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In questo numero: vola a ... pag. 3 pag. 4 pag. 7 pag. 9 pag. 10 pag. 13 pag. 13 pag. 14 pag. 15 pag. 16 Un mondo "carbon free" Nuclei di teatro antinucleare Fotovoltaico a terra e biomasse Dall'emozione al prendersi cura Scrivere ecopoesia Festa dell'albero 2010 Puliamo il mondo 2010 Vita del Circolo Il nero non è un triste colore Dal Giappone devastato la testimonianza di Keiko Fukano

Il colibrì n. 2 Legambiente Lomellina

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Rivista del Circolo Legambiente Lomellina Il Colibrì

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Page 1: Il colibrì n. 2 Legambiente Lomellina

II LL CCOO LL II BB RR ÌÌAnno 2 n. 2Marzo 2011

Periodico ecologista

In questo numero:vola a ...pag. 3pag. 4pag. 7pag. 9pag. 10pag. 13pag. 13pag. 14pag. 15pag. 16

Un mondo "carbon free"Nuclei di teatro antinucleareFotovoltaico a terra e biomasseDall'emozione al prendersi curaScrivere eco­poesiaFesta dell'albero 2010Puliamo il mondo 2010Vita del CircoloIl nero non è un triste coloreDal Giappone devastatola testimonianza di Keiko Fukano

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CHI E’ LEGAMBIENTE E LA SUA ORGANIZZAZIONELegambiente è l'associazione ambientalista più diffusa in Italia e ciò che lacontraddistingue è senz'altro la sua capillarità su tutto il territorionazionale; questo grazie a tre livelli di azione sull'ambiente: quello nazionale,quello regionale, e quello locale rappresentato da 1000 gruppi circoli, sparsi sututto il territorio, per un totale di 115 mila soci.È riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e delMare come associazione d'interesse ambientale; fa parte del Bureau Européende l'Environnement, l'organismo che raccoglie tutte le principali associazioniambientaliste europee, e della Iucn (The World Conservation Union). Èriconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come ONG di sviluppo.Legambiente è conosciuta per le sue campagne e iniziative in difesadell'ambiente.In Provincia di Pavia esistono ad oggi 8 Circoli, ognuno dei quali ha unPresidente, uno statuto, un bilancio… ogni Circolo è insomma a tutti gli effettiun soggetto autonomo ed indipendente anche se ovviamente si riconosce edidentifica con la struttura Regionale e Nazionale.Non esiste una struttura “provinciale”, ma i circoli della Provincia di Pavia (forsetra i primi in Lombardia ed in tutta Italia) hanno dato origine ad unCoordinamento Provinciale che funziona appunto da “coordinamento” per lecampagne comuni, e per gli argomenti di carattere generale che possonoessere affrontati da più circoli insieme…. Anche se rimane comunque la pienaautonomia di ogni singolo Circolo.Ci sono quindi tre Coordinatori di Zona: Renato Bertoglio per il Pavese,Annamaria Zuffi per l’Oltrepo e Gianfranco Bernardinello per la Lomellina.I Circoli in Lomellina sono due: l’Airone, Presidente Gaspare Amari, che sioccupa di Sannazzaro e dei Comuni limitrofi, ed “il Colibrì”, presidente GraziellaToia, che si occupa di Vigevano, Mortara e di tutti gli altri Comuni dellaLomellina

Gianfranco Bernardinello

il colibrì anno 2 numero 2marzo 2011

stampato presso il CSV CentroServizi per il Volontariato di

Vigevano.Hanno collaborato a questonumero: Adrianno Arlenghi,

Gianfranco Bernardinello, AlessiaDelcrè, Keiko Fukano, Joggy,

Marina Palmieri, Marco Savini,Veronica Trevisan

Le foto alle pagine 14 e 15 sono diGuido Giacomone,

Nelle altre pagine: immagini da"Abbracciamo la cultura" marzo

2011 e altri momenti della vitadell'Associazione

CIRCOLO LEGAMBIENTE “ IL COLIBRI’ “ - COD. NAZ. 1694SEDE: CILAVEGNA (PV) – P.ZA GARIBALDI 26TEL./FAX 0384 52269mail: [email protected]://legambientecolibri.xoom.it/

LA SEDE E’ APERTA AL PUBBLICO IL VENERDI DALLE 17 ALLE 19Vieni a trovarci, telefonaci, scrivici…. Legambiente ha bisogno di te… ed anche il Mondo !!!

non

cestinare il notiziario

dopo averlo letto passaload un amico interessato ai

temi ambientali noncestinareilnotiziario

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A Rispescia,tra le altre cose, si è tanto dibattuto sul ruologiocato dalle fonti rinnovabili (di seguito parlerò solo delfotovoltaico), sulla necessità di cambiare il modelloenergetico tenendo conto dei vincoli europei e sullepolitiche energetiche portate avanti dal nostro Governo.Conosciamo tutti la posizione del Governo italiano: ritornoal nucleare subito, senza se e senza ma, supportata dauna dura campagna mediatica contro le rinnovabili daparte dei principali media nazionali.La rivoluzione energetica appare oggi concretamenteattuabile: abbandonare le fonti fossili per costruire unasocietà “carbon free” è la sfida di questi anni.Ma qual è la posizione di Legambiente riguardo agliimpianti fotovoltaici e di quelli a terra?Anzitutto Legambiente è in prima linea nel difendere lerinnovabili e ribadisce il proprio no al nucleare.In questa fase di cambiamento è necessaria unapartecipazione attiva da parte dell'associazione peressere essa stessa parte del cambiamento e aiutare tuttiquei processi virtuosi che poco a poco si stannorealizzando sul nostro territorio.L'esponenziale crescita del solare fotovoltaico in Italiarappresenta una svolta di fondamentale importanza nelladirezione di un sistema energetico che abbia al centro lefonti rinnovabili.In pochi anni si è passati da 50 MW installati nel 2006agli attuali 1.525 MW.Questi impianti permettono di produrre circa 2.059 GW/he di contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici evitandoemissioni di CO2 pari a 1.235.713 tonnellate l'anno.Significativo è il caso di Bolzano, comune con più di100.000 abitanti che ha installato impianti di solaretermico pari a 5.209 mq e 3.158,82 kW di pannelli solari.Interessante è l'impianto solare termico da 472 mq sullasede dell'Accademia Europea EURAC perché permette disoddisfare l'intero fabbisogno annuale di acqua caldasanitaria necessaria allo stabile e contribuisce in manieraimportante al riscaldamento e raffreddamento dellostesso.Vorrei riportare anche il caso del piccolo comune Tocco daCasauria, che grazie all'installazione di 4 pale eolicheriesce a produrre più energia di quanta ne vengaconsumata fruttando al comune ben 170.000 euro annui.Queste entrate hanno permesso al giovane sindaco di farel’adeguamento sismico alla scuola e pagare i netturbiniper tenere le strade pulite dai rifiuti.Tuttavia gli impianti in questione sono al centro diun'aspra polemica che riguarda la realizzazione di impianti

a terra, in particolare quelli realizzati in aree agricole.Le accuse sono tra le più varie: c'è chi sostiene cheportino alla progressiva cancellazione di aree destinatealla produzione agricola, chi dice che deturpino ilpaesaggio.Premettendo che Legambiente si dice contraria al modelloche prevede lo sviluppo del fotovoltaico in sostituzione dicolture agricole, per evitare la proliferazione di impiantimal progettati, sono state proposte alle Regioni delleLinee Guida per l'approvazione degli impianti da fontirinnovabili.Queste devono perseguire l'obiettivo di introdurre unquadro di regole capace di garantire trasparenza edefficacia delle procedure di realizzazione degli impianti edi tutela del paesaggio.La sfida è anche quella di cercare di innescare unadiffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio ecreare le condizioni per cui gli impianti diventino ancheun'opportunità per le aziende agricole di produrre energiacontinuando le colture.Per quanto riguarda la riqualificazione energetica delpatrimonio edilizio, la scelta del fotovoltaico a terra puòessere indirizzata a quelle aree produttive dismesse ocompromesse dal punto di vista paesaggistico (pensiamoa cave, discariche) che, una volta bonificate, possonoospitare impianti di piccole e medie dimensioni; mentreper quanto riguarda l'opportunità che gli agricoltori hannodi integrare il loro reddito, la scelta del fotovoltaico a terrapuò essere indirizzata a quei terreni agricoliparticolarmente sfruttati. In questo modo si creano duesituazioni favorevoli: il terreno viene lasciato a riposo,favorendo così il ripristino delle caratteristiche fisiche perpoi essere nuovamente destinato all'uso iniziale;l'agricoltore non sarebbe costretto ad abbandonare ovendere la proprietà, ma riuscirebbe ad integrare il proprioreddito attraverso la rendita derivante dalla vendita dienergia elettrica.Concludendo, possiamo dire che se correttamenteprogettati gli impianti fotovoltaici, anche quelli a terraladdove sia impossibile valorizzare i tetti degli edifici,possono sicuramente rappresentare una prospettivainteressante capace quindi di integrare il reddito agricoloe di soddisfare i fabbisogni elettrici delle attività presenti.Nella discussione alla quale governi e cittadini sonochiamati a prender parte, è importante che non sipongano sullo stesso piano gli impatti provocati dalfotovoltaico in termini di consumo di suolo con quellirealizzati negli ultimi decenni da un'urbanizzazionesfrenata che ha stravolto, spesso in modo irreversibile,tanti paesaggi italiani.

Veronica Trevisan

UN MONDO

"CARBON FREE"

Un giorno alcuni del Colibrì sono andati a Rispecia (GR) dove Legambiente celebra ogni anno unagrande assemblea, e dove tutti i circoli sparsi in Italia si confrontano. Una palestra di socialità e diapertura che vi voglio raccontare. Per la cronaca era la XIII Assemblea dei Circoli di Legambiente, ilperiodo era il novembre dello scorso anno.

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Scacchi nucleariNipote. Nonna hai visto la pubblicità sul dibattito nucleare,quella che chiede se sei favorevole o contrario?Nonna. Quella sulla TV?Nipote. Sui giornali e sulla TVNonna. Le spese sul nucleare cominciano...Nipote. Ma è un forum, accoglie sia le voci pro che quellecontro.Nonna. Non ho mai visto una pubblicità che è favorevoleanche a chi è contrario al prodotto.Nipote. In effetti loro sono fintamente neutrali e ladomanda è retorica.Nonna. A proposito di retorica, quella del gioco degliscacchi è bella, mi piace, sai che mio papà aveva imparatoa giocare in campo di prigionia e mi aveva insegnato dapiccola.Nipote. Ah sì, adesso che ci penso mi ricordo che aveviinsegnato anche a me, tu per prima.Nonna. E hai notato che il primo scacchista è quello nero,perciò brutto e pessimista, e il secondo è quello bianco,bello e ottimista.Nipote. Mica vince sempre il biancoNonna. Speriamo. E dovrebbe iniziare lui invece è ilsecondo, così può ribattere ai dubbi del neroNipote. Ma gli vengono mangiati dei pezzi...Nonna. A parte che li cambiano sulla scacchiera, se hainotato, ma l’unica volta che mangia il nero è quando lospot dice: “Il nucleare è una mossa azzardata” o qualcosadel genere. E invece il bianco con la mossa del cavallo, ciòaggirando le nostre obiezioni, dice che la sua è una mossavincente, o una grande mossa, non ricordo bene, facendopensare che poi dà scacco matto.Nipote. Cosa vai a pensare, nonna? L’idea degli scacchisarà venuta dalla battuta delle mosse, ma che si vogliasuggerire lo scacco del nero, penso di no. E allora il campolungo che fa vedere che i giocatori sono gemelli?Nonna. E gemelle. Sono furbi non vogliono tagliar fuori noifemmine, sanno che noi siamo le più contrarie.Nonna. A parte le immagini, ti piace quello che dicono?Nonna. No, perché lo scacchista nero ha solo paure osperanzeNipote. Quali speranze?Nonna. Sulle rinnovabili. Invece il buon bianco ha semprecertezze, tra l’altro quella che le escort... com’è che sichiamano? le scorte... le scorie saranno sempre al sicuro esotto controllo.Nipote. È così, nonna.Nonna. La tua è una certezza o una speranza?Nipote. Io mi fido degli scienziatiNonna. Guarda che ce ne sono molti contrariNipote. Ma quelli sono i soliti ambientalisti... anzi ci sonomolti ambientalisti pentiti, favorevoli.Nonna. Ambientalisti pentiti? Che hanno cambiato idea

vorrai dire. E allora secondo te, bisogna dare ascolto aquelli che lavorano per il nucleare: “oste è buono il tuovino?”Nipote. Nonna, oggi mi sembravi seria e invece ricominci abanalizzare.Nonna. Sono loro che banalizzano le rinnovabili, diconoche da sole non bastano, ma se ho letto che il sole inun’ora manda sulla Terra più di tutta l’energia consumatoal mondo in un anno. E che già oggi negli Stati Unitil’energia solare costa meno di quella nucleare, e scenderàsempre di più. Lì dobbiamo spendere i soldi non nellapubblicità degli scacchi!Nipote. Nessuno è contrario alle rinnovabili, ma bisognapassare dall’alternativa o fonti rinnovabili o nucleare, arinnovabili e nucleare, dall’o all’e.Nonna. Bravo, ti do ragione, visto che abbiamo speso unmare di soldi per quelle enormi pentolacce atomiche enascondere i cocci radioattivi, nel secolo scorso, in questoqui impegnamoli per sfruttare l’energia del sole che non siesaurisce più.Nipote. Il secolo scorso il vostro referendum antinucleare ciè costato un sacco: siamo l’unico paese del G8 che nonproduce energia nucleare, siamo i più furbi?Nonna. Magari lo siamo stati se ci ha fatto risparmiare unsacco... un sacco di scorie in più, di sicuro!Nipote. Ma voi vi siete fatti condizionare emotivamentedall’incidente di Chernobyl, che, se non lo sai te lo dico io,è stato causato dalla tecnologia e dall’ottusità sovietica...Nonna. Non mi ricordo più, sempre del secolo scorso, se èvenuto prima Chernobyl o Seveso?Nipote. Ecco Seveso, vedi anche tu che cosa inquina: lachimica o il nucleare?Nonna. Passiamo dall’o all’e, come dici te, inquina lachimica e il nucleare.Nipote. Comunque non si hanno più dubbi sulla sicurezzadelle centrali.Nonna. Lo dici tu o la pubblicità? Ma ammettiamo pure perun momento. La domanda è: a quale prezzo? Con qualicosti? Per me l'energia nucleare "sicura" è costosissima,basta vedere quanto costa chiudere una centrale.Nipote. Vi spaventate per i residui radioattivi ma non deimiliardi di tonnellate di anidride carbonica che immettiamonell’atmosfera. Te l’ho già spiegato nonna che l’energianucleare non libera anidride.Nonna. Quando funziona, ma quando si scava in miniera,si lavora il minerale, si costruisce la centrale, sismaltiscono le scorie? E poi, te l’ho già spiegato, non sonogli stessi, a partire dall’ENEL, che hanno pompato anidridefino a oggi che ci vogliono far credere di volerla ridurre? Ilserpente che si mangia la coda.Nipote. E quando i combustibili fossili finiranno tra 50 annicome farai?Nonna. Ormai sarò fossile anch’io! Comunque, per i nostrifigli... e nipoti, come dice anche la reclame, da qui aiprossimi 50 anni, quando non finirà anche l’uranio,passiamo ancora dall’o all’e: spendiamo nelle rinnovabili eintanto tiriamo avanti con i fossili, diminuendoli emigliorandoli, e soprattutto facciamo ‘sto benedettorisparmio. Ho appena letto sul giornale che consumiamotanta elettricità come otto grandi centrali lasciando accesigli elettrodomestici, le TV, i computer...

NUCLEI DI TEATROANTINUCLEARE

Un amico ha pensato di dare il proprio contributo all’opposizione antinucleare e hascritto due pieces teatrali, un dialogo tra nonna e nipote e uno naturalmente tra maritoe moglie

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Nipote. Come accesi? Io li spengo sempre!Nonna. Anche la lucina rossa?Nipote. Be’ quella? Lo stand-by cosa vuoi che faccia?Nonna. Esaurisce più elettricità del tuo nucleareesauribile. Allora rinnovabili e, e sottolineo e, risparmio esistemi più intelligenti.Nipote. Anche le partite a scacchi sono per personeintelligenti.Nonna. E sì, sarà una bella partita a scacchi, ma truccataNipote. Non si può truccare una partita a scacchi, dovrestisaperlo nonna.Nonna. Quella vera no, ma quella in TV sìNipote. Cosa vuoi dire?Nonna. Non far finta di non capire. Quella della pubblicità,anche quella più... più, come dire, aperta, per finta.Nipote. Guarda che l’ha detto anche Sarkosy che ilnucleare non è la soluzione del problema ma senza ilnucleare non c’è soluzione del problema.Nonna. Bella frase, ma non è mica il presidente francese?Nipote. Sì, non dirmi che non lo sai?Nonna. E non dirmi che non sai che è lei, la Francia, che civende le centrali?Nipote. Sì, ma non pensi che così noi finanziamo posti dilavoro qualificati all’estero con le nostre bollette?Nonna. Allora sei d’accordo anche tu che favoriamo laFrancia al posto che le nostre industrie e la nostra ricerca.Nipote. Con te è come una partita a scacchi. Devo semprepensare la contromossa, devo avere sempre la rispostapronta...allora... anche da noi col nucleare ci sarebberoinvestimenti e lavoro.Nonna. Come per le cattedrali nel deserto del secolopassato! Tanti miliardi, tanto inquinamento e pochi posti dilavoro per poco tempo, senza parlare della corruzione...Nipote. Tu che ne sai di economia... e di fisica nucleare?Nonna. Non fare la mossa del cavallo, buttandola sul fattoche non sono un’esperta...Nipote. Ma Sarkosy...Nonna. Sarko sì che fa i suoi interessi, ma per i nostri...scacco no!

Il nucleare spiegato a mia moglieDialogo tra marito e moglie, ispirato ad alcuni articoliapparsi su «Il Giornale» il 28 luglio 2008, in occasione degliincidenti alle centrali nucleari francesi.Marito. Maria Maria hai visto che anche il Giornale dice chenon bisogna avere paura del nucleare?Moglie. Ma quale giornale?Marito. Ma «Il Giornale»!Moglie. Perché la radioattività non è pericolosa?Marito. Assolutamente no, guarda quante lastre hai fatto tue non sei ancora morta. È che voi appena sentite la parola“nucleare” vi spaventate: sai che adesso anche la risonanzamagnetica non la chiamano più nucleare perché la gentenon la voleva più fare?Moglie. Non sarà per il ticket?Marito. Sai che il nostro corpo emana una buona dose diradioattività.Moglie. E da dove viene?Marito. Dal cibo che mangi, compresa la tua insalatabiologica. Ogni parte del nostro corpo, ogni chilo della nostracarne è fonte di radiazioni.Moglie. Chissà allora tua sorella che è più di un quintale,sarà peggio di una centrale nucleare!Marito. Non mi prendi sul serio Maria, ma proprio tu che haisempre avuto paura dovresti sapere che siamo circondatidalla radioattività: ogni fiocco di neve, ogni zolla di terra,ogni mattone della tua casa, emana raggi.Moglie. E allora?Marito. Allora viviamo immersi nella radioattività, e l’uomoha sempre convissuto con essa.Moglie. Anche con i microbi abbiamo sempre convissuto, manon per questo rinunciamo a difenderci, infatti cerchiamo diintrodurne il minor numero possibile nel nostro organismo.Marito. Ma nel corso dell’evoluzione l’uomo si è adattato aun certo livello di radiazioni.Moglie. Io non ci credo, comunque anche se fosse vero nonper questo dobbiamo aumentarle.Marito. Appunto ormai fanno parte delle nostra vitamoderna. Se ti rompi il femore, non andare a farti fare lalastra Maria, se credi che è pericolosa.Moglie. Grazie dell’augurio, ma proprio quando mi son fattofare l’ultima volta i raggi ho ben visto che il dottore è andatoin un’altra stanza e il tecnico si è messo dietro uno schermospesso così.

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Marito. Ma sono le norme di sicurezza. Leggi lo dice anche«Il Giornale», dato che nelle esplosioni atomiche diHiroshima e Nagasaki si è visto che una dose di 1000millisievert uccidono un uomo, allora per eccesso diallarmismo si è deciso che se un milione di uominisubiscono una dose aggiuntiva di 1 millisievert ci sarannomille morti.Moglie. Perché è dimostrato che non è vero?Marito. No, lo dice l’articolo, adesso ti leggo il pezzo: “è suquesto uso creativo della statistica che si sono diffusi i piùsubdoli allarmismi”. E ti dirò di più, c’è anche scritto che tragli abitanti di Hiroshima e Nagasaki che subirono una doseistantanea di 200 millisievert non si è verificato anchedopo 60 anni un eccesso di tumori, è scritto qui, nelGiornale, leggi Maria, se non mi credi.Moglie. Se è vero, sono contenta per loro. Ma permettermidi dubitare. Questi articoli di giornale sono pericolosi, timettono in testa delle opinioni, senza un contraddittorio esenza che tu possa verificare se i dati sono giusti.Marito. Ma leggi l’altro articolo nella stessa pagina. Èun’intervista a Tullio Regge che, tu non lo sai, ma è uno deipiù famosi fisici italiani.Moglie. E allora perché non hanno intervistato Rubbia, cheè addirittura premio Nobel?Marito. Ma lui non è diventato un ecologista?Moglie. Ah gli ecologisti non sono attendibili e i nuclearistisì?

Marito. Non cercare di sviare il discorso Maria. Leggiamocosa dice Regge. Ecco ti leggo questo passo, che tu non haigli occhiali. Il giornalista riferendosi agli incidenti allecentrali francesi gli chiede chiaramente: “Nei due episodiprecedenti sostanze radioattive sono finite nella falda. Nonè pericoloso?” E lui risponde, testuali parole: “Dipendedall’elemento che si è sparso e in quali dosi. L’uranio 238 ènaturale non è pericoloso, è debolmente radioattivo” Allorail giornalista gli fa la domanda: “Che rischi ci sono allora?”E lui risponde: “Minimi. L’uranio può essere tossico maallora anche il piombo”.Moglie. Con tutto il rispetto per lo scienziato però nellafrase prima dice che l’uranio è naturale e quindi nonpericoloso, nella frase dopo dice che è tossico.Marito. Ma come il piombo. Tu hai paura del piombo Maria?Moglie. Da quando mi hanno detto che è velenoso sì. E sel’avessero scoperto prima chissà quante vite avrebberorisparmiato. Quando una cosa è sospetta non si dovrebbeusare, finché non si è completamente sicuri che non famale.Marito. Ma così non ci sarebbe più progresso, Maria. Dovevivi, non sai che la scienza si basa sugli esperimenti?

Bisogna sperimentare per progredire!Moglie. Ma nei laboratori, con tutti i sistemi di controllo,non sulla pelle della gente.Marito. Allora non farti i raggi e non prendere le medicinequando ti ammali.Moglie. Ne prendo il meno possibile di sicuro e spero chesiano cose provate. Credo che neanche a te piacerebbefare la cavia.Marito. Beh ma torniamo al nucleare, non ti ho ancoradetto la cosa più bella. Sai che tu quando sei andata aRoma per il Giubileo a vedere il papa, hai preso piùradiazioni degli operai della centrale francese dopol’incidente? Lo dice qui. Te lo leggo testualmente: “In piazzaSan Pietro, lastricata con cubetti di porfido naturalmenteradioattivi, per via del torio in esso contenuto, la dose èquasi doppia di quella entro il raggio di 30 km dell’areaproibita attorno a Cernobyl”.Moglie. Allora era meglio se facevo il pellegrinaggio aCernobyl? Ma fammi il piacere! Chi è che lo scrive? Sempreil giornalista di prima, quello dell’insalata biologicaradioattiva?Marito. Sì, lui perché? Magari è vero!Moglie. E magari no. A proposito di Cernobyl…Marito. Ecco voi antinucleari andate a tirare a manosempre Cernobyl. Sai che a Cernobyl ha fatto più dannidell’incidente il vostro allarmismo amorale. Ci sono stati piùmorti per suicidio che per le radiazioni.Moglie. E lo dice sempre lo stesso articolo?Marito. Sì perché non ci credi?Moglie. Allora, secondo te… secondo il giornalista, cisarebbe stato un eccesso di allarmismo anche a Cernobyl?Marito. Pare di sì.Moglie. Hiroshima, Nagasaki e Cernobyl non hannoinsegnato proprio niente, anzi…Marito. Al massimo sono incidenti della storia. Non bisognamai tornare indietro. Dopo Cernobyl il mondo ha rallentatonella costruzione delle centrali, in Italia noi, più furbi, leabbiamo addirittura chiuse, ma ora siamo a una svolta.Moglie. Io ragiono sempre da ignorante e con esempipratici. Tu che vai in moto, quando incontri una svolta, unacurva, rallenti o acceleri, anche se sei un po’ troppospericolato?Marito. Cosa c’entra? Per forza devo rallentare se no vadofuori strada.Moglie. E quando arrivi a un bivio che non conosci, ti infiliin una delle due strade senza pensarci oppure guardi benei cartelli e magari ti fermi e consulti la cartina?Marito. Si guardo i cartelli, Maria, è naturale. Ma se sbagliopoi torno indietro, che male c’è?Moglie. Anche per il piombo, l’amianto e molte altre cosetossiche abbiamo dovuto tornare indietro e non abbiamoperso solo tempo ma anche vite umane. E se fossedimostrato che anche il porfido è pericoloso, come dice iltuo amico giornalista, allora bisognerebbe toglierlo tutto…Marito. Ma tu sei fuori, Maria! Vorresti spiantare tutte lestrade col pavé? Ma sai quanto ci vorrebbe? E poi ilgiornalista, che non è mio amico, dice solo che ciallarmiamo di cose lontane nel tempo e nello spazio e nondi cose che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi.Moglie. E allora apriamoli gli occhi!Marito. Ma tu, allora, vuoi sempre andare con i piedi dipiombo?Moglie. Per fortuna i miei piedi sono radioattivi e non dipiombo, non me l’hai detto tu? Così posso camminaretranquilla anche sul pavé! Marco Savini

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Sono stati presi in considerazione i seguenti impianti:• a Sant’Angelo per la produzione di 0,701 MWe vengonoutilizzati 189 ettari per coltivare mais ceroso e loietto per ilbio-gas• a Sartirana per la produzione di 0,760 MWe vengonoutilizzati 250 ettari per coltivare mais, loiessa e triticaleper il bio-gas• a Ottobiano si producono 4,3 MWe di picco conproduzione media annua di 1,260 e vengono utilizzati 18ettari per posizionare i pannelli solari e per le cabineelettricheriportando tutto agli stessi parametri per poter fare dellecomparazioni si ottiene che per avere lo stesso risultato(nel F.V. si è tenuto conto della media, non del valore dipicco) occorrono

USO DEL SUOLO– per ottenere 1 MW da Bio Masse =300 ettari– per ottenere 1 MW da Foto Voltaico = 14 ettari

CONSUMO DI SUOLO– Nei 2 digestori ci sono 15/20.000 mq di cemento perl’impianto stesso– Nell’impianto F.V. ca. 200 mq di cemento per le cabineelettriche mentre tutto il resto, utilizzato per i pannelli, èterreno recuperabile ai fini agricoliQuindi facendo le solite proiezioni a parità di produzionerisulta– per ottenere 1 MW da Bio Masse = 12.000 mq dicemento– per ottenere 1 MW da Foto Voltaico = 160 mq dicemento

ULTERIORI ELEMENTI DA CONSIDERARE– L’energia termica dei digestori è utilizzata per la maggiorparte per tenere a regime l’impianto stesso, e solo inpiccola parte per il riscaldamento della cascina– Nei digestori l’energia viene prodotta da un motore (conquello che comporta)– Negli impianti biogas bisogna considerare anchel’inquinamento della viabilità (che non esiste nei F.V.). Èvero che il digestato, opportunamente compostato, vieneutilizzato come ammendante, ma non ma siamo certi che“il gioco vale la candela”?– Volendo, sotto i pannelli si potrebbe coltivare loietto etriticale che potrebbero quindi implementare il ciclo diproduzione energetica (non è il caso considerato perchéproducono foraggio)

CONDIZIONI NECESSARIE PER IL F.V.L’impianto deve comunque avere le seguenticaratteristiche (come appunto in quello considerato)1. I pannelli devono essere coperti da FidejussoneBancaria che garantisca il corretto smaltimento anche nelcaso in cui la ditta produttrice non esista più2. La distanza da terra dei pannelli deve essere tale dapermettere l’uso del suolo per coltivazioni (nel casoconsiderato 3,4 mt di altezza ed interdistanza tra un filaree l’altro di quasi 7 mt3. La struttura deve essere in alluminio per poter essere

recuperato e riciclato alla dismissione4. Il fissaggio della struttura al terreno deve avveniretramite “chiodoni” di ferro che potranno essere recuperatie riciclati5. I vari collegamenti elettrici devono essere facilmentetrovabili per il recupero6. Tutta la struttura deve essere perimetrata con essenzeautoctone7. Non vanno usati diserbanti8. … ed ovviamente, se si riuscissero ad utilizzarecoperture di edifici, magari in sostituzione dell’eternit,sarebbe il “non plus ultra”

CONDIZIONI NECESSARIE PER LA BIO-MASSASenz’altro più positiva la valutazione nel caso in cuil’impianto a digestione anaerobica utilizzi solo (o inmaggior parte) scarti vegetali e biologici (letami e liquami).

Gianfranco Bernardinello

FOTOVOLTAICO A TERRA

E BIO MASSE

C’e’ chi afferma che con il fotovoltaico si sottragga molto più terreno fertileall'agricoltura rispetto alle centrali che bruciano biomasse. Ma c'è chi ha fattoalcuni calcoli ed ha scoperto che ...

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LOMELLINA = IMPIANTI AUTORIZZATI AL TRATTAMENTO RIFIUTI(alcuni sono stati chiusi nel frattempo, altri magari non sono neanche partiti. I quantitativi sono indicativi in quanto magari suddivisi su più linee o non aggiornati, e sicuramente nemancheranno, in particolare le eventuali ultime autorizzazioni)

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... perché prima occorre entrare in un rapporto di rispettoprofondo, un senso di rispetto che contiene in sé anche ilseme (=la culla) dell'offerta di cura, di amore, diprotezione benevola, mi viene da dire anche di 'fratellanzaprofonda con tutte le altre forme del creato'. Un rispettotalmente profondo nella nostra sfera dell'essere, tanto daoltrepassare addirittura il senso del "mi-piace-oppure-non-mi-piace" (in altre parole: un rispetto talmente profondo etalmente sentito - e, direi, talmente sentito con 'sacralitàdel quotidiano' - da bastare a sé stesso.) Per dirla più"terra-terra": poco importa che la vista di un tal alberoo manto di bosco ci piaccia molto o poco: lo rispettiamoprofondamente come parte del creato, come vita daproteggere, e quindi quel tal albero o quel tal manto dibosco "è noi", e "noi siamo quell'albero o quel bosco",coinvolti e uniti in un medesimo flusso d'amoreuniversale.Stessa cosa per gli animali: quando il senso di fratellanzae di amore con gli altri esseri è (e sarà) sviluppato, pocoimporta se si tratterà di salvare/proteggere/accudire unbel cane o cavallo o coniglietto, piuttosto che un mutopesce squamoso o un verme o un pipistrello: tutto è (e

sempre più andrà)compreso nel progetto diamore universale, in cuitutto è unico eppurecomplementare, tuttovibra all'unisono. Vibra,appunto, ma può vibrare dibenevolenza-gioia-compassione oppure,ahinoi, può vibrare didolore e sofferenza(cattiverie inflitte,vivisezione, mattatoiindustriali e agonie varie, equi purtroppo il repertorioè in realtà ancora piùlungo): a noi umani ilcompito di sollevare dallasofferenza, e dare il nostrocontributo affinché sianoristabilite condizioni diarmonia del vivente tutto(il vivente, nelle suemolteplici forme emanifestazioni)."Cantava alle cicale /predicava agli uccelli / el'albero e l'arbusto erano suoi fratelli .. " Mi è semprerimasta impressa questa strofa su (san) Francesco, efrancamente mi piace molto anche il testo delle Lodi di S.Francesco, con "frate-sole, sorella-acqua, fratellanza ditutte le creature" etc. (inclusa, direi qui, "sora nostramorte corporale da la quale nullu homo vivente pòskappare ": è un argomento che purtroppo è diventato untabù, ma penso che s'inserisce bene in una nuovariflessione sul valore di "trasformazione" continuaimplicito nella morte, trasformazione continua nel grandeflusso del creato, della natura, dell'universo.E che dire infine di quell’amore verso il creato(amore/rispetto/fratellanza/protezione) che, purpassando nel suo nascere attraverso l'emozione (e quindiattraverso il senso dell'estasi, della bellezza etc.) in realtàpuò poi diventare un valore che vibra già di tutto. Puòinsomma evolversi in un'istanza d'Amore che - proprio inquanto Amore vero verso il tutto - conosce già tutto in sé,tutto ha in sé, anche senza ogni volta la necessità di una"riprova" attraverso i cinque sensi.Marina Palmieri

Certo i numeri sono importanti, però io penso che le scienze ambientali nonriusciranno, da sole, a spingere gli uomini a proteggere la natura. Perché ...

DALL'EMOZIONE AL

PRENDERSI CURA

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Scrivere poesia.La Poesia ti far sentire dolore perun albero abbattuto, orrore per lesofferenze inflitte agli animali,rabbia per il degrado ambientale,meraviglia per la bellezza di unpaesaggio. La poesia di oggi vive inun tempo in cui, per effetto dellenuove tecnologie, tutti i pensieri,tutte le emozioni e tutta lacreatività del mondo vengonouniversalmente econtemporaneamente a contatto.Essa si alimenta di questa linfafatta di pensiero, di emozioni e diimmaginazione. Tuttavia, lacontinua e sovrabbondantetempesta mediatica di notizie ci haabituato a pensare sempre in modorazionale , a separare le parole, le immagini e leinformazioni dalle emozioni. . Ed ha contribuito a crearespecie nei giovani, quella abulia di ideali e di valori, che liha privati dell’entusiasmo e della voglia di sporcarsi lemani. Per questo abbiamo di nuovo bisogno di una poesiacapace di coinvolgere contemporaneamente razionalità esentimento. Pensiamo che la poesia, oggi, sia capace dirisvegliare con la potenza delle sue suggestioni, lecoscienze che desiderano profondamente la salvaguardiadel nostro pianeta e un nuovo rapporto di amicizia contutti gli esseri viventiQuesto nuovo bisogno di poesia è stato colto in diverseparti del mondo. Sono nati così nuovi movimenti poeticiche associano la Poesia alle attuali istanze etiche.

Attraverso la poesia l’animale torturato, l’albero secolaresradicato, parlano direttamente; comunicano il loro dolore.Attraverso la poesia, la bellezza di un paesaggioincontaminato riesce ad immergerci totalmente nella pacedell’unità della creazione.Anche in Lomellina sappiamo esserci molti amici cheattraverso la poesia raccontano la suggestionedell’ambiente. Ci piacerebbe dare loro spazio organizzandouna serata di lettura pubblica, magari un una notte di lunapiena, magari quando le stelle, come diceva ClarissaPinkola Estés, sono come cipria sparsa su un pavimento dimarmo nero, magari quando la nebbia di questa terracomincia a entrare anche dentro di noi.Scrivi eco-poesia? Allora faccelo sapere e insiemecostruiremo questa serata magica.

Già, le scienze ambientali non riusciranno, da sole, a spingere gli uomini a proteggere la natura...Proteggeremo la natura se avremo imparato ad amarla, se avremo re­imparato a sentire le emozioniche essa può suscitare. Ed è proprio questo che la Poesia sa fare. Certi versi non si possonodimenticare. Perché la poesia sa creare emozioni. Tocca corde segrete o dimenticate. Stupisce conassociazioni di suoni o di immagini inattese. Ci fa meditare con una metafora. Coglie l’essenzanascosta delle cose.

SCRIVERE

"ECO-POESIA"

DI TERRAGuardo questi campi,colorati appena, senza enfasi,sui quali spesso hanno indugiato,per me,i raggi del sole del tardo pomeriggio.La gonfia immaginazione che m’affligge,come malattia,mi porta la loro voce, calma, senza accenti,

pregna di tutta la saggezza dei raccolti vissuti,che m’indispone, perché nulla ho da opporlecon speranza di vincerla.Guardo questi campi,spruzzati ancora dell’acqua di fortunale,mentre fa sera, come sempre.

Joggy

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IL MARE IN TEMPESTALa voce del mare in tempesta…come se un mostro ne sconvolgesse leviscerecome se uno spirito indomabileemergessedal punto più profondo delle acque.Inquiete forze si ribellanourlanosi agitanocontro il mondo degli uominie della perfezione delle macchine.Le onde si schiantanocontro i pregiudizile violenzegli abusi.E voragini d’acqua vorrebberoinghiottiretanta prepotenzaper rivendicare la forzadella natura primordiale.Ma è una rabbia incomprensibileè un lamento silenziosoperché nessuno, Mare,capirà il pianto del tuo animo ribelle.

LIBERTA’Vorrei essere un gabbianoper spezzare l’azzurro del cielocol bianco delle mie ali.Per respirare l’ariaal di sopra degli uominie delle loro esistenze.Per vedere dove finiscono i marie come si fondono i loro mille colori.Per avvicinarmi al solee brillare sotto la sua luce.E per scrivere col mio volola libertà della mia anima!

INCANTO NELLA NOTTEDisegna, o Luna d’argento,intrecci neri di alberi spogli.Fatti amica delle piccole stelleappese nel tuo grande regno.Ascolta, silenziosa, i rumori della notte.Guarda la terra che si è spentae cullala con la tua dolcezza.Affinché gli innamoratisi amino senza paurae lodino il tuo discreto incanto.

VOLTI DI LUNALuna tonda,arancia bassa all’orizzonte.Hai occhi grandi e labbra caldeche sussurrano al cuoredi sognare e di lasciarsi andare.Luna fredda e distante.Sei lontana dal cuore.Sei la mente che giudica e consiglia.Ma a te rivolgo i miei pensieri,confido i miei desideri.Luna sottile, unghia tagliataappesa al cielo.Sbirci nel buio come mi muovo.Mi sai ancora ascoltare,mi sai commuovere, mi sai stupire.Sei sempre diversa, eppure la stessache attira i mie sguardi, i miei sospiri.Luna assente.Non dipingi la notte col tuo incanto.Questa volta mi lasci sola davveroe le mie fantasie si perdonocercandoti.

SOTTILECon passi leggeri sfilitra le bellezze del Bel Paesesilenziosa e discretacome i tuoi mari solitari.Tenui i colori delle tue vestiintimi e caldicome un abbraccioda non rivelare.Inebrianti i profumi dei tuoi gelsiavvolgono armoniedi concerti di ventotra i pioppeti.Ma ti sveli poco a pocoagli occhi che ti guardano.Gli sguardi indifferentiti trapassano.Non vedonol’erba verde piegatacome una mano tesache aspetta.I rossi papaveriche spiccanocome piccoli cuori palpitantisulle rive delle tue risaie.La luce filtrata o apertaaccecantesui tuoi specchi d’acqua.Perché tu sei sottileo Terra mia.Sei misteriosa e dolcecome una carezzache si posa lievesu una guancia pallidae lascia il soffio di un ricordoche sfuma lontano.

DIMENSIONEEntriamo in Gaia.Senti il fremitodella terra che sale?L’odore acre e umido che inaliamomentre il respiro si fa affannoso?La natura sembra dire:“Tacete, e ascoltate.I vostri passi pesanti e lentiil vostro cuore che acceleramentre entrate nella grandedimensione”.Un verde profondo ci avvolge.Ascolta…“Entrate. Entrate”.Lasciamoci entrare.nella fitta tessituradi larici, abeti rossi e cembri.Scivoliamo su un tappetodi rododendri in fiore.Apri gli occhi, le narici,tutti i tuoi sensi.Ci siamo.Ecco la nostra essenza.Limpida, verde, profonda.Ssst. Ascolta.

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ODORE DI PIOGGIAIl rumore della pioggiatintinnafa vibrare le corde della mentecome in un ricordo lontanoche piacevolmente riaffiora.La pioggia che finesi stende sui selciatie brilla di riflessidi un mondo che si adagia.Regala l’odoredi una terra umidaprimitivail sentoredi un alito di ventomistico e penetrantetranquillizzanteche ti sfiorae ti penetrachiamandoti a guardareil mondo che scivola.

DI VERDERespira, anima mia.Lasciati immergerenel verde di queste frondeche piovono rugiada di luce.Assorbi gli aromidei muschi, delle resineodorose.Rapisci le essenze di questiboschiche sono le tue, tiappartengono.Questa è la tua casa.Senti i picchiche bussano alla porta.Ai tuoi piedici sono soffici giaciglisu cui ti puoi adagiare.Mentre lo sguardo scivolasulle pietre dove l’acqua correfresca, limpida, nelle vene.Il fragore del ruscelloti dà il benvenuto.

LIBELLULEIl tempo sfugge.Sogni impalpabilicome ali di libellulevorrebbero imprimere le loro trasparenzesulla pelle,restarecome un tatuaggioe non continuare a volare con il vento.Eccoli. Afferrali.Ma dolcemente,con la punta delle dita.Invitali a fermarsie a sussurrarti le loro vite leggere.Sono i miei.

CUORE MUSCHIATOSpiriti effimerima presentiimportantidal bosco mi sussurranoi valori dell’anima.Mi chiamanomi sentonoun corpo tutt’unocon cortecce muschiatee rami protesiad abbracciare il cielo.Uno spirito tra spiritidel bosco amicisono anch’iocon la mia forma umanama nel cuore un grande sensodi verde infinito.

VERSO IL FIUMEScricchiolii di ruotescivolano su sabbia e ghiaia.Semi di pioppi volano leggerisi posano ovunque come neve.L’argine del fiumeè polmone verde.Arbusti in fiorerilasciano profumi dolci.Si mescolano nell’ariaa quelli forti delle acace.Un sottofondo musicaledi grilli e cicale mi accompagna.Passerotti e cinceregalano acuti da concerto.Spingo sui pedaliper arrivare al fiume.Mentre l’anima si apre.Distese di boschi verdipunteggiati dai colori accesi di ginestre evaleriane.Schiume mediterraneeche accarezzano rocce già scolpite nelleere del mondo.Giochi di trasparenze acquaticichiari come gli occhi di chi sognaun mondo appena natoun paradiso terrestrearrampicato sulla vetta difensivacome perso in un tempo senza tempo.Strette e alte le case coloratedipinte da un pittore distrattoche ha voluto usare tutti i colori della suatavolozzaprofumano di ventodi mare e di saledi tiglio e di timodi pesce frescodi fiori che a manciate vorrei strappareper tenermeli nel cuore viciniper tenermi dentroquesta oasi di pace.

Alessia Delcré

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Il 2010 ormai alle porte è stato ricco di iniziative: alcune le ho amate particolarmente e voglioraccontarvele.

Il 2010 ormai alle porte e’ stato ricco di iniziative: alcunele abbiamo amate particolarmente e vogliamoraccontarvele.La Festa dell'Albero 2010Lo sapevate che piantando 3 alberi si può compensare laCO2 prodotta dal consumo annuo di elettricità di 3persone che vivono insieme?E’ da tre anni ormai che il Circolo Legambiente dellaLomellina “il Colibri” insieme al Circolo didattico diMortara organizza una giornata dedicata allapiantumazione di giovani alberi, anzi quest’anno sonoben tre le giornate:il 16 Novembre con tutte le classi primarie di Parona sonostati piantati nuovi alberi davanti alla scuola, il 18novembre è stata la volta della scuola di San GiorgioLomellina che ha adottato nuovi arbusti per fare più verdeil proprio comune, il 19 novembre le classi 4°A,4°B e4°D sono scese nel cortile della Scuola primaria TeresioOLivelli di Mortara per mettere a dimora arbusti di rosacanina, biancospino, pallon di maggio e di altre essenzeautoctone.Alla scuola si è poi aggiunta la Biblioteca dei Ragazzi “G.Cordone” di Vigevano con cui abbiamo organizzato il 20novembre alle ore 10 una visita del giardino e laboratoriodelle borse di stoffa a tema : “alberi e biodiversità”Il 2010 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite AnnoInternazionale della Biodiversità: dedichiamo quest'annoLa Festa dell'Albero in particolare a questo tema cheintroduce gli argomenti del 2011, Anno Internazionaledelle Foreste. Intendiamo, dunque, più che mai in questaedizione, focalizzare l’attenzione sull’importanza deglialberi e dei boschi nel mantenimento degli equilibriambientali del Pianeta.Gli alberi sono i polmoni verdi del Pianeta, assorbonoanidride carbonica e restituiscono ossigeno, rendono piùbelli i nostri territori evidenziandone le diversità, hanno unruolo fondamentale nella prevenzione del dissestoidrogeologico.

FESTA DELL'ALBERO

2010

Puliamo il Mondo è l'edizione italiana di Clean Upthe World, il più grande appuntamento divolontariato ambientale del mondo. Dal 1993,Legambiente ha assunto il ruolo di comitatoorganizzatore in Italia ed è presente su tutto ilterritorio nazionale grazie all'instancabile lavoro dioltre 1000 Circoli di "volontari dell'ambiente", cheorganizzano l'iniziativa a livello locale incollaborazione con associazioni, comitati eamministrazioni cittadine. Puliamo il Mondo èun'iniziativa di cura e di pulizia, un'azione allo stessotempo concreta e simbolica per chiedere città piùpulite e vivibili.All’ edizione 2009 di Puliamo il Mondo hannoaderito 1.700 comuni e circa 700.000 volontari - trafamiglie e associazioni, insegnanti e studenti - che sisono rimboccati le maniche per ripulire 4.500 areeda rifiuti abbandonati. L'edizione 2009 di Puliamo ilMondo è stata la dimostrazione tangibile chel'unione fa la forza. Numerosi appuntamenti infatti sisono svolti all'insegna dell'integrazione e dellapacifica convivenza tra le comunità presenti nelnostro Paese.Anche in Lomellina l’adesione è corposa, per l’anno2010 hanno aderito: CILAVEGNA (appuntamentovenerdi 24 ore 10,30 davanti alle elementari),MEDE, VIGEVANO, SAN GIORGIO (appuntamentodomenica 26) CASSOLNOVO, FERRERA eSANNAZZAROCi spiace che, differentemente dall’anno scorso, ilComune di Mortara non abbia aderito perché nonha poche centinaia di euro da investire in questamanifestazione.

PULIAMO IL MONDO

2010

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La vita del Circolo è fatta anche di rapporti personali, che poi, col tempo, si spostano dall’attivismoambientale al piacere di condividere le nostre storie.Come quella volta che...

... eravamo impegnati per organizzare una iniziativa a favore del trasporto suferro e un pendolare, arrabbiatissimo per l’ennesimo ritardo sulla lineaMortara Milano, si è avvicinato mentre stavamo volantinando, ma, invece disfogare su di noi la sua giusta rabbia, ci ha regalato una citazione di un librodi Gilbert Keith Chesterton, mi sembra che fosse “L'uomo che fu Giovedì". Cheho trovato talmente bella e azzeccata per raccontare la tristezza dello statodelle nostre ferrovie che mi sono messa a trascriverla per potervela regalare.Diceva:Tutte le volte che un treno arriva alla stazione, io ho il senso che si sia apertala strada sotto il fuoco di innumerevoli batterie, e che l'uomo abbia vinto ilcaos... Tenete per voi il vostro Byron che commemora le disfatte degli uomini.Io verserò lacrime d'orgoglio leggendo l'orario delle Ferrovie dello Stato.

... oppure quella volta che Graziella…

Metti un pomeriggio davanti al camino; un po’ di castagnebruciacchiate, un buon bicchiere di vino che trasuda luce etrasparenze dal vetro annerito, un tronco di albero sulfuoco che degrada in faville e calore.Una domenica pomeriggio, mentre fuori l’erba arrugginiscee l’umidità ti corre incontro e ti penetra le ossa come sefosse una radiografia, dentro è tutta un altra cosa.I gesti degli amici sono leggeri, le parole non hanno lafrenesia dei giorni di lavoro, non c’è ansia di fare, traccia difretta, tempo che corre. Non ci sono orologi, appunto, e iltempo riacquista il suo significato profondo, quello dellecampane che fermavano a mezzogiorno i trucioli e il lavorodi falegname nei laboratori artigiani di Molfetta. CosiTonino ci racconta.Attorno gli oggetti inanimati sembrano prendere forma: unsalame a fette che ricorda i fumetti di Iacovitti, la polentache ha il sapore delle osterie di fuori porta. Ma anche

oggetti animati come il cane Leone che vigila su ognirumore che possa racchiudere indizi di cibo, su ogni gestoche lasci intuire un esortazione ad una corsa, su ognispigolo umano che lasci passare un invito alle coccole e alcaldo.Metti la freschezza dei rapporti umani e confrontali con ilfreddo dei liberisti là fuori, che ragionano solo di profitto epensano cosi di trovare la felicità.Metti il silenzio in confronto al casino della produzione,metti infine lo scambio del dono rispetto al consumo, doveogni cosa, ogni affetto,ogni sorriso ha un prezzo.Non cercare la luna sembrano sentenziare le faville delcamino, essa è qui, nei luoghi senza pretese, nei cantuccie tra le pieghe delle piccole cose, nelle nicchie dovel’ambizione e la frenesia grazie al cielo non riesconoancora, per ora, a penetrare.

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... o quando abbiamo inaugurato il filone "ambiente e solidarietà" e abbiamo presentato a Mede illibro di una socia: Claudia Mossi

Sono quattro gli scomparti nel mio frigo, c’è spazio perl’ortofrutta e per i surgelati. In ognuno di essi fanno bellamostra di se salumi e formaggi. Spesso si stringono tra diloro, ammiccano, sorridono. Si guardano e sorridono. Epoi: click la luce click la tv e il mondo in casa, un giro dimanopola e calda l’acqua ti lava dalle fatiche della vita,sollevi il ricevitore e hai vicino cento amici a cuiraccontare.Quando ho letto il libro di Claudia Mossi, infermiera diMede scritto per le edizioni Liberi di scrivere del gruppoL’Espresso, ho pianto. Chi sono io, mi sono detto, peravere diritto al superfluo e nonostante tutto questo, ancheil diritto di sentirmi annoiato, infelice di avere il diritto diparlare di decrescita, causa overdose di consumi?Quali merito ho accumulato nel passato per guadagnarmiil diritto al sapere, alla tecnologia, ai vaccini e all’aspirina?Il mondo liberista ha costruito il suo capolavoro giocandosul peggio della natura umana.Ha diviso il mondo in due parti. Tu che sei il Sud non miinteressi, non produci e non consumi, mi sei indifferente,indifferente la tua vita e la tua morte. Inutile: un miliardodi persone, di uomini e di donne che non servono.Qualcuno dice che nonostante tutto ciò, questodimenticato continente africano, ha ancora tanta voglia didanzare la vita. Che certo esiste un continente povero eumiliato ma che non si arrende.Di tutto questo però non c’è traccia nel libro di Claudia,non c’è la poesia dei tramonti, gli sguardi di tenerezza chespesso rendono accettabile l’esistenza.Solo il dolore di una natura nemica, la lotta dellasopravvivenza, una generazione di bambini che sembranonon avere futuro. Che importa?La situazione è nera, ma Claudia dice: “Ho imparato avedere i colori del mondo. I colori dell'India, bianco sporcotendente al grigio. I colori del Sud America, rosso fuoco egiallo limone, e i colori dell'Africa: il nero. E non penso cheil nero sia davvero un triste colore".

Claudia non si arrende, non si fa lusingare dalla sirenadel realismo, alla disco e alla crociera oppone il suo NoExcuse.Viaggia. Dall’India, al Guatemala, all’Uganda mettendo adisposizione di altri la sua professionalità, maturata nellecorsie di un ospedale lomellino; è la sua rivendicazione diumanità. “La terapia dell’amore non te la insegnano ascuola“, dice.Non chiede alla politica un contributo per il riscatto di uncontinente, nè alla religione una ragione per questoinferno in terra.Rimane testimone di questi tempi tristi e questo lepermette di trasmettere una forza immensa.”"L’ultimo volto, l’ultima voce che hanno ascoltato i mieipazienti nell’ospedale ugandese di Matany in Karamoja,quando tutti i rumori del mondo vanno a dormire è statala mia. L’ultimo viso che hanno guardato è stato il mio. Equesta consapevolezza mi ha reso ogni giorno più forte”Un messaggio che è più di un manifesto, un atto diaccusa verso l’indifferenza di tanti,verso le lobby, i poteriforti che vivono di dichiarazioni di diritti umani calpestati,ma senza alzare troppo la voce, senza disturbare ilmanovratore.In quanto a noi come associazione abbiamo aperto unfilone di studio intitolato “Sud e ambiente”.In particolare ci interessiamo di quel continentedimenticato che è l’Africa.L’idea che la maggior parte degli africani ha finora avutodel presente e dell’avvenire era che la morte, fossetuttavia tollerabile, purchè non mancasse unagenerazione a sostituire l’altra. Nessuna persona eraconsiderata povera fino a quando c’era un’altra personasu cui la prima potesse contare.L’alleanza con la natura, le diverse forme di solidarietàerano la garanzia di tutto questo. Ora non sembra piùcosi. Anche noi di Legambiente ora collaboriamo conClaudia per ricreare l’idea di un futuro possibile.Adriano Arlenghi

IL NERO NON È UN

TRISTE COLORE

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Ma non posso finire questo numero senza mandare un forte abbraccio alla nostra amica Keiko Fukano,che in questi giorni a Tokio sta vivendo il dramma che tutti conosciamo, e insieme a lei idealmente a tuttoil Giappone. Keiko ci ha inviato questa sua testimonianza:

È passata una settimana dal terremotopiù grande registrato in Giappone.L’11 marzo, è successo mentre ero inbagno...mi ha fatto spaventare molto emi ha fatto molta paura. La prima cosache ho fatto è stato aprire la porta enascondermi sotto il tavolo. InGiappone facciamo il training anti-terremoto sia a scuola che negli uffici,quindi, come il cane di Pavlov horeagito.La notte non ho potuto dormire equesta insonnia continua ancora per lapaura. Le scosse di assestamento,piuttosto forti, si succedono moltofrequentemente. Mi sento come sefossi sempre scrollata, anche quandonon ci sono le scosse...Poi è arrivata l'esplosione dellacentrale nucleare a Fukushima. Nonsoltanto un reattore ma 4 reattori sonoin situazione critica...ce questo he midà ancora più paura.Come durante l'oil shock degli anni '70la gente ha fatto la corsa per comprarecarta igienica, cibi piuttosto facili damangiare e altri generi di primanecessità, per un'eventualeemergenza.Io sono arrivata un po' in ritardo alsupermercato e già negli scaffali dialcuni cibi non era rimastoniente...anche la pasta erapochissima.In conseguenza del guasto dellacentrale nucleare ora abbiamo anche ilproblema della mancanza di elettricità,perchè l'elettricità della grandemetropoli e delle province intorno aTokyo dipendeva molto dalla centralenucleare. Quindi da lunedì scorso ècominciato il rolling blackout, che hacausato notevoli disagi agli abitanti.Molti treni hanno ridotto i servizi osono stati soppressi. Magari in Italia siè più abituati a questo genere didisagi, ma in Giappone il servizio deimezzi pubblici è ad alto livello dalpunto di vista della puntualità, dellafrequenza e del customer service.Oggi si è abbassata la temperaturaquindi la gente ha usato di più ilriscaldamento e di conseguenza ilconsumo di elettricità è aumentato dimolto.Nel tardo pomeriggio la tv ha diffuso lanotizia che, a causa del consumoeccessivo, avrebbe potrebbe verificarsiun blackout totale la sera, quando ilconsumo è più altro rispetto alle altreore del giorno, quindi la metropolitanae le ferrovie hanno dovuto ridurre i loroservizi.A quell'ora ero a Yurakucho, il centro diTokyo dove ci sono molti uffici. Ho vistogente che usciva dagli uffici e correvaverso la stazione 30 minuti primadell'ora di chiusura.Era strano. Ho avuto sensazione che

fosse successo qualcosa e sonoandata in un grande negozio dielettrodomestici, dove c'era unoschermo tv e ho saputo dellasegnalazione soprascritta.La gente, aveva già fatto l'esperienzadi camminare anche 5 ore per arrivarea casa o di restare nella lobby di unalbergo o in una scuola tutta la nottenel giorno del grande terremoto, acausa della sospensione del serviziodei treni, e correva per prendere iltreno al più presto possibile. Infatti piùtardi in alcune stazioni, per l'eccessivoaffollamento, gli addetti della stazionehanno dovuto regolare l'accesso deipasseggeri al binario, ogni volta chearrivavano i treni, per mantenere lasicurezza. I passeggeri normalmenteaspettano in ordine, qui in Giappone.In questa situazione i giapponesisopportano molto e cercano dimantenere le buone maniere, dignitàe pazienza senza lasciarsi prenderetroppo dal panico.Ma, dico la verità, non soltanto io, maanche altri amici sentiamo molto lostress e la paura.Però sappiamo che le vittime dellezone colpite soffrono molto, senzatetto e al freddo per la neve, quindicerchiamo di fare qualcosa per loro. Unmodo, anche se è una piccola cosa, èrisparmiare l'elettricità.La zona dove si trova centrale nucleareè la provincia di Fukushima, circa 230km nord da Tokyo.La gente di Fukushima non usal'elettricità generata da questacentrale nucleare. Questa elettricitàviene usata dalle province più a sud diFukushima, nella regione Kanto checomprende Tokyo.A spese della gente di Fukushima noipossiamo usare l'elettricità quindi oratocca a noi fare un piccolo sacrificionella vita normale.Nonostante che il governo e i managerdella TEPCO (la compagnia elettricache ha competenza per la regioneKanto) non siano certo molto fiduciosiin merito al problema del nucleare, c'èdel personale che deve lavorare con ilrischio della contaminazioneradioattiva per evitare il peggio ecercare di migliorare la situazione. Mispiace molto e intanto sono molto fieradi loro.Ho letto su un giornale giapponese chequando la TEPCO ha chiesto ailavoratori dei volontari che fosserodisponibili per questa attività, unaddetto che lavora da 30 anni haalzato la mano.Tra sei mesi lui andrà in pensione,avrebbe potuto trascorrere una vitatranquilla, ma ha scelto la via piùpericolosa. Ha detto che avendolavorato per molti anni era molto fiero

del suo lavoro e non volevadanneggiare il futuro della produzioned'energia elettrica in Giappone, perquesto ha scelto questa grande sfida.Il giorno della sua partenza per illavoro sua figlia non ha avuto paroleparticolari, gli ha detto solo, come seandasse al lavoro normalmente,"Itterasshai" (in giapponese i saluti chesi fanno normalmente quandoqualcuno esce di casa o va in viaggio)e lui le ha risposto "Ittekimasu" (initaliano vado).Ho trovato un articolo che cita quantopubblicato sul giornale tedesco DieTageszeitung, tradotto in inglese:Fukushima workers are heroes. TheJapanese government has sent out arequest for international assistance inthe fight to bring its reactors undercontrol. It is as yet unclear who wouldbe willing to sacrifice their health inthe battle, which means that thehopes of the world ride on the heroicworkers at the Fukushima nuclearpower plant, writes the leftist daily DieTageszeitung: "People hopedesperately for knowledgeable expertswho can cap the energy now beingreleased. But even that would not beenough. More needs to be done, andthat work is being carried out by theworkers on location. The entire worldknows how exhausted these peoplemust be, how much stress they areunder, how much deadly radiation theyare being exposed to and how futiletheir struggle probably is. ... They areperforming well beyond their limit,putting their health and their very liveson the line. It is no less thansuperhuman to overcome one's ownsurvival instinct. Japan's last hope lieswith these workers, and that's whythey are heroes."(17/03/2011)In un altro articolo ho trovato la storiadel manager di una azienda colpitadallo Tsunami. Prima di tutto hapensato a salvare le vite di alcunicinesi che erano lì per un training,portandoli dal loro dormitorio al postopiù alto dove non arrivava lo Tsunami,poi, ha tentato di salvare la vita dellasua famiglia, ma mentre cercava diraggiungerla lo Tsunami ha portato vialui e non e tornato più.Nonostante la situazione moltopericolosa hanno mantenuto una dellevirtù dei giapponesi - pensare agli altri.Non so se io potrei fare come loro e,considerando le loro famiglie, non sose i loro comportamenti siano giusti,ma credo che questa sia laparticolarità dei giapponesi e vorreiche noi la potessimo mantenere.La paura continua ancora, ma sperodavvero che il peggio passi e lasituazione migliori presto.Keiko Fukano