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69 Giuliana Gardelli I MANZONI DI COLLE VAL D’ELSA. DOCUMENTI NOTARILI, MAIOLICHE INEDITE E NUOVE ATTRIBUZIONI Antefatto Documentiamo in questo studio un’attività prolungata e articolata, lungo quasi un secolo, di una grande dinastia, iniziata fra Quattrocento e Cinquecento con Giovanni dei Manzoni, e terminata alla terza generazione alla fine del ‘500. Pur rimanendo molto unita, e nella medesima località toscana di Colle Val d’Elsa, avrà dovuto necessariamente seguire l’inevitabile evoluzione della moda in base anche alle esigenze della vita quotidiana, per cui riteniamo che non può essere stata realizzata solo una serie, sia pure abbastanza nutrita, di calamai a presepi legati alla personalità di Giovanni, il primo della famiglia a lavorare di ceramica. Il successo personale ottenuto al suo tempo si evidenzia nella firma che orgogliosamente inserì nel 1509 per esteso nella plastica ora a Budapest, ma che ha avuto la sfortuna di non essere stata compresa dagli storici della maiolica fino a tempi recentissimi. Infatti la parola “colle” preceduta da “a” fu intesa come Giovanni Acole e l’attribuzione venne data sic et simpliciter a Faenza, perdendosi così l’opportunità di studi e di ricer- che, fino al 1975, quando la Eva S. Cserey pubblicò l’esatta lettura del calamaio di Budapest: Fecit Joannes de Nicolai de Manzonibus de Colle. Fu veramente uno choc per Faenza, e nonostante alcuni dubbi avanzati dalla Poole nel 1995 e la precisa presa di posizione a vantaggio di Colle da parte di Luciana Arbace nel 1996, ancora nel 2000 la Ravanelli Guidotti nel catalogo delle ceramiche nel Museo di Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano assegnava il calamaio con Cavaliere, dama e fanciullo a Faenza. Si giunse così al 2002, quando Alberto Piccini, studiando in profondità il ductus pittorico dei calamai, ne ritenne evidente il carattere toscano e identificò Colle in Colle Val d’Elsa. Una breve ricerca all’Archivio di Siena portò alla scoperta di dati storici sulla famiglia Manzoni, in particolare su Giovanmaria di Antonio Manzoni, notaio importante nel territorio. Piccini mi consultò per sapere se avevo un po’ di tempo disponibile, per fare una ricerca, per cui mi recai a Colle Val d’Elsa e da lì all’Archivio di Stato di Firenze nel giugno 2002 per una intera settimana fruttuosissima. Trovai e ottenni i microfilm relativi a 55 documenti che potei trascrivere con calma a casa. Fu così che Piccini poté proporre nel numero 30 di “Arte Viva Fimantiquari” (2002) la prima documentazione sulla famiglia Manzoni, compreso l’atto di vendita da parte di Francesco di Giovanni nel 1530. Successivamente, riprendendo da Piccini, nel catalogo delle maioliche della Fondazione di Perugia, del 2007, il Calamaio della loro Collezione venne sia pure con qualche perplessità assegnato a Giovanni Manzoni di Colle e fu l’occasione per riunire in un’unica lista i calamai fino ad allora conosciuti. Tutta la cartella gonfia di documenti ha dormito nel mio archivio fino alla richiesta da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano di partecipare con un mio studio alla realizzazione di un volume in memoria del professore Gian Carlo Bojani in occasione dell’apertura della Biblioteca Bojani. Ho ritenuto che il testo sarebbe piaciuto al professore, sempre attento a nuovi studi e sco- perte, quindi ho riaperto la cartella. Non avendo modo di tornare all’Archivio di Firenze, Cristina Cecchi, ottima ricercatrice, su mio input ha trovato gli ultimi documenti, dal 1545 al 1592, che chiudono il cerchio dell’attività fittile dei Manzoni, durata più di un secolo a Colle Val d’Elsa, al- meno per quanto fino ad oggi possiamo documentare.

Giuliana Gardelli V ’e . d · Incontriamo come capostipite della lunga dinastia dei Manzoni nella città di Colle Val d’Elsa, nel . territorio di Siena, Antonio. Il primo documento

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Giuliana Gardelli

i manzoni di coLLe VaL d’eLsa. documenti notariLi, maioLiche inedite e nuoVe attriBuzioni

AntefattoDocumentiamo in questo studio un’attività prolungata e articolata, lungo quasi un secolo, di una grande dinastia, iniziata fra Quattrocento e Cinquecento con Giovanni dei Manzoni, e terminata alla terza generazione alla fine del ‘500. Pur rimanendo molto unita, e nella medesima località toscana di Colle Val d’Elsa, avrà dovuto necessariamente seguire l’inevitabile evoluzione della moda in base anche alle esigenze della vita quotidiana, per cui riteniamo che non può essere stata realizzata solo una serie, sia pure abbastanza nutrita, di calamai a presepi legati alla personalità di Giovanni, il primo della famiglia a lavorare di ceramica. Il successo personale ottenuto al suo tempo si evidenzia nella firma che orgogliosamente inserì nel 1509 per esteso nella plastica ora a Budapest, ma che ha avuto la sfortuna di non essere stata compresa dagli storici della maiolica fino a tempi recentissimi. Infatti la parola “colle” preceduta da “a” fu intesa come Giovanni Acole e l’attribuzione venne data sic et simpliciter a Faenza, perdendosi così l’opportunità di studi e di ricer-che, fino al 1975, quando la Eva S. Cserey pubblicò l’esatta lettura del calamaio di Budapest: Fecit Joannes de Nicolai de Manzonibus de Colle. Fu veramente uno choc per Faenza, e nonostante alcuni dubbi avanzati dalla Poole nel 1995 e la precisa presa di posizione a vantaggio di Colle da parte di Luciana Arbace nel 1996, ancora nel 2000 la Ravanelli Guidotti nel catalogo delle ceramiche nel Museo di Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano assegnava il calamaio con Cavaliere, dama e fanciullo a Faenza. Si giunse così al 2002, quando Alberto Piccini, studiando in profondità il ductus pittorico dei calamai, ne ritenne evidente il carattere toscano e identificò Colle in Colle Val d’Elsa. Una breve ricerca all’Archivio di Siena portò alla scoperta di dati storici sulla famiglia Manzoni, in particolare su Giovanmaria di Antonio Manzoni, notaio importante nel territorio. Piccini mi consultò per sapere se avevo un po’ di tempo disponibile, per fare una ricerca, per cui mi recai a Colle Val d’Elsa e da lì all’Archivio di Stato di Firenze nel giugno 2002 per una intera settimana fruttuosissima. Trovai e ottenni i microfilm relativi a 55 documenti che potei trascrivere con calma a casa. Fu così che Piccini poté proporre nel numero 30 di “Arte Viva Fimantiquari” (2002) la prima documentazione sulla famiglia Manzoni, compreso l’atto di vendita da parte di Francesco di Giovanni nel 1530. Successivamente, riprendendo da Piccini, nel catalogo delle maioliche della Fondazione di Perugia, del 2007, il Calamaio della loro Collezione venne sia pure con qualche perplessità assegnato a Giovanni Manzoni di Colle e fu l’occasione per riunire in un’unica lista i calamai fino ad allora conosciuti. Tutta la cartella gonfia di documenti ha dormito nel mio archivio fino alla richiesta da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano di partecipare con un mio studio alla realizzazione di un volume in memoria del professore Gian Carlo Bojani in occasione dell’apertura della Biblioteca Bojani. Ho ritenuto che il testo sarebbe piaciuto al professore, sempre attento a nuovi studi e sco-perte, quindi ho riaperto la cartella. Non avendo modo di tornare all’Archivio di Firenze, Cristina Cecchi, ottima ricercatrice, su mio input ha trovato gli ultimi documenti, dal 1545 al 1592, che chiudono il cerchio dell’attività fittile dei Manzoni, durata più di un secolo a Colle Val d’Elsa, al-meno per quanto fino ad oggi possiamo documentare.

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IntroduzioneIn Colle Val d’Elsa, città nel Rinascimento assai importante nel territorio senese, furono attivi moltissimi notai, i cui volumi sono ora custoditi nell’Archivio Notarile di Firenze. Essi svolsero il loro lavoro non solo in Colle ma anche in molte altre località, come Montelupo e Monte San Savino. I volumi dei notai che hanno rogitato in Colle dalla metà del ‘400 alla fine del ‘500 da noi consultati sono stati quasi un centinaio, ma notizie sui Manzoni sono state rinvenute solo nei seguenti notai, elencati in ordine di tempo: Ballerecci Francesco, Viviani Francesco, Ferrosi Be-nedetto, Manzoni Giovanni Maria, Guidotti Francesco, Cheluzzi Francesco, Ferrosi Antonio di Benedetto, Ferrosi Raffaello, Leonardo Tommasi, Gerolamo di Leonardo Buonaccorsi, Giulio di Rocco Manzoni, i quali hanno coperto un arco temporale di oltre un secolo, dal 1462 al 1592. Non si esclude che ulteriori ricerche possano svelare altri documenti, ma certamente quanto da noi ritrovato ha fatto ampia luce sulla dinastia dei Manzoni, discendenti da un Antonio, vissuto nel XV secolo, e sicuramente già defunto nel 1476, di cui nulla conosciamo. Quasi mai gli atti riportano i nomi delle femmine di casa, mogli, madri, sorelle, perché di solito erano gli uomini a recarsi dal notaio ed a curare interessi esterni all’abitazione, perciò siamo in grado di inserire nei nuclei famigliari solo pochissime figure femminili. Dal volume di affari che i due figli di Antonio, Bartolomeo e Nicola conducevano già alla fine del ‘400, riteniamo che vivessero in discrete con-dizioni economiche, dediti soprattutto a compra-vendita di terreni nel contado, e di immobili a vario titolo in città. Non si trattava solo di abitazioni famigliari, ma anche di botteghe importanti per lavorazioni e vendita di prodotti di rilievo nell’economia e nella società del tempo. Una dei primi documenti che incontriamo già nel 1482 relativa a membri della famiglia riguarda la lavo-razione del cuoio appena fuori Porta Uliviera (doc. 19), ma con bottega in città (doc.49); un’altra attività redditizia riguardava anche l’affittanza di immobili di loro proprietà per uso di aromateria (doc. 21 e 24). Sia la famiglia di Bartolomeo sia quella di Nicola nelle loro discendenze svolsero una continua attività di compravendita di terreni ed immobili lungo tutto il secolo sedicesimo, che pose i Manzoni ad alti livelli economici nella società di Colle, fino a comprendere anche impor-tanti notai con rilevanti cariche politiche. L’artigianato della maiolica, che qui interessa, era esercitata fuori Porta Uliviera, località dove i Manzoni possedevano case e terreni. Pur divisi in varie famiglie, furono sempre molto uniti fra loro anche nelle varie discendenze fino a costituire una vera consorteria. Inoltre per via di ma-trimoni contrassero parentele con famiglie importanti, come i Cheluzzi, di cui ricordiamo vari notai ed i Mondini, possessori di botteghe in città date in affitto, fra le quali anche una fiorente aromateria. Come si è detto, l’attività di compra-vendita immobiliare da parte dei vari membri fu continua, per tutto il secolo preso in esame e questo, abbisognando di documenti notarili, dà a noi la possibilità di seguire la loro storia. I discendenti di Bartolomeo continuarono l’arte della conceria almeno fin verso la metà del ‘500. Non si esclude che anche gli eredi di Nicola, l’altro figlio di Antonio, si siano, per un certo periodo, dedicati all’arte del cuoio, fin verso gli ultimi decenni del secolo quindicesimo, ma riteniamo che già poco dopo il 1482, anno di acquisto di una casa fuori Porta Uliviera, abbiano cambiato tipolo-gia di lavoro, dedicandosi all’arte della ceramica, anche se la prima data apposta su una maiolica da Giovanni, il più noto della famiglia, è del 1509. Giovanni godeva di una buona posizione so-ciale; oltre a possedere beni immobili, aveva ottenuto dal Comune di Colle, sicuramente nel 1497, ma forse anche prima, l’appalto per riscuotere il pedaggio di persone e merci che transitavano per il territorio (doc. 17). Tuttavia, ed è fatto importante, non seguiva di persona il lavoro, ma l’aveva subappaltato, segno che era diversamente impegnato, in lavori anche più redditizi, come, ci sen-tiamo di ritenerlo con sicurezza, nell’arte della piccola scultura in maiolica, in cui egli eccelse. E’ probabile che altri membri della consorteria siano stati impiegati in questo lavoro, che abbisogna

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di svariate maestranze con diverse incombenze. Certamente lo coadiuvò il fratello Nicola, che seguì l’atelier dopo la morte di Giovanni, avvenuta attorno al 1511 (docc. 23, 28). A Nicola di Nicola infatti, il 23 Dicembre 1520, venne affidato da un certo Bernardino il proprio figlio Meo (Bartolomeo), perché imparasse il mestiere di maiolicaro. L’altro fratello, Giuliano, era occupato nell’attività di conceria (doc.19), ma i suoi figli, Guglielmo e Mattia, nel 1530 acquista-rono la casa con bottega e fornaci, aptam ad laborandum fictilia positam in curia Collis, fuori della porta uliviera, da Francesco, figlio ed erede di Giovanni come si legge nell’atto importantissimo del 3 Marzo 1530, che abbiamo trascritto per l’intero e tradotto nell’elenco dei documenti (doc.45). E’ oltremodo interessante leggere che egli agiva anche in nome del nipote, Domenico figlio di suo fratello Taddeo, e soprattutto della nipote, donna Maddalena, figlia di Michelangelo; ci sembra che sottintenda una attività diretta di Maddalena nell’azienda paterna ed è la prima volta che incontriamo una figura femminile in un atto tanto importante. Ma Francesco non ha venduto l’intera attività figulinaria, come si potrebbe credere, bensì solo una parte di essa; infatti in con-temporanea possedeva sempre fuori Porta Uliviera, nel popolo di Sant’Agostino, un’altra casa con bottega e fornace ad uso fittile ed ancora un’altra fornace presso altri beni che nel 1545 affittò per un anno a suo nipote Domenico di Taddeo che era in società con Niccolò di Bartolomeo Burroni di Siena (doc. 56).Infine troviamo che Taddeo di Domenico di Taddeo di Giovanni, che probabilmente ha acqui-stato in data imprecisata una bottega con fornace (la stessa in affitto al padre?), il 17 Luglio 1570 la vendette non più a parenti, ma ad altri compratori che acquistarono oltre all’immobile mobilia masserizie et res et ut vulgo dicitur certo lavoro di terra crudo ciò è stovigli, rena, terra ferramenti et altre masserizie simili di detta arte di stovigli… (doc. 61). Ultimo atto di Taddeo di Domenico, discendente di terza generazione di Giovanni di Nicola, è del 1592, quando vendette alcune stanze sopra la sua abita-zione (doc. 66). Dunque la consorteria dei Manzoni di Colle oltre a beni fondiari, immobili abita-tivi, botteghe di conceria e di aromateria, hanno posseduto a Colle Val d’Elsa fra la fine del’400 e la fine del ‘500 almeno tre botteghe per la lavorazione e la vendita delle maioliche e forse quattro fornaci per la loro cottura. Per chi vorrà approfondire i periodi successivi, il Notarile di Firenze debitamente consultato, potrà fornire ottime notizie. Per parte nostra riteniamo di avere aperto una strada, fino ad ora del tutto sconosciuta.

ALBERI GENEALOGICI DEI MANZONI

Tav. I- ANTONIO e la sua discendenza ANTONIO - sec. XV Incontriamo come capostipite della lunga dinastia dei Manzoni nella città di Colle Val d’Elsa, nel territorio di Siena, Antonio. Il primo documento in cui è scritto il suo nome risale al 1476 (doc. 1), dove tuttavia è citato come già defunto. Di lui non sappiamo nulla, né il mestiere né la provenien-za, che possiamo ritenere autoctona.Non conosciamo il nome della moglie, da cui ebbe due figli, Nicola (Tav. I) e Bartolomeo (Tav.II), che diedero vita a due dinastie che seguiremo per alcune generazioni. Non abbiamo trovato traccia negli archivi d’altri figli, anche se non si può escluderlo.

NICOLA di Antonio e la sua discendenzaNICOLA – notizie dal 1476 al 1482Docc. 1, 13, 14, 19. Figlio del capostipite Antonio, di lui abbiamo due atti eseguiti insieme al fratello Bartolomeo nel

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1476 e nel 1477 che riguardano l’acquisto di una stalla e di terreni (docc. 1,13,14). Dagli atti no-tarili eseguiti dai figli, sappiamo che nel 1482 era già defunto (doc. 19). Sposò Mea [Bartolomea] dei Mondini, ancora vivente nel 1496 (doc. 21, 22, 24) ed ebbe vari figli: Antonio, Nicola, Giovanni, Giuliano. Nutriamo qualche dubbio che Antonio fosse figlio di Mea in quanto risulta agire sempre da solo ed è nominato solo una volta in un documento dei fratelli nel 1495 (doc. 23). Nicola forse ebbe due mogli, fatto non insolito a quei tempi, considerata l’alta mortalità femminile spesso do-vuta al parto. Tratteremo a parte la discendenza di Antonio di Nicola. Mea dei Mondini soprav-visse al marito vari anni, in quanto nel 1495 affittò una bottega di aromateria che le concerneva per parte dei Mondini, affittanza che nel 1496 confermò al medesimo aromatario, Giacomo Car-boni. (doc. 21, 22, 24).

GIULIANO di Nicola- notizie dal 1482 al 1511Docc. 5, 19, 20, 22, 23, 24, 25, 27, 29, 30, 35.Non è improbabile che Giuliano sia stato il primogenito, in quanto è attore principale negli atti che coinvolgono anche i fratelli oltre ad agire in proprio. Lo si evince anche dal fatto che negli anni 1495 e 1496 cura personalmente gli interessi finanziari della madre Mea dei Mondini, ve-dova (docc. 21, 22, 24). Dal documento 28 del 1511 sappiamo che era figulo come Giovanni e quindi riteniamo che lavorasse nella bottega di maiolica insieme ai fratelli Giovanni e Nicola. Certamente il 15 Ottobre 1511 era già morto (doc. 30). Poiché dopo tale data non si hanno più notizie nemmeno del fratello Giovanni, non è escluso che una medesima malattia abbia coinvolto entrambi i Manzoni. Dal documento del 1511, conosciamo il nome di un suo figlio, Ludovico, che tuttavia non compare nel più tardo atto del 1520, dove sono nominati gli altri suoi figli: Domenico, Giubileo, Guglielmo, Mattia (doc. 35).

GIOVANNI di Nicola- notizie dal 1492 al 1511 Docc. 12, 17, 19, 20, 23, 28, 43, 45E’ il personaggio dei Manzoni che ha dato l’avvio alla presente ricerca. Il suo nome infatti appare per esteso sul calamaio ora al Museo delle Arti Applicate di Budapest, “Iohannes Nicholai de Man-zonibus de Colle”, mentre in altri egli scrisse solo il nome o la sua iniziale “G”; in alcuni compare la data 1509. Il primo documento che lo riguarda risale al 1492, data dell’acquisto insieme ai fratelli Giuliano e Nicola di un pezzo di terra (doc.20). Probabilmente si sposò con una Masi intorno al 1496, dato che sostenne una vertenza per la dote promessa con Giovanpietro Masi (doc. 16). A tale data egli aveva già una posizione di rilievo in città, in quanto possedeva casa propria ed era stato in grado di ottenere l’appalto per la riscossione del dazio di passaggio delle merci. Tuttavia non seguiva il lavoro di persona, perché lo aveva subappaltato a Pietro dei Crescenzi, segno evi-dente che era impegnato in attività ancora più redditizie (doc. 17). E’ attore insieme ai fratelli in un compromesso del 1495 (doc. 23) ed insieme a Nicola in quello, già citato, del 15 Ottobre 1511, dove è dichiarato “figulo” (doc. 28). Poco dopo, o comunque prima del 1516 (doc. 12), deve essere morto, perché non compare più, ma da atti successivi alla sua morte conosciamo i nomi dei figli: Taddeo, Michelangelo e Francesco (docc. 43,45).

NICOLA di Nicola – notizie dal 1482 al 1520Docc. 5, 8, 19, 20, 23, 25, 27, 28, 31, 32, 34, 36.Nell’atto di acquisto di una casa fuori Porta Uliviera “..actam ad coria..” , vale a dire alla lavorazione del cuoio, fatto da Giuliano di Nicola anche a nome dei fratelli nel 1482 (doc. 19), riteniamo sia in-cluso Nicola, in quanto negli atti successivi agisce quasi sempre insieme a loro. Nel 1506 acquista una casa proprio dal fratello Giuliano (doc. 25), ma non sappiamo se è la stessa. Nel 1510 il notaio

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Cheluzzi Angelo rogita nella sua bottega posta fuori Porta Uliviera la vendita di un terreno (doc. 31). E’ probabile che la bottega sia la stessa acquistata nel 1482 ma che la destinazione d’uso sia divenuta assai diversa. Già il rogito di un mulino nel 1510 è indicativo di mutamento di lavorazio-ne, ed è da mettere in relazione con l’atto importantissimo del 1511 che ci svela l’attività di Nicola, poiché lui ed il fratello Giovanni sono definiti “figuli di Colle” (doc. 28): i fratelli Nicola e Giovanni Manzoni sono divenuti maiolicari. Il ruolo di Nicola all’interno della bottega fu senza dubbio rilevante, in particolare dopo la morte del fratello Giovanni (1511ca); lo si evince dal fatto che il 23 Dicembre 1520 Bernardino di Bartolomeo di Jacopo affida il proprio figlio Meo (Bartolomeo), la sua opera ed industriosità a Nicola di Nicola “..ad artem fictilium..”(doc. 36). Tuttavia dopo tale data non abbiamo altra notizia di lui. Dai documenti notarili non si rilevano figli, ma nei Registri dei Debiti e Crediti del Comune di Colle nel 1524 è citato un Giovanni di Niccolò, che potrebbe essere stato suo figlio.

GIULIANO di Nicola e la sua discendenza: LUDOVICO, DOMENICO, GIUBILEO, GU-GLIELMO, MATTIA figli; GIULIANO E GINEVRO di Giubileo, nipoti – notizie dal 1511 al 1532Docc. 29, 30, 35, 39, 41, 44, 45, 48I documenti che riguardano i figli di Giuliano coprono un arco di tempo dal 1511 al 1532. Da questi apprendiamo che Giubileo ebbe due figli Giuliano e Ginevro, minori di età al 1530; infatti agirono per loro gli zii Guglielmo (doc. 44) e Mattia (doc. 41), per cui riteniamo che Giubileo, vivente al 1526 (doc.39), alla data 1528 fosse già morto (doc. 41, 44). Sfuggenti sono le figure di Domenico, che troviamo solo nell’atto del 1520 (doc. 35) e di Ludovico, citato nel 1511 (docc. 29, 30) e forse ancora in vita nel 1528 (doc. 41). Dopo tale data rimasero in vita ed in attività lavorativa solo Guglielmo e Mattia. Quale l’attività dei figli e nipoti di Giuliano? Ad un’attenta lettura della documentazione notarile consultata riteniamo che si siano occupati in generale di terreni e di case (affitti, vendite ecc.) ma anche dell’arte della maiolica. Infatti in data 3 marzo 1530 Guglielmo, e Mattia di Giuliano acquistarono dagli eredi di Giovanni, loro cugini, il complesso di case, botte-ga e fornaci atte a lavorare fittili, ubicata fuori porta Uliviera (doc. 45). Dunque al 1530 dei figli di Giuliano erano in vita probabilmente solo Guglielmo e Mattia, che con l’acquisto della ricca tenuta dimostrarono di essere in buone condizioni economiche e di conoscere il mestiere. E’ pro-babile che già prima fossero lavoranti nella bottega di maiolica. L’ultimo documento che riguarda Guglielmo è del 1532, ma concerne ancora la vendita di un terreno (doc. 48), mentre Mattia è documentato come stovigliaio ancora nel 1562 (doc. 67).

GIOVANNI di Nicola e la sua discendenza: TADDEO, MICHELANGELO, FRANCESCO, figli; DOMENICO di Taddeo, DOMENICA, MADDALENA e AGOSTINO di Michelangelo, nipoti – notizie dal 1516 al 1556; TADDEO e GIOVANNI di Domenico, pronipoti – notizie dal 1545 al 1592. Docc. 12, 38, 45, 54, 58Pochi sono i documenti che riguardano i figli e nipoti di Giovanni, ma molto importanti. Alla morte del padre avvenuta intorno al 1511, come si è detto, pare avesse posizione di rilievo Mi-chelangelo, forse il maggiore dei figli che nel 1516 fece un compromesso (doc. 12). Insieme al fratello Francesco era proprietario della fornace fuori Porta Uliviera, nel luogo detto “il chiasso rustico”, in quanto nel 1525 acquistò da Francesco dei Ricci il diritto di appoggiarsi ad un muro della casa del Ricci al fine di ingrandire la propria abitazione (doc. 38). Riteniamo che dopo tale data Taddeo, non più nominato, non fosse in vita, ma la sua porzione d’eredità passò al figlio Domenico, giusto il documento importantissimo del 1530 (doc. 45). Fra il 1525 ed il 1530 morì

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anche Michelangelo e fu la figlia Maddalena, maggiorenne, che insieme al cugino Domenico ed allo zio Francesco vendette la fornace agli eredi di Giuliano, come più sopra abbiamo descritto (doc. 45). Tuttavia l’attività lavorativa di Francesco nel campo dei fittili non terminò, anzi si raf-forzò in quanto nel 1545 diede un affitto al cugino Domenico di Taddeo che lavorava di ceramica insieme col socio senese Niccolò di Bartolomeo Burroni, un’altra casa con bottega e fornace (doc. 56). Di Francesco non abbiamo più notizie, ma un atto del notaio Cheluzzi Francesco ci assicura che Domenico di Taddeo era ancora in vita nel 1546 (doc. 54). Taddeo di Domenico di Taddeo, forse insieme al fratello Giovanni, continuò l’attività paterna, dato che nel 1570 vendette la casa dove svolgeva l’arte della stoviglieria a persone ormai estranee alla famiglia Manzoni (doc.58). Abbiamo di lui notizie ancora nel 1592 (doc. 59).

ANTONIO di Nicola e la sua discendenzaANTONIO – notizie dal 1483 al 1508Docc. 6, 7, 8, 9, 10, 11, 23, 26Poco conosciamo di Antonio e della sua professione. Presupponiamo, come si è detto, che sia figlio di primo letto di Nicola, poiché segue una propria strada. Non ne conosciamo l’attività, se non che vende terreni, e nel 1506 compra una casa (doc. 26). Ebbe un figlio Giovanni Maria, già presente nei Registri di Credito e Debito del Comune di Colle nel 14831, e con il quale nel 1508 registrò un atto presso il notaio Ballerecci Francesco (doc. 7).

GIOVANNI MARIA di Antonio – notizie dal 1483 al 1530Citato, come sopra si legge, nei Registri del Comune nel 1483, Giovanmaria fu notaio con un’at-tività a vasto raggio nel territorio toscano. Dal 1512 al 1530 possiamo seguire la sua operosità no-tarile non solo in Colle Val d’Elsa, ma anche nelle località vicine, fra le quali Montelupo e Monte San Savino. Ha lasciato quattro volumi di atti, ora depositati nell’Archivio Notarile di Firenze (voll. 12829-12832). La sua personalità e la sua vita privata ci sfuggono, ma certamente ebbe ri-levante condizione sociale, come si evince dal titolo di “ser Ioannis Marie de Manzonibus” che si legge nel documento del 1528 (doc. 41), dove è citato il figlio Jacopo. Non sappiamo se ebbe altra prole. I documenti da lui rogati che riguardano i Manzoni, suoi parenti in Colle, sono di seguito elencati ai nn. 32 – 47, 56, e per la storia della maiolica di Colle sono i più importanti. JACOPO di Giovanni Maria – notizie dal 1528 al 1532Un atto del padre Giovanni Maria fu rogato il 1 Febbraio del 1528 “..in apotheca Jacobi fili mej ser Ioannis Marie de Manzonis..”(doc. 41), che testimonia la discendenza del notaio, ma non ci svela di che bottega si tratti, né l’attività di Jacopo. Non ci illumina meglio l’annotazione dei Re-gistri di Credito e debito del Comune di Colle, dove alla data 1532 è citato il figlio, Giovanni di Iacopo Manzoni.GIOVANNI di Jacopo – notizie dal 1532 al 1564Giovanni seguì le orme del nonno e fu notaio in Firenze, dove probabilmente si trasferì. Personag-gio di rilievo, fu anche cancelliere del capitano di Giustizia di Massa (Casale).

1 Archivio Notarile Siena, Registri di Credito e Debito del Comune di Colle: Giovanmaria d’Antonio Manzoni, Giugno 1483; il documento è edito in PICCINI, 2002, p. 45.

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Tav. II– BARTOLOMEO di Antonio e la sua discendenzaBARTOLOMEO – notizie dal 1476 al 1483Docc. 1, 2, 3, 4, 13, 14, 15Figlio di Antonio, è già adulto nel 1476, essendo in grado di concludere l’acquisto di una stalla insieme al fratello Nicola (docc. 1, 13). Nel 1477 acquista terreni (doc. 14) e nel seguente anno 1478 sposa Margherita dei Gozzini (docc. 2, 15) da cui ha il figlio Domenico, il cui primo atto che lo riguarda è del 1482 (doc.3), a cui il padre fa una donazione, forse alla nascita. Non conosciamo altri figli. Non sappiamo con esattezza il mestiere, ma forse si occupava di terreni (docc. 4, 14). Era vivente ancora nel 1483; dopo tale data di lui non si hanno più notizie.

DOMENICO di Bartolomeo – notizie dal 1482 al 1530Docc. 37, 40, 42, 43Non abbiamo documenti che lo riguardino direttamente, ma è citato vivente in atti eseguiti dai figli Fabbiano, Bastiano e Piero, che nel 1522 acquistano un pezzo di terra lavorativa (doc. 37). Ancora in vita nel 1527 (doc. 40), muore probabilmente nel 1530, dato che i figli il 15 Ottobre addivengono ad una divisione dei beni nell’asse ereditario (doc. 42), e successivamente (doc. 43) il 29 Ottobre vendono al loro congiunto Francesco di Giovanni di Nicola Tav. 5 un immobile nel luogo detto “il chiasso rustico”, dove risulta da molti documenti esservi stata la principale sede della dinastia dei Manzoni. Probabilmente come il padre, anche Domenico si occupava di terreni; tuttavia da un documento del 1536, rogato dal figlio Fabbiano dopo la morte del padre, ma an-cora abitante nella casa paterna (doc. 49), veniamo a sapere che al di sotto vi era una bottega per l’esercizio dell’arte del cuoio, definita “solita bottega”. Possiamo dunque ritenere che la dinastia di Bartolomeo si occupasse anche di quest’arte.

FABBIANO, BASTIANO, PIERO di Domenico- notizie dal 1513 al 1556Docc. 33, 37, 40, 42, 43, 44, 46, 47, 49, 50, 51, 52, 53, 55Molti sono i documenti che li riguardano. Il primogenito sembra essere stato Fabbiano che agi-sce sia in proprio (doc. 33) sia anche per conto dei fratelli e probabilmente fu il più longevo, in quanto nel 1556 (doc. 55) fece testamento nominando una figlia Benedetta ma nessun nipote. Dal documento del 1536 (doc. 49) apprendiamo che sotto la loro abitazione vi era una bottega dove si lavorava il cuoio e proprio in quell’anno Fabbiano contrasse società per quest’arte con Pietro dei Cheluzzi, suo parente, avendo suo fratello Piero sposato Maria Cassandra dei Cheluzzi (doc. 52). La moglie in dote aveva portato due botteghe che furono vendute nel 1538 (doc. 53).

BENEDETTA di Fabbiano – notizie nel 1556Doc. 55Sappiamo della sua esistenza solo dal testamento del padre Fabbiano, redatto il 24 Gennaio 1556 (doc. 55) che la nomina erede universale siccome figlia legittima e naturale. Con lei termina nei documenti esaminati la dinastia di Bartolomeo di Nicola.

I DOCUMENTI - ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE, NOTARILE ANTICOSIMIANO

NOTAIO: BALLERECCI FRANCESCOVOL. n. 1484 (1468 –1519)

1- c. 59r- a. 1476, 13 GennaioNicola e Bartolomeo figli del fu Antonio dei Manzoni, insieme a Nicola di Nicola comprano una

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stalla.(Atto stipulato in casa di Nicola e Bartolomeo. Lo stesso atto viene ripetuto dal medesimo notaio nello stesso giorno al vol. 1485, c. 20)

2- c. 61r- 1478, 13 MaggioBartolomeo del fu Antonio dei Manzoni e donna Margherita del fu Martino dei Gozzini contrag-gono matrimonio.

3- c. 81r- 1482, 25 AgostoBartolomeo figlio del fu Antonio Manzoni fa una donazione al figlio Domenico

4- c. 90r- 1483, 21 MarzoBartolomeo figlio del fu Antonio Manzoni vende ad Antonio del fu Antonio di Giacomo Pachini un pezzo di terra.

5- c. 178r- 1506, 20 GennaioGiuliano e Nicola di Nicola di Antonio dei Manzoni fanno un compromesso.

6- cc. 195v-196r- 1508, 20 AgostoAntonio del fu Nicola Manzoni fa un atto che riguarda un matrimonio.

7- c. 203r- 1508, 18 OttobreAntonio del fu Nicola Manzoni di Colle e Giovan Maria suo figlio fanno un atto.

8- c. 235r- 1510, 20 OttobreAntonio del fu Nicola Manzoni di Colle e Nicola suo fratello carnale e figlio del detto Nicola fanno un atto insieme anche a Bartolomeo Manzoni.

9- c. 273r- 1513, 18 ottobreAntonio del fu Nicola Manzoni di Colle vende un pezzo di terra lavorativa a Bastiano del fu Ma-riotto di Bartolomeo.

10- c. 278r- 1514, 23 MarzoAntonio del fu Nicola Manzoni di Colle fa un atto.

11- c. 285r- 1514, 23 OttobreAntonio del fu Nicola Manzoni di Colle fa un atto.

12- c. 263r- 1516, 9 AgostoMichelangelo del fu Nani [Giovanni] di Nicola fa un compromesso.

Vol. n. 1485 (1462 – 1506)

13- c. 20r- 1476, 13 GennaioNicola e Bartolomeo figli del fu Nicola comprano una stalla.(vedi anche il n.1: vol. 1484, c. 59r)

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14- c. 50v- 1477, 28 NovembreNicola e Bartolomeo figli del fu Nicola comprano un pezzo di terra.

15- c. 53r- 1478, 13 MaggioBartolomeo contrae matrimonio. (vedi anche il n. 2: vol. 1484, c. 61r)

16- c. 79r- 1496, 22 Maggio Giovanni del fu Nicola Manzoni di Colle e Giovanpiero del fu Alberto di Antonio Masi di Colle nominano un arbitro che nel mese di Maggio deve comporre una lite che verte fra loro per pro-messa di dote.

17- c. 94r- 1497, 19 Gennaio Giovanni del fu Nicola di Antonio Manzoni di Colle, avendo ricevuto l’appalto per la riscossione del dazio di passaggio delle merci dà incarico a Pietro di Antonio di Angelo dei Crescenzi di ri-scuotere come suo procuratore il denaro del pedaggio e di catturare chi non paga.

In Dei nomine amen. Anno Domini 1496 inditione xvi et die xviiii mensis Januarii. Acte in terra Collis Vallis Else in terzerio plani in domo infrascripti Joannis presentibus Francisco Mattei Preti de Colle et Michaele Betti Ciulli de Castroflorentino habitatore in burgo plebis in plano terre Collis predicti testibus etc. Pateat etc. quod Ioannis olim Nicolai Manzonis de Colle Vallis Else ut conductor et passeggerius gabellae Pedagii comunis Collis per se et suos heredes non (?) revocando etc.[a lato] habuit fidem promissorum omni meliori modo etc. fecit etc. suum procuratorem etc. providum virum Pietrum Antoni Angeli Crescentii de Colle predicto presente et acceptante etc. ad petendum exigendum et recipiendum etc. omnem quantitatem denariorum et rerum dicto Joanni conductori et passeggerio predicto debitas et debendas ex consensu dictae gabellae. Item ad faciendum capi etc. item ad faciendum speculari et ad speculum comunis Collis poni et mitti quoscumque debitores dicti Joannis conductori predicti et dictae gabellae pro gabella et vera sorte et frodo etc. Item ad finiendum etc. de his quae esegui etc. item ad transigendum etc. et generaliter etc. Dans etc. promittens et rogans etc.

18- cc.204v-205r- 1505, 5 MarzoNicola del fu Nicola di Antonio Manzoni anche a nome di Giuliano suo fratello carnale fa un compromesso.

NOTAIO: VIVIANI FRANCESCOVOL. n. 21196 (1478 –1506)

19- c. 66v- a. 1482, 9 settembrePietro di Matteo di Piero da Colle vende a Giuliano del fu Nicola dei Manzoni che acquista anche a nome dei fratelli una casa posta fuori della porta Uliviera, ad uso di conceria.Pietrus olim Mattei Pieri de Colle per se et suos heredes dedit Juliano olim Nicolai de Manzonis de Colle presenti et ementi pro se et suis fratribus et heredibus unam domum actam ad coria positam extra portam ulivieram cui a primo via a 2° hospitalis sancti Joannis 3° Augustini a 4° hospitalis cum pertinentiis…etc.

NOTAIO: FERROSI BENEDETTOVOL. n. 7233 (1483 –1511)

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20- A 41r- a. 1492, 11 NovembrePier Gregorio fu Francesco di Lapo degli Alberti di Colle a nome anche di suo fratello vende a Giuliano del fu Nicola dei Manzoni, che acquista anche a nome dei fratelli Giovanni e Nicola un pezzo di terra.(L’atto è ripetuto con altra grafia nella stessa filza).

21 – A 42v – a. 1492, 11 NovembreGiuliano del fu Nicola dei Manzoni a nome di donna Mea sua madre vedova, tutrice e curatrice di Michelangelo di Giovanni di Pietro di Colle affitta a Iacobo del fu Tolomeo di Bartolomeo di Francesco Carboni aromatario di Colle una bottega di aromateria.(L’atto è cancellato ma ritrascritto identico alla carta successiva A 43 del 21 Novembre).

22- B 3r – a. 1495, 25 LuglioGiuliano del fu Nicola dei Manzoni come curatore di sua madre donna Mea, già figlia di Pietro dei Mundini, tutrice e curatrice di Michelangelo, figlio ed erede di Giovanni di Pietro dei Mundini affitta a Iacobo Carboni aromatario di Colle una bottega di aromateria.

23- B 11v – 1495, 25 DicembreGiuliano, Giovanni e Nicola fratelli carnali e figli del fu Nicola dei Manzoni fanno un compromes-so in cui è citato anche Antonio del fu Nicola dei Manzoni. 24 – B 25r – a. 1496, 21 OttobreGiuliano del fu Nicola dei Manzoni come curatore di sua madre donna Mea, già moglie del detto Nicola curatrice di Michelangelo, figlio di Giovanni di Pietro dei Mundini conferma la locazione della bottega di aromateria a Iacobo Carboni aromatario di Colle.

25 – E5 – a. 1506, 27 NovembreGiuliano del fu Nicola dei Manzoni vende a Nicola dei Manzoni suo fratello carnale una casa.

26– E7 – a. 1506, Dicembre (non indicato il giorno)Donna Polissena Nanni vende ad Antonio del fu Nicola dei Manzoni una casa abitativa.

27 – E21 – 1507, 12 AgostoJacopo Scala fa un atto con Giuliano e Nicola dei Manzoni che riguarda un mulino.

28 – G31rv – a. 1511, 15 Ottobre : include tre atti indicati con i numeri 14, 15, 16. 14- Giovanni e Nicola dei Manzoni, figuli di Colle, fanno un compromesso.

29- 15- Atto che riguarda denaro; è citato un figlio di Giuliano, Ludovico.

30- 16- Il medesimo figlio Ludovico è detto olim Juliani, evidentemente per la sopravvenuta morte di Giuliano.

NOTAIO: CHELUZZI ANGELOVOL. n. 5161 (1471 –1514)

31- c. 214- a. 1510, 13 Maggio

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Atto rogato nella bottega di Nicola di altro Nicola di Antonio dei Manzoni posta fuori della porta Oliviera. Si tratta di un terreno posto in Valdipozzo venduto da Domenico di Francesco di Gio-vanni.

NOTAIO: MANZONI GIOVANNI MARIAVOL. n. 12829 (1512 –1527)

32 - c.1r - a. 1512, 29 GiugnoNicola del fu Nicola dei Manzoni nomina procuratore Stefano di Firenze.Nicola olim alterius Nicola de Manzonibus de Colle ..constituit suum bonum et legitimum procuratorem Stefanum … de Florentia…..

33 - c. 8 – a. 1513, 30 GennaioFabbiano di Domenico Manzoni, Alberto di Paolo dei Gozzini e Angelo di Francesco dei Pettorali fanno un compromesso sulle loro liti e nominano arbitri promettendo concordia.

34- c. 31v – a. 1518, 9 FebbraioNicola del fu Nicola dei Manzoni e Domenico del fu Giuliano di Nicola dei Manzoni che agisce anche in nome dei fratelli assenti fanno un compromesso con Mictale (?) dei Manghetti.

35 - c. 41v- a. 1520, 18 AprileDomenico, Giubileo Guglielmo e Mattia fratelli e già figli di Giuliano di Nicola dei Manzoni di Colle si dichiarano debitori di Fabbiano, Bastiano e Piero, fratelli, figli ed eredi di Domenico di Bartolomeo dei Manzoni e consegnano beni e fiorini. L’atto è registrato nella bottega di Fabbiano di Domenico, che da altri atti sappiamo che è relativa all’arte del cuoio. …Actum Colle Vallis Else in 3° planii in populo Sancti Jacobi ad apotecham Fabbiani Dominici de Manzonis…Cum sit quod Dominicus Jubilaeus Guielmo et Mattias fratres et olim filii Juliani Nicolai de Manzonis de Colle fuerunt ei sunt debitores Fabbiani Bastiani et Pieri fratres filiorum et heredum Dominici Bartolomei de Manzonis…

36 – cc. 44v-45r - a. 1520, 23 DicembreBernardino di Bartolomeo di Jacopo affida il proprio figlio Meo, la sua opera e industriosità, a Nicola di Nicola dei Manzoni, ad artem fictilium.

37 – c.72v – a. 1522, 16 Ottobre Fabbiano di Domenico di Bartolomeo dei Manzoni di Colle e Bastiano e Piero suoi fratelli acqui-stano un pezzo di terra lavorativa da Matteo di Francesco dei Squarti.

38 - c. 93r – a. 1525, 9 Settembre Francesco di Mariano di Francesco dei Ricci vende a Michelangelo di Giovanni di Nicola dei Manzoni ed ai suoi fratelli Francesco e Taddeo il muro di appoggio della casa di detto Francesco verso la fornace di Michelangelo e di Francesco posta fuori porta Uliviera in località “il chiasso rustico”, affinché i compratori possano inserirvi travi per il tetto della loro casa in costruzione senza superare l’altezza dello stabile ed osservando il giusto pendio per le acque. In dei nomine amen Anno domini 1525 indictione 13 die vero 9 mensis septembris. Actum in terra Collis Vallis Else in 3° plani in populo Sancti Jacobi et in domo habitationis mei Joannis Marie notarii infrascripti. Presentibus Joanno Augustini Antoni de Brosis et Leonardo Presi Leonardi de Brosis de Colle testibus.Franciscus Mariani Francisci de Riccis de Colle per sé et suos heredes et omni meliore modo et iure proprio et in

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perpetuum vendidit Michelangelo Joannis Nicolai de Manzonis de Colle presenti et pro se et Francisco et Taddeo suis fratribus et eorum et cuiuslibet eorum heredibus ementi et percipienti appoggium muri domus dicti Francisci versus fornacem dicti Michelangeli et Francisci posite extra portam oliveriam in loco qui dicitur al chiasso rustico infra sua latera vocabula et confines cum omnibus suis juribus et pertinentiis usque ad altum columbarie domus dicti Francisci quo usque dictus Michelangelus et fratres possint et eis liceat immittere traves et arcales pro tecto ad eius et eorum libitum et non supra a partibus exterioribus tectum excedere in modo possit in medio possit eo altius immittere traves dicti domus per dictum Michelangelum et fratres construenda quoad habeat aqua pendium et egressum competens et conveniens et non possit superius traves et arcales immittere in dicto muro domus dicti Francisci dictus Michelangelus …etc.

39 - c. 103v- a. 1526, 16 AprileGiubileo di Giuliano di Nicola dei Manzoni di Colle a nome proprio e di suo fratello carnale Mat-tia dà in affitto a Mariano di Meo Iaccini di Campo Fiori metà di un podere. L’atto è sottoscritto nella bottega di Giovanni aromatario.

Vol. 12832 (1527 – 1530)

40 - c. 41r- a. 1527, 24 Marzo Bastiano di Domenico dei Manzoni acquista da Francesco di Marzoliano di Leonardo Mariani per sé ed i suoi eredi e i suoi fratelli una gorga (gorgia?) di un mulino in terra Val d’Elsa che confina con dal lato 1° una via, da 2° i beni di ..?, da 3° hospitalis communis, da 4° il fiume Elsa.

41 - c. 52rv- a. 1528, 1 Febbraio Nella bottega di Jacopo figlio del notaio Giovanni Maria dei Manzoni, Mattia di Giuliano anche a nome del fratello Ludovico (il nome è poco chiaro) e del nipote Giuliano di Giubileo vende al parente Fabbiano di Domenico di Bartolomeo dei Manzoni un pezzo di terra.In dei nomine amen Anno domini 1528 indictione 2 die vero prima mensis Februari Actum in terra Collis Vallis Else in 3° plani in populo Sancti Jacobi et in apothecha Jacobi fili mej ser Ioannis Marie de Manzonis presentibus Bastiano Juliani Pauli de Guardinis et Bona Nicolai Iacobi Pieri Laffis ambobus de Colle testibus.Mattias Juliani Nicolai de Manzonis de Colle Vallis Else suo proprio et privato nomine manu nec non pro et vice et nomine Ludovici (?) sui fratris carnalis absentis et Juliani sui nepotis et filij Jubilej Julianj Nicolai de Manzonis pro quibus et eis quolibet in solidum de rato promisit per se et suos heredes et omni meliori modo et jure proprio et in perpetuum vendidit Fabbiano Dominici Bartolomei de Manzonis de Colle presenti et pro se et suis fratribus et eorum heredibus eiusdem nepotibus ex duo unius petii terre laboratorie posite in …Collis in populo Sancti Michaelis ..etc.

42 – cc. 76rv – a. 1530, 15 OttobreFabbiano, Bastiano e Piero fratelli carnali e figli già di Domenico di Bartolomeo dei Manzoni addivengono ad una divisione dei beni immobili fra i quali una casa posta interra Collis in 3° plani in populo sancti Jacobi ..cum omnibus suis iuribus habitationis ..apotecha que..sub dicta domo…cum omnibus laboratoriis (ed inoltre).. terre lavorative arborate cum domibus in villa bulognani (?)…ecc.

43 - c. 77r- a. 1530, 29 OttobreFabbiano di Domenico di Bartolomeo e Battista (Bastiano) (?) anche a nome di Piero vendono a Francesco di Giovanni di Nicola dei beni ..in loco qui dicitur il chiasso rustico.. un immobile che confi-na dal lato 1° con la via, da 2° con i beni di Paolo di Michele, da 3° con i beni di .., da 4° con gli eredi Gozzini, da 5° con i beni dei Caporali.

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44 - c.81v,82r- a. 1530, 27 novembre ’Guglielmo di Giuliano di Nicola e Mattia, anche a nome di Giuliano e Ginevro loro nipoti e figli di Giubileo di Giuliano minori, consegnano a Fabbiano, Bastiano e Piero 360 fiorini da parte di Silvestro di Anselmo dei Bianchini per una casa venduta.

45 - c. 90rv- a. 1530, 3 Marzo Francesco di Giovanni a nome anche di suo nipote Domenico figlio di Taddeo di Giovanni e di donna Maddalena sua nipote e figlia di Michelangelo di Giovanni vende ai propri cugini Gugliel-mo, e Mattia di Giuliano la bottega della fornace fuori porta Uliviera. Si trascrive l’atto con traduzione, per l’importanza che riveste nella storia della maiolica. Esso conferma la presenza della fornace da maiolica di proprietà dei Manzoni presso la Porta Uliviera.

In dei nomine amen Anno Domini 1530 indictione 4 die vero 3 mensis Martii Actum in terra Collis Vallis Else in 3° plani in populo Sancti Jacobi in apotecha mei Joannis Marie notarii infrascripti. Presentibus Bastiano (Barto-lomeo)Francisci de Albertinis et Laurentio Bartolomei Pauli de Dinis omnibus de Colle testibus. Franciscus Joannis Nicolai de Manzonis de Colle nomine suo proprio nec non pro et vice et nomine Dominici sui nepotis et filii Taddei Joannis de Manzonis et domine Magdalene sue nepotis et filie Michelangeli Joannis de Manzonis maioris pro quibus de rato promisit et per se et suos heredes et omni meliore modo jure proprio et in per-petuum dedit vendidit Guielmo et Mattiae fratribus et filiis Juliani Nicolai de Manzonis presentibus unam domum cum apotecha palcho et tecto aptam ad laborandum fictilia cum fornacibus casalanibus (?) et orto cum omnibusque fictilibus et laboribus coctis et crudis coloribus lignis torniis macina et tabulis et cum omnibus suis fulcimentis in ea existentibus aptis et serventibus ad dictam artem apotecham et ad laborandum fictilia positam in curia Collis, fuori della porta uliviera cui a primo via a 2 bona … a 3 via a 4 res Francisci Mariani de Vichio a 5 via a 6 bona Michaelis Brosis de Corboncinis a 7 Ioannes Mariani de Beltraminis a 8 bona Pauli Antoni Leonardi Mancini et intra predicto confines cum omnibus et singulis etc.… (Il pagamento avviene in tre anni).

In nome di Dio amen nell’anno del Signore 1530 indizione 4 nel giorno 3 del mese di Marzo.Rogato nella terra di Colle Valle d’Elsa nel 3° piano nel quartiere di San Giacomo nella bottega di me Giovanni Maria notaio sottoscritto. Presenti Bastiano (Bartolomeo ?) di Francesco degli Albertini e Lorenzo di Bartolomeo di Paolo dei Dini tutti di Colle testimoni.Francesco di Giovanni di Nicola dei Manzoni a nome suo proprio ed anche in vece ed a nome di Domenico suo nipote e figlio di Taddeo di Giovanni dei Manzoni e di donna Maddalena sua ni-pote e figlia di Michelangelo di Giovanni dei Manzoni maggiorenne a vantaggio dei quali promise (di agire) secondo un contratto stipulato e per sé ed i suoi eredi e nel migliore dei modi secondo il diritto e per sempre ha dato e venduto a Guglielmo e Mattia fratelli e figli di Giuliano di Nicola dei Manzoni presenti una casa con bottega palco e tetto adatta a lavorare fittili con fornaci casa-menti ed orto con tutti i fittili e lavori cotti e crudi colori legna tornii macina e tavole e con tutti i suoi sostegni in essa esistenti adatti e che servono a detta arte bottega e a lavorare fittili posta nel territorio di Colle, fuori della porta Uliviera, alla quale (fa da confine) dal primo (lato) la via, dal secondo i beni di...(?), dal terzo la via, dal quarto la proprietà di Francesco di Mariano da Vichio, dal quinto la via, dal sesto i beni di Michele Brosi dei Corboncini, dal settimo Giovanni di Maria-no dei Beltramini, dall’ottavo i beni di Paolo Antonio (di Antonio) di Leonardo Mancini ed entro i predetti confini… ecc.

46 - c. 90v,91r- a. 1530, 5 Marzo Bastiano di Domenico dei Manzoni vende a maestro Giuliano fisico di Colle, un podere con casa

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e terre lavorative.In die nomine amen Anno Domini 1530 indictione 4 die vero 5 mensis Martii Actum in terra Collis vallis Else in 3° plani in populo Sancti Jacobi et in apotecha etc.Bastianus Dominici Bartolomei de Manzonis de Colle per se et suos heredes et omni meliore modo a jure proprio et in perpetuum dedit vendidit Magistro Juliano olim Ioannis Baptistae magistri juliani de Restia (?) phisicho de Colle presenti unum podere cum domo et terris laborativis sodis et boscatis positum in curia Collis in confinibus ville galegnani infra sua latera vocabula confines qui et quo contietur…etc.

47 – c.91v – a. 1530, 5 MarzoArcangelo di Agostino Ferrosi vende a Bastiano di Domenico di Bartolomeo dei Manzoni dei terreni.

NOTAIO: GUIDOTTI FRANCESCOVOL. n. 10936 (1512–1552)

48- c. 27r- a. 1532, 9 Aprile Guglielmo e Mattia fratelli carnali e figli di Giuliano dei Manzoni di Colle vendono a Cristoforo del fu Giuliano Tofani, fornaciao, un pezzo di terra.

49- c.71r- a. 1536, 26 FebbraioAtto rogato nella casa di Domenico Manzoni. Fabbiano del fu Domenico Manzoni di Colle con-trae società con Pietro del fu Lorenzo Apardo di Colle per l’esercizio dell’arte del cuoio nella solita bottega posta sotto l’abitazione.

50- c. 71v- a. 1536, 26 FebbraioFabbiano del fu Domenico dei Manzoni di Colle assolve ad un pagamento che doveva.

51- c. 97v- a. 1538,27 MaggioFabbiano vuole soddisfare i debiti contratti per la società con Pietro. Ha due abitazioni con due botteghe avute in parte per dote della moglie, figlia di Michelangelo e sorella di Agostino.

52- c. 98r- a. 1538, 27 MaggioPiero del fu Domenico di Bartolomeo dei Manzoni marito di Maria Cassandra del fu Lorenzo Apardo dei Cheluzzi e Fabbiano suo fratello carnale insieme dichiarano di avere ricevuto da Pie-tro del fu Apardo dei Cheluzzi i denari della dote.

53- c. 98v- a.1538, 26 AgostoFabbiano e Piero dei Manzoni vendono la bottega avuta in dote.

NOTAIO: CHELUZZI FRANCESCOVOL. n. 5166 (1542 –1557)54- c.96v- a. 1546, 10 OttobreDomenico [di Taddeo] dei Manzoni è nominato procuratore per Arcangelo di Colle.

NOTAIO: FERROSI ANTONIO DI BENEDETTO

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VOL. n. 7232 (1553 –1568)

55- c.49- a.1556, 24 GennaioTestamento di Fabbiano dei Manzoni di Colle che dispone dei suoi beni. Nomina erede universale Benedetta, figlia legittima e naturale; fa un lascito a Domenica del fu Michelangelo suo parente per parte di padre.

Atti trascritti da Cristina Cecchi (Ottobre 2017 – Febbraio 2018)

A.S.Fi, Notarile antecosimiano 12837, notaio Giovanmaria Manzoni (anni1543-1545)2

56- c.69r 26 dicembre 15453 Atto steso a Colle nel popolo di sant’Agostino nella bottega di fittili di Francesco di Giovanni Manzoni posta fuori Porta Oliviera, presenti Giovanni di Agostino de Brosi e Gherardo Pongiuo-lini dei Viviani ambedue di Colle4

Francesco di Giovanni dei Manzoni da Colle per se e i suoi eredi loca “ad pensionem”5 a Do-menico di Taddeo di Giovanni Manzoni da Colle e a Niccolò di Bartolomeo Burroni di Siena dimoranti a Colle compagni nell’Arte dei fittili una casa con bottega e fornace e con ogni sua pertinenza, servitù a uso fittile sita fuori Porta Oliviera a primo via a 2° Giuliano Manzoni a 3.°Paolo di Antonio Bolognini ed un’altra fornace fuori di Porta Oliviera presso i beni di Giuliano Manzoni, di Anselmo Banchini e dello stesso locatore, con torni e tavole esistenti in detta bottega e banchi per detta arte fittile, per un anno dal primo gennaio 15456 a lire 36 da pagarsi di due mesi in due mesi.

A.S.Fi, Notarile antecosimiano726, notaio Raffaello Ferrosi da Colle (anni 1515-1559)

57- 251v 25 febbraio 1547=1548Atto steso fuori la terra di Colle nel Borgo di porta Oliviera nella casa di Francesco di Giovanni Manzoni e di suo nipote Domenico.

58 c.263r 6 ottobre 1547Atto steso fuori la terra di Colle nel borgo di porta Oliviera nella bottega di Francesco di Giovanni Manzoni.

A.S.Fi, Notarile antecosimiano 20279, notaio Leonardo Tommasi da Colle (anni 1558-1570)59 c.168r 1 gennaio 1564=1565 Atto steso a ColleSi vende una casa con orto sita nel sobborgo di Colle nel popolo di Santa Maria extra Porta Uli-viera, tra i confinanti troviamo gli eredi di Domenico Manzoni.

A.S.Fi, Notarile antecosimiano 3510, notaio Gerolamo di Leonardo Buonaccorsi da Colle (anni

2 Nella prima pagina di questo registro notarile si legge: “A dì XX di marzo 1567 Furno consegnati a me ser Giulio di Rocho d’ Antonio Manzoni da Colle notaio pubblico fiorentino nove prothocolli di ser Gianmaria di Antonio Manzoni mio zio da messer Vergilio Lavini cancelliere della comunità di Colle, al quale funno portati dalli heredi di ser Giovanni di Jacopo di detto ser Gianmaria Manzoni et a me consegnati perché mi s’aspettano in virtù della legge di Sua Eccel-lenza Illustrissima et così ne ho fatto ricevuta”.

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1557-1558)

60- cc.168r-170v 13 agosto 1558Atto steso a Colle nel castello vecchio nel popolo della pieve di sant’Alberto presso il palazzo del podestà

Giovanni e Taddeo fratelli e figli di Domenico di Taddeo Manzoni vendono al reverendo Antonio di Arcangelo Franchi sacerdote di Colle una casa con una bottega posta “extra terra Collis in suburbibus extra portam Oliveriam in populo sancte Marie de spongia” cui primo e 2.° via pub-blica a 3.° casa e bottega di Mariano e Leone Bolognini a 4.° Francesco di Benedetto Morozzi […].

A.S.Fi, Notarile moderno (Protocolli) 1063, notaio Giulio di Rocco Manzoni da Colle (anni 1569-1573)

61- cc.27r-28r 17 luglio 1570Atto steso “extra menia terre Collis prope portam Oliveriam in populo Sancte Marie de Spongia” nell’abitazione di Santi di Frosino da Castellina “absidui habitatoris dicte terre Collis” testimoni presenti Tommaso di Bernardo Gozzini di Colle e Saladino di Antonio Saladini di Scrafena po-desteria di Montevarchi comitato di Firenze.

Taddeo di Domenico di Taddeo Manzoni da Colle in suo nome e in nome di Giovanni suo fra-tello carnale assente vende a donna Elisabetta figlia di Giovanmaria di Mariano Gani da Colle e moglie di Santi di Frosino da Castellina abitante a Colle, una casa posta fuori la terra d Colle vicino alla Porta Oliviera con orto sul retro contiguo a detta casa cui a primo via pubblica, 2.° eredi di Mattia Manzoni, a 3.° Pietro di Gherardo Viviani, a 4.° Battista di Michele Cerboncini, a 5.°presbitero Antonio dei Franchi […] per 200 fiorini, di cui 60 fiorini entro il detto mese di luglio e i rimanenti 140 fiorini entro il mese di ottobre del presente anno.Con l’acquisto della casa donna Elisabetta e Santi suo marito sono tenuti ad accettare “quedam bona mobilia masseritias et res et ut vulgo dicitur certo lavoro di terra crudo cioè stovigli, tavole, rena, terra, ferramenti et altre masseritie simili da detta Arte di stovigli […]” dopo stima e prezzo concordato.62- c.46v 30 ottobre 1570Atto steso a Colle nel vecchio castro nel popolo di sant’Alberto nel palazzo del podestà

Viene nominato curatore il dottore e signore Domenico di Sebastiano Manzoni da Colle consan-guineo dei “minores” Taddeo e Giovanni di Domenico Manzoni.

A.S.Fi, Notarile moderno (Protocolli) 1064, notaio Giulio di Rocco Manzoni (anni 1574-1581)

3 Indizione quarta4 A lato sinistro dell’atto si legge “Locatio ad pensonem”5 Ad pensionem= in affitto6 anno1545=1546

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63- cc.79v-80r 29 aprile 1579 Atto steso a Colle nella piana nel popolo si san Iacopo7 Biagio di Michelangelo di Domenico Gironi da Colle vende a Taddeo di Domenico Manzoni una casa sita nella terra di Colle nella piana nel popolo di san Iacopo nella via detta dei Gozzini “su per la costa” confinante a primo via pubblica a 2.° Pietro di Gherardo Viviani a 3.° eredi Pasqui-nelli a 4.° Domenico di Francesco Bertini a 5.° e 6.° fraternità di santa Maria san Iacopo di Colle, per il prezzo di fiorini 185 da pagarsi entro il mese di agosto del detto anno.

64- c.87v 12 agosto 1579Atto steso a Colle nella piana nel popolo di san Iacopo nella casa di Taddeo di Domenico Man-zoni; viene ratificato l’atto della sopraddetta vendita nei termini stabiliti.

65- cc.190v-191r 14 novembre 1581 Atto steso nella piana di Colle nel popolo di san Iacopo Giovanni di Domenico Manzoni da Colle riceve da Lorenzo di Pietro di Simone Macchia da Colle 400 fiorini per la dote di Angeletta figlia di detto Lorenzo e moglie del sopradetto Giovanni8.

A.S.Fi, Notarile moderno (Protocolli) 1066, notaio Giulio di Rocco Manzoni (anni 1588-1592)

66- cc. 155v-156r. 15 maggio 1592

Atto steso a Colle in pianura nel popolo di san Iacopo nella bottega di Vivini di Alessandro de’ Vivini9 aromatario di Colle

Taddeo di Domenico Manzoni di Colle per se e i suoi eredi vende a Pompeo di Michele dei Porti dimorante anch’esso a Colle “ unam salam et cameram supra primam salam et cameram domus dicti Taddei sita in terra Collis” in pianura nel popolo di san Iacopo nella via detta dei Gozzini con a I° via a 2° Pietro dei Viviani a 3° e 4° fraternità di san Iacopo per il prezzo di fiorini 55 lire 4 s. 2 piccoli […]. A.S.Fi, Podesteria di Colle Università di Por San Piero e fabbricanti

67- n.210 - c. 225v. 30 agosto 1562.Libro delle matricole del Distretto ( anni 1561-1563): “Mattio di Giuliano Mazoni stovigliaio de dare addì detto lire cinque sono per la sua matrichola..”

7 L’atto viene rogato “in edificio cartarum” di Pietro di Giovanbattista Tolosani da Colle

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Le maioliche dei ManzoniUn’attività così prolungata e così articolata, come si è documentato, non può avere realizzato solo una serie, sia pure abbastanza nutrita, di calamai e presepi legati alla personalità di Giovanni, il primo della famiglia a lavorare di ceramica, come è ormai notissimo. Bisognerà nei prossimi studi, per fare luce sull’attività del secolo manzoniano, seguire alcune linee di ricerca: da un lato verifica-re quanto nel tempo è stato variamente e con grande incertezza attribuito ad altre località, dall’al-tro cercare sul posto, sia nelle case private sia da recuperi nel territorio, quanto eventualmente è rimasto in loco. Per le maioliche ancora inedite all’atto di consegnare questo scritto, ci limitiamo a portare alla conoscenza degli studiosi una coppia di cantonali di straordinario interesse, prove-nienti dal territorio tosco-laziale, e senza dubbio legati ai successori di Giovanni Manzoni in Colle. Per quanto riguarda la necessità di procedere a nuove attribuzioni su ceramiche edite nel tempo, ne indicheremo solo alcune che potranno essere linee di guida per altre attribuzioni. Sarà comun-que indispensabile, come fu, decenni or sono, per Montelupo, ricercare in loco, magari in sterri, in butti, in occasionali ritrovamenti quanto il territorio stesso di Colle potrà consegnare agli studi ed alla conoscenza. Non dovrà ovviamente mancare il proseguo delle ricerche in Archivi sia pubblici che privati.

Coppia di cantonali (figg. 1a,b)I due cantonali in maiolica ad altorilievo con San Giorgio a cavallo che uccide il drago hanno altezza di cm,43 ed una larghezza massima di cm, 23 e si trovano in ottime condizioni. Essi sono in contro-parte per essere inseriti in due canti opposti della facciata di un edificio in modo che si guardino a vicenda. Sui cantonali è stata eseguita nel 2012 un esame alla termoluminescenza presso l’Ar-cadia Milano, che sulla datazione proposta alla seconda metà del sec. XVI ha dato esito positivo, dichiarandoli autentici.Il Santo è collocato entro edicola a cupola scanalata che termina a trabeazione, con raccordo avente ai lati protomi leonine, su pilastro che a sua volta poggia in basso su complessa struttura architettonica a semicerchio scanalato e rastremato, che richiama le vaschette delle acquasantiere; tutta la composizione termina in basso con elemento scultoreo che rappresenta il Giglio araldico di Firenze. San Giorgio è su grande cavallo che trattiene con le zampe anteriori la testa del drago trafitto nella bocca dalla spada, mentre il corpo si divincola sotto la pancia del cavallo che lo trat-tiene con le zampe posteriori. Tutta la composizione appoggia su lastra azzurra di fondo. Nel verso, in bianco di maiolica, appa-iono molti vuoti, necessari per alleggerire la composizione realizzata ad angolo, in modo da potere essere inserita in una architettura o struttura portante angolare. Tutto appare modulato a mano e non a stampo, come se fosse stato ricavato da un unico grande blocco d’argilla. La maiolica è dipinta in entrambi in policromia con lievi differenze nelle decorazioni; le maggio-ri riguardano le gualdrappe dei cavalli, una a riquadri verdi, l’altra in rosato, e le diverse fasce decorative in giallo su bianco, ma che tuttavia non inficiano l’armonia della coppia di cantonali che appaiono realizzati da un unico artista. Per la mancanza nei retro di tracce di malta o altro, è evidente che rimasero all’interno di un immobile e non furono mai murati. Sulla spalla di en-trambi i cavalieri appare una Croce in figurazione araldica e i terminali dei cantonali sono a forma di Giglio di Firenze. Vera scultura in maiolica, i cantonali, del tutto inediti e unici nel panorama della maiolica rina-scimentale, appaiono realizzati da un esperto ceramista in una manifattura molto lontana dai mo-

8 L’atto é lungo e ho fatto solo un piccolo regesto iniziale, per evidenziare che Giovanni di Domenico Manzoni era sposato 9 Probabilmente il cognome è Viviani

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delli robbiani, o dei Buglioni, o di altri loro imitatori; essi vanno inseriti nelle opere uscite da una fabbrica ubicata nei pressi di Siena, a Colle Val d’Elsa, dove fiorì l’arte della scultura in maiolica. Notissimi e molto rari sono i Presepi dovuti alla mano di Giovanni Manzoni che ne firma alcuni negli anni 1509 e 151010. La ricerca personale su documenti inediti della dinastia Manzoni, che qui sopra si è presentata per la prima volta nella sua completezza, svela l’operosità della famiglia in botteghe ceramiche che dagli inizi del ‘500, fra figli, nipoti e pronipoti di Giovanni, deceduto intorno al 1511, ebbero vita fino alla fine del secolo. A suo nipote Domenico di Taddeo o al di lui figlio Taddeo di Domenico dei Manzoni di Colle, di cui abbiamo notizie documentarie dalla metà del secolo sedicesimo sino alla fine, riteniamo si debbano questi esemplari, che trovano corrispon-denza in una scultura in maiolica con San Giorgio a cavallo, firmata “M” in collezione privata, edita nel catalogo delle maioliche della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia11. Una ricerca sulla popolarità di San Giorgio in ambito tosco laziale, porta a considerare l’ipotesi che l’opera sia stata commissionata da Giorgio di Santacroce IIIo della famiglia che, proponen-dosi di creare una città felice, secondo l’utopia dell’epoca, fondò nell’anno 1562 Oriolo, nella cui Chiesa sull’altare vi è un quadro con San Giorgio e il drago. Giorgio morì il 31 Luglio del 1591 e fu sepolto nella cappella Santa Croce a Viano. Le statue in esame si collocano proprio nel periodo della vita del Santacroce, non solo per il culto del santo eponimo, ma anche per lo stemma, una Croce, che appare in entrambe le statue in uno scudetto araldico fissato ad una spalla del cavaliere.

10 Giovanni morì intorno al 1511, quindi è da escludersi che sia di Giovanni il calamaio datato 1516, edito in RAVA-NELLI GUIDOTTI, 1998 p. 227, fig.18, che in ogni modo va collocato nell’ambito della famiglia Manzoni.

1 A, B; Colle Val d’Elsa (Siena), Domenico e Taddeo Manzoni, San Giorgio e il drago, cantonali in maiolica; sec. XVI, terzo quarto. Proprietà privata

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Per l’attribuzione a manifattura toscana è interessante anche il Giglio araldico fiorentino che ap-pare come punta finale dei cantonali, ad indicare il passaggio di Siena sotto Firenze con Cosimo I nel 1555, evento importante per la successiva elevazione di Colle a città da parte del granduca Ferdinando Medici.Attribuire questi bellissimi cantonali agli ultimi eredi di Giovanni di Antonio, al nipote Domenico di Taddeo ed al pronipote Taddeo, nel terzo quarto del ‘500, ci sembra giustificato soprattutto per la maturità artistica ivi espressa che preannuncia il protobarocco. Con loro si chiude il cerchio scultoreo iniziato nel 1509 da Giovanni Manzoni e perdurato fino verso la fine del secolo deci-mosesto.

Acquamanile (figg. 2, 3)Per collocare nell’alveo manzoniano la statuaria ora variamente attribuita, qualora non vi siano elementi certi per sicure origini, occorrerà fare confronti con opere sicure dei Manzoni ed esami-nare il tutto con acutezza e senza pregiudizi. Proponiamo un solo esempio, relativo alla serie degli acquamanili, di antica tradizione islamica, di cui esistono alcuni esemplari sparsi in vari musei. Quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, già collezione Frizzi Baccioni, assegnato in catalogo a Deruta12, è da ritenersi di fattura toscana, in pieno accordo con maioliche di Colle per forza espressiva, per uso cromatico basato in prevalenza sul verde e sul giallo arancio, con riferimenti ad un Medioevo di transizione nel grifone alato. Vediamo infatti ricordi del grande concittadino, Arnolfo di Cambio da Colle, nel decoro a losanghe che richiama il bordo a ricamo in losanghe nella ricca veste del Re Magio inginocchiato nel presepe di Santa Maria Maggiore a Roma13 (fig. 3). Anche il bue e l’asinello del presepe di Giovanni a Perugia ricorda moduli arnol-fiani. Sono stilemi lontani ma che rimangono sempre vivi nell’arte.

11 WILSON, 2007, II, n. 22.12 Id. II, n. 91.13 Poiché troviamo questo decoro a losanghe, pur declinato in vari moduli, in altre statue marmoree di Arnolfo, possia-mo ritenere che i ricamatori e le merlettaie di Colle amassero questa tipologia di ricamo o merletto e la sentissero tipica del loro paese.

2; Colle Val d’Elsa (Siena), Giovanni Manzoni, Acqua-manile in maiolica; sec. XVI, inizi. Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

3; Arnolfo di Cambio, Presepe, particolare, 1291 circa. Roma, Santa Maria Maggiore

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Tav. 1

Tav. 2