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Alberto Andreani Cinzia Frascheri Gestione dei nuovi obblighi di formazione Secondo l’Accordo Stato-Regioni e le Linee Guida Applicative Nel CD-Rom il software Gestione formazione che permette di tenere sotto controllo e pianificare i corsi di formazione di ogni singolo lavoratore. Gestione dello scadenziario e redazione del libretto formativo

Gestione dei nuovi obblighi di formazioneGESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE 10 scenze utili alla identi ficazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro”,

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Alberto AndreaniCinzia Frascheri

Gestione dei nuovi obblighi di formazione

Secondo l’Accordo Stato-Regioni e le Linee Guida Applicative

Nel CD-Rom il software Gestione formazione che permette di tenere sotto controllo e pianificare

i corsi di formazione di ogni singolo lavoratore.Gestione dello scadenziario

e redazione del libretto formativo

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INDICE GENERALE

INDICE GENERALE

PREFAZIONE ............................................................................. 9

CAPITOLO 1 LE DISPOSIZIONI DELL’ART. 37 E I CONTENUTI DELL’ACCORDO STATO-REGIONI DEL 2011 13

1.1 Principali disposizioni previste ai sensi dell’art. 37......................................................................13

1.2 Lavoratori stagionali ...................................................191.3 Lavoratori immigrati ...................................................221.4 Ruolo degli organismi paritetici nella formazione .....271.5 L’organizzazione della formazione...........................361.5.1 Individuazione del soggetto organizzatore del corso

(lett. a), del Punto 2) ..................................................401.5.2 Individuazione del responsabile del progetto

formativo lett. b) del Punto 2 .....................................421.5.3 Individuazione dei nominativi dei docenti

lett. c) del Punto 2 ......................................................431.5.4 Declinazione dei contenuti del percorso formativo

lett. g), del Punto 2 ....................................................441.5.5 Numero massimo di partecipanti in aula non oltre 35 ..

unità lett. d), del Punto 2 451.5.6 Registro di presenza dei partecipanti

lett. e) del Punto 2 ......................................................461.5.7 Obbligo di frequenza del 90% delle ore

di formazione previste lett. f), del Punto 2 .................471.5.8 Rilascio degli attestati di frequenza e di superamento

della prova di verifica - Punto 7 .................................481.5.9 Indicazioni e firma del soggetto organizzatore

del corso .....................................................................511.5.10 Normativa di riferimento ...........................................51

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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1.5.11 Dati anagrafici e profilo professionale del corsista .... 521.5.12 Specifica della tipologia di corso seguito

con indicazioni del settore di riferimento e relativo monte ore frequentato ............................................... 52

1.5.13 Periodo di svolgimento del corso ................................ 531.6 Requisiti dei docenti....................................................541.6.1 Criteri di qualificazione della figura del formatore

per la salute e sicurezza sul lavoro ........................... 561.7 Metodologia di insegnamento/apprendimento .....641.7.1 Utilizzo delle modalità di apprendimento e-Learning ... 65

1.8 Formazione dei lavoratori ..........................................691.8.1 Modulo di Formazione generale del lavoratore ......... 731.8.2 Modulo di Formazione specifica del lavoratore ........ 741.8.3 Lavoratori non impegnati nei reparti produttivi ....... 821.8.4 Lavoratori appartenenti al comparto

delle costruzioni ......................................................... 831.8.5 Lavoratori formati a corsi di formazione

professionale ............................................................... 841.9 Formazione per i preposti ..........................................841.10 Formazione dei dirigenti ............................................911.11 Crediti formativi ........................................................1001.12 Aggiornamento ..........................................................1031.13 Riconoscimento della formazione pregressa .........1061.14 Aggiornamento dell’accordo ...................................1071.15 La formazione per gli Addetti ed il Responsabile

del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi......................................................................108

CAPITOLO 2 LE DISPOSIZIONI DELL’ART. 34 E I CONTENUTI DELL’ACCORDO STATO-REGIONI DEL 2011 111

2.1 Premessa .....................................................................1112.2 Individuazione dei soggetti formatori

e sistema di accreditamento .....................................1122.3 Requisiti dei docenti..................................................1152.4 Organizzazione dei corsi ..........................................115

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INDICE GENERALE

2.5 Metodologia di insegnamento e apprendimento..1162.6 Articolazione del percorso formativo .....................1172.7 Valutazione e certificazione .....................................1192.8 Aggiornamento ..........................................................1202.9 Diffusione delle prassi...............................................1232.10 Crediti formativi ........................................................1232.11 Adempimento degli obblighi formativi in caso

di esercizio di nuova attività ....................................1242.12 Disposizioni transitorie.............................................1242.13 Aggiornamento dell’accordo....................................126

CAPITOLO 3 ACCORDO STATO REGIONI PER L’INDIVIDUAZIONEDELLE ATTREZZATUREPER LE QUALI È RICHIESTA UNA SPECIFICA ABILITAZIONE 127

3.1 Premessa......................................................................1273.2 Individuazione delle attrezzature di lavoro ..........1273.3 Individuazione dei soggetti

formatori e sistema di accreditamento ..................1303.4 Individuazione e requisiti dei docenti ....................1323.5 Organizzazione ..........................................................1333.6 Articolazione del percorso formativo .....................1333.7 Metodologia didattica ...............................................1343.8 Programma dei corsi .................................................1343.9 Attestazione ................................................................1353.10 Durata della validità dell’abilitazione

ed aggiornamento ......................................................1363.11 Registrazione sul libretto formativo

del cittadino .................................................................1363.12 Documentazione ........................................................1373.13 Riconoscimento della formazione pregressa .........1373.14 Buone prassi................................................................1393.15 Monitoraggio attività formative

e aggiornamento dell’accordo..................................139

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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3.16 Norma transitoria ......................................................1403.17 Clausola di salvaguardia e di non regresso...........140

ALLEGATI............................................................................... 143

ALLEGATO I...................................................................... 145ALLEGATO II .................................................................... 146ALLEGATO III A............................................................... 147ALLEGATO III B ............................................................... 150ALLEGATO III C ............................................................... 153ALLEGATO IV................................................................... 156ALLEGATO V A ................................................................ 159ALLEGATO V B................................................................. 162ALLEGATO V C ................................................................ 166ALLEGATO VI A............................................................... 170ALLEGATO VI B ............................................................... 173ALLEGATO VI C ............................................................... 176ALLEGATO VI D............................................................... 179ALLEGATO VII A ............................................................. 182ALLEGATO VII B .............................................................. 185ALLEGATO VIII A ............................................................ 187ALLEGATO VIII B............................................................. 190ALLEGATO IX A ............................................................... 193ALLEGATO IX B ............................................................... 196ALLEGATO IX C ............................................................... 199ALLEGATO IX D ............................................................... 202ALLEGATO IX E ............................................................... 205ALLEGATO IX F................................................................ 208ALLEGATO X .................................................................... 211

TESTI NORMATIVI E REGOLATIVI .............................. 215

• D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro - Estratto ............................................................... 217

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INDICE GENERALE

• Accordo 21 dicembre 2011Accordo tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sui corsi di formazione per lo svolgimento diretto, da parte del datore di lavoro, dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi, ai sensi dell’articolo 34,commi 2 e 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ............285

• Accordo 21 dicembre 2011Accordo tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano per la formazione dei lavoratori, ai sensi dell'articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 ...............................................................301

• Accordo 22 febbraio 2012Accordo ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano concernente l'individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, nonché le modalità per il riconoscimento di tale abilitazione, i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità della formazione, in attuazione dell'art. 73, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni. (Repertorio atti n. 53/CSR)..............................319

• Linee applicative del 25 luglio 2012Adeguamento e linee applicative degli accordi ex articolo 34, comma 2, e 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni e integrazioni........................363

IL SOFTWARE “GESTIONE FORMAZIONE” ............... 379

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PREFAZIONE

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Prefazione

Serve a poco avere leggi, regolamenti, accordi e relative sanzioni se nonsi riesce a creare una cultura fondata sulla necessità di pensare e di agire, intermini di sicurezza.

Questo traguardo può essere raggiunto, però, soltanto attraverso unacapillare attività di informazione e formazione, condotta con rigore scien-tifico e con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.

L’art. 20 del D.Lgs. 81/2008 prevede l’obbligo, per ciascun lavoratore, diprendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre perso-ne presenti sul luogo di lavoro, ma sottolinea che tale obbligo scaturiscesolo dopo che il datore di lavoro gli abbia forniti non solo i mezzi necessari,ma anche la formazione e le istruzioni necessarie per svolgere correttamen-te la mansione assegnatagli.

Il confronto con la normativa degli anni ’50, nella quale l’obbligo di “for-mare” i lavoratori non solo non veniva sanzionato, ma addirittura non eraneppure considerato, porta a concludere che tale obbligo costituisca, nelpanorama legislativo italiano di derivazione comunitaria, una delle piùimportanti innovazioni che non ha però, ancora, prodotto completamentei propri frutti, nonostante la distinzione che, correttamente e per la primavolta, il D.Lgs. 626/1994, traccia tra “informazione” e “formazione” e soprat-tutto nonostante l’enfatizzata importanza attribuita a quest’ultima dal legi-slatore, quale strumento operativo finalizzato al raggiungimento dicomportamenti umani consapevoli ed idonei alla prevenzione degli infor-tuni.

L’importanza di ottenere lo scopo di educare i lavoratori a mettere in attocomportamenti corretti viene rafforzata, dal legislatore, con l’introduzionedell’obbligo di “addestramento”, separato ed altro, rispetto all’informazionee alla formazione, ma assolutamente coerente con entrambe.

La competenza dei lavoratori si ottiene, ora, mediante tappe distinte diun medesimo percorso, che inizia con l’informazione, diretta a “fornire cono-

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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scenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambientedi lavoro”, prosegue con la formazione, finalizzata a “trasferire ai lavoratori edagli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze eprocedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza deirispettivi compiti in azienda” e termina con l’addestramento, il cui scopo è di“far apprendere ai lavoratori l'uso corretto di attrezzature, macchine, impianti,sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro”.

Ma la vera rivoluzione che caratterizza la moderna accezione di “formazio-ne” è legata soprattutto alla identica formulazione utilizzata, prima,dall’art. 22, c. 1, dell’abrogato D.Lgs. 626/1994 ed ora, dall’art. 37, c. 1, delD.Lgs. 81/2008, ove si sancisce che il datore di lavoro deve assicurare che“ciascun lavoratore” riceva una “formazione sufficiente ed adeguata”.

Il legislatore ha esplicitamente, quindi, vietata qualsiasi forma di adem-pimento formale e generale dell’obbligo, pretendendo che essa sia “mirataai destinatari” e commisurata ai rischi esistenti.

Pratica conseguenza di tale impostazione risulta essere la necessità, nellaprogettazione dei fabbisogni formativi dei propri lavoratori, di tener contonon solo delle caratteristiche personali degli stessi (basti pensare alla lin-gua parlata, ai contratti utilizzati o a genere di appartenenza), ma anchedell’evoluzione o dell’insorgenza di nuovi rischi.

Particolarmente utile, per tale interpretazione, appare l’insegnamentoconsolidato della suprema Corte di Cassazione che già in una sentenza del7 dicembre 2000 (sez. IV, ric. Fornaciari) esprime con efficacia il senso dellaformazione, che “significa anche e soprattutto che il datore di lavoro, educhi illavoratore ad avvalersi dei presidi infortunistici e si accerti che egli sia formato eeducato a servirsene”.

In altre parole ciò che differenzia radicalmente la legislazione degli anni’50 da quella attuale, è che in quest’ultima, la formazione è ormai parteintegrante dell’organizzazione del lavoro e come tale non può che esserecoerente con la valutazione dei rischi, anzi più correttamente occorrerebbedire che tra le misure di prevenzione e protezione da adottare, per garan-tire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, non possano nonessere presenti anche quelle legate all’informazione, alla formazione e,dove previsto, all’addestramento.

Inevitabile conseguenza dell’importanza strategica della formazione neiconfronti della salute dei lavoratori è la necessità di un’attenta e precisaattività di progettazione didattica, che a norma dell’ art. 33, c. 1, lettera d),del D.Lgs. 81/2008 deve essere assicurata dal datore di lavoro con l’indi-

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PREFAZIONE

spensabile supporto del proprio Servizio di Prevenzione e Protezioneaziendale.

Si deve passare da una formazione motivata, troppo spesso, dal timoredi una sanzione penale, ad una formazione “organizzata”, inserita in uncontesto efficace e condiviso, per raggiungere un obiettivo: la consapevo-lezza che il dovere di formare i lavoratori costituisce un obbligo di risultatoe non di mero comportamento.

Si ritiene che questa Premessa sia indispensabile per analizzare, nei capi-toli seguenti, la vera portata dei due Accordi del 21 dicembre 2011 – ema-nati in attuazione dell’art. 34, cc. 2 e 3 e dell’art. 37, c. 2, del D.Lgs. 81/2008– e di quello del 22 febbraio 2012, in attuazione dell’art. 73, c. 5 del mede-simo decreto.

Tali accordi costituiscono, pur nel loro fondamentale ruolo di indirizzodella formazione da erogare, unicamente uno strumento normativo fina-lizzato alla indicazione di un livello minimo di attuazione di tale obbligo,che va pertanto completato, all’occorrenza, con una formazione integrativaspecifica, direttamente correlata alla valutazione dei rischi di ciascunaazienda.

Questo libro, alla luce di quanto sopra esposto, non può e non vuole esse-re una specie di vademecum per la progettazione dei corsi o per l’indicazio-ne di un percorso formativo universalmente valido, ma ha l’ambizione dirappresentare un momento di riflessione sull’importanza della formazionee di costituire uno strumento operativo per la sua corretta erogazione.

In coerenza con tali finalità, il software allegato non serve a predisporreuna sorta di patente da esibire all’organo di vigilanza per dimostrare diaver correttamente adempiuto all’obbligo legale, e non vuole sostituire illibretto formativo del cittadino, previsto dall’art. 2, c. 1, lett. i), delD.Lgs. 276/2003, ma vuole costituire, in attesa della sua emanazione e nelrispetto delle indicazioni dell’art. 37, c. 14 del D.Lgs. 81/2008, uno stru-mento utile, al datore di lavoro ed ai suoi collaboratori, per la programma-zione della formazione da erogare, a ciascun lavoratore, durante la suaintera attività lavorativa.

Gli Autori

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DISPOSIZIONI DELL’ART. 37 E ACCORDO STATO-REGIONI

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1 Le disposizioni dell’art. 37 e i contenuti dell’Accordo Stato-Regioni del 2011

1.1 Principali disposizioni previste ai sensi dell’art. 37

L’art. 37, c. 1, del D.Lgs. 81/2008 prevede che il datore di lavoro assicuriche “ciascun lavoratore“ riceva una formazione sufficiente ed adeguata inmateria di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche,con particolare riferimento a:

a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazionedella prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali,organi di vigilanza, controllo, assistenza;

b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misuree procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore ocomparto di appartenenza dell’azienda.

Alla luce del c. 2 del medesimo articolo, la durata, i contenuti minimi e lemodalità di erogazione avrebbero dovuto essere definiti, mediante accor-do in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regionie le province autonome di Trento e di Bolzano, entro il termine di 12 mesidalla data di entrata in vigore del decreto stesso.

Finalmente il 21 dicembre 2011 l’”Accordo tra il Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome diTrento e Bolzano per la formazione dei lavoratori ai sensi dell'art. 37, c. 2, deldecreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”, è stato sancito, con oltre due anni diritardo, e l’11 gennaio 2012 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 8del 2012. Data quest’ultima che, solo alla luce di quanto innovativamentedisposto nelle Linee applicative (vedi pag. 301) è divenuta anche la data dal-la quale far coincidere l’entrata in vigore dell’Accordo.

Considerazione banale, ma importante per fugare qualsiasi dubbio inproposito, è che anche prima di tale data la formazione per i lavoratori eraobbligatoria e che quindi, l’Accordo del 2011 non sancisce un nuovo obbli-

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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go formativo, ma ne disciplina unicamente la durata, i contenuti minimi ele modalità di effettuazione, a far data dalla sua entrata in vigore.

L’art. 37, c. 3, del D.Lgs. 81/2008, prevede peraltro che l’Accordo del2011, ferme restando le disposizioni già in vigore, come ad esempio quellerelative a determinate attrezzature di lavoro (art. 73, c. 5), o al montaggiodi ponteggi (art. 136, c. 6, e Allegato XXI), definisca durata, contenuti mini-mi e modalità, anche per la formazione relativa ai rischi specifici trattati neititoli del D.Lgs. 81/2008, successivi al primo.

La formazione deve avvenire, a norma del c. 4 del medesimo art. 37, inoccasione:

a) della costituzione del rapporto di lavoro o dell’inizio dell’utilizzazione,qualora si tratti di somministrazione di lavoro;

b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;

c) della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnolo-gie, di nuove sostanze e preparati pericolosi;

e deve, per previsione del successivo c. 6, essere periodicamente ripetuta,in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi.

L’art. 37 del D.Lgs. 81/2008, innovando le previgenti previsione delD.Lgs. 626/1994, prevede peraltro che l’obbligo formativo posto a caricodel datore di lavoro, non si esaurisca con l’erogazione unicamente in capoai lavoratori, ma lo estende anche nei confronti dei preposti e, dopo l’ema-nazione del decreto modificativo 106/2009, anche dei dirigenti.

La modifica, di enorme valenza sia concettuale che operativa, prevedeche tali soggetti debbano ricevere, a cura del datore di lavoro, un’adeguatae specifica formazione ed un aggiornamento periodico, per poter svolgereal meglio i rispettivi compiti di controllo e di organizzazione, in materia disalute e sicurezza del lavoro.

In coerenza con tale finalità, la tipologia di formazione da erogare ai diri-genti e ai preposti, non è tanto diretta alla salvaguardia della propria salutee sicurezza, ma è finalizzata soprattutto a preservare quella delle personesottoposte alla loro direzione gerarchica.

A tale proposito è bene sottolineare immediatamente che l’Accordoattuativo del secondo c. dell’art. 37, è andato, giustamente, oltre i suoiobiettivi minimi ed ha definiti, pur non rendendoli obbligatori (ma attri-buendo loro una importante presunzione semplice di conformità legislati-va), anche la durata, i contenuti minimi e le modalità di attuazione dellaformazione per tali importantissime funzioni aziendali.

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DISPOSIZIONI DELL’ART. 37 E ACCORDO STATO-REGIONI

È opportuno infine precisare che, a norma del c. 12, dell’ormai più voltecitato art. 37, del D.Lgs. 81/2008, la formazione dei lavoratori, così comequella dei loro rappresentanti, deve avvenire in collaborazione con gliorganismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolgel’attività del datore di lavoro, durante l’orario di lavoro e non può compor-tare oneri economici a carico dei lavoratori.

Iniziando l’analisi dell’Accordo del 21 dicembre 2012 emanato ai sensidell’art. 37, c. 2, del D.Lgs. 81/2008, a partire dai contenuti della sua “Pre-messa”, va immediatamente sottolineato il campo di applicazione, cheriguarda, appunto, la durata, i contenuti minimi e le modalità della forma-zione, nonché dell’aggiornamento:

a) dei lavoratori e delle lavoratrici, come definiti all’art. 2, c. 1, lett. a);

b) dei preposti, come definiti all’art. 2, c. 1, lett. e);

c) dei dirigenti, come definiti all’art. 2, c. 1, lett. d);

d) dei soggetti elencati nell’art. 21, c. 1, del D.Lgs. 81/2008 (componentidell’impresa familiare, lavoratori autonomi, coltivatori diretti del fon-do, soci di società semplici operanti nel settore agricolo, artigiani e pic-coli commercianti).

Come è già stato detto in precedenza, peraltro, l’applicazione dei conte-nuti dell’Accordo del 2011, nei confronti dei dirigenti e dei preposti, èfacoltativa e non costituisce un obbligo giuridico, ma rappresenta un utileprincipio di prova per dimostrare che la formazione erogata è stata proget-tata e realizzata in modo conforme alle previsione dell’art. 37, c. 7, delD.Lgs. 81/2008.

Il datore di lavoro potrà quindi rispettare l’obbligo di impartire ai propridirigenti e preposti “un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamentoperiodico“ anche per mezzo di attività formative progettate e realizzate inmodo difforme rispetto alle previsioni dell’Accordo del 2011, ma in tal casonon potrà avvalersi della presunzione (semplice) che tali corsi siano con-formi alle previsioni di legge.

Conclusioni analoghe, vanno tratte per i soggetti elencati nell’art. 21 delD.Lgs. 81/2008: anche nei loro confronti le previsioni dell’Accordo del 2011rappresentano un utile parametro di riferimento, ma non sono obbligatorie.

Resta, ovviamente, invece ferma, anche per tali soggetti, l’obbligatorietàdi qualsiasi altra attività formativa prevista da “norme speciali“ quale, adesempio, quella che regolamenta le attività nei c.d. “siti confinati“, all’inter-no della quale si prevede l’ “integrale e vincolante applicazione anche del c. 2

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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dell'art. 21, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nel caso di imprese familiarie lavoratori autonomi“: ne consegue che, nel campo di applicazione delD.P.R. 177/2011, la formazione dei lavoratori familiari e dei lavoratoriautonomi è obbligatoria e non facoltativa.

Senza approfondire, in questa sede, il tema giuridico delle presunzionilegali, pare però opportuno accennare, brevemente, al loro significato ed allavalenza che deriva, dal punto di vista processuale, al loro riconoscimento.

Per presunzione, si intende in diritto, la conseguenza che la legge - o ilgiudice - traggono da un fatto noto, per risalire ad un fatto ignoto.

Esistono, su tale argomento, articolate e complesse regole che disciplina-no il potere del giudice di valutare liberamente le presunzioni ed è proprioda queste regole che nasce la distinzione tra:

● presunzioni semplici e

● presunzioni legali.

Le prime sono quelle che la legge lascia al libero apprezzamento del giudi-ce, le seconde invece sono quelle il cui valore probatorio è riconosciuto, unavolta per tutte, dalla legge senza che il giudice le possa valutare liberamente.

Tralasciando il fatto, qui inconferente, che le presunzioni legali, a lorovolta, si suddividono in assolute - contro cui non è ammessa la prova con-traria - e relative - contro cui invece la prova contraria è ammessa - va subitodetto che, in considerazione del fatto che la legge non lo ha ulteriormentespecificato, l’erogazione della formazione, ai dirigenti e ai preposti, secon-do le regole stabilite nell’Accordo del 21 dicembre 2011, costituisce solouna “presunzione semplice” di corretto adempimento, della quale, quindi, ilgiudice deve tenere debitamente contro, ma dalla quale non è vincolato.

Nel terzo periodo della “Premessa“ dell’Accordo ex art. 37 del D.Lgs. 81/2008 si precisa che la formazione ivi disciplinata “é distinta da quella previstadai successivi al I del D.Lgs. n. 81/08 o da altre norme, relative a mansioni o adattrezzature particolari“.

Ciò significa che la formazione regolamentata dall’Accordo del 2011 esau-risce l’obbligo formativo del datore di lavoro purché egli non sia tenuto allapredisposizione di ulteriori e specifici corsi imposti da norme “speciali“, inten-dendo per tali quelle che già individuino, o direttamente o rimandino ad unanormativa differente, in modo dettagliato, i relativi percorsi formativi.

Le Linee applicative (dal titolo “Adeguamento e linee applicative degli accordiex art. 34, c. 2, e 37, c. 2, e 37, c. 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e suc-cessive modificazioni ed integrazioni“ - pubblicate in G.U. n. 192 del 18 agosto

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2012), citano, specificando che si tratta solo di una elencazione indicativa enon esaustiva, tra tali norme speciali ad esempio, quella relativa all’utilizzodi determinate attrezzature di lavoro (vedi art. 73, c. 5, del D.Lgs. 81/2008 edel relativo Accordo Stato-Regioni, del 22 febbraio 2012), quella relativa almontaggio e smontaggio dei ponteggi (vedi art. 136, c. 6, e Allegato XXI delD.Lgs. 81/2008) ed infine quella relativa ai lavoratori esposti o potenzial-mente esposti a polveri di amianto (vedi art. 258 del D.Lgs. 81/2008).

Al contrario, non sono da considerarsi come “speciali” quelle norme incui si parli genericamente di “formazione adeguata” o si usino formule simili,senza che la normativa individui in modo puntuale e peculiare le caratte-ristiche dei corsi stessi.

In tali casi, come ad esempio, in materia di movimentazione manuale deicarichi (art. 169, c. 1, lett. b) del D.Lgs. 81/2008), o di utilizzo di attrezzaturemunite di videoterminali (art. 177, c. 1, lett. b) del D.Lgs. 81/2008) la forma-zione andrà, quindi, erogata applicando le disposizioni dell’Accordo sullaformazione dei lavoratori, seguendo le indicazioni contenute nella sua par-te denominata “formazione specifica”.

Le Linee applicative, sempre a tale proposito, precisano peraltro che, alfine di evitare la ripetizione di percorsi formativi equivalenti o addiritturasuperiori a quelli oggetto di regolamentazione da parte degli accordi del 21dicembre 2011, l’attività formativa impartita con modalità coerenti alledisposizioni di reciproco riferimento costituisce comunque (sia che sia sta-ta realizzata prima, che successivamente) credito formativo ai fini degliaccordi medesimi.

Con tale indicazione si è voluto riconoscere, ancora una volta, principalevalenza alla sostanza piuttosto che alla forma, riconoscendo validità - edincentivandone, anche per il futuro, l’effettuazione - a tutte quelle attivitàdi formazione specifiche e monografiche, mirate alle reali esigenze deglioperatori.

Quali esempi, vengono citati i casi della formazione prevista dal D.M. 16marzo 1998 del Ministero dell’ambiente, per il personale utilizzato in siti acui si applicano le norme relative alle attività a rischio di incidente rilevan-te e dal D.M. 16 ottobre 2009 del Ministero delle Infrastrutture e dei tra-sporti per i conducenti di alcuni veicoli stradali adibiti al trasporto di mercio passeggeri.

Le Linee applicative immediatamente dopo i due esempi appena ricordati,sull’argomento ribadiscono inoltre due concetti fondamentali, che dovreb-bero servire da indirizzo per l’intera lettura dell’Accordo del 21 dicembre2011, vale a dire che la formazione in parola non comprende l’addestramen-

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to, che ove sia necessario, deve essere sempre aggiuntivo e che comunqueessa deve essere progettata e realizzata tenendo conto delle risultanze dellavalutazione dei rischi, con la conseguenza che “il percorso formativo e i relativiargomenti possono essere ampliati in base alla natura e all'entità dei rischi presentiin azienda, aumentando di conseguenza il numero di ore necessario“.

Pertanto la formazione, così come individuata nell’Accordo del 21dicembre 2011, da erogare al lavoratore, e, per quanto facoltativa nell’arti-colazione, ai dirigenti e ai preposti, costituisce un percorso minimo chepuò essere considerato sufficiente, rispetto al dettato normativo, a condi-zione che “esso non debba essere integrato tenendo conto di quanto emerso dallavalutazione dei rischi“ o nel caso di introduzione di nuove procedure dilavoro, di nuove sostanze pericolose o di nuove attrezzature.

In modo non condivisibile, soprattutto considerati gli elevati dati infor-tunistici del comparto, l’Accordo del 2011 in parola prevede una deroga,nella propria applicazione, per i lavoratori stagionali impiegati nelle picco-le e medie imprese operanti nel settore agricolo, limitatamente a quelle“che impiegano lavoratori stagionali ciascuno dei quali non superi le cinquantagiornate lavorative e per un numero complessivo di lavoratori compatibile con gliordinamenti colturali aziendali“.

Per tali lavoratori (vedi il successivo par. 1.2), e solamente per loro, l’Accor-do del 2011 non si applica fino all’emanazione delle disposizioni semplifi-cative previste all’art. 3, c. 3 del D.Lgs. 81/2008 e comunque, in caso dimancata emanazione, per un periodo di 18 mesi dalla data di pubblicazio-ne dell’Accordo stesso, vale a dire fino all’11 luglio 2013.

Al Punto 6 della Premessa, “nell'ambito delle materie che non richiedanonecessariamente la presenza fisica dei discenti e dei docenti“, l’Accordo del 2011acconsente all’impiego di piattaforme e-Learning, rimandandone le moda-lità operative alle condizioni indicate nel proprio “Allegato I“.

Utilizzando, infine, una formulazione assai scarna, al Punto 7, si prevedepoi che la formazione possa avvenire “sia in aula che nel luogo di lavoro“.

Escludendo che l’interpretazione corretta possa essere quella di definire“aula“ il locale in cui tradizionalmente si svolgono le attività didattiche e diapprendimento solamente se ubicato all’esterno dell’azienda, occorre ritene-re che il legislatore abbia inteso permettere l’effettuazione di attività forma-tive anche nei siti ove vengono normalmente effettuate le attività lavorative.

Ovviamente ciò sarà consentito solo qualora l’attività lavorativa possaessere compatibile con quella formativa e soprattutto in quei casi in cui lavicinanza alla produzione, lungi dall’essere di intralcio, possa addiritturaconsiderarsi utile per un miglior apprendimento didattico.

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DISPOSIZIONI DELL’ART. 37 E ACCORDO STATO-REGIONI

1.2 Lavoratori stagionali

Considerata esclusivamente una deroga, quella posta in “Premessa”nell’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011, per quanto concernel’assolvimento dell’obbligo formativo nei riguardi dei lavoratori stagionalinel settore agricolo, dall’analisi puntuale del testo e sulla base dei precettinormativi vigenti, specifici sul punto, emergono elementi importanti di cuioccorre tener conto.

Inquadrando i lavoratori a cui l’Accordo del 2011 fa preciso riferimento,citando in modo diretto l’art. 3, c. 13, del D.Lgs. 81/2008, occorre precisare,in primo luogo, che non si tratta di tutti i lavoratori impegnati nel settoredell’agricoltura, ma di una sola specifica tipologia contrattuale.

Il riferimento puntuale che viene riservato dal legislatore nazionale,difatti, nell’ambito della normativa vigente in tema di prevenzione e pro-tezione, è riservato alle piccole e medie imprese operanti nel settore agri-colo che impiegano “lavoratori stagionali” per un periodo non superiore,valutato singolarmente, “cinquanta giornate lavorative e per un numero com-plessivo di lavoratori compatibile con gli ordinamenti colturali aziendali”.

Ponendo una particolare attenzione alle specificità dell’attività svolta,alla tipicità contrattuale di tali lavoratori occupati e alla ridotta dimensio-nalità delle realtà lavorative coinvolte, il legislatore nazionale ha intesoriservare un percorso regolativo dedicato, individuando nei temi della for-mazione, dell’informazione e della sorveglianza sanitaria, gli ambiti su cuidelineare mirati precetti.

Cogliendo però il preciso dettato del testo, concentrato nel c. 13, si evi-denzia anche in modo chiaro e diretto la reale e concreta volontà del legi-slatore nell’essere pienamente coerente con il complessivo nuovo impiantodi tutela della salute e sicurezza sul lavoro, introdotto a partire dalla rifor-ma generale della materia del 2008.

Pur risultando, difatti, in modo inequivocabile l’impegno demandato aiministeri competenti di legiferare in modo dedicato sulle materie indivi-duate - nell’ambito dello specifico settore di riferimento e nei riguardi dei(soli) lavoratori stagionali - di altrettanta chiarezza è il fine di tale specificoimpegno regolativo che si concentra nell’emanazione di “disposizioni persemplificare gli adempimenti” nelle tre aree tematiche dapprima elencate.

A tale riguardo, non può quindi risultare secondario cogliere che il rimandopuntuale che viene disposto dal legislatore, all’art. 3, c. 13, non riguarda nél’intera materia della tutela della salute e sicurezza sul lavoro, né i precetti

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generali previsti, ma bensì alcuni mirati interventi volti a “semplificare gli adem-pimenti”.

Poiché, pertanto, il pesante ritardo accumulato nell’adempiere al mandatolegislativo (che avrebbe dovuto risolversi al massimo entro 90 giornidall’entrata in vigore del D.Lgs. 81/2008, come previsto nel testo) deve essereriferito in modo circoscritto alle sole disposizioni di semplificazione dei pre-cetti normativi, per quanto concerne complessivamente i principi generalidettati dalla normativa prevenzionale vigente, tra cui quindi anche i temi inparola, non si può che considerarli validi e attuali anche per le aziende agri-cole occupanti “lavoratori stagionali” (fino alle “cinquanta giornate lavorative”).

Ulteriore indicazione di significativo rilievo che proviene dal testo, qualepuntuale volontà del legislatore coerente con l’impianto generale del testo diriforma, è la possibilità prevista di definire specifiche modalità di attuazionedelle previsioni normative (in attesa della regolazione ministeriale) da partedella contrattazione collettiva. Opportunità prontamente raccolta dalle Partisociali di settore che, in data 16 settembre 2011, hanno inteso concretizzaremediante l’individuazione congiunta di alcune disposizioni, a valenza tran-sitoria, facendole confluire in un Avviso comune - del quale riportiamo quidi seguito uno breve stralcio relativo al tema dell’info-formazione - determi-nando uno scenario ben diverso da una situazione di assoluta assenza diregole, come potrebbe apparire da una lettura superficiale della derogaposta nella “Premessa” dell’Accordo, del 21 dicembre 2011, rimanendo stret-tamente legati al mero significato delle parole che dispongono che i precetticontenuti nel testo “non si applicano nei confronti dei lavoratori stagionali”.

Avviso Comune recante indicazioni per l'attuazione dell'art. 3, c. 13, del D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81

stipulato tra Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Fedagri-Confcooperative,

Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital e

Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil

Informazione e formazioneGli adempimenti relativi alla informazione e formazione, limitatamente ai lavoratori indivi-duati dal presente accordo, possono essere assolti mediante consegna al lavoratore diappositi documenti, certificati dalla ASL o dagli enti e dagli organismi bilaterali del settoreagricolo e della cooperazione di livello nazionale o territoriale, che contengano indicazioniidonee a fornire conoscenze per 1"identificazione, la riduzione e la gestione dei rischi non-ché a trasferire conoscenze e procedure utili all'acquisizione di competenze per lo svolgi-mento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda ed all'identificazione, alla riduzione edalla gestione dei rischi.

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DISPOSIZIONI DELL’ART. 37 E ACCORDO STATO-REGIONI

Riconoscendo, quindi, piena evidenza e validità, sul piano temporale, del-la deroga prevista dall’Accordo (della durata massima di diciotto mesi dalladata di pubblicazione - fino quindi all’11 giugno 2013), e pur non conside-rando le regole pattizie introdotte con l’Avviso comune disposizioni a carat-tere precettivo (e dal valore erga omnes), non si può ugualmente ritenere, adoggi, il datore di lavoro agricolo totalmente escluso da qualsiasi obbligo, intema di formazione, nei riguardi dei propri lavoratori stagionali (riferendocisempre a coloro che sono occupati fino a “cinquanta giornate lavorative”).

Il datore di lavoro dell’impresa agricola, difatti, sarà comunque chiamatoad assolvere all’obbligo formativo nei riguardi dei propri lavoratori, nondi certo dovendo rispettare in modo vincolante e puntuale le disposizionidell’Accordo (che entreranno in vigore comunque, in mancanza di dispo-sizioni interministeriali, nel 2013), ma dovendo applicare in modo puntua-le le regole generali dettate dalla normativa prevenzionale di tutela, giàvigenti prima ancora dell’entrata in vigore del D.Lgs. 81/2008 e ancoraoggi pienamente prescrittive.

In primo luogo, difatti, nel più ampio rispetto della norma di chiusura det-tata dall’art. 2087 del cod. civ., nei riguardi del datore di lavoro vige l’obbligodi garantire la costante e piena tutela dei propri lavoratori (per quantoriguarda “l’integrità fisica e la personalità morale”), nell’ambito dell’attivitàlavorativa, prevedendo per questo l’impegno costante e fattivo non solo dirimuovere ogni possibile ostacolo all’attuazione di tale condizione, maponendo in essere azioni pro-attive volte a garantirne la piena realizzazione.

È in questo senso che, a monte dal richiamare quanto previsto all’art.15,del D.Lgs. 81/2008 (già art. 3, del D.Lgs. 626/1994), nel quale si indica pun-tualmente “l’informazione e formazione” dei lavoratori, quali misure generalidi tutela, e il riferirsi al fondamentale e specifico obbligo posto a carico deldatore di lavoro, all’art. 37, c. 1, di assicurare che “ciascun lavoratore ricevauna formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza”, qualeprincipio fondamentale cardine della prevenzione, posto al di sopra diogni declinazione specifica, sussiste un obbligo generale a cardine dellatutela a carattere prevenzionale che individua nell’impegno info-formati-vo uno degli interventi necessari (vedi par. 1.8).

È importante, difatti, in questo senso non trascurare l’espressione utiliz-zata nell’Accordo, nell’ambito del punto riferito alla deroga, dove si preci-sa che a non dover essere applicato è “il presente accordo” e non di certo ilpiù ampio e fondamentale obbligo di formazione previsto a carico dl dato-re di lavoro nei riguardi di tutti coloro che a diverso titolo svolgono unaattività lavorativa nell’ambito della sua organizzazione.

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Tante sono, ad oggi, in questo senso le sentenze che attribuiscono pienaresponsabilità al datore di lavoro, in caso di infortuni e malattie professio-nali, determinatisi a causa della mancata informazione e formazione “ade-guata e sufficiente” dei lavoratori, a piena conferma di quanto tali interventirappresentino una delle principali e prioritarie attività di prevenzione.

Sulla base poi dei dati che collocano il settore dell’agricoltura al primoposto (considerato il numero degli addetti) per quanto riguarda i casi diinfortuni gravi e mortali e, non di meno, per quanto concerne le malattieprofessionali, da contatto e per via respiratoria (per questo rimandiamo,alla Campagna nazionale sulle malattie professionali che si è proprio occu-pata del settore agricolo), ritenere che per i prossimi diciotto mesi i lavora-tori agricoli non avranno diritto ad essere formati in tema di tutela dellasalute e sicurezza sul lavoro, è quanto mai difficile poter pensare si possaa ragione sostenere tale posizione basandola esclusivamente sulla pedisse-qua lettura del testo normativo e degli atti regolativi.

A conferma di quanto fino a qui sostenuto, si richiama la sentenza dellaCass. 21 marzo 2012, n. 11112, attraverso la quale è stato accusato il datoredi lavoro di omicidio colposo ai danni di un lavoratore.

La Cassazione afferma la responsabilità del datore di lavoro il quale inmateria di salute e sicurezza è tenuto ad assicurare ai lavoratori una forma-zione sufficiente ed adeguata con particolare riferimento al proprio postodi lavoro e alle proprie mansioni in maniera da renderlo edotto sui rischiinerenti ai lavori a cui è addetto.

Ne consegue che, secondo la Corte, una volta che il lavoratore sia addettoa svolgere funzioni per le quali non ha ricevuto adeguata formazione (speciequando la “fluidità” di tali mansioni non consente di definire in modo preci-so il profilo professionale specifico), nel caso egli ponga in essere comporta-menti anche imprudenti, non si può sostenere che gli eventi sono a luiintestabili, visto che l’imprudenza, l’imperizia e la negligenza dimostrate dallavoratore, sono direttamente da ricollegare alla sua mancata formazione.

1.3 Lavoratori immigrati

Nell’ambito dei criteri previsti per l’organizzazione di un percorso for-mativo, elencati al Punto 2, nell’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre2011, attraverso una specifica dedicata a completamento dell’argomentotrattato, viene affrontato il tema della formazione dei “lavoratori stranieri”.

Non nuovo nella legislazione in materia di tutela della salute e sicurezza

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sul lavoro, tale particolare elemento deve il suo inserimento nella regola-zione delineata dall’Accordo, al preciso riferimento previsto al c. 13,dell’art. 37, del D.Lgs. 81/2008, nel quale indicando le prioritarie e princi-pali caratteristiche che deve avere il contenuto della formazione, vieneriservata un’attenzione particolare alla formazione nei riguardi dei “lavo-ratori immigrati”.

Indicando che il contenuto della formazione (intesa nel senso di una for-mazione almeno “sufficiente ed adeguata”, come previsto all’art. 37, cc. 1 e 7, ecome già disposto dal D.Lgs. 626/94), deve essere in primo luogo facilmentecomprensibile da parte dei partecipanti, consentendogli di acquisire le cono-scenze e le competenze necessarie in materia prevenzionale, viene ad essereintrodotto un preciso (e nuovo) requisito organizzativo per la formazionedei “lavoratori immigrati”, corredandolo di una specificità - introdotta anchesul piano terminologico - di grande rilievo, tecnicismo e valore.

Prevedendolo come ulteriore e specifico requisito, tra gli altri, per unaorganizzazione della formazione rispettosa delle disposizioni operativedelineate, a partire dal dettato del D.Lgs. 81/2008, e poi ripreso, ampliatoe meglio puntualizzato nell’Accordo del 2011, viene previsto l’obbligo, incaso di formazione ai “lavoratori immigrati” (o, come nel testo dell’Accordo,ai “lavoratori stranieri”), di sottoporre tali corsisti ad una “previa” verificadella comprensione e conoscenza della “lingua veicolare” utilizzata nel per-corso formativo.

Inquadrando, in primo luogo, in modo puntuale l’obbligo relativo alla veri-fica della conoscenza e comprensione, occorre richiamare all’attenzione sualcuni aspetti importanti, sia sul piano operativo che sul piano organizzativo.

Procedendo nel senso delle azioni da compiere in sequenza logica per larealizzazione di un percorso formativo (nel quale siano previsti “lavoratoristranieri”), come prima attività da dover pianificare e progettare sarà quellarelativa alla gestione delle presenze previste al percorso formativo da attuare.

Difatti, nel cogliere a pieno il significato e il fine dell’introduzione delrequisito della verifica della comprensione e della conoscenza della linguaveicolare da parte dei corsisti stranieri, non si può trascurare l’esigenza(ma anche l’obbligo espresso) di dover realizzare la prova di verifica in fase“previa” nei confronti dell’avvio ufficiale del percorso formativo di baseobbligatorio, puntualmente previsto.

Risultando chiaro che all’esito della prova di verifica è stato dato un valo-re dirimente nei riguardi della partecipazione, o meno, del corsista stranie-ro al percorso formativo obbligatorio in materia prevenzionale, sarà

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quanto mai necessario svolgere la prova di verifica alcuni giorni primal’avvio del percorso formativo.

Il tempo intercorrente, infatti, tra i due momenti (quello della verifica equello dell’avvio del percorso formativo) non solo servirà operativamenteper analizzare i risultati della prova e quindi decretare il superamento, omeno, di questa, da parte dei singoli corsisti, ma servirà soprattutto perorganizzare il numero di presenze al percorso formativo che potrà risulta-re, o aumentato da tutti (o da solo alcuni) corsisti stranieri che risulteranno,dall’esito della prova di verifica, idonei a frequentarlo, o privato di tutti icorsisti stranieri (o solo da alcuni) che risulteranno non idonei, non avendosuperato la prova di verifica.

Nessuna indicazione metodologica, invece, è stata data - sia da parte dellegislatore nazionale che da parte degli estensori dell’Accordo - per quantoriguarda lo strumento da utilizzare per svolgere la verifica, ma tale man-canza non la si può ritenere un motivo a supporto del non dover comun-que seguire tutte le specifiche di regolarità e documentazione previste perogni fase dei percorsi formativi.

Potendo, pertanto, scegliere la tipologia di verifica che si ritenga più ade-guata ed efficace, anche in funzione dei corsisti da verificare e del percorsoformativo a cui poi prevedere l’eventuale accesso, dovranno comunqueessere garantite le regole di correttezza, trasparenza e linearità, perseguiteper tutte le altre prove di verifica (vedi par. 1.9 e vedi par. 1.10) e, complessi-vamente, per tutte le attività svolte nell’ambito dei percorsi formativi.

Ai soli fini documentali, si sottolinea che dovranno essere conservati tuttii materiali utilizzati per la prova di verifica e, con questi, tutti i documenticomprovanti le verifiche svolte dai corsisti per il superamento della prova(ad esempio tutti i questionari, se scelti quale strumento di verifica, distri-buiti e compilati dai corsisti).

In caso di scelta del colloquio, quale modalità di verifica, sarà utile annota-re ufficialmente tutte le domande che verranno rivolte ai corsisti da parte deicomponenti della commissione esaminatrice che, sulla base dell’esperienzae dell’aderenza a criteri di trasparenza, si ritiene dovrebbe sempre esserealmeno composta da due esaminatori per garantire la terzietà del giudizio.

L’utilizzo del riferimento alla “lingua veicolare” (presente nel testo legisla-tivo del 81/08 e così come nel testo dell’Accordo del 2011) anziché ad unpiù scontato riferimento alla lingua italiana, non deve essere sottovalutatoo considerato semplicemente un sinonimo del concetto di lingua italiana.Lo specifico richiamo alla “lingua veicolare” è quanto mai appropriato neiriguardi dei “lavoratori stranieri”.

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Difatti, nel caso il legislatore avesse introdotto il riferimento al concettodella lingua italiana, dovendo rimanere fedeli al significato letterale delprecetto (in quanto comunque inseriti in un contesto di diritto penale,qual’è il sistema di tutela prevenzionale) la prova di verifica richiesta perl’accesso ai percorsi formativi obbligatori da parte dei “lavoratori stranieri”avrebbe dovuto incentrarsi sulla conoscenza puntuale della lingua (arri-vando ai concetti relativi alla sintassi, alla coniugazione dei verbi…).Diversamente, essendo centrale e primario lo scopo di mettere in condizio-ni il lavoratore straniero di poter comprendere le nozioni, gli insegnamen-ti, i precetti relativi alla tematica della tutela della salute e sicurezza sullavoro, e non quello di fargli imparare la lingua italiana, l’utilizzo del ter-mine “lingua veicolare” è da considerare quanto mai puntuale e adeguato.

In questo senso, ricordando che per “lingua veicolare” si intende la linguaparlata e utilizzata per svolgere la propria attività lavorativa, la lingua quindiritenuta di più ampia diffusione nell’ambito del contesto lavorativo di riferi-mento del corsista straniero, lingua che, come precisano i dizionari, permettela comunicazione tra “parlanti di diversa nazionalità“, sarà importante che laprova di verifica ruoti intorno al concetto di comprensione, anziché di meraconoscenza delle regole che sono alla base della nostra lingua.

Tra i criteri di attenzione delineati per i percorsi formativi nell’ambito deiquali possono esserci anche “lavoratori stranieri”, gli estensori dell’Accor-do, oltre a confermare la necessità di una prova di verifica della compren-sione e conoscenza della “lingua veicolare”, indicano anche - questa voltaproprio ai fini del percorso formativo (e quindi quale criterio da tenere inrilievo in fase di programmazione) - che la scelta delle modalità formativesia nella piena attenzione della salvaguardia dell’obiettivo centrale della“comprensione dei contenuti del corso di formazione”, suggerendo anchel’eventuale supporto di una figura specifica quale il “mediatore culturale” opiù semplicemente un “traduttore”.

A tale riguardo si ricorda quanto previsto, sul tema, dall’Avviso comunerecante indicazioni per l’attuazione dell’art. 3, c. 13, del D.Lgs. 81/2008(vedi par. 1.2), nel quale, riferendosi ai lavoratori del settore agricolo “pro-venienti da altri Paesi” prevede che debba sempre essere garantita la “com-prensione della lingua utilizzata nei documenti relativi alla formazione einformazione”, erogata in ambito lavorativo.

Non essendoci un metodo unico consolidato, si può comunque indicarequale via di eccellenza determinatasi dall’esperienza - sia per effettuare laprova di verifica della comprensione che per quanto concerne l’attività for-mativa - l’utilizzo di modalità centrate sulla grafica, su istogrammi, su con-cetti di immediatezza operativa e sullo sviluppo del saper fare.

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Su questa linea, trova piena coerenza l’indicazione prevista nell’Accordodi utilizzare specifici programmi di formazione “preliminare” in modalitàe-Learning, mirati alla facilitazione della formazione per i “lavoratori stranie-ri” e quale rapido strumento di abbattimento delle barriere linguistiche.

Al fine di non determinare confusioni sull’utilizzo (lecito) di modalità for-mative per le diverse figure impegnate all’interno della realtà lavorativa,occorre sottolineare che gli estensori dell’Accordo del 2011, indicando talepossibile soluzione operativa per i “lavoratori stranieri”, hanno giustamentearginato tale suggerimento (e non vincolo) precisando che l’utilizzo dellamodalità formativa e-Learning potrebbe risultare utile per erogare formazione“preliminare” e, quindi, formazione non ricompresa nell’obbligo formativo.

La formazione dei lavoratori, difatti, non va dimenticato (vedi par. 1.8)che, sia per quanto concerne la formazione del modulo generale, che perquella specifica (tranne in casi particolarissimi di progetti formativi speri-mentali) non può essere erogata mediante modalità e-Learning.

Va in ultimo precisato che, alla luce dell’impianto formativo complessi-vamente elaborato da parte dell’Accordo del 2011, nel prevedere l’obbligodella prova di verifica della comprensione e conoscenza della lingua veico-lare nei riguardi dei “lavoratori stranieri”- in forma previa alla partecipazio-ne al percorso formativo obbligatorio, in tema di tutela della salute esicurezza - indirettamente porta anche a che questa verifica sia utile neiriguardi di coloro che svolgono il ruolo di preposto nella propria realtàlavorativa.

Avendo a base centrale del percorso formativo per i preposti (vedi par.1.9), il percorso formativo previsto per i lavoratori, è implicito che gli even-tuali preposti stranieri, dovendo partecipare prima al percorso formativoper i lavoratori, per poi frequentare la parte aggiuntiva relativa al ruolo deipreposti, saranno chiamati anch’essi ad affrontare (e superare) la prova diverifica della conoscenza e comprensione della lingua veicolare, prima diaccedere al percorso formativo per i lavoratori.

Se tutto questo non lo si può ritenere sostenibile per i dirigenti, essendo perloro previsto un percorso formativo specifico dedicato, si può comunqueritenere che coloro i quali sono chiamati a svolgere un ruolo di più alto livellogerarchico nell’ambito della realtà lavorativa nella quale operano, padro-neggino maggiormente la “lingua veicolare” o, comunque, autonomamente simettano in condizione di apprenderla o, anche solo, migliorarla al fine dipoter agevolmente svolgere il loro ruolo, basato comunque, va ricordato, piùsu aspetti di natura organizzativa che di natura meramente operativa (vedipar. 1.10).

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LINEE APPLICATIVE DEL 25 LUGLIO 2012

Il software “Gestione Formazione”

Il CD-Rom allegato al presente volume contiene il software “GestioneFormazione” che consente di tenere sotto controllo e pianificare i corsi diformazione di ogni singolo lavoratore.

L’installazione del programma si avvia automaticamente per i sistemipredisposti con autorun. Nel caso non si avviasse, occorre accedere all’uni-tà CD/DVD (esempio: D:\) ed eseguire il file setup.exe.

Una volta completata l’installazione si procede alla registrazione del sof-tware “Gestione Formazione”: esso è dotato di un sistema di protezione ilcui sblocco avviene solo dopo l’inserimento di un codice identificativo for-nito direttamente dalla EPC Srl che ne permette l’installazione e l’utilizzosu una sola macchina.

Al momento della prima esecuzione il programma visualizza una fine-stra contenente i numeri identificativi del computer (Site code e hardwareID). L’utente inserisce nell’apposito spazio il codice etichetta che si trovasopra la custodia del Cd-Rom.

IL SOFTWARE “GESTIONE FORMAZIONE”

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GESTIONE DEI NUOVI OBBLIGHI DI FORMAZIONE

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A questo punto l’utente si collega alla pagina internet http://www.epc.it/AttivazioneProdotti.aspx per accedere al servizio che gli fornirà la chiavedi sblocco del programma.

Nella pagina del sito occorre inserire il codice etichetta e, cliccando iltasto Avanti, procedere con l’inserimento del Site code, dell’hardware IDe delle altre informazioni richieste (e-mail, dati anagrafici, privacy ecc).

Premendo il tasto Fine, il programma di attivazione rilascia il codice disblocco che viene visualizzato e contemporaneamente inviato all’e-maildell’utente.

Il codice di sblocco così ottenuto va riportato sulla finestra di attivazionedel programma; una volta inserito non verrà più richiesto.

Il programma, che consente la gestione di tutta l’attività di formazioneaziendale, tenendo conto anche di quanto disposto dagli Accordi Stato-Regioni e dalle Linee Guida Applicative, è un software multi-azienda epuò essere utilizzato sia dal Datore di Lavoro e/o dal Responsabile del Ser-vizio Prevenzione e Protezione che voglia gestire la formazione del propriopersonale, sia da Enti e Società di consulenza o di formazione che la deb-bano gestire per più realtà aziendali.

Il primo passo che consente di arrivare alla gestione della formazione èla compilazione della scheda anagrafica aziendale e l’individuazione delsettore ATECO di appartenenza. Successivamente l’utente inserisce i datirelativi ai lavoratori e associa ogni singolo lavoratore all’azienda di appar-tenenza. È possibile importare elenchi di lavoratori da file in Excel.

È molto importante sottolineare che il software “Gestione Formazione”procede automaticamente all’assegnazione dei moduli formativi previstidalle norme in base a precise indicazioni quali il settore Ateco della societàdi appartenenza o il ruolo del lavoratore. Ad esempio: l’inserimento di unnuovo lavoratore e il suo inquadramento in un determinato profilo di rischiodeterminato dal settore Ateco dell’azienda in cui egli lavora, fa sì che il sof-tware leghi il lavoratore all’insieme di coloro che devono effettuare determi-nati corsi previsti per legge. All’atto della creazione di un’edizione di uno diquei corsi, il lavoratore transita automaticamente sull’edizione creata.

La scelta obbligatoria tra le classi “lavoratore”, “preposto” o “dirigente”da effettuare ad ogni inserimento di una nuova figura aziendale, lega lanuova figura ai relativi percorsi formativi.

L’utente è comunque libero di impostare percorsi formativi personaliz-zati: si possono creare sessioni a piacere di corsi preesistenti e già previstidall’Accordo Stato Regioni o impostare un corso o un percorso integrativoper determinati rischi specifici presenti in azienda.

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LINEE APPLICATIVE DEL 25 LUGLIO 2012

I corsi creati automaticamente dal programma e quelli impostati ad hocdall’utente devono essere pianificati. Il software inserisce in calendario lesingole edizioni create una volta che ad esse venga impostata una datadefinitiva. Dalla gestione dell’edizione di un corso si possono generare lelettere di convocazione, i fogli presenza e gli attestati di frequenza; è anchepossibile convocare via mail tutti i partecipanti ad una specifica sessione.È possibile visualizzare tutti i corsi effettuati per singolo dipendente e lostorico di presenze e partecipazioni.

IL SOFTWARE “GESTIONE FORMAZIONE”

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Uno scadenzario interattivo consente all’utente di visualizzare tutte leedizioni dei corsi previsti in un periodo di tempo selezionato: per ogni edi-zione è indicato il titolo del corso e l’eventuale periodicità. Il dettaglio diogni edizione può essere esploso con un doppio click. Il software pone ascadenzario una nuova edizione del corso in base alla periodicità che su diessa è stata impostata. Ad esempio l’aggiornamento quinquennale (in basealla periodicità stabilita per legge) di un determinato corso, verrà ripropo-sta automaticamente nello scadenzario dopo 5 anni dall’ erogazione edall’avvenuta registrazione della sua precedente edizione.

Requisiti di sistema:

Windows XP, Vista e 7 aggiornati al .NET framework 4.0

Risoluzione minima monitor: 1024 x 768

Risoluzione minima consigliata monitor: 1280 x 1024

Ram minima a disposizione: 512 Mb

È richiesta una connessione internet attiva per effettuare l’attivazione delprogramma e per scaricare gli eventuali aggiornamenti.

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