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Gli adolescenti di fronte alle possibilità e alle sfide della pratica sportiva.
Basi conoscitive per un intervento educativo efficace
Dott. Ssa Alessandra Parroni
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa dello Sport
Psicologia dello Sport
• Problematiche dello sport giovanile
• Aspetti etici dello sport
• Studio delle abilità mentali richieste da ciascuno sport
• Studio dell’attivazione (arousal) e del focus attentivo richiesto da ciascuno sport
• Mental Training
Lo sport è un importante strumento educativo
• Fa sperimentare emozioni intense e positive• Favorisce i bisogni di socializzazione, appartenenza e
autorealizzazione• Incrementa lo sviluppo e l’acquisizione di abilità cognitive (soluzione
di problemi, creatività, flessibilità psicologica) e competenze motorie• Previene marginalità e dipendenze• Facilita l’integrazione (società multietnica) • Previene e/o compensa i disagi provocati dai nuovi stili di vita
(obesità, scoliosi, cattiva alimentazione e fast-food)• Aumenta la fiducia in se stessi e la confidenza/accettazione del
proprio corpo• Insegna il rispetto di un sistema di regole, l’assunzione di
responsabilità e il rispetto dell’avversario• Rende “filosofi”: si vince e si perde (accettare la sconfitta)
Lo sport sviluppa l’Intelligenza Agonistica:
• Motivazione• Concentrazione• Flessibilità• Resilienza • Strategiaovvero Intelligenza Agonistica
Approccio realistico: I rischi dello sport giovanile
• Programmi di allenamento inadeguati (sovrallenamento)• Assenza di consapevolezza delle differenze fra sport
agonistico e sport amatoriale• Precocizzazione dell’agonismo con ciò che di negativo
ne consegue (disturbi del comportamento alimentare- anoressia, creazione di false aspettative nei ragazzi, frustrazione e insicurezza, eccessive pressioni verso il risultato, doping, abbandono degli studi o scadimento dei risultati scolastici, interiorizzazione di modelli sportivi negativi, tendenza all’infortunio sportivo o drop-out ingiustificato, nikefobie, stati ansiosi)
Campioni
• • • • • • • • La differenza:• Mente e strategia•
Lance Armstrong: mente forte, strategia sbagliata
Mente forte: Determinazione, Volontà, Gestione delle Emozioni, ResilienzaStrategia efficace: Obiettivi Chiari edEtica (Sistema Valoriale, Impegno senza Scorciatoie)
Etica sportiva
• Etica dei princìpi (rispetto dell’avversario, delle differenze etniche, culturali, di genere, delle potenzialità; rispetto delle regole)
• Etica delle responsabilità (agenzie educative: famiglia, associazioni sportive, allenatori, atleti e personaggi del mondo dello sport) – proposta di modelli -
Le norme etiche sono una risposta ai problemi dello sport:
• Violenza nelle competizioni (sport di contatto)• Violenza intorno allo sport (tifoserie)• Discriminazioni • Disonestà e valutazione delle prestazioni non sempre imparziale• Interferenze politiche ed economiche• Doping• Sovrallenamento
Educare allo sport vuol dire educare alla vita
Alcuni esempi di codici generali di etica sportiva
• Codice Europeo di Etica Sportiva (VII Conferenza dei Ministri Europei) Rodi
1996
• Codice Etico Coni
• Linee guida del Panathlon
• Carta Etica per lo Sport Regione Piemonte
Carta Etica per lo Sport Regione Piemonte – Alcuni punti:
• Garantire la tutela dei minori e il corretto ed equilibrato sviluppo psicofisico, intellettuale, morale e sociale nelle condizioni di libertà e dignità
• Mettere in guardia le famiglie contro i pericoli - da decifrare – di specializzazione precoce, doping ed altre forme di abuso (sovrallenamento, condotte alimentari inadeguate e/o dannose)
• Educare alla gestione costruttiva dei conflitti e al valore della sconfitta
• Indirizzare positivamente l’aggressività
Il decalogo:
• Mi diverto• Rispetto i miei avversari• Mi miglioro• Rifiuto il doping• Sono in salute (alimentazione, stile di vita)• Sto insieme agli altri• Siamo tutti uguali• Sono giudice di me stesso• Gli adulti danno il buon esempio• Riconosco il lavoro degli altri
Come educare all’etica e al fair-play?
Ovviamente etica e “spirito sportivo” sono in relazione alle motivazioni e agli obiettivi, a propria volta dipendenti dai contesti educativi
Ames (1992):”clima motivazionale percepito”:
• Orientamento alla competizione (ego riferito)• Orientamento alla competenza (impegno, compito)
Entrambe le componenti (non sono “tratti”, ma schemi cognitivi modificabili) possono coesistere in diverse misure in ciascun individuo ed essere rappresentate nei diversi ambienti prestativi
Un elevato orientamento sull’io e sulla
competizione non sono necessariamente
negativi, ma lo diventano quando
si associano a una percezione di scarsa
competenza e un basso orientamento
sul compito (Biddle 2001, Bortoli, Bertollo,
Robazza 2003)
Le motivazioni allo sport:
• Competitiva• Affiliativa• Prestativa
Orientamento e motivazione si articolano in combinazioni diverse che assumono una grande importanza in relazione alla cooperazione, al rispetto e all’ interiorizzazione delleregole, alla prevenzione dell’abbandono sportivo
Clima orientato sulla competenza:
• Minore stress e ansia• Minore disponibilità verso comportamenti
scorretti• Maggior rispetto delle regole• Minore abbandono sportivo• Prevenzione degli infortuni• Maggiore funzionalità al risultato(Bortoli, Bertollo,Robazza 2003, 2005)
Il modello TARGET
• TASK Compito• AUTORITHY Autorevolezza• RECOGNITION Riconoscimento• GROUPING Organizzazione gruppi• EVALUATION Valutazione• TIME Tempo
Altri modelli motivazionali:
• Stile dell’allenatore: supportivo o direttivo• Motivazioni a breve e lungo termine (estrinseche-intrinseche)• Approccio positivo all’errore• Apprendimento cooperativo
L’allenatore supportivo
• Incrementa la motivazione
• Sa gestire positivamente le emozioni
• Fa capire la correlazione fra impegno e risultato
• Produce un miglioramento della performance sportiva
• Rende l’allenamento giocoso e divertente
Approccio positivo: migliorare fiducia e autostima rinforzando positivamente sia l’impegno che il risultato
Approcco negativo: punizione e critica. Rinforzo positivo solo del risultato
Il problema genitori
Il genitore supportivo
• Accetta le sconfitte sportive dei figli• Non si sostituisce all’allenatore• Non ha aspettative irrealistiche rispetto ai
successi del proprio figlio/a• E’ consapevole che lo sport è un hobby e
un divertimento• Non commenta denigrando i compagni di
squadra o gli avversari (“opponenti”) del figlio/a
Genitori difficili
• Disinteressati
• Ipercritici
• Svalutanti
• Disturbatori
• Allenatori
• Timorosi e iperprotettivi
Le buone pratiche• In evidenza i valori positivi dello sport come disinteressato
strumento di crescita• Clima motivazionale fondato sulla competenza• Valutazione oggettiva (non confronto)• Orientamento sul compito (non sul risultato)• Continuità gioco-sport (divertimento)• Presenza dello psicologo – organizzazione incontri con i genitori
Grazie perl’attenzione