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NEWS GREEN BRAND L U C A P R I N T G R O U P H O U S E M A G A Z I N E ANNO 1 - NUMERO 2 L’ABITO FA’ IL MONACO LO SCAFFALE COME UN ALBERO DI FRUTTI EDITORIALE dice un celebre proverbio. La stessa cosa vale anche per il vino? Nella maggior parte dei casi, sì. Nessuno può mettere in dubbio che la qualità del contenuto su- pera di gran lunga per importan- za l’estetica della confezione. Eppure, soprattutto in un mer- cato fortemente concorrenzia- le come quello enologico, le cose non sono così semplici. Anche l’occhio vuole la sua par- te e negli ultimi anni le aziende del vino e dei distillati si stanno accorgendo che una buona “pre- sentazione” aiuta a vendere. Questo numero del nostro ma- gazine che esce in occasione del- la 45° edizione del Vinitaly, sarà proprio dedicato al mondo del Wine and Spirits. Ci auguriamo possa fornire qual- che nuovo stimolo e riflessione al mondo del packaging per que- sto settore così importante per la nostra economia ed il nostro territorio. Un brindisi a tutti voi! Alberto Luca Presidente Lucaprint Group Non essendo un esperto specifico di packaging, trovo difficile formulare un pensiero a tal proposito senza proietta- re il packaging - in quanto strumento di comunicazione fra i più comuni - in un contesto più ampio nel quale valutarlo, condividendo alcune riflessioni più ge- neriche sul mondo del comunicare. L’approccio che mi viene più istintivo nel riflettere su questo argomento è quello di dividere in due aree dai confini non del tutto netti, le regole e le motivazioni con le quali si possa pensare di produrre un buon progetto. La prima delle due aree è quella più istintiva, oserei dire quasi “atavica”: la stessa che ci fa scegliere un frutto da un albero senza averlo assaggiato, ma solo per quello che la sua forma, il suo colore ci comunicano. Chi crede nell’efficienza del buon packa- ging crede in un rapporto tra uomo-de- siderio-scelta che è vecchio quanto l’uo- mo. Solo che siamo passati dall’albero allo scaffale. La seconda area è decisamente meno istintiva, e trova i propri valori nella cul- tura (differente a seconda dei territori) e nella scientificità dell’approccio al progetto. Rapporto tra cromie e prodotti diversi, equilibri tra spazi descrittivi e spazi più emotivi, innovazioni tecnolo- giche, “family feeling”, ecc… sono tutti approcci al progetto calcolati con consa- pevolezza e sapienza. Capire dove queste aree si incrociano è la vera sfida interessante. Quanto la cultura di un Paese nei con- fronti di un determinato prodotto è im- permeabile all’innovazione, e perché? È l’istinto o l’abitudine a farmi percepire quel segno o quel colore appartenente ad una determinata fascia di prodotto? Sono stato per un anno Presidente del- la giuria del Concorso Internazionale di Packaging di Vinitaly e devo dire che la media dei progetti italiani mi ha deluso molto: o legata alla tradizione nel modo più consueto, o trasgressiva senza logi- ca alcuna. Diversa è invece stata la mia valuta- zione per l’”abito” di molti dei vini che arrivano dai mercati emergenti (vini cileni, australiani, ecc…) ch’eppur co- minciano a vendersi sempre più in Ita- lia. Come possiamo interpretare questo? Possibile che il consumatore comprenda ed apprezzi codici diversi per prodotti provenienti da altri Paesi, ma penalizzi il medesimo atteggiamento se adottato da aziende italiane? O si tratta di un retag- gio culturale che inchioda le aziende ed i designers del nostro Paese? Questo che cito è ovviamente solo un esempio, che meriterebbe un ulteriore ed ampio approfondimento, ma credo comunque che esso valga, nel nocciolo del suo senso, anche per altri mercati. Alla Facci & Pollini abbiamo recentemen- te realizzato il packaging per una nuova linea di prodotti per il quale abbiamo de- ciso di rischiare un po’, rompendo alcuni schemi che dominavano gli scaffali. Il prodotto ha riscosso un ottimo successo, senza dubbio per importante merito an- che del nuovo packaging. Ovviamente ogni progetto va contestua- lizzato nell’ambito di diverse sensibilità, opportunità e soprattutto nel rispetto dei calcoli di rischio. Consegniamo in questi giorni il progetto definitivo della bottiglia ufficiale per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia (disegnata in collaborazione con Aldo Cibic): un progetto per il quale non si può certo dire che l’innovazione fosse il primo valore da esprimere. Eppure, an- che in questo prospetto, abbiamo inseri- to dei segnali di rottura. Vedremo come la penserà il nostro Presi- dente Giorgio Napolitano. Riccardo Facci Presidente Facci & Pollini Facci & Pollini Agenzia creativa fondata da Riccardo Facci, con sedi a Vicenza, Parigi e Milano. Nel suo portfolio marchi e clienti del calibro di Geox, Gruppo Benetton, Gruppo Riello, Bormioli, Chanel, Caron Paris, Dior Parfums, Expo 2015, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Panasonic Italia, Volkswagen Group, Vodafone Italia, Veronafiere. Chi crede nell’efficienza del buon packaging crede in un rapporto tra uomo- desiderio-scelta che è vecchio quanto l’uomo. WWW.LUCAPRINTGROUP.IT

GREEN BRANDbackend@@news@… · pera di gran lunga per importan-za l’estetica della confezione. ... L’evoluzione della Grappa negli ultimi cinquant’anni si deve alla passione

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NEWSG R E E N B R A N D

L U C A P R I N T G R O U P H O U S E M A G A Z I N E

ANNO 1 - NUMERO 2

L’AbitO fA’ iL MONAcO

LO SCAFFALE COME UN ALBERO DI FRUTTI

EDitORiALE

dice un celebre proverbio.

La stessa cosa vale anche per il

vino?

Nella maggior parte dei casi, sì.

Nessuno può mettere in dubbio

che la qualità del contenuto su-

pera di gran lunga per importan-

za l’estetica della confezione.

Eppure, soprattutto in un mer-

cato fortemente concorrenzia-

le come quello enologico, le cose

non sono così semplici.

Anche l’occhio vuole la sua par-

te e negli ultimi anni le aziende

del vino e dei distillati si stanno

accorgendo che una buona “pre-

sentazione” aiuta a vendere.

Questo numero del nostro ma-

gazine che esce in occasione del-

la 45° edizione del Vinitaly, sarà

proprio dedicato al mondo del

Wine and Spirits.

Ci auguriamo possa fornire qual-

che nuovo stimolo e riflessione

al mondo del packaging per que-

sto settore così importante per

la nostra economia ed il nostro

territorio.

Un brindisi a tutti voi!

Alberto LucaPresidenteLucaprint Group

Non essendo un esperto specifico di packaging, trovo difficile formulare un pensiero a tal proposito senza proietta-re il packaging - in quanto strumento di comunicazione fra i più comuni - in un contesto più ampio nel quale valutarlo, condividendo alcune riflessioni più ge-neriche sul mondo del comunicare.

L’approccio che mi viene più istintivo nel riflettere su questo argomento è quello di dividere in due aree dai confini non del tutto netti, le regole e le motivazioni con le quali si possa pensare di produrre un buon progetto. La prima delle due aree è quella più istintiva, oserei dire quasi “atavica”: la stessa che ci fa scegliere un frutto da un albero senza averlo assaggiato, ma solo per quello che la sua forma, il suo colore ci comunicano. Chi crede nell’efficienza del buon packa-ging crede in un rapporto tra uomo-de-siderio-scelta che è vecchio quanto l’uo-mo. Solo che siamo passati dall’albero allo scaffale. La seconda area è decisamente meno istintiva, e trova i propri valori nella cul-tura (differente a seconda dei territori) e nella scientificità dell’approccio al progetto. Rapporto tra cromie e prodotti diversi, equilibri tra spazi descrittivi e

spazi più emotivi, innovazioni tecnolo-giche, “family feeling”, ecc… sono tutti approcci al progetto calcolati con consa-pevolezza e sapienza. Capire dove queste aree si incrociano è la vera sfida interessante.

Quanto la cultura di un Paese nei con-fronti di un determinato prodotto è im-permeabile all’innovazione, e perché? È l’istinto o l’abitudine a farmi percepire quel segno o quel colore appartenente ad una determinata fascia di prodotto? Sono stato per un anno Presidente del-la giuria del Concorso Internazionale di Packaging di Vinitaly e devo dire che la media dei progetti italiani mi ha deluso molto: o legata alla tradizione nel modo più consueto, o trasgressiva senza logi-ca alcuna. Diversa è invece stata la mia valuta-zione per l’”abito” di molti dei vini che arrivano dai mercati emergenti (vini

cileni, australiani, ecc…) ch’eppur co-minciano a vendersi sempre più in Ita-lia. Come possiamo interpretare questo? Possibile che il consumatore comprenda ed apprezzi codici diversi per prodotti provenienti da altri Paesi, ma penalizzi il medesimo atteggiamento se adottato da aziende italiane? O si tratta di un retag-gio culturale che inchioda le aziende ed i designers del nostro Paese?

Questo che cito è ovviamente solo un esempio, che meriterebbe un ulteriore ed ampio approfondimento, ma credo comunque che esso valga, nel nocciolo del suo senso, anche per altri mercati. Alla Facci & Pollini abbiamo recentemen-te realizzato il packaging per una nuova linea di prodotti per il quale abbiamo de-ciso di rischiare un po’, rompendo alcuni schemi che dominavano gli scaffali. Il prodotto ha riscosso un ottimo successo, senza dubbio per importante merito an-che del nuovo packaging. Ovviamente ogni progetto va contestua-lizzato nell’ambito di diverse sensibilità, opportunità e soprattutto nel rispetto dei calcoli di rischio.

Consegniamo in questi giorni il progetto definitivo della bottiglia ufficiale per le Celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia (disegnata in collaborazione con Aldo Cibic): un progetto per il quale non si può certo dire che l’innovazione fosse il primo valore da esprimere. Eppure, an-che in questo prospetto, abbiamo inseri-to dei segnali di rottura. Vedremo come la penserà il nostro Presi-dente Giorgio Napolitano.

Riccardo FacciPresidente Facci & Pollini

Facci & PolliniAgenzia creativa fondata da Riccardo Facci, con sedi a Vicenza, Parigi e Milano. Nel suo portfolio marchi e clienti del calibro di Geox, Gruppo Benetton, Gruppo Riello, Bormioli, Chanel, Caron Paris, Dior Parfums, Expo 2015, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Panasonic Italia, Volkswagen Group, Vodafone Italia, Veronafiere.

Chi crede nell’efficienza del buon packaging crede in un rapporto tra uomo-

desiderio-scelta che è vecchio quanto l’uomo.

w w w . L U c A p R i N t g R O U p . i t

Il packaging implica lo sviluppo di un contenitore e di una veste grafica per un articolo.La confezione è una parte importantis-sima per il prodotto, in quanto può ren-derlo più semplice da usare, più facile da identificare, più bello.

Numerose case vinicole e marche di di-stillati - tra i quali Nonino Distillatori, Nardini, Domenis, Bonaventura Ma-schio, Vinnaioli Jermann, Casa Vinicola Antonutti - si sono rivolti a noi di Sa.Ge.Print, società del gruppo specializza-ta nel packaging for wine and spirits, per studiare e realizzare “confezioni su misura”, capaci di valorizzare ulterior-mente il prestigio dei loro brand.

Il settore wine and spirits utilizza sicu-ramente un sistema di comunicazione tra i più evoluti e raffinati, in cui il packaging occupa un ruolo fondamen-tale per quanto riguarda l’immagine e i valori che si vogliono trasmettere.

Un imballaggio appropriato può aiutare un prodotto ad essere più riconoscibile sul mercato, un package innovativo

CONFEZIONI SU MISURA

w w w . L U c A p R i N t g R O U p . i t

In una società come la nostra, dove la moda è più di un fenomeno effimero, dove la persona attraverso l’abito può dire di sé più di quanto appare, l’im-portanza dell’involucro del prodotto è fondamentale.

Studi recenti hanno confermato che molte persone, quando non conoscono un prodotto, orientano la loro scelta giudicando la sua confezione.

Prodotti con un’estetica migliore, più accattivante, riescono a colpire l’atten-zione dell’acquirente.La veste con cui il prodotto si presen-ta al consumatore finale influenza molto, alcune volte più dell’effettiva

qualità del prodotto, soprattutto in un target molto giovane.Il packaging, quindi, diventa un fon-damentale veicolo di comunicazione, soprattutto in punti vendita a self-service.

Almeno per il consumatore poco infor-mato, è basilare il colpo d’occhio nel punto vendita, ossia il primo impatto offerto dal prodotto.

Per il compratore il packaging è rile-vante anche per poter scegliere in fun-zione delle diverse occasioni d’uso del prodotto, come ad esempio l’utilizzo quotidiano, la serata conviviale o l’oc-casione importante.

La veste con cui il prodotto si presenta al consumatore finale influenza molto, alcune volte più dell’effettiva qualità del prodotto, sopratutto in un target molto giovane.

Lucaprint GroupLucaprint Group opera nel settore grafico-cartotecnico: realizza astucci, contenitori pieghevoli, cartelli vetrina ed espositori in cartoncino teso o accoppiato.

Il Gruppo è costituto da Lucaprint Spa, Sa.ge.Print Spa e WorkUp Srl, con sedi in Veneto ed in Friuli.

E’ presente sul mercato del wine and spirits da più di cinquant’anni e fornisce alcuni dei più prestigiosi marchi italiani.

migliorare l’immagine che il consuma-tore ha di quel prodotto o renderne più sicuro l’utilizzo, una confezione multi-pla può renderlo più conveniente.

Astucci, cofanetti, bag in box, espo-sitori, in ogni prodotto ricerchiamo la personalizzazione estrema, la massima funzionalità e uno stile ineccepibile, re-alizzando per i nostri clienti soluzioni in linea con le loro esigenze più avanzate.

Claudia VersolatoDirezione CommercialeSa.Ge.Print

w w w . L U c A p R i N t g R O U p . i t

Come si è evoluto il prodotto “grap-pa” oggi rispetto a cinquant’anni fa?

L’evoluzione della Grappa negli ultimi cinquant’anni si deve alla passione di Giannola e Benito Nonino.

Alla fine degli anni ‘60, rendendosi conto che la grappa era considerata una “forma tascabile di riscaldamento dei contadini del nord Italia e che gli italiani più in e la maggior parte de-gli stranieri la disdegnavano” (31 di-cembre 1997 - New York Times), han-no iniziato a fare sperimentazione per riuscire a elevare qualitativamente la grappa. Si sono resi subito conto che era fondamentale selezionare solo le vinacce fresche e fare una fermentazio-ne controllata, seguita da una rigorosa distillazione con il metodo discontinuo a vapore.

Il risultato è stato che nel 1973 han-no inventato la Grappa Monovitigno®, nella quale si potevano ritrovare i pro-fumi e i sapori dei vitigni d’origine, ini-ziando con il Picolit che era il vitigno più nobile e prezioso del Friuli.

Come descrivereste il vostro cliente. Quali particolarità cerca nella grappa Nonino?

Il consumatore sa di trovare nella Grap-pa Nonino una qualità unica e straor-dinaria.La famiglia Nonino imbottiglia esclu-sivamente grappe distillate con me-todo artigianale nei propri alambicchi e, le grappe invecchiate in barriques vengono imbottigliate dopo un invec-chiamento naturale senza aggiunta di

della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi come “veri ambasciatori della grappa nel mondo“, al New York Times che ha dedicato alla storia della grappa Noni-no un’ intera pagina nel 2003, quando abbiamo festeggiato i Trent’anni della creazione della grappa Monovitigno®; nessuna altra azienda italiana aveva avuto tale riconoscimento!

L’importanza del packaging: fonda-mentale veicolo di comunicazione o semplice estetica della confezione?

Una delle innovazioni di marketing spontaneo apportato da mia madre, nel 1973, è stato proprio l’aver intuito che, per far capire al consumatore che la grappa Monovitigno® Nonino era diversa da tutte le altre, doveva uti-lizzare una bottiglia e una confezione che facesse percepire al primo sguardo

aromi e caramello.Quello che dichiariamo in etichetta il consumatore può venire a verificarlo direttamente da noi, in distilleria, in particolare durante il periodo di distil-lazione che coincide con il periodo delle vendemmie. A differenza della maggior parte delle distillerie, che insilano la vi-naccia, noi distilliamo la materia prima fresca per mantenere intatti i profumi dei vitigni d’origine ed evitare la deme-tilizzazione che rovinerebbe e impoveri-rebbe la grappa.

Quanto conta per la vostra azienda la comunicazione, e come viene utiliz-zata?

Quando si innova un prodotto, soprat-tutto dal punto di vista qualitativo, è molto importante far conoscere al consumatore quello che caratterizza il prodotto. Nel nostro caso è ciò che dif-ferenzia la Grappa Nonino da tutte le altre.

I nostri genitori non hanno mai fatto pub-blicità, ma sempre investito in ricerca e cercato un contatto diretto con il consu-matore sia tramite degustazioni, in diver-se parti d’Italia prima e del Mondo poi, sia invitando i nostri clienti a venire a trovar-ci a Percoto in distilleria, per verificare di persona come si produce una grappa di altissima qualità. Oggi mi sembra che questo viene definito virual marketing, un concetto di moda adesso, ma che la mia famiglia ha sempre utilizzato con passione per il desiderio di far conoscere la grappa Nonino di cui siamo orgogliosi.

Negli anni abbiamo ricevuto molti rico-noscimenti: dal Premio Leonardo Qua-lità Italia, consegnatoci dal Presidente

Nonino DistillatoriLa famiglia Nonino si dedica all’arte della distillazione fin dal 1897.

Nel 1973 Giannola e Benito Nonino rivoluzionano il sistema di produrre e presentare la grappa in Italia e nel mondo; distillano separatamente le vinacce dell’Uva Picolit e creano la Grappa Nonino Monovitigno®.

Oggi insieme alle figlie Antonella, Cristina ed Elisabetta portano avanti una tradizione di secoli con passione, rigore e determinazione.

iNtERViStA ad Antonella NoninoDirezione Marketing Nonino Distillatori

La famiglia Nonino imbottiglia esclusivamente grappe distillate con metodo artigianale

quanto fosse puro e prezioso il distillato in essa contenuto.Per la prima volta la grappa veniva proposta in un’ampolla soffiata a mano volante con etichetta millesimata, una carta d’identità assolutamente innova-tiva che indicava il Monovitigno® di provenienza.

Ma attenzione, è il contenuto che deve essere di qualità straordinaria. Oggi, più che mai, il consumatore cerca il massimo rapporto tra la qualità e il prezzo e aggiungiamo pure una grade-volezza estetica.

L’ARTE DELLA DISTILLAZIONE

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LUCAPRINT SPAVia A. de Gasperi, 2636060 Pianezze S. L. (VI) - ItaliaTel. +39 0424 478411Fax +39 0424 [email protected]

pe r s u g g e rim e n t i , in fo r m a z i o ni e c o n t rib u t i p otete s c ri v e re a p a c k n e w s @ l u c a p rin tg ro up . i t

SAGEPRINT SPAViale Lino Zanussi, 4

33170 Pordenone - ItaliaTel. +39 0434 513511

Fax +39 0434 [email protected]

Nuovo impianto automatico per il MagazzinoSi è completata l’installazione a Pianezze S.L. del nuovo magazzino compattato della Lucaprint.Capacità più che raddoppiata; maggiore praticità nello stoccare e prelevare la merce; organizzazione dei carichi in funzione della velocità di rotazione; prevenzione delle deformazioni del prodotto finito. Ecco alcuni dei principali vantaggi del nostro nuovo impianto con scaffalature mobili per un servizio logistico di qualità.

Prossimi appuntamenti

14 APRILE 2011OSCAR DELL’IMBALLAGGIO 2011Premiazione Quality DesignMilano (Italia)www.istitutoimballaggio.it

12-18 MAGGIO 2011INTERPACKProcesses & PackagingDusseldorf (Germania)www.interpack.com

15-16 GIUGNO 2011PACKAGING ALIMENTAREIncontri e convegni organizzati dall’Istituto Internazionale di Ricerca e dall’Istituto Italiano ImballaggioMilano (Italia)www.iir-italy.it

www.LUcApRiNtgROUp.it

EVENti

La più grande fiera dedicata al settore vinicolo. Ogni anno 4 mila espositori, provenienti da tutto il mondo, presentano il top della produzione. Cinque giorni di grandi eventi capaci di attrarre 153 mila professionisti del settore: degustazioni tecniche di vini e distillati, panoramiche sulle realtà vitivinicole delle diverse regioni italiane e un programma convegnistico, articolato in conferenze, forum e seminari, che affronta e approfondisce i temi dell’attualità facendo emergere le sfide e le prospettive per il futuro.

Tra queste vi segnaliamo l’International Packaging Competition, il concorso che premia il miglior abbi-gliaggio del vino, dei distillati provenienti da prodotti vitivinicoli e dei distillati o liquori a base di altra frutta diversa dall’uva. L’International Packaging Competition premia lo sforzo delle Aziende che investono in creatività per miglio-rare l’immagine. La 15^ Edizione ha visto in gara 203 campioni.

LUcApRiNt iNfORMA

Agenda

La più importante fiera specializzata per il settore del packaging e delle in-dustrie di processo si terrà a Düsseldorf dal 12 al 18 maggio. Sono attesi circa 2.700 espositori, provenien-

ti da 60 paesi diversi, che occuperanno tutti i 19 padiglioni del comprensorio fieristico di Düsseldorf. L’Interpack 2011 presenta soluzioni di packaging e di processo per aziende del settore alimentare e delle bevande, per l’industria dolciaria, per il comparto farmaceutico e cosmetico e per i prodotti non-food, materiali d’imballaggio, imballaggi e relativi sistemi di produzione.Lucaprint Group sarà presente nella Hall 14 Booth D09 della Mespic ed Imball, aziende emiliane che progettano e realizzano macchine e sistemi per il confezionamento.

Lucaprint a Interpack 2011