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cammino di gioia e di grazia, perché ci trasforma in Cristo e ci santifica. Di fronte all’im- mane catastrofe a cui l’uma- nità sta andando incontro, il Papa ci indica il primato della preghiera e il cammino di santità. Per questo le nostre Fraternità e i Gruppi Famiglia, per avere un senso, devono essere scuole di preghiera autentica e guide sicure di un cammino di san- tità. Dalla preghiera e dalla santità devono scaturire poi due frutti essenziali: la comunione e la missione. Occor- re vivere la “Comunione dei Santi”, che è comunione profonda con tutti i figli di Dio, in particolare nella fami- glia, nella chiesa, nel gruppo, per condividere gioie e sof- ferenze, desideri e bisogni, per offrire a tutti una vera amicizia; per imparare a vedere ciò che di positivo c’è nell’altro, respingendo le tentazioni egoistiche che gene- rano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. Il Papa aggiunge poi una parola che sembra fatta proprio per noi: “Se siamo ripartiti davvero dalla contempla- zione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto nel volto di coloro con i quali egli stesso ha voluto identificarsi”, cioè nei crocifissi. È una caratteristica essenziale del nostro cammino. La conoscenza e l’amore di Cristo portano all’urgen- za della missione: “Occorre riaccendere in noi l’ardo- re della predicazione apostolica, seguita alla Penteco- ste. Dobbiamo rivivere in noi il sentimento infuocato di Paolo, il quale esclamava: “Guai a me se non predi- cassi il Vangelo!” (1Cor 9,16). “Chi non è un apostolo è un apostata”, diceva il B. Don Orione. Dobbiamo svi- luppare sempre più nei nostri gruppi l’impegno apostoli- co. C’è spazio per tutti: giovani e anziani, dotti e meno dotti, sani e malati, che possono sempre essere missionari con il sacrificio e la preghiera. Dobbiamo chiederci continuamente: “Che posto occupano queste “priorità” nella mia vita? Che pro- gresso ho fatto dalla mia adesione agli Amici, special- mente dopo la mia consacrazione?”. P. Alberto Pierangioli I l Consiglio Esecutivo degli AGC del 1 settem- bre e il Consiglio Nazionale del 14 ottobre ci hanno aiutato a impostare meglio l’anno sociale 2001-2002. Ci è stata di ispirazione soprattutto la Lettera del Papa, che invita la mistica nave della Chiesa a “prendere nuovamente il largo”, all’inizio del nuovo millennio. Se anche noi vogliamo “prendere il largo”, dobbia- mo riflettere su alcune priorità suggerite dal Papa. I1 Giubileo del 2000 ci ha aiutato a comprendere meglio il mistero di Gesù, figlio di Dio incarnato. All’inizio del nuovo millennio, il Papa, più che cose da fare, come ci saremmo aspettati, ci indica dei valori da vivere. Con gioia constatiamo che sono priorità che pro- poniamo continua- mente nei nostri incontri: “la contem- plazione del volto di Cristo” , per cono- scerlo meglio, amar- lo, imitarlo; la pre- ghiera, la santità, l’a- scolto della Parola, la comunione, l’atten- zione ai crocifissi, l’impegno per la mis- sione. Questa sintonia ci assicura che siamo profonda- mente inseriti nel cammino della Chiesa. Il volto di Gesù da contemplare è il “volto del Figlio di Dio incarnato”, il “volto dolente del Crocifisso”, il “volto luminoso del Risorto”. La contemplazione del volto di Cristo, vero Dio e vero uomo, Crocifisso e Risor- to, ci ricorda la scoperta della nostra vocazione, quando ci siamo “innamorati” di Lui, abbiamo scelto di essere suoi “Amici” e ci siamo “consacrati” a Lui, attirati e affascinati dalla luce del suo volto; ci aiuta a prenderlo seriamente come ideale di vita, anche se questo significa partecipare alla “pazzia della croce”. Ci ricorda che il cammino “passionista” è un cammino impegnativo, che non ammette compromessi. Ma, preso sul serio, è un Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A Novembre 2001 – Anno II n. 11 Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999. Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624 Direttore responsabile: Tonino Taccone Redattore: P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 - 62019 Recanati Mc Tel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073 Fax 071.7574405 - email: [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amicinews.htm mici di Gesù Crocifisso A DUC IN ALTUM: PRENDI IL LARGO! DUC IN ALTUM: PRENDI IL LARGO!

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cammino di gioia edi grazia, perché citrasforma in Cristoe ci santifica.

Di fronte all’im-mane catastrofe a cui l’uma-nità sta andando incontro, il Papa ciindica il primato della preghiera e il camminodi santità. Per questo le nostre Fraternità e i GruppiFamiglia, per avere un senso, devono essere scuole dipreghiera autentica e guide sicure di un cammino di san-tità.

Dalla preghiera e dalla santità devono scaturire poidue frutti essenziali: la comunione e la missione. Occor-re vivere la “Comunione dei Santi”, che è comunioneprofonda con tutti i figli di Dio, in particolare nella fami-glia, nella chiesa, nel gruppo, per condividere gioie e sof-ferenze, desideri e bisogni, per offrire a tutti una veraamicizia; per imparare a vedere ciò che di positivo c’ènell’altro, respingendo le tentazioni egoistiche che gene-rano competizione, carrierismo, diffidenza, gelosie. IlPapa aggiunge poi una parola che sembra fatta proprioper noi: “Se siamo ripartiti davvero dalla contempla-zione di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattuttonel volto di coloro con i quali egli stesso ha volutoidentificarsi”, cioè nei crocifissi. È una caratteristicaessenziale del nostro cammino.

La conoscenza e l’amore di Cristo portano all’urgen-za della missione: “Occorre riaccendere in noi l’ardo-re della predicazione apostolica, seguita alla Penteco-ste. Dobbiamo rivivere in noi il sentimento infuocatodi Paolo, il quale esclamava: “Guai a me se non predi-cassi il Vangelo!” (1Cor 9,16). “Chi non è un apostoloè un apostata”, diceva il B. Don Orione. Dobbiamo svi-luppare sempre più nei nostri gruppi l’impegno apostoli-co. C’è spazio per tutti: giovani e anziani, dotti e menodotti, sani e malati, che possono sempre essere missionaricon il sacrificio e la preghiera.

Dobbiamo chiederci continuamente: “Che postooccupano queste “priorità” nella mia vita? Che pro-gresso ho fatto dalla mia adesione agli Amici, special-mente dopo la mia consacrazione?”.

P. Alberto Pierangioli

Il Consiglio Esecutivo degli AGC del 1 settem-bre e il Consiglio Nazionale del 14 ottobre cihanno aiutato a impostare meglio l’anno

sociale 2001-2002. Ci è stata di ispirazione soprattutto laLettera del Papa, che invita la mistica nave della Chiesaa “prendere nuovamente il largo”, all’inizio del nuovomillennio.

Se anche noi vogliamo “prendere il largo”, dobbia-mo riflettere su alcune priorità suggerite dal Papa. I1Giubileo del 2000 ci ha aiutato a comprendere meglio ilmistero di Gesù, figlio di Dio incarnato. All’inizio del

nuovo millennio, ilPapa, più che cose dafare, come ci saremmoaspettati, ci indica deivalori da vivere. Congioia constatiamo chesono priorità che pro-poniamo continua-mente nei nostriincontri: “la contem-plazione del volto diCristo”, per cono-scerlo meglio, amar-lo, imitarlo; la pre-ghiera, la santità, l’a-scolto della Parola, lacomunione, l’atten-zione ai crocifissi,l’impegno per la mis-

sione. Questa sintonia ci assicura che siamo profonda-mente inseriti nel cammino della Chiesa.

Il volto di Gesù da contemplare è il “volto del Figliodi Dio incarnato”, il “volto dolente del Crocifisso”, il“volto luminoso del Risorto”. La contemplazione delvolto di Cristo, vero Dio e vero uomo, Crocifisso e Risor-to, ci ricorda la scoperta della nostra vocazione, quandoci siamo “innamorati” di Lui, abbiamo scelto di esseresuoi “Amici” e ci siamo “consacrati” a Lui, attirati eaffascinati dalla luce del suo volto; ci aiuta a prenderloseriamente come ideale di vita, anche se questo significapartecipare alla “pazzia della croce”. Ci ricorda che ilcammino “passionista” è un cammino impegnativo, chenon ammette compromessi. Ma, preso sul serio, è un

Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”A

Novembre 2001 – Anno II n. 11

Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999.Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624Direttore responsabile: Tonino TacconeRedattore: P. Alberto G. PierangioliViale Passionisti 54 - 62019 Recanati McTel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073Fax 071.7574405 - email: [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amicinews.htm

mici di Gesù CrocifissoADUC IN ALTUM: PRENDI IL LARGO!DUC IN ALTUM: PRENDI IL LARGO!

Premessa:

Contrariamente a quanto annunziato nel numero di settembre,pubblichiamo in diverse puntate queste riflessioni del P. Adolfo Lippisulla Spiritualità di san Paolo della Croce. Il P. Adolfo, attuale pro-vinciale della Presentazione, professore di Teologia della Croceall’Antonianum di Roma, è un profondo conoscitore della spiritualitàdi san Paolo della Croce, del quale ha scritto un’ottima biografia:“Mistico ed Evangelizzatore: SAN PAOLO DELLA CROCE” (Ed.Paoline). Lo ringraziamo per questa collaborazione. Seguiranno inseguito gli studi del P. Martin Bialas.

P. Alberto P.

Tra Giansenismo e Quietismo

Nel tempo in cui è vissuto san Paolo della Crocetrionfano il razionalismo, lo scientismo e si

comincia a sviluppare il materialismo. Si espande dap-pertutto uno scetticismo sarcastico e dissacratore, che hail suo più noto rappresentante in Voltaire, nato nello stes-so anno di Paolo. Quella stessa epoca, tuttavia, fu ancheun’epoca di grande passione per la mistica. Basta ricor-dare la passione e le sofferenze di Pascal e Fénelon oanche il fatto che delle diatribe suscitate dal giansenismoe dal quietismo se ne dovettero interessare re e papi,governi e università. Giansenismo e quietismo esprimonola passione di molti per il rigorismo morale e per le viemistiche del cammino verso Dio. Alfonso de’ Liguori ePaolo della Croce rispondono, in Italia, a queste esigenzenel modo più pacifico e ortodosso e in armonia con ilmagistero della Chiesa.

Francesco di Sales, Teresa d’Avila,Giovanni della Croce

Suppongo note l’infanzia e l’adolescenza diPaolo e il fervore che lo pervase dopo la “con-

versione” del 1713; possiamo perciò immaginare conquanto interesse egli divorasse i primi libri spiritualiche poté avere fra mano. Le opere di san Francesco diSales furono probabilmente le prime che conobbe. Dalui Paolo apprese la dottrina del “sacro silenzio d’amo-re che è un parlare tanto grande alle orecchie dello sposodivino” (L I, 462), come pure la dottrina dell’amore“compassivo” che va a Dio attraverso la via unica delCristo crocifisso. “Chi guarda solo la consolazione perdedi vista il gran Dio delle consolazioni” (L I, 535), ripetePaolo col Sales. Lo spirito mite del vescovo savoiardosi riprodusse nella mitezza e misericordia che sempretemperarono l’austerità di Paolo.

Lo stesso Francesco di Sales fu probabilmente il vei-colo attraverso cui Paolo conobbe gli scritti di Teresad’Avila. Il nome della santa è l’unico che s’incontra nelDiario di Castellazzo. Fin dall’infanzia fu colpito dallafrase della santa: “O patire o morire”. Apprese da lei,particolarmente, i criteri di discernimento dell’orazione esoprattutto la grande stima per la vita di orazione. Capìche s’incontrano pericoli anche nelle vie di Dio, maquando si vede che i frutti sono buoni, bisogna accoglierei doni di orazione, che non sono un bene privato mafanno crescere tutta la Chiesa.

Altro autore spirituale che per tutta la vita leggerà

volentieri è san Giovanni della Croce, che egli chiama“il principe dei mistici”. In Giovanni scoprì la spiritua-lità della Passione applicata alle vie della contemplazionedi Dio. S’incontra veramente Dio quando si rinuncia atutte le soddisfazioni, anche alle più spirituali. Gesù cro-cifisso è il testimone perfetto dell’adorazione pura e dellacontemplazione di Dio solo. Con Giovanni, Paoloapprofondisce il discernimento dei cammini spirituali e ladiffidenza verso la ricerca di doni straordinari, comevisioni, miracoli, locuzioni. Scopre sempre meglio lecaratteristiche degli alti gradi di orazione. “Il segno chel’anima deve cessare dai discorsi interiori si ha quan-do essa gusta di starsene a solo a solo nel seno amoro-so del Signore, con una dolce vista di fede, con unsilenzio sacro di amore” (L II, 818). “Per mezzo delvostro patire si purifica l’imperfetto e l’anima divienecome un cristallo in cui si riverbera la luce del SoleDivino e resterete tutta in Dio trasformata per amore”(L II,719).

Da Giovanni, Paolo mutua un’espressione e una dot-trina che gli saranno tanto care e che esprimono la suatotale apertura a Dio Padre: “stare nel seno del Padre”.Il seno del Padre è l’essenza divina dove Gesù sempreabita e anche noi siamo chiamati ad abitare. A quell’al-tezza cessa il chiasso delle parole umane e si riposa sem-pre in un silenzio d’amore. Scriveva nel 1733 ad AgneseGrazi: “Se ne stia alla presenza di Dio, con una pura esemplice attenzione amorosa a quell’immenso Bene,in un sacro silenzio d’amore, riposando con questosanto silenzio tutto il suo spirito nel seno amoroso del-l’Eterno Dio” (L I,103).

Amici di Gesù Crocifisso

2 Esercizi spirituali a Macerata. Condivisione di gruppo.

I - SPIRITUALITÀ DI S. PAOLO DELLA CROCE

l’essere totalmente uniti allavolontà di Dio”, scriveva ad AgneseGrazi (L I,286). E scrivendo a Tomma-so Fossi nel 1772, così sintetizzavauna dottrina vissuta e predicata pertutta una vita: “L’orazione non consi-ste in aver consolazioni, lacrime,ecc., né si dà agli uomini forti cibo difanciulli. È ben vero che il prenderequello che Dio manda e lasciarsitotalmente governare dalla sua infi-nita Bontà (facendo però noi lenostre parti ed eseguendo in tutto lasua divina volontà) è il meglio” (LI,805).

Che questa conformità non sia pas-siva rassegnazione, magari razionalizzata alla manieradegli stoici, lo si deduce dal fatto che Paolo distingue tregradi di adesione alla volontà di Dio: “Gran punto èquesto: è gran perfezione il rassegnarsi in tutto aldivino volere; maggior perfezione è il vivere abbando-nata, con grande indifferenza, nel divino Beneplacito;massima, altissima perfezione è il cibarsi in puro spi-rito di fede e di amore della divina volontà. Oh dolceGesù, che gran cosa ci avete insegnato con parole edopere di eterna vita! Si ricordi che quest’amabile Sal-vatore disse ai suoi diletti discepoli che il suo cibo eradi fare la volontà dell’eterno suo Padre” (L I,491).

È importante vedere come per Paolo la Passione nonè soltanto né principalmente una riparazione che Gesùoffre alla giustizia offesa del Padre. La Passione partedal Padre come amore. In questa volontà di beneplacito,Paolo assorbe anche il peccato suo o di altri, che tantoaffligge il sofferente, portandolo a pensare che la soffe-renza sia soltanto castigo delle colpe.

Scriveva a Marianna Girelli: “Conviene prendere lepercosse che vengono dall’alto e soffrirle pacificamen-te, con amorosa mansuetudine, dalla mano dolcissimadel gran Padre celeste. Così passa il temporale cheminaccia tempesta e si fa come il vignaiolo o ortolanoche quando viene la tempesta si ritira nella capannafino a quando sia passata e sta in pace. Così noi, inmezzo a tante tempeste che ci minacciano i nostri ed ipeccati del mondo, stiamocene ritirati nell’aureacapanna della divina volontà, compiacendoci e facen-do festa che si adempia in tutto il sovrano divinoBeneplacito. Perda di vista, signora Marianna, ognicosa creata; tenga l’intelletto ben purgato e netto daogni immagine e se ne fugga, in mezzo a tanti guai chesono nel mondo, nel seno del celeste Padre per GesùCristo Signore nostro, ed ivi si perda tutta nell’im-mensa Divinità come si perde una goccia d’acqua nelgrande oceano: così non vivrà più una vita sua, mavita deifica e santa” (L III,753).

In questo senso egli perfeziona due meraviglioseespressioni che aveva avuto care fin da giovane: “Credoche la croce del nostro dolce Gesù avrà poste piùprofonde radici nel vostro cuore e che canterete:“patire e non morire”; oppure: “o patire o morire”;oppure ancora meglio: “né patire né morire”, masolamente la totale trasformazione nel divino Bene-placito” (L II,440).

P. Adolfo Lippi

Amici di Gesù Crocifisso

3

Il carisma della Passione

L a coscienza di dover incentrare l’attenzione delsuo spirito nella Passione di Gesù crebbe pro-

gressivamente nel giovane Paolo Danei. All’inizio sentìdi chiamare i compagni che avrebbe radunato “i poveridi Gesù”. Povertà, distacco dal mondo, solitudine eranogli ideali che più lo attraevano. Erano, per così dire,negazioni di ciò che vedeva come tanto negativo nellavita cristiana, negazioni delle idolatrie del cuore e delpeccato. La prima idea positiva che compare al centrodella spiritualità di Paolo è il nome di Gesù al centro del“segno” di cui si vede fregiato, sotto la croce bianca.Segue la veste nera di cui si doveva vestire, con la preci-sazione del suo significato di “perpetuo lutto” per laPassione e morte di Gesù. Questa spiegazione potrebbefar pensare che Paolo concepisse la Passione unicamentenel suo aspetto negativo di conseguenza e riparazione delpeccato. Ma innumerevoli testi dimostrano, al contrario,che Paolo fu uno dei mistici che ebbe più chiaro il valorepositivo della Passione, come massima espressione del-l’amore di Dio.

Il voto della Passione, che Paolo emise già nel 1721,costituirà la sua personale consacrazione alla Passione,che diventerà ben presto l’elemento distintivo della nuovacongregazione, in sostituzione dell’ideale negativo dellapovertà. Alla scoperta di questa vocazione Paolo arrivòattraverso la personale esperienza del fallimento di pro-getti maturati sotto l’impulso delle ispirazioni di Dio. Inquell’occasione Paolo ebbe anche la chiara intuizione cheil “radunare compagni” avrebbe avuto come scopo l’in-teriorizzazione della Passione. Il “segno” si arricchì poidel ricordo della Passione e del simbolo dei chiodi. Ilvoto della Passione entrò nelle Regole verso il 1730, neltesto che Paolo preparò per l’esame del suo vescovo, ilcardinale Altieri. Da allora in poi tutta la spiritualità delsanto gravita intorno al tema della Passione.

La volontà di Dio

C ome rileva lo studioso tedesco P. Martin Bialas,sulla base di un accurato studio del gesuita

francese M. Viller, la prima espressione della spiritualitàdella Passione in Paolo è data dalla conformità allavolontà di Dio, che comporta un’irremovibile fiducia nelPadre sull’esempio di Gesù. “La santità consiste nel-

Gesù dona il segno passionista a San Paolo della Croce.

Un capolavoro di San Paolo della CroceI – LA TESSITRICE SANTA: LUCIA BURLINI

Donna nascosta e piena di fede

Èuna delle maggiori e straordinarie anime tra lefiglie spirituali di S. Paolo della croce. Lavora-

trice del telaio, tocca in modo incredibile le altezze misti-che. Una vita povera segnata da una fede eccezionale inGesù Crocifisso da cui attinge forza e coraggio per resi-stere alle tante sofferenze e prove incontrate per circa 40anni. Malata e piagata nei piedi. Mai un lamento, mai unavvilimento. Senza volerlo, diventa punto di riferimentoper la gente dei dintorni in cerca di conforto e consigli.

Nasce a Piansano (Vt) il 24 maggio 1710 da Pietro eCristofora Bianchi, muore il 1 maggio 1789. La primainiziazione alla vita cristiana ha luogo in famiglia sotto laguida della mamma, donna di profonda pietà, formazioneche viene arricchita dalla scuola frequentata presso leMaestre Pie Filippini. Tanto che fin da “piccola si dedicòagli esercizi delle virtù cristiane cioè all’obbedienza,all’umiltà, all’astinenza, alla ritiratezza, alla santaorazione mentale”. A tredici anni riceve la sua primacomunione e poi comincia a guadagnarsi il pane cometessitrice, sbriga a dovere le faccende di casa. Così saràper tutto l’arco della sua vita: donna nascosta e laboriosa,illuminata da una fede incrollabile davanti a tutte le con-tinue prove incontrate. La situazione familiare, segnatadai lutti e dominata dalla fatica e dalla povertà, il paesescosso da carestie e pestilenze, non compromettono lacalma del suo spirito. È proprio vero che il Signorecustodisce chi si fida di lui. Lucia assurge ad anima pre-diletta in modo singolare e trova sicurezza sotto la dire-zione di un grande direttore d’anime e mistico del ‘700,san Paolo della croce.

Conoscenza di S. Paolo della Croce

A ll’età di 25 - 26 anni incontra per la primavolta Paolo della Croce, fondatore dei Passio-

nisti, nella missione popolare predicata a Cellere, paesevicino a Piansano, durante la quaresima del 1734. È l’e-vento della svolta decisiva della vita di Lucia. Immediata-mente prova “una smania insopprimibile” di confessar-si da lui; ma per due giorni di seguito la ressa dei peni-tenti non glielo permette. Appena le è possibile si confes-sa e gli apre spontaneamente la sua anima e ne riceve“alcune regole per sua sicurezza e direzione, che leriuscirono di poi nella pratica assai vantaggiose e faci-li ad eseguirle”. Paolo della Croce, che si rende conto ditrovarsi con un’anima fortemente innamorata di Gesù,eleva il discorso sui misteri più alti dell’amore divino.

Il secondo incontro è del 1737 in occasione dellaseconda missione a Cellere, è un incontro decisivo in cuinasce una comunicazione e intesa spirituale fra lei e ilpadre, che durerà per quasi 40 anni, fino alla morte. Èinteressante conoscere le impressioni dalla stessa Lucia,che parla con il santo, e alla domanda se abbia praticato isuggerimenti ricevuti tre anni prima, lei gli conferma lapratica, poi specifica: “P. Paolo mi parlò con tanta effi-cacia di Dio che io rimasi fuori di me, né so spiegarlo.Posso dire solamente che il suo spirito mi si comunicòdi maniera che m’intesi più che mai infervorata adamare e servire Gesù Appassionato”.

Benefattrice della Congregazione

P aolo sa che può confidare in Lucia e, senza esi-tazione, durante la fondazione del ritiro del

Cerro, le affida i religiosi che tribolano per il freddo e perl’estrema povertà e sono bisognosi di tutto. In questa fon-dazione la Burlini si dà talmente da fare che riuscirà aprovvedere ai religiosi ogni sostentamento. Seguiteràsempre a provvedere anche dopo i primi tempi di neces-sità. Racconta lei stessa: “susseguentemente gli portai ilpane e vino, continuando li benefattori a dare l’elemo-sina della farina particolarmente nei successivi tempi:ne facevo il pane in mia casa ed in ogni festa lo porta-vo al ritiro con qualunque altra cosa mi fosse statadata dai benefattori”. Uno straordinario servizio di assi-stenza. Quanti ripetuti viaggi faticosi sono sostenuti daLucia! Donna impareggiabile. (continua)

P. Mario D’Ippolito

Amici di Gesù Crocifisso

4 Momento di preghiera durante il Convegno N. degli A.G.C.:14 ottobre 2001.

no, il lenzuolo candido, gli unguentiaromatici e quell’improvviso coraggiodi Giuseppe e Nicodemo, che succedealla paura di palesarsi apertamente come ammi-ratori e amici di Gesù, manifestano nel pensiero del quar-to evangelista l’inizio di una rivincita del Crocifisso: nonostante tutto, egli saprà ancora attirare a sé. Entrambiquesti uomini, rispettosi attori del suo seppellimento,

sono attratti a Lui e al suo inse-gnamento, pieno di ampi oriz-zonti nuovi.

Se i veri amici sono quelliche non ti lasciano nel momen-to della prova, nel dolore, nellegravi necessità, Giuseppe d’A-rimatea e Nicodemo sono sicu-ramente amici di Gesù crocifis-so a prova di fatti. Cosa c’è dipiù povero d’un cadavere, che,come accadeva nelle crocifis-sioni, veniva spesso abbando-nato ai cani randagi, o gettatonelle fosse comuni, se qualcu-no non veniva in tempo a sep-pellirlo?

È degno dunque d’attenzio-ne il pietoso gesto di GiuseppeD’Arimatea e ha ragione Lucache lo definisce “uomo buonoe giusto”, che “non avevadato il suo consenso” quandogli altri membri del Sinedriodecisero di far perire Gesù. Haragione Matteo a definirlo “undiscepolo di Gesù”. Ha ragio-ne Marco a presentarlo comeuno che “aspettava il Regno diDio” , cioè un mondo doveognuno cerca di vivere come siconviene a creature di Dio. Edha ragione Giovanni a porre in

evidenza che tra i Giudei, artefici della morte di Cristo, cisiano pure persone autorevoli, come Giuseppe d’Arima-tea e Nicodemo, che, insieme alle donne di Galilea, pre-senti alla croce e alla sepoltura, rendono il loro omaggioal Crocifisso, con segni concreti di sicura amicizia. (con-tinua).

P. Lino Tendina

GIUSEPPE D’ARIMATEA E NICODEMO

Amici di Gesù Crocifisso finalmente senza paura

I seguaci di Gesù sono in genere persone umili esemplici, che non hanno nulla da perdere nel

mettersi alla sua sequela. Ma non mancano alcuni perso-naggi importanti, anche dei capi, che però sono prudentinel manifestarsi, per nonesporsi al rischio di esse-re espulsi dalla sinagoga:primi, fra tutti, Giusepped’Arimatea e Nicodemo.Giuseppe, originario diArimatea, è definito daMarco “membro autore-vole del Sinedrio” (Mc15, 43). Nicodemo èricordato da Giovannicome fariseo, “un capodei Giudei” (Gv 3, 1).

Per capire l’importan-za unanime che a questidue personaggi conferi-scono tutti gli evangelisti,occorrerebbe sentirli aduno ad uno; ma per nonallungare troppo la nostrapagina; riferirò solo iltesto di Giovanni, senzaomettere le particolaritàdegli altri evangelisti permeglio capirci.

Spirato, che fu Gesùsulla croce, “Giusepped’Arimatea, che eradiscepolo di Gesù, ma dinascosto per timore deiGiudei, chiese a Pilato diprendere il corpo diGesù. Pilato lo concesse:Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò ancheNicodemo, quello che in precedenza era andato a lui dinotte e portò una mistura di mirra e di aloe di circacento libbre. Essi calarono allora il corpo di Gesù e loavvolsero in bende, insieme con oli aromatici, com’ erausanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove erastato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino unsepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancoradeposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Pre-parazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino”(Gv 19, 38-42).

Così il dramma maestoso e l’atmosfera assai pesantedella crocifissione sembra leggermente allungarsi in que-sta scena vissuta dai protagonisti in un composto silen-zio, denso di profonda meditazione. La sbalorditiva inter-pretazione, che Giovanni dà della morte di Gesù, si ritro-va vagamente anche in quest’atmosfera di tomba, forseamaramente deludente per alcuni, ma per altri non senzauna qualche speranza e una vaga attesa che qualcosadoveva ancora succedere. In questo caso, un trionfaleavverarsi delle profezie del Maestro: la Resurrezione!Anche se la massiccia dose di unguenti usati parlerebbepiù di conservazione che di speranza di una resurrezione.

Ma intanto in tutti i segni d’affetto verso Gesù, che nehanno segnato la sepoltura: il sepolcro nuovo del giardi-

Amici di Gesù Crocifisso

5Gruppo famiglia a Macerata presso Fiecconi Giovanni.

Via Crucis XIV; Gesù deposto nel sepolcro.

seguente: “Con Paolo sotto la croce: Testimonianza eComunione”. Si svolgerà nella seconda metà di giugno2002, in un luogo del Sud, ancora da stabilire.

Finalmente il Consiglio ha studiato come realizzare

un foglio di collegamento, per la formazione e informa-zione della realtà laicale passionista in Italia, in sostitu-zione della rivista “Notizie”, sospesa per difficoltà eco-nomiche. È stato deciso di preparare un foglio bimestralesul sito Internet WWW.passionisti.org/mlp, affidato allacura generosa e volenterosa di Pasquale dellaRagione, presente all’incontro e che ci ha illuminato eincoraggiato con i suoi consigli. I Coordinatori Provin-ciali prepareranno a turno il materiale e ricaveranno ediffonderanno le copie nella propria provincia.

Il Consiglio si è concluso il 7 ottobre con la solenneconcelebrazione, presieduta dal P. Luigi Vaninetti, con-sultore generale.

Pia

L a sera del 5 ottobre 2001 si èsvolto presso il convento pas-

sionista di San Sosio (FR), il CoordinamentoNazionale del MLP, per preparare il Consiglio Nazionale,che si è tenuto il 6 e 7 ottobre, nello stesso luogo. Il Con-siglio Nazionale, presieduto dal coordinatore nazionale,Franco Nicolò e dall’assistente spirituale, P. Alberto Pie-rangioli, è composto da 7 laici per ciascuna delle sei“province” passioniste italiane, in rappresentanza deimovimenti laicali dei passionisti italiani e dai sei assi-stenti spirituali provinciali. Hanno partecipato per qual-che tempo anche i padri Provinciali passionisti, P. Stani-slao Renzi di Napoli e P. Leonardo di Girolamo diMascalucia CT.

Il Consiglio ha riflettuto seriamente sul cammino for-mativo del MLP, alla luce dei documenti del 44° CapitoloGenerale dei Passionisti, della Lettera Apostolica delPapa per il nuovo millennio e degli Orientamenti Pastora-li della Cei. Più che una vera programmazione, il Consi-glio ha suggerito a tutti i gruppi del MLP italiano questepriorità da tenere presenti nella programmazione di ognigruppo:

“Il Consiglio Nazionale del M.L.P propone per tuttigli aderenti, alcune indicazioni per un cammino formati-vo, fermo restando il programma di ogni singolo gruppo.

La proposta tiene presenti i documenti del 44’ CapitoloGenerale, la lettera Apostolica del Papa “Novo Millen-nio ineunte” e gli Orientamenti Pastorali della CEI“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”.

Le priorità individuate, alla luce della maggiore con-sapevolezza del ruolo dei laici emerse anche dai docu-menti del Capitolo Generale, sono :I° L’approfondimento della spiritualità di S. Paolo

della Croce, riferita in modo particolare ai laici.2° La preghiera e l’Eucaristia: momenti centrali del

vivere quotidiano.3° La centralità dei cammino di comunione.4° La riflessione personale e comunitaria sulla lettera

del Papa e sul documento della CEI, orientata allamissionarietà.Queste tematiche aiuteranno il movimento anche a

prepararsi al Convegno Nazionale del 2002, il cui tema:“Con Paolo sotto la Croce: “testimonianza e comunio-ne”, ne faciliterà l’approfondimento”.

Inoltre il Consiglio ha studiato il tema e l’organizza-zione del Convegno Nazionale del MLP per il 2002, cheviene organizzato dalla Provincia Passionista del S.Costato (Puglie, Calabria e Basilicata). Il tema sarà il

Amici di Gesù Crocifisso

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CONSIGLIO NAZIONALE DEL M.L.P.

C.N. del M.L.P.: San Sosio 7/10/2001. Concelebrazione conclusiva.

C.N. del M.L.P. a San Sosio 7/10/2001. Saluto dell’AssistenteGenerale Italiano P. Luigi Vaninetti.

Il 19 ottobre abbiamo celebrato solennemente lafesta di San Paolo della Croce con la comunità

Passionista di Recanati. Ci siamo ritrovati in tanti alleore 21,00: tre pullman organizzati dalle fraternità diMacerata, Montecosaro – Morrovale, Civitanova e molteauto da Porto S. Elpidio e da altre zone. Il P. Alberto hapresieduto una concelebrazione di 10 sacerdoti. LaMessa è stata animata dai giovani della Parrocchia deiPassionisti. Nell’omelia il P. Alberto ha presentato lafigura di san Paolo della Croce: mistico del Crocifisso,fondatore, cacciatore di anime, esperto direttore spi-rituale. Ha ricordato che una volta quando si diceva“passionista”, si pensava solo ai religiosi e alle religio-se. Oggi, accanto a loro, c’è la grande realtà dei laici pas-sionisti. Tutti insieme formiamo la FamigliaPassionista. “Perciò tutti noi qui presenti, ha detto ilP. Alberto, possiamo chiamare san Paolo della Crocenostro Padre e Fondatore”.

Dopo la Messa, ci siamo incontrati nell’ampia salaparrocchiale, per un momento di fraternità e di festa.

Pia

FESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCEFESTA DI SAN PAOLO DELLA CROCE

e di rispondere alle varie domande. Lamaggior parte del tempo è dedicata adapprofondire il modo di attuare la for-mazione degli iscritti, in particolare deiresponsabili.

Tutti ne riconoscono l’urgenza; ma non è stato faci-le trovare il modo concreto di attuarla. Dalle relazioni eda molti interventi è emersa la difficoltà di organizzare,il momento, corsi a livello centrale. Si pensa allora chequesto impegno deve essere portato avanti dalle Frater-nità e dai Gruppi Famiglia, con l’aiuto del materialepreparato appositamente dall’assistente spirituale.

Bisogna programmare un secondo incontro diFraternità, destinato soprattutto alla formazione, libe-ro nella partecipazione, ma al quale sono invitatisoprattutto i responsabili e gli animatori. Ogni Frater-nità decide le modalità di questo secondo incontro.Esso servirà anche per preparare le Consacrazionisolenni.

Si stabilisce che il secondo incontro del C. N. saràallargato a tutti i responsabili e a quanti hanno parteci-pato a questi incontri di formazione, per verificarne ilrisultato.

Come argomento prioritario della formazione,quasi all’unanimità è stata indicata la conoscenza diSan Paolo della Croce e della spiritualità passioni-sta.

P. Alberto ricorda che l’incontro mensile delle Fra-ternità, più che un incontro di preghiera, deve essereuna scuola di preghiera, per insegnare in particolare lameditazione degli insegnamenti e della Passione diGesù, diversamente si diventa un gruppo generico, nonpiù basato sulla spiritualità passionista. Gli incontrisono pochi e non possono essere facilmente sostituitidalla Messa o dallo svolgimento di argomenti di variogenere. È indispensabile che tutte le Fraternità, anchele nuove, abbiano il Consiglio di Fraternità, che si deveriunire almeno una volta al mese..

Piera sottolinea che il primo dovere dei responsabiliè di conoscere a fondo chi fa parte della propria Frater-nità, anche per favorire un buon inserimento di tutti icomponenti nel gruppo. Suggerisce che, per aiutarel’approccio alla meditazione dei nuovi venuti, puòessere utilizzato il secondo incontro della Fraternità.

Amici di Gesù Crocifisso

I l 14 ottobre si è svolto a Morrovalle il 12° C.N. degli Amici di Gesù Crocifisso, con la par-

tecipazione di 33 aventi diritto, tra cui il P. FabianoGiorgini, provinciale passionista, Iucci Piera, presiden-te, P. Alberto Pierangioli, assistente nazionale. P. Brunode Luca, assistente della Fraternità di Fossacesia.

Il Consiglio ha avuto inizio alle ore 10 con larecita delle Lodi, presieduti dal P. Fabiano Giorgini,che nella riflessione porta al Movimento l’augurio diuna costante crescita nella conoscenza sapiente,profonda e affettuosa di Gesù Crocifisso. Sottolineandoil titolo di “amici”, ricorda che l’amicizia è possibilesolo se c’è la conoscenza e che questo è vero sia neiconfronti di Gesù, sia nelle relazioni con il gruppo,dove i membri diventano amici solo se si conoscono eapprofondiscono insieme il cammino intrapreso. Ricor-da che bisogna conoscere Gesù, per poterlo apprezzare,amare e imitare e il modo migliore per crescere nellaconoscenza di Gesù è meditare la sua vita e la suaparola. Ricorda poi ai presenti che sono responsabilidel Movimento solo per una chiamata da parte di Dio eche, di conseguenza, è una responsabilità rispondere aquesta chiamata. Sottolinea l’importanza della forma-zione dei responsabili, che devono poi occuparsi dellaformazione di tutti gli Amici. Bisogna sentire la neces-sità della conoscenza di Gesù e bisogna far sentireanche agli altri questa necessità, per diventare memoriacostante del Signore e del suo amore. Termina esortan-do a trovare il tempo per il Movimento, e chiedendo alSignore di donare a tutti gli Amici la gioia di crescerenella sua conoscenza e nel suo amore.

Il presidente. Piera Iucci, introduce i lavori, ricor-dando il ruolo fondamentale del C. N., che è quello difare da tramite tra il Consiglio Esecutivo e gli iscritti alMovimento, per portare suggerimenti, proposte, diffi-coltà, tutto ciò che può essere utile per costruire il futu-ro del nostro cammino. Il lavoro di ognuno è preziosose svolto in accordo con gli altri.

L’Assistente Spirituale, P. Alberto Pierangioli,ricorda in breve tutto ciò che ha interessato la vita delMovimento nell’anno 2000/2001 e fa notare che neiprimi 9 mesi del 2001 ci sono state 178 nuove adesioni,di cui 78 in Abruzzo, 75 nelle Marche, 25 altrove. Invi-ta a chiarire la fisionomia del Movimento: se essereuna semplice aggregazione di gruppi di preghiera indi-pendenti tra loro, oppure un movimento di spiritualitàpassionista, che ha una sua fisionomia e una missioneda svolgere nella Chiesa. È importante occuparci dellaformazione degli iscritti, in particolare dei responsabili.Esorta le Fraternità ad essere vive nel programmare alivello locale iniziative utili alla crescita del gruppo nonsolo dal punto di vista numerico, ma soprattutto dalpunto di vista della comunione interna dei gruppi:come celebrazione dell’Eucaristia, gruppi d’accoglien-za e d’intercessione, pellegrinaggi, momenti di festa edi comunione.

È seguita poi la lettura delle relazioni scritte pre-sentate dai Responsabili delle Fraternità. Quindi lacelebrazione dell’Eucaristia, presieduta dal P. Pro-vinciale. Ci siamo ritrovati poi al pranzo fraternoinsieme alla Comunità passionista e a un gruppo di gio-vani tendopolisti.

I lavori riprendono alle ore 14.30, con il dialogosulle relazioni della mattina. Si cerca di chiarire i dubbi

CONSIGLIO NAZIONALE AMICI DI G.C.

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C.N. degli Amici di G.C. - Saluto della Presidente Jucci Piera. Morrovalle: 14/10/2001.

Perché i laici svolgano parte attiva negliincontri, è indispensabile che siano iprimi ad aver approfondito la spiritua-lità passionista e la conoscenza diSan Paolo della Croce. Devono esse-

re i responsabili laici a commentare nelle Fra-ternità e nei Gruppi Famiglia gli studi su san Paolodella Croce e la spiritualità passionista, che si stannopubblicando nella nostra rivista. Inoltre per essere nonsolo Amici di G. C., ma anche dei crocifissi, ogni grup-po dovrà attuare la carità operativa, secondo le propriepossibilità e le esigenze che riscontra intorno a sé.

Serafino Vito osserva che il problema degli argo-menti da meditare negli incontri non esiste perché seleggiamo in maniera più attenta il Vangelo, ci accorgia-mo che tutto il Vangelo parla della passione del Signo-re. Quindi il vero problema non è l’argomento maimparare a meditare.

Si parlato poi della situazione dei Gruppi Fami-glia. Al C. N. sono presenti dodici responsabili diGruppi Famiglia. La situazione risulta in genere positi-va e vede uno svilupparsi della preghiera spontaneabasata sulla passione. Fragola Nello nota di avere qual-che difficoltà a portare agli incontri di Fraternità le per-sone che frequentano i numerosi Gruppi Famiglia diPorto S. Elpidio.

Esercizi Spirituali 2002. Si svolgeranno possibil-mente presso il santuario di San Gabriele dall’11 al 17agosto 2002 e avrà per tema: La Sacra Famiglia:modello di vita cristiana in famiglia.

Calendario. Le feste passioniste che saranno ricor-date insieme sono:19 ottobre San Paolo della Croce a Recanati8 febbraio Solennità della Passione a Civitanova

o Morrovalle 16 maggio Santa Gemma a Loreto 30 giugno Giornata di spiritualità al Santuario

San Gabriele a TeramoLa riunione termina alle ore 18.00, con la preghiera

del Vespro.la segretaria

Maria Grazia Coltorti

Amici di Gesù Crocifisso

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N u o v i G r u p p i F a m i g l i a

A Macerata: L’undici ottobre si è svolto il primo incon-tro di un nuovo Gruppo Famiglia presso la casa delleAncelle della Misericordia in Via Crispi 98. Al primoincontro ha partecipato anche il P. Alberto che ha inco-raggiato l’iniziativa, molto utile soprattutto per le personeanziane del centro di Macerata.. Erano presenti 15 fedeli.Il gruppo si riunirà ogni primo mercoledì e sarà animatoda Franca Fermani, con la collaborazione di altre Ancelle.

A S. Elpidio a Mare: con la benedizione del parroco, èiniziato il 24 ottobre un Gruppo Famiglia in via Tirso,animato da Vesprini Beato Cinzia. Al primo incontro hapartecipato anche il P. Alberto. Erano presenti

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F e s t a d e l l a F a m i g l i a

Il ritiro mensile, svolto a Morrovalle il 21 ottobre,ha avuto come centro la famiglia. Mentre a

Roma il Papa celebrava la festa della famiglia, elevandoall’onore degli altari una coppia di sposi, i Beati Luigi eMaria Beltrame Quattrocchi, il P. Alberto ha parlato aicirca 150 presenti del tema “Maria, la donna e la fami-glia”. Ne è seguito un ampio dibattito, con molte doman-de e molte testimonianze. Alla messa del pomeriggioerano presenti molte coppie giovani e meno giovani.All’offertorio il celebrante le ha invitate a rinnovare l’im-pegno del sacramento del matrimonio, ha pregato perloro e ha imposto le mani a ciascuna coppia. È seguitol’applauso di tutti, specialmente dei figli presenti.

R i t i r i M e n s i l i a M o r r o v a l l e :18 novembre; 16 dicembre 2001; 13 gennaio, 3 febbraio,3 marzo,7 apri le , 19 maggio, 9 giugno 2002.- Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Maliani Cesare di Recanati: 28 sett . 2001.- Ringrazio sinceramente tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta.

P. Alberto Pierangioli

Consiglio N. degli A.G.C. Il P. Fabiano Giorgini presiede la Concelebrawione.

Consiglio N. degli A.G.C.. Il Convitto fraterno.