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Estratto dal libro“Dossier anni settantaBerlusconi”

seppe Laverda, Fausto Lucca, Valeria Magni, Anna Mante-gazza, Manlio Massi, Nicoletta Massetto, Sandro Mastrange-li, Raffaele Marolda, Gianluca Moncalvi, Giancarlo Monza-ni, Edoardo Moor, Cinthia Morello, Massimo Musicco, Enri-co Occhipinti, Piergiorgio Perego, Roberto Peretta, ValeriaPiepoli, Marco Ponzano, Franco Procaccio, Clementina Ra-buffetti, Danilo Radrizzani, Francesco Rossi, Sergio Sabbadi-ni, Claudia Scarduelli, Giampiero Spinelli, Cesare Urso,Claudio Velati, Marco Venanzi, Elisabetta Violanti, BarbaraVitali, Patrizia Vitolo, Olga Zancolò, studenti della Facoltà diMedicina dell’università degli studi di Milano, assistiti daldott. proc. Giuseppe Melzi [...], espongono.

Il 14 giugno 1973 il prof. Giuseppe Schiavinato, nella sua qua-lità di rettore dell’Università degli studi di Milano, sottoscris-se con la Fondazione “Centro San Romanello del Monte Ta-bor”, proprietaria del sedicente Ospedale San Raffaele situa-to alla periferia di Milano, nel comune di Segrate, una Con-venzione in base alla quale si mettevano a disposizione dell’U-niversità 210 posti letto.

La Convenzione, che è andata in vigore «a titolo sperimen-tale e nel reciproco interesse» il 1° luglio scorso, e che ha ladurata di due anni tacitamente rinnovabili, si propone «l’at-tuazione di un programma di collaborazione scientifica conparticolare riguardo allo studio e alla ricerca dei vari aspettidell’età evolutiva».

La Fondazione in questione, trattasi di “Fondazione di Re-ligione”, è stata “canonicamente eretta” dal vescovo di Vero-na e giuridicamente riconosciuta il 15 aprile 1971, ed è lo svi-luppo di una “Associazione Centro di assistenza ospedalieraSan Romanello” che già nel 1962 si proponeva di istituire unospedale, nonché di costituirsi in «Centro di assistenza e distudio, di previdenza e di assistenza sociale», la cui finalità,espressa nell’art. 2 dello statuto sociale, doveva consistere nel«ricondurre il concetto e l’esercizio della medicina e dell’as-sistenza allo spirito e alle prassi del comando evangelico“guarite gli infermi”, Matteo X, 8,4, ispirando e favorendotutte le iniziative ecclesiastiche e laiche per un moderno rilanciodel concetto cristiano di assistenza e di ospitalità a favore principal-mente degli anziani e degli infermi» (sic!).

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«LA SPECULAZIONE IMMOBILIAREPIÙ SFACCIATA D’ITALIA»

In data 14 dicembre 1973 un gruppo di studenti universitari della fa-coltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano, assistiti dal-l’avvocato Giuseppe Melzi, presenta alla Procura della Repubblica unesposto riguardante il «sedicente ospedale San Raffaele».

Al termine dell’esposto (che non manca di menzionare «l’insedia-mento edilizio di “Milano 2”... la speculazione immobiliare più sfac-ciata d’Italia»), gli studenti denunciano: Giuseppe Schiavinato (retto-re dell’Univesrità statale), l’on. Athos Valsecchi (ministro della Sa-nità), l’on. Oscar Luigi Scalfaro (ministro della Pubblica istruzione),e don Luigi Maria Verzé.

* * *

I sottoscritti Laura Agnoletto, Mario Attardo, Giovanni Bai,Orsola Baldacci, Giovanni Baule, Angelo Beltrami, FulvioBeltramo Ceppi, Lidia Bisani, Renata Biraghi, Laura Bodini,Raimondo Boeri, Anna Bonaventura, Angelo Buratti, Mauri-zio Calì, Emanuela Campari, Vincenzo Celano, Andrea Cel-lamare, Susanna Chiesa, Claudio Ciaramella, Virgilio Cruc-cu, Maurizio Dalla Pria, Marina D’Alto, Annalisa Deidda,Paolo Di Silvestro, Ilario Di Ruscio, Roberto Elli, Laura Fer-ro, Silvana Franceschetti, Maurizio Frittoli, Augusto Galli,Claudio Garbelli, Valerio Grandi, Francesca Grazzini, ElenaGregori, Franco Guzzi, Fabio Guzzini, Vittorio Iorno, Giu-

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È noto comunque, ed è pubblicizzato, che dal 1962, e an-cor prima dal 1951, cioè da quando l’animatore di questa in-credibile, fantomatica iniziativa, certo sedicente sac. prof.Luigi Maria Verzé, che nel 1964 ebbe dall’Ordinario dioce-sano la proibizione di esercitare il “sacro ministero” nel ter-ritorio milanese, ricevette dall’allora cardinale Schuster l’in-carico di «costruire un ospedale cristiano», questa aggrega-zione canonico-giuridica (avversata anche dagli ambienti con-fessionali e democristiani meno retrivi) si è posta alla affan-nosa ricerca di proprietà e finanziamenti attraverso cui rea-lizzare la propria autoinvestitura “missionaria”.

Quali interessi reciproci possono sorgere fra codesta organiz-zazione para o pseudo religiosa e la Università statale deglistudi di Milano?

Quale il programma di collaborazione tra due Enti cosìistituzionalmente diversi e incompatibili?

Quali motivazioni scientifico-didattiche possono avere in-dotto il rettore a privilegiare un ospedale, se così si può defi-nire, dipendente da tale organizzazione privata, confessiona-le e, comunque, neonata, rispetto agli altri ospedali con espe-rienza sanitaria e assistenziale consumata e, per di più, laicie pubblici?

In considerazione delle gravissime necessità didattiche del-la Facoltà di medicina e chirurgia che dallo stesso rettore so-no state indicate all’inizio del corrente anno accademico in15 mila posti letto, di cui ne sono disponibili attualmente so-lo 3 mila, e delle strutture precarie e radicalmente insuffi-cienti dell’università, quali titoli di elezione e di merito – in-dubbiamente particolari – hanno accreditato l’insorgere diun rapporto con la Fondazione proprietaria del San Raffaele?

Dovrebbe trattarsi di una struttura ospedaliera modello,non solo dal punto di vista funzionale-organizzativo, ma so-prattutto per i risultati scientifico-sanitari conseguiti: la Fon-dazione infatti è definita «Istituto di ricovero e cura a caratte-re scientifico» e tale risulta essere stata riconosciuta il 25 lu-glio 1972 da un Decreto dei ministeri della Sanità e della Pub-blica istruzione, “occupati” allora da potentissimi esponentidemocristiani del governo Andreotti: Valsecchi e Scalfaro.

Ma dietro questo alto riconoscimento formale (il massimo

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Dalla denuncia degli studenti universitari di Medicina del dicembre 1973 a caricodel San Raffaele, i riferimenti alla Edilnord e a “Milano 2”.

L’intera area, gravata da servitù aeronautica fin dal 1962 ecomprendente la fascia di territorio di lunghezza complessi-va di km 20 sviluppantesi sull’asse della pista dell’aeroporto(vedi Ordinanza generale comandante della 1ª Regione aereadel 12-4-62...) era di proprietà del conte Leonardo Bonzi.

Il Comune di Segrate aveva concesso una lottizzazione mi-nima su tale area stipulando una Convenzione con il pro-prietario nel 1963: il valore del terreno era comunque conte-nuto, in relazione alla limitata edificabilità. Successivamentel’Edilnord acquistò dal Bonzi l’intera area di mq 712 mila alprezzo di L. 4.250 il mq.

Dopo l’edificazione dell’immobile del San Raffaele, iniziò,a spron battuto, l’edificazione di “Milano 2”, città satellitemodello: «La prima città al mondo con tre circuiti stradali...una città per i bambini... una alternativa completa... con so-luzioni urbanistiche originali».

Sulla testa di “Milano 2” e del San Raffaele decollavano e de-vono decollare gli aerei in partenza da Linate: l’intera zona è,necessariamente, investita da un rumore assordante che avreb-be dovuto sconsigliare qualsiasi insediamento urbano, comeappunto stabilivano i provvedimenti nautici.

Le iniziative e i programmi edificatori di “Milano 2” e delSan Raffaele superavano di gran lunga le volumetrie consen-tite anche dal piano regolatore del Comune di Segrate, ap-provato nel frattempo: la zona ha un indice di edificabilità di20 mila mc per ettaro.

Ciononostante l’Edilnord otteneva la revisione dell’origi-naria Convenzione ereditata dal Bonzi sottoscrivendo il 29marzo 1972 una vantaggiosissima convenzione che legittima-va ogni mira speculativa: si era significativamente appena ini-ziata la campagna elettorale per le politiche del maggio, e igruppi politici dei vari partiti appetivano, più del solito, fi-nanziamenti e sovvenzioni.

Singolarmente, anche le fortuna del San Raffaele e delgruppo patrocinatore coincidono in successione cronologicacon quelle di “Milano 2” e con tali scadenze elettorali, men-tre è noto che l’intera zona, effettivamente carente di servizisanitari, dovrebbe essere servita, secondo il Piano di pro-grammazione ospedaliera elaborato dalla Regione e già datempo approvato, da ben due ospedali: uno a Crescenzago

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attestato che possa essere concesso a una organizzazione ospe-daliera, cui conseguono benefici di ogni genere, soprattuttosul piano economico), e sotto i mistificanti programmi di col-laborazione scientifica con l’Università, la squallida realtà delSan Raffaele e della Convenzione stipulata dal rettore, con isottostanti rapporti clientelari che l’hanno determinata e conessi gli obiettivi politico-generali, estranei e incompatibili conqualsiasi rapporto pubblico e in particolare con i veri interes-si delle masse studentesche, non possono essere nascosti, e ri-sultano clamorosamente dai documenti riguardanti l’“affare”e dalle modalità con cui sono stati stipulati.

[...]

La successione degli avvenimenti che hanno preceduto e cau-sato la firma della Convenzione, così come è stato possibilericostruirli, e i documenti che è stato possibile reperire, con-fermano la trama politica e focalizzano le responsabilità de-gli ambienti e dei personaggi che abbiamo indicato e controi quali è rivolto il presente atto di denuncia.

La storia del San Raffaele e del proprio introdottissimo ebrillante ideatore, sac. prof. Luigi Maria Verzé (animatore deimodernissimi parties che si tengono nella Villa Ricotti di Va-rese) si riannoda con quella di una grossa iniziativa immobi-liare a carattere speculativo, nota come “Milano 2” e patroci-nata dalla società Edilnord dietro cui vi sono gli interessi diun’altrettanto nota banca italiana, la Monte dei Paschi di Sie-na, serbatoio e feudo del potente gruppo democristiano ca-peggiato da Andreotti, e di finanziatori svizzeri, innominatio quasi, Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenz-zentren Ag-Lugano (leggi Banca Rasini), la cui ingegnosaprogenie rispondente al nome Berlusconi capeggia, appunto,l’Edilnord sas.

Potere politico, potere economico, potere accademico: è il rigidotriangolo che regge l’attuale assetto sociale.

La costruzione del San Raffaele iniziò nel 1966 su un’area ab-bandonata vicino all’aeroporto di Linate, proprio dove i tec-nici del Pim (Piano intercomunale milanese) avevano blocca-to il progettato insediamento del nuovo Policlinico proprio acausa della insopprimibile rumorosità.

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(Regina Elena) e uno all’Ortica, per complessivi 3.900 postiletto.

Conseguentemente non solo il Comune di Milano aveva inprecedenza osteggiato i progetti di don Verzé, negandogli li-cenze di costruzione nell’area metropolitana, ma ancor piùdecisi ostacoli hanno opposto gli uffici regionali competenti elo stesso presidente della Regione, evidentemente a cono-scenza dei retroscena politici e dei programmi espansionisti-ci e speculativi dell’iniziativa, che tra l’altro vanificavanoogni tentativo di strutturare e razionalizzare gli interventinello specifico settore.

Tuttavia l’autorità governativa ebbe a effettuare preventi-vamente un finanziamento per l’edificazione del primo lottodel San Raffaele per ben 600 milioni promettendo un finan-ziamento totale di 2.100 milioni per il completamento dell’o-pera.

Ma la Regione negò gli ulteriori finanziamenti (1.500 mi-lioni) che il solito Verzé con la consueta onnipotente impu-denza non si stancava di chiedere anticipando benemerenze,appoggi e anche concrete ricompense: «Costi quello che costi, perdare corpo genuino all’ispirazione cui credemmo e crediamo al di sopradi tutto», come scriveva nel depliant programmatico.

Tra l’altro, per legge, trattandosi comunque di un ente pri-vato, il San Raffaele non poteva e non può in alcun modoconcorrere alla distribuzione di fondi stanziati dallo Statoper l’adeguamento delle strutture ospedaliere. L’opposizionedella Regione era quindi radicale e insuperabile in quanto l’i-niziativa violava per di più i piani ospedalieri regionali e glistrumenti urbanistici locali vigenti.

Ma l’illuminato prete, e il potentato che lo sostiene, non po-tevano acquietarsi.

Dapprima, infatti, per aggirare l’ostacolo il Verzé modificòla struttura giuridica della Associazione che aveva fino ad allo-ra patrocinato le sue tresche, e diede vita a una Fondazione direligione, riconosciuta dallo Stato il 15 aprile 1971, con sedea Illasi (Verona), suo paese natale (terra fertile di baroni de-mocristiani) e denominata “Fondazione Centro San Roma-nello del Monte Tabor”.

La “mascherata” mirava a far inserire di forza il San Raf-

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Milano, 12 settembre 1973: la Curia arcivescovile conferma la “sospensione” didon Verzé.

necessari rilievi grafici esplicativi. Tali documenti offrono laprova della collusione tra i due gruppi e le due iniziative, o,meglio, dell’asservimento del San Raffaele ai prevalenti sco-pi speculativi di “Milano 2”.

Nel grafico, infatti, tutta l’area ricoperta dalla lottizzazionedell’Edilnord, comprendente anche l’area del San Raffaele,era segnalata come zona di rispetto ospedaliero (Hospital): 712mila mc su 30 mila mc.

Le reazioni degli abitanti di Segrate, costituitisi in un Co-mitato antirumore, non tardarono a manifestarsi, ma ebberoeffetto solo a distanza di tempo, il successivo settembre (No-tam 282/72). Dopo un mese venne emanata un’altra disposi-zione (Notam 314/72) con un’ulteriore leggera modificazione,questa volta – si disse – per motivi di sicurezza.

Le rotte comunque non sono state ripristinate e gli artificinautici esperiti dal ministero competente, sotto la pressionedei vari interessi contrastanti, non possono risolvere il pro-blema che a tutt’oggi incombe drammaticamente su una po-polazione di 200 mila abitanti.

Sia pure attenuato, qualche rumore disturbava ancora la lie-vitazione dei prezzi di “Milano 2” passati da 200 mila a 400mila lire al mq circa e l’insediamento della popolazione-beneche dovrà raggiungere le 15 mila unità.

Imperterrito e instancabile, nell’aprile del 1973 don Verzérichiederà, questa volta autonomamente, ma con il consensodell’Università, al ministero competente «una ulteriore revi-sione delle rotte che rispetti le primarie esigenze di questopresidio assistenziale e didattico».

La richiesta e ancor più la significativa motivazione sono ilcoronamento della intera operazione. A tale data il San Raf-faele non era, e non poteva essere, un presidio didattico.

La proposta di Convenzione con l’Università avanzata nelmarzo precedente nei modi che sono stati rilevati, venne re-spinta proprio in tale periodo dal Consiglio di facoltà di me-dicina a seguito del parere negativo della Commissione di in-dagine.

Tuttavia il Verzé – sicuro del fatto suo – sottoscriveva talefalsa dichiarazione ufficiale. Evidentemente tutto era già de-ciso e stabilito “in alto loco” con la diretta compromissione di

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faele nel Piano di programmazione regionale e a ottenere il“classamento”, cioè il riconoscimento ufficiale della sua esi-stenza e funzione pubblica, attraverso cui poter concorrere al-la distribuzione dei fondi promessi.

La Regione, ancora una volta e soprattutto per l’interventodell’assessore alla Sanità, Vittorio Rivolta, si oppose respin-gendo le pressioni di ogni genere del Verzé e del potente con-siglio di amministrazione di recente composizione, compren-dente uomini politici, finanzieri e gente bene, con i relativisoci. Tra tutti si notano: dr. Gianfranco Crespi (ass. comun. edirigente industriale); prof. Emilio Trabucchi (farmacologo ebarone eminente, pronubo incontrastato dell’intera operazio-ne); don Carmelo Piccoli (cappellano militare capo, nato a Il-lasi); rag. Vittorio Duina (miliardario industriale tubista);dott. Adele Cappelli Vegni (ex assess. provinc. all’assistenzafatiscente); prof. Vittorio Perotti (dirett. sanit. dell’ospedaledi Niguarda); comm. Alfredo Casiraghi e Pierluigi Casiraghi(soci d’affari dell’on. Valsecchi); ecc.

Il riconoscimento di “Istituto a carattere scientifico” sottras-se poi la Fondazione e il San Raffaele a ogni ingerenza localee a ogni interferenza non preventivamente addomesticata.

Infine il collegamento con l’Università riproporrà non solola manovra di aggiramento dell’autorità regionale, ma il de-finitivo rilancio dell’iniziativa sia sul piano assistenziale chesul piano edilizio (costruzione degli altri due lotti) per rag-giungere l’originario disegno speculativo.

Quando al confine col San Raffaele iniziò la costruzione de-gli immobili di “Milano 2”, la combine tra le due imprese simanifestò pubblicamente in una comune, incalzante iniziati-va mirante a ottenere lo spostamento delle rotte aeree, per laulteriore “valorizzazione” della iniziativa immobiliare e delsedicente ospedale.

Alla fine del 1971 e nel marzo del 1972 l’accoppiata “Mila-no 2” e San Raffaele, con prese di posizione ufficiali diretteal ministro dei Trasporti e dell’Aviazione civile, richiese e ot-tenne il progressivo spostamento delle rotte di decollo in di-rezione dell’abitato di Segrate e del Villaggio Ambrosiano.

I compiacenti uffici ministeriali emisero precise disposizio-ni di volo per i piloti (Notam 266/71 e 107/72) corredate dai

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ne della volumetria speculativa: gli asseriti scopi assistenzia-li, e ora anche scientifico-didattici, non hanno trovato creditoalcuno presso l’autorità comunale, nonostante le pressioni egli inviti romani anche scritti non fossero mancati.

Tra l’altro, è doveroso far notare che neppure il lotto già co-struito ha ottenuto la licenza di abitabilità da parte dell’uffi-ciale sanitario di Segrate in quanto privo, fino a poco tempofa, di camera mortuaria e di rete fognante. Già nel 1972, nel-l’ipotesi di Piano ospedaliero regionale, sul San Raffaele siscriveva: «Istituto recentemente e sorprendentemente classi-ficato scientifico dal ministero della Sanità e della Pubblicaistruzione... si tratta in realtà di una casa di cura priva persi-no di servizi di base». Schiavinato non conosce neppure taledocumento?

La Convenzione inoltre serve a “Milano 2” per ottenere, at-traverso il favoreggiamento del San Raffaele, lo spostamentodelle rotte e accreditare la progressione speculativa del prez-zo degli immobili. Su questo punto è già in corso una indagi-ne giudiziaria condotta dal Pretore di Monza, dott. NicolaMagrone, il quale ha già svolto numerosi atti istruttori acqui-sendo prove ed emettendo comunicazioni giudiziarie e man-dati di comparizione a carico dei responsabili ritenuti, per ilmomento, il direttore e il vice direttore generale del ministe-ro dei Trasporti e dell’Aviazione civile.

Serve infine alle mire baronali di alcuni docenti democri-stiani e al programma cattolico-integrista mirante alla realizzazio-ne di un “ospedale cristiano”, e, forse, nel tempo, di una se-conda Facoltà di medicina cattolica.

Ma all’Università statale, agli studenti, a cosa serve? Nulla,assolutamente nulla. Anzi, sottrae denaro e mezzi che avreb-bero potuto essere impiegati in termini più congrui e ade-guati alle gravi necessità dell’insegnamento e della ricercascientifica [...].

Pertanto, in riferimento all’illegittimo Decreto interministe-riale di riconoscimento di “Istituto di ricovero e cura a carat-tere scientifico” dell’Ospedale San Raffaele, e alla conse-guente erogazione di un finanziamento di 600 milioni; in ri-ferimento altresì alla anomala Convenzione tra la Fondazio-ne San Romanello del Monte Tabor e l’Università degli studi

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Schiavinato che “si obbligherà” qualche mese dopo a sotto-scrivere la scandalosa Convenzione, contro tutto e contro tutti,ma con gli “alti” appoggi politici e finanziari.“Milano 2” è indubbiamente interessata al connubio tra ilSan Raffaele e l’Università: questa iniziativa per l’“ulteriorespostamento” delle rotte è la prosecuzione delle precedenti eribadisce, ancora una volta, il triangolo di potere. Schiavina-to assume in questo modo anche l’alto patrocinio dell’Edil-nord e diviene il padrino della speculazione ospedaliera e im-mobiliare più sfacciata d’Italia.

Si perfezionava l’illegale manovra iniziata l’anno precedentecon il riconoscimento della Fondazione come “Istituto di ri-covero e cura a carattere scientifico”.

Con tale atto si sottraevano i programmi del Verzé a qual-siasi competente controllo locale agganciando lo sviluppodell’iniziativa alle centrali di potere romane; con la Conven-zione si dava consistenza a tale inaudito riconoscimento cheaveva provocato l’indignata reazione dell’opinione pubblica edei responsabili regionali tentando ogni opposizione.

La qualifica scientifico-assistenziale usurpata ai due mini-steri, meglio, concessa d’intesa e “pour cause”, contro cui tut-tavia pende ricorso al governo sottoscritto dal presidente del-la Regione Lombardia, viene assicurata, sia pure a posterio-ri, con il collegamento con l’Università.

La Convenzione serve quindi al San Raffaele per farlo consi-derare un ospedale e per fargli ottenere gli “alti” finanzia-menti che gli sono finora stati negati dalla Regione.

Serve per il “perfezionamento” delle strutture edilizie del-lo stesso ospedale di cui devono ancora essere edificati duelotti, rispettivamente di 5 e di 15 piani per una volumetria to-tale di 142 mila mc.

A questo proposito, è noto infatti che lo scorso settembrel’autorità comunale di Segrate ha bloccato i lavori di costru-zione dei due lotti ancora mancanti, iniziati senza licenza edi-lizia e in violazione ai vigenti piani urbanistici della zona,che, tra l’altro, devono essere ulteriormente ridimensionati.

La Commissione edilizia di Segrate e il sindaco hanno in-fatti respinto la richiesta di licenza, bloccando la realizzazio-

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«DIROTTAMENTI COLPOSI»

Il 30 marzo 1974 il Pretore di Monza condanna il direttore generaledell’Aviazione civile Paolo Moci per la modifica delle rotte degli aereiin partenza dall’aeroporto di Linate. Nella sentenza il magistrato rile-va che «il ruolo oggettivo dei centri residenziali “Milano 2” (col SanRaffaele) e “Milano San Felice” nell’intera vicenda dei mutamenti del-le rotte emerge con sorprendente vistosità», e menziona «la perplessità su-scitata in autorevoli organismi pubblici... dall’iniziativa “Milano 2”».

* * *

In nome del popolo italiano, il Pretore di Monza dott. Nico-la Magrone ha pronunciato la seguente sentenza nel procedi-mento penale contro: 1) Moci Paolo [...]; 2) Garretto Gustavo[...]. Imputati: il primo: nella sua qualità di direttore generaledell’Aviazione civile; il secondo: nella sua qualità di capo ser-vizio Navigazione della direzione generale dell’Aviazione ci-vile, del reato p.p. dagli artt. 110-659 Cp per avere, in con-corso tra loro, predisponendo le rotte degli aerei in partenzadall’aeroporto di Milano Linate e imponendo il rispetto del-le stesse, disturbato a causa del rumore prodotto dagli aerei,le occupazioni e il riposo (in particolare dei malati) degli abi-tanti di Brugherio, Cologno Monzese e Vimodrone.

Dal giugno 1969.

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di Milano e ai conseguenti oneri a carico dell’Università; inriferimento infine agli indubbi collegamenti speculativi tral’Ospedale San Raffaele e l’insediamento edilizio di “Milano2”, e al coinvolgimento degli uffici ministeriali prima, e del-l’Università poi, aventi come scopo la “valorizzazione” del-l’Ospedale e di “Milano 2”, attraverso anche lo spostamentodelle rotte aeree e la violazione degli strumenti urbanisticidel Comune di Segrate, i sottoscritti denunciano:

• Schiavinato Giuseppe, rettore dell’Università degli studi diMilano;

• Valsecchi Athos, ministro pro tempore della Sanità;• Scalfaro Oscar Luigi, ministro pro tempore della Pubblica

istruzione,per i reati di cui agli artt. 314 (peculato), 323 (abuso di uf-

ficio), 324 (interesse privato in atti d’ufficio), 328 (omissionedi atti d’ufficio), 479 (falsità ideologica), 640 n° 1 (truffa aidanni dello Stato), del Codice penale;

• Verzé Luigi Maria, presidente della Fondazione CentroSan Romanello del Monte Tabor, per concorso nel reato dicui all’art. 640 n° 1 (truffa ai danni dello Stato) del Codice pe-nale;

• Schiavinato Giuseppe, Valsecchi Athos, Scalfaro Oscar Luigi,Verzé Luigi Maria, per concorso con i funzionari già identifi-cati nonché con Bozzi Aldo, ministro pro tempore dei Tra-sporti e dell’Aviazione civile, nel reato di cui all’art. 659 (di-sturbo delle occupazioni e del riposo delle persone) del codi-ce penale.

Si fa riserva di produrre documenti e prove e di indicare te-stimoni, nonché di costituirsi parte civile [...]. Si chiede la so-spensione di ogni ulteriore finanziamento all’Ospedale SanRaffaele riguardante anche l’esecuzione della Convenzione.

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