Glossario della ragion pura

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  • 7/30/2019 Glossario della ragion pura

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    forma, ossia di un elemento a posteriori e di uno a priori.

    MATERIAEFORMADELLACONOSCENZA. Per materia, o contenuto, Kant intende il determinabile ingenerale, ovvero la molteplicit caotica e mutevole delle impressioni sensibili, che provengonodall'esperienza. Per forma intende la determinazione del determinabile, ovvero l'insieme delle

    modalit fisse attraverso cui la mente ordina, secondo determinate relazioni, la materia sensibile:Nel fenomeno chiamo materia ci che corrisponde alla sensazione; ci che, invece, fa s che ilmolteplice del fenomeno possa essere ordinato in precisi rapporti, chiamo forma del fenomeno.N.B. ll binomio materia-forma corrisponde al binomio a posteriori -a priori. Infatti, scrive Kant,Poich ci in cui le sensazioni si ordinano e possono esser poste in una determinata forma, nonpu, a sua volta, esser sensazione, ne viene che la materia di ogni fenomeno ci data soltanto aposteriori, ma la forma relativa deve trovarsi per tutti i fenomeni gi a priori nell'animo....

    A POSTERIORIEAPRIORI. Letteralmente, a posteriori significa a partire da ci che segue, mentre apriori significa a partire da ci che precede. L'origine di queste espressioni in Aristotele, ilquale parla di un primo per noi e di un primo secondo natura. Ad es. secondo l'ordine dellanatura la causa prima dell'effetto, mentre secondo l'ordine della conoscenza l'effetto primadella causa. Da qui la terminologia araba e latino-medioevale, secondo cui la dimostrazione apriori (o propter quid) quella che procede dalle cause, mentre la dimostrazione a posteriori (oquia) quella che procede dagli effetti. A partire dal secolo XVII, per opera dell'empirismoinglese e di Leibniz i due termini acquistano un significato pi generale, passando a designare l'aposteriori, le conoscenze raggiungibili con l'esperienza e l'a priori, invece, quelle raggiungibilimediante l'esercizio della pura ragione. In Kant l'a posteriori coincide con la materia o con ilcontenuto della conoscenza, mentre l'a priori coincide con la forma o l'ordine della conoscenza,cio con la condizione di pensabilit degli oggetti. N.B. L'esistenza di determinate forme a prioriuniversali e necessarie che per Kant sono lo spazio ed il tempo e le 12 categorie spiegaperch si possano formulare giudizi sintetici a priori intorno alla realt, senza paura di esseresmentiti dall'esperienza.

    PURO (rein). Termine che indica sia l'a priori in generale sia una particolare sottospecie di esso.In questa seconda accezione allude a ci che risulta assolutamente a priori: Delle conoscenze apriori si chiamano poi pure quelle a cui non mescolato nulla di empirico. Ad esempio laproposizione: "Ogni mutamento ha la sua causa" una proposizione a priori, ma tuttavia nonpura, perch il mutamento un concetto che pu derivare soltanto dall'esperienza.

    RIVOLUZIONECOPERNICANA. il mutamento di prospettiva realizzato da Kant, il quale, invece disupporre che le strutture mentali si modellino sulla natura, suppose che l'ordine della natura simodelli sulle strutture mentali. Infatti, come Copernico, incontrando grosse difficolt nellospiegare i movimenti celesti a partire dall'ipotesi che gli astri ruotino intorno allo spettatore,suppose che sia lo spettatore a ruotare intorno agli astri, cos Kant, incontrando grosse difficoltnello spiegare la conoscenza a partire dall'ipotesi che siano gli oggetti a ruotare intorno alsoggetto (cio, fuor di metafora, a condizionare il soggetto), suppose che sia il soggetto a ruotareintorno all'oggetto (cio, fuor di metafora, a condizionare l'oggetto): Finora si creduto cheogni nostra conoscenza debba regolarsi sugli oggetti [...]. venuto il momento di tentare unabuona volta, anche nel campo della metafisica, il cammino inverso, muovendo dall'ipotesi chesiano gli oggetti a dover regolarsi sulla nostra conoscenza; ci si accorda meglio con l'auspicatapossibilit di una conoscenza a priori degli oggetti, che affermi qualcosa nei loro riguardi primache ci siano dati. Le cose stanno qui n pi n meno che per i primi pensieri di Copernico; il

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    quale, incontrando difficolt insormontabili nello spiegare i movimenti celesti a partiredall'ipotesi che l'insieme ordinato degli astri ruotasse intorno allo spettatore, si propose diindagare se le cose non procedessero meglio facendo star fermi gli astri e ruotare lo spettatore.Detto altrimenti, come l'astronomo polacco giunge a ribaltare il rapporto fra gli astri e lospettatore, e quindi fra la terra e il sole, cos Kant giunge a ribaltare i rapporti fra soggetto ed

    oggetto, arrivando alla conclusione secondo cui non gi che il pensiero umano, immoto,contempli e rispecchi un universo che si svolge attorno a lui, ma esso, col suo moto ordinatore,costruisce il mondo dell'esperienza. In altre parole ancora, con la rivoluzione copernicana,Dobbiamo abbandonare l'opinione secondo cui siamo degli spettatori passivi, sui quali la naturaimprime la propria regolarit e adottare l'opinione secondo cui, nell'assimilare i dati sensibili,imprimiamo attivamente ad essi l'ordine e le leggi del nostro intelletto. Il cosmo reca l'improntadella nostra mente (K. Popper).

    FENOMENO: la realt quale ci appare tramite le forme a priori che sono proprie della nostrastruttura conoscitiva. In altri termini, il fenomeno , in generale, l'oggetto della conoscenza inquanto condizionato dalle forme dell'intuizione (spazio e tempo) e dalle categorie dell'intelletto:Ci che non mai possibile riscontrare nell'oggetto in se stesso, ma che tuttavia sempre siriscontra nei suoi rapporti col soggetto e che risulta inseparabile dalla rappresentazione diquest'ultimo, il fenomeno. Di conseguenza, il fenomeno sempre qualcosa che risulta relativoal nostro modo di conoscere. Tant' che sopprimendo il nostro soggetto o anche soltanto ladisposizione soggettiva dei sensi in generale, ne seguirebbe la dissoluzione di ogni qualificabilite di ogni relazione degli oggetti nello spazio e nel tempo, anzi dello spazio e del tempo stessi,perch, in quanto fenomeni, essi non possono esistere in s, ma soltanto in noi. N.B. Ci nonsignifica che il fenomeno sia una realt ingannevole o illusoria. Infatti, il fenomeno ha una suaspecifica oggettivit (= universalit e necessit), consistente nel fatto che esso vale allo stessomodo per tutti gli intelletti conformati come il nostro.

    COSAINS(Ding an sich). la realt considerata indipendentemente da noi e dalle forme a priorimediante cui la conosciamo. Come tale la cosa in s costituisce una X sconosciuta, cherappresenta tuttavia il necessario correlato dell' "oggetto per noi" o fenomeno: la conoscenzadella ragione arriva solo fino ai fenomeni, lasciando senz'altro che la cosa in s sia per se stessareale, ma sconosciuta. N.B. Per la funzione del concetto di cosa in s nell'ambito dellaconoscenza umana v. la voce "noumeno".

    FACOLTCONOSCITIVE. Sono tre: sensibilit, intelletto e ragione. Tuttavia, poich Kant unificatalora intelletto e ragione nell'unica fonte del "pensare", contraddistinta dall'attivit o dallaspontaneit (in antitesi alla passivit o recettivit della fonte rappresentata dalla sensibilit) la suatripartizione si presenta anche nella forma di una bipartizione: La nostra conoscenza trae origineda due sorgenti fondamentali dell'animo (Grundquellen des Gemts), di cui la prima consiste nelricevere le rappresentazioni (la recettivit delle impressioni) e la seconda la facolt diconoscere un oggetto per mezzo di queste rappresentazioni (spontaneit dei concetti). Attraversola prima, un oggetto ci dato, attraverso la seconda esso viene pensato.

    SENSIBILIT(Sinnlichkeit). Facolt mediante cui gli oggetti ci sono dati attraverso i sensi, in modoimmediato o intuitivo: La capacit di ricevere (recettivit) rappresentazioni, mediante il modoin cui siamo affetti dagli oggetti, si chiama sensibilit. Quindi gli oggetti ci sono dati per mezzodella sensibilit ed essa soltanto ci fornisce intuizioni. Le forme a priori della sensibilit sono lospazio e il tempo.

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    INTELLETTO(Verstand). la facolt per cui pensiamo attivamente (o "spontaneamente", come diceKant) i dati offerti dalla sensibilit: Se vogliamo chiamare sensibilit la recettivit del nostroanimo nel ricevere le rappresentazioni [...] daremo invece il nome di intelletto alla capacit diprodurre spontaneamente rappresentazioni, ossia alla spontaneit della conoscenza, la facolt

    di pensare l'oggetto dell'intuizione sensibile, l'intelletto. E poich pensare, secondo Kant,significa connettere concetti nei giudizi, l'intelletto pu essere concepito in generale come lafacolt di giudicare. Le forme a priori attraverso cui opera l'intelletto sono i concetti puri ocategorie. N.B. Per intelletto o intelletto in generale Kant intende talora sia l'intelletto in sensostretto, cio quella facolt che opera legittimamente nel campo dell'esperienza, sia la ragione insenso stretto, cio quella facolt che opera illegittimamente al di l dell'esperienza.

    RAGIONE(Vernunft). In senso lato la facolt che ci d i principi della conoscenza a priori non solo razionale, ma anche sensibile e intellettuale. In un senso pi specifico , insiemeall'intelletto, la seconda sorgente della conoscenza, cio quella attiva o discorsiva (che sicontrappone, come sappiamo, a quella passiva o recettiva della sensibilit). Nel senso proprio epeculiare del termine indica quella terza fonte di conoscenza, distinta sia dalla sensibilit chedall'intelletto, che Kant denomina facolt dei princpi e precisamente dei princpi in sensoassoluto, ovvero di quelle conoscenze sintetiche che vanno al di l di ogni esperienza possibile.Le "idee" attraverso cui la ragione opera sono quelle di anima, mondo e Dio.

    TRASCENDENTALE(transzendental). Nella terminologia scolastica erano denominate 'trascendentali (o trascendenti) quelle propriet universali l'essere, l'uno, il bene ecc. chetutte le cose hanno in comune e che perci eccedono o trascendono, per generalit, le categorie insenso aristotelico. Kant si collega a questa tradizione linguistica, anche se connette il concetto ditrascendentale con quello di forma a priori, la quale non esprime una propriet ontologica dellarealt in s, ma solo una condizione gnoseologica che rende possibile la conoscenza della realtfenomenica. Con tutto ci il trascendentale non si identifica, a rigore, con le forme a priori, mapiuttosto con lo studio filosofico delle medesime: Chiamo trascendentale ogni conoscenza chesi occupi, in generale, non tanto di oggetti quanto del nostro modo di conoscere gli oggetti nellamisura in cui questo deve essere possibile a priori (cfr. il testo della la edizione: Chiamotrascendentale ogni conoscenza che si occupi, in generale, non tanto di oggetti, quanto dei nostriconcetti a priori degli oggetti). Da questo punto di vista si dovrebbero chiamare trascendentalisoltanto le conoscenze che hanno per oggetto elementi a priori (estetica trascendentale, analiticatrascendentale ecc.) e non questi stessi elementi. N.B. Kant non sempre coerente con quest'uso,perch egli, talora, chiama trascendentali sia le forme a priori, sia le idee, sia l'unit checostituisce l'io penso. In certi casi, in palese contraddizione con la terminologia critica, usapersino il concetto di trascendentale come sinonimo di trascendente. Questa fluttuazione ter-minologica (qualche studioso ha rilevato l'esistenza, nella sola Critica della ragion pura, di bentredici accezioni diverse di trascendentale!) non esclude la presenza di un significato pi preciso,che quello che abbiamo messo in luce.

    CRITICADELLARAGIONPURA (Kritik der reinen Vernunft). Applicata alla facolt conoscitiva, lacritica prende la forma di un richiamo alla ragione affinch assuma nuovamente il pi arduo deisuoi compiti, cio la conoscenza di s, e istituisca un tribunale che la tuteli nelle sue giustepretese, ma tolga di mezzo quelle prive di fondamento [...] e questo tribunale altro non se nonla critica della ragion pura stessa. Con questa espressione non intendo alludere a una critica deilibri e dei sistemi, ma alla critica della facolt della ragione in generale, rispetto a tutte le

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    conoscenze a cui essa pu aspirare indipendentemente da ogni esperienza. Da ci il titolo delcapolavoro di Kant, che pu essere interpretato esattamente nel seguente modo: "esame criticogenerale della validit e dei limiti che la ragione umana possiede in virt dei suoi elementi puri apriori". N.B. Il compito della critica quindi negativo e positivo al tempo stesso: negativo inquanto essa limita l'uso della ragione; positivo perch, in questi limiti, la critica garantisce alla

    ragione l'uso legittimo dei suoi diritti (per le partizioni dell'opera kantiana v. il testo).

    ESTETICA TRASCENDENTALE

    ESTETICATRASCENDENTALE(dal gr. aisthtiks, "che concerne la sensazione" deriv. di aisthnesthai"sentire, percepire"). la scienza di tutti i principi a priori della sensibilit, ovvero la sezionedella Ragion pura in cui Kant studia lo spazio ed il tempo, mostrando come su di essi si fondi lamatematica.

    INTUIZIONE(Anschauung). Conoscenza alla quale l'oggetto risulta direttamente presente. Kantdistingue fra una intuizione sensibile ed una intuizione intellettuale.INTUIZIONESENSIBILE. l'intuizione propria di un essere pensante finito, a cui l'oggetto dato.Coincide con la ricettivit della sensibilit.

    Kant distingue fra INTUIZIONIEMPIRICHE(= l'immediato riferirsi all'oggetto mediante le sensazioni)ed INTUIZIONIPURE(= le forme a priori delle sensazioni). L'intuizione, che si riferisce all'oggettomediante una sensazione dicesi empirica; Chiamo pure (in senso trascendentale) tutte lerappresentazioni in cui nulla riscontrabile che appartenga alla sensazione. Di conseguenza, laforma pura delle intuizioni sensibili in generale si trover a priori nell'animo [...]. Questa formapura della sensibilit prender [...] il nome di intuizione pura. Le intuizioni pure sono lo spazioed il tempo.

    SPAZIO (Raum) e TEMPO (Zeit). Lo spazio la forma del senso esterno, cio quella rap-presentazione a priori, necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne e deldisporsi delle cose l'una accanto all'altra. Il tempo la forma del senso interno, cio quellarappresentazione a priori che sta a fondamento dei nostri stati interni e del loro disporsi secondoun ordine di successione. Tuttavia, poich unicamente attraverso il senso interno che giungonoa noi i dati del senso esterno, il tempo si configura anche, indirettamente, come la forma delsenso esterno, cio come la maniera universale attraverso la quale percepiamo tutti gli oggetti(per l'articolazione di questa dottrina e per i suoi rapporti con dottrine precedenti v. il testo).Idealit trascendentale e realt empirica dello spazio e del tempo. Con queste formule Kantintende dire che spazio e tempo, pur essendo "soggettivi" rispetto alle cose in se stesse (e in cirisiede la loro "idealit trascendentale") presentano tuttavia una validit oggettiva rispetto a tuttigli oggetti che possano comunque esser dati ai nostri sensi (e in ci consiste la loro "realtempirica").

    MATEMATICA. Kant vede nella geometria e nell'aritmetica delle scienze sintetiche a priori pereccellenza. Sintetiche (e non analitiche) in quanto ampliano le nostre conoscenze. A priori (e nona posteriori) in quanto i teoremi geometrici od aritmetici vengono sviluppati indipendentementedall'esperienza. Ci accade perch alla base della matematica sta l'intuizione pura di spazio(geometria) e di tempo (aritmetica).

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    ANALITICA TRASCENDENTALE

    LALOGICAELESUEPARTIZIONI. La logica la scienza del pensiero discorsivo, cio di quellaconoscenza mediata (e non intuitiva) che avviene per concetti. Kant la divide in logica generale

    (che concerne l'intelletto a prescindere dalla variet degli oggetti a cui pu essere rivolto) especiale (che comprende, invece, le regole per pensare rettamente una determinata specie dioggetti). La logica generale viene suddivisa a propria volta in logica pura (che prescinde datutte le condizioni empiriche sotto cui il nostro intelletto impiegato) e logica applicata (cheha in vista le regole dell'uso dell'intelletto sotto le condizioni empiriche soggettive insegnatecidalla psicologia). Fatte queste distinzioni, Kant passa a trattare quello specifico tipo di logicapura che la logica trascendentale.

    LOGICATRASCENDENTALEELOGICATRADIZIONALE. Per logica trascendentale Kant intende la scienzadelle regole dell'intelletto in generale, ovvero lo studio delle conoscenze a priori che sonoproprie sia dell'intelletto in senso stretto (studiato nell'Analitica) sia della ragione in senso stretto(studiata nella Dialettica): noi ci prefiguriamo l'idea di una scienza dell'intelletto puro e dellaconoscenza razionale, per mezzo della quale pensiamo gli oggetti completamente a priori. Unatale scienza, che determini l'origine, l'estensione e la validit oggettiva di tali conoscenze, devechiamarsi logica trascendentale.... N.B. Tale logica trascendentale si distingue da quellagenerale o formale della tradizione (v. Aristotele) perch essa: 1) non si limita a studiare leleggi e i meccanismi formali del pensiero, prescindendo da ogni contenuto, ma prende in esamequegli specifici contenuti che sono le conoscenze a priori, determinandone la genesi e la validitin rapporto agli oggetti; 2) non si riferisce tanto alle conoscenze empiriche come alle razionalipure, ma soltanto a queste ultime.

    ANALITICATRASCENDENTALE(dal gr. analysis, deriv. di analyein "sciogliere, scomporre"). quellaparte della Logica trascendentale che studia l'intelletto e le sue forme a priori, fissandonel'ambito di validit. In altri termini, l'Analitica quella sezione della Critica che scioglie orisolve (come scrive testualmente Kant) l'attivit dell'intelletto nei suoi elementi di base e nelloro legittimo uso: la parte della logica trascendentale che tratta degli elementi della conoscenzapura dell'intelletto e dei principi senza i quali nessun oggetto pu in alcun modo esser pensato, l'analitica trascendentale, che medesimamente una logica della verit.

    CONCETTO (Begriff). Funzione tipica dell'intelletto, ovvero quell'operazione attiva che ordinadiverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune. Ogni concetto svolge quindi unafunzione unificatrice o sintetica.

    CONCETTIEMPIRICIECONCETTIPURI. I primi sono quelli costruiti con materiali ricavatidall'esperienza (cio dalle sensazioni). I secondi sono quelli ai quali non si mescola alcunasensazione, ossia quelli la cui origine risiede esclusivamente nell'intelletto.

    CATEGORIE. Sono i concetti puri, cio quei concetti basilari della mente che rappresentano lesupreme funzioni unificatrici dell'intelletto. In altre parole, le categorie sono le varie maniere concui l'intelletto unifica a priori, nei giudizi, le molteplici intuizioni empiriche della sensibilit.Detto nei termini pi complessi di Kant: Esse sono concetti di un oggetto in generale, mediantei quali l'intuizione di esso considerata come determinata rispetto ad una delle funzioni logichedel giudicare.

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    GIUDIZIECATEGORIE. Pensare per concetti e giudicare sono, per Kant, la stessa cosa. Infatti,ordinare diverse rappresentazioni sotto una rappresentazione comune significa, di fatto,sussumere un certo soggetto sotto un certo predicato. Ad es. nel giudizio ogni metallo uncorpo noi unifichiamo mediante il concetto generale di "corpo" le molteplici rappresentazioni

    dei metalli, ovvero riportiamo il soggetto "metallo" sotto il predicato "corpo". N.B. (1) Le 12categorie, in ultima analisi, non sono che le maniere universali e necessarie (= a priori) tramitecui un predicato viene riferito ad un soggetto. N.B. (2) La connessione fra giudizi e categorie,cio la corrispondenza tra le forme del giudizio e quelle dell'intelletto, rappresenta anche il filoconduttore di cui si serve Kant per ricavare la sua tavola delle categorie.

    DEDUZIONETRASCENDENTALE(Transzendental Deduction). Kant trae il termine "deduzione" dallinguaggio giuridico, nel quale significa la dimostrazione della legittimit della pretesa che siavanza: Quando parlano di legittimit e pretese, i giudici distinguono in ogni dibattito giuridicola questione concernente ci che di diritto (quid iuris) dalla questione di fatto (quid facti), edesigendo la dimostrazione per l'uno e per l'altro punto, chiamano la relativa al primo quellacio che deve dimostrare la legittimit o anche la pretesa giuridica deduzione. Per analogia,Kant chiama deduzione trascendentale delle categorie la giustificazione della loropretesa di valere per degli oggetti che non sono prodotti o creati dall'intelletto medesimo: Laspiegazione del come i concetti a priori si possano riferire ad oggetti costituisce ci che iochiamo la deduzione trascendentale dei medesimi, Qui emerge dunque una difficolt che nonabbiamo incontrato nel campo della sensibilit: in qual modo, cio, le condizioni soggettive delpensiero debbano avere una validit oggettiva.... Ridotta all'osso, la soluzione kantiana consistenel mostrare come gli oggetti dell'esperienza non sarebbero tali se non fossero pensati dall'iopenso e dai concetti puri (= le categorie) attraverso cui opera la sua attivit unificatrice. Il cheequivale a dire che la natura fenomenica obbedisce necessariamente alle categorie. N.B. (1) PerKant non esiste un'unica deduzione trascendentale, ma tante deduzioni quanti sono i campi cuiappartengono gli oggetti da dedurre. La pi importante di tutte le deduzioni comunque quellariguardante le categorie. N.B. (2) Kant si sempre attenuto al significato preciso della paroladeduzione, pur con qualche oscillazione terminologica. Ad es., egli ha parlato talora, con scarsacoerenza, di deduzione empirica (la quale, concernendo una questione di fatto, ossial'acquisizione di un concetto per mezzo dell'esperienza, non pu dirsi, propriamente, unadeduzione). Analogamente, sia pure in un unico luogo della sua opera, ha accennato ad unapresunta deduzione metafisica delle categorie, intendendo, con essa, la redazione dell'elencodei concetti puri. Redazione che riguarda anch'essa una questione di fatto e che rende quindi lostesso concetto di deduzione metafisica palesemente contraddittorio (P. Chiodi). Tant' veroche noi non possiamo legittimare il fatto di possedere proprio queste categorie e non altre, madobbiamo semplicemente limitarci ad una constatazione (sia pure "ragionata") di esso. N.B. (3)La deduzione trascendentale non consiste solo nel fondare sul soggetto, anzich sull'oggetto, lavalidit delle categorie, ma nell'intendere lo stesso fondamento del sapere in termini di possibilite di limiti, cio conformemente al modo di essere dell'uomo. Del resto, lo stesso problema delladeduzione non fa che presupporre quel carattere finito dell'io e della conoscenza umana su cui hainsistito soprattutto l'interpretazione esistenzialistica.

    IOPENSO (Ich denke). quel centro mentale unificatore, di cui sono funzioni le categorie, cheKant denomina anche con i termini affini di autocoscienza o appercezione (dal fr.s'apercevoir, "accorgersi di"). Sintesi di tutte le sintesi, l'io penso, che deve poter accompagnaretutte le mie rappresentazioni, rappresenta quella suprema garanzia dell'oggettivit della

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    conoscenza che si incarna nell'uso della copula e in senso oggettivo (= universale e necessario).N.B. (1) L'io penso ha un carattere puramente funzionale o formale e si configura come lasemplice possibilit dell'esperienza. N.B. (2) Dell'io penso noi abbiamo, propriamente, coscienzama non conoscenza.

    L'IDEALISMO

    E

    LA

    SUA

    CONFUTAZIONE

    . Secondo Kant l'idealismo la teoria che consideral'esistenza degli oggetti nello spazio fuori di noi o semplicemente dubbia e indimostrabile o falsae impossibile; il primo quello problematico di Cartesio [...]. Il secondo l'idealismo dogmaticodi Berkeley.... Kant chiama materiale tale idealismo, per distinguerlo dal proprio idealismotrascendentale o formale, che, pur proclamando l'idealit trascendentale dello spazio, del tempo edelle categorie, si accompagna ad un realismo empirico per il quale sono consapevole dellarealt dei corpi come fenomeni esterni, nello spazio, allo stesso modo in cui, per mezzo dellaesperienza interna, sono consapevole della esistenza della mia anima nel tempo. Da ci quellacaratteristica confutazione dell'idealismo che Kant ha aggiunto nella seconda edizione dellaCritica, insistendo sul fatto che l'interiorit non pu venir concepita senza l'esteriorit, in quantola nostra esperienza interna dipende da qualcosa di permanente che si trova al di fuori di essa.

    IMMAGINAZIONEPRODUTTIVA. In generale, per immaginazione i filosofi hanno inteso la possibilit dievocare o produrre immagini indipendentemente dalla presenza dell'oggetto cui si riferiscono.Kant la definisce come il potere di rappresentare un oggetto, anche senza la sua presenzanell'intuizione e la distingue in immaginazione riproduttiva, che si limita semplicemente a ri-produrre nell'animo intuizioni empiriche gi avute secondo le leggi empirichedell'associazione, e in immaginazione produttiva, che quell'attivit spontanea (donde il nomedi "produttiva") capace di determinare a priori la sensibilit [...] in conformit alle categorie.Da questo punto di vista, l'immaginazione produttiva si configura come la facolt di produrre apriori le condizioni dell'intuizione sensibile, ovvero come il potere di apprestare, per ognicategoria, un determinato schema. N.B. In generale, nella Ragion pura, l'immaginazioneproduttiva si configura quindi al di l delle oscurit testuali e della problematicit intrinseca delconcetto, che ha fatto discutere, a torto o a ragione, gli interpreti come la facolt di produrre apriori determinazioni formali dello spazio e del tempo, secondo una regola dell'intelletto.

    SCHEMA. Rappresentazione intuitiva di un concetto (puro o empirico), ovvero regola dell'intellettoper determinare l'intuizione (pura o empirica) in conformit ad un concetto. Detto con altreparole ancora, lo schema una rappresentazione che concettualizza le intuizioni o rende intuitivii concetti secondo una regola universale. N.B. A differenza dell'immagine, che sempreparticolare, lo schema ha una portata universale. Ad es. lo schema di un triangolo,contrariamente alla semplice immagine, vale per ogni triangolo, sia esso rettangolo o di altrogenere.

    SCHEMITRASCENDENTALI. Sono la rappresentazione intuitivo-temporale delle categorie, ovvero leregole tramite cui l'intelletto ordina a priori il tempo secondo determinate forme checorrispondono alle varie categorie. Gli schemi sono dunque determinazioni a priori del temposecondo regole che fungono da terzo termine fra intuizioni e concetti: chiaro che ci deveessere qualcosa di intermedio, che risulti omogeneo da un lato con la categoria e dall'altro colfenomeno, affinch si renda possibile l'applicazione della prima al secondo. Questarappresentazione intermedia deve essere pura (senza elementi empirici) e, tuttavia, per un versointellettuale e per l'altro sensibile; essa lo schema trascendentale.

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    PRINCPIDELL'INTELLETTOPURO. Sono quegli enunciati o proposizioni fondamentali (Grundstze)che fungono da regole dell'uso oggettivo delle categorie e che rappresentano quindi, al tempostesso, le leggi supreme dell'esperienza e gli assiomi di fondo della scienza: tutti i princpidell'intelletto puro altro non sono che i princpi a priori della possibilit dell'esperienza, allaquale soltanto si riferiscono anche tutte le proposizioni sintetiche a priori. Kant li divide, sulla

    base della tavola delle categorie, in assiomi dell'intuizione, anticipazioni della percezione,analogie dell'esperienza e postulati del pensiero empirico in generale.

    NATURA. In senso generale la conformit a leggi dei fenomeni, cio quell'ordine necessario euniversale (natura in senso formale) che sta alla base dell'insieme di tutti i fenomeni (natura insenso materiale). Tale ordine necessario deriva, come ben sappiamo, dall'io penso, il quale dunque il legislatore della natura.

    L'IOLEGISLATOREDELLANATURA. la formula che riassume il senso profondo della rivoluzionecopernicana attuata da Kant in filosofia: l'intelletto non attinge le sue leggi (a priori) dallanatura, ma le prescrive ad essa. N.B. Dall'io penso e dalle categorie si possono derivare soltantole leggi che regolano la natura in generale. Le leggi particolari, invece, sono trattedall'esperienza.

    AMBITID'USODELLECATEGORIE. Le categorie, essendo la facolt logica di unificare il molteplicedella sensibilit, funzionano solo in rapporto al materiale che esse organizzano, ovvero inconnessione con le intuizioni spazio-temporali cui si applicano: tutti i concetti, e assieme a lorotutti i principi, pur essendo possibili a priori, si riferiscono a intuizioni empiriche ossia a dati perl'esperienza possibile. Senza di ci non posseggono validit oggettiva di alcun genere,riducendosi ad un semplice gioco di rappresentazioni.... Questo principio, il quale postula unadistinzione fra "pensare" e "conoscere", esclude che le categorie abbiano un uso trascendentale,per il quale vengono riferite alle cose in generale ed in se stesse; ed implica che il loro unico usopossibile sia quello empirico.

    PENSAREECONOSCERE: pensare un oggetto e conoscere un oggetto sono due cose ben diverse. Laconoscenza richiede infatti due elementi: prima di tutto il concetto per cui un oggetto ingenerale pensato (la categoria); e in secondo luogo l'intuizione, per cui un oggetto dato; seinfatti al concetto non potesse esser data una corrispondente intuizione, esso sarebbe un pensierosolo rispetto alla forma; ma del tutto privo di oggetto e per suo mezzo non sarebbe possibile laconoscenza di nessun oggetto....

    NOUMENO (dal gr. nomenon "ci che pensato", deriv. di noin, "percepire con la mente"). lacosa in s in quanto oggetto di una (ipotetica) conoscenza intellettuale pura. Kant distingue fraun significato negativo ed uno positivo: Se diamo il nome di noumeno a qualcosa in quanto non oggetto della nostra intuizione sensibile, in quanto cio facciamo astrazione dal nostro modo diintuirlo, si ha allora un noumeno in senso negativo. Ma se intendiamo invece designare l'oggettodi un'intuizione non sensibile, presupponiamo allora una particolare specie di intuizione, ossial'intuizione intellettuale, che non ci appartiene e di cui non possiamo comprendere neppure lapossibilit; si ha allora il noumeno in senso positivo. N.B. Proprio perch l'uomo non dotatodi una intuizione intellettuale e proprio perch il territorio che si estende al di l della sfera deifenomeni (per noi) vuoto, l'unico uso legittimo quello che lo assimila ad un concetto-limite(Grenzbegriff) di uso negativo, atto a circoscrivere le pretese della sensibilit.

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    INTUIZIONEINTELLETTUALE. quella propria di un Essere (= Dio) rispetto a cui gli oggetti non sonodati, come avviene nell'intuizione sensibile che propria dell'uomo, bens creati e quindi coltiintellettualmente come tali, ovvero come cose in s e non come fenomeni.

    DIALETTICA TRASCENDENTALEDIALETTICA. Termine che in Kant assume il significato negativo di logica della parvenza, ossiadi un'Arte sofistica di dare alla propria ignoranza, anzi alle proprie volute illusioni, l'aspettodella verit, contraffacendo il metodo del pensiero fondato.

    PARVENZA(Schein). Apparenza illusoria. Da non confondersi con l' apparenza (Erscheinung)che propria del fenomeno (Phnomenon) nel senso positivo del termine: Cadrei in un graveerrore avverte Kant se trasformassi in una semplice parvenza ci che debbo invececonsiderare come un fenomeno. N.B. Traducendo Schein con apparenza (Gentile), se neaccentua indebitamente il significato positivo, mentre traducendo con illusione (Colli) se neaccentua troppo quello negativo. Il termine parvenza (Chiodi) ha il vantaggio di ovviare a taliunilateralit.

    DIALETTICATRASCENDENTALE. la seconda parte della Logica trascendentale, in cui si illustrano, einsieme si confutano, gli errori in cui incorre la ragione nel suo uso iperfisico. N.B. TaleDialettica, avverte Kant, si appagher dello svelamento della parvenza dei giudizitrascendenti. Tuttavia essa non sar mai in grado di operare il dissolvimento di questaparvenza, facendo s che essa cessi di presentarsi. Infatti, precisa Kant, In questo caso sitratta di un'illusione assolutamente inevitabile, come inevitabile che il mare ci appaia pi alto inlontananza che alla spiaggia, poich nel , primo caso lo vediamo attraverso raggi pi alti che nelsecondo; oppure, meglio ancora, come non c' astronomo in grado di far s che la luna non gliappaia pi grande nel suo sorgere....

    IDEETRASCENDENTALI. Sono i concetti puri della ragione. Rifacendosi alla terminologiaplatonica, Kant intende per idea una perfezione non reale, ovvero che trascenda la possibilitdell'esperienza. Le tre idee che Kant enumera come oggetti necessari della ragione sonoanima, mondo e Dio. Ad esse corrispondono quelle tre pseudo-scienze che sono la psicologiarazionale, la cosmologia razionale e la teologia razionale o naturale. N.B. Le idee sonoespressioni diverse, ma connesse, di quell'unica tendenza all'incondizionato o all'assoluto che propria della ragione: le idee trascendentali non servono che a salire nella serie delle condizionifino all'incondizionato....

    PSICOLOGIARAZIONALE. fondata su di un "paralogismi", cio un ragionamento errato, che consistenell'applicare la categoria di sostanza all'io penso, trasformandolo in una realt permanentechiamata "anima". In realt poich l'io penso costituisce una semplice unit formale attraversocui null'altro viene rappresentato che un soggetto trascendentale dei pensieri =X, ad esso nonrisulta applicabile nessuna categoria e nessun valore positivo, del tipo immateriale,incorruttibile, immortale ecc.

    COSMOLOGIARAZIONALE. Ha per oggetto il mondo o il cosmo, cio la totalit incondizionata deifenomeni: la parola cosmo, presa in senso trascendentale, sta ad indicare la totalit assolutadelle cose esistenti. E poich un'idea di questo tipo trascende necessariamente l'esperienza, essa

  • 7/30/2019 Glossario della ragion pura

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    risulta illegittima, come testimoniano le antinomie cui essa d luogo.

    ANTINOMIE(dal gr. anti "contro" e nmos "legge" = contrasto di leggi). Termine usato da Kant perindicare il conflitto in cui la ragione viene a trovarsi con se stessa quando nella cosmologiarazionale fa uso della nozione di mondo. In particolare, le antinomie si concretizzano in coppie di

    affermazioni opposte, dove l'una (la tesi) afferma e l'altra (l'antitesi) nega, ma tra le quali non possibile decidere. Le antinomie dimostrano l'illegittimit dell'idea di mondo. N.B. Le prime dueantinomie sono dette "matematiche", perch concernono il cosmo dal punto di vista dellecategorie di quantit e di qualit (cfr. i primi due princpi dell'intelletto puro), la terza e la quartasono dette "dinamiche" perch concernono il cosmo dal punto di vista delle categorie di relazionee di modalit (cfr. gli ultimi due princpi dell'intelletto puro) ed implicano un movimento logicodi risalita dal condizionato all'incondizionato.

    TEOLOGIARAZIONALE. Ha per oggetto Dio, che secondo Kant rappresenta l'"ideale" della ragionpura, cio quel supremo "modello" personificato di ogni realt o perfezione che i filosofi hannodesignato come essere originario, essere supremo ed essere degli esseri, concependoloappunto ( l'Ens realissimum degli scolastici) come il modello (prottypon) di tutte le cose, lequali tutte, in quanto copie inadeguate (ctypa), traggono da quello la materia della loropossibilit e, per quanto gli si avvicinano, restano tuttavia lontane dal raggiungerlo. Ora, poichtale ideale non ci dice ancora nulla circa la sua realt effettiva, la tradizione ha elaborato unaserie di prove dell'esistenza di Dio, che Kant raggruppa in tre classi: prova ontologica,cosmologica e fisico-teologica. Il limite di queste prove (per la trattazione analitica delle qualicfr. il testo) consiste nel fatto che esse presuppongono tutte la logica dell'argomento ontologico,ossia la pretesa di derivare, da semplici idee, delle realt. Ma il gioco di prestigio, aveva giavvertito Kant nell'Analitica, con cui si sostituisce alla possibilit logica del concetto (che non in contraddizione con se stesso) la possibilit trascendentale delle cose (dove al concettocorrisponde un oggetto), pu ingannare e soddisfare soltanto gli inesperti.

    FUNZIONEREGOLATIVA. l'uso di una facolt non per costituire la conoscenza di un oggetto, masemplicemente per guidarla. Tale il caso delle idee trascendentali, che, pur non potendo essereusate per conoscere gli oggetti cui si riferiscono, servono ad indirizzare la ricerca umana versoquella completezza ideale che esse incarnano: lo asserisco dunque che le idee trascendentalisono inadatte a qualsiasi uso costitutivo, per cui debbano fornire concetti di oggetti [...]. Essehanno per un uso regolativo vantaggioso e imprescindibile, consistente nel dirigere l'intellettoverso [...] un punto che pur essendo null'altro che un'idea (focus imaginarius) [...] servetuttavia a conferire a tali concetti la massima unit ed estensione possibile.

    METAFISICA. Respinta la vecchia metafisica dogmatica, Kant teorizza la possibilit di una nuovametafisica scientifica o critica (e quindi trascendentale) avente come oggetto specifico distudio i principi a priori del conoscere e dell'agire. La prima detta metafisica della natura ecomprende tutti i principi razionali puri [...] relativi alla conoscenza teoretica di tutte le cose.La seconda detta metafisica dei costumi e comprende i princpi che determinano a priori, erendono necessario, cos il fare come il non fare.