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Funghi e tartufiMuggia, 9 ottobre 2018
• Sono prodotti spontanei che si ritrovano in natura: da alcuni anni c’è la possibilità di coltivazione
• Come? Andando a ricreare il substrato e le condizioni climatiche ambientali nelle quali crescono funghi e tartufi
• Cosa sono funghi e tartufi?
I funghi
• Da un punto di vista botanico sono degli EUCARIOTI(organismi più complessi rispetto ai PROCARIOTI quali i batteri): presentano cellule complesse e possibilità di riproduzione sessuale
• Si differenziano dalle alghe poiché sono eterotrofi(cioè si cibano di sostanze già presenti in luogo) e non sono capaci, come le alghe, di sintetizzare nuove sostanze utilizzando la luce del solo (fotosintesi)
I funghi
• All’origine hanno strutture microscopiche filamentose (ife) che invadono substrati e tessuti e dalle quali possono originarsi le strutture per la riproduzione (spore e/o carpofori (frutti))
• Aspetto fondamentale è che hanno bisogno di sostanza organica per crescere, ricavata da:• Altri organismi vegetali (funghi parassiti p.ed.oidio) o
animali (micosi degli animali uomo compreso)
• Da organismi morti (forme saprofite) quali per esempio i funghi cellulosolitici
• Alcuni funghi nel loro processo di crescita e moltiplicazione (è questo che tutti gli organismi viventi fanno!!) producono energia (lieviti della fermentazione)
I funghi - penicillium
Amanita phalloides
Amanita caesarea
Amanita muscaria
Armillaria mellea
Boletus edulis
Boletus purpureus
Cantharellus cibarius
Lepiota procera
Psaliota campestris
Psaliota hortensis
Russola cyanoxanta
Ganoderma sp
Ganoderma sp
Tecniche coltivazione
• La coltivazione del fungo champignon ha origine in tempi antichi;
• una vera e propria coltivazione professionale ebbe inizio nei dintorni di Parigi nel 1650, quando si scoprì che bastava un buon concime equino mescolato al residuo di coltivazioni di vari ortaggi, per avere dei buoni funghi prataioli.
• Esiste anche un trattato, datato 1707, in cui vengono riportate l’importanza di una semina con micelio proveniente dalla germinazione di spore, del letame e della copertura del composto con un sottile strato di terreno.
• In Italia la funghicoltura nasce nel 1913, all’interno di grotte artificiali nei pressi di Vicenza. Solo a partire dagli anni ’50 la coltivazione di funghi si avvale di tecniche più moderne, utilizzando stanze o celle opportunamente climatizzate, terreni a base di paglia di grano, pastorizzato e ricoperto con torba.
• Il ciclo colturale del fungo champignon completo dura 100-120 giorni e può essere ripetuto 2-3 volte in un anno.
• La cosa più importante nella coltivazione degli champignons è quindi il substrato. Il mezzo di coltura deve essere composto da 1/3 di paglia di frumento o d’avena oppure di orzo, 1/3 di torba e terra di bosco, 1/3 di sterco di cavallo ben decomposto
• Dopo aver innaffiato il terriccio abbondantemente ha inizio una fase di fermentazione della massa stratificata (utile ad allontanare batteri e funghi antagonisti) della durata di 5-15 gg. a seconda della “freschezza” del letame e del materiale usato
• Successivamente è possibile cospargere con i miceli il mezzo di coltura e coprirlo con un po’ di torba bagnata (il micelio deve trovarsi a 4-5 cm di profondità). Questa fase prende il nome di incubazione, fondamentale sono:
• l’umidità che deve restare tra l’ 80 e 100% (rilevabile con apposito igrometro) e la temperatura che non deve superare i 22-23°C. Questi funghi vanno innaffiati poco e spesso, l’idea è mantenere lo strato umido e non fradicio d’acqua.
• Dopo circa 12-14 gg. dall’incubazione, si ricopre la fungaia con uno strato di terriccio in cui il micelio andrà a svilupparsi, la temperatura viene portata a 17°C. Dopo circa 10 gg. assistiamo alla comparsa dei primi cappelli.
Pleurotus
Cyclocybe (pioppino)
Regole di coltivazione
• A) substrato adatto
• B) temperature medie
• C) umidità elevata
• D) il micelio
A - substrato
• Il substrato è eterogeneo:
• principalmente sostanza organica più o meno cellulosica
• Formato da paglia o trucioli con aggiunta di letame
• Spesso in sacchi, ma possibile ance sotto forma di tronchetti di legno (pioppo)
Umidità
• Fattore importantissimo
• Deve essere prossima all’80%
• Substrato inumidito con acqua, spesso in sacchi di plastica per evitare l’evaporazione
• Bagnatura dei tronchetti frequentemente
temperatura
• Temperature eccessive con elevate umidità bloccano lo sviluppo e favoriscono lo sviluppo di muffe
• Temperature troppo basse non consentono lo sviluppo del micelio
• Il letame in fermentazione assicura buon sviluppo di temperatura dal basso verso l’alto.
• Temperature ottimali di 16-18 gradi
Micelio
• Parte fondamentale per lo sviluppo poiché contiene le ife e le spore del fungo che si deve coltivare
• Il substrato deve essere inoculato con il micelio, il quale si riproduce formando una fitta rete di ife
• Alla fine dalla fitta rete di ife vengono emessi i carpofori, cioè i funghi con il cappello (contenete le nuove spore) che è la parte che viene raccolta e consumata
• Micelio secco o umido
Bottiglia di micelio
Tartufi
• Si tratta di funghi ipogei (sotterranei) che vivono in simbiosi con l’apparato radicale di alcune piante forestali
• È possibile in laboratorio «micorrizzare», cioè creare questa simbiosi, e ottenere delle piante adatte alla creazione di impianti nei quali dopo 4-5 anni si attiene la produzione di tartufi.
• Le micorrize rappresentano una tappa fondamentale del ciclo biologico del tartufo, ma non solo rappresentano anche un vantaggio per la pianta.
• Infatti le micorrize assicurano un migliore assunzione dell’acqua e degli elementi minerali del terreno. La micorrizazione permette una migliore assunzione del fosforo, dell’azoto, del potassio, le piante micorrizate assumono da tre a nove volte più fosforo e da due a sei volte più azoto delle piante non micorrizate.
• Tale effetto è dovuto sia all’accresciuta superficie assorbente dell’apparato radicale sia ad un aumento del numero e delle dimensioni degli apici radicali.
• La fitta rete di micelio, invadendo il suolo e la lettiera, vi preleva gli elementi nutritivi che trasferisce direttamente alla pianta, riducendo al minimo il pericolo di perdite per percolazione. Le piante micorrizate con tartufo, o piante tartufigene, sono avvantaggiate anche dal fatto che le loro radici appaiono non solo più longeve ma anche più resistenti sia alle situazioni avverse che, soprattutto, ad alcuni patogeni radicali.
TUBER MELANOSPORUMTartufo Nero Pregiato
TUBER AESTIVUMTartufi Nero estivo
TUBER BRUMALE (invernale)
TUBER MAGNATUMtartufo bianco
Piante tartufigene
• Carpino nero
• Roverella
• Nocciolo
• Leccio
CARPINO NERO (Ostrya carpinifolia)
ROVERELLA (Quercus pubescens Willd.)
NOCCIOLO (Corylus avellana L.)
LECCIO (Quercus ilex L.)
coltivazione
• Le piante messe a dimora sono piccole e quindi il tempo necessario per la produzione è abbastanza lungo
• Le piantine hanno bisogno di terreno adeguato che varia da specie a specie; eventualmente il terreno deve essere corretto in sostanza organica, tessitura e pH
• Deve sempre essere presente umidità sufficiente per la crescita delle piantine, ma non eccessiva
• Lavorazione del terreno molto superficiale per non danneggiare le radici delle piante(sulle radici ci sono le micorrize del fungo)
• Attuare una lotta alle piante infestanti con scerbature manuali (assolutamente non ai diserbanti)
• Recintare il terreno in modo adeguato per evitare danni da cinghiali
Grazie per l’attenzione