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A A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Settembre - Ottobre 2004 Anno V n°5 Ripartire da Cristo La passione di Maria di Nazareth Spiritualità del mese Il Padre della famiglia Passionista Famiglia: icona del dialogo trinitario Luigi Rocchi: amico dei “cestinati” Echi degli Esercizi spirituali Vita delle Fraternità Testimonianze

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AAmici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Settembre - Ottobre 2004Anno V n°5

Ripartire da Cristo

La passione di Maria di Nazareth

Spiritualità del mese

Il Padre della famiglia Passionista

Famiglia: icona del dialogo trinitario

Luigi Rocchi: amico dei “cestinati”

Echi degli Esercizi spirituali

Vita delle Fraternità

Testimonianze

La Chiesa corpo mistico di Cristo

G esù Cristo, come uomo, ha avuto dal Padreun corpo umano perfetto, per opera dello

SpiritoSanto, nel seno di Maria; anzi è “il più bellotra i figli dell’uomo” (Sal 45,3). Ma S. Paolo parlaanche di un “corpo mistico di Cristo risorto” escrive: “Voi siete corpo di Cristo e sue membra”(1Cor 12,27). Cristo «è il Capo del corpo, cioè del-la Chiesa» (Col 1,18).

Gesù ha sempre parlato di una sua unione intimae misteriosa con i suoi discepoli: li ha scelti e chia-mati, li ha resi partecipi della sua missione, della suagioia e delle sue sofferenze: «Rimanete in me e io invoi. Io sono la vite, voi i tralci » (Gv 15,4-5). Annunziauna comunione misteriosa e reale tra il suo corpo e ilnostro: «Chi mangia la mia carne e beve il miosangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,56).

Asceso al cielo, Gesù ha promesso di restare connoi sino alla fine dei tempi. Donandoci il suo Spirito,la sua comunione con noi è diventata più intensa.Con il battesimo, riceviamo la vita di Dio, diventia-mo membra della “famiglia di Cristo”, cioè del suo“corpo mistico”, che è la Chiesa; siamo uniti stretta-mente a Cristo, riceviamo con abbondanza la suastessa vita e con l’Eucaristia partecipiamo realmenteal Corpo del Signore, siamo in comunione con lui econ gli altri membri del suo corpo mistico. «Siamo diventati Cristo»

Come il corpo fisico di Gesù entra in qualche mo-do nel mistero trinitario, è unito a tutta la Trinità, co-sì anche noi, suo corpo mistico, con il Battesimo sia-mo diventati “in Cristo” figli di Dio, siamo uniti inGesù a tutta la Trinità.Membra del corpo mi-stico di Cristo, siamouniti al suo misteropasquale, veniamo as-sociati alle sue soffe-renze, soffriamo conlui per essere con luiglorificati.

Dobbiamo confor-marci a lui, finché innoi «sia formato Cri-sto» (Gal 4,19). Egliprovvede alla nostracrescita, con vari doni,carismi, sacramenti, mi-nisteri, con i quali sia-mo sostenuti nel cam-mino della salvezza.Cristo e la Chiesa for-mano, dunque, il«Cristo totale ».

Scrive S. Agostino:«Rallegriamoci, ren-diamo grazie a Dio,non soltanto perché ciha fatti diventare cri-stiani, ma perché ci ha

fatto diventare Cristo stesso. Vi rendete conto, fratel-li, di quale grazia ci ha fatto Dio, donandoci Cristocome Capo? Esultate, gioite, siamo divenuti Cristo.Se egli è il Capo, noi siamo le membra: siamo un uo-mo completo, egli e noi. Qual è la Testa, e quali sonole membra? Cristo e la Chiesa».

Un corpo è formato da un capo con molte mem-bra, con funzioni diverse, importanti e meno impor-tanti, nobili e meno nobili, tutte unite e animate dalcapo e, in lui, tutte unite tra loro. L’unità del corpomistico genera e stimola tra i fedeli l’unione e l’amo-re. Riflettiamo bene sull’immagine del corpo, comeci è descritto da San Paolo:

“Come il corpo, pur essendo uno, ha moltemembra e tutte le membra, pur essendo molte, so-no un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noitutti siamo stati battezzati in un solo Spirito performare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi oliberi. Ora il corpo non risulta di un membro solo,ma di molte membra. Se il piede dicesse: “Poichéio non sono mano, non appartengo al corpo”, nonper questo non farebbe più parte del corpo. E sel’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, nonappartengo al corpo, non per questo non farebbepiù parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio,dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dovel’odorato? Molte sono le membra, ma uno solo è ilcorpo. Non può l’occhio dire alla mano: “Non hobisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho biso-gno di voi”. Anzi quelle membra del corpo chesembrano più deboli sono più necessarie; Dio hacomposto il corpo, conferendo maggior onore a ciòche ne mancava, perché non vi fosse disunione nel

corpo, ma anzi le va-rie membra avesserocura le une delle al-tre. Quindi se unmembro soffre, tuttele membra soffronoinsieme; e se unmembro è onorato,tutte le membragioiscono con lui”.(Cfr. 1Cor 12,12-26)

Dobbiamo medita-re bene questo passosublime di san Paolo,per capire il significa-to di essere membradel corpo mistico diCristo e il rapportoprofondo che ci deveessere con il nostroCapo e con le altremembra di questocorpo mistico.(Cfr.anche “Catechismodella Chiesa Cattoli-ca nn. 987-995).

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

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Ripartire da Cristo: Settembre 2004Gesù capo del Corpo Mistico

Piccoli Amici di Gesù Crocifisso:San Gabriele, 21-08-2004

G li uomini hanno sempre desiderato di avereDio vicino e presente nella vita di ogni gior-

no. Per questo sono arrivati a identificare Dio con lecreature più disparate, fenomeni naturali, animali,piante e perfino con le passioni umane. Era il trionfodell’idolatria.

Ma Dio si era impegnato sul serio a essere pre-sente in mezzo agli uomini. E finalmente, nella pie-nezza dei tempi, un angelo annuncia al giusto Giu-seppe: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà unfiglio che sarà chiamato Emmanuele, che significaDio con noi” (Mt 1,23).

Gesù Cristo, con il mistero della sua incarnazione, èdavvero l’Emmanuele, il Dio con noi, il Figlio di Diofatto carne, diventato uno dei tanti miliardi di uominiapparsi sulla terra. Per essere vicino all’uomo, ha volutoessere un uomo come noi, fratello di ogni uomo, condi-videndo tutte le debolezze della natura umana, eccetto ilpeccato: povertà assoluta, il duro lavoro di un operaio epoi dolore, angoscia, fame, sete, persecuzione, esilio, ri-fiuto. Per questo “non abbiamo un sommo sacerdoteche non sappia compatire le nostre infermità, essen-do stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianzadi noi, escluso il peccato” (Eb 4,15)

Il Dio con noi vive pochi anni su questa terra; maprima di salire al cielo fa agli apostoli una promessasconvolgente: “Io sono con voi tutti i giorni, fino allafine del mondo” (Mt 28,20). Nell’ultima cena confortagli stessi apostoli, sconsolati per la notizia della sua im-minente partenza, con questa promessa: “Non vi la-scerò orfani, ritornerò da voi” (Gv 14,18).

Gesù ha mantenuto la sua promessa: Egli è semprel’Emmanuele, il Dio con noi.

Gesù Cristo, un Dio sempre presente- È presente in ogni uomo che vive la vita della

grazia: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e ilPadre mio lo amerà e noi verremo a lui e prendere-mo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Ogni uomo chevive in grazia di Dio è un portatore di Dio, un portato-re di Cristo. Gesù, presente con il dono della grazia edel suo Spirito, vuole l’intimità con la sua creatura,

una comu-nione d’amorecontinua aprofonda. Eglistesso la de-scrive conl ’ i m m a g i n edella vite e deitralci:

“Rimanetein me e io invoi. Io sono lavite, voi i tral-ci. Chi rima-ne in me e ioin lui, fa mol-to frutto, per-

ché senza di me non potete far nulla. Come il Padreha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanetenel mio amore” (Gv 15, 4-10). Non ci può essere uninvito più affettuoso e accorato di questo!

- Gesù è presente nella preghiera, che è dialogo ecomunione con Dio. Egli è sempre presente, per parla-ci e ascoltarci. per attirarci sempre più al suo amore.

- Gesù presente nella vita quotidiana, nei proble-mi dei suoi fedeli. Si fa presente ai due discepoli diEmmaus, che, sfiduciati, lasciano Gerusalemme e sene tornano a casa. È presente nella pesca infruttuosadegli apostoli e sulle acque in tempesta del lago, congli apostoli in balia delle onde.

È presente ai nostri problemi quotidiani, alle nostrestanchezze, ai momenti belli e difficili della nostra vita.

- È presente nelle prove interiori, nel silenzio diDio, quando non vediamo i segni della sua presenza,le orme dei suoi piedi: Egli ci assicura che quello è ilmomento in cui Egli ci porta in braccio!

- Gesù è presente in un modo particolare conl’Eucaristia. È presente su tutti gli altari, per rinnova-re e offrire al Padre ogni giorno centinaia di migliaiadi volte il suo e nostro sacrificio; è presente quando loriceviamo nella comunione; è presente nei tabernacoliin tutte le ore del giorno e della notte.

- Possiamo anche aggiungere che Gesù Cristo, “al-la destra del Padre, è sempre vivo per intercedere anostro favore” (Cfr. Rm 8,34 - Eb 7,25). È il nostrocontinuo avvocato.

Cristo è venuto e viene continuamente, ma, notasan Giovanni “la luce splende nelle tenebre, ma letenebre non l’hanno accolta... Egli era nel mondo, eil mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondonon lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoinon l’hanno accolto” (Gv 1, 5-11).

Anche oggi Isaia grida a tutti di “preparare la viadel Signore” (Is 40,3).

Con s. Agostino, dobbiamo avere paura del Signo-re che passa e non ci accorgiamo della sua presenza.Invece, con i primi cristiani, gridiamo continuamente:“Maranà tha: Vieni, Signore Gesù” (1Cor 16,22).

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

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Ripartire da Cristo: Ottobre 2004Gesù: L’Emmanuele

P. Francesco Biagioli celebra all’aperto per i Piccoli Amici:San Gabriele, 20-08-2004

stero, sia per decifrare in qualche modo che cosa luiintenda fare. Gesù le manda a dire che, come al solito,l’unica cosa da fare per tutti è ascoltare la parola diDio e metterla in pratica. Credere con tutto l’essere,aspettando l’ora del Padre.

Le nozze di Cana dimostrano che questo era l’atteg-giamento giusto e fruttuoso. Ivi il ministero di Gesù equello di Maria s’intrecciano. La fede della madre rendepossibile il miracolo di Gesù e la fede dei discepoli.

L’itinerario di fede e di kenosi tocca il culmine nel-la passione e morte del figlio. Ella vi partecipa non so-lo come madre fisica di Gesù, ma soprattutto come as-sociata a lui nel mistero. È vicina anche materialmente,insieme al gruppo delle donne discepole che seguivanoGesù dall’inizio, accanto ai discepoli uomini. È certoche è presente sul Calvario, quindi non possiamo con-siderarla assente negli altri momenti della passione.

È presente nell’ultima cena, anche se non necessa-riamente nella stessa sala, perché non era previsto chele donne fossero escluse da questa celebrazione essen-ziale della famiglia. Resta nelle vicinanze nella nottein cui Gesù è esaminato e maltrattato nel tribunaleebraico. La immaginiamo, sempre insieme al gruppodelle donne, nella piazza del tribunale durante il pro-cesso civile, trepidante nelle fasi del dibattito tra ilprocuratore e gli accusatori, straziata nel vedere il fi-glio flagellato e coronato di spine. Sente dire di Giudache s’impicca e di Pietro che rinnega, e avverte il vuo-to di sostegno che s’è creato attorno a Gesù: i discepo-li sono scomparsi e la folla si lascia manovrare. Ascol-ta la sentenza di condanna a morte che Pilato si lasciastrappare, pur dichiarando più volte che Gesù è inno-cente. Segue Gesù nel viaggio al Calvario e ne acco-glie le parole prima di morire.

Il Crocifisso e L’AddolorataLa devozione dei fedeli e la liturgia hanno elabora-

to lungo i secoli la particolare relazione con la Madredi Gesù nel titolo di Addolorata. A partire dal medioe-vo, specie con san Bernardo di Chiaravalle e san Fran-cesco d’Assisi, si diffonde l’attenzione al dolore fisicodi Gesù, e di conseguenza anche la valutazione del do-lore di Maria. Il figlio e la madre appaiono inseparabilidalla culla alla croce.

A Betlemme e nell’infanzia la presenza della ma-dre è essenziale. A Nazareth scorre la storia della sacrafamiglia. Nel ministero il figlio predica e fa miracolimentre la madre ascolta, crede e intercede. Sul Calva-rio sono insieme il Crocifisso e l’Addolorata. Nellagloria sono uniti il Risorto e l’Assunta.

L’Ordine dei Servi di Maria diffonde nella chiesala devozione ai sette dolori della Madonna, che erano:la presentazione al tempio, la fuga in Egitto, lo smarri-mento nel tempio, l’incontro sulla via del Calvario, lapresenza sotto la croce, l’accoglimento del figlio mor-to tra le braccia e la deposizione nel sepolcro.

Dopo il Vaticano II gli stessi serviti hanno elabora-to una nuova impostazione dei sette dolori, con fonda-mento biblico ampliato e più esplicito.Primo: la nasci-ta di Gesù nella povertà e la deposizione nella mangia-toia, Lc 2,6-7. Secondo: la profezia di Simeone circala spada nel cuore, Lc 2,33-35. Terzo: la persecuzione

Amici di Gesù Crocifisso

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L a passione di Gesù non è solo il racconto dalGetsemani al Calvario o la Via Crucis. È an-

che l’intera esperienza umana del Verbo Incarnato,dalla concezione alla risurrezione. Anche per sua ma-dre Maria di Nazareth l’esperienza della passione co-mincia molto presto.

Si è sempre parlato della kenosi del Figlio nell’in-carnazione – umiliazione, annientamento, dolore. Si ècominciato a parlare della kenosi del Padre e delloSpirito Santo nell’opera della salvezza. È bene parlareanche della kenosi di Maria, la creatura umana più in-timamente coinvolta nell’opera salvifica della Trinità.

La kenosi di Maria di NazarethDagli accenni dei vangeli è possibile ricostruire l’i-

tinerario di passione della madre di Gesù. Ecco le tap-pe principali.

Maria vive la concezione verginale del Verbo in inti-mità di fede e di amore, ma la situazione la colloca instato di solitudine dinanzi alla società e di iniziale imba-razzo nel rapporto col fidanzato eppoi sposo Giuseppe.

La nascita di Gesù a Betlemme, in una grotta sullastrada, senza le necessarie attenzioni per la puerpera eper il neonato, coinvolge Maria in prima persona nelmistero della kenosi del Verbo.

Nella presentazione di Gesù al tempio, il profetaSimeone formula il primo annuncio della passione delbambino, che sarà rifiutato e diverrà occasione di lace-razioni tra i popoli e nell’intimo dei cuori. Il vegliardoannuncia però anche la passione della madre, nell’im-magine della spada che le spezzerà l’anima.

La fuga e l’esilio in Egitto durarono oltre quattroanni, dato che la sacra famiglia rientra in patria allamorte di Erode il Grande, che avvenne il 4 d. C. Il di-sagio della giovane coppia Maria e Giuseppe nel prov-vedere da stranieri ai primi anni di crescita di Gesù do-vette essere grande. L’Egitto richiamava alla mente re-miniscenze bibliche sul rapporto tra Dio e il suo popo-lo, liberato dalla schiavitù con interventi portentosi.Ora la liberazione finale era vicina, in questo figlio disconosciuti rifugiati.

La smarrimento di Gesù nel tempio è preludio eannuncio della scomparsa pasquale di tre giorni nel se-polcro. Come già a Betlemme, Maria non capisce maconserva nel cuore le parole e gli eventi, mettendosisempre più in sintonia con il Padre, delle cui cose an-che lei si deve occupare.

I circa trent’anni di silenzio a Nazareth trascorronoall’insegna della più ordinaria vita familiare. Maria co-nosce, almeno in radice, la straordinarietà della situa-zione, ma il Figlio di Dio sembra il figlio di nessuno.

Il dolore della madre si acuisce durante il ministerodi Gesù. Per trent’anni non era successo nulla, tranneil guizzo dello smarrimento nel tempio. Ora che qual-cosa succede, tanti aspetti le restano incomprensibili.Qualche comportamento del figlio è imprevedibile. Ilsenso dei miracoli e degli esorcismi è chiaro, ma certeprese di posizione sulla legge e sul tempio lascianotutti perplessi. La madre è preoccupata per l’instabilitàdei discepoli e angustiata per l’opposizione dei capi.Qualche volta chiede di parlare al figlio, sia per capirequale sia il suo ruolo di madre in questa fase del mi-

Pensiero passionista - Settembre - Ottobre 2004LA PASSIONE DI MARIA DI NAZARETH

di Erode e la fuga in Egitto, Mt 2,13-14. Quarto: il ri-fiuto di Gesù da parte dei suoi paesani di Nazareth, Lc4,28-29. Quinto: l’arresto di Gesù e l’abbandono deidiscepoli, Mt 26,49-50.56b. Sesto: la crocifissione emorte di Gesù, Gv 19,25-27. Settimo: la partecipazionealle prove della chiesa nascente, At 12,1-3; Ap 12,2.

Il dolore dell’amoreComunque lo si voglia considerare, il mistero del-

l’Addolorata è prima di tutto un mistero d’amore.Le varie descrizioni del suo itinerario di kenosi e di

dolore alludono sempre al suo cammino di fede e diamore. Nella sua esperienza di donna e di madre, ilvissuto più rilevante non è il dolore, ma l’amore che lesituazioni difficili le consentono di donare.

Nel passato viera la tendenza aingrandire tuttociò che riguardaMaria, sia i privi-legi che i dolori.Chi più poteva piùne metteva. Èspiegabile, perchél’ammirazione el’amore tendono aingrandire.

Dopo il Vati-cano II e l’inse-gnamento succes-sivo della chiesa,l’incanto marianodei fedeli è sem-pre più motivatodalla visione diMaria come di-scepola del Si-gnore, umile e fe-dele, che cammi-na tra le vicendedella vita crescen-do nella fede enell’amore. Unacristiana cometutti dovremmoessere, la primadella fila e la me-glio riuscita, perquesto definitaanche immagine,tipo, modello, se-gno, icona di ognicristiano, oltre chemadre. Ogni passo della sua vita, come ognuno deisuo dolori, era una nuova illuminazione, quasi unanuova annunciazione su quello che Dio le chiedeva, acui ella aderiva nella fede. Potremmo ripercorrere glielenchi qui accennati per mettere in luce che cosa dinuovo ella ha scoperto e come ha risposto in ogni occa-sione. Si aprirebbe uno spazio immenso alla nostra con-templazione, considerando che Maria restava in perma-nenza, insieme a Gesù, sotto l’influsso dello Spirito San-to. Tutto ciò che lo Spirito operava come mistero nellavita del Figlio, nello stesso tempo lo riproduceva nellafede di Maria. Infatti i misteri della salvezza realizzatinella persona del Verbo incarnato sono destinati a ripro-dursi in noi, attraverso la fede e i sacramenti. La madredi Gesù è la prima cristiana nella quale ciò è avvenuto,tipo e segno e modello per tutti noi.

Culmine di tutto è il Calvario. Ivi il do-lore di Maria non è tristezza e frustrazione,ma amore che “sta accanto” e condivide.Addolorata per amore e nell’amore. Ad-dolorata perché innamorata.

In quel momento ella accoglie l’ul-tima annunciazione, o chiamata omessaggio che Dio le manda. Quale?“Donna, ecco tuo Figlio”, Gv 19,26. La nuova ma-ternità. È madre non solo del Figlio, ma anche diquelli che lo seguiranno, del capo e delle membra,potenzialmente di tutta l’umanità. Se bene inteso, iltitolo di Addolorala è quello che meglio definisce lapersonalità spirituale di Maria.

Stavolta non è un angelo né un vecchio profeta deltempio a portarle l’annuncio, ma il Figlio morente

sulla croce. È pa-rola del Figlio, madetta per mandatodel Padre e nellapotenza dello Spi-rito Santo. Lo Spi-rito infatti, comel’ha resa capace digenerare il Verbo,così la renderà ca-pace di rigenerareogni battezzatoche – nel Figlio –diventerà figliodel Padre.

Solo dopo averproclamato questamaternità Gesù èin grado di dire“tutto è compiu-to”, Gv 19,30. Poiconsegna il suospirito e effondelo Spirito. Vuoldire che tra icompiti affidati alFiglio dal Padrec’era quello diconsegnarci Ma-ria per madre e diaffidarci a lei co-me figli. Maria ènostra madre pervolontà del Padre,del Figlio e delloSpirito Santo.

Anche per Ma-ria il massimo del dolore coincide col massimo dellagloria. Come il Crocifisso è esaltato e glorificato dalPadre nell’attimo in cui si consuma d’amore per luie per noi sulla croce, così nello stesso momentol’Addolorata-Innamorata tocca il culmine della glo-ria della sua maternità: madre di Dio e dell’umanità.

Il suo cammino di fede avrà ancora altri passi dafare. Dovrà avviare quaggiù la sua nuova maternitànella chiesa, prima di continuarla in cielo dove se-guirà il Figlio in anima e corpo. Ma è difficile pernoi immaginare un cammino di fede quando lo statoceleste e terrestre sono così vicini. Ci impegniamo atrarne ispirazione per il nostro cammino di fede, conl’intercessione di lei, madre nella grazia e nella fede.

Gabriele Cingolani cp

Amici di Gesù Crocifisso

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Amici di Gesù Crocifisso

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14 Settembre Esaltazione della santa Croce

““NN ostra gloria è la croce del Signore Gesù”, così recita un’antifona della Liturgia delle Ore nella festadell’Esaltazione della Santa Croce, mentre il giorno seguente, 15 settembre, si prega ancora: “La beata

Vergine Maria per volontà del Padre fu associata a Cristo nella redenzione, divenendo così causa di sal-vezza per sé e per tutto il genere umano”.Settembre si presenta ai cristiani, ma soprattutto ai passionisti (laici e religiosi), carico di significati. Si riprendonole attività del movimento, ritiri, incontri e siamo subito chiamati a riflettere sul significato della croce di Cristo esulla presenza, accanto ad essa, della patrona della Congregazione e nostra Madre Addolorata e, naturalmente, sia-mo invitati anche a valutare qual è il nostro atteggiamento.Il padre Luigi Alunno ci ricorda, in un suo scritto, che la croce è la carta d’identità del Risorto. L’apostolo Tomma-so quando si trova a toccare le mani forate dai chiodi e il costato trafitto dalla lancia non può fare a meno di crede-re che Gesù è veramente risorto e non gli resta che proclamarlo il suo Signore e il suo Dio! “La croce, scrive, neglieterni disegni di Dio, doveva rimanere nel mondo come il documento che Cristo è Dio e chi alla croce si avvicina,cercandolo sinceramente, lo incontra, lo riconosce, lo adora. Tommaso è l’immagine dell’uomo di tutti i tempi e ditutti i luoghi, che guardando coraggiosamente il Crocifisso, ha la rivelazione di Cristo potenza di Dio e sapienzadi Dio” (1 Cor 1,24). Gesù aveva affermato che sarebbe stata proprio la croce a proclamarlo Dio e che tramite essaavrebbe attirato tutti a sé per donare la salvezza (Gv 8, 25-28; 12, 32-33). Questo hanno compreso anche i discepo-li la sera della Pasqua: al mondo andava, e va ancora annunziato Gesù Cristo e questi crocifisso (1Cor 2, 2). Cri-sto, ci dice p. Alunno, è il “Crocifisso Risorto e la croce sarà sempre il segno di questa risurrezione, che procla-merà, in ogni luogo e in ogni tempo, che Gesù è il – sì – dell’inviato di Dio per annunziare all’uomo la liberazionedal peccato, - sì – che ha raggiunto la sua massima espressione nella croce”.Il nostro Padre Paolo ci insegna come celebrare la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, e ci ricorda che essa “sicelebra bene in ogni momento nel tempio interiore, dai veri amanti del Crocifisso”. E come? Stando sulla croce,“penando e tacendo, senza appoggio a creatura alcuna…con volto ilare e sereno, con alto riposo e gioia di spiri-to, restando in solitudine interna ed esterna per ottenere quel raccoglimento da cui nasce l’umiltà, il silenzio, lapazienza e la carità”.

18 Ottobre 1775: muore a Roma San Paolo della Croce.

MM artedì 19 ottobre ci ritroveremo per festeggiare proprio San Paolo della Croce (1694-1775) e sarà l’occa-sione per esprimere la nostra gioia e riconoscenza al Padre, che ha ispirato e guida ancora oggi attraver-

so i suoi scritti tutti noi del Movimento Laicale Passionista, con la ricchezza della sua spiritualità e attraverso ildono dei suoi figli religiosi. Dovremmo sentire davvero un forte desiderio di conoscere sempre meglio questosanto e mistico che lo stesso Papa Giovanni Paolo II, nella preghiera per l’Italia, ha inserito nell’elenco dei santiche hanno saputo dare risposte “radicali” al mondo moderno co-sì fortemente scristianizzato. Tanto più i problemi della societàaumentano, altrettanto aumenta la necessità di predicare lacroce del Signore. Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondoe lo fa dall’alto della croce: la Passione, cioè il suo amore re-dentivo, è indispensabile per la salvezza, oggi e domani. SanPaolo della Croce era convintissimo dell’efficacia dell’annun-cio della Passione di Gesù Cristo come mezzo necessario perla conversione di ogni persona e quindi per il rinnovamentocristiano della famiglia, della Chiesa, della società. Il compitodel M.L.P. scaturisce proprio dal desiderio di Paolo della Cro-ce di voler comunicare a tutti l’ardore apostolico che nasce dalcontatto con il Signore Crocifisso e diffondere tra la gente lapratica convinta della memoria della Passione del Signore,causa di ogni grazia divina, esempio di ogni virtù cristiana.Egli ci chiama a vivere e promuovere, con la testimonianza el’azione, l’amore a Gesù Crocifisso nella nostra esistenza lai-cale, nel nostro stato, nella nostra parrocchia, nella società.Dobbiamo ricordare sempre che la Passione di Gesù non èun’etichetta per dare un’identificazione al gruppo passionista,ma deve essere un’esperienza vera della nostra vita spiritualeed apostolica nella Chiesa oggi. “Vorrei che venisse in noi tanto fuoco di carità, fino a bru-ciare chi ci passa vicino, ma anche i popoli lontani, le lin-gue, le nazioni, le tribù ed in una parola tutte le creature,affinché tutte conoscessero ed amassero il sommo Bene”-san Paolo della Croce.

Coltorti Maria Grazia

Spiritualità del mese

S. Pietro da papa Benedetto XIII, all’età di 33 anni.Nel 1728 i due fratelli si fermano nel romitorio di S.Antonio all’Argentario. Nasce qui il primo nucleo del-

la congregazione. Seguepoi la costruzione li vici-no del ritiro della Presen-tazione inaugurato il 14settembre 1737. Cambiail suo cognome in Paolodella Croce, convintoche: “la passione di Ge-sù è opera grande, stra-grande e stupefacentedell’infinito Amore Divi-no. È il miracolo dei mi-racoli, dell’Amore diDio; è un mare di dolori,ma altresì un mare diAmore: grande mare dipene, che scaturisconodall’immenso mare del-l’Amore di Dio”.

Scrive anche: “la pas-sione di Gesù è il maredove si pescano le perledi tutte le virtù”. E lui leha pescate veramente tut-te. La più grande: la caritàoperosa. Non ha lasciatonessun trattato pur essen-do un uomo di alta dottri-na e profondo conoscitoredelle Scritture. Pur essen-do un grande mistico, ha

fatto da solo a quell’epoca quello che con i mezzi mo-derni non basterebbero cento.

Fondatore fruttuoso; alla fine della sua vita lascia-va 12 conventi e un monastero di suore passioniste,“le Colombe del Crocifisso”. È stato direttore di mol-te anime e ha scritto più di 10.000 lettere di direzionespirituale a laici e a consacrati. Ha percorso la penisolapredicando centinaia di missioni ed esercizi spirituali.Ha guarito malati, difeso i deboli. Ha salvato personecondannate alla pena capitale.

Ha amato tutti, specie i lontani, tanto da essere so-prannominato “l’apostolo dei banditi”. Ha sofferto epregato per i fratelli separati d’Inghilterra. Il suo cuoreera pieno d’amore ardente tanto da bruciare gli indu-menti che poggiavano su di esso. Ha convertito molti eper questo conosceva la via: “la passione di Gesù è ilmezzo più efficace per convertire le anime più ostina-te, per sterminare i vizi, piantare la vera pietà e in-camminare le anime a grande santità; è una ricchissi-ma miniera di ogni virtù; è la via più sicura e il mezzopiù efficace per farsi santi; è la via regia; è la scuoladivina, ove s’impara l’altissima scienza della santità.È qui che hanno imparato i santi”. Muore a Roma il18 ottobre 1775; è dichiarato santo il 29 giugno 1867.

Francesco Valori

Amici di Gesù Crocifisso

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P aolo Danei fu sicuramente scelto dalla Di-vina Provvidenza per fondare la congrega-

zione Passionista che tanto bene ha portato alla chie-sa e al mondo.

Ma, al di là del disegnodivino, chi è l’uomo S. Pao-lo della Croce? Innanzi tuttoè un fondatore! Non è quin-di uno che ha seguito unavia già tracciata con una spi-ritualità ben definita comeaccade per chi voglia oggifarsi religioso passionista odi qualunque altro ordine. Èun buon cristiano, onestocittadino, lavoratore alacrenella attività del padre, com-merciante di tessuti.

Era nato ad Ovada(AL), il 3 gennaio 1694da Luca ed AnnamariaMassari, secondo di 16figli. Così ce lo descriveil suo primo biografo s.Vincenzo Maria Strambi:“Fu di presenza grave emaestosa. Amabile. Altodi statura. Di volto sere-no e naturalmente mode-sto. Di occhio vivo e se-reno. Di fronte elevata espaziosa. Di voce chiara,sonora e penetrante. Dimaniere piene di affabi-lità e rispetto. Il suo temperamento era sanguignoed assai sensibile”. Sui vent’anni avviene quella chelui chiama “conversione” e che noi chiamiamo “se-conda conversione” e che è la premessa necessariaad ogni santità, cioè la decisione di vivere la fede inmodo totale, integrale, fare ciò che spesso si dice epoco si fa, fare di Gesù il Signore della nostra vita.Spesso inconsapevolmente noi invece siamo come ilvino annacquato, dicendoci cristiani, ma conforman-doci alla mentalità del mondo. Così Paolo Danei èpronto, come un foglio su cui lo Spirito Santo può scrive-re qualsiasi lettera, come una tavola su cui può dipingerequalsiasi quadro. Questa genuina freschezza è il pregiodei laici. L’Artefice Divino lo vuole come il Figlio suo.Come Gesù si ritira per quaranta giorni nel deserto all’i-nizio della sua missione, così Paolo. Nel novembre del1720, a 26 anni vestito da monsignor Francesco ArboreoGattinara con un abito nero da eremita si ritira in solitudi-ne per 40 giorni in una stanzetta attigua alla chiesa di S.Carlo a Castellazzo Bormida (AL). Qui scrive per ordinedel vescovo il diario spirituale e la regola del nuovo isti-tuto. Passano circa otto anni in cui Paolo si prepara insie-me con l’inseparabile fratello Giovanni Battista alla mis-sione di fondare la congregazione e di risvegliare nelcuore dei fedeli “la memoria della passione di Gesù”.

Con Giovanni Battista viene ordinato sacerdote in

Il Padre: San Paolo della Croce

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zioni angoscianti, per confrontarsi sui modidi uscirne. I problemi personali, quando nonsi trova a chi manifestarli, possono diventaregiganteschi, paurosi e così affievolire il sen-so della vita, soffocare la speranza e incrina-re le relazioni familiari.

Il dialogo è un grande gesto d’amoreche trasforma il parlare e l’ascoltare inuno spazio salvifico e in un momento digrazia, nel quale Dio-Amore intervienecome salvatore e la sua tenerezza tocca icuori e le menti. Il dialogo diventa via perl’unità della famiglia.- Caratteristica fondamentale del dialo-go è l’umiltà, intesa come capacità d’a-scolto e di accoglienza della ricchezza edel pensiero dell’altro, consapevoli cheDio agisce in tutti. I coniugi hanno biso-gno l’uno dell’altro così come i loro figli,per cercare, comprendere e vivere la vo-lontà di Dio. Il dialogo in famiglia, ani-mato da umiltà, diventa, allora, quel terre-

no fertile nel quale germoglia la volontà di-vina portando i frutti della pace, della gioia edell’amore.

- “Portate i pesi gli uni degli altri, così adempiretela legge di Cristo” (Gal. 6,2).

Nell’arco di una giornata tanti servizi possono tra-sformarsi in un portare i pesi degli altri e diveniremezzi efficaci per edificare l’unità familiare: rispettaregli ambienti della casa, lasciarsi interrompere nella no-stra attività senza irritarci, tollerare una provocazione,accogliere con pazienza e amore i desideri dell’altro,evitare espressioni come “non tocca a me” che posso-no essere segno di pigrizia e grettezza.

Portare i pesi significa anche essere gentili e amo-revoli con chi non lo meriterebbe, ripetere una spiega-zione a chi non capisce, sopportare l’invadenza, cor-reggere con dolcezza: “Qualora uno venga sorpresoin qualche cosa, voi che avete lo Spirito Santo cor-reggetelo con dolcezza” (Gal 6,1). - Il dialogo diviene così servizio verso gli altri.

Queste piccole attenzioni sono come i granelli di se-napa di cui parla il Vangelo. Essi fanno crescere il gran-de albero dell’unità e della comunione familiare. Crede-re nella famiglia e amarla significa diventare infaticabilie forti portatori di pesi e, quando il servizio è vicende-vole, si vive l’esperienza dell’abbraccio e della veragioia, si fa, in altre parole, l’esperienza di Dio-Amore.

- L’amore di una famiglia, infine, rivela tutta la suaforza, la sua efficacia e la sua bellezza quando il dialo-go diventa luogo di perdono reciproco.

Da tutto ciò comprendiamo che il dialogo in fami-glia è icona del dialogo trinitario, attraverso il qualeogni Persona divina si immedesima nell’altra, si donaall’altra e fa essere l’altra. In famiglia, attraverso ildialogo, le diversità si compongono nell’unità dell’a-more di Dio. Allora dialogare significa divenire stru-menti di pace e amore nelle mani di Dio.

Maria Grazia Coltorti

Amici di Gesù Crocifisso

IV- Famiglia: icona del dialogo trinitario

Esercizi Spirituali della famiglia: 16-21 Agosto 2004

L’evangelista Giovanni nel prologo del Vange-lo scrive: “In principio era il Verbo, il Ver-

bo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1), e an-cora nella sua prima lettera: “Dio è amore” (4,16).

Parola e Amore: Dio Trinità è, dunque, una Parolad’amore ed è anche un dialogo continuo d’amore, è uncontinuo comunicarsi l’amore. Nella Sacra Scrittura vedia-mo manifestarsi la Parola come rivelazione del desiderio diDio di dialogare con l’uomo, di entrare in comunione conlui e di costruire una profonda amicizia: “Non vi chiamopiù servi, perché il servo non sa quello che fa il suo pa-drone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che houdito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15, 15).

Il dialogo è la strada scelta da Dio per realizzare il suoRegno d’amore, è il mezzo che rende la storia una storia disalvezza: la nuova creazione. Questa nuova creazione èfrutto della Parola di Dio, una parola detta a tre: Padre, Fi-glio e Spirito Santo. Possiamo dire che la nuova creazioneè il prodotto di una Parola che si fa dialogo d’amore! Daciò possiamo comprendere che il dialogo è la strada dellasalvezza, la via attraverso la quale noi collaboriamo conDio nel costruire le nostre famiglie giorno per giorno.Ma cosa significa dialogare?

Oggi si ha più bisogno di ascolto che di parole: sia-mo capaci di ascoltare? Solo quando ascoltiamo l’altrocon attenzione e non distratti, con pazienza e non difretta, con meraviglia e non annoiati, siamo nella stra-da del dialogo “evangelico”. Se vogliamo parlare conil cuore e dando il cuore, cioè con amore e per amore,dobbiamo prima saper ascoltare con il cuore e donan-do il cuore. Un ascolto attento, cordiale, fiducioso, sin-cero, diventa un grande servizio e un effettivo aiutoche si offre all’altro e a noi stessi. La gente ha bisognodi raccontare i propri problemi a qualcuno che li capisca,per sdrammatizzarli, per non sentirsi sola di fronte a situa-

Amici di Gesù Crocifisso

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“C osì risplenda la vostra luce davanti agliuomini, perché vedano le vostre opere

buone e diano gloria al vostro Padre che è nei cieli”(Mt. 5, 16).

L’apostolato di Luigi Rocchi si svolge e si diffon-de grazie a due opportunità che gli vengono fornite,prima dal giornalista di RAI2 Ettore Masina, il qualelo chiama ad entrare nell’organizzazione della Rete“Radié Resch”, ed in seguito, sempre grazie al Masi-na, dal Padre Elia Bruson, direttore del “Messaggerodi Sant’Antonio”, che gliaffida la rubrica deimalati. Subito gli scrittidi Luigi provocanol’arrivo alla rivista diuna valanga di lettere,cui egli risponde trami-te la stampa, ma anchepersonalmente. Era fe-lice di fare del bene, diaiutare gli altri ad ab-bracciare con pazienzala malattia, a vincere loscoraggiamento. Attra-verso la sua esperienzasuggeriva il segreto pernon soccombere sotto ilpeso della croce, anziper portarla con gioia.

Anche alla Rete “Ra-dié Resch”, una rete disolidarietà nei confrontidei paesi del TerzoMondo e dei “poveri”più vicini, Luigi porta ilsuo fondamentale con-tributo. Le persone cherifiutavano ogni parola diconforto da parte di genteignara della profondità di certi dolori, da lui accettanoquesto dono, perché egli soffre non solo per la sua gravemalattia, bensì anche per la malvagità degli uomini, es-sendo rimasto vittima pure di un bombardamento duran-te la guerra. Egli sa amare personalmente i suoi interlo-cutori con la tenerezza di Gesù ed essi rimangono con-quistati dalla profonda credibilità dell’autore. La sceltacompiuta da Luigi è consapevole ed evangelica, fecondaspiritualmente e matura da un punto di vista psicologico.Questo spiega il suo successo: non è solo un maestro,ma un testimone della verità che proclama.

Molte persone, tramite il “Messaggero diS.Antonio” e “Rete Radié Resch”, trovano in Luigi unmaestro di vita spirituale, un sostegno morale, un ami-co cui confidare le proprie preoccupazioni per malattiee sofferenze varie. Da parte sua Luigi, per paura di ap-parire “troppo santo”, non comunica alla gente la suaesperienza fino in fondo e parla anche delle sue debo-lezze, proprio per rendere più evidente l’importanzadel credere. Egli sa che la fede è dono gratuito, maviene nutrita dalla sofferenza e passa attraverso i dub-bi, le tempeste e le difficoltà.

Attraverso le tantissime lettere che scriveinfonde pace, fiducia, speranza, aiutando a scoprire ildisegno di Dio su ciascuno, disegno d’amore miseri-cordioso e provvido di Padre. I destinatari sono per-sone di ogni età, condizione sociale, ammalati, sfi-duciati, giovani disperati, uomini in vista e scono-sciuti, religiosi e religiose, sacerdoti e perfino ve-scovi. Gran parte delle lettere sono state raccolte nellibro “Tuo Luigi” e in esse si trattano argomenti

vari: la fede, la speranza, lacarità, la giustizia, ladevozione alla Madon-na, la preghiera, il do-lore, la gioia, la natura.

Il bisogno di amici-zia, così radicato in Lui-gi, trova risposta neilettori che lo voglionoconoscere, sicuri di tro-vare un vero amico chesa condividere senti-menti profondi.

La sua stanza divie-ne come un luogo sacrodove ci si reca quasi inpellegrinaggio, per pre-gare e ricevere confor-to spirituale, non soloda Luigi, ma anche dal-la sua mamma. Rara-mente egli parla dellamorte, ama riflettereinvece sulla Risurrezio-ne di Cristo, garanziadella risurrezione di chicrede in Lui. L’ultimodecennio della vita diLuigino è un periodo in

cui raggiunge, non solo unagrande maturità umana e spirituale, ma nel quale lasua anima vive in una profonda comunione con il suoSignore, in continua preghiera e offerta di sé nella fe-de pura, nella ferma speranza e nell’ardente carità,virtù riconosciute in lui ormai anche dai suoi contem-poranei, che lo considerano, più che un amico, unpunto di riferimento e una guida spirituale cui rivol-gersi per chiedere consigli e preghiere.

“La mia minuscola esistenza la sento un niente, maun niente visitato da Dio. Egli ha un suo modo di farsiin me più intimo di me stesso.

E la sete insaziabile della mia anima è Lui cheme l’accende, perché Egli è sceso alle radici delmio cuore e posso cantare con il salmista: “Comela cerva anela alla fonte delle acque, così l’animamia anela a Te, mio Dio”.

È questa sete di Vita e di Amore la mia vera, dura-tura e gioiosa primavera, la mia vera forza e salu-te…Vive chi ama. Non mi sento né solo né inutile, per-ché ho amore per tutto e per tutti”. (continua)

Maria Grazia Coltorti

Luigi Rocchi: Un uomo per gli altriAmico dei “cestinati” e dei “crocifissi vivi”

SCRIVEVA COSÌ20 lettere al giorno

Esercizi Spirituali

Amici di Gesù Crocifisso

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Dal 9 al 21 agosto si sono svolti presso ilSantuario di S. Gabriele i due corsi di

Esercizi Spirituali per gli A.G.C. Al primo corso,aperto a tutti, animato dal P. Alberto P. e dal P. Bru-no de Luca, hanno partecipato oltre 60 Amici; al se-condo corso per famiglie con figli, animato dal P. Al-berto, P. Fernando Taccone e da C. Lorenzo e C. Vin-cenzo, hanno partecipato in 70, tra genitori e figli.Riportiamo alcune testimonianze dei partecipanti

“Vogliamo vedere Gesù”È stato questo il tema conduttore del corso di Esercizispirituali tenutosi a S. Gabriele dal 9 al 14 agosto. Un te-ma importante e interessante: solo Cristo è il centro dellastoria e può dare un senso alla nostra vita.Conoscere Cristo è una questione decisiva per la fedecristiana, una questione attuale nella nostra società, dovesi stanno cercando altri salvatori. Appena conosciuto l’argomento, ho sentito per me le pa-role di Gesù ai due discepoli: “Venite e vedrete” (Gv1,39). Sono andata, ho veduto e ho vissuto un incontrosempre nuovo con Dio; un tempo di grazia, di revisionedi vita alla luce della spiri-tualità passionista, unconfronto con i fratel-li sull’amore. Tuttoquesto con l’aiuto del-le catechesi giornalie-re del P. Alberto che,con quella sua abitua-le, dotta semplicità, in-vita a recepire le parolecome messaggio e a la-sciarsi interrogare. Cosìho compreso “Gesùmio fratello”, “GesùSalvatore”, “Gesù, ilcrocifisso risorto”,“Gesù, capo del corpomistico”; in un’ampia vi-sione di Cristo, arricchitanelle omelie della messaquotidiana, dove venivapresentato “Cristo, unico Signore, l’Emmanuele sem-pre presente, Gesù, che rivela il Padre misericordiosoe la Trinità d’Amore”. È stata una catechesi di ampio respiro, preparata nellelodi mattutine dalle toccanti riflessioni del P. Bruno deLuca, nostra valida guida nell’adorazione eucaristicaquotidiana. Abbiamo respirato un’atmosfera di comunio-ne e di preghiera, che ha raggiunto l’apice nelle duegiornate di “deserto”, dove il Signore ha parlato al cuo-re di ciascuno. Nel silenzio, vivificato dalla presenza delSantissimo esposto, la Parola offertaci è diventata Paroladi vita, sorgente di acqua viva, capace di irrigare il de-serto dell’anima per liberarla dalle incrostazioni dell’io.È stata una forte sensazione, riemersa nei lavori di grup-po, dove le testimonianze di ciascuno stimolavano l’esa-me soggettivo e il dialogo che favoriva la comunionefraterna. Abbiamo vissuto una esperienza di grazia, av-valorata anche dal luogo, dove aleggiava la presenza di

san Gabriele, che abbiamo invocato, anche nella recitadel Rosario, davanti alla sua Urna, meditando le sue pa-role. La Via Crucis del venerdì sera, con le parole di S.Gemma, nel piazzale del santuario, illuminato da tantefiaccole, ci ha presentato la Croce quale mistero del do-lore e dell’amore di Dio e ci ha incoraggiato ad accettarela nostra croce come risposta di amore. Allora abbiamo sentito la gioia di essere “Amici diGesù Crocifisso”, ma anche la responsabilità di unavera sequela, manifestata nella vita quotidiana. Ci sia-mo lasciati, pervasi di gioia per la forte esperienza diDio fatta in questi giorni, una esperienza forte di fede,di preghiera, di speranza, di amore.

Padovani Margherita

“È bello per me stare qui”20 agosto. Siamo nel pieno degli Esercizi; mi trovo so-la nella mia camera a riflettere. È difficile descrivere lagrazia di questi giorni; vorrei dire come san Pietro sul

Tabor: “È bello per mestare qui”. Le catechesiascoltate e le messe vis-sute in questi giorni so-no un arricchimentosmisurato che mi per-mettono di vederequanto lavoro devo fa-re su di me, quantemontagne da spianaree quanti vuoti da col-mare. Ma in questomomento sento moltoforte la gioia di esserequi con la mia fami-glia, la gioia di esseresalvata da Gesù aprezzo del suo san-gue; così piango e ri-

do per una verità cosìgrande e meravigliosa.

Possa questa grande gioia essere il mio carburante neipercorsi lunghi e faticosi che mi attendono per vivereal meglio la mia vocazione di sposa e di madre.

Letizia

“La Famiglia sposa di Cristo”Carissimo Padre, desidero ringraziarti per il lavorosvolto da te durante gli Esercizi e per come sono statiimpostati e condotti da te e da Padre Taccone. Il tuolavoro, unito alla faconda oratoria del Padre Taccone,che ha trattato un tema di straordinaria importanza edattualità, ha acceso nel mio cuore e in quello di tutti, lasete di approfondire, con gli strumenti che ci avete da-to, una seria ricerca del tema “La Famiglia sposa diCristo”. Non si può rimanere indifferenti dinanzi a untema tanto importante e che voi ci avete fatto tantoapprezzare ed amare. Riccardo

Primo corso di Esercizi: S.Gabriele 9-14 Agosto 2004

Amici di Gesù Crocifisso

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Esperienza di Gesù durante gli EserciziGesù, sono davanti a te, esposto nel Sacramento inquesto giorno di deserto. Desidero parlarti e ascoltarti.Mi parli con le stesse parole che hai rivolto a Zaccheoe a tutti i discepoli. Anche oggi parli con lo stesso vi-gore a tutti noi che, pur vivendo in una società moltodiversa, siamo, come allora, nella sofferenza e nell’e-goismo e cerchiamo in te la salvezza. Come sarebbestata diversa la nostra storia se tutti avessimo accolto iltuo amore! Pensando alle brutture di cui sono capacigli uomini, sento di più il bisogno di te. Risveglia innoi quella scintilla di natura divina che, per quanto fio-ca, è anche nel peggiore degli uomini. Facci discernereche cosa veramente conta nella vita terrena; sii per noiguida nel cammino, punto di riferimento sicuro nelledifficoltà. Non cessare di far udire la tua voce, perchérischiamo di non saperci più orientare. Parlaci! “Checosa è l’uomo perché te ne curi?”, dice un salmo.L’uomo è una strana creatura, grande e meschina altempo stesso, capace dei sentimenti più nobili come diquelli più ignobili. Forse proprio di queste contraddizioni tu, Signore, haipietà e indichi a chi vuole seguirti una strada non sem-pre facile da percorrere, ma ricca di speranze. Nono-stante le mie stanchezze e le mie nebbie, dammi il co-raggio di seguirti sempre e ovunque, Signore, per rag-giungere la meta al termine del viaggio.

Fiorella MorlaccoLettera dal “Deserto”S. Gabriele 12 agosto 2004. Giornata di “deserto”.Signore, in questi giorni di esercizi, la tua Parola èsempre di una semplicità estrema: “Se uno mi vuolservire, mi segua”. È chiara, incisiva, determinata.Non ammette accettazioni parziali. Quello che tu dicipuò essere duro, ma è accompagnato dalla luce dellasperanza, anzi dalla certezza che la ricompensa per chiti segue è così grande da essere simile alla gloria chehai avuta dal Padre: “Se uno mi serve, il Padre loonorerà”. Dicocon la mente e conil cuore: “Voglioservirti, voglioservire i miei fra-telli”. Ma quantevolte mi sono per-sa e mi perderòper strada! Conti-nuo a dirti tutti igiorni: “Fa chetrovi solo in tela vera pace” epoi provo a cer-carla altrove. Signore, non seiancora stancodi me? Alla do-manda “Chi èDio per me?”,ho provato adimmaginarti anche fisi-camente. Ti ho visto con un’espressione di tenerezza edi sollecitudine, con un sorriso appena accennato, co-me di un padre di grande esperienza, che sa attenderepazientemente i risultati dei figli, come di uno che èpronto a porgere la mano, se solo si desidera chiederla.Tu hai già gettato alle tue spalle tutti i miei peccati pas-

sati e continui anche ora a farlo tutti i giorni,con le mie incongruenze. Posso allora nonseguirti? Posso rifiutare un amore cosìgrande? Posso continuare a contrastare iltuo piano di salvezza, a rallentarlo? Vorreipoterti fare delle promesse, ma non me lasento! Troppe volte l’ho fatto e non sisono realizzate. Di una cosa sola sono piùche mai certa: ho sempre più bisogno di te, Signore!Ti stendo la mano; afferrala e tienila ben salda, altri-menti rischio di affondare.

Piera IucciIn cammino!

16 – 21 agosto. “Vogliamo vedere Gesù!”è stato il tema proposto al gruppo di famiglie per il ri-tiro spirituale di questo anno al santuario di s. Gabrie-le, dove ci siamo ritrovati in 70, tra genitori e figli. Hotrovato il tema affascinante e ho sentito forte il deside-rio di incontrare un Amico. Ma c’erano tanti interroga-tivi: Come posso? Come riuscirò a ritrovarlo nella miavita? La grazia di questi giorni è stata straordinaria.L’Amico ci ha rivelato con amorosa dedizione il Suovolto, si è mostrato con semplicità, lontano dei rumo-rosi luccichii estivi; nel silenzio e nell’organizzazione,ha aperto le sue braccia per accoglierci, invitarci a unavita più consapevole, a una vita scelta e non subita, aldominio delle passioni per una testimonianza forte eincisiva dei valori umani e cristiani.Ci ha chiamati per nome, dandoci l’opportunità per unoslancio nuovo di vita cristiana. Era lì, paziente, miseri-cordioso, nelle provocanti catechesi di P. Fernando checi hanno sollecitato alla responsabilità, nei giochi deibambini, era con noi nel deserto interrotto dalle grida deifigli, nelle domande che hanno affollato il cuore di cia-scuno di noi: come vivo la mia vita cristiana? Dove ini-zio a cambiare in me, nella famiglia, in comunità? Comeessere partecipi secondo i propri doni? Come intrapren-dere un vero cammino di conversione senza lasciarmiingannare dalle seducenti attrazioni del consumismo?Come tracciare i contorni di una famiglia nuova, che

possa educare all’autorevo-lezza, allasapienza ealla santità?Come posso-no i nostrigruppi intra-prendere uncammino dimaturazioneper esserechiesa viva? Tanti i dubbi,tante le insicu-rezze, ma an-che la certezzae la gioia chequel Gesù, checi ha rivelato ilsuo volto e ha il-luminato i lati

bui della nostra vi-ta, lasciando trasparire la polvere depositata nei cuori, davero Amico, ci darà luce per trovare la strada, forza perintraprenderla e coraggio per seguirla.

Patrizia Lazzarini

Esercizi spirituali: S.Gabriele 9-14 Agosto 2004

Vita delle fraternità

Amici di Gesù Crocifisso

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Tra gli Amici di Roccaraso

N ei giorni 24 25 26 giugno abbiamo avuto in visita allanostra fraternità ed ai gruppi famiglia di Pietransieri e

Rivisondoli il nostro assistente nazionale Padre Alberto. Questoevento è sempre un dono del Signore. Sono stati giorni pieni di in-tense catechesi, di preghiera e di meditazione che ha visto la parte-cipazione attenta di folti gruppi di Amici. Gli argomenti trattati daP. Alberto sono stati: “Amici di G.C.: Un Nome,un Program-ma” e “Ripartire da Cristo: Vogliamo vedere Gesù”.

La nostra guida ci spiega, che far parte degli A.C.G. non éaggiungere una pia pratica a tante altre, ma volere come Cristoche ha come conseguenza l’impegno a farlo amare a quanti in-contriamo sul nostro cammino ed a riconoscerlo nei nostri fra-telli “crocifissi”. Dobbiamo essere testimoni ed annunciatori diCristo, dando a Lui la possibilità di “parlare, pensare ed agiresu questa terra per mezzo nostro”.

Padre Alberto ci ha incoraggiati a risvegliare in noi l’anelito dei Gre-ci che chiesero agli Apostoli: “Vogliamo Vedere Gesù”. Tutti dobbiamo diventare contemplativi del Volto di Cristo, ispi-randoci a quanto di Lui ci dice la Bibbia, specialmente del Nuovo Testamento, che va letto lentamente, meditato e pregato.Cosi si impara a conoscere il Signore ed ad approfondire la nostra fede. In questo modo impariamo a dialogare con Dio,lasciando a Lui spazio e tempo perché possa parlare con noi e noi possiamo capire che cosa vuole dirci e desidera da noi.Così impariamo anche a lodarlo, ringraziarlo, adorarlo, ma anche a riconoscerlo nei fratelli sofferenti.

Uno dei momenti più belli e commoventi la nostra Fraternità lo ha vissuto sabato mattina presso l’abitazione diMaria Olivieri, ved. Marchetti, una nostra sorella che vive crocifissa in casa, senza una gamba, ma piena di fede. Di-nanzi a Padre Alberto e a un folto gruppo di Amici e parenti ha fatto la sua Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifissocon la formula di rito: “MI HAI CHIAMATA: ECCOMI O SIGNORE”. È seguito un lieto momento di festa conrelativa agape fraterna. Un grazie sentito va a Padre Alberto e al nostro dinamico don Antonio, che da ottimi coltiva-tori seguono le pianticelle della nostra fraternità nella loro crescita spirituale verso Gesù Crocifisso..

Riccardo Rucci

Consacrazioni a Fossacesia

D omenica 27 giugno il P. Alberto Pierangioli ha animato una giornata di ritiro spirituale nella fraternità diFossacesia (CH). Ha svolto il tema: “Battesimo, Eucaristia e consacrazione”. Dalla conferenza è emerso

che la Consacrazione Solenne a Gesù Crocifisso non è altro che un cammino di santità e un prendere coscienza e rin-novare la consacrazione che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo.

Partecipare alla Messa in grazia di Dio è una grande grazia, perché Gesù offre al Padre il suo corpo mistico, cioè se stessoe tutti noi. Con la consacrazione, il pane e il vino si trasformano immediatamente nel Corpo e nel Sangue di Gesù, mentre noici trasformiamo lentamente. Dobbiamo cercare di non opporre resistenza. Tutti i presenti hanno seguito con molta attenzionela catechesi e hanno partecipato attivamente al dialogo per approfondire quanto ci veniva proposto.

Questa giornata l’abbiamo vissuta insieme agli Amici di Roccaraso, guidati con entusiasmo da Riccardo. È seguitaun’agape fraterna, preparata con tanto amore da tutto il gruppo. È stata molto gradita la presenza al pranzo di S. E.Mons. Giulio Mencuccini, originario di Fossacesia, vescovo passionista di Sanggau, nel Borneo. Egli ha sempre se-guito con interesse e incoraggiato il nostro cammino. Nel pomeriggio c’è stata la messa solenne in basilica, presiedutadal P. Alberto e concelebrata dal P. Bruno de Luca. Sei nostri Amici hanno fatto la Consacrazione perpetua a Gesù Croci-

fisso. Tre nuove Amiche hanno fatto la primaConsacrazione, tra esse una sorella gravementemalata, ma piena di fede da toccare i cuori ditutti i presenti. Diversi Amici di Roccaraso eFossacesia hanno fatto il rinnovo.

La giornata si è conclusa con un momentodi fraternità e di festa nei locali dell’abbazia.Ringraziamo i nostri Assistenti spirituali per laloro partecipazione e disponibilità. Ringrazia-mo i nostri responsabili che si sono impegnatiper preparare bene questa giornata. Un ringra-ziamento particolare agli Amici di Roccarasoper la loro collaborazione e il loro affetto.

Paola De Simone

Maria Olivieri si consacraa Gesù Crocifisso: 26-6-2004

Ritiro e consacrazioni: Fossacesia, 27-6-2004

giorni di vigilia e di attesa mi chiedoche cosa deporrò ai piedi di Gesù? Certamenteho sempre pronto il mio “nulla”, che si somma a tut-te le mie incertezze, alla paura di essere frainteso ealle umiliazioni che fanno parte del bagaglio quoti-diano di chi desidera seguire il Signore. Ma so chequesti sono i momenti migliori, per purificare e mi-gliorare noi stessi. Sono momenti di inestimabile va-lore, se accettati con gioia e offerti con amore a Ge-sù Crocifisso. Signore, fa che in quei momenti possasempre chiedere non un sostegno umano, ma il tuosostegno ed aiuto, per essere consolato da Te e con ilTuo aiuto possa consolare a mia volta chi é più biso-gnoso di me.

Riccardo Rucci

Benedetto quel giorno che mi hai chiamato

Dopo aver sperimentato per tre anni il camminodegli Amici di Gesù Crocifisso, sono arrivato al giornotanto desiderato. Ora, consapevole della mia vocazio-ne di laico passionista, con viva fede e infinita gioia,chiedo la grazia di potermi consacrare per sempre aGesù Crocifisso. Sono consapevole degli impegni diquesta consacrazione perpetua; prometto di impegnar-mi a vivere pienamente quanto mi viene richiesto dalleregole della consacrazione perpetua e dalle norme delnostro statuto, di partecipare alla vita del movimento,di collaborare in tutto con gli Amici di Gesù Crocifis-so, con la preghiera e con il servizio, per il bene di tut-ti. Accompagnato e sollecitato del mio amico Lucianoho conosciuto questa luminosa e santa famiglia deiLaici Passionisti, Amici di Gesù Crocifisso. Sono statocoinvolto nel desiderio di approfondire la Passione diGesù dalle parole semplici del padre spirituale.

Oggi voglio dirvi grazie a tutti, per gli incontri set-timanali e mensili, che tanto mi hanno arricchito e mihanno fatto rinascere nel cammino di fede. È bello sta-

re insieme perandare incon-tro a Gesù ediventare pa-rola viva e lu-ce per gli al-tri. Gesù,prendimi permano, vogliocon pieno af-fidamento fi-no al Calva-rio, e fammiriempire ilcammino diatti di amore,di opere a tegradite; fa chediventi tuo fe-dele collabo-ratore per in-dirizzare a te

Echi del Convegno del MLP

Per la prima volta ho partecipato ad un ConvegnoLaicale Passionista insieme a mio marito e alle mie trefiglie. Mi hanno colpito tante cose nello svolgimentodel convegno e nell’ascolto delle catechesi del padreCingolani, ma ciò che più mi ha fatto riflettere è che“il matrimonio cristiano è l’eco del “sì” di Gesù sullacroce”. Io credo che il nostro cammino come passioni-sti sia un continuo “sì” alla partecipazione della crocedi Gesù, con la consapevolezza che proprio “questa” èla nostra salvezza ed è la certezza della nostra parteci-pazione alla vita del Signore Risorto. La croce produ-ce sofferenza che a volte può sembrare insopportabile,ma dalla sofferenza scaturisce l’amore e una intimitàsempre più forte con Colui che ha fatto tanto per noi,perché tanto ci ha amato.

Nel convegno i momenti liturgici forti sono statitanti, ma nella messa di Pentecoste, quando all’offerto-rio ho visto il nostro stemma trasformarsi pian pianoin colomba, ho pensato che il passionista sia religiosoche laico non può non farsi “santo” perché il Signorelo ha fornito di tutti i mezzi necessari, soprattutto lameditazione ed il continuo ricordo della sua passione.Questo è il nostro carisma e non dobbiamo dimenticar-lo mai perché è ciò che ci contraddistingue.

Prego chi leggerà questa testimonianza di aprire ilcuore a Gesù senza paura, per diventare “cristiani ve-ri” senza attaccamenti alle cose del mondo, senza fa-natismi, ma umili ed obbedienti alla Chiesa. Ringraziotutti i miei amici senza i quali non sarei riuscita ad an-dare avanti in questo cammino.

Fiorella Torresi

Molte cose sono cambiate

Siamo alla vigilia delle Consacrazioni Solenni che siterranno il 27 giugno nella Basilica di San Giovanni aFossacesia. È il mio terzo anno di Consacrazione. Moltecose sono cambiate da quando ho iniziato questo cam-mino. Nuoviorizzonti si so-no aperti, aiu-tandomi adaprimi alle ne-cessità e ai bi-sogni di quantiincontr iamosul nostrocammino biso-gnosi di affettoe di aiuto.

È innega-bile che quan-to si dona di-sinteressata-mente paga etorna nel no-stro cuore sot-to forma dipace e di gra-zia. In questi

Amici di Gesù Crocifisso

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Testimonianze

Fraternità di Roccaraso, 25-6-2004

Amici di Gesù Crocifisso

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tante anime; rendimi capace di amarti efarti amare, di vivere in Te, con Te, perTe. Gesù, sia benedetto quel giorno chemi hai chiamato a venire a te per lemani di Maria e a consacrarmi persempre a Te. Voglio essere tuo Amicofedele per sempre.

Giuseppe Treré

La Messa domenicale non ci bastava

E così io e mio marito siamo giunti alla consacra-zione perpetua. È dono del Signore se siamo arrivati aquesta scelta. Da molto tempo andavo alla ricerca diun gruppo cristiano, dove poter approfondire la Paroladi Dio, perché non mi bastava più la sola messa dome-nicale. Un giorno incontrai per caso una persona degliAmici di Gesù Crocifisso di Fossacesia CH, che miparlò del suo gruppo; le chiesi se potevo partecipareanch’io e mi disse di sì. Appena tornata a casa, ne par-lai subito a mio marito, che si disse d’accordo e cosìiniziammo insieme questo cammino. Grazie a Gesù eMaria, la frequenza di questo gruppo di ha portato acapire molte cose importanti. Siamo consapevoli chec’è ancora tanto da fare, ma ringraziamo Dio per quan-to abbiamo fatto. Il Signore ci sostenga in questa scel-ta e ci aiuti a perseverare sino alla fine.

Maria Loreta Impicciatore

Adesione per sempre

Inoltro la richiesta di potermi consacrare per semprea Gesù Crocifisso. Riconosco di essere povera e inca-pace di tutto, ma mi appoggio all’amore misericordiosodi Gesù per giurare a Lui la mia adesione per sempre.Appartenenza è sottomissione e adesione per tutta lavita a Gesù, è dirgli grazie per tutta l’eternità per averofferto la sua vita per me. Da quando Gesù mi ha chia-mata nel cammino degli Amici di G. C. la mia vita ècambiata radicalmente. Gesù con il suo amore mi hainsegnato a mettere Lui al primo posto, perché lui è perme la cosa più preziosa, tutto il resto è secondario; hosperimentato che chi confida in Lui non resta deluso.

Non mi sono mancate prove forti e dolorose; ma ioho posto in Gesù le mie pene e ho sperimentato la suaeterna fedeltà. Ho imparato a stare in croce con Gesù,nel lato vuoto della sua croce e ho visto che da queltrono di luce promana tutta ricchezza del suo amore. ALui chiedo la grazia di non lasciarmi mai scendere. Vi-vo solo per Lui, con la speranza di poterlo godere persempre nel suo regno. Con umiltà, ma anche con gran-de forza, chiedo la grazia di potermi consacrare persempre al mio Gesù Crocifisso. Chiedo luce e forza al-lo Spirito Santo e a Maria SS., madre del dolore e dellagioia, per essere fedele a questo mio impegno fino altermine della mia vita.

Giuseppina De Lauentis

Consacrato e ministro straordinario dell’Eucaristia

Carissimo Padre, dopo quattro anni di frequenzadel gruppo degli Amici di Fossacesia, alla vigilia dellaconsacrazione perpetua a Gesù Crocifisso insieme amia moglie, scrivo queste poche righe per ringraziartidi avermi spinto in questo cammino di santità. In que-sti anni è cresciuto in me il desiderio di conoscere me-glio la strada per avvicinarmi di più a Dio. In alcuniincontri tu ci ripetevi di stare vicino a coloro che sof-frono. Io non sapevo come fare ma pregavo il Signoredi indicarmi una strada.

Un giorno, durante la visita pastorale, il nostro ve-scovo ci parlò dei vari ministeri nella Chiesa, tra cuiquella di ministro straordinario dell’Eucaristia. Ho ca-pito subito che il Signore mi indicava una strada. Corsida parroco per fargli questa richiesta. Per un anno mitenne sulle spine; poi mi diede da leggere un libro suquesto ministero. L’undici ottobre 2003 il vescovo miha conferito questo ministero. Il giorno successivo ilparroco mi ha presentato alla comunità e con grandemia emozione ho distribuito la comunione in chiesa.Qualche tempo dopo mia ha incaricato di portare lacomunione ai malati nel primo venerdì del mese. Erofelice e timoroso di non riuscire. Ho pregato tanto laMadonna e mi sono avviato a compiere questo mini-stero. Il sorriso dei malati mi è stato di conforto e diincoraggiamento.

Impicciatore Edio

Mi riavvicino alla Passione diGesù

Carissimo p. Alberto, ho rice-vuto il materiale che mi ha spedi-to. La ringrazio tanto, ho già ini-ziato a leggere delle cose. Conspirito nuovo ed entusiasmo miriavvicino alla Passione di Gesù.È vero, non si tratta di una devo-zione, ma di uno stile di vita. L’a-more di Gesù Crocifisso e Risor-to che si fa concretezza nelle no-stre vite e si espande al di fuori dinoi attraverso atti d’amore versotutti coloro che il Signore ci fa in-contrare ogni giorno. Presto lescriverò ancora per confrontarmispiritualmente con lei, la ringra-zio ancora e le rinnovo il mio im-pegno nella preghiera.

Antonella ValerianoFossacesia: Consacrati perpetui, 27-6-2004

perenne, un percorso che ci indica l’amo-re che Gesù ha per ciascuno di noi, unluogo privilegiato dove attingere forzaper proseguire il cammino. Grazie, Si-gnore, per la guida che ci hai dato perquesto cammino; grazie per l’amoreche hai per me e per tutti gli uomini.Con il tuo aiuto, desidero collaborare conte per la salvezza degli uomini, incominciando dallamia famiglia, soprattutto ora che sono in attesa dellaterza creatura.

Mara Ciaramicoli Dichiara

Il Signore vuole vedere la mia fedeltà

Quest’anno il Signore mi ha fatto la grazia immen-sa di vivere la Settimana Santa in vero raccoglimento.Molto mi è servita la lettura degli scritti di Santa Gem-ma: mi ha sempre fatto molta impressione la sua sotto-

missione a Dio,anche attraver-so le parole delconfessore e diP. Germano, ilsuo compren-dere la gravitàdel peccato,anche il piùpiccolo, il suovoler riparare esoffrire per isuoi peccati eper i peccatori.È difficile oggichiedere ai cri-stiani di prega-re per i pecca-tori; mi è capi-tato di intro-durre l’argo-mento nellaPeregrinatio e

ho visto molta ti-tubanza. Non siamo molto disposti a non giudicare eperdonare.

Per parte mia, purtroppo, non ho risposto molto be-ne a tanto dono del Signore, in questo periodo cosìsanto. Mi vedo sempre travolta da mille sensazionicontrarie che combattono i miei propositi. La mia vo-lontà è debole, e se è così significa solo che il Signorelo amo molto poco. Ho chiesto a Gemma e anche aPaolo della Croce (due santi che ho sempre sentitomolto vicini) di aiutarmi ad amare il Signore nella suaPassione come hanno fatto loro... Poi chiedo solo disapere cosa non va nella mia vita spirituale, cosa nonpiace al Signore di me, e chiedo aiuto per cercare dimigliorare, confidando solo nella Misericordia divina.

Con la Peregrinatio ho potuto sentire ancora unavolta la gioia che ci dà pensare, parlare e credere nel-l’Amore del Signore per noi; è stata questa veramenteuna quaresima che mi ha portato molta consolazione egioia. So che il Signore mi vuole lì, che vuol vedere lamia fedeltà e la mia perseveranza e così, nonostante lavergogna che provo nel non saper cosa dire al mio Si-gnore che mi ama, mi ripresento ogni giorno davantialla sua croce, con tutte le mie richieste, con tutte lepersone da raccomandargli.

Amica di Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

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Come posso essere “effettivo”?

Carissimo P. Alberto, mi sono iscritto agli Amici diGesù Crocifisso come “ausiliare” vorrei diventare“effettivo”. Come posso fare, visto che nel mio paesee nella mia provincia non ci sono conventi passionistie gruppi degli Amici? Ci terrei tanto a far parte dellafamiglia passionista pienamente e fare la mia consa-crazione a Gesù Crocifisso, ricevere il crocifisso e ilsimbolo passionista. Questo sarebbe per me un com-pletamento del mio cammino spirituale. Certo ci saràsempre da crescere, soprattutto per uno come me cheera smarrito e lontano dall’amore di Gesù. Lui michiamava, ma io non capivo. Da quando ho incontratoper caso il suo nome su internet, ho capito che il cari-sma passionista mi riempie totalmente.

La meditazione della passione e la devozione al-l’Addolorata mi fanno stare bene. Un grazie a Leiche è stato il vero filo conduttore per me per farmiscoprire questocarisma. Oggichi ha 27 annicome me nonpensa alla con-sacrazione e al-la preghiera,perché distrattodai problemidella vita (co-me la disoccu-pazione, studinon completatiecc ecc). Io erodistratto daqueste cose,ma grazie a leiche mi ha fattocapire che Ge-sù ci ama, hoscoperto unavia da seguire.Sembra assur-do, ma a mesembra di conoscerla da tanto tempo, anche se non cisiamo mai visti. Le sue riflessioni sulla nostra rivistasono vive nel mio cuore. Per questo vorrei diventareeffettivo, fare la consacrazione e far parte della Fami-glia Passionista. Come posso fare? Spero di avereuna risposta positiva, anche se so che è difficile.

Salvo Romano

Collaborare per la salvezza dei fratelliGesù, già dal catechismo e dalla prima Comunione

incominciasti a illuminare e riscaldare il mio cuore.Volevo conoscerti e stare di più con te. Il mio cuorecercava l’acqua viva per poterla portare anche ad altri.In ogni situazione ed età della mia vita sono riuscita atrovare un gruppo che mi aiutava a trovare quello dicui avevo bisogno, secondo l’età. Sono così passatadal catechismo della parrocchia a CL, poi ho incontra-to il RNS, fino a quando il mio cuore è stato pronto adaccogliere gli Amici di G. C.

Ogni gruppo mi ha arricchito dal punto di vistaumano, con nuove amicizie e più ancora dal punto divista spirituale. Gli AGC mi hanno fatto capire che laVita Crucis meditata non è un evento da ricordare solonella Quaresima, ma qualcosa di vivo, un libro di vita

Amici di Roccaraso e Fossacesia:rinnovano la Consacrazione (27-6-2004).

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Gallo Sr. Federica di Macerata deceduta 11-07-2004 –Giustozzi Ada di Civitanova deceduta il 12-07-2004 – Del Papa Adorno di Civitanova: dec. 31-7-2004

Amici di Gesù Crocifisso

A M I C I N E W S

Settembre – Ottobre 2004 – Anno V n. 5Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n, 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Alberto G. PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici

“C arissimo Padre, mi complimento della rivista nella nuova veste editoriale ed anche per una benorchestrata distribuzione di contenuti e notizie. Bravo e bravi i suoi collaboratori, P. Cingolani

per le sue pagine teologiche limpide, profondissime e la zelante e fervente Maria Grazia. Sul numero dimaggio – giugno ho potuto notare un taglio veramente giornalistico ma particolarmente spirituale”.

Adriana Galliano

Complimenti per la rivista

CCaalleennddaarriioo ddeeggllii AAmmiiccii12 settembre: Ritiro mensile a Morrovalle18 settembre: Consiglio Nazionale a Morrovalle ed elezione del C. E.26 settembre: Giornata di spiritualità a S Gabriele TE3 ottobre: Ritiro mensile a Morrovalle17ottobre: Consacrazioni a Montecosaro Stazione23 ottobre Consacrazioni al Lido di Fermo – S. Tommaso24 ottobre: Ritiro e consacrazioni a Giulianova Lido7 novembre: Ritiro mensile a Morrovalle14 novembre: Ritiro e consacrazioni alla Madonna della Stella PG21 Novembre Ritiro e consacrazioni a Recanati12 dicembre: Ritiro mensile a Morrovalle 31dicembre: Ore 23,00; Messa di ringraziamento

GIORNATA DI SPIRITUALITÀ A S. GABRIELE:26 SETTEMBRE 2004

09,00: Ritrovo in Cripta, Lodi e catechesi11,00: Messa solenne in Basilica14,00: Visita guidata ai luoghi del Santo15,30: Rosario e Vespro in Cripta17,00: Via Crucis all’aperto

ASPETTIAMO GLI AMICI DI TUTTI GRUPPI