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LEDUE ANTE P A S Q U A 2 0 1 3 S Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa BRESCIA RISORGIAMO CON GESÙ

Giornale della Comunità - Pasqua 2013

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Giornale della Comunità - Pasqua 2013

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Page 1: Giornale della Comunità - Pasqua 2013

LEDUE ANTEP A S Q U A 2 0 1 3SParrocchia Sante

Bartolomea Capitanioe Vincenza Gerosa

BRESCIA

RISORGIAMOCON GESÙ“ ”

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2 | PASQUA 2013

Festivo Invernale 08.00 10.00 11.15 18.30Estivo 08.00 10.30 - 18.30

Prefestivi e Sabato Invernale 08.00 18.30Estivo - 18.30

FerialeInvernale 08.30 18.30 (da lunedì a giovedì)Invernale - 20.30 (venerdì)Estivo 08.30 - (da lunedì a giovedì)Estivo - 20.30 (venerdì)

Segreteria Parrocchiale Suor Antonietta 030 2301955Sagrestia Franco Perna 340 3726777Cons. affari economici Natale Cosatto 030 2310214Cons. Pastor. Parrocch. Daniela Sandonà 030 2306717Commissione Liturgica Francesca Bottari 030 2304064Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema 030 2304541Commissione Oratorio Flavio Nicassio 030 2311412Commissione Cultura Laura Di Palma 030 2319767 Franca Crescimbeni 030 2310173Gruppo Missionario Marida Canori 030 2310253e Commissione CaritàEquipe Battesimi Salvatore e 030 2319777 Margherita Giuffrida Iniz. Cristiana Genitori Franco e Cristina 030 2319893 Mandonico Catechisti/Animatori Don Andrea 030 2301793Piccolo Clero Don Andrea 030 2301793 Davide Riccardi 030 2319767Terza età Etiene Bicelli 030 2306347 Gruppo Pensionati Guido Masserdotti 030 2304297 Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli 030 2306347Atelier Betania Maria Mottinelli 030 2310206Caritas Carla Ghidini 030 2304526 Coro adulti Antonio Idra 030 2306229Coro Voci dal cuore Alessandro Zanardi 030 2301535 Ass. dilettantisticasezione calcio Luca Papa 366 6350878sezione pallavolo Alex Guizzo 340 5818707 Gruppo Teatro Giamba Zambelli 030 3531228Redazione Marcello Bonomi 030 2306317Giornalino parrocchiale Laura Di Palma 030 2319767

Don Tino 030 2301955 [email protected] Andrea 030 2301793 [email protected] Domenico 030 2306876

I NOSTRI SACERDOTI

OPERANO NELLA COMUNITÀ

ORARIO DELLE SANTE MESSE

SOMMARIO

In redazioneLaura Di Palma,Marcello Bonomi,Dino Matesich, Loredana Mantovani, Delia Richiedei, Suor Elisabetta Buffoli,Suor Antonietta Castelli, Davide Riccardi

Hanno collaborato a questo numeroDon Tino Decca,Padre Domenico Fidanza, Paola,Stefano e Roberta Festa, Angioletta, Marida Canori, Monica Favalli,i catechisti del gruppo Antiochia,Severino e Paola Facchi, Barbara e Carlo,Arianna e Darìo Guillen,Chiara, Daniele Boerci, Orietta

Pasqua 2013

In copertina:Icona dell’Anastasis dalla chiesadi San Salvatorein Chora - Istanbul

“Le due Sante” trimestrale della Parrocchia Sante Capitanio e Gerosa - Brescia Dir. resp. Don Tino Decca (ODG elenco speciale) Aut. Trib. di Brescia - n. 46 del 23-11-2007PRIVACY E CERTIFICATI. La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, è per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino par-rocchiale. L’interessato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dell’esistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e l’origine, verificarne l’esattezza o chiederne l’integrazione o l’aggiornamento, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nell’art. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

DON TINO 3

DON ANDREA 4

PADRE DOMENICO 5

IL VOLONTARIATO 6

SUOR ANTONIETTA 7

L’APPROFONDIMENTO 9

IN COMUNITÀ 10

IN COMUNITÀ 11

L’APPROFONDIMENTO 12

L’APPROFONDIMENTO 13

TESTIMONI DELLA FEDE 16

18

IN COMUNITÀ 20

IN COMUNITÀ 21

IN COMUNITÀ 22

IN COMUNITÀ 22

GRUPPO PENSIONATI 23

DALLE MISSIONI 24

IL VOLONTARIATO 26

IN COMUNITÀ 27

IN COMUNITÀ 28

Pasqua di Resurrezione

Emergenza freddo

Il Sacramento della Penitenza

Papa Benedetto:un grande uomo

Un conclave speciale

Prima Comunionee Santa Cresima

Notte in oratorio

Pasqua, una realtàche vive in noi

“Allora sei forse tu, Pilato,il primo cristiano!”

The marriage courseCorso dei fidanzatiConvegno di Sacrofano 2013Le dieci ParoleTalita Kum!Quattro nuovi accoliti

Un’occasioneda non perdere

Percorsi culturalialle Due Sante

Il matrimonioci fa Chiesa domestica

Appuntamenti

Progetto EtiopiaProgetto Congo

La missionecon gli immigrati cattolici

Anagrafe parrocchiale

La Settimana Santa

La sposa di Gesù Cristo

LEDUE ANTEP A S Q U A 2 0 1 3SParrocchia Sante

Bartolomea Capitanioe Vincenza Gerosa

BRESCIA

RISORGIAMOCON GESÙ“ ”

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PASQUA 2013 | 3

DON TINO

Mentre scrivo stiamo vi-vendo gli ultimi giorni del pontificato di Bene-

detto XVI, poi la sede di Roma, quella del Vescovo successore all’apostolo Pietro, sarà vacante. In seguito gli elettori Cardinali entre-ranno in Conclave ed eleggeranno il nuovo Papa. Può darsi che quan-do leggerete questo scritto, il nuo-vo Papa sia già in pieno possesso delle proprie funzioni. E chissà chi sarà! Quello che il Signore vor-rà. In questi giorni vi dico che ho sofferto molto vedendo la Chiesa così sotto attacco: poi ho prova-to a scorgere i secoli passati. Da sempre la barca di Pietro ha dovu-to affrontare tempeste e bufere, pur peggiori delle attuali. In questo periodo, inoltre, tante volte i problemi di navigazione sono determinati da chi è imbarcato. Allora io tento di amarla di più questa Chie-sa. Sento di amar-la con le sue fragilità, i suoi limiti, i suoi peccati. Non perché vanno bene così, ma

perché ha bisogno di amore: è la Sposa di Gesù Cristo, il suo Spo-so.Anch’io posso nella mia vita con-tribuire a sporcarne il volto. Il mio amore per Lei è perché possa, con la grazia di Dio, servirla meglio e non deturparne la bellezza. Ma una convinzione mi accompagna in questi tempi: la Chiesa è ama-ta dal suo Sposo che è Gesù Cri-sto; ed è guidata da Gesù Cristo: il buon pastore. Ora, anche in questi sconvolgimenti, non deve venire

meno la possibilità di discer-nere ciò che Gesù vuole

dire alla sua Chiesa, a me e a voi, che sia-mo il suo popolo santo e allo stesso tempo peccatore.

Prendo in prestito le parole dell’allora cardi-

nale Joseph Ratzinger in un suo scritto del 1969:

«Dalla crisi odierna emergerà una

Chiesa che avrà perso molto. Di-verrà piccola e dovrà partire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. Con il diminuire dei suoi fedeli, per-derà anche gran parte dei privilegi sociali. Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoran-za che rimetterà la fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale che non si arrogherà un mandato politico flirtando ora con la Sinistra e ora con la Destra. Sarà povera e diventerà la Chiesa degli indigenti. Allora la gente ve-drà quel piccolo gregge di creden-ti, come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in se-greto». Ecco il nostro futuro: un piccolo gruppo. Ci assottigliamo sempre di più. Anche quando riflettiamo sulla presenza di Gesù, noi la rele-

LA SPOSADI GESÙ CRISTO

Carissimi,ci affrettiamoa celebrare la Pasqua anche quest’annoe il Signore sa,come anche noi, quanto sia necessario risorgerein questo tempo.

DALLA CRISIEMERGERÀ

UNA CHIESAPIÙ SPIRITUALE

J. Ratzinger ”“

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ghiamo sempre e solo esclusiva-mente dentro i muri della chiesa.Una volta fuori nulla dovrebbe par-lare di Gesù, nessun gesto, nessu-na scelta, nessuna appartenenza.Ma è proprio nella quotidianità che possiamo essere la vera Chiesa! Il Vangelo cammina con le nostre gambe sulle strade del mondo!

Gesù è vivo nel calore delle nostre case! Solo così la Chiesa resta viva e bella!Il tempo della Quaresima sia il tempo della conversione, dell’an-dare all’essenziale. Noi vogliamo risorgere, essere nuovi.Allora, cari fratelli e sorelle, dicia-mo “sì” alla novità di Gesù. Inizia-

mo a deporre le nostre sicurezze, componiamo le nostre divisioni … risorgiamo con Gesù!Buona Pasqua!A Papa Francesco esprimiamo il nostro affetto e la nostra obbe-dienza, a Benedetto XVI la nostra riconoscenza.

Don Tino

Tra pochi giorni ripercorre-remo insieme il Triduo Pa-squale e in esso la griglia di

lettura della vita di ogni uomo. Alla tavola del Giovedì Santo rivivremo il desiderio di Dio di averci come commensali ed ospiti, per poi con-templare quanto è grande l’amore divino, un amore che dà suo figlio per avere noi come figli. Giungere-mo poi, dentro a quella notte che è centro dell’anno dei cristiani, a ve-dere in Cristo risorto il compimen-to di ogni vita umana. Dice infatti San Paolo “se Cristo non è risusci-tato, allora è vana la nostra predi-cazione ed è vana anche la vostra fede” (1 Cor 15,14). La vita cristia-na senza la resurrezione diventa quindi un assurdo: siamo invece invitati tutti attraverso la festa pa-squale a ricordarci qual è il nostro vero destino ossia essere vivi per l’eternità nella nostra carne come

è avvenuto per Gesù Cristo. La no-stra vita, i nostri desideri, saranno compiuti solo nella resurrezione in maniera definitiva e questo è il vero mestiere del cristiano, quel-lo di essere annunciatore della resurrezione. La nostra comunità sta entrando ormai in quello che è un ritmo di iniziazione cristiana che vede i nostri fanciulli accom-pagnati anche dai loro genitori ol-tre che dai catechisti a giungere all’incontro con il Signore nell’Eu-caristia e all’incontro con lo Spirito nella Confermazione, ma è certo che questo momento non è la conclusione di un percorso, quan-to piuttosto un inizio di vita che at-traverso l’Eucaristia, che possono finalmente ricevere, diventa piena perché nutrita dal Corpo e Sangue di Cristo donati nel Giovedì Santo e rinnovati in ogni Messa sull’al-tare. Questo anno della fede che

stiamo attraversando anche con una serie di novità per la vita della Chiesa ci fa dire che nulla regge al tempo e alla morte se non è co-stituito sulla roccia che è Cristo. Questo è l’augurio che possiamo scambiarci in questa nuova Pa-squa: quello di essere sempre te-stimoni di una vita da risorti, una vita donata da Dio dentro al miste-ro del sacrificio di Cristo, perché noi diventiamo annuncio del suo amore che non ha confini e limiti. Chi ci incontra in questa Pasqua possa dunque incontrare facce vive che sanno già di resurrezione. Auguri, quindi, per una buona e Santa Pasqua, ricordandoci che è la Pasqua di Resurrezione di Cristo ed è promessa della risurrezione nostra, per una vita rinnovata nel corpo, senza limiti, per l’eternità.Santa Pasqua di resurrezione!

Don Andrea

DON ANDREA

PASQUA DI RESURREZIONEFondamento della fede nella nostra resurrezione.

Piante e Fioridi Casa d’Este

Via Giorgione, 7 - Tel. 030 2304185Centro Comm.le Margherita d’Este

BRESCIAFORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

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PASQUA 2013 | 5

La parabola del Padre Misericordioso ascoltata nella quarta domenica di Quaresima mette in noi il desiderio di continuare il cammino di con-

versione e di recuperare la vera identità del Sacramen-to della Riconciliazione per “aprire le braccia e correre incontro al Padre”. Perché non posso confessarmi da solo? È una questione che ha radici antiche che trova fondamento nella Riforma Protestante dove vi è l’eli-minazione della mediazione tra Dio e il popolo. Forse la nostra mente è abitata da questa domanda perché non abbiamo ancora scoperto sufficientemente il si-gnificato e il dono di questo sacramento: la gioia del perdono, la coscienza della nostra dignità, la chiamata a convertirci e a crescere, la restituzione inimmagina-bile della novità battesimale; una luce e una forza nuo-va per amare e per vivere, come frutto della Pasqua del Signore nella nostra vita. È importante allora modi-ficare il nostro atteggiamento nei confronti di questo Sacramento, siamo chiamati a rimetterci in cammino con disponibilità e fiducia, per riscoprire e fare nostra questa ricca esperienza di fede e di vita cristiana. Re-cuperando il vero significato di questo Sacramento potrebbe essere significativo riuscire a dare il giusto tempo a questa esperienza di grazia, di creazione nuo-va evitando le corse al confessionale negli ultimi gior-ni e nelle ultime ore (saremo ben contenti di vedervi ugualmente!). Ma quando inizia il sacramento della Ri-conciliazione?! Quando con l’aiuto dello Spirito Santo prendiamo consapevolezza del peccato che incatena la nostra vita e decidiamo di metterci in cammino, di andare in Chiesa, di chiedere a un sacerdote di speri-mentare un profondo incontro con il Signore Risorto; non possiamo quindi ridurlo solo al momento in cui siamo davanti al sacerdote perché la confessione non è la tassa da pagare o la lista dei peccati da buttare nel cestino. Il perdono ricevuto, poi, ristabilisce una co-munione con tutta la comunità cristiana che era stata macchiata dalle conseguenze del peccato personale di ciascuno; questa dimensione ecclesiale ci fa speri-

mentare l’appartenenza alla famiglia dei figli di Dio e ci invita alla responsabilità e testimonianza che ognuno è chiamato a vivere per non spegnere il volto luminoso del nostro essere Chiesa. Sant’Ignazio di Loyola suggeriva uno schema sempli-ce ed innovativo per vivere l’esame di coscienza:1. Rendere grazie a Dio nostro Signore per i benefici ricevuti.2. Chiedere la grazia di conoscere i peccati e di elimi-narli.3. Chiedere conto all’anima, dall’ora della levata fino al presente esame, di ora in ora o di tempo in tempo, prima dei pensieri, poi delle parole e poi delle opere.4. Chiedere perdono a Dio nostro Signore per le mancanze.5. Proporre di emendarsi con la sua grazia. Questi ultimi giorni di Quaresima ci donino il coraggio per saper leggere la nostra esistenza scoprendo il vero senso del peccato che ci rende schiavi e ognuno di noi possa percepire l’abbraccio misericordioso del Croci-fisso Risorto che si fa carico delle nostre fragilità riaf-fidandoci gratuitamente il dono del nostro Battesimo.

Padre Domenico

PADRE DOMENICO

IL SACRAMENTODELLA PENITENZA

La gioia del perdonoci rimette in camminocon disponibilità e fiducia.

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“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,ho avuto sete e mi avete dato da bere….” (Mt. 25, 35).

Mancavano pochi giorni a Natale, quando ricevetti una chiamata, una richie-

sta di aiuto e di disponibilità. Era mia sorella, mi chiedeva di aiutarla nel compito di garantire un pasto caldo serale a 36 persone. Questa inizia-tiva era organizzata a Villa Glori da “Emergenza freddo”: si tratta di un gruppo di persone che volontaria-mente decidono di offrire parte del loro tempo per preparare dei pasti e un riparo ai senzatetto.Con mille dubbi e senza la minima idea di quello che mi aspettava, ho dato la disponibilità, confidando nell’aiuto e nella collaborazione del-la nostra Comunità parrocchiale. La sera stessa, visto che mi trovavo in oratorio, ho chiesto a mia volta aiuto: servivano braccia capaci di preparare una cena, un posto dove poter cucinare e raccogliere quanto veniva portato dalle mamme coin-volte, un mezzo per trasportare il cibo a Villa Glori, qualcuno che of-frisse frutta e verdura, dei volontari che fossero in grado di distribuire la cena a persone un po’ particola-ri….Dopo poco tempo sono arriva-te le risposte a tutti questi bisogni e la sera del 29 dicembre ci siamo

trovati in parrocchia per la raccolta e la preparazione del pasto. Erava-mo tutti molto preoccupati: non sapevamo se il tutto sarebbe stato sufficiente, se noi saremmo stati all’altezza della situazione….Quan-do tutto fu pronto ci dirigemmo verso Villa Glori e durante la strada, siccome il timore aumentava, per allontanare le nostre paure abbiamo cantato tutti insieme. La serata si è svolta e si è conclusa nel migliore dei modi grazie all’e-sperienza di ciascuno, al sangue

freddo e all’unione che si è creata fra i partecipanti, in virtù anche della presenza dello Spirito Santo che ci accompagnava.La partecipazione è stata talmen-te alta che i pasti portati e raccolti presso la parrocchia sono bastati anche per la serata successiva. Dalle persone che abbiamo incon-trato svolgendo il nostro servizio abbiamo ricevuto riconoscenza e ringraziamenti. Contando sugli ami-ci, con cui abbiamo svolto il servizio, abbiamo dato la disponibilità per al-tre serate. Il 26 febbraio abbiamo effettuato un nuovo servizio e il gruppo che via via si sta creando si è allargato a nuovi amici.Per l’anno prossimo contiamo di dare la nostra disponibilità già a par-tire dall’inizio della stagione inver-nale, quando l’arrivo del freddo ren-derà più precaria la situazione dei senzatetto. Nel frattempo speriamo di coinvolgere quante più persone possibili in questa esperienza di so-lidarietà umana e cristiana.

Paola

IL VOLONTARIATO

EMERGENZA FREDDO

dal 5 al 7 aprile 2013a Moniga del Garda

(BS)

Il corso ci aiuta a sperimentarela gioia di un incontro personale

con Gesù Risorto in modo semplice ma profondo.

Possono partecipare tutti coloroche desiderano fare esperienza dell’amore di Dio.

Il numero dei partecipanti è limitato,perciò si chiede di fare l’iscrizione al più presto.

È necessario garantire la presenzaper la durata dell’intero corso.

Quota di partecipazione: Per adulti E 95,001° figlio 3-13 anni E 70,00 - 2° figlio 3-13 anni E 60,00

3° figlio 3-13 anni E 55,00 - Per bambini fino a 3 anni gratuito.

Per qualsiasi informazione (dopo le 16.30)Monica 338 7718535 - Michela 347 5529170

o inviare una mail a: [email protected](lasciare un recapito telefonico. Verrete contattati)

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PASQUA 2013 | 7

L’ 11 febbraio per i cristiani non è mai una data qua-lunque, perché ricorda

non solo la firma, nel 1929, dei Patti Lateranensi tra l’Italia e la Santa Sede, ma anche la festa della Beata Vergine di Lourdes. Una festa molto sentita nel no-stro paese durante la quale viene celebrata la giornata dell’amma-lato. Ebbene, a sconvolgere que-sto lunedì di febbraio ed in modo ineguagliabile, è stato l’annuncio dato in diretta dal Papa che, in modo pacato e senza fronzoli, an-nunciava alla Chiesa e al mondo intero la sua decisione di rinuncia-re al mandato petrino che aveva ricevuto quasi otto anni fa. Di questo fatto ormai si sa tutto quello che è stato possibile sape-re, ossia della stanchezza di cui Benedetto XVI si sentiva come afflitto, del suo desiderio di la-sciare il timone ad energie più giovani, della sua determinazione a concludere i propri giorni nel nascondimento e nella preghiera. Una decisione dalla quale emer-ge la sua grandezza spirituale, la sua finezza d’animo, la sua santi-tà di vita. Ora più le ore e i giorni passano, più si resta come incan-tati ed attoniti dalla scelta fatta, inattesa ogni oltre misura. Solo il tempo probabilmente ci aiuterà a valutare l’accaduto nella spoglia-zione di ogni altre ipotetiche mo-

tivazioni.Allora, davanti alle dimissioni di un Papa, superato il turbamento, ri-prendiamo il nostro cammino con l’umile consapevolezza di averci capito poco, rapportandoci all’u-nica cosa che nutre ogni giorno la nostra anima, la nostra intelli-genza, la nostra volontà, la nostra libertà: il Vangelo. Con questo punto di riferimento non ci rima-ne che metterci in ascolto della scelta di Benedetto XVI, guardan-do la semplice nudità del fatto, considerando le sole motivazioni da lui addotte, contemplando la forma sobria secondo cui tutto è avvenuto. Chi sceglie il Vange-lo è disposto a farsi rigenerare ogni giorno in modo impre-ved i -b i le ,

misterioso e inatteso, dalla Gra-zia. La vita cristiana è un divenire nel discernimento; un quotidiano interrogare sé e la realtà intera, senza paura di mettersi in discus-sione, cercando le ragioni dello stare o dell’andare. E questo il Papa ce lo ha chiaramente dimo-strato. Le sue parole ci rivelano un uomo in profondo ed attento ascolto di sé, del mondo, della Chiesa, dello Spirito. Ha colto il venir meno delle proprie capaci-tà, vi ha scorto una provocazione a rileggere il proprio ruolo e la chiamata stessa di Dio, fino ad arrivare a prendersi la libertà di ridefinire il mandato papale dan-dogli una flessibilità inaspettata.

Anziano e lento nel corpo, giovane e agile nello

spirito, annuncia la verità del

“lasciarsi

PAPA BENEDETTO:UN GRANDE UOMO

In profondo ed attento ascolto di sè, del mondo,della Chiesa e dello Spirito, ha voluto rileggereil proprio ruolo e la chiamata stessa di Dio.

SUOR ANTONIETTA

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8 | PASQUA 2013

generare e rige-nerare dall’alto”. È un no secco al potere, quello che abbiamo ascoltato; lo svuotamento del ruolo papale di ogni lo-gica di dominio per riempirlo fino all’orlo di quella del servizio. Come a dire che l’economia del servizio ha senso solo se colloca-ta in una dimensione collegiale, dove la condivisione, la reciproci-tà e la corresponsabilità, rendono il servizio un dono prima che un dovere. In questo suo gesto, la Croce dice disponibilità a dare la vita per il bene dei fratelli e deci-sione a mettere in secondo piano le spinte dell’autoaffermazione e dell’autosufficienza per porsi alla

sequela del Mae-stro. E le parole del Papa penso siano parole di uno che

si è consegnato alla Chiesa e al Suo bene,

prima che a qualsiasi al-tra causa.

Così Ratzinger sulla Croce ci sale di nuovo, anche se da un’altra parte; con parole e gesti di una tale misura e di una tale sobrietà, da apparire quasi dimessi.Lo stupore che abbiamo provato e che proviamo, dunque, ci apre alla gratitudine per l’umiltà e il coraggio di questo atto d’amore che farà storia. E che, facendoci tutti sentire più che mai vicini al cuore di Benedetto XVI, unisce anche noi sui sentieri di luce, di

speranza e di servizio tracciati dal Concilio Vaticano II, nei quali sia-mo chiamati a operare.

Caro papa Benedetto, ci hai con-cretamente insegnato la “misura alta” dell’amore: servire fino a dare la vita, nell’umile consape-volezza d’essere semplicemen-te, come tutti noi, un discepolo dell’unico Signore e Maestro. Sì, sei un grande, perché ci hai mo-strato che l’esercizio del potere è autentico servizio, al punto che quando non si hanno più le forze per adempierlo, lo si lascia ad al-tri. Anche per questo ti ripetiamo il nostro GRAZIE accompagnato da tanto affetto.

Suor Antonietta

LASCIAMOCIGENERARE

E RIGENERAREDALL’ALTO

”“

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PASQUA 2013 | 9

Nei prossimi giorni siamo invi-tati a “vivere” un’esperienza speciale: lo svolgersi del con-

clave mentre, per grazia di Dio, è an-cora in vita Sua Santità il Papa emerito Benedetto XVI. Il filo conduttore del suo servizio Pietrino è stato: cercare e volere Dio nella nostra vita di ogni giorno; con la preghiera e la riflessio-ne intuire il suo progetto su di noi per aderirvi il più possibile. Il Papa, salutandoci per l’ultima volta mercoledì 27 febbraio scorso, ci ha esortati ad un comportamento degno di Dio, che ci ha scelti e creati singolar-mente nell’amore, a Sua immagine e somiglianza, predestinandoci in Cristo alla risurrezione della carne e alla vita eterna. È stato commovente sentire, quasi fosse una confessione tra padre e figli, che il Papa non appartiene più a se stesso ma al popolo di Dio - per sempre -; è stato chiamato a salire sul monte, non ha abbandonato la croce ma rimane lì, accanto al Signore Cro-cifisso, nel nascondimento, nella pre-ghiera e nella meditazione. Ha chiuso, chiedendo intense preghiere per lui e per i cardinali, chiamati al grave com-pito di eleggere il Successore alla Cat-tedra di Pietro in conclave. La vicinan-za del Signore accanto a noi sia una certezza nella fede. CONCLAVE dal latino “cum clave”: chiuso con la chiave.La prima volta che si elesse un Papa sotto chiave fu nel 1270, quando, gli

abitanti di Viterbo, allora sede papale, stanchi di 19 mesi di indecisione dei cardinali elettori, li chiusero nel palaz-zo a pane ed acqua e scoperchiarono parte del tetto. Per la cronaca ci vol-lero altri 1006 giorni prima che, final-mente, si eleggesse Papa Gregorio X. Il primo vero e proprio conclave nella storia della Santa Romana Chiesa, si tenne ad Arezzo nel gennaio 1276 perché il papa, appunto Gregorio X, di ritorno da un viaggio da Lione, qui si dovette fermare a causa di improvvise e forti febbri che lo portarono alla mor-te. La Costituzione Apostolica “Uni-versi Dominici Gregis” di Papa Gio-vanni Paolo II, emanata il 22 febbraio 1996, stabilisce che il giorno fissato per l’inizio del conclave è tutto dedi-cato alla preghiera. In primis i cardinali si riuniscono nella Basilica di S. Pietro e celebrano la “Missa pro eligendo Romano Pontifice”, nel pomeriggio, in processione, cantando il “Veni Crea-tor”, dalla Cappella Paolina si recano nella cappella Sistina. Qui il cardinale decano, o chi per esso, pronuncerà a nome di tutti gli elettori, il giuramento sulla Costituzione Apostolica e la pro-messa di fedeltà e segretezza su tutto ciò che riguarda l’elezione in corso. Di seguito, ciascun cardinale, posta la mano sul Vangelo giura e promette in prima persona. In questo preciso momento il Maestro delle celebra-zioni pontificie pronuncia l’Extra omnes - fuori tutti -; questo ordine

è rivolto a tutti gli astanti fuorché ai cardinali elettori (il maestro delle ce-lebrazioni e l’ecclesiastico, incaricato a tenere la meditazione, usciranno ad ogni votazione e scrutinio). Per tutta la durata del conclave non sarà possibile alcuna comunicazione con l’esterno e viceversa; è espressamente vietato in costituzione sia la televisione che la radio e i giornali. Va da sé che in un momento tanto importante nella vita della Chiesa, al Popolo di Dio è affidato il compito di pregare tanto e intensamente lo Spirito Santo perché, attraverso i cardinali, agisca in prima persona. Sia una Pentecoste ricca di luce e discernimento per dare alla guida della Chiesa la persona giusta per il nostro tempo. Dal canto nostro ci prepariamo, già da ora, ad amarlo e sostenerlo con tutto il cuore.

Delia

UN CONCLAVE SPECIALELa trepidante attesa per colui che guiderà il Popolo di Dio.

L’APPROFONDIMENTO

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HABEMUS PAPAM!Alle 19.06 del 13 marzo, un mese dopo l’an-nuncio della rinuncia di Benedetto XVI, il co-mignolo della Cappella Sistina fuma bianco. Il mondo e la Chiesa hanno un nuovo Papa: è Francesco (Jorge Mario Bergoglio) eletto 266mo Pontefice della storia, al quinto scru-tinio. Arcivescovo di Buenos Aires, 76 anni, gesuita, ha origini italiane.

L’elezione di Francesco è stata annunciata mentre il nostro giornalino andava in stampa. Per ovvi motivi non abbiamo potuto dedicare più spazio alla notizia ma approfondiremo l’im-portante novità nel prossimo numero.

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10 | PASQUA 2013

Domenica 3 Febbraio 2013, durante la celebrazione eucaristica delle ore 11,15

i nostri ragazzi del 6° anno di ini-ziazione cristiana hanno ricevuto per la prima volta Gesù Eucarestia e la Santa Cresima. Noi catechiste abbiamo condiviso la loro emozione durante tutta la funzione, che è stata molto raccol-ta e partecipata.Monsignor Gianfranco Mascher ha saputo mantenere viva, durante l’omelia, l’attenzione di tutti, espri-mendosi in un linguaggio sempli-ce e molto concreto, ricordando a noi adulti che i nostri figli non hanno bisogno solo di beni mate-riali, ma la cosa più importante è donare loro tempo, attenzione e

amore. Noi affidiamo ciascuno di loro all’amore di Dio, perché pos-sano sentirsi amati e guidati dalla forza dello Spirito Santo e che si sentano sempre parte essenziale della loro comunità, in modo da continuare il loro cammino tutti insieme, cammino che in questo giorno non si è compiuto ma ha avuto un nuovo inizio.

Marianna e Mariagrazia

Riportiamo alcuni pensieri che de-sideriamo condividere con la Co-munità:I Cresimati:• In noi dopo la Cresima e la Co-munione, sono cambiate alcune cose: siamo più unite alla Chiesa, ci sentiamo più felici con Dio ed è cambiato il modo in cui parteci-piamo alla Messa. Le nostre emo-zioni quel giorno erano: emozione, felicità, agitazione, curiosità. Sa-

bato 23 Febbraio per formare un gruppo più unito, le catechiste e i Don, hanno pensato di farci passa-re la notte tutti insieme in oratorio. È stata una bellissima esperienza.(Erica-Nicoletta-Rebecca-Martina)• È stata una cerimonia emozio-nante che ci è piaciuta molto e alla fine della Messa eravamo per-sone nuove dopo aver ricevuto il corpo di Cristo e colmi di Spirito Santo.(Filippo-Roberto-Leonardo-An-drea L.-Mauro)• A noi la cerimonia è piaciuta mol-to, soprattutto nel momento della Cresima quando il nostro padrino/madrina con molto amore ci ha toccato la spalla destra e ha detto il nostro nome al Monsignore, lui ci ha unto la fronte dandoci il San-to sacramento della Cresima. Ci è piaciuta anche la Prima Comunio-ne quando abbiamo “gustato” il

PRIMA COMUNIONEE SANTA CRESIMA

IN COMUNITÀ

Non un cammino compiutoma un nuovo inizio

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corpo di Cristo per la prima volta. (Lorenzo-Michele-Marco-Ales-sandro-Andrea F.)• Il giorno 3 Febbraio 2013 noi ra-gazzi di Antiochia abbiamo ricevu-to il dono dello Spirito Santo e la Prima Comunione accompagnati dai nostri padrini e madrine. Que-sta esperienza è stata solo l’inizio di un nuovo cammino verso Dio, e noi lo abbiamo accolto con gio-ia, entusiasmo ed allegria. Poi, il 23 Febbraio 2013, ci siamo riuniti in oratorio per passare del tempo insieme pregando e divertendoci per continuare questo cammino verso Dio. Un grazie lo dobbiamo alle nostre catechiste, che in que-sti sei anni, ci hanno aiutato ad ac-cogliere il grande amore di Dio nel nostro cuore.(Chiara-Cristina-Aurora)• In questi sei anni abbiamo im-parato grazie all’aiuto, al sostegno e ai consigli delle catechiste (Ma-rianna e Mariagrazia) ad amarci gli uni gli altri come Gesù insegnò ai suoi discepoli. La fede cristiana è paragonabile ad una macchina. Dalla nascita all’asilo la costruia-mo, con il catechismo la provia-mo, con la Cresima e Comunione la compro e poi la maggior parte di noi inizia a guidarla ma alcuni la lasciano in garage. Ecco, direte voi, non ha senso. Gesù è una 500 che con poco va avanti grazie alla sua volontà, il diavolo è una Ferrari che ha potenzialità ma non viene utilizzata per pigrizia. Noi vogliamo essere una 500 che, con gasolio e benzina (Cresima e Comunione), guideremo per tutto il mondo con le mani attaccate al volante (Bib-bia).(Paola-Alice-Elisabetta-Laura)• La Cresima e la Comunione sono state un’esperienza particolare, perché tutti insieme per la prima volta abbiamo ricevuto la confer-mazione e Gesù in forma di pane

e vino. La cerimonia è stata molto bella e soprattutto eravamo ansio-si di incontrare Gesù. Dopo aver ricevuto la Cresima e la Comunio-ne, la nostra vita è cambiata, per-ché abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo che ci aiuterà nel no-stro cammino da cristiani. (Sofia-Claudia-Valentina-Camilla-Francesca R.)Padrino:• Ho avuto il piacere e la gioia di accompagnare mio nipote alla ce-rimonia in cui ha ricevuto in una sola volta due sacramenti. Una gioiosa cerimonia molto commo-vente, in particolare quando ho accompagnato all’altare mio nipo-te per ricevere il Sacramento della Confermazione. Grazie a mio nipo-te che mi ha voluto come padrino, grazie ai due Don e a quanti han-no contribuito allo svolgimento di questa bellissima cerimonia. (Wladimiro)

Genitore:• Una bellissima chiesa, un altare da grandi occasioni, Monsignor Mascher, Don Tino, Don Andrea, Padre Domenico, Alessandro, Don Luigi, Don Piergiorgio, un bouquet di chierichetti tutti compresi dal loro impegno e noi genitori col groppo in gola abbiamo partecipato ad una bellissima e toccante ceri-monia. La ricchezza dei sacramenti che i nostri figli hanno ricevuto è stata grande, come la commozione che abbiamo provato durante tutta la cerimonia. Lo Spirito Santo, che fa nuove tut-te le cose, che è promessa e Spe-ranza da subito e per il futuro, sarà con loro sempre.Un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile un così bel giorno ed alla nostra comunità a cui affi-diamo ciascuno dei nostri figli nel-la preghiera.(Marco)

La notte del 23 febbraio i ragazzi di Antiochia l’hanno tra-scorsa in oratorio. La proposta è nata dalla consapevolezza che la fede abbraccia tutta la nostra vita e poterlo speri-mentare già da ragazzi è un vantaggio.Cosa c’è di più bello dello stare gioiosamente insieme ac-compagnati da Gesù?La “notte” ha avuto inizio con l’adorazione eucaristica per fanciulli e ragazzi, che dalla nostra comunità mensilmente è animata. Poi, tutti nel salone con il sacco a pelo, a gustarci un bel film.Abbiamo affidato alla preghiera il saluto della buonanotte; ma ahimè le ore di sonno sono state scarse.L’entusiasmo dello stare insieme ha vinto ogni stanchezza e dopo una golosa colazione consumata al bar, tutti insieme a recitare le lodi in cappella. A conclusione di questa po-sitiva esperienza, insieme abbiamo partecipato alla Messa delle ore 10.Comprendere che Gesù è con noi in ogni attimo, in ogni esperienza dona pace al cuore e illumina il nostro sguardo.Grazie di cuore ai “nostri”ragazzi che hanno accolto l’invito, con il desiderio di tante nuove esperienze insieme.

Le catechiste

NOTTE IN ORATORIO

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Tra questi, mi piace ricordarne in particolare una che esprime tre verità di fede che sono fondamentali per ogni cristiano. Non a caso le

pronunciamo subito dopo la Consacrazione:ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNORE, PROCLAMIAMO LA TUA RESURREZIONE NELL’ATTESA DELLA TUA VENUTA.Riflettiamo.

• ANNUNCIAMO LA TUA MORTE SIGNOREDurante il periodo liturgico della Quaresima, percor-rendo insieme a Te, Gesù, la Via della Croce, abbia-mo rivissuto le ultime ore della Tua vita. L’arresto, la flagellazione, l’incoronazione di spine, la condanna a morte, le cadute sotto il peso della croce, l’incontro con Maria….Sono tutti momenti molto intensi, che, stazione dopo stazione, ci fanno giungere al “Tutto è compiuto” e all’inevitabile lenta morte in croce. Se ci lasciamo coinvolgere, anche questa volta, come sempre, ci sorge spontaneo chiederci: “Perché?” Ci viene in aiuto l’apostolo Pietro che, rivolgendosi ai membri del sinedrio, afferma: “Gesù Cristo e nes-sun altro può darci la salvezza, infatti non esiste altro uomo al mondo al quale Dio abbia dato il potere di salvarci” (At. 4,12). Inoltre S. Paolo precisa: “Gesù Cristo è colui che ha sacrificato se stesso per libe-rarci dai peccati”. (Gal. 1,4)Anche la nostra santa Vincenza Gerosa pronuncia una delle sue espressioni più solenni quando dice: “Chi sa il crocifisso sa tutto”, ed è veramente così.E tu, Gesù da quella croce, regali solo parole di per-dono per coloro che “non sanno quello che fanno”, parole di speranza per il ladrone pentito, parole di amore quando ci doni Maria, tua madre, come no-stra madre!Per noi c’è sempre e solo Amore.

• PROCLAMIAMO LA TUA RESURREZIONETutta questa sofferenza, per quanto incomprensibi-le a noi uomini, doveva succedere. Gesù stesso lo aveva detto: “È necessario che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai nemici e questi lo crocifigge-ranno, ma il terzo giorno egli resusciterà”. (Lc. 24, 7).Finalmente è questo quello che noi siamo chiamati ad annunciare! Non possiamo limitarci a CREDERE a parole: la nostra stessa vita deve proclamare che Gesù è risorto e ci ha liberati dal peccato e dalla morte, che ci ha preparato un posto vicino al Padre, dove siamo tutti destinati a trovare il compimento della nostra vita terrena. “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. (Mc. 16, 15)Chi ha incontrato Gesù, non tace più e non tiene per sé quello che gli è capitato, proprio come i discepo-li, che sono diventati i primi evangelizzatori, dopo aver ricevuto la forza dello Spirito Santo. Ce ne dà l’esempio Pietro che, con coraggio ed entusiasmo, dice alla folla di Gerusalemme: “Questo Gesù Dio lo ha resuscitato e tutti noi ne siamo testimoni” (At. 2, 32). Proclamare Gesù risorto significa quindi per noi vivere nella gioia, la gioia vera del cristiano, che sa rimanere sereno anche di fronte alle inevitabili prove che la vita ci presenta. Ancora Pietro invita ad essere “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt. 3, 15) e la nostra Speranza è Cristo Risorto.La fede in Lui rende tutto più gioioso: comunicare l’amore, aiutare il prossimo, offrire aiuto ad un vici-no di casa nel bisogno o ad un amico in difficoltà,

L’APPROFONDIMENTO

LA PASQUA,UNA REALTÀCHE VIVE IN NOI

Durante lacelebrazione Eucaristica,siamo soliti ripetere gesti, invocazioni, preghiere.

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L’APPROFONDIMENTO

“ALLORA SEI FORSE TU, PILATO,IL PRIMO CRISTIANO!”

intuendo possibilmente le fatiche e i disagi prima ancora che vengano espressi, grazie ad una sensibi-lità speciale, che si traduce in tanto bene.

• NELL’ATTESA DELLA TUA VENUTA Come si attende la venuta ultima di Gesù? Capita a tutti di pensare a scenari apocalittici, oggi anche pubblicizzati dai media, ma io penso che la vera attesa di Gesù significhi per noi vivere la nostra vita di tutti i giorni mettendo GESÙ AL CENTRO DI TUTTO e facendo in modo che sia veramente lui a guidarci nelle scelte e nelle azioni. Dare a lui il co-mando non è semplice, perché noi siamo spesso convinti di saper fare bene le cose da soli….La pre-ghiera diviene allora il nutrimento quotidiano dell’a-

nima e la bussola che ci indica la direzione: “Siate sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.….” (1Ts. 5,16-18)Penso che un grande aiuto per attendere la venuta di Gesù sia anche l’Adorazione Eucaristica: io aspet-to Gesù nella sua venuta finale, ma intanto Lui, vivo e presente, aspetta me in quel semplice pezzo di pane che è diventato il suo corpo.

“Vieni allora Santo Spirito, riempi il mio cuore e il cuore di tanti fratelli che cercano Gesù, perché que-sta Pasqua possa donarci veramente la vita e la gio-ia del Risorto”.

Angioletta

È una frase sconvolgente che mette in discus-sione la considerazione tradizionale di Pilato e ne rivaluta la figura così attentamente ana-

lizzata dal momento che il suo comportamento e la responsabilità nella passione e morte di Gesù, hanno dato adito a chiavi di lettura diverse e a interpretazio-ni contrastanti. Quella storica ci fornisce un perso-naggio di cui si sa poco, perché i dettagli biografici sono scarsi. Sembra che non fosse di origine nobile e che perciò si chiedesse spesso cosa aveva spin-to l’aristocratica Claudia a sposarlo e ad amarlo così profondamente. È certo che sia stato il procuratore romano in Giudea dal 26 al 36 d.C. e che pertanto abbia avuto un ruolo determinante come giudice nel processo di Gesù. Funzionario ambizioso cercò di ro-manizzare la Giudea ma senza successo, anzi il suo ordine di introdurre in Gerusalemme le insegne con l’effigie dell’imperatore provocò proteste e tumulti per i quali aveva dovuto qualche anno prima spostare la capitale da Cesarea a Gerusalemme e per i quali in

seguito venne rimos-so dal suo incarico e obbligato a recarsi a Roma a dare spiega-zione del suo com-portamento all’im-peratore Tiberio; si sa che insieme a lui fu rimosso anche Caifa, il sommo sacerdo-te del Tempio, con il quale aveva in-staurato una stretta collaborazione per governare la Giudea senza troppi problemi. Si imbarca quindi alla volta di Roma, sbarca ad Ostia e da questo momen-to non se ne hanno più notizie certe. Sparisce infatti dalle pagine della storia per entrare in quelle della leggenda che lo vede presente in numerose località italiane. Molti luoghi affermano di averlo ospitato e di conservare la villa dove si era ritirato in esilio fino

Queste le parole che Claudia Procularivolge a Pilato, suo marito,e che costituiscono la conclusione del libro“Il vangelo secondo Pilato” di Eric-Emanuel Schmitt.

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alla morte. Tra esse San Pio di Fontecchio dove un monte è detto montagna di Pilato; Tussio in provincia dell’Aquila dove sono stati ritrovati due leoni in pietra del primo secolo che ne indicano la tomba; Bisenti in provincia di Teramo che sostiene di avergli dato i na-tali e vanta una casa detta casa di Ponzio Pilato dove il procuratore sarebbe nato. Sembra comunque che la sede dell’esilio dovesse essere Vienne in Francia dove morì suicida. Sulla via per Vienne la leggenda vuole che abbia soggiornato prima a Torino poi a Nus in Valle d’Aosta dove il castello è noto col nome di castello di Pilato. Nonostante il suo profilo storico sia quello di funzionario romano pronto ad usare la forza, incapace di rispetto verso la sensibilità e le tra-dizioni religiose ebraiche, delle quali si serve solo se ne ha un tornaconto, i quattro Vangeli danno di Pilato un’immagine completamente diversa. Lo presenta-no infatti come uomo dai sentimenti nobili, sempre combattuto da dubbi alla ricerca della verità, tentato di liberare Gesù dalla cui personalità è profondamen-te affascinato: vede in Cristo l’uomo sicuro, impavi-do chiaro e conciso nel parlare, insomma tutto quel-lo che lui non è ma che vorrebbe essere. Alla fine

decide la condanna quasi contro la sua volontà, per assecondare la folla temendo la ribellione di un po-polo che mal sopporta l’occupazione romana. Pilato non pensa che Gesù possa costituire un pericolo di rivolta anzi è convinto della sua innocenza però lo fa mettere a morte. Uomo pavido e insicuro si preoccu-pa solo delle conseguenze che la sua decisione po-trebbe causargli, perciò trova utile rendere pubblica la motivazione della sua sentenza con l’iscrizione sul-la croce “Gesù nazareno re dei giudei”. Queste pa-role sintetizzano l’accusa verosimile di Pilato: Gesù è condannato perché vuol porsi a capo di una rivol-ta per sovvertire l’autorità romana ed instaurare un regno ebraico. Sa che è una menzogna perché non ha trovato nessuna prova di colpevolezza; secondo il diritto romano dovrebbe salvare Gesù ma non lo fa. È un politico a cui interessa mantenere la carica sen-za fastidi perciò asseconda i gruppi più influenti per eliminare possibili minacce alla stabilità ed evitare di-sordini. Su di lui si fanno ricadere la responsabilità e la colpa della morte di Gesù tanto da essere definito il suo boia. Questa è la lettura tradizionale della figura di Pilato alla quale siamo abituati e della quale ricor-diamo come caratteristica principale la viltà. Diversa e più nuova è l’interpretazione fatta da Eric-Emanuel Schmitt, sicuramente più affascinante e umana. Per lo scrittore Pilato è uomo duro, militare, irremovibi-le e razionale, ansioso di dare a se stesso più che agli altri una spiegazione logica alla sparizione di un cadavere, quello di Gesù, dal sepolcro. Come procu-ratore romano teme che sia stato trafugato da qual-cuno per creargli complicazioni politiche; per questo diventa detective ed inizia a indagare. La sua indagi-ne è duplice: logistica a Gerusalemme per ritrovare il corpo di Cristo prima di Erode o Caifa; spirituale perché nella sua coscienza inizia un cammino per ar-rivare alla verità, quella verità della quale Gesù aveva

Cristian PiccioliVia Roma, 99 - San Zeno (BS)

Tel. 339 56 02 292 - 339 39 34 [email protected]

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PARROCCHIA DI ZANANO - NOBOLI (Regina della Pace)PARROCCHIA DELLE DUE SANTE - BRESCIA

PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI IN SEGRETERIA PARROCCHIALE

>>> Gita a...

23 - 30 AGOSTO

1° giorno: Milano Malpensa - Vilnius2° giorno: Vilnius - Trakai - Vilnius3° giorno: Vilnius - Collina delle croci - Rundale - Riga 4° giorno: Riga - Jurmala - Riga5° giorno: Riga - Parco Nazionale Gauja - Tallinn6° giorno: Tallinn7° giorno: Tallinn - Parco Nazionale di Lahemaa - Tallinn8° giorno: Tallinn

Quota di partecipazione e 1400,00 per 45 partecipantiSupplemento camera singola e 260,00

parlato durante l’interrogatorio ma che lui, Pilato, non aveva ancora capito in che cosa consistesse. Ad an-gosciarlo ancora di più è la notizia della resurrezione di Gesù. Subito razionalmente la nega e dà al fatto l’unica spiegazione logica per lui possibile: è una leg-genda fatta circolare dai suoi discepoli. Poiché Gesù è morto pensa a false testimonianze, poi a una misti-ficazione organizzata da Erode, poi all’esistenza di un sosia che si fa passare per Gesù. Alla fine, smontate tutte queste ipotesi Pilato si arrende e si convince che Gesù è veramente ricomparso e pensa che se è vivo vuol dire che non è mai morto sulla croce. Si sente perso, ha di fronte un fatto che non è un problema perché se fosse tale l’avrebbe già risolto; è un qualcosa che supera la sua capacità di cono-scenza, quindi un mistero e al mistero non ci si ac-costa con la mente o con la ragione. Si sente spiaz-zato, da uomo forte diventa debole perché gli viene a mancare anche il sostegno della moglie che ama di amore incondizionato e che è sparita alla ricerca di Gesù. Pilato non capisce come sua moglie, donna aristocratica, altera e misteriosa, abbia potuto fargli questo, abbandonarlo per seguire un condannato, prima morto sulla croce, poi ricomparso in vita. A dif-ferenza di Claudia, Pilato non crede e ancora resta un uomo che si rifiuta di cedere alla fede. Tuttavia attra-verso le indagini e il cammino interiore è cambiato; si è reso conto che la sua ragione non può spiegare

tutto e ammette che nella storia di Gesù qualcosa gli sfugge. Per arrivare alla verità ha bisogno di aiuto e lo trova in Claudia: la vera mediazione per arrivare a Cristo è l’amore. Per Pilato, Gesù passa perciò attra-verso Claudia che ha fede, che crede e che gli spiega come Gesù si è lasciato crocifiggere per amore de-gli uomini ed è resuscitato per dimostrare che aveva ragione ad amare e che bisogna sempre avere il co-raggio di amare. Pilato però non è ancora convinto, davanti alla sicurezza della moglie si sente sfiduciato e ammette che non potrà mai essere cristiano. Non ha visto nulla, la verità gli è sfuggita nel momento in cui ha cercato di salvare la ragione contro il mi-stero. “Prima -egli dice- ero un romano che sapeva, ora sono un romano che dubita!”. Claudia allora lo rassicura: “Dubitare e credere sono la stessa cosa, Pilato. Solo l’indifferenza è atea”. “Ma se volessi credere, soggiunge il marito, dovrei in primo luogo credere alla testimonianza degli altri!”. E Claudia gli trasmette con amore la certezza che proviene dal-la fede dicendogli:”Allora sei forse tu Pilato, il primo cristiano!”. Mi piace quest’ultima ricostruzione del-la figura di Pilato perché ritengo che ci assomigli un po’ quando a tentoni cerchiamo la verità, quando ci perdiamo nei ragionamenti e scoraggiati dai dubbi ci dimentichiamo della forza della fede nell’amore di Cristo che per noi cristiani è una certezza.

Loredana

PANORAMICIBALTICI

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TESTIMONIdella FEDE

Quando Luisa e Federico ci hanno proposto di partecipare al Marriage Course a casa loro siamo rimasti un

po’ incerti e la nostra principale preoccupazio-ne era il riuscire ad incastrare queste “8 cene” fra i tanti impegni serali a cui siamo già chia-mati. In effetti, ci sembrava un’impresa un po’ ardua, ma poi, dopo il convegno di Sacrofa-no, abbiamo sentito forte il desiderio di vive-re sempre di più la grazia dell’essere Sposi e quindi quale miglior occasione che partecipa-re ad un corso intitolato RitrovarSi+SpoSi?! Era come se il Signore ci stesse servendo su un piatto d’argento la risposta al nostro desi-derio. Ora siamo solo a metà del percorso ma i doni che abbiamo ricevuto sono già molti! La cosa che più ci ha colpiti fin dall’inizio è il sen-tirci ospiti “desiderati” ed “attesi”. Luisa e Fe-derico infatti non aprono solo la loro casa ma ci accolgono in ogni minimo dettaglio: dal sor-riso, al servizio di piatti bello, al fiore preparato per ogni coppia, alla tisana con dolcetto e… La cena però è solo il preludio di quello che poi abbiamo scoperto essere il vero “dono”, ossia il lavoro di coppia sulle principali tematiche di

vita a due e l’a-scolto del video di Nicky e Sila. Grazie al TMC stiamo risco-prendo la gio-ia del dialogo, dell’ascolto, del litigio (che è un’ar-te!) per poi giungere al

perdono e soprattutto la necessità di ritagliar-ci “il tempo di coppia” di almeno 1 ora a set-timana. Stiamo ri-costruendo il nostro “Noi“ e abbiamo capito che questo richiede tempo, energia e cura, altrimenti la vita frenetica, sen-za pause, dove tutto è programmato, lo soffo-ca. Ora infatti le nostre discussioni sono molto meno “sterili” e il dialogo ci aiuta a sciogliere quei nodi che prima ci impedivano di acco-glierci e amarci per quello che siamo. Il nostro sguardo è più libero e di conseguenza anche il discernimento dei bisogni della nostra coppia e delle priorità è più sereno. Ringraziamo quin-di di cuore coloro che si sono fatti strumento del Signore per farci capire ancora una volta la bellezza del farsi Chiesa Domestica.

Barbara e Carlo

L’esperienza del Marriage Course Ritro-varSi+SpoSi è per noi un’eccellente opportu-nità per gettare delle basi solide per il nostro matrimonio. Noi ci siamo sposati lo scorso settembre, ma fin da subito ci siamo accorti di quanto sia importante lavorare su di sé e nella relazione di coppia per poter vivere al meglio il Sacramento delle Nozze che abbia-mo ricevuto. Nella vita di tutti i giorni, infatti, non mancano le occasioni di fraintendimenti, incomprensioni e divergenze per le nostre di-versità di carattere e personalità, ma attraver-so questo corso stiamo imparando un nuovo stile di ascoltare e comunicare, alla luce della fede e dello Spirito Santo che è presente nel-la nostra coppia. Così ci scopriamo sempre più uniti, con uno sguardo reciproco che ogni giorno si rinnova nell’Amore di Dio per noi.

Arianna & Darío

THE MARRIAGECOURSE

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CORSODEI FIDANZATI

Quando quest’estate don Tino ci chiese di aiutarlo con il corso fidanzati del-la parrocchia non ci eravamo ancora

trasferiti in via Donatello, nella nostra nuova casa. “Che bello”, abbiamo pensato, “non abbiamo ancora traslocato e già ci viene data l’oppor-tunità di condividere con altri quanto di me-raviglioso il Signore ci sta facendo scoprire sul sacramento delle nozze!”. Abbiamo quindi accettato subito con gioia, benchè non aves-simo esperienza diretta in materia. Che fare allora? A che sussidio appoggiarci? Dopo un po’ di umano peregrinare tra libri di carta e te-sti virtuali abbiamo deciso di riaffidare il tutto al Signore mettendoci in preghiera. Di quanto lo Spirito ci aveva suggerito ne abbiamo par-lato con don Tino e suor Antonietta ed è quin-di nata la proposta di un percorso non-tipico, articolato in undici tappe che prevedeva tre fasi. Una premessa: non conoscevamo questi fidanzati e di loro non conoscevamo i percor-si di fede personali e di coppia. Per la prima fase, quindi, siamo partiti dall’unica certezza che avremmo avuto con i fidanzati che avrem-mo a breve incontrato: il loro amore umano. Se infatti stavano chiedendo il sacramento del matrimonio alla Chiesa, era certo che si volessero molto bene. Si è quindi cercato di illuminare questo loro sentimento alla luce di Cristo, per arrivare a scoprire come il no-stro amore umano è ben più di un semplice e banale sentimento: affonda infatti le radici nell’Amore, quello vero, incondizionato, eter-no e definitivo di Gesù per la sua sposa! Si è poi proseguito cercando di far riscoprire l’es-sere cristiano di ogni partecipante, cercando

proprio di ri-evangelizzare (dare il primo annuncio), non dando per scontato la loro personale amicizia con Gesù, ma proponendo una seria auto-va-lutazione sul loro voler essere di Cristo. Nella fase finale del percorso, dopo aver illuminato il loro amore umano e dopo essersi riscoperti cristiani, i fidanzati hanno potuto approfon-dire cosa significa il sacramento delle nozze tra battezzati, cogliendo quindi l’identità e la missione che ne derivano. In questa “cre-scita spirituale a due” siamo stati aiutati da una coppia di sposi diversa per ogni incon-tro (quasi tutti della nostra comunità) che ha condiviso la propria esperienza, sempre alla luce del Vangelo. È stato entusiasmante ve-dere come per ognuna di queste coppie l’in-contro con il Signore abbia significato anche un nuovo inizio nella vita di coppia; ringrazia-mo ancora ciascuno di loro per aver risposto a questo invito a condividere il loro vangelo con questi fidanzati e con noi, nell’amicizia e nella fratellanza in Gesù. Siamo riconoscenti a don Tino, e ancor più al Signore, per averci arricchito con l’incontro di queste splendide otto promesse di Chiesa domestica che spe-riamo possano essere l’inizio di un pezzo di cammino insieme.

Stefano e Roberta

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TESTIMONIdella FEDECONVEGNODI SACROFANO 2013

Abbiamo avuto il dono di partecipare, all’inizio di quest’anno (dal 2 al 5 genna-io), al terzo Convegno su “La grazia del

sacramento delle nozze” tenutosi a Sacrofano, alle porte di Roma dal titolo “Identità e missio-ne degli sposi nella famiglia: chiesa domesti-ca”. Sarebbe arduo fare qui un riassunto di ciò che nei giorni di convegno è stato esposto dai vari relatori, sia per la quantità, ma anche per la “portata” teologica dei contenuti. Risuona-no infatti le parole di San Paolo: “Questo mi-stero è grande: lo dico in relazione a Cristo e alla Chiesa”. La famiglia cristiana che si fonda cioè sul sacramento delle nozze, come imma-gine della Trinità e come rimando alla nuzia-lità di Cristo con la sua Chiesa e dell’Alleanza di Dio con le sue creature è dunque mistero. Con questo termine non si intende qualcosa di irrazionale, ma ciò che supera la nostra possi-bilità espressiva. Di fronte al Mistero dobbia-mo superare il nostro razionalismo e adottare una modalità specifica di conoscenza: il Miste-ro va contemplato. Il dono grande che Dio ci fa attraverso la famiglia, il dono che la grazia del sacramento del matrimonio fa alla coppia trasformandola in quella Sposa a cui lo Sposo Gesù promette la sua fedeltà assoluta ed eter-na, possiamo quindi anche non capirlo fino nei minimi fondamenti teologici (a partire dall’im-portanza della differenza tra maschile e femmi-nile, distinti pur nella loro unità di immagine e somiglianza di Dio e che permeano tutta la storia della Salvezza), ma contemplarlo, cioè gustarlo, viverlo. Come Sposa quindi ogni cop-pia è chiamata a non accontentarsi di essere una “buona coppia”, ma saper riconoscere la presenza costante dello Sposo ed essere segni

di questa presenza l’uno per l’altra, per i figli e per le persone che si incontrano nel quotidia-no. Essere segni quindi, anche questo è miste-ro; Dio nel suo mistero non è solitudine, è rela-zione, è comunione, è…famiglia. Nonostante i nostri limiti, le nostre debolezze, per mezzo del dono dello Spirito Santo nel Matrimonio, Dio ci dà la possibilità di essere riflesso della sua stessa luce, di essere acqua della stessa sor-gente, profumo della sua stessa presenza. La famiglia è così “spazio umano” per l’incontro con Cristo (chiesa domestica), non diventando qualcos’altro, ma credendo e vivendo in pie-nezza ciò che già è, nei quotidiani gesti di acco-glienza, servizio, tenerezza, perdono, dono di sé. La coppia, la famiglia allora è salvata dal dono smisurato e gratuito dell’Amore e diventa salvante nella misura in cui riesce a farsi dono dello stesso amore (tra i coniugi, anche e so-prattutto nell’incontro sessuale, con i figli, nel-la comunità). Altre parole risuonano forte nei nostri cuori dopo questa esperienza; nel Van-gelo di Luca (Lc 2, 50-51), di fronte al compor-tamento e alle parole di Gesù, leggiamo di Ma-ria e Giuseppe: “essi non compresero”…, ma anche: “Egli (Gesù) stava loro sottomesso”. Anche noi come Maria e Giuseppe sentiamo che la nostra mente e il nostro cuore non sono sufficienti per comprendere; sentiamo però la gioia, sentiamo i nostri cuori palpitare di fron-te anche a piccoli spiragli di Verità. E vogliamo anche imparare sempre di più a fidarci di Gesù, stupiti per ciò che Lui desidera per la nostra vita di sposi, preludio delle Nozze definitive, dispo-sto a camminare al nostro passo incoraggian-doci e sostenendoci.

Paola e Severino

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TALITAKUM!

LEDIECI PAROLE

Gesù ci chiede di alzarci, metterci in viaggio e se-guirlo: penserà Lui a tutto il resto. C’è da fidarsi. Ed è con fiducia nella Sua guida che circa una

trentina di coppie provenienti da tutta Italia si sono ri-trovate insieme a Casa Emmaus di Giazza, tra l’8 e il 10 febbraio scorsi. Il viaggio, non breve, è stato denso di pensieri, previsioni, immaginazione, domande, dubbi, speranza. Perché è questo che l’uomo medita in cuor suo ogni volta che si appresta a vivere un’avventura che Gesù ha pensato per lui. Dopo l’arrivo, la sistema-zione nelle camere e la cena, subito lesti nel salone, ful-cro dei tre giorni che ci attendevano e che ci avrebbero fatto vivere dinamiche, emozioni, incontri e ri-scoperte. Isolato dal Libro di Tobia e messo a “nudo”, il primo protagonista è stato Asmodeo: il male che quotidia-namente tenta l’uomo e la donna, coppia, benedetta e sacra a Dio per cercarne la divisione, la fine. Marito e Moglie sono sì diversi, ma nella natura dell’Amore stes-so, la diversità dev’essere vista come peculiarità dall’al-tra parte: l’attitudine per qualcosa dell’uno può essere beneficio per l’altro e viceversa. Uomo e donna sono complementari e si uniscono nel tutt’uno della coppia per camminare insieme nei sentieri della vita e nel pro-prio cuore Gesù sussurrerà sempre di vedere nell’altro una fonte da cui poter attingere in ogni momento, ad essere sostegno e sostentamento, l’impegno e la spon-taneità di gesti anche semplici che creano valore e sono sempre dimostrazione di amore donato gratuitamente reciprocamente. Quante volte, nella vita di coppia, ce-diamo il passo alla stanchezza, ai pensieri, alle distra-zioni e vorremmo abbandonare… ma ascoltiamo più in profondità, nel pozzo dal quale scaturisce la fonte che ci disseta in eterno: è la Sua dolce voce, il sussurro di chi fa davvero il tifo per me Marito (e per me Moglie) e ci dona sempre e per sempre il suo sostegno per essere la Sua immagine nel mondo.

Davide

La partecipazione alle serate do-menicali sulle “Dieci Parole”, ini-ziate alla fine di Febbraio 2012, ha

generato in me una profonda riflessio-ne sulle Sacre Scritture e sulla vita quo-tidiana. Come giustamente sottolineato da Don Tino nei primi incontri e confer-mato poi dagli altri relatori, la Bibbia non è un libro di semplice e rilassan-te lettura, ma è lo specchio nel quale ogni persona deve rivedersi e misurare la propria vita. La trasformazione della Bibbia nel proprio diario ha portato una visione di se stessi e del prossimo mol-to differente da ciò che si riteneva fino a quel momento. Il rapporto col prossimo viene legato con la parola “amare”, che ha assunto un significato più profondo e dovrebbe essere la bussola dell’esi-stenza di tutti. Anche il dolore (sia fisico che morale) non è un tormento perso-nale fine a se stesso, ma dovrebbe es-sere compreso in una prova di fiducia e confidenza dell’amore che Gesù dà a tutti e che manifesta in modo parti-colare a quelli che si trovano in queste difficili situazioni. Quindi le “Dieci Paro-le” (non i “Dieci Comandamenti” come solitamente interpretato) diventano un colloquio personale che si ha con Dio ed una misura dell’amore che ognuno dovrebbe portare come simbolo del proprio vivere. Questa esperienza, la consiglierei dunque come un momen-to di “novità”, attraverso la riscoperta di Ognuno in Dio!

Daniele

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20 | PASQUA 2013

Il prossimo 7 aprile il Vescovo Luciano istituirà accoliti quattro nostri fratelli: Franco, Flavio, Federico e Davide. L’accòlito è un ministro della liturgia e nella Chiesa catto-

lica il ministero dell’accolitato viene conferito in modo uffi-ciale e permanente dal vescovo. Nel 1972 fu papa Paolo VI a istituire i cosiddetti “ministeri” di “lettore” e di “accolito”. Oggi l’accolito è un laico a tutti gli effetti, di sesso maschile, che durante la Messa aiuta il vescovo, il sacerdote o il dia-cono. Ogni accolito, inoltre, è un ministro straordinario della Comunione. Molti i compiti degli accoliti: tra questi, il veri-ficare, prima dell’inizio di ogni celebrazione, che il presbite-rio sia stato correttamente approntato e che il Messale sia predisposto alle pagine corrette; partecipare alla processio-ne d’ingresso rivestito della propria veste liturgica; aiutare il celebrante ed il diacono durante le celebrazioni liturgiche; portare la croce processionale; aiutare il celebrante ed il dia-cono durante l’offertorio; presentare, se necessario, il pane ed il vino al celebrante; aiutare a distribuire la comunione quando il numero dei fedeli è molto elevato; reggere uno dei vasi sacri nella comunione sotto le due specie; aiutare il sacerdote ed il diacono nella purificazione e nel riordino dei vasi sacri; portare la comunione a coloro che non pos-sono partecipare alla celebrazione eucaristica; durante l’a-dorazione, esporre e riporre l’Eucaristia; porgere il turibolo al celebrante, assisterlo nell’incensazione dell’altare e delle offerte, incensare il celebrante ed il popolo; preparare co-loro che prestano servizio all’altare. La celebrazione in cui verranno istituiti accoliti Franco, Flavio, Federico e Davide si terrà quindi in Cattedrale e sarà presieduta dal Vescovo;

durante la Messa i candidati al ministero di accoliti saranno chiamati per nome e, dopo aver risposto “Eccomi”, si re-cheranno davanti al Vescovo, inchinandosi. Dopo l’omelia il Vescovo si rivolgerà direttamente ai candidati con que-ste parole: “Figli carissimi, scelti per esercitare il servizio di accolito, voi parteciperete in modo particolare al ministero della Chiesa. Essa infatti ha il vertice e la fonte della sua vita nell’Eucaristia, mediante la quale si edifica e cresce come popolo di Dio. A voi è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni, e come ministri straordinari potrete distribuire l’Eucaristia a tutti i fedeli, anche infermi. Questo ministero vi impegni a vivere sempre più intensamente il sacrificio del Signore e a conformarvi sempre più il vostro essere e il vostro operare. Cercate di comprenderne il profondo significato per offrirvi ogni giorno in Cristo come sacrificio spirituale gradito a Dio. Non dimenticate che, per il fatto di partecipare con i vo-stri fratelli all’unico pane, formate con essi un unico corpo. Amate di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Attuerete così il comandamento nuovo che Gesù diede agli aposto-li nell’ultima cena: amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”. In seguito, ancora il Vescovo pronuncerà una speciale preghiera invitando l’assemblea a unirsi a lui, mentre i can-didati al ministero saranno inginocchiati: “E ora, preghiamo umilmente Dio nostro Padre, perché questi nostri fratelli, scelti per il ministero di accoliti, ricevano con abbondanza la sua benedizione e siano confermati nel fedele servizio della Chiesa. Padre clementissimo, che per mezzo del tuo

IN COMUNITÀ

QUATTRO NUOVIACCOLITI

Dono del Signore a servizio della nostra comunitàe della Chiesa

ANNO PASTORALE 2012 / 2013: DATE PROPOSTE DALLA PARROCCHIA PER LA CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI

>>> Battesimi

• Sabato 30 marzo Veglia Pasquale• Domenica 7 aprile ore 11.15• Veglia di Pentecoste (in serata)• Domenica 19 maggio ore 11.15

• Domenica 30 giugno ore 10.30• Domenica 28 luglio ore 10.30• Domenica 25 agosto ore 10.30

Si invitano i genitori dei Catecumeni a rivolgersi ai don almeno 2 mesi prima del Battesimo, per poter provvede-re adeguatamente e per tempo alla preparazione necessaria per ricevere il Sacramento.

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PASQUA 2013 | 21

unico Figlio, hai messo l’Eucaristia nelle mani della Chie-sa, benedici questi tuoi figli eletti al ministero di accoliti. Fa’ che, assidui nel servizio dell’altare, distribuiscano fedelmen-te il Pane della Vita ai loro fratelli e crescano continuamente nella fede e nella carità per l’edificazione del tuo Regno. Per Cristo nostro Signore”. I nuovi accoliti si avvicineranno quindi a uno a uno al vescovo, che consegnerà loro la patena con il pane da consacrare, dicendo: “Ricevi il vassoio con il pane per la celebrazione dell’Eucaristia, e la tua vita sia degna del servizio alla mensa del Signore e della Chiesa”.

Laura

Può capitare che quando a catechismo ci vengono con-segnati degli avvisi non li leggiamo neanche e li risco-priamo alla fine dell’anno, quando svuotiamo la cartel-

letta. In questo modo però perdiamo avvenimenti importanti e divertenti. Per esempio gli “incontri di formazione per ragaz-ze” o “giornate di vocazione”. Detto in questo modo, viene da pensare che sia solo un momento di riflessione e preghiera, ma non è proprio così: vogliamo spiegarvi di cosa si tratta e come lo viviamo noi. Ogni anno le suore di Maria Bambina organizzano tre domeniche di questo tipo, dividendoci per età: dalla quarta elementare alla prima media; dalla seconda media alla prima superiore. La giornata inizia con la Santa Messa del-le ore 10 in parrocchia, momento importante di incontro con Gesù e punto di partenza per poter dare il giusto senso a tutte le attività. Con il nostro pranzo al sacco e tanta voglia di met-terci in gioco, ci ritroviamo nel salone dell’oratorio, riservato per l’occasione solo a noi, dove ci aspettano Suor Franca e Suor Piermaria. Ogni incontro è organizzato diversamente dal precedente, ma c’è sempre un filo conduttore, che quest’an-no è la Fede. Durante la mattinata siamo invitate a riflettere su questo tema, non solo attraverso la recita di preghiere o la lettura di brani tratti dalla Bibbia, ma anche tramite giochi, fil-mati, canzoni e scenette. E ciò non è per niente noioso, anzi si respira un clima di festa e gioia, che ci coinvolge e ci permette di ricordare a lungo le emozioni vissute e gli argomenti trattati. Verso mezzogiorno, quando lo stomaco inizia a reclamare la sua parte, condividiamo il pranzo al sacco, ridendo e raccon-tando esperienze divertenti. Giunge poi il momento di pausa, in cui ci scateniamo: accendiamo la musica a tutto volume, a volte balliamo, a volte facciamo giochi di gruppo oppure partite di calcio, senza scarpe, insieme a Suor Franca, che ci assecon-da nelle nostre idee e si diverte con noi. Ed è con rinnovata gioia ed energia che viviamo l’ultima ora di “formazione”. Sono

già le 15, orario in cui a malincuore ci salutiamo con affetto e ci diamo appuntamento all’incontro successivo. Ormai tra di noi si è creata una forte amicizia e questo è uno degli scopi dei ritiri, ma il nostro gruppo è aperto ad accogliere nuove ragazze che vogliono provare un’esperienza nuova, gioiosa e formati-va. Il prossimo incontro si terrà il 5 maggio per le classi di 4a,

5a elementare e 1a media; e il 19 maggio per 2a, 3a media e 1a superiore. Verrà distribuito un avviso in tutte le classi di cate-chismo. Vi aspettiamo numerose.

Chiara

UN’OCCASIONE DA NON PERDEREGli incontri di formazione per ragazze

IN COMUNITÀ

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Da tempo all’interno della nostra comunità si incontra e opera un attivo gruppo di mamme.

Il gruppo sta organizzando, dall’otto-bre dello scorso anno 2012, un incon-tro che si terrà il prossimo 20 giugno all’interno della sala della Comunità. L’incontro avrà per protagonista il pro-fessor Franco Nembrini. Nembrini, laureato in pedagogia presso l’Univer-sità Cattolica di Milano, è docente di letteratura e di religione nelle scuole superiori. Rettore del Centro scolastico “La Traccia” di Calcinate, in provincia di Bergamo, dal 1999 al 2006 è stato pre-sidente della Federazione Opere Edu-cative (FOE), l’associazione di scuole

paritarie legata alla CdO, e fa parte del Consiglio nazionale della scuola cattoli-ca e della Consulta nazionale di pasto-rale scolastica della CEI, nonché della Commissione per la parità scolastica del Ministero dell’istruzione. Tra il 2008 e il 2011 inizia a tenere centinaia di in-contri pubblici, in tutta Italia e anche all’estero –dal Brasile alla Russia, pas-sando per Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria–, parlando specialmente di Dante e di questioni relative all’edu-cazione. In occasione dell’incontro nel nostro oratorio, il noto docente pre-senterà il suo libro “Dante, poeta del desiderio” primo volume sull’inferno. Nel frattempo, per organizzare il tutto,

il gruppo di queste attive mamme sta leggendo il libro, discutendone insieme e facendosi domande sullo stesso. Di pari passo con questa prima iniziativa ne stiamo preparando una seconda os-sia l’allestimento della mostra “Nessu-no genera se non è generato”, che si terrà sempre nella Sala della Comunità e che rimarrà a disposizione e in visio-ne (con possibilità di visite guidate) dal 25 maggio al 2 giugno. La mostra è stata curata e pensata dalla Fraternità Sacerdotale Sancarlo. L’esposizione è un percorso in 4 sezioni che affronta la figura del padre negli autori Omero, Dante e Tolkien ed è stata pensata per un pubblico di adulti e ragazzi dalle me-die in su. Per quanto riguarda presen-tazione e guida ai ragazzi, saranno due seminaristi della Fraternità sacerdotale Sancarlo ad occuparsene personal-mente. Infine, il “nostro” attivo gruppo culturale sta pensando all’organizzazio-ne di un incontro, il prossimo autunno, con Roberto Filippetti (docente di lette-re nei licei a Venezia e di iconografia e iconologia cristiana presso l’Università Europea di Roma) che ha pubblicato un interessante saggio intitolato “L’IO Spezzato e la domanda di assoluto” percorso di letteratura italiana ed euro-pea. Tutto questo nasce da una grande passione per tutto quello che ogni gior-no incontro e per il rapporto creatosi con queste altre mamme che condivi-dono con me anche le loro fatiche e le loro difficoltà e che mi fanno compa-gnia in questo bellissimo percorso cul-turale intrapreso insieme.

Monica

IN COMUNITÀ

PERCORSI CULTURALIALLE DUE SANTEIn allestimento la mostraimperniata sulla figura del padre.

IL MATRIMONIOCI FA CHIESA DOMESTICALa forza del sacramento nella testimonianza di un marito

Il prossimo dicembre io e mia moglie festeggeremo 42 anni di matrimo-nio. La scelta di sposarci in chiesa fu consapevole e dettata dalla certezza di entrambi che il Signore fosse in noi e con noi. La dimensione del sen-timento che ci lega, come accade per la maggior parte delle coppie, fu all’inizio più fisica e passionale, fino a trasformarsi, negli anni in un senti-mento d’Amore, fiducia e rispetto, così che, oltre ad essere un sol corpo, divenimmo un’anima sola. Oggi, a distanza di tanti anni, vorrei ringraziare il Signore per avermi messo accanto una donna come lei che, a prezzo di enormi sacrifici, mi è sempre stata accanto, nella gioia e nel dolore, nella salute e, soprattutto, nella malattia, che ha segnato una parte della mia vita. La mia carissima compagna di vita mi ha donato la Gioia di essere padre di due figli che adoro e vorrei tanto trovare le parole giuste per rin-graziarla di tutto ciò che mi ha dato e mi continua a dare, anche se so che, di certo, nessuna parola e nessun gesto potrà mai ricambiarla per il suo Amore incalcolabile. Ancora oggi, quando la guardo, prego egoisticamen-te il Signore di non portarmela via, perché senza di lei mi sentirei perso. Grazie Signore per avermi donato l’Amore vero e per aver unito le nostre vite nel Santo Matrimonio.

Franco

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IN COMUNITÀ

GRUPPO PENSIONATILE DO’ SANTE

venerdì 22 marzo 2013 ore 20.30VIA CRUCIS MISSIONARIA

sabato 23 marzo 2013 ore 20,30presso la sala della ComunitàFESTA COMPLEANNI DEL MESE DI MARZOAi festeggiati un simpatico omaggio.

sabato 6 aprile 2013VISITA GUIDATAALLA CHIESA DEL BUON PASTOREE ALLA CHIESA DI SAN CRISTO Ritrovo ore 15,00 presso la Chiesadel Buon Pastore di via MuseiMassimo 25 partecipanti (GIÀ ESAURITI I POSTI)

sabato 6 aprile 2013 ore 20,30

ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCINON POTETE MANCAREVi arriverà lettera di convocazione

giovedì 11 aprile 2013FESTA DI PRIMAVERA A VILLA ELISA

domenica 21 aprile 2013GITA A MILANOVisita al Duomo e chiesa di Sant’Ambrogioe giro turistico con guida.Partenza dalla Parrocchia ore 13.30.Rientro previsto per le ore 19.30.Prenotarsi entro il 10 aprile.

sabato 13 aprile 2013VISITA GUIDATAALLA CHIESA DEL BUON PASTOREE ALLA CHIESA DI SAN CRISTO Ritrovo ore 15,00 presso la Chiesadel Buon Pastore di via Musei.Massimo 25 partecipanti. Per i pochi postia disposizione si prega di prenotare in fretta.

sabato 27 aprile ore 20,30presso la sala della ComunitàFESTA COMPLEANNI DEL MESE DI APRILEAi festeggiati un simpatico omaggio.

Dal 6 al 11 maggio 2013GITA a ROMAULTIMI POSTI LIBERIRitirare il programma in sede

venerdì 31 maggio 2013FESTA COMPLEANNI DEL MESE DI MAGGIO

FESTA DELL’ORATORIOBALLANDO SOTTO LE STELLEGara di ballo per tutti.

sabato 29 giugno 2013FESTA COMPLEANNI DEL MESE DI GIUGNO

Nei seguenti giovedì dalle ore 16,00 alle 17,00presso il salone Paolo VI

PERCORSO DI EDUCAZIONEALLA SALUTE:

giovedì 4 aprile 2013 L’Ambiente e la Salute: una relazione stretta Dott.Giacomo Mantelli – Sociologo e Ambientalista

giovedì 18 aprile 2013 Prendersi cura della bocca e dei denti, igiene orale e cure dentistiche. Dott.ssa Sabrina Guerra – Igienista dentale

giovedì 2 maggio 2013 Udite Udite !! Conosciamo i meccanismi dell’orecchio A cura del Centro audiometrico “Sentire”

giovedì 16 maggio 2013 Consigli pratici per una corretta alimentazione Dott.ssa Maria Vasile – Biologa nutrizionista

giovedì 30 maggio 2013 Pronto soccorso domestico e corretto uso dei farmaci Dott.ssa Silvia Messina – Medico chirurgo

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DALLE MISSIONI

Tiziana ci informa, tramite Padre Giuseppe Ca-vallini, del progetto per una biblioteca tradizio-nale ed informatica in Etiopia nella missione

di Qillenso. La Chiesa Cattolica in quest’area è tut-tora ad uno stadio iniziale. Adoola è una città che fu fondata durante l’occupazione italiana dell’Etio-pia nel 1935-1940 e conta 40.000 abitanti la gran-de maggioranza di etnia Guji. Adoola rientra nella parrocchia di Qillenso e conta circa 3000 cattolici appartenenti a 21 comunità cristiane nei vari villag-gi. La parrocchia si estende su un’area di 111 km inclusa fra la città di Boore ad ovest e la località di Zambada ad est. Si prevede l’apertura di altre due nuove comunità nel prossimo futuro, a circa 95 km verso est. Oltre all’attività di evangelizzazione, la Chiesa Cattolica in Etiopia, attraverso i missionari Comboniani, ha offerto la possibilità di educazione scolastica, di assistenza sanitaria e altri servizi so-ciali per lo sviluppo integrale delle persone. Nel ter-ritorio abitato dai Guji molti studenti si spostano dai propri villaggi nella cittadina di Adoola ( in termine amarico chiamata Kibre Menghist= Gloria del re-gno), e prendono in affitto piccole stanze ( 3mx4m) per potervi abitare e continuare gli studi superiori e spesso le condividono con altri per poter risparmia-re sull’affitto. È comprensibile, tuttavia come non si tratti certo di luoghi confortevoli che facilitino la concentrazione nello studio. L’educazione scolasti-

ca in Africa e certamente in Etiopia, rappresenta tutt’oggi una grande sfida volta ad offrire alla gente la necessaria conoscenza e opportunità di crescita, per tale motivo nella missione di Qillenso, la comu-nità comboniana ha deciso di realizzare un progetto abbastanza ambizioso: una Biblioteca pubblica ( con possibilità di accedere alla rete informatica), la pri-ma nell’intero sud Etiopia, cui possano accedere gli studenti della città. La costruzione della Biblioteca è già quasi completamente realizzata, la seconda fase del progetto consiste nel dotare la Biblioteca di arredamento, di libri, enciclopedie e materiali didat-tici che devono essere in lingua inglese e sono stati richiesti a istituzioni inglesi e americane. Il progetto è di dotare la biblioteca di circa 10.000 testi, fra li-bri e pubblicazioni oltre a 10 computer con accesso a internet, si ipotizza una spesa di 5.000 euro per dotare la biblioteca della mobilia descritta. Adoola conta oggi 11.459 studenti fra scuole di primo e se-condo grado e 247 insegnanti (una media di 46,3 studenti per insegnante) che, indipendentemente dall’appartenenza etnica o religiosa, potranno usu-fruire dei servizi resi dalla Biblioteca alla loro for-mazione ed educazione scolastica. Padre Giuseppe Cavallini nutre grande speranza che questa richiesta di sostegno venga presa in considerazione e trovi un generoso supporto e ringrazia sentitamente fin d’ora per quanto si potrà fare.

PROGETTOETIOPIA

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Maria, che ha vissuto un’esperienza missionaria quest’estate, ci descrive, attraverso le parole del “Co-mitato con Cimpunda”, il progetto per la realizzazione della missione di Kilomoni, nella città di Uvira, Re-pubblica Democratica del Congo. Il nostro comitato è nato circa 10 anni fa per sostenere la Missione delle suore Dorotee di Cemmo a Cimpunda, bidonville alla periferia di Bukavu. Grazie al sostegno di tanti amici dall’Italia, le suore hanno saputo realizzare una scuola frequentata ora da più di 1500 allievi, dalla materna alle superiori. La scuola rappresenta uno dei pochi motivi di speranza e di riscatto dentro una situazione di povertà e di assenza di prospettive positive per il futuro. Un paio di anni fa, uno dei primi allievi della scuola, ora adulto e trasferitosi a Uvira, ha donato alle suore un terreno nel quartiere periferico di Kilomoni, sul lago Tanganica, nella speranza che anche qui le suore potessero rinnovare il “miracolo” realizzato con la scuola di Cimpunda.Nel villaggio di Kilomoni, a 8 km dalla frontiera del Bu-rundi, si stanno spostando molte famiglie che devo-no fuggire dalla parte alta della città dove l’erosione e le abbondanti piogge provocano il crollo delle loro case. La maggioranza delle famiglie vive di pesca e le mamme trasportano la sabbia dal lago alla strada per poi venderla. I bambini sono per strada, o in riva al lago a cercare qualche pesciolino da poter mangia-re la sera con tutta la famiglia. Non ci sono strutture scolastiche per accoglierli e dare loro l’istruzione a cui avrebbero diritto. Il progetto per la realizzazione della

nuova missione è già avviato ed è costituito dalle aule della scuola materna. Accanto alle aule devono sorge-re gli spazi comuni, la cucina e le stanze per le suore. L’avvio della scuola materna è previsto per il prossimo anno scolastico, ma le famiglie del quartiere si sono già presentate per chiedere l’accoglienza dei loro fi-gli…ma in quantità doppia rispetto alle possibilità del-la scuola. Questo a dimostrazione di come la scuola sia importante per il quartiere! Maria, durante la sua permanenza in Congo ha potuto toccare con mano sia il livello di povertà di questi luoghi, sia l’importanza di spazi educativi per i tanti bambini che vi abitano. Il progetto della missione di Kilomoni è molto impegna-tivo, e richiederà alcuni anni per essere realizzato. Vi rimandiamo al sito www.cimpunda.it per approfon-dire la conoscenza della realtà di Cimpunda e di Kilo-moni. Il nostro impegno, come Comitato, è ora quello di trovare amici e sostenitori, vi ringraziamo quindi per quanto potrete fare per sostenere economicamente il progetto, anche a nome delle suore della missione.”

Marida

PROGETTOCONGO

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26 | PASQUA 2013

IL VOLONTARIATO

Più di un anno fa sette parroc-chie della nostra zona, S. An-gela Merici, S. Luigi Gonzaga,

Conversione di S. Paolo, Sante Capi-tanio e Gerosa, S. Eufemia, Buffalo-ra e Caionvico, guidate da Don Flavio Saleri, si sono ritrovate a riflettere, sollecitate dalla lettera del vescovo “Stranieri, ospiti, concittadini”, sulla realtà degli immigrati cattolici anche con il contributo di religiosi e reli-giose Comboniani, Mariste, Suore operaie e soprattutto la presenza di Padre Michele Salvia dell’ufficio mi-granti. Per gli immigrati cattolici la nostra diocesi ha eretto una “missio-ne con cura d’anime” che ha il suo centro alla Stocchetta e che opera in vari luoghi della diocesi con l’aiuto di missionari di varie etnie. I cattoli-ci africani di lingua francese e quelli di lingua inglese, i cattolici ucraini, i latino-americani, i filippini…tengono in luoghi diversi della diocesi cele-brazioni ed incontri specifici, animati da un sacerdote possibilmente del loro Paese di provenienza. In queste occasioni hanno la possibilità di rivi-vere il loro modo usuale di pregare e di incontrarsi. Per gli immigrati di prima generazione questo servizio

diocesano è indispensabile. Diver-sa è la situazione per i loro figli, nati spesso in Italia, che frequentano le nostre scuole e i nostri ambienti: per loro è auspicabile un inserimento nella parrocchia dove dimorano. Il servizio pastorale che la diocesi of-fre non solleva le nostre comunità dal sentirsi interpellate dalla presen-za di immigrati, che vivono, a volte quasi invisibili, nei nostri quartieri. La commissione si è incontrata più vol-te con lo scopo di mettere a punto una proposta per una missione con gli immigrati cattolici, per incontrarli e per farli sentire accolti dalle nostre comunità, per creare legami di co-noscenza e di stima reciproca basati sulla condivisione della stessa fede. Fare una stima veritiera della popola-zione immigrata di religione cattolica è stato realisticamente impossibile, ma ogni parrocchia ha iniziato con il coinvolgimento del consiglio pasto-rale parrocchiale, delle catechiste, delle attività di oratorio per poter sta-bilire un primo contatto. Nella nostra parrocchia delle due Sante abbiamo ascoltato, il 4 e 5 febbraio 2012, la testimonianza di Ganga, proveniente dallo Sri Lanka e presente in Italia da

13 anni che ci ha raccontato, fra le altre cose, che la comunità cingalese a Brescia conta quasi 2000 persone e circa 250 di esse due volte al mese si ritrovano per la messa in lingua cingalese. Successivamente, da un elenco degli abitanti della parroc-chia, sono stati rintracciati i nomina-tivi stranieri e sono state preparate (sul modello steso da Padre Michele Salvia) lettere di presentazione del-la missione, in varie lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, por-toghese, cingalese ecc) che sono poi state recapitate, dai membri del gruppo missionario, a una cinquan-tina di famiglie. Nel mese di giugno 2012, con il supporto di Aloysius, un signore ghanese, mediatore cul-turale, della parrocchia di S. Angela Merici si è iniziata una prima visita ad alcune famiglie. In un pomeriggio si è visitato un signore ghanese che ci ha accolto ed ascoltato, ma che ci ha detto di non essere cattolico, una famiglia cinese non appartenente ad alcuna religione, in un condominio si è chiesta la collaborazione di un parrocchiano per contattare i suoi vicini di casa stranieri, ma che co-nosceva solo di vista. L’ultima visita ci ha riservato l’incontro con una fa-miglia composta dai genitori (padre bresciano e madre olandese) e dalla giovane figlia ammalata. Il Signore ci ha condotti da loro perché potes-simo farci umilmente vicini ad una situazione di solitudine. Dal mese di settembre alcune signore della par-rocchia vanno regolarmente a far vi-sita a questa famiglia e hanno conti-nuato anche durante il lungo ricovero della figlia in ospedale coinvolgendo

LA MISSIONECON GLI IMMIGRATI CATTOLICIAccoglienza e conoscenza per entrare in relazionecon questi nostri fratelli nella fede.

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IN COMUNITÀ

ANAGRAFEPARROCCHIALE

>>> UNITI NEL MATRIMONIO CRISTIANO SONO DIVENTATI CHIESA DOMESTICA

>>> MORTI IN CRISTO GESÙ

“Il Signore Gesù, che fece udire i sordi

e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto

la sua Parola e di professare la tua fede,

a lode e gloria di Dio Padre”.

Pietro Provenzano (di Matteo e Maddalena)Lara Bera (di Gianni e Silvia)Giorgia Abbate (di Dario e Francesca)Rebecca Aliai Romanenghi (di Paolo e Melissa)

Rodrigo Astrini e Stefania Pluda (26 gennaio 2013)

Giacomina GambariniPaolo CoppolaLuigi TiraAntonietta AllegriAngelo MorelliAlbino Paletti

Vincenzo D’OrtaFrancesco CaccagniAnna SmargiassiGiordano BodiniMaria SoaveLuigi Micieli

“Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Sì, con la grazia di Dio, lo voglio”

“Io credo: il Signore è risorto e vivee un giorno anch’io risorgerò con Lui”

>>> RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

la comunità nella preghiera.La visita alle famiglie di immigrati cattolici, finora una ventina, da parte dei membri del gruppo missionario, è continuata nel mese di ottobre, dicembre, gennaio con alcuni incon-tri positivi, la presenza di praticanti ortodossi, alcuni confronti, alcuni rifiuti e molte difficoltà per trovare l’ora giusta (se a metà pomeriggio o poco prima di cena) in cui suonare il campanello. Si continuerà nei pros-simi mesi cercando di esaurire tutto l’elenco. Dall’ultimo incontro della commissione, tenutosi il 28 novem-bre 2012, è emerso che nella parroc-chia di S. Angela Merici sono state visitate in tutto, anche con l’aiuto delle suore, una ottantina di famiglie. Alcune tra queste, abitanti alla torre Tintoretto, si sono però trasferite; si cercherà di tenere i contatti per aiu-tarle a collegarsi con le nuove realtà.Le famiglie contattate saranno rivisi-tate per chiedere loro se desiderano la visita di un sacerdote che parli la loro lingua e un passo successivo sarà la visita del parroco. A Caionvi-

co si sono individuate 9 famiglie che, purtroppo, non sono ancora state visitate per mancanza di tempo da parte di chi avrebbe dovuto curare questa iniziativa. Delle altre parroc-chie non abbiamo notizie. Verso l’e-

state c’è la proposta di organizzare un incontro con una celebrazione comune e varie iniziative, come già fatto a Sanpolino in occasione della giornata gastronomica etnica.

Marida

PREGHIERA PER LA MISSIONE CON I CATTOLICI IMMIGRATI

Signore donaci la consapevolezzache tutti gli uomini formano una famiglia unica,

voluta e creata da Tee che la fede condivisa crea fra le persone

un legame più forte dello stesso legame di sangue.Signore liberaci dal disprezzare i nostri fratelli immigrati,

dall’essere indifferenti, dal sentirci superiori.Signore sostieni il nostro impegno

ad offrire a chi è straniero un’accoglienza calda,a fare il primo passo per andargli incontro e dialogare,

ad introdurlo con rispetto nelle nostre comunità cristiane.Signore apri il nostro cuore alla ricchezza della diversità,

alla pazienza dell’ascolto, allo stupore della novità.La nostra missione sia un atto di amore;

nasca dal nostro desiderio vero di fare conoscere il tuo Amore edall’amore sincero verso tutti gli uomini,

tuoi figli e nostri fratelli.Amen

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domenica 24 marzo DOMENICA DELLE PALME Ore 10.00 INGRESSO DI GESÙ IN GERUSALEMME •Ritrovosulsagratodellachiesa•BenedizionedellePalmeeEucarestia.

Altre messe 8.30 - 18.30 (prefestiva 18.30)

lunedì 25 marzo LUNEDÌ SANTO Ore 21.00 LITURGIA PENITENZIALE •Pergiovani,adultiegenitoriconfessioni.Sonopresentidiversisacerdoti.

SACRO TRIDUO giovedì 28 marzo GIOVEDÌ SANTO Ore 9.30 S. MESSA CRISMALE IN CATTEDRALE E BENEDIZIONE DEGLI OLI SACRI Ore 21.00 EUCARESTIA NELLA CENA DEL SIGNORE •AccoglienzadelSacroCrisma•Lavandadeipiedi•Eucarestia•Reposizione •Adorazionepersonale(lachiesachiudeamezzanotte)

venerdì 29 marzo VENERDÌ SANTO Ore 10.30 PREGHIERA PER BAMBINI E RAGAZZI Ore 15.00 VIA CRUCIS Ore 21.00 LITURGIA NELLA PASSIONE E MORTE DEL SIGNORE •LetturadellaPassione•AdorazionedellaCroce•Comunione •Adorazionepersonale(lachiesachiudeamezzanotte)

sabato 30 marzo SABATO SANTO Ore 10.30 PREGHIERA PER BAMBINI E RAGAZZI

LASETTIMANA SANTA

TEMPO PER IL SACRAMENTODELLA RICONCILIAZIONE

VENERDÌ SANTO 9.00 - 12.00 e 16.00 - 19.00

SABATO SANTO

9.00 - 12.00 e 15.00 - 19.00

PASQUA DI RISURREZIONE sabato 30 marzo SABATO SANTO Ore 21.30 SOLENNE VEGLIA PASQUALE NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE •Benedizionedelfuoconuovoelucernario•AnnunciodiPasqua•LetturedellaStoriadellaSalvezza •Liturgiabattesimaleerinnovopromesse•Eucaristia

domenica 31 marzo DOMENICA DI PASQUA Ore 8.00 - 10.00 - 11.15 S. MESSA Ore 18.30 S. MESSA NELLA SERA DI PASQUA

lunedì 1 aprile LUNEDÌ DELL’ ANGELO Ore 8.00 - 10.30 S. MESSA