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L'Espresso (ITA) - it Print Tipo media: Settimanale Tiratura: 403.517 Publication date: 05.03.2017 Diffusione: Pagina: 56-59 Spread: 203.404 Readership: 1.665.000 L'Espresso (ITA) - it Tipo media: Publication date: Pagina: Settimanale 05.03.2017 56-59 GIUSTIZIA Baftagliecivili Tiratura: Diffusione: Spread: Readership: Print 403.517 203.404 1.665.000 Adesso salviamo il tribunale dei Un modello tra i più avanzati del mondo. E che una riforma sbagliata oggi vorrebbe abolire. Il j'accuse di un magistrato che se ne occupa da anni coNoqutoconGiuseppe Spadaro di Giovanni Tizian N EL NOME del risparmio ti cancello Così, dopo quasi ento annidi .tnria, il gover- no è prorìto a dire addio a tribunali e procure che si occupano dei minorenni. Quegli uffici, cioè, che rap- presentano, a parere di autorevoli ma gistrati, avvocati, costituzionalisti e psicologi, un'avanguardia in Europa. Il fronte del no alla riforma in discussione al Senato è ampio. «Tuttavia temo che, a parte per gli addetti ai lavori, i conte- nuti del progetto di legge stiano passan- do sotto si1enzio: tra chi ha scelto di schierarsi c è Giuseppe Spadaro, 'occ autorevole in materia. Da tre anni è il presidente del tribunale per i ininoren- ni di Bologna. In via del Pratello. dove ha sede il suo ufficio, è arrivato quando ne aveva 49 F. stato il più giovane a occupare il vertice di quell ufficio Pri- ma di allora si è fatto le ossain Cal3bria. Era il capo della sezione penale di La- mezia Terme. Qui ha giudicato decine di mafiosi calabresi. Ricorda ancora le udienze tese, gli sguardi feroci dei pa- drini, gli scontri durissimi con gli avvo- cati dei hos, kLndanne esemplari che hanno annientato akune cosche locali. Con un filo di voce ripercorre anche i gLorrii in cui a saputo del piaro di morte ordito nei suoi confronti. Era tutto pronto, finti poiLziotti lo avrebbe- ro dovuto fetuiare sulla strada che da Catanzaro porta a Larnezia. A salvargli a vita ma telefonata casudie della mo- glie. Hanno minacciato di morte anche i suoi figli e, forse per questo, Spadaro adesso si dedica ai ragazzi che sbaglia - rio. L'istituzione che dirige del resto fa proprio questo: aiuta giovani a rialzar- si da una caduta. Oppure in altri casi Lenta di tIdppar1i dalla violenza dei Per questo ritiene che non si possa rinunciare alla specificità dei tribunali e delle procure per minori: «Sono l'istituzione giudiziaria più !on geva. E la questione della propria auto- riomia è connaturata all'identita di que sto Tribunale, data dalla sua specializ- zazione e dal'a sua composizione mista, fatta da togati e giudici onorari», osser- va il magiStrato. In pratica, se oggi il modello italiano è apprezzato tuori dai coniirìi nazionali lo si deve soprattutto alla netta separazione che esiste rispet to al circuito penale per gli adulti. <Il Sistema italiano è considerato, a buon diritto, uno dei più avanzati al mondo'>. queste non sono parole di Spadaro, ma del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri nel dos- sier clie porta il titolo 'Giustizia mino- rile in Italia' Eppure, a dispetto degli annunci e delle celebrazioni di rito, dal palazzo di via Arenula è arrivata la pro posta di cambiare radicalmente dire- zione, quantomeno nella forma, sop- pressione dei tribunali e delle procure per i minorenni. Meglio istituire, so- stengorin i relatori della proposta cli legge, sezioni specializzate per la per- sona, la famiglia e i ininoi i» all'interno dei tribunali ordinari e presso le corti di appello. I rottamatori del vecchio mo- dello si difendono facendo rioLtre che ,1'attività delle sezioni Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 56-59 SUPERFICIE : 244 % PERIODICITÀ : Settimanale DIFFUSIONE : (240002) AUTORE : Giuseppe Spadaro 5 marzo 2017 - N°10

GIUSTIZIA Baftagliecivili Adessosalviamo iltribunale dei filedi autorevoli magistrati, avvocati, costituzionalisti e psicologi, un'avanguardia in Europa. Il fronte del no alla

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Page 1: GIUSTIZIA Baftagliecivili Adessosalviamo iltribunale dei filedi autorevoli magistrati, avvocati, costituzionalisti e psicologi, un'avanguardia in Europa. Il fronte del no alla

GIUSTIZIA Battaglie civili Un modello tra i più avanzati del mondo. E che una riforma sbagliata oggi vorrebbe abolire. Il j'accuse di un magistrato che se ne occupa da anni colloquio con Giuseppe Spadaro di Giovanni Tizian NEL NOME del risparmio ti cancello. Così, dopo quasi cento anni di storia, il governo è pronto a dire addio a tribunali e procure che si occupano dei minorenni. Quegli uffici, cioè, che rappresentano, a parere di autorevoli magistrati, avvocati, costituzionalisti e psicologi, un'avanguardia in Europa. Il fronte del no alla riforma in discussione al Senato è ampio. «Tuttavia temo che, a parte per gli addetti ai lavori, i contenuti del progetto di legge stiano passando sotto silenzio»: tra chi ha scelto di schierarsi ce Giuseppe Spadaro, voce autorevole in materia. Da tre anni è il presidente del tribunale per i minorenni di Bologna. In via del Fratello, dove ha sede il suo ufficio, è arrivato quando ne aveva 49. È stato il più giovane a occupare il vertice di quell'ufficio. Prima di allora si è fatto le ossa in Calabria. Era il capo della sezione penale di Lamezia Terme. Qui ha giudicato decine di mafiosi calabresi. Ricorda ancora le udienze tese, gli sguardi feroci dei padrini, gli scontri durissimi con gli avvocati dei boss, le condanne esemplari che hanno annientato alcune cosche locali. Con un filo di voce ripercorre anche i giorni in cui ha saputo del piano di morte ordito nei suoi confronti. Era tutto pronto, finti poliziotti lo avrebbero dovuto fermare sulla strada che da Catanzaro porta a Lamezia. A salvargli la vita una telefonata casuale della moglie. Hanno minacciato di morte anche i suoi figli e, forse per questo, Spadaro adesso si dedica ai ragazzi che sbagliano. L'istituzione che dirige del resto fa proprio questo: aiuta i giovani a rialzarsi da una caduta. Oppure in altri casi tenta di strapparli dalla violenza dei "grandi". Per questo ritiene che non si possa rinunciare alla specificità dei tribunali e delle procure per minori: «Sono l'istituzione giudiziaria più longeva. E la questione della propria autonomia è connaturata all'identità di questo Tribunale, data dalla sua specializzazione e dalia sua composizione mista, fatta da togati e giudici onorari», osserva il magistrato. In pratica, se oggi il modello italiano è apprezzato fuori dai confini nazionali lo si deve soprattutto alla netta separazione che esiste rispetto al circuito penale per gli adulti.«11 sistema italiano è considerato, a buon diritto, uno dei più avanzati al mondo»; queste non sono parole di Spadaro, ma del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri nel dossier che porta il titolo "Giustizia minorile in Italia". Eppure, a dispetto degli annunci e delle celebrazioni di rito, dal palazzo di via Arenula è arrivata la proposta di cambiare radicalmente direzione, quantomeno nella forma: soppressione dei tribunali e delle procure per i minorenni. Meglio istituire, sostengono i relatori della proposta di legge, sezioni specializzate «per la persona, la famiglia e i minori» all'interno dei tribunali ordinari e presso le corti di appello. I rottamatori del vecchio modello si difendono facendo notare ^ che «l'attività delle sezioni specia- * Dietro le sbarre. Sotto: un giovane detenuto fa ginnastica nel cortile dell'istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino> lizzate sarà esercitata in ambienti e locali separati, adeguati ai minori di età e alle esigenze che derivano dalla natura dei procedimenti». È vero, sulla carta ce scritto questo. Ma per chi è un po' pratico del variegato mondo dei palazzi di giustizia sa che realizzare tale divisione sarà molto complicato. Criminali incalliti da interrogare, imputati a piede libero che frequentano le aule, il frenetico via vai di poliziotti e avvocati che di certo non contribuiscono a creare un clima rilassato e sereno. Un contesto, insomma, per nulla adatto a ragazzini il cui equilibrio è turbato da un gorgo di fragilità, che li rende insicuri, alla perenne ricerca di se stessi e di un'identità. Una miscela che spesso fa da miccia al disagio e alla devianza. La critica che pone Spadaro è costruttiva: «Sono sicuro che l'alto senso delle istituzioni che contraddistingue l'attuale ministro della Giustizia e la sua sensibilità verso queste tematiche lo spingeranno a valutare l'opportunità di ponderare meglio una riforma epocale, stralciando, per esempio, quella del processo civile da quella relativa ai tribunali per i minorenni. O addirittura valorizzare questi ultimi, per esempio potenziandoli, attribuendo a questi uffici ulteriori competenze come quelle dei giudici tutelari e in materia di famiglia». Il magistrato calabrese non è contro a prescindere. Sostiene, infatti, che è necessaria una riforma. «Immaginando, per esempio, un unico giudice che si occupi di tutte le vicende familiari, ponendo al centro non i diritti degli adulti ma quelli dei figli». È un messaggio di dialogo, quello di Spadaro. Con una proposta chiara al guardasigilli e al Parlamento: «Mi chiedo cosa impedisce di creare quel "tribunale della famiglia" che, specie l'area politica progressista di questo Paese ha in passato auspicato, accorpando tutte le relative questioni ai giudici minorili. Se io ad esempio dovessi affrontare una separazione coniugale, preferirei che di una vicenda cosi dolorosa, specie in presenza di figli, si occupasse un giudice altamente specializzato». Con pochi magistrati m più, i tribunali per i minorenni potrebbero farsi carico di tutte quelle questioni che riguardano il nucleo familiare, con tutti i conflitti che lo caratterizzano e lo rendono spesso il primo indiziato del disagio giovanile. «La creazione di un tribunale unico della persona, dei minori c delle relazioni familiari viene invocata dai magistrati per primi ma anche dai professori universitari e dall'avvocatura specializzata. Rappresenta l'unica soluzione efficace per ridurre a zero la frammentarietà e la dispersione di competenze. In queste materie il contributo scientifico di esperti in materia di età evolutiva è e sarà comunque indispensabile: solo che attualmente viene fornito dai nostri magistrati onorari per miseri gettoni di presenza, successivamente potrebbe andare sotto parcelle profumate di consulenti tecnici di parte e di ufficio». E tra le mura domestiche che i figli apprendono il primo approccio col mondo esterno. E con i consigli e i suggerimenti dei genitori iniziano a interpretare ciò che accade nel mondo reale, che muta a una velocità supersonica. La cronaca recente, del resto, evidenzia i sintomi di un male sociale trascurato. Genitori che faticano a trovare i canali giusti per comunicare con i figli. Il caso del quindicenne di Lavagna, in Liguria, suicidatosi dopo un controllo antidroga sollecitato dalla madre, disperata nel suo tentativo di salvare il figlio dallo "sballo". Oppure il delitto di Pontelagorino, un piano folle ordito da due adolescenti: il figlio esausto delle strigliate di mamma e papà, chiede all'amico del cuore, anche lui classe '99, di ucciderli in cambio di mille euro. Fatti che richiedono una riflessione seria, depurata, cioè, delle letture semplicistiche e a effetto. Spesso, urlate, neH'immediatezza da esperti improvvisati che trasformano persino l'educazione in un'emergenza, al pari di una calamità naturale. «Spesso i ragazzi, guidati in un percorso di consapevolezza, maturano e riescono a farsi carico dei propri errori, favoriti in questo proprio dal nostro sistema di giustizia. Credo non si possa rinunciare al processo che non è celebrato contro ma per e con il giovane, che deve essere messo nelle condizioni di comprendere in cosa e perché ha sbagliato e di riflettere su quali conseguenze comporta il reato commesso sia per lui sia per la vittima». Innescare la riflessione sugli errori commessi è, a parere di tutti i pedagogisti, il punto di partenza di un processo di crescita dell'adolescente. Nella vita reale ogni gesto e ogni azione han no delle conseguenze. La dimensione del "game", in cui tutto è concesso e non esistono limiti, imprigiona migliaia di giovanissimi, convinti che, in fondo, dopo il game over la partita ricominci senza alcuna ripercussione. Pensiamo al bullismo spinto fino trasformarsi in omicidio. Oppure alle baby gang di Napoli che usano le pistole vere come in un gioco di guerra. «A volte i ragazzi non hanno nemmeno capito che stavano commettendo un reato: fotografare, filmare e poi condividere sui social network è per loro un gesto quotidiano e banale, tanto che non riflettono su quello che stanno difton- dendo». In questo percorso di accompagnamento verso l'assunzione di responsabilità, i giudici e lo staff di educatori e psicologi hanno un ruolo fondamentale. «La nostra composizione multidisciplinare garantisce una valutazione che va oltre la fredda lettura del codice». Ma altrettanto indispensabile è salvaguardare i palazzi dei "piccoli" dalia promiscuità con gli adulti indagati o imputati a passeggio per gli uffici giudiziari. Un rischio che Spadaro vorrebbe evitare. Il magistrato calabrese ricorda anche un una riforma Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna simile naufragata con una pregiudiziale di incostituzionalità in Parlamento: nel 2003 l'allora ministro leghista alla Giustizia, Roberto Castelli, propose la creazione di sezioni specializzate per la famiglia e i minori. Sull'attuale, invece, si è già schierato aU'unanimità il Consiglio superiore della magistratura. Da palazzo dei Marescialli hanno messo in guardia dalle possibili disfunzioni che si determinerebbero con l'approvazione della riforma. «Non è possibile riformare frettolosamente un settore fondamentale che ha quasi un secolo di vita», aggiunge Spadaro. Peraltro in un momento storico in cui l'Europa - con la recente approvazione della Direttiva sulle garanzie per i minorenni - ribadisce la necessità di potenziare la specializzazione rispetto alla giustizia degli adulti. Nella Relazione di sintesi per l'anno 2016 il ministro Orlando scriveva: «Recenti rilevazioni statistiche indicano l'Italia come il Paese con il più basso tasso di delinquenza giovanile rispetto agli altri paesi deU'Ue e agli .Stati Uniti. Tale effetto è certamente da ricondursi all'efficacia sia dei programmi di prevenzione adottati, che dalle misure trattamentali alternative alla detenzione». E allora, si chiede Spadaro, sulla base di quale studio o analisi è stata fatta la riforma? Perché cambiare se il meccanismo rappresenta un'eccellenza nel panorama comunitario? «Ogni anno alle procure che si occupano di adolescenti pervengono decine di migliaia di segnalazioni da parte dei servizi sociali, forze dell'ordine, ospedali, scuole, associazioni di volontariato e da semplici cittadini nelle quali si denunciano gravi situazioni di disagio dei giovani. Oltre ai tagli molto pesanti subiti dai servizi sociali in questi anni per le risorse da destinare alla protezione di chi ancora non è maggiorenne, l'indebolimento del ruolo e della centralità dell'autorità giudiziaria che di loro si occupa vedrà ulteriormente pregiudicato il sistema di interventi». In effetti è difficile immaginare che un procuratore capo inondato dalle emergenze quotidiane (omicidi, furti, risse, corruzioni) riesca anche a dare peso alle spie quotidiane accese dai servizi sociali. Con il rischio che tali richieste di aiuto cadano nel vuoto. L'enorme flusso di lavoro che paralizza spesso tribunali e procure, del resto, è un' anomalia tutta italiana. Sintomo di una magistratura costretta a supplire ai vuoti lasciati dalla politica. «Manca il coraggio di operare scelte legislative. Pensiamo alla step child adoption: hanno rimesso ai giudici decisioni che sarebbe stato meglio indirizzare con un' apposita norma», aggiunge Spadaro. Tribunali, dunque, dove la priorità delle toghe è ascoltare e comprendere la sofferenza. Dove ai ragazzi che hanno commesso un crimine viene offerta una seconda possibilità. «Perché esiste una Legge capace di "piegarsi" ai bisogni dei più indifesi, di offrire strumenti non semplicemente punitivi di fronte al disagio e alla devianza: ecco, credo che sia questo l'unicum che rende indispensabile l'esistenza di un tale presidio giudiziario». Strutture, spesso anonime, lontane dai grandi palazzi dove si celebrano maxi processi o indagini su grandi crimini. E questa distanza fisica ha portato a grandi successi: a Reggio Calabria un giudice, Roberto Di Bella, ha conquistato la fiducia delle donne di 'ndrangheta e di alcuni boss al 41 bis, che, ora, lo supplicano di allontanare i figli dal territorio che hanno governato con il fuoco e con i soldi. Sarebbe mai accaduto se l'ufficio di Di Bella fosse stato all'interno degli edifici dove sfilano delinquenti di ogni risma? Queste mamme avrebbero mai varcato quella porta con il rischio di farsi riconoscere da criminali pronti a etichettarle come "infami". «Il giovane dev'essere messo nelle condizioni di comprendere in cosa e perché ha sbagliato», conclude Spadaro. «Solo così restituiremo alla società persone migliori». ? Quattro domande scomode Quali rischi nasconde l'eliminazione di un sistema pensato proprio per i ragazzi? Un quindicenne deve essere processato nello stesso palazzo dei criminali incalliti? Siamo sicuri che alla fine i costi sociali non siano maggiori dei presunti risparmi? Perché negare il know-how specifico di chi lavora con èli adolescenti?

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05.03.2017

56-59

GIUSTIZIABaftagliecivili

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Adessosalviamoil tribunaledeiUn modello tra i più avanzati del mondo. E che unariforma sbagliata oggi vorrebbe abolire. Il j'accusedi un magistrato che se ne occupa da annicoNoqutocon Giuseppe Spadaro di Giovanni Tizian

NEL NOME del risparmio ticancello Così, dopo quasiento annidi .tnria, il gover-

no è prorìto a dire addio atribunali e procure che sioccupano dei minorenni.Quegli uffici, cioè, che rap-

presentano, a parere di autorevoli magistrati, avvocati, costituzionalisti epsicologi, un'avanguardia in Europa. Ilfronte del no alla riforma in discussioneal Senato è ampio. «Tuttavia temo che,a parte per gli addetti ai lavori, i conte-nuti del progetto di legge stiano passan-do sotto si1enzio: tra chi ha scelto dischierarsi c è Giuseppe Spadaro, 'occautorevole in materia. Da tre anni è ilpresidente del tribunale per i ininoren-ni di Bologna. In via del Pratello. doveha sede il suo ufficio, è arrivato quandone aveva 49 F. stato il più giovane aoccupare il vertice di quell ufficio Pri-ma di allora siè fatto le ossain Cal3bria.Era il capo della sezione penale di La-mezia Terme. Qui ha giudicato decinedi mafiosi calabresi. Ricorda ancora le

udienze tese, gli sguardi feroci dei pa-drini, gli scontri durissimi con gli avvo-cati dei hos, kLndanne esemplari chehanno annientato akune cosche locali.Con un filo di voce ripercorre anche igLorrii in cui a saputo del piaro dimorte ordito nei suoi confronti. Eratutto pronto, finti poiLziotti lo avrebbe-

ro dovuto fetuiare sulla strada che daCatanzaro porta a Larnezia. A salvarglia vita ma telefonata casudie della mo-

glie. Hanno minacciato di morte anchei suoi figli e, forse per questo, Spadaroadesso si dedica ai ragazzi che sbaglia -rio. L'istituzione che dirige del resto faproprio questo: aiuta giovani a rialzar-si da una caduta. Oppure in altri casiLenta di tIdppar1i dalla violenza dei

Per questo ritiene che non sipossa rinunciare alla specificità deitribunali e delle procure per minori:«Sono l'istituzione giudiziaria più !ongeva. E la questione della propria auto-riomia è connaturata all'identita di questo Tribunale, data dalla sua specializ-zazione e dal'a suacomposizione mista,

fatta da togati e giudici onorari», osser-va il magiStrato. In pratica, se oggi ilmodello italiano è apprezzato tuori daiconiirìi nazionali lo si deve soprattuttoalla netta separazione che esiste rispetto al circuito penale per gli adulti.

<Il Sistema italiano è considerato, abuon diritto, uno dei più avanzati almondo'>. queste non sono parole diSpadaro, ma del sottosegretario allaGiustizia Cosimo Maria Ferri nel dos-sier clie porta il titolo 'Giustizia mino-rile in Italia' Eppure, a dispetto degliannunci e delle celebrazioni di rito, dalpalazzo di via Arenula è arrivata la proposta di cambiare radicalmente dire-zione, quantomeno nella forma, sop-pressione dei tribunali e delle procureper i minorenni. Meglio istituire, so-stengorin i relatori della proposta clilegge, sezioni specializzate per la per-sona, la famiglia e i ininoi i» all'internodei tribunali ordinari e presso le corti diappello. I rottamatori del vecchio mo-dello si difendono facendo rioLtreche ,1'attività delle sezioni

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia PAGINE : 56-59SUPERFICIE : 244 %PERIODICITÀ : Settimanale

DIFFUSIONE : (240002)AUTORE : Giuseppe Spadaro

5 marzo 2017 - N°10

Page 2: GIUSTIZIA Baftagliecivili Adessosalviamo iltribunale dei filedi autorevoli magistrati, avvocati, costituzionalisti e psicologi, un'avanguardia in Europa. Il fronte del no alla

Dietro le sbarre. Sotto; un giovane detenuto fa ginnastica nel cortile dellistituto penale per minorenni Ferrante Aperti di Torino

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>lizzate sarà esercitata in ambienti elocali separati, adeguati ai minori di

età e alle esigenze che derivano dallanatura dei procedimenti». E vero, sullacarta c'è scritto questo. Ma per chi è unp0' pratico del variegato mondo dcipalazzi di giustizia sa che realizzaretale divisione sarà molto complicato.Criminali incalliti da interrogare, mi--putati a piede libero che frequentano leaule, il frenetico via vai di poliziotti eavvocati che di certo non contribuisco-no a creare un clima rilassato e sereno,Un contesto, insomma, per nulla adattoa ragazzini il cui equilibrio è turbato daun gorgo di fragilità, che li rende msi-curi, alla perenne ricerca di se stessi edi un'identità. Una miscela che spessofa da miccia a! disagio e alla devianzaLa critica che pone Spadaro è costrtit-tiva: «Sono sicuro che l'alto sensodelle istituzioni che contraddistinguel'attuale ministro della Giustizia e lasua sensibilità verso queste tematichelo spingeranno a valutare l'opportuni-tà di ponderare iììeglio una riformaepocale, stralciando, per esempio,quella del processo civile da quella re-lativa ai tribunali per i minorenni. Oaddirittura valorizzare questi ultimi,per esempio potenziandoli, attribuen-do a questi uffici ulteriori competenzecome quelle dei giudici tutelari e inmateria di famiglia>'.

Il magistrato calahrese non è controa prescindere. Sostiene, infatti, che ènecessaria una riforma. «Immaginan-do, per esempio, un unico giudice chesi occupi di tutte le vicende familiari,ponendo al centro non i diritti degliadulti ma quelli dei figli». È un rnessag-gio di dialogo, quello di Spadaro. Conuna proposta chiara al guardasigilli e all'arlanaento: «Mi chiedo cosa impedi-sce di creare quel della fami-

che, specie l'area politica progres.Sista di questo Paese ha in passato au-spicato, accorpando tutte le relativequestioni ai giudici minorili. Se io adesempio dovessi affrontare una separa-zione coniugale, preferirei che di unavicenda così dolorosa, specie in presen-za di figli, si occupasse un giudice alta-mente specializzato». Con pochi magi-strati in più, i tribunali per i minorennipotrebbero farsi carico di tutte quellequestioni che riguardano il nucleo fa-miliare, con tutti i conflitti che lo carat-

terizzano e lo rendono spesso il primoindiziate del disagio giovanile. «La cre-azione di un tribunale unico della per-sona, dei minori e delle relazioni fami-liari viene invocata dai magistrati perprimi ma anche dai professori univer-sitari e dall'avvocatura specializzata.Rappresenta l'unica soluzione efficaceper ridurre a zero la frammentarietà ela dispersione di competenze. in questematerie il contributo scientifico diesperti in materia di età evolutiva è esara comunque indispensabile: solo cheattualmente viene fornito dai nostrimagistrati onorari per miseri gettoni dipresenza, successivamente potrebbeandare sotto parcelle profumate di con-sulenti tecnici di parte e di ufficio>,.

E tra le mura domestiche che i hgliapprendono il primo approccio colmondo esterno. F. con i consigli e isuggerimenti dei genitori ini7ianc) ainterpretare ciò che accade nel mondoreale, che niuta a una velocità superso-nica. La cronaca recente, del resto,evidenzia i sintomi di un male socialetrascurato. Genitori che faticano atrovare i canali giusti per comunicarecon i figli. Il caso del quindicenrie diLavagna, in Liguria, suicidatosi dopouii controllo antidroga sollecitato dal-la madre, disperata nel suo tentativo disalvare il figlio dallo Oppure ildelitto di Pontelagorino, un piano folleordito da doe adolescenti: il figlio esau-sto delle strigliate di mamma e papà,chiede all'amico del cuore, anche luiclasse '99, di ucciderli in cambio dimille euro. Fatti che richiedono unariflessione seria, depurata, cioè, delleletture semplicistiche e a efietto. Spes-so, urlate, nell'immediatezza da esper-ti improvvisati che trasformano persi -

no l'educazione in un'emergenza, alpari di una calamità naturale. «Spessoi ragazzi, guidati in un percorso diconsapevolezza, maturano e riesconoa farsi carico dei propri errori, favoritiin questo proprio dal nostro sistema digiustizia Credo non si possa rinuncia-re al processo chi' non è celebrato con-tro ma per e con il giovane, che deveessere messo nelle condizioni di com-preadere focosa e perché ha sbagliatoe di riflettere su quali conseguenzecomporta il reato commesso sia per luisia per la vittima>'.

Innescare la riflessione sugli errori

commessi è, a parere di tutti i pedago-

gisti, il punto di partenza di un proces-so di crescita dell'adolescente. Nellavita reale ogni gesto e ogni azione han-no delle conseguenze. La dimensionedel in cui tutto è concesso e nonesistono limiti, irnprigiona naigliaia digiovanissimi, convinti che, in tondo,dopo il game over la partita ricomincisenza alcuna ripercussione. Pensiamoal bullismo spinto fino trasformarsi inomicidio. Oppure alle baby gaisg diNapoli che usano le pistole vere comein un gioco di guerra. «A volte i ragaz-zi non hanno nemmeno capito chestavano commettendo un reato: foto-gralare, filmare e poi condividere suisocial rmetwork è per loro un gestoquotidiano e banale, tanto che non ri-flettono su quello che stanno diffon-dendo». lo questo percorso di accompagnamento verso l'assunzione di re--sponsabilità, i giudici e lo staif di edu-catori e psicologi hanno un ruolo fon-damentale. »La nostra composizionemultidisciplinare garantisce una valu-tazione cheva oltre la fredda lettura delcodice» Ma altrettanto indispensabi-le è salvaguardare i palazzi dei \piccoli\dalla promiscuità con gli adulti inda-gati o imputati a passeggio per gli uffi-ci giudiziari. Un rischio che Spadarovorrebbe evitare, Il magistrato cala-brese ricorda anche un una riforma

Giuseppe Spadam, presidente delTribunale per i minorenni di Bologna

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PAESE : Italia PAGINE : 56-59SUPERFICIE : 244 %PERIODICITÀ : Settimanale

DIFFUSIONE : (240002)AUTORE : Giuseppe Spadaro

5 marzo 2017 - N°10

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QuattrodomandescomodeQuali rischi nasconde l'eliminazionedi un sistema pensato proprio per i ragazzi?

Un quindicenne deve essere processatonello stesso palazzo dei criminali incalliti?

Siamo sicuri che alla fine i costi socialinon siano maggiori dei presunti risparmi?

Perché negare il know-how specificodi chi lavora con li adolescenti?simile naufragata con una pregiudizia-le di incostituzionalità in Parlamento:nel 2003 l'allora ministro leghista allaGiustizia, Roberto Castelli, propose lacreazione di sezioni specializzate perla famiglia e i minori Sull'attuale, in-vece, si è già schierato all'unanimità ilConsiglio superiore della magistratu-ra, Da palazzo dei Marescialli hannomesso in guardia dalle possibilidistun-zioni che si determinerebbero conl'approvazione della riforma, «Non èpossibile riformare frettolosamenteun settore fondamentale che ha quasiun secolo di vita», aggiunge Spadaro.Peraltro in un momento storico in cuil'Europa - con la recente approvazionedella Direttiva sulle garanzie per i mi-norenni - ribadisce la di po-tenziare la specializzazione rispettoalla giustizia degli adulti.

Nella Relazione di sintesi per l'anno2016 il ministro Orlando scriveva: «Re-centi rilevazioni statistiche indicanol'italia come il Paese con il più bassotasso di delinquenza giovanile rispettoagli altri paesi dcll'Ue e agli Stati Uniti.Tale effetto è certamente da ricondursiall'efficacia sia dei programmi di pre-venzione adottati, che dalle misuretrattainentali alternative alla detenzio-ne». E allora, si chiede Spadaro, sullabase di quale studio o analisi è statafatta la riforma? Perché cambiare se il

meccanismo rappresenta un'eccellenzanel panorama comunitario? «Ogni an-no alle procure che si occupano di ado-lescenti perveisgono decine di migliaiadi segnalazioni da parte dei servizi so-ciali, forze dell'ordine, ospedali, scuole,associazioni di volontariato e da seni-plici cittadini nelle quali si denuncianogravi situazioni di disagio dei giovani.Oltre ai tagli molto pesanti subiti daiservizi sociali iii questi anni per le risor-se da destinare alla protezione di chiancora non è maggiorenne, l'indeboli-mento dcl ruolo e della centralitàdell'autorità giudiziaria che di loro sioccupa vedrà ulteriormente pregiudi-cato il sistema di interventi». In effettiè difficile immaginare che ori procura-tore capo inondato dalle emergenzequotidiane (omicidi, furti, risse, corru-zioni) riesca anche a dare peso alle spiequotidiane accese dai servizi sociali.Con il rischio che tali richieste di aiutocadano nel vuoto. L'enorme flusso dilavoro che paralizza spesso tribunali eprocure, del resto, è un' anomalia tuttaitaliana. Sintomo di una magistraturacostretta a supplire ai vuoti lasciatidalla politica. «Manca il coraggio dioperare scelte legislative. Pensiamo allastep child adoption; hanno rimesso aigiudici decisioni che sarebbe stato me-glio indirizzare con un' apposita nor-ma», aggiunge Spadaro.

Tribunali, dunque, dove la prioritàdelle toghe è ascoltare e comprenderela sofferenza. Dove ai ragazzi che haii-00 COITilfleSSO Uil CiIlllIIC vieiie olfertauna seconda possibilità. Peichéesisteuna Legge capace di \piegarsi\ ai biso-gni dei più indifesi, di offrire strumen-ti non semplicemente punitivi di fron-te al disagio e alla devianza; ecco, credoche sia questo l'unicuns che rende in-dispensabile l'esistenza di un tale pre-sidio giudiziario». Strutture, spessoanonime, lontane dai grandi palazzidove si celebrano maxi processi o in-dagini su grandi crimini. E questa di-stanza fisica ha portato a grandi suc-cessi: a Reggio Calabria un giudice,Roberto Di Bella, ha conquistato la fi-ducia delle donne di 'ndrangheta e dialcuni boss al 41 bis, che, ora, lo sup-plicano di allontanare i hgli dal terri-torio che hanno governato con il fuocoe con i soldi. Sarebbe mai accaduto sel'ufficio di Di Bella fosse stato all'inter-no degli edifici dove sfilano deliriquen-ti di ogni risma? Queste mammeavrebbero mai varcato quella portacon il rischio di farsi riconoscere dacriminali pronti a etichettarle come

'>11giovane dev'essere messonelle condizioni di comprendere incosa e perché ha sbagliato», concludeSpadaro. «Solo così restituirerno allasocietà persone migliori>. .

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PAESE : Italia PAGINE : 56-59SUPERFICIE : 244 %PERIODICITÀ : Settimanale

DIFFUSIONE : (240002)AUTORE : Giuseppe Spadaro

5 marzo 2017 - N°10