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“Il mare dell’amore e del dolore” Quando il santo spiega il senso della pas- sione di Cristo, ricorre di preferenza al simbolo del mare, nel quale si devono “pescare” tutte le virtù, incomin- ciando dall’amore. Dio è per lui un “mare d’infinita carità”. Da questo mare procede “il mare della Passione SS. di Gesù Cristo”. Perciò Paolo chiama la Passione del Signore un “mare di amore e di dolore”. Scrive al suo discepolo e con- fessore, P. Giammaria Cioni: “L’anima in un momento si trova immersa nel mare delle pene del Salvatore; poiché la Passione di Gesù è tutta opera d’amore, stando l’anima tutta perduta in Dio che è tutt’amore, si fa un misto di amore e dolore, perché lo spirito ne resta penetrato tutto e sta tutto immerso in un amore doloroso e in un dolore amoroso: è opera di Dio” (L. III,149). È questa la prima lezione che dobbiamo imparare da san Paolo della Croce. Non siamo amici della croce, ma del Crocifisso. Vediamo la croce come frutto dell’amore di Gesù. Accettiamo la croce, perché in essa riconosciamo la croce di Gesù. Dall’alto della croce Gesù ci attira a sé e ci aiuta a trasformare il dolore in amore. Ogni prova accettata con amore e per amore diventa meno pesante, come una mamma accetta volentieri tutti i sacrifici della maternità proprio perché ama. Il fuoco dell’a- more, acceso da Gesù Crocifisso nei nostri cuori, renderà dolce e accettabile ogni dolore. P. Alberto Pierangioli La Passione: Mare di dolore e di amore “D io è amore” e tutto quello che compie lo compie per amore. La creazione è opera dell’amore di Dio; l’Incarnazione e tutta la vita del Figlio di Dio è stata una gran- de prova dell’amore di Dio. Ma la passione di Gesù è la prova più convincente dell’amore di Dio per noi. Quando pensiamo alla passione di Gesù è facile fermarsi quasi esclusivamente sul dolore fisico di Gesù; ma così si è superficiali, non si penetra nel cuore di Cristo, per scoprirvi l’amore, che lo ha portato ad accettare liberamente la sua dolorosa passione. San Paolo della Croce definisce la passione di Gesù “la più grande e stupenda opera dell’amore divino”, e “miracolo dei miracoli dell’amore di Dio”. Ma l’esperienza ci dice che su questa terra non c’è vero amore senza sofferenza. Il nostro santo ha capito che anche l’amore a Dio include il dolore. Egli è vissuto immerso nel mistero della passione di Gesù e da essa ha imparato “la passione dell’amore”. Scrive: “Se vi sentite tutta penetrata dalle pene dello Sposo, fate festa; ma questa festa si fa nella fornace del Divino Amore, perché il fuoco che penetra fin nelle midol- la delle ossa trasforma l’amante nell’amato e mischiando- si l’amore col dolore, il dolore con l’amore, si fa un misto amoroso e doloroso, ma tanto unito che non si distingue né l’amore dal dolore, né il dolore dall’amore, tanto che l’a- nima amante gioisce nel suo dolore e fa festa nel suo dolo- roso amore. Credo che capirete le mie pazzie” (L. II, 440). Egli voleva portare tutti alla scuola del Crocifisso, perché dal suo amore imparassero ad accettare il dolore. Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” A Marzo 2002 – Anno III n. 3 Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999. Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624 Stampa: Tecnostampa - Recanati Direttore responsabile: Tonino Taccone Redattore: P. Alberto G. Pierangioli Viale Passionisti 54 – 62019 Recanati Mc Tel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073 Fax 071.7574405 - E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici A mici di Gesù Crocifisso Civitanova: Crocifissi della «Peregrinatio quaresimale»

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“Il mare dell’amore edel dolore”

Quando il santo spiega il senso della pas-sione di Cristo, ricorre di preferenza al simbolo delmare, nel quale si devono “pescare” tutte le virtù, incomin-ciando dall’amore. Dio è per lui un “mare d’infinita carità”.Da questo mare procede “il mare della Passione SS. di GesùCristo”. Perciò Paolo chiama la Passione del Signore un“mare di amore e di dolore”. Scrive al suo discepolo e con-fessore, P. Giammaria Cioni: “L’anima in un momento sitrova immersa nel mare delle pene del Salvatore; poichéla Passione di Gesù è tutta opera d’amore, stando l’animatutta perduta in Dio che è tutt’amore, si fa un misto diamore e dolore, perché lo spirito ne resta penetrato tutto esta tutto immerso in un amore doloroso e in un doloreamoroso: è opera di Dio” (L. III,149). È questa la primalezione che dobbiamo imparare da san Paolo della Croce.Non siamo amici della croce, ma del Crocifisso. Vediamo lacroce come frutto dell’amore di Gesù. Accettiamo la croce,perché in essa riconosciamo la croce di Gesù. Dall’alto dellacroce Gesù ci attira a sé e ci aiuta a trasformare il dolore inamore. Ogni prova accettata con amore e per amore diventameno pesante, come una mamma accetta volentieri tutti isacrifici della maternità proprio perché ama. Il fuoco dell’a-more, acceso da Gesù Crocifisso nei nostri cuori, renderàdolce e accettabile ogni dolore.

P. Alberto Pierangioli

La Passione: Mare di dolore e di amore

“Dio è amore” e tutto quello che compie lo compieper amore. La creazione è opera dell’amore di Dio;

l’Incarnazione e tutta la vita del Figlio di Dio è stata una gran-de prova dell’amore di Dio. Ma la passione di Gesù è la provapiù convincente dell’amore di Dio per noi.

Quando pensiamo alla passione di Gesù è facile fermarsiquasi esclusivamente sul dolore fisico di Gesù; ma così si èsuperficiali, non si penetra nel cuore di Cristo, per scoprirvil’amore, che lo ha portato ad accettare liberamente la suadolorosa passione.

San Paolo della Croce definisce la passione di Gesù “la piùgrande e stupenda opera dell’amore divino”, e “miracolodei miracoli dell’amore di Dio”. Ma l’esperienza ci dice chesu questa terra non c’è vero amore senza sofferenza. Il nostrosanto ha capito che anche l’amore a Dio include il dolore.Egli è vissuto immerso nel mistero della passione di Gesù eda essa ha imparato “la passione dell’amore”.

Scrive: “Se vi sentite tutta penetrata dalle pene delloSposo, fate festa; ma questa festa si fa nella fornace delDivino Amore, perché il fuoco che penetra fin nelle midol-la delle ossa trasforma l’amante nell’amato e mischiando-si l’amore col dolore, il dolore con l’amore, si fa un mistoamoroso e doloroso, ma tanto unito che non si distingue nél’amore dal dolore, né il dolore dall’amore, tanto che l’a-nima amante gioisce nel suo dolore e fa festa nel suo dolo-roso amore. Credo che capirete le mie pazzie” (L. II, 440).Egli voleva portare tutti alla scuola del Crocifisso, perché dalsuo amore imparassero ad accettare il dolore.

Mensile del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”A

Marzo 2002 – Anno III n. 3Aut.. del Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999.Sped. in Ab. Post. Art.2 comma 20\c L.662\96 Filiale di MC - c. c. p. 11558624Stampa: Tecnostampa - RecanatiDirettore responsabile: Tonino TacconeRedattore: P. Alberto G. PierangioliViale Passionisti 54 – 62019 Recanati McTel. 071.7574283 - Cell. 349.8057073Fax 071.7574405 - E-mail [email protected]://www.passionisti.org/mlp/amici

Amici di Gesù Crocifisso

Civitanova: Crocifissi della «Peregrinatio quaresimale»

Per insegnare a meditare la pas-sione di Gesù, san Paolo dellaCroce non ha sviluppato un

metodo proprio e speciale, ma si serve dei metoditradizionali, vivificati però da una forte esperienza per-sonale che lo porta a guidare le anime verso l’unionemistica con il Crocifisso. Solo con i principianti inculcala meditazione discorsiva sui fatti storici della passionedi Gesù.

Nel ricco epistolario, egli dà molte indicazioni prati-che, badando alla persona, al suo stato, al grado spiri-tuale che ha raggiunto. Da qui le differenti indicazioniper le varie forme di meditazione. Come tendenza fon-damentale si può dire che egli segue un camminoascendente e cioè da una riflessione molto discorsiva aun riposo passivo, da rappresentazioni immaginative adun silenzio senza immagini e parole.

Per conoscere meglio l’insegnamento del Santo,possiamo riflettere prima di tutto sul metodo usato dalui e prescritto ai suoi religiosi per meditare la passionedi Gesù nelle missioni popolari. Esso consisteva nelmeditare ad alta voce la passione di Gesù, al mattino especialmente alla sera, dopo la predica di massima, percirca mezz’ora. Questa caratteristica essenziale non sipoteva mai lasciare neppure durante gli esercizi spiri-tuali, senza rischiare di non essere più passionisti.

La meditazione esigeva un tono discorsivo-affettivo,poiché consisteva nel narrare con calma e chiarezza l’e-pisodio della passione e poi passare a rifletterci, chie-dendosi: Chi è che soffre o agisce? Cosa sta soffrendoo facendo? Come lo sta facendo o soffrendo? Per chilo sta compiendo o soffrendo?

Queste domande aiutavano a sviluppare il dialogocon Gesù Crocifisso e con il popolo; così l’attenzioneera tenuta desta, la fantasia el’emotività venivano mosse al-l’affetto e l’affetto trasportava lavolontà al proposito di evitareciò che era stato causa della sof-ferenza del Cristo o che impedi-va di ricevere i frutti di quell’a-more. Infatti la meditazione ter-minava suggerendo propositiconcreti di vita adatti agli uditorie che questi dovevano fare pro-pri, con il desiderio sincero diconvertirsi e di rispondere congratitudine a tanto amore di Ge-sù.

Lo svolgimento pratico dellameditazione voleva essere ancheun modello per gli uditori a farepersonalmente altrettanto. Si ag-giungevano istruzioni e suggeri-menti adatti alla cultura e situa-zione dei fedeli, perché imparas-sero a meditare e a superare ledifficoltà che sogliono ostacola-re tale esercizio. Lo stesso meto-do veniva insegnato anche al-l’interno della congregazioneper la formazione dei religiosi,utilizzando le indicazioni di S.Francesco di Sales, nella intro-duzione alla vita devota. Anche

Meditazione della Passione secondo s. Paolo della CroceII – Metodi per meditare la Passione

Amici di Gesù Crocifisso

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le indicazioni per-sonali che Paolodava alle personeda lui dirette peravviarle alla me-ditazione, segui-vano lo stessoschema. In genereprevale lo svilup-po degli affetti,del colloquio conGesù, perché rite-nuto più efficaceper coinvolgeretutta la persona edeciderla ad assi-milare i sentimen-ti di Gesù, perfarli diventareprincipio e mo-vente del proprioagire. Lo sviluppo degli affetti veniva anche considera-to un mezzo per alimentare un atteggiamento di fiduciain Dio durante il giorno.

Per favorire la perseveranza delle persone, san Pao-lo della Croce si impegnava per rendere stabile la medi-tazione anche a livello di gruppo nei paesi dove tenevamissioni. Per questo spesso nominava una persona in-caricata di animare le altre e di guidarle con leggere ipunti e meditarli. Si formava così una specie di scuoladi meditazione guidata da laici.

Ecco alcuni insegnamenti pratici del santo alla si-gnorina Maria Ercolani sull’orazione in genere e in par-ticolare sulla meditazione della Passione di Gesù: “La

Passione di Gesù sia sempre nelsuo cuore. Notizia più felice nonmi poteva giungere quanto ilsentire che lei si è data tutta aservire Gesù Cristo e che atten-de alla santa orazione mentaledue volte al giorno. Le racco-mando di non lasciarla mai. Ag-giungo due parole sopra l’ora-zione mentale, perché il restoglielo insegnerà lo Spirito Santo.Quando ha fatto la preparazione,si figuri in questi principi di es-sere presente al mistero che me-dita, come avvenisse adesso. Semedita Gesù in agonia nell’orto,faccia come se fosse presente inquell’orto sola con lui; lo miricon compassione, con viva fede econ amore, raccolga quellegocce del Sangue prezioso e glidomandi così: “Gesù mio caro,per chi patite?”. Immaginate chevi risponda al cuore: “Figlia, pa-tisco per te, per i tuoi peccati,perché ti amo”. Allora slanciate-vi tutta ai suoi piedi santissimi,fermatevi un poco, baciateglieliin spirito e ditegli ciò che vi inse-gnerà il santo amore. Oh, che af-fetti di amore vi verranno! Fatevi

Estasi di S. Paolodella Croce.

sù, osservando bene le sue parole, i suoi at-teggiamenti e i suoi sentimenti.

Ricorda che meditare significa riflet-tere pregando e pregare riflettendo eche la cosa più importante della medita-zione è che si trasformi in preghiera, incolloquio intimo con Dio. Altrimenti siriduce a una semplice riflessione intel-lettuale o filosofica. Puoi riflettere:1.Chi è colui che soffre? Gesù, il Signore... il Figlio di

Dio... Colui che fatto del bene a tutti....2.Che cosa soffre? E’ l’uomo dei dolori, nessuno è sta-

to umiliato o ha sofferto più di Lui.3.Perché soffre? Non tanto per la cattiveria dei Giudei,

per la viltà di Pilato, ma volontariamente, per salvaretutti noi, perché si è caricato dei nostri peccati, perriaprirci la via del cielo.

4.Per chi soffre? Per tutti, per me in particolare: unDio morto in croce per me!...

5.Come soffre? In silenzio, con pazienza, con amore,con piena accettazione della Volontà del Padre, per-donando e pregando per i suoi crocifissori.Lascia che il tuo cuore si immerga in questo abisso diamore!

Colloquio. Medita sempre con libertà di spirito:smetti di meditare appena ti senti mosso a parlare conDio o a stare in silenzio davanti a Lui. Così si passadalla meditazione al colloquio con Dio e alla contem-plazione. Parla con Gesù e rimani in ascolto di quelloche ti dice. E’ molto più importante ascoltare che parla-re. Diventa innamorato di Dio. Rivolgi a Gesù tanti attidi amore, lode, ringraziamento, pentimento, implora-zione, Quando il Signore agisce, dimenticati del libro;però è bene tenerlo con te, per ricorrere ad esso in qua-lunque momento venga meno l’ispirazione e il movi-mento interiore.

Impegno: domanda a Gesù che cosa vuole da te erispondi con un proposito: un impegno semplice econcreto: questo è il frutto della meditazione. Offri aGesù questo proposito e affidalo all’intercessione dellaVergine. Ringrazia il Signore per quanto ti ha dato.

Domanda e prega per te, per i tuoi, per tutti, per laChiesa, per i grandi problemi del mondo, per i “croci-fissi”, chiamati a portare la croce di Gesù.

Poi raccomandati a Maria, perché ti ottenga la per-severanza e la fedeltà nel mantenere il proposito fatto e“durante il giorno portate sempre il mistero medita-to dentro l’oratorio del cuore e mirate in esso il dol-ce Gesù”.

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

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insegnare da Gesù, ditegli: “Maestro e Sposo mio divi-no, insegnatemi come debbo amarvi e servirvi”. Do-mandategli le grazie delle sante virtù e durante il giornoportate il mistero meditato dentro l’oratorio del cuore emirate in esso il dolce Gesù” (L. II, 625).

Suggerimenti pratici per meditare la passione di GesùIspirandoci agli insegnamenti di san Paolo della

Croce e dei suoi discepoli, compendiamo in formaschematica alcuni suggerimenti semplici e praticiper aiutare a svolgere meglio la meditazione dellapassione, tenendo presente però un insegnamentofondamentale del Santo, cioè che il metodo è un“mezzo” e che la guida principale nel meditare deveessere lo Spirito Santo.

Luogo e modo per meditare: può essere la chiesa,la camera, la campagna, purché favorisca il silenzio e ilraccoglimento. Il modo, o posizione del corpo, può es-sere in ginocchio, seduto, in piedi, anche se è bene, perchi può, almeno all’inizio, stare un poco in ginocchio,in posizione umile di raccoglimento e adorazione. Inbreve una posizione tranquilla che favorisca il contattocon Dio.

Perché riesca bene, la meditazione deve essere pre-parata. Si parla di una triplice preparazione:

Preparazione remota: lotta al peccato, mortifica-zione dei sensi, raccoglimento interno ed esterno.

Preparazione prossima: scelta del soggetto dameditare, possibilmente la sera avanti.

Preparazione immediata: lasciare ogni altro pen-siero e preoccupazione e mettersi alla presenza diDio. Esercitarsi nei seguenti atti preparatori:

Atto di Fede: Ravviva la tua fede nella presenza diDio; Egli è qui davanti a te, ti vede, ti vuole parlare eascoltare e tu stai tutto immerso in lui. Egli ti ama..Chiedi di poterlo amare di più.

Atto di umiltà: Dio è immenso, eterno, onnipoten-te, è il Tutto. Tu sei piccolo, sei il nulla, insignificante eper di più peccatore, ma amato e salvato da Lui.

Atto di contrizione: Tu hai peccato e sai quanto.Pensaci un poco. Ma nonostante tutto, Dio vuole perdo-narti. Implora la sua misericordia.

Invoca lo Spirito Santo, la santa Vergine, i Santiprotettori, chiedendo la grazia di far bene la meditazio-ne.

Lettura: direttamente dalla Bibbia o da un buon li-bro di meditazione. Deve essere calma, ripetuta, “leg-gendo il libro parola per parola”, fermandoti quando edove senti “più devozione”.

Meditazione: immagina la scena come se accadesseadesso, qui, davanti a te. Concentrati soprattutto su Ge-

Civitanova: 8 febbraio 2002.Solennità della Passione.

La prima figlia spirituale di san Paolo della CroceI - AGNESE GRAZI (1703 - 1744)

Le prove e le incomprensioni

Molti pettegolezzi si divulgarono tra la gente di Orbe-tello sull’improvvisa svolta della vita della figlia delcapitano della guarnigione dei Presìdi. Lei sempreelegante e presente alle feste, ora esce di rado e soloper andare in chiesa e trattenervisi a lungo in preghie-ra. Cosa le sarà successo? Le indiscrezioni più stranela mortificano e la feriscono. P. Paolo la tranquillizza:“Bisogna turarsi le orecchie alle dicerie del mondo,non farne caso affatto, ma camminare in viva fede,servendo Dio con grande fedeltà. Le avversità, leburle, le derisioni, ecc. si devono ricevere consomma gratitudine verso Dio”.

Incomprensioni perfino da parte dei suoi familiari,che non si capacitano del cambiamento totale dellaloro Agnese. Preoccupati, non comprendono la suavita ritirata, le sue mortificazioni e specialmente idigiuni ed i sacrifici per ricevere la comunione e dedi-carsi alla preghiera. Il papà è fortemente contrariato enon comprende più la figlia. Agnese ne soffre e neparla al padre Paolo, che la illumina: “È ottimo obbe-dire al signor padre circa il comunicarsi e così faràgran sacrificio a Dio della sua volontà e manterràla santa pace col suo signor padre, la cui intenzionesarà buona, e così deve credersi. Obbedisca insilenzio e vi stia in spirito avanti a Gesù Sacramen-tato, dalla sua camera”.

Tutto trova senso ai piedi del Crocifisso, quando alui può “offrire qualche goccia del patire”. Agnese

lo ascolta, si pacifica interiormente e si convince delsignificato profondo delle parole: “Si cibi dellavolontà di Dio, beva nel calice di Gesù ad occhichiusi, senza voler sapere cosa vi sia dentro; bastasapere che il calice lo dà il dolce Gesù”. Pensieri cheaccendono di coraggio la giovane.

Il suo padre spirituale

Padre Paolo, fin dalla prima confessione di Agnese,nell’autunno 1730, percepisce di aver incontrato un’a-nima sincera, determinata a cambiare vita, decisa adamare Dio al di sopra di tutte le creature. Ella chiedeal santo di guidarla come padre spirituale. Paolo ten-tenna prima di capire se è questa la volontà di Dio,perché sa bene che dirigere le anime è una missionedelicatissima in cui si richiedono dottrina, preghiera,esperienza e santità. Ed egli si crede inabile a un eser-cizio così nobile e divino. Infine, come ispirato, deci-de: “Servirò ben volentieri all’anima sua, con tuttoquello zelo che mi ispira Dio”. Accetta prevedendodi fare di Agnese un’innamorata del Crocifisso, unavera passionista. Con lei sarà distaccato e dallemaniere spicciative, senza perdersi in lunghe chiac-chiere e senza concedere troppa familiarità.

Il suo principio nella direzione delle anime si basasulla confidenza sconfinata in Dio per affrontare esuperare le prove inevitabili: “Bisogna far loroanimo e coraggio e farle camminare con gran con-fidenza in Dio: altrimenti non faranno camminonella via della perfezione”.

La lotta contro gli scrupoli

Paolo vuole Agnese anima libera e senza dubbi:“Non voglio che abbia scrupoli, ma stia nellalibertà dei figli di Dio. Si metta tutta nelle mani diDio, tutta abbandonata in lui, come una nave senzavele e senza remi. Soprattutto le comando di cac-ciar via quegli scrupoli e stare sicura e quietasopra la mia coscienza, che non v’è l’ombra diniente: li bruci, figlia mia, nel fuoco che arde inquella cella divina. Dio vuole riposarsi nel cuorepacifico e non turbato da scrupoli diabolici. Vivain Dio, si abbandoni in Dio e stia contenta solo conlui”. Agnese deve vivere nella certezza d’essere tantoamata dal suo Dio e non preoccuparsi d’altro. E leisarà attenta alle indicazioni del suo direttore spiritua-le, obbedirà ai suoi suggerimenti: “Se si voltasse ilmondo sotto sopra, mantenga la pace del cuore.Nessuno ci può separare da Dio se non il peccato.Agnese, stia forte e contenta in Dio che lui la libe-rerà sempre da ogni male”. Soprattutto Paolo leinfonde saldezza nelle afflizioni: “Nei suoi travagli,timori, tentazioni, di che dubita? Di che teme? Stain braccio all’onnipotente e teme? Eh, via, bisognache io dica: o figlia di poca fede, perché dubitate?Così disse Gesù a S. Pietro, quando temeva la tem-pesta del mare”. ( continua )

P. Mario D’Ippolito

Amici di Gesù Crocifisso

4Giacomo Cipriani:

San Paolo della Croce dona il “segno” passionista ad Agnese.

genti nell’osservare tutti i Comanda-menti di Dio, ma ci spinge a fare conprontezza e affetto tutte le buone opereche ci sono possibili, anche se non cado-no sotto il precetto, ma sono soltanto consigliate oindicate.

La vera devozione nei vari stati di vita

Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i lo-ro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gn 1,11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono lepiante vive della sua Chiesa, perché producano frutti didevozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizio-ne.La devozione deve essere praticata in modo diverso dalgentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe,dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniu-gata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la praticadella devozione alle forze, agli impegni e ai doveri diogni persona.Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo voles-se vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? Ese le donne sposate non volessero possedere nulla come icappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno inchiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qual-siasi incontro per servire il prossimo come è dovere delvescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordi-nata e inammissibile? Eppure queste stranezze capitanospesso e la gente di mondo, che non distingue, o non vuoldistinguere, tra la devozione e le originalità di chi preten-de essere devoto, mormora e biasima la devozione, chenon deve essere confusa con queste stranezze.No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando èsincera, ma anzi perfeziona tutto; quando contrasta congli impegni di qualcuno è senza dubbio falsa.

La santità è possibile in tutti gli stati di vita

È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’eserciziodella devozione dall’ambiente militare, dalla bottega de-gli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniu-gati. È vero, Filotea, che la devozione puramente con-templativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo

in questi stati, ma oltre aquesti tre tipi di devozione,ve ne sono molti altri capacidi rendere perfetti coloroche vivono in condizioni se-colari. S.Giuseppe, Lidia, S.Crispi-no vissero la perfetta devo-zione nelle loro botteghe; S.Anna, S. Marta, S. Monica,Aquila, Priscilla, nel matri-monio; Cornelio, S. Sebastia-no, S. Maurizio nella vita mi-litare; Costantino, Elena, S.Luigi, il Beato Amedeo, S.Edoardo sul trono. Perciò do-vunque ci troviamo, possia-mo e dobbiamo aspirare allavia perfetta. (Dalla “Intro-duzione alla vita devota”,parte 1, Cap. 3)

San Francesco di Sales

Amici di Gesù Crocifisso

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La vera e le false “devozioni”

Mia cara Filotea, tu vorresti giungere alla devozione per-ché sai bene, come cristiana, quanto questa virtù sia ac-cetta a Dio. Di vera ce n’è una sola, ma di false e vane cene sono tante. Ognuno si crea la devozione secondo leproprie tendenze e la propria immaginazione. Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto per-

ché non mangia, mentreha il cuore pieno di ran-core; e mentre non se lasente di bagnare la lin-gua nel vino e neppurenell’acqua, per amoredella sobrietà, non avràalcuno scrupolo nel tuf-farla nel sangue del pros-simo con la maldicenza ela calunnia.Un altro penserà di esse-re devoto perché biascicatutto il giorno una filzainterminabile di preghie-re; e non darà peso alleparole cattive, arrogantie ingiuriose che la sua

lingua rifilerà, per il resto della giornata, a domestici evicini.Qualche altro metterà mano volentieri al portafoglio perfare l’elemosina ai poveri, ma non riuscirà a cavare unbriciolo di dolcezza dal cuore per perdonare i nemici; cisarà poi l’altro che perdonerà i nemici, ma di pagare i de-biti non gli passerà nemmeno per la testa; ci vorrà il tri-bunale. Tutta questa brava gente, dall’opinione comune èconsiderata devota, ma non lo è per niente.La vera e viva devozione, Filotea, esige l’amore di Dio,anzi non è altro che un vero amore di Dio. Infatti l’amoredi Dio si chiama grazia in quanto abbellisce l’anima, per-ché ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità,in quanto ci dà la forza di agire bene; quando poi è giun-to ad un tale livello di perfezione, per cui, non soltanto cidà la forza di agire bene, ma ci spinge ad operare con cu-ra, spesso e con prontezza, allora si chiama devozione. La devozione non soltanto ci rende pronti, attivi e dili-

La santità è possibile in ogni vocazione

Civitanova: 8 febbraio 2002.Solennità della Passione.

Sabato 26 gennaio dalle ore15.00 alle 18.00 si è svolto aMorrovalle un incontro tra i

dirigenti del nostro movimento, i re-sponsabili di alcune Fraternità e vari Amici più

impegnati nella vita del gruppo. Principale motivo dell’in-contro è stato puntualizzare meglio il discorso sul secon-do incontro mensile che ogni Fraternità ormai è invitataad attuare. Questo incontro sarà animato direttamente dairesponsabili laici e deve servire soprattutto alla formazio-ne dei membri.P. Alberto ha richiamato l’attenzione sull’articolo di primapagina della rivista di gennaio, ricordando come il provin-ciale P. Fabiano Giorgini nel C. N. dello scorso ottobre hasottolineato la necessità di crescere in una conoscenzasapiente, profonda ed affettuosa di Gesù Crocifisso perpoterci considerare suoi Amici. Questo deve avvenire at-traverso un processo di formazione iniziale e permanen-te per tutti, a livello personale e di gruppo, soprattuttoper i responsabili, che devono poi fare da mediazionenella formazione di tutti i membri. Ricordando poi co-me esiste una ignoranza paurosa delle verità della fede, P.Alberto esorta tutti a leggere il documento del papa “Ch-ristifideles laici”, dove un intero capitolo è dedicato alla“Formazione dei fedeli laici”, vista da Giovanni Paolo IIcome una delle priorità della Chiesa, un diritto e un do-vere per tutti i fedeli. Anche in questo documento si sol-lecita la formazione dei formatori per assicurare la forma-zione generale e capillare di tutti i fedeli laici anche attra-verso i gruppi, le associazioni e i movimenti.Tutto questo ci fa capire maggiormente l’importanza delsecondo incontro mensile. Gli obiettivi da raggiungerenella formazione degli aderenti al nostro movimento sonoprincipalmente due:approfondire la conoscenza delle verità della fede, -scopo raggiungibile con la partecipazione ai vari incontriproposti dal nostro calendario: ritiri mensili, esercizi spiri-tuali.approfondire la spiritualità passionista, - a questo sco-po sarà molto utile il secondo incontro come momento didialogo e di conoscenza del nostro peculiare carisma.Piera fa notare la necessità che i responsabili laici incari-cati di guidare questi incontri si preparino prima in manie-ra approfondita, avendo ben chiara almeno la traccia del-l’argomento da affrontare nell’incontro. A questo scopo,

dal numero di febbraio, le prime pagine della nostra rivi-sta approfondiranno tutta una serie di argomenti specificisulla spiritualità passionista. Le guide degli incontri po-tranno prepararsi su questi articoli, invitando gli iscritti aleggere prima gli stessi, per poter così sviluppare un verodialogo di approfondimento. Naturalmente il discorso do-vrà essere impostato in base al tipo di persone che inter-vengono al gruppo, facilitando l’intervento di tutti e cer-cando agganci con la vita concreta e personale di ognuno.All’inizio di ogni incontro ci sarà sempre un momento si-gnificativo di preghiera che non deve però diventare sosti-tutiva dell’incontro stesso.Passando poi a parlare della Peregrinatio Crucis, cheprenderà il via nella Festa della Solennità della Passione,si ricorda a tutte le Fraternità che gli otto crocifissi dellaPeregrinatio saranno benedetti e consegnati alle prime fa-miglie nella Concelebrazione Eucaristica a Civitanovanella chiesa di San Gabriele alle ore 21.00, venerdì 8febbraio. Le Fraternità che svolgeranno la P.C. quest’an-

no sono Civitanova, Macerata, Montecosaro, Morrovalle,Porto Sant’Elpidio e Recanati.Per concludere si passa a discutere delle Consacrazioniche si svolgeranno il 19 maggio e il 9 giugno. Si sente ilbisogno di aiutare gli iscritti a capire meglio il significatodella Consacrazione. Quest’anno si cercherà di avere deicriteri d’ammissione un po’ più seri, soprattutto per le per-petue, per evitare che qualcuno sottovaluti la scelta fatta. Iresponsabili delle Fraternità devono preparare al più pre-sto un elenco dei candidati da proporre all’Assistente Spi-rituale. Si è suggerito, per l’ammissione alla prima Consa-

crazione, di non esseretroppo “fiscali” nel sottoli-neare gli impegni che laConsacrazione stessa com-porta, in quanto c’è tutto uncammino di crescita dacompiere, di tre anni per ar-rivare alla perpetua in ma-niera consapevole. In questipochi mesi che ci separanodalle Consacrazioni si svol-gerà in ogni Fraternitàqualche incontro informati-vo specifico sull’argomen-to. Deve inoltre essere sol-lecitata la presentazionedelle domande d’ammissio-ne da parte degli aspiranti.

La segretariaColtorti Maria Grazia

Amici di Gesù Crocifisso

I N C O N T R O R E S P O N S A B I L I

6 Assemblea dei Passionisti italiani Sassone(Roma): 1 Febbraio 2002

Peregrinatio Crucis a Macerata.

stato un crescendo, un incalzare di senti-menti.Forse è solo un dettaglio, ma è indicati-vo: quando P. Alberto si è seduto dopo l’omelia,per dare modo ai presenti di avere qualche istante per ri-flettere su quanto ascoltato, c’è stato un silenzio totale,come se la chiesa fosse vuota. Per combinazione, perfinoi bambini, che fino a quel momento i bravi genitori face-vano fatica a tenere in silenzio, hanno taciuto. Al mo-mento dell’elevazione abbiamo ringraziato il Signore perla chiamata particolare che aveva voluto fare a tutti i nu-merosi presenti; ma abbiamo pensato anche a tutti quelliche erano fuori della chiesa, a chi è lontano dalla religio-ne oppure rimane solo ai margini e ai quali, noi Amici diGesù Crocifisso abbiamo la precisa missione di testimo-niare costantemente il nostro carisma particolare che èquello di “annunciare Cristo e Cristo Crocifisso”. In concomitanza con la Festa della Passione, come l’annoprecedente, sono stati benedetti i crocifissi che nella Qua-resima faranno la peregrinatio nelle case che vorrannoaccoglierli. Prima dell’inizio della celebrazione, i varigruppi hanno consegnato i crocifissi, che, disposti dietrol’altare, erano veramente uno spettacolo da vedere!Lo scenario con le 8 croci ed il gioco di luci, che riflette-vano la loro ombra, sopra il mosaico della Risurrezione,era semplicemente stupefacente, tutto ha concorso a crea-re un clima di fede e di rispetto verso la Solennità dellaPassione. Al termine della celebrazione P. Alberto hachiamato i rappresentanti delle famiglie che per prime ac-coglievano i crocifissi nelle loro case. Ognuno ha abbrac-ciato il suo ed è stato un momento di commozione, per-ché ancora una volta è il Signore che andrà a cercare lesue pecorelle, per ricordare loro, specialmente in questotempo di Quaresima, il suo amore e il suo Sacrificio. Ilprogramma con le tappe della “Via Passionis”, distribui-to ai gruppi, servirà a far sì che tutti possano seguire spi-ritualmente le varie stazioni. Ciò contribuirà a sentircitutti uniti sotto la Croce del Signore insieme con Maria. Perché questo grande movimento ed interesse spiritualenel periodo quaresimale? Per fare “grata memoria” del-la Passione di nostro Signore, come dice san Paolo dellaCroce e, sostando in preghiera e meditazione davanti alCrocifisso, giungere alla “perfetta adesione alla volontàdel Padre” e ottenere la grazia di avere impresso nel no-stro cuore “il dolore amoroso e l’amore doloroso” cheGesù ha avuto e accettato per noi.

Iucci Piera e De Rossi Marvì

Amici di Gesù Crocifisso

Solennità del la Passione

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L’otto febbraio, venerdì che precede le Ceneri, ab-biamo celebrato la festa solenne della Passionenella chiesa di san Gabriele dell’Addolorata a

Civitanova Marche. Questa festa fu voluta da san Paolodella Croce, perché nel periodo di carnevale molte sonole persone che si perdono nel frastuono e nelle feste perl’eccessivo “volersi divertire”.Alle ore 21,30 il P. Alberto e tre suoi confratelli passioni-

sti con il diacono Vito hanno concelebrato la S. Eucari-stia. Avevamo qualche dubbio riguardo al numero deipartecipanti, perché era la prima volta che la festa si cele-brava a Civitanova. Con nostra grande gioia, la parteci-pazione è stata molto grande: la chiesa si è riempita di al-meno 300 Amici di Gesù Crocifisso e simpatizzanti, ve-nuti con auto e pullman dai vari paesi limitrofi: Monteco-saro, Morrovalle, Trodica, P.S. Elpidio, S.Elpidio a Mare,Recanati, Macerata, per partecipare a questa grande festadella Famiglia Passionista.Fa veramente piacere il costatare che, ogni volta che ilmovimento organizza delle manifestazioni, la partecipa-zione degli iscritti e simpatizzanti diventa sempre piùmassiccia. Anche questo può misurare il grado di matu-rità del movimento. La concelebrazione solenne ha avuto inizio con una gran-de attenzione da parte dell’assemblea. Le risposte eranocorali e tutti si associavano ai canti animati dal coro par-rocchiale e dai nostri fedelissimi Romeo e Laura, semprepronti a seguire le nostre celebrazioni, affiancati anche daP. Aurelio. Le spiegazioni di P. Alberto sul significato el’origine di questafesta tutta passionistaci hanno immersonell’atmosfera giu-sta, che era quella digran compenetrazio-ne della Passione diCristo, ma allo stessotempo di gioia im-mensa per l’amorefolle che il nostroSalvatore ci ha dimo-strato. L’omelia di P. Alber-to è stata convincen-te, non pesante, néretorica: ha suscitatocommozione che maisi è smorzata, anzi è

Solennità della Passione.

Civitanova: 8 febbraio 2002Solennità della Passione.

T E S T I M O N I A N Z E

Angeli silenziosi“Gli Amici di Gesù Crocifisso sono angeli silenziosiche ci aiutano a rimetterci in piedi quando le nostre alinon si ricordano più come si fa a volare!”.

Giuseppe

La fonte che mi attira“A volte, guardando la piaga del costato di Gesù, miperdo nella contemplazione del suo immenso amore pernoi. È come se una calamita mi attiri a contemplarequelle labbra sanguinanti e aperte, che mi chiamano, miattirano e colmano il mio cuore dell’acqua viva chesgorga da esso. È davvero una fonte che mi disseta. Il costato aperto diGesù mi attira, lì voglio entrare, lì voglio rimanere, im-mersa in questo mare di amore”.

Amica di G.C.

Felici di essereiscritti

“Roseto degli Abruzzi01-01-02. Carissimo P. Alberto,

la ringraziamo sinceramente per avercimandato lo statuto del movimento, conle rispettive pagelline; siamo contentidi esserci iscritti a questo movimento“Amici di Gesù Crocifisso”, perché èproprio a questo che semplicemente ioe mia moglie Angela ci ispiriamo evorremmo crescere in questa amiciziacon Gesù. Cerchiamo di vivere nellaquotidianità la spiritualità passionista,molto semplicemente in quanto devoti di san Gabrieledell’Addolorata, nostro protettore e in quanto abbonatial suo giornalino. Vorremmo anche chiederle di poterpartecipare al ritiro mensile a Morrovalle”.

Dozzi Gianni e Angela

Piango leggendo tante testimonianze“Spesso guardo il Crocifisso e dico: “Come sono lonta-na da te, Gesù. Tu hai accettato tutto per me e io nonsono capace di accettare queste piccole difficoltà dellagiornata”. Tutti i giorni rinnovo la mia promessa diamore, insieme ai miei voti religiosi. Leggo tutto ilgiornalino degli Amici. Leggendo le testimonianze misento talmente piccola che ci piango spesso. Mi chiedo:perché io non sono capace di essere come queste perso-ne generose?”.

Una suora

Sono consacrata“Padre, devo ringraziarla diavermi consacrata a Gesù Croci-fisso. Subito dopo la consacra-zione non ho sentito nulla, salvol’emozione del momento. Orainvece più passa il tempo piùsento che Gesù mi è vicino.Quando le cose vanno male esono triste e stanca, penso chesono “consacrata” a Lui e devoessere paziente e pregare di più,perché Gesù mi è vicino e nonmi abbandona”.

Maria

Amici di Gesù Crocifisso

8 Sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa e di posta.

Convegno Nazionale del MLP: 27-30 giugno 2001, a San Giovanni Rotondo. Appena possibile faremo conoscere il programma e le condizioni per la partecipazione. Speriamo di ritrovarci in tanti!

Attenzione! Su internet è disponibile il 1° numero del nuovo foglio di Collegamento del MLP “NOTIZIA”,curato da Franco Nicolò e dal P. Alberto Pierangioli, nel sito: http://www.passionisti.org/mlp

Giornata di Ritiro:Morrovalle: 3 marzo, 7 aprile, 19 maggio, 9 giugno.Fossacesia: per tutti i Gruppi di Abruzzo: 21 aprile

Madonna della Stella, Consacrazioni e ritiro: 28 aprile.

Ricordiamo al Signore i nostri Defunti: Miconi Aurelio di Macerata: 29-01-02Bucci Giuseppe di Roccaraso: 01-02-02

Civitanova: 8 febbraio 2002.Solennità della Passione.

Civitanova: 8 febbraio 2002.Solennità della Passione.