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[IL GRANDE MALE ]  Mentre il mond o teneva gli occhi punta ti sull’in sorgen za del primo conflitto mond iale, la Turchia meditava un massacro di proporzioni etniche, perpetrato a danno della comunità armena: si parla del primo eccidio di un popolo della storia contemporanea .  L'espressi one GENOC IDIO ARMEN O  si riferisce al progett o di progressi va eliminazione della presenza armena in Anatolia in un arco di tempo di più trent’anni ( 1890-1923) : momenti culminanti e cruenti di questo processo sono i massacri cosiddetti “Hamidiani” degli anni 1894-1896 ;i massacri di Adana del 1909 e lo sterminio e la deportazione di massa degli anni 1915-1916.   Il termi ne ge nocidio viene comunemente associato al terzo di questi episodi e ad una data simbolo : quella del 24 aprile 1915 in cui a Istanbul vengono arrestati e successivamente uccisi  più di 2000 es ponenti dell’elite intellet tuale, artisti ca e po litica armena. 1 Liceo scientifico statale A.Pacinotti

Genocidio degli Armeni

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ANTECEDENTI

Le ragioni che hanno portato al genocidio armeno sono complesse e possono esserefatte risalire ad una pluralità di fattori, alcuni contingenti, altri remoti, che assieme

hanno contribuito a creare le condizioni perché questa tragedia si compisse. Neindichiamo alcuni .

A partire dalla fine del XV° secolo la maggioranza del popolo armeno si trova sottoil dominio persiano ( Anatolia nord-orientale) e ottomano (Anatolia centrale ,Cilicia e Costantinopoli) . Gli armeni sono una minoranza che vive e convive conaltre popolazioni di diversa etnia e appartenenza religiosa.

 Nel corso del XIX° secolo avvengono grandi trasformazioni nel quadro geo politico

della regione• La Russia intraprende diverse iniziative belliche per estendere la propria

 presenza nel Caucaso e a sud del Caucaso. Nel 1828 con la guerra russo persiana e i Russi conquistano la regione di Erivan e del Nachicevan abitatada una maggioranza di armeni. Nella successiva guerra russo turca del 1877 ,iniziata all’egida di un progetto umanitario in difesa delle minoranze cristiane,l’Impero zarista arriva ad occupare quasi tutta la regione dell’Anatoliacentrale dove numerosi sono i centri abitati da armeni e si spinge quasi alle

 porte di Costantinopoli.

Con la grande delusione degli armeni che immaginavano di poter passare sottoil dominio di una potenza cristiana , le Grandi Potenze europee preoccupatedell’espansionismo russo, nel congresso di Berlino del 1878 costringonol’Impero Russo a retrocedere e ad annettersi solo le regioni di Kars eArdahan in gran parte abitate da armeni . Su pressione dei delegati armeniottengono che, in cambio di questa concessione, la Sublime Porta , che ha perso

la guerra, metta finalmente in atto le riforme che garantiscano sicurezza alleminoranze armene continuamente vessate dai soprusi delle bande circasse ecurde e per nulla difese dalla giustizia delle pubbliche autorità. (articoli 61 deltrattato).

La presenza degli armeni al tavolo dei negoziati “internazionalizza” il problemaarmeno: rende palese lo stato di oppressione e di illibertà di questa minoranzacristiana ed esplicita il sostegno ( di fatto solo morale) di cui gli armenigodono da parte delle Potenze straniere che si ergono a garanti delriconoscimento delle loro richieste. Da minoranza tradizionalmente ritenutafedele alla Sublime Porta, gli armeni si trasformano in minoranza scomoda per 

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di più presente sia al di qua che al di là del confine russo con conseguenze chein seguito diverranno assai critiche.

• A dover tener fede agli accordi siglati a Berlino è il sultano ottomano Abdul

Hamid II, il “sultano rosso” da poco salito la trono : l’ Impero che egli deveguidare è in piena decadenza. E’ enormemente indebitato nei confronti dellePotenze Europee che per far fronte a questo impegno gli impongono divarare un piano di imposizione fiscale (di cui parte dei proventi va allenazioni creditrici) che colpisce soprattutto le minoranze cristiane, armeni in

 particolare .

La consistenza territoriale dell’Impero è ormai da decenni compromessa.Intere entità etniche e territoriali da secoli governate dalla Sublime Porta, con

l’appoggio più o meno esplicito di alcune Potenze europee, rivendicano ealla fine ottengono l’indipendenza. Questo vale per la Grecia ma presto varrà

 per tutte le nazioni dell’Europa orientale, per il Libano, per Cipro e in seguito per tutto il nord’Africa. E’ un processo di progressivo restringimento deiconfini imperiali che con l’avanzata verso sud della Russia tocca anche ilterritorio dell’Anatolia. Sono perdite territoriali a cui fanno seguito ancheimponenti spostamenti di popolazioni: migliaia di sudditi mussulmani migranodai balcani verso il centro dell’ Anatolia . Un processo che durerà fino agli inizi

del secolo XX° quando gli ottomani devono abbandonare anche la Macedonia(1912/13)

A questo stato di progressivo assedio del grande impero ottomano ,consideratoormai come il “grande malato” , il sultano reagisce attuando due diversestrategie. Gioca d’astuzia nei confronti della diplomazia delle Grandi potenzemettendo le une in conflitto con le altre e continua a promettere, senza maimantenere, le annunciate riforme che dovrebbero dare pari dignità e

 protezione a tutti i cittadini dell’Impero.Le grandi potenze, l’Inghilterra in particolare hanno loro rappresentanti sulterritorio che sistematicamente informano e denunciano la mancata attuazionedell’articolo 61 e minacciano interventi militari a cui mai vien dato seguito.

D’altro lato il Sultano mette in atto una serie di strategie per sottrarsi al pressante controllo delle Potenze straniere cercando di annullare, o perlomenominimizzare e diluire la presenza armena con un crescendo di misure

violente: migrazioni forzate di sudditi mussulmani nei villaggi a forte presenza armena con la promessa di impunità per il saccheggio e il sopruso;

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repressione violenta di ogni moto di insubordinazione; mano libera alle tribùcurde di usare il lavoro e le ricchezze armene; istituzione nel 1981 di una forzaregolare di cavalleria curda ( gli Hamidié) destinata alla repressione di qualsiasi

 protesta; infine pianificazione di vere e proprie campagne di annientamento di

interi villaggi sospettati di ribellione.

• I mutamenti nel quadro istituzionale e politico della regione in cui gli armenirisiedono si intrecciano e per alcuni aspetti danno forza alla progressivacrescita, soprattutto a livello della borghesia armena, di una coscienzanazionale armena che supera i confini degli stati in cui gli armeni risiedonoe prende la forma di quel vasto movimento, che prende il nome di “risveglioarmeno”. L’ avvio di questo processo è simbolicamente dato dalle iniziative

di recupero e di valorizzazione della millenaria cultura armena che ha il proprio centro propulsore nella comunità monastica dei monaci di SanLazzaro a Venezia. Un momento significativo di questa consapevolezza diun “noi “ armeno è rappresentato dal varo di una Carta costituzionale armena(1863) che , approvata dalla Sublime Porta, istituisce accanto al Patriarcadi Costantinopoli, un piccolo parlamento metropolitano. Un parlamentoinizialmente capace di assumere iniziative come quella di pretendere la

 presenza armena al tavolo del Congresso di Berlino, ma in seguito sempre

 più impotente e incapace di costringere la Sublime Porta dal desistere dal proprio programma di oppressione e di sterminio.

Con gli anni ’80 il “risveglio armeno” trova una propria espressione politicaformazione dei primi partiti armeni che in vario modo cercano di organizzareuna “resistenza armena” che d’altronde non riesce mai a trasformarsi in unvero e proprio movimento popolare ma rimane confinata a delle minoranze dimilitanti ( Fedain) che tentano, anche in forma armata, di opporsi allasopraffazione e alla violenza ufficializzata contrastando le azioni distruttive

della Sublime Porta. Ad eccezione del partito Armenakan questi partiti siformano in territorio europeo ( il partito di ispirazione maxista Hntchak) orusso ( il partito Dashnak) e da quei svolgono la loro azione di contrasto e di

 penetrazione in territorio ottomano con azioni che alla fine non fanno chefornire nuovi alibi a sostegno del programma repressivo della Sublime Porta.

I MASSACRI DEL 1895

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La prima repressione di massa segretamente organizzata dal Sultano Abdul HamidII prende avvio nella regione di Sassun, a ovest del lago Van. e da qui si propaga alleregioni circostanti. Gli armeni vengono accusati di tradimento e complotto neiconfronti dello Stato. In meno di due anni tra il 1894 e il 1895, i reggimenti anti-

armeni causano la morte di più di migliaia di persone, la conversione forzataall'Islam di decine di migliaia di persone, e un esodo di massa fuori dai confinidell'Impero. Le azioni di sterminio arrivano all’orecchio delle nazioni europee, chenon mancano di informare i propri governi, i quali decidono comunque di nonintervenire.. Questo il bilancio del missionario tedesco Johannes Lepsius (1858-

1926), testimone oculare: “2.493 villaggi saccheggiati e distrutti; medesima sorte per 

568 chiese e 77 conventi; 646 villaggi convertiti all’Islam; 191 chierici uccisi

barbaramente;; 328 chiese trasformate in moschee; 546.000 persone ridotte alla

miseria e alla fame più totali”, oltre a 300.000 morti, 50.000 orfani e 100.000 rifugiati

in Transcaucasia.

A fronte del silenzio con cui le Potenze europee cercano di ignorare la tragedia in atto, il 22 agosto 1896, per ottenere visibilità internazionale, alcuni rivoluzionari armenioccupano la Banca ottomana a Istanbul. La reazione della Sublime Porta èimmediata : le abitazioni degli armeni di Istambul vengono contrassegnate con ilgesso e il 26 agosto un’orda di curdi pilotati dalla polizia, armati di coltelli e bastoni

trucida e saccheggia la città. I morti sono 50.000.

I GIOVANI TURCHI

Una nuova speranza nasce quando prende sempre più forza, negli anni 1905-1906,subito dopo la rivoluzione antizarista del 1905, il movimento dei Giovani Turchi,rappresentati dal partito "Ittihad ve Terakki" (Unione e Progresso), formato daufficiali dell'esercito, intellettuali e piccoli funzionari, caratterizzati da un accesonazionalismo turco e dall'ideologia borghese. Il partito armeno Dashnagh riesceinizialmente a elaborare con loro un programma comune .

L'azione dei Giovani Turchi si fece sentire soprattutto quando essi si resero conto cheInghilterra e Russia volevano spartirsi la Macedonia, appartenente all'imperoottomano e allora molto in fermento. Furono proprio loro che appoggiarono5

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l'insurrezione macedone contro il sultanato, per evitare che la Macedonia finisse inmano straniera.

 Nel 1908 i Giovani Turchi costrinsero il sultano a ristabilire la costituzione varatanel 1876 e mai applicata Essi sembravano intenzionati ad abbattere il sistema

imperiale per poi creare una Federazione di tutti i popoli prima inclusi nell'Impero.Ovviamente le concezioni del nazionalismo turco e di una Federazione ottomanaerano tra loro decisamente antitetiche e questo influenzerà negativamente gli sviluppidella rivoluzione dei Giovani Turchi; porterà nuovamente a considerare l'elementoarmeno come un pericolo interno da combattere ed annientare.I Giovani Turchi, col loro "ottomanismo", volevano un impero unico e indivisibile,con un'unica lingua, al punto che non si poteva essere eletti in parlamento se non si

 parlava turco. Nell'aprile del 1909 a Costantinopoli si verificò un tentativo controrivoluzionario chemirava a emarginare i Giovani Turchi e a ripristinare l'autocrazia del sultanato.  Neglistessi giorni, forse per gli stessi motivi , in Cilicia un fatto di sangue tra un armenoe un turco scatena un’orchestrata terribile operazione di pulizia etnica affidata agruppi curdi e a comuni delinquenti fatti appositamente uscire dalle carceri : l’interoquartiere armeno di Adana viene dato alle fiamme e si contano non meno di 30.000morti.

 Il tentativo di bloccare la presa di potere da parte dei Giovani Turchi non ebbesuccesso : a sostituire il sultano Abdul Hamid II° venne nominato il fratello

 privandolo di fatto di ogni potere . Questo era ormai passato nelle mani di una

dittatura militare. Fu legalizzato il divieto di sciopero, il partito socialista e i sindacatifurono vietati, ai contadini non furono dati diritti di alcun genere. In un congressosegreto dei Giovani Turchi, tenutosi a Salonicco nel 1911, fu deciso di sopprimeretotalmente gli armeni residenti in Turchia e l'alleanza tra i due partiti (Unione eProgresso e Dashnagh) ebbe termine proprio nel 1911.Tutto ciò fu conseguenza dell'ideologia che aveva ormai impregnato l'intero partito,formata da un intreccio di panturchismo e turanismo. In sostanza si voleva unaricostruzione dell'impero ottomano attraverso l'affermazione del primato dellacomponente etnica turca (quindi non uguaglianza dei diritti tra le etnie dell'impero),

la turchizzazione delle minoranze (imposizione della lingua e della cultura turca),unificazione di tutti i popoli turchi (inclusi gli azeri, i tatari, i popoli dell'Asiacentrale, insomma dal mar Egeo ai confini della Cina). Gli armeni, situati a mo' dicuneo fra i turchi dell'Anatolia e quelli del Caucaso, costituivano un' isola non-turcain mezzo al grande mare delle popolazioni turche.La tensione verso la costruzione di un’entità nazionale turca fondata su una

 purezza razziale furono la premessa per tentare di estendere i confini della Turchiafino a comprendere l’intera regione dell'Azerbaigian allora sotto dominio russo :una regione non confinante con la Turchia a causa di una strisci di terra (il

 Nachicevan) su cui da secoli erano insediate delle popolazioni armene: una ragionein più per pensare di doverle eliminare . Il progetto non ebbe successo e la sconfittainferta dai russi no fece che aggiungersi alle altre sconfitte che i Giovani turchi6

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subirono in questi anni: nel 1911, l’Italia occupò la Libia (Tripolitania eCirenaica), il più lontano avamposto turco in Africa; nel 1912 il Montenegro, laBulgaria, la Serbia e la Grecia dichiararono guerra alla Turchia che perde i territorieuropei ancora in mano turca (Macedonia, Albania, isole greche): l'impero si stava

sempre più sgretolando.

DALLA I GUERRA MONDIALE AL GENOCIDIO DEL 1915-1923

 Nel novembre 1914 Russia, Francia, Inghilterra e altri paesi dell'Intesadichiararono guerra alla Turchia, che da tempo si era alleata alla Germania eall’Austria. Francia e Inghilterra presero a bombardare le fortezze turche suiDardanelli; i russi entrarono nella regione armena della Turchia orientale.. Unadecisione che  peggiora irrimediabilmente la situazione degli armeni sudditidell’Impero Ottomano . In quell'anno infatti il governo turco, che ha messo il proprio

 paese in mano all'imperialismo tedesco,. Quando l’Impero zarista entra in guerra , gliarmeni in quanto cittadini russi si arruolano come gli altri nelle truppe regolari e

 partecipano a tutte le operazioni militari .I soldati armeni sono 150.000 . A questi siaggiungono diverse legioni di volontari reclutati dai partiti armeni per combatterecome partigiani contro il nemico turco.

Quando i Giovani Turchi decidono di entrare in guerra a fianco degli impericentrali subito si lanciano alla conquista dei territori azeri "irredenti" In un invernorigidissimo la Terza Armata turca, impreparata, male equipaggiata, mandata allosbaraglio in condizioni climatiche ostili, viene presto sbaragliata a Sarikamish nelgennaio 1915 dalle forze russe perdendo decine di migliaia di soldati.I capi dei Giovani Turchi sfruttano la guerra commercialmente, senza ritegno. Difronte a questa clamorosa sconfitta l'esercito turco individua negli armeni che hanno

combattuto nelle file e a fianco dell’esercito russo i responsabili della disfatta . cheallo scoppio della guerra avevano comunque assicurato il proprio sostegnoall'impresa turca. Il clima si fa sempre più teso e, tra il dicembre del 1914 ed ilfebbraio del 1915, il comitato centrale del partito Unione e Progresso, diretto daimedici Nazim e Behaeddine Chakir, decide la soppressione totale degli armeni.Vengono creati speciali battaglioni irregolari, detti tchété, in cui militano moltidetenuti comuni appositamente liberati; essi hanno addirittura autorità sui governi edi prefetti locali e quindi godono di un potere pressoché assoluto.

Temendo che gli armeni potessero diventare un pericoloso nemico interno, alleatodelle potenze dell'Intesa, già nel primo anno della guerra l'esercito regolare turco,insieme a bande armate curde, prese a sterminarli in maniera sistematica. Stessa sorte7

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subiscono gli assiri, che vivevano in Turchia, e particolarmente oppresse sono anchele etnie di origine araba.In quegli anni il governo ultra-nazionalista varò una politica di deportazione degliArmeni le cui aspirazioni all'indipendenza, sostenute dai paesi occidentali,

minacciavano ulteriormente la coesione dell'Impero Ottomano già in pienadisintegrazione. ''Lo stato ottomano è esclusivamente turco (...) la presenza dielementi stranieri è utilizzata dagli europei come pretesto per un intervento'', si leggein un documento del governo del 1915.E ancora: ''Il diritto degli Armeni di vivere e di lavorare in Turchia è totalmenteabolito''. Gli Armeni - denominati ''il pericolo interno'', perché sospettati di averecollaborato col nemico russo durante la prima guerra mondiale. E' il primo del XXsecolo.Il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del XXsecolo. La sua  pianificazione avviene tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915con l’aiuto di consiglieri tedeschi, alleati della Turchia all’interno del primo conflittomondiale. L’obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni,

 popolazione cristiana che guardava all’occidente.Il movente fondamentale è da ricercarsi all’interno dell’ideologia panturchista, cheispira l’azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una

 base nazionalista, e quindi sull’omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena,di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampooccidentale, con le sue richieste di autonomia avrebbe potuto opporsi al progettogovernativo e costituire un forte ostacolo.

La motivazione principale del genocidio è stata quindi di tipo politico. L’obiettivodegli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico,culturale e soprattutto politico. Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degliarmeni.Le responsabilità maggiori dell’ideazione e dell’attuazione del progetto di sistematicogenocidio vanno dunque individuate all’interno del partito dei Giovani Turchi,“Ittihad ve Terraki” (Unione e Progresso). L’ala più intransigente del comitatocentrale del partito ha pianificato il genocidio attraverso una struttura paramilitare,l’Organizzazione Speciale (O.S.), diretta da due medici, Nazim e Chakir.

L’O.S. dipendeva dal Ministero della Guerra e attuò il genocidio con la supervisionedel Ministero dell’Interno e la collaborazione del Ministero della Giustizia. I politiciresponsabili dell’esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. MustafaKemal, detto Ataturk, ha completato e avallato l’opera dei Giovani Turchi, sia connuovi massacri, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi.Il piano turco comincia a realizzarsi verso la prima metà del 1915, quando il governo

 prende provvedimenti anti-armeni anche fuori delle zone di guerra. Il 24 aprile, aCostantinopoli, nel corso di una gigantesca retata, almeno 600 esponenti delMovimento Armeno vennero incarcerati e poi strangolati con filo di ferro nelle

 prigioni.Lo sterminio prosegue con la soppressione della comunità di Costantinopoli ed in particolare della ricca ed operosa borghesia armena: tra il 24, che resta a segnare la8

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data commemorativa del genocidio, e il 25 aprile, 2.345 armeni (intellettuali,sacerdoti, dirigenti politici, professionisti) vengono arrestati e uccisi, mentre tra ilmaggio e il luglio del 1915 vengono sterminati gli armeni delle province orientali diErzerum, Bitlis, Van, Diyarbakir, Trebisonda, Sivas e Kharput. Solo i residenti della

 provincia di Van riescono a riparare in Russia grazie ad una provvidenziale avanzatadell'esercito russo. Quanto più i russi penetravano nel territorio turco, tanto più iturchi infierivano sugli armeni.

 Nelle città, a maggio, viene diffuso un bando che intima alla popolazione armenadella Turchia orientale di prepararsi per essere deportata in campi di concentramentonel sud del paese, a centinaia di chilometri di distanza dalle loro abitazioni (in Siria ein Mesopotamia). Gli armeni avevano pochissimi giorni di tempo per vendere tutti iloro beni e prepararsi alla partenza. Sia il decreto provvisorio di deportazione siaquello di conquista dei beni non sono mai stati ratificati dal parlamento turco.Stando ad un rapporto ufficiale del console statunitense ad Ankara, nel luglio 1915,duemila soldati di etnia armena, reduci dalla campagna del Caucaso, venneroimprovvisamente disarmati dai turchi e spediti in catene nella regione della città diKharput con il pretesto di utilizzarli nella costruzione di una strada. Ma giunti in unavallata, i militari armeni vennero circondati da un battaglione della polizia turca emassacrati a colpi di moschetto. Tutti i cadaveri vennero poi scaraventati in una

 profonda grotta.Identico destino toccò ad altri 2.500 militari armeni, anch'essi condotti nei pressi diuna cava di pietra, in località Diyarbakir, e lì trucidati da un grosso reparto mistoformato da soldati e miliziani curdi. Sempre secondo i resoconti dei diplomatici

statunitensi, i corpi delle vittime vennero seviziati, spogliati e lasciati a marcire nellacava.

 Nel giugno 1916, dopo aver eliminato circa 150.000 militari di origine armena, iturchi decisero di uccidere anche un terzo degli operai armeni impiegati nellacostruzione e manutenzione dell'importante linea ferroviaria Berlino-Costantinopoli-Baghdad. Ma a questo punto, gli alleati tedeschi e austriaci, che da tempo avevano

 palesato il loro disappunto per le orrende carneficine, denunciarono finalmente, e inmaniera ufficiale, le atrocità turche. L'ambasciatore tedesco a Costantinopoli, il contevon Wolff-Metternich, si precipitò alla Sublime Porta, accusando direttamente Taalat

Pascià e il Ministro degli Esteri Halil Pascià "di inutili crudeltà e persino di atti disabotaggio". Tuttavia, le vibranti proteste dell'ambasciatore lasciarono impassibili icapi ottomani. Tutti i soldati armeni ("Battaglioni operai") che prestavano serviziomilitare regolare nell'esercito turco (cosa resa possibile da quando i Giovani Turchiera saliti al potere) furono eliminati di nascosto.Molti ufficiali e sottufficiali armeni, scampati ai massacri, tentarono di organizzaresui monti la resistenza. Nell'aprile 1915, nella città di Van, alcune migliaia di civiliarmeni riuscirono a disarmare la locale guarnigione turca, barricandosi nel nucleourbano dove resistettero per molti giorni alla controffensiva ottomana e curda; fino

all'arrivo, provvidenziale, di una divisione di cavalleria russa che nel mese maggioliberò dall'assedio quei disperati.Eguale successo ebbe poi la famosa resistenza del massiccio montuoso del Musa9

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Dagh, nei pressi di Antiochia (Golfo di Alessandretta). Su questo acrocoro non menodi 4.000 armeni resistettero per ben quaranta giorni agli attacchi dei reparti regolaridell'esercito ottomano e dei "volontari" civili turchi, segnando una delle pagine piùeroiche della storia del popolo armeno. Alla fine, proprio quando la resistenza

sembrava dover cedere di fronte alle preponderanza dell'avversario, i reduci vennerosalvati dal provvidenziale arrivo nel Golfo di Alessandretta di una squadra navalefrancese che riuscì in gran parte a trarli in salvo (l'epopea del Musa Dagh venne inseguito narrata da Franz Werfel nel suo celebre romanzo storico "I quaranta giorni diMusa Dah").Altri tentativi di resistenza non ebbero la medesima fortuna, come accadde ad Urfa.Qui, tutta la guarnigione armena, composta di ex-militari e civili, dovette soccomberealle soverchianti forze ottomane che, a battaglia conclusa, massacrarono tutti idifensori ancora in vita, compresi i feriti.Verso l'autunno del 1915, una volta eliminata la parte più giovane e combattiva dellanazione armena, il Ministero degli Interni ottomano iniziò a pianificare lo sterminiodi tutti gli adulti di età superiore ai 45 anni, che fino ad allora erano stati risparmiati

 perché ritenuti necessari al lavoro delle campagne, e degli ultimi prelati. Cometestimonia questo brano tratto da un dispaccio inviato dal Ministro Taalat Pascià algovernatore turco di Aleppo il 15 settembre 1915. "Siete già stato informato del fattoche il governo, su ordine del partito (Unione e Progresso), ha deciso di sterminarel'intera popolazione armena… Occorre la vostra massima collaborazione… Non siausata pietà per nessuno, tanto meno per le donne, i bambini, gli invalidi… Per quantotragici possano sembrare i metodi di questo sterminio, occorre agire senza alcuno

scrupolo di coscienza e con la massima celerità ed efficienza. Coloro i quali sioppongono a questo ordine non possono continuare a rimanere negli organici nellaquale vivevano 20.000 armeni), mostrarono pietà nei confronti degli armeni,arrivando anche a disubbidire alle direttive del governo. Tanto che, nel luglio del '15,dell'amministrazione dell'impero".In effetti in certi casi alcuni governatori (i vali) turchi, (come quello di Angora, cittàil governatore di Ankara - che si era opposto agli stermini - venne subito rimosso esostituito con un funzionario più zelante.Per risparmiare denaro e per razionalizzare al massimo l'operazione, la giunta dei

Giovani Turchi avviò una deportazione di massa (dalla quale talvolta vennero peròrisparmiati i medici o i tecnici utili al governo, come accadde nella città di Kayseri)in modo da concentrare in pochi siti isolati tutti gli armeni ancora in vita. Una delledestinazioni prescelte fu la desolata e poverissima regione siriana di Deir al-Zor,dove, dopo una marcia a piedi di centinaia di chilometri, intere famiglie armenevennero ammassate e trucidate nei modi più raccapriccianti, tanto da sollevare leinutili proteste di un gruppo di ufficiali tedeschi e austriaci che assistette a queitragici eventi. Queste deportazioni vennero architettate anche per facilitare l'espropriodei beni immobili armeni. Abbandonata la precedente prassi della distruzione dei

villaggi, molti dirigenti del partito dei Giovani Turchi e moltissimi funzionari di polizia e comandanti delle famigerate bande a cavallo curde ebbero modo diarricchirsi proprio in virtù di questi lasciti forzati.10

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Taalat Pascià, divenuto Gran Visir, arrivò addirittura addirittura a chiedereall'ambasciatore americano Morgenthau "l'elenco delle assicurazioni sulla vita che gliarmeni più ricchi (deceduti nei campi di sterminio) avevano precedentementestipulato con compagnie americane, in modo da consentire al Governo di incassare

gli utili delle polizze". Nell'inverno del '15 il rappresentante tedesco a Costantinopoli, conte Wolff-Metternich denunciò, in una missiva inviata a Berlino, questa "orribile prassi",accusando nuovamente i Giovani Turchi di "tradimento nei confronti della comunecausa tedesco-ottomana". L'ambasciatore tedesco agì in maniera talmente diretta daindurre Enver Pascià e Taalat Pascià a chiederne a Berlino la sua sostituzione, cosache in effetti avvenne nel 1916. A testimonianza delle dimensioni del fenomeno"espropriazioni", dopo la fine della guerra, nel 1919, lo scrittore e storico tedesco J.Lepsius nel suo Deutschland und Armenien stimò che nel 1916 "i profitti derivatiall'oligarchia dei Giovani Turchi e ai suoi lacché dai beni rapinati agli armeni fosseroarrivati a toccare la cifra astronomica di un miliardo di marchi".Dunque, gli uomini non più giovani, le donne e i bambini furono selvaggiamentedepredati, rapiti o uccisi o islamizzati a forza o, nel caso delle donne più giovani,inviate negli harem da militari turchi e bande curde lungo il tragitto. Le carovane deideportati venivano sistematicamente assalite anche da bande di malfattori fatte uscireappositamente dal carcere per costituire la cosiddetta "Teskilate maksuse"(Organizzazione Speciale), il cui compito era proprio quello di sterminare gli armeni,la stragrande maggioranza dei quali infatti non riuscì neppure ad arrivare nei campi diconcentramento.

Lungo il cammino, i prigionieri, lasciati senza cibo, acqua e scorta, muoiono amigliaia, anche perché scoppiarono terribili epidemie di tifo e vaiolo. D'altra parte per i pochi sopravvissuti la sorte non sarà migliore: periranno di stenti nel deserto o

 bruciati vivi, rinchiusi in caverne o annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero. Aqueste atrocità scamperanno solo i pochi armeni di Costantinopoli vicini alleambasciate europee, quelli di Smirne, protetti dal generale tedesco Liman vonSanders, gli armeni del Libano e quelli palestinesi.

 Nell'autunno del 1918, quando le forze inglesi del generale Edmund Allenby dopoavere sconfitto i turco-tedeschi a Megiddo, occuparono la Palestina e la Siria,

trovarono ancora in vita nei bordelli alcune decine di ragazze armene, tutte marchiatea fuoco dagli stenti e dalle malattie veneree. Sorte ancora peggiore toccò ai bambiniarmeni rinchiusi nei campi siriani. Gran parte di questi vennero infatti sottratti allemadri e inviati anch'essi in bordelli per omosessuali o in speciali orfanotrofi per essere rieducati come turchi musulmani da Halidé Edib Adivart, una mostruosavirago alla quale il governatore della Siria aveva affidato il compito di "raddrizzare laschiena alla ribelle gioventù armena".

 Nelle regioni orientali e settentrionali dell'Impero Ottomano, la situazione dellecomunità armene che erano riuscite a trovare rifugio nelle valli del Caucaso si fece

improvvisamente drammatica. In seguito alla rivoluzione bolscevica del 1917,l'esercito russo aveva infatti iniziato a ritirarsi dall'Anatolia orientale e dallaCiscaucasia, abbandonando gli armeni al loro destino. Rioccupata l'importante città-11

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fortezza di Kars, le forze ottomane, ormai libere di agire, iniziarono una meticolosacaccia all'uomo, arrivando a sopprimere circa 19.000 persone in poche settimane.Identica sorte che toccò a quei profughi cristiani che, rifugiatisi preventivamente inTranscaucasia, soprattutto in Georgia e nella regione caspica di Baku, vennero

massacrati dalle locali minoranze mussulmane tartare e cecene. Nel settembre del '18,nella sola area di Baku furono eliminati 30.000 armeni.La comunità armena contava circa 1.800.000 persone: solo 600.000 riuscirono asalvarsi, o perché scapparono in Russia, o perché vivevano nella parte occidentaledella Turchia. In pratica i 2/3 della popolazione armena residente nell'imperoottomano è stata soppressa, e regioni per millenni abitate da armeni non vedranno piùin futuro nemmeno uno di essi. Circa 100.000 bambini vennero prelevati da famiglieturche o curde e da esse allevati, smarrendo così la propria fede e la propria lingua.

 Nel 1927 il primo censimento della Repubblica turca indicò che la popolazionearmena ammontava a sole 123.602 persone.L'intervento del Vaticano, tramite il papa Benedetto XV, non produsse alcun effetto,in funzione anche del fatto che i turchi avevano proclamato la guerra santa.Successivamente, approfittando degli sconvolgimenti in corso in Russia a causa dellarivoluzione, gli armeni sotto il controllo dell'impero zarista si ribellarono e il 28maggio 1918 dichiararono la propria indipendenza.In seguito, dopo la presa di alcuni territori nell'Armenia turca, verrà proclamata lanascita della Repubblica Armena. Durante i lavori del Trattato di Sevrès venne

 perfino riconosciuta l'indipendenza al popolo armeno e la sua sovranità su gran partedei territori dell'Armenia storica ma, come altre volte in futuro, tutto resterà solo sulla

carta. Infatti il successivo Trattato di Losanna (1923) annullerà il precedente,negando al popolo armeno persino il riconoscimento della sua stessa esistenza.La caduta del regime turco alla fine del conflitto mondiale e la seguente ascesa allaguida del paese di Kemal Ataturk non cambiò la situazione. Infatti, tra il 1920 e il1922, con l'attacco alla Cilicia armena ed il massacro di Smirne, il nuovo governo

 portò a compimento il genocidio. 

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RESPONSABILI DEL GENOCIDIO

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 Talaat Djemal

Enver  Mustafa Kemal detto

Ataturk

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I PROCESSI

La disfatta ottomana nella grande guerra spinse i principali responsabili del genocidioad abbandonare il paese e molti di essi fuggirono in Germania. Quando, nell'ottobre1918, la Turchia si arrese alle forze dell'Intesa, i principali dirigenti e responsabili del

 partito dei Giovani Turchi e del Comitato di Unione e Progresso vennero arrestatidagli inglesi e internati per un breve periodo a Malta. Successivamente, un tribunalemilitare turco condannò a morte, in contumacia, Enver Pascià, Ahmed Gemal e

 Nazim, accusati di avere architettato e portato a compimento, tra il 1914 e il 1918,l'olocausto armeno.A loro carico venne intentato un processo svoltosi nel 1919 a Costantinopoli sotto ladirezione di Damad Ferid Pascià. Lo scopo non era evidentemente quello di rendere

giustizia al martoriato popolo armeno, ma di addossare le colpe dell'accaduto sullespalle dei Giovani Turchi, discolpando al tempo stesso la nazione turca in quanto tale.Il risvolto pratico del processo fu minimo, in quanto, nei confronti dei condannati,non vennero mai presentate richieste di estradizione e successivamente i verdetti dellacorte vennero annullati. L'importanza del procedimento sta comunque nel fatto che,durante il suo svolgimento, vennero raccolte molte testimonianze che descrivevano levarie fasi del genocidio, a partire proprio dalle dichiarazioni di chi ne era statoartefice.Altri processi vennero tenuti a riguardo di specifiche situazioni. A seguito di quello

 per i massacri del convoglio di Yozgat venne condannato il vice-governatore Kemal. Nel processo di Trebisonda si ammise la responsabilità del governatore e si descrisseil modo in cui venivano perpetrati gli annegamenti di donne e bambini. Nel processo

 per il massacro nella città di Karput venne giudicato in contumacia Behaeddin Chakir e si descrisse dettagliatamente il ruolo dell'Organizzazione Speciale.A seguito però della riluttanza delle autorità turche ed alleate ad eseguire le sentenzeda loro stesse emesse, il partito Dashnag creò un'organizzazione di giustizieri armeniche si incaricò di eliminare alcuni tra i principali responsabili del genocidio. Vennerocosì freddati Behaeddin Chakir, Djemal Azmi (il boia di Trebisonda), Djemal Pascià

(componente del triumvirato dirigente dei Giovani Turchi) e l'ex Ministro degliInterni Talaat, ucciso per le strade di Berlino il 15 marzo del 1921 da SolomonTehlirian. In quest'ultimo caso le colpe a carico di Talaat emerse durante il processofurono talmente terrificanti da far assolvere Tehlirian per l'omicidio da lui compiuto.Enver Pascià, il più intelligente e "idealista" dei Giovani Turchi, il propugnatorefanatico e determinato del Pan-Turanismo, si rifugiò tra le tribù turche della remotaregione asiatica centrale di Bukhara, dove pensava di portare a compimento larealizzazione del suo sogno, cioè la creazione di una Grande Nazione Turca.Agli inizi degli anni Venti Enver si mise a capo di una rivolta turco-mussulmana

contro il potere sovietico. Ma il 4 luglio 1922, egli venne circondato con il suo piccolo esercito da un grosso reparto bolscevico ( per combinazione guidato da unufficiale armeno) e ucciso. Con la morte di Enver tramontava per sempre il progetto14

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revanchista, di chiara matrice nazionalista e razzista, che non soltanto avevatrascinato la Turchia nel disastro del Primo Conflitto, ma che aveva contribuito ariaccendere l'atavico e mai sopito odio della popolazione turca nei confronti dellaminoranza armena cristiana.

Oggi, a distanza di tanti anni, quell'impetuoso rigurgito di intolleranza etnico-religiosa che scatenò la persecuzione contro gli armeni, sta - paradossalmente -interessando un'altra minoranza, quella curda, che da colpevole fiancheggiatrice diuna strage si è trasformata a sua volta in vittima di una logica di persecuzionespietata.

 Nel 1991 a seguito della dissoluzione dell'URSS è nata la Repubblica Armena sulleceneri dell'ex Repubblica Sovietica Armena. Il 90% dei territori dell'Armenia storica,comunque rimane sotto il controllo della Turchia che, oltre a non voler ammetterealcuna responsabilità riguardo al genocidio, rifiuta categoricamente la restituzioneanche parziale dei territori da loro occupati.

 Nel 1989 è scoppiata la guerra con il vicino Azerbaigian per il controllo dell'Artzak (Nagorno-Karabach) l'enclave armena in territorio azero, conclusosi con la conquistadell'indipendenza della provincia armena. Recentemente i rapporti tra curdi ed armenisono migliorati in seguito alle persecuzioni turche che hanno colpito entrambi i

 popoli, ma il governo di Ankara si ostina ancora a non voler riaprire la frontierakurdo-armena.Inoltre i rapporti tra l'Armenia e l'Azerbajan turcofono sono tuttora tesi a causa dellerivendicazioni azere sul territorio del neonato stato di Artzak e per le rivendicazioni

armene sul Nakitcevan, provincia affidata all'Azerbajan dal trattato russo-turco del1921, area che taglia i rapporti diretti tra lo Stato di Armenia e la provincia armena diTabriz in territorio iraniano.

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DISSIDENTI TURCHI

Il testo che segue è la traduzione italiana di un estratto da un'intervista concessa dal professor Halil Berktay, pubblicata sul periodico turco "Radikal" del 9 ottobre 2000.Il professor Berktay, turco, ha insegnato all' università di Harvard, all'UniversitàTecnica del Medio Oriente di Ankara ed all'Università Bogazici di Istanbul.Attualmente insegna all'Università Sabanci di Istanbul. Dopo aver conseguito i"bachelor" e "master" degree in economia all'università americana di Yale, haottenuto il dottorato in storia dall'Università di Birmingham. E' noto come specialistain storia turca moderna. Ha pubblicato tre libri in turco.

(Nota: i brani tra parentesi sono stati aggiunti dal traduttore per una migliore

comprensione del testo)

….Prima del 1915 vi furono il 1880 ed il 1890. Negli anni '90 (del XIX secolo),durante il regno di Abdul Hamid II, vi furono dei grandi massacri di armeni,ogniqualvolta furono percepiti degli indizi di insurrezione da parte di nazionalistiarmeni. Vi era una specie di ostilità di sangue che si era sviluppata fra gli armeni el'amministrazione ottomana. In particolare le tribù kurde ed i reggimenti "Hamidyè",che erano composti da kurdi, venivano sguinzagliati contro gli armeni. Infatti, inquesto "secolo di dissoluzione" (dell'Impero Ottomano) più che le forze militari

regolari, erano queste forze irregolari che venivano usate dall'Impero Ottomano,facendo assegnamento sulla loro primitività e violenza.

….In quel periodo (1915) vi erano 1.750.000 armeni che vivevano nell'AnatoliaOrientale. L'ordine di deportazione, emanato dal dominante triumvirato militare, eraredatto in modo da includere tutti gli armeni della regione, senza eccezioni. Questecose sono documentate per iscritto. Non c'era menzione di massacri o macelli. Igovernatori provinciali ed i comandanti di guarnigione avevano l'ordine di deportaregli armeni nelle regioni a sud degli attuali confini della Turchia. Ciononostante èchiaro che, in addizione a questi ordini ufficiali, separatamente, erano stati dati degliordini non scritti ai più rapaci membri dell' "Organizzazione Speciale" che adoravanola violenza e non erano vincolati dall'aderenza a qualsiasi normale codice morale.

…Vi erano da un lato una decisione ed un adempimento legali, e, da un altro lato, unaltro intero meccanismo che procedeva illegalmente.

….Chi emanò questi ordini (di sterminio) li fece eseguire tramite una specialeorganizzazione la "Teskilat-i Mahsusa".

…In aggiunta ad essi, dei turchi e delle tribù kurde attaccarono i convogli degliarmeni deportati. In aggiunta a questi effettivi massacri vi erano le terribili perditecausate dalle deportazioni attuate in terrificanti condizioni di privazione. Ovunque,16

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nel mondo occidentale, vi sono le fotografie di questi avvenimenti, che non si puòsopportare di guardare. La prima volta che io mi imbattei in queste testimonianzevisive, piansi e per vari minuti respirai difficilmente. Non vi sono differenze con leimmagini dei campi di concentramento o dei massacri in Africa. Poiché vi è un

numero immenso di persone in queste immagini.…Questi massacri non furono opera dell'esercito regolare ottomano o della

 burocrazia. Storicamente, in simili situazioni, l'esercito regolare e la burocraziaodiano e disprezzano questi "gruppi speciali" e bande che eseguono simili azioni.Possiamo notare che l'esercito ottomano e la burocrazia capirono quanto ciò fosseterribile, tanto da respingere i "gruppi speciali" creati indipendentemente (dallavolontà) dei governatori e comandanti di guarnigione i quali emanarono un ordine diarresto per catturare, nel 1915-16, Behaettin Sakir, (il principale responsabiledell'"Organizzazione Speciale" per lo sterminio degli armeni) l'uomo di Enver eTalat.

…L'esercito regolare ottomano e la burocrazia statale, in seguito alla ripugnanza chenutrivano per questi eventi ed al fine di discolparsi di fronte al resto del mondo,tentarono, più che poterono, di catturare, giudicare e punire i responsabili di questodisastro. E vi furono alcuni che furono definitivamente puniti. Dopo la fine dellaguerra nel 1918 e la sconfitta ottomana e la conseguente fuga di Enver, Gemal eTalat, che erano i principali responsabili (dello sterminio degli armeni) il parlamento(ottomano) istituì una commissione d'indagine proprio per questo scopo. Più tardi vi

fu una corte marziale a Istanbul. Fu un famoso processo. Sono stati pubblicati libri ininglese ed in turco a questo proposito.

…(In quell'occasione furono uccisi) dai 10.000 ai 20.000 musulmani (da parte degliarmeni). Ma non è una questione di "Essi ne uccisero pochi, mentre gli ottomani neuccisero molti". La questione è la seguente. Le attività delle bande di guerrigliaarmene erano generalmente localizzate, di piccola scala ed isolate. Ma se vi furonocentinaia di migliaia (di armeni) che perirono, avrebbe dovuto esserci una

 popolazione di una simile entità che (si salvasse) vagando attorno ai villaggi. In

aggiunta, è ingannevole porre la questione se Enver o Talat pascià abbiano dato unordine scritto ai Yesil o Catli (noti malfattori turchi odierni) di quei giorni. Essi nondiedero nessun ordine scritto e nessun ordine scritto simile sarà mai trovato. A questo

 proposito sono estremamente importanti le testimonianze di quei giorni. C'èun'enorme quantità di testimonianze oculari e di materiale visivo riguardanti gliavvenimenti armeni, che non raggiungono mai il pubblico turco. L'opinione pubblicaturca essenzialmente ignora ciò che la gente in Germania, Inghilterra, Francia edAmerica vede e legge."

Oltre a Halil Berktay un altro noto studioso turco dissidente è Taner Akcam.

Secondo una fonte molto attendibile un ufficiale dello Stato Maggiore turco haordinato all'editore del periodico di sinistra "Yeni Bin Yil" di non pubblicare più

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articoli del dottor Taner Akcam, storico turco residente in Germania, noto per esseredissidente (rispetto alla linea ufficiale turca) poiché a varie riprese ha pubblicamenteaffermato che lo sterminio degli armeni in Turchia è stato un genocidio.Taner Akcam ha inoltre invitato molti pubblicisti xenofobi, divenuti di punto in

 bianco esperti di questioni armene, di studiarsi bene i documenti ottomani chedimostrano il carattere genocidiario dei massacri armeni.Oltre a ciò lo studioso turco ha messo in risalto il fatto che Mustafà Kemal (Atatürk),il padre dell'odierna Turchia, ha a varie riprese denunciato lo sterminio degli armeni.Per questo motivo Akcam si è attirato le ire degli elementi più radicalmentenazionalisti che l'hanno bollato come traditore.Taner Akcam non costituisce un caso isolato, nel mondo accademico turco, e vi sonoaltri intellettuali che, più o meno esplicitamente, seguono la sua strada. Per bloccareuna volta per tutte la loro attività, il parlamento turco, subendo le pressionidell'onnipotente Stato Maggiore Generale dell'esercito, sta esaminando un disegno dilegge di modifica del codice penale per cui , verrà considerato reato l'uso del termine"genocidio" (soykirim), se usato per definire il destino subito dagli armeni durante la

 prima guerra mondiale.In Francia, in base ad una proposta di legge Gayssot, la negazione dell'Olocaustoebraico è un reato penalmente perseguibile. Mentre in Turchia, paese che desideraentrare a far parte della Comunità Europea , se verrà approvata questa legge volutadai militari, sarà il riconoscimento di un genocidio ad essere considerato reato.

 Non se la passa meglio di Taner Ackam un altro "dissidente" turco. Si tratta di Akin

Birdal, ex presidente dell'Associazione Turca per i Diritti Umani. Durante unsimposio, denominato "Settimana interculturale", tenutosi recentemente in Germania,Birdal ha testualmente affermato: " La Turchia si crea sempre dei nuovi nemici. Nel

 periodo dell'Unione Sovietica quel nemico era il comunismo, poi vennero gli armeni,i greci e successivamente i kurdi. La Turchia ha bisogno di pace. Tutti sanno che cosaè stato fatto contro gli armeni. La Turchia deve chiedere perdono per il genocidio

 perpetrato contro gli armeni e per le ingiustizie attuate nei confronti delle altreminoranze. Ismail Cem (l'attuale ministro degli esteri turco) è ebreo, dovrebbe dirlequeste cose".

Il tribunale per la Sicurezza Nazionale di Istanbul ha già aperto un'istruttoria neiconfronti di Birdal che, in base al codice penale turco, per queste sue affermazioni,viene accusato di istigazione all'odio interetnico. Rischia da uno a tre anni di carcere.

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DOPO IL GENOCIDIO

 Nel 1917, con la fine della I Guerra Mondiale e la conseguente caduta dell'imperoottomano, l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia furono occupate da forze imperialisteBritanniche con scopi commerciali e come piazze d'armi per una possibile invasionealla Russia. Nel 1918 l'insieme dei territori Russi abitati da Armeni si costituisceRepubblica indipendente. Nello stesso anno con l'armistizio di Mùdros cadedefinitivamente l'impero ottomano, aprendo la strada non solo agli Inglesi sempre più

 proiettati verso l'Unione Sovietica, ma anche ad altri Paesi con mire espansionistiche.Tra questi, gli U.S.A, che nel 1919 prendono il controllo dei territori Armeni. Inrisposta alle invasioni imperialiste nasce il "movimento turco Kemalista" fondato daMustafà Kemal Pascià, questo non impedisce alle forze Britanniche di conquistareCostantinopoli e di imporre nel 1920 il trattato di Sèvres che sancisce losmembramento totale dell'impero ottomano, che veniva così ridotto ad una piccolaregione dell'Anatolia centrale; poco dopo il suddetto trattattato, i Bolscevichi

 proclamano Repubblica Socialista Sovietica quei territori, abitati da Armeni, che nel1918 si erano dichiarati indipendenti. Schiacciato dagli Stati Uniti da una parte edagli Inglesi insieme ai neo alleati Greci dall'altra, Kemal decide di rivolgersiall'URSS che, ratificati i confini con la Turchia, dona al movimento Kemalista unanotevole quantità di armamenti e 10 milioni di rubli. Gli imperialsisti reagironoaizzando contro i Kemal l'Armenia dei Dasnaki e i Menscevichi Georgiani. Dopo un

 periodo di disordini è l'Armata Rossa a stabilizzare la situazione spegnendo gli ultimifocolai interventisti e controrivoluzionari che verranno sconfitti infine tra il 1921 e il1922 da una Turchia militarmente riorganizzata; ed è sempre nel '22 che laRepubblica che era stata proclamata dai Bolscevichi ( nel 1920) viene inserita nellaRepubblica Sovietica di Transcaucasia.

Finiti i periodi di disordini e rivolte la Turchia inizia un processo di ricostruzione enel 1923 con il trattato di pace di Losanna riottiene i suoi antichi territori e ilriconoscimento della propria indipendenza. Dalle ceneri dell'ormai decaduto stato

feudale, nasce un moderno stato borghese e il nuovo governo, eliminato il regime del partito dei Giovani Turchi, istituì (controvoglia e per ingraziarsi le potenze europeevincitrici) una corte marziale per giudicare i responsabili dello sterminio degliArmeni. Fu giustiziato un prefetto, ma molti fra i colpevoli, con il compiacentesostegno non solo delle autorità turche, ma anche delle potenze vincitrici, poteronofuggire o comunque vivere indisturbati.Poco dopo, e senza aver terminato i propri lavori, anche la corte marziale fu sciolta esolo alcuni fra i principali organizzatori del genocidio furono poi uccisi da parte digiustizieri armeni. Non ci fu quindi una Norimberga per il genocidio armeno che

rimase così impunito. Lo stato turco smise di perseguire i responsabili, incamerò tuttii beni mobili e immobili appartenenti agli armeni che vennero poi tutti espulsi dai

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confini statali, e diede inizio alla mistificazione della storia, prima non parlando maidello sterminio e negli ultimi decenni, negando apertamente il fatto.

Gli Armeni riescono solo nel 1936 a staccarsi dalla Transcaucasia diventandoRepubblica Socialista Sovietica Armena. Il regime di Stalin decapitò le alte sfere

 politiche della neonata Repubblica, ma in seguito i vertici sovietici manifestarono unamaggiore tolleranza e contemporaneamente cercarono di favorire in tutti i modil'immigrazione degli Armeni della Diaspora. 

Si deve aspettare il 1991 per vedere lo stato Armeno finalmente libero indipendente ,esattamente sino al 1991 quando, Con la caduta dell' U.R.S.S., nel 1991, lo Statoarmeno raggiunge la tanto agognata autonomia e si schiera a fianco dell'EnclaveArmena di Nagorno-Karabakh per richiederne l’autonomia rispetto alla Repubblicadell’Azerbaigian a cui Stalin nel 1921 l’aveva affidata .Tra la maggioranza armena

 presente nella regione del Karabakh e la minoranza azera i rapporti continuano ad

essere difficili e sono quotidiani gli scontri . Gli armeni spingono per ottenere la piana autonomia del territorio e nel febbraio del 1988 il Soviet del Karabagh a largamaggioranza vota per una riunificazione con la Repubblica d’Armenia. Dopo pochigiorni alla periferia di Baku scoppia un pogrom contro il quartiere armeno concentinaia di morti .E’ l’inizio di una vera e propria guerra tra gli armeni delKarabakh e l’Azerbaigian che si conclude con un armistizio a cui tuttora non faseguito una vera e propria pace.

  Nel 1997, i due contendenti strinsero un accordo, in base al quale, la regione inquestione viene a godere di piena autonomia.

La vita politica del giovane stato Armeno continua ad essere caratterizzato da forteinstabilità e violenza. L'apice è stato raggiunto con l'assassinio in pieno parlamentodel primo ministro Sarkisjan, del presidente della camera, di un altro ministro e dicinque deputati nell'ottobre del 1999.

Attualmente il Genocidio Armeno, pur godendo di una innegabile mancanza diriscontro mediatico, come quello dato ad esempio a quello Ebraico, è statoriconosciuto da diversi Paesi. Tra questi anche l'Italia che lo ha fatto con una mozioneal Parlamento nel 2000. Alla lista delle nazioni che riconoscono la strage, manca però

l'imputato principale : la Turchia.Dal punto di vista Armeno la condotta Turca è imperdonabile e non ha ragione diessere ed incomprensibile è il rifiuto di un dialogo con gli antichi aguzzini,.Come

 Nel 2005 quando alla richiesta del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan diaffidare ad una commissione di storici turchi e armeni il giudizio sulla realtà dei"fatti del 1915", il presidente Armeno Robert Kocharyan così rispose :«Èresponsabilità dei governi sviluppare relazioni bilaterali e noi non abbiamo il dirittodi delegare tale responsabilità agli storici. Ecco perché abbiamo proposto ed ancora

 proponiamo che, senza pre-condizioni, stabiliamo normali relazioni tra i nostri due

 paesi.».

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Dal punto di vista turco invece, la questione è sempre stata fraintesa e più volte leautorità statali hanno cercato di rigirare la situazione arrivando a sostenere che imassacri furono giustificati dalla minaccia che costituiva la popolazione armena filo-russa entro i confini turchi, oppure sottolineando spesso il numero dei turchi morti

durante la I Guerra Mondiale al solo scopo di ridimensionare il numero dei mortiarmeni. Il negazionismo ( atteggiamento storico culturale, che fa uso di una serie distrumenti dialettici per negare l'evidenza dei fatti ) turco ha congelato il procedimentodi annessione della Turchia nell'Unione Europea, dato che nazioni come la Franciaconsiderano reato tale negazione.

Proprio la Francia negli ultimi giorni ha riportato alla ribalta l'argomento approvandoil 22 dicembre una proposta di legge che condanna “la contestazione o laminimizzazione grossolana” delle uccisioni di massa che vengono riconosciute dallalegge come “genocidi”. Il voto ha causato una crisi diplomatica tra la Francia e la

Turchia. La Francia ha risposto richiamando in patria il suo ambasciatore, mentrecontro la manovra un migliaio di persone ha manifestato per tutta la mattina del 22davanti alla sede dell’Assemblea Nazionale a Parigi, sventolando bandiere francesi eturche e scandendo slogan, tra cui “la storia non deve servire la politica” e “ildibattito storico non è un dibattito politico” . La Turchia accusa il presidente franceseSarkozy di voler approvare la legge solamente come calcolo elettorale in vista delleelezioni del prossimo aprile, dato che in Francia vivono circa mezzo milione diarmeni; il presidente turco, Abdullah Gül, è intervenuto di persona nel dibattito,dicendo che quella francese è una legge “inaccettabile”. L’approvazione

dell’Assemblea Nazionale non è tuttavia sufficiente a far diventare definitiva lalegge, dato che ora è necessario un voto del Senato francese, che richiederà diversimesi e che non ha un esito scontato. L’uccisione degli armeni è stata riconosciuta“genocidio” dalla legge francese nel 2001, e nel 2006 l’Assemblea aveva già passatouna legge che ne criminalizzava la negazione, ma il testo venne poi respinto dalSenato.

 Nonostante il recente interessamento dei media alla questione Armena, le stragi adanno di tale popolazione per mano Turca restano tutt'ora sconosciute ai più e c'è dachiedersi come, all'interno di una moderna e per così dire civile società, questo sia

 possibile. Varie sono le cause per definire deplorevoli tale avvenimenti, masicuramente un posto di primo piano spetta alla disinformazione che ha creato intornoal genocidio armeno una spessa cortina di fumo negando a questi un non comunquesufficiente risarcimento e permettendo ai loro carnefici di rimanere impuniti per quasiun secolo. Carnefici che ora avanzano proposte di annessione all'Europa e degradanola questione ad una semplice incomprensione. Incomprensione che dopo tutto ècostata solo la bellezza di 1.300.000 morti, tra esecuzioni di massa e stenti, per non

 parlare delle migliaia di famiglie distrutte e degli incalcolabili danni arrecati alla popolazione in generale.

La strage, a detta della Turchia, che nega comunque che una strage ci siaeffettivamente stata, ha diversi moventi, dalla religione alla paura di un Armenia

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 braccio armato della Russia. Resta comunque un unico fine, quello di una nazioneche è disposta a cancellare un'intera popolazione per scopi economici, volendoaquisire nuovi territori, nuovi beni per eliminare una possibile "concorrenza". Il finedi allora è la stessa causa che oggi impedisce alla gran parte delle Nazioni di

riconoscere il genocidio: l'economia e il denaro. Denaro che risulta quindi piùimportante della coscienza di riconoscere la morte di quasi un milione e mezzo diessere umani. Denaro che spingerà comunque la Turchia dentro l'Unione Europea,che pur riluttante alla fine dovrà cedere alla prospettiva sin troppo allettante diattingere alla ricchezza turca.

Il genocido armeno, come qualsiasi altra strage non è altro che un piccola goccia nelfiume della storia e se anche non sarà mai riconosciuto dalle masse e i colpevoli non

 pagheranno mai per i propri crimini, come tutto ciò che ci ha preceduto deve esseresempre e comunque ricordato e impresso nella memoria collettiva. Perchè solo nella

storia passata troviamo le risposte che tanto ci assillano per il futuro e solo ricordandoil male che siamo capaci di commettere in quanto esseri umani, possiamo sperare diriuscire un giorno a diventare persone migliori

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Civili armeni in marcia forzata verso il campo di prigionia diMezireh, sorvegliati da soldati turchi armati. Kharpert, Impero

Ottomano

Donna armena inginocchiata accanto al corpo d'una bambina

morta nei campi

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TAPPE DELLA CIVILTA' ARMENA

• 3.000 a.C.: Fonti storiche greche e assire testimoniano di una presenza armenain Anatolia.

• 93 a.C.: Fondazione del primo impero armeno.• 69 a.C.: Lucullo sconfigge Tigrane, che nel 66 a.C. deve accettare la protezione

romana di Pompeo.• 301: Gli armeni sono il primo popolo a riconoscere il cristianesimo come

religione di stato.• 387: L'Armenia viene spartita tra i bizantini e i persiani.• 885: Ritorno dell'impero armeno indipendente.• 1070: L'Armenia è invasa dai turchi selgiuchidi e poi dai mongoli.• 1502: L'Armenia è divisa dai turchi ottomani, che si annettono la parte

occidentale, e i persiani ad oriente.• 1828: I russi sconfiggono i persiani e li sostituiscono nell'occupazione

dell'Armenia orientale.• 1915: Il governo dei "Giovani Turchi" dà il via al genocidio degli armeni

residenti in Turchia.• 1918: La Russia, sconvolta dalla rivoluzione bolscevica, si ritira dal conflitto

mondiale e perde il controllo del Caucaso: l'Armenia russa ne approfitta e il 28maggio dichiara la propria indipendenza.

• 1919: Gli armeni riconquistano qualche territorio anche nell'Armenia turca edichiarano la fondazione della Repubblica armena unificata.

• 1920: Il trattato di Sevrès riconosce l'indipendenza armena e curda; sidovrebbero ristabilire i confini tra Turchia e Armenia ma tutto rimane sullacarta. Di fatto esiste solo una repubblica socialista sovietica armena concapitale Erevan, in quanto il genocidio ha eliminato quasi del tutto gli armeniin Turchia.

• 1921: Dal 1921 al 1936 con la Georgia e l'Azerbaigian l’Armenia forma laRepubblica Federativa Sovietica della Transcaucasia.

• 1923: Il trattato di Losanna annulla quello di Sevrès.• 1936: Nasce la Repubblica Socialista Sovietica dell'Armenia, che si stacca da

quella transcaucasica.• 1988. A Sumgait, sobborgo di Baku, centinaia di armeni vengono uccisi e case

e negozi saccheggiati• 1989: Inizia il conflitto tra la repubblica sovietica armena e quella azera per il

controllo sulle terre armene del Nagorno-Karabakh. Gli azeri, di lingua turca edi religione musulmana scita, si oppongono agli armeni di queste terre, che in

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tutto sono circa 180.000 persone (l'80% della popolazione) e che vorrebberoricongiungersi con la loro repubblica limitrofa. I nazionalisti azeri hannocompiuto un pogrom anti-armeno nella città di Sumgait.

• 1991: Dopo il crollo dell'Urss, l'Armenia si dichiara indipendente e diventa

semplicemente repubblica d'Armenia.• 1992: La repubblica armena aderisce alla CSI.• 1994: Il movimento nazionalista panarmeno HHSh (il partito del presidente)

mette fuori legge, nel Nagorno-Karabakh, gli azeri, aprendosi la strada per lemodifiche costituzionali (rafforzamento dei poteri presidenziali) e per l'elezione della nuova Assemblea nazionale nella quale lo HHSh conquistava119 dei 190 seggi (luglio 1995).

• 1996: Le elezioni presidenziali riconfermano Petrosyan alla guida del paese,nonostante l'accusa di brogli elettorali. Nel novembre successivo vienenominato il nuovo primo ministro, Armen Sarkissan, e si procede a un ampiorimpasto del governo.

• 1997: Sarkissan viene sostituito da Robert Kotcharian, presidentedell'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabah. La crescente tensionetra le due nazioni sfocia, nell'aprile 1997, in nuovi scontri alla frontiera che

 provocavano la morte di numerosi militari.

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 PROFESSORI:

Supervisione del progetto - Prof. Aldo Accardo

Rappresentante della comunità armena - Irma Toudjian

Collaboratore del progetto - Prof. Giuseppe Baldino

Pacinotti:

V A - prof. Vinicio Garau 

V B - prof.ssa Elsa Serra

IV E ; V E - prof. Ettore Martinez - ideatore e coordinatore del progetto

V G - prof.ssa Andreana Demontis

Prof. Salvatore Orrù - ideatore del logo

Prof. Silvano Deplano - D.S. del liceo

Siotto:

III I - prof. Fabrizio Oppo

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 ALUNNI:

IV E

Abis Gian PaoloBoi StefanoCabitza MarcoCaredda MarcoCasu CristinaCasu Susanna

Demurtas FabioDessi CarlaDessi EmmaFloris LucaLavena MarcoMeloni EugenioOnnis MarcoPani FiammettaPiludu ElenaPiras GiacomoRuggeri Valentina

Strazzera EleonoraUsai DanieleZinnarosu Camilla

V G

Collesi Simone

V E

Atzeni LucaBordigoni BiancaCarta EleonoraFalchi ClaudiaFanni AlessiaFrau Alessio

Lai SilviaMoi MauraOgana GianlucaPiludu AlessioPiras LucaPisanu IlariaRuggiu SimoneSollai EleonoraSechi BeatriceZuddas Eleonora