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Heike Owusu - edizionilpuntodincontro.it · 2017. 2. 15. · La storia dell’imponente regno andino può essere ripercorsa a ritroso fino all’anno 1200 circa, ossia al momento

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Heike Owusu

I SIMBOLIMAYA,INCA

E AZTECHI

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INDICE

GLI INCAGLI INCAGLI INCAGLI INCAGLI INCA 11Nascita 14Viracocha 17Gli antenati di pietra 19Il guerriero 21La torre funeraria 23Il culto degli antenati 25I simboli tradizionali degli Inca 27Venere 35Gli status symbol degli Inca 37Divinità demonica della natura 39Il demone guardiano 41I sacrifici umani in America centrale 43Il quipu 47

I MAYA 49I segni della scrittura maya 52

I glifi delle principali città maya 59Glifi onomastici maya e aztechi 61Esempio di iscrizione 62

Il sistema del calendario maya 63Il sistema di calcolo calendariale 65Tzolkin, il calendario dei giorni 67I simboli dei giorni nel calendario maya 68Ha’ab, il calendario dei mesi 80I segni dei mesi del calendario maya 81Le divinità dei numeri presso i Maya 95I nove signori della notte 99Gli dei dell’anno e dei punti cardinali 102Il dio dell’anno 107La fascina degli anni 109

Il mondo delle divinità maya 111Il vecchio dio del sole Ahau Kin 111Ahpuch, il vecchio dio della morte 112Altre divinità della morte 114

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Il giovane dio Buluc Ch’abtan 117Il dio C dal volto di scimmia 119Chac, il dio della pioggia 121Il dio dal naso sfrangiato 123Il giovane dio H 125Il vecchio dio cervo 127Il giovane dio del sole Hunahpú 129Il dio creatore Itzamná 131La giovane dea della luna Ixquic 133Il vecchio dio giaguaro 135Il mostro della ninfea - croce kan 137Lahun Chan, il dio della stella del mattino 139Il dio nero M 141Il giovane dio del mais 142Mam, la dea primordiale 145Il dio dei sacrifici umani 147Il dio nella chiocciola 149Il dio dell’automortificazione 151Tzul, il dio cane 153Il dio dei nove mondi sotterranei 155

Il Chilam 156Gli stadi di elevazione dei defunti 157L’unione divina 159

Il sacro gioco della palla 160I prigionieri 163

La statua del guerriero 165

GLI AZTECHI 167Il calendario azteco 170

I simboli dei giorni 170Il giorno e la notte 175

Il mondo delle divinità azteche 177Chalchihuitliciue 177Ciuatéotl 179Coatlicue 181Coyolxauhqui 183Mictlantecihuatl 185

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Ometecuhtli 187Quetzalcoatl 189Il tempio di Quetzalcoatl 197Tezcatlipoca 199Il mito del dio Tezcatlipoca 203Tláloc 207Tlatzoteotl 209Tlauixcalpantecuhtli 211Tonatiuh 213Xipe Totec 215Xochiquetzal 217Xolotl 219Xuihtecuhtli 221Yacetecuhtli 223

L’arte delle maschere 225L’automortificazione 226

I salassi 229I riti cannibalici 230

Il coltello sacrificale 231

GLI ANIMALI 233Scimmia 235Ahuitzotl 236Pappagallo-Arara 237Ape 239Chiwakli 240Pesce 241Cervo 243Giaguaro 245Coyote 247Colibrì 249Lama 251Muan 253Puma 255Quetzal 257Serpente 259

Serpente a due teste 259

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Serpente piumato 259Serpente a sonagli 260

Farfalla 261

LE PIANTE 263Agave 264Balche 265Campeggio 266Albero del copale 267Albero del cacao 268Albero del kapok 269Albero del corallo 271Albero della vita 272Frangipane (Plumeria) 273Fagiolo rampicante 274Albero rosso 275Ninfea 276Tabacco 277Convolvolo 278

Bibliografia 279Indice analitico 281

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10 GLI INCA

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11GLI INCA

Gli

INCA

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La storia dell’imponente regno andino può essere ripercorsaa ritroso fino all’anno 1200 circa, ossia al momento in cui,secondo la leggenda, quattro fratelli partirono in direzionedei quattro punti cardinali per mettere ordine nel mondo. Ilprimo grande regno sorto sulle Ande prima di quello degliInca fu il regno dei Chimù, che dominarono dal 1050 al1460. L’impero degli Inca nacque dall’unione dei popoliAymara, Kechua e Uru, i costruttori di Tiahuanaco, e in se-guito assimilò a poco a poco popolazioni di altri ceppi. Atestimonianza della grande cultura inca rimangono i resti dellecittà di Machu Picchu e di Cuzco, nelle quali gli Inca si mo-strarono esperti nell’arte di accostare perfettamente a seccoenormi blocchi di pietra.

Il termine “inca” indicava sia il popolo, sia il re, conside-rato l’incarnazione terrena del dio del sole. L’influsso eserci-tato dagli Inca sui popoli andini fu in gran parte benefico:questi ultimi abbandonarono infatti i riti cannibalici e ri-dussero sensibilmente la pratica dei sacrifici umani. Il regnoinca si fondava su un’organizzazione assai rigida, che lascia-va ai singoli scarsa libertà d’espressione individuale.

Al compimento del nono anno d’età, infatti, a ogni abi-tante dello stato inca veniva assegnato un compito preciso:dai nove ai dodici anni si scacciavano i corvi dai campi semi-nati, poi, fino ai diciotto anni, si badava alle mandrie di be-stiame. Fino a vent’anni i ragazzi, cui veniva costantementeraccomandato uno stile di vita quanto più possibile sobrio emisurato, fungevano da messaggeri e custodivano le greggi dilama*. L’età del matrimonio e del servizio militare si estende-va dai venti ai cinquant’anni.

GLI INCA

* Lama: piccolo cammello adatto alle altitudini elevate delle Ande, utilizzato comeanimale da soma e nella produzione di carne e lana.

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Gli anziani e gli invalidi svolgevano attività commisuratealle loro forze. Tutti gli abitanti dovevano corrispondere re-golarmente dei tributi allo stato, che venivano loro restituitinei periodi di carestia. La religione ufficiale prevedeva unsolo dio, Viracocha. Il culto di quest’ultimo, tuttavia, erapraticato esclusivamente dai nobili, mentre i contadini ri-masero fedeli alle divinità locali e agli spiriti della natura.

Nessun altro stato, a eccezione dei moderni sistemi tota-litari, ha mai perseguito un controllo pari a quello praticatonel regno degli Inca. Un particolare sorprendente è che gliInca non abbiano mai sviluppato alcuna forma di scrittura.Per registrare le informazioni, gli eventi e i pagamenti, veni-va utilizzato un sistema di nodi*, con il quale però non erapossibile fissare per esempio i nomi delle principali perso-nalità politiche. Indagini più recenti hanno stabilito che ledecorazioni geometriche sui tessuti e sulle ceramiche sonoin realtà dei segni geroglifici, il cui significato è a tutt’oggiignoto.

GLI INCA

* Si tratta del “quipu” (“nodo” nella lingua inca), un sistema di archiviazione ememorizzazione costituito da una corda alla quale erano annodate cordicellemulticolori, raggruppate a intervalli regolari, con differenti tipi di nodi, secon-do particolari significati convenzionali. I quipu venivano utilizzati come memo-rizzatori, calendari, mezzi di contabilità e di trasmissione di messaggi e per altrisvariati scopi. (N.d.T)

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NASCITA

Per gli Inca, i Maya e gli Aztechi la vita del cosmo consistevain un ciclo di morte e rinascita. Soltanto i Maya, però, rite-nevano che dovesse trattarsi di un processo temporale illi-mitato, eterno, perché sulla base della loro esperienza crede-vano che soltanto l’incarnazione terrena consentisse il per-fezionamento intellettuale e spirituale. Nell’aldilà il defun-to si trovava in una sorta di passività spirituale finché, dive-nuto consapevole della propria situazione, provava il desi-

GLI INCA

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derio irrefrenabile di rinascere quanto prima possibile. Ciònonostante, secondo il credo maya il defunto non potevareincarnarsi di sua spontanea volontà, ma doveva essere gui-dato dagli uomini di questo mondo. Questo compito spet-tava prevalentemente al sacerdote Chilam, che era in gradodi stabilire un contatto spirituale con le anime dei defuntiper aiutarle a reincarnarsi nel migliore dei modi possibili.

Contrariamente a molti altri popoli primitivi, i Mayasapevano perfettamente che il concepimento fisico conse-guiva dall’atto sessuale. Secondo la loro concezione, tutta-via, era necessario l’intervento divino o sacerdotale per in-stillare l’anima nell’essere vivente che si andava formando.

Anche le donne gravide preparavano la nascita con nu-merose preghiere e sacrifici. Per partorire senza complica-zioni chiedevano aiuto alla giovane dea della luna, nel suoaspetto di Ixchel (la Signora Arcobaleno).

Gli Aztechi trattavano le gestanti con gli stessi riguardiriservati alle persone malate. Rivolgevano loro attenzioni epremure e si preoccupavano di proteggerle da situazioni emo-tivamente troppo intense. Le partorienti assumevano inol-tre droghe che facilitassero il parto. Se una donna moriva diparto, le spettava nel regno dei morti uno status particolare,che le garantiva il diritto di giungere direttamente in cielo.Lo stesso valeva anche per gli dei: il disegno mostra la deadetta “dei tre coltelli di selce” che ha appena partorito il dioYei Tecpatl. Colpiscono i seni grandi e pesanti, assenti inaltre raffigurazioni femminili azteche. In generale l’immagi-ne denota un buono spirito d’osservazione.

GLI INCA

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L’unica e suprema divinità inca

GLI INCA

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VIRACOCHA

Contrariamente a popolazioni messicane come i Maya e gliAztechi, gli Inca veneravano un’unica, suprema divinità,Viracocha, che rappresentavano solo raramente, poiché l’im-magine creata dagli uomini non avrebbe mai potuto ren-derne l’effettiva grandezza e varietà di aspetti. A questo dionon furono mai offerti sacrifici umani. Oltre al supremodio creatore, il popolo contadino venerava vari spiriti natu-rali locali. In loro onore si celebravano piccole cerimonieentro le mura domestiche.

Il disegno riproduce la raffigurazione centrale della portadi ingresso di Tiahuanaco, la vecchia capitale. Oggigiornogli esperti concordano sul fatto che si tratti di una rappre-sentazione del dio creatore Viracocha nella sua funzione didisco solare donatore di vita, circondato da uomini uccellosimboleggianti altre stelle e pianeti.

Secondo il mito, all’inizio dei tempi il dio Viracochaemerse dalle acque del lago Titicaca per fondare la città diTiahuanaco. Per porre fine all’eterna oscurità creò il sole egli assegnò il compito di risplendere ogni giorno percorren-do un determinato arco nel cielo. Inviò quindi gli altri astrie la luna ai posti assegnati loro in cielo. Dopo aver popolatoil mondo di svariate creature, scolpì delle statue di pietra einfuse loro la vita, generando così i primi esseri umani.

GLI INCA