Upload
dinhtram
View
218
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Daniele Paganelli
Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente
Università di Pavia
GUIDA NATURALISTICA
La Lomellina, agricoltura e natura come conoscenza
I fattori abiotici
e gli organismi
Temperatura
Acqua – Umidità
Luce
Nutrienti
Ossigeno
pH
I fattori abiotici
2
FATTORI ABIOTICI
PER OGNI ORGANISMO L’AZIONE DEI FATTORI AMBIENTALI SOTTINTENDE RISPOSTE FISIOLOGICHE E ADATTATIVE DIVERSE DIFFICILE GENERALIZZAZIONE
E’ PERO’ CERTO CHE UN NUMERO LIMITATO DI ESSI SVOLGE UN RUOLO FONDAMENTALE UNIVERSALE PER PIANTE E ANIMALI
In ecologia è poco obiettivo parlare di fattori singoli si ha
sempre a che fare con interazioni di diversi fattori
3
I FATTORI ABIOTICI DEVONO ESSERE CONSIDERATI COME:
Sincronizzatori di ritmi endogeni
Induttori diretti o indiretti di ritmi esogeni
I BIORITMI SONO SINCRONIZZATI DALLE VARIAZIONI CICLICHE DELL’ENERGIA RICEVUTA DAGLI ECOSISTEMI:
VARIAZIONI TERMICHE
VARIAZIONI DI ILLUMINAZIONE comportano:
۰Variazioni nella ripartizione spaziale degli organismi ۰Variazione nella attività degli organismi ۰Variazioni nella produttività biologica
secondo periodicita’ giornaliere e stagionali.
4
DIVERSE ATTIVITA’ FISIOLOGICHE IN MOLTE SPECIE HANNO UNA PERIODICITA’ NICTEMERALE
I meccanismi che inducono questi fenomeni sono detti OROLOGI BIOLOGICI (con meccanismo endogeno)
RITMO CIRCADIANO = processo biologico ritmico a controllo endogeno il cui periodo medio è di 24 ore
LUCE = elemento sincronizzatore
5
RITMI CIRCADIANI NELL’UOMO:
ALTERNANZA VEGLIA/SONNO (si basa su un meccanismo
interno poco superiore alle 24 ore)
RITMO DI TEMPERATURA INTERNA
RITMO DI ATTIVITA’ CORTICO-SURRENALE
Si preferisce riservare il termine di NICTEMERALE per i fenomeni biologici che si svolgono seguendo la successione giorno/notte
ES: ritmi nictemerali di umidità, temperatura, pH, di gas disciolti nell’acqua
6
RITMI A PERIODICITA’ ANNUALE NELL’UOMO:
•funzionamento cardiaco
•Composizi\one del sangue (pH, tenore Hb e proteine plasmatiche max in estate)
•Ritmi stagionali di sensibilità alle malattie
•Deriva stagionale nel ritmo circadiano di escrezione dell’H2O e del K
7
FOTOPERIODISMO
Ritmo stagionale di piante ed animali, basato su una valutazione precisa delle variazioni di durata del giorno e della notte durante l’anno. ES: ۰canto degli uccelli sempre all’alba ۰migrazione degli uccelli ۰diapausa negli invertebrati ۰fioritura e caduta delle foglie
Piante LONGIDIURNE fioriscono in primavera
Piante BREVIDIURNE fioriscono in autunno
E’ la lunghezza del periodo senza luce che stimola le reazioni: l’interruzione di notti lunghe con brevi periodi di luce impedisce la fioritura in piante brevidiurne, mentre l’interruzione del giorno con brevi periodi di oscurità non sembra abbia effetto. 8
Valenza ecologica
Fattori limitanti
e
9
AMBIENTE FISICO
Fattori ABIOTICI: gravità, pressione, temperatura, luce, acqua, sostanze inorganiche nel suolo,…
Fattori BIOTICI: organismi viventi, che utilizzano energia per vincere le forze fisiche esterne
SISTEMI ECOLOGICI
FATTORE LIMITANTE
Un fattore ecologico essenziale per la vita svolge un ruolo LIMITANTE quando è assente o è sotto un minimo limite critico, oppure quando eccede il massimo livello tollerabile
10
LEGGE DEL MINIMO (Liebig, 1840)
Lo sviluppo di un organismo è condizionato dal meno abbondante dei fattori essenziali.
Es.: Zn molto raro nel suolo, richiesto in quantità piccolissime, ma indispensabile.
LEGGE DELLA TOLLERANZA (Shelford, 1913)
Un fattore può essere limitante anche quando è presente in eccesso
Es.: eccesso di O2 inibisce la fotosintesi.
11
LEGGE DELLA TOLLERANZA
12
LEGGE DEL MINIMO APPLICATA AGLI STADI DEL CICLO VITALE
I limiti di tolleranza variano al variare degli stadi del ciclo vitale:
LIMITI PIU’ RISTRETTI negli STADI BIOLOGICI PIU’ SENSIBILI (riproduzione, uova, larve, germogli, …)
Sono questi stadi che determinano la presenza/assenza di
una specie in un ambiente
Es.: riproduzione ancora legata ad un ambiente acquatico, per piante (PTERIDOFITE) ed animali (ANFIBI) già terrestri.
13
COROLLARI DELLA LEGGE DELLA TOLLERANZA
1) Gli organismi possono avere un intervallo di tolleranza ampio per alcuni fattori e limitato per altri
2) Se per una specie le condizioni non sono ottimali, per un fattore ecologico, i limiti di tolleranza possono ridursi anche per altri fattori ecologici. Es.: se nel terreno l’N è limitante, si riduce la resistenza delle piante alla siccità
3) INTERAZIONE dei FATTORI: l’intervallo di tolleranza relativo a un fattore può essere influenzato da altri fattori. Es.: alcune piante hanno una < richiesta di Zn quando crescono all’ombra
4) Gli organismi con ampi intervalli di tolleranza per tutti i fattori sono probabilmente quelli più ampiamente diffusi
14
Dal concetto di fattore limitante deriva quello di valenza ecologica, tanto più ampi sono i limiti di tolleranza tanto maggiore è la capacità di una specie di saturare ambienti differenti, cioè di accettare diverse condizioni ecologiche.
EURIECIA – STENOECIA
Specie EURIECIA: ad alta valenza ecologica (intervallo di tolleranza ampio) Specie STENOECIA: a bassa valenza ecologica (intervallo di tolleranza limitato)
15
TEMPERATURA: euriterma – stenoterma ACQUA: stenoidrica – euriidrica SALINITA’: stenoalina - eurialina CIBO: stenofaga – eurifaga CAPACITA’ ESPANSIVA NELLA BIOSFERA: stenotopa – euritopa
Specie UBIQUITARIE (Es. Musca domestica)
Specie STENOECIE possono essere EURITOPE:
Crostaceo Artemia salina negli
ambienti sovrassalati di tutto il mondo
Specie EURIECIE possono essere STENOTOPE:
Es.: Mammiferi con alta valenza ecologica, ma areale di distribuzione limitato (relativamente alla loro mole), es. tundra steppa.
16
VALENZA ECOLOGICA DELLA SPECIE è la somma dei diversi optimum di tolleranza
Si parla di “RAZZE ECOLOGICHE”; nel caso in cui non sia dimostrabile alcuna differenza genetica, è preferibile parlare
“GRUPPI ECOLOGICI” o “GRUPPI FISIOLOGICI”. 17
18
Temperatura nell’aria
19
La T dell’aria diminuisce in funzione dell’altitudine, secondo un gradiente che da 0,4 a 0,7°C per ogni 100 m di altezza.
Oltre che dall’altitudine la T dell’aria è profondamente influenzata: dai rilievi dalla pendenza dall’esposizione della stazione
La T dell’aria è uno di quegli elementi che determinano CLIMA
20
Importanza dei microclimi
21
INFLUENZA DELLA TEMPERATURA SULLA SUCCESSIONE LATIDUNALE E LONGITUDINALE DELLE FITO E ZOOCENOSI
Altri fattori ecologici intervengono a modificare la regolarità delle risposte - umidità
- tipo di substrato
A parità di latitudine assume importanza l’orografia con le
variazioni ad essa legate
A parità di orografia assumono importanza:
- l’esposizione - la vicinanza dei mari - il regime dei venti
A parità di latitudine e orografia assume importanza
(soprattutto per gli organismi vegetali) la roccia madre e il tipo di suolo
il complesso dei monti e delle catene montuose di una regione o di una parte della superficie terrestre.
22
INVERSIONE TERMICA
In estate l’aria a contatto con il suolo si riscalda e risale creando una circolazione d’aria calda e fredda. D’inverno l’aria fredda non più riscaldata dal suolo non riesce a risalire in quota ed in assenza di vento, se l’ambiente è umido forma nebbie e smog.
SUOLO
ESTATE
ARIA FREDDA
IN QUOTA
NEBBIE
E SMOG SUOLO
ARIA CALDA
ARIA FREDDA
INVERNO
23
24
La temperatura di un corpo è il suo stato termico considerato in rapporto alla sua capacità di trasmettere calore ad altri corpi.
E’ il fattore ecologico fondamentale perché: Correlato direttamente con tutti gli altri fattori L’organismo vivente è una macchina termica
I limiti della vita coincidono con un intervallo di temperatura molto ristretto: da -200°C a + 100°C
Ditteri Ephydridae 60°C
Batteri 90°C 25
una temperatura di 50°C è considerata il limite superiore per la vita attiva della maggior parte degli animali e vegetali
- il limite inferiore non scende molto al di sotto degli 0°C per gli organismi vegetali e per gli animali pecilotermi.
Il limite si abbassa per particolari stadi di vita inattiva (spore, cisti, semi, etc.)
Alcune piante legnose e certe larve di insetti sopravvivono a t comprese tra -10°C e -30 con formazione di ghiaccio all’interno dei loro corpi
Es. spore di Rotiferi fino a -273°C 26
Fusione carbone 3500
Fusione platino 1755
Fusione Alluminio 658,7
260 Sopportata dall’uomo se pesantemente vestito
115 Tollerata dall’uomo con la faccia esposta per max 25 min
Ebollizione dell’acqua 100
93 Tollerata dall’uomo per diverse ore (clima secco ventilato)
T di un suolo roccioso di un deserto nord americano 88 88 Presenza di alghe nelle sorgenti calde
T superficiale di un suolo sabbioso desertico (Sudan) 85
T max dell’aria (Etiopia 1922) 58
50 Sopravvivenza di alcune pesci nelle sorgenti calde
46 Morte degli insetti (denaturazione delle proteine)
43 Media delle temperature letali per le scimmie
T max della superficie dei bassi fondi costieri 42
37 Temperatura media dell’uomo
T media superficiale del Mar Rosso 30-35
T media superficiale in prossimità dell’equatore 27,5
22 Temperatura minima per la sopravvivenza dei coralli
16 Limite superiore della zona di equilibrio termico del bestiame
Solidificazione dell’acqua 0
T media della superficie dell’Oceano Antartico -1,33
T minima sul fondo dell’Antartico -1,65
Solidificazione dell’acqua di mare in superficie
(35‰)
-1,87
-62 Limite inferiore osservato per la riproduzione del pinguino
T minima registrata (Siberia, 1892) - 68,5 27
SPECIE EURITERME hanno un ampio intervallo di tolleranza nei
confronti della T
SPECIE STENOTERME hanno un intervallo di tolleranza ristretto;
optimum, maximum e minimum sono molto ravvicinati
temperatura
min Max min Max
attiv
ità (
cre
scita) stenoterme euriterme stenoterme
- organismi microtermi il loro ristretto intervallo di
tolleranza si colloca verso basse temperature
-organismi megatermi stenotermi che necessitano di
temperature costantemente elevate
(microterme) (megaterme)
28
Le specie che seguono una successione latitudinale possono essere raggruppate in ampie categorie con esigenze termiche decrescenti
Specie MEGATERME (tropici ed equatore)
Specie MACROTERME (subtropici fino al Mediterraneo)
Specie MESOTERME (zone temperate calde e medio-calde)
Specie MICROTERME (zone temperate fredde fino zone sub-polari)
Specie ECHISTOTERME (artico e antartico)
Stenoterme
Euriterme 29
I veri fattori termici limitanti sono gli scarti ovvero l’ampiezza termica.
Es. per specie mesoterme una media di 15°C risultante da 10 e 20°C è meglio sopportata rispetto ad una risultante da +35 e -5°C
Temperatura ottimale: T alla quale lo sviluppo e le reazioni metaboliche si svolgono nel migliore dei modi
Temperatura letale: T limite che coincide con la morte dell’organismo (>50% organismi muore)
Temperatura di inattivazione: precede la temperatura letale e ne costituisce una premessa necessaria e sufficiente
0 ecologico la più bassa temperatura esterna alla quale l’organismo può ancora svolgere le sue funzioni vitali
30
stress stress lethal lethal
Range di temperatura ottimale per una specie di acqua calda ed una di acqua fredda
Salmo trutta
0 10 20 30 40
eggs
feeding
growth optimum
growth optimum
stress stress lethal feeding
Cyprinus carpa
temperatura 31
Variazioni delle funzioni metaboliche
Variazioni delle funzioni di sviluppo cicli vitali diversi epoca delle nascite quiescenza e diapausa numero di generazioni
Variazioni delle funzioni di riproduzione tipo di riproduzione agamica anfigonica partenogenetica
cicli sessuali
Variazioni delle reazioni comportamentali
LE VARIAZIONI TERMICHE E GLI
ORGANISMI
32
Esempi di influenza della temperatura sul comportamento degli animali:
a) Tempo di reazione del riflesso all’ombra in Balanus improvisus in
funzione di T
b) Durata della reazione (dilatazione della membrana opercolare) in Betta
splendens sotto lo stimolo con zimbelli di intensità (1) e minore (2), in
funzione della temperatura 33
la temperatura corporea segue con poche differenze quella esterna.
Sono anche detti ectotermi, perché acquisiscono il calore all’ambiente esterno
PECILOTERMIA
Accelerazione dei processi biologici ad alte t esterne
Rallentamento fino all’arresto di ogni funzione a basse t ambientali
SVANTAGGIO: variazioni della velocità dei processi biologici fino a completo arresto dell’attività
VANTAGGIO: sopravvivenza a basse t per periodi anche prolungati con consumi energetici ridotti
34
ETEROTERMIA
usato come sinonimo di pecilotermia, più correttamente dovrebbe riferirsi a quegli animali che regolano la temperatura
corporea a seconda delle situazioni ambientali e dei bisogni metabolici
35
• Incremento del tasso metabolico e migliore isolamento termico
SVANTAGGIO: il mantenimento della t interna costante risulta energeticamente molto dispendioso e richiede, soprattutto a basse t l’ingestione di una grossa quantità di cibo
VANTAGGIO: rende possibile un’attività costantemente elevata sia alle basse, sia alle alte t
OMEOTERMIA La temperatura corporea viene mantenuta elevata e pressoché costante anche
quando varia quella dell’ambiente esterno
Gli omeotermi sono anche detti endotermi, perché producono il calore dall’interno
36
REAZIONI A CONDIZIONI TERMICHE SFAVOREVOLI
MIGRAZIONI
IBERNAZIONE
ESTIVAZIONE
DIAPAUSA (obbligatoria)
QUIESCENZA (transitoria)
Risultati di un’evoluzione specifica caratteristica di organismi che vivono in habitat analoghi
37
REAZIONI A CONDIZIONI TERMICHE SFAVOREVOLI
MIGRAZIONI = spostamenti orientati da una regione ad un’altra con un’andata ed un ritorno
•Tale reazione può essere attuata solo da organismi mobili e non può quindi essere sfruttata dalle piante
• Non sono influenzate solo dalla temperatura, ma soprattutto dal fotoperiodo (h luce/h buio).
•Sono attuate da animali impossibilitati a limitare il loro periodo di vita attiva ad una stagione calda troppo breve 38
IBERNAZIONE
Soluzione per pecilotermi e anche omeotermi, la cui vita attiva non è limitata ad un’unica stagione, che restano sul posto e non hanno la possibilità di trascorrere l’inverno allo stadio di uovo o cisti.
Lo stato di ibernazione è preceduto da:
- fenomeni fisiologici <frequenza cardiaca, < metabolismo, <
temperatura corporea;
- ritiro in rifugi protezione contro i nemici, microclima locale
temperato. 39
Il «LETARGO» degli orsi
Particolare forma di sonno invernale dal quale si risvegliano facilmente. Non vanno in ipotermia estrema ma lasciano che la temperatura corporea diminuisca di pochi gradi. Durante il letargo gli orsi non mangiano ma mantengono un metabolismo quasi normale
40
ESTIVAZIONE
E’ una reazione simile all’ibernazione che si manifesta in animali che vivono in regioni in cui l’estate è particolarmente calda e secca.
E’ preceduta dalle stesse reazioni che accompagnano l’ibernazione: - reazioni fisiologiche - ritiro in rifugi
Resistenza alle alte temperature negli omeotermi Riduzione del metabolismo di base Trasferimento del calore alla periferia del corpo per vasodilatazione periferica Aumento della traspirazione e conseguente perdita di calore per evaporazione dell’acqua Aumento della frequenza di respirazione
41
IBERNAZIONE ED ESTIVAZIONE NEI MAMMIFERI
SOSTANZE
NUTRITIVE
CO2 SANGUE ESSICAZIONE SOSTANZE NUTRITIVE
STIMOLI ORMONALI
ACCUMULO GRASSI
STIMOLI
ESTIVAZIONE ED IBERNAZIONE SONO IL RISULTATO DI UN’EVOLUZIONE CONVERGENTE CHE AVVICINA ORGANISMI FILOGENETICAMENTE LONTANI MA CON ANALOGIE DI HABITAT
42
DIAPAUSA
fase di vita rallentata a carattere obbligatorio caratteristica degli invertebrati e determinata dall’insorgere di condizioni
ecologiche sfavorevoli. E’ necessaria al normale svolgimento del ciclo vitale.
Particolarmente studiata negli insetti dove è preceduta da una complessa preparazione fisiologica: - arresto dei processi mitotici - disidratazione dei tessuti - rallentamento della respirazione - abbassamento del metabolismo energetico - aumento del tenore di lipidi
E’ innescata per via umorale da stimoli ambientali che preannunciano un deterioramento delle condizioni climatiche, in particolare dalla diminuzione del fotoperiodo e può verificarsi allo stadio di uovo, nella larva o nell’adulto. 43
44
SIGNIFICATO ADATTATIVO
- permette la sopravvivenza durante il periodo meno favorevole
- sincronizza il ritorno alla vita attiva + la ripresa dello sviluppo + la ripresa dell’attività sessuale con il ritorno di condizioni termiche e nutrizionali ottimali
Fornisce la sopravvivenza della specie e assicura il tasso di fertilità più elevato possibile 45
QUIESCENZA
stato di riposo transitorio, caratteristico degli invertebrati, imposto dalle condizioni esterne e immediatamente reversibile al ritorno di condizioni ambientali favorevoli.
Es. I bombi possono riprendere la loro attività durante l’inverno in coincidenza di periodo eccezionalmente caldi.
E’ un fenomeno di origine esogena direttamente provocato dalle variazioni termiche dell’ambiente; si contrappone alla diapausa che è solo sincronizzata da queste condizioni
46
Orizzonte A
Orizzonte B
Orizzonte C
Roccia madre
Lettiera 0
Strato A1 = humus Strato A2= lisciviazione-radici
B1 la sostanza organica continua a diminuire ed aumentano i minerali secondari B2
costituito dai sali minerali secondari
substrato pedogenetico di partenza dal quale ha avuto origine lo sviluppo del suolo
47
La temperatura del suolo diminuisce con la profondità ed è funzione della:
Conduttività termica, risultante della conduttività termica dei singoli costituenti
Capacità termica, determinata da:
contenuto in acqua
colore
struttura
48
La temperatura del suolo è anche influenzata da:
Esposizione
Copertura vegetale
Lettiera
Anche nel suolo si stabilisce una zonazione termica
In climi temperati: strati superficiali più caldi in estate e più freddi in inverno
La stratificazione può variare e si possono verificare fenomeni di inversione termica
49
50
La temperatura svolge in questo ambiente il ruolo di fattore biogeografico fondamentale
L’acqua ha un alto calore specifico: richiede una quantità di calore per innalzare la temperatura maggiore rispetto ad ogni altra sostanza esistente sulla terra; analogamente impiega più tempo a raffreddarsi.
Sia nei mari sia nei laghi non esistono temperature troppo alte o troppo basse per l’esplicarsi della vita.
La temperatura acquatica non scende mai al di sotto del punto di congelamento:
- in stagni e piccoli bacini mai al di sotto di 0°C
- negli oceani fino a -2,5°C 51
IN MARE
Negli strati superficiali la temperatura oltre a variare con la latitudine segue ritmi stagionali e cicli diurni
Negli strati profondi è stabile: a 3000 m è di circa 3°C. Gli organismi abissali sono infatti stenotermi.
52
NELLE ACQUE INTERNE
Il rapporto tra densità dell’acqua e temperatura determina qui fenomeni di stratificazione termica
TERMOCLINO strato che separa le acqua superficiali sottoposte più direttamente
alle variazioni termiche stagionali e nictemerali dell’aria, dalla zona più profonda termicamente più stabile
53
REGIME MEROMITTICO
In un lago temperato la variazione verticale della temperatura da luogo:
Stratificazione termica diretta in estate esiste una diminuzione della t
con l’aumento della profondità
Stratificazione termica inversa in inverno gli strati superficiali sono i più
freddi e spesso gelano mentre in profondità si può avere un aumento della t nell’ipolimnio
54
REGIME OLOMITTICO
Periodo di circolazione durante primavera e autunno le differenze di t e densità
tra ipo ed epilimnio si annullano e si ha un rimescolamento di tutta la massa d’acqua.
Conseguenza indiretta delle variazioni di temperatura è anche la formazione di un chemioclinio in seno al mesolimnio che separa masse d’acqua con caratteristiche chimiche (concentrazione di O2) differenti
55
56
E’ il composto più abbondante nella materia vivente ed è il composto più abbondante sulla terra
L’acqua passa continuamente da un comparto all’altro per effetto dei processi di deflusso, evaporazione, condensazione e fusione.
Assieme alla temperatura, l’acqua è il più importante determinante del clima; la disponibilità di acqua influenza fortemente la distribuzione della vegetazione e controlla la produzione primaria
57
Soltanto una minima percentuale della quantità mondiale di acqua è disponibile sotto forma di acqua dolce per gli usi umani 58
L’acqua è il costituente principale dei tessuti animali e vegetali sia in ambiente acquatico sia terrestre:
foglie 75,85%
tronco 50-60%
medusa 95-98%
mammiferi 63-68%
lombrico 84%
insetti adulti 45-65% 59
Il contenuto in acqua dei tessuti animali e vegetali diminuisce con l’età
72,5% 66%
Per gli organismi terrestri i problemi fondamentali sono:
approvvigionamento idrico
la difesa contro le perdite di acqua
La perdita del 1/3 dell’acqua corporea può causare la morte 60
ORGANISMI IDROFILI
ORGANISMI IGROFILI
61
ORGANISMI XEROFILI
ORGANISMI MESOFILI
62
APPROVIGIONAMENTO IDRICO
Gli animali possono rifornirsi di acqua in diversi modi:
1) Per ingestione diretta
2) Assorbendola attraverso la pelle nuda a contatto con materiali
umidi come suolo e piante
3) Direttamente dal cibo
4) Producendola per via chimica (attraverso l’ossidazione dei grassi)
nel corso del ciclo metabolico.
I metodi di rifornimento idrico svolgono un ruolo fondamentale nella
distribuzione geografica degli organismi.
La maggior parte degli animali non è in grado di utilizzare l’acqua
allo stato solido; gli organismi si vengono a trovare in mezzo a
distese di acqua cristallizzata in uno stato di aridità fisiologica
63
REGOLAZIONE TERMICA
Il passaggio dell’acqua dallo stato liquido allo stato gassoso comporta un assorbimento di calore e rappresenta un mezzo per ridurre le temperature locali.
Dato che i tessuti vegetali ed animali hanno un elevato tenore in acqua, la loro capacità termica è molto vicina a quella dell’acqua stessa, ciò costituisce un efficace mezzo di termoregolazione.
Nei mammiferi la regolazione termica avviene in diversi modi a seconda delle possibilità di traspirazione:
specie in grado di traspirare > t ambiente > ritmo cardiaco attivazione circolazione periferica raffreddamento del corpo la frequenza cardiaca può diminuire
specie non in grado di traspirare >t ambiente vasocostrizione periferica riduzione degli scambi con l’atmosfera surriscaldata aumento della frequenza respiratoriaaffanno da caloreaumento degli scambi respiratori
64
DIFESE CONTRO LA DISIDRATAZIONE
Gli accorgimenti messi in atto consistono principalmente in:
1) Evitare perdite d’acqua a livello di:
A - tegumenti
B - organi respiratori
C - organi escretori
2) Sviluppare forme di resistenza in ambienti favorevoli
3) Spostamenti
4) Adattare il proprio metabolismo alla sintesi dell’acqua
5) Prelevare acqua dall’ambiente esterno
65
A – IMPERMEABILITA’ DEI TEGUMENTI
Particolarmente sviluppata in Sauropsidi e Mammiferi; molto meno negli anfibi che hanno tegumenti permeabili
Comparazione del tasso di evaporazione di alcuni Vertebrati di taglia simile, sottomessi alle stesse condizioni di umidità e di temperatura ambientale
Tra gli invertebrati sono soprattutto gli insetti ad avere tegumenti poco permeabili e che hanno sviluppato forme decisamente xerofile 66
B - LOCALIZZAZIONE INTERNA DEGLI ORGANI RESPIRATORI
E’ presente in alcuni Crostacei Decapodi “terrestri” che grazie ad un carapace impermeabile, che copre anche lo spazio branchiale, riescono ad effettuare spostamenti relativamente prolungati lontani dall’acqua. Le branchie funzionano però solo quando totalmente ricoperte dall’acqua.
Solo insetti, aracnidi, alcuni gasteropodi prosobranchi, i polmonati e i vertebrati superiori hanno sviluppato organi respiratori veramente interni.
Periophthalmus Procambarus clarkii
67
C – ADATTAMENTI NEI MECCANISMI DI ESCREZIONE
La capacità di concentrare l’urina per eliminare prodotti catabolici sempre più secchi è un importante mezzo per risparmiare acqua.
Gli organismi animali espellono tali cataboliti sotto varie forme, ma con predominanza di una in particolare: questa dipende dalla specie, dallo stadio vitale e dalle condizioni fisiologiche.
68
ORGANISMI AMMONIOTELICI espellono soprattutto
azoto ammoniacale. E’ il prodotto più solubile, ma altamente tossico per l’organismo stesso e richiede quindi un ambiente idrato. Sviluppato in invertebrati acquatici, Teleostei (=pesci ossei), larve di Anfibi.
69
ORGANISMI UREOTELICI quelli che
eliminano soprattutto urea.
Questa molecola svolge un importante ruolo nell’osmoregolazione. Tipica dei Mammiferi.
70
ORGANISMI URICOTELICI quelli i cui prodotti
terminali sono costituiti da acido urico o dai suoi sali. L’acido urico è il meno solubile e consente il massimo risparmio di acqua. Tale adattamento è diffuso tra i Vertrebati, ma raggiunge la perfezione dei Sauropsidi.
71
DIFESE CONTRO LA DISIDRATAZIONE
Gli accorgimenti messi in atto consistono principalmente in:
1) Evitare perdite d’acqua a livello di:
A - tegumenti
B - organi respiratori
C - organi escretori
2) Sviluppare forme di resistenza in ambienti favorevoli
3) Spostamenti
4) Adattare il proprio metabolismo alla sintesi dell’acqua
5) Prelevare acqua dall’ambiente esterno
72
2) SVILUPPO DI FORME DI RESISTENZA
Reazione comune agli animali che vivono tra i muschi Nematodi,
Tardigradi, Rotiferi e Protozoi le cui possibilità di vita attiva sono legate all’umidificazione dei muschi da parte della pioggia
I Molluschi, in particolare i Polmonati delle regioni secche, si disidratano nella stagione secca e tornano attivi quando le precipitazioni ripristinano l’umidità (estivazione)
73
Altre specie passano la fase annuale di minima umidità con la formazione di uova con guscio impermeabile.
Analogo comportamento si ritrova nelle piante che producono semi, gemmule, tubercoli
Queste reazioni sono in generale il risultato fisiologico delle interazioni umidità/temperatura
74
3) SPOSTAMENTI
- Migrazioni
- Emigrazioni = spostamenti definitivi provocati da un clima divenuto troppo arido. - Nomadismo = è il comportamento dei mammiferi che
seguono lo spostamento delle aree di pascolo e delle fonti d’acqua senza tornare regolarmente al punto di partenza.
Vanno considerati tali anche spostamenti di minor entità compiuti da organismi che nel periodo di massima aridità si infossano nel suolo o ricercano microclimi più umidi.
Aspetto evolutivo di tale reazione di infossamento
costruzione di nidi protetti da parte degli Insetti sociali.
75
4) FORMAZIONE D’ACQUA A PARTIRE DAL NUTRIMENTO
E’ un processo di sintesi dell’acqua attraverso l’ossidazione di lipidi che consente ad Insetti, Mammiferi ed Uccelli xerobi di vivere senza bere per periodi di tempo relativamente lunghi.
- Produce acqua metabolica e di ricava energia attraverso l’ossidazione dei lipidi immagazzinati nella gobba
- Concentra il volume di urina giornaliera a 5 litri
- Arresto della traspirazione quando il tenore in acqua del corpo si riduce
- tollera aumenti della t interna fino a 6,2 °C
- Elimina il calore in eccesso durante la notte con un max di vasodilatazione superficiale nelle prime ore del mattino
- Spessa pelliccia in grado di aumentare l’isolamento termico
- Si reidrata rapidamente appena ha nuova acqua a disposizione
In grado di sopravvivere più di 2 settimane a riposo con nutrimento secco (estate) e di resistere fino a 60 giorni in inverno.
76
- Concentra considerevolmente l’urina e elimina feci secche
- Tollera un elevato aumento della temperatura corporea
- Non possiede ghiandole sudoripare e riduce perdite d’acqua respiratorie espirando attraverso il naso.
- Presenta un ritmo di attività nictemerale molto marcato con il periodo di massima attività limitato alle ore notturne
RATTO-CANGURO (Dypodomys)
Unico mammifero conosciuto in grado di produrre acqua
unicamente metabolica in quantità sufficiente
77
78
L’energia luminosa è all’origine del fenomeno
fondamentale della biosfera: la fotosintesi
La maggior parte dei ritmi biologici esogeni ed
endogeni, ossia le variazioni cicliche dell’attività degli
organismi viventi sono direttamente ed indirettamente
legati all’alternanza giornaliera dei periodi di luce ed
oscurità, nonché alla durata relativa di
questi periodi nel corso dell’anno
Molti fenomeni biologici sono basati sulla luce
VALORE ECOLOGICO DELLA LUCE
79
PRINCIPALI FENOMENI BIOLOGICI BASATI SULLA LUCE
Fotosintesi
Sintesi della clorofilla,
costituzione dei cloroplasti
Fototropismo e fototassia
Intensità della respirazione
Germinazione dei semi
Crescita vegetativa
Fioritura
Fotoperiodismo
Orologi biologici
Fenomeni citoplasmatici e
nucleari
Fotoattivazione-fotoinibizione
Attività battericida
Controllo dei cromatofori
Fotoricezione visiva
Cosa manca?
80
Negli organismi eterotrofi la luce svolge un ruolo condizionante
d’importanza minore rispetto ad altri fattori (temperatura,
umidità)
Organismi che vivono in assenza di luce:
Organismi delle profondità marine
Organismi di grotta
Organismi endogei
ETEROTROFI dipendono per le loro
esigenze trofiche dalle forme di vita
FOTOFILE
81
sciafile Tutte le piante sono fotofile eliofile
Differenze di: Luminosità Ritmo termico Umidità dell’ambiente
Sciafili = organismi della lettiera
Eliofili = organismi di ambienti soleggiati (deserti, dune marittime, macchia mediterranea)
Attenzione!! Sciafilia non ombrofilia
82
1.Eliofile - solo in presenza di luce forte, max. illuminazione (deserti, steppe, alta montagna (Gentiana), zone costiere (Ammophila)
Fattori abiotici – Luce slides dal corso della Prof.Nola
Gentiana clusii Ammophila arenaria
83
2.Piante con optimum fisiologico illuminazione max (100%), ma tolleranti fino al 40% (rocce, praterie, macerie, colonizzatrici di suoli nudi: rovi e Artemisia: aree derivate dal taglio del bosco specie forestali (betulla e pino silvestre)
Fattori abiotici - Luce Fattori abiotici – Luce slides dal corso della Prof.Nola
84
3. Sciafile - adattate all'ombra, con luce pari al 20-40% Anemone nemorosa, Oxalis acetosella
Fattori abiotici – Luce slides dal corso della Prof.Nola
85
4. Sciafile estreme – solo al di sotto di una copertura vegetale densa (optimum ~ 5-10%, senza fioritura anche al 3%)
piante di sotto-bosco denso (Prenanthes purpurea delle faggete e delle pinete)
Fattori abiotici – Luce slides dal corso della Prof.Nola
86
Foresta tropicale schermo quasi completo alberi disposti in più strati sp.erbacee epifite a diverse h. a seconda della luce spesso manca uno strato erbaceo
Bromeliacee e orchidee su un ramo (Hawaii)
Foresta tropicale Borneo
Esigenze in luce delle specie e delle comunità
Fattori abiotici – Luce slides dal corso della Prof.Nola
87
ALCUNI SUGGERIMENTI
http://linxedizioni.it/web-news/ http://www.scienzainrete.it/
88