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1 INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO n. 30 • maggio 2014 GENTE di Bogliasco N. 31 NOVEMBRE 2014 INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO Claudio Gavazzi: «È giunto il momento di lasciare; vorrei trovare qualcuno che ci faccia fare il salto di qualità» L’editoriale di Gente di Bogliasco è l’intervista al presidente Gavazzi: passato, presente e futuro. Presidente cominciamo facendo un passo indietro... Molto indietro perché per me è il momento di tracciare il bilancio di una lunga esperienza cominciata quasi dieci anni fa. Il bilancio sportivo è molto positivo, sono davvero stupito dei risultati ottenuti. Eravamo soliti dire che per la nostra dimensione, per quello che siamo, per la nostra realtà, vincere un Trofeo del Giocatore (qualcuno lo definisce il Premio Oscar della pallanuoto) sarebbe stato qualcosa di grandioso. In questi anni ne abbiamo vinti cinque e siamo al quarto consecutivo, cinque in soli nove anni, è davvero sorprendente. Questo grazie unicamente al valore dei tecnici che abbiamo, all’impegno ed all'abnegazione dei ra- gazzi che ogni giorno danno tutto e anche e soprattutto a quello delle famiglie che sostengono l’attività dei loro figli. Come padre sono con- sapevole di quanto sia grande questo sacrificio, in termini economici ma ancor più in termini di vita, vita che viene stravolta dai ritmi dello sport: allenamenti, partite, finali, convocazioni non c'è mai un attimo di libertà. Ogni anno non contiamo più quante famiglie devono rinunciare alle ferie estive perché ci sono le finali da giocare in estate. Credo che questo premio sia di tutti loro e che la continuità e la costanza dei risultati siano la conseguenza di questa totale dedizione; tutto ciò concentrato in una piccolissima comunità ha dello stupefacente. Oggi la Rari Nantes Bogliasco si ritrova ad essere l'unica società italiana con entrambe le squadre, maschile e femminile, in serie A1, con tutte le giovanili sempre nelle primissime d'Italia, e poi Bogliasco trova suoi giocatori in ogni se- lezione nazionale sia maschile che femminile, e se non bastasse in pochi anni le ragazze del nuoto sincronizzato hanno scalato le classifiche ar- rivando nell'olimpo di questa specialità piazzandosi nelle prime dieci d'Italia; ci voltiamo e vediamo alle nostre spalle città come Roma, Napoli, Catania; tutto molto bello, davvero fantastico. Nonostante l’anno difficile che la Rari Nantes Bogliasco ha af- frontato? Sì nonostante gli anni difficili. Facciamo un altro passo indietro. Se guar- diamo il rovescio della medaglia sono stati anni terribili. Come è risaputo ci sono stati interventi molto violenti da parte dell’autorità fiscale, per più di sette anni abbiamo subito moltissima pressione, alla fine siamo riusciti a dimostrare che non eravamo quelli che venivano dipinti e rac- contati. Siamo venuti fuori da una situazione estremamente complicata. In un momento in cui tutto viene demonizzato, aver dimostrato la nostra onestà e trasparenza, ci dà soddisfazione, ma tra la terribile crisi eco- nomica nazionale e gli accanimenti ci ritroviamo nostro malgrado con tutte le ossa rotte. Tutto ciò, in particolare l'enfasi negativa di questo ul- timo anno, ha avuto per noi l’effetto di una vera e propria alluvione, uno tsunami, sono state spazzate via tutte le risorse economiche, mentali e fisiche, ogni energia è stata risucchiata. Adesso che abbiamo superato l’onda di piena e rivediamo il sole, siamo circondati dalle macerie, dal fango, dalla distruzione; è forse una sensazione peggiore di quando combattevi con la furia degli elementi, ci stiamo chiedendo da che parte cominciare per ricostruire. Sicuramente ricominceremo dal bene più prezioso: i nostri ragazzi. Insomma abbiamo una notizia buona: abbiamo superato la crisi ed abbiamo dei ragazzi meravigliosi; ed una meno buo- na: abbiamo cicatrici profonde che ancora sanguinano copiosamente e che fanno ancor più male quando ci chiediamo il perché tutto di questo. Come sempre accade le difficoltà rivelano il vero volto delle persone: abbiamo avuto gente ed istituzioni che si sono strette a noi e ci hanno dato una mano enorme e in questo, senza che nessuno me ne voglia, non posso non menzionare il Sindaco Luca Pastorino e Don Silvio Grilli due persone davvero eccezionali, un'enorme risorsa per la comunità di Bogliasco, ma, ovviamente, abbiamo anche registrato malignità, catti- veria, tentativi di "sciacallaggio" per fortuna si è trattato davvero di po- chissimi, tutto questo fa parte dell'essere umano nulla di strano, >>> Via Cavour, 5 • Bogliasco • Genova • Tel. 010.3471196

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Magazine Gente di Bogliasco Novembre 2014

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GENTE di Bogliasco 1INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO n. 30 • maggio 2014

GENTE di BogliascoN. 31 NOVEMBRE 2014

INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO

Claudio Gavazzi: «È giunto il momento di lasciare; vorrei trovare qualcuno che ci faccia fare il salto di qualità»L’editoriale di Gente di Bogliasco è l’intervista al presidente Gavazzi: passato, presente e futuro.Presidente cominciamo facendo un passo indietro...Molto indietro perché per me è il momento di tracciare il bilancio di unalunga esperienza cominciata quasi dieci anni fa. Il bilancio sportivo èmolto positivo, sono davvero stupito dei risultati ottenuti. Eravamo solitidire che per la nostra dimensione, per quello che siamo, per la nostrarealtà, vincere un Trofeo del Giocatore (qualcuno lo definisce il PremioOscar della pallanuoto) sarebbe stato qualcosa di grandioso. In questianni ne abbiamo vinti cinque e siamo al quarto consecutivo, cinque insoli nove anni, è davvero sorprendente. Questo grazie unicamente alvalore dei tecnici che abbiamo, all’impegno ed all'abnegazione dei ra-gazzi che ogni giorno danno tutto e anche e soprattutto a quello dellefamiglie che sostengono l’attività dei loro figli. Come padre sono con-sapevole di quanto sia grande questo sacrificio, in termini economicima ancor più in termini di vita, vita che viene stravolta dai ritmi dellosport: allenamenti, partite, finali, convocazioni non c'è mai un attimo dilibertà. Ogni anno non contiamo più quante famiglie devono rinunciarealle ferie estive perché ci sono le finali da giocare in estate. Credo chequesto premio sia di tutti loro e che la continuità e la costanza dei risultatisiano la conseguenza di questa totale dedizione; tutto ciò concentratoin una piccolissima comunità ha dello stupefacente. Oggi la Rari NantesBogliasco si ritrova ad essere l'unica società italiana con entrambe lesquadre, maschile e femminile, in serie A1, con tutte le giovanili semprenelle primissime d'Italia, e poi Bogliasco trova suoi giocatori in ogni se-lezione nazionale sia maschile che femminile, e se non bastasse in pochianni le ragazze del nuoto sincronizzato hanno scalato le classifiche ar-rivando nell'olimpo di questa specialità piazzandosi nelle prime diecid'Italia; ci voltiamo e vediamo alle nostre spalle città come Roma, Napoli,Catania; tutto molto bello, davvero fantastico.Nonostante l’anno difficile che la Rari Nantes Bogliasco ha af-frontato?Sì nonostante gli anni difficili. Facciamo un altro passo indietro. Se guar-diamo il rovescio della medaglia sono stati anni terribili. Come è risaputoci sono stati interventi molto violenti da parte dell’autorità fiscale, perpiù di sette anni abbiamo subito moltissima pressione, alla fine siamo

riusciti a dimostrare che non eravamo quelli che venivano dipinti e rac-contati. Siamo venuti fuori da una situazione estremamente complicata.In un momento in cui tutto viene demonizzato, aver dimostrato la nostraonestà e trasparenza, ci dà soddisfazione, ma tra la terribile crisi eco-nomica nazionale e gli accanimenti ci ritroviamo nostro malgrado contutte le ossa rotte. Tutto ciò, in particolare l'enfasi negativa di questo ul-timo anno, ha avuto per noi l’effetto di una vera e propria alluvione, unotsunami, sono state spazzate via tutte le risorse economiche, mentali efisiche, ogni energia è stata risucchiata. Adesso che abbiamo superatol’onda di piena e rivediamo il sole, siamo circondati dalle macerie, dalfango, dalla distruzione; è forse una sensazione peggiore di quandocombattevi con la furia degli elementi, ci stiamo chiedendo da che partecominciare per ricostruire. Sicuramente ricominceremo dal bene piùprezioso: i nostri ragazzi. Insomma abbiamo una notizia buona: abbiamosuperato la crisi ed abbiamo dei ragazzi meravigliosi; ed una meno buo-na: abbiamo cicatrici profonde che ancora sanguinano copiosamente eche fanno ancor più male quando ci chiediamo il perché tutto di questo.Come sempre accade le difficoltà rivelano il vero volto delle persone:abbiamo avuto gente ed istituzioni che si sono strette a noi e ci hannodato una mano enorme e in questo, senza che nessuno me ne voglia,non posso non menzionare il Sindaco Luca Pastorino e Don Silvio Grillidue persone davvero eccezionali, un'enorme risorsa per la comunità diBogliasco, ma, ovviamente, abbiamo anche registrato malignità, catti-veria, tentativi di "sciacallaggio" per fortuna si è trattato davvero di po-chissimi, tutto questo fa parte dell'essere umano nulla di strano, >>>

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però lascia l'amaro. In ogni caso ho una certezza: ora so che il Bogliascotornerà più forte di prima anche se ci aspetta una salita molto lunga efaticosa.La stagione è già ricominciata, senza mollare un attimo...Devo confessare che per tutto il mese di giugno ho seriamente pensatodi riconsegnare le chiavi della piscina al Sindaco. Poi l'amore, la forzae la determinazione delle persone che costituiscono lo staff mi hannospinto a buttare il cuore oltre l'ostacolo, ed eccoci qui ancora una voltacon risultati sportivi superiori alle previsioni. Questo perché chi, in que-ste difficoltà, è rimasto con noi: atleta, allenatore, istruttore, dirigente oanche solo amico non lo ha fatto per denaro ma per passione, amore,dedizione; si è così creato un entusiasmo contagioso, una coesione eduna compattezza straordinari, ne è venuta fuori una vera “Squadra” que-sti valori sono l’elemento primario e trascinante. In tribuna, in mezzo allagente, durante le partite di inizio stagione, ho avvertito un grande entu-siasmo che ci circonda e sostiene, ho sentito commenti che suonavanocosì: “sulla carta sono molto più deboli eppure in acqua sono molto piùforti” questo credo sia il Nuovo Bogliasco. I nostri ragazzi, le nostre ra-gazze stanno dando vita ad una bella storia, di quelle da raccontare:

compatti e coesi, trascinati da due veri condottieri come Arnaldo e Te-resa, animati dalla voglia di brillare con orgoglio stanno impersonandoil lato migliore della nostra gioventù direi che hanno impresso nel cuore,e non solo nelle magliette, la scritta “non c'è fango che tenga”, fantastici!.Per non parlare poi dello spirito meraviglioso di tutti gli addetti ai lavoriche stanno affrontando grandi sacrifici con il sorriso, la gioia e l'entu-siasmo di un bambino. Davvero grazie a tutti loro che sono la certezzache “il Bogliasco” sarà più grande e più forte.Prospettive e obiettivi?Perché non provare a vincere il quinto Trofeo del Giocatore consecuti-vo? In fondo abbiamo tutte le carte in regola per farcela.E Claudio Gavazzi?Quello che potevo fare l’ho fatto, ho portato avanti il "testimone" di quellastaffetta che è la gestione di una Società Sportiva, la mia frazione si puòdire conclusa, o quasi; ora serve qualcuno con forze fresche e nuovaenergia. Poter dire che siamo vivi dopo lo tsunami che ci ha investito eche è durato ben sette anni è un vanto; quest’anno mi piacerebbe com-pletare il consolidamento della Rari Nantes Bogliasco. Vorrei creare tuttele condizioni affinché possa arrivare qualcuno in grado di far fare quelsalto di qualità che Bogliasco merita e che gli spetta, qualcuno che possaportare i nostri colori alla conquista dell'Europa perché chi si ferma è per-duto, sì ora serve qualcuno che faccia meglio di quanto ho fatto io.

GENTE di Bogliasco 2INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO n. 31 • novembre 2014

Era il 2 giugno, sulla strada di casa, verso Bo-gliasco. Sulla stessa moto viaggiavano Edoar-do Di Somma e Giacomo Cocchiere, vengonocentrati da un’altra moto. Un incidente terribile:il conducente dell’altro mezzo morirà alcune oredopo, Edo e Giacomo, risultano gravemente fe-riti. Da allora ad oggi interventi chirurgici, immo-bilità, riabilitazione, tanto dolore. Recuperano,lentamente, ci vuole tempo ma loro se lo bevo-no: Edo rientra sabato 25 ottobre contro il Bre-scia, Giacomo il 15 novembre per la prima delCamogli in A2. Comincia Edoardo che ha da poco compiuto18 anni, che ha sempre giocato nella Rari Nan-tes Bogliasco, vincendo scudetti e piazzamentidi categoria, un bronzo Europeo, il collegialecon il ct Campagna.

Il tuo rientro ha avuto un significato spe-ciale, per te e per tutti coloro che ti sonovicini?Mi dicevano che sarei stato fortunato se fossirientrato a gennaio e invece ce l’abbiamo fatta.Sono molto contento.

Come ti senti?Bene e ho tanta voglia di giocare.Torniamo al 2 giugno...Non ricordo niente. Sono tornato dopo15 giornidi ritiro con la Nazionale maggiore. Ho incontra-to i miei amici, poi sulla via di casa è successol’incidente. Mi sono trovato nel posto sbagliatoal momento sbagliato ma nella sfortuna è andatabene.

E’ stato uno scontro duro, basta guardare le mo-to, se avessi picchiato schiena o testa sarebbestata un’altra cosa. Non ho avuto lesioni agli or-gani interni, le ossa si riformano e c’è la consa-pevolezza di tornare come prima.Difficile e doloroso?Allenamenti duri, manipolazioni, ginnastica pas-siva. Avevo perso tutto e rientrare con i ritmi deimiei compagni non è stato facile. Mi accorgoche non sono ancora in forma e che c’è ancorada lavorare.Un lungo periodo bloccato in un letto, co-sa pensavi?Ti fai tante domande, ti arrabbi, ti disperi poipensi che sei ancora qui e allora vai avanti.Chi ti è stato vicino?La mia famiglia, soprattutto la mamma che miha sopportato. I miei amici e ho capito che nellamia vita c’erano tante persone buone ed io nonme ne accorgevo.Come passavi il tempo?Fisioterapia tutti i giorni e amici. Quando miofratello era in casa stavo con lui. Il tempo nonpassava mai, giornate infinite.La prima volta che sei uscito?Non avrei dovuto camminare ma non ce la face-vo più e sono andato a fare la spesa con la

Edoardo di Somma e Giacomo Cocchiere:il miracolo

DALLA PRIMA Intervista a Claudio Gavazzi

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mamma. Il giorno dopo sono stato a letto tuttoil giorno, ero distrutto ma mi sono sentito rinato.Più dolori fisici o più preoccupazioni?Sapevo che sarebbe tornato tutto come primaquindi ero tranquillo, più che altro tanto dolo-re, ne ho ancora. Sento di essere ancora im-pedito in alcuni movimenti, ci vuole ancoratempo.Chi ti ha dato la certezza che ne sarestiuscito?Mi sono affidato a Federico Santolini il chirur-go che mi ha operato per otto ore consecutivee che mi ha detto che ce l’avremmo fatta eda Simone Rigalza, preparatore atletico edosteopata. E' stato determinante e continuaad esserlo, abbiamo lavorato tanto, e ancorane abbiamo. Due mesi fermo in un letto, hodovuto imparare nuovamente a camminare:dalla rabbia alla consapevolezza che è statoun miracolo. Definisci Simone Rigalza...Il mio mentore, il mio salvatore, siamo statitanto tempo insieme e dal punto di vista pal-lanuotistico mi ha fatto rinascere.Momenti di tensione?Quando non ce la facevo più, lui mi spronava.Abbiamo lavorato tanto sulla testa, parte tuttoda lì.Obiettivi?Il 7Bello, un’esperienza pazzesca, voglio tor-nare ad essere quel giocatore. Con te quel giorno c’era Giacomo Coc-chiere, ne avete parlato di quello che èsuccesso?Abbiamo vissuto questa esperienza insieme,ci consociamo da quando eravamo bimbi, esiamo ancora più vicini.Quando vi siete rivisti?I primi di luglio, è stato emozionante. Ci siamodetti che ci deve servire da lezione e poi di-menticare tutto.Cosa hai imparato?Che senza questo sport non potrei stare quin-di di darsi regole e limiti. Ho capito la bellezzadella vita e che perderla è proprio questionedi un attimo.Saluta Giacomo...In bocca al lupo per il suo campionato. Gli vo-glio anche dire che ciò che non ti uccide ti for-tifica, quindi torneremo più forti di prima.Chi ringrazi?La mia famiglia, miei compagni di squadrache hanno fiducia in me, mister Bettini semprepresente e di sprono, Pachito fondamentale,Simone Rigalza, Federico Santolini, i miei ami-ci, la Rari Nantes Bogliasco che è come un’al-tra famiglia, che mi ha insegnato ad affrontarela vita lottando e senza mai mollare, esatta-mente come è la pallanuoto.

GIACOMO COCCHIEREPartiamo da quel 2 giugno, cosa ricordi?Una bella serata insieme ai miei amici, la par-tenza per tornare a casa, poi più niente.Da allora ad oggi tanto dolore, preoccu-pazione, angoscia, invece ti ritroviamo inpiscina, alla Rari Nantes Camogli, dove al-leni e giochi?E’ passato tanto tempo. Dalla rabbia per nonpoter giocare le Finali under 20, a passareun’estate travagliata,a ricominciare la prepara-zione con gli altri: questa è stata la sensazionepiù bella. Riuscire a buttarmi in acqua insieme

a chi ha trascorso un’estate normale, è statobellissimo.Lo immaginavi quel momento?Si ogni giorno. Ero consapevole che sarebbesuccesso, l’incertezza era negli altri, ero sicuroche sarei tornato a giocare.Come hai fatto?Ho lavorato con Luciano Chiavarini che deside-ro ringraziare perché mi ha aiutato tanto. Sonoentrato nel suo studio che ero in stampelle enon riuscivo ad appoggiare la gamba e sonouscito pronto per cominciare la preparazionecon i miei compagni di squadra. Ringrazio an-che Fabio Grossi detto Mao, il preparatore del-la Rari Nantes Camogli che mi ha seguito, oltrea mister Magalotti.Cosa hai imparato da questa esperienza?Ho capito quante persone mi vogliono bene edi stare attento, soprattutto agli altri.Edoardo?Sembrava tutto perduto, invece è più in formadi me. E’ stato veramente forte. Ha vissuto mesipeggiori dei miei, ha visto quattro mura per gior-ni e giorni: lo ammiro molto.Quando vi siete rivisti per la prima volta?Sono andato a trovarlo un mese dopo: è statoemozionante. Ma c’è stato un piccolo partico-lare, salivo le scale, è scivolata la stampella, hoappoggiato il piede ed ho sentito un male paz-zesco. Mi sono sdraiato accanto a lui e siamorimasti così e siamo scoppiati a ridere.Chi ti senti di ringraziare?Sono tanti. Daniele Magalotti e Pachito, i mieiallenatori, i miei punti di riferimento. I miei com-pagni, anzi amici, e tanti altri. E per essere unpo’ più profondi, il Signore.E la grande Famiglia Cocchiere?Tutti. I miei genitori subito mi hanno tirato leorecchie, soprattutto la mamma, e con ragione.I tuoi obiettivi?Giocare e divertirmi.Saluta Edo?Ciao, la prossima volta andiamo in auto, non tipreoccupare.

SIMONE RIGALZA

Sei arrivato quando i medici lo hanno ri-messo insieme, la prima volta che vi sie-te incontrati?Edo sembrava una marionetta, legato ai fili: sta-va in piedi, non aveva in atto alcun quadro pa-tologico e questo mi ha reso molto felice, ilprimo miracolo compiuto dai professionisti chelo hanno curato. Noi abbiamo cercato di capire

che cosa avremmo potuto fare partendo dallasua condizione. E’ stato un risveglio, dopo duemesi in cui è stato bloccato in un letto, un astro-nauta quando torna sulla terra deve sottoporsia riabilitazione, figuriamoci per chi ha subito untrauma come il suo. Quello che ha fatto è statoun altro miracolo.Come avete cominciato?I primi di agosto, molto lentamente, in paralleloal lavoro che hanno fatto i fisioterapisti. Dopopoco abbiamo proseguito per ricostruire l’ap-parato muscolare. In acqua si sentiva sollevatoma era completamente scoordinato e con fortirestrizioni meccaniche: è stata una scalata ve-loce, nuoto, palestra, ginnastica passiva, prati-che osteopatiche. Edo si è buttato nel fuoco e,senza rischiare niente, ogni giorno abbiamo al-zato l’asticella, procedendo in questo modo sia-mo riusciti a bruciare le tappe. Una piacevolescoperta. Il rientro era programmato per i primimesi del nuovo anno, invece il 25 ottobre hagiocato la prima partita di campionato.E’ tornato quello di prima?Diventerà più forte di prima, siamo consci delnostro lavoro. Ora può giocare e bene ma nondobbiamo mai dimenticare quello che è stato.La sua volontà gli ha permesso di superare lerestrizioni che si sono verificate.Tu lavori molto anche sulla sfera emoti-va?Lui ambisce sempre a qualcosa di più, è nor-male che abbia incontrato anche momenti disconforto, però ha capito che era in continuo ecostante miglioramento. Nella vita bisogna im-parare ad accettare la sconfitta come qualcosadi costruttivo quindi abbiamo cercato di non far-lo abbattere e che continuasse a credere in sestesso. Poi ci sono cose nostre che rimangonotali.Pensavi di raggiungere questi risultati?Sono abituato a non darmi limiti quando cercodi recuperare un paziente, o un atleta, o formarela preparazione per una squadra. E’ comunquestata una bellissima sorpresa: Edo ha fatto il90%, il rimanente è stato il frutto dell’unione deinostri intenti.Ed ora?Continuiamo a lavorare; e insieme a DanieleBettini cercheremo di dare a lui quello che an-cora gli manca per ritornare a fare le stesse co-se di prima.Ti sei emozionato per il suo rientro in pri-ma squadra, ha giocato e segnato unadoppietta?Sicuramente si.Da dove prendi l’energia?Da tutti, come ha fatto Edo che ha avuto unagrande forza ma è anche sempre stato aiutatodall’affetto delle persone che gli sono state vi-cine.La Rari Nantes Bogliasco ha avuto unruolo?Certo , abbiamo lavorato tutti insieme. Da parteloro il calore ed il rispetto: lavoravamo in un an-golo che poi è diventato il centro della vasca.La definizione di miracolo è corretta?Si quello che è successo ha qualcosa di spe-ciale.Quanto ti è tornato indietro?Molto, è stato bellissimo.Un messaggio al ct Campagna?Sandro non ha bisogno dei miei consigli. Il no-stro lavoro ha l’obiettivo di essere nuovamenteconvocabile, ci arriveremo, lui poi, farà le sceltepiù opportune, noi sicuramente arriveremo là.

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ARNALDO DESERTIDopo due anni alla Rari Nantes Savona ilcapitano è tornato. Perché?La mia famiglia, il lavoro, la ricerca di nuovi sti-moli, alla mia età è fondamentale ma soprattut-to mi sono sentito di dover ricambiare tuttoquello che la Rari Nantes Bogliasco mi ha datonel tempo. Una piccola parentesi di due anni aSavona ma i rapporti sono sempre rimasti otti-mi. Io sono e rimarrò sempre un Bogliaschino,era giusto dare una mano come hanno fatto al-tri miei compagni, ci tengo a citare Ale Di Som-ma e Gimmi Guidaldi che hanno rinunciato adofferte più allettanti perché tutti noi teniamomolto a questa società.Emozione ed affetto?Io più di tutti qui ci sono proprio nato. Vedo miafiglia Sofia che frequenta l’aquagol e mi ricordodi quando ho cominciato: avevo quattro anni e

stavo in acqua con mio fratello molto più gran-de di me. Ho la Rari Nantes Bogliasco nel DNAe spero che succeda anche alle mie bambine.Vedo i giovani che frequentano la piscina e mirendo conto che c’è un attaccamento partico-lare alla società. E’ un ambiente sano, bello, esono contento di essere tornato.Un bilancio pur se parziale?Per fortuna, ma soprattutto per bravura, sta an-dando tutto bene, speriamo di proseguire così.Il nostro obiettivo è salvarci e far crescere i no-stri giovani.Sofia dorme con il pallone...E’ vero, si sta appassionando. Per il complean-no ha voluto la torta a forma di campo da pal-lanuoto. Non ho mai insistito, desidero solo chesi diverta. Poi c’è Agnese, la piccolina, che se-gue quello che fa la maggiore quindi è possibileche la troveremo con la calotta.Tempo libero?Poco. Oltre alla pallanuoto collaboro con unostudio legale, Marin e Ventura: mi hanno adot-tato e sopportano le mie assenze. Poi con Ale,Roman, Luigi ed un altro socio abbiamo intra-preso l’avventura di Strakkino che sta andan-do abbastanza bene, puntiamo a consolidarcisu Genova per poi aprire altri punti vendita. E’nato come un investimento, un divertimentoma serio.Piatto preferito?La focaccia con il formaggio di Strakkino.

Tu cucini?No, ma una pasta la so fare.E come?Metto su l’acqua, quando bolle butto al pasta,condimento burro, olio, parmigiano o ancorameglio i sughi di mia suocera Elisabetta, il suopesto è speciale.Racconti le favole alle tue bimbe?Certo, alla grande canto Cenerentola Innamo-rata, la piccola si addormenta da sola, è tosta.Ti piace la musica?Si tutta, a parte il rock pesante.La pallanuoto riesce ancora ad emozio-narti?Pensavo di non sentire più le partite invece hosempre quel qualcosa nello stomaco, è unbuon segno, non sono qui a fare il compitino.Cosa ti fa arrabbiare?Non sopporto le persone false.Piangi?Mi emoziono e non mi vergogno.C’è qualcosa che non hai fatto e che vor-resti fare?Avrei voluto andare alle Olimpiadi. Non ho ca-pito perché non sono stato convocato ma misono imposto di accettare la scelta tecnica an-che se non la condividerò mai.E nella vita?Non mi posso lamentare: stiamo tutti bene, ab-biamo due bambine bellissime, non mi mancaniente anche se proverò sempre a fare meglio.

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MATTEW DE TRANEPerché in Italia ed alla Rari Nantes Bo-gliasco?Perché volevo fare una nuova esperienza, miononno era italiano di Foggia, volevo riannoda-re i fili.E la pallanuoto?Quella italiana è una storia bellissima, la piùimportante.

Lo scorso anno hai giocato in Montene-gro a Budva?Una bella esperienza, il livello ottimo ma unapiccola città.Anche Bogliasco è un paese?E’ vero ma vicino a grandi città, a cominciareda Genova. Lavoriamo molto quindi abbiamopoco tempo libero ma siamo riusciti a visitareanche Firenze e Milano.Mancino della Nazionale Usa?Fino a due stagioni fa, ma non ho perso lesperanze, invio un messaggio a coach Udo-vicic, se ha bisogno di me, sono pronto.Quando hai cominciato a giocare?Avevo quindici anni, nuotavo da quando neavevo otto, alcuni amici parlarono a miamamma della pallanuoto e così decidemmodi provare. Abbiamo fatto bene, sono moltofelice.Chi hai lasciato in California?Mamma Debora, papà Joseph, il mio fratellogemello Michael e mia sorella Megan. Mimancano molto ma arriveranno a dicembre efinalmente staremo insieme. Sarà un bellissi-mo regalo di Natale. Ho nostalgia ma la tec-nologia aiuta a sentirsi più vicini.Arrivi dalla famosa Pepperdine Univer-

sity, che tipo di studi hai fatto?Psicologia, ma non ho ancora deciso cosafarò, dopo la pallanuoto.Quando non ti alleni cosa fai?Siamo stati allo Stadio per il derby di calcio,spesso andiamo a vedere le partite della ProRecco Rugby, mi piace la musica rap e hiphop, ballare, siamo già andati in un paio di lo-cali, insomma ci divertiamo.Sei soddisfatto della tua scelta?Molto. L’ambiente è perfetto. Coach Dani èuna persona ottima, la squadra ci ha accoltocon grande affetto.California, patria del surf, delle belle ra-gazze?Probabilmente sono l’unico californiano chenon surfa e in quanto alle donne è vero, ma vor-rei una fidanzata italiana, magari pallanuotista.Cosa ti fa arrabbiare nella vita?La cattiveria e la violenza.Menù preferito?Pasta al pesto e focaccia al formaggio, il vinoitaliano, anche se quello californiano non è dameno.Saluta i bogliaschini...Venite a vedere la Rari Nantes e Forza Boglia-sco.

RARIAZZURRA:

Arrivano dalla California, passando per Budva e Tenerife.Sono i nuovi stranieri della Rariazzurra

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GENTE di Bogliasco 5INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO n. 31 • novembre 2014

I NUOVI ARRIVI

STEPHAN LOOMISL’anno scorso alle Canarie, quest’anno aBogliasco?Il livello della pallanuoto qui è molto alto, sonofelice di lavorare duro. L’anno scorso era sem-pre una festa, quest’anno è lavoro. Ci allenia-mo molto e con impegno.Stanco?Un po’ ma è una bella sensazione.L’esperienza del campionato italiano?Meravigliosa. Giochiamo contro squadre co-me Pro Recco, Brescia, la migliore pallanuotoche io abbiamo mai visto. E’ meraviglioso cheio possa essere in acqua e incontrare grandicampioni.Ti emozioni?Certo. Era il mio sogno da quando ero in Ca-lifornia.Perché hai cominciato a giocare a palla-nuoto?Nuotavo ad un buon livello ma mi annoiavo, lapallanuoto è divertimento puro.Perché in America non esiste un Cam-pionato?E’ difficile perché culturalmente funzionano al-tri sport: pallacanestro, football, baseball, èdifficile trovare aziende che investano nellapallanuoto, poco pubblico e quindi pochisponsor.Cosa pensi della Rari Nantes Bogliasco?La prima partita giocata in casa, il derby con-tro il Savona, mi ha emozionato molto. Tantopubblico, tanta gente che faceva il tifo, gli Ir-riducibili che non smettevano di cantare. Sonovenuti a Sori contro il Recco, sono venuti a Fi-renze: mi piace tanto.Conosci Mattew?Abbiamo cominciato a giocare insieme cheavevo 14 anni e lui 15. Abbiamo frequentatoprima le scuole superiori, poi l’Università e sia-mo ancora insieme.Cosa ti piace di qui?Il cibo, ogni volta che mi siedo a tavola scattouna foto, è uno spettacolo. Il pesto, il ragù: an-diamo al Ristorante La Risacca ed è come es-sere a casa.E l’amore?Oh che meraviglia, ognuno di noi ne ha biso-gno. Vorrei capire come amano le donne ita-liane, probabilmente è diverso, sono curioso.La donna perfetta?Sono una persona allegra, mi piace ridere escherzare, vorrei che fosse ironica.

Chi hai lasciato in California?La mia famiglia che vive vicino a San Franci-sco: mamma Sonia, papà David e mia sorellaminore Malory, sta studiando a Washingtonper diventare ostetrica. Li aspetto in primaveraperché trascorrerò Natale in Europa, forse aBogliasco oppure a Londra dove ho amici. Ti piace il surf?Si ma senza tavola.Sei un musicista?Suonavo il trombone in una jazz band ed inun’orchestra sinfonica poi quando sono anda-to all’Università, Facoltà di Psicologia ed hocominciato a giocare a pallanuoto non ho piùavuto tempo, mi manca molto e vorrei comin-ciare a studiare il pianoforte.Cosa non sopporti?L’ignoranza e l’uso sbagliato dei social media.Saluta il mister e la squadra...Ciao Dani, ciao squadra e forza Bogliasco.

EDOARDO PRIANPer il portiere è un ritorno a casa, con il Bo-gliasco ha giocato nelle giovanili poi è andatoa fare esperienza Perché hai accettato il Bogliasco?Dopo tre anni di esperienze fuori desideravotornare a casa, per stare con la mia famiglia ela mia ragazza. Ho un ottimo ricordo del pe-riodo trascorso alla Sport Management in par-ticolare con il mio compagno di squadra e dicasa Andrea Razzi e con mister Baldineti alquale devo molto, ma c’era una grande vogliadi tornare qui.E cosa invece ti ha portato fuori?Il primo anno ho accettato la proposta di GuBaldineti ed ho visto giusto perché siamo statipromossi, il secondo anno volevo fareun’esperienza lontano e ho avuto l’opportunitàdi giocare a Cagliari, lo scorso anno mi ha ri-chiamato Gu ed ha avuto di nuovo ragioneperché abbiamo vinto il campionato. Sonomaturato molto, ho potuto conoscere tantepersone.Il futuro?Sono laureato in Design, è difficile trovare oc-cupazione in questo settore, diciamo che perora mi accontento ma sto cercando un lavoroserio.Hai parlato della tua ragazza che poi sichiama Eugenia Dufour e gioca nella Ra-rirosa, le prospettive riguardano anche ilvostro rapporto?

Diciamo che vivo molto alla giornata ma stiamobene e vedremo che cosa il futuro ci riserva.Lei ha detto che le dai molti consigli maanche aggiunto che ci sono differentesostanziali?E’ vero e che le ragazze non si offendano in-vece di offendono, ma la pallanuoto femminileè un altro sport, è tutto calibrato alle differenzeche esistono tra uomo e donna.Un bilancio di questo scorcio di campio-nato?Sono state giornate impegnative. Obiettivostagionale raggiungere la quota salvezza, ven-ti-ventiquattro punti, poi avremo la mente piùlibera per toglierci qualche soddisfazione.Passioni?Il cibo, andare allo stadio a tifare Sampdoria,uscire con gli amici.Menù preferito?Alla genovese: ravioli al ragù, pansoti, focac-cia la formaggio di cui vado matto, vorrei rin-graziare il mio amico Andrea Bonomo che haaperto una focacceria e spesso vado a svali-giargli il banco, e per finire millefoglie alla nu-tella.Scaramantico?Abbastanza. Di solito faccio le corna sott’ac-qua, mezzi antichi che però funzionano.Cosa tieni sul comodino?Una lampada ed una cassa per la musica. Mipiace la dance commerciale.Colonna sonora del momento?Calvin Harris Under Control. Ti piace anche ballare?Diciamo che quando non ero fidanzato ci an-davo spesso, adesso preferisco evitare. Come sei arrivato alla pallanuoto?Da ragazzino giocavo a calcio, andavo al marea Sturla ed ho conosciuto tanti ragazzi chegiocavano. E’ bastata un’estate per mollare ilcalcio e cominciare a giocare a pallanuoto.Ero attaccante, in porta mi ha messo FrancoFalcone, avrò avuto dieci anni, forse ci ha az-zeccato. Ma in estate torno a fare dei gol.

MATTEO MONARIArriva da Modena, ha giocato nel Chia-vari ed ora è alla Rari Nantes Bogliasco.è il gigante di Modena...E’ un soprannome che mi hanno dato, mi pia-ce e me lo tengo. >>>

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Sei arrivato al Bogliasco passando perChiavari, soddisfatto?Molto. Non mi sono mai trovato così bene. E’un gruppo fantastico, soprattutto per la grintache ci mettiamo ogni sabato, è la nostra ca-ratteristica.Ti trovi migliorato?Sto lavorando tantissimo. Il mister mi aiutatanto in fase difensiva, mi sento di avere qual-cosa in più rispetto agli altri anni.Hai nostalgia di casa?Certo, appena posso vado a casa a trovare imiei genitori, i miei nonni, mio fratello che la-vora in Svizzera.Le tradizioni che ti mancano?I tortellini in brodo, quelli fatti a mano dallanonna.Stai vivendo questa nuova esperienzacon due compagni di viaggio, gli ameri-cani con i quali dividi l’appartamento?Mi trovo molto bene, sono un po’ strani, mamolto simpatici. Abbiamo formato un bel grup-po e ci frequentiamo anche fuori dalla piscina.Chi cucina, chi fa la spesa e chi le puli-zie?Quando ci accorgiamo che la casa è in con-dizioni impossibili ci guardiamo in faccia e co-minciamo a pulire. Per la spesa compriamo ilminimo indispensabile perché pranzo e cenasiamo fissi alla Risacca. Colgo l’occasione perringraziare tutti perché ci coccolano ed anchead orari impossibili ci fanno trovare semprequalcosa di buono da mangiare.Quando non ti alleni cosa fai?Lavoro come elettricista, anche per questoringrazio il presidente Gavazzi che mi ha datoquesta opportunità, mi trattano molto bene.Sono perito elettrotecnico.Quando non lavori e non ti alleni?Mi riposo perché ne ho bisogno e coltivo lapassione della pesca. Una tradizione di fami-glia. I miei nonni materni, che purtroppo nonci sono più, erano di Messina per cui per tremesi all’anno ci trasferivamo in Sicilia.L’ultima volta?L’altro giorno siamo usciti in canoa e abbiamopreso delle lampughe.L’amore?Sono single ma sono in cerca. Mi piaccionole more e deve essere tosta e sapermi teneretesta.Qui alla Rari Nantes Bogliasco ci sonobelle ragazze?Infatti le guardo.Leggi?Non ho tempo ma quando ero piccolo mi pia-ceva Geronimo Stilton.Musica?Sempre, anche quando lavoro. Mi piace lavecchia musica italiana come Rino Gaetano,Vasco Rossi che è di Zocca, dalle mie parti.Tatuaggi?Una frase tratta da un brano dei Queen chedice che bisogna vivere giorno per giorno maè una cosa mia e preferisco rimanga tale.Cinema?Film storici come Braveheart o il Gladiatore:quando giochiamo in casa sento quell’atmo-sfera.Cos’è per te la Rari Nantes Bogliasco?E’ una rivincita con me stesso per capire doveposso arrivare.Cos’è per te la pallanuoto?Un’emozione, uno sfogo, mi fa stare bene,senza non riuscirei a vivere.

FEDERICO INSOLLITTOHa difeso i pali delle giovanili della RariNantes Bogliasco, quest’anno il debuttoin prima squadra. Perché hai accettato?L’ho fatto subito perché ho pensato che eral’opportunità per farmi crescere come pallanuo-tista e come persona. Giocare qui anche in pri-ma squadra mi permette di stare a casa con imiei genitori ed aiutarli nel lavoro.Ultima stagione con il doppio tessera-mento, a Bogliasco con le giovanili a Pia-cenza in prima squadra?E’ stata una bella esperienza ma mi mancavacasa. Vivere da solo è difficile, troppa nostalgiadi mamma e papà.La tua giornata tipo?Sveglia alla quattro per andare a lavorare, nelpanificio focacceria di papà, poi allenamento,torno a casa, oppure dalla mia ragazza, ancoraallenamento. Poco tempo per riposare ma ce lofacciamo bastare.Se la Rari Nantes Bogliasco fosse una fo-caccia?Quella al cioccolato: buonissima, consistente,energica.Quando hai cominciato a giocare a palla-nuoto?Avevo dieci anni, mi ero stufato del nuoto, vole-vo smettere poi un amico mi ha invitato a pro-vare e sono andato a Sestri.Chi ti ha messo in porta?Renzo Zonari, un grande allenatore. Devo direche non sono riuscito a godermelo perché dapiccolo ero una testa calda, mi piacerebbe ungiorno lavorare ancora con lui.Cosa vedi da quel rettangolo che si chia-ma porta?Tante cose. Bisogna stare attenti a tutto. Situa-zioni che ti portano a dover essere reattivo suogni pallone, bisogna dare il massimo in ogniazione.Dove può arrivare la Rariazzurra?Se lavora bene e avrà anche un pizzico di for-tuna, nelle prime cinque.E Insollitto?Ad essere il primo. Siamo in tre e tra di noi c’è ri-spetto, affetto e collaborazione. L’abbondanza mistimola, è bellissimo, a lungo ho lavorato da solo,questa nuova condizione mi piace tantissimo.

ROBERTO RAVINA

Primo anno di Università e prima voltanel massimo Campionato... Quanti cam-biamenti?Mi sono trovato molto bene con le giovanili esono molto felice di essere in prima squadra,sia con i giovani che con i così detti senatori.Quando hai cominciato?Avevo sei anni, prima a Quinto poi a Nervi conLillo Morbelli che è anche un cugino, un po'alla lontana. Con mio fratello più grande, Ni-colò, poi dopo avere vinto il campionato ju-niores, aspetta che chiedo a papà che siricorda tutto, era il 2011. Poi sono andato aSori, poi Quinto e Bogliasco.Da chi è formata la tua famiglia?Mamma Anna, papà Carlo, e mio fratello Ni-colò. Mi seguono sempre, anche in trasfertama gli dico di non parlare, non voglio com-menti. In squadra un compagno che è anche al-lenatore dell’under 20?Gimmi Guidaldi. Mi dice sempre qualcosa,aiuta molto noi giovani.Primo anno di Università?Facoltà di Economia. E’ dura ma cerchiamodi farci stare tutto: autobus, treno, moto manon quando piove. Cerco di non rischiare:l’incidente di Edo e Cocchi mi ha colpito, so-no arrivato sul posto che era appena succes-so. Mi ha insegnato tanto, bisogna essereprudenti.Passioni?Mi piacciono i film, tutti i generi e i fumettimanga. “C’era una volta in America” è il miopreferito è stato lo spunto della tesina perl’esame di Maturità. Peccato che la Commis-sione non mi ha dato soddisfazione.Cosa vuoi fare da grande?Mio papà lavora in borsa vorrei fare come lui.C’è anche la Nazionale?Una medaglia d’argento agli Europei, la scor-sa estate quarti. Quante emozioni. La prossi-ma estate ci saranno i Mondiali, lavoro peresserci e con me spero tanto che rientri Edo-ardo.Il suo recupero?Non credevo fosse così veloce. Cos’è per te la pallanuoto?E’ gran parte della mia vita.Obiettivi?Mi piacerebbe viaggiare, magari un’esperien-za d lavoro in America, chissà se Mattew eStephen mi possono aiutare, ogni tanto neparliamo.Perché alla Rari Nantes Bogliasco?Perché è l’unica società in A1 sia con la squa-dra maschile sia con quella femminile, il set-tore giovanile ai massimi livelli: è una societàseria come ce ne sono poche in Italia.Pregi e difetti?Ai primi non ci ho mai pensato. Per il resto avolte permaloso e un po’ disordinato.Aiuti in casa?No perché mia mamma è brava e mi fa trovaretutto pronto.Cosa ti rende felice?Stare con la famiglia e con gli amici.Cosa ti fa arrabbiare?La falsità delle persone, preferisco la sinceritàanche se mi può ferire. Mi è dispiaciuto cheil Nervi sia fallito, scusa ma lo dovevo dire.Cos’è la Rari Nantes Bogliasco?E’ un’occasione importante per fare bene, in-sieme ai miei amici quindi forza Bogliasco.

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MARIO SINATRADopo 17 anni al Rapallo un cambio di vita manon di prospettive. E’ il nuovo allenatore di tut-ta la pallanuoto femminile, prima squadra e gio-vaniliPerche hai accettato la proposta dellaRari Nantes Bogliasco:?Perché è una società seria che da sempre la-vora molto bene sui giovani, una filosofia che sisposa benissimo con la mia, o la mia si sposacon quella del Bogliasco. Nello specifico lasquadra femminile è in A1, un bel progetto: tan-te ragazze giovani ed il fatto di essere vicino acasa ha chiuso il cerchio.Alleni quattro formazioni?Stiamo lavorando molto bene. Ho trovato en-tusiasmo ed uno spirito diverso da quello chec’era a Rapallo. Qui c’è lo spirito del paese: tut-ti vanno in piscina, tutti si divertono, chiunquevoglia buttarsi in acqua a fare due tiri trova spa-zio. E’ il significato del paese piccolo e per meche sono nato a Camogli è stato un piacere ri-trovarlo. Un entusiasmo che è trascinante.E quando gioca la Rarirosa tu vorresti lapiscina piena?C’è già stato un miglioramento ma spero conil tempo di coinvolgere sempre di più le perso-ne di Bogliasco che si possano identificare an-che nella squadra femminile.Quando non sei in piscina cosa fai?Il marito ed il papà. Mia moglie Barbara che la-vora e due bambini, Lorenzo e Pietro, sette annie mezzo e quattro anni e mezzo, una gestionemolto impegnativa. Pietro frequenta i corsi dinuoto, il piccolo è a parte. E’ allegro e moltovivace, dobbiamo corrergli dietro, sempre.

A chi assomiglia?Non lo sappiamo ancora.Come sei arrivato alla pallanuoto?A quella giocata attraverso la tradizione di Ca-mogli, frequentavo i corsi nuoto e Giumin DiBartolo, come era solito fare, sceglieva e pas-sava i ragazzi alla pallanuoto. Come allenatorein maniera casuale: era nata la squadra a Ra-pallo, davo una mano perché la mia fidanzata,attuale moglie, giocava, sembrava che volesse-ro sciogliere il gruppo allora mi proposi.Poi hai capito che era il tuo mestiere?Ho capito che la pallanuoto era dentro di me esono andato avanti. E’ qualcosa che ti prende,è una passione perché non esiste altro motivo.La amiamo, ci avvolge completamente. E’ quel-lo che mi piace fare.Quando parlano di cambiamenti cosa nepensi?E’ un problema relativo alla maschile perché lafemminile come al solito non viene contemplatain alcun ragionamento, in questo caso è me-glio. Io non credo che il nostro sport debba es-sere cambiato nelle regole, è il marketing sulquale bisogna lavorare. Perché la vasca da 25metri? Non lo hanno fatto negli altri sport, nonhanno ridotto il campo da calcio né abbassatoi canestri nel basket. E’ chiaro che la propostanasce perché in alcuni paesi non esistono va-sche da 33 metri : insomma si gioca in sette esi gioca nei campi disponibili, ci adatteremo,non vedo il problema. Noi che lavoriamo in pi-scina lo sappiamo e lo facciamo già ogni gior-no: siamo nati adattandoci, questi cambiamentiportano solo confusione.Hai pronunciato la parola magica, marke-ting, hai qualche suggerimento?L’obiettivo è portare la gente in piscina e misembra che rispetto a qualche hanno fa c’è daregistrare più pubblico. L’orario consono è lachiave di volta: sediamoci intorno ad un tavoloa pensiamo al bene comune. Giocare alle tredel pomeriggio è scomodo, il nostro è unosport per famiglie e allora portiamole in piscinaad un orario consono, ad esempio le otto di se-ra. Rendiamo le vasche più comode ed acco-glienti, lo spettacolo è già la partita. E poi

andiamo verso il periodo estivo, senza toglierenulla alle Nazionali alle quali dedicare la primaparte dell’anno. Sfruttiamo il mare, ci sono im-magini e foto con centinaia di persone che sigodono lo spettacolo. E parlo di pallanuoto,non di beach. Poi torniamo al pallone giallo checi distingueva dagli altri sport, mettiamo i colorisul bordo vasca, nei costumi, nelle calottine.Le tue passioni?La mia famiglia e la pallanuoto.Ti piace mangiare?Certo.E cucinare?Tantissimo. Ieri sera ad esempio ho preparatola pizza, pasta compresa.Chi ti ha insegnato?Mia mamma, ottima cuoca.Cosa non hai ancora fatto nella vita e vor-resti fare?Ci sono tante cose che avrei potuto fare e nonho fatto. Ma in questo momento sono moltosoddisfatto con tutti i dubbi ed i problemi delcaso. Fare l’allenatore è quello che voglio fare,volevo dei figli, ne ho due, sono sposato, inna-morato di mia moglie, sono felicissimo. Forseun po’ più di tempo libero ma poi magari mi an-noierei.Cosa ti fa arrabbiare?Ipocrisia, falsità, ignoranza.L’ultima volta che hai pianto?Vedendo un film.Disponibile al dialogo con le tue atlete?E’ fondamentale. L’allenatore deve essere an-che psicologo e ci deve essere anche un rap-porto di “amicizia”. Qui siamo ancora all’inizioma lo dimostra l’ottimo rapporto che ho con leragazze allenate fino allo scorso anno.Perché ci sono uomini che allenano squa-dre femminile e non ci sono donne che al-lenano squadre maschili?Credo che ci siano tantissime donne con ca-pacità pazzesche. Per alcuni aspetti le donnesono superiori a noi uomini, gestire uno spo-gliatoio per una donna, per contro non è facile.Noi abbiamo innata la gerarchia, la donna è piùanarchica e più emotiva quindi per gestire unospogliatoio tendono a complicarsi la vita.

GIACOMO NOVARAArriva da Torino, lo scorso anno nellegiovanili, questa stagione anche alla Ra-riazzurra. Un bel salto...Sono felice ed emozionato. Qui alla Rari Nan-tes Bogliasco è un bell’ambiente, sto imparan-do molto, quindi occhi ed orecchie bene aperti.Questo è un altro ambiente, un’altra vita.

È la pallanuoto ad averti cambiato la vita?Gioco da più di dieci anni, è la mia passione,dopo lo studio il mio primo pensiero è la pisci-na, non potrei non andarci, fa parte del mio me-tabolismo.Tu e tuo fratello più piccolo, Ettore?Frequentiamo gli Emiliani di Nervi, lui secondaed io quarta scientifico. Insieme abbiamo scel-to di lasciare tutto e venire a Bogliasco. Un paiodi anni fa ho avuto Marco Sbolgi come allena-tore in Nazionale, mi sono “innamorato” di co-me insegna la pallanuoto così abbiamo decisodi venire qui che prima di essere una grandesocietà è una bellissima famiglia. Qui possoparlare anche dei miei problemi, al di fuori dellapallanuoto, e c’è sempre qualcuno che miascolta e mi aiuta.La tua vera famiglia è rimasta a Torino?Si mamma Ada, papà Tito e gli altri due fratelliValerio e Giorgio, anche loro pallanuotisti mahanno deciso di smettere per dedicarsi allo stu-dio. Ringrazio tutti loro perché stanno affron-

tando uno sforzo economico importante ma lofanno volentieri perché credono in noi. Li rin-grazio anche perché pur essendo lontani sonosempre presenti, vengono a trovarci ed a vede-re le partite.Come gestite la quotidianità?Da fratello maggiore seguo Ettore anche nellostudio anche se devo dire che è molto respon-sabile. Cuciniamo entrambi, a pranzo io, a cenalui. Pulizie due volte alla settimana, insieme.Tempo libero?Mi devo ambientare. Mi piace venire in piscinaanche se non mi alleno, mi piace passeggiareper Bogliasco oppure visitare Genova. A Torinoho lasciato tante amiche ed amici, qui ne ho giàma spero di trovare anche l’amore.Cosa ti fa arrabbiare?Le persone false.Cos’è la pallanuoto?Fa parte della mia vita. Tutta la mia energia e lamia felicità li metto in ogni allenamento, per mi-gliorare e non smettere mai di divertirmi.

RARIROSA: I NUOVI ARRIVI

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TERESA FRASSINETTIPerché alla Rari Nantes Bogliasco?Ho scelto per tanti motivi, ma è stata una sensazione a pelle, da subitomi è piaciuto il modo di fare e poi ho pensato che avrei ritrovato Marioe Giulia. E’ tutto confermato, mi trovo molto bene.Cosa conoscevi?Sapevo che la squadra è giovane ed inesperta ma ha tanta voglia di la-vorare, è un bel gruppo. In piscina c’è sempre, e non è scontato, il sor-riso, è la piccola magia di Bogliasco. Un ambiente piccolo, pochepersone, è tutto molto famigliare, con grande serenità. Anche Mario èbravo a rendere l’ambiente così.La società?Per quello che mi riguarda sono tutti corretti, gentili e sempre presenti.Anche il presidente Gavazzi e per noi ha un significato importante.Dove può arrivare la Rarirosa?Non abbiamo pressioni, la squadra è giovane e potrà fare bene ma an-che inciampare, io vedo già grandi miglioramenti. Mai dare nulla perscontato, non si arriva mai.Reduce dal primo collegiale stagionale con la Nazionale?Un gruppo allargato: nuove convocate e le escluse della scorsa sta-gione, ricominciamo a lavorare.Possiamo tornare agli Europei di Budapest, al tuo rientro daquel maledetto pozzetto?E’ stato un incubo, ancora oggi non posso credere che sia successoa me, io che sono così severa con me stessa. Non mi sono perdonata. Il solito balletto di responsabilità?Me le sono prese, un errore così grave, per l’esperienza che ho, nonpensavo alla così detta trance agonistica. E’ vero qualcuno mi potevaaiutare ma non è successo. Ci sono stati cambiamenti nello staff, l’arrivodi Paolo Zizza, di cui siamo molto contente ed altri.Più di 200 presenze in Azzurro, il prossimo sarà il 10° anno?Vorrei festeggiare ma non dico come. Avremo il Mondiale a Kazan, pri-ma la World League. Obiettivo Rio, non ci si qualifica ma si può rientrarenel Club Olimpico: da luglio in poi una lunga ed impegnativa no stop.E tu?E’ il mio obiettivo.Il ricordo più bello con il 7Rosa?La prima medaglia, era il 2006, argento agli Europei, ero giovanissima. Un prozio Agostino Frassinetti, Olimpionico di Nuoto, Anversa1920 e Parigi 1924?Papà era molto fiero dello zio ed è molto fiero di me. Lui era un velista.Non c’è più, è mancato. Ho sofferto molto per non essergli stata vicinonell’ultimo periodo, ero alle Olimpiadi.Una famiglia unita?Mia mamma Liliana, mia sorella Costanza che sta lavorando a Parigicon un progetto di ricerca, è pediatra neonatologa, il mio compagnoTommaso.

Cosa fai quando non ti alleni?Sono iscritta all’Università, Economia Marittima, e sto per cominciareuno stage in un cantiere navale di riparazioni. Non vedo l’ora. Riuscirea far conciliare tutto sarà un’altra bella prova ma questa è la vita ed ioa me stessa chiedo sempre tanto. Mi piace cucinare, adoro il pesce,quando posso leggo e costruisco oggetti, si chiama riciclo creativo. Cosa ti fa arrabbiare?La cattiveria e la violenza. Dicono che la pallanuoto sia uno sport vio-lento, non è vero. Sul volto avrò una decina di punti di sutura, non sem-pre si incontrano giocatrici corrette, a mi piace giocare in maniera pulitama non sono quella che le sta a prendere.Cos’è per te la pallanuoto?E’ passione e sacrificio. Purtroppo non riceve l’attenzione e la retribu-zione che merita.Il dopo come sarà?Mi vedo con una famiglia, con dei bambini ed avviata lavorativamente.Chi ringrazi?La mamma perché mi ha sempre sostenuto anche quando avrebbe avu-to bisogno di me.

Due campionesse che hanno scelto i colori bianco-azzurri

RistoranteLA RISACCA

Via Colombo 21BOGLIASCO

Tel 010.3470030

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Due campionesse che hanno scelto i colori bianco-azzurriGIULIA RAMBALDI GUIDASCIDa Milano, in giro per l’Italia per la pallanuoto, era una bambi-na, ora è una donna. Dove hai cominciato?Nella Canottieri Milano, un anno a Varese, due anni a Messina, di nuovoVarese, poi Liguria: Nervi, Pro Recco, due anni a Rapallo ed ora Bo-gliasco.Chi ti ha messo in acqua per la prima volta?Simona Del Bianco, mi ha convinta. Inizialmente non mi piaceva poi hocominciato a divertirmi e non ho più smesso.Perché a Bogliasco?E’ stato Mario Sinatra. Ho avuto il piacere di essere stata allenata dalui, mi ha proposto di venire qui, un ambiente che mi è piaciuto subito.Semplice, con buoni valori, l’impegno con i giovani, la serietà con leprime squadre sia maschile sia femminile, conoscevo le ragazze. Nontornerei indietro, sono contentissima della scelta che ho fatto.Ti manca la tua famiglia?Milano è vicina, ci vediamo spesso e quando ho desiderio di tornare acasa faccio presto.Chi c’è a casa?Mamma Laurita, papà Riccardo e mio fratello Simone che è un piccolo ge-nio: ha cominciato con i computer ora è passato alle macchine elettriche.E tu?Studio, ultimo anno di Fisica Nucleare, poi vorrei tentare la specializ-zazione in Fisica Sanitaria.Roba di bosoni, ce li spieghi?Quando li capirò bene, volentieri.Perché questa scelta?Sono sempre stata curiosa e la fisica è in grado di spiegare tutto. Hocapito tanti fenomeni: dal perché vediamo l’arcobaleno al perché la me-la cade.Serve anche nella pallanuoto?Certo. Ci sono ingegneri e fisici che concentrano il loro lavoro nel mon-do dello sport. Il nuoto si presta molto: tecnica, vortici.E tu scegli il campo medico, perché?Vorrei rendermi utile.Cos’è per te la pallanuoto?Passione. Mi ha permesso di creare tante amicizie, di vivere tante espe-rienze.Cosa ti ha insegnato?A non mollare mai. Il valore della collaborazione, i sacrifici che portanoai risultati, le scorciatoie che a lungo termine non pagano, ho avuto tan-te soddisfazioni.Anche le conquiste con la Nazionale?Una carriera breve ma intensa. In due anni: argento alla World League,quarte ai Mondiali di Shangai, oro agli Europei, peccato per le Olimpiadidi Londra, non è andata come speravamo.

E poi?Incomprensioni con l’allenatore. Se cambiasse qualcosa potrei tornarema sto bene dove sono e come sono. E’ difficile creare l’ambiente per-fetto con tecnico, compagne di squadra, per essere serene e riusciread allenarsi bene.Cosa ti fa arrabbiare?Può sembrare banale ma le ingiustizie ed i giudizi affrettati.Piangi?Si, mi commuovo, ora più di prima, soprattutto per le cose belle.Obiettivi personali?La laurea e qualche viaggio: India e Sud America, con amici, pochi efidati.Obiettivi sportivi?Vorrei che crescessero le giovani e con la squadra punterei ai primiquattro posti, dipende tutto da noi.Vi frequentate anche fuori?Si è un bel gruppo. Ho legato con i ragazzi americani e Monari, ancheloro sono qui da soli, pranziamo spesso insieme, sono simpatici, conloro mi diverto.Cosa fai quando non studi e non ti alleni?Amo la natura, il mare, il surf: qui è perfetto.La favola che preferisci?Robin Hood. Non mi piace che ci sia disparità tra le persone. Sto malequando penso che c’è chi ha tanto e chi niente.Scaramantica?No. Mente scientifica.Cosa ti piace di Bogliasco?E’ un ambiente ristretto vicino ad una città grande, mi piace questoconnubio. Mi sono arrabbiata quando è venuta l’alluvione perché ci so-no i mezzi per intervenire e la burocrazia blocca tutto.Un messaggio ai bogliaschini?Venite a vederci, lo sport aiuta i giovani.

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GIOVANNA BURLANDO

E’ sua la supervisione di tutto il settore, nonostante la nazionale, le collaborazioni all’estero, la danza ed una splendida bambina che si chiama Viola

Cosa ci aspettiamo da questa stagione?Un team unito con entusiasmo e voglia di la-vorare. Ci sono i presupposti: abbiamo i nu-meri, l’imprescindibile collaborazione con laginnastica acrobatica ed artistica, la nuova di-rigente che ha cominciato a lavorare molto be-ne. Colgo l’occasione per ringraziareAlessandra Carbone per tutto quello che hafatto.A proposito di cambiamenti, ne sono av-venuti anche nello staff tecnico?Per la prima volta Virna Taccone scende incampo per la prima squadra. Ha un passatoimportante come atleta, in nazionale fino al2008, ha sempre seguito il settore giovanileed ora è pronta per questo ruolo. La confer-ma di Aurora Sarlo, l’arrivo di Laura Castoroper le esordienti B e C, con lei abbiamo lavo-rato tanto insieme, siamo state compagne didoppio. Non c’è stata bisogno di convincerlaperché ha sempre avuto una grande passio-ne. E la collaborazione di Laura Picasso cheè una persona molto importante, un soste-gno. Sono felice se riusciamo a fare qualco-sa, tutte insieme.

Quali sono i tuoi obiettivi?Coordinare i tecnici, mettere a punto i pro-grammi, curare la parte artistica che è semprela più importante. Continuare ad amare quelloche faccio, a dare il mio massimo.Il sincro a Bogliasco ha numeri importan-ti soprattutto tra le più piccole, intravedigià una nuova Giovanna Burlando?Si ne vedo e mi fa molto piacere. Poi c’è il set-tore propaganda allenato da Alessia Bellomo,che continua a crescere in qualità e quantità.La Nazionale azzurra come sta?Abbiamo ripreso . Puntiamo alla qualificazioneOlimpica, sarà difficile ma noi ci proviamo finoall’ultimo. E’ il principio dello sport, non mollaremai.E per la Rari Nantes Bogliasco?Ci proviamo, la vetrina della Coppa Comenpotrebbe essere alla nostra portata. Ripeto fatutto la testa, la volontà, la passione.Come si fa a sopportare la fatica dellosport?Il sorriso si trova nel piacere di quello che si fatutti i giorni, nel gruppo, nella sintonia con l’al-lenatore. E’ energia che supera la fatica.

NUOTO SINCRONIZZATO

SIMONA BOASI RAVINA

Subentra ad AlessandraCarbone nel ruolo di responsabile del settorenuoto sincronizzato, anche se è già un po’ di tempo che frequenta la Rari Nantes Bogliasco

Doppio incarico?In effetti c’è stato il passaggio da genitore a genitore-dirigente, un pas-saggio, di grande qualità. C’è un grande entusiasmo e voglia di fare. So-no convinta che tutti insieme riusciremo ad ottenere grandi risultati.Quali sono gli obiettivi?Di crescere. Dal settore propaganda alle esordienti, passando per leAssolute. Per fare questo bisogna lavorare ognuno nel proprio ruolomolto seriamente e con volontà.In attesa dei calendari ma qui a Bogliasco si lavora come se cifosse la gara domani?Siamo in attesa ma le ragazze lavorano già da due mesi, sabato e do-menica comprese.

Tu per varie ragioni sei da sempre nel cloro?Non riesco a stare senza. Ho cominciato come atleta, prima nuoto epoi pallanuoto. Ho sposato un pallanuotista. Mia figlia fa nuoto sincro-nizzato. L’unica eccezione è il maschio che ha scelto il calcio.Pallanuoto e sincro due mondi molto diversi?All’inizio ero molto spaesata, è stato difficile ma sono appassionata esto conoscendo uno sport che è molto bello e molto faticoso.Come si fa a superare la fatica?Ognuno deve avere un obiettivo, prepararsi ed allenarsi in maniera fi-nalizzata diversamente non è possibile.Il tuo progetto personale?Arrivare viva a luglio, scherzo. Che ci sia stato un miglioramento: sentirepiù felicità che tristezza, meno critiche e più entusiasmo.Nonostante le pailletes il trucco, la grazia con la quale questeatlete si muovono il mondo del sincro è spietato?Fortunatamente vale la meritocrazia. Esistono gare, obbligatori adesempio, con punteggi chiari, questo limita la polemica, per il resto iocredo nella cattiveria ma che sia costruttiva. Lo stimolo di fare megliodegli altri deve essere sano, leale e sportivo.Messaggio per atlete, tecnici, genitori?A questi ultimi dico di fare i genitori stando vicino ai propri figli senzapressarli, ci pensano già gli allenatori, senza farli sentire campioni delmondo, ai tecnici ho sempre detto che vorrei un ambiente sincero e se-reno dove si può parlare liberamente. Alle atlete lealtà, non sopportole voci di corridoio, inutili, anzi dannose.

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GENTE di Bogliasco 11INFORMAZIONI DALLA PISCINA COMUNALE DI BOGLIASCO n. 31 • novembre 2014

Ha trasformato il volto della palestra di Bogliasco, secondastagione, un grande successo.

Per quest’anno conferme e novità?Insegnanti e corsi nuovi. Sono 29 ore settimanali, total body,corpo libero, yoga, zumba, spinning. Uno staff formato da cin-que professionisti: Alessandra, Elisabetta e Davide, Consue-lo. Sono validi, qualificati, concreti e mi stanno aiutando a farcrescere la palestra.Infatti i numeri sono ottimi?Sono contenta, rispetto allo scorso anno siamo cresciuti, laproposta è ancora più ampia potendo unire palestra a pisci-na. Molte persone un po’ refrattarie all’acqua, in questo modohanno abbattuto le barriere.All’orario regolare si aggiungono le Master Class men-sili?Ci vediamo, la domenica, arriva anche gente nuova, che vienea provare, ad annusare, hanno gradito e torneranno. Faccia-mo di tutto, anche pilates e walking. Sono momenti di grandeaggregazione. Ad ottobre abbiamo inserito anche la parte re-lativa all’alimentazione con il nutrizionista Matteo Troilo. Chi èvenuto si è divertito, ha trascorso due ore in grande serenità.Attività fisica, alimentazione equilibrata, vita sana,non è facile, un aiutino?E’ solo consapevolezza, impariamo a mangiare in manieracorretta e staremo meglio.E tu cosa mangi?Di tutto e tante volte durante il giorno. Non elimino nessun ali-mento, cerco di non esagerare soprattutto nei dolci ma il no-stro organismo ha bisogno di un apporto completo.Menù preferito?Lasagne al forno, focaccia al formaggio, patate fritte, crostatacon nutella. Tutto molto dietetico!Il futuro del fitness?Sempre in evoluzione. Ogni anno al Festival di Rimini c’è qual-cosa di nuovo o di rivisitato. L’elemento costante è portare lepersone a divertirsi: vieni in palestra, non pensi a nulla se nona divertirti.Quando hai capito che la palestra sarebbe diventata iltuo lavoro?Ho sempre praticato molto sport, già da bambina. Era la miapassione insieme alle lingue. Quando ho capito che per di-ventare interprete avrei dovuto affrontare un percorso troppolungo, ho scelto. Università, Facoltà di Scienze Motorie e la-voro in palestra.Cosa fai quando non sei in palestra?Ho tanti amici, vivo con una gatta tutta nera Baghira. Diciamoche il lavoro mi impegna parecchio ma quando esco mi diver-to.Il tuo look è sempre scarpe da ginnastica?Preferibilmente si ma all’occorrenza anche il tacco.Misura?Ovviamente 12.

La bellezza passa anche dai corsidella piscina e della palestraSARA MUSSELLI

NUOTO SINCRONIZZATO VIRNA TACCONIE

A Bogliasco da una manciata di anni. Tecnico delle più piccolema anche atleta, nel 2012 gareggiò agli Italiani Assoluti per i colori bianco-azzurri.

Nuova esperienza?Sono entusiasta del nuovo incarico. E’ una novità, anche per me, mi metto alla prova.Seguire le piccole che approcciano al sincro e occuparsi di una squadra assolutaprevedono metodologie completamente differenti. L’idea di respirare l’atmosfera del-le grandi competizioni, di vivere il nuoto sincronizzato è emozionante. Ci proviamo.Quelle competizioni che hai vissuto come atleta, ad altissimo livello?In Nazionale ho cominciato con la Coppa Comen, gara internazionale ma ancoraleggera, poi gli Europei giovanili, in quegli anni ci fu il cambio generazionale ed entraiin prima squadra, fino ai Mondiali di Melburne nel 2007.Esperienze preziose che trasmetterai?Spero di riuscirci. Il fatto di essere stata atleta, ad un certo livello, potrebbe aiutarminella loro preparazione tecnica, voglio dare loro tutto quello che ho ricevuto io.Come si fa a sopportare la fatica del nuoto sincronizzato?Ci vuole passione. E’ uno sport che ti può prendere il cuore, se non succede è im-possibile praticarlo. Tante ore di allenamento, la preparazione in acqua, nuoto e tec-nica, quella a secco, atletica, ginnastica artistica, da quest’anno abbiamo integratol’acrobatica. Quindi se non c’è passione non si può.Aspettiamo il calendario?Le prime gare regionali tra dicembre e gennaio, gli Italiani Assoluti invernali, la primacompetizione importate, i primi di febbraio.I tuoi obiettivi?Quest’anno non c’è stato solo un cambio di panchine ma anche nella squadra. Al-cune ragazze hanno cominciato l’università e dovendo fare una scelta hanno pre-ferito lo studio. Abbiamo rivisto tutte le categorie e faremo esordire atlete piùgiovani ma meritevoli. Il lavoro più importante riguarda preparare bene una squadranuova e interessante.Alle tue piccole cosa vuoi dire?Che saranno sempre nel mio cuore, sono la gioia di questo sport.E alle grandi?Di lavorare tanto.Stiamo rivedendo sul bordo vasca volti che hanno fatto la storia del nuo-to sincronizzato italiano, Laura Picasso e Laura Castoro, come avete fat-to a convincerle?Giovanna Burlando, come sempre, è stata determinante. Anche se non fisicamen-te è costantemente presente, nella preparazione dei programmi, delle coreografie,nella gestione del gruppo. Le due Laura hanno una grande esperienza ed io hotanto da imparare da loro. Poi c’è Aurora Sarlo, insieme, tutti i giorni, condividiamotutto.Quando non sei in piscina cosa fai?Studio. Gli ultimi due esami, per terminare Giurisprudenza, Diritto del Lavoro e Di-ritto Civile due.E se dovessimo paragonarli ad un esercizio di sincro?Obbligatori, senza ombra di dubbio.

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