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Gli effetti della nuova Pac sui mercati e la competitività del sistema
Arturo Semerari
1
L’AGRICOLTURA NEL CONTESTO INTERNAZIONALE
Crescente volatilità dei prezzi delle principali commodity agricole
Aumento dei costi di produzione Crisi economico-finanziaria
Agricoltura italiana contrassegnata da debolezze strutturali
Agricoltura sempre più vulnerabile2
VOLATILITA’ DEI PREZZI AGRICOLI
Indici FAO dei prezzi agricoli(indice 2000=100)
Fonte: elaborazioni Ismea su dati FAO
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
1/2000 10/2000 7/2001 4/2002 1/2003 10/2003 7/2004 4/2005 1/2006 10/2006 7/2007 4/2008 1/2009 10/2009 7/2010 4/2011
Food Price Index Meat Price Index Dairy Price Index Cereals Price Index Oils Price Index
Giu ’08: 248,5
Feb ’11: 263,6
3
VOLATILITA’ E CRESCITA DEI COSTI
Indici Banca Mondiale dei prezzi dei prodotti energetici e dei fertilizzanti(indice 2000=100, dollari USA correnti)
Fonte: Banca Mondiale
0
100
200
300
400
500
600
700
800
1/2000 10/2000 7/2001 4/2002 1/2003 10/2003 7/2004 4/2005 1/2006 10/2006 7/2007 4/2008 1/2009 10/2009 7/2010 4/2011
Energy Price Index Fertilizers Price Index
Lug ’08: 472,8
Apr ’11: 389,0
Sett ’11: 448,2
Ago ’08: 763,7
4
LE DETERMINANTI DI FONDO DELLO SCENARIO
A LIVELLO INTERNAZIONALE Evoluzione dell’economia mondiale: divaricazione della crescita tra i paesi
emergenti e le economie occidentali in difficoltà; Incremento della domanda dei beni alimentari da parte dei paesi
emergenti, rispetto alle potenzialità di crescita dell’offerta interna ad essi, e l’impatto che ciò avrà sui prezzi internazionali delle commodity agricole;
Dinamica della domanda delle produzioni bioenergetiche; Evoluzione del prezzo del petrolio, che influisce sui prezzi mondiali dei
prodotti energetici e dei prodotti chimici impiegati in agricoltura e quindi sui costi di produzione, oltre che sulla domanda e offerta di biocarburanti;
Crescente integrazione dei mercati internazionali delle commodity con i mercati finanziari (speculazione);
Crescente apertura dei mercati, non governata nelle sedi multilaterali (WTO), ma sempre più attraverso accordi bilaterali;
Infine, aumento dell’instabilità dell’offerta per effetto dei cambiamenti climatici. 5
LE DETERMINANTI DI FONDO DELLO SCENARIO
A LIVELLO COMUNITARIO Cambiamenti della PAC: politiche di bilancio più restrittive;
redistribuzione dei premi disaccoppiati tra paesi dell’Ue (convergenza) e all’interno del Paese; maggiori impegni sul versante ambientale
A LIVELLO NAZIONALE Evoluzione dell’economia nazionale (tempi e modalità di uscita
dalla crisi economica e finanziaria; politiche fiscali restrittive) Dinamica della produttività dell’agricoltura e capacità di attrazione
di nuovi investimenti (modernizzazione) Capacità delle imprese agricole di affrontare il rischio di reddito
6
PIL E VALORE AGGIUNTO
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
70
80
90
100
110
120
130
140
PIL Industria alimentare Agricoltura
Dinamica a prezzi correnti
* Agricoltura, silvicoltura e pesca; ° Alimentare, bevande e tabacco (dati disponibili fino al IV trimestre 2010)
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, Conti Nazionali
Valore aggiunto nominale dell'agricoltura* e dell'industria alimentare°
(valori correnti, dati destagionalizzati, indici 2000=100)
7
VALORE AGGIUNTO AGRICOLO NELL’UE
Dinamica a prezzi correnti
Agricoltura, silvicoltura e pesca;
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat, Cea
Valore aggiunto nominale dell'agricoltura nei principali paesi dell'Ue a 27
(valori correnti, indici 2000=100)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 201060
70
80
90
100
110
120
130
UE 27 Germania Francia Regno Unitro Spagna Italia
8
REDDITIVITA’ AGRICOLA
Fonte: Eurostat
Reddito agricolo per addetto (indicatore A)
(valori aggiunto deflazionato/unità di lavoro, indici 2005=100)
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 201070
80
90
100
110
120
130
140
Italia Ue27
Var.% 10/00: +17,5%
Var.%10/00: -29%
9
PREZZI E COSTI IN AGRICOLTURA
Fonte: elaborazione Ismea su dati Eurostat
Ragione di scambio nell’Ue 27 e in Italia
(rapporto tra l’indice dei prezzi alla produzione e l’indice dei prezzi dei fattori produttivi, 2005= 100)
I trim 05
II III IV I trim 06
II III IV I trim 07
II III IV I trim 08
II III IV I trim 09
II III IV I trim 10
II III IV I trim 11
II I sem 10
80
85
90
95
100
105
110
Ragione di scambio UE 27 Ragione di scambio ITALIA
Var.%10/05: -8,9%
Var.%10/05: -3,5%
10
PREZZI E COSTI IN AGRICOLTURA IN ITALIA
1) Coltivazioni e allevamenti.
* Rapporto tra l'indice dei prezzi alla produzione e l'indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione.
Fonte: Ismea
AGRICOLTURA1: prezzi alla produzione, prezzi dei mezzi correnti di produzione e ragione di scambio (indici 2000 = 100)
Jan-00 Jan-01 Jan-02 Jan-03 Jan-04 Jan-05 Jan-06 Jan-07 Jan-08 Jan-09 Jan-10 Jan-116065707580859095
100105110115120125130135140
Prezzi alla produzione Prezzi dei mezzi correnti Ragione di scambio*
11
DOMANDA NAZIONALE DI PRODOTTI ALIMENTARI
Fonte: Ismea, Panel famiglie
Indice delle quantità acquistate dalle famiglie
2005 2006 2007 2008 2009 201091
92
93
94
95
Quantità
Var. % 2010/2005
+1,8%
Spesa delle famiglie*
(indici concatenati, base 2000=100)
2005 2006 2007 2008 2009 2010110
115
120
125
130
Spesa
Var. % 2010/2005
+7,4%
*Alimentari e bevande non alcoliche
Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat
(valori correnti, base 2000=100)
12
PERFORMANCE DELLE IMPRESE
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Aida BVD
Incidenza del MOL sul Fatturato Incidenza del Costo delle Materie prime sul Fatturato (%)
2006 2007 2008 2009 20102
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Agr cooperative Agr soc. di capitaliAlim soc. di capitali
2006 2007 2008 2009 20100
102030405060708090
100
Agr soc. di capitali Alim soc. di capitali
13
PERFORMANCE DELLE IMPRESE
Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Aida BVD
Andamento del capitale proprio (indice 2006=100)Oneri finanziari sul margine operativo lordo (%)
2006 2007 2008 2009 20100
10
20
30
40
50
60
Agr cooperative Agr soc. di capitaliAlim soc. di capitali
2006 2007 2008 2009 201060
80
100
120
140
160
180
200
Agr soc. di capitali Alim soc. di capitali
14
INDICE DEL CLIMA DI FIDUCIA
Fonte: Ismea
Indice del clima di fiducia dell'industria alimentare italiana
(dati trimestrali)
-25,0-20,0-15,0-10,0
-5,00,05,0
10,015,020,025,0
III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III
2007 2008 2009 2010 2011
ICF
15
DOMANDA ESTERA
1) Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. 2) Prodotti alimentari, bevande e tabacco.
Fonte: Istat
Agricoltura1: dinamica import ed export
(milioni di euro correnti)
00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10
-8,000
-6,000
-4,000
-2,000
0
2,000
4,000
6,000
8,000
10,000
12,000
14,000
Export Import Saldo commerciale
Industria alimentare2: dinamica import ed export
(milioni di euro correnti)
00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10
-10,000
-5,000
0
5,000
10,000
15,000
20,000
25,000
Export Import Saldo commerciale
16
RIFORMA PAC POST 2013: ALCUNE RIFLESSIONI
PRELIMINARILo scenario delineato evidenzia un problema di competitività dell’agricoltura europea e soprattutto italiana a cui le Proposte della Commissione europea non sembrano dare adeguata risposta.
Al netto del mantenimento dei pagamenti diretti, con una redistribuzione sia a livello comunitario che nazionale ed una decurtazione in termini di budget disponibile, per quanto riguarda gli strumenti di gestione del mercato sembra evidente l’adozione di un approccio timido e non adeguato a rispondere alle esigenze delle imprese che vogliono competere sul mercato, malgrado i diversi enunciati di principio.
17
RIFORMA PAC POST 2013: ALCUNE RIFLESSIONI (2)
In definitiva:
Una PAC troppo orientata al «sociale» e non adeguata all’impresa e al suo sviluppo;
Aumenta ancora il grado di complicazione burocratica; Appare in controtendenza con le modalità in cui si stanno
evolvendo le politiche agricole mondiali e statunitensi (Farm Bill):
a livello globale si ripropone il tema prioritario della sicurezza alimentare = sicurezza degli approvvigionamenti; in queste proposte si ri-introduce il termine food security, ma
senza che ciò si traduca in strumenti concreti e di impatto significativo 18
IMPATTO DELLA RIFORMA PAC (1)
Fino al 2013: Pagamento disaccoppiato dipendente da “fotografie” aziendali (2000-2002) derivanti dall’orientamento tecnico economico e dai sussidi settoriali calcolati su base “storica”
Post-2013: Ridisegno dei pagamenti diretti sganciato dalle realtà settoriali
Necessaria una riflessione sugli impatti a livello macro e micro aziendale per le principali filiere19
IMPATTO DELLA RIFORMA PAC (2)
SIMULAZIONI ISMEA DI IMPATTO A LIVELLO MICROIPOTESI DI BASE: Adozione del pagamento di base su scala nazionale (valore
unico) Assenza di gradualità (= situazione al 2019) Aiuti invariati per lo sviluppo rurale
Entità del pagamento unico: IPOTESI A: Attivazione solo delle componenti obbligatorie
(pagamento di base, greening, giovani agricoltori, regime piccoli agricoltori)
IPOTESI B: Attivazione anche delle componenti facoltative (aree svantaggiate e sostegno accoppiato)
20
IMPATTO SUGLI ALLEVAMENTI BOVINI DA CARNE
Aziende tipo – casi studio
Collina-Centro Pianura-Nord Montagna-Sud
Linea vacca vitello Ristallo Estensivo razze podoliche% aiuti PAC su MOL* 2010 63% 88% 128%DOPO LA RIFORMA Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi BVariazione aiuti PAC -17% -5% -87% -72% +36% +24%Variazione MOL* -11% -3% -77% -63% +46% +31%% aiuti PAC su MOL* 59% 62% 50% 68% 119% 121%
STATUS QUO: peso degli aiuti PAC crescente passando dalla linea vacca-.vitello,
al ristallo, agli allevamenti estensivi (importante art.68)
POST 2013: forte flessione degli aiuti e del MOL per l’azienda che esegue
solo ingrasso (da -63% a -77%) Flessione del MOL anche per la linea vacca-vitello (-3%; -11%) Solo per l’azienda estensiva aumentano gli aiuti PAC
*MOL = valore della produzione + aiuti pubblici – costi operativi – costo del personale
21
IMPATTO SUGLI ALLEVAMENTI BOVINI DA LATTE
Aziende tipo – casi studio
Montagna-Nord(Emilia Romagna)
Collina-Sud (Puglia)Pianura-specializzata-
Nord (Lombardia)Parmigiano
Reggiano DopLatte alimentare e prodotti freschi
-Grana Padano Dop
% aiuti PAC su MOL 2010 39% 26% 44%DOPO LA RIFORMA Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi BVariazione aiuti PAC 13% 12% 32% 18% -75% -66%Variazione MOL 5% 5% 8% 5% -33% -29%% aiuti PAC su MOL 41% 41% 32% 29% 16% 21%
STATUS QUO:
Peso degli aiuti PAC meno determinante rispetto alla carne bovina
POST 2013:
Dopo la riforma perdita dal 66% al 75% degli aiuti PAC e del MOL per l’azienda di pianura specializzata (da -29% a -33%)
Per le altre due tipologie estensive aumento degli aiuti/MOL 22
IMPATTO SUGLI ALLEVAMENTI OVINIAziende tipo – casi studio
Collina-Centro (Lazio) Collina-Sardegna Collina-Centro (Toscana)
Semi intensivo Estensivo Intensivo Altri form. pecorini Pecorino Romano Altri form. pecorini
% aiuti PAC su MOL 2010 105% 120% 21%DOPO LA RIFORMA IpotesiA Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi BVariazione aiuti PAC -66% +5% +204% +184% +62% +37%Variazione MOL +31% +5% +272% +221% +13% +8%% aiuti PAC su MOL 107% 105% 105% 106% 31% 27%
STATUS QUO:
In prevalenza forte peso degli aiuti della PAC (importante art.68)POST 2013:
La riforma avvantaggia gli allevamenti ovini, in particolare quelli estensivi e con il supporto integrato sia del 1° che del 2° pilastro
Maggiore propensione al rispetto del greening
23
IMPATTO SULLE AZIENDE PRODUTTRICI DI GRANO DURO
Aziende tipo- casi studio
Collina-Centro Pianura–Sud Montagna-Isole
Rotaz. biennale con girasole
Rotaz. Triennale con ortaggi
Rotaz. biennale con foraggere
% aiuti PAC su MOL 2010 115% 81% 143%DOPO LA RIFORMA Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi BVariazione aiuti PAC -36% -28% -28% -32% 0,4% 12%Variazione MOL -45% -36% -23% -25% 1% 16%% aiuti PAC su MOL 136% 131% 45% 74% 142% 137%
STATUS QUO:
Aiuti PAC fondamentali per tutte le aziende del settore (importante art.68)
POST 2013:
Effetti della riforma: flessione significativa degli aiuti per l’azienda di pianura e collina (MOL da -25% a -45%)
Gli aiuti PAC aumentano solo per l’azienda più estensiva di montagna, con maggiore propensione al rispetto del greening.
24
IMPATTO SULLE AZIENDE PRODUTTRICI DI OLIO DI OLIVA
Aziende tipo – casi studio
Collina - Centro Collina - Sud Pianura - Isole
Vendita imbottigliato Vendita sfuso Vendita sfuso% aiuti PAC su MOL 2010 13% 34% 46%DOPO LA RIFORMA Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi B Ipotesi A Ipotesi BVariazione aiuti PAC -50% -58% -70% -75% -62% -68%Variazione MOL -6% -8% -24% -25% -29% -32%% aiuti PAC su MOL 7% 6% 13% 11% 25% 22%
STATUS QUO:
Aiuti PAC importanti, con importi compresi per le tre aziende tra 600 e 900 €/ettaro
POST 2013:
Con la riforma, diminuzione sensibile degli aiuti in tutti e tre i casi Impatto sul bilancio significativo per le aziende che non
commercializzano confezionato (MOL da 24% a -32%) Ipotesi pagamenti diretti senza componenti facoltative (ipotesi A)
più favorevole25
RIFORMA PAC POST 2013: ALCUNE INDICAZIONI
Priorità per l’Italia nel negoziato: Auspicabile definizione del greening a livello nazionale Auspicabile definizione di agricoltore attivo a livello nazionale Piano finanziario unico del II Pilastro e proposta di misure
nazionali sulla gestione del rischio
Obiettivi per i quali occorre disporre di strumenti adeguati: Ricambio generazionale Protezione del reddito Accesso al credito Sviluppo delle relazioni di filiera Informazione sui mercati 26
RIFORMA PAC POST 2013: ALCUNE INDICAZIONI (2)
In particolare: nell’OCM unica, non si promuovono adeguatamente le forme
aggregative; in generale manca ancora un approccio uniforme; sui fondi mutualistici e sulle assicurazioni, la proposta, traslata
nell’ambito del II pilastro, conferma gli interventi su calamità naturali e epizozie, e introduce uno strumento di stabilizzazione del reddito che però occorre rafforzare;
anche sulle relazioni contrattuali, quella del settore lattiero-caseario sembra restare l’unica sperimentazione operativa, che non viene trasferita agli altri settori;
si introduce un timido segnale di attenzione per i giovani nel primo pilastro, con la destinazione max. del 2% del massimale dei pagamenti diretti (77 milioni di euro) – confusione tra politiche nel I e nel II pilastro.
27
STRUMENTI INFORMATIVI ISMEA
consolidamento del sistema di rilevazione dei dati quali/quantitativi lungo le filiere dei diversi settori implementazione di un sistema integrato di monitoraggio della competitività di
settore (osservatori) diffusione di dati/informazioni in tempo reale realizzazione di strumenti web di analisi/previsionali di largo utilizzo approfondimento di tematiche specifiche attraverso analisi field, realizzabili on
demand, grazie alle reti di rilevazione
Su alcuni elementi di debolezza della filiera agricola che, alla luce delle prospettive, rischiano di acuirsi ulteriormente nei prossimi anni, è evidente la necessità di rafforzare ulteriormente un sistema di monitoraggio ed informazione dei mercati al fine di accrescere la trasparenza e la possibilità di scelte imprenditoriali consapevoli da parte degli agricoltori e dei decisori pubblici
28
STRUMENTI FINANZIARI ISMEA
Gli strumenti finanziari ISMEA operano in sinergia con gli interventi diretti a favorire la competitività del settore, favorendo l’accesso al mercato dei capitali per le imprese agricole:
Fondo di Garanzia. Rilascia garanzie dirette a prima richiesta su prestiti bancari destinati ad imprese agricole e finalizzati ad investimenti per la modernizzazione aziendale e per la ristrutturazione del debito.
Fondo Crediti. Rilascia prestiti agevolati in collaborazione con il sistema bancario. I finanziamenti sono rilasciati: per il 50% a carico del fondo con un tasso agevolato, per il restante 50% a carico delle banche ad un tasso di mercato.
Fondo capitale di rischio. Partecipa nel capitale delle società agricole per iniziative di sviluppo
29
STRUMENTI FINANZIARI ISMEA
Agevolazioni per l'insediamento di giovani in agricoltura. Erogazione di un contributo in conto interessi, in favore di giovani che si insediano in agricoltura, nell'ambito di un'operazione di leasing finalizzato all'acquisizione dell'azienda agricola.Subentro. Aiuto ai giovani che subentrano nella conduzione di imprese agricole.
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Grazie per l’attenzione.
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