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DOVE PORTA LA Strada: adattarsi ai cambiamenti climatici dalla teoria alla pratica 6 ottobre 2015 - Milano Francesca Giordano Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

Francesca Giordano Istituto Superiore per la Protezione e ... · l’adattamento ai cambiamenti climatici” 4) Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC)

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6 ottobre 2015 - Milano

Francesca Giordano Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

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Strategia e Piano: elementi principali

La Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC)

Considerazioni conclusive

Il clima passato, presente e futuro

Impatti in corso e potenziali

I documenti della Strategia

Gli obiettivi

I settori d’azione

Set di azioni ed indirizzi

Il processo partecipativo

Alcuni esempi di misure

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- Priorità di azione - Allocazione di risorse economiche per l’implementazione - Ruoli e responsabilità - Tempistiche - Monitoraggio, valutazione e revisione periodica

- Principi, visione, obiettivi - Quadro conoscitivo (vulnerabilità e rischi climatici) con il coinvolgimento dei portatori di interessi e dei decisori politici ed individuazione delle lacune conoscitive ed incertezze - Analisi della possibile integrazione dell’adattamento nelle differenti politiche settoriali - Raccomandazioni, linee-guida e obiettivi per costruire capacità adattiva in differenti settori vulnerabili - Revisione e consultazione periodica dei portatori di interessi

Piano Nazionale di Adattamento - PNA Documento successivo all’adozione di una strategia, finalizzato a promuovere la sua concreta applicazione, attraverso

l’individuazione di azioni prioritarie di adattamento.

Strategia Nazionale di Adattamento - SNA Documento preliminare rispetto all’implementazione delle misure di adattamento, generalmente non vincolante, che

può essere adottato a tutti i livelli di governance.

- Una Piattaforma Nazionale

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Coordinamento istituzionale Ministero per l’Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare (MATTM)

Coordinamento tecnico-scientifico Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (S. Castellari)

Durata Luglio 2012 – Luglio 2014

Approvazione e adozione (Decreto Direttoriale MATTM)

Giugno 2015

TAVOLO TECNICO (Coordinamento CMCC, S. Castellari) Comunità scientifica (CMCC, ISPRA, ENEA, CNR, Università, Fondazioni,…)

TAVOLO ISTITUZIONALE (Coordinamento MATTM)

Ministeri, Regioni, Provincie, Comuni (Coordinamento MATTM)

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1) Rapporto Tecnico-Scientifico “Stato delle conoscenze

su impatti, vulnerabilità ed adattamento ai cambiamenti climatici in Italia”

2) Rapporto Tecnico-Giuridico “Analisi della normativa comunitaria e nazionale

rilevante per gli impatti, la vulnerabilità e l’adattamento ai cambiamenti climatici”

4) Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC) (197 Pag.)

878 Pag. 230 esperti

155 Pag. 5 esperti

3) Documento Strategico “Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento

ai Cambiamenti climatici”

245 Pag. 35 esperti

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Elaborare una VISIONE NAZIONALE

su come affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali

e sui settori socio-economici

Fornire un QUADRO CONOSCITIVO DI RIFERIMENTO

per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici in Italia

Individuare un SET DI AZIONI ED INDIRIZZI

per far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici

RIDURRE AL MINIMO LE

VULNERABILITA’

E

TRARRE VANTAGGIO DALLE

EVENTUALI OPPORTUNITA’

che si potranno presentare

nelle nuove condizioni

climatiche

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12 MACRO-SETTORI

9 MICRO-SETTORI

Risorse idriche (quantità e qualità)

Desertificazione, degrado del territorio e siccità

Dissesto idrogeologico

Biodiversità ed ecosistemi Ecosistemi terrestri Ecosistemi marini Ecosistemi di acque interne e di transizione

Salute

Foreste

Agricoltura, pesca e acquacoltura Agricoltura e produzione alimentare Pesca marittima Acquacoltura

Energia

Zone costiere

Turismo

Insediamenti urbani

Infrastruttura critica Patrimonio culturale Trasporti e infrastrutture Industrie e infrastrutture pericolose

2 CASI SPECIALI

Area alpina e appenninica Distretto idrografico padano

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9-10 dicembre 2013 Consultazioni ad hoc per ONG, Regioni, Città

31 ottobre 2013 – 20 gennaio 2014 Consultazione pubblica on-line su bozza documento strategico

1 ottobre – 15 novembre 2012 Questionario pubblico on-line preliminare

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OGGI

DOMANI (XXI SECOLO)

Cambiamento della temperatura (°C) e della precipitazione (%) sulla penisola italiana tra le medie stagionali del periodo (2071-2100) e il periodo di riferimento (1961-1990), ottenute con i modelli PRUDENCE seguendo lo scenario SRES-IPCC A2.

TEMPERATURE Le stime del rateo di riscaldamento sono dell’ordine di +1 °C/secolo negli ultimi 100 anni e di 2 °C/secolo negli ultimi 50 anni. Il rateo di variazione è ancora più consistente e stabile negli ultimi 30 anni. L’aumento della temperatura è più sensibile nelle stagioni estiva e primaverile.

PRECIPITAZIONI Le precipitazioni cumulate medie annuali in Italia nel lungo periodo sono in lieve diminuzione (circa 1%/decennio). Tuttavia il segno e il livello di significatività delle tendenze sono molto variabili a seconda dell’intervallo di tempo, dell’area geoclimatica e della stagione.

TEMPERATURE Aumento della temperatura media stagionale con valori che alla fine del XXI secolo vanno dagli oltre 5°C dell’Italia settentrionale in estate ai circa 3 °C nell’Italia meridionale in inverno. Aumento della probabilità di occorrenza di ondate di calore.

PRECIPITAZIONI Su gran parte dell’Italia le precipitazioni medie diminuiscono in estate del 30% e oltre, mentre in inverno la riduzione è molto meno consistente al sud e praticamente nulla al centro. Al nord la precipitazione mostra un aumento significativo (+17%), soprattutto nelle aree alpine. Aumento eventi intensi.

Serie temporali delle anomalie di temperatura media globale e in Italia, rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990 (Fonti: ISPRA e NCDC/NOA).

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AREA ALPINO-APPENNINICA

Accelerazione del processo di ritiro dei ghiacciai

(diminuzione estensione e volume)

Aumento della quota del limite di scioglimento del permafrost

Riduzione della copertura nevosa più marcata a bassa quota

Spostamento altitudinale delle specie animali e vegetali

Aumento del rischio di estinzione delle specie

Aumento del rischio di erosione del suolo e del rischio idrogeologico

Diminuzione del turismo invernale (sciistico)

DISTRETTO IDROGRAFICO DEL PO

Variazioni dei deflussi idrici

Aumento dei periodi di siccità e alluvioni

Incremento del rischio idrogeologico

(e relative conseguenze)

Aumento del rischio di episodi di intrusione del cuneo salino

Deterioramento qualità dell’acqua ed ecosistemi associati

Maggior esposizione al rischio sanitario

SISTEMI NATURALI

Diminuzione delle portate fluviali

Riduzione disponibilità e qualità risorse idriche

Aumento del rischio di perdita di biodiversità

Variazione nell’areale di distribuzione di alcune specie

Erosione e desertificazione

Aumento del rischio di dissesto idrogeologico

Aumento del rischio d’incendio

Innalzamento del livello del mare

Aumento del rischio inondazione ed erosione costiera

Incremento della temperatura superficiale del mare

Incremento dell’acidificazione dei mari

Spostamento latitudinale a nord delle specie marine

Modifica delle comunità fitoplanctoniche

Invasione delle specie aliene

SETTORI SOCIO-ECONOMICI

Incremento mortalità per ondate di calore

Incremento infortuni, disturbi allergici, malattie e decessi

Comparsa e diffusione malattie di origine infettiva, idrica

e alimentare

Spostamento altitudinale/latitudinale degli ecosistemi

Diminuzione del potenziale di produzione idroelettrica

Diminuzione del turismo estivo e potenziale incremento

nelle altre stagioni

Aumento della domanda idrica in agricoltura

Diminuzione della produttività agricola

Spostamento verso nord degli areali di coltivazione

Calo produttività del settore della pesca

Aumento della domanda estiva di energia elettrica

Danni al patrimonio culturale

Danni a infrastrutture di trasporto

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Azioni suddivise per:

TIPOLOGIA

• SOFT-non strutturali (es. informazione, formazione, comunicazione, sensibilizzazione, linee guida, politiche, normative, sistemi di monitoraggio, ecc.)

• VERDI-approccio ecosistemico (es. infrastrutture verdi, aree buffer, protezione zone umide, ecc.)

• GRIGIE-infrastrutturale e tecnologico (es. efficientamento reti, opere di difesa costiera, ecc.)

• Breve termine (entro il 2020)

• Lungo termine (oltre il 2020)

ORIZZONTE TEMPORALE

SETTORI Macro- e Micro-settori

AZIONI TRASVERSALI

Su più settori

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Risorse idriche: Nuovi codici per il risparmio idrico nel settore delle costruzioni Desertificazione, degrado del territorio e siccità: Promozione di incentivi per l’adozione di pratiche agricole più sostenibili Distretto idrografico del fiume Po: Aggiornamento delle concessioni di prelievo in base ai fabbisogni ed alla disponibilità idrica e revisione del regime delle autorizzazioni

Risorse idriche: Creazione di zone tampone fra aree coltivate e corsi d’acqua Dissesto idrogeologico: Rinaturalizzazione di fiumi e torrenti

Risorse idriche: Adeguamento degli impianti di trattamento delle acque reflue per una maggiore frequenza degli eventi estremi (alluvioni, siccità) Patrimonio culturale: attuare interventi protettivi superficiali idrorepellenti e di consolidamento

MISURE SOFT

MISURE VERDI

MISURE GRIGIE

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Le azioni e le misure di adattamento indicate fanno parte di un portfolio di azioni che dovranno essere valutate e selezionate sulla base di opzioni strategiche e criteri di prioritarizzazione.

La Strategia fornisce al nostro paese per la prima volta un quadro organico sullo stato delle conoscenze scientifiche su questo tema ed un punto di riferimento per l’attuazione di azioni e misure di adattamento.

Con l’adozione della SNAC l’Italia si allinea alla maggior parte dei paesi europei, anche sulla base di un percorso coerente rispetto a quanto auspicato dalla Strategia Europea di Adattamento (Obiettivo di Promozione dell’azione tra gli Stati Membri; Guidelines on developing adaptation strategies - EC, 2013).

Fonte: Piattaforma europea Climate-Adapt, 2015.

Ancora molte incertezze e lacune conoscitive devono essere colmate al fine di poter fornire strumenti cognitivi sempre più adeguati ai decisori politici a cui è affidata la pianificazione e l’attuazione delle azioni di adattamento. Tali gap conoscitivi non possono, tuttavia, costituire una barriera rispetto ad un’azione tempestiva poiché i danni (ambientali, sociali ed economici) prodotti dall’inazione saranno decisamente più elevati dei costi stessi delle azioni.