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Gioia23Maggio2015
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Rimedi anti età per pelle e capelli
La ‘‘buona scuola’’
Il voto premIa
il talento?
storie
mamme
a 16 annI
Harvey keitel Quando Sorrentino mi ha chiamato Benessere
Guida alBIoloGICo
SICUro
Giamaica
Palme e Relax
classicomoda
briocon
Festival di Cannes
Marion Cotillardoltre al red carpet c’è di più
n°19 23/5/2015
Tendenze
Orizzonte Cina
scrivetemi a: [email protected]
Per una settimana, non s’è parlato d’altro. Blogger, opinionisti, luminari del bisturi, tutti concentrati sul volto da bel tenebroso di Gabriel Garko trasfigurato dal botox durante un’apparizione tv. Il Web l’ha massacrato. E lui, Gabriel, al secolo Dario Oliviero da Settimo Torinese, 40 anni, che sul suo aspetto ci ha costruito una carriera, deve averci sofferto parecchio se a un certo punto ha sentito il bisogno di dare una smentita: «Niente ritocchino, semmai qualche piccolo problema di salute». Non ci credete? Ed ecco che arriva, a stretto giro, pure un videomessaggio per tranquillizzare le fan. Tutto regolare, gli zigomi sono al posto loro. Solo una bufala, allora? Poco importa. Siamo un pubblico troppo sgamato per soffermarci su questi dettagli: il viso irriconoscibile di Renée Zellweger agli Hollywood Awards dello scorso anno («Non sembro più io perché la mia vita è migliore), i tratti stirati di Uma Thurman alla presentazione di The slap («Ma quali punturine, ho solo messo meno mascara») ci hanno insegnato che la verità è un concetto labile. E ai fabbricanti di gossip, comunque, non interessa.
Il punto è un altro. E cioè, perché tanto accanimento? Perché contravvenire alle leggi del tempo non si può, e ogni tentativo di violarle ha un che di osceno. È una ferita aperta, una dichiarazione di fragilità. Ma poiché questa fragilità – la paura d’invecchiare – l’abbiamo tutti, infierendo su chi la mostra in modo tanto sfrontato e plateale, ci pare quasi di esorcizzarla, di renderla più innocua. Come dire: hai visto tu che ci hai provato, che fine hai fatto? E poi c’è un’altra cosa. La vanità si perdona a una donna, a un uomo no. Il fascino maschile non può perdersi nella cura di sé, è fatto d’altro. Per questo intristiscono i capelli tinti di Johnny Depp, il suo emulare il pirata che fu, e anche le tartarughe lucide di Sean Penn nell’ultimo The gunman, virile fino a oggi senza bisogno di esibizioni muscolari. Gli uomini sono narcisi quanto le donne, questo si sa. In fase di andropausa anche di più. Ma dargli sfogo con modalità da femmina – la crema antirughe, la tintura, il bisturi – li rende tutto d’un colpo piccini e un po’ ridicoli. Meno maschi, insomma.
Eppure, dicono i dati, il segmento che registra una maggior crescita nell’ambito della chirurgia estetica riguarda proprio gli uomini. Che cosa chiedono? Addominoplastica per ridurre la pancetta, blefaroplastica per tirar su le palpebre, lifting, liposcultura, protesi a mento e zigomi, rinoplastica e trapianto di capelli. Solo il 4 del cento, rivela un’indagine Doxa, è contrario al ritocchino. Con la stessa scioltezza con cui ha imparato a manipolare seni finti, il maschio italico è disposto a farsi riposizionare parti anatomiche per restare giovane. Come se poi la giovinezza fosse una questione di facciata. Avete notato che la gente rifatta sembra più vecchia? Un 50enne tirato sembra un 60enne ben tenuto.
Che poi, quello che conta, come ci siamo detti mille volte dai 40 in su, è sentirsi “giovani dentro”. Bè, insomma... meglio essere giovani anche fuori, ma cerchiamo di non stressarci con questa faccenda dell’età. Da quando la vecchiaia è diventata così vergognosa? Da quando gli uomini hanno smesso di credere che la maturità li rende sexy? Per fortuna qualcuno ancora ci crede. Harvey Keitel, ex Cattivo tenente ormai 74enne, non ha fatto che gigioneggiare con la nostra Ilaria durante l’intervista per l’ultino film di Sorrentino, che parla proprio di terza età (pag. 48). Mentre ci sono giovani fuori, che ancora perdono la testa per signore più grandi di loro. Come Louis Garrel, atteso sulla Croisette mano nella mano con Laetitia Casta (avendo già alle spalle una lunga relazione con Valeria Bruni Tedeschi). Noi tifiamo per loro. E per la bellezza che sfida il tempo. Magari con l’aiutino di qualche trattamento soft (ne parliamo a pag. 117). Siamo donne: vale.
maria elena violadirettore di Gioia!
editoriale
Dio ChePronta a smantellare, con la fine
dell’embargo americano, quel che
resta del regime comunista, Cuba ha
un nuovo mito: papa Francesco, che
molto ha brigato per il disgelo tra l’isola
caraibica e Washington. Durante il
faccia a faccia col Pontefice a Roma,
il presidente Raul Castro ha dichiarato
che grazie al buon esempio di Bergoglio
potrebbe riavvicinarsi alla Chiesa
cattolica. Con buon pace di quell’altro
argentino rivoluzionario, il Che.
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a cura di Gloria Ghiara
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n°19 - 23 maggio 2015Settimanale - [email protected] - Hearst magazines Italia Spa - Via R. Bracco 6 - 20159 Milano - Tel. 02.66191
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direttore responsabile: maria elena Viola, © 2012 editore hearst magazines italia s.p.a.,
Via r. Bracco 6, 20159 milano. registrazione presso il tribunale di milano n. 4054 del 1-6-1956.
sommario settimanale N° 19/23-5-2015
iN questo
Numero
7 L’editoriale di maria elena Viola
16 Posta per Gioia!
16 Spillo di Lisa Corva
19 Sette idee per la settimana di Federica Fiori
se Ne parLa
25 Film e nuovi amori a Cannes
36 Perché... di Corrado Formigli
42 Real politik di stefania miretti
42 Taglia e cuci di serena La rosa
attuaLità
44 Marion Cotillard. Francese, complicata e tanto chic
48 Harvey Keitel. E invecchiando sorrido
52 Giovinezza, giovinezza...
44
56
66
non chiamateci secchioni
antonello venditti
«l’amore continua a
sorprendermi»
china is cool
in copertina
in copertina
in copertina
72
60
mamme a 16 anni
marion cotillard:
sulla croisette
con lady macbeth
54 La terrazza di Guia Soncini
56 Non stressateci sui voti
60 Made in China
66 Antonello Venditti. Io, che giro sempre nudo
72 Sì, lo tengo
74 Amore e guerra di Laura Logli
MODA
77 Attrezziamoci per l’estate
78 Lavori in corso
92 Tut(t)a d’un pezzo
96 In villa
109 Now new next di Federica Fiori e
Angelica Carrara
112 Michimood di Michela Gattermayer
114 Futuro
beLLezzA
& weLLneSS
117 Beauty antiage
118 Hai la testa giovane?
sommario
78
96
wOrker StyLe
grandi basic
a bordo piscina
harvey keitel «la mia età dell’oro»
tuta :un super classico rivisitato
n°19/23-5-2015
48
92
in co pertina
in co pertina
124
122
156
148
belle a ogni etÀ
make up supervitaminico
la giamaica di bob marley
design essenziale
in copertina
in copertina
N°19/23-5- 2015 sommario
122 Tutto fluo
124 Tagliando pre vacanze
129 Ai miei piedi
134 Smack
136 A ciascuno il suo deo
138 Best of beauty
141 È vero bio?
lifestyle
148 Minimal al cubo
153 Piselli frozen
156 A ritmo di reggae
162 Questione di gusto
164 La mia città di Isabella Lechi
166 Inventa lavoro di Silvia Orlandini
176 Indirizzi
178 Oroscopo di Massimo Giannone
passaparola
169 Televisione. Libri. Cinema. Musica.
Le idee moda
vuoi avere
IL NOSTRO LOOK?
Cappotto in drill canvas e short
coordinati, Valentino; monorecchino
Rebecca; orologio Tank de Cartier;
sandali gladiator di nappa cuoio,
Valentino Garavani.
Foto Giorgio Codazzi. Styling Monica
Curetti. Ha collaborato Alessandra
Gabbetta. Trucco Martina D’Andrea@
Atomo Management. Capelli Astor
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L’Oréal Professionnel.
e il MAKE UP?Viso ambrato con il fondotinta
Professionals BB Cream + Bronzer
n. 002 Deep e il fard biscotto Like a Doll
Blush n. 301 Cookie. Sulle palpebre
l’ombretto marrone Vamp! Compact
Eyeshadow n. 105 Chocolate e ciglia
folte con il Mascara Vamp! n. 100 Extra
Black. Labbra sensuali con il rossetto I’M
Lipstick n. 106 Elixir. Tutto Pupa.
in copertina
il blu
d’estate
i sandali
alla scHiava
con lo
spolverino
il mono
oreccHino
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Federazione italiana
editori Giornali
CertiFiCazione adS anno 2011 n. 7511
del 10/12/2012
scriviciposta
Se un ragazzo decide di accontentarSiA proposito di I love Mi, è stato un duro
colpo leggere «Mentre i nostri cervelli
fuggivano all’estero, altri venivano qui a
investire energie e creatività» (Gioia! 17).
Ho 29 anni e due lauree che vorrei far
fruttare, invece rimbalzo fra uno stage
non retribuito e l’altro. Per fortuna
ho una famiglia che crede in me, ma
non posso continuare così. Cos’altro
possiamo fare noi giovani se non
scappare all’estero? E non oso neppure
pretendere un contratto a tempo
indeterminato; l’esperienza mi insegna
che è meglio accontentarsi. Un saluto.
Daniele
Risponde Rossana Campisi
Caro Daniele no, verso il basso mai! Io pun-terei lì dove intravvede un posto a sua di-mensione, anche all’estero. L’articolo voleva essere incoraggiante e ricordare che il no-stro Paese sa ancora far fruttare le idee. Spero faccia fruttare al più presto anche le sue, con un meritato stipendio. Auguri.
il papa e l’arMeniaLeggo Gioia! con piacere, ma trovare a
proposito di Kim l’armena il commento
«Anche papa Francesco è al passo con le
Kardashian», mi ha lasciato l’amaro in
bocca (Gioia! 16). Che cosa significa, che
il papa si è forse adeguato alla signora?
Siamo seri, si sta parlando di tragedie.
Alma Zeni Rossi
Gentile signora Alma, di sicuro il papa non aveva bisogno di “assist” per occuparsi della causa armena, ma le ricordo che è stato in-nanzitutto il primo ministro armeno a pren-dere sul serio le Kardashian. Una posizione rispettabilissima: parlano a milioni di perso-ne. E normalmente di cose molto meno serie.
coSe che paSSanoHo letto allegramente il vostro servizio
sulla pre-menopausa (Gioia! 15) e mi
sono ritrovata in tutti i sintomi che avete
elencato. Soprattutto nel “piumino su
e piumino giù” durante la notte.
Grazie inoltre per le altre informazioni
a misura di 50enni. Il mio giornale
preferito serve anche a farmi sorridere
in momenti che... passeranno.
Tiziana ’64
Gentile Tiziana, non solo passeranno ma passeranno senza rovinarci il buonumore. Grazie per la sua lettera.
Commenti da fare? Noi siamo qui: [email protected], facebook.com/Gioiamagazine. E non dimenticate l’app
di Gioia! per condividere le vostre emozioni su www.gioia.it
DI www.lisaCoRva.Com
Poesie, frasi e pensieri da asporto
“ La mia idea di totale felicità è quella
di stare seduta tutto il giorno in un giardino caldo, leggendo o scrivendo, assolutamente al sicuro, con la consapevolezza assoluta che l’uomo che amo ritornerà a casa la sera. Tutte le sere
” (anita Brookner)
paradisi possibili. Basta così poco. un libro, un giardino, la sicurezza dell’amore. Ma anche,
da quel giardino, una porta aperta sul mondo.16
... un tocco sparkling h24?Strass, bagliori dorati e dimensioni “over”
non sono più un must riservato alle serate
in discoteca e ai party estivi, anzi. Il massimo,
oggi, è portarli da mattino a sera, ma
a contrasto su un look superminimal: dalla
T-shirt grigiobasic all’abito in garza, dalla
classica camicia bianca al tailleur maschile.
Un lampo di luce inaspettato che valorizza
ogni look e ogni tipo di pelle! F.Fi.
Che ne dici di...
come arabeschi gli orecchini in
ottone dorato
e glitter,
Stroili (€ 49,90).
Stroilioro.com
Che Sette idee per la settimana
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sette idee
3
... non dimenticare il Nepal?La vera emergenza, dopo il catastrofico terremoto del 25 aprile scorso (oltre 8.000
i morti, 17.500 i feriti), inizia ora. Oxfam (oxfamitalia.org), che lavora nel Paese
asiatico sin dagli anni ’80, avverte: occorre agire subito, prima dell’inizio dei
monsoni, a inizio giugno, per evitare che nei prossimi mesi scoppino epidemie
a causa delle malattie trasmesse dall’acqua non potabile. Per sostenere la onlus
nella distribuzione di filtri e strumenti per purificare l’acqua, kit igienico sanitari,
disinfettanti, sapone e coperte, puoi donare subito online, tramite il sito agire.it G.G.
Un solo gesto, et voilà, un velo dorato si diffonde sul tuo viso. Vuoi aggiungere un tocco di colore? Fai un salto in “lavanderia”,da MAC Wash &Dry,e scopri il resto di questa deliziosa capsule collection! Da € 11, maccosmetics.it
... un make up multicolor?
2
... un Karlito sulla borsa preferita?Chi è Karlito? La nuova
mascotte di Fendi, ispirata al
suo iconico direttore creativo,
Karl Lagerfeld. Da quando lo
scorso autunno ha fatto la
sua comparsa in passerella,
in mano a Cara Delevingne,
è diventato l’oggetto più
desiderato dalle fashion
addict di tutto il mondo. Non
solo charms da agganciare
alla tote del cuore, ma anche
felpe, sneakers, un cappello,
una shopping bag e uno zaino
con le borchie. Non ti resta
che scegliere! fendi.com
20
6
Se sei di Milano, o se passi in città per l’Expo, puoi incontrarci
da Artioli, in piazza XXV Aprile 12, per l’happy hour che Safilo
ha organizzato il 21 maggio, dalle 19,30 alle 21,30. Oltre a noi
di Gioia!, ci saranno le fashion blogger più cool del momento
(fra cui la francese Denni Elias, nella foto). Non mancare
all’appuntamento più modaiolo che c’è. Ti aspettiamo!
... fiori nell’insalata?Le hai provate tutte, per preparare insalate fresche e gustose
ma anche belle da vedere. Però ai fiori, di’ la verità, non
avevi mai pensato. Invece, corolle e petali non solo donano
un tocco artistico al tuo piatto, ma hanno anche preziose
proprietà: sapevi, per esempio, che le viole mammole
contengono più vitamina C delle arance? E che le primule
sono ottimi antiossidanti? E che la bocca di leone è
perfetta in estate, perché ricca di sali minerali? Coltivali da
te, avrai un motivo in più per avere sempre i balconi in fiore.
Una ricetta per iniziare: prepara un’insalata mista e aggiungi
fiori di margherita, di calendula, petali di violetta e di rosa,
erba cipollina, cerfoglio e borragine, poi condisci con aceto
balsamico, olio, sale e pepe. Non hai il pollice verde? Trovi mix
già pronti anche in molti supermercati. Gnam! G.G.
... un aperitivo con noi?
21
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ma
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ga
le
rie
mostreS’intitola Tilo Schulz
<> Francesco Hayez la
mostra all’espace louis
Vuitton Venezia in cui
l’installazione dell’artista
tedesco dialoga con le
lunette restaurate del
maestro veneziano.
fino al 25 ottobre.
louisvuitton.com
tvSu Rai5, alle
23.30, va in onda
l’ultima puntata del
David letterman
show. il conduttore
appende il
microfono al chiodo
e si congeda dal
suo salotto tv (a
sinistra, la puntata
del 4 maggio con
obama).
e che ne dici di...
segnare in agenda
dal 15 al 21 maggio a cura di Stefano Rejec
festival
fotografia
moda Inaugura
la mostra
l’eleganza del
cibo, fino al 1°
novembre al
museo dei mercati
di traiano, a
roma. esposti 60
abiti e accessori
“commestibili”
di firme come
gattinoni, Karl
lagerfeld (a
destra, la scarpa
melissa), etro,
Bulgari, max
mara. mercati
ditraiano.it
charityÈ partita Sano è salvo,
la nuova campagna di
sensibilizzazione di amref
health africa, che da
quasi 60 anni lavora nel
Continente nero. e che
da quest’anno rinnova
il suo impegno anche
in italia, occupandosi
delle comunità più
svantaggiate. amref.it
domenica 17
mercoledì 20
venerdì 15
martedì19
sabato 16
lunedì 18
giovedì 21
musicaFan di Keith Jarrett? Festeggiate i
suoi 70 anni al concerto di napoli. e per
il compleanno escono due nuovi dischi
– Creation e Barber/Bartók/Jarrett e
un libro, Keith Jarrett, un ritratto del
fotografo roberto masotti (arcana).
Apre a Reggio Emilia Fotografia
europea: mostre, installazioni,
conferenze, incontri, workshop,
proiezioni e spettacoli, dedicati
quest’anno al rapporto tra uomo
e natura, nell’ambito del progetto
cittadino per l’expo. fino al 26 luglio.
fotografiaeuropea.it
Se amate la cultura di Scandinavia e dintorni,
non perdete i Boreali, l’unico festival italiano
dedicato al nordeuropa. si tiene a milano fino al
5 giugno e conta oltre 40 eventi tra letteratura
(sotto, la scrittrice e scienziata svedese monica
Kristensen), cinema, musica e teatro. iboreali.it
sette idee
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fatti, commenti e obiettivi della settimana
Bello il cinema, per carità, ma
la vita reale è più appassionan-
te. Pertanto a Cannes, prima ancora
che dai film in concorso, siamo av-
vinte dalla storia d’amore tra Laetitia
Casta e Louis Garrel: inaspettata
(come lui) e magnifica (come lei).
Prima, Garrel era un attore fran-
cese famoso per il naso da mascal-
zone, il nudo in The dreamers di
Bertolucci e la relazione con Valeria
Bruni Tedeschi. Insieme avevano a-
dottato una bambina e nel 2013 si
erano lasciati, con grande eleganza e
il probabile contributo di Golshifteh
Farahani: sventola iraniana
seneparla
È partito il 68° Festival
di cannes, e ci siamo
anche noi! Per raccontarvi
quel che succede, sugli
schermi e non solo.
cominciando dalle vere
notizie, come questa:
Louis, magnifico
mascalzone del cinema
francese, ama Laetitia,
la bella tra le belle.
e tornano entrambi
a giocare in casa...
di Serena La Rosa
Gli occhi addosso
louis Garrel, 31 anni,
è al centro dei gossip
per la nuovissima
relazione con laetitia
casta, 36. al festival,
lui presenta il primo
film da regista,
les deux amis, in cui
tra l’altro recita la sua ex
Golshifteh Farahani.
● ● ●
e una
Croisette
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● ● ●di buonissime letture e protago-
nista di Les deux amis, il film di Garrel in concorso per la Semaine de la critique (se preferite l’intrattenimento in 3D, non disperate: sarà anche nel prossimo Pirati dei Caraibi). Ma soprattutto: prima, Laetitia Casta era
l’archetipo delle mollate malamente, da un’idea di Stefano Accorsi (nella percezione pettegola degli amori celebri, i fatti con-tano pochissimo). Sola con due figli – più la grande, Satheene, avuta dal primo a-
more Stéphane Sednaoui – Casta sembra-va essersi molto affezionata a Lorenzo Durante, cineoperatore di Puglia. Poi, in un’intervista a Elle France dello scorso febbraio, ha lasciato cadere (apparente-mente) a proposito del film Saint Laurent: «Per la prima volta ho trovo bello Louis
Garrel. Non che non fosse un ragazzo ca-rino, ma lì è proprio bello: così altero». Così, invece di comprare il dvd, Laetitia
Casta ha preso l’originale. E qualche set-timana fa ha deciso di baciarlo per strada, che un fotografo attento si trova sempre. Era soltanto il trailer: la rivincita in versio-ne integrale è sulla Croisette. G
seneparla
sopra, a sinistra, Laetitia Casta
con stefano accorsi, 44 anni, suo
compagno per dieci e padre dei
suoi due figli più piccoli, Orlando e
athena (la prima, satheene, è nata da
stéphane sednaoui). a destra, con
un altro italiano, Lorenzo Durante, 36,
che ha lasciato per Louis garrel.
Gli ex di lei
La nuova coppia
a sinistra in basso, Louis garrel con
Valeria Bruni tedeschi, 50 anni, che
ha lasciato nel 2012 per l’iraniana
golshifteh Farahani (qui a lato), 31.
Le ex di lui
Sopra, Golshifteh Farahani in
una scena di Les deux amis,
il film scritto, diretto e
interpretato da Louis Garrel,
di cui è protagonista.
Il film
L’hai detta grossa, caro Grillo: «Chi fa la mammografia finanzia
Umberto Veronesi». Aizzare le folle
è sempre stata la tua passione,
ma attaccarsi alla mammella delle
donne è l’atto più dannoso che tu
abbia fatto finora. Non si scherza con
il cancro. Hai insistito, con quell’aria
tronfia di chi la sa lunga: «Non è
necessario fare i controlli al seno
ogni due anni». Sarà stato il caldo
prematuro e il calo degli ascolti? No,
non hai attenuanti. Non si gioca alla
roulette russa con il tumore. Un anno,
due anni, anzi, meglio aspettarne
tre. Tanto vale non farne affatto,
di ecografie: «Sono tutti soldi che
vanno in tasca allo Ieo», sei riuscito
a dichiarare, tra sudore e saliva di
troppo, ai microfoni dei giornalisti
trafelati che ti seguivano. Questa è
istigazione al suicidio collettivo. Hai
giocato pesante, calcando la mano
sulla diffidenza, soffiando in faccia
alla paura, fomentando il fatalismo
che ci fa dire: «Cosa la faccio a fare,
un’altra mammografia?». Vorrei
spiegarti questo, Beppe: spostare gli
esami più in là significa allontanare
la presa di coscienza. Permettere
Una risposta al leader del m5s, che ha parlato di mammografie. Ma ha dimenticato qualcosa
di Francesca Tumiati
ai linfonodi di scorrazzare in lungo
e in largo, senza controllo. Basta
con queste “grillate” che arrivano
contromano. Sai perfettamente che
far spallucce alla prevenzione è un
atto dinamitardo. Hai provato ad
aggiustare il tiro verso sera, ma è
stato inutile. Sollevare polveroni del
genere è un azzardo. E un insulto a
chi, come il professor Veronesi, si è
speso e ha speso una vita lottando
contro il tumore. Sai benissimo
che l’ombra scura dell’ignoranza
finisce per depositarsi, silenziosa,
nell’ecografia. Te lo dice una che
proprio per aver saltato un anno, si è
ritrovata con un grappolo di linfonodi
che dal seno sono arrivati al collo.
Un inferno di chemio e di radio che
potevano essere evitati se fossi stata
più previdente. Se mi fossi pre-
occupata di me stessa.
a Beppe Grillo
26
di Ilaria Solari
In cartellone a Cannes più film intimisti che kolossal. E, soprattutto, tre italiani eccellenti
Niente supereroi e commedie
brillanti quest’anno a Cannes,
o solo in modica quantità.
La giuria, presieduta dai fratelli Coen, ha imposto un taglio ai blockbuster americani, scegliendo un film d’apertura duro e soprattutto francese: La tête haute di Emmanuelle Bercot. Il merito di aver silenziato Hollywood va in parte ai tre film italiani in concorso, che rischiano di far saltare il banco: Mia madre di Nanni Moretti, Youth
- La giovinezza di Paolo Sorrentino e Il racconto dei
racconti di Matteo Garrone. L’apertura all’Europa mediterranea è confermata da titoli come The lobster, dramma fantascientifico del greco Yorgos Lanthimos, con Colin Farrell, Rachel Weisz (che è anche nel film di Sorrentino) e Léa Seydoux. C’è poi attesa per Macbeth, dell’australiano Justin Kurzel, con Michael Fassbender e
Marion Cotillard; Sicario, thriller dark del canadese Denis Villeneuve, con Josh Brolin, Emily Blunt e Benicio Del Toro; Louder than bombs, dramma familiare con Isabelle Huppert, Jesse Eisenberg e Gabriel Byrne, del norvegese Joachim Trier. Del cinema americano nella selezione ufficiale restano narrazioni intime come The sea of
trees, un mistery sul tema del suicidio (con Matthew McConaughey, Ken Watanabe e Naomi Watts) che segna il ritorno di Gus Van Sant, e Carol di Todd Haynes, storia d’amore lesbico con Cate Blanchett e Rooney Mara. La consolazione arriva fuori concorso grazie a Mad Max.
Fury road, con Tom Hardy (nel ruolo che lanciò Mel Gibson) e la guerriera calva Charlize Theron, e al nuovo Woody Allen, Irrational man, con Emma Stone e Joaquin Phoenix, arrivato in extremis.
In scenaDall’alto, Nanni
Moretti e Margherita
Buy; Marion Cotillard;
qui sotto, Benoît
Magimel; Matthew
McConaughey.
seneparla
Un festival
Si gira Fresco di premio Oscar per La grande bellezza,
Paolo Sorrentino (sopra) punta alla Palma d’oro con Youth -
La giovinezza, film che schiera Michael Caine, Harvey Keitel,
Rachel Weisz e Jane Fonda (nelle sale dal 20 maggio).
In giuriaPresiedono Joel
ed Ethan Coen (sotto);
fra i giurati, Sienna
Miller, Sophie Marceau
e Jake Gyllenhaal
(sopra, da sinistra).
Il racconto dei racconti
di Matteo Garrone
Mia madre
di Nanni Moretti
Youth di Paolo Sorrentino
Macbeth
di Justin Kurzel
La tête hautedi Emmanuelle
Bercot
The sea of trees
di Gus Van Sant
Fantasy pulpSalma Hayek
(nella foto) è la
protagonista con
Vincent Cassell
del toccante
film di Garrone,
omaggio alla
favola nostrana.
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Stiamo festeggiando la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20 ottobre 1989), 25 anni di progressi, a det-ta dell’Onu e di Save the children. Cosa ci fa allora su tutti i giornali la sagoma ai rag-gi X di Abu, otto anni, della Costa d’Avo-rio, racchiuso in un trolley a Ceuta, l’encla-ve spagnola in Marocco? Cercava una vita in Europa come i 12.000 bambini arrivati finora in Italia per mare. «Ma di 3.000 di questi minori si sono perse le tracce. Dove sono finiti?», si chiede Andrea Iacomini, portavoce del Comitato italiano per l’Uni-
cef. «E del resto, cosa si è fatto per porre termine alla guerra in Siria che in cinque anni ha causato milioni di morti ?». Secon-do l’Unhcr i profughi siriani sono oltre sei milioni e, fra i tre milioni che hanno lascia-to il Paese, ci sono un milione di bambini. «L’accoglienza va garantita a tutti e i mi-nori vanno tutelati», prosegue Iannini, «ma bisognerebbe intervenire prima della par-tenza, favorire il ricongiungimento con i familiari che si trovano già all’estero, con-cedere visti umanitari, battere sulla colla-borazione di Paesi terzi». Come la Libia,
c’è chi arriva in barca e chi dentro a un trolley, come il bambino
scoperto dalla polizia in Marocco. Intanto, ue e onu lavorano
finalmente a un piano migranti. Che non lasci tutto al buon cuore dell’Italia. E dei suoi volontari di Ornella Ferrarini
Quali diritti?
Così la polizia di frontiera
di Ceuta, enclave
spagnola in Marocco, ha
trovato Abu, otto anni,
clandestino in un trolley.
A fianco, controlli di
polizia a giovani migranti
sbarcati a Pozzallo
(Ragusa).
s’è desta
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per esempio. Sarebbe un approccio diverso dal bombardare gli scafisti. Ma non è faci-le. «I migranti vogliono raggiungere la Ger-mania, la Svezia, perché lì hanno già qual-cuno su cui contare», dice Iannini. E infat-ti Germania e Svezia, con Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria e parte dell’Est Europa, hanno già detto che potrebbero “sfilarsi” dalle decisioni Ue sulla ripartizione dei mi-granti nelle varie nazioni in base al Pil e al-la quota di persone già accolte. «L’Italia resta comunque il Paese più generoso», con-clude Iannini. Abbiamo chiesto a un volontario cosa fa e cosa pensa in quegli attimi sulla banchina mentre tende la mano a un bambino. «Gli dico subito: “Il peggio è passato, adesso sei qui”, nella sua lingua, con l’aiuto del me-diatore», racconta Alessio Fasulo, coordi-natore del progetto Praesidium per Save the children. «Bisogna tranquillizzarli, poi si pensa al loro percorso. Hanno af-frontato paure indicibili: di affogare, di essere uccisi, di perdere la propria mam-ma, di subire violenza. Ogni volta che ho davanti un bambino o un adolescente de-vo governare un fiume di sentimenti – rabbia, dolore, tristezza, indignazione – mi aggrappo all’empatia: devo stargli ac-canto, fargli capire che qualcuno si sta occupando di loro». Anche il poliziotto che ha trovato Abu nel trolley avrà pen-sato le stesse cose.
FoodRevolutionDayIl 15 maggio è il quarto Food revolution day. Jamie Olivier,
chef famoso e impegnato, che nel 2004 ha lanciato la campagna
Feed me better, per servire ai bambini cibo fresco al posto
degli alimenti preconfezionati, ha promosso una
petizione per chiedere ai leader del G 20 di fare della
nutrizione materia di insegnamento a scuola.
Si può firmare anche su change.org. I.L.
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di Serena La Rosa
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arla Il Liga dall’ego enorme è tornato. E la sera del 6
maggio ha organizzato a Campovolo, a due passi dalla sua Correggio, un mega evento per annunciare l’ennesimo concertone, in agenda il 19 settembre, chiamato Campovolo - La festa 2015, per celebrare 25 anni di carriera straordinaria. Così, per dare un assaggio di quello che farà, ha trasformato la pista del piccolo aeroporto emiliano in una galleria a cielo aperto, con enormi schermi luminosi che mostravano le copertine dei suoi dischi. Al termine del “Liga Boulevard” un piccolo palco dove ha eseguito tre pezzi rappresentativi di Campovolo 2015: Sogni di rock ’n’ roll, Certe notti e C’è sempre una canzone. Prima di congedarsi, una promessa che potrebbe suonare come una minaccia: «Sarà il concerto più lungo della mia vita». Per l’occasione eseguirà in versione integrale il primo disco Ligabue, il più riuscito Buon compleanno Elvis e il meglio dell’ultimo Giro del mondo. E se a Campovolo nel 2005 radunò 160 mila persone, nel 2011 altre 120 mila, stavolta ne aspetta almeno 110 mila. Per tutti loro allestirà il LigaVillage, con artisti di strada e mongolfiere su cui poter salire per selfie spericolati, i LigaStore per fare shopping, schermi su cui vedere i suoi due film e tutta la LigaStory. «Altri ospiti sul palco non ce ne saranno», ha spiegato Ligabue, «direi che basto io, la mia musica, la mia gente». Questo, però, lo sapevamo già.
di Andrea Scarpa e Paola Maraone
Rocker
Luciano Ligabue, 55 anni.
Melodico
Eros Ramazzotti, 51 anni.
Non solo in termini anagrafici: Liga festeggia a settembre 25 anni
di concerti con «il live più lungo della mia vita»; Eros celebra 30 anni in pista
presentando il suo nuovo album, Perfetto. E pensa al tour mondiale
Siamo diventati
Il segreto di questo momento Perfetto proprio come il titolo del suo nuovo album sta certo (anche) nel sorriso di Marica Pellegrinelli, sua moglie, che incontro per caso in ascensore con la piccola Raffaela Maria, tre anni, e Gabrio Tullio, che a nemmeno due mesi dorme placido nel passeggino. Su, su, fino al 25esimo piano della Diamond Tower, simbolo della nuova Milano, dove Eros Ramazzotti ha scelto di svelare alla stampa, venerdì scorso, i segreti del suo disco e della sua vita: «Continuo ad avere passione, a conoscere, cercare, amare. Con lo stesso spirito di 30 anni fa, anche se adesso sto arrivando alla “maggiore età”». Eros sorride, raccontando l’anno trascorso a incidere Perfetto - 14 inediti molto “suonati”, con poca elettronica - a Los Angeles, mentre già immagina il tour mondiale (date su ticketone.it), con molte aspettative e un rimpianto preventivo: «Suonerò tra arene e stadi, ma mi piacerebbe tornare nei teatri».
32
seneparla
A Roma 100.000, a Milano 30.000. In tutta Italia, il 5 maggio scorso a manife-stare contro il disegno di legge 2994 sulla riforma della scuola, più noto come La
buona scuola, c’erano quasi 200.000 per-sone. Studenti, docenti, sindacati. Sull’altro fronte, i (dicono) 500.000 che hanno ri-sposto all’invito #iononsciopero. In Rete e sulle piazze la discussione continua e il premier assicura disponibilità, ma il testo andrà comunque al voto alla Camera il 19 maggio. Poi ci sarà il passaggio al Senato, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, i tempi organizzativi delle scuole. E quindi, realisticamente, la riforma non sarà opera-tiva prima dell’anno scolastico 2016-2017. Intanto che si fa? Si fa: per esempio, 167 scuole in due anni hanno firmato il mani-
festo di Avanguardie educative Indire (a-
vanguardieeducative.indire.it), il movimen-to di innovazione nato dall’Istituto nazio-nale di documentazione (Indire), uno dei punti di riferimento per la ricerca educativa in Italia. E questi istituti attuano “buone pratiche” condivise che si occupano di tut-to: dalla didattica quotidiana all’organiz-zazione degli spazi, dalle aule alle palestre. Per dirne una: «L’ora di lezione e l’aula fissa oggi non hanno più senso», spiega Elisabetta Mughini, dirigente di ricerca e innovazione in Indire. «Prenda l’ora di 50 minuti: se devo svolgere un’attività diversa dalla lezione frontale, come un lavoro di gruppo, o fuori dalla scuola per fare ricer-che, non basta». Che cosa pensano questi pionieri della riforma in gestazione? «Ab-
In piazza erano
in tanti: studenti,
docenti, sindacati
e qualche preside.
Per protestare contro La
buona scuola, terza legge
sull’istruzione in 15 anni. Ma non
tutti sono contrari
a tutto. Ecco la
nostra mini guida
per orientarsi tra
i pro e i contro
di Manuela Mimosa Ravasio
Studenti
e professori durante
la manifestazione
del 5 maggio contro
la riforma della scuola.Dove vala riforma
34
““biamo mandato le nostre osservazioni du-rante la consultazione online», continua Mughini. «L’augurio è che ce la facciano, ma le idee isolate non bastano. Anche per noi è scontato che ci deve essere il wi-fi, ma il wi-fi da solo non può trasformare la scuo-la». Qui abbiamo riassunto i principali punti in discussione.
Insegnanti, quanti e come. La ministra Stefania Giannini aveva par-lato di 100.701 nuovi assunti, con un potenziamento del 9,8 per cento del corpo insegnanti. In realtà saranno 100.000 e presi dalle graduatorie a e-saurimento. Cambia anche la figura del supplente: i nuovi sostituti verranno dall’organico specifico di ogni scuola. Contenti: i nuovi assunti. Scontenti: gli insegnanti delle materne e i 6.000 vincitori del concorso 2012 che non rientrano nelle assunzioni; i supplenti con più di 36 mesi, il cui destino è an-cora incerto. E chi, come l’ex titolare del Miur, Maria Chiara Carrozza, pen-sa che il reclutamento di docenti non basti a riformare la scuola: bisogna affrontare i temi veri della formazione.
Meritocrazia. La parola del mo-mento. Saranno online i curricula dei professori e i bilanci delle scuole. Ci saranno aumenti di stipendio legati al merito per cui, dal 2016, saranno stanziati 200 milioni. Contenti: chi so-stiene che l’Italia debba adeguarsi ai sistemi di valutazione europei e che il rifiuto degli insegnanti di essere giudica-
ti sia antistorico. Scontenti: i detratto-ri delle prove Invalsi e chi fa notare che il testo si occupa solo di rilevare le disu-guaglianze, ma non di eliminarle.
Il potere del preside. Il nuovo dirigente (nella maggior parte dei casi maschio, anche se i docenti sono in mag-gioranza donne) sarà responsabile del reclutamento degli insegnanti e dell’offer-ta formativa. In seguito alle proteste l’ar-ticolo che lo riguarda, il 7, pare in via di ammorbidimento, con maggiore coinvol-gimento del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto. Contenti: chi è a fa-vore di responsabilità chiare e definite e della gestione più efficiente delle scuole. Scontenti: il partito che si batte contro la “scuola azienda” e il “preside sceriffo”(facendo, tra l’altro, notare che nelle scuole mancano 1.200 presidi).
Finanziamenti. Sono previste: la possibilità di devolvere il 5 per mille alle scuole frequentate dai figli, le donazioni alle scuole da parte di privati e le detra-zioni (fino a 400 euro l’anno per studen-te) per le famiglie che scelgono le paritarie. Contenti: chi ritiene che le scuole parita-rie sostituiscano in realtà un servizio pub-blico insufficiente (la stragrande maggio-ranza degli allievi delle paritarie, secondo i dati del Miur, frequenta le scuole dell’in-
fanzia; in questa fascia di età, nelle scuo-le statali non c’è posto per tutti). Scon-
tenti: chi sostiene che in questo modo si creerebbero scuole di serie A e scuole di serie B.
La formazione dei docenti. Sarà decisa dalla scuola e obbligatoria per 50 ore. Si stanziano fino a 500 euro di bonus culturali per ogni professore e si prevedono docenti con formazione spe-cifica per musica, inglese, educazione motoria. Contenti: chi ammette che, se si vuol fare questo mestiere, aggiornarsi di continuo sia indispensabile. Sconten-
ti: chi sostiene che 50 ore di formazione non pagate in orario extrascolastico siano troppe e che la scelta dei corsi di aggior-namento non dovrebbe essere affidata solo alle singole scuole.
Lo studente “lavoratore”. Nelle secondarie di secondo grado gli studenti potranno costruirsi un curricu-lum con materie opzionali ed esperienze extra (come sport o volontariato) e fare periodi formazione in azienda. Negli ultimi tre anni di scuola si parla di al-meno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e 200 ore per i licei. Questo è il punto meno dibattuto: forse perché sono tutti d’accordo. O magari perché non ci crede nessuno. Gp
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ma
si,
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La legge andrà al voto
alla Camera il 19 maggio.
Poi ci sarà il passaggio
al Senato, e i tempi di
adeguamento delle scuole. Difficile che diventi operativa prima del 2016-17
35
Il ritorno di Beppe Grillo sulla scena politica
non è solo una vampata da campagna elet-
torale. Lo dicono i sondaggi, in costante ascesa, che vedono il M5S attorno al 22 per cento: in Italia la questione giovanile e quella morale sono gravissime emergenze alle quali non è stata ancora data risposta. Sul fronte della corruzione, non c’è quasi mega ap-palto pubblico che non risulti sporcato da inchieste giudiziarie né lista elettorale esente da pregiudicati o indagati. Ma è la gigantesca disoccupazione giova-nile il principale male italiano: col 43,1 per cento, quasi un giovane su due non ha lavoro. Impressio-nanti anche i dati sui neet, una generazione che non studia né lavora, milioni di ragazzi impigliati in un’e-terna transizione verso il nulla. È a questi che il par-tito di Grillo si rivolge: primo fra giovani e giovanis-simi, sta progressivamente dismettendo i panni di forza antisistema a tutti i costi – non è un caso che abbia abbandonato la campagna no euro – per but-tarsi su proposte più concrete. Un esempio: la pro-posta sul reddito di cittadinanza, un salario di sussi-stenza di 780 euro netti al mese da assegnare a tutti i cittadini sotto la soglia di povertà. Certo, in Italia i vincoli di bilancio pesano, ma l’idea dei Cinquestelle è nel solco delle più mature democrazie europee, dove a ogni cittadino viene assegnata una forma di sostentamento pubblico. Un serio reddito di cittadi-nanza ha costi molto alti: si parla di circa 20 miliar-di l’anno. Ma chi dice che una forza politica progres-sista non debba puntarci con forza? In fondo si po-trebbero recuperare risorse facendo una seria spen-ding review (mai partita davvero nonostante i tanti annunci), mentre è difficile negare che un vero soste-gno a poveri e disoccupati sarebbe di gran lunga preferibile ai famosi 80 euro assegnati solo ai lavo-ratori dipendenti, che ci costa dieci miliardi l’anno senza effetti concreti sui consumi. Insomma, stavol-ta la battaglia di Grillo non pare affatto campata in aria: perché Renzi per una volta non si siede seria-mente al tavolo con lui?
Impossibile dimenticare. Nell’ormai lontano 1998 una
sentenza della Cassazione annullò la condanna per stupro ai
danni di un istruttore di guida di 45 anni accusato di avere
violentato una diciottenne. Il motivo folgorò l’opinione pubblica:
la giovane indossava jeans “troppo stretti” per essere sfilati senza
il suo consenso, quindi non si trattava di stupro. Per protesta, le
parlamentari italiane si presentarono alla Camera fasciate nei
jeans il giorno dopo, ma da Los Angeles venne una risposta ancora
più forte: l’associazione Peace over violence inventò Il Denim day,
in cui tutte le donne indossavano blue jeans aderenti
per opporsi alla violenza, nonché a quel
maschilismo fatto di insinuazioni striscianti
tipo: “Se ti vesti così, un po’ te la cerchi”.
La Guess Foundation si è spesa per questa
causa e da quest’anno arriva in Europa con
il primo Denim day, il 29 maggio. L’invito a
indossare jeans è esteso a tutti. Dal 16 al 29
maggio in ogni Guess store italiano saranno
venduti a scopo benefico una borsa e un
portachiavi; inoltre il 10 per cento del ricavato
della vendita di jeans donna e uomo andrà
all’associazione Di.Re, che gestisce 70 centri
antiviolenza in Italia. direcontrolaviolenza.it F.T.
Il 29 maggio chi indossa
denim fa opinione. Contro
la violenza sulle donne
È uscito negli store
digitali Basta, singolo del
cantautore Andrea Febo,
ispirato alla vicenda di
Federica Mangiapelo,
la ragazza uccisa a
Bracciano nel 2012,
e dedicato alle donne
vittime di violenza.
seneparla
“
corrado formigli
GIoRNALIStA,
CoNDuCE Su LA7
PIAzzAPuLItA.
“ Perché... non pensare davvero ai poveri? La sfida di Grillo: un salario di
sussistenza di 780 euro. E stavolta
non sembra un’idea campata in aria
anti-stuPro
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xt
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e.c
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La notizia è ufficiale: l’attesissimo sequel di star Wars è in
arrivo. La moda freme e anticipa il mood! di Federica Fiori
seneparla
C’è chi giura che il settimo episodio di Star
Wars, The force awakens, sarà l’evento
cinematografico dell’anno. In attesa del suo arrivo nelle sale di tutto il mondo, previsto a fine anno, abiti e oggetti a tema stanno diventando un vero tormentone. Come sempre, ad aprire le danze sono gli stilisti (con largo anticipo, visto che Preen e Rodarte hanno portato mesi fa Dart Fener e il robot C-3PO stampati in passerella), seguiti a ruota da Rick Owens (che per il prossimo autunno si è ispirato alla celebre saga) e da marchi attenti allo street style come Adidas, Uniqlo, Pacsun e New Era (le loro capsule feticcio per la p/e stanno andando a ruba). Per non
parlare delle trecce modello principessa Leila, un must, vagamente riecheggianti nelle acconciature della prefall 2015 di Dior. Ma come ci si veste in stile Star Wars? Non solo, o non sempre, indossando una T-shirt a tema: la tendenza rilancia gli abiti lunghi e fluidi come pepli, le stampe siderali, le silhouette nere e geometriche anche d’estate. Se vi mancano le idee, ispiratevi qui: a Colonia, in Germania, il 22 maggio inaugura la mostra Star Wars Identities, mentre a Seattle, fino al 31 ottobre, c’è Star Wars and the Power of
Costume, un utile compendio di look a tema.
A temaA sinistra, la camicia
Darth Vader di Pacsun
(pacsun.com). Sotto,
il cap Stormtrooper in
lim-ed lanciato da New
Era (144 esemplari
in tutto). neweracap.eu
Treccianch’ioa sinistra, trecce impeccabili e
superdefinite sulla passerella prefall
2015 di Dior. Per un effetto principessa
Leila, basta arrotolarle ai lati del viso.
Stampe iconaa sinistra, t-shirt
Uniqlo (uniqlo.
com) e, sopra,
con protagonisti
in b/n, truffle
shuffle
(truffleshuffle.
co.uk). Non solo gadgeta sinistra, poster Lego;
sopra, yoda dalla mostra
identities e, a destra,
chiavetta usb, da colette.
In passerella Qui e a destra,
in largo anticipo,
Preen e Rodarte.
A centro pagina,
l’a/i 2015
di Rick Owens. sia con voi
38
sen
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arla
In Liberia, sì: dopo 42 giorni senza nuovi casi è il primo Paese,
tra quelli colpiti dall’epidemia, a liberarsene. Anche in Sierra Leone
e Guinea le cose vanno meglio. Ma l’emergenza non finisce qui
Sabato scorso è stato un giorno im-portante per la Liberia, dopo 42 gior-ni senza nuovi casi è stata dichiarata “Ebola free”. Due le buone notizie: la prima è che tutto è finito proprio dove, pochi mesi fa, la situazione era più drammatica, segno che le misure igienico-sanitarie (coordinate in loco dagli Usa) hanno funzionato. La se-conda è che anche i confinanti Sierra Leone e Guinea, la scorsa settimana, hanno registrato il numero più basso di casi dall’inizio dell’anno: 18. «È la fine di un incubo», sospira Cecilia Strada, figlia di Gino e presi-dente di Emergency, che in Sierra Leo-ne ha aperto un Centro per la cura dei
malati di Ebola. «L’Organizzazione mondiale della Sanità, complici i ta-gli, ha sottovalutato l’epidemia e si è mossa tardi. Speriamo che l’esperien-za insegni». «Fino alla prossima volta»: infatti, ricorda Paolo Bonfanti, direttore della Struttura malattie infettive dell’Ospe-dale di Lecco, «Ebola è una zoonosi, malattia che “importiamo” dagli ani-mali, dunque tornerà a farsi vedere in Africa, dove è comparsa nel 1976. A questo giro ha fatto danni enormi perché i Paesi colpiti avevano strutture sanitarie inesistenti e una scarsità asso-luta di medici e infermieri, ora anche più grave perché dall’inizio dell’epide-mia più di 500 operatori sanitari sono morti». E se a Monrovia le persone per strada ballano e si abbracciano, dice Cecilia Strada,«ora bisogna pensare alle migliaia di famiglie distrutte. No-nostante i sorrisi, la fine dell’epidemia, in Africa occidentale, non segna la fine
dell’emergenza. Né del dolore».
Dal 22 al 24 maggio, nello Spazio
Ex-Ansaldo di via Tortona 54, ci
sarà il primo Salone internazionale
della moda equa, etica e sostenibile:
40 produttori che lavorano nel
rispetto dei diritti umani e ambientali
e promuovono uno stile di vita e di
vestire consapevole. Una chicca?
Sabato 23 maggio, alle 18, verrà
proiettata l’anteprima del docufilm
The true cost di Andrew Morgan
sull’impatto globale dell’industria
della moda: un evento coordinato
dalla stilista Marina Spadafora,
direttrice creativa di Auteurs du
Monde. «Perché», come dice David
Cambioli, vicepresidente di Agices-
Equo Garantito, «produrre e vestire in
modo diverso si può e si deve!». A.C.
è vinta?
Milano è più che mai la capitale della moda, anche quella equosolidale
Veggie anch’io
Olivia Wilde (a
destra) ha interrotto
la dieta veg solo
in gravidanza. A
sinistra, le zuppe
vegetali di Bedetox.
Qui sotto, due
piatti vegani e
crudisti.
Superstiti In queste foto e in basso, sopravvissuti di Ebola in
Liberia. Secondo l’Oms, considerati anche Guinea e Sierra Leone,
il virus ha causato 11 mila morti.
di Paola Maraone
Ok, il prezzo può essere giusto
La locandina
del film
The true cost.
Sotto,
produzione
di filato
in India.
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seneparlaStefania Miretti
giornalista. stefmiretti @gmail.com
di Serena la roSataglia e cuci
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real politik
non so se esista davvero l’arte
di volgere le sconfitte in vitto-
ria, o anche solo una tecnica alla qua-le ispirarsi quando ci si sente sotto scacco; ma se esiste, ora abbiamo l’ar-tista, o l’artigiano, di riferimento. Ne abbiamo, anzi, addirittura due: en-trambe donne, entrambe figlie di quell’en-clave politica scozzese che sta diventando un generatore di leadership femminile. La prima si chiama Nicola, nome da femmina a Glasgow: avvocato quaran-
taquattrenne, figlia di un elettricista e di un’infermiera. L’altra è Mhairi, una studentessa ventenne fissata col calcio e incapace di scegliersi un vestito da sola (tanto che, per acquistare le sue prime giacche da adulta, s’è fatta ac-compagnare dalla madre: le giacche sono grigie, tipo divisa da college, ma gli elettori scozzesi di queste cose se ne fregano). Nicola Sturgeon ha preso la guida del-lo Scottish national party dopo la pe-sante sconfitta al referendum sull’indi-pendenza, e dopo pochi mesi ha vinto le elezioni conquistando 56 seggi su 59; ora è la regina di Scozia, o la Mer-kel del Regno Unito, come hanno de-ciso di chiamarla i giornali, un po’ per pigrizia e un po’ per similitudini trico-loghe e vaghe affinità tra i tailleur
le vere vincitrici delle elezioni in Gran BretagnaI consevatori di David Cameron hanno trionfato. Ma il futuro del Paese è in mano alla Scozia. In particolare a due giovani signore
dell’una e dell’altra (in realtà, tailleur a parte, la vittoria di Nicola costituisce una sfida interessante proprio all’Eu-ropa delle banche e del rigore che An-gela rappresenta).Mhairi Black, invece, s’era tuffata nel-la militanza politica con l’entusiasmo di una non ancora ventenne, ha subito la batosta referendaria che avrebbe irrimediabilmente deluso molti coeta-nei e ha pensato: «Qui comincia il bel-lo». Ora, grazie al gioco di squadra con Nicola, è insediata a Westminster, la più giovane tra i parlamentari del Regno Unito. È anche merito loro se l’Europa comincia a diventare un luo-go interessante in cui le idee e il pen-siero politico delle donne sono sempre più determinanti. Le quote rosa, con tutta evidenza, non c’entrano.
e la sua prima causa persaGeorge Clooney sta esplorando la vita coniugale come Yuri Gagarin deve aver viaggiato per la prima volta nello
spazio: con incredulo coraggio e costante meraviglia. Ma magari
non si aspettava di dover spiegare il maschio ad Amal: «Guardo lo
sport in tv e questa cosa l’ammazza: si è lasciata coinvolgere un po’
dalla March Madness (le giovanili di basket americano, ndr), ma
evidentemente le è bastato, perché la settimana successiva,
quando mi sono messo a guardare il Masters (un torneo di golf, che
non c’è limite alla perversione, ndr) ha provato a protestare “Ma ce
n’è una ogni settimana”. Le ho risposto che sì, in effetti è così che
funziona». L’avvocato Clooney è una ragazza sveglia, capirà in
fretta che questa è una causa persa. Rimane importante non
accettare compromessi: mai simulare interesse, mai chiedere
spiegazioni. Se il matrimonio è ancora troppo acerbo per prevedere
televisori separati, è più dignitoso fingersi morte.
Galantei Clooney con la
nipote di lei,
mia, alla prima
del disneyano
tomorrowland,
in California.
sotto, george
omaggia amal
con un
baciamano.
Donne vincentiSopra, Nicola Sturgeon, 44 anni, leader dello Scottish national party. A sinistra, la scozzese Mhairi Black, 20 anni: la più giovane deputata britannica dal 1667.
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francese
complicata e
tanto chic
«Mi affascinano le donne
contraddittorie come
me», ammette l'attrice,
che ora aggiunge alla sua
galleria di ruoli drammatici
una tenebrosa Lady Macbeth (nel film
in concorso a Cannes),
mentre porta a teatro
Giovanna d'Arco.
«Ma non sono un'anima
dark. E dopo certe
parti cupe, mi prende
una voglia incredibile di luce»
di Alessandra Mattanza
Marion Cotillard
Non ama il compromesso, Marion Cotillard: per lei o tutto o niente. «Quando accetto un ruolo mi ci dedico con tutta me stessa: divento, letteralmente, il mio personaggio», confessa con voce dolce e sensuale e uno sguardo blu che incan-ta. Del resto, chi non la ricorda letteralmente trasfigurata in La
vie en rose, interpretare una Edith Piaf da Oscar? «Sono una perfezionista, capace di ripetere una scena ancora e ancora, fino a che non mi sento sicura. Mi affido al regista, naturalmente, ma prima di tutto mi lascio guidare dal mio istinto, sul set come nella vita: quando ho un momento di insicurezza mi fermo per un istante, chiudo gli occhi, rifletto e poi decido». Chic e sensuale, con i capelli lisci che le accarezzano le spalle e un total look Dior – giacchetta azzurra su una camicia bianca, pantaloni scuri e scarpe con il tacco a spillo – Marion Cotillard sprigiona una grazia unica. Ma dietro l'allure della francese so-fisticata cela forza e determinazione. Fresca della seconda nomi-nation agli Oscar di quest'anno come miglior attrice protagoni-
*
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Fascino franceseMarion Cotillard, 39
anni. Sarà in concorso
al Festival di Cannes
con Macbeth, accanto
a Michael Fassbender,
e dal 10 giugno in teatro
a New York in Giovanna
d'Arco al rogo.
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lo stile:giorno vs seraCome ti azzecco il look In qualità di testimonial per la celebre tote Lady Dior,
ecco marion Cotillard, da sinistra, con una tracolla della
maison; in look colorato da viaggio; in evening gown Valentino;
in corto Carolina Herrera, in rosso e con righe "baiadera",
Christian Dior Couture, assieme al compagno
guillaume Canet --al cocktail dei premi César 2015.
sta (per Due giorni, una notte, dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dar-denne), sarà al fianco di Michael Fassbender in Macbeth, in concorso al prossimo Festival del cinema di Cannes. E poi, c'è il teatro: dal 10 giugno, e per una manciata di repliche, salirà sul palco dell’Avery Fisher Hall, al Lincoln Center di New York, in Giovanna d'Arco al rogo, dramma di Arthur Honegger in cui interpreta l'eroina nazionale francese. Nata a Parigi nel 1975 da genitori attori di teatro, con un padre regista e mimo e una madre insegnante di arte drammatica, è cresciuta in un ambiente bohémien, libera di disegnare sulle pareti di casa e, in generale, di dare sfogo senza limiti alla sua creatività. Facile, vivendo così, che la piccola Marion non abbia mai immaginato di fare altro che recitare.Quando ha capito di voler fare l'attrice?
Da bambina: salii sul palcoscenico per interpretare un ruolo in un’opera di mio padre e compresi subito che quella era la vita che avrei fatto per sempre. Fu la mia prima esperienza davanti a un pubblico e mi colpì al cuore come una fantastica magia. Che cosa ama della recitazione?
Molti le risponderebbero i privilegi, il successo, la possibilità di viaggiare e di incontrare persone interessanti. Sono cose che ap-prezzo anch'io, so di essere fortunata, ma per me questo lavoro è unico perché ti dona la possibilità di vivere tante vite diverse. Già da piccola recitare mi permetteva di fuggire in un mio universo immaginario: era un’esperienza simile a un viaggio nel tempo.
In Due giorni, una notte è una madre depressa, che lotta per
non perdere il lavoro. Ha mai vissuto situazioni simili?
Sono stata depressa, ma mai al punto di dover prendere medici-nali, per fortuna. Di solito cerco di attuare un cambiamento se non sono più felice, anche quando è tremendamente difficile e richiede molti sforzi e un grande investimento di energia.Ha mai avuto problemi finanziari?
Sono cresciuta tra artisti e so cosa vuol dire lottare per sbarcare il lunario. Sono convinta però che in questo film sia il comporta-mento umano stesso che viene messo in discussione, oltre ai pro-blemi economici in un ambiente operaio. Il mio personaggio chiede a ciascun collega, fronteggiandolo personalmente, se può rinunciare a mille euro di premio annuale per salvare il suo posto di lavoro. È una questione etica prima di tutto. E spinge tutti noi a chiederci che cosa faremmo in una situazione simile.Prima Inception, in cui è una moglie defunta che perseguita
il marito nei sogni, poi la Talia al Ghul capace di ingannare
«Amo la recitazione
perché dona
la possibilità
di vivere tante vite
diverse»
*
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al cinema in teatro
Mamma e attivistaA lato, l'attrice con il
figlio Marcel, nato nel
2011 dalla relazione
con il collega Guillaume
Canet. A sinistra, con il
ministro dell'Ambiente
francese Ségolène
Royal assiste a un
discorso del presidente
Hollande nelle Filippine
del dopo tifone.
I tre volti di un'attriceMarion Cotillard nei panni
di Giovanna d'Arco a teatro.
A sinistra, con Michael
Fassbender in Macbeth.
Qui a destra, con il suo
compagno Guillaume Canet
e i personaggi de I Minions,
a cui hanno dato la voce
nell'edizione francese del
film (al cinema da giugno).
Batman in Il cavaliere oscuro: il ritorno e, adesso, un grande
classico shakespeariano, Macbeth: la attraggono i ruoli di
femme fatale?
So di essere complicata e per questo mi affascinano le donne contraddittorie, con una personalità articolata come la mia. E poi, mi piace vedere fino a che punto di cattiveria riesco ad ar-rivare. Solo sul set naturalmente! Ha recitato insieme a uomini affascinanti come Ewan McGre-
gor, Russell Crowe, Billy Crudup. Che cosa ci dice di Micha-
el Fassbender, con lei in Macbeth?
È un uomo davvero appassionato, sincero, molto intelligente e profondo. Ed è incredibilmente creativo, anche nella recitazione, capace di sorprenderti con qualcosa di nuovo ogni giorno. Il suo partner, Guillaume Canet, è anche lui attore. Parlate
mai di lavoro?
Certo! Per entrambi è una grande passione, quindi ci divertiamo facendo congetture sui film e i progetti che ci aspettano. Apprez-ziamo la vita, ci piace ridere! Le confesso che alla fine delle ri-prese di Macbeth avevo una voglia incredibile di luce: non mi si addice quello stato d'animo dark.Condividete qualche hobby?
Suonare la chitarra, fare musica! Io poi lo coinvolgo nelle mie cause di appassionata ambientalista (è ambasciatrice di Green-
peace e di recente è stata la voce narrante del documentario Il mondo degli orsi, ndr): amo la natura e gli animali, e mi impegno a consumare sempre prodotti locali e di stagione e a riciclare il più possibile. In Anchorman 2 ha avuto un piccolo ruolo comico. Le pia-
cerebbe lavorare di più nelle commedie?
Certo, soprattutto da quando sono mamma: mi piacerebbe es-sere coinvolta in storie dal mood positivo, magari in una com-media, perché no, romantica, ma finisco spesso per scegliere drammi. Il mio problema? Non riesco a dire di no a una bella storia. Leggo la sceneggiatura et voilà, mi ha già catturata!Il suo difetto più grande?
Ho un’ossessione per la cioccolata. E so essere molto testarda. E il suo pregio?
L’entusiasmo, lo stesso che avevo da piccola, quando sognavo di fare l'attrice. Mai avrei immaginato di arrivare tanto in alto. Hai mai avuto esitazioni nella vita?
Ho diverse ansie che mi sono imposta di fronteggiare. Per esem-pio, non mi sono mai sentita totalmente a mio agio in mezzo a troppa gente e nella vita privata preferisco incontrare pochi a-mici per volta. Ho conservato quel lato introverso che quando ero bambina mi rendeva timida e malinconica.Spera di vincere il Leone d'oro o un altro Oscar?
Per me è importante, prima di ogni altro riconoscimento, che di un film venga apprezzato il lavoro del regista e di tutto il team straordinario che contribuisce a crearlo. Senza di loro non esi-sterei nemmeno io come attrice. G
«Da quando sono
mamma, mi
attirano storie dal
mood positivo.
Forse sarebbe ora
di provare una
commedia»
le voci
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di Ilaria Solari
«Illaria, lei ha figli?». La do-manda, personale e un po’ fuori contesto, arriva dopo mezz’ora di conversa-zione telefonica con Harvey Keitel, 75 anni, quasi cinquanta di carriera leggendaria al cinema. Da Mean streets a Lezioni di piano, fino alla parte di Mick, protagonista con Michael Caine dell’ultimo film del premio Oscar Paolo Sorrentino, La giovinezza, in concorso al Festival di Cannes e nelle sale dal 21 maggio. In cui Keitel e Caine sono, rispettivamente, un regista e un direttore d’orchestra settuagenari, confinati in un buen retiro tra le Alpi svizzere e alle prese coi pro-pri bilanci esistenziali. Pur filtrata da miglia e borborigmi elettromagnetici, la voce di Mr Keitel suona calda e confidenziale. Sarà il vezzo un po’ antico di invocare il mio nome di tanto in tanto − Illariaaa −, lisciando con sapienza la elle, ma è la prova vivente di come il sex appeal goda di territorialità ex-tracorporea. E trascenda ogni dato anagra-fico. Tutto questo però lo realizzo in seguito, perché a dire il vero l’intervista era comin-ciata nel più professionale dei modi...Cosa ha provato quando ha saputo che
Sorrentino voleva proprio lei?
Mi ha invaso quello speciale senso di grati-tudine di quando conquisti finalmente la ragazza che ti piace da una vita.
Questa poi... Lui come l’ha presa?
Che ne sa, magari parlavo di lei...Mr Keitel!
Illariaaa, scusi, era una battuta. Lo conosce-vo bene, Sorrentino, ho visto e amato so-prattutto Il divo e La grande bellezza... Sta di fatto che ero soprattutto io a volere lui.Come le ha spiegato il film?
La sceneggiatura era già scritta in modo formidabile, ed è stato questo che mi ha convinto a dire di sì subito. Abbiamo parla-to a lungo della storia, del mio personaggio e del suo viaggio attraverso il film. Ne ab-biamo parlato con le parole e anche in silen-zio, se riesce a seguirmi.Seguo, seguo. Girando, ha incontrato
qualche difficoltà o è filato tutto liscio?
Ho trovato difficile un po’ tutto, una vera sfida. E ho trovato intimamente piacevoli quelle che lei chiama difficoltà.È un film sul tempo che passa. Lei come
lo vive?
Suppongo che lo sia. Oddio, ne è proprio sicura? Voglio dire, come fanno a sapere che io e Michael non siamo più dei giovanotti?Qualcosa mi dice che non la vive bene.
Il casting è stato un po’ approssimativo, ah ah ah. Mi dica, si vede molto?Niente di personale, il tempo passa un
po’ per tutti.
Cara, purtroppo tra noi c’è di mezzo un o-ceano, sennò ora mi vedrebbe sorridere.
E invecchiando
A 75 anni, l’attore che fu oggetto del desiderio in Lezioni di piano torna al cinema nel nuovo film di Paolo Sorrentino, nei panni di un uomo anziano che fa i conti con la propria esistenza. «Ho tanta di quella vita dalla mia parte che il tempo lo vedo scorrere da una certa altezza», dice. Sufficiente per tollerare gli imprevisti e le défaillances. E per amare tutto il resto
intervista
Harvey Keitel
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InossidabileHarvey Keitel, 75
anni, dal 21 maggio
è al cinema accanto
a Michael Caine
in La giovinezza
di Paolo Sorrentino,
uno dei tre film
italiani in concorso
al Festival di Cannes.
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intervista
Di che sorride, Mr. Keitel?
Dell’idea del tempo che passa. Sa, ho tanta di quella vita dalla mia parte, che il tempo posso vederlo scorrere da un certa altezza. O almeno, con sano distacco. Sembra abbia scovato un antidoto...
Oh ma che bel complimento, Illaria, mi pia-ce sentirglielo dire. Un antidoto... forse que-ste nostre risate in effetti lo sono.Con l’età è diventato più saggio, più tol-
lerante o solo più seducente?
Tollerante è forse il termine più adatto. Ma per me è facile: ho avuto una bella vita, ho una moglie che amo e dei figli. L’ultimo, Ro-
man, ha dieci anni. Ecco, più che per gli altri, crescere lui, il più piccolo, è stata una grande opportunità e nello stesso tempo una sfida, forse la più impegnativa di sempre.Per quello che possiamo capire, La gio-
vinezza è un altro film sulla bellezza...
Sulla bellezza dello stare al mondo. Sulla vita che, srotolandosi e prendendoci nel mezzo, ci sollecita e ci costringe a essere sem-pre un po’ giovani, almeno nella testa. Met-tiamola così: è un grande regalo essere vivi. E la giovinezza è il trampolino migliore per tuffarsi in questo viaggio.E quando questa finisce?
Fortunatamente possiamo continuare a sor-ridere, Illaria.Nel senso che il sorriso è la parte del
corpo più vitale?
Lo pensa davvero?L’ha detto lei.
No, lei. Non so se si riferiva a me, in ogni caso è proprio una cosa interessante, sa?Da attore, il corpo è anche il suo stru-
mento di lavoro, come si fa quando in-
vecchia o fa più fatica di prima?
La sua domanda è proprio buffa: come faccio? La prendo e me la metto via. Ho accettato il mio corpo come un dono. A un certo punto semplicemente lo lascerò an-dare e mi unirò di nuovo all’eternità.
Prima di allora, deve sapere che per mol-
te di noi il suo corpo un regalo lo è stato
davvero: penso ai nudi in Lezioni di piano.
Si è mai sentito un sex symbol?
Continuamente, finché non arrivo a por-tata di specchio.Non faccia il timido.
E lei non mi prenda così sul serio.In questa giostra che è la vita, a quale
età si fermerebbe a fare un altro giro?
Perché fermarmi?Così, per fare un gioco...
Mi fermerò solo quando smetterò di pensa-re. C’è un modo di dire che abbiamo noi americani, sa: se vuoi far ridere Dio raccon-tagli un po’ dei tuoi programmi.In quale angolo di mondo sta la vera
“grande bellezza”, secondo lei?
Devo dirlo? Ho paura che la mia risposta suoni un po’ semplicistica. Correremo il rischio.
In ogni mente che conosce l’umiltà. Senta...Dica.
È stata una bella chiacchierata. Ci siamo mai visti, Illaria? Intendo, di persona?Purtroppo no.
La prossima volta, se mai accadrà, mi ricor-di il suo nome. E le offrirò da bere. E parleremo insieme dei tempi andati.
Come vecchi amici? Lei mi fa sorridere. G
Magnifici tre Keitel con Martin
Scorsese e Robert De Niro nel 1978. Sono
stati insieme in Mean streets e Taxi driver.
Sex symbolCon Holly
Hunter in Lezioni
di piano, in cui
appare in una
memorabile
scena di nudo.
Con la moglie,
Daphna
Kastner, 54
anni, e Roman,
dieci, l’ultimo
dei suoi tre figli.
Family man
La giovinezza
Lezioni di piano Smoke
Taxi driver Pulp fiction Fuoco sacro
l’arte di invecchiare
Giovinezza
Fermare il tempo non si può, ci ricordano diversi film ora
nelle sale. E vivere di rimpianti non serve. L’alternativa?
Lasciar perdere l’anti-aging e dedicarsi all’art of aging: come suggerisce un filosofo tedesco
«Ma qualcuno l’ha mai vinta la battaglia contro il tempo che passa, che lei sappia?» Il filosofo tedesco Wilhelm Schmid, autore di Serenità (Fazi), su questo tema che a molti di noi umani toglie il sonno e il sor-riso prima provoca, poi consola, offrendo la sua alternativa sostenibile: «L’art of a-ging, l’arte di saper invecchiare, vivendo con l’età e non contro l’età. Facile ricono-scere chi ci riesce: ha un volto sereno». A differenza di quello contratto e stravolto di chi rinuncia alla sua faccia e opta per un lifting: «Io lo chiamo Berlusconi ef-
fect», ridacchia Schmid. «Per paradosso è in quel momento, vedendola trasfigura-
ta, che capiamo di colpo quanto una per-sona è invecchiata». Oltre ai libri e ai fe-stival (l’ultimo, La lunga vita, si è svolto dal 7 al 10 maggio a Bologna), i film sull’argomento si moltiplicano: il più re-cente è La giovinezza di Paolo Sorrentino, ma prima c’erano stati Last Vegas, storia di quattro ex ragazzini che si ritrovano dopo 58 anni per fare squadra contro il tempo, e Marigold Hotel, tornato nelle sale con un sequel di successo. In tutti il tema è: accettare serenamente il tempo che passa, senza per questo sentirsi “fini-ti”. Persino Rocco Siffredi, pornostar di lungo corso, reduce dall’esperienza dell’I-sola dei famosi, ha capito che a 51 anni
può anche permet-tersi di ammainare la bandiera. «In-tendiamoci, non
che non ce la faccia, però le ragazze sul set ormai hanno l’età delle fidanzate dei miei figli». Del resto, come ci ricorda Bla-ke Lively in Adaline (vedi in basso), il mito dell’eterna giovinezza è fallace e pe-ricoloso. «Sentirsi fisicamente fragili e vicini alla fine non piace a nessuno», dice Schmid, «ma se vivessimo mille anni ci annoieremmo mortalmente. Nel mio libro propongo allora i dieci punti per invec-chiare bene e soffrire poco: tra gli altri, esercizio fisico, e molto contatto con i giovani». Il suo bestseller, in Italia appena uscito, in Germania è ancora in classifica dopo un anno: «L’hanno comprato anche molti ragazzi. Dico sempre che alla vec-chiaia bisogna cominciare a prepararsi a 20 anni». Non è un po’ presto? «Macché. È a quell’età che si gettano le basi per le migliori amicizie. Che alla fine, al netto di divorzi, malattie e tanti altri patimenti, la vita te la salvano». G
di Paola Maraone
Terza età Nelle foto
sopra, scene da tre film sul
tema del tempo che passa.
Accanto, la copertina di
Serenità - l’arte di saper
invecchiare (Fazi), del
filosofo Wilhelm Schmid.
Last Vegas
Ritorno al Marigold Hotel
La giovinezza
Adaline - L’eterna giovinezza
Sogno o incubo? Adaline, nata nel 1908, a 29 anni ha un incidente stradale che la rende immortale: una
fantacommedia dai risvolti inquietanti, con Blake Lively (al cinema).
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GUIA SONCINIgIOrNALISTA
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IL SuO uLTIMO
LIBrO è I MArITI
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(rIzzOLI)
L’orgoglionon c’entra
In un vecchio libro di Eri-
ca Jong, l’io narrante inse-guiva con l’abituale abbruti-mento amoroso e mancanza di dignità un oggetto del desi-derio che non la corrisponde-va. Esortata ad avere, santo cielo, un po’ di orgoglio, l’eroi-na romantica rispondeva come chi abbia fatto studi classici solo per poter usare le versioni di latino e greco a sostegno della propria scelleratezza sen-timentale: «Demetra e Perse-fone non avevano orgoglio, e neanch’io, neanch’io, neanch’io». Demetra e Persefone, nel mito greco, erano state separate dal dio dell’oltretomba che aveva rapito la figlia. Per vendicarsi, la madre punì i mortali con la carestia, finché Zeus disse a
quello dell’oltretomba di rida-re Persefone a Demetra perché i mortali nel perpetuo inverno senza frutta si lagnavano trop-po. Lui acconsentì, ma con un trucco, che per l’eternità a-vrebbe costretto Persefone a tornare sei mesi l’anno nell’ol-tretomba – quei sei mesi che poi sarebbero diventati l’au-tunno e l’inverno.
Scusa, Erica: a me non è
mai parsa una storia che dica che le grandi imprese si compiono solo se non si bada all’orgoglio. Semmai una sto-ria su come, per le malefatte degli dèi, vengano puniti gli uomini, o sulla sfiancante ti-gna delle femmine di fronte alla quale prima o poi i maschi
cedono, o sul part time degli affetti. Al limite, una storia di mezze stagioni.
Però è vero che non è im-
puntandosi e rivendican-
do orgoglio e dignità che si compiono le grandi imprese. Le quali hanno, appunto, mol-to a che fare con la tigna. Con la capacità di considerare qua-lunque rifiuto, obiezione, im-pedimento come un ostacolo per il quale non bisogna offen-dersi inorgogliendosi, ma sul-la rimozione del quale occorre concentrarsi: l’obiettivo deve essere raggiunto e lo sarà (le grandi imprese richiedono una certa qual dose di mitomania buona, che è diversa da quella cattiva: nella mitomania buona
ti credi capace di tutto; in quel-la cattiva credi che chiunque altro ottenga qualcosa sia rac-comandato e tu una povera vittima).
Thierry Fremaux, selezio-
natore di Cannes, ha rac-
contato a Variety che all’i-nizio avevano rifiutato il film di Matteo Garrone, Il racconto dei
racconti: non era finito, man-cavano gli effetti speciali, non li convinceva. E allora lui, invece di indignarsi perché gli altri so-no raccomandati e Moretti lo prendereste pure se filmasse un muro per due ore e comunque io ho fatto quel capolavoro di Reality e come vi permettete, ha detto «Aspettate un attimo»; si è rimesso a lavorarci e dopo un po’ l’ha risottoposto al giu-dizio della commissione. Che l’ha preso. Se a Cannes c’è un premio intitolato alla tigna di Demetra, che si sbatteva a risol-vere i problemi mentre quella Persefone d’una commissione se ne stava comoda nell’Ade, è già di Garrone.
Le grandi imprese come quella di Matteo Garrone, che ha convinto la commissione di Cannes ad accettare il suo film dopo averlo rifiutato una volta, sono questione di tigna. E di quella mitomania “buona” che ti fa credere capace di tutto. Ma è il contrario della presunzione
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la terrazza
real life
Tira aria di pagelle, la pressione sui ragazzi
aumenta. Troppo? Qualche volta sì, perchéil punteggio scolastico è importante, ma da solo non basta a far fruttare il talento. Tanto che perfino i più bravi (una volta
li chiamavano secchioni) raccontano il bisogno di esperienze formative che vadano oltre i libri. Ascoltiamoli!
di Manuela Mimosa Ravasio - foto Diana Bagnoli
Tutti nove, ma la vita è musicaChiara Schmidt, quinta liceo
allo scientifico Alessandro Volta
di Milano (nella foto, al piano
di Casa Verdi*).L’unica volta che
è scesa sotto il nove è quando ha
passato un semestre a Lubecca. Il suo
è infatti uno scientifico “aumentato”
di tre ore di tedesco, anche se la vera
frequenza supplementare è l’ottavo
anno di Conservatorio: «Il pianoforte
è il mio strumento di espressione
e sono convinta che, alla fine,
nonostante quei bei voti, la musica
sia per me la cosa migliore», dice.
Così, più che sui libri, la si può trovare,
e sentire, in concerto, in vari eventi
cittadini e qualche volta a teatro.
Ma non rinuncia nemmeno alla sua
attività scout: «Non vedo l’ora di
ripetere il giro del Monte Bianco
in tenda, farò anche un corso di sci
alpinismo». Oltre a Musicologia a
Cremona, ovviamente. Che le vette
da scalare sono tante…
(*) per gentile concessione della Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi - Milano
Non stressateci
sui voti
Una pagella con tutti dieci al quarto anno delle superio-
ri non capita spesso. E Luca Marannino, liceale al classico Ber-chet di Milano, che ha fatto l’en plein nel giugno scorso, è partito da questa straordinaria performance per scrivere un libro di consigli diretto ai suoi coetanei, ai genitori e ai professori (Secchione ma non troppo, Mondadori Electa). Brillante, pre-suntuoso, ingenuo? Forse un po’ di tutto, ma a noi ha colpito lo sforzo di spiegare al mondo che non di solo libri e bei voti vive un piccolo genio, per quanto entrambi gli piacciano molto. Musica, sport, volontariato, amici, affetti, fanno parte a pieno titolo dell’esperienza del “secchione” moderno, il quale anzi sembra proteggersi con la varietà degli interessi dall’ansia che le altissime aspettative di insegnanti e genitori concentrano sul-la sua testolina fin dalla tenera infanzia. Strano? No. Secondo i dati dell’Ocse, l’organizzazione che mi-sura il livello di istruzione dei principali Paesi industrializzati, i nostri adolescenti passano quasi il doppio del tempo dei loro coetanei di altri Paesi a svolgere i compiti a casa ma, nonostante questo, consegnano all’Italia numeri da maglia nera per l’abban-dono scolastico (quasi il 18 per cento, primi in Europa) e il tasso di laureati (il 22 per cento, contro una media europea che punta al 40 per il 2020). Studiare “tanto”, quindi, non basta, così come evidentemente non basta l’attenzione spasmodica che la nostra scuola dedica al processo di valutazione. Nessun Paese europeo ha tanti voti come noi (quasi ovunque, per esempio, ne basta uno per indicare l’insufficienza). Nessun Paese è così parco nell’elargire il punteggio massimo. «In Italia si fa un libro perché un ragazzo ha tutti dieci? Nel resto d’Europa il voto massimo lo riceve in genere il 5 per cento della classe, è cioè una cosa relati-vamente normale: si valuta la risposta alle richieste scolastiche,
non la persona in sé». Le parole sono di Francesco Avvisati, a-nalista dell’Ocse: «Il sistema italiano sembra destinato più a selezionare che a formare. Invece bisognerebbe pensare che il voto è un feedback importante, ma non dice nulla sulle abilità acquisite utili a determinare il proprio futuro». Non è detto in-fatti che ai bei voti corrispondano reali talenti né, viceversa, che i reali talenti riescano a esprimersi al meglio sui banchi di scuola. «Difficilmente si ha un’equivalenza tra prestazione scolastica e alto potenziale», avverte Daniela Lucangeli, presidente del co-mitato scientifico del progetto Education to talent e docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione all’Università di Pa-dova. «La verità è che, come ci dice l’Organizzazione mondiale della sanità, noi perdiamo per strada quasi il 40 per cento di intelligenze». Intelligenze qualitativamente diverse, che magari emergerebbero con una maggiore cultura dell’impegno, invece che del talento innato (così accade a Singapore e in Corea), o motivandole con esperienze extrascolastiche come lo studio di uno strumento musicale, che, secondo Avvisati «ha un beneficio sull’intero processo di apprendimento, perché s’impara a impa-rare in modo positivo e piacevole». Già, le emozioni contano anche nell’apprendimento, ce lo ricor-da Lucangeli: «Se studiamo con paura o ansia, al momento di ricordare quanto appreso riattiveremo anche quelle sensazioni, con il rischio di allontanarci dallo studio». Come dire che è “facile” crescere un’élite intellettuale, meno incoraggiare un gran numero di ragazzi e ragazze verso un impegno serio. Che poi è la riflessione comune di molti studenti, compresi i bravissimi che abbiamo intervistato, con pagelle da capogiro e tanti progetti nel cassetto. Non trasformiamoli in marionette nevrotiche a caccia del diploma con lode. G
Classico e anche rockTommaso Mattiuzzi, terza liceo classico al
Torquato Tasso di Roma (nella foto, nel chiostro
della basilica di San Paolo fuori le mura).
Ragazzo di poche parole e di molte letture, passa
dai romanzi ai saggi di filosofia e antropologia.
«È stato così fin da piccolo. Alle elementari mi
prendevano in giro, poi le cose sono cambiate, ma
leggo ancora più dei miei coetanei», dice. Per non
passare troppo da super studioso («che poi mica
è vero», confessa, «capisco solo come selezionare,
a cosa dare la priorità… ozio compreso»), suona
la chitarra rigorosamente elettrica pop rock e
gioca a tennis. «Se fosse per me però, mi chiuderei
dentro a tutte le sale di musica dal vivo e non ne
uscirei più». Forse per trovare l’accordo giusto e
decidere cosa fare del proprio futuro e della propria
intelligenza: Lettere, Linguistica… chissà. Intanto,
zaino in spalla e Interrail sono assicurati.
57
real life
Tucidide e Dart FenerEdoardo Acerno, seconda liceo classico
al Berchet di Milano (nella foto, è sulle
locomotive del Museo della scienza e
della tecnologia).
«Vorrei solo che si respirasse meno ansia
da voto. Ogni tanto si può andare anche
meno bene, non è una tragedia!». Sembra
facile a dirsi ma non lo è per chi ha una
media del nove abbondante ed è additato
come “cervellone” fin dalle elementari.
Nuotatore provetto, trombettista
dilettante, Edoardo gioca a tennis e ama
passare le sue vacanze in Estonia a fare
volontariato. Studia, dice, quattro ore al
giorno, ma gli resta tempo per il corso
di filologia alla Biblioteca Ambrosiana di
Milano. I suoi occhi si illuminano per due
cose: la storia antica e Star wars. «Mi
vestirei da Dart Fener anche per prendere
l’autobus. Da piccolo sognavo di fare
l’archeologo, oggi mi entusiasmo quando,
dagli scritti di Tucidide, capisco come si
viveva nell’Atene del V secolo». Anche
questa, in un certo senso, è fantascienza.
Étoile della ricerca (o del balletto)Beatrice Norcini, quinta liceo scientifico
al Paolo Frisi di Monza (nella foto, è alla
Biblioteca Ambrosiana di Milano).
Nella sua borsa ci sono sempre un libro
e una Nikon digitale. Si ferma appena
vede qualcosa da fotografare e assicura
di essere sì organizzata e metodica, ma
insicura. Eppure, al suo liceo, secondo
Eduscopio uno dei migliori di Lombardia,
la sua è una delle medie più alte: «Le
aspettative nei nostri confronti sono molte
e siamo stimolati a migliorarci sempre».
Del resto, con altre due gemelle in casa –
che però fanno il classico – la competizione
ce l’ha nel sangue. Così, mentre aspetta
di affrontare Ingegneria biomedica (spera
alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, se
i genitori lo permetteranno), è passata
dalla danza moderna alla classica,
mettendosi in pari in pochi anni con le altre
ragazze che avevano iniziato da bambine.
«Se non riesco a diventare una ricercatrice
nel campo delle biotecnologie mediche in
America o in Australia, faccio la ballerina!».
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made inChina
tendenze
Senza mezze misureRihanna sul red carpet
del Met Gala dedicato alla
Cina: ha fatto il giro del
web il fotomontaggio con
il suo lungo strascico color
tuorlo d’uovo “in padella”,
scaldato dalla fiammante
acconciatura di Sarah
Jessica Parker (v. gioia.it).
Pagina accanto, richiami
orientali in passerella da
Stella Jean.
60
Scordatevi i luoghi comuni:
nel paese dei mandarini non si copia (quasi) più.
E una mostra al Met di New York
racconta cosa c’è di nuovo (ma
non solo) sul fronte orientale
di Federica Fiori
61
Almeno una cosa, dai look delle celeb
giunte in gran spolvero al Met gala 2015
(dress code: China), l’abbiamo capita. Del Paese dei mandarini non sappiamo un granché. O quantomeno: abbiamo un’opinione a dir poco pittoresca. Se non altro in fatto di moda. Lo di-mostra con dovizia di particolari il confronto tra gli evening gown scelti dalle star cinesi sfilate sul red carpet dell’esclusivo Costume Institute e quelli delle celeb occidentali, capeggiate dal direttore di Vogue Usa Anna Wintour, che in una sola parola potremmo riassumere così: impietoso per sobrietà delle une (vedi in basso a destra) e baccano delle altre (qui a sinistra). E dire che l’ispirazione cinese serpeggiava sulle passerelle fin dallo scorso autun-no (quando, non a caso, è stato an-nunciato il titolo della mostra: Chi-
na. Through the looking glass), con anticipo più che sufficiente a evitare scivoloni di stile come quello toccato a Sarah Jessica Parker, sormontata da un copricapo perfetto per la pros-sima campagna di Diavolina accen-difuoco (peccato sia firmato Philip Treacy). La mostra, se non altro, ser-virà a sfatare alcuni luoghi comuni:
Tutto in mostra
A destra, Anna Wintour
in Chanel. Sopra, un
abito Valentino in China:
trough the looking glass,
al Met Museum di New
York fino al prossimo 16
agosto (metmuseum.org).
Risalendo, Lady Gaga in
Balenciaga e Sarah Jessica
Parker in abito H&M. In alto,
Rihanna sulla cover di aprile
di Harper’s Bazaar China.
Sfilate, ma non soloA centro pagina,
Zhu Chongyun,
stilista del brand
cinese Marisfrolg. Ha
comprato il marchio
Krizia poco più di un
anno fa. In basso,
le attrici Sun Fei Fei,
in Michael Kors,
e Maggie Q, in Tory
Burch al Met.
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Gli influencerSotto, Lucia Liu, la stylist cinese più
richiesta al mondo e, accanto, il libro
China: The New Generation, di Jean
Marc Decrop e Jerome Sans, (ed. Skira,
€ 39,00), il primo sulla generazione di
“artistar” nate negli Anni '80. Sopra, verso
l’alto: il pr e curatore di eventi Melvin
Chua, una potenza, con Zhao Lei, modello.
La direttrice di Vogue China, Angelica
Cheung, e Han Houhou, blogger: ha tre
milioni di follower.
Moda & design
Sopra, alcuni marchi di
culto in Cina (ma non
solo, Shanghai Tang
è molto apprezzato
anche dalle redattrici
occidentali). In alto,
la top model Liu Wen.
Sotto, design a tema
per i piatti Harlequin
cuckoo di Wedgwood e
per un classico
da cucina: Queen Chin
di Alessi.
è vero, oggi i cinesi copiano tutto, ma fino al secolo scorso eravamo noi a ispirarci a loro, specie a caval-lo fra ’800 e ’900, quando nacquero marchi famosi come Lalique e Louis Vuitton (il cui logo richiama, appunto, l’arte orientale). Ma la Cina è anche, e sem-pre più, altro: «Smetterà presto di copiare», afferma Ross Urwin, direttore della colossale fiera Shanghai Design. Nel frattempo, si sta dotando di un esercito di giovani stilisti di successo. Oltre ai nomi più famo-si, come Jason Wu, Uma Wang, Vivienne Tam e Ale-xander Wang, migrati oltreoceano, ci sono quelli de-gli emergenti “locali”: Liu Can Ming, Lu Kum, Qiu Hao e Nicole Zhang. Per non parlare di marchi come Bosideng, MJ style (l’unico brand locale a competere, per fatturati sul mercato cinese, con i colossi Zara e H&M), Ochirly, Li Canming e Septwolves. Il loro stile non è certo una replica del nostro, anzi. Sempre più nuovi consumatori cinesi (che in media spendono 10.000 euro l’anno per trovare il sarto giusto, com-prano circa 50 vestiti firmati e investono 1000 euro per ricevere i loro cataloghi preferiti), chiedono in-dumenti che riflettano il loro heritage culturale. La concorrenza è spietata su tutti i fronti: fra i direttori più potenti al mondo, oggi c’è pure la cinese Angelica Cheung, omologo asia-tico di Anna Wintour. La Cina è
vicina, titolava un film del 1967. Nel 2015 lo è più che mai. G
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64
Mister Ray-Ban
Antonello Venditti,
66 anni, in una foto del
1975, a Milano prima
di un concerto. Sotto,
a sinistra, con Carlo
Verdone nel 1981; a
destra, con Francesco
Totti nel 2001 .
intervista
Io, che giro sempre
nudo
AntonelloVenditti
L’uomo che ha tradotto in canzoni indimenticabili i sogni di due generazioni è arrivato al disco numero 19. E la gente gli piace ancora,
specie se, come lui, è capace di spogliarsi del proprio ruolo sociale.
Mai difendersi dall’emozione di un incontro. E il ritornello non cambia:
«Tutto quel che voglio è solamente amore...» di Alessandra Di Pietro
InstancabileAntonello Venditti ha
pubblicato Tortuga (Heinz/
Sony) e presto andrà in tour
(date su antonellovenditti.
it). In basso, con Rino
Gaetano negli anni ’70.
torna – dopo quattro anni – con l’album Tortuga, nove tracce inedite piene di po-esia e musica che ti resta in testa.Protagonista assoluto del nuovo
disco l’amore, in tutte le sue decli-
nazioni. L’amore per la musica in
Nel mio infinito cielo di canzoni, per
Roma in I ragazzi del Tortuga, per
una donna in Tienimi dentro di te.
Insomma, c’è sempre tempo per in-
namorarsi?
E come si fa a chiudere la porta? Per fortuna non lo possiamo decidere: tu vivi la vita e a un certo punto incontri l’amore. E meno male. A 14 anni piangi per una fidanzata, ma nemmeno ti im-magini quante volte ti succederà ancora. Alla mia età invece, a 66 anni, tutto è già passato. Allora non hai la presunzione
Mi accoglie sorridente e pacificato, gli immanca-bili occhiali neri calati sul naso, nella sua bella casa immersa nel verde, a due passi da Roma, dove ci sono anche il suo studio di registrazione, la formidabile tata toscana che si prende cura di lui da oltre 30 anni e un’invidia-bile piscina in mezzo al prato: il posto preferito di Antonello Venditti per pren-dere il caffè al mattino. Da Notte prima degli esami («E tu sei troppo lontana dalla mia stanza») a Ci vorrebbe un amico («per poterti dimenticare»), da Ricordati di me («E non c’è sesso senza amore») ad Amici mai («per chi si cerca come noi, non è possibile»), l’artista che ha trasformato in canzoni indimentica-bili i sogni di un paio di generazioni ora
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che duri tutta la vita, ma ti prendi l’eter-nità dentro ogni attimo, come fosse un tempo che stai rubando.Anche ora sta vivendo un amore?
Vivo sempre un amore! (ride felice e sì,
c’è una compagna nella sua vita, ndr). I racconti dentro l’album però partono da più lontano. E cioè dal giorno in cui, dopo la fine di una storia importante, ho provato a vivere senza una prospettiva di coppia. È stato un tentativo di legge-rezza non facile ma comunque interes-sante. Nasce da qui, il mio Tortuga.Che poi è anche il nome di un bar di
fronte al suo ex liceo, il Giulio Cesare.
Nei suoi testi sono sempre vive le at-
mosfere di quand’era ragazzo.
Sarà che sono nato prematuro, 30 gior-ni prima, e questo mese che mi manca me lo porto sempre appresso, forse lo recupererò tra dieci anni. Mi pia-ce crescere tenendo viva dentro di me
l’ingenuità di credere che tutto può an-cora cambiare. Ecco, in Tortuga raccon-to che sto ancora in campo e so ancora arrabbiarmi.I suoi musicisti in questo disco sono
solo uomini. Fare banda vuol dire es-
sere amici?
Ci sono persone con cui vai al bar, allo stadio oppure suoni. E poi ci sono gli amici che non hai mai eletto a questo ruolo ma sono sempre stati accanto a te, protagonisti e testimoni di una vita in comune. Con Alessandro era così (Cen-
tofanti, musicista morto lo scorso anno,
cui è dedicato Tortuga, ndr). Se dovevo raccontare qualcosa accaduta nel lonta-no 1974 mi giravo e dicevo «C’era pure Sandro», e lo trovavo lì accanto a me. Ora se mi guardo intorno è come se mi mancasse un pezzo. Supero questo vuo-to frequentando le persone più giovani.Perché?
Quelli che hanno più di 50 anni in ge-nere sono vestiti del loro ruolo sociale, vivono dentro una maschera, come fos-sero magistrati che non tolgono mai la toga. Ecco, questo mi deprime. Io invece
� «Alla mia età non hai la presunzione che l’amore duri tutta la vita, ma ti prendi l’eternità dentro ogni attimo, come fosse un tempo che stai rubando»
giro nudo e quando incontro una per-sona non voglio sapere che mestiere fa, quali sono le sue idee politiche o il suo orientamento sessuale: mi interessa la relazione che creiamo insieme. Di solito l’istinto mi porta verso persone che vivo-no nude come me.Suo figlio Francesco dice che è stato
un padre presente pur vivendo sepa-
rato: oggi come nonno che tipo è?
Non rompo. Tommaso è un grande, ha scritto la prima canzone a otto anni e ora che ne ha 14 suona tutto il giorno. Alice, 17 anni, è fantastica, ha grandi ta-lenti, potrebbe fare la scrittrice o l’attrice ma secondo me comincia a capire ades-so che la sua voce è lirica come quella di zia Fiamma (Izzo, sorella di Simona,
soprano e doppiatrice, ndr).Anni fa, in Sotto il segno dei Pesci, lei
cantava: «Tutto quel che voglio, pen-
savo, è solamente amore».
«E unità per noi, che meritiamo un’altra vita più giusta e libera se vuoi». Vale sem-pre. Amore e unità. Questo voglio. Que-sto spero. E so, sono sicuro, che anche domani farò qualcosa che mi piace. G
Love songsIl diciannovesimo disco di studio di Venditti
(Tortuga, Heinz/Sony) è pop d’autore mai
banale, con qualche virata rock e un paio di
aperture orchestrali: nove brani che puntano
dritto alle emozioni. E colpiscono nel segno.
FamigliaUno scatto del 2007 con il
figlio Francesco, avuto dall’ex
moglie Simona Izzo (sopra
insieme, negli anni ’70).
intervista
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di Federica Furino
foto Stephanie Gengotti
Diventaremadri primache adulte,decidendo di tenere
un figlio arrivato
troppo presto.
Dal docu-reality alla
cronaca, i motivi
(e le conseguenze)
di una scelta che
ogni anno riguarda
2.000 ragazze
italiane
La storia di Giulia inizia con un vestito stretto. Che di per sé non vuol dire niente, e invece vuol dire tutto perché la verità, a volte, si nasconde nelle cose insignificanti. «Era luglio. Facevo le prove per una sfilata e tutti gli abiti mi tiravano su seno e pancia. Che strano, ho pensato. Poi mi è venuto il dubbio: in effetti avevo un ritar-do. Ho preso mia madre, siamo andate a comprare il test di gravidanza e l’abbiamo fatto insieme. Ero incinta».La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri
programmi, cantava John Lennon, ma a 16 anni è troppo presto per sapere che certe canzoni dicono la verità. Troppo presto per sapere che l’amore non è un gioco e che un mese e mezzo insieme può bastare per fare un bambino. «Io e Do-menico stavamo insieme da poco. Lui ha detto: considera
tutte le possibilità e tieni presente la nostra situazione econo-mica». Così, mentre il fidanzato le suggeriva di riflettere e sua madre le consigliava di interrompere la gravidanza, Giulia ha fatto di testa sua. «Non volevo uccidere mio figlio. Così l’ho tenuto». Fino a quel momento c’erano stati solo gli ami-ci, le serate in discoteca, le sfilate, la scuola: nessun pensiero. «Dopo? Zero rimpianto. Sono orgogliosa della mia scelta».A chi le dice che è troppo giovane per fare la mam-
ma, risponde che a 16 anni sai benissimo che cosa è
giusto e che cosa no. È rimasta a casa di sua madre, a Reggio Emilia, anche adesso che Diego è nato. «Mi dà una mano, ma non voglio che il peso di mio figlio ricada su di lei. Voglio finire la scuola da estetista, trovarmi un lavoro e cercarmi una casa mia. Ora anche Domenico è
sì,lo tengo
società
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staremo sempre insieme. Invece è fi-nita. Ma con la bimba, per fortuna, è presente». La vita che cambia, per ora, non la spaventa. «Non sono mai stata una da uscite in discoteca. Non ho dovuto rinunciare a molto per Allyson. E poi ho sempre pensato che un bambino non ti costringe alla clausura, certe cose le puoi fare lo stesso. E comunque mia figlia è molto più divertente della disco-teca». Il futuro? «Voglio finire la scuola e poi iscrivermi all’uni-versità per diventare assistente sociale, avere una casa mia e un lavoro per mantenere Allyson».Anche Giulia, che vive a Grot-
taglie in provincia di Taran-
to, il futuro se lo immagina
con un diploma e un lavoro. A 17 anni è diventata mam-ma di Diego: ora di anni ne ha 18 e vive con Gianni, che è di-
ventato suo marito. «Mia mamma voleva che mi godessi la vita, che studiassi e
facessi altro. Io invece ho voluto tenere il mio bambino. Sono fortunata: Gianni ha 26 anni e un lavoro. Così, anche se la sua famiglia all’inizio non era d’accordo, abbiamo po-tuto sposarci lo stesso. Una cerimonia in chiesa e una picco-la festa. Sono andata a scuola fino a pochi giorni prima del parto. Ora ho sospeso per allattare, ma a settembre ripren-derò: voglio fare l’università e trovarmi un lavoro. La vita è cambiata: ora ho un fagottino minuscolo di cui prendermi cura. Ma con un po’ di organizzazione posso concedermi anche qualche divertimento. Basta fare le cose in maniera diversa. Dicono che 17 anni sono pochi per fare la mamma? Dipende. A chi si trova a dover scegliere posso solo dire: non fatevi condizionare da nessuno. Avere un figlio a questa età non è una passeggiata, ma nemmeno impossibile. Io l’ho fatto. E non l’ho mai rimpianto». G
felice. Viviamo di alti e bassi, ma cercheremo di far funzionare le cose per il nostro bambino».A raccontare la storia di Giulia e
delle mamme poco più che bam-
bine intervistate per questo ser-
vizio è la seconda stagione di 16
anni e incinta. Una scelta – quella di tenere un figlio arrivato troppo pre-sto – condivisa da circa 2.000 ragaz-ze minorenni ogni anno in Italia (nel 2013 erano 1922, il 17 per cento in meno rispetto al 2010): qualcuna abita al Nord, molte (il 62 per cento) al Sud e nelle isole (nella sola Sicilia, nel 2013, i figli di madri minorenni erano 444: uno su cento dei bambini nati nella Regione). I numeri dicono che una su quattro è stra-niera, le altre italiane (circa 1.500), per lo più diciassettenni.Qualche volta i loro bimbi sono cercati,
magari per riempire altri vuoti; molto più spesso, come per Giulia, arrivano per caso, proprio mentre si parte alla scoperta della vita. Bimbi tenuti a dispetto della legge che consente di abortire (anche se l’aborto resta la scelta prevalente delle minorenni: due su tre seguono questa strada) e a dispetto dei genitori, o dei fidan-zati, o degli amici che consigliano di non inchiodare il futuro a una responsabilità troppo grande. Una responsabilità che – come spiega un’indagine recente di Save the children dal titolo Piccole mamme – a prescindere dalla felicità dell’inizio e della convinzione della scelta, se non inchioda il futuro, di certo lo proietta su una strada in salita: completare gli studi è difficile, andare all’università improbabile, trovare un la-voro un’impresa ancora più complicata di quanto lo sia per le mamme adulte. E il rapporto con la famiglia di origine che rischia di prendere la china di una dipendenza emotiva ed economica, specie quando il partner dà forfait. Che l’amore non regga all’urto della gravidanza succe-
de in più della metà dei casi. È capitato anche a Marika, 17 anni, di Borgosesia, mamma di Allyson. «Non potevo prendere la pillola per problemi ormonali e nemmeno usare il preservativo, per un’allergia al lattice. Vittorio era il mio primo grande amore, stavamo insieme da due anni: sape-vamo che, prima o poi, sarebbe potuto succedere. Il test l’ho fatto con mia madre. Quando ha visto che ero incinta mi ha detto: qualsiasi cosa succeda, ti sarò vicina. Mio padre, invece, per una settimana non mi ha parlato. Io invece, ero felice. Mai pensato di abortire. Vittorio, lì subito, ha detto:
il pareredell’espertoMa davvero un figlio a 16 o
17 anni è una scelta possibile
senza che la vita vada in pezzi?
«Un’adolescente incinta, oggi, viene
considerata quasi una malata,
ma non è detto che lo sia», spiega
Roberto Bernorio, ginecologo
e psicoterapeuta dell’Aispa
(Associazione italiana sessuologia
e psicologia applicata). «Nella
maggioranza dei casi si tratta di
gravidanze non programmate.
Le difficoltà sono tante e vanno
considerate bene prima di decidere.
Il passaggio dall’adolescenza all’età
adulta è già delicato, figuriamoci se,
contemporaneamente, il passaggio
è dall’essere figlia all’essere madre.
In più manca l’indipendenza
economica, portare a termine
gli studi è difficile e il bisogno di
supporto da parte della famiglia
di origine toglie autonomia alle
mamme che finiscono, spesso, per
essere sostituite nella crescita dei
figli, dalle nonne. Quando la scelta è
ben ponderata, però, assistiamo
a storie di maternità ben
riuscite».
Dalla Tv al web
16 anni e incinta è un docu-reality prodotto da Stand by me
per Mtv in collaborazione con l’Aispa (Associazione italiana
sessuologia e psicologia applicata) che racconta le storie
di sette ragazze rimaste incinte, seguendone la gravidanza
fino alla nascita del bambino. La seconda stagione si chiude
mercoledì 20 maggio alle 21,10 su Mtv (canale 8 del digitale
terrestre), ma tutte le puntate sono disponibili in streaming
su ondemand.mtv.it e all’indirizzo www.mtv.it/sonoincinta
si accede anche a un blog informativo a cura dell’Aispa.
Lettere ALL’ AVVOCATO
Separazioni
A chi “spettano” gliembrioni congelati?
amore e guerra
Il mio compagno, con cui ho vissuto
per otto anni, ha deciso di lasciarmi per
un’altra donna. Può cambiare la serratura,
come minaccia ogni giorno di fare, per
mandarmi fuori di casa (l’abitazione è
intestata a suo nome)?
Tiziana
Il suo ex, anche se è l’unico proprietario
di casa, una volta deciso di mettere
fine al rapporto, deve darle il tempo
di trovare un’altra sistemazione. Lo
ha deciso la Cassazione con sentenza
n. 7214 del 21 marzo 2013, le cui
motivazioni hanno dato un certo rilievo
anche alla convivenza more uxorio sul
piano della tutela giuridica. I giudici
precisano che il proprietario di casa
non può cacciare improvvisamente
il convivente, non essendo egli un
semplice ospite: aver condiviso
un progetto di vita gli impedisce
di ricorrere alle vie di fatto. Quindi
nessun cambiamento improvviso della
serratura. Ciò significa che il convivente,
proprietario dell’immobile, che si separa
dal partner, dovrà concedere all’ex un
congruo termine per consentirgli di
trovare un’altra sistemazione.
Ho un marito completamente dipendente
da Internet che, la sera, passa ore
davanti al computer. Ho scoperto la sua
password e ho controllato: chatta con
altre donne, navigando su siti di incontri.
Mi sento umiliata. Non so se cerchi sesso
o solo evasione e non so se “consumi”
vere relazioni con le donne con cui flirta
virtualmente. Certo non dice di essere
sposato. A volte parla esplicitamente di
sesso, a volte si confida, o corteggia la
donna in Rete. Sono considerati anche
questi tradimenti?
Franca
Se lei mi chiede se si può parlare di
vera e propria infedeltà di fronte a un
tradimento platonico, la risposta è
sì. In ambito strettamente giuridico,
la dottrina più recente ritiene che la
violazione del dovere di fedeltà
si configuri anche nel caso di ipotesi
di infedeltà sentimentale e addirittura
di infedeltà apparente. Ci sono casi
in cui, quindi, la separazione è stata
addebitata anche al coniuge che non ha
consumato un vero e proprio rapporto
intimo con un altro partner.
«I nostri embrioni congelati han-
no il diritto di vivere», ha titolato il New York Times, pubblicando un inter-vento di Nick Loeb, ex dell’attrice co-lombiana Sofia Vergara. Gli embrioni, frutto di una fecondazione assistita, e-rano finalizzati a una maternità surro-gata (vietata in Italia), ma come spesso accade quando una coppia si dice addio mentre è in corso una fecondazione as-sistita, gli embrioni diventano oggetto di rivendicazione reciproca. In questo caso l’attrice è decisa a lasciarli nel con-gelatore, mentre il suo ex reclama il di-ritto di metterli al mondo, ricorrendo a una madre surrogata. Nick Loeb riven-dica la posizione di tanti uomini in tema di diritto e di nascita: «Perché un uomo pronto ad assumersi tutte le responsa-bilità non può fare ciò che è consentito a una donna?». È pacifico che fino a quando fecondazio-ne e gravidanza avvengono all’interno dello stesso corpo, la scelta spetta alla donna. Ma quando le tecniche riprodut-tive separano gli embrioni dal corpo ma-terno, la posizione di padre e madre è
LAurA LOgLiAvvocAto, espertA
in diritto
di fAmigliA.
Lei ha diritto a diventare madre, lui a diventare
padre, ma possono reciprocamente impedirlo revocando il consenso all’impianto. In nome del
bambino che deve avere due genitoridi Laura Logli
Hai bisogno di un consiglio legale? Chiedi al nostro avvocato: scrivile a [email protected] (rubrica amore e guerra).
molto simile. I diritti in questione sono molteplici: c’è il diritto di lui a diventare padre, quello di lei a diventare madre, il diritto di entrambi a non avere più figli con l’altro se la coppia è naufragata, il diritto degli embrioni alla vita. In Usa su dieci casi che riguardano gli embrioni con-tesi, in otto il partner che voleva diventa-re genitore ha perso la sua battaglia. E in Italia? In caso di disaccordo, la
posizione femminile è decisamente
più facile, perché obbligare una donna all’impianto contro la sua volontà sareb-be contrario al divieto di trattamenti sa-nitari obbligatori contenuto nella Costi-tuzione (art. 32). In quanto alla posizione maschile, nel caso di coppie che si sepa-rano, la revoca del consenso all’impianto, data dall’uomo, viene accolta. Così è sta-to, per esempio, per una coppia bologne-se che durante il matrimonio aveva con-gelato gli embrioni. Dopo la separazione, il marito ha negato alla moglie il diritto all’impianto. Il libero esercizio di procre-are trova un limite nel diritto del nascitu-ro di avere due genitori. Solo con l’inizio della gravidanza il di-ritto alla maternità prevale su quello alla paternità. Con la procreazione as-sistita, che è un evento artificiale, il diritto alla paternità è equiparato a quello alla maternità e prima del tran-sfer i due diritti si trovano sullo stesso piano. Obbligare un uomo a diventa-re padre violerebbe la libertà persona-le dell’individuo salvaguardata dalla Costituzione (art. 13).
Solo a gravidanza iniziata il diritto alla maternità prevale su quello alla paternità. Prima di ciò, invece, donna e uomo sono sullo stesso piano
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Ci si può ingegnare costruendosi
da sé accessori stravaganti. Oppure
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e collana lunga con lucchetto
€ 160, Trussardi; T-shirt
Intimissimi € 15,90; tuta di jeans,
Manila Grace € 299; indossati
come girocollo, bracciali di
pelle nappa nera con elemento
d’argento, Tuum da € 89
l’uno; collana corta d’argento
e gomma, X Jewellery da € 155;
cintura e bangle metal, Dior;
calze Bresciani € 30; occhiali
da saldatore vintage.
moda
In gergo fashion si chiama
worker: tute da meccanico
riviste e corrette; canotte non
certo macchiate d’olio da motore;
parka e panta baggy da operaio.
Così si costruisce il nuovo stile
di Rossana Passalacqua - foto Jolijn Snijders
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corso
Spolverino con cappuccio,
Trussardi Uomo € 820; sotto,
soprabito di tecno tessuto con
inserto trasparente, Max&Co.
€ 189; camicia di denim,
Calvin Klein Jeans € 119; pants
con impunture fluo, Christopher
Kane € 490; cappellino Sunday
Somewhere € 35; come collane,
bracciali da € 89 e anelli a fascia
da € 195 l’uno, Tuum; bracciali
con inserti d’argento da € 65
l’uno e anello con cristalli € 59,50,
Breil; bangle e sneakers con
fiori, Dior; cintura Prada € 270;
calze Calzedonia € 3,95. Nella pagina accanto, tuta di denim,
Roy Roger’s € 192; top stretch,
Freddy € 36; foulard di suède,
Trussardi € 310; collana corta,
X Jewellery; come girocollo,
bracciali da € 89 l’uno e bracciali
di pelle nappa nera da € 89 l’uno,
Tuum; maxibangle Dior; pochette
zippata, Stella McCartney
€ 515; cintura Hermès € 573.
Camicia di cotone azzurro,
NaraCamicie € 69; canotta
a costine, Intimissimi € 9,90;
bermuda di raso con cintura,
Paul Smith € 518; in vita, imper
di tessuto tecnico, Erreà Republic
€ 64,90; occhiali specchiati,
Mykita Mylon € 445; collana
e bracciale di pelle stampata
€ 230, Trussardi; orologio
d’acciaio, Rolex € 4.400; zaino
bicolore, BWGH for Puma
€ 135; flat con fiocco, N°21.
Nella pagina accanto, parka
di tecno tessuto, Timberland
€ 199; soprabito bianco
con impunture, Maison Martin
Margiela; camicia body,
Piazza Italia € 10,95; bermuda
lucidi, Blugirl Folies € 79;
cappellino Sunday Somewhere
€ 35; occhiali a specchio, Mykita
€ 319; collana Trussardi;
maxibag di pelle, Longchamp;
guanti da lavoro vintage.
Giacchino di denim bianco,
Maison Martin Margiela;
gilet di pelle traforata, Fendi
€ 930; canotta a costine, H&M
€ 14,99; pants di cotone, Sisley
€ 49,95; come girocollo, bracciali
Tuum; collana corta X Jewellery;
bracciale con borchie € 775
e di pelle € 409, Hermès; zaino
di denim, DSquared2; cintura
con impunture € 270 e sandali
incrociati, Prada. Nella pagina accanto, blazer di denim,
Tommy Hilfiger € 169; camicia
bicolore, Kocca € 69,90; canotta
Intimissimi; pantaloni Max&Co.
€ 119; occhiali con montatura
esagonale, Eyepetizer € 89;
imbracatura di cuoio, Vionnet;
bracciali Tuum; anello
con borchie, Rebecca € 79.
Tuta in fresco di lana, cintura
con campana metal, ballerine
di pelle, tutto Céline; orologio
d’acciaio, Rolex; foulard vintage.
Nella pagina accanto, trench di
tecno tessuto, Woolrich € 369; top
di canapa con balza asimmetrica,
pants di cotone con cintura e
sandali di pvc, pelle e vernice, tutto
Marni; occhiali da sole a specchio,
Dior € 370; fedi con preghiere
d’argento e argento bronzato
e smaltato, Tuum € 195 l’una.
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Joli Rouge n. 716
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di Clarins.
Giacca lavorata, body lucido,
pants svasati bianchi € 800 e
visiera di pvc € 350, tutto Fendi;
collana a catena, Katharina Litz
€ 660; bracciali di pella nappa
nera da € 89 l’uno e rigidi laccati
da € 245 l’uno, Tuum. Nella pagina accanto, parka giallo
zippato, Tatras € 390; camicia
stampata € 380 e shorts con
risvolto logato € 510, Iceberg;
occhiali con lenti blu, Dior Homme
€ 390; calze Calzedonia € 2,95;
sandali incrociati, Car Shoe
€ 250; guanti da lavoro vintage.
Tuta con tasche applicate,
Gentucca Bini; canotta H&M;
occhiali con bordo di perle,
Chanel Eyewear € 800; collana
e francesine con tacco di legno
€ 460, Trussardi; bracciali rigidi
a catena, Chanel € 550 l’uno;
di pelle bianca, Hermès € 280;
pochette pastello, iBlues
€ 79; calzettoni Calzedonia.
Nella pagina accanto, abito
di cotone a portafoglio, Lacoste;
canotta H&M; bermuda di
denim, Liu Jo € 125; cappellino
DSquared2; zaino giallo, Weekend
Max Mara € 199; imbracatura
Vionnet; come bracciale, foulard
Trussardi € 310; chronografo
d’acciaio, Tissot € 1.615.
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porta anche in spiaggia. soprattutto
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prossima collezione di philosophy.
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Il look dell’estate dipende dalla location:
in una grande casa bianca con un parco
immenso e una piscina enorme
è perfetto un abito di maglina sole-e-luna
di Monica Curetti - foto Bruno Barbazan in villa
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jacquard di seta, Céline
€ 2.700; fedine d’argento,
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Nella pagina accanto, maxipull di cordonetto
con fusciacca annodata
€ 319 e longuette con
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open toe di cocco con
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Miniabito sfumato
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Toni vibranti
dalla collezione Pupa
Waterproof Milano.
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Tubogas d’acciaio e oro
rosa, Bulgari € 5.200.
Nella pagina accanto, abito cut out di maglia
€ 460 e sandali di
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Stella McCartney; bikini
di maglia, Missoni.
Gilet di maglia, OVS
€ 24,99; costume
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d’oro bianco, Damiani;
sandali di pelle, Salvatore
Ferragamo; telo mare
logato, Louis Vuitton.
Blusa laminata con
maniche a farfalla, gonna
coordinata e sandali
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Salvatore Ferragamo.
Nella pagina accanto, cardigan di cotone
mélange, Hilfiger Denim;
longdress in chiffon
di seta, Hilfiger Collection
€ 1.550; open toe Céline.
Tuta di jersey stampato,
Silvian Heach € 75;
bracciale Bulgari;
open toe Céline. Nella pagina accanto, canotta
di maglia a costine con
inserti di organza e gonna
coordinata con spacco,
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sandali di suède,
Gianvito Rossi € 540.
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ciliegine (una moda tira l’altra)
di Federica Fiori e Angelica Carrara
Idee da prendere al volo, novità
imperdibili, tante curiosità e i must di stagione. E se avete una domanda...
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Hanno un che di nobile i pezzi più hot di stagione.
Sarà perché il blu rilassa, sarà perché
aumenta la concentrazione (ma poi: le due cose
vanno sempre di pari passo?), sarà perché,
più banalmente, va di gran moda soprattutto
d’estate: fatto sta che piluccando qua e
là, la tonalità che più ci ha rapite è questa.
Anche perché le sue sfumature sono infinite.
E perché rende unici e speciali orologi, gioielli e
borse. Abbinalo al bianco totale, la freschezza è
assicurata! p.s. Anche il make up è blu (a pag.138).
sangue blu
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Cetrioli, kiwi, fragole. Stampati su abiti, jeans
e gonne in versione estiva. Il meglio,
però, lo danno sulle classiche
espadrilles. Diventate
più che mai un cult!
#1 hit parade
109
ciliegine (una moda tira l’altra)
Un tempo le nonne e le zie assomigliavano a
fatine, perché una punta di azzurro ravvivava le
loro delicate teste: un vezzo antico che sapeva
di tè e biscotti fatti in casa e aveva il profumo
dell’intimità famigliare. Bene, quest’immagine
è archiviata da tempo, ma la mia speranza è
che quanto vedo in giro non si diffonda. Per ora
appartiene all’”élite illuminata” delle modaiole
di rimando. A una fauna ristretta che incontri
negli eventi mondani. Sappiamo che in
quest’epoca nella quale tutti sono in guerra
contro tutti, il colore dominante è il rosa. Si
va dalla tonalità confetto a quella shocking,
passando per il fragola e virando al salmone.
Peccato che la pink mania dilaghi non tanto
sugli abiti, ma sulle chiome delle suddette
signore, spericolate emule di tante celeb.
Viene da pensare che si tratti di un complotto
ordito con la complicità del parrucchiere di
fiducia, per tenerle occupate a gareggiare in
tinture improbaili con coetanee altrettanto
insoddisfatte di se stesse.
Consigli di stile da
una veterana della moda
La classe non ha età
Renata Molho Giornalista e saggista (foto Giovanni Gastel)
Se avete dubbi di stile o siete in cerca
del consiglio giusto per valorizzare il vostro look,
scrivete a Federica Fiori ([email protected]).
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Pensavi che lo scozzese fosse un must
relegato all’inverno? Niente di più opinabile:
prova ne è la Spring tartan capsule
collection appena presentata da Giorgio
Armani, uno che i must, e i nuovi trend,
li lancia con largo anticipo sugli altri.
Fondamentale la palette dei colori: grigio,
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questa sono io
Michela gatterMayer,
vicedirettore Moda di gioia,
seguiteMi ogni settiMana
nei Miei viaggi dentro la
Moda. scriveteMi:
Non posso far altro che ammettere la sua
superiorità: il design è mio signore e padrone e io molto volentieri mi lascio soggiogare. Perché sa essere spiritoso, romantico, elegante, esagerato, attento. E bello. Spara enormità senza battere ciglio. Ti regala fiori ma non si limita a un banale mazzolino. Apprezza la femminilità di certi tessuti come pizzi e broccati senza però diventare melenso o, peggio, kitsch. Anzi. S’ingegna per far star tutti comodi (quest’albero-castello in realtà è una “cuccia” per gatti). Ama anche lui il vintage, azzarda un colore difficilissimo, il verde, e lo fa tornare di moda. Non butta via niente, che sia una rete del campo da tennis o un paio di jeans. Inventa quella cosa da “chissà perché non ci avevo pensato prima” (tipo come arrotolare un materasso e trasformarlo in oggetto cool). Si diverte: la trottola diventa lampada, la maschera da sub un acquario. Beve, eccome se beve. Ma per reggere la fatica meglio un succo. Va lo zenzero, andrà il litchi. Ci dispiace, noi siamo Coca-Cola dipendenti.
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visioni
futurodi Michela Gattermayer
Nella moda non si butta via niente e non è solo una questione di corsi e ricorsi, di trend che passano e tornano. Con questa mostra romana Nicolas Ghesquière, direttore creativo di Louis Vuitton, dimostra che una sfilata non è mai solo una sfilata. Può diventare un’installazione artistica. In-fatti in Louis Vuitton Series 2 - passato, presente, futuro (dal 22 maggio al 7 giugno a Palazzo Ruspoli, via del Corso 418)
Charlotte
Gainsbourg
Julianne
Moore
Liya
Kebede
Haley
Bennett
Jennifer
Connelly
Michelle
Williams
Nicole
Kidman
Riley
Keough
Rosamund
Pike
Ma anche passato e presente: una grande mostramultimediale a Roma dimostra che il tempo ha molto
a che fare con lo stile. E che le donne sono immortali
c’è tutto: gli abiti, la passerella, le immagini di backstage e la scenografia della sfilata primavera-estate 2015; la storia del marchio; i ricordi adolescenziali del designer. E questo tutto diventa altro. Perché la vita, essendo un viaggio, si trasfor-ma tappa dopo tappa. Resta solo il fuoco dell’ispirazione e chi lo accende. Nicolas Ghesquière le chiama heroines: sono le donne a cui s’ispira (qui sotto). Noi ringraziamo.
ANTIAGE
beauty
hair & skin
L’età non è più un dato anagrafico: ognuno ha quella che si sente.
Ma per “portarla” bene ci vuole un’attenta manutenzione.
Scopri le strategie che resettano il tempo e ti fanno sentire sempre up-to-date T
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foto Donna Trope
capelli
di Barbara Pellegrini
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giovane?Un cervello smart non invecchia mai. Una chioma ben curata, idem. Amala, nutrila, rinforzala, perché nessuna “ragazza” merita capelli sfibrati e la
ricrescita in vista…
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kérastase (¤ 26,50).
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II calore di piastra e phon danneggia i fusti,
ma è irrinunciabile per lo styling. cosa fare
se sono bruciati? «armati di pazienza, perché
i capelli crescono un centimetro al mese»,
spiega Fabrizio Lepri, titolare del salone aveda
Lepri Lifestyle & spa. «Per non danneggiare
quelli nuovi, applica prodotti anticalore che
rivestono i capelli prima del brushing.
così proteggi anche la parte rovinata, che va
trattata in modo speciale. L’idea è pensare ai
capelli come al viso: ai primi segni del tempo,
meglio correre subito ai ripari con cure intensive».
Chi non sogna una texture
omogenea e corposa? Basta
passare una mano tra i capelli per
notare la differenza tra la base idratata
e le punte secche. «Cambiare la
struttura dei capelli è impossibile,
ma rimpolpare i fusti, sì», spiega
Lepri. Le strade sono due:
«usare prodotti di styling o di cura
che “gonfiano” la materia capillare,
donando subito turgore. o puntare su
formule effetto camouflage,
che, grazie a effetti ottici, riflettono la
luce come uno specchio».
La prima cosa che noti in una chioma? Il colore, ovviamente.
e se la tinta non è in perfette condizioni, luminosa e brillante, fa
subito old lady polverosa, perché la verità è che il colore esprime
la personalità e l’attitudine di chi lo porta. «Punta a un prodotto
colorante di alto livello, magari di derivazione naturale. Scegli
trattamenti a base acida, che ricostruiscono il capello
dall’interno, rendendolo più sano e lucente». tra una seduta e
l’altra, puoi applicare maschere e balsami gloss che, con un minimo
di pigmento colorato, ridonano freschezza, soprattutto
ai biondi e rossi ramati che sbiadiscono più velocemente».
I danni ambientali sono
all’ordine del giorno. e anche
i capelli soffrono a causa
dell’inquinamento che soffoca
la cute, rendendoli deboli e
opachi. «Ogni tipo di chioma
ha bisogno di un profondo
impacco condizionante. si
applica sui fusti tamponati,
per ripristinarne la forza e la
plasticità, meglio se a base di
sostanze naturali, da tenere in
posa almeno dieci minuti», dice
l’esperto. come l’olio di argan,
dalle riconosciute proprietà
curative e di barriera protettiva.
Prenota dal parrucchiere un’applicazione di cheratina: costa un po’, ma è l’unica
sostanza in grado davvero di ristrutturare la chioma in poche ore. Davide, uno
dei titolari del salone extro Parrucchieri a milano, esperto in taglio e colore, ma
anche in “ristrutturazione”, ci spiega le diverse fasi del trattamento professionale:
«Prima si lavano i capelli con uno shampo specifico, quindi si applica una quantità
di cheratina proporzionale alla struttura del capello. nella terza fase si asciuga
tutto con il phon. infine, si passa la piastra, ciocca per ciocca, per fissare il prodotto,
che resterà efficace per circa 3 o 4 mesi». costo: da 250 a 400 euro a trattamento.
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01
6 Le italiane non li amano alla follia, ma gli
integratori hanno un ruolo importante
per prevenire alcuni problemi tricologici.
Dalla caduta all’assottigliamento dei fusti,
fino al diradamento da stress, le formule
in commercio sono sempre più specifiche
e cercano di risolvere le esigenze delle
donne. Anche perché le forme di alopecia
femminile, tra le under 30, sono sempre
più diffuse. Spesso derivano da disturbi
ormonali, ma possono essere scatenate
anche da regimi alimentari troppo
restrittivi, all’origine di carenze nutrizionali
di sali minerali e vitamine.
La ricrescita: esiste qualcosa di peggio
per una donna? Servirebbe una bacchetta
magica che le faccia sparire all’istante.
Ecco, quella non esiste, ma ci sono correttori
colorati che risolvono il problema
all’istante. Basta stendere alla radice
il pigmento colorato con il pennello applicatore
e fare asciugare per cinque minuti , in modo
che il contrasto cromatico risulti sfumato
alla perfezione. Così puoi prenotare il servizio
colore a intervalli meno serrati.
Le teste appiattite dal gel sono supersofisticate,
ma solo alle sfilate: nella vita reale viva lo stile
vaporoso che incornicia il viso. «Il volume,
alle radici o sulle lunghezze, cambia il look»,
dice l’hairstylist. Grazie all’asciugatura a testa in giù
e ai prodotti fissativi, è facile combattere la forza
di gravità. «La soluzione è texturizzare e aumentare
il diametro dei fusti, per capelli che “volano” sulla
testa. Ma il segreto è un taglio che dia volume, come
la scalatura. Fatta solo a forbice e mai con il rasoio».
Sfrutta al massimo
le lunghezze. Una coda
di cavallo bassa e ben tirata
o uno chignon ti donano
immediatamente uno stile
ordinato e classico, a prova
di carta d’identità. «Punta
anche su alternative come
le trecce, ora di grande
tendenza. Perfette per
il giorno e la sera: basta
cambiare l’abito per un
look fresco e moderno»,
aggiunge l’hair stylist.
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triCoAGE45+
Bioscalin (¤ 28,50).
VoLUME
thErAPy
FoAMEr Jean louis david
(¤ 26). .
2 MinUtE root
toUCh UP
alterna(¤ 31,50).
Phyto
VoLUME
phyto(¤ 13,61)..
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L’acido ialuronico è una sostanza
naturale che si trova nel corpo umano.
Viene usato nelle formule cosmetiche per
idratare la pelle, riuscendo a penetrare negli
strati più profondi del derma. Sui capelli,
che sono materia inerte, funziona invece
come un booster: una vera coccola
energetica, che “innaffia” gli steli e li rende
forti, lucidi e voluminosi. Basta applicare
e massaggiare sulle lunghezze
un prodotto a base di acido ialuronico
e di polimeri speciali a effetto sostegno,
perché l’aspetto della chioma
risulti immediatamente trasformato.
Coccola
Nutri
Raccogli
Correggi
Gonfia
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di Barbara Pellegrini
Tutto
f luoNon è estate se non indossi uno smalto giallo neon, abbinato a labbra fucsia o arancioni
beauty
clutch NeoN in suède, effetto
patchwork multicolor,
di emilio pucci (€ 1,390).
pelle colorata
con la protezione di
shades of summer,
l’abbronzatura è glam
australian gold
(€ 46,50).
trama iN evideNza
un tessuto barré,
a righe in nuance
color evidenziatore. visto
(e preso) nella sfilata
estiva di andrew gn.
gonfiabile da spalla
borsa tracolla in pvc
con lettere in metallo
multicolor
moschino (€ 702).
giallo lumiNoso
è il colore di stagione
più esibizionista.
perfetto su una
manicure a unghia
tonda, givenchy.
orange da baciare
calda e solare la
sfumatura mezmer
di christopher kane for
nars collection,
di francois nars (€ 25).
listini a coNtrasto sandalo modello
flat in stile caprese, ma
dai colori psichedelici,
di car shoe (€ 195).
bocca flash con la nuova nuance
dior addict fluid stick
n. 779 col. plaisir
dior (€ 31,90).
sorrisi al neon senza parabeni, senza
triclosan, senza
coloranti: sono i dentifrici
lebon (€ 11, www.
beautyaholicshop.com).
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Esfolianti per un incarnat
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perfezioni
1. Leviga la pelle rendendola più liscia e
luminosa con microcristalli e acido lattico:
Crema Ultra-Esfoliante Viso di Dr. Brandt
(€ 79). 2. Uniforma il colorito, correggendo
le macchie scure, e regala un esclusivo
effetto replumping: Fresh Creme Global
Transparency di Dior (€ 87,18).
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Premesso che il trattamento miracolo non esiste, oggi ci sono tecniche sicure e veloci per ringiovanire e rivitalizzare la pelle. Spes-so basta un’unica seduta dal medico estetico o dal dermatologo per levigare le rughe d’espressione e risollevare le palpebre o per depurare i tessuti del viso e restituire luce e turgore alla pelle stanca e se-gnata. La buona notizia è che sono tutti trattamenti light, ma risolutivi. E che si possono fare anche in questa stagione, quando la radiazione solare è già intensa, perché non rendono la pelle più sensibile ai raggi Uv, anzi: alcuni aiutano pure a proteggerla dal sole. Ecco i trattamenti e le creme più efficaci per tornare splendida prima dell’estate.
attenua le rughe sottiliSe hai la pelle segnata dalle microrughe e ingrigita da tossine e stress, puoi distenderla e depurarla con tre sedute di microdermoabrasione. In modo indolore (può comparire un lieve rossore), tramite l’azione delicata di cristalli sterili di un minerale (il corindone), il tuo viso viene liberato da cellule morte e impurità. La fase successiva, la dermoelettroporazione, prevede il passaggio di un manipolo che veicola in profondità gli attivi dei prodotti di biostimolazione. Il trattamento può essere completato con una maschera antiossidante e nutriente. Si consigliano tre sedute da 60 minuti al costo di 150 euro (più 30 per la maschera). Info: dottor Fabio Caprara, Clinica Dermoestetica, via Cornalia 19, Milano, tel. 389/5975222, www.fabiocapraramd.com.
tagliandino
Per combattere i segni dell’età, senza stravolgere il viso, sono tanti i trattamenti soft & fast che puoi provare subito. dagli
ultrasuoni che risollevano
le palpebre alla biostimolazione
che ringiovanisce, fino alle
microiniezioni di ialuronico che
proteggono il tuo viso dal sole.
Ancora più efficaci con i nuovi cosmetici rigeneranti
di Barbara Lalli e Grazia Pallagrosi, foto Yu Tsai
prevacanze
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risolleva collo e palpebreQuando il contorno occhi appare troppo segnato dalle zampe di gallina o il viso e il collo accusano i primi cedimenti, puoi attivare i processi di ringiovanimento con un nuovo trattamento a ultrasuoni che arriva dalla Corea: si chiama Ultraformer e funziona come un lifting non chirurgico. Prevede l’applicazione di tre manipoli, che agiscono a profondità diverse per un effetto push up immediato sulle palpebre, ma anche su ovale e décolleté. In un’unica seduta, un fascio di calore agisce direttamente sui muscoli, per contrarli e dare inizio a un potente processo rigenerativo che continuerà spontaneamente per due o tre mesi. Il risultato finale è sorprendente. Costo del singolo trattamento: 400 euro per gli occhi e 1.600 per il viso - Info: Centro Juva, via Turati 26, Milano, tel. 02/6379756, www.juva.it.
Per illuminare la pelle, nel Pranayama (la scienza del respiro tramandata dallo yoga) si utilizza la respirazione alternata
che, oltre a riequilibrare le funzioni dei due emisferi cerebrali, seda le tensioni emotive e, se praticata quotidianamente, porta
più ossigeno e vitalità ai tessuti corporei. Come si pratica? Seduta con la colonna vertebrale dritta, chiudi gli occhi, metti
il pollice della mano destra vicino alla narice destra, il medio e l’anulare vicino a quella sinistra. Chiudi la narice destra
col pollice (la pressione deve essere molto leggera), espira lentamente dalla narice sinistra e poi inspira dalla stessa narice.
Chiudi ora la narice sinistra con il medio e l’anulare, ed espira dalla narice destra. Ripeti per 5 minuti ogni giorno.
Ossigenati col pranayama
1. Attenua le rughe
e le ombre attorno
agli occhi e protegge
grazie a un filtro
solare Mineral Eye
Uv Defense Spf 30 di
Skinceuticals (€ 32 in farmacia).
2. Rinfresca,
rivitalizza e lenisce il
contorno occhi
con la sericina di
seta dorata
dall’azione antiage
Aurealux Eye Gel di
Dolce & Gabbana Skincare (€ 55).
tonifica la pelleprima del sOle Basta un solo trattamento di Picotage prima di partire per le vacanze per resistuire più turgore e compattezza a viso, collo e décolleté, e preparare la pelle a sopportare meglio il sole, perché regala una sorta di fotoprotezione in più. Si tratta di microiniezioni di acido ialuronico fluido molto superficiali, quindi non dolorose, che danno la sensazione di tanti mini pizzicotti (dal francese picotage) ma non lasciano segni né arrossamenti. L’ideale è ripetere il trattamento al ritorno dalle vacanze e poi ogni tre mesi, per mantenere un aspetto più giovane. I costi? 300 euro per il viso e 300 per il décolleté. Info: professor Antonino Di Pietro, specialista in dermatologia, tel. 02/29523762.
Minerali e seta per rinforzare
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sivi e attivi puri per rivitalizzare i tessuti d
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1. Ricostituisce le
riserve idriche della
pelle e la rende
morbida e vellutata
HydraQuench
Intensive Serum
Biphase di Clarins (€ 56).
2. Rughe riempite,
volumi pieni e
risollevati, viso
più giovane con la
formula all’acido
ialuronico puro
di Revitalift
Filler HA di L’Oréal Paris (€ 20).
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I nuovi filler ialuronici Dall’ultimo congresso internazionale
di medicina estetica arrivano le novità
sul fronte dell’idratazione: l’acido
ialuronico naturale al 100 per cento e il
filler “dinamico” che rispetta la mobilità
dei tratti. «RHA di Teoxane è la risposta
all’esigenza di rimpolpare d’acqua i tessuti
con un effetto naturale visivo e tattile»,
spiega Rosalba Russo, medico estetico. «È
una sostanza che promette di “fondersi”
con il volto senza gonfiare i tratti né
alterarne la mimica e l’unicità. Richiama
acqua nella pelle e cancella le rughe più
mobili (quelle nasolabiali, per esempio)».
L’altra novità è Profhilo: prodotto
dall’italianissima IBSA, è l’acido ialuronico
più puro in assoluto. Svolge un’azione
bio-rigenerante (idratante e stimolante) e di
sostegno (tonificante). Prezzi: da 200 euro
a seduta. Info: http://bit.ly/1Dxmo6d
Ai mieiPIEDINudi nei sandali, sono il dettaglio
di Michele Mereu - foto Dennis Pedersen
più sexy di stagione. Su tacco 12
o in versione flat, non possono
fare a meno di smalto impeccabile
e trattamenti special
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Parti dalla base. Nei prossimi mesi i pro-tagonisti saranno loro. Perché i piedi nudi, incorniciati nei sandali (alti, bassi, da gladia-tore: la scelta è davvero ardua) sono catalizza-tori naturali d’attenzione. Per questo non bi-sogna sottovalutarne i difetti: dettagli estetici che, se trascurati, possono diventare più pro-blematici. Ecco le soluzioni del dottor Michele Matassoni, podologo del Centro medico San-tagostino di Bologna. E per le coccole extra, gli indirizzi top e gli smalti dagli effetti speciali.
Se il tallone si fa duro...Per non arrivare all’ultimo con screpolature e callosità, la parola d’ordine è prevenzione. «L’antiestetica secchezza dei talloni è una for-ma di ipercheratosi, ossia l’inspessimento del-la cute», dice il podologo. «Tra le cause il so-vrappeso, la cute poco idratata o, in casi più rari, l’insorgenza di malattie organiche». Solu-zioni? «Di solito basta un buon idratante, ma se ci sono ragadi e fissurazioni, meglio usare delle creme cheratolitiche a base di urea e aci-do salicilico, che prevengono le infezioni».
Il canto del callo Come si formano gli odiosi calletti? «La causa principale è meccanica: la cute, per difendersi dallo sfregamento contro la scarpa stretta, ten-de a inspessirsi», dice il dottor Michele Matas-soni. «È possibile bloccarne la formazione tramite l’utilizzo di separatori in silicone, da mettere tra le dita. Ma una volta che il callo si è formato, occorre la rimozione meccanica, meglio se fatta dal podologo», dice l’esperto.
Più leggera con il geranioCome combattere il gonfiore serale? «Conce-diti un pediluvio rilassante a base di sale gros-so e olio essenziale di geranio, per rinforzare le pareti venose, a cui far seguire una levigatu-ra con la pietra pomice», spiega l’esperto. Il risultato è di sollievo immediato.
La fish pedicure? Passata! Oggi va di moda l’esfoliazione con i polifenoli dell’uva.
Da provare in Italia alla spa dell’Hotel
Four Season di Milano
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Creme & Co1. Gel idratante dopo
doccia contro il gonfiore di
gambe e piedi: Leg
Soothing di SBC
(su QVC.it ¤ 24,30).
2. Fa parte di un set
il Sanctuary Intensive
Rescue Heel Balm di
Sanctuary Spa, balsamo
per talloni screpolati
(su QVC.it, ¤ 27,50 il kit).
3. Crema multitasking per
le zone più ruvide. All
in one per mani, gomiti
e piedi di Human + Kind
(da Sephora ¤ 8).
4. Efficace contro
l’iperidrosi dei piedi,
controlla la sudorazione
eccessiva: Podexine di
Vichy (da ¤ 13,50).
5. Crema emolliente per
il trattamento delle
screpolature, con H2Olea
Complex Regalis e
aminoacidi bioattivi:
Trattamento Piedi
di Mediterranea Terme
(€ 18,80).
6. Burro di Karité e oli
essenziali di arnica e
lavanda per alleviare i
piedi stanchi: Crema Piedi
Karité L’Occitane (€ 21).
7. Formula all’urea al 18
per cento, Callus Off di
Pronails è l’emolliente per
calli ad alta efficacia.
Senza risciacquo (€ 41).
8. Combatte i cattivi odori
e pulisce con delicatezza:
Timodore Detergente
Piedi di Dottor Ciccarelli
(da ¤ 7,20).
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Trattamenti deluxeAnche in vacanza le tue estremità chiedono aiuto? Se passi da Capri, punta al Grand Ho-tel Quisisana. Qui La Prairie SPA The art of beauty è pronta a farti volare con il tratta-mento Caviar luxe pedicure: una pedicure con massaggio fino ai polpacci con Skin Caviar Luxe Soufflè Body Cream, a base di estratti di caviale e caffeina snellente (da ¤ 100, www.
quisisana.com). Se sei reduce da un trekking alpino, ti meriti l’approccio olistico della Pe-dicure Riequilibrante Aura presso The Chedi Andermatt Hotel, in Svizzera, a base di mi-croalghe, sali minerali e infuso con zenzero indonesiano selvatico (da ¤ 192, www.che-
diandermatt.com).
La nail art più di tendenzaMichelle Obama e le pop star Jennifer Lopez e Katy Perry pare siano vere addict degli smal-ti Artistic Colour Gloss (in salone, www.ar-
tisticnaildesign.com). La nuance perlacea Color Gloss Vogue è la preferita dalla First Lady. Smalti trasparenti, invece, da applica-re anche come top coat sui piedi abbronzati, arrivano da L’Oréal Paris, Giorgio Armani e Dior. Imperdibile la jewel pedicure: basta incollare un jais luccicante sull’alluce, come Rihanna.Trovi trattamenti tutti a composi-zione naturale, privi di parabeni e solfati, perfetti anche per le under 18, alla Ginger Lily Spa dei Sandals Resorts dei Caraibi. Al Bling Bar, oltre a cocktail analcolici, si “serve” una collezione di dodici smalti dai colori i-conici (da ¤ 31/39, www.beachesresorts.it).
In 20 minuti ti regali estremità così lisce da
sembrare appena uscita dall’estetista, oltre a un
immediato effetto benessere. Tutto merito del
disco levigante e della testina esfoliante del nuovo
Pedi Sonic Foot Transformation System di
Clarisonic (¤ 199, da Sephora www.clarisonic.it).
prova la pedicurehigh tech
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Indispensabili!1. È facilissimo diventare
esperte di nail art con il kit
Rich in Style Carrousel di
Pronails (prezzo variabile
in salone, www.pronails.it).
2. Trasforma e corregge
le imperfezioni lo smalto
Diorlisse di Dior (¤ 43).
3. Fa parte di un kit
trattamento in due fasi
il concentrato di vitamine
(A, E, B5) per le unghie,
rigenerante e idratante
Strenght & Recovery di
Gelish (in salone a partire
da € 40, www.gelish.it).
4. Studiato per unghie
fragili, Pink Gel Coat
di Perfect Formula (su
QVC € 26,50).
5. Ha una testina in pietra
pomice per trattare la pelle
secca Beauty Brush di
Calypso (€ 39,90).
6. Crystal Pedi-buff di
Perfect Formula è la lima
esfoliante per le callosità
dei piedi, con un lato che
rimuove e l’altro che ridona
morbidezza e uniformità
(su QVC.it, € 32,85).
7. Collezione Color Clash
by Infaillible gel 12 giorni:
un doppio gesto per un
colore intenso e perfetto
con smalto e top coat
di L’Oréal Paris (¤ 9,90).
8. Dentro il kit trovi il
tagliaunghie per una
pedicure accuratissima:
Sephora (€ 11,90).
make up
Trucchi e tecniche per labbra glossy, piene e brillanti
di Barbara Lalli smack
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(€ 2
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Vernis à Lèvres Plump Up di Yves Saint Laurent (€ 34).
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MATITE: COME LE USO?TrasparenteÈ una novità del make
up: la amerai se vuoi
definire pefettamente
il contorno labbra
senza colorarlo.
ColorataDevi sceglierla di un
tono leggermente più
scuro del rossetto, ma
nella stessa tonalità
(esempio: rossetto
fucsia, matita magenta).
Nude È la tonalità più
apprezzata perché più
semplice da usare.
Ti aiuta a ingrandire
le labbra sottili (basta
fuoriuscire appena
dal bordo) senza
involgarirle. E sopra
puoi stendere anche il
rossetto rosso.
1. Invisibile
Lip Line Perfector
di Make Up Forever
(¤ 21 da Sephora).
2. Preciso
Lipliner di Dolce &
Gabbana Make Up (¤ 21).
3. Illuminante
Matita Occhi-Labbra Burro
di Collistar (¤ 15,50).
4. Long Lasting
Beauty (P)Outliner
di Marc Jacobs (¤ 19,50
da Sephora).
PULP oN i nUOVi rOUge Per
LABBrA LUcide
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VOLUMinOSe.
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rePLUMPing.
Sunkissed Pearls Lip gloss Elizabeth Arden (€ 36 il trio).
come velluto Shine caress di L’oréal Paris (€ 13,99).
1. Confortevole
Ultra Hd Lipstick rose
di Revlon (€ 13,99).
2. Brillante
Luminosissimo Shine Lover
di Lancôme (¤ 34).
3. Due in uno
Base e colore insieme: Clinique
Pop colour +
Primer (¤ 23,50).
Balsamo rimpolpante: color intensifying Balm di Max Factor. (¤ 7,50).
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A ciascuno il suo
beauty
di Angelica Carrara
Certo, la fragranza è importante,
sentirla sulla pelle ti dà sicurezza.
Ma quando scegli un deodorante, è il tipo di formulazione che conta di più, perché ne decreta l’efficacia e la piacevolezza. Lo spray regala un senso di freschezza immediata; stick o gel sono più soft e adatti anche per le pelli più sensibili, poiché spesso contengono sostanze idratanti, come la glicerina. Via libera ai deo profumati solo se non hai la pelle troppo sensibile: in caso, proteggila con formule alcol free.
Profumato o tecnico? È una questio
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e di pelle
Roll-on
Per un effetto
ultra fresco,
Deodorante
Antitraspirante di
Sephora (¤ 8).
Privo di profumo
È testato contro
le allergie Dry Form
Antiperspirant
Deodorant di Clinique
(¤ 21,20).
Sensuale
allo zafferano
Ange ou Démon
Deodorant
di Givenchy
(€ 31,95).
Armonia
orientale
Fruttato ma
spicy, Opium
Deo Vapo
di Yves Saint
Laurent
(¤ 44,90).
Fiorito frizzante
Gelsomino, cedro e
legno di teack per
Le Déodorant Vapo
Chance Eau Tendre
di Chanel (¤39).
Anti-traspirante 48h
Adatto alle pelli più
sensibili, è ricco
di LHA per ritardare la
depilazione: Deo
Bellezza di Vichy
(¤ 11,50 in farmacia).
Aroma floreale
Un equilibrio delicato
con estratto di fiori di
gelsomino, Déodorant
parfumé Dior Addict
di Dior (¤ 43,23).
In crema Con cera d’api protettiva e applicatore
soft touch, Deo Pure di Biotherm (¤ 26,36).
Gel anti
macchia
Ha una texture
trasparente e
setosa Gel
Invisible fast Dry
di Lycia (¤ 5,40).
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news
di Barbara Pellegrini
Best of
Make up e cosmetici da provare subito,
novità, ispirazioni e tendenze da copiare. Con le risposte ai tuoi dubbi di bellezza
beauty D&R
Il mascara salvalookIl trucco perfetto per
spiaggia e città fa
l’upgrading grazie
al mascara in nuance
blu navy. Bella notizia:
sta bene a tutte!
(Cils d’Enfer n. 04 col.
Marine, Guerlain
€ 32,50).
Sguardo blu In questa stagione gli occhi si tingono
di sfumature celestiali. Puoi scegliere
tra smokey eyes giocati con gli
ombretti blu mare, ma decidere anche
per un trucco più grafico. Lo realizzi
grazie a matite ed eyeliner ad alta
definizione, che disegnano i contorni
superiori e inferiori delle palpebre. Per
uno sguardo magnetico come quello
di January Jones (nella foto).
Vai in resort?Il colore del flacone è quello dei mari
tropicali. Il nome evoca vacanze a 5 stelle.
Non per nulla, il naso Francis Kurkdjian si è
ispirato alle rive bagnate dal sole. Si chiama
Le Parfum Resort Collection 2015, di Elie
Saab (da € 62). Floreale, solare e fruttato, ha
in testa note di fico e mandarino, nel cuore
fiori d’arancio, gelsomino e frangipane, in
fondo ambra e cedro. Perfetto per la fuga.
Ho i capelli sfibrati dal brushing.
C’è un trattamento che li coccoli,
senza appesantirli troppo?
Risponde la redazione beauty: «Prova
l’Hair Repair, il servizio olistico in
salone della linea Botanical therapy
di Aveda, che ristruttura in profondità
i fusti rovinati (da € 20, piega
esclusa)». Info: Lepri Hairstyle,
via degli Omenoni 2, Milano,
tel. 02/6595861
www.aveda.it
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di Nivea Creme ¤ 3,45.
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Riso “organico” ai pesticidi, soia
transgenica spacciata per
ogm free, verdure a km
zero che arrivano da
lontano: anche
se le leggi sui cibi
“certificati” sono
severe, la frode è
sempre in
agguato. Ecco cosa sapere
per una spesa più sicura e
responsabile
di Grazia Pallagrosi
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È verobio?
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Da una parte ci sono i nutrizionisti che spez-zano lance a favore del cibo biologico, molto più salutare rispetto a quello irrorato con concimi chimici e pesticidi. Dall’altra c’è, invece, una serie di scandali che lo mette in catti-va luce: qualche mese fa, gli inviati della trasmissione tv Le Iene hanno smascherato un agricoltore che vendeva come organiche e autoprodotte delle verdure comprate all’ortomercato. A rinca-rare la dose un servizio di Report, andato in onda su Rai3, che ha portato alla luce la vicenda del riso biologico piemontese che, guarda caso, senza infestanti cresce proprio come quello trattato con pesticidi chimici, scatenando forti sospetti di contraffazione. Ma la storia delle biotruffe va avanti da anni: già nel 2002 i Nas (Nuclei antisofisticazioni e sanità dei Carabinieri) avevano sco-perto una frode di oltre sei milioni di euro e sequestrato ingenti quantità di riso trattato con antiparassitari, ma dichiarato come organico attraverso false attestazioni. Nel 2011 la Guardia di fi-nanza di Verona ha sequestrato oltre 700mila tonnellate di falsi prodotti alimentari bio, praticamente il 10 per cento dell’inte-ro mercato nazionale (vedi box a sinistra). «Tutto questo dan-neggia i produttori onesti e i cittadini, vittime di frodi facilitate sia dalla crescita dell’import, a cui non è seguito un aumento proporzionale dei controlli, sia dalla vendita nei canali a filiera lunga (supermercati, ipermercati), che rendono più difficile la tracciabilità lungo la catena alimentare», sottolinea Alessandro Triantafyllidis, ex presidente dell’Aiab (Associazione italiana per l’agricoltura biologica, www.aiab.it). In pratica, più è lunga la serie di passaggi dal campo al piatto, più è facile perpetrare la truffa. E il problema non riguarda solo il biologico, perché l’Italia è il Paese leader in Europa per le agromafie e le frodi alimentari. Quello del “cibo pulito”, però, è l’unico settore in crescita, con un giro d’affari complessivo di 3,6 miliardi, cre-sciuto dell’8 per cento nel 2014 in controtendenza rispetto al resto dell’agroalimentare. Come dire, qui c’è trippa per gatti. E molti non vogliono farsela scappare.
Il problema delle certificazioni«Il 90 per cento dei controlli è fatto solo sulla carta», dice Mar-co Cuneo, titolare dell’omonima azienda agricola (orticolti.
blogspot.it) e primo produttore di ortaggi organici del sudovest milanese. «Quando ho convertito la mia azienda al biologico e ho presentato la domanda di certificazione all’Icea (Istituto certifica-zione etica e ambientale, www.icea.info/it), pensavo che venisse qualcuno a fare un’analisi del terreno, invece niente: devi solo compilare una gran quantità di carte e dopo due anni sei certifi-cato. Anche successivamente i controlli non vengono eseguiti sul terreno o sui prodotti, ma verificando, per esempio, i documenti
Gli anni “caldi” della truffa2011 L’operazione Gatto con gli stivali porta al
sequestro di 700.000 tonnellate di falsi alimenti bio
(frumento, soia, favino, cioè una varietà di fava, farine
e frutta secca): praticamente il 10 per cento della
produzione nazionale.
2012 Grazie all’operazione Ape Maia Bio vengono
requisite migliaia di confezioni di preparati a base
di propoli e miele dichiarati biologici e che, invece,
contenevano tracce di farmaci tossici vietati.
2013 In maggio spetta all’operazione Green War
il maxi sequestro di 1.500 tonnellate di mais ucraino,
800 tonnellate di semi di soia e 76 tonnellate
di soia provenienti dall’India, 340 tonnellate di panello
(residuo della spremitura di semi oleosi) e olio di colza
turchi: tutti destinati alla preparazione di biscotti,
snack, dolciumi, pasta e riso “organici”. In realtà,
nessuno dei prodotti rispettava le norme europee sul
bio e molti contenevano ogm e prodotti chimici vietati.
2013 In giugno viene scoperta un’organizzazione
che gestisce false certificazioni per prodotti
non organici, ma pronti per essere venduti con il
marchio Bio. Il giro d’affari è di oltre 135 milioni di euro.
In totale sono implicate oltre 100.000 tonnellate
di “falsi” tra mais, grano, soia e girasole, con
un’evasione dell’Iva superiore ai cinque milioni di euro.
salute In Italia, intorno al
“cibo pulito” c’è un giro d’affari di
3,6 miliardi, in
continua crescita
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d’acquisto delle sementi e il luogo dove le hai comprate». Con che frequenza vengono effettuate queste verifiche? «In quattro anni da me sono venuti solo una volta». La situazione è complicata dal fatto che gli enti certificatori sono privati e ognuno applica la regolamen-tazione a modo suo. «A un’agricoltrice della zona di Rho, che aveva fatto richiesta di conversione al bio, è arrivato un responso negativo perché i suoi campi erano vicini a un’azienda che produce vernici. Ha risolto il problema rivolgendosi a un altro ente certificatore che gli ha dato il permesso di procedere. Io stesso, quando ho iniziato, volevo produrre riso bio e ho chiesto al mio ente se c’erano altri pro-duttori nella zona. Risposta: solo un paio. Sono andato a controllare in Internet e ho visto che invece ce n’erano molti, ma erano certificati da un ente diverso dal mio», sottolinea Cuneo.
Fai la spesa con più consapevolezza In questo ginepraio in cui la normativa sembra avere mille interpre-tazioni, aspettando che l’Unione Europea ne approvi una nuova entro il 2017, sono i numeri a suggerire dove sta il bandolo della matassa. «Secondo la Regione, in Lombardia sono state rilasciate circa 1.700 certificazioni bio, delle quali la metà a trasformatori», spiega Cuneo. «In realtà i produttori sono circa 800, metà dei quali apicoltori. Ma se gli agricoltori biologici in Lombardia sono solo 400, come fanno a esserci così tanti trasformatori? Significa che la maggior parte delle materie prime arriva dall’estero. Ed è qui che, allungandosi la filiera, si aprono le sacche all’interno delle quali è più facile perpetrare la frode». Per difendersi, quindi, bisogna pun-tare sul km zero? «Sì, a patto che non sia fasullo. Se vivi al Nord e al mercatino dei piccoli produttori trovi finocchi e cavolfiori in febbraio, dovrebbe scattarti il campanello d’allarme: la stagionalità locale è il primo requisito che garantisce che un cibo sia effettiva-mente coltivato nel territorio». Fare la spesa richiede quindi più consapevolezza. E se, fino a ieri, il consumatore cosciente era quel-lo che leggeva l’etichetta, oggi non basta perché il diritto sembra iniziare a vacillare. Per esempio, in seguito alla nuova normativa europea sull’etichettatura, entrata in vigore lo scorso 13 dicembre, non c’è più l’obbligo di dichiarare in etichetta lo stabilimento di produzione o confezionamento. E sono nere le previsioni sui ter-mini del Ttip, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investi-menti, che dovrà essere stilato entro il 2015 allo scopo di integrare il mercato europeo e quello statunitense. Per raggiungere l’obiet-tivo, verranno rimosse le barriere non tariffarie, cioè le differenze tra regolamenti tecnici, normative e standard applicati ai prodot-ti. Se pensiamo che negli Stai Uniti non è obbligatorio indicare in etichetta neppure la presenza di Ogm (organismi geneticamente modificati), comprendiamo perché molte organizzazioni si stanno rivoltando e raccolgono firme per bloccare tale accordo.
Per ottenere la
certificazione bio devi solo riempiere delle
carte: nessuno viene a
controllare il terreno
Acquistando prodotti
di stagione, si ha una maggiore garanzia che provengano
da coltivazioni locali
salute
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Mai abbassare la guardia!In questa situazione sempre più complessa, la soluzione è aumen-tare gli acquisti direttamente dal produttore, saltando tanti passaggi e tenendo così la situazione sotto (il proprio) controllo. Fidarsi di meno, informarsi di più: al momento, questa è la strada percorribi-le. Intanto, ecco alcuni consigli per acquisti sicuri. Compra direttamente in cascina i prodotti agricoli. Se ne hai la possibilità, è la scelta migliore. Certo, è logisticamente difficile: secondo Assobio, il miglior andamento delle vendite bio nel 2014 è stato registrato dai discount (+ 25,8 per cento), seguiti da ipermer-cati (+ 11,5 per cento) e supermercati (+ 9,9 per cento). In realtà, bisognerebbe cambiare l’approccio (e i fornitori) trasformando il consumo da gesto passivo – allungo la mano sullo scaffale e pren-do – in una compartecipazione. «Alcuni coltivatori certificati bio, per esempio, non usano pesticidi e concimi chimici, ma prima di seminare sterilizzano il terreno col vapore, impoverendolo dei suoi principi vitali», sottolinea Cuneo. Se conosci il produttore, puoi verificare da dove vengono le verdure e come vengono trattati gli animali.Nei negozi, chiedi la provenienza dei prodotti. E prediligi nuove realtà come la rete Effecorta (www.effecorta.it, punti vendita a Capannori, Prato e Milano) che distribuisce alimenti sfusi prove-nienti al 90 per cento da un raggio massimo di 70 chilometri.Sfrutta la tecnologia. Esistono piattaforme in Rete che rendo-no possibile l’accorciamento della filiera, mettendo direttamente a contatto produttore e consumatore. In Lombardia, per esempio, c’è Cortilia (www.cortilia.it), sito che aggrega gli agricoltori del terri-torio in tanti mercati locali online creati in base al principio della vicinanza, della varietà dei prodotti offerti e dell’ottimizzazione lo-gistica per rendere veloce e sostenibile la consegna della spesa a do-micilio. Con lo stesso criterio funziona Prodotti a km Zero (www.
prodotti-a-km-zero.it), nato per avvicinare consumatori e produtto-ri della stessa area geografica. Non tutto è bio. Ma tra un vero km zero e un biologico non sicuro, è meglio il primo.Compra solo cibi stagionali. Se abiti in Italia, ma pretendi di mangiare i pomodori in febbraio, di certo porterai in tavola prodot-ti che non provengono dal nostro territorio. Ricordalo sempre: più lunga è la catena, maggiori sono le possibilità d’imbroglio. Iscriviti a un Gas (Gruppo di acquisto solidale, www.retegas.org). Entrerai a far parte di un’organizzazione che facilita l’acquisto di-retto dai produttori. Ma attenzione: tra i 1.600 gruppi presenti in Italia, alcuni si avvalgono di piattaforme di vendita alle quali afflu-iscono anche prodotti non del territorio. Molti altri, invece, sele-zionano le aziende da cui rifornirsi solo nelle vicinanze, dopo una visita diretta e un severo controllo. Prima di iscriverti, verifica che il gruppo abbia questo requisito nel suo statuto. G
Il futuro è rosa Il 25,6 per cento delle bioaziende agricole europee
è condotto da donne. E, rispetto al passato,
i contadini di oggi hanno un buon livello di
scolarizzazione: il 50 per cento dei produttori bio
ha un diploma di scuola media superiore, il 17
per cento la laurea. Alta anche la propensione
verso le nuove tecnologie: il 55 per cento
dei bioagricoltori usa Internet per il suo lavoro.
L’ideale sarebbe
comprare frutta e verdura dai
contadini, senza
andare in negozio
Dettagli industriali In questo appartamento parigino,
l’interior designer Robert Gervais
ha eliminato tutti i muri divisori
per creare un’unica zona giorno.
Il pavimento in resina color grigio
cemento e il controsoffitto
metallico che nasconde gli impianti
creano un mood industrial design.
PH
OT
OF
OY
ER
design
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Spazi aperti e mobili essenziali, volumi e pannelli strategici,
finiture industrial design e tessuti sobri. Sono le linee guida per
una casa di città piena di spuntitesto di Marta Mariani
foto Germain Suignard
stylist Bettina Lafono
Minimal
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al cubo
design
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composta da elementi in legno laccato che, ruotando su se stessi, possono chiudere o aprire parzialmente lo spazio (www.mainardisistemi.it). Oppure utilizzare una veneziana su misura. 4. Aria sana e pulita. Nella cucina di un open space è necessario installare una cappa efficiente, ma decorativa. Le più eleganti sono cilindriche, di design, con finiture in acciaio e illuminazione a led (www.elica.com). Quelle di ultima generazione rilasciano ioni che depurano l’aria, neutralizzando gli inquinanti, e si attivano in modo automatico se “sentono” che c’è troppa umidità (www.falmel.com). 5. Servizi in camera. Prendete spunto dagli hotel, dove si ottimizza lo spazio a beneficio del comfort. E realizzate un bagno, anche se minimo, installando una cabina doccia di ultima generazione (www.agapedesign.it). Il lavabo a vista è attualissimo (www.ex-t.com). Perché l’insieme sia decisamente stylish, curate i dettagli: fondo di piastrelline per il lavandino vintage e specchio di design.
1. Righe e geometrie. Le linee del soffitto e gli arredi squadrati creano ordine e armonia. Per mantenere la zona living ariosa, si può attrezzare l’angolo relax con un contenitore a parete in legno, che serve non solo a decorare il muro, ma anche a riporre gli oggetti che in giro creerebbero disordine. Per le ante, puntate sul colore: perfetto l’accostamento tra l’azzurro, fresco, e il giallo, energico, con un’elegante laccatura opaca. L’impressione d’insieme ricorda un quadro astratto (www.lago.it). 2. Posti riservati. Il living e la zona pranzo sono comunicanti? Si può ricavare una cosy room, una camera accogliente dove pranzare, separata dal resto della casa con una quinta-separé in legno, coordinata al tavolo. Le finestre si possono vestire con pannelli scorrevoli in tessuti effetto tappezzeria (www.jannellievolpi.it). 3. Quasi a vista. Alla classica domanda cucina a vista o separata, specie negli open space dal sapore industriale, c’è una terza soluzione che mette tutti d’accordo. È la parete mobile. La si può scegliere
150
La praticità è chic Il bagno in camera è un agio
accessibile: ma dove
sistemare gli armadi?
Sfruttate il corridoio:
costruite mini-cabine
armadio (meglio se ci sono
nicchie) con porte leggere.
E ampliate visivamente lo
spazio con pitture bianche
e chiare. Illuminate con
faretti a incasso e applique.
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6. Semplice e funzionale. Chi ha detto che il posto giusto per appoggiare la testiera del letto è contro una parete? Se è abbastanza grande e decorativa, la si può posizionare anche al centro della stanza. Funzionerà da muro divisorio, in questo caso isolando visivamente la zona bagno da quella notte (www.dorelan.
it). Copiate l’idea fai-da-te per costruire un comodino work in progress: legate libri o riviste con cinghie elastiche o cinture. 7. Soluzioni salvaspazio. Ancora un progetto minimal chic che permette di disporre di un lavandino in più, magari per la stanza degli ospiti. È il minilavabo freestanding in acciaio, con specchio orientabile coordinato (www.rapsel.it). Per illuminare l’angolo è meglio puntare su sospensioni da soffitto che rischiarino l’intera stanza (www.viabizzuno.com). G
È la stagione dei novelli, teneri e dolcissimi. Provateli freddi o ghiacciati, in 4 ricette che li esaltano
a cura di Laura Savini - foto Viola Cajo de Cristoforis food styling Emanuela Tediosi
cucina
Nel sorbetto alla menta
Ingredienti per 4 persone: ✽ 300 g di piselli
freschi ✽ 250 ml di acqua ✽ 200 g di zucchero
✽ il succo di 1 limone ✽ 2 cucchiai di
foglie di menta fresca ✽ 1 cucchiaino di sale
✽ Portate a ebollizione l’acqua. Unite lo
zucchero e mescolate con un cucchiaio di legno,
fino a quando si sarà completamente sciolto.
✽ Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare
lo sciroppo a temperatura ambiente. Unite il
succo di limone filtrato e mescolate. ✽ A parte,
cuocete i piselli per 4 minuti in acqua bollente
salata, scolateli e trasferiteli in una ciotola
con acqua ghiacciata. Lasciateli raffreddare per
10 minuti. Scolateli nuovamente e frullateli
con le foglie di menta ben lavate. ✽ Diluite
il composto con piccole aggiunte d’acqua, fino
a ottenere una consistenza omogenea ma
non fluida. ✽ Unite lo sciroppo, mescolate
e riponete in freezer per un’ora e mezza.
✽ Frullate ancora il sorbetto, quindi riponetelo
in freezer per un paio d’ore. ✽ Ripetete questa
operazione ancora una volta per eliminare
i cristalli di ghiaccio e rendere uniformemente
morbido il sorbetto. ✽ Mezz’ora prima
di servire toglietelo dal freezer, frullatelo,
distribuitelo nei bicchieri e rimettetelo al freddo
qualche minuto a consolidarsi leggermente.
Piselli frozen
Provatelo con
cubetti di
Parmigiano Reggiano
tuffati nel cioccolato
fondente fuso,
lasciato solidificare.
Veri bonbon.
cucina
In insalata con prosciutto,
mozzarella e cipollotti
Ingredienti per 4 persone: ✽ 350 g di piselli
mangiatutto (taccole) ✽ 60 g di prosciutto
crudo ✽ 1 spicchio d’aglio ✽ 2 cipollotti ✽ peperoncino
in polvere ✽ aceto balsamico ✽ olio extravergine
di oliva ✽ sale ✽ 100 g di mozzarella
✽ Lavate i piselli e lessateli in acqua bollente salata
per 4 minuti. Scolate e fermate la cottura, passandoli
sotto il getto dell’acqua fredda. ✽ Scaldate una padella
antiaderente. Fate dorare le fette di prosciutto crudo
su entrambi i lati, finché diventano croccanti, poi
mettetele da parte. ✽ Versate nella stessa padella due
cucchiai d’olio, lo spicchio d’aglio sbucciato e i cipollotti
a fettine. Rosolate, unite i piselli e lasciate insaporire per
un paio di minuti. ✽ Trasferite tutto nell’insalatiera,
condite con un pizzico di peperoncino e qualche goccia
di aceto balsamico. ✽ Unite la mozzarella a dadini,
il prosciutto crudo croccante e servite.
Per un sapore più
deciso, potete sostituire
la mozzarella con pecorino
o formaggio di capra
semistagionati.
In gazpacho con il salmone
Ingredienti per 4 persone: ✽ 400 g di piselli sgranati
✽ 100 g di crescione ✽ 80 g di salmone affumicato ✽ 20 g
di germogli di rapanello o rucola ✽ 850 ml di brodo
vegetale ✽ il succo di 1 limone ✽ 4 cucchiaini di panna
acida ✽ sale ✽ pepe ✽ cubetti di ghiaccio
✽ Sbollentate i piselli in acqua salata per 8 minuti.
Scolateli e versateli in una ciotola con acqua ghiacciata.
Lavate il crescione, mondatelo e frullate le foglie.
✽ Aggiungete i piselli, il succo del limone e il brodo.
Frullate ad alta velocità per un paio di minuti, fino a
ottenere un composto omogeneo. Regolate di sale e pepe,
mescolate e mettete in frigorifero. ✽ Al momento di
servire, distribuite il gazpacho nelle fondine. Guarnitelo
con il salmone affumicato a fettine, un cucchiaino di
panna acida per ogni piatto e qualche germoglio. ✽ Unite
un paio di cubetti di ghiaccio e servite.
Aggiungete qualche
fiore primaverile, come
i nasturzi o quelli
dell’erba cipollina.
Nell’hummus con le crespelle
Ingredienti per 4 persone: per l’hummus ✽ 300 g di piselli
sgranati ✽ 120 g di formaggio caprino✽ la scorza
grattugiata di ½ limone bio ✽ sale ✽ 1 cucchiaio di semi
di lino ✽ pepe nero; per le crespelle (8) ✽ 40 g di farina 00
✽ 5 g di lievito in polvere ✽ 50 ml di latte ✽ 25 ml di
panna fresca ✽ 1 uovo ✽ sale ✽ burro
✽ Preparate le piccole crespelle: in una terrina sbattete il
tuorlo e unite latte e panna a filo, mescolando bene,
poi la farina e il lievito setacciati, sempre amalgamando,
per evitare che si formino grumi. ✽ Coprite con la
pellicola per alimenti e lasciate riposare l’impasto per circa
un’ora. Incorporate l’albume montato a neve con un
pizzico di sale. ✽ Riscaldate una padella antiaderente e
imburratela poco. Disponetevi al centro un mestolino di
impasto, creando un cerchio che si gonfierà cuocendo.
Quando si formano le bolle in superficie, giratelo e finite
di cuocerlo. Procedete così con il resto dell’impasto: le mini
crespelle dovranno risultare soffici e dorate. Lasciatele
raffreddare. ✽ Preparate l’hummus. Lessate i piselli per 5
minuti in acqua salata, scolateli, raffreddateli e frullateli
con il caprino, la scorza di limone, sale e pepe. ✽ Servite l’hummus con i semi di lino, spalmato sulle crespelle.
155
viaggi
A ritmo di
A bordo piscinADall’alto: il Rick’s Cafè di
Negril; un villaggio
dell’interno dell’isola; le
cascate del Dunn’s River.
Trasgressiva, solare e coinvolgen-
te: la Giamaica unisce la bellezza delle spiagge e del mare ai ritmi della musica reggae (resa celebre da Bob Marley), che interpreta l’inquietudine religiosa della tra-dizione afro-caribica, in bilico tra amore, speranza e malcontento sociale. Risultato? Un’atmosfera ritmata e al tempo stesso ri-lassata che pervade tutte le località, a co-minciare da Kingston, la capitale, dove c’è l’aeroporto (con KLM, fino al 31 maggio, tariffe dall’Italia a ¤ 1.160, via Amsterdam e Curaçao, con stopover gratuito nella città olandese, www.klm.it). Tra coralli e mangrovie
Spensierata e intrigante, negril, a nordovest, è forse il luogo più travolgente dell’isola. È divisa in due parti: long Bay a nord e West
end nella parte meridionale, mentre il fulcro è il negril village. Long Bay, 11 chilometri di bianco che abbaglia, regala tramonti di fuoco con la colonna sonora reggae dei disco bar, dei potenti impianti stereo delle auto e dei chiassosi sound system agli angoli delle strade. Al largo, i sub scorrazzano tra an-fratti e sorprendenti banchi di spugne bian-che. Ampia, comunque, la scelta delle spiag-ge da queste parti: se la famosa Seven mile
Beach, che si estende nella parte sud di Long Bay, è sempre affollata, molto più tranquil-
reggAe
Alto 20 metri Il faro di Negril. A sinistra,
il duo musicale Ancel durante
un’esibizione in spiaggia.
A destra, una villa sul mare nei
pressi della Laguna blu.
lusso discretoAlcune ville sull’acqua
a Port Antonio, uno dei
posti più belli della
costa nordorientale,
amato da attori
hollywoodiani e
personaggi del jet set.
di Elena Pizzetti - foto Giovanni Tagini
in chiesA si cAntADall’alto: la messa della domenica
in una chiesa di Negril; la cameriera di
un bar sulla spiaggia della località
balneare (anche nella foto sotto).
la, poco a nord, è Bloody Bay Beach, dove non si può perdere un’escursione in barca alla barriera corallina e all’isolotto di Boo-
by Cay, che regala immersioni tra fondali fantastici e picnic a base di aragosta freschis-sima. La vicina Great Morass, grande pa-lude di mangrovie, filtra l’acqua salmastra come una gigantesca spugna. Se ami questi scenari e vuoi aggiungere la nota “elettriz-zante” dei coccodrilli, più a sud la Black
River Great Morass ne ospita circa 300 esemplari, che si avvistano tra mangrovie e giacinti d’acqua color lavanda. Ci si diverte (e molto) facendo il bagno alle YS Falls,
poco distanti da Black River: otto cascate, tra rocce e alberi, che precipitano da 36 metri formando freschi laghetti dove, con l’aiuto di qualche ragazzo giamaicano, si vive l’ebbrezza di tuffarsi con la liana. Ma i salti da immortalare sono quelli al Rick’s
Cafè di Negril, abbarbicato sulla scoglie-ra, dove prestanti giovani giamaicani si lanciano con capriole acrobatiche nel blu sconfinato del mare.
un tuFFo Con i delFini
ocho Rios, più a est, è vicina a piccole ba-ie “gioiello”, per esempio a dolphin Cove,
dove si può nuotare insieme ai delfini, ma anche a luoghi mitici come le dunn’s River
Falls, tra le cascate più belle al mondo, che formano pozze cristalline ombreggiate ge-nerosamente dalla foresta pluviale. A sud dell’isola, invece, c’è nine Mile, il piccolo
Benvenuti in Giamaica! Spiagge bianche e mare turchino.
Cascate e fiumi cristallini. e poi quel senso di relax e di libertà
scandito dalla musica resa celebre da Bob Marley, che qui
si diffonde ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte...
viaggi
villaggio dell’entroterra dove è nato e sepol-to Bob Marley (www.jamaicatravelandcul-
ture.com). Lo si raggiunge attraversando Fern Gully, una gola situata sull’antico letto di un fiume, con una volta naturale di piante e felci. Il paesino, su un’altura, è cir-condato dalla vegetazione lussureggiante ed è pervaso da quell’atmosfera “mistical rasta” tipica della musica di Marley. Proseguendo verso est, ecco Port Antonio, antico porto bananiero ai piedi delle Blue Mountains: è vicino a Boston Bay, il luogo preferito dai surfisti. Spostandosi ancora più a oriente, dopo promontori rocciosi e mozzafiato, si arriva a un’altra Long Bay, all’estremità opposta dell’isola rispetto alla sua omonima: una suggestiva mezza luna di sabbia rosa che corre per un chilometro e mezzo. A sud, mai affollate, scrosciano le Reach Falls. E poi c’è la Laguna blu, resa celebre dall’o-monimo film interpretato da una giovanis-sima Brooke Shields. Profonda 52 metri, la Blue Hole, come viene chiamata qui, è unita al mare, ma è alimentata da sorgenti d’acqua dolce e ha incantevoli sfumature che variano con la luce e le correnti. G
G list!10 cose imperdibiliNon solo mare: ecco altre
attività da fare sull’isola.
Vivamente consigliate!
Entra in una chiesaOgni domenica puoi ascoltare i cori
gospel: le messe sono cantate e la gente
è vestita a festa (le bambine, con i loro
abiti di tulle, sembrano bambole).
Fai un’escursionealle Blue Mountains, a nordest
di Kingston: un paradiso tropicale
incontaminato, dove si coltiva
uno dei caffè più pregiati del mondo.
Prova il raftingSul fiume Rio Grande a Port Antonio,
per discendere il corso d’acqua si
sale a bordo di zattere di bambù,
un tempo utilizzate per trasportare
banane. La nuova destinazione d’uso
fu inventata da Errol Flynn, star
di Hollywood che scelse Port Antonio
come suo buen retiro.
Assaggia lo street food In particolare il jerk, una salsa tipica
giamaicana piccante a base
di spezie, peperoncino e pepe (non a
caso il nome significa “scossa”...).
Viene usata per marinare la carne
prima di cuocerla alla griglia.
Sali i 103 gradinidel faro di Negril: da un’altezza
di 20 metri, regala una splendida vista
a volo d’uccello su tutta la costa.
Degusta il rum migliore dell’isola all’Appleton sugar
estate and rum factory, al centro della
Siloah Valley (appletonrumtour.com).
Soggiorna in un resort ”all inclusive”: ce ne sono in tutta l’isola,
affacciati su spiaggie spettacolari (www.
sandalsresorts.it/i-resort/giamaica).
Prova la prima colazioneIn Giamaica è a base di saltfish
(merluzzo salato) e ackee, il frutto
dalla polpa dorata, che ha sapore simile
a quello delle uova strapazzate.
Visita il mausoleo del cantante e musicista Peter Tosh,
gestito dalla famiglia e ricco
di cimeli. Si trova nella cittadina
di Belmond, a sud di Bluefields.
Svegliati prima dell’albaper l’ascesa guidata a Blue Mountain
Peak, il monte più alto dell’isola
(2.256 metri): al levar del sole, il
panorama dalla cima è indimenticabile.
VitA SlowSotto, palme da cocco e sabbia
bianchissima: il mix vincente della
spiaggia di Negril.
Nelle foto sopra: un negozio a
Savanna La Mar, sulla costa
occidentale; spiaggia di Montego Bay;
case colorate a Negril.
!Di più su
Gioia.it
Verdure prêt-à-porterCome coltivare sul terrazzo di casa ortaggi ed
erbe aromatiche, dal timo all’origano al basilico
rosso, dalla melanzana alle zucchine rampicanti
da far correre sulla ringhiera? Con le dritte contenute in un libro semplicissimo e chic,
Pomodori da terrazzo. Come coltivare l’orto sul
balcone di Antonella Mariotti e Chiara Priante
(Blu Edizioni, € 10). Ci sono anche gli abbinamenti con i fiori! ibs.it
slurp
di Federica Fiori e Laura Savini
Questione digusto
Idee golose che fanno tendenza (non solo in cucina)
Vuoi due uova al tegamino?
Chi l’avrebbe detto che un tuorlo e un albume avrebbero reso irresistibile l’ultimo must di stagione?
Anche ai fornelli la ricetta è semplice: scalda una piccola noce di burro, separa il tuorlo dall’albume e sala
quest’ultimo prima di metterlo sul fuoco. Aggiungi il tuorlo quando l’albume è bianco e morbido, facendogli
colare sopra una lacrima di burro, e mettilo per un minuto sotto al grill. Sale, pepe et voilà.
Se non sei un fan della vodka più
stylish del mondo quasi non te ne
accorgi. La bottiglia
della mitica Absolute
ha cambiato faccia (e
grafica, e spessore).
Sempre più bella!
Ti ci porto io«Slow Food Planet è molto più di una semplice
applicazione: è un amico che consiglia l’osteria
in cui mangiare, il mercato dove comprare e
in quali locali rilassarsi con una buona birra
artigianale». Parola di Eugenio Signoroni, colui
che ha appena presentato la nuova app creata
da Slow Food in collaborazione con Lavazza. «Le
segnalazioni provengono direttamente da chi
vive sul territorio, da chi frequenta i locali e ne
conosce i gestori». Scaricare subito!
mmm... che buoni i pomodorini!
Signorina grandi curve
Nonostante i 100 anni appena compiuti, la bottiglia della
Coca Cola non ha perso un grammo della sua sensualità.
Andy Warhol ne ha fatto un’icona dell’arte pop, e molti
suoi successori l’hanno a modo loro reinterpretata. Come?
Scoprilo al padiglione Coca Cola di Expo, dove
ha inaugurato la mostra L’arte in bottiglia. I primi 100
anni dell’iconica bottiglia Coca-Cola. Fino al 18 maggio!
la mia città
Il Colosseo:
il nostro simbolo
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roma
vitaDolce
Districarsi in una metropoli così grande può risultare complicato: c’è davvero tanto da vedere! Meglio fornirsi di una lista di indirizzi super cool e puntare su quelli. Per scovare angoli nascosti, boutique artigianali, templi del gusto (e del gelato) che possono sfuggire nei tour più classici. Si parte!
1-3) Colosseo e Trinità dei Monti: due must. 2) I sandali gioiello rendono originale qualsiasi outfit. Di San Giacomo sandals, via di Tor
Millina 10/11. 4) Le mini porzioni permettono di assaggiare un po’ di tutto: polpette, arancini... Il Porto Fluviale, via del Porto Fluviale 22.
5) Cioccolato puro e pistacchio: i gusti più gettonati della Gelateria del Teatro ai Coronari, via dei Coronari 65-66. 6) Un concept store
davvero eclettico. Soledad Twombly, via Gregoriana 34. 7) Un punto
d’approdo per artisti affermati e giovani fotografi. Museo del Louvre, via della Reginella 8A. 8) Borse super trendy e vasi colorati di designer svedesi, a prezzi democratici. Boschetto tre, via Del Boschetto 3. 9) Bombette e baschi, coppole e cilindri: non c’è foggia di cappello che il laboratorio non sia in grado di produrre. Antica Cappelleria, via degli
Scipioni 46. 10) La torta Assoluta con mousse di cioccolato è una tentazione super golosa! Pasticceria De Bellis, piazza del Paradiso 56.
11) Vado pazza per i frullati di frutta tropicale: sani e super golosi. Ginger, via Brogogna 43-44. 12) Tagli originali e prodotti biologici:
i punti di forza di RiccioCapriccio, via di San Giovanni in Laterano 142.
«Oltre a essere la capitale, è la culla dei piaceri: ci si perde tra la bellezza dei monumenti e l’infinità
di locali, laboratori creativi e boutique che ne
animano ogni via», dice Pamela, pronta a rivelarci
una sua personale lista di indirizzi “goderecci”
di Isabella Lechi - foto Stephanie Gengotti
PamELa PISCICELLI36 anni, FoToGraFa
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Super golosi
«L’ambiente gioioso e colorato
dei luna park mi ha sempre
affascinato», dice Luciana Basta, 40 anni, una laurea in Lettere e svariate esperienze professionali alle spalle, che ha realizzato una giostra ecologica per i bambini. Come è nata l’idea?
Quattro anni fa, in Sardegna, ho conosciuto Giuseppe Cugusi, inventore di una giostra costruita unicamente con materiali di recupero, senza luci né motore. Un progetto che, nel 2012, gli ha fatto vincere un premio del Wwf per la migliore attività ecosostenibile. Sono rimasta talmente affascinata da questa idea, che l’ho convinto a costruire una seconda giostra con le stesse caratteristiche, con cui lavorare. Come funziona?
Ci sono i classici cavalli, che però in questo caso sono stati realizzati con
Per fare la giostraia è
necessaria la licenza per lo
spettacolo viaggiante, sia
itinerante sia stabile. Viene
rilasciata dal Comune ai sensi
dell’articolo 69 del T.U.L.P.S.,
testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza (www.
confesercenti.gr.it). Alcuni
Comuni, come Roma, possono
richiedere la partecipazione
anche a concorsi mirati.
Vuoi farlo anche tu?
Per far divertire i bambini, educandoli al rispetto
per l’ambiente, Luciana ha creato un carosello a pedali, realizzato con materiali di riciclo
di Silvia Orlandini - foto Alessandro Vecchi
inventa lavoro
La mia giostra
copertoni e camere d’aria di recupero, sui quali salgono i bambini. Al centro della giostra c’è la mia postazione: pedalo su una cyclette collegata a un pignone che imprime il movimento. Intanto improvviso un piccolo show per farli divertire e distribuisco dolci e caramelle. Bambini e mamme sono entusiasti. Quanto ha dovuto investire?
Tutte le risorse che avevo, ossia circa 20.000 euro. Ma non pensavo che avrei incontrato così tante difficoltà per ottenere le autorizzazioni necessarie a svolgere la mia attività. Eppure, tutti riconoscono il valore educativo della giostra, espressione concreta di una cultura del riuso e del riciclo, della quale i bambini sono i primi a poter usufruire. Dove svolge la sua attività?
Il bello di questo lavoro è che è itinerante: ci si può spostare ovunque e continuamente, anche all’estero.
Io ho cominciato in Puglia, a Vieste, in un giardino pubblico, dove sono rimasta per tre mesi e ho avuto un discreto successo. Poi mi sono trasferita per un po’ in Spagna, vicino a Barcellona. Adesso ho preso contatto con il Comune di Roma, dove mi piacerebbe stabilirmi con la mia attività, spostando la giostra ecologica tra ville e giardini. Ma devo attendere che venga istituito un concorso pubblico, che nel Lazio è necessario per esercitare. Cosa ama di più di questo lavoro?
Mi piace l’idea di libertà e anche il fatto che si svolga all’aria aperta. Poi c’è l’aspetto gratificante che deriva dal rapporto con i bambini: davvero si divertono tantissimo e imparano.Nuovi progetti?
In futuro vorrei collaborare con chi, come me, è interessato a un approccio basato sul riuso dei materiali, più rispettoso dell’ambiente. E sperimentare nuovi giochi per luna park ecosostenibili.
è ecologica
Mi piacerebbe che
nelle città ci fossero più
spazi per i bambini
166
pa
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ty
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ag
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Passaparolacinema libri arte teatro televisione musica
...
FavolosoMatteo Garrone,
46 anni, regista di
Il racconto dei
racconti, ispirato a
una raccolta di fiabe
del 1600. Il film, in
concorso a Cannes,
è nelle sale.
A Matteo Garrone piacciono le sfi-
de: con il film Il racconto dei racconti, si cimenta con il fantasy, girato in inglese con un cast internazionale che comprende Salma Hayek, Vincent Cassel e Alba Rohrwacher, facendo buon uso di effetti speciali e di un budget di 12 milioni di euro. Ma le sfide pagano: la pellicola è in concorso a Cannes, dove Garrone ha già vinto il Grand Prix Speciale della Giuria per Gomorra nel 2008. Che aspettative ha al Festival?
Cannes è una grande occasione, ma come tale può rivelarsi una catastrofe così come un successo. Io sono sereno e accolgo vo-lentieri l’attenzione internazionale, abbiamo lavorato in tanti a questo film facendo del nostro meglio. Ho la coscienza a posto. È un film con una forte componente
femminile.
Sì, dovendo scegliere fra i 50
Dopo Gomorra il regista è a Cannes con un fantasy. Tratto da antiche fiabe e molto femminile
Matteo Garrone
C’erauna
svolta
di Paola Casella
169
passaparola cinema tv
racconti de Lu cunto de li cunti (la raccolta
scritta nel ’600 dal napoletano Giambattista
Basile, ndr), ci siamo accorti che i tre su cui ci volevamo focalizzare parlavano di donne di età diverse. C’è una regina 40enne disposta a qualsiasi cosa pur di avere un figlio, e quando quel figlio arriva vive per lui un amore passio-nale e ossessivo; una giovane principessa che sogna di evadere dalla solitudine del castello e viene data in sposa dal padre a un orco; e due vecchiette che si ritrovano per un equivoco a essere corteggiate da un affascinante re, che crede che una delle due sia una ragazza. Per ogni età un tema…
Eccoli: la maternità, la ricerca della giovinezza, e il conflitto padre figlia combinato con il de-siderio di conoscere il mondo di una fanciulla.Il corpo femminile sembra centrale.
Penso che il corpo nelle sue trasformazioni sia un elemento forte del mio percorso filmico. Ne Il racconto dei racconti c’è una grande carnalità, forse più esplicita proprio perché raccontata attraverso il corpo femminile.Difficile per un uomo raccontare le donne?
Per la verità eravamo in quattro uomini: io e
i tre sceneggiatori. Ma l’elemento femminile l’hanno portato le attrici che non sono state mere esecutrici, bensì hanno partecipato alla costruzione dei loro personaggi, soprattutto emotivamente. Salma Hayek, ad esempio, ha fatto suo il ruolo della regina, sposandolo con aspetti del suo carattere.Quando penso al fantasy italiano, mi viene
in mente Fantaghirò di Lamberto Bava…
Io invece mi sono ispirato a suo padre, Ma-rio Bava, che ha diretto alcuni episodi dell’Ulisse televisivo: mi ricordo in partico-lare quello di Polifemo, meraviglioso! E alla serie televisiva Trono di spade, un fan-tasy con incursioni nell’horror e una forte componente dark. Perché raccontare oggi il Medioevo?
Alcuni racconti di Basile presentano una grande modernità. Ad esempio, in quello delle vecchine, già nel ’600 parlava di lifting, perché una cerca di farsi tirare il viso dall’al-tra con la colla. Ma è vero che oggi, accen-dendo la tv, sembra di essere tornati al Medioevo: decapitazioni, barche con cen-tinaia di corpi che annegano.Pensa che il suo film possa piacere al gran-
de pubblico?
Se non succede, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. Deve essere un lavoro di intratteni-mento per un pubblico trasversale com’erano all’origine i racconti di Basile, che mescolava-no cultura alta e popolare, tragico e comico. Del resto il fantasy stesso è un genere spetta-colare che cerca sempre di essere pop. G
Stacy Martin,
24 anni, alias
Dora giovane in
Il racconto dei
racconti di
Matteo Garrone.
cinema /2
«Un giornalista racconta i fatti. E i fatti hanno dei nomi»,
spiega a un giovane cronista Domenico Riva, giornalista
affermato che da Milano torna con la famiglia nel piccolo
paese del Sud dove è nato. I fatti in cui inciampa sono
una discarica abusiva che alimenta traffici illeciti; e i
nomi che si troverà a disvelare lo porteranno a cambiare
il corso degli eventi. Un film, Nomi e cognomi, con Lo
Verso e la Cucinotta (sopra), che è una lezione di
speranza rivolta ai giovani: la verità è ancora un obiettivo.
Nomi e cognomi, di Sebastiano Rizzo, con Enrico Lo
Verso, Maria Grazia Cucinotta e Marco Rossetti.
Le cose conil loro nome
A trent’anni di distanza dall’ultimo episodio della trilogia di
George Miller, torna al cinema Mad Max, il leggendario ex
poliziotto scampato all’Apocalisse. Per non rovinare la sopresa,
non sciogliamo il mistero − è un sequel o un reboot dei film
precedenti? − che ha avvolto fino all’ultimo questa produzione
presentata fuori concorso il 14 maggio al Festival di Cannes.
A raccogliere la sfida, Tom Hardy, nei panni polverosi che furono
di Mel Gibson, affiancato da Charlize Theron.
Mad Max. Fury road, di George Miller, con Tom Hardy, Charlize Theron,
Zoë Kravitz, Nicholas Hoult.
Ritorno all’Apocalisse
tom Hardy, 37 anni,
in mad max. Fury road,
fuori concorso al prossimo
festival di Cannes.
cinema /3
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Complice una vincitrice
con la barba, Conchita
Wurst, che quest’anno
conduce dalla green room
(dove i cantanti aspettano
i risultati delle votazioni),
cresce la passione per
l’eurovision song contest.
il programma taglia
il record delle 60 edizioni
e per l’occasione, su Rai4,
il 18 maggio in seconda
serata, va in onda lo
speciale eurosong story.
il giorno dopo, alle 21,
inizia la diretta della gara
(la finale è su Rai2 il 23
maggio). a rappresentare
l’italia c’è il Volo con
grande amore, la canzone
che ha vinto a sanremo
2015. F.D’A.
60 anni di Eurosong
tv
a cura di Barbara Corradi
The end of an era, la fine di un’era: mai titolo fu più azzeccato come quello scelto per
il gran finale della serie cult sui pubblicitari americani degli anni Sessanta e Settanta,
Mad men (gioco di parole fra “uomini pazzi” e “uomini di Mad”, cioè Madison
Avenue, a New York, dove si trovava la maggior parte delle agenzie di pubblicità).
Il 19 maggio, a soli due giorni dalla conclusione americana, approda in Italia la prima
delle ultime sette puntate, trasmesse da TimVision, la tv on demand di Telecom Italia
(si possono vedere in tv tramite l’apposito decoder e la connessione Adsl flat o Fibra,
oppure su pc, smartphone e tablet, scaricando l’app dedicata). F.D’A.
mad men l’ultimo spot
Cinque “squali” premianole migliori idee d’impresa, finanziandolecon i propri soldi. E l’economia diventa uno show
di Francesca D’Angelo
3 motivi per vedere...
Shark Tank1. Non è il solito talent. Dimenticate
le gare tra cantanti, cuochi o ballerini
wannabe, perché qui la sfida è all’ultima
(futuristica) startup. A fronteggiarsi, uno
stuolo di talentuosi imprenditori, decisi a
strappare un finanziamento ai cinque shark
(squali) che compongono la giuria.
2. Si fa sul serio. La trattativa economica
tra concorrenti e investitori non è una
pantomima a beneficio della telecamera,
perché in ballo ci sono i soldi – veri – degli
shark: i giudici investono infatti di tasca
propria, ricevendo in cambio una
percentuale sui profitti delle startup.
3. In America ne vanno pazzi. Più di 100
puntate, una media di 7 milioni di spettatori
e sei stagioni all’attivo: sono i numeri
macinati oltreoceano dallo show, in onda
dal 2009 su Abc. L’economia non è mai
stata così appassionante.
Il programma va in onda dal
21 maggio, ogni giovedì sera
alle 21,10 su Italia 1. Nella
foto, da sinistra, i giurati
dello show: Fabio Cannavale
(lastminute.com), Gianluca
Dettori (dPixel), Mariarita
Costanza (Macnil),
Gianpietro Vigorelli
(pubblicitario) e Luciano
Bonetti (Foppapedretti).
In gara per l’Italia
all’eurovision song contest
2015 c’è il Volo (sopra).
nel 2014 ha vinto Conchita
Wurst (in alto), che quest’anno
è una delle conduttrici.
Fashioniste
i look di mad men
hanno fatto storia.
l’ultima stagione
della serie cult è
visibile on demand
su timVision
dal 19 maggio.
iWa
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al
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«Se amate la musica spegnete la tv». Lo ripete due volte l’irlandese Róisín Murphy quando, dopo aver parlato di Mina e della Berlino degli anni ’70, siamo finite a ragio-nare di videoclip e talent show. Esperienze che la ex front woman dei Moloko non ha in programma, mentre è entu-siasta per Hairless toys, il lavoro che la vede tornare alla ri-balta dopo 8 anni, due figli e due mariti.
Ha avuto nostalgia dello studio di registrazione e del palco?
Sì, anche se in questi anni, oltre ad aver fatto tante altre cose, non ho mai smesso di scrivere musica. Avevo una quantità e-norme di materiale tra cui scegliere, ma è stato molto più facile che in passato, quando non facevo che piangere: mentre scrive-vo, mentre registravo, c’erano fiumi di lacrime! (Ride, ndr). Oggi no. E poi ammetto che tornare con un disco è eccitante, così come partire per un tour. Pensavo giusto poco fa che, quan-do ero ragazza, non mi prendevo cura di me nelle settimane prima dei concerti, ora invece mi sto preparando scrupolosa-mente, sia a livello fisico che mentale. Sta anche girando i video dei nuovi brani?
Sì, e ho decisamente cambiato registro: in passato mi piace-vano le cose semplici e un po’ dark, ora invece mi ispiro agli anni ’70 e alla Berlino di quel periodo, che è legato ai ricordi d’infanzia. Mia madre seguiva la moda favolosa di quei tempi, io la guardavo ammirata e deside-ravo ardentemente essere come lei. Una dolce memoria che ho voluto recuperare.Quello dei video musicali è diventato un argo-
mento spinoso: si dice che le popstar donne
stiano esagerando con i riferimenti sessuali.
Io, per esempio, ho scelto di non avere nemmeno la tv perché non appaga nessun mio bisogno. Mi considero fortunata perché, fin da ragazzina, sono stata circondata da persone che mi hanno cresciuta a musica, e continuano a farlo. Da grande appassionata scopro suoni nuo-vi ogni giorno grazie alle persone e anche un po’ a Internet. Sa che Mina, di cui lei è grande fan (Róisín Murphy ha
registrato lo scorso anno Mi senti, un ep con canzoni i-
taliane di Mina, Patty Pravo e Lucio Battisti, ndr) ha da
poco compiuto 75 anni?
Davvero? Non lo sapevo. Le faccio i miei migliori auguri. Per me lei incarna l’essenza del pop: stile, estetica, riconoscibilità, gusto, mistero. Ecco, Mina è il perfetto esempio di popstar intramontabile, con quel gusto pazzesco per l’entertainment e una gestualità sensuale ma delicata. Non so se ha mai sen-tito la mia versione di Ancora: se sì, spero abbia avvertito tutta l’ammirazione che provo per lei. G
WE
NN
/K
IKA
PR
ES
S
BabymetalSono il fenomeno musicale
del momento: tre
ragazzine giapponesi che
uniscono il pop
tradizionale del Sol
Levante al metal. Il disco
eponimo si chiama
Babymetal (EarMusic).
Lady Gaga le ha volute al
suo Artpop Ball Tour, voi
non perdetele. Daniela Calvi
Ró
isín
Mu
rph
y
cd
di Carlotta Sisti
The BlueBeaters Gli storici re dello ska
tornano alle radici.
Everybody knows è il lavoro
giocoso di un gruppo di
ragazzacci che si divertono
a rivisitare in chiave “blue
beat” grandi successi pop
rock tipo Roll with it degli
Oasis, Toxic di Britney
Spears e Hungry heart di
Bruce Springsteen. P.M.
ora non pianGo piÙ
Dopo otto anni, due figli e due mariti, la
cantante torna con un nuovo disco. Meno
travagliato dei precedenti. Omaggio alla mamma e alla Berlino degli anni ’70
Róisín Murphy,
41 anni e, a
destra, il suo
nuovo album:
Hairless toys.
passaparola musica
172
libri
a cura di Monica Ceci
vai su gioia.itOgni giovedì, il libro della settimana.
passaparola libri arte
Sangue e neve
di Jo Nesbø, Einaudi,
pp. 148, € 17, ebook € 9,99.
Un criminale con
l’animo del poeta
incontra una femme
fatale che gli cambia la
vita. Sembra la trama di
un noir americano anni
’40 e invece è firmata
dalla star del thriller
norvegese, in un libretto
che si legge tutto d’un
fiato e lascia la voglia di
andare avanti nella
narrazione. Ma anche
un po’ di nostalgia
dell’eroe più famoso di
Nesbø, il poliziotto
Harry Hole. B.C.
Ricette umorali. il bisdi Isabella Pedicini,
Fazi, pp. 150, € 14, ebook
€ 5,99.
Dopo il successo del
primo libro, l’autrice
non ha perso la mano.
Qui si inventa una
geometria dei cibi:
prisma, piramide,
cubo, icosaedro. ogni
figura è un pretesto
per ricordare l’umore
di “quella volta”:
allegro a Parigi
mentre si ordinavano
ostriche chiamandole
escargot (lumache);
triste mentre cuoceva
la cioccolata alla fine
di un amore. Se esiste
una letteratura
gastronomica, questa
è la formula. O.F.
L’incidente di un 12enne rompe gli equilibri apparenti di una famiglia, svelando debolezze e rancori. E il comune bisogno di misericordia di Paola Maraone
esseri vulnerabili dotati di sentimenti e capacità di amare».La nonna di Milo, madre di due
figlie, ama la prima alla follia, la
seconda quasi per nulla, andando
contro lo stereotipo secondo cui i
figli sono tutti uguali.
Ma non è per sua scelta e a tratti ne soffre perché capisce che in questo modo infrange un tabù, una forma di logica. La sua per fortuna è solo una delle realtà possibili, sono moltissimi i genitori che amano i propri figli allo stesso modo. Ma l’amore materno non è automatico e a volte, quando nasce un bambino, provoca uno scisma nella vita della madre, o risveglia dolori profondi e personali. E allora è praticamente impossibile che la madre ami il proprio figlio; si mostra responsabile, ma non prova affetto. Il tema del perdono, com’è ovvio
fin dal titolo, è centrale.
Credo che in ogni famiglia ci siano cose da perdonare e farsi perdonare. Per avviare la costruzione del romanzo, sono partita dall’incidente di Milo e dallo choc che ne segue per tutti: perché è proprio nelle prove più difficili che la parola si libera, si va dritti al punto e cadono le maschere.
la dIffIcIlE artE dEl PErdoNo
Si può correre incontro al
proprio destino anche in bicicletta, in un pomeriggio d’estate. Come succede a Milo, il 12enne protagonista di Perdonabile, imperdonabile, che in fondo a una discesa cade e viene portato in ospedale. Per un bel pezzo la sua sorte resta incerta: ma l’imprevisto squarcia i legami familiari, al suo capezzale danzano una ballata dolente, ma non disperata, i genitori, la nonna, la zia con lui al momento dell’incidente. Chi ha ragione? Chi ha torto? Di chi è la colpa? Cosa si celava, nella famiglia di Milo, sotto un equilibrio apparente? L’autrice, la francese Valérie Tong Cuong, già nota grazie a L’atélier dei miracoli, spiega: «Ognuno di noi ha tratti di bontà e di malvagità. Tutti commettiamo errori e abbiamo debolezze che, a volte, non sono
visibili al primo sguardo. In altri è più facile scorgere il lato in ombra perché in loro ci sono molto risentimento e dolore. E proprio questo dolore li rende esseri umani capaci di brutalità, ma anche
Valérie Tong Cuong
The program
di Suzanne Young,
Deagostini, pp. 448,
€ 14,90, ebook € 7,99.
Cosa sareste disposti a fare
per salvare i vostri ricordi?
In un futuro immaginario e
spaventoso, Sloane combatte
per non dimenticare il suo
amore: James. primo volume
di una serie, che in america è
già cult tra i giovanissimi. I.L.
Valérie tong
cuong, 51 anni:
il suo nuovo libro
s’intitola perdonabile,
imperdonabile,
Salani, pp. 300,
€ 13,90,
ebook € 9,99.
Da
lp
hin
e J
ou
an
De
au
arte
Vittoria sul tempoDopo 18 mesi di assenza – giusto il tempo per un
trattamento anti-age – la Nike di Samotracia è
atterrata di nuovo in cima alla scalinata Daru del
Louvre. Dall’alto dei suoi tre metri, con tre piume
in più, la Vittoria alata, scolpita da chissà chi nel
marmo candido dell’isola greca di Paros, non è
solo tornata al suo posto, ma è al centro di una
mostra che la vede protagonista. E ricorda la
sua natura di ex voto (per una battaglia navale
ancora da collocare sull’atlante), irresistibile
“polena” coperta solo da un velo. S.R.
La Vittoria di Samotracia. Riscoprire un
capolavoro, Louvre, ingresso €12, fino al 15 giugno.
louvre.fr
A Parigi
La tavol(ozz)a di Pollock
A Venezia
Dopo il restauro di un anno e mezzo, arriva per la prima volta in
Italia l’opera più grande realizzata da Jackson Pollock: il Murale
lungo 6 metri, commissionato nel 1943 da Peggy Guggenheim
per il suo appartamento newyorkese, anteprima dei lavori
eseguiti, quattro anni dopo, con la tecnica dello sgocciolamento
(dripping). È la prima retrospettiva mai dedicata al lavoro di
Charles Pollock, fratello maggiore di Jackson. Peggy
frequentava la casa degli Hamptons di Jackson, di cui
apprezzava la cucina: le ricette sono raccolte ora in un libro,
Dinner with Jackson Pollock di Robyn Lea, edito da Assouline
(pp.176, $50). S.R.
Jackson Pollock Charles, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei
Leoni, 704 Dorsoduro, ingresso €15, fino al 16 novembre. guggenheim-venice.it
Formato
famiglia
A destra,
il Murale di
Jackson Pollock
e, in alto, la
cover del suo
libro di ricette.
Sopra, Rome
eight del fratello
maggiore
Charles.
175
Per informazioni sui prodotti pubblicati su questo numero
Coordinate
indirizzi
j
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op
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Acquario 20 gen./18 feb.
Lascia perdere le elucubrazioni mentali. L’insoddisfazione può creare tensioni nella tua relazione affettiva. Fai qualcosa che ti emozioni e ti risollevi il morale. In ufficio attivati su un nuovo progetto. Gli astri consigliano: palestra.
Voto: 7
Bilancia 23 sett./22 ottobre
Urano ancora opposto suggerisce cautela. Una sorta di cattivo umore può creare tensioni nel tuo rapporto affettivo. Cerca di essere positiva e supererai questa fase. Nel lavoro inizi a raccogliere i frutti.Gli astri consigliano: attività open air.
Scorpione 23 ott../21 nov
Circostanze favorevoli ed eventi fortunati. In amore è un buon momento. Decisioni importanti da condividere, come l’acquisto di una casa. Nel lavoro, l’impazienza può creare degli ostacoli.Gli astri consigliano: ping pong.
Voto: 6,5
Voto: 7
Cancro 22 giugno/22 luglio Venere nel segno, Plutone opposto. Dovrai far attenzione a non ingelosire il tuo uomo, che si sente trascurato e demotivato. Nel lavoro la strada è aperta verso nuovi lidi: approfittane.Gli astri consigliano: vai a ballare.
Voto: 7
Sagittario 22 nov./20 dic. Saturno nel segno e Mercurio e Marte opposti. Non lasciarti andare alle parole di troppo e ai nervosismi: rischi discussioni. Approfitta di questo periodo per concentrarti sulle nuove possibilità che arriveranno presto, anche nel lavoro. Gli astri consigliano: sfoga le tensioni.
Voto: 6,5
Vergine 23 agosto/22 sett. La Luna (nel tuo segno il 14 maggio) e Nettuno non ti rendono serena. New entry nella sfera sentimentale se sei ancora sola. In coppia probabili disappunti. Piccoli ostacoli sul lavoro.Gli astri consigliano: yoga.
Voto: 6,5
Voto: 7
Leone 23 luglio/22 agosto
Giove è una compagnia utilissima. Sei diretta, spregiudicata e hai un fascino notevole, che ti fa mietere conquiste con grande facilità. Nel lavoro vedrai prestissimo i risultati dei tuoi sforzi. Bene le finanze. Gli astri consigliano: campagna.
Voto: 7
21 dicembre/19 gennaio
Emozioni a mille, gratifiche e viaggi:
finalmente riprovi l’ebbrezza della felicità.
In amore potresti avvertire un pizzico
di nostalgia. Nel lavoro non puoi risolvere
tutto e subito, ma hai tutti gli strumenti
per trovare le soluzioni giuste.
Gli astri consigliano: precisione.
Voto: 8
Toro 21 aprile/20 maggio
Qualche piccola preoccupazione familiare può crearti ansia. In amore ti apri e cerchi conforto da parte del tuo compagno. Sarai sorpresa da una nuova opportunità affettiva se sei single. Accattivante e simpatica, conquisterai i tuoi colleghi. Trova più tempo per te. Gli astri consigliano: nuoto.
Ariete 21 marzo/20 aprile
Urano transita a 18° del tuo segno. È il momento per stuzzicare il partner con nuove fantasie erotiche. Sii più decisa e concreta nel lavoro. Stai attenta alle spese futili. Invece, è un buon momento per acquistare un immobile.Gli astri consigliano: jogging.
Voto: 6,5
CapricornoSegno favorito
Gemelli 21 maggio/21 giugno
Mercurio e Marte ti conferiscono intraprendenza, gentilezza e grande vitalità. Ottima intesa con il partner. Tra le lenzuola sistemerai ogni malinteso. Nel lavoro, Saturno opposto ti mette i bastoni tra le ruote.Gli astri consigliano: passeggiate.
Voto: 7
Pesci 19 febb./20 marzo
Noie in ambito finanziario. In amore non ti senti corrisposta e ti indispettisci. Se sei single, venerdì 15 esci: avrai molta fortuna. Ottime novità sul lavoro.Gli astri consigliano: trekking.
Voto: 7
oroscopo dal 14 al 20 maggio dI massimo Giannone
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