le zone general-mente più a rischio sono occhi e genitali.

Decorso della patologiaIl primo contatto dell’individuo con il virus prende il nome di infezione erpetica primaria. Generalmente la malattia rimane asintomatica, mentre in circa il 10% dei casi si manifestano i sintomi clinici. Dopo un periodo di incubazione di 8- 10 giorni si rivelano i primi segnali come pizzicore, senso di gonfiore, calore ed arrossamento in un punto definito del labbro. Nel giro di poche ore ha inizio la fase eruttiva con formazione di vesci-chette dolorose contenenti un siero limpido all’interno del quale risiede il virus. Dopo circa una settimana le vescicole tendono ad asciu-garsi con formazione di piccole crosticine destinate a scomparire in 7-10 giorni. In seguito alla guari-gione il virus migra attraverso le fibre nervose del nervo trigemino fino a depositarsi nei gangli nervosi,

all’interno dei quali permangono in uno stato di latenza. La riattiva-zione del virus può essere deter-minata dall’esposizione prolungata alle radiazioni solari, a basse tempe-

rature, traumi, stress, stadi di immunodepressione e alterazioni ormonali (es. ciclo mestruale). In questo caso si parla di infezione erpetica secondaria.Per evitare la comparsa di recidive è buona norma limitare l’esposizione

alla luce solare ed aiutarsi, nel caso, proteggendo le labbra con stick a schermo totale e mantenendole

idratate con burro cacao per evitare le screpolature.

Trattamento I farmaci utilizzati per il trattamento dell’herpes labiale possono essere

applicati localmente o somministrati per bocca, in base alla gravità del caso.Alla comparsa dei primi sintomi (gonfiore, pizzicore) devono essere applicate tempestivamente creme antivirali a base di Aciclovir 5%

e Penciclovir 1%, acquistabili in farmacia senza obbligo di ricetta medica. Per una buona riuscita

della terapia la crema va applicata per almeno 4 giorni consecutivi, con una frequenza di un’applica-zione ogni 4 ore nel caso dell’Aci-clovir, e un’applicazione ogni 2 ore nel caso del Penciclovir. In combi-nazione all’uso delle creme antivirali si possono applicare direttamente sulla vescica degli appositi cerottini, facilmente reperibili in farmacia. Questi non contengono antivirale ma impediscono la diffusione dell’infe-zione per contatto, inoltre una volta applicati proteggono la vescicola e mantengono la lesione umida; in questo modo non si forma la crosticina, si riduce il rischio di lesioni e sanguinamento e la guari-gione sarà più rapida.Gli individui che presentano eruzioni di herpes simplex di grande esten-sione e molto frequentemente (fino a quattro volte al mese) possono assumere, su prescrizione medica, antivirali a dosaggi ridotti per via sistemica, anche per lunghi periodi di tempo. Queste terapie sono normalmente ben tollerate.

RimediI trattamenti farmacologici non sono in grado di dare un sollievo immediato ai sintomi fastidiosi di tale patologia. Ci si può pertanto aiutare appoggiando ripetuta-mente sul labbro un cubetto di ghiaccio, mentre per asciugare la vescica e accelerarne la guarigione si può tamponare il labbro con un batuffolo di cotone imbevuto

di alcool. Questa procedura deve essere applicata per 4-5 volte al giorno.

HERPES LABIALE (HERPES LABIALIS)

Rubrica a cura della Dott.ssa Irene Benini

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7Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2017

La sezione ferrarese della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) è nata nel 1985 e, dal 1993, trova la sua sede presso il Giardino delle Capinere di Via Porta Catena 118 a Ferrara, un’area verde che nel corso degli anni si è trasformata in un Centro F a u n i s t i c o D i d a t t i c o d o t a t o d i voliere, stagno e di un percorso a c c e s -s ib i l e a n c h e ai disabil i. In questi 32 anni l a s e z i o n e è d i v e n t a t a punto di riferi-m e n t o p e r tutto il territorio provinciale sotto vari aspetti: quello NATURALI-STICO/AMBIENTALE (in quanto si occupa di pronto soccorso per la fauna selvatica in difficoltà), quello EDUCATIVO (ogni anno migliaia di cittadini di ogni età visitano il Centro), quello SOCIALE (molte persone con diversi tipi di disagio cominciano qui il loro percorso di reinserimento sociale) e, infine, quello TURISTICO (il Centro fornisce informazioni su fauna e aree protette della provincia di Ferrara).

Nel corso del 2016 ci sono stati consegnati 1.272 animali di 77 specie autoctone. Tra queste meritano d’essere citate per la loro rarità e/o perché particolarmente protette: il Gabbiano tridattilo, il Tasso, l’Istrice,

la Beccacc ia , i l F a l c o d i palude, il Barba-gianni e uccelli migratori come l’Airone rosso, il Gruccione, la Cannaiola e i l Cannareccione. La percentuale di liberazione si attesta attorno al 70%, un valore che è motivo di orgoglio per i l Giardino del le

Capinere.Gli animali pervenuti presentano, in massima parte, fratture dovute a automezzi o vetrate che, special-mente quando coinvolgono ali o zampe, necessitano di lunghi periodi di degenza. Elevato è anche il numero di animali che arriva denutrito e/o disidratato (spesso sintomo di qualche tipo di infezione) e il numero di ricoveri dovuti alla predazione di gatti e cani.Va ricordato che nel periodo primaverile/estivo la maggior

parte degli animali ricoverati sono giovani uccelli caduti dai nidi e raccolti da passanti sensibili a l l e temat ic h e a m b i e n t a l i . Purtroppo molti di questi, che richiedono uno sforzo notevole a i v o l o n t a r i , n o n n e c e s -s i t e r e b b e r o d i u n i n t e r -vento umano, perché in natura i genitori sono solit i nutrire i piccoli anche al di fuori del nido.A l t r o a s p e t to f o n d a m e n t a l e dell’at tività del nostro Centro è l’Educazione Ambientale, strumento imprescindibile per dif fondere il rispetto dell’ambiente e l’uti-lizzo di pratiche ecosostenibili. La LIPU si muove nel mondo scola-stico da oltre 25 anni, promuo-vendo progetti e attività legate alla Natura e agli animali. Nel caso della sezione ferrarese, alunni e insegnanti possono scegliere diversi percorsi educativi durante la visita del Giardino delle Capinere. Un educatore accompagna i visitatori lungo i l percorso, tota lmente

accessibile ai disabili, mostrando loro gli animali selvatici non più autosuf-ficienti delle voliere e dello stagno, la fauna e la flora del Giardino, vari

reperti di origine naturale e l’ambu-l a to r i o ve te r i -n a r i o . I n o l t r e , per i più giovani, esiste la possi-bi l i tà di par te-cipare a laboratori prat ic i qual i la cos t ruz ione d i mangiatoie con materiali riciclati, i l r i c o n o s c i -mento del canto d e g l i u c c e l l i , u n a p a s s e g -giata a piedi nudi sull’erba e l’arram-

picata su un albero.Il Giardino delle Capinere è aperto al pubblico il mercoledì dalle 15,00 alle 16,30 e il sabato dalle 10,00 alle 11,30. Per i gruppi e le scolaresche le visite sono prenotabili anche in altri giorni della settimana e hanno una durata di circa 45/60 minuti.

CRAS “Giardino delle Capinere” LIPU Sezione di Ferrara

Via Porta Catena 118 - Ferraratel. 0532.772077 / fax 0532.54810

www.lipuferrara.it - [email protected]

Alzi mano a chi non piacciono le fragole! Si tratta infatti di un frutto dolce e amato da bambini e adulti. Il suo successo è senz’altro dovuto al fatto che si può gustare da solo, oppure può essere accosta to a ge la to, panna montata, aceto balsamico, zucchero, c i o c c o l a t o … o essere il condi-mento per un insolito primo! Nell’antichità erano già cono-sciute ed amate, tanto che venivano chiamate fragrans

dai romani, proprio a causa del loro intenso profumo ed erano gustate soprattutto nel periodo delle festività in onore di Adone:

la leggenda, infat t i , racconta che a l la mor te d i Adone, Venere pianse così tanto che le lacrime

c a d u t e a t e r r a , s i t r a s f o r -

m a r o n o i n p i c c o l i

c u o r i r o s s i . Se guar-

d i a m o l a loro forma,

LE FRAGOLE, FRUTTA DI STAGIONE

LIPU - IL GIARDINO DELLE CAPINERE

RISOTTO CON LE FRAGOLE

INGREDIENTI per 4 persone350 g di riso; brodo di pollo; sale e pepe; 1 c ipo l l ina b i a n c a ; 1 c u c c h i a i o d i bur ro; 1 cucchiaio div o d k a ; 1 t a z z i n a d i panna ; 250 g di piccole fragole mature

P R E P A R A - ZIONETritate molto finemente la cipolla e fatela appassire nel burro caldo, in un tegame di medie dimensioni. Gettatevi il riso e fatevelo lucidare; poi continuate a cuocerlo, badando di bagnarlo, via via, con mestoli di brodo bollente perché rimanga sempre ben umido.Trascorsi 10 minuti, mescolate al riso le fragole, mondate e taglia te a pezzetti (conservando a parte le quattro migliori per la decorazione). Rimestate ed ultimate la cottura.Appena cotto, mescolate al riso la panna e il vodka. Dopo qualche minuto, fate le porzioni e decorate ciascuna con una fragola. Cospargete di pepe e servite.

le varietàAl imentazione e benessere

A cura del Prof Vincenzo BrandoliniDocente di Chimica degli Alimenti

Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche Università di Ferrara

hanno un peduncolo e una rosetta di foglie; la superficie della fragola è ricoperta da numerosi puntini di colore giallo o bruno; l’anello congiungente del frutto alla sua pianta è il picciolo, che deve essere ancora attaccato al frutto prima di essere consumato.Possono essere considerate “falsi frutti”. Esse infatti sono inflore-scenze, che si formano in seguito all’ingrossamento dei ricettacoli dei fiori. I frutti veri e propri sono granuli verdi, a loro volta contenenti un piccolo seme scuro, visibili sulla superficie delle fragole stesse e chiamati acheni. La storia della fragola coltivata ha preso il via nel ‘700 in Francia. Si suddivide in fragola di campo (più adatta alla preparazione di macedonie e conserve) e di bosco che ha una maggiore consistenza e si conserva più a lungo.Il colore della fragola: se è di un rosso scuro significa che è piuttosto matura e quindi va consumata in brevissimo tempo.La pianta delle fragole è originaria delle Alpi, ed è chiamata Fragaria vescia. Essa cresce spontanea in Europa, ma viene anche coltivata in moltissime varietà.

LE PIÙ COMUNI VARIETÀ DI FRAGOLE:FRAGOLA GARIGUETTE(1): mente acidulo. Frutto allungato dall’aroma delicato e dal colore rosso brillante. FRAGOLA FAVETTA (2): Sono una varietà di frutti rotondi di piccola e media taglia, dall’aroma intenso. FRAGOLA KARINA(3): Ha un frutto rotondo e saporito, di taglia media. FRAGOLA HONEOYE(4): È una varietà relativamente precoce, dal frutto brillante, molto saporito e leggermente acidulo. FRAGOLA TENIRA(5): Varietà semi precoce a frutti di media e grossa taglia, dal piacevole aroma dolce-amaro. FRAGOLA SENGA SENGANA(6): Si tratta di una varietà nota da molti anni, il cui frutto è di media taglia; ha un sapore dolce-amaro. FRAGOLA ELSANTA(7): (Fragaria ananassa) Grossa e succosa, dall’aroma zuccherino con una nota acidula

As sociazionismo

CannaiolaAssiolo

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Page 8: forma - irp-cdn.multiscreensite.com · lombare e/o del rachide, è frequentemente un sintomo di sofferenza dei muscoli spinali e antigravitari o dei segmenti componenti la colonna

Anno XI - Sport Comuni Speciale Informa Supplemento al n. 3 marzo 2017

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