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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.
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ANNO XVIII - NUMERO 150OTTOBRE/NOVEMBRE 2012
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Fabio Calò, John Carter, Claudio Cazzara, Andrea Cucchi, Valentina Crugnola, RaimondoGasperini, Federico La Croce, Luigi Madeddu, Massimo Mannucci, Matteo Muraro, Sirio Passioni,Mattia Pedrani, Tomas Perrson, Paola Perrone, Simone Pierini, Stefano Pisciottu, Jason Polakow,Francesco Prati, Kevin Pritchard, Nicola Spadea, Simone Spagarino, Robby Swift.
immagini: Markus Adrian, Cataldo Albano, Pablo Berrios, Berthuot Visuals, Flora Bikich, BrianCaserio, Emanuela Cauli, John Carter, Crazy Photo, Henning, Alfredo Escobar, Diego Figueroa, FotoFiore, Johannes Neuman, Pietro Olivetta, Nico Orrego, Josep Pina, Valerio Pedrani, MicheleTagliafico, Roberto Vuilleumier, Darrell Wong.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
MODALITA’ DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199CAUSALE: abbonamento FUNBOARD - NOMINATIVO E INDIRIZZO
Funboard è una testata della società Johnsons Media
srl che pubblica anche i periodici
KiteMagazineStance (kite), Suptime (stand up
paddle), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard),
En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard),
Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride)
e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e
Snowb (snowboard).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non
espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,
nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di
riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso
essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati
dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.
Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Cover Story
Festeggiamo questi 150 numeri di Funboard con unacover dedicata a un amico, un fortissimo rider sia nelwave che nel freestyle, un ragazzo che ha sempreorbitato nella hot zone di Funboard e che adesso tra unimpegno lavorativo e familiare viaggia solo alla ricercadelle Condizioni.
RIDER Federico La Croce LOCATION One Eye, Mauritius FOTO Flora Bikich
Inside
Abbiamo raggiunto i 150 numeri di FUNBOARD! 18 anni in cui vi abbiamo raccontato dal nostro
punto di vista le cose che sono successe in questo fantastico e pazzesco mondo del windsurf. Lo
abbiamo fatto seguendo sempre la nostra linea editoriale, più orientata al funboard nel senso
lato della parola, al sogno del viaggio impossibile o con i consigli utili per gli spot più facilmente
raggiungibili. Un occhio lo abbiamo sempre dato anche ai nuovi prodotti, spesso proponendovi
articoli che precedevano le tendenze future o segnalandovi atleti da tenere sott’occhio.
Interviste, approfondimenti, esclusive, foto da urlo sostenute dalla nostra qualità cartacea;
alcuni errori certamente a volte non sono mancati ma in 18 anni ogni singolo numero di questa
rivista è stato fatto con passione e per la promozione dello sport. E ora tutto questo gode anche
dell’immediatezza del web con il sempre più seguito funboardmag.com.
Mi piace ricordare un aneddoto di quando ho sentito parlare per la prima volta di questa rivista.
Avevo 14 anni e correva l’anno 1994, mi trovavo in un negozio di windsurf per comprare la mia
prima attrezzatura (Fanatic Rabbit 300 con vela UP 6.0), il proprietario mi disse: “Con questa
tavola ora sei pronto per le cose serie… e corri in edicola che è uscita una rivista nuova che si
chiama Funboard!”. Seguii il suo suggerimento e mi diressi verso l’edicola dove trovai una copia
di Funboard, era il secondo numero però… il primo lo avevo perso! Da allora non ne ho saltato
uno e l’arrivo di quello nuovo è sempre stato un momento molto atteso. 12 anni dopo mi sarei
ritrovato a dirigere quella rivista.
Buon anniversario FUNBOARD!
Have fun!
Fabio Calò ITA-720
6
8
RIDER Kevin Pritchard | LOCATION Cape Sebastiøn, Canada | FOTO Johannes NeumanSommario
22 TOYSXFire V5, Falcon e iSonic a confronto, caratteristiche tecniche e schededelle nuove misure di queste tre tavole da slalom.
62 CANADA ROADTRIPDI Kevin PritchardMr. Pritchard insieme a Graham Ezzy e altri wave sailor è andato alla scoperta di remoti spot canadesi,un vero surf trip verso l’ignoto con tanta avventura e session indimenticabili.
24 EVENTIDI Fabio CalòLa carrellata di fine stagione dei principali eventi italiani: Wave Contest Frassanito, italiani a Fuerteventura,trofeo Nogler, regata storica, campionato freestyle, REO e Jaguar NP Racing.
42 CLAUDIO CAZZARADI Leonardo UcelliConosciamo meglio una storica azienda bolognese che produce anche alberi da windsurf investendoin tecnologia e qualità dei propri materiali mantenendo l’intera produzione in Italia.
48 TOMAS PERSSONDI Fabio CalòSimmer, marchio leggendario nel mondo del windsurf, le vele icona del waveriding, abbiamo intervistatoin esclusiva per voi il sail designer e proprietario del marchio.
54 PUNTA DE LOBOSDI Jason PolakowUna nuova avventura tra le grandi onde di due formidabili wave rider: Jason Polakow e Robby Swift.Questa volta Robby ha invitato il suo amico in Cile per una grossa perturbazione.
70 L’ORO DELLA CORNOVAGLIADI John CarterJC ha seguito per le strade della Cornovaglia un manipolo di rider inglesi alla ricerca dello spot ideale per una fantastica giornata di windsurf tra le onde trovando quello che cercavano.
78 FAQ: La sezione di Funboard
dedicata a chi vuole surfare meglio e divertirsi di più. In questo numero:- Insegnare ad insegnare- Crash of the month- Top Turn- Bobby Skipper- Come prepararsi all’inverno
90 SPOT GUIDEl nostro collaboratore Matteo Muraro ci porta a casa di Victor Fernandez: Almeria e dintorni.
10
Ecstasy, cibo per la mente!
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RIDER Philip Koster 2 X World Wave Champion | LOCATION PWA Kia Cold Hawaii, Klitmoller, Danimarca | FOTO John Carter
12
Ecstasy, cibo per la mente!
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RIDER Bernd Roedriger | LOCATION Hookipa, Maui, Hawaii | FOTO Berthuot Visuals
16
HARLEY/STARBOARD/70SNasce a Bari, a settembre 2012, la Joint venture tra Harley-Davidson Bari e Tiki Pro shop, i 2
marchi leader di settore che si uniscono per portare i propri clienti a cavalcare surf e moto.
Dal mese di settembre una splendida Harley Davidson 72 Metal Flake Red messa a
disposizione dalla Harley-Davidson Bari, concessionario per la Puglia, è esposta in vetrina
presso il TIKI PRO SHOP, negozio ufficiale Starboard in Italia. Ai due marchi si aggiunge 70s,
nome esclusivo di artigiani che realizzano a mano caschi Super Flakes, una poesia di curve,
forme, colori ed onde. La collaborazione tra i tre marchi riscontra risultati assolutamente
positivi, gli amanti delle due ruote, sono attratti dall’idea di cavalcare le onde e viceversa, a
completamento i disegni di precisione dei caschi 70s offrono ai clienti del negozio TIKI
un’emozione in vero stile custom. E la sorpresa non finisce qui, per coloro che ne faranno
richiesta sarà possibile provare le Harley Davidson semplicemente facendone richiesta
presso la concessionaria di Bari. Finalmente è giunto il momento di vedere surfisti che
cavalcano onde e moto in Puglia proprio come negli Stati Uniti. Il TIKI TEAM ha dato un importante apporto alla diffusione dell’iniziativa e così si apre un settembre
che segna l’inizio di una nuova stagione e che preannuncia un brillante 2013.
SURFSEGNANA VI ASPETTA PER LA STAGIONE 2013Il SurfSegnana, noto network multi-sportivo di Torbole sul Lago di Garda, sta
per archiviare un’ennesima stagione ricca di successi e soddisfazioni. Il
numero di principianti che provano per la prima volta il windsurf sul Garda
continua ad aumentare, grazie anche all’evoluzione dei materiali ormai
diventati estremamente leggeri e perforanti, e il SurfSegnana con le
attrezzature North Sails e Fanatic riesce a soddisfare le esigenze sia dei neofiti
e sia di coloro che in windsurf ci vanno già da anni e vogliono tavole veloci e
vele stabili. Il SurfSegnana è il punto di riferimento per chi vuole fare windsurf
a Torbole grazie anche alla location ideale adatta alle famiglie ma anche ai
surfisti radicali. Positiva e in continua crescita anche il numero di corsi
effettuati giornalmente e questo dimostra ancora una volta la professionalità e
serietà degli istruttori del SurfSegnana, senza dimenticare una buona dose di
simpatia per rendere l’esperienza del windsurf divertente ma nella più
completa sicurezza. Di grande successo anche gli stage di Fabio Calò
organizzati in collaborazione con il Pier Windsurf nei mesi di giugno, luglio e
settembre: [email protected]. Vi possiamo già confermare fin da ora che
verranno ripetuti anche il prossimo anno. Una grande scuola è resa tale anche
dal supporto dei suoi sponsor e il SurfSegnana ringrazia: la Volvo per le
macchine messe a disposizione dello staff e dei clienti per i test drive;
Underwave per le mute che hanno tenuto al caldo clienti e istruttori; Brunotti e
Hormann; Fanatic e North Sails per le attrezzature tecniche; SurfPlanet, surf
shop di Torbole, dove i clienti del SurfSegnana posso trovare delle interessanti
agevolazioni; ITAS assicurazioni. L’ufficio rimarrà aperto anche durante tutto
l’inverno, potrete quindi contattare la segreteria per prenotare la vostra
vacanza per la prossima stagione e continuerà anche il servizio di spedizione
del libro e del dvd SurfSegnana a domicilio, piacevole regalo, anche per natale,
per non dimenticarsi quello che avete imparato durante il corso! Sia il libro che
il dvd lo potete comodamente ordinare on line sul sito www.surfsegnana.it con
un pagamento veloce e sicuro tramite pos.
Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione su queste
iniziative o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso
“Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro.
INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN).
Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail: [email protected]
Fast news
PLANA AL CALDO CON VASCO RENNAQuest’inverno plana al caldo a Safaga sul Mar Rosso nel Centro windsurf di Vasco Renna. Ti aspettano, vento,
sole, un mare spettacolare, windsurf, SUP, vela, canoa, snorkeling, possibilità di fare escursioni in città o nel
deserto, professionalità e simpatia. Vasco Renna con la collaborazione di Sun and Fun Italia ti organizza tutto:
volo – soggiorno – affitto e corsi di windsurf e vela. Unisciti al team di Vasco non perdere la tua vacanza a tutto
surf. Per Info: Vasco Renna Professional Surf Center – Parco della Pavese, 9 – 38069 Torbole sul Garda (TN) –
Tel. 0464/505993 - Fax 0464/ 506254 – E-mail: [email protected] - www.vascorenna.com.
Per prenotazioni Volo + soggiorno: Sun and Fun Italia, Anneliese Wanke, Tel.0365/953204–918700-0365/953526 -
e-mail:[email protected] www.vacanzewindsurf.it
COPPA PRIMAVELA E COPPA PRESIDENTE CAGLIARI 6-8 SETTEMBRE 2012Non poteva concludersi in modo migliore la trasferta Cagliaritana del Circolo
Surf Torbole, dove dal 6 al 8 settembre si sono svolte le regate più importanti
nel settore giovanile della Federazione Italiana Vela, organizzate dal Windsurfing
Club Cagliari in collaborazione con la Lega Navale sezione di Cagliari. Oltre
cinquecento atleti iscritti provenienti da tutt’Italia e con età compresa tra gli
otto e gli undici anni hanno gareggiato nelle classi Techno 293, 555 FIV, Tyka,
Optimist, L’Equipe EV, RS Feva, Laser 4.7, 420; per quattro giorni nelle cristalline
acque del Poetto a pochi chilometri dal centro del capoluogo sardo. Con un
vento mai sopra i dieci nodi Alessandro Josè Tomasi, classe 2003, ha vinto la
Coppa Primavela, riuscendo a portarsi al comando della flotta composta da
quaranta piccoli atleti, con un quinto ed un primo nella prima giornata per poi
piazzarsi, nella seconda giornata, secondo, terzo e infine due volte primo
l’ultimo giorno, decisivo per aggiudicarsi la coppa su Davide Antognoli del
Nauticlub Castelfusano, che nulla ha potuto nei confronti del giovane rivano, il
quale ha saputo gestire il proprio vantaggio fino all’arrivo. Un po’ più sofferta
invece la vittoria dell’altro atleta del CST, Nicolò Renna, già vincitore
dell’edizione della Coppa Primavela 2011; partito un po’ in sordina con un terzo
e un quarto nella prima giornata di gara, ha dovuto dare il massimo nelle
restanti prove, riuscendo comunque a piazzarsi davanti al palermitano Giorgio
Stancampiano del circolo Albaria, precedendolo di un solo punto, avendo
ottenuto un secondo due primi ed un terzo posto, nell’ultima giornata.
Grande soddisfazione quindi per tutto lo staff del Circolo Surf Torbole, che oltre
ad avere bissato il successo del 2011 nella Coppa Primavela, ha raggiunto un
primato, ossia di avere vinto nello stesso anno sia la Coppa Primavela che
quella del Presidente.
Nome: Alessandro Josè Tomasi - Data di nascita: 25/042003
Quando hai iniziato ad andare in windsurf? A cinque anni grazie a mio papà
Sandro Tomasi che ha una scuola a Riva del Garda.
Dove pratichi il windsurf? A Torbole sul Lago di Garda e mi alleno al Circolo
Surf Torbole.
Hai disputato delle regate combattute e sei stato concentrato fino
all’ultima prova, dimostrando un carattere da abile regatante pur
avendo solo nove anni… vuoi dare qualche consiglio ai tuoi coetanei che
iniziano a fare attività agonistica? A me piace moltissimo andare in windsurf
e anche quando gareggio mi diverto un sacco e cerco di concentrarmi per
andare veloce e magari planare…
Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo risultato? Vorrei ringraziare tante
persone che mi hanno aiutato e allenato, ma voglio ringraziare mio papà
Sandro, che con tanta pazienza mi ha insegnato ad andare in tavola.
Nome: Nicolò Renna - Data di nascita: 01/05/2001
Quando hai iniziato ad andare in windsurf? Tanti anni fa grazie a mio papà
Vasco.
Dove pratichi il windsurf? A Torbole sul Lago di Garda e mi alleno al Circolo
Surf Torbole.
Lo scorso anno Coppa Primavela e quest’anno Coppa del Presidente… ma
ci hai preso gusto a vincere? Eh anche quest’anno sono riuscito a piazzarmi
al primo posto, ma non è stato facile in quanto i miei avversari sono diventati
più forti e ogni errore poteva costare caro, ma ho dato il massimo e ci sono
riuscito…
Vuoi ringraziare qualcuno per il tuo risultato? Vorrei ringraziare il Circolo
Surf Torbole, che ha consentito a me a tutta la squadra agonistica di essere
presente a tutte le gare nazionali, mio papà Vasco che mi ha insegnato ad
andare in tavola (grazie Vasco) e il mio allenatore Gianlorenzo Imbriaco e
anche tutti i miei compagni di squadra che mi hanno sostenuto sempre.
PLAN SRL CON POINT-7Il lavoro è una sfida continua: come per chi si mette sui campi di gara per dimostrare a se stessi di essere il
migliore. È per questo che PLAN SRL ha deciso di voler vedere il proprio logo sulle vele di due dei più forti
surfisti italiani e non solo. Sono Andrea Cucchi ITA-1 e Greta Benvenuti ITA-38, entrambi atleti del team Point-7,
che partecipano alle tappe di PWA Racing, i due atleti selezionati da PLAN. L’adesivo PLAN sfreccia sul campo di
regata sulle loro vele, all’inseguimento del risultato. PLAN: società di ingegneria, che da oltre 10 anni sviluppa
con successo progettazioni integrate di infrastrutture a qualsiasi livello. La sinergia delle professionalità
messe in campo ha permesso di sviluppare in modo sempre migliore i progetti e svolgere gli incarichi con i
migliori risultati. Così come avviene per Andrea e Greta nello sviluppo dei materiali e durante le competizioni,
così per PLAN il risultato finale del progetto e dei lavori non può prescindere da un’adeguata preparazione
tecnica ed esperienza. Società giovane, costituita da giovani, dinamici e sempre alla ricerca di nuovi sviluppi e
miglioramenti. PLAN, Andrea e Greta: per tutti velocità, potenza, qualità, precisione, sicurezza del risultato, ma
soprattutto passione. Una filosofia comune per praticare lo sport e il lavoro ai massimi livelli. Andrea e Greta
ringraziano PLAN per il supporto e sperano che insieme questa collaborazione dia più motivazione ed
entusiasmo per ottenere risultati sempre migliori per tutti.
Fast news
18
INSEGUENDO LA FORZA DELLA NATURAIl RedBull Storm Chase sta aspettando le tre tempeste più importanti che si
abbatteranno sul nostro pianeta con venti superiori a forza 10! I 10 migliori
atleti sono stati selezionati e stanno aspettando questa sfida man vs. man vs.
natura. Il format è semplice, la missione numero uno verrà effettuata nella
prima location (ancora da stabilire) con 10 rider, di cui accederanno alla
seconda missione solo 6 per poi finire con 4 rider nella terza e ultima missione
che decreterà il vincitore. Il wating period scadrà il 30 novembre quando sarà
incoronato il vincitore e come ha detto la leggenda vivente del windsurf Robby
Naish: “Surfare nella tempesta separa i ragazzi dagli uomini!”. Durante la
votazione on line, dei 50 pre-selezionati con la super visione di Robby Naish e
Klaas Voget, questi sono i rider che hanno ottenuto il maggior numero di voti:
Marcilio Browne (BRA), Daniel Bruch (GER), Ricardo Campello (VEN), Boujmaa
Guilloul (MAR), Kai Lenny (USA), Victor Fernandez Lopez (ESP), World Champion
Philip Koester (GER), Robby Swift (GBR), Julien Taboulet (FRA), e Thomas
Traversa (FRA). Anche per questi campioni non sarà facile affrontare la
tempesta e sarà molto diverso rispetto alla loro “routine giornaliera”. Klaas
Voget spiega che il massimo dell’intensità del vento dovrà essere di 100 km/h,
con onde gigantesche, pioggia, acqua nebulizzata che renderà il tutto molto
difficile, senza considerare il fatto che il vento avrà maggiore pressione in
condizioni di temperature basse e con acqua fredda. Ci si aspetta un’intensa e
spaventosa azione. Marcilo “Brawzinho” Browne, uno dei top sailor al mondo
commenta: “Sarà speciale, perché andremo alla ricerca di condizioni che si
ripetono solo poche volte in molti anni. Ora abbiamo la possibilità di seguire la
tempesta perfetta ed essere nel posto giusto al momento giusto!”. Sia Marcilio
che il Campione del Mondo 2011 e 2012 Philip Koster hanno ammesso di non
aver mai surfato in condizioni simili a quelle che si andranno a cercare. Victor
Fernandez, Campione del Mondo Wave 2010, precisa: “Mi ricordo che ho surfato
solo una volta in queste condizioni, era durante la tappa di Sylt dove ho
gareggiato con la mia 3.4 completamente soprainvelato alle 7 del mattino. Era
completamente scuro, pioveva, le onde erano gigantesche con un shore break
devastante. Ho imparato ad aver rispetto di quelle condizioni, ma amo anche
navigarci per poter vedere la potenza del mare.” Victor, Philip e Brawzinho si
stanno preparando sia fisicamente che mentalmente per affrontare la sfida e
sono seguiti da diversi preparatori atletici e nutrizionisti. Brawzinho dice anche:
“Quest’anno abbiamo avuto a Gran Canaria durante il PWA un vento fortissimo
che ci ha fatto un po’ allenare per la RBSC, vedremo dei salti incredibili e
magari qualcuno proverà anche il triplo!”.
Anche l’attrezzatura giocherà un ruolo importante per i nostri eroi: tavole, vele,
mute calde, guanti e cappuccio… tutto deve essere al top. Marcilio dice: “Il
materiale avrà un ruolo fondamentale in quelle condizioni, utilizzerò le mie
tavole da 72 e 78 litri e come vele dalla 3.0 alla 4.0.” Philip precisa che avrà
bisogno della 3.2 e del suo 72 litri Koster Kode. Klaas Voget ricorda che i rider
avranno bisogno della loro attrezzatura più piccola e di alcuni alberi di
ricambio. Ma non solo, ricorda anche che lo staff e i rider saranno diretti verso
location inusuali e che sarà un bel salto verso l’ignoto per tutti! Philip Koster
afferma che una delle sue destinazioni che sognerebbe per il RBSC è la
Tasmania, mentre Brawzinho non ha mai surfato nessuna delle location pre-
selezionate e spera di andare a Cape Hatteras sulla costa est dell’America.
Victor Fernadez ha maggiore esperienza avendo già surfato in Irlanda, Galizia,
Bretagna e Giappone ma mai in condizioni di tempesta.
Rimanete collegati su www.redbullstormchase.com.
19
REGATA PROMO WINDSURF SUNSET BEACH I EDIZIONEL’associazione sportiva Sunset Beach per la prima
volta quest’ anno in collaborazione con Roberto
Ricci Designs, Comune di Grosseto, UISP, Airjibe, ha
dato il via ad una manifestazione che comprendeva
windsurf e sup nel tratto di mare antistante alla
spiaggia di Marina di Grosseto. L’evento ha avuto
inizio alle ore 10.00 del giorno 11 agosto. I primi a
scendere in acqua sono stati i ragazzi del SUP che
si sono dati battaglia in una gara a batterie di 4. Il
vincitore del sup è stato l’atleta “local” Gigi Romano,
seguito da Manuel Giannerini e Riccardo Vasellini.
Dopo un break per il pranzo, alle ore 13 il termico
di Marina di Grosseto è entrato deciso e così dopo
un veloce skipper’s meeting sono partite le 5
batterie da 4 atleti per ognuna. I partecipanti hanno
disputato un in&out a 3 strambate con attrezzatura
uguale fornita da RRD: vela Evolution 7.2 e tavola
FireRace 120 litri. Dopo 2 ore di battaglia fra le boe, alla fine l’ ordine di arrivo è stato il seguente: 1° Gigi Romano, 2° Aurelio Verdi, 3° Andrea Mauro. A
seguire in serata, premiazione con montepremi fornito dalla RRD e grigliata in spiaggia con Dj set. L’organizzatore dell’evento Federico Torlone, nonchè
responsabile della scuola di vela vi aspetta numerosi al prossimo appuntamento che si terra 11 agosto 2013.
GOPRO GLORY TRICKS – EDIZIONE AUTUNNO 2012Vuoi vincere una GoPro Hero2 e tanti accessori firmati GoPro? Sottoscrivi il tuo video di surf o skate
della lunghezza massima di 4 minuti, contenente le tue migliori immagini action filmate nei mesi estivi e
giocati il tutto per tutto nel concorso di fine stagione “GoPro Glory Tricks”. Due le categorie in gara:
Video Skate e Video Surf. Entrambe i vincitori si aggiudicheranno una GoPro 2 del valore commerciale di
349 euro. I video verranno tutti pubblicati nell’apposita rubrica “GoPro Glory Tricks” su Board.tv, la web
tv italiana dedicata agli action sport! Al termine del concorso una giuria qualificata e composta dai
membri della redazione di Board.tv selezionerà il video migliori per ognuna delle categorie fra tutti
quelli pervenuti. Saranno ammessi alla competizione tutti i video pervenuti entro e non oltre domenica
28 ottobre 2012. La giuria ufficializzerà il proprio giudizio lunedì 5 novembre 2012 e contatterà il
vincitore tramite l’e-mail ricevuta al momento della consegna del video per notificare la vittoria.
Consegnando il tuo video, dichiari che è di tua legittima proprietà, che ne sei il titolare dei diritti
d’autore e ci autorizzi a pubblicarlo anche sugli altri siti del network Johnsons Web (Board.tv,
Snowpark.it, 4Skiers.it, Disoriented.it, Skateon.it, PureAction.it, Surfcorner.it, Funboardmag.com e
Suptime.it). Per maggiori informazioni ed invio dei video relativi al concorso GoPro Glory Trick – Edizione
Autunno 2012 rivolgetevi ad [email protected] (per i video di skate) oppure a [email protected] (per
i video di surf).
Fast news
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STARBOARD PRESENTA I NUOVI ISONIC E FUTURA 2013Starboard ha annunciato l’ultima generazione degli acclamati iSonic.
Per il 2013 queste macchine da Slalom sono state sviluppate tenendo in
considerazione il format delle 3 tavole del PWA, e i nuovi iSonic
rappresentano il perfetto quiver per quei rider ambiziosi. Con 3 misure
per il vento forte, 3 per il medio e 3 per il leggero gli iSonic sono
un’evoluzione della generazione del 2012 e al momento mantengono la
leadership nel ranking slalom mondiale. Remi Vila, supervisore del
progetto iSonic commenta: “Tutti i nuovi iSonic sono dotati di nuovi side-
cut che si stringono sull’outline partendo da 30 cm dalla poppa. Questo
riduce la resistenza per aumentare l’accelerazione. Poiché però la
larghezza nel punto critico di 30 cm è stata mantenuta, si avrà così una
superficie di planata ampia che aumenterà il lift della tavola,
mantenendola stabile e garantendoti il massimo controllo sulla pinna.
Grazie ai side-cut la tavola naviga anche più sulla pinna.” Per tutti i
dettagli e le leggere variazioni delle misure dei vari modelli controllate
su www.star-board.com. Tutti i miglioramenti effettuati sugli iSonic sono
stati trasmessi di riflesso ai nuovi Futura. Riproducendo i nuovi cutaway
2013 disegnati per gli iSonic, i nuovi Futura beneficiano di una andatura
più pulita e una minore resistenza per ottenere il massimo della velocità. I Futura sono le tavole che da due anni vincono qualunque test comparativo delle riviste
di tutto il mondo e rappresentano il fiore all’occhiello della linea Freerace di Starboard. I Futura 2013 garantiranno prestazioni più “user-friendly” e accessibili ma
sono anche delle macchine da corsa con un’accelerazione e velocità paragonabili a quelle degli iSonic. Entrambe le tavole sono proposte nelle due costruzioni,
Carbon e Wood in tutte le misure, e sono caratterizzate dal marchio di fabbrica del profondo concavo sulla coperta. Entrambi i modelli richiedono quindi un
posizionamento 2 cm più alto del boma del vostro normale setup race.
Toys
22
FANATIC 2013 HAWK, SHARK, FALCON E RAYSe avete la buona abitudine di seguirci anche su www.funboardmag.com vi sarete sicuramente imbattuti nei video by
FUNBOARD, che abbiamo registrato in esclusiva per voi durante il meeting Boards&More di Navene sul Lago di Garda dello
scorso giugno, in cui vi presentiamo le novità di Fanatic in contemporanea con il loro lancio mondiale sul web. Dopo la
nuova linea Wave e Freestyle, il ritorno del Gecko, è ora il turno dei Freeride/Freerace. Fanatic comunica che quest’anno il
focus è stato concentrato sul range Freecarve, Freemove e Slalom. Dopo il sensazionale ritorno del glorioso Gecko, ci sono
ora nuovi emozionanti shape come il fast&furius Hawk con cui si è ritornati verso il Super-X, con un mix perfetto delle
migliori caratteristiche del Freestyle e dello Slalom. Fanatic ha anche ridisegnato completamente il range delle tavole
Slalom da PWA Falcon, dove solo il 79 e 89 Falcon Speed sono rimasti invariati. La nuova linea dei Freerace Ray sono le
versioni identiche del Falcon 101, 112 e 122 per un imbattibile accesso all’elite degli shape da Race nella resistente e
rigida versione Biax Glass Sandwich. Tutte le misure e maggiori dettagli li trovate su www.funboardmag.com e
www.fanatic.com.
Name Volume Length Width Tail Width Weight Weight Sail Range Fin Range Fin box
(litres) (cm) (cm) (cm) (Carbon Kg) (Wood Kg) (m2) (cm)
iSonic 80 Carbon / Wood 80 243 56.5 36.6 5.25 6.0 5.1-7.0 28-34 Tuttle
iSonic 87 Carbon / Wood 87 243 56.5 36.7 5.34 6.0 5.1-7.0 30-36 Tuttle
iSonic 90 Carbon / Wood 90 243 59.5 40 5.59 6.3 5.1-7.0 32-38 Tuttle
iSonic 97 Carbon / Wood 97 235 63.5 45.2 5.63 6.6 5.6-7.8 34-40 Tuttle
iSonic 107 Carbon / Wood 107 235 68.5 50.0 6.01 6.7 6.2-8.6 36-44 Deep Tuttle
iSonic 110 Carbon / Wood 110 227 75 49.6 6.30 6.9 6.2-8.6 38-46 Deep Tuttle
iSonic 117 Carbon / Wood 117 228 80.5 53.4 6.59 7.3 7.0-9.2 38-46 Deep Tuttle
iSonic 127 Carbon / Wood 127 228 85 57.9 7.05 7.6 7.8-9.6 44-52 Deep Tuttle
iSonic 137 Carbon / Wood 137 231 85 58 7.30 7.8 7.8-9.6 44-54 Deep Tuttle
Ray 122
Futura
iSonic
RRD X-FIRE LTD V5RRD ha da poco presentato agli addetti ai lavori la quinta evoluzione della propria linea di tavole da slalom. Si tratta di una nuova gamma partorita dopo un
lungo lavoro di ricerca e sviluppo sulle tavole della seria V4, che tanti successi ha raccolto sui campi di regata nella stagione 2012. Grazie al meticoloso lavoro
del Team R&D capitanato da Finian Maynard con la collaborazione di tester del livello di Antoine Albeau e Julien Quentel, le nuove tavole possono vantare migliori
velocità di punta, accelerazione, velocità in uscita dalla strambata, range di utilizzo e comfort in andatura. Provare per credere! Le X-Fire LTD V5 saranno le tavole
che verranno utilizzate nella stagione slalom 2013 e sono frutto di un attento sviluppo della gamma V4. Gli shape di 90, 114, 122 e 129 hanno subito un
sostanziale rinnovamento, mentre i collaudati shape di 98 e 105 sono stati mantenuti invariati dal momento che anche l’anno prossimo rappresenteranno le
tavole di riferimento nel loro range di utilizzo. I modelli 114, 122 e 129 continuano a presentare una poppa TT tail, che è stata ridisegnata per rendere le tavole
ancora più confortevoli e controllabili in andatura. Ricordiamo che la funzione principale di questo particolare “scalino” a poppa è quella di aumentare la
distanza fra strap posteriore e pinna, aumentando così la leva che si può fare sulla pinna, ma garantendo tuttavia una maggiore velocità di punta e controllo
grazie alla riduzione della superficie bagnata in carena. Anche il design della TT Tail è stato rivisto e la nuova forma permette alle tavole di entrare e uscire dalla
strambata ancora più facilmente e a velocità nettamente superiore rispetto alle tavole che non ne sono dotate. Anche lo shape del bordo su cui appoggia il piede
posteriore poi è stato rivisto per garantire massimo comfort in tutte le andature. La zona di rilascio
dell’acqua a poppa di 114, 122 e 129 è stata rivista per garantire maggior portanza e miglior potenziale di
velocità nella più ampia gamma di condizioni. 90, 114, 122 e 129 adesso possono vantare un range di
utilizzo ulteriormente ampliato. Tutte le X-Fire LTD V5 sono caratterizzate da un inconfondibile controllo
nella conduzione in sovrainvelatura e grande lift e accelerazione in condizioni di sottoinvelatura. La linea
scoop rocker di 90, 114, 122 e 129 è stata modificata per rendere queste tavole ancora più veloci. 129, 122
e 114 sono realizzate in costruzione Full Carbon su coperta e carena, mentre 90, 98 e 105 sono realizzate
con costruzione Full Carbon in coperta e Glass in carena.
X-Fire 90 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 90 l - Dimensioni: 235 x 59 cm
Peso: 5.9 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 5.0-7.0
X-Fire 98 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 98 l - Dimensioni: 235 x 61.5 cm
Peso: 6.0 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 5.5-7.5
X-Fire 105 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 105 l - Dimensioni: 235 x 65 cm
Peso: 6.3 kg - Scassa: Tuttle - Range vele: 6.0-7.8
X-Fire 114 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 114 l - Dimensioni: 235 x 70 cm
Peso: 6.3 kg - Scassa: Tuttle - Range Vele: 6.5-8.5
X-Fire 122 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 122 l - Dimensioni: 228 x 81 cm
Peso: 6.7 kg - Scassa: D. Tuttle - Range vele: 8.5-9.5
X-Fire 129 Ltd. V5
Programma: Slalom/Race PRO
Volume: 129 l - Dimensioni: 228 x 85 cm
Peso: 7.3 kg - Scassa: D. Tuttle - Range vele: 9.0-10.0
23
Board Vol. Width Length Weight Technology Fittings
Falcon Slalom 79 79 l 56 cm 235 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box; Sailsize: 4.5 – 7.0 m²Falcon Slalom 89 89 l 59 cm 240 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box; Sailsize: 5.0 – 7.8 m²Falcon Slalom 102 102 l 63 cm 235 cm TBA* BCS / LF ** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 5.5 – 8.2 m²Falcon Slalom 112 112 l 69 cm 235 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 6.0 – 8.6 m²Falcon Slalom 122 122 l 76 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Medium Tuttle Box; Sailsize: 6.5 – 9.2 m²Falcon Slalom 132 132 l 81 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5 m²Falcon Slalom 142 142 l 85 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0+ m²Falcon Slalom 152 152 l 90 cm 230 cm TBA* Full BCS / LF *** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.5 – 11.0+ m²Falcon Speed 45 54 l 45 cm 228 cm 4,5 kg BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box, Sailsize: 4.0 – 7.0 m²Falcon Speed 51 65 l 51 cm 230 cm 5,0 kg BCS / LF ** No Fin; Short Tuttle Box, Sailsize: 4.5 – 7.5 m²* Please check www.fanatic.com for final weights ** Biax Carbon Sandwich Light Finish
*** Full Biax Carbon Sandwich Light Finish (Deck and Bottom)Falcon 122
24
Gli atleti, erano stati tutti allertati dal week end precedente, la gara era stata
infatti chiamata ed annullata nel giro di pochi giorni, in quanto le condizioni
sperate non si stavano concretizzando, le previsioni altalenanti di una
perturbazione in arrivo, hanno lasciato tutti col fiato sospeso fino a qualche
giorno prima, poiché questo contest viene disputato soltanto se le condizioni di
onda e vento sono tali da poter competere in una gara di puro wave.
L’imminente arrivo della fine del waiting period in una stagione un po’ avida di
vento, faceva ormai credere che la gara per quest’anno non sarebbe stata
disputata, quando gli organizzatori dell’A.S.D. Frassanito Surf Point (Mimmo
Greco e Roberto Assiro) rilevata l’entrata di una nuova perturbazione da nord,
hanno deciso di estendere di altri due giorni il periodo, riuscendo così ad
allertare tutti gli atleti e dare il semaforo verde di chiamata per martedì 17
luglio. Tra i 27 partecipanti, iscritti alla competizione, atleti di tutte le età dai 17
ai 56 anni, giovani rider e veterani di questo sport (di cui buona parte pugliesi,
già ottimi conoscitori dello spot) considerevole la presenza di un congruo
numero di partecipanti provenienti da tutta Italia, a sorpresa, il noto atleta
italiano Nicola Spadea, Freestyler doc sempre presente tra i migliori atleti al
PWA, che in questa occasione ha sfoderato le sue grandi doti anche nel wave.
Durante lo skipper meeting, iniziato in tarda mattinata, il presidente dell’A.S.D.
BIG AIR Beppe Caldarulo, venuto da Bari per l’occasione, ha illustrato a tutti gli
atleti, i metodi di valutazione della competizione, le regole da seguire ed il
campo di gara, presentando contestualmente la giuria composta da : Maurizio
Trillo, Italo Egi e Gianni Palmariggi, sottolineando che sarebbero stati presi in
considerazione per l’attribuzione del punteggio, le tre migliori onde surfate ed i
due migliori salti. Ore 12, vento incalzante e onda formata… al via l’inizio della
gara! In una condizione quasi perfetta, mantenutasi costante per tutta la
giornata, di vento side sui 27-32 nodi ed onda di circa 2 metri, i rider si sono
dati battaglia tra splendide surfate e salti mozzafiato, regalando un magnifico
e colorato spettacolo ai numerosi spettatori presenti sulla spiaggia.
8 le heat di partenza, della durata di 6 minuti e formate da quattro rider per
ognuna, dalle quali l’accesso alla heat successiva prevedeva i primi due ed il
terzo con il sistema del ripescaggio. Sin dalle prime battute si è potuto godere
di un ottimo livello tra i partecipanti, che in un clima fraterno ed amichevole
ma sempre con un sano spirito di competizione, hanno regalato momenti
davvero emozionanti. Riconfermati in semifinale quasi tutti i rider che lo
scorso anno occuparono le prime posizioni della classifica, spiccano i nomi di
Galante, veterano del windsurf ed ottimo conoscitore di questo spot, Pelillo,
rider dallo stile inconfondibile, nato in queste acque, e primo sul podio nella
scorsa edizione, Melchiorri, anche lui nome di spicco tra le onde salentine, Egi
unico windsurfer proveniente dall’estremo nord Italia, e Pannarale, giovane
promessa barese, che si ritrovano in un’emozionante semifinale con Mega,
noto rider salentino, Christian Gulino, istruttore di windsurf proveniente dalla
lontana Sicilia, ed il mitico atleta di Formia, Nicola Spadea. In uno strabiliante
spettacolo sulle onde, si sono dati battaglia a suon di bottom, aerial, forward
loop e back loop, nella prima heat, Pelillo, che in una brillante performance ha
perso acqua surfando un’onda sino alla fine, Spadea, che ha incantato tutti con
i suoi numeri da pro, un grandioso Pannarale, notevolmente cresciuto e
migliorato rispetto allo scorso anno, ed un lodevole Gulino, che ha dato prova
di grande carattere, volendo confrontarsi in questo contest mure a sinistra,
nonostante la sua abitudine a surfate e salti mure a dritta nella sua Sicilia. In
finale da questa heat, volano Spadea e Pannarale. La seconda, vede sfidarsi
volti già noti sulle onde salentine, Angelo Galante, che lo scorso anno ha
DOPO UN WAITING PERIOD DURATO PIÙ DI UN MESE, INIZIALMENTE FISSATO DAL 15 GIUGNO AL 15 LUGLIO, E POI ESTESO PER ALTRI DUE GIORNI IN ATTESA DELLACONDIZIONE GIUSTA PER LA GARA, È STATO DISPUTATO IL “FRASSANITO WAVE CONTEST”, UNA COMPETIZIONE WAVE RIDING DI WINDSURF NELL’INCANTEVOLE SPOT DIFRASSANITO, SPOT ASSOLUTAMENTE UNICO NEL SALENTO IN QUANTO SITUATO NEL PUNTO PIÙ STRETTO DEL CANALE D’OTRANTO, CHE DATA LA POSIZIONE GEOGRAFICADELLA COSTA, PERMETTE AI VENTI DA NORD DI INCANALARSI E SUBIRE UN’ACCELERAZIONE PER L’EFFETTO “VENTURI”.
Ita events
Nicola Spadea
Marco Egi
25
raggiunto il secondo posto sul podio proprio il giorno del suo 55° compleanno,
battendo atleti molto più giovani, Simonluca Melchiorri, atleta tarantino di alta
qualità, Marco Egi rider di altrettanto alto livello, e Daniele Mega, grande
surfista salentino conosciuto da tutti per le sue bellissime surfate; questi
ultimi due, i migliori a passare alle battute conclusive. Dodici minuti, per
l’esaltante finale, che ha visto Nicola Spadea dominare la competizione con
manovre, surfate e salti da capogiro, in evidenza sin dall’inizio, il suo altissimo
livello; Marco Egi, già terzo sul podio lo scorso anno, ormai di casa in questa
terra, ha riconfermato la sua abilità tra le onde ed il vento di questo spot,
Carlo Pannarale, che ha dimostrato di essere davvero intraprendente,
(praticando questo sport da pochissimi anni) e di avere grandi potenzialità
nonostante i suoi problemi fisici dopo un infortunio subito qualche mese fa; e
Daniele Mega che ha onorato il suo mare ed i grandi del windsurf salentino
con cui si è formato, con emozionanti surfate. Forti emozioni, competizione ed
amicizia fra gli atleti e l’innegabile professionalità della giuria, ci hanno
regalato momenti di puro stupore, all’insegna dello sport più spettacolare. I
quattro finalisti di questo fantastico contest sono stati premiati dall’Assessore
allo Sport del Comune di Otranto, Gianfranco Stefano, in un clima gioviale ed
amichevole, durante il quale è stato offerto un rinfresco a tutti i presenti.
Organizzatori, atleti e pubblico, tutti molto soddisfatti a fine gara, hanno
commentato la giornata durante il bouffet tra mille sorrisi; il campione
assoluto del Frassanito Wave Contest 2012, Nicola Spadea, si è detto felicissimo
di aver condiviso questi giorni di onda e vento con i rider salentini, in uno spot
fantastico, e di aver per la prima volta, affrontato una gara in un clima sì
carico di spirito competitivo, ma altrettanto giocoso ed amichevole; Mimmo
Greco (organizzatore e presidente dell’A.S.D. Frassanito Surf Point): “È stata
una giornata fantastica, siamo tutti molto soddisfatti del contest e dei tre
giorni di onda e vento che il nostro spot ci ha regalato, tutti uniti in uno sport
meraviglioso, carico di adrenalina e tante emozioni. Il grande successo di
quest’anno, è un nuovo punto di partenza per poterci organizzare ancora
meglio per il prossimo contest.”
Un ringraziamento particolare va agli sponsor della manifestazione TIKI PRO
SHOP, RADICAL SHOP, BURIANA SURF SHOP, SPORT EXTREME-ION, SURF IN SALENTO,
MAESTRALE, che hanno offerto gadgets a tutti i partecipanti.
IL COMMENTO DI NICOLA SPADEA: Martedi 17 luglio tra le bianche spume alzate
dal maestrale e le lunghe spiagge pugliesi si è tenuto il “Frassanito wave
contest 2012”. Frassanito è una località nei pressi di Otranto famosa per le sue
condizioni meteo-marine ideali per la pratica del nostro sport, per i paesaggi
mozzafiato che la zona offre ancora incontaminati e molto caratteristici, nonché
per la coinvolgente atmosfera locale la quale colpisce chiunque si avvicini a
questa terra. I colori del mare agitato e il forte vento che ha soffiato dai
venticinque ai trentacinque nodi durante tutto il giorno sono stati la cornice in
cui si è svolta questa competizione wave. Dopo un rapido skipper’s meeting alle
ore undici la giuria ha preso posizione e si è dato il via alle danze facendo
partire le prime heat, voce e commento tecnico sono stati capitanati invece da
Beppe Caldarulo che assieme al suo staff hanno reso più chiaro a tutti coloro
presenti in spiaggia ciò che stava succedendo in acqua ed animato il tempo
con una giusta selezione musicale e qualche simpatico scherzetto. Sin dall’inizio
si sono potute notare manovre come: forward, backloop, hi jump, pushloop e
belle surfate grazie alle condizioni di onda e vento forte già dal mattino. La
giornata si è infine conclusa con la premiazione all’interno del campeggio con
la partecipazione dell’assessore allo sport di Otranto Gianfranco Stefano
pienamente soddisfatto per l’iniziativa e la riuscita della manifestazione e un
bel buffet tra tutti i partecipanti e spettatori.
YOUNG GUNS: Tra gli iscritti del “Frassanito wave contest” spicca il nome del più
giovane in gara, il diciassettenne formiano Andrea Parrella. Andrea è un grande
appassionato di windsurf e da pochi anni a questa parte dedica anima e cuore
a questo sport, la sua disciplina preferita è il wave ma nonostante le condizioni
per praticarla si manifestano solo in alcune occasioni non si tira indietro ad
entrare in acqua in tutte le condizioni e con qualsiasi tipo di attrezzatura
vivendo lo spirito del windsurf in tutti i suoi aspetti. La sua manovra preferita è
il backloop e il suo idolo è Levi Siver, da grande vuole andare all’università
anche se non sa ancora di preciso che strada seguire, e quando gli chiediamo
fino a che età vuol fare questo sport risponde: “Sempre! Che domanda!”.
TESTO DI Paola Perrone, Nicola Spadea | FOTO DI Cataldo Albano
CLASSIFICA 1° Nicola Spadea
2° Marco Egi
3° Carlo Pannarale
4° Daniele Mega
5° Pelillo
5° Galante
5° Melchiorri
5° Gulino
6° Assiro
6° Saponaro
6° Mastro
6° Candelori
6° Potenza
6° Di Marco
6° Palmarigi
6° Di Nocera
7° Lezzi
7° Buttaroni
8° Maldari
8° Rollo
8° Foglio
8° Potenza
8° Mattarelli
8° Caputo
8° Celli
8° Tortorella
Daniele Mega
Andrea Parrella
26
Giunto alla ventiseiesima edizione il Gran Slam di Fuerteventura è ormai
riconosciuto come uno degli eventi più importanti del circuito mondiale di
windsurf, un appuntamento che i migliori atleti del settore e i veri
appassionati di questo sport non possono assolutamente perdere. Nel pieno
dell’estate e più precisamente dal 20 al 30 luglio, in un periodo della stagione
in cui gli alisei soffiano al meglio delle loro capacità, la tappa “majorera”
ospita i più forti rider della disciplina Slalom settore maschile nei primi
cinque giorni ed il settore maschile e femminile della disciplina Freestyle negli
ultimi. Questa grande manifestazione organizzata da Renè Egli, leader dei due
più grandi centri windsurf dell’isola famosi in tutto il mondo, si svolge non a
caso davanti il Center One, il circolo più vicino al centro abitato di Costa
Calma. Centro nevralgico dell’evento
sono Las Carpas, due enormi tendoni
posti sull’interminabile Playa de
Jandia che vengono adibiti, uno, come
deposito attrezzatura per più di cento
atleti, l’altro, leggermente
sopraelevato, per tutti gli eventi serali
che accompagnano l’evento come:
concerti, serate da discoteca e
spettacoli vari di intrattenimento.
Ben cinque i nostri connazionali in
gara nella competizione freestyle tra i
quali anche una donna, la giovane Eva
Ciocchetti, alla sua prima esperienza
in un campionato PWA.
Francesco Cappuzzo, Jacopo Testa,
Mattia Fabrizi e Nicola Spadea sono
stati invece i nostri rappresentanti
nella disciplina maschile, coloro i
quali hanno sfidato l’elite del windsurf
mondiale mostrando di avere tutte le
carte in regola per far parte
dell’olimpo dei surfisti. Nelle donne incredibile è stata la performance di
Sarah-Quita Offringa che oramai da anni domina la scena femminile
incontrastata; una ragazza di un talento e di una maestria nel muovere la
tavola a vela sorprendente, e per quanto il livello generale si stia alzando e il
numero di windsurfiste stia crescendo creando potenziali sfidanti, la sua
supremazia sembra dover durare ancora a lungo.
Nel settore maschile le batterie sono state entusiasmanti sin dai primi turni
nei quali tutti i partecipanti già sfoggiavano le loro miglior manovre; i nostri
italiani si sono ben difesi avanzando diversi turni sia nel single che nel double,
per poi fermarsi solo contro sfidanti che hanno avuto performance strepitose.
Le manovre più gettonate ormai variano dalla Skopu allo Spock into Kulo per
ABBIAMO DECISO DI PROPORVI QUESTO REPORT DI NICOLA SPADEA DELLA TAPPA PWA DI FUERTEVENTURA ANCHE SE CONCLUSA DA DIVERSO TEMPO E DI CUI MOLTI DI VOIAVRANNO SEGUITO IL DAY BY DAY TRAMITE IL NOSTRO SITO FUNBOARDMAG.COM. RITENIAMO CHE SIA UN UTILE INCENTIVO PER I NOSTRI ATLETI ITALIANI A METTERSI INGIOCO ANCHE IN AMBITO INTERNAZIONALE COME HANNO FATTO LO STESSO NICOLA, FRANCESCO CAPPUZZO, EVA CIOCCHETTI, MATTIA FABRIZI E JACOPO TESTA.
PWA events
Da sinistra:Francesco Cappuzzo,
Jacopo Testa,Mattia Fabrizi,Nicola Spadea
e Robert Hofmann.
Kulo by Nicola Spadea.
27
non parlare delle Bonka double Flaka di Tonky Frans o le Burner no hand di
Gollito e Steven Van Broeckhoven. Sono stati infatti proprio loro i protagonisti
all’apice del tabellone eliminatorio sfidandosi nelle semifinali contro avversari
di tutto rispetto come Dieter Van Der Eyken, che nel primo single elimination
ha eliminato addirittura il campione del mondo in carica B72, Taty Frans, in
grado di chiudere un doppio Forward in condizioni non proprio favorevoli per
questa manovra, e Kiri Thode, che resta comunque uno dei guru e degli
innovatori di questa disciplina in grado di stupire l’intero pubblico di
Fuerteventura con delle Kabicuchi a due metri di altezza e dal controllo
ineguagliabile. La finale del single elimination ha visto Gollito trionfare su un
Tonky Frans in ottima forma in grado di essere competitivo anche contro il
quattro volte campione del mondo.
I veri fuochi d’artificio però si sono sparati nella finale del double elimination,
nei quali il Belga è riuscito ad ottenere nuovamente la possibilità di vincere,
dopo aver scalato la classifica e aver sconfitto i migliori partecipanti uno
dietro l’altro. A questo punto anche il vento sembra averci messo del suo
incalzando velocemente, tanto da far disputare la finale con vele da 4.0.
I due sfidanti si sono battuti senza esclusione di colpi, Gollito ha iniziato la
batteria con una Shaka altissima in sovrainvelatura e Steven ha risposto con
una mega Burner nel bordo di rientro; di seguito sono riusciti ad atterrare
tutte le migliori manovre visibili nei migliori video in circolazione e anche di
più! Poiché Gollito ha chiuso in finale la sua nuova manovra “Pasko”, mai vista
prima, e il Belga uno Shove it Spock 540° praticamente aereo che ha definito
come il migliore della sua vita in un’intervista al termine della finale.
Issata la bandiera rossa, la decisione dei giudici sembrava non volesse
arrivare mai; anche la giuria ha dovuto prendersi del tempo extra per poter
valutare al meglio i due sfidanti e solo dopo venti minuti il verdetto è arrivato
dichiarando Gollito vincitore dell’evento, offrendo la possibilità allo speaker
Robert Hofamann di poter annunciare i vincitori e la classifica finale davanti
un gremito pubblico canario.
TESTO DI Nicola Spadea | FOTO DI Markus Adrian, John Carter
Mattia Fabrizi.
28
Francesco Prati (RRD/Point-7) si è aggiudicato il primo posto e ci racconta
come è andata: “È stato un bel weekend quello appena passato. Due giorni di
regate, feste e divertimento! Dal mio punto di vista è andato tutto alla
perfezione, riuscendo a vincere 3 prove. Sabato abbiamo concluso le prime tre
regate con vento medio. La prima prova vedeva in testa Menegatti, Fauster e il
sottoscritto, ma avendo sbagliato l’arrivo, siamo dovuti tornare indietro
perdendo posizioni. Nella seconda prova sono riuscito a partire bene e a
mettermi subito al comando, senza mollare di un secondo fino alla fine, seguito
a ruota da Fauster, che però scopre dopo l’arrivo di essere OCS. La terza prova
invece non è andata bene per me, costretto a cadere in pre-partenza per
evitare un incidente, evitandomi quindi di partire. Per il secondo giorno erano
previste due prove. Partendo bene in boa mi sono portato subito al comando
dopo pochi metri, grazie alla mia buona velocita rispetto agli altri. Senza tanti
problemi sono riuscito a tagliare il traguardo per primo con un bel vantaggio.
Nella seconda e ultima prova c’è stata una partenza molto spinta, essendo
l’ultima regata del trofeo, e quindi l’ultima occasione per tutti di risalire la
classifica. Dopo aver lottato un po’ con Ferin, ho girato la prima boa per primo
con un discreto vantaggio sul gruppo dietro. Ma nelle boe successive il vento
ha fatto degli scherzetti e ho rischiato di fermarmi in una strambata rischiando
di perdere il comando della gara. Ma grazie anche ai miei materiali (122 XFire
RRD con 46 di pinna e la 8.6 Point-7 Ac1) sono riuscito a stare davanti. Non è
stato così per Fauster che si è visto invece sorpassare nelle ultime boe da Ferin
e Martini. In conclusione una bella regata con tanti atleti, soprattutto giovani! Il
Circolo Surf Torbole ha finalmente un bel gruppo di ragazzini che tra poco ci
daranno del filo da torcere!”.
CLASSIFICA - TROFEO MICHELE NOGLER - DOPO 5 PROVE E 2 SCARTI
Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 2 scarti
1 PRATI FRANCESCO ITA 10 CIRCOLO SURF TORBOLE 3
2 FERIN ANDREA ITA 1111 ASD MARINA JULIA 7
3 FRANCHINI GIOVANNI ITA 92 CIRCOLO SURF TORBOLE 8
CLASSIFICA - ZONALE TECHNO 293 - DOPO 4 PROVE E 1 SCARTO
Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 1 scarto
1 NOGLER MICHELE ITA 808 CIRCOLO SURF TORBOLE 3
3 FORLIN MATILDE ITA 169 CIRCOLO SURF TORBOLE 7
2 FAVRETTO FEDERICO ITA 99 ASD MARINA JULIA 7
CLASSIFICA - WINDSURFER - DOPO 4 PROVE E 1 SCARTO
Cognome Nome N.Vel. Circolo FIV TOT con 1 scarto
1 GALLMETZER DIEGO 53 ASD CALDARO 3
2 ALEXANDER LEOPOLD 10 VASCO RENNA SC 7
3 RENNA VASCO - CIRCOLO SURF TORBOLE 9
(Prime tre posizioni, classifiche complete su www.circolosurftorbole.it)
DAL 18 AL 19 AGOSTO SI È SVOLTO A TORBOLE SUL GARDA PRESSO IL CST IL TROFEO NOGLER, APPUNTAMENTO CLASSICO DELLA STAGIONE ESTIVA GARDESANA. 37 GLIISCRITTI PER LO SLALOM. NOVITÀ PER QUESTA EDIZIONE, LA REGATA TECHNO E QUELLA DELLA CLASSE WINDSURFER.DUE GIORNATE CON UNA FANTASTICA ORA CHE PER UNA VOLTA NON HA TRADITO LE ASPETTATIVE.
Ita events
Il presidente del CST Giovanni Noglerspiega il percorso.
Classe Techno 293.
Francesco Prati esulta al traguardo.
29
TESTO DI Francesco Prati | FOTO DI fotofiore/canon
Una delle emozionanti partenze dello Slalom posizionata sopravento alla Conca d’Oro.
I giovani Sebastiaan Verhagen e Bruno Martini.
30
Ed è qui che si svolge la nostra storia, che storia non è, perché è una favola. In
uno stazzo che domina la baia ed è sferzato dal vento hanno sonnecchiato per
molti mesi 24 tavole a vela.
Si sono svegliate a maggio e subito il chiacchiericcio si è fatto sentire. 14 di
esse avevano partecipato nel 2011 alla XIII° edizione della Regata Storica Tavole
a Vela, ed ora facevano progetti e ponevano speranza su chi tra esse avrebbe
partecipato all’edizione 2012 e chi avrebbe vinto. Litigavano su chi fosse la più
bella, su chi la più veloce, su chi avrebbe avuto la vela più sgargiante.
Meno male che lo stazzo era isolato, non avresti potuto comprendere
quell’animata discussione. Tutte pensavano che avrebbero potuto vincere e al
momento di gloria che l’avrebbe accompagnata.
E come comari le vecchie Mistral Competition dai baffi rossoblu o blu celesti
litigavano con gli imponenti Winglider e con i Windsurfer dalle linee snelle e
eleganti. E poi i Bic II° divisione che promettevano rivincite insieme ai Tencate.
Quando sentirono arrivare Simone, forte come un toro, che le avrebbe caricate
e trasportate alla spiaggia, si tacquero con il cuore che batteva forte forte.
Finalmente sarebbero tornate a rivedere Coluccia e si sarebbero messe in
bella mostra un’altra volta ancora. Poiché le tavole erano tante e le vele e le
attrezzature erano in misura minore, solo 16 di esse avrebbero gareggiato
nella XIV° edizione della regata storica che si sarebbe svolta nel pomeriggio di
mercoledì 22 agosto 2012.
Allineate di fronte al mare , nel “parco chiuso”, si mostravano all’ammirazione
di tutti. Il numero dei concorrenti iscritti risultò di molto superiore a quello
delle tavole e il Comitato Organizzatore “SAS” (Simone, Alberto e Stefano) fù
costretto, a malincuore, a respingere molte iscrizioni. Le tavole vennero come
sempre sorteggiate, i numeri delle tavole vennero inseriti in dischi di carta da
cui fuoriusciva un filo. Tirato il filo si apriva il disco e compariva il numero della
tavola. La regata ha una sola grande regola! Quella che non ci sono regole.
Al suono del corno 18 concorrenti (nel frattempo si erano iscritti due
concorrenti con tavole proprie) sono scattati dalla zona davanti la scuola e
sono corsi velocissimi alle tavole.
La partenza è uno dei momenti più esaltanti della regata: 18 tavole che partono
ravvicinate contemporaneamente. Concorrenti che si urtano e cadono in acqua,
derive che non scendono, boma che scendono, alberi che si disarcionano
(Peppe che urta BumBum e Varroux che affonda Straccaletto). Il vento di
tramontana che sistema tutti e costringe a innumerevoli bordi per risalire la
boa. Dieci minuti di godimento allo stato puro per gli spettatori entusiasti ed
incitanti tutti i concorrenti, indistintamente.
Un po’ meno godimento per i concorrenti. Mentre alcuni sono già a metà del
primo lato di regata altri stanno ancora litigando con l’albero o con il boma.
Amadeus, lo psichiatra, detto”psiche”, quest’anno ci ha deliziato con la sua
quasi impossibile partenza.
La gara è stata combattutissima, ma non per il primato. Il grande Varrucciu
senior detto Max, aiutato da una tavola Windsurfer assolutamente performante
e da una attrezzatura perfetta, ha dominato la gara.
Per il secondo e terzo posto due liguri, Emi e Cenesino, giunti nello stesso
momento a riva, hanno ingaggiato una corsa sfrenata per battere la mano
sulla scrivania della scuola dove è posizionata la linea d’arrivo.
Fantastico il combattimento per l’ottavo posto. A poche decine di metri dalla
spiaggia si sono presentati in tre (Nureyev, il Trombaio e Luponez) provenienti
da direzioni diverse, non essendoci regole di precedenza… nessuno l’ha
concessa! E così si sono urtati e incastrati finendo tutti a bagno.
A Romolo, detto Straccaletto, presentatosi con la tavola più originale, è stato
assegnato il premio ARIE, mentre il trofeo ARIE, messo in palio dalla Contessa
Serena Galvani, è stato assegnato al Club Porto Liscia, quale proprietario della
tavola nonché per l’impegno ed i risultati raggiunti nel recupero e
risistemazione delle numerose tavole a vela anni 70 e 80.
Altro momento topico è la premiazione. Con il balletto di quattro splendide
ragazze che accompagnano la consegna di un premio ad ogni singolo
concorrente, che viene circondato anche da altre ballerine, con vivissimo
entusiasmo degli spettatori, si chiude la grande giornata di Sport.
Il tutto con la regia musicale di noti DJ della zona.
La festa poi continua con il “trenino” che trasporta concorrenti, ballerine,
spettatori , organizzatori, tutti a fare il bagno.
È doveroso ricordare che: Il Premio ARIE (Associazione per il Recupero delle
Imbarcazioni d’Epoca) và conferito alla Tavola a Vela di valore storico, la cui
storicità è dimostrata o da un restauro filologico o da una conformità originale
dell’attrezzatura) tutto ciò per sottolineare il fatto che i Windsurf del passato
sono da considerare beni culturali e di conseguenza patrimonio della nostra
cultura nautica.
Arrivederci alla XV° edizione dell’anno 2013.
LA BAIA DI COLUCCIA È UN SOGNO. LA LUNGA SPIAGGIA È BELLISSIMA, CHIUSA, A PONENTE, DALLA PENISOLA CHE LE DÀ IL NOME, A LEVANTE, DALL’ISOLA PIÙ FAMOSATRA I WINDSURFISTI DI TUTTO IL MONDO, L’ISOLA DEI GABBIANI. DAVANTI, A NORD, A CORONAMENTO DOMINA L’ISOLA DI SPARGI CON I COLORI DELLE SUE ACQUE SENZAPARI. PER NOI CHE LA FREQUENTIAMO ED AMIAMO DA TANTI ANNI COLUCCIA È IL POSTO PIÙ BELLO DEL MONDO, DOVE SURFARE CON IL SOLE AL TRAMONTO O NUOTARE ALMATTINO NEL SILENZIO INCANTATO. E POI VOLARE QUANDO IL VENTO RUGGISCE.
Ita events
31
CLASSIFICA FINALE XIV° edizione Regata Storica Tavole a Vela anno 2012
1° Massimo Varrucciu (Max)
2° Emiliano Vassallo (Emi)
3° Matteo Cottardo (Cenesino) Premio Arie 2012
4° Alessandro De Luca (Alex)
5° Guido Oddenido (Trombeur)
6° Stefanino (Doich)
7° Cesare Lami (Dartagnan)
8° Sean Bazzocchi (Nurayev)
9° Giancarlo Crema (Trombaio)
CLASSIFICA FINALE XIV° edizione Regata Storica Tavole a Vela anno 2012
10° Gabriele Varrucciu (Varrux)
11° Michele De Muro (Luponez)
12° Stefanino Martin (La Bestia)
13° Romolo Politi (Straccaletto) Premio Arie 2012
14° Peppe Porru (Peppe)
15° Guido Gallisai (Zibracco)
16° Elias Argiolas (Razzittu)
17° Amadeus Ehrarth (Psiche)
18° Alessandro Bacchiddu (Bum Bum)
TESTO DI Stefano Pisciottu | FOTO DI Emanuela Cauli
32
Ma come un Campionato Italiano in tappa unica? Ebbene sì, come più volte
abbiamo già scritto, da quest’anno i Campionati Italiani di Slalom, Wave e
Freestyle sono per la prima volta riconosciuti ufficialmente dalla FIV e quindi si
devono attenere alle regole di questo ente, ovvero i Campionati Nazionali si
devono svolgere in tappa unica sui 4 giorni. Sarebbe forse meglio togliersi dalla
FIV per poter avere nuovamente 3 o 4 tappe, nel caso si riuscissero anche a
trovare le risorse finanziare per farle…? Vedremo cosa succederà il prossimo
anno e FUNBOARD come sempre vi terrà aggiornati sulla questione.
Ma torniamo alla non gara, 4 giorni di puro relax e divertimento per 31 iscritti.
31… finalmente si è rivisto un tabellone freestyle pieno come non succedeva da
qualche anno. Ebbene sì, la vecchia guardia è ormai quasi del tutto decaduta,
almeno per quello che riguarda il lato agonistico, e tengono botta solo
l’inossidabile Stefano Lorioli, super local dello spot, e il vostro capo-redattore
che era iscritto anche a questa gara… cercando di unire l’utile al dilettevole
(passatemi questa bella scusa…). Atleti del calibro di Nicola Spadea, Gigi
Madeddu, Filippo Bestetti, Marco Vinante, Vittorio Mazzocca e lo stesso Mattia
Fabrizi fanno ormai parte dei grandi della nuova generazione! Una schiera di
nuovi e giovanissimi rider si sta affacciando alle gare e questo è indubbiamente
un segnale positivo per il movimento. Speriamo di continuare in questo modo!
Il lato organizzativo e logistico è stato quindi impeccabile, purtroppo il vento
non è stato all’altezza della situazione rendendo gli sforzi di molti quasi inutili.
Solamente il primo giorno di gara, il giovedì, si è riusciti almeno ad iniziare
qualche heat degli Junior grazie alle timide raffiche di ponente che cercavano
invano di distendersi. I successivi tre giorni sono stati la fotocopia l’uno
dell’altro: caldo estivo, partite di beach volley e divertentissime session di tow
in! Se ci avete seguito su funboardmag.com saprete anche che questi 4 giorni
sardi di fine estate sono stati decisamente “impegnativi” dal punto di vista delle
feste serali, dove i nuovi animal party delle new generation hanno dato il meglio
di loro (eravamo tutti abbastanza sicuri che il mattino successivo era molto
improbabile scendere in acqua per una heat…). Il race director Mirco Braghieri
con i giudici federali Mario Bellani, Mauro Romelli e Max hanno deciso quindi
per una super session di tow in dove gli atleti avevano un paio di tentativi per
eseguire la loro migliore manovra a pochi centimetri dalla spiaggia gremita dal
pubblico. Mattia Fabrizzi (Fanatic/North Sails) in virtù anche delle sue
precedenti prove di tow in durante qualche tappa poco ventosa del PWA, si
aggiudica il primo posto con una spettacolare Burner 900, unico rider in grado
di eseguire una doppia rotazione in questo particolare tipo di prova. Al secondo
posto un bravissimo Francesco Cappuzzo (RRD/RRD) di 15 anni che con la sua
potenza è riuscito a staccare e atterrare perfettamente in piedi una
radicalissima Kulo. Al terzo posto un super stiloso Jacopo Testa (RRD/RRD) con
una quasi Air Bob One Hand. Alle loro spalle gli altri finalisti sono stati Vinante
(F2/Hot Sails), Madeddu (Fanatic/North Sails) e Bacchini (Starboard/Severne)
che non riuscendo ad eseguire la loro top move sono stati costretti a ripiegare
sulla “classica” Funnel. Il titolo di Campione Italiano Freestyle per il 2012 non
verrà quindi assegnato, arrivederci al prossimo anno!
CLASSIFICA TOW IN1° Mattia Fabrizi (Burner 900)
2° Francesco Cappuzzo (Kulo)
3° Jacopo Testa (Bob One Hand)
4° Marco Vinante (Funnel)
5° Paolo Bacchini (Funnel)
6° Gigi Madeddu (Funnel)
PORTO LISCIA – SANTA TERESA DI GALLURA (OLBIA/TEMPIO), 6 – 9 SETTEMBRE 2012. NELLA SPLENDIDA CORNICE DELLA SARDEGNA DEL NORD NEL MITICO SPOT DELLACOLUCCIA HA AVUTO LUOGO IL CAMPIONATO NAZIONALE FREESTYLE AICW/WINDSURF NATION IN TAPPA UNICA PER IL 2012. PUBBLICO, SPONSOR, SOLE E ATLETI ERANOPRESENTI, MENTRE IL VENTO TANTO ATTESO PURTROPPO HA DECISO DI NON PRESENTARSI ALL’APPUNTAMENTO CON IL FREESTYLE ITALIANO.
Ita events
Jacopo Testa durante la tow in session.Driver: Mirco Braghieri.
Funboard, sempre in prima linea!
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TESTO DI Fabio Calò | FOTO DI Emanuela Cauli
Mattia Fabrizi
Francesco Cappuzzo
Il Campionato Nazionale Freestyle è stato supportato da: SelinFirenze, NOIL, Paesana Vacanze, Sarda Transport, Lega Navale Santa Teresa Gallura e Forever Living.
36
SABATO 22 SETTEMBREUna ventina di tavole e rig pronti all’uso sistemati con cura sul prato del CST.
All’interno della struttura del Circolo un allestimento by Jaguar impeccabile e
sul prato antistante l’esposizione dei nuovi modelli del famoso marchio del
giaguaro. Se poi ci aggiungiamo l’iscrizione libera e gratuita (bastava
presentarsi e iscriversi, non serviva niente altro… solo la muta e trapezio), una
regata downwind con 4 boe e un super aperitivo offerto dagli sponsor, ecco
che la giornata diventa un fantastico momento di condivisione del nostro amato
sport. Vento intorno ai 10 nodi, e si poteva partire con la gara già dai 4! Ospiti
d’eccezione Steven Van Broeckhoven (Campione del Mondo Freestyle 2011) e
Tatiana Howard. Presenti anche alcuni atleti che arrivavano direttamente da
Londra 2012 come Diana Detre! Tutti i rider con attrezzature identiche, partenza
in barca giuria e si scende al lasco strambando su 3 boe fino ad arrivare al
traguardo posizionato davanti il CST, e non ci sono altre regole… tutto è
permesso (come Steven Van Broeckhoven che trovandosi sulla linea di partenza
in anticipo decide di scendere di poppa piena tagliando la strada a tutti per
non beccarsi una partenza anticipata… che ridere!!!). Finita la prova ogni rider
cede l’attrezzatura a quelli della heat successiva.
4 categorie: Espoir (under 19), Donne, Senior e Master. 3 batterie di qualifica
per ciascuna categoria dove passano solo i primi 3. Poi la finale a 12!
Il primo giorno di regata per la classifica Senior viene vinta da Andrea Ferin
che in finale non ha mai smesso di pompare, in seconda posizione il forte atleta
RS:X Fabian Heidegger e in terza posizione il vostro caporedattore. Nelle donne
vince Diana Detre, nei Espoir Jozef Masseroli e nei Master Ezio Ferin.
Dopo le premiazione di rito si parte con l’aperitivo by RivaBar offerto dagli
sponsor per poi concludere la giornata con un’esibizione notturna della RS:One
con le vele illuminate dai led.
DOMENICA 23 SETTEMBREAspettando l’Ora del pomeriggio la mattinata passa veloce grazie anche alla
possibilità di provare direttamente in strada i bolidi della Jaguar. Con un po’ di
ritardo verso le 14:00 il vento fa il suo ingresso ma si mantiene molto leggero,
ma grazie alle performance dell’attrezzatura RS:One si può comunque
gareggiare e si riparte con una nuova sfida; le due giornate sono separate sul
piano della classifica. Questa volta i regatanti hanno dovuto confrontarsi con un
percorso più stretto, con il primo bordo praticamente di poppa (difficilissimo)
per poi arrivare fino davanti al CST e risalire di bolina fino alla partenza e rifare
un altro giro. Dopo le consuete batterie di qualificazione le posizioni al vertice
non sono cambiate e Andrea Ferin vince nuovamente la classifica Senior, il
papà Ezio Ferin vince la classifica Master, mentre la classifica Espoir viene vinta
da Jozef Masseroli e quella femminile dall’olimpionica (Londra 2012) Diana
Detre. Jaguar e Neil Pryde hanno messo in palio un montepremi da 3000 dollari
che hanno diviso fra i primi 3 classificati di ciascuna delle quattro categorie
per entrambe le giornate. Inoltre è stato dato un premio in denaro aggiuntivo
per Jozef Masseroli che si è
classificato al primo posto
assoluto nella finale di domenica,
superando sul traguardo Andrea
Ferin che ha commesso un errore
di percorso proprio all’ultima boa.
E per finire c’era anche in palio la
prova per una settimana di una
splendida Jaguar per i vincitori
delle classifiche Senior e Master
sia di sabato che di domenica… se
fate i calcoli quindi la famiglia
Ferin ha vinto una Jaguar in uso
per quattro settimane!
SABATO 22 E DOMENICA 23 SETTEMBRE SI È CONCLUSA CON IL BOTTO LA STAGIONE AGONISTICA AL CST CON UNA TAPPA DEL JAGUAR NEIL PRYDE RACING 2012,OVVERO LA CLASSE RS:ONE. UNA QUARANTINA GLI ATLETI ISCRITTI TRA CUI ALCUNI PROVENIENTI DALLA RS:X OLIMPICA, 3000 DOLLARI DI MONTEPREMI ETANTO DIVERTIMENTO, VEDIAMO COM’È ANDATA.
Ita events
Steven Van Broeckhoven testa lo spazio della nuova Jaguar XF-Sportbrake.
Una delle partenze delle qualifiche dei Senior.
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TESTO DI Fabio Calò | FOTO DI Roberto Vuilleumier/PromoVideo
La spettacolare esibizione notturna della RS:One by Neil Pryde.
Il CST di Torbole.
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Al REO 2012 spopola il Freestyle.
Nicola Spadea (Starboard Gun
Sails) vince il contest, Francesco
Cappuzzo (RRD/MaverX) la XRay
Junior Freestyle Cup.
Il Freestyle è libertà,
divertimento, sorrisi. E così è
stato anche al Roma Event One
2012, la manifestazione che
grazie alla XRay Windsurf
Academy di Raimondo Gasperini
ha riunito a Maccarese oltre
venti tra i migliori rider d’Italia.
Al di là del risultato che ha visto
Nicola Spadea vincere con
merito un freestyle/wave contest
con vento leggero, è lo spirito
mostrato dai ragazzi giunti da
tutta Italia che ha colpito
LA FIERA PIÙ RAPPRESENTATIVA DEGLI SPORT ACQUATICI E ALTERNATIVI È STATA DI SCENA NEL WEEKEND DAL 20 AL 23 SETTEMBRE A MACCARESE (FIUMICINO, ROMA).MOLTE LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO TRA CUI L’INGRESSO DI MAIN SPONSOR COME: NISSAN, QUIKSILVER, ROXY E REDBULL. I MIGLIORI FREESTYLER ITALIANI SI SONO SFIDATIIN EVOLUZIONI MOZZAFIATO PER ACCREDITARSI IL TITOLO DI MIGLIOR FREESTYLER. DI CONTORNO ANCHE UNA GARA DI WINDSURFER CLASS.
Ita events TESTO DI Simoni Pierini | FOTO DI courtesy XRay
Lo speaker Luca Gentilinipresenta i rider del freestyle.
Nicola Spadea.
organizzatori e pubblico. Uniti in un gruppo che negli anni si sta
consolidando, aprendo senza alcuna restrizione anche alle nuove leve, i
nuovi talenti del nostro Paese nel quale sono riposte le speranze degli
appassionati di questa disciplina.
Tra i partecipanti anche il campione italiano Mattia Fabrizi, i ragazzi terribili
del Windsurfing Club Sa Barra, Gigi Madeddu e Rossel Bertoldo, i romagnoli
Paolo Bacchini e Riccardo Marca, Matteo Romeo dal lago di Como, il
“waterman” Francesco Cappuzzo dalla Sicilia, in gara in quasi tutte le
discipline presenti, e i due toscani Claudio Marzeddu e Manuel Giannerini,
quest’ultimo tra le sorprese in gara. Tanti anche i talenti romani: Vittorio
Mazzocca, Giovanni Passani, Federico Nesi. E Gianluca Tamantini, prodotti
del vivaio dell’XRay Talent Factory. Poi i ragazzi di Vindicio: Fabio Casciello,
Vincenzo Petrillo, Andrea Russo. Da segnalare anche il ritorno in una gara
freestyle, seppur a scopo di esibizione, di Andrea Rosati, campione italiano
wave 2011 e 2012.
L’aspetto agonistico ha visto trionfare Nicola Spadea, a suo agio in una
condizione light wind con piccole onde da surfare. Qualche manovra
freestyle, una Bob e un Grubby one hand, e la sua esperienza nelle onde gli
hanno permesso di avere la meglio su Francesco Cappuzzo, secondo, e sui
grossetani Marzeddu e Giannerini, in una finale a quattro molto tirata. Alle
loro spalle la coppia storica di questo sport, Raimondo Gasperini e Andrea
Rosati, primi esclusi dalla finale ma protagonisti di un’ottima performance
nelle acque di casa.
Per Cappuzzo anche la soddisfazione del successo nella XRay Junior
Freestyle Cup, precedendo i romani Giovanni Passani e Gianluca Tamantini.
Per loro tanti premi concessi dalla XRay Windsurf Academy.
Contestualmente si sono svolte anche le gare Slalom e Windsurfer. Nella
prova di Long distance il successo è andato ad Andrea Rosati davanti a
Marco Begalli e Alessandro Giovini. Dodici i partecipanti alla regata
Windsurfer: Paolo Barozzi da Piombino, 3 volte campione del mondo fa 3
primi la domenica, ma arriva terzo, Mario Valdivieso, pluricampione italiano
ne fa due il sabato, ma su tutti la spunta il regolarissimo Stefano
Bonanome, primo incontrastato nel ranking 2012, che con 5 regolarissimi
secondi posti vince la regata. Al secondo posto Daniele Grimaldi, fresco
campione italiano a squadre, anche lui con piazzamenti molto regolari.
Raimondo Gasperni.
40
Web people
CHIUNQUE DI VOI LETTORI CHE, OLTRE AL MARE, HA L'ABITUDINE DI SURFARE IL WEB IN QUESTI ANNI NON PUÒ NON ESSERSI IMBATTUTO IN QUESTO SITO, NATO CON ILNOME DI WINDCAM.IT E SUCCESSIVAMENTE TRASFORMATO NEL PIÙ COSMOPOLITA WINDSURFMAG.IT. È PROBABILMENTE IL PIÙ VISITATO E SICURAMENTE IL PIÙ LONGEVOFRA I SITI CHE RIGUARDANO IL NOSTRO MONDO, ABBIAMO FATTO UNA CHIACCHIERATA CON LORENZO, L'AMICO CHE SI OCCUPA DI GESTIRLO.
A te la parola Lorenzo!
Ciao Fabio, grazie per la presentazione e per lo
spazio che ci concedi, dici bene quando affermi che
siamo sicuramente fra i siti più longevi, nel web è
piuttosto normale vedere nascere siti che in
partenza sembrano avere la volontà di surclassare
tutti, per poi vederli puntualmente dopo un solo
anno essere dei cadaveri ambulanti, non più
aggiornati ne tantomeno seguiti... Noi oramai ci
avviamo verso il 15esimo anno di attività, direi che
già questo possa bastare. Ci tengo poi ad una
precisazione visto che siamo “colleghi” di web e
funboard.com è davvero un gran bel sito: mi piace
dire che il mio è il più seguito e longevo fra i siti
che non sono legati a riviste... Come dire: primi
entrambi, ma di due classifiche differenti!
Grazie mille, detto da te che sei forse il più
esperto di web-windsurf in Italia, mi fa molto
piacere, vuol dire che tutto il tempo che dedico
all’aggiornamento è ben speso, chi più di te sa
che costanza serve per tenere vivo e
movimentato un sito web. Ma parliamo di
windsurfmag.it come nasce e come viene
gestito?
Il sito nasce come ti dicevo oramai una quindicina
di anni fa’ per volontà del suo fondatore, Jacopo
Carrai di Firenze, con il nome windcam.it poichè
era, di fatto, “una raccolta di webcam” di interesse
windsurfistico, corredato da poche e saltuarie
news, io Lorenzo (oramai per tutto l’ambiente del
windsurf sono Lorenzo di Windcam tanto che sono
oramai “costretto” a inserire “windcam” tra il
nome e il cognome sul profilo facebook , twitter ecc
ecc, è diventato un secondo nome e non mi
dispiace affatto), circa nel 2001 ho cominciato a
mandare report al sito delle mie uscite, poi da li ho
avuto qualche piccolo comando di amministrazione,
il forum, la possibilità di inserire news in
autonomia... fino ad arrivare circa 3 anni fa’ a
rilevare in toto la gestione e l’amministrazione del
sito, poichè il buon Jacopo per altri impegni
personali e non poteva più seguirlo. Da allora non
ricordo più nemmeno quante release del sito sono
andate online, l’ultima, quella 2k12, è la sintesi di
sito moderno rapido, bello da vedere e interattivo
con tutti i socialnetwork; esiste ora anche la
versione mobile, più snella, per quando vi collegate
con il vostro smartphone. Ci tengo a dire che il sito
è e rimane una passione, il mio lavoro vero è un
altro, sono Product Manager in una importante
azienda italiana di accessori per fotografia, il sito,
nonostante l’impronta decisamente professionale
nella gestione che gli ho dato, lo gestisco nei ritagli
di tempo, e devo dire che mai come in questo
ultimo periodo, grazie ai passi avanti dei software
di gestione e dei nuovi device disponibili (iPhone e
iPad su tutti) è gratificante e immediato seguirlo e
aggiornalo.
Noi ti conosciamo anche come praticante, ti
incontriamo spesso in giro negli spot ventosi
del centro nord italico.
Beh si chiaro, tutto nasce da quello, dalla grande
passione per il windsurf e dalla voglia di
condividere anche con chi non c’era una bella
esperienza in acqua... Io abito in provincia di
Bologna, lontano ma vicino a tutto (vicino si fa’ per
dire, minimo 150-200 km dagli spot più
Lorenzo “windcam”al bacino di Suviana.
Windsurfmag homepage versione attuale.
Versione standarde versione mobileper Smartphone.
41
INTERVISTA RACCOLA DA Fabio Calò
interessanti...), spesso e volentieri mi muovo in
camper con la mia compagna Monia e la mia
bambina, Elena, di 7 anni, e chi ha buona memoria
ricorderà anche che curavo proprio qui su
Funboard una piccola rubrica su
Camper&Windsurf. Poi ovviamente vengono le
vacanze dove si vanno a cercare condizioni un po’
più solide di quelle che i nostri bacini regalano, e
qui penso a Tenerife, El Medano, che sta diventando
un po’ una seconda casa... Ci tengo comunque a
dire, soprattutto per chi non ci conosce, che il sito
non è assolutamente “autocelebrativo”, io sono un
amatore, il classico surfista della domenica,
ovviamente ci sono i reportage e i miei viaggi
personali, ma in piccolissima percentuale, grande
spazio invece viene dato a news di interesse
generale, e chiunque può mandare i propri report e
racconti per condividerli con noi!
Mi aggancio proprio al tuo ultimo discorso
“condividi”, la magica parola che abbiamo
imparato a cliccare 100 volte al giorno sul re di
tutti i social network, Facebook, non pensi che
abbia rubato spazio ai siti come il tuo?
Mah, guarda all’apparenza può anche sembrare
così, ma io ho una visione tutta differente, sarà che
per me non è solo business, ma anche e
soprattutto passione, io penso che più diffusione
delle informazioni abbiamo meglio è, quindi ben
vengano Facebook, Twitter, Instagram. Viviamo anni
in cui il flusso delle informazione è continuo e non
si deve arrestare in nessuno modo, proprio per
questo motivo il nostro sito è presente su tutti i
social che ti ho appena elencato. Ti dirò di più, la
pensavo allo stesso modo 2-3 anni fa’ quando
questi social network non esistevamo ma
c’eravamo solo noi gestori di siti a tema windsurf,
io non ho mai fatto la guerra a nessuno e ho
collaborato sempre con tutti, (e tu essendo gestore
a tua volta penso che possa testimoniarlo), e anche
nei confronti della carta stampata, nel tempo ho
collaborato con tutte e tre le riviste italiane
(quando erano tre...) anche contemporaneamente
senza che questo creasse problemi a nessuno.
Vado piuttosto fiero, in un mondo spesso popolato
da rivalità e inimicizie, dei buoni rapporti avuti
sempre con tutti in questi anni.
Collabori con aziende di settore? Hai sponsor o
partnership con qualcuno?
Ti ringrazio per la domanda, così ne approfitto per
fare chiarezza e togliermi qualche sassolino dalla
scarpa, il sito ha ovviamente dei brand che lo
supportano, grazie a Dio aggiungo, e sono in
continua ricerca di nuovi inserzionisti e nuovi
partner, ma non c’è assolutamente un legame con
il materiale che io utilizzo in acqua, ripeto io sono
un amatore, un surfista come tanti e il fatto che io
navighi con una cosa o un’altra ha davvero una
importanza minima... Poi ovviamente ci sono alcuni
brand con i quali c’è un rapporto speciale, ci
mancherebbe che non fosse così, ed è per me
grande motivo di soddisfazione quando questi
brand mi chiedono pareri o consigli sui loro nuovi
prodotti, ma è e rimane sempre il parere di un
amatore, anzi se devo essere sincero è una
soddisfazione ancora più grande quando il parere
me lo chiedono su questioni di marketing,
promozione e pubblicità, insomma il mio “vero”
settore windsurfistico... Lì credo di poter dare un
parere discretamente autorevole. Aggiungo anche
che tra i servizi che possiamo proporre ai marchi
che ci supportano c’è proprio tutto questo, la
gestione di pagine Facebook, la realizzazione di siti,
campagne marketing e ADV in genere.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che hai
avuto in questi anni di gestione del tuo sito?
Devo dire che sono state tante... in primis le
persone che riconoscendomi in spiaggia mi
ringraziano per quello che faccio, sentirsi dire:
“Ah sei tu che segui windcam? Sai che vi ho
messo come homepage e la prima cosa che
guardo ogni mattina è quella!”. Riempie il cuore...
Poi anche essere stati in un certo senso creatori
di “movimenti”, mi spiego meglio, con i nostri
report e news abbiamo acceso i riflettori su spot
o modi di fare windsurf che erano un po’
nell’ombra, in un mondo piccolo come il nostro,
far conoscere uno spot con una caratteristica
particolare ha un grande valore, e trovarsi con
10 nuovi amici ai quali hai salvato il weekend con
le tue indicazioni, come va di moda dire adesso,
non ha prezzo... Poi ovviamente il discorso più
professionale come dicevo sopra, sentirsi dire
“prova questo e dammi un parere che ci tengo”
ovviamente non può che essere motivo di grande
soddisfazione.
Qualche cosa che vorresti dire e che non ti ho
chiesto?
Mah guarda, mi sa che davvero abbiamo detto
tutto, potremmo concludere con un classico “ci
vediamo in acqua”, (spero presto, magari con un
po’ di onda e molte pinne sotto la tavola) ma nel
mio caso aggiungerei anche un “ci vediamo il
giorno dopo sul web”, a noi piace pensare al
report, magari fotografico, che sia su facebook o
meglio ancora da noi sul sito, come parte
integrante dell’uscita, insomma condividere
sempre e comunque con gli amici vicini e lontani
le emozioni che questo grande sport ci regala!
Ciao e grazie a te per lo spazio e a tutti voi che ci
seguite!
Lorenzo in una burrasca tipicamente onshore adriatica.
42
Working people
FACCIAMO UNA CHIACCHIERATA CON L’ING. CLAUDIO CAZZARA RESPONSABILEDELLA DIVISIONE WINDSURF DI REGLASS, STORICA AZIENDA BOLOGNESELEADER NEL SETTORE DELLE ALTE TECNOLOGIE IN CARBONIO E PRODUTTRICEDEGLI ALBERI E ACCESSORI PER IL PROPRIO BRAND MAVERX E OEM.
COMINCIAMO CON CHIEDERE A CLAUDIO DA DOVE È PARTITA REGLASS E DOVE
È OGGI?
Reglass ha festeggiato nel 2011 il suo centenario. Questo dato da solo,
fornisce un’importante indicazione circa la storia di questa azienda
italiana. Reglass ha sempre lavorato il carbonio per prodotti di alta
tecnologia in vari settori, da quello industriale, a quello aerospaziale,
all’automotive e ovviamente, nostro particolare orgoglio, specializzandosi in
quello sportivo.
Nel windsurf pochi lo sanno, ma fu proprio Reglass a produrre i primi
alberi in carbonio utilizzando la tecnologia del wrapping in preimpregnato
(avvolgimento del tessuto), ad oggi qualitativamente e senza dubbio, il
miglior processo per ottenere qualità costante.
IN CHE COSA SI DIFFERENZIA IL VOSTRO PRODOTTO?
Reglass si è specializzata nella produzione di composito di altissima qualità. Per
essere e rimanere leader in questo campo, abbiamo scelto di mantenere la
nostra produzione in Italia. Questo ci permette di seguire l’intero processo
produttivo, assicurando standard qualitativi costanti ed elevati. Collaboriamo
con l’Università di Bologna in un’area che fa della tecnologia del carbonio un
uso molto specialistico. Ricordo che la nostra regione produce con orgoglio
gioielli come Ducati, Ferrari, Lamborghini con cui collaboriamo. Un punto che
può sembrare meno importante, ma che ha un suo fattore di distinzione
fondamentale, è che Reglass, produce il preimpregnato con cui costruisce i
propri prodotti all’interno della propria area R&D. I vari filati di carbonio sono
scelti e mescolati assieme alle resine più opportune per ottenere quelle
43
INTERVISTA RACCOLTA DA Leonardo Ucelli
caratteristiche meccaniche specificatamente ricercate in fase progettuale.
Possiamo insomma “lavorare di fino”, miscelare ciò che noi stessi riteniamo
essere ottimale per il prodotto finito, allontanandoci ancora una volta dalle
scelte standard disponibili nel mercato. Questo ci dà la possibilità di
sperimentare cose nuove con estrema liberta. Oltre ciò, il carbonio pronto per
essere lavorato, non viene spedito, non subisce stress, ma è così direttamente
impiegato. Senza l’aver optato per queste scelte, peraltro non economiche in un
mondo che tende sempre di più alla delocalizzazione e al risparmio, non
potremmo sviluppare prodotti all’avanguardia e proporre noi stessi soluzioni ai
nostri clienti, innovative e personalizzate. Ultima nota, siamo molto più reattivi
nel rispondere ad eventuali problemi producendo in Italia anche quando si
tratta di rispondere ad una garanzia.
PARLIAMO DI ALBERI. QUALI SONO LE CARATTERISTICHE CHE RICERCATE NEL
PROGETTARE UN ALBERO?
L’importanza dell’albero per una vela è nota. Capisco pero, da windsurfista,
quanto sia difficile far passare questo messaggio e dargli l’importanza che
merita. Entrando in un negozio, leggendo le novità su un giornale, ci si sofferma
sulle cose più belle e “visibili”: vela e tavola. È così, non c’è dubbio. L’acquisto,
magari non sempre necessario di una nuova vela, finisce poi ovviamente con il
rimandare quello dell’albero, magari fino a quando non si rompe. Non voglio
convincere nessuno a cambiar idea, a volte poi è bello fare ciò che ci piace, a
prescindere. Credo però che ciò che il mio professore di Meccanica sosteneva,
possa essere applicato perfettamente al rig vela/ albero: “… in un qualunque
sistema integrato, l’insieme funzionerà al meglio del componente peggiore”.
Questo vale assolutamente per l’accoppiata vela-albero. L’acquisto dell’ultimo
Claudio in bottom nello spot del Cabezo a Tenerifeper testare in prima persona i nuovi alberi MaverX.
2012 MavrX collection.
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modello di vela, leggerissima, innovativa, montata su un albero vecchio o di
scarsa qualità, renderà al meglio delle possibilità di quell’albero, vanificando
così una grandissima parte delle caratteristiche di quella vela, facendo perdere
una parte più o meno consistente di manovrabilità, potenza, anticipo di planata.
Ovviamente, la cosa vale anche in senso opposto, quando si montano alberi
super-performanti in vele ormai vecchie e macerate dall’uso. Credo che la
coerenza del nostro equipaggiamento surfistico unita a un po’ di conoscenza e
di buon senso, ci possano aiutare a fare le scelte più ottimali.
NELLE OFFERTE DISPONIBILI NEL MERCATO DI ALBERI, CI SONO NOTEVOLI
DIFFERENZE DI PREZZO A PARITA’ DI PERCENTUALE DI CARBONIO. PERCHE?
Partiamo subito col chiarire un concetto. Erroneamente, si identifica come
unica discriminante di qualità di un albero, la percentuale di carbonio. La
percentuale di carbonio definisce, supponendo che ci sia onestà da parte di chi
fornisce il dato, solo ed esclusivamente la quantità di carbonio presente nel
prodotto; non indica quale modulo elastico abbia il carbonio scelto, che
standard costruttivi e controlli qualità abbia seguito e nemmeno chiarisce dove
sia stato costruito. Il carbonio differisce per caratteristiche
meccaniche e quindi per prezzo, va scelto pensando all’uso
finale del prodotto finito. Un nostro albero race non ha le
stesse fibre di un albero wave. Noi operiamo in questo
modo. Non tutto il mercato si comporta allo stesso
ugualmente.
Nella pratica tutto questo si traduce in un prodotto le cui
qualità sono facilmente percepibili in acqua in termini di
performance, peso e certamente resistenza. A chi li usa,
giudicare.
ULTIMAMENTE SI PARLA MOLTO DI COMPATIBILITA
VELA/ALBERO E RELATIVE CURVE. LE VELERIE
SCONSIGLIANO L’USO DI ALBERI NON DI LORO
COSTRUZIONE. COSA CI PUOI DIRE A RIGUARDO?
Capisco nel rispondere di avere la stessa credibilità di chi
sostiene il contrario, essendo il sospetto di essere di parte
troppo forte. Cercherò comunque di spiegare perché non
sia cosi. Oggi il mercato propone vele con curve piuttosto
simili che possiamo far rientrare nella pur generica
definizione di constant curve. Ovviamente esistono vele che
richiedono alberi più “hard top” (il top si flette di meno
rispetto alla base di un constant) e altre che richiedono
alberi più “flex top” (top che si flette di più rispetto alla
base di un albero constant). Un albero con curva constant,
può assolutamente essere montato su quasi ogni tipo di
vela, con magari qualche settaggio di precisione in
caricabasso e/o bugna. MaverX produce alberi constant
curve. La scelta non è casuale. Passiamo circa 3 mesi
all’anno alle Canarie dove ho a disposizione atleti nostri e
non solo (alcuni atleti di livello internazionale hanno i nostri
alberi, pur non potendoli ufficialmente usare per ragioni di
sponsor) che mi aiutano nel lavoro di messa a punto e
valutazione degli alberi; ascoltiamo i feedback degli utilizzatori finali e
compariamo le vele più recenti di tante case produttrici per confrontare
proprio le curve di ogni singolo albero con i MaverX. Verifichiamo i settaggi
dell’albero originale montato, li rimontiamo con i nostri mantenendo lo stesso
settaggio originale e controlliamo le differenze che sono, quando ci sono,
minime e facilmente ottenibili. Le fotografie che scattiamo e che mettiamo sulla
nostra pagina web www.maverx.it parlano chiaro. In acqua è un altro discorso,
i test hanno dimostrato nella maggioranza dei casi, che i nostri alberi danno
maggiore esplosività in fase di accelerazione e un deciso miglior controllo della
vela in condizioni critiche come in atterraggio da salti complessi. D’altra parte
anni di storia, di conoscenza e know-how non si recuperano di certo in pochi
attimi con i risparmi della delocalizzazione. Certo, non possiamo provare tutti i
modelli e le marche esistenti al mondo, possono esistere marche meno diffuse
che hanno un progetto talmente specifico da richiedere solo un determinato
albero, ma di sicuro questo non c’è ancora capitato con le marche più note da
noi e dai giornali di settore comunemente testate.
Vorrei anche tranquillizzare chi impazzisce cercando un accoppiamento di
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curve millimetrico come indicato dalla veleria o il settaggio al cm di quanto
riportato sulla vela: non c’è una necessita di precisione assoluta, lo dimostra il
fatto che tantissime vele possono oggi montare due alberi di lunghezze diverse
ravvicinate (per esempio un 370 o un 400) aggiungendo o togliendo ben 30 cm
di prolunga! Le curve che si ottengono in queste due configurazioni sono
assolutamente diverse e… vanno bene entrambe. Devono essere scelte sulla
base del proprio stile di surfata e delle condizioni di vento. Confrontarsi con le
esperienze di altri va benissimo, ricordando però che ognuno di noi è diverso e
che non esiste miglior giudice della propria esperienza. Più che ai numeri
stampati su una vela, affidiamoci al profilo che noi vogliamo far assumere alla
vela. Detto questo, ognuno deve giustamente fare ciò che gli dà i migliori
risultati e partire da prodotti di qualità, è il primo passo per godersi questo
sport in sicurezza.
NOVITA PER IL 2013?
Abbiamo raccolto una tendenza del mercato introdotto proprio delle vele nella
ricerca di materiali sempre più leggeri e performanti assieme all’uso di nuovi
profili (3-4 stecche). Una sfida; il nostro spirito di innovatori,
ci ha portati a studiare un albero che esaltasse queste
caratteristiche di peso delle nuove vele e siamo pronti dopo
un anno di test, un PWA e conferme continue di affidabilità
sul campo, ad introdurre un modello che raccoglie in sé il
meglio di ciò che oggi possa esistere in termini di
leggerezza, affidabilità e performance. Crediamo di essere
gli unici ad aver raggiunto questo risultato. L’albero è
un’evoluzione del nostro X1000 LTD, già leggerissimo con i
suoi 1100 grammi nella misura più piccola; lo abbiamo
alleggerito utilizzando nuove nano-tecnologie e facendo in
modo che mantenesse quel rilascio di potenza giusto per
essere usato soprattutto in condizioni wave e non solo. Il
peso è imbarazzante. Siamo riusciti a… no, vorrei
mantenere un po’ di suspense sui pesi… concedimelo.
Squadra che vince poi non si cambia, gli altri alberi
rimangono gli stessi con una piacevole notizia che ha anche
il sapore di novità visto il non facile momento economico
che noi tutti attraversiamo, abbiamo mantenuto gli stessi
prezzi del 2012. Credo che chiunque di noi, nella propria vita
professionale e personale sappia apprezzare il valore di
questa scelta che spero, ci premi.
Ricordatevi del vostro albero e di non cambiarlo solo
quando si rompe. La vita di un albero in termini di
prestazioni decade piuttosto rapidamente, dipende
sicuramente da dove si esce, come si esce e quanto si esce,
ma dopo due anni di uso non professionale e continuativo il
calo prestazionale è molto forte. Questo parlando di alberi
di qualità come i nostri, con alberi più economici questo
accade ancora prima. Poi, ovviamente, libera scelta.
CI VEDIAMO IN ACQUA DUNQUE?
Non potevi concludere con un augurio migliore. Considero il
mare come il mio ufficio e i surfisti in acqua, miei colleghi. C’è condivisione di
intenti, abbiamo tutti lo stesso scopo, animati dalla stessa passione. Un buon
ingrediente per fare un buon albero (o qualunque altro prodotto del nostro
sport), oltre al carbonio, la resina, il processo, è una bruciante voglia di andare
in acqua, navigare con un’attrezzatura al top e condividere tutto questo con
altri, siano semplici appassionati o pro. Se non surfi, non respiri questa
passione e per te questo mondo è solo business, impossibile resistere alla
tentazione di scendere a compromessi per ottenere prodotti più “vendibili”, a
discapito delle performance.
Enjoy.
PS: Vorrei ringraziare a nome Maverx e mio, tutti coloro che ci sostengono in
questo lavoro bellissimo. I nostri atleti e tester in primis, il mio staff tecnico che
mi supporta e sopporta, tutti quelli che ci hanno scelto, ma anche quelli che
sinora non l’hanno fatto, pregandoli di provare un nostro albero e di farci
sapere cosa ne pensano. Un caro saluto al vento, sperando che ci venga a
trovare sempre più spesso.
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People
IL PROMOTER: ERA UNA FIGURA NOTA,ANZI NOTISSIMA, NEI PRIMI ANNI ’80,MA SOPRATTUTTO ’90; ANNI IN CUI ILNOSTRO AMATO SPORT GODEVA DIFAMA, SUCCESSO E ANCHE QUATTRINI!I PROMOTER ERANO, MOLTO SPESSO,PRECURSORI DI QUESTO SPORT,RAGAZZI CHE NON POTENDO DARSIALLA GARE, PER UN MOTIVO O PERL’ALTRO, SI AFFIANCAVANO AGLIIMPORTATORI E NEGOZI DELLA LOROZONA, PROMUOVENDO I VARI MARCHI.NON C’ERA NEGOZIO O IMPORTATORECHE NON AVESSE ALMENO 2-3 RAGAZZIVOLENTEROSI E FORTUNATI CHESCORRAZZAVANO SU E GIÙ PER LENOSTRE COSTE, CARICHI DIATTREZZATURA E BRANDIZZATI COMENON MAI!
A testimonianza di questa tendenza, qualunque
macchina o furgone di un windsurfista era
costellata di adesivi; negli spot più cool ogni
centimetro disponibile era buono, panchine-
grondaie-cartelli, per “appiccicarci” sopra un bel
logo del negozio di fiducia o della veleria preferita.
I tempi sono cambiati, la crisi avanza e questa
figura sta pian piano scomparendo quasi del tutto.
Però c’è ancora qualcuno che rappresenta questa
categoria, che ama questo sport, che ci mette la
passione, che ci dedica del tempo, ed è riuscito nel
corso degli anni ad avere una posizione credibile e
allo stesso tempo umile. Motivo per cui rimane un
“animale” raro, quasi estinto. Lui è Simone, detto
Spaga, fa windsurf da quando le tavole erano
lunghe come Tir e le vele non avevano le stecche, o
forse ne avevano troppe, tipo le Team Extreme di
Comerlati con 7 stecche e 5 camber!!! Sono ormai
quasi 25 gli anni della sua attività, con alti e bassi,
periodi di pausa ecc ecc. Negli ultimi cinque però
per lui le cose sono cambiate tantissimo, vuoi un
nuovo innamoramento dovuto all’avvento dei nuovi
shape delle tavole, per prime le twinzer, vuoi un
incontro fortuito al lago di Garda; alla fine a Torbole
succedono sempre un sacco di cose! Nasceva
infatti nell’estate del 2008 una collaborazione tra
Spaga e SurfPlanet ,di Torbole appunto!
Alberto e Chiara, i due proprietari, cominciavano a
distinguersi nell’ambiente, il loro negozio era uno
degli ultimi apparsi sulla scena e volevano farsi
largo anche nel nord-ovest d’Italia, quindi dopo
qualche chiacchiera e alcuni dettagli decisero di
puntare su quello sbarbatello torinese di 28 anni.
Spaga usciva principalmente in Liguria e in Francia,
luoghi frequentatissimi da torinesi, milanesi e
liguri, quindi il giusto target.
Simone non è un professionista, non è il più bravo
in acqua, ma sa distinguersi, adora questo sport,
gli piace conoscere tutto del windsurf; e
sicuramente di tecnica ne capisce parecchio.
Se lo incontrate potete chiedergli qualunque cosa,
soprattutto di provare la sua attrezzatura, sarà a
vostra completa disposizione!
Gironzolando qua e là si è fatto conoscere, è finito
sulle riviste del settore, collabora con alcune di
queste, ha avuto per due volte la copertina del
giorno sulle news web di North Sails, diciamo che si
è sbattuto per ottenere dei buoni risultati.
Beh, siamo alla fine del 2012, i materiali del
prossimo anno gli sono appena stati consegnati e
la collaborazione continua alla grande.
SurfPlanet è uno dei negozi più affermati del
settore, non a caso da uno, i negozi sono passati a
tre; Spaga invece se la gira sempre con il materiale
fresco di stagione, non male direi. Questo è indice
che grazie ai sacrifici, si possono ottenere ottimi
risultati anche in un periodo come questo, dove
nessuno investe tempo e denaro su niente.
Non è che il prossimo promoter potrebbe essere
uno di voi?
Simone Spagarino in uno scattoby GoPro con i nuovi materiali
Fanatic/North Sails 2013.
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TESTO DI Simone Spagarino | FOTO DI Pietro Olivetta
Spaga nel suo “home” spot Andora (IM) durante una bella giornata di Libeccio.
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INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO DI courtesy Simmer | SPECIAL THANKS TO Sergio Minoni
Blacktip, Klaas Voget.
Ciao Tomas e benvenuto in Italia, per quale motivo ti trovi qui sul
Lago di Garda?
Tanto per cambiare, questa volta sono qui solamente per rilassarmi e non fare
niente. È l’ottantesimo compleanno di mia madre, quindi abbiamo deciso di fare
un salto al Lago per avere un assaggio di estate che deve ancora arrivare in
Svezia e rilassarci un po’. La nostra guida ci ha fatto vedere un sacco di bei
posti e ci stiamo divertendo molto.
Puoi raccontarci brevemente la tua vita lavorativa nel mondo del
windsurf?
La versione breve comincia negli anni ‘80, quando sono venuto a Torbole per
fare una gara di OneDesign. Ero finito in quarta posizione e fu così che venni
sponsorizzato da Mistral e NeilPryde e, quasi immediatamente, cominciai a
collaborare con loro per i materiali ed i nuovi modelli che poi si svilupparono
nel funboard che prese il sopravvento con l’arrivo del PWA.
Fino all’87 ho gareggiato nella coppa del mondo per poi aprire una piccola
compagnia ad Hong Kong assieme ad un mio amico, fornendo servizi
d’appoggio a piccole velerie, occupandoci di alcuni dettagli della produzione in
Cina, che allora non era ancora così diretta ed immediata come al giorno
d’oggi. All’inizio degli anni ‘90, Klaus Simmer, uno dei due fratelli, mi ha chiesto
di progettare e realizzare alcune vele da race per loro in quanto facevano
solamente vele wave a Maui e non erano altrettanto esperti. Nel ‘92 ho fatto
anche delle vele wave e nel ‘94 ho cominciato a gestire l’azienda per loro, per
poi acquisire la licenza del marchio nel ‘96. Nel 2007 l’ho comprato.
Che formidabile carriera! Parliamo ora dei tuoi nuovi modelli 2013, puoi
spiegarci le differenze primarie tra le BlackTip e le WhiteTip?
Ci sono parecchie differenze. L’unica peculiarità comune è che hanno entrambe
4 stecche. La BlackTip è stata progettata per avere un range di condizioni molto
più ampio, ideata per dare il meglio con tavole quad ma anche single
ovviamente. Abbiamo abbassato leggermente la bugna in modo che il rider
resti più verticale sulla tavola e la vela resti sempre in potenza, che è molto
avanzata. La WhiteTip, invece, ha una penna più stretta e una potenza più
centrale, in modo da garantire la massima accelerazione ma una velocità di
punta inferiore, in quanto la penna rilascia meno pressione ma sbatte anche
meno. Questo è un vantaggio notevole per le manovre bugna in avanti. La
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potenza più centrale inoltre permette al rider di staccare più facilmente.
Il profilo di entrambe le vele è piuttosto simile ma la WhiteTip ti permette di
mantenere più potenza anche nei buchi di vento.
Giusto per curiosità, cosa ne pensi delle vele a 3 stecche?
Penso che l’idea sia buona e sicuramente qualcuno comincerà a lavorarci
seriamente, ma dipende molto dalla tipologia di vela che si vuole realizzare.
Io avevo già realizzato delle vele a 3 stecche tre anni fa, per Patrice Belbeoch di
Exocet. La sua vela Fusion è perfetta per fare quello per cui è stata progettata,
cioè come vela per tavole da SUP. Le 3 stecche, in quella vela, sono tutte sopra
al boma, mentre ora ne fanno una sotto e due sopra. Con questa impostazione
penso che la potenza si sposti troppo ma in ogni caso penso che possano
funzionare solamente per le misure più piccole come la 3.4 e la 3.7. Per il 2013
noi avremo una nuova linea che passa da 5 stecche sulle misure più grandi a 4
su quelle intermedie e 3 sulle più piccole, le HALO. Queste andranno a
rimpiazzare le Mission X. Questo concetto potrebbe confondere un po’ il
consumatore, ma i benefici riscontrati sono davvero notevoli.
Dove si trova il tuo ufficio, la veleria e tutto il resto?
Io abito e lavoro in Svezia ad Hamstadt, sulla costa sudoccidentale. Qui ci sono
gli uffici e anche il magazzino europeo. La produzione effettiva avviene in Cina,
ed ormai non realizziamo più nessun prototipo in Svezia. Volo direttamente in
Cina per apportare le modifiche in loco, facendo i prototipi come se fossero
vele di serie, facilitando così il successivo processo di produzione una volta
ottenute le modifiche ricercate. Prima, invece, i prototipi venivano realizzati e
testati in Svezia. Dopo varie modifiche, realizzavamo un altro prototipo per poi
approvarlo, mandare il file in produzione e realizzare la vela. A questo punto,
però, dovevamo ancora testare la vela di serie, per assicurarci che avesse
effettivamente le stesse qualità riscontrate nell’ultimo prototipo.
Dopo anni di lavoro, mi sono reso conto che perdevamo un sacco di tempo. Ora
invece volo direttamente in Cina e posso realizzare molti prototipi già con
materiali di produzione, per poi testarli e se siamo soddisfatti, le mandiamo
direttamente in produzione. Così facendo si risparmia sia tempo che denaro.
Chi è il tuo tester di punta? E dove testate le vele?
Per il wave ci appoggiamo principalmente su Klaas Voget e Kai Katchadourian,
che è con noi dall’inizio del marchio. Ovviamente anche io faccio un sacco di
test, in quanto, essendo il mio marchio, non farei mai produrre delle vele che io
stesso non approvo. Penso poi che il cliente medio sia molto più simile a me
che a Klaas e a Kai, quindi le performance estreme non sono poi così rilevanti.
Le vele vengono testate sia a Maui che in Svezia, ma ancora, io insisto
soprattutto a testarle qui in Svezia, perchè il cliente medio surfa in condizioni
più simili a quelle che ho qui piuttosto che a Maui.
Per il freestyle e il race invece?
Per il freestyle collaboriamo con il rider israeliano Yarden Meir e un rider
locale svedese di nome Niklas Strahlen. Avevamo anche un rider francese che
poi però è passato a Gaastra e Tabou proprio nel bel mezzo della realizzazione
delle vele di serie. Fortunatamente, però, siamo riusciti ad azzeccare il
prototipo quasi immediatamente. Per le vele race invece collaboriamo con
Sylvain e Benoit Moussilmani, i gemelli di Marsiglia. Sono molto ambiziosi e
quindi passano un sacco di tempo in acqua e testano a fondo.
Puoi dirci qualcosa di specifico riguardo le nuove vele race? I rider di
slalom vogliono essere al corrente di qualsiasi minimo dettaglio...
Ci siamo concentrati soprattutto sull’aumentare l’accelerazione. La velocità
Hallo, Kai Katchadourian.
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massima e la maneggevolezza sono sempre state al massimo, e quindi ci
siamo sforzati di migliorare l’accelerazione.
Questo aspetto è fondamentale per partire in planata e ripartire
velocemente in uscita dalle boe. È davvero un fattore cruciale. La cosa
interessante è che, così facendo, si aumenta notevolmente anche la velocità
di punta e la performance generale della vela. Perfino i ragazzi dello speed,
prendendo in mano le nostre vele, sono riusciti immediatamente a fare
nuovi record personali. Con il GPS, infatti, l’accelerazione diventa molto più
rilevante rispetto alla run di 500 metri. È proprio questa esplosività che
abbiamo cercato anche per le nostre vele da PWA.
Che ruolo gioca l’albero per le vele race? Voi collaborate con un’azienda
produttrice di alberi?
Abbiamo sempre lavorato per sfruttare al meglio anche le caratteristiche degli
alberi, senza però cambiare le curvature iniziali. Le nostre vele, quindi, lavorano
anche con gli altri alberi in commercio. A volte c’è qualche problema riguardo
al diametro, ma nelle nostre vele di serie lasciamo abbastanza spazio per
permettere l’utilizzo anche di alberi più larghi. Preferisco invece non modificare
troppo le curve, evitando quindi che le vele funzionino esclusivamente con
alberi Simmer. Si può lavorare sul reflex, senza toccare le curve. Al momento i
nostri alberi vengono prodotti da una compagnia croata ma per gli alberi RDM
collaboriamo anche con piccole aziende in Cina.
Quale curva utilizzate per realizzare le vele wave? Constant curve, vario
top, fixed top?
Noi attualmente utilizziamo la constant curve. Questo nome però è fuorviante, in
quanto la constant curve prevede l’utilizzo di un albero più morbido a penna e
rigido alla base. Generalmente si resta sul 64% sulla base e 78% sulla penna.
INTERVIENE SERGIO MINONI.Su un recente articolo di
FUNBOARD, Goya dice che loro
permettono ad ogni cliente di
entrare nel loro negozio e
provare qualsiasi tavola e vela
vogliano.
Lui ci è arrivato adesso, ma io,
qua al Prà, è da quindici anni
che lo faccio, collaborando con
RRD e Simmer. Tramite Link,
infatti, ho conosciuto Tomas
che ha cominciato a fare qui
tutti i meeting dei distributori.
Già da allora, quindi, per
invogliare la gente a fare
windsurf, avevamo deciso di
mettere a disposizione dei
materiali in prova gratuita! È
nata una grande amicizia, e gli
abbiamo fatto conoscere tutti i
ristoranti della zona insieme ai
vari distributori. Io ho sempre
cercato di far innamorare la
gente del Garda non solo dal
punto di vista windsurfistico,
fino alla fine dell’albergo al Prà,
che ora è chiuso.
Icon, Ben Proffitt.
Tomas e Kai,due grandi amici.
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Grazie Sergio per il tuo intervento, Tomas cosa ne pensi del SUP?
Penso che sia eccellente. Il SUP è un nuovo sport alla portata di tutti ed ottimo
per restare in forma come fitness generale. È molto facile da capire e praticare
e penso che questo alla fine girerà a vantaggio del windsurf.
Da 10 nodi in su, infatti, c’è troppo vento per fare SUP. Ecco che qualcuno pensa
di metterci su una vela e si avvicina al windsurf. Il SUP non è ancora neanche
cominciato qui in Europa. In America è già enorme, ma penso che quest’estate
ci sarà una gran diffusione e l’esplosione sarà il prossimo autunno.
Avete anche cominciato a realizzare le vostre tavole con marchio
Simmer, giusto?
Abbiamo iniziato a progettare la nostra linea di tavole tre anni fa e le abbiamo
finalmente mandate in produzione lo scorso anno. Ci sono già abbastanza
marchi di tavole nell’industria, ma io non ho problemi a eliminare i rivali. Ho
pensato che fosse il nostro momento, vedendo che i produttori di tavole
continuano ad aumentare il prezzo ogni anno, sfruttando il loro monopolio e
spremendo tutti i clienti fino all’ultimo euro. Il tutto, inoltre, viene fatto
cercando di massimizzare i guadagni, quindi riducendo al massimo le spese,
risparmiando sui materiali e facendo peggiorare notevolmente la produzione.
Per me, personalmente, questo cammino porta all’autodistruzione.
Ho quindi deciso di introdurre io stesso il cambiamento che volevo, producendo
tavole performanti a prezzi convenienti, con peso e costruzione sopra alla
media. Abbiamo poi cominciato a pensare con chi sviluppare il nostro prodotto,
all’interno del nostro team. Subito ci è venuto in mente il nome di un surfista
svedese che è molto appassionato di quello che fa, Ola Helenius, che lavora
anche part time come professore di matematica all’università.
Collabora anche con una compagnia di Gothenborg e con il governo svedese
per promuovere l’insegnamento della matematica. E per finire, lavora con noi! È
davvero un tuttofare. È ormai da anni che realizza tavole e sa esattamente cosa
vuole, ed ha ovviamente collezionato tutti i dati per creare un proprio
programma di progettazione delle tavole. È una sorta di rainman.
Kai è sempre stato con Quatro, e ha chiesto specificatamente una tavola veloce,
che facesse curve affilate e che gli permettesse di muoversi velocemente sul
lineup, senza lasciarlo ammollo nella zona d’impatto.
Abbiamo quindi deciso di cominciare a lavorare sulle tavole wave, in quanto è
questo il campo in cui siamo più forti. Quest’anno poi vogliamo anche
espanderci con le tavole da allround/freeride, assieme a Ron Vanderberg e
Martin Van Meyers. Hanno proposto dei concetti veramente interessanti, che
abbiamo poi discusso e implementato tutti insieme. Dopo averci lavorato per
un anno, siamo pronti a mandarle in produzione.
Puoi parlaci quindi della costruzione di queste tavole?
È quella che noi chiamiamo costruzione bilanciata. La quantità di strati sopra e
sotto il sandwich è esattamente uguale, in modo da garantire la stessa
resistenza sia dall’esterno che dall’interno, proteggendo al meglio lo styrofoam
del core della tavola. Nel mondo dei materiali compositi, questa è la costruzione
sicuramente più resistente disponibile. Gli altri marchi, invece, utilizzando molta
più fibra e tessuti all’esterno, rendendo la coperta più resistente esternamente
ma più fragile internamente, danneggiando la resistenza generale della tavola.
Sono approcci completamente diversi.
Sappiamo che Francisco Porcella non utilizza più le tavole 99, è quindi un
vostro nuovo rider?
Sì... più o meno... è una domanda un po’ complessa al momento. Francisco è
sempre stato un teamrider Simmer per le vele.
Però non lo avete mai coinvolto nello sviluppo, vero?
Sì... non è mai stato coinvolto per le vele, figuriamoci per le tavole. Non l’ho
coinvolto non perchè il suo feedback non sia apprezzato, ma, dalla mia
esperienza personale, lavorare con troppa gente può diventare dispersivo.
Ognuno ha le sue preferenze e le sue esigenze e se ognuno vuole una cosa
diversa, si finisce per fare confusione e perdere di vista l’obiettivo finale.
Confermo, comunque, che non usa più 99 e che ora usa le nostre tavole.
Grazie Tomas per il tempo che ci hai dedicato. Alla prossima!
Tomas prova le sue vele.
Tomas e Sergio durante lanostra intervista al Pier Windsurf.
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Big wave riding sessions
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TESTO DI Jason Polakow | FOTO DI Alfredo Escobar, Diego Figueroa, Nico Orrego, Pablo Berrios | RIDER Jason Polakow, Robby Swift
Jason Polakow e Robby Swift.
È BASTATA UNA TELEFONATA DA ROBBY SWIFT VERSO LE 2 DEL POMERIGGIO CHE MI DICEVA CHE LO SWELL DELL'ANNO SAREBBE ARRIVATO QUALCHE GIORNODOPO ED ECCO CHE LA MATTINA SEGUENTE ERO GIÀ SEDUTO SU UN AEREO DIRETTO VERSO SANTIAGO DEL CILE, PER CERCARE DI WINDSURFARE LO SPOT DA
ONDA GROSSA PIÙ ICONICO DELL'AMERICA DEL SUD, CHIAMATO PUNTA DE LOBOS. NESSUN WINDSURFER CI AVEVA MAI MESSO PIEDE PRIMA, IN QUANTO QUESTA LOCATION ERA RISERVATA SOLO AI SURFISTI PIÙ AGGRESSIVI. DOPO L'ESTATE
HAWAIIANA E UN TENTATIVO FALLITO DI ANDARE A FIJI, ERA PROPRIO LA DOSE DI ADRENALINA DI CUI AVEVO BISOGNO.
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Il Cile è colpito regolarmente da alcune delle mareggiate più grandi al mondo.
Questo fattore, assieme all’acqua freddissima, rendono la destinazione una
mecca per gli estremisti del waveriding, che sono pronti a sopportare le
condizioni proibitive per surfare al meglio le onde ghiacciate.
Ci sono volute circa 30 ore di viaggio in aereo e una notte di sonno prima che
potessi finalmente guardare il picco di questo spot così rinomato.
Il paesaggio circostante e la maniera in cui l’onda si srotola sono veramente
eccezionali.
La terra si prolunga in un immenso point-break e ti permette praticamente di
guardare il rider a pochi metri di distanza. Sembra praticamente di poterti
buttare dalla scogliera ed essere sul picco con due bracciate. Appena a destra
della zona d’impatto ci sono due maestosi atolli, popolati da grossi uccelli
marini che si riscaldano al sole e ci nidificano, guardando il lineup giorno e
notte. Questo scenario assolutamente unico circonda poi una delle sinistre più
grosse, lunghe e perfette al mondo . Punta De Lobos è il sogno di ogni fotografo
sportivo.
Sono rimasto completamente esterrefatto mentre camminavo col materiale
verso la fine del point, guardando dritto verso il picco pulito di onde sui 6-8
metri! Ti sembra veramente di essere sul picco, sebbene sei ancora con i piedi
a terra. Riesci quasi a percepire l’accelerazione del battito cardiaco quando i
surfisti remano fino alla fine per cercare di passare i cleanup set più grossi.
Li ho guardati mentre partivano su bombe gigantesche, arrivando alla base
dell’onda per poi fare il bottom turn e scomparire per un istante dietro agli
atolli, riapparendo poco dopo con un’enorme parete che si srotolava lungo
tutto il resto della baia.
Ogni rider là fuori è un pro oppure una figura di spicco nel mondo del surf da
onda. Mentre io guardavo incredulo questa perfetta sinistra che si srotolava
per centinaia di metri, mi sentivo piuttosto intimidito. Con tutti questi surfisti
nella zona, ci si sente piuttosto fuori luogo.
I surfer locali, poi, possono essere particolarmente protettivi e gelosi dei loro
spot, e trovarsi in acqua un windsurfista potrebbe non fargli proprio piacere...
Mentre succedeva tutto questo, non avevo neanche pensato al windsurf finchè
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Robby mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi: “Sarà dura ma è possibile”.
È stato solo in quel momento che mi sono effettivamente reso conto della
difficoltà dell’impresa che avevamo scelto di affrontare.
Nessuno di noi aveva mai visto questo posto prima, e più passava il tempo, più
ci rendevamo conto che non potevamo semplicemente presentarci lì con la
presunzione di entrare in acqua e fare wavesailing liberamente.
Robby ha cominciato a parlare con alcuni dei rider locali e, stranamente,
sembravano quasi felici che ci fosse anche un windsurfista là fuori con loro a
dividersi le onde.
Il mio atteggiamento è così cambiato quasi istantaneamente da “forse ci
conviene andarcene finchè possiamo” a “bhè magari riusciamo a fare
qualcosa”. C’era anche un elicottero che sorvolava il picco per controllare
l’azione dei surfisti e uno dei local rider è riuscito a farlo atterrare per farci
parlare col pilota e farci fare qualche foto. Sfortunatamente l’elicottero non
aveva porte laterali rimovibili, necessarie per le foto, e quindi questa possibilità
è svanita.
Tutti, diversamente da quello che poteva sembrare, erano molto tranquilli e
accoglienti, l’opposto diametrale di un sacco di altri rider in svariate location in
giro per il mondo. Una volta, in Australia meridionale, sono stato rincorso fuori
dall’acqua da un pazzo con la pistola che mi ha minacciato di morte se fossi
rientrato in acqua.
Per riuscire a surfare in questo spot così rinomato e simbolico, però, la
priorità non era a chi baciare il culo, piuttosto sperare che Madre Natura ci
offrisse una minima possibilità.
Verso le 2 del pomeriggio non c’era ancora un filo d’aria ed era ora di prendere
una decisione. Un’intera troupe di fotografi, cameramen, jet ski ed altra gente
s’è raggruppata intorno a noi, sentendo quale fosse la decisione.
Ho prima parlato in privato con Robby, ed entrambi sapevamo che il tempo
stringeva. Se avessimo aspettato ancora, sarebbe stata la fine. Avevamo
massimo 3 ore per fare tutto quello che ci eravamo prefissati.
Il piano era piuttosto semplice, cioè far uscire i jetski, armare, metterci la muta
e poi aspettare sul lineup che succedesse qualcosa... magari un miracolo.
Stranamente il miracolo si è materializzato verso le 3.30 del pomeriggio,
quando delle minuscole ochette hanno increspato leggermente l’orizzonte,
sospinte da una leggera brezza. Noi abbiamo cominciato a galleggiare e
veleggiare piano piano verso il picco, superando i surfisti.
Robby è stato il primo ad entrare, ovviamente, mentre io lo guardavo
galleggiare immobile come una boa. Completamente fermo.
In quel momento mi sono reso conto che avrebbe avuto problemi notevoli a
partire su onde così grosse e veloci. Vivendo qui già da un po’, inoltre, Robby,
aveva con se tutto il suo materiale, mentre io avevo solo una tavola ed un paio
di vele. Ho comunque deciso di raggiungerlo e di galleggiare verso il line-up.
È sempre una sensazione un po’ sinistra quando sei in uno spot sconosciuto,
specialmente con onda grossa e con aria appena sufficiente da star in piedi. E
se i set più grossi rompono più fuori ed io sono troppo interno? Chissà se le
sezioni tengono e sono ordinate o le bombe magari fanno closeout. Tutti questi
pensieri ti annebbiano la mente mentre cerchi di metterti in posizione. Il fatto
che poi avessimo poca luce a disposizione per fare le foto, ci ha imposto di non
fare errori, rendendo il tutto ancora più delicato.
Dopo circa 10 minuti, Robby è riuscito a partire sulla prima bomba. L’ho
guardato estasiato da dietro l’onda mentre ho visto l’albero sparire per
qualche secondo per poi scorgere colonne di spruzzi levarsi dal lip dell’onda.
Ho sentito poi un verso stridulo d’eccitazione a fine surfata e da quel momento,
era iniziata. Ora non potevo tirarmi indietro.
58
Ho cercato freneticamente di prendere un’onda per oltre mezz’ora, ma perfino
con l’85 litri preso in prestito da Robby ho fatto una fatica immane. Una volta
mollato il jetski e essere sceso sul lineup, avevi pochissimo tempo per partire
sull’onda, prima di scarrocciare troppo per la corrente e trovarti troppo
lontano dal picco per poter partire, finendo col doverti far riportare sopravento
dal jetski. Essendoci così poco vento, la corrente era davvero un fattore
notevole. Robby ed io abbiamo deciso di strambare per uscire dall’onda appena
passato l’ultimo atollo, in quanto il vento nella baia interna era praticamente
nullo. Ancora una volta, questa soluzione è stata perfetta per Robby, che ho
visto prendere 3 o 4 bombe e ho sentito urlare di gioia dal jetski mentre veniva
riportato sul picco.
Io, sempre più deciso, mi sono avvicinato sempre più alla zona d’impatto e
finalmente sono riuscito a partire sulla mia prima onda dopo aver pompato
come un pazzo. Sull’onda, poi, è anche partito un local big wave surfer, Ramon
Navarro, che ha surfato l’onda assieme a me, fino alla fine, per poi farci uno
shaka reciproco per far capire che non ci fosse nessun problema nè tensione
dovuta alla precedenza.
Dopo essere uscito dalla mia prima onda, esattamente come pianificato con
Robby, però, mi sono visto un set enorme rompere proprio davanti. Mi sono
quindi buttato nell’acqua, di fianco al mio materiale, mentre aspettavo di venire
investito dal treno di 6 metri di schiuma. Mi sono concentrato per fare respiri
profondi e non farmi prendere dal panico, anche se sapevo che l’impatto
sarebbe stato notevole. All’ultimo momento, mi sono lanciato dalla tavola
sott’acqua, cercando di andare il più in profondità possibile. E fu così che
l’acqua ghiacciata ha cominciato a centrifugare il mio corpo, sbattendolo da
una parte all’altra come una bambola di pezza. Normalmente, con onde sopra
gli 8 metri, avrei indossato la mia life vest con bombole gonfiabili di CO2. Mi
erano però state confiscate all’aeroporto di Los Angeles, e quindi non avevo
nulla indosso. Mentre ero sott’acqua ho sentito il rumore secco dell’albero che
si spezzava come uno stuzzicadenti, e sapevo che ci sarei rimasto per un po’...
Appena sono riemerso ho cominciato a sbracciare e ad urlare per farmi venire
a prendere dal jet ski. Mentre cercavo di non pensare a quanto fosse fredda
l’acqua, ho cominciato a pensare che sarebbe tutto finito con un’unica onda.
Dopo aver volato per 30 ore, non era proprio la conclusione che speravo.
Con le onde grosse, come per tutto del resto, a volte sei fortunato ed altre no.
Quando non c’è vento e le onde del set sono così grosse, non puoi permetterti
di stare sul lineup per scegliere quella che vuoi, devi andare e sperare che
dietro non ce ne sia una ancora più grossa che finirà col romperti in testa una
volta che esci. Robby ha fatto lo stesso, ma fortunatamente per lui, una volta
strambato non si è trovato davanti un muro d’acqua come me. A me è capitato
alla prima onda, non è colpa di nessuno, son cose che capitano e basta!
Il jet ski di salvataggio mi ha poi riportato in spiaggia ed io ho armato un’altra
vela il più velocemente possibile. Mentre armavo, ogni tanto, vedevo Robby che
carvava sulle onde, alzando muri di spruzzi. Era una vera e propria tortura,
perchè veramente non vedevo l’ora che arrivasse ancora il mio turno.
Ora che il jet ski mi aveva finalmente riportato sul picco, il vento era finalmente
aumentato un po’ e ora riuscivo a partire più facilmente, riuscendo finalmente
a prendere qualche onda.
Robby riusciva a muoversi bene e continuava a prendere onde a profusione, e
verso fine session ne abbiamo anche prese alcune insieme.
59
60
Anche con questo aumento, però il vento era appena sufficiente a farci
muovere e a tratti avevamo bisogno del jet ski per risalire sopravento fino al
lineup. Mentre stavo seduto sul retro dello ski con la mia roba in mano
guardavo Robby droppare nell’ennesima bomba, mentre gli urlavo per incitarlo.
Ad un certo punto abbiamo deciso di fare alcuni incroci, alternandoci tra
bottom turn e cut back. L’ultima volta che lo avevo fatto era stato a Jaws
qualche anno fa. È davvero una sensazione bellissima essere nel bel mezzo
dell’Oceano con onde enormi e surfarle solo coi tuoi amici.
Mentre voli down the line il tuo sguardo viene catturato dai due atolli sulla
destra. File di lunghissimi kelp si muovono, restando attaccati alle rocce
sottostanti, cercando di prenderti le pinne mentre fai il tuo bottom turn. Il vento
leggero, combinato alla direzione leggermente side-onshore rendeva davvero
difficile mantenere la potenza durante le curve e sul lip, ma comunque le pareti
sono così lunghe che la surfata è comunque eccezionale.
La componente leggermente onshore, fortunatamente, non intaccava
minimamente la forma perfetta dell’onda. Le onde più grosse dei set passavano
vicinissime agli atolli e venivano così spianate perfettamente.
Quando stai per fare il secondo cut back, hai la prima visuale completa della
baia, proprio mentre stai per passare l’ultimo atollo.
I set più grossi avevano una spalla gigantesca, che continuava a rompere fino
alla spiaggia in fondo alla baia, e si poteva facilmente fare 7 o 10 bottom turn
prima della sezione interna sulla baia che faceva un enorme closeout.
Verso il tardo pomeriggio la folla sul burrone aveva completamente ricoperto
l’intero point ed era il momento di dare spettacolo per tutti gli spettatori cileni
che erano venuti a guardarci durante quell’ultima ora di luce. Ho anche sentito
che un sacco di pro surfer sono usciti dall’acqua per guardare cosa facessimo
e godersi lo spettacolo con gli altri. Mentre calavano le tenebre siamo poi
tornati in spiaggia, con un sorriso stampato da un orecchio all’altro.
Il viaggio è stato un successo eccezionale ed è valso fino all’ultimo i dolori alle
ossa e la noia delle 30 ore d’aereo.
Ora capisco perchè Robby si è fatto una casa qui a Matanzas. Il surf e il
windsurf sono davvero eccezionali qua, e la gente è molto calorosa ed
accogliente. Il cibo poi è assolutamente eccezionale e semmai doveste andare a
Matanzas vi conviene stare e alloggiare al Surazo hotel e ristorante. Alloggio e
cibo sono davvero ottimi.
Sicuramente ci tornerò anche l’anno prossimo, nel frattempo aspetterò con
pazienza che Robby mi chiami ancora per invitarmi a surfare la tempesta
perfetta.
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Windsurf trip
È STRANO PENSARE CHE ABBIA GIRATO PRATICAMENTE TUTTO IL GLOBO MANON SIA MAI STATO IN CANADA. ESSENDO AMERICANO, GENERALMENTE LA
GENTE CHE AMA VIAGGIARE E SPOSTARSI SCEGLIE IL VASTO NORDOVEST COMEPRIMA META. PER QUANTO MI RIGUARDA, ERA DA PARECCHIO CHE PENSAVODI ANDARCI E FINALMENTE MI SONO TROVATO UN PO’ DI TEMPO LIBERO PER
ANDARE IN ESPLORAZIONE. OVVIAMENTE SAREI ANCHE ANDATO ALLA RICERCADI VENTO ED ONDE E, TENENDO PRESENTE IL MIO OBIETTIVO, HO SUBITO
PUNTATO VERSO VANCOUVER ISLAND, PER POI ANDARE AD ESPLORARE GLIAMPI SPAZI DELLA BRITISH COLUMBIA.
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TESTO DI Kevin Pritchard | FOTO DI Brian Caserio, Johannes Neuman
Graham Ezzy a Cape Sebastiøn.
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CAPE SEBASTIØNIn men che non si dica abbiamo riunito una crew
di rider e ci siamo messi in viaggio verso nord. La
nostra prima tappa era Cape Sebastion e quando
siamo arrivati siamo rimasti a bocca aperta.
Insieme a me c’erano Graham Ezzy, Ruben, Russ, il
nostro fotografo Brian Caserio per le foto da terra
ed il nostro fotografo acquatico senza paura,
Johannes Neuman. Uscendo in un nuovo spot per
la prima volta, c’è sempre bisogno di ambientarsi
un minimo e di prenderci un po’ la mano. Quando
poi c’è anche Graham in acqua, il livello tende ad
alzarsi quasi immediatamente. È comunque
necessario capire alcuni dettagli, come per
esempio dove posizionarsi sul lineup, quanto stare
profondi, dove e come andare down the line, le
rocce, le correnti... e se sei da solo, il tutto può
essere un po’ spaventoso. Siamo comunque riusciti
a prenderci qualche bella onda. Non era né grosso
né cattivo, ma la temperatura era assolutamente
terrificante. Mi sono fatto frullare da un’onda e mi
è venuto il mal di testa, come quando bevi la
granita troppo velocemente, ed ho sentito un
brivido gelido corrermi lungo la schiena. Da quel
momento sono stato iper-motivato a chiudere ogni
manovra che provassi, perchè non volevo
assolutamente ricadere in acqua. Questo spot
comunque era davvero epico, con condizioni di
down the line wavesailing per fare entrate sul lip a
tutta velocità. Ero un po’ sottoinvelato con la mia
4.2, ma sono comunque riuscito a prendere
qualche onda interessante. Anche Ruben stava
spingendo alla grande, facendo delle entrate
davvero radicali, e mano a mano anche gli altri
sono entrati a dar spettacolo. Graham sicuramente
ha dato il meglio, chiudendo un enorme goyter
perfetto proprio sotto il mio naso. Volevo cercare
di replicare in qualche modo ma non avevo i mezzi
per farlo... potevo solo fare qualche aerial
tweakkato one hand e un paio di entrate
aggressive... Old School. Volevo passare al livello
successivo ma il sole stava per tramontare e il
vento stava calando, quindi sapevo di non avere
possibilità. Al calar del vento, il nostro amico Russ
ha preso la vela più grossa per saltare un po’ e
girare allegramente. Al tramonto tutti erano
stanchi e soddisfatti, giusto in tempo per
rimettersi in strada e ripartire verso nord.
MOUNTAIN CAMPINGQuella stessa notte siamo andati tra le montagne
per accamparci. Eravamo appena venuti via dalla
tappa AWT di Pistol River, ed eravamo riusciti a
prenderci una botte di birra che era avanzata.
Tutto sembrava andare per il verso giusto. Mentre
passavamo tra le montagne, la bellezza del
paesaggio era sconvolgente. Alberi enormi
facevano da guardiani alla nostra piazzola
d’accampamento, con sentieri e passaggi da
esplorare tutt’intorno. Abbiamo preparato la tenda,
cercando di accendere il fuoco in una foresta
pluviale... buona fortuna...! Il gruppo di windsurfisti
ha finalmente trovato un aspetto utile del kitesurf,
la pompa, grazie alla quale siamo riusciti ad
alimentare il fuoco per tutta la notte, tenendoci al
caldo fino a mattina. Man mano che la birra
scorreva, la serata è diventata sempre più
divertente e interessante. Abbiamo cominciato a
raccontarci storie nuove e vecchie, tra cui il mio
viaggio a Tahiti assieme a Jason Prior, salvato dai
cacciatori di perle dall’annegamento con onde di
un albero e mezzo. È stata una serata davvero
divertente. E diventava sempre più disfunzionale.
Kevin Pritchard prima di spingere al massimoha dovuto anche lui prendere le misure con il nuovo spot.
65
Un gruppo di liceali sono arrivati vicino alla nostra
piazzola ed immediatamente ci sono venute in
mente le tipiche scene da film horror in cui un
gruppo di rednecks faceva a pezzi gli ignari turisti.
Fortunatamente per noi, non erano altro che un
branco di ragazzini ubriachi in vacanza. In Canada,
infatti, l’età consentita per bere è di 18 anni, non di
21 come in America. Nessuno di loro aveva 18 anni,
ovviamente. Eravamo però a circa 30 km dal paese
più vicino, in una foresta, quindi era il posto
perfetto per iniziare a bere senza dar fastidio a
nessuno. Chissà poi cosa hanno pensato loro,
trovandosi davanti, nel mezzo del nulla, un
gruppetto di vecchietti con un barile di birra, che
ridevano mezzi ubriachi attorno ad un patetico
fuocherello. Abbiamo quindi deciso di farli unire al
nostro gruppo, offrendogli un po’ di birra, e loro,
miracolosamente, hanno tirato fuori un sacchetto
di carbonella! In men che non si dica il nostro
fuocherello si è trasformato in un vulcano, mentre
loro erano passati dal dare 5 dollari ad un
barbone per farsi comprare la birra a berne
quanta riuscissero a sopportarne. Un ottimo
scambio! Una volta rintanato nella mia tenda, in
lontananza, ho sentito qualche risata soffocata dal
vomito, ma alla fine è stata una serata davvero
divertente!
66
VANCOUVER ISLANDNon sapevo di preciso quanto fosse grande il
Canada, figuriamoci poi Vancouver Island. È da un
bel po’ ormai che vivo a Maui, e quando penso a
un’isola, penso che in 3-4 ore di macchina si possa
girare da un estremo all’altro. È un’isola, quanto
grande potrà mai essere? Bhè, da nord a sud... 15
ore di macchina! Così non ci siamo, dovevo trovare
un’altra soluzione. Tra macchina e traghetto
eravamo già in viaggio da 15 ore, e l’idea di
passarne altre 15 alla guida mi faceva venire la
nausea. Nel frattempo parte della ciurma s’è
distaccata, Graham, Ruben e Russ infatti hanno poi
deciso di tornare verso casa.
Io e Neuman n siamo quindi rimasti da soli,
continuando verso l’ignoto. Mentre stavo andando
online per fare un po’ di ricerca sulla zona e
trovare una destinazione più accessibile, ecco che
nella mia posta arriva una mail sconosciuta. “Hey,
mi chiamo Tom ed ho sentito che siete in zona di
Vancouver Island. Ho un aereo Mooney 252 Turbo e
mi piacerebbe portarvi un po’ in giro per l’isola per
farvi vedere gli spot migliori e vedervi all’opera dal
vivo!”. Ho passato il portatile a Neuman e in men
che non si dica gli si è stampata in faccia la mia
stessa espressione... OHHH YEAHH!!! Tofino era la
destinazione perfetta per il nostro viaggio. Quando
siamo arrivati da Tom ci ha subito detto che ci
sarebbero volute 8 ore di macchina, ma che lui ci
avrebbe portato in 45 minuti. Abbiamo quindi
caricato tutto il materiale a bordo e in un attimo
eravamo già in aria. Tom ci ha fatto fare il giro
turistico, facendoci ammirare la foresta pluviale,
sorvolando bellissime colline, e andando verso uno
spot perfetto per i principianti, chiamato Nitnat
Lake, per poi passare tra le isolette del Pacific Rim,
passando poi per lo stretto Juan de Fuca fino ad
arrivare a Tofino. Quando penso a Tofino, penso
all’estremità settentrionale della West Coast. Alberi,
natura e paesaggi incontaminati. Mi ricordava un
po’ una versione fredda e più moderna di Baja.
Tutto è grosso e crudo, una costa bellissima e
incontaminata con qualche casetta e paesino ogni
tanto. Siamo perfino andati a cercare gli orsi nella
foresta ma fortunatamente non ne abbiamo visto
neanche uno. Abbiamo fatto una piccola session di
surf da onda e ci siamo guardati un po’ in giro alla
ricerca del vento, per poi decidere di ritornare a
casa a bordo del nostro passaggio di lusso.
Abbiamo poi visto che c’era vento vicino a Jordan
River. Unico piccolo problema, non c’era modo di
far atterrare l’aereo. Ci saremmo dovuti ritornare
l’indomani in macchina. Oh no, si ritorna alla realtà.
Anzi, non mancava neanche tanto in quanto
Canada road trip.
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eravamo già sopra a Victoria, la città principale di
Vancouver Island. L’abbiamo sorvolata proprio
mentre il sole stava tramontando e abbiamo fatto
un po’ di scatti interessanti prima di atterrare in
città. È stata un’esperienza semplicemente
eccezionale. Tom, inoltre, si è divertito un sacco a
farci da guida e non riesco a descrivere quanto ci
abbia fatto piacere. Davvero una bellissima
esperienza.
JORDAN RIVERIl giorno successivo siamo finalmente riusciti a fare
un po’ di windsurf nei pressi di Jordan River, che è
lo spot di wavesailing più vicino a Victoria, a circa 2
ore di macchina. Tom, ancora una volta, ha deciso
di farci da guida e si è messo in strada con noi,
facendoci vedere la zona. Siamo arrivati sullo spot e
c’era vento fotonico, peccato però che fosse piatto
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come un biliardo! Tom, fortunatamente per lui,
aveva il suo materiale da slalom ed è entrato in
acqua a divertirsi mentre noi siamo rimasti in
spiaggia. È stato strano e bello fare il fotografo
anziché il soggetto per una volta! A fine session
abbiamo poi aperto un paio di birre locali e,
sebbene alla fine non fossimo usciti, eravamo
comunque tutti contenti.
Siamo poi restati in zona ancora un paio di giorni,
per poi tornare in terra natia, negli Stati Uniti
d’America. Ci aspettava una guidata di 21 ore per
tornare a casa, a Jackson Hole, Wyoming e quindi
non abbiamo perso tempo. Il viaggio in Canada è
stato spettacolare. Paesaggi bellissimi, da film, con
gente davvero di cuore. Grazie per aver reso
quest’esperienza così unica!
Mr. Pritchard vola sulle onde di Cape Sebastiøn.
Il forte local di Hookipa, Graham Ezzy,conclude la giornata in bellezza.
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Windsurfari
L'IDEA PRINCIPALE ALLA BASE DELLA PRESENTAZIONE DI QUESTA SERIE È DI FARE VEDERE ALLACOMUNITÀ WINDSURFISTICA E AL MONDO IN GENERALE QUANTO SIA EFFETTIVAMENTE SPETTACOLARE LACOSTA BRITANNICA. LA RICERCA SI È ANCHE EVOLUTA IN UNA SORTA DI CACCIA ALLE TEMPESTE, CON ISOLITI CONTRATTEMPI E PROBLEMI DI VIAGGIO CHE RENDONO OGNI SESSION ANCORA PIÙ MEMORABILE,SIA IN SPOT GIÀ RINOMATI O SU PICCHI ASSOLUTAMENTE VERGINI. IL NOSTRO VIAGGIO CI HA PORTATI ASPINGERCI A NORD FINO A THURSO IN SCOZIA, PUNTANDO POI VERSO NORDOVEST, PER POI ANDARE INGALLES, IN CORNOVAGLIA E PERFINO SU ALCUNE SPIAGGE SCONOSCIUTE DELLA PICCOLA ISOLA DI WIGHT,A POCO MENO DI 10 MINUTI DA CASA MIA. TRA I NOSTRI COMPAGNI DI VIAGGIO, SEMPRE PRONTI ADINSEGUIRE VENTO ED ONDE, NON POTEVA MANCARE L'INSTANCABILE TIMO MULLEN, ALLA COSTANTERICERCA DI ONDE SEMPRE PIÙ GROSSE PER AVERE LA MASSIMA RICOMPENSA, RISCHIANDO PERÒ TUTTOQUALORA QUALCOSA VADA STORTO. LOGICAMENTE, DOPO ANNI D'ESPLORAZIONE, È INEVITABILE CHE SIRIPERCORRANO DEI SENTIERI GIÀ BATTUTI, MA ANCHE UNA PICCOLA DEVIAZIONE ALL'ULTIMO SECONDOPUÒ DAR VITA A SORPRESE NOTEVOLI. DURANTE QUEL PERIODO ERO VERAMENTE INDECISO SE ANDARESU IN GALLES PER FARE UN PO' DI FOTO ALLA GARA WAVE DI BWA OPPURE ANDARE VERSO WESTCOUNTRY CON ALCUNI MIEI AMICI. IL MIO PROBLEMA CON L'ANDARE IN GALLES È CHE POI SAREI DOVUTOVOLARE DIRETTO IN COREA PER LA TAPPA DI PWA SLALOM, MENTRE PROPRIO IL GIORNO PRIMA DELLAMIA PARTENZA PREVEDEVANO UN'ENORME PERTURBAZIONE PIÙ A SUD... QUINDI, SEBBENE SIA STATAUNA DECISIONE SOFFERTA, NON POTEVO NON ANDARE TRA LE COLLINE VERDI DELLA CORNOVAGLIA!
Ad essere sincero le previsioni non sembravano
neanche poi così eccezionali, ma il vento sembrava
abbastanza forte, con onda media e sole a picco,
quindi avevo in mente di fare una specie di report
di una session estiva... non avevo grandi aspettative,
ma sapevo già che tutti insieme non ci saremmo
annoiati un secondo. La nostra crew era composta,
oltre che da me, da Timo e Paul Hunt nel primo van,
seguiti da Jamie Hancock e Jack Hunt che ci
stavano dietro a circa un’ora di strada... un branco
di pazzi scatenati tutti insieme per fare gli stupidi e
qualche surfata fuori dal comune... non si potrebbe
chiedere di meglio! A destinazione, la nostra guida
Blacky ci stava aspettando da Tombstone
Surfboards, pronto a fare un briefing all’intera
truppa. La prima tappa in Cornovaglia, ovviamente,
era al negozio di Blacky per controllare ancora una
volta le previsioni, e guardare anche un po’ dei
nuovi shape dei suoi range di tavole, chiamate
appunto Blackboards. Sembrava che lo swell
sarebbe aumentato in serata, quindi non c’era
motivo di arrivare in spiaggia di fretta, ma quando
Timo ha in mente di andare a surfare, è
praticamente impossibile imporgli di aspettare.
Non riesce a non entrare in acqua. Come tutti
sapranno, Blacky e il resto della comunità surfistica
locale erano a conoscenza di svariati spot, molti dei
quali sconosciuti e che sono rimasti tali, non
dicendoci dove trovare i picchi più belli sui reef più
nascosti, per non dover avere il problema di fare
entrare in acqua 5 rider più fotografi. Gli spot di
qualità comunque erano tantissimi, quindi abbiamo
fatto finta di niente. Abbiamo dunque puntato su
Gwithians come prima tappa, sebbene avessimo già
sentito qualche voce di corridoio secondo cui Steve
Thorpe e i fratelli King stavano già puntando in su
verso Perenporth, che dovrebbe lavorare meglio col
vento da sud.
Abbiamo lasciato indietro Blacky a risolvere un po’
di sue faccende al negozio, per poi mandare un
sms a Jack e Jamie per aggiornarli sui piani della
giornata. Tutto stava andando come previsto.
Appena siamo arrivati a Gwithians, sicuramente si
può dire che non eravamo gli unici nel parcheggio...
sembrava che ogni rider della costa meridionale si
fosse dato appuntamento qui per intercettare le
onde previste. L’ambitissima prima fila era già
completamente piena di van parcheggiati
vicinissimi e c’erano già dei windsurfisti e dei kiter
sul picco. Il vento da terra spazzolava perfettamente
le onde, lasciandole come velluto, anche se,
guardando più da vicino, arrivavano a malapena al
mezzo metro d’altezza. Io ho visto Timo uscire in
qualsiasi condizioni immaginabile di vento, ma
queste onde erano a malapena tali, e non
spingevano minimamente. A questo punto la
71
TESTO E FOTO DI John Carter
Timo Mullen al top!
Ian Black ripping it up.
Timo e Hunty.
72
domanda sorge spontanea... adesso che
facciamo?!? Sicuramente lo swell sarebbe
aumentato man mano che si risaliva la costa verso
Perenporth, oppure avremmo potuto puntare verso
ovest andando a guardare le spiagge nella zona di
Lands End. La decisione poi è stata presa in
maniera completamente arbitraria, sperando che
la fortuna ci seguisse nel nostro viaggio verso
ovest. È stata una scelta puramente casuale, in
quanto nessuno di noi aveva la minima idea di dove
andare di preciso. Dopo aver guidato per circa 40
minuti, ci siamo fermati alla spiaggia di Sennen,
guardando gli sciami di surfisti che si alternavano
sul lineup cristallino, surfandosi barre azzurre
incredibilmente perfette. Era passato un bel po’ di
tempo dall’ultima volta che ero venuto in zona, ma
mi sembrava di ricordare ancora il parcheggio di
questa spiaggia da quando ero bambino, quando
venivo a fare le vacanze in Cornovaglia con la mia
famiglia. Mio nonno stava pensando, ancora anni fa,
di comprare l’Hotel a cui appartiene il parcheggio,
venendo via da Tottenham, ma ha poi optato per
trasferirsi sull’Isola di Wight. Se solo avesse
comprato quell’albergo... la nostra famiglia ora
sarebbe piena di soldi, in quanto sia il parcheggio
che l’albergo avrebbero garantito l’intero
monopolio della zona. Avrei potuto trovarmi seduto
in quel gabbiotto all’ingresso del parcheggio
chiedendo 5 euro a macchina e leccandomi le dita
ogni sera d’estate. Invece eccomi qua bloccato
assieme Motley Crew all’ennesima ricerca di vento
e onde, un’altra forma dell’Oro della Cornovaglia.
Per quanto riguarda le condizioni, il vento
sembrava veramente rafficatissimo e leggero,
molto meno forte che a Gwithian, il che era un
peccato perchè le onde erano perfettamente
cristalline e se fossimo riusciti ad entrare in acqua
da qualche parte in zona, sicuramente avremmo
fatto delle foto da urlo! C’era veramente il
potenziale per una session memorabile. A questo
punto abbiamo deciso di mettere alla prova la
conoscenza della zona del nostro local guru Blacky,
sebbene sapevamo tutti che magari eravamo
troppo vicini ad uno degli spot che solo lui e pochi
altri conoscono e che sarebbe stato capace di farci
andare nella direzione opposta per non correre
rischi e rovinare il suo paradiso personale. Dopo
qualche minuto d’esitazione dall’altra parte della
Paul Hunt punta la bolla.
73
cornetta, Blacky ci ha fatto tornare indietro di
qualche km verso Gwenther, imponendoci di
aspettarlo in cima alla collina.
Dopo aver girovagato a vuoto per un bel po’ a causa
delle indicazioni approssimative di Blacky, siamo
finalmente riusciti ad arrivare al punto di incontro,
con una vista dall’alto sull’Atlantico infuriato che si
schiantava sulla scogliera proprio sotto di noi.
Ricordando la mitica Gwynevere della leggenda di
Re Artù, questa spiaggia è circondata da un alone
mistico e elegante. Per quanto riguarda le
condizioni, è probabilmente la spiaggia più esposta
alle mareggiate di tutta l’Inghilterra, assorbendo la
furia di tutte le mareggiate da nord ad ovest fino a
sud! Le onde a Gwenver erano almeno il doppio
della dimensione di Sennen, con un’acqua di colore
azzurro caraibico che veniva spianata
perfettamente dal vento sideoff. A me sembrava di
essere finito ad Esperance in Australia o in qualche
remoto angolo di Barbados o Tobago… Per quanto
riguarda la nostra serie, “Coast”, abbiamo
praticamente già sbancato tutto al primo capitolo.
Avevamo già passato abbastanza tempo in
macchina ed era ora di entrare un po’ in acqua a
divertirsi! L’unico piccolo problema è che ora ci
aspettavano almeno 15 minuti di camminata su un
sentiero lungo con le pareti scoscese della
scogliera per arrivare finalmente alla spiaggia
bianco perla. Blacky, ovviamente, è abituato, e
quindi ha subito impacchettato tutta la sua roba in
maniera ordinata e se l’è messa in spalla come se
niente fosse, già in muta, diretto verso la spiaggia.
Abbiamo poi mandato un sms a Jamie e Jack
dicendo loro di muoversi a venire quaggiù, mentre
noi saremmo già scesi assieme a Blacky, portando
il materiale come ha fatto lui, per arrivare alla base
della scarpata il più velocemente possibile.
Arrivato in fondo alla strada ero sudato fradicio e
stavo ansimando, cercando di non pensare a
quanto sarebbe stata faticosa la strada in salita, al
ritorno, dopo essersi sfiancati in acqua... Una volta
in spiaggia, Blacky, Timo e Hunty stavano già
cominciando ad armare sulla sabbia bianchissima,
non c’era una nuvola in cielo e l’acqua era di un
turchese quasi finto. Puoi cercare e girare quanto
vuoi in tutte le spiagge inglesi ma trovare uno spot
da windsurf come questo sarebbe praticamente
impossibile, senza poi contare il fattore fortuna.
L’unica domanda era se fosse windsurfabile!
Non ci è voluto molto prima che la risposta
diventasse evidente. Timo è uscito immediatamente
tra le onde cristalline e potenti, virando e
prendendo la prima onda senza perdere un
secondo. È partito a tutta velocità e ha surfato la
prima onda del giorno. Proprio mentre stava
buttando giù la vela per fare il bottom turn proprio
davanti alle rocce di Brisons, ho cominciato a fare i
miei primi scatti della session e da subito è
apparso chiaro che avessimo tra le mani un vero e
proprio pezzo d’oro della Cornovaglia. La marea poi
è aumentata e lo swell è cresciuto sempre più,
diventando ancora più potente e ripido, creando
sezioni cave e tubanti. Sembrava quasi stesse
diventando troppo grosso e c’era la paura che il
fondo sabbioso non tenesse più e tutta la baia
facesse un solo enorme closeout. Per adesso, le
onde di quasi 4 metri continuano a srotolarsi
perfettamente, potenti e veloci, con tubi turchesi
che rendono l’atmosfera assolutamente magica e
surreale. Io sicuramente non mi lamentavo e anche
tutti gli altri rider mi sembravano dello stesso
parere. Dopo circa mezz’ora di follia e numerose
onde, ho finalmente intravisto Jamie e Jack che a
momenti cadevano giù dal burrone per la fretta,
quasi lanciando il materiale sulla spiaggia. In
questo momento, entrambi i banchi di sabbia a
nord e a sud della baia stavano lavorando da
paura, facendo srotolare onde turchesi, offrendo
un’infinità di sezioni perfette per gli aerial. Mi sono
dovuto dare un paio di pizzicotti per rendermi
effettivamente conto di esser sveglio e soprattutto
di essere ancora in Inghilterra. La situazione e il
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paesaggio sembravano semplicemente così
surreali. Dopo circa 10 minuti, con tutto il materiale
finalmente pronto, ho visto Jack correre
freneticamente su per la stradina, facendosi 1
miglio in salita mentre Jamie stava entrando beato
in acqua per prendere la prima onda della sua
session. Dopo ho saputo che Jack aveva
dimenticato il suo trapezio per l’agitazione... già è
una rottura quando bisogna solo tornare al
parcheggio, figuriamoci quando ti devi quasi fare
due km in salita, con condizioni perfette e le sicure
prese in giro che lo aspettavano a fine session. Una
camminata del genere è davvero una punizione
notevole, e purtroppo non passa neanche
inosservata! Con il resto della crew che flirtava con
le onde perfette proprio sotto alla scogliera, a
Jamie Hancock è venuta la brillante idea di andare
a controllare l’infame sinistra proprio davanti alle
rocce di Sennen, direttamente sotto alla scogliera.
Dopo una mezz’ora di surfate in solitudine, anche
Timo, Blacky, Hunty e Jack hanno deciso di risalire
ed ecco che improvvisamente l’intera truppa stava
disintegrando le onde del point. Sfortunatamente
per me, per poter fare delle foto decenti, avrei
dovuto farmi una bella camminata di oltre 1km. La
marea però era così alta che non c’era più spiaggia
rimasta e quindi sono dovuto passare sulle rocce.
Dopo circa 40 minuti sono finalmente riuscito ad
appostarmi solo per vedere i ragazzi che hanno
preso le ultime onde per poi tornare sottovento! Mi
sono rimesso stizzito tutto il mio materiale
fotografico di 15-20 kg sulla schiena e, dopo essere
ritornato al punto di partenza, ho visto gli altri che
avevano già smontato tutto e stavano per tornare
verso il parcheggio. Essendo abbastanza stufo di
camminare avanti e indietro, ho cercato di trovare
un percorso alternativo, cercando di trovare una
scorciatoia verso il parcheggio. Questo mio piano,
ovviamente, è fallito miseramente e mi sono
ritrovato al parcheggio con le ginocchia che
tremavano per lo sforzo, dopo aver girovagato a
vuoto per oltre 45 minuti!
Durante la session, le onde sono aumentate da un
metro e mezzo ad oltre un albero, che sembrava
fosse il limite oltre il quale lo spot avrebbe fatto
closeout, specialmente con quella marea. Blacky
sembrava aver fiutato che per quell’ora anche
Gwithians avrebbe potuto iniziare a funzionare, e
che magari avremmo potuto raddoppiare,
rendendo la giornata ancora più eccezionale...
“Ragazzi portate le vostre chiappe quaggiù perchè è
spettacolare!”. Eccoci ancora una volta ripartire a
tutta birra, volando lungo le strette corsie dei
tornanti della penisola di Lands End, con l’ansia di
arrivare il prima possibile per riuscire a surfare
ancora qualche bella onda, mettendo la ciliegina
sulla torta a quella giornata epica. E sì, una volta a
Gwithians, le condizioni erano pulite e perfette, la
gente se n’era andata, stufa di aspettare, e i ragazzi
sono riusciti a surfarsi ancora un po’ di onde
perfette, quasi completamente soli, mentre il sole
s’inabissava nell’Atlantico. Ora ci voleva proprio una
bella birra ghiacciata per chiudere la giornata in
bellezza e celebrare questa occasione sfruttata così
bene... Ahhh...la birra è ancora più buona quando ti
senti di essertela guadagnata!
TIMO MULLENLa baia di Sennen Cove è un posto piuttosto
speciale per me! 33 anni fa io e mio fratello Finn
abbiamo preso le primissime onde della nostra vita
in vacanza con i nostri genitori qui in Cornovaglia.
Quelle prime surfate a Sennen hanno ridisegnato
completamente la mia vita, portandomi poi ad
inseguire vento e onde in giro per tutto il globo. Ho
Jack Hunt.
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vissuto e lavorato in Cornovaglia, e ci sono andato
così tante volte per surfarci da avere perso il conto,
ma Sennen mi aveva sempre eluso. Fino ad ora!
Qui a Sennen si è sempre respirata un po’ di storia
windsurfistica, quando verso la fine degli anni ‘80
Nils Larsen mi raccontava delle sue session epiche
in quello spot, avvertendomi però delle correnti
fortissime e rocce ovunque. Ancora oggi la crew del
posto composta da Blacky, Fawcett e Dawkins
continuano a spingere i limiti sempre di più,
avventurandosi sui reef sconosciuti della zona che,
non sapendo di essere in Cornovaglia, potrebbero
tranquillamente passare per l’Australia Occidentale.
Questo viaggio a Sennen non era partito come una
caccia all’onda grossa, ma come un disperato
tentativo di entrare in acqua con almeno 1metro
d’onda! Abbiamo iniziato controllando tutti gli spot
abituali, per essere sicuri, Gwithian era minuscolo
e pieno di gente (forse perchè continuano ad uscire
articoli sullo spot!), e allora, senza nulla da
perdere, abbiamo deciso di fare un tentativo
puntando a Sennen Cove. Appena siamo arrivati
siamo rimasti a bocca aperta! Barre cristalline di 2-
3 metri si srotolavano sul point... non abbiamo mai
mangiato un pranzo McDonald’s così velocemente!
Sembrava di essersi teletrasportati a Esperance in
Australia occidentale, e c’erano perfino le scalinate
per arrivare in spiaggia, bianca come gesso, con le
montagne ridossate. Mancava solo un van in
lontananza con le birre in fresco e di vedere
McKercher che si sparava un aerial sorvolando una
sezione tubante! Io, Hunty e Blacky siamo entrati in
acqua per primi e ci siamo immediatamente resi
conto che questa session sarebbe stata veramente
speciale, in quanto le onde erano perfette in ogni
dettaglio, non solo in dimensione e forma, ma
perfino in colore! L’onda qui è completamente
diversa da Gwithians, in quanto avanza in acqua
profonda e poi passa sui banchi di sabbia in men
che non si dica, rompendo con ferocia. Il timing qui
è davvero critico. Se prendi la sezione giusta al
momento giusto vieni proiettato in aria facendo i
migliori aerial della tua vita, ma se sbagli anche
solo minimamente probabilmente finisci col venir
spiaccicato sul fondo sabbioso con albero e vela
disintegrati, come è capitato a Jack dopo qualche
minuto in acqua. Sia vento che onde sono poi
aumentati mentre seguivamo Jamie più su verso
Sennen, e i primi set della tempesta cominciavano
ad entrare e superavano tranquillamente l’albero.
L’onda qui è davvero veloce e aggressiva, quindi per
sfruttarla al meglio bisogna andare in down the
line a testa bassa ed entrare senza esitazione. Tutti
abbiamo avuto dei momenti speciali e dei momenti
di terrore, ma Blacky era davvero lanciatissimo e si
vedeva che le sue nuove vele andavano benissimo,
splendendo in questa luce perfetta mentre carvava
e volava sopra alle sezioni critiche. Finalmente ha
del materiale che viene bene anche in foto, perchè
l’azione era davvero notevole! Anch’io ho fatto una
surfata per me eccezionale in cui ho fatto 3 aerial
su 3 diverse sezioni e tutte e tre sono state le più
grosse che abbia mai fatto. Lo spot ci ha veramente
regalato una session da urlo! Sfortunatamente le
condizioni epiche sono velocemente sfumate al
cambio della marea, che salendo ha finito per
allagare i perfetti banchi di sabbia, non facendo più
rompere le onde fino al giorno successivo. Eravamo
tutti piuttosto esausti, tra JC che sembrava avesse
camminato per tutti il Capo di Cornovaglia, Hunty
che aveva surfato più onde che in tutto il resto
dell’anno, Jack che si era arrampicato su e giù
dalla scarpata per 4 volte, Jamie che aveva preso le
sue onde più grosse (rispetto alla sua altezza!), e
Blacky che era esausto e come sempre si era
Timo down the line.
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dimenticato di mettersi la crema solare e
sembrava un’aragosta rosso acceso servita in uno
dei ristoranti locali! Ne è valsa assolutamente la
pena comunque. Le foto sono venute benissimo e
perfino JC pensava di aver fatto un buon lavoro, che
per un perfezionista come lui significa scatti
eccezionali. Mentre stavamo tornando verso il mio
van, avevo già ricevuto un messaggio da Blacky che
mi diceva che era già a Gwithian e che stava
entrando da paura.. .altro che RedBull, la voglia che
ha lui è davvero inimmaginabile e dopo aver
ricevuto quel messaggio l’intera crew si è
completamente rivitalizzata e siamo ripartiti
lanciatissimi per la nostra seconda session!
BLACKYLa cosa spaventosa è che praticamente questa
giornata è stata la mia unica vacanza dell’estate!
Essendo così preso dagli affari col negozio, sono
sempre stato troppo impegnato per pensare anche
solo di uscire. Tutto sommato, comunque, l’estate è
andata bene considerando di aver surfato con onde
sui 3-4 metri perfette e cristalline con altri 3-4 miei
amici sul picco, tutti lanciatissimi, e tutti che si
spingevano a vicenda. Peccato solo che sia stata
l’unica session! Quando Gwithian è piccolo, può
valere la pena di guidare 45 minuti verso sud per
arrivarci, però sicuramente non ci sarà vento.
Potrebbe essere il giorno più ventoso in assoluto
ma appena si alza un po’ d’onda, per qualche
strana ragione, il vento taglia completamente. Per
questa stessa ragione, infatti, questo è lo spot
preferito di tutti i surfisti della zona, che essendo
nati e cresciuti surfando queste onde non sono
troppo accoglienti quando vedono delle vele
svolazzargli intorno. La cosa piuttosto bizzarra è
stata che quel giorno non c’era nessun surfista da
onda sul picco. Nessuno! Sembravano condizioni
finte da quanto fossero perfette e l’unico in
spiaggia era JC. Ad averne di giornate così... senza
JC ovviamente! Per citare una perla di Neils Larsen,
però, “la tua manovra del giorno è ancora più bella
quando l’ha vista qualcuno!”, ed è proprio per
questo che amiamo il nostro fotografo JC!
Se Tombstone Surfboards, appena fuori Hayle, ci
può confermare che Blacky si sia dato da fare in
negozio quanto in quella session a Sennon, allora
possiamo dire che sia il nuovo impiegato del mese
per la Blackboards surfboards...
JAMIE HANCOCKAdoro la Cornovaglia. Quando stavamo puntando
verso ovest da Portsmouth mi sentivo tranquillo,
poiché sapevo che ci sarebbe stato uno spot tra i
tanti che desse il meglio e ci permettesse di
divertirci. Quando però sei lì, ti senti sempre un po’
irrequieto, in quanto hai sempre il dubbio che
magari a due km di distanza le condizioni siano
epiche, bastava andare a guardare per trovarle!
PAUL HUNTQuando siamo arrivati a Gwithians sono rimasto di
stucco… Dove cavolo era finito lo swell che avevano
previsto? Fortunatamente era girato verso Sennon,
e quando siamo arrivati e ho visto quelle perfette
barre cristalline mi sono venute le palpitazioni. È
stata una session eccezionale e sicuramente ci
torneremo al più presto!
JACK HUNT Questo spot dà filo da torcere a qualsiasi altra
location al mondo in quanto a bellezza naturale. Era
roba davvero grossa e riuscire ad uscire in quelle
condizioni, senza che facesse closeout è stata
un’occasione più unica che rara. Quando lo swell
poi è arrivato a piena forza, abbiamo tutti deciso
che la situazione stava diventando un po’ troppo
seria. Sapevamo che lo swell era diretto ad ovest e
sapevamo che noi saremmo stati i primi a ricevere
la tempesta a pieno regime. Abbiamo quindi poi
puntato su Gwithians giusto in tempo per vedere
tutti i van di rider frustrati che se ne stavano
andando a casa, perdendosi uno degli swell
dell’anno per una manciata di minuti!
Timo Mullen in aerial sul lip di Cornish.
Faq Sommario
DI Sirio PassioniAnche voi avete pensato di poter diventare istruttori di windsurf? Per primacosa dovete seguire il corso VDWS e poi seguire le importanti indicazioni delnostro collaboratore per rendere la figura dell’istruttore seria e professionalee sempre con un occhio di riguardo alla sicurezza.
DIDATTICA PAG. 80
DI Federico La Croce
Questo mese si aggiudica il migliore wipe out Federico La Croce con un
radicale aerial one hand con sorpresa!
CRASH OF THE MONTH PAG. 82
DI Massimo Mannucci
Un purista del wave riding ci dà qualche prezioso consiglio su come
alzare montagne di spray durante i nostri top turn, la manovra principe
della surfata.
WAVE PAG. 84
DI Mattia Pedrani
Questa volta nessun altro potrà dire che la manovra l’aveva già fatta prima…
ideata, eseguita e fotografata dal nostro eccezionale teacher freestyle con
anche i complimenti del Campione del Mondo 2011 Steven Van Broeckhoven!
FREESTYLE PAG. 86
DI Gigi Madeddu
Siete pronti per l’arrivo dell’inverno? Gigi ci dà qualche suggerimento per
affrontare al meglio le fredde uscite che ci attenderanno.
DIDATTICA PAG. 88
78
Distributore Italiano: Pandora srl - [email protected]
Faq Didattica
80
Mi presento, mi chiamo Sirio Passioni, windsurfista, istruttore windsurf VDWS, sono circa dieci anni che insegno windsurf in diversi posti con diverse
condizioni, confrontandomi con i migliori istruttori e cercando di prendere il meglio di ognuno di loro per creare un metodo e un’esperienza
didattica che possa portare i miei allievi ad apprendere nel minor tempo possibile, con il minor sforzo e il massimo rendimento ma soprattutto con
la massima sicurezza. Unendo a questo lo studio del corpo umano a livello motorio e della psiche sotto stress, ne risulta la formula perfetta per una
lezione professionale e sicura in tutti i sensi. Il mio obiettivo non è di creare o formare un istruttore tramite una rubrica ma di far capire quanto il
vero istruttore sia una figura professionale da ricercare. Ho visto troppe volte persone allontanarsi dal nostro magnifico sport a causa di “traumi”
ricevuti le prime lezioni da “pseudo-istruttori” che le hanno traumatizzate. Invito quindi tutti a cercare sempre e comunque solo figure professionali.
Ricordo per chi fosse interessato che la VDWS organizza corsi per istruttori tutti gli anni con due appuntamenti annuali, tutte le informazioni le
trovate su www.vdwsitalia.it oppure www.vdws.de.
CAPITOLO 1 - L’INSEGNAMENTO: LE REGOLE FONDAMENTALI DI UN
ISTRUTTORE: “INSEGNARE NON SIGNIFICA FAR VEDERE COME ESEGUIRE UN
MOVIMENTO MA PORTARE L’ALLIEVO AL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTO”. Sirio Passioni
SICUREZZA: Bisogna essere sempre in grado di prevenire situazioni
pericolose come il cambiamento del vento e pensare a ciò che potrebbe
accadere prima che accada. È fondamentale, oltre che professionale, essere
coperti da un’assicurazione che tenga conto di tutte le eventualità che possano
accadere in acqua e fuori, negli anni la VDWS ha trovato un ottimo partner con
la Sudwest ring assicurazioni. Fare indossare sempre il giubbetto di salvataggio
e informarsi se la persona che portiamo in acqua ha qualche problema fisico o
psicofisico. È un dovere dell’ istruttore decretare se il meteo compromette o
meno la sicurezza della lezione.
RISPETTO E PAZIENZA: È importante porsi con gli allievi sempre in
maniera rispettosa, evitando arrabbiature dovute a mancanza di voglia o
antipatie personali.
UMILTÀ: Mai pensare di essere i migliori, il miglior istruttore è colui che
impara continuamente da tutto e tutti.
RESPONSABILITÀ: Ogni decisione va pensata e valutata precedentemente
in modo da condurre una lezione professionale sicura e di qualità. L’istruttore è
l’unico vero responsabile dell’andamento della lezione.
Mai dare l’idea che non sappiamo cosa fare, l’istruttore è come il capitano di
una nave, è colui che prende le decisioni per il bene di tutti e le sue scelte sono
e rimangono insindacabili, ciò non vuole dire però che tali scelte non debbano
essere ampliamente spiegate agli allievi.
PROFESSIONALITÀ: La figura dell’istruttore per essere tale deve essere
accompagnata da una licenza riconosciuta e possibilmente internazionale come
per esempio quella della VDWS che conta più di 580 scuole affiliate in tutto il
mondo e forma istruttori ogni anno aggiornandosi sempre con umiltà e voglia di
trovare un metodo perfetto e professionale (www.vdwsitalia.it). La
professionalità di un istruttore si vede in acqua ma anche fuori dal suo ambito
di spiaggia e richiede sempre un comportamento consono alla figura che copre.
LA SCELTA DEI MATERIALI: Il mondo del windsurf si è molto evoluto
negli ultimi anni sia a livello di materiali che di metodi di insegnamento. Ora è
possibile insegnare a bambini da 4 anni in su e riuscire a portare i bimbi più
bravi a planare già all’età di 7-8 anni circa.
La scelta del materiale varia a seconda di 5 fattori dell’allievo e del meteo:
• livello allievo
• peso o massa corporea allievo
• intensità del vento
• lo stato del mare
• ciò che si intende fare nella lezione
Una vela con materiale leggero facilita moltissimo l’apprendimento, e allo
stesso tempo una tavola voluminosa con un volume residuo:
Vm = volume tavola - peso della persona > = 100 litri
Risulta perfetta per una prima lezione o in ogni caso per il corso base. Se poi si
va a scegliere una tavola con colorazioni a “zone di interesse” il nostro lavoro
sarà facilitato.
METODO DI INSEGNAMENTO AZIONE-FUNZIONE:
Con questo metodo si intende ridurre al minimo le informazioni date all’allievo
con lo scopo di avere il massimo rendimento. Ogni azione spiegata deve avere
una funzione reale che porta al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, dalla
partenza normale o anche solo dal raccogliere la vela.
Esempio: AZIONE: salire sulla
tavola sempre al centro a cavallo
del piede dell’albero.
FUNZIONE: salendo al centro
abbiamo il massimo
dell’equilibrio.
UTILIZZO DEL
LINGUAGGIO: È importante
rendersi sempre conto di chi
abbiamo davanti; con un bambino
il linguaggio deve essere
semplicissimo mentre con una
persona che ha già esperienze La consegna del slvagente.
TESTO E FOTO DI Sirio Passioni
È un ragazzo che sta dedicando la sua vita al windsurf e al surf, bravo freestyler e ottimo waver.
Ha scelto di vivere nel nord della Sardegna e dopo diversi anni di esperienza nella scuola di Porto
Pollo, tre anni fa ha aperto una scuola di windsurf a Palau unendo passione e lavoro. È un
istruttore VDWS e formatore di istruttori e quindi attivamente coinvolto nella promozione del
nostro sport cercando di migliorare la metodolgia e i materiali per l'insegnamento dando
sempre più forza alla figura professionale dell' istruttore.
I suoi sponsor sono: VDWS, www.saltywind.com, Vibram five fingers, RRD.
SIRIO PASSIONI
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veliche può essere anche più approfondito e tecnico. Quando si corregge un
errore o una carenza è meglio fare i complimenti prima e poi parlare di ciò che
non andava bene, questo darà più sicurezza all’allievo. Esempio: “Grande,
ottimo, tutto abbastanza bene, ma se metti la mano più larga vedrai che… ecc.”
APPRENDIMENTO DELL’ALLIEVO: quando si insegna, l’allievo apprende:
• 15% ascoltando (auditivo)
• 25% guardando (visivo)
• 60% provando
Tutto ciò fa capire che quelle “ore” di teoria che vedo spesso a terra alla prima
lezione sono inutili, l’allievo necessita delle informazioni chiave, e poi di provare
passo dopo passo. La teoria sarà sempre relativa al tempo che abbiamo per la
lezione, ma ricordiamoci che ha veramente poco effetto sulla pratica iniziale.
APPRENDIMENTO “A GRADINI”:
Di seguito riporterò la sequenza di insegnamento del windsurf:
• nomenclatura del materiale e riconoscere da dove arriva il vento
• trasporto della vela e della tavola rispetto al vento
• montaggio della tavola nella vela e regolazioni
• sicurezza in acqua
• virata elementare o giro 180 gradi di tavola
• partenza
• teoria dei venti e concetto di sopravento e sottovento
• orzare e poggiare e uso delle gambe
• teoria ed esecuzione della bolina
• virata veloce e strambata con vento medio leggero
• uso del trapezio con vento leggero e regolazioni
• utilizzo delle gambe
• uso del trapezio con vento più forte
• partenza dalla spiaggia
• uso di tavola senza deriva e con trapezio, uso delle gambe
• strap forzate e avanzate, uso delle gambe
• strap con vento forte e planata
• partenza dall’acqua
• assetto in planata
• strambata in planata.
Ogni step necessita quello precedente e saltare questi gradini comporta un
tempo più lungo di apprendimento. Nel capitolo successivo vedremo come
eseguire la prima lezione del corso principianti. Grazie e ci vediamo sul
prossimo numero di FUNBOARD.
L’istruttore inizia la lezione a terra. Il trasporto della vela.
F@#K Crash of the month
NON TUTTE LE CIAMBELLE VENGONO COL BUCO… SI
POTREBBE DIRE IN QUESTO CASO. ECCO UN BEL WIPE
OUT DI FEDERICO LA CROCE, CHE QUESTO MESE SI È
AGGIUDICATO ANCHE LA COPERTINA. L’ONDA È QUELLA
DI OAHU DURANTE IL 99 HONOLULU SUMMER CAMP E CI
PIACEVA QUESTA SEQUENZA DAI COLORI ESTIVI PER
SOGNARE ANCORA UN PO’ DI ESTATE…
Crash of the month? Ma quale crash?! Da quella schiuma sono uscito vincente
come Russel Crowe in “Er Gladiatore”! Scherzi a parte, questa sequenza è il
risultato dell'indecisione che mi ha preso l'istante prima di impattare il lip.
Volevo staccare un Aerial One Hand, ma all'ultimo mi sono tirato indietro,
perdendo così il timing e staccando ormai sbilanciato. Insomma, è quasi un
miracolo che sia riuscito a rimanere composto nella fase aerea atterrando
sulla schiuma che poi mi ha ovviamente travolto. Morale, bisogna sempre
entrare decisi e convinti, o, al massimo, essere stilosi nel cadere!
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TESTO DI Federico LaCroce | FOTO DI Darrell Wong | RIDER Federico LaCroce | LOCATION Oahu, Hawaii
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Faq Wave
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IL WAVE RIDING È SENZA DUBBIO LA DISCIPLINA DI WINDSURF CHE AFFASCINA DI PIÙ E, PROBABILMENTE, ANCHE LA PIÙ
RAFFINATA SIA COME CARATTERISTICHE CHE COME STYLE. NEGLI ULTIMI 15 ANNI L’EVOLUZIONE DI QUESTO SPORT È
STATA IMBARAZZANTE, INFATTI, OGGI, RAIDARE UN’ONDA PER LA MAGGIOR PARTE DEI WINDSURFISTI NON È PIÙ UN
PROBLEMA, DICIAMO CHE IL RAPPORTO DI CALCOLO POTREBBE ESSERE: IL PLANARE DI 20 ANNI FA CON IL WINDSURF
STA AL RAIDARE UN’ONDA NEL 2012… UN VERO MIRACOLO!!!
È sbalorditivo, nel senso positivo della parola, vedere nei migliori spot di wave
riding del mondo, Hookipa incluso, come dei veri intermedi e beginner si
buttano tra le onde, anche importanti, ed affrontano, spavaldi, queste masse di
acqua blu senza nessuna esperienza! Ma per incredibile che sia, riescono, a
loro modo, a dare una parvenza del riding sull’onda. Le aziende di windsurf
hanno fornito materiali così straordinari, precisi e facili, che cimentarsi tra le
onde non è assolutamente più un problema ed il divertimento è assicurato. In
ogni disciplina che si rispetti e di qualsiasi sport si parli, generalizzare è molto
semplice e direi anche estremamente comodo. Al contrario, valutare il livello di
uno sportivo o vero atleta che sia, diventa estremamente difficile. Spesso ci
sono differenze di apprezzamento in base non solo al livello tecnico, ma anche
all’immagine della persona od alla simpatia, ciò non toglie però che nel
windsurf come negli altri sport, i veri livelli da considerare sono solo quelli dei
pro. Premesso ciò, buttiamoci a capofitto nei meandri del wave riding cercando
di capire al meglio e, possibilmente, dare un significato logico alla manovra
principe: il Top Turn. Partiamo dalla parola wave riding e chiariamone il
significato: si tratta di impostare la tavola sull’onda per effettuare, con minimi
(o massimi!) movimenti del corpo e dell’attrezzatura (vela/tavola) su e giù
sull’onda, delle curve alla base della stessa e quindi il bottom turn e sul lip, con
il famoso cut back o top turn. La prima vera questione, considerando una
surfata degna di un pro, è quanta curva (raggio) si riesce a dare in questo
movimento tra bottom e top turn. La grande differenza tra beginner, intermedi
e advanced, è palesemente evidente: i primi lasciano scivolare la tavola con
leggeri accenni di curva ed improbabili attacchi al lip dell’onda; i secondi
cominciano a far intravedere un raggio di azione più chiaro con un possibile
attacco al lip; i pro in 1 metro di onda chiudono l’angolo del bottom, salgono
verticali come razzi in aria ed attaccano il crucial point (punto di rottura
dell’onda) al millesimo di secondo con spray imbarazzanti, imprimendo alla
curva una traiettoria diritta nella discesa dall’onda prima del top turn e
verticale al massimo nella salita della stessa. È chiarissima l’azione di queste
pennellate sull’onda, tutte degne di tanto divertimento e gioia, con una sola
grande differenza, THE ATTITUDE (ovvero l’attitudine): i pro sull’onda è come se
facessero un altro sport, pur considerando il fatto che si parla di wave riding
per tutti. Vedere Levi Siver o Keith Teboul, senza contare Jason Polakow o Kauli
Seadi, raidare, e qui ribadisco, raidare, niente numeri da circo o evoluzioni da
freestyler, giusto effettuare il master delle sensazioni sull’onda... la
spadacciata….bottom e top turn, può dare sensazioni sconosciute! Quegli spray
stellari, con quei re-back dall’onda su lip verticali devastanti, sono una vera
manna dal cielo… perdonatemi la similitudine! Nulla è più eccitante di questo!
Chiarito ciò e dando il giusto valore a questo pezzo pregiato del windsurf sulle
onde, vediamo nei dettagli come si arriva al Top Turn di una certa verticalità e
radicalità.
Nelle foto 1, 2 e 3 qualche esempio di top turneseguito in differenti punti dell’onda.
1
TESTO DI Massimo Mannucci “Manna” | FOTO DI: Jimmie Hepp, Sofie Louca
85
FASE 1 - POSIZIONE DI PARTENZA SULL’ONDA: Sei sopra all’onda
che sta crescendo sotto di te, devi assolutamente frenare il tuo istinto,
comprensibile, di partire a razzo e surfartela. Rimani calmo, aspetta, non ti
agitare, dai tempo al picco dell’onda di arrivare quasi al suo limite massimo.
Aspettare, molto prima di partire, vi permetterà di avere chiara la
visualizzazione del CRITICAL POINT, punto perfetto di impatto al lip dell’onda. È la
priorità in questa fase: concentrarsi a non partire troppo presto. Quindi, nel
momento in cui sentite montarvi il sangue al cervello, spegnete l’interruttore
perchè è troppo presto! Continua ad aspettare…
FASE 2 - GAS APERTO GIÙ DALL’ONDA: Is time to go, è arrivato il
tuo momento! L’onda ha raggiunto il giusto punto di rottura. Spesso, direi nella
maggior parte dei windsurfisti, la tendenza è posizionare la prua della tavola
verso il face dell’onda, ovvero più o meno, ma comunque molto lateralmente
alla faccia dell’onda, BIG MISTAKE… errore! Per affrontare un vero top turn la
partenza in discesa dall’onda deve essere dritta come un fuso orario, per la
precisione verticale in basso, scordatevi completamente di far viaggiare la
tavola con angolazioni verso la faccia dell’onda… STRAIGHT DOWN!
FASE 3 - BOTTOM TURN: È il momento di carvare a tutta per attaccare
quel bel lip! Non mi soffermo sul bottom (…siamo qui per il top turn!), ma vi
anticipo alcune importanti differenze: la discesa verticale dall’onda, prescinde
una proiezione quasi obbligata di verticalità sul lip, diciamo che sono quasi
un’unica cosa… infatti, carvando con molta aggressività utilizzando le anche e la
disposizione di massima apertura della mani sul boma, la tavola reagirà
immediatamente mettendosi meravigliosamente bella verticale (…o quasi!)
all’impatto sul lip.
FASE 4 - TOP TURN: Siete scesi giù, belli dritti, dall’onda, avete carvato
stretti con anche le mani larghe sul boma, state attaccando il lip, veloci e in full
control! Niente esitazioni! Tutto dentro, corpo proiettato in avanti con sguardo e
testa verso il punto di impatto sul lip; con reattività devastante spingete la prua
fuori dal lip quanto basta a vedervela bella verticale e poi spingete con tutto il
corpo, in particolar modo le gambe, e girate sul lip dell’onda, con il sogno,
magari, di sentire le pinne che non aderiscono più per poi sentirle attaccate di
nuovo all’acqua, e venite giù dall’onda… sempre verticale o al meglio con un re-
back (ritorno indietro della prua della tavola).
FASE 5 - ANALISI: Non c’è, quasi mai, un bel top turn senza queste
caratteristiche: velocità, verticalità, aggressività, controllo, spray. È una
manovra molto raffinata e molto tecnica, ma non difficile! La tendenza generale
è di dare importanza a più movimenti sull’onda invece che a uno ben fatto!
… next level is there! Be a real wave rider! Enjoy the ride.
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Faq Freestyle
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DURANTE LA SCORSA PUNTATA AVEVO PRESENTATO IL WILLY SKIPPER BUGNA IN AVANTI, PROPEDEUTICO PER IL TRICK DI
OGGI. QUESTA È UNA MANOVRA COMPLETAMENTE NUOVA, CHE NON HO MAI VISTO NÈ DAL VIVO NÈ TANTOMENO IN VIDEO,
ED È IL RISULTATO DI MOMENTI DI FOLLIA RISULTANTI DAL SURFARE CON 14 NODI E 1400 BARCHE ALLE ROCCETTE DEI
MAIALI. A DIRE IL VERO, STAVO RIPULENDO IL MIO VECCHIO PC FISSO, PIÙ IMPALLATO CHE MAI PER TUTTE LE MIE NUOVE
BASI TRAP E SUONI VARI, QUANDO HO TROVATO QUESTO APPUNTO INTITOLATO "NUOVO TRICK DA FARE"... DEL 2010...
DOPO AVER LETTO LA RIGA E MEZZA DI DESCRIZIONE, HO DECISO DI PROVARLO AL PIER QUELLO STESSO POMERIGGIO E
DOPO 4 TENTATIVI, ECCO CHE HA PRESO VITA IL NUOVISSIMO BOBBY SKIPPER.
Come si può intuire dal nome, questo trick è un ibrido, che inizia come una Bob, passando sottovento alla vela, per poi staccare e girare come un Willy Skipper
bugna in avanti!!! Se cercate “Bobby Skipper” su youtube troverete anche il video, per avere un’idea di come sia il trick dal vivo. È arrivato il momento di alzare il
sipario e svelare i segreti del mio nuovo trick!
HOW TO DO: Come anticipato, per questa manovra è meglio non essere
troppo pieni, magari con vento costante sui 15-18 nodi e acqua non troppo
choppata per facilitare il passaggio. Poggia leggermente e inizia ad infilare la vela
nel vento, come se volessi passare sottovento alla vela per eseguire una Bob. Le
prime volte, non sapendo come fare, ho provato prima a passare sottovento alla
vela e poi a togliere il piede posteriore per facilitare la rotazione del Willy Skipper,
ma dopo i primi 2 tentativi mi sono reso conto che fosse meglio togliere il piede
posteriore prima di passare sotto alla vela, complicando ulteriormente il
passaggio già abbastanza problematico di per sè. Posiziona il piede posteriore
appena dietro alla strap, cercando di muoverlo il meno possibile durante il
ducking della vela, in modo da perdere meno velocità e sbilanciarti il meno
possibile, mantenendo abbastanza inerzia per staccare ed innescare la seconda
fase della manovra. Appena individui un ripido choppino leggermente sottovento,
porta l’albero sottovento nel senso di rotazione, spingendo verso prua col il
braccio di bugna, in modo da venire proiettati in avanti. Fletti le ginocchia per far
staccare la tavola, spingendo con forza sul piede posteriore piazzato proprio sulla
poppa. Appena la prua è fuori dall’acqua scalcia la tavola sottovento col piede
posteriore, facendo ruotare la tavola in aria di 180 gradi per riatterrare poi sulla
prua e slashare pinna in avanti. È fondamentale tenere la gamba anteriore
piegata, in modo che la tavola abbia abbastanza spazio per completare la
rotazione aerea, dandoti anche più tempo di invertire i piedi in aria e d’anticipare
l’atterraggio, ammorbidendolo. Conviene quindi tenere il busto molto vicino al rig,
appendendosi nel boma per ammortizzare l’impatto, altrimenti la tavola ne
risentierà pesantemente. Cerca di restare nel baricentro della rotazione, in modo
che la bugna, passando nel vento, non ti sbilanci troppo facendoti perdere il
controllo del rig. Una volta che la bugna sventa, innescherà automaticamente il
resto della rotazione che ricorda in tutto e per tutto un Willy Skipper 540 ed è
quindi necessario usare questa spinta per farsi proiettare nella restante
rotazione slashata e non di faccia sulla prua! Se hai fatto tutto correttamente, a
questo punto ti ritrovi con i piedi fuori dalle strap, che slashi sottovento pinna in
avanti. Ora non ti resta che sbilanciarti leggermente in avanti e infilare l’albero
nel vento per poi ritrovarti sottovento e completare il trick come una normale
Backwind Jybe. Sostanzialmente questo trick è una specie di Bob con un cambio
di piedi aereo, fuori dalle strap, che poi finisce come un Willy Skipper 540...
Manovra contorta da una mente contorta!
STEP BY STEP: Foto 1-4: Questa è la fase iniziale del trick, e la variazione
principale che gli ha fatto guadagnare il nuovo nome Bobby Skipper. Come detto
in precedenza, il piede posteriore è già fuori dalla strap e posizionato appena
dietro ad essa, sulla poppa della tavola. L’ibrido inizia quindi con un normale
passaggio sottovento alla vela, cioè infilando l’albero sopravento con entrambe le
braccia, per poi andare a prendere la bugna con quello anteriore e tirarla verso
poppa, per poi mollare anche il braccio posteriore e andare a prendere il boma il
TESTO DI Mattia Pedrani | FOTO DI Valerio Pedrani | RIDER Mattia Pedrani | LOCATION Pier Windsurf, Lago di Garda
Freestyler e waver dalle indiscusse capacità tecniche, i suoi video lo dimostrano chiaramente.
Campione Italiano Freestyle 2008 e appassionato di Rap, le sue canzoni fanno da colonna sonora
ai sui cliccatissimi video. Trasferitosi al Lago di Garda ormai da alcuni anni è un assiduo
frequentatore di Malcesine e del Pier, anche quando le temperature sarebbero più appropriate
ad uscite sulla neve con lo snowboard. I suoi sponsor sono: Starboard, Simmer Sails, AL360,
PierWindsurf, Windcatcher, Circolo Surf Torbole, Residence VerdeBlu.
MATTIA PEDRANI I-00
87
più avanti possibile sulle nuove mure prima con l’ex braccio posteriore (che ora
diventerà anteriore) e poi anche con l’altro. Se pensi che la spiegazione sia
contorta, vedrai di provarlo di persona... Foto 5: Dopo aver magicamente
effettuato il passaggio sottovento alla vela e ripreso il controllo in quella
posizione, tieni il fisico leggermente verso poppa e fletti le ginocchia, spingendo la
tavola su un ripido choppino in modo che stacchi. Comincia a portare l’albero
verso prua col braccio anteriore, senza spingere troppo su quello posteriore e
proietta tutto il peso in avanti e sottovento. Foto 6-7: In queste 2 foto succedono
un sacco di cose importanti. Nella prima si nota innanzitutto la gamba anteriore
rannicchiata in modo da lasciare abbastanza spazio per la rotazione aerea, che
viene innescata scalciando la poppa sottovento con la gamba posteriore,
spingendola con le punte. La bugna sta quasi per passare nuovamente nel vento,
riprendendo così potenza e catapultandoti sottovento. Nella seconda foto si nota
ora che la bugna riprende potenza sulle mure corrette e i piedi si sono
magicamente invertiti! Il piede posteriore, infatti, dopo aver scalciato la tavola,
dovrà atterrare davanti al piede d’albero, in modo da distribuire meglio il peso ed
attutire l’atterraggio. È fondamentale che questo movimento sia unico, deciso e
continuativo, in quanto ogni esitazione a questo punto risulterebbe in un ritardo
che potrebbe farti finire con gli stinchi nella tavola. L’ex piede anteriore non fa
altro che uscire dalla strap, da solo, e riatterrerà sui pad nella zona tra le strap,
con la solo differenza che ora è il piede posteriore. È fondamentale che la
distribuzione del peso cambi da poppa a prua, in modo da restare nel baricentro
della rotazione e facilitare l’atterraggio in slashata. Foto 8: L’ex piede posteriore è
andato davanti al piede d’albero, ed il fisico è molto vicino al rig e sbilanciato in
avanti, in modo da lasciare che la tavola, atterrando morbidamente, prosegua nel
resto della rotazione senza intoppi. Foto 9: Questo è il punto d’impatto,
fondamentale assorbire il colpo con le ginocchia, abbassandosi anche parecchio
ed appendendosi nel boma… altrimenti la tavola si trasformerà in un colabrodo in
men che non si dica. La bugna inoltre avrà sviluppato abbastanza spinta per
proiettarti nel resto della rotazione slashata e completare correttamente il trick.
Foto 10-11: Gira testa e spalle sopravento, appoggiandoti sul piede anteriore
davanti al piede d’albero e lasciando che la tavola slashi sottovento liberamente.
Tieni il braccio anteriore piegato e infila l’albero nel vento, per ritrovarti poi
sottovento alle vela ed innescare l’ultima fase della rotazione.
Foto 12-13: Continua a guardare sottovento nel senso di rotazione e completa la
fase finale come se fosse una normale Backwind Jybe, per poi riportare il piede
anteriore dietro al piede d’albero una volta che la vela ha ripreso potenza sulle
mure corrette e riparti come se nulla fosse. DRITTE ED ERRORI: La
difficoltà maggiore è riuscire ad avere abbastanza spinta per riuscire a staccare
e completare la fase aerea senza intoppi e scalciare la tavola in maniera pulita
anche dopo avere effettuato il passaggio sottovento alla vela. Ricorda
assolutamente di flettere le ginocchia all’atterraggio per attutire l’impatto.
TESTO DI Luigi Madeddu | TESTO DI Michele TagliaficoFaq Didattica
Per molti di noi però l’inverno con sé porta le più belle uscite dell’anno. Poca
gente in acqua e condizioni memorabili che raramente si possono trovare
durante le stagioni più calde. Ecco perché la stagione fredda diventa per i
windsurfisti più accaniti l’occasione per momenti da ricordare.
Il freddo, però, è una brutta bestia e bisogna sempre cercare di essere pronti
ad affrontarlo per non avere brutte sorprese. È Scontato possedere una buona
muta che sia adatta alle condizioni meteo che ci troviamo di fronte. Abitando in
Sardegna, fortunatamente, ho sicuramente meno freddo di uno che fa windsurf
sull’adriatico o sui laghi.
In ogni caso le mute moderne offrono confort ed elasticità e si possono
dividere in 3 modelli a seconda del materiale:
- Neoprene monofoderato (classica per il windsurf).
- Neoprene bifoderato (da surf da onda e ormai anche da windsurf).w
- Stagna asciutta (il classico “sacchetto”).
Se non avete la possibilità di comprare una nuova muta accertatevi che la
vostra sia abbastanza integra. In caso di piccoli taglietti o abrasioni è possibile
ripararla con neoprene liquido e colle tipo AcquaSure. Questi materiali sono
facili da trovare in commercio in qualsiasi surf shop o pesca shop e simili. Una
muta tenuta bene riesce a resistere per varie stagioni. Dopo l’uso fatela
asciugare bene possibilmente non al sole e vedrete che la gomma si usurerà
più lentamente. Avere il corpo caldo vi farà affrontare le difficoltà più
agevolmente e con più calma.
Per evitare spiacevoli inconvenienti è importante fare sempre un check del
materiale. Controllate le cime del caricabasso, della bugna e della maniglia del
boma. Rimanere in mezzo al mare a causa della rottura di una di esse può
essere un momento complicato della vostra uscita. In caso di usura anche
minima sostituitele perché è meglio prevenire che curare. Controllate sempre
bene le viti delle strap, cosa meno grave se si dovesse svitare non rimarrete
certo in mezzo al mare. Ma se si rompe la vite nel tassello avrete sicuramente
delle rogne e rovinerete la vostra uscita. Altro elemento chiave della vostra
attrezzatura è il piede d’albero. Controllate sempre il suo stato e l’usura del
gommino. Avere un piedino di riserva è fondamentale per la vostra sicurezza
durante la stagione invernale.
Se possibile evitate le uscite in solitaria e abbiate sempre rispetto del mare per
non avere problemi. Ricordate di tenervi fisicamente in forma più che potete,
così il divertimento e la resistenza alla fatica sarà maggiore e avrete meno
problemi in caso di pericolo. Essere forti e resistenti permette di essere più
concentrati e di mantenere la calma in situazioni spiacevoli.
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L’INVERNO, COME TUTTI SAPPIAMO, È SINONIMO DI FREDDO. TUTTI NOI, CHI PIÙ CHI MENO, DOBBIAMO PER FORZA AVERE
A CHE FARE CON LA STAGIONE DELLE PERTURBAZIONI, DEL VENTO FORTE, MA SOPRATTUTTO DELL’ARIA E DELL’ACQUA
GELIDA. ECCOVI ALCUNI IMPORTANTI CONSIGLI PER NON AVERE DELLE BRUTTE SORPRESE.
QUANTE VOLTE VI SIETE IMBATTUTI SUL WEB IN FOTO
DI VICTOR FERNANDEZ MENTRE SALTA E SURFA
ONDE DI UNO SPOT CHIAMATO ALMERIA?
SICURAMENTE TANTE. IL NOSTRO AMICO E
COLLABORATORE MATTEO MURARO HA DECISO DI
ANDARE A INDAGARE UN PO’ PIÙ A FONDO SU
QUESTE ZONE ED È TORNATO A CASA CON
DELL’OTTIMO MATERIALE CHE FUNBOARD VI
PROPONE IN QUESTO ARTICOLO, CON LA
COLLABORAZIONE SPECIALE DI MR. FERNANDEZ!
90
TESTO DI Matteo Muraro | FOTO DI Josep Piña, Paul Xtremly
In Spagna la Semana Santa, ovvero la settimana precedente la Pasqua, deve
essere assolutamente “santificata” con alcuni giorni di relax. Sta poi al “fedele”
dedicarsi a preghiere e processioni o, nel nostro caso, all’altrettanto sacra
ricerca delle onde. Decido così con la mia ragazza di organizzare una scappata
last minute in auto, direzione “dove c’é vento” e, meglio ancora, qualche
swellino. Le previsioni per la Galizia sembrano invitanti, ma proprio all’ultimo
momento windguru conferma che il vento non è sufficiente per spararsi 1.300
kilometri, anche se il richiamo della cucina del nord rimane forte.
Gli amici catalani mi lanciano l’idea di Almeria, dove si svolgerà anche una
prova del Campionato Nazionale Slalom e Wave, con i migliori amateur spagnoli.
Wow! Danno 11 giorni di vento di ponente, qualche ondina e sole, tanto sole.
Si parte, organizzo un paio di visite ai miei clienti di Valencia e Alicante tanto
per ammortizzare il viaggio, e con un totale di 7 ore di auto da Barcelona
arriviamo in prossimità di Almeria.
Josep Piña, storico fotografo, mi chiama sul cellulare avvisandomi delle
condizioni “interessanti” e, con mia grande sorpresa, mi aspetta all’entrata
dell’urbanizzazione Almerimar, per non farmi perdere nemmeno un minuto alla
ricerca dello spot: squisita ospitalità spagnola!
Devo ammettere che all’arrivo sono bello eccitato, proprio qui vive il campione
del mondo wave Victor Fernandez Lopez e sto per scoprire il suo homespot!
Peccato che lui si trovi a Maui, per il photoshooting 2013.
In 5 minuti mi butto in acqua, e per la fretta mi dimentico di attaccare gli
adesivi dei miei supporter sulla nuova RRD Superstyle 5.2, potente motore per
queste condizioni side-on. Faccio la prima conoscenza con il boma AL360 Slim
da 25 mm, una scoperta che le mie mani ed avanbracci hanno pienamente
apprezzato. In acqua mi ritrovo con tutti i colleghi in allenamento per la gara
dei giorni successivi, si vede che sono sotto pressione, mentre io me la spasso
con qualche saltone e belle surfate a vela aperta. Nello spot di Culoperro ad
91Matteo pianta il rail con un occhio
sul lip nello spot di Culoperro.
92
Almerimar (sì, avete letto bene, Culoperro= sedere del cane, sarà perché sto
posto si trova in c..o ai lupi?!?) le condizioni con l’ovest sono mure a destra
perfettamente side e la surfata si effettua a riva su onde abbastanza cattive che
rompono direttamente sul bagnasciuga. Non lo definirei uno spacca alberi tipo
El Cotillo di Fuerte, però meglio fare attenzione per non essere spiaggiati e
giocarsi pinne e caviglie. Josep si apposta sulla collinetta con il suo cannone da
1.200 millimetri e spara a raffica su chiunque stacchi il volo. Alla sera vedo i
risultati e subito penso ad un articolo di qualità per Funboard...
I giorni successivi passano rapidamente con brevi visite al Cabo de Gata, al
centro storico almeriense, pranzi e cene luculliane nei ristoranti del porto dove
crostacei e verdure la fanno da padroni. Consiglio vivamente il ristorante di
pesce da “Santi” nel porto di Roquetas de Mar. Da menzionare inoltre che tutta
la zona di Almeria è considerata l’orto della penisola iberica. La copertura dalle
correnti settentrionali offerta dalla Sierra Nevada, regala alla zona costiera
circa 320 giorni di sole all’anno, condizioni quasi marocchine che permettono
produzioni costanti e di gran qualità di frutta e verdura. Peccato che per
garantire il corretto grado di umidità, tutto il territorio è letteralmente coperto
da un “lago di plastica”, ovvero un’incessante presenza di serre che deturpano
non poco l’ambiente naturale.
Dopo una sana scorpacciata di vento e onde e la colonna vertebrale che
comincia a sentire gli acciacchi di tanti atterraggi, ci muoviamo verso nord-est
per visitare il parco naturale di Cabo de Gata. Poco conosciuto dai turisti
stranieri è meta di pellegrinaggio turistico soprattutto pasquale ed estivo
grazie a spettacolari spiagge, splendidi sentieri e scogliere a strapiombo sul
mare. Le strade si inerpicano tra colline lussureggianti e valli sempreverdi per
Victor in radical table-top con sullosfondo il suo nuovo centro surf.
Matteo esita il forward.
93
arrivare a splendidi paesini di pescatori dove si possono apprezzare ottimi ed
economici ristorantini di pesce. Il mio spassionato consiglio è di visitare le
spiagge de Las Negras, Los Genoveses - ottimo spot con il levante - e dintorni di
Nijar. Merita una rapida capatina anche Mojacar, con le sue viuzze strette e
ripide. E qui la grande, classica, domanda: merita andarci su previsione? La
risposta è assolutamente sì. Dall’Italia sono circa 1.500 kilometri, ma con una
previsione di 4-5 giorni di vento può davvero meritare. Da considerare anche
l’opzione aereo low cost con voli su Granada o Malaga.
Almeria e le zone circostanti sono davvero un’ottima alternativa alla ormai
kitizzata Tarifa dove il vento da levante è davvero
troppo forte e rafficato, e dove le onde, ahimé
soprattutto nei mesi estivi, rimangono quasi un
miraggio.
Ho pensato di integrare questo mio breve racconto di
viaggio con le esperienze surfistiche e consigli
mangerecci del local d’eccellenza, ossia Mr. Victor
Fernandez. Di ritorno dalle Hawaii, dopo una
simpatica conversazione telefonica e un paio di e-mail,
mi ha mandato il seguente testo e foto di action dei
suoi homespot. Nulla da eccepire: un vero
professionista a tutti gli effetti, dentro e fuori
dall’acqua.
VICTOR FERNANDEZ
Almeria, il paese di El Ejido e Almerimar sono i tre
luoghi con i quali mi sento più identificato. Sono nato ad Almeria 28 anni fa
ed ho vissuto ad El Ejido per 15 anni fino a quando i miei genitori hanno
deciso di trasferire la famiglia alla bella e tranquilla spiaggia di Almerimar,
proprio dove praticavo il windsurf con mio padre. Tuttora, pur viaggiando
durante gran parte dell’anno per il PWA, surftrip ed eventi vari, riconosco
Almerimar come “casa mia” dove comunque faccio costantemente ritorno.
É uno spot splendido per imparare a fare windsurf grazie alle condizioni
costanti di Ponente e Levante che alternano giorni di acqua piatta a swell
importanti.
Marius Solà in back loop a Los Genoveses.
SPOT
Est di Almeria
• Camping Mar Azul: spot situato al centro della baia di San Miguel. É ideale per
le onde con il ponente, dato che la direzione del vento è side-onshore, che
permette di provare qualunque tipo di manovra. Si forma una “orillera” - onda
che rompe sul bagnasciuga - molto potente, perfetta per surfate aggressive.
• Club de Playa: situato sulla bocca di porto di Almerimar, è il miglior posto per
surfare grazie al molo che ordina le onde senza shore break con vento
leggermente da mare. Ho qui di recente aperto il Victor Fernandez Center, un
nuovo centro di Windsurf/Surf/SUP/Kite.
• Culoperro: è il mio campo di allenamento preferito con il levante, dato che
presenta condizioni molto simili a Pozo Izquierdo, con onda piccola, ma perfetta
per saltare e vento side-onshore. É adatto anche con il ponente, perfettamente
side-shore, quando le onde sono veramente esagerate nei due precedenti spot.
• El Tiburon: zona est del porto di Almerimar. É uno spot molto difficile a causa
del vento completamente da mare, che frequento solo per allenarmi in vista
della tappa wave PWA di Sylt, in Germania del Nord.
• Piedra del Moro: si trova ad ovest della Baia di San Miguel. É lo spot migliore
per il surf da onda, grazie al fondo roccioso che imprime forza e altezza alle
mareggiate.
OVEST DI ALMERIA
• Cabo de Gata: è la zona più affascinante di tutta la costa almeriense. La
spiaggia de Los Genoveses mi ricorda la mia infanzia e splendidi weekend con i
miei genitori. Spot ideale per le giornate di levante con onde abbondanti e
pulite, che risultano perfette anche per il surf da onda. Altamente consigliato
anche per i vostri amici e partner, dato che, essendo riconosciuto come Parco
naturale, non ha sofferto assolutamente l’invasione edilizia.
TIPS CULINARI
• Pizzeria El Tiburon ad Almerimar: le migliori pizze e paellas dei dintorni.
• Bar El Habana: porta a porta con il negozio di windsurf Victor Fernandez, nel
porto sportivo di Almerimar, perfetto per menu caserecci, tapas e platos
combinados.
94
Matteo in slash ad Almerimar.
Victor Fernandez nel suo home spot.
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RIDER Klaas Voget | LOCATION Norvegia | FOTO HenningNext Ride
ESCLUSIVO: abbiamo intervistato uno
degli shaper più giovani e innovativi
del panorama mondiale: è italiano,
vive in Toscana, lavora a Grosseto e
dalle sue mani nascono tutte le tavole
della gamma RRD. Abbiamo il piacere
di presentarvi Aurelio Verdi.
Chiod e i suoi mitici fumetti,
scopriremo cosa c’è dietro alle
vignette di parodia del windsurf che
tutti noi conosciamo.
Voglia di fresco, FUNBOARD vi porterà
insieme a Kevin Pritchard e Klaas
Voget prima in Perù e poi in Norvegia
alla scoperta di nuovi spot.
E come sempre, tanti altri articoli
esclusivi, approfondimenti, didattica,
la rubrica per le ragazze Onde e
Curve, i gossip più hot da Maui e
tanto altro ancora...
OberAlp S.P.A. - [email protected] - 0471 242 900 - www.oberalp.it