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“HPH materno-infantile: progetti che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian Dirigente Medico Direzione Sanitaria - IRCCS Burlo Garofolo - Trieste Abstract

“HPH materno-infantile: progetti che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

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“HPH materno-infantile: progetti che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian Dirigente Medico Direzione Sanitaria - IRCCS Burlo Garofolo - Trieste. Integrazione Ospedale –Territorio: la continuità assistenziale. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

“HPH materno-infantile: progetti che si tramandano da madre a figlio.”

dott. Stefano Russian

Dirigente Medico Direzione Sanitaria - IRCCS Burlo Garofolo - Trieste

Abstract

Page 2: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

Integrazione Ospedale –Territorio: la continuità assistenziale. Assistenza domiciliare integrata dei pazienti oncologici in età 0-18 anni. Assistenza domiciliare integrata dei pazienti in nutrizione parenterale totale o di nutrizione enterale in età 0-18 anni. Assistenza integrata degli interventi a favore dell'infanzia-adolescenza con problemi neuropsichiatrici. Ospedale Interculturale. Gruppo di lavoro regionale su “Tutela e promozione della salute della donna e del bambino” e sulle IVG. Servizio di mediazione culturale e materiale informativo multilingue. Corso di formazione per operatori sanitari.Ospedale senza Fumo 3 Progetti condivisi con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASS 1, due dei quali anche con l’AOUR di Trieste.Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale. Promozione nelle pediatrie Regionali e Nazionali.Risk Managment Un progetto di gestione del rischio negli ambienti ospedalieri.Wellness in economy… e ancoraAllattamento al senoOspedale senza dolore

Page 3: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

Integrazione Ospedale –Territorio: la continuità assistenziale.

• Assistenza domiciliare integrata dei pazienti oncologici in età 0-18 anni. Protocollo d’Intesa formalizzato con ASS 1 e 3 (4 e 5) della Regione.

• Assistenza domiciliare integrata dei pazienti in nutrizione parenterale totale o di nutrizione enterale in età 0-18 anni. Convenzione con le ASS regionali ed extra Regione. La nostra Farmacia prepara le sacche e le invia al Distretto di appartenenza.

• Assistenza integrata degli interventi a favore dell'infanzia- adolescenza con problemi neuropsichiatrici. Protocollo d’Intesa formalizzato con l’ASS 1.

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Perché Assistenza Domiciliare

Contesto:• Bambino con patologia oncologica• Iter Terapeutico• Centro Specialistico Regionale• Situazione Geografica

Motivazioni:• Diritto del Bambino

(Carta dei Diritti, PSN, Piano Materno Infantile)• Costi biologici (rischio infettivo)• Costi sociali• Ottimizzazione risorse ospedaliere e territoriali

Page 5: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

Obiettivo

BAMBINO

CENTROCENTRO PLS/MMGPLS/MMG

DISTRETTODISTRETTO OSPEDALEOSPEDALE TERRITORIALETERRITORIALE

Page 6: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

Integrazione Ospedale –Territorio: la continuità assistenziale.

• Assistenza domiciliare integrata dei pazienti oncologici in età 0-18 anni. Protocollo d’Intesa formalizzato con ASS 1 e 3 (4 e 5) della Regione.

• Assistenza domiciliare integrata dei pazienti in nutrizione parenterale totale o di nutrizione enterale in età 0-18 anni. Convenzione con le ASS regionali ed extra Regione. La nostra Farmacia prepara le sacche e le invia al Distretto di appartenenza.

• Assistenza integrata degli interventi a favore dell'infanzia- adolescenza con problemi neuropsichiatrici. Protocollo d’Intesa formalizzato con l’ASS 1.

Page 7: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

Assistenza integrata degli interventi a favoredell'infanzia- adolescenza con problemi neuropsichiatrici.

Protocollo d’Intesa formalizzato con l’ASS 1.

Ambiti e finalità: Integrazione degli interventi anche promuovendo protocolli

per il raccordo tra le attività di N.P.I. territoriali e ospedaliera che facilitino la continuità terapeutico-assistenziale.

Prestazioni assistenziali: Gli specialisti della S.C. di NPI dell’IRCCS prestano le

propria opera professionale nei 4 Distretti della ASS 1 per:– attività di consulenza di tipo diretto ed indiretto e di

presa in carico per pazienti dell’ASS1– attività di formazione– attività di sorveglianza epidemiologica

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Ospedale Interculturale

• L’IRCCS Burlo Garofolo attualmente partecipa, con un proprio referente, al gruppo di lavoro regionale “Tutela e promozione della salute della donna e del bambino”; partecipa inoltre al progetto sulle IVG elaborato da tale gruppo.

• Presso l’Istituto è in atto un servizio di mediazione culturale attivato tramite una convenzione inter-Enti (Burlo, ASS 1 Triestina e AOUR di Trieste). È in corso la traduzione di materiale informativo.

• Per sensibilizzare gli operatori sanitari, sono state svolte già due edizioni del Corso di formazione: “Assistenza agli immigrati; se loro stanno bene io starò meglio”.

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Ospedale senza Fumo

Progetti condivisi con il Dipartimento di Prevenzione dell’ASS 1 e AOUR di Trieste:

• “PM indoor negli ambienti della sanità pubblica dopo l’entrata in vigore dell’art. 51 della legge 3/2003”. Un progetto rivolto alla rilevazione di fumo negli ambienti sanitari.

• “Fumo di tabacco e lavoratori della salute dopo l’entrata in vigore dell’art. 51 della legge 3/2003”. Un progetto per determinare l’incidenza di fumatori fra gli operatori sanitari.

• “Mamme libere dal fumo per bambini più sani”. Un progetto rivolto alle mamme in gravidanza e nel primo anno di vita del bambino.

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MAMME LIBERE DAL FUMO PER BAMBINI PIÙ SANI

Russian Stefano1, Tominz Riccardo2, Giugovaz Ingrid 3, Murtas Anna 41 IRCCS Burlo Garofolo, 2 Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 “Triestina”, 3 Collegio

delle Ostetriche della Provincia di Trieste, 4 Lega Italiana per la Lotta ai Tumori, sezione di Trieste

9° Conferenza Nazionale degli Ospedaliper la Promozione della Salute HPH

Courmayeur 29-30 settembre, 1 ottobre 2005

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Trieste (2004): un’indagine ad hoc ha evidenziato che al terzo trimestre di gravidanza il 42%

delle fumatrici continua a fumare, il

16% ha ridotto il fumo e l’89% dei

partner continua a fumare.

nei paesi industrializzati tra il 20% ed il

30% delle donne fuma in

gravidanza.

Nel Nord Est (ISTAT) prima della gravidanza

fuma il 26% delle donne

In Friuli Venezia Giulia (studio ICONA -2003) il

46% dei bambini al secondo anno di vita è esposto abitualmente

al fumo passivo di tabacco.

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la donna in gravidanza e

nel primo anno dopo il parto.

TARGET

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Burlo

Collegio ostetriche Lega Tumori

Dip. Prevenzione

COLLABORAZIONE

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1.conoscere l’epidemiologia locale del fumo fra le donne in gravidanza e nel primo

anno dopo il parto

2. aumentare la percentuale di fumatrici che sospendono il fumo in gravidanza

3. aumentare il tasso di mantenimento dell’astensione dal fumo ad un anno dal

parto.

OBIETTIVO

Page 15: “HPH materno-infantile: progetti  che si tramandano da madre a figlio.” dott. Stefano Russian

COUNSELLING BREVE, cioè un intervento basato

sul metodo a cinque componenti noto come

"ask, advise, assess, assist, arrange",

in italiano: chiedere (se fuma),

chiarire (se intenzionata a smettere),

consigliare (di smettere), curare (il tabagismo

è codificato nell’ICD-10), controllare (se

smette effettivamente e se persiste

nell’astinenza).

STRATEGIA

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1.Indagine sulla prevalenza del tabagismo in gravidanza e nel primo anno dopo il parto.

2. Corsi per il personale sanitario coinvolto nel progetto.

3. Preparazione e produzione dei materiale informativo.

4. Counseling breve in gravidanza ed arruolamento delle donne fumatrici nel progetto (prima ecografia di controllo).

5. Rinforzo del messaggio nel corso della gravidanza (corsi di preparazione al parto).

6. Rinforzo del messaggio al 3° mese dopo il parto (prime vaccinazioni dell’infanzia).

7. Rinforzo del messaggio al 12° mese dopo il parto e valutazione complessiva dell’intervento (prime vaccinazioni dell’infanzia)..

8. Raccolta ed elaborazione dati9. Sostegno telefonico, mediante una help line.10. Cura, presso il CPCT o presso associazioni di

volontariato.

AZIONI

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CONCLUSIONITale progetto, adattabile a qualunque realtà locale, rappresenta innanzi tutto un esempio di progettazione sanitaria condotta in maniera “scientifica”, che affronta un problema di sanità pubblica risultato prioritario sulla base di criteri obiettivi, studiato nel suo contesto locale ed affrontato con strategie di comprovata efficacia. Rappresenta inoltre un caso importante di collaborazione “spontanea” fra diversi Enti ed Associazioni, quanto mai necessaria per sfruttare al meglio le risorse esistenti e per proporre al pubblico un messaggio forte ed univoco.

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Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale.

• Frutto di necessità formalizzate a livello di documentazione ufficiale quale il Piano Sanitario Nazionale, quello Regionale e il Progetto Materno-Infantile della nostra Regione, il Burlo ne è promotore nelle pediatrie Regionali e Nazionali.

• La Carta si articola in 14 enunciati che si basano su principi universali quali eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza ed efficacia: essi rappresentano i principi-valori che devono guidare quanti operano all’intero degli ospedali che l’assumono.

• L’adesione alla Carta comporta la sua applicazione, improntando programmi e processi assistenziali ai principi e agli standards enunciati negli articoli che la compongono.

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I Diritti del BAMBINO

Identità

Riservatezza

Salute

Informazione

Espressione, Partecipazione

Cultura, Religione, TradizioniSegretezza, Privacy, Pudore

Protezione Ambiente, Tutela

Approccio GlobalePromozione, PrevenzioneMassimo Livello di CuraAutocura

Linguaggio e Setting Adatti, InterpretariatoRapporto RiservatoAssenso/Dissenso

Coinvolgimento

Rappresentatività

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1. Il bambino ha diritto al godimento del massimo grado raggiungibile di salute.

2. Il bambino ha diritto ad essere assistito in modo “globale”.

3. Il bambino ha diritto a ricevere il miglior livello di cura e di assistenza.

4. Il bambino ha diritto al rispetto della propria identità, sia personale che culturale, ed al rispetto della propria fede religiosa.

5. Il bambino ha diritto al rispetto della propria privacy.

6. Il bambino ha diritto alla tutela del proprio sviluppo fisico, psichico e relazionale. Il bambino ha diritto alla sua vita di relazione anche nei casi in cui necessiti di isolamento. Il bambino ha diritto a non essere trattato con mezzi di contenzione.

7. Il bambino ha diritto ad essere informato sulle proprie condizioni di salute e sulle procedure a cui verrà sottoposto, con un linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo ed alla sua maturazione. Ha diritto ad esprimere liberamente la sua opinione su ogni questione che lo interessa. Le opinioni del bambino devono essere prese in considerazione tenendo conto della sua età e del grado di maturazione.

8. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione dell’assenso/dissenso alle pratiche sanitarie che lo riguardano.

9. Il bambino ha diritto ad essere coinvolto nel processo di espressione del assenso/dissenso ad entrare in un progetto di ricerca - sperimentazione clinica.

10. Il bambino ha diritto a manifestare il proprio disagio e la propria sofferenza. Ha diritto ad essere sottoposto agli interventi diagnostico terapeutici meno invasivi e dolorosi.

11. Il bambino ha diritto ad essere protetto da ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisica o mentale, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale.

12. Il bambino ha diritto ad essere educato ad eseguire il più autonomamente possibile gli interventi di “auto-cura” e in caso di malattia ad acquisire la consapevolezza dei segni e dei sintomi specifici.

13. Il minore ha diritto a usufruire di un rapporto riservato paziente medico, ha diritto altresì a chiedere e a ricevere informazioni che lo aiutino a comprendere la propria sessualità.Ha diritto inoltre a chiedere e a ricevere informazioni sull’uso di farmaci, sostanze nocive ed eventuali evoluzioni verso le tossicodipendenze, nonché a essere adeguatamente indirizzato ai servizi di riabilitazione se necessario.

14. Il bambino e la famiglia hanno diritto alla partecipazione.

Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale

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Gestione del Rischio clinico (Risk Managment).

• Un progetto di controllo del rischio di tipo organizzativo per una gestione attiva dello stesso che porti ad un miglioramento della qualità delle prestazioni erogate nonché della sicurezza dei dipendenti e dell’utenza.

• Il progetto è stato condotto dal Gruppo di Lavoro della Direzione con la consulenza della PRO.GE.A.

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ATTIVITÀ:

• Individuare i Dipartimenti dove rilevare i rischi• Condividere lo strumento di rilevazione (scheda)• Presentare il progetto agli interessati• Avvio della rilevazione• Analisi dei risultati

RISULTATI:

Gruppi di lavoro:

• Errori da trascrizione di terapia Foglio Unico di Terapia (scheda)

• Errori da errata gestione farmaci (scadenza, conservazione, “scambio”) Gestione Farmaci nei Reparti (procedura)

• Errori in Sala Operatoria (pre-intra-post operatoria)

Gestione Sicurezza in Sala Operatoria (check-list)

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Wellness in economy

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SCHEMA PER RISOLVER OGNI PROBLEMA TECNICO

NO STALO TOCARBRAVO MONA

SA QUALCHEDUN ?

TE SONCIAVADO

VA BEN CUSI’NISUN

PROBLEMA AVANTI CUSI’

POL ESER ROGNE ?

TE POL INCOLPAR QUALCHEDUN ?

EL STRUMENTOFUNZIONA?

TE LO GATOCADO ?

SI

NO

SI

NO

SI

SI

NO

SI

NO

NO