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A A mici di Gesù Crocifisso Novembre - Dicembre 2005 Anno VI n°6 Sommario Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Fare Amare l’Amore Rimanete nel mio amore Cingolani: Amare Passionista S. Famiglia e Famiglia Passionista Valori: Adolescente santo Echi degli Esercizi Consacrazioni e Testimonianze Calendario e Programmazione Amici 2006 Calendario Passionista 2006 Auguri di Natale

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AAmici di Gesù Crocifisso Novembre - Dicembre 2005 Anno VI n°6

Sommario

Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

✴✴ Fare Amare l’Amore

✴ Rimanete nel mio amore

✴ Cingolani: Amare Passionista

✴ S. Famiglia e Famiglia Passionista

✴ Valori: Adolescente santo

✴ Echi degli Esercizi

✴ Consacrazioni e Testimonianze

✴ Calendario e Programmazione Amici 2006

✴ Calendario Passionista 2006

✴ Auguri di Natale

✴ ✴

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Nella “Promessa di amore” noi ripe-tiamo ogni giorno al Signore: “Fache io ti ami e ti faccia amare”. Se

amiamo sul serio Gesù, dobbiamo impegnarci perchésia conosciuto e amato da tutti. Non può dire di ama-re il Signore chi rimane indifferente di fronte a mi-liardi di uomini che non lo conoscono o lo rifiutano.Giustamente s. Luigi Orione diceva: “Oggi chi nonè apostolo è apostata”. I veri amici di Gesù devonogridare con San Paolo: “Guai a me se non predicas-si il vangelo!” (1Cor 9,16).

Chiamati e mandati“Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che

egli volle… Ne costituì Dodici che stessero conlui e anche per mandarli a predicare” (Mc 3, 13-15). Ecco la duplice finalitàdella sequela di Gesù: Egli ciha chiamati per “stare conLui” e poi per “mandarci” adannunziare il suo amore. L’a-postolato è un elemento essen-ziale dell’essere cristiano, èuna esigenza dell’amore:“Gesù disse a Simon Pietro:“Simone di Giovanni, mivuoi bene tu più di costo-ro?”. Gli rispose: “Certo, Si-gnore, tu lo sai che ti vogliobene”. Gli disse: “Pasci imiei agnelli… Pasci le miepecorelle” (Gv 21, 15ss).

Gesù chiama gli Apostoli, liforma, dà loro poteri speciali epoi li invia: “Egli allorachiamò a sé i Dodici e diedeloro potere e autorità su tuttii demòni e di curare le ma-lattie. E li mandò ad annun-ziare il regno di Dio e a gua-rire gli infermi. Allora essipartirono e giravano di vil-laggio in villaggio, annunziando dovunque labuona novella e operando guarigioni” (Lc 9, 1-6). Così fece anche con altri 72 discepoli: “I 72 tor-narono pieni di gioia dicendo: “Signore, anche idemòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Eglidisse: “Non rallegratevi perché i demòni si sotto-mettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostrinomi sono scritti nei cieli” (Lc 10, 1-20).

Dopo la risurrezione, Gesù dà un mandato pienoagli apostoli: “Andate in tutto il mondo e predicateil vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). È la mis-sione di portare a compimento l’opera per cui Gesùsi è incarnato, ha predicato, è morto in croce e poi èsalito al cielo da risorto, per portare la salvezza a tut-to il mondo.

La missione di ogni cristiano.Questa non è la missione dei soli apostoli, dei soli

sacerdoti, ma di ogni cristiano. Tutta la vita cristianadeve essere apostolica, animata da zelo missionario.È una vostra missione specifica come laici e comelaici passionisti. È la missione di amare e fare amareGesù Crocifisso. Siamo mandati a tutti, ma in parti-colare ai crocifissi.

È l’apostolato della testimonianza, della parola, del-l’esempio, della vita, delle opere.

Deve accendersi nel nostro cuore questo fuoco, co-me scriveva S. Paolo della Croce: “Vorrei essere tut-to fuoco di amore. Vorrei che venisse in noi tantofuoco di carità, fino a bruciare chi ci passa vicino, enon solamente chi ci passa vicino, ma anche i popo-li lontani, in una parola tutte le creature, affinché

tutte conoscessero ed amasse-ro il sommo Bene”.

Nel ritiro di Castellazzo, an-cora giovane laico, scriveva il 4dicembre 1720: «Desiderereiessere scarnificato per un’ani-ma; mi pareva di languire,vedendo la perdita di tanteanime, che non sentono ilfrutto della passione del mioGesù». Queste parole esprimo-no con la più grande chiarezzal’intimo rapporto tra l’amore aGesù Crocifisso e l’apostolato.

Il santo non è un egoista chepensa solo a se stesso; egli vaalla sorgente, si riempie di Dioe poi dona a tutti con genero-sità. Ogni santo diventa canaledi grazia, portatore di Dio e puòdire con Gesù: “Io sono venutoperché abbiano la vita e l’ab-biano in abbondanza” (Gv10,10). Uno dei frutti più bellidella santità è proprio l’aposto-lato, il desiderio, direi il biso-

gno di donare a tutti il tesoro nascosto che è Dio. Il nostro Statuto ci ricorda tra l’altro: “ Ogni Amico

si sente apostolo di Gesù Crocifisso e s’impegna per-ché la salvezza, frutto del Sangue di Cristo, arrivi atutti gli uomini” (a.31). Nel “Padre nostro” ripetiamospesso: “Venga il tuo Regno”. Ma che cosa faccia-mo perché avvenga? Viviamo in un mondo di atei-smo pratico. Ma i cristiani dove sono? Il Signore civuole luce, sale, lievito. Rivolge a noi il grido dallacroce: “Ho sete”! Ha sete di amare ed essere amato,sete di salvare tutti. Dobbiamo rispondere a questogrido. Occorre coraggio e soprattutto tanta fede etanto amore. Ricordando che chi si impegna a salva-re un’anima ha già salvato la sua.

P. Alberto Pierangioli

Amici di Gesù Crocifisso

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“Fare amare l’amore”Novembre 2005

S. Paolo Della Croce

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Amici di Gesù Crocifisso

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“Rimanete nel mio amore” (Gv 15,12)Dicembre 2005

La perseveranzaPer tutto l’anno 2005 abbiamo riflettuto sull’amore

di Gesù, che ci ha amato sempre, fino alla fine, an-che quando eravamo peccatori. Egli ora si aspetta danoi che perseveriamo nel suo amore fino alla fine.

Il cammino cristiano che il Signore ci ha chiamatoa fare ha bisogno di un grande dono: la perseve-ranza. L’esperienza purtroppo ci dice che ci può es-sere una adesione fervorosa a Cristo e poi si può es-sere incostanti e non perseverare nel cammino intra-preso. Quanti vuoti vediamo nelle nostre chiese, neinostri gruppi: Amici che avevano iniziato con noi uncammino pieno di fervore e ora non li vediamo più,sono spariti. La perseveranza richiede il superamen-to di molte difficoltà che ostacolano il nostro cammi-no: stanchezza, delusione, scoraggiamento, incostan-za, prove varie, illusione di una strada sempre in di-scesa, inesatta concezione del cammino di fede. Sipuò compendiare tutto in una parola: “tentazione”.

Dice la Scrittura: “Figlio, se ti presenti per servi-re il Signore, preparati alla tentazione” (Sir. 2,1). Ilmaligno è sempre in agguato per allontanarci da Dio,dal cammino di fede e di santità. Il Signore ha prega-to il Padre per i suoi discepoli perché “li custodiscadal maligno” (Gv 17,15). Di fronte a una prova a voltesentiamo dire: “Vale la pena seguire il Signore?”. Ba-sta una incomprensione o una diversità di vedute e dicarattere con un fratello per lasciare perdere tutto.

Per questo il Signore insiste sempre sulla perseve-ranza nel suo amore: “Rimanete in me e io in voi.Come il tralcio non può far frutto da se stesso senon rimane nella vite, così anche voi se non rima-nete in me. Come il Padre ha amato me, così an-ch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Seosserverete i miei comandamenti, rimarrete nelmio amore” (Gv 15, 4-10).

Nell’Apocalisse il Signore dice: “Sii fedele fino

alla morte e ti darò la corona della vita” ( Ap 2, 10).La tentazione, nelle sue mille manifestazioni, è un peri-colo che ci può far perdere il dono ricevuto, che noi por-tiamo, come dice Paolo, in un vaso fragile, di creta (2Cor4,7), esposto continuamente a mille insidie (1Pt 5,89).

Superare la tentazione è consolidare la propria per-severanza e progredire nella vita spirituale.

I mezzi della perseveranzaChe cosa ci aiuterà a perseverare nella fede e nel-

l’amore? I mezzi che il Signore mette a nostra dispo-sizione, per mezzo della Chiesa, sono tanti; ne ac-cenniamo appena a qualcuno:

- Approfondire l’amore di Cristo, che ci fa direcon San Paolo: “Chi ci separerà dunque dall’amo-re di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, lapersecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, laspada? Ma in tutte queste cose noi siamo più chevincitori per virtù di colui che ci ha amati” (Rm 8,35 ss.). Il nostro programma triennale, “conoscere,amare, seguire Gesù”, deve tendere a questo. Piùapprofondiremo l’amore di Gesù più rimarremo le-gati a Lui. Non si abbandona una persona conosciutae amata sul serio. Milioni di martiri sono stati prontia dare anche la vita per rimanere nel suo amore.

- Una fede viva, che diventa luce, forza e guida si-cura in tutte le scelte di vita. Una fede viva ci fa vi-vere come se già fossimo in cielo, pronti a dare tuttoper non perdere il grande tesoro che è Dio.

- Vita di preghiera e di comunione con Cristo: lapreghiera vera, la meditazione assidua della paroladi Dio accresce la nostra unione con Cristo, ci forti-fica, ci fa disprezzare ogni scelta che sia in contrastocon l’amore di Dio.

- La forza dei sacramenti, in particolare del-l’Eucaristia. L’Eucaristia è il pane dei forti, ci nutre,ci fortifica, ci porta la continua presenza del Signore.Madre Teresa assicurava che le sue suore attingeva-no dalle ore di meditazione davanti all’Eucaristia laforza per correre incontro a tutte le miserie umane.

- L’umiltà ci fa diffidare di noi stessi, ci tiene lon-tani dai pericoli, ci fa affidare continuamente al Si-gnore, come bambini tra le braccia della mamma.

- L’accettazione della volontà di Dio, anchequando non comprendiamo, ci fa accettare tuttoquello che il Signore permette nella nostra vita. Allo-ra davvero nessuna prova, “nessuna creatura potràmai separarci dall’amore di Dio” (Rm 8, 39). Scri-veva S. Paolo della Croce: “La rassegnazione per-fetta alla volontà di Dio racchiude il perfetto amoredi carità e in questo amore vi sono tutte le virtù”.

- Lo sguardo all’eternità. Il pensiero che siamo fattiper il cielo, dove il Padre ci accoglierà per sempre nellasua casa, ci sarà di stimolo a rimanere fedeli al Signore.Ripeteremo con S. Francesco: “Tanto grande è il beneche mi aspetto che ogni pena mi è diletto”.

P. Alberto Pierangioli

Marisa e Benito, 40 anni di fedeltà: S. Gabriele 20 agosto 2005

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Per ogni cristiano, misura dell’amo-re è il Crocifisso. Da lui si capiscecon quale amore siamo amati e fi-

no a che punto siamo chiamati ad amare. Per il Pas-sionista, il riferimento al Crocifisso è più profondoa motivo della professione religiosa o della scelta dicondividere la spiritualità di questa famiglia.

San Paolo della Croce ci ha trasmesso con formu-lazioni geniali la sua comprensione del Crocifisso el’esperienza mistica del suo rapporto con lui. “IlCrocifisso è opera d’amore. È il miracolo dei mira-coli dell’amore. È la più grande e stupenda operadell’amore di Dio. È il mare insondabile dell’amoredivino, dove si pescano tutte le virtù. È un mare, unfuoco, un oceano d’amore”.

Possono sembrare intuizioni poetiche, ma cono-scendo la vita del Santo si sa che sono frutto dellaconformazione al Crocifisso, da cuiattinge il suo modo passionista diamare. Difatti dice ancora: “Vorreiessere tutto fuoco d’amore. Di più:vorrei saper cantare nel fuoco del-l’amore. Ma è ancora poco: vorreivivere in continue agonie d’amoreper il nostro amante divino. Vorreidire di più, ma non ne sono capace.O amore, o fuoco di carità, quantosei potente”.

IIll CCrroocciiffiissssoo ccoommee AAmmoorreeI santi comprendono il mistero con

lo studio, la preghiera e la personaleilluminazione che ricevono nella lorounione con Dio. In mancanza di que-st’ultimo aspetto, noi ci accostiamoal mistero ricordando la dottrina e re-stando fedeli alla preghiera. Il Crocifisso è il Verboeterno del Padre, fatto uomo nel tempo. È la personadivina del Figlio che vive anche la vita umana assuntanell’incarnazione. Il suo vivere è amore, perché “Dioè amore”, I Gv 4,8. Vive dell’amore del Padre chedall’eternità si dona al Figlio, e del suo amore di Fi-glio in risposta all’amore del Padre.

Se come Dio è amore, come uomo non può esserealtro che amore. In Gesù, Dio è amore sia come Dioche come uomo. Mandato dal Padre a salvare l’u-manità, porta in mezzo a noi l’amore delle tre per-sone divine, poiché quell’amore è la persona delloSpirito Santo. Gesù ci ama con lo stesso amore chericeve dal Padre e con cui egli personalmente ama ilPadre. Vedendo in noi l’amore del Padre, non puòche amarci come ama il Padre.

Queste affermazioni suonano difficili, ma sonochiare nel comportamento dell’uomo Gesù.

Amare significa donarsi e spendersi per chi siama. Gesù lo realizza fino alla morte di croce. Siconsuma amando quel che ama il Padre, cioè la no-stra salvezza, cioè tutti noi. La croce è ripugnanteper noi, e lo fu anche per l’uomo Gesù, ma è l’unica

scelta logica nel rapporto tra Gesù e il Padre, difronte allo sfacelo del peccato nell’umanità. Ecco insintesi, il dinamismo di quell’amore:

= Gesù ama il Padre, un amore che è la sua stessavita e identità.

= Il Padre vuole la salvezza dell’umanità, tantoche per ottenerla spende se stesso nel Figlio. Gesùsi sente non solo dono del Padre, ma dono “dato”,“consegnato” per la nostra salvezza.

= Per realizzare il desiderio del Padre ci vuole unatto d’amore così grande che nessun essere umanopuò fare, perché l’umanità è imprigionata nel pecca-to che è negazione d’amore. Solo l’uomo Gesù puòfarlo perché non è schiavo del peccato. Come farà?

= In termini umani, la totalità dell’amore si puòesprimere solo con la morte. Gesù sceglie la mortedi croce. Così esprime al Padre la totalità adeguata

dell’amore umano, nella totalità delsuo amore divino di Figlio eterna-mente amato e amante del Padre.

L’amore di Dio per noi è un amo-re di passione, appassionato, pas-sionista. Credere che “Dio è amore”non basta. È nella rivelazione, mane è solo una parte. È detto ancheche “Dio ha amato il mondo fino alpunto da mandare il suo Figlio” perla nostra salvezza, Gv3,16. Per no-stro amore il Padre si è privato, percosì dire, del Figlio che è tutt’unocon lui.

A sua volta il Figlio si è privatodella propria divinità, cioè non neha tenuto conto, per esprimerci l’a-more in termini che noi esseri uma-ni potessimo capire, Cf. Fil 2,6-11.

Senza l’incarnazione e la croce, l’amore di Dio po-teva apparirci una teoria o un’esigenza troppo arduaper la nostra fede. Ma ora non abbiamo scuse. L’u-nica difficoltà ad accettare il Crocifisso è la durezzadel cuore o la superbia della mente.

DDiioo èè ll’’uummaanniittàà nneelllloo sstteessssoo aammoorreeCome il Crocifisso ci ha inclusi nel suo amore al

Padre, così ci ha rivelato che il nostro amore a Diodeve includere il prossimo. Nella discussione coi fa-risei su quale fosse il precetto più importante dellalegge (Cf. Mt 22.34-40; Mc 12,28-34; Lc 10,25-28)Gesù parla di due comandamenti, amore a Dio e alprossimo, anche se li dichiara simili perché hannolo stesso contenuto che è l’amore. Lo fa perché nonsta impartendo il suo insegnamento ma sta riassu-mendo quello della legge, su cui è stato interpellato.Mette insieme l’amore a Dio e al prossimo perché sisente accusato di trasgredire la legge, dato che nonosserva il sabato (amore a Dio) per guarire gli am-malati e accogliere i peccatori (amore al prossimo).

Gesù vuole far capire che l’amore al prossimo è ladimostrazione dell’amore a Dio. Non basta andare

PENSIERO PASSIONISTA Novembre - Dicembre 2005

AMARE PASSIONISTA

Amici di Gesù Crocifisso

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Dal Presepio al Calvario:sempre Amore

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al tempio, pregare, fare digiuno e astenersi dal lavo-ro. Occupandosi dei bisognosi, Gesù dimostra dionorare Dio e di amare il Padre, e lo farà fino allascelta di morire per noi.

Alla vigilia della sua morte, Gesù supera e porta acompimento la legge, promulgando il suo comanda-mento nuovo: “Come io vi ho amato, così amatevianche voi gli uni gli altri”, Gv 13,34. La novità ènella misura: Come io vi ha amato. La legge dicevadi amare il prossimo “come te stesso”, ma ora que-sto è un comandamento vecchio che non basta più.

La nuova formulazione contiene un’equazioneparadossale: “Gli uni gli altri – Come io vi ho ama-to”. Questa totalità e illimitatezza è possibile soloora che Cristo ha messo in circolazione tra di noil’amore che corre tra lui e il Padre, cioè lo SpiritoSanto, Amore trinitario.

Gesù parla così durante l’ultima cena. È chiaroche nella sua passione e morte nasce anche la caritàteologale, cioè il nuovo modo d’amare infuso innoi nel battesimo e nutrito nell’Eucaristia.

Tale amore è la carta d’identità dei cristiani. Daquesto li riconoscerà il Giudice alla fine del tempi,Cf. Mt 25,31-46. “Da questo tutti sapranno, in ter-ra, che siete miei discepoli”, Gv 13,35.

I primi cristiani “erano un cuor solo e un’animasola”, At 4,32. Questo concetto entra nel linguag-gio umano con l’esperienza e la testimonianza dellacomunità cristiana, tanto che il testo usa parole maiapparse prima nella letteratura greca (omotùmaton,unanimi; epì tò autò, uno nell’altro)

L’amore del Crocifisso per noi si può capire solo apartire dal suo rapporto col Padre. Pensando a quantogli è caro il Padre, possiamo percepire quanto gli sia-mo cari noi, che vede e ama in quell’amore.

Dalla stessa prospettiva possiamo intuire il sensodel comandamento nuovo. Se ci sta a cuore l’amoredi Dio, se il Crocifisso ci dice qualcosa, dobbiamoamare quelli che sono amati da Dio, cioè i nostrifratelli e sorelle, e fare di tutto per dimostrare que-sto amore, sia a Dio che a loro. Gli altri sono la piùgrande ricchezza che abbiamo, perché sono l’occasio-ne più valida per realizzarci nell’amore, dimostrandoloro che amiamo Dio e dimostrando a Dio che loamiamo sopra ogni cosa perché ci rivolgiamo a lui in-cludendo tutto il mondo amato da lui.

Siccome questo amore viene da Dio, noi diventiamoil tramite dell’amore di Dio nella comunità e nel mon-do. Amando per mezzo di noi, Dio può raggiungerepersino chi rifiuta il suo amore. La cecità del peccatopuò indurre alcuni a rifiutare d’essere amati da Dio,ma egli può entrare nel loro cuore attraverso l’amorecon cui noi li amiamo. Poiché dal battesimo siamo itralci della vite e le membra del corpo di Cristo, eglivuole esprimersi in noi e attraverso di noi.

Per i Passionisti, questo modo d’amare deve spin-gersi fino oltre i confini ordinari dell’amore, comeGiovanni Paolo II ci ha ricordato nel capitolo gene-rale del 2000. Il nostro compito è amare special-

mente dove c’è più bisogno d’amore,dove nessuno ama, e amare sino alla fine in tutti isensi: fino ai più remoti confini geografici, fino alleinfime condizioni umane, nelle situazioni più ab-bandonate e disperate. L’amore “sino alla fine” è unamore senza fine.

LLaa vviittaa,, llaa ssttoorriiaa,, llaa ccrroocceeVi sono situazioni che non riusciamo a decifrare,

nella vita personale e familiare, nella storia del pae-se, della parrocchia, della nazione, del mondo. Cri-stianità fiorenti sono state spazzate via, e le rispetti-ve nazioni sono diventate impenetrabili alla presen-za cristiana, come Palestina, Turchia, Nord Africa.L’Europa, culla e madre di civiltà cristiana e di mis-sionarietà, si sta vergognando del suo passato in no-me del razionalismo liberale sganciato da Dio.

Il male continua a essere potente. Oggi spadro-neggia nella società specie con la violenza contro lavita e con il terrorismo. Il mondo è sempre insan-guinato dalle guerre. I due terzi dell’umanità diven-tano sempre più poveri. Trentamila bambini muoio-no di fame ogni giorno. Ci sono gli uragani, gli tsu-nami e i terremoti. Certe persone, anche attorno anoi, sembrano restare impenetrabili all’amore. C’ètanta cattiveria, oltre che tanta bontà, nel cuoreumano. Perché tutte queste realtà inspiegabili, e tan-te altre ancora?

È il mistero della storia e della vita umana che hasempre sfidato la fede cristiana. Ha fatto sbigottirepersino il Crocifisso sul Calvario, fino a fargli gri-dare: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

L’autore del libro dell’Apocalisse ci racconta unavisione che spiega il mistero. Mentre anch’egli sene sta angosciato dinanzi a questi enigmi, sente unangelo gridare: “Chi può aprire il libro dai sette si-gilli”? cioè chi può spiegare tutti questi punti oscu-ri della vita e della storia?

La risposta celeste è: “L’Agnello che fu immolatoè degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli”,Ap 5,2.9.12. Il Crocifisso è la spiegazione di tuttol’inspiegabile, perché è l’amore che tutto può chia-rire e valutare.

Amare passionista è trovare nell’amore come do-no di sé il senso della vita, soprattutto della soffe-renza propria e altrui, specie della morte, in unioneal Crocifisso Risorto.

Non è possibile sostenere che il dolore è impor-tante o che la morte è un valore se non si possiededentro qualcosa che è più forte del dolore e dellamorte. Noi lo possediamo. È l’amore che ci vienedal Crocifisso e la vita che ci viene dal Risorto.Sappiamo che soffrendo possiamo amare e morendorestiamo nella vita.

Gabriele Cingolani cpNota Bene: Per un rifuso tipografico, il titolo del

precedente articolo del P. Cingolani non era“Credere”, ma “Sperare” Passionista. Ci scusiamo.

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La famiglia è stata il primo progettodi Dio per l’uomo; per questo Dioha voluto darle un modello sublime:

la Sacra Famiglia. La Trinità ha scelto una famigliaper inserirvi tutta la storia dell’incarnazione del Ver-bo. Essa è la prima chiesa domestica ed è modelloper tutte le famiglie cristiane. Nessuna scelta di Diopoteva essere più eloquente per affermare la validitàdella vita familiare.

Contrariamente a quello che si può pensare, la fa-miglia di Nazaret fu una vera famiglia: un padre, unamadre, un figlio. Una famiglia santa, divina e uma-na. Santa: per la sua origine, per l’abbondanza dellagrazia e per la fedeltà piena degli sposi. Divina: per-ché aveva il Figlio stesso di Dio come suo centro esuo scopo. Umana: perché ha dovuto affrontare tuttele difficoltà e i problemi di ogni famiglia.

L’amore coniugale tra Maria eGiuseppe è immagine dei valoricristiani del matrimonio. Illoro amore è stato davve-ro totale, fedele edesclusivo fino allamorte. Che la lorovocazione abbiaescluso la comunio-ne dei rapporti ses-suali non significache il loro donarsi ericeversi come perso-ne sia stato fittizio. Nelloro rapporto interperso-nale sperimentavano i valo-ri dell’amore che univa la lorovita nel progetto da realizzare.

Il matrimonio tra Maria e Giuseppeha aspetti unici, inimitabili ma, sotto altri aspet-ti, è un modello perfetto di vita e spiritualità coniu-gale. In loro si realizzano le motivazioni soprannatu-rali dell’amore coniugale. Hanno accettato di impo-stare e vivere il loro amore, non secondo la carne e ilsangue, ma secondo Dio, che aveva chiesto di mette-re il loro amore a servizio del grande progetto di sal-vare l’umanità. E così il piccolo amore umano diMaria e Giuseppe ha accolto il grande amore di Dioe si è dilatato fino a raggiungere tutta l’umanità. Laloro fecondità ha superato i confini della famigliaper estendersi a tutti. La Chiesa propone la Sacra Fa-miglia come esempio, perché gli sposi imparino daessa cos’è l’amore e quale posto Dio debba occuparein questo amore.

La felicità della vita familiare non si misura dallamancanza di problemi e di sofferenza, ma dal corag-gio della fedeltà e dell’amore reciproco e verso Dio,con cui si affrontano prove difficili, superandole oaccettandole come espressione della volontà di Dio ecome partecipazione al sacrificio di Cristo.

L’amore coniugale nasce e si sviluppa dentro la

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Sacra famiglia e famiglia “passionista”

croce. L’ora di Gesù, cioè l’ora della croce, è l’orache chiama a verifica l’amore degli sposi. Lì è il loroappuntamento per apprendere come Cristo ama, co-me amarsi e come amare gli altri nella stessa misura.L’amore coniugale trova nell’amore di Gesù in croceil suo modello, la sua sorgente ultima, la sua forzaplasmatrice, il suo costante alimento. Così ogni ma-trimonio può dirsi un’eco del sì di Cristo in croce.

L’amore tra l’uomo e la donna è uno degli ambitipiù feriti dal peccato. Oggi sembra quasi impossibilealle forze umane degli sposi amarsi con totalità pertutta la vita. Ma Gesù ha portato con sé sulla croce lafragilità di quest’amore umano e, tramite il sacra-mento del matrimonio, comunica alle creature la for-za del suo amore al Padre e all’umanità, perché glisposi possano amarsi tra loro e amare Dio e il pros-

simo con la stessa forza. Così egli rendecapaci gli sposi di amarsi fino alla

fine come ha fatto lui. Lo Spi-rito del Signore dona il

cuore nuovo e rendel’uomo e la donna ca-

paci di amarsi comeCristo ha amato.

La vera caritàconiugale non sor-ge dalla spinta de-gli affetti e degliistinti, ma dalla lo-

gica dell’amore diCristo. Una coppia

che s’ama ricorda ilPadre che ama fino a do-

nare il Figlio per noi sullacroce, ricorda il Figlio che ri-

sponde all’amore del Padre fino aimmolarsi per compiere la sua missione, e ri-

corda lo Spirito Santo che ricolma il Crocifisso d’a-more per rendere possibile il sacrificio della croce ela gloria della risurrezione.

Oggi si proclamano miliardi di parole sull’amore,ma non lasciano traccia perché non hanno senso.L’amore, il matrimonio, la famiglia sui mass mediasono spesso presentati in modo illusorio, effimero,come una festa senza fine, un continuo carnevale,per cui, quando, prima o poi, nella famiglia fa capo-lino la croce, ci si trova impreparati, ci si ribella e sibutta tutto all’aria. Certo nessuno forma una fami-glia per il desiderio di salire il Calvario. Ma bisognaessere preparati anche alle difficoltà, alle prove, allacroce. Tanti matrimoni crollano perché non si è pre-parati al sacrificio.

L’amore vero è quello che ha inchiodato Gesù sul-la croce. Quando gli sposi si scambiano il sì sull’al-tare certo non sanno che cosa comporterà in concre-to. Ma la forza del sì è imprevedibile, perché è l’ecodel sì del Crocifisso.

(Sintesi di M. Grazia da P. G. Cingolani)

Antonella e Domenico,felici con tre piccoli fiori

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Amici di Gesù Crocifisso

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Un adolescente Santo Ven Galileo Nicolini

Nasce a Capranica (Viterbo) il 17 giugno 1882da Luigi e Loreta Lucciola. La sua è una fa-miglia benestante. Il papà Luigi è ingegnere

ed appaltatore di lavori stradali ed edili. È un figlioadorabile e sveglio, oggi lo chiameremmo precoce,per nulla presuntuoso ma spigliato e diligente. Fa tuttoprima del tempo e conclude in fretta anche la propriavita. Inizia lo studio a quattro anni e a cinque sa scri-vere sotto dettatura. A otto anni, anziché ai dieci ri-chiesti, viene ammesso alle scuole pubbliche. È il piùbravo e in due anni supera quattro classi. Frequentaanche la scuola privata retta dal conventuale padre Pa-cifico Paolozzi. Fa gli esami di terza media al regioginnasio di Viterbo e li superabrillantemente. Aiuta in fami-glia, studia e pensa alla sua cre-scita spirituale passando moltodel suo tempo in chiesa. Già asei anni comincia a confessarsi.Legge libri spirituali e vuole ap-profondire la sua fede. La fami-glia Nicolini è amica e benefat-trice dei Passionisti. La primacomunione è un avvenimentoimportante nella vita di Galileo.Per prepararsi trascorre diecigiorni di ritiro tra i passionistidi Vetralla, dove fa la prima co-munione il 26 agosto 1895. Ilreligioso che lo ha seguito dicecosì: “Stare con lui era lo stessoche stare con un angelo”. Diràlui stesso: “Gesù nella primacomunione, mi ha fatto cono-scere che io debbo farmi passio-nista”. In cuor suo raccogliel’invito, ma bisogna dirlo apapà e mamma; questa non dicenulla, ma il papà e lo zio sonocontrari. Bravo com’è, potrebbe essere ingegnere e di-rigere la ditta. Poi, forse per farlo contento, lo accom-pagnano in convento; ma non ha ancora l’età prescrit-ta, cioè tredici anni. Galileo deluso torna a casa e nesoffre fisicamente. Mantiene vivi i rapporti con i pas-sionisti. Poi la situazione si sblocca e il 5 marzo 1895entra nel seminario di Rocca di Papa (Roma).

Scrive: “Non cesso di ringraziare Dio che si è de-gnato di rivolgere sopra di me il suo sguardo benigno.Siamo qui in un piccolo paradiso terrestre”. Si rifà an-che nel fisico: “Io sono venuto più alto, sono cresciuto10 chili”. In seminario la sua condotta è irreprensibile,tanto da essere paragonata a quella di un uomo matu-ro. Dopo un anno circa si trasferisce a Lucca per ini-ziare il noviziato e scrive ai genitori: “Eccomi final-mente appagato! Da lungo tempo desideravo di essereinviato al noviziato…. e già vi sono con grandissimomio contento. Non ho parole per esprimervi i senti-menti del mio cuore in questi giorni felicissimi in cui

inizio quella vita alla quale da lungo tempo aspiravoardentemente”. Veste l’abito passionista il 9 maggio1896 e prende il nome di Gabriele, il santo che tantoammirava e che aveva preso come modello. Verràchiamato però sempre Galileo.

Suo maestro di noviziato è p.Nazareno Santolini,che ne ha subito grande stima: “Appena lo conobbi,ravvisai in lui una perla preziosa affidatami da Dio emi stimai fortunato di averlo tra i miei allievi”. E ag-giunge: “Aveva una grande maturità di senno e sal-dezza di spirito: di fanciullo conservava solo l’inge-nuità e la semplicità…. Che io sappia non commisemai nemmeno un peccato veniale deliberato”. Viene

indicato a tutti come modello. Èun giovane che promette beneper la terra e per il cielo.

Improvvisamente però, ilmattino del 27 febbraio 1897,sente girargli la testa e il sanguealla bocca: i segni chiari dellatubercolosi polmonare. Vivràancora due mesi. Il beato Ber-nardo Silvestrelli, conosciuta lagravità della malattia, scrive almaestro se non sia il caso di ri-mandarlo a casa nella speranzache l’aria natia possa giovargli.Ne informano Galileo che ri-sponde secco: “Per carità, nonmi fate questi discorsi; mi sonosacrificato a Dio e voglio che ilsacrificio sia completo; vivo omorto voglio essere tutto suo”.

Viene trasferito al Monte Ar-gentario per climatoterapia. Maa nulla vale. Tutti pregano perlui e gli dicono di fare una no-vena alla Madonna per chieder-le la guarigione. Obbedisce e

scrive così: “Mamma mia, io sono malato, né altri puòguarirmi se non voi. Guaritemi dunque se è per lamaggior gloria di Dio e per il bene dell’anima mia”.Prega anche così: “Signore, accrescete i miei dolori,ma accrescete anche la grazia…. Sia fatta la volontàdi Dio, Ave Maria, Ave Maria”. La mamma va ha tro-varlo per l’ultima volta. Galileo le chiede se il papà elo zio hanno preso Pasqua e poi le dà un messaggioper i familiari: “Non piangete, perché vado a vederela Mamma del cielo, vado in paradiso”. Con unaspeciale dispensa emette la professione religiosa e di-venta passionista. Prima di ricevere per l’ultima voltal’eucaristia vuole essere lasciato solo, per rimanerecon Gesù. “È bello morire così”, confida al sacerdoteche lo assiste. Vola al cielo alle ore del 13 maggio del1897: non ha compiuti 15 anni. Tutti sono convintiche sia morto un santo. Giovanni Paolo II lo dichiaravenerabile il 27 novembre 1981.

Francesco Valori

Galileo Nicolini

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Ho compresomeglio il significato

dell ’EucaristiaAnche questo anno, spinto da una

forza interiore, mi sono ritrovato pres-so il Centro di Spiritualità di S. Ga-briele, a partecipare insieme a tantifratelli al “Corso di esercizi spiritua-li” svolto da P. Alberto Pierangioli conla collaborazione di P. Bruno De Luca.

Il tema: “Eucaristia:Pane della Vi-ta”, ponendo l’Eucaristia quale puntocentrale del nostro vivere quotidiano,veniva approfondito nelle varie cate-chesi sotto molteplici aspetti. La cele-brazione delle Lodi, l’ora di adorazio-ne, gli incontri di gruppo, la celebra-zione Eucaristica e dei Vespri, il Rosa-rio e la Compieta recitati presso l’urna di S. Gabriele,completavano l’organizzazione dell’intera giornata. Ilvenerdì è stato caratterizzato dal “deserto” e dalla“Via Crucis” serale.

Diventa problematico per chiunque descrivere sin-teticamente le sensazioni provate e ed i momenti in-tensamente vissuti.

Per tutta la durata del corso mi sono chiesto se fossistato coerente con l’abituale esortazione iniziale fattadal P. Alberto: “intra totus, mane solus, exi alius”.Mi sono domandato se con il mio modo di vivere, in-certo e timoroso, ero nella condizione di riconoscereGesù in modo autentico e non superficiale.

L’ascolto attento delle catechesi ed il sereno ap-profondimento con gli altri fratelli, mi ha messo nellacondizione di riflettere quanto il Signore ci ama e co-me si dona a noi nell’Eucaristia.

Con il passare dei giorni ho meglio compreso il si-gnificato dell’Eucaristia, come mistero di fede, pre-senza reale di Cristo. Ho imparato a riconoscere il Si-gnore oltre l’aspetto del pane e del vino, identifican-do questi elementi materiali nel suo reale corpo e nelsuo sangue.

Quante volte noi, così abituati a guardare le cosesenza gli occhi della fede, partecipiamo alla celebra-zione eucaristica come ad un atto privo di significato?Quante volte rendiamo superficiale ed abitudinario ilnostro avvicinarci alla Comunione? “Chi mangia lamia carne e beve il mio sangue dimora in me e io inlui”: questa consapevolezza ci deve mettere nella con-dizione di vedere realmente il Signore, amarlo comelui ci ha amato, metterlo sempre al centro della nostravita, essere ogni momento della nostra giornata uniti aLui, offrigli le nostre gioie e le nostre sofferenze.

Con commozione ricordo le confidenze fattami daun fratello durante una conversazione: “Ho vissuto unlungo periodo della mia vita lontano da Dio, per tan-8

Amici di Gesù Crocifisso

to tempo il mio unico obbiettivo è stato il raggiungi-mento di un benessere materiale che mi permettessedi togliermi qualsiasi soddisfazione. Ma più realizza-vo i miei desideri meno mi sentivo appagato. Ungiorno casualmente incontrai Cristo tramite dei gio-vani che mi invitarono a leggere con attenzione ilVangelo, da quel giorno la mia vita è totalmente cam-biata! Se ora sono in questo luogo è grazie all’amoremisericordioso del Signore che come la pecorellasmarrita mi ha riportano alla sua grazia”.

Dalla semplicità di quel colloquio ho compreso chenon necessariamente la saggezza proviene dall’esserecolti e preparati; in quel colloquio egli tendeva a ras-serenare il mio modo timoroso di rapportarmi a Dio,le mie ansie, cercava di spronarmi ad essere più fidu-cioso nella sua misericordia, allo stesso modo di co-me P. Alberto o P. Bruno facevano nelle loro riflessio-ni. Di questo ringrazio il Signore!

All’interno del mio cuore porterò tutti questi senti-menti, sicuro che ad ognuno di noi il Signore ha par-lato, ha detto quello che si aspetta da noi.

E’ da come abbiamo ascoltato la sua parola, è dacome ci avviciniamo alla mensa eucaristica, dalla ca-pacità di amarlo e di donarci a lui che potremo, comei due discepoli di Emmaus, riconoscerlo: “Allora siaprirono i loro occhi e lo riconobbero”.

Franco Nicolò

Gli Esercizi e la fedeSono dovuta ripartire dagli Esercizi prima del tem-

po, per motivi di salute, ma il Signore non mi ha fattoripartire a mani vuote; ha infuso tanto amore nel miocuore e una fede ancora più grande, per accoglieretutto dalle sue mani, con piena fiducia. La fede è dav-vero il dono più grande. Senza la fede, la vita è comeuna stanza buia, senza luce. La fede mi fa sentire Ge-sù sempre vicino e mi aiuta ad accettare ogni croce,pensando che Gesù l’ha portata prima di noi e conti-nua a portarla con noi.

Teresa Marini

Echi degli esercizi Spirituali

Corso di Esercizi Spirituali: 8-13 agosto 2005

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Amici di Gesù Crocifisso

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Ritiro delle famiglie

Un tempo di salvezza“Considero gli Esercizi Spirituali un tempo di salvez-

za, un richiamo forte per una revisione di vita, un mo-mento importante per alimentare la fiamma della fede,spesso offuscata dal relativismo odierno. In tale ottica liho vissuti a S. Gabriele dall’8 al 13 agosto u.s. in un cli-ma di preghiera, di silenzio, di adorazione e di comunio-ne fraterna. Ho potuto riflettere più profondamente sullamia identità, acquistare sempre più la consapevolezza diessere amata da Dio per riuscire ad offrirgli la mia vitacosi com’è, con le sue difficoltà e perplessità. Per con-frontarmi con l’amore di Dio, mi è stato di grande aiutoil tema del corso “Eucaristia: pane della vita”. Sonostate catechesi profonde, ricche di dottrina teologica chel’animatore ci ha donato, per aiutarci a riflettere comeviviamo l’Eucaristia, questo grande mistero d’amore.

Non posso dimenticare le toccanti omelie che ci aiuta-vano a partecipare con fede alla celebrazione eucaristicaper diventare con Gesù “offerti e offerenti”: un raro,stupendo insegnamento, più volte ripetuto nelle cateche-si, per vivere la messa non come obbligo, ma come “do-no-chiamata alla mensa della Parola e dell’Eucaristia”.Con tale spirito, permeato da forte senso comunitario, siviveva anche il Rosario meditato ogni sera, presso lacripta di S. Gabriele, pregando Maria come vera “donnaeucaristica”. Come i discepoli di Emmaus, abbiamo im-parato in questi giorni a riconoscere il Signore nellospezzare il pane; una conoscenza intima, fiduciosa checi aiuterà a diventare anime eucaristiche.

Padovani Margherita

Momento di comunione profondaGli esercizi sono stati un forte momento di comunione

profonda ed hanno maturato in noi la consapevolezza diaccrescere i momenti di preghiera comune, di amarci co-me Dio ci ama, di testimoniare con fervore questo amoreautentico. Ricevere tanta grazia ci ha plasmato nelprofondo del cuore, predisponendolo ad affrontare le pro-ve che sai. Questi giorni sono trascorsi in serenità. Abbia-mo tanta fiducia e cerchiamo di restare con la preghieravicini e stretti al cuore di Gesù.

Patrizia ed Enrico

Gruppo gemello“Caro P. Alberto, ti ringrazio

molto per la bella esperienza cheabbiamo fatto negli Esercizi spiri-tuali. Io so che non sono i classiciEsercizi ignaziani, nel silenzio enella riflessione personale. Tuttaviala concretezza e completezza degliinsegnamenti e il clima di fede e dicarità ci hanno aiutato tanto. An-che le altre che erano con me sonorimaste contente. Sto pensando cheil modo migliore di continuare peril nostro gruppo di Rocca di Papasia quello di GEMELLARCI con ilvostro. Poi si vedrà.

P. Francesco Guerra

Se Gesù mi ha sceltaSono qui Gesù, davanti a Te, esposto sull’altare. In

questo momento non c’è un altro posto al mondo dovevorrei essere, tanta è la pace che sento. Mille pensieri siaccavallano nella mia mente; ripercorro la mia vita pas-sata, eventi, gioie e dolori e poi il presente, posso vederecome Tu, Signore, hai preparato la mia strada, giornoper giorno, senza che io me ne rendessi conto. In questigiorni di ritiro mi sono chiesta tante volte come riuscirea mettere in pratica quanto ho ascoltato e soprattutto seposso proprio io con le mie incertezze, la mia rigidità, imiei errori trasmettere agli altri certi valori ed essere fe-conda nell’amore verso il prossimo. La Tua risposta ora,qui, è immediata: “Non siete voi che avete scelto, masono io che ho scelto voi” e se Tu Gesù mi hai scelto(solo pensare a questo sento scoppiarmi il cuore) Tu miguiderai, tenendomi per mano e mi aiuterai a capire e acompiere la Tua volontà.

Mariella

Un tempo di graziaÈ il terzo ritiro che ho fatto a S. Gabriele; è stato un

tempo di grazia, giornate piene di preghiera. Le cateche-si di padre Taccone sempre più interessanti e vive tantoche gli argomenti trattati venivano di nuovo ripropostifra noi nei momenti liberi. Molto sentite le adorazioniche mi hanno aiutato ad avere un dialogo col Signoreche prima non riuscivo .Ho aspettato con ansia anche lagiornata di deserto di cui sentivo veramente il bisognoper avere quei momenti di silenzio e solitudine per ri-flettere per accogliere nel miglior modo possibile la gra-zia che Dio mi sta donando ma anche per mettermi in di-scussione e crescere nel mio cammino. Sono contentadella possibilità avuta ad iniziare questo cammino; pre-go il Signore perché aiuti altre coppie a sentire il biso-gno di avvicinarsi a Lui perché il Signore non deludemai. La prima volta che sono ritornata all’adorazionenella mia parrocchia ho sentito molto viva la sensazionedi essere veramente a casa, provando tanta pace e sere-nità che solo Lui ci può dare.

Pina

Ritiro delle famiglie, S. Gabriele: 15-20 agosto 2005

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In questi ultimi mesi si sono svoltemolte consacrazioni di Amici in varie zone: Il 13 e

il 19 agosto, durante gli Esercizi spirituali al Santuariodi San Gabriele; il 25 settembre al Lido S. Tommaso diFermo; il 23 ottobre alla Madonna della Stella, PG; il30 ottobre a Giulianova Lido TE. Sono state giornatedi festa e di grazia. Sintetizziamo per prima le testimo-nianze semplici ma sentite e profonde dei 19 consacra-ti di Giulianova Lido.

Tanta gioia! “Ho trascorso già più di due anni con gliAmici di G. C.; ne sono così contenta che non smetteròmai di ringraziare Gesù. Ho fatto la prima consacrazionee ora con tanta gioia nel cuore desidero rinnovarla”.

Un punto fermo nella vita. “Chiedo di rinnovare lamia consacrazione. Mi sono reca conto che ora nella miavita c’è un punto fermo, che mi dà forza e serenità perandare avanti. Ogni volta che mi sono trovata in una si-tuazione difficile, guardavo Gesù Crocifisso, mi affidavoalla Madonna e nel mio animo tornava la serenità”.

Il Crocifisso ora mi parla. “Quante volte ho guardatoil Crocifisso con indifferenza, senza che mi dicesse nulla.Ora che mi sono messo in ascolto, Egli ha cominciato aparlare, a illuminare il mio cammino, dandogli un sensonuovo. Questo incontro è stato un grande dono e che do-no! Non posso rifiutarlo! Conoscendo gli Amici di G. C.sono diventato consapevole della mia identità, del mioruolo nella Chiesa, mi sono impegnato a vivere piùprofondamente il mio battesimo. Mi sono lasciato attirareda Gesù Crocifisso, consapevole che attraverso la crocesarei rinato a vita nuova. La seconda consacrazione michiede di riflettere molto sul cammino sin qui fatto. Sonoconsapevole che, anche se il mio amore è incostante, an-che se tante false paure tentano di impossessarsi dellamia vita, il Signore Gesù guarda il mio cuore e la miabuona volontà. Questa seconda consacrazione deve esse-re un momento di grazia. Ne ho bisogno per proseguire ilcammino insieme al Crocifisso e ai fratelli”.

Non è stato tempo perso. “Ripenso alla mia primaconsacrazione: mi sembra che non è cambiato il miomodo di fare, le mie impulsività. Mi verrebbe da direche è stato tempo perso. Ma sono certa che non è così,

perché so che Gesù vede tutte le mie povertà ed è perquesto che mi vuole stringere più intimamente a sé.Questo pensiero mi commuove profondamente e mimette tanta pace nel cuore”.

Non debbo aver paura. “E’ trascorso un anno dellamia prima consacrazione a Gesù Crocifisso. Il suo ricor-do mi accompagna sempre, come se il Signore volessedirmi che mi sarà sempre vicino e che non debbo averepaura di fare questo cammino. Io con tutto il cuore rin-novo la mia promessa di amore a Gesù Crocifisso”.

Prendo con coraggio la mia croce. “Nonostante legrandi difficoltà che incontro, mi preparo alla secondaconsacrazione. Spesso cado, ma con l’aiuto di Gesù rie-sco a rialzarmi e ad andare avanti. Penso che la vita diGesù è stata un continuo martirio e allora anch’io pren-do con coraggio la mia croce. Prego Gesù che io nonabbia mai ad allontanarmi dal suo grande amor”.

Molto vicina al Signore. “Con gioia ed entusiasmorinnovo la mia consacrazione. In questo anno mi sonosentita molto vicina al Signore. Ho cercato di mettere inpratica i suoi insegnamenti, amando il prossimo ediffondendo la sua parola di amore”.

Mantenere le promesse. “Con tutta me stessa cercheròdi mantenere le promesse fatte a Gesù Crocifisso”.

Mi riempie il cuore. “Non mi è facile esprimere imiei sentimenti. Certo questo cammino mi riempie ilcuore e mi dona ogni volta qualcosa di nuovo e di spe-ciale. A volte mi sembra di tornare indietro, ma non de-sisterò dal provarci per fare meglio e crescere”.

Che grande missione! “Meditare la Passione di Gesùci fa entrare sempre più nel mistero di amore del Signo-re. San Paolo dice: “Sono stato crocifisso con Cristo enon sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. In noi,Amici di Gesù Crocifisso, dovrebbe avvenire una similetrasformazione. Essere Amici di Gesù! Che missioneforte, profonda! Quanti significati hanno queste parole!Ascoltare la parola di Gesù e seguirla sempre non è fa-cile, perché abbiamo i nostri limiti. E’ importante ingi-nocchiarsi con grande umiltà davanti al Signore: Egli cidarà sempre una mano per sollevarci”.

L’attesa degli incontri. “Attendo sempre con ansia ilgiorno dell’incontro del nostro gruppo, per approfondire

Amici di Gesù Crocifisso

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CCoonnssaaccrraazziioonnii ee TTeessttiimmoonniiaannzzee

Consacrazione a Giulianova

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amore è troppo piccolo in confronto delgrande amore che il Signore ha per noi. Con que-sto cammino di fede spero che il Signore mi aiuti a co-noscerlo meglio”.

Ho capito che Gesù mi ama. “Ascoltando le cateche-si del nostro assistente, ho capito davvero che Gesù mima; per questo chiedo di poter fare la Consacrazione aGesù Crocifisso”.

Consacrazione perpetua!È giunto il momento della mia consacrazione perpetua

a Gesù Crocifisso. “Perpetua”: è una parola così impe-gnativa, definitiva, da incutere un certo timore. Altrevolte nella vita ho preso decisioni definitive, ma stavoltaè diverso: ora la mia promessa implica un personale im-pegno addirittura con Cristo, e non solo! Questo impe-gno, con Lui, in Lui, per Lui, dovrà essere esteso ancheagli altri, indistintamente, incondizionatamente. Sarò ca-pace di fedeltà? Sarò adeguata alle richieste? È inevita-bile che mi ponga queste e altre simili domande, ma poipenso a quando partecipai la prima volta agli esercizispirituali a S. Gabriele. Allora, mossa solo da “curiosità”e piuttosto scettica verso questa esperienza, non avreimai immaginato che Gesù sarebbe entrato di prepotenzaattraverso la porta ostinatamente chiusa del mio cuore emi conquistasse. Da allora l’ho seguito in un percorso avolte pieno di slancio, altre volte pigro e lento, a volteinciampando, cadendo, ma sempre decisa a rialzarmi, ariafferrare la mano sempre tesa di Gesù, fratello e amicofedele, generoso, paziente, misericordioso. Se Lui ha sa-crificato se stesso per me, come potrei non rispondergli?Per questo io, piccola creatura mortale, gli dirò che sì,prometterò di amarlo e di conformare la mia vita al suoesempio. Fiduciosa che Gesù mi accoglierà e sosterràsempre, mi affido a Lui, sicura che Lui farà il resto.

Fiorella Morlacco.“Impegno d’amore”Dopo la mia consacrazione nel santuario di S. Gabrie-

le il 19 agosto, sono tornata a casa serena e ricolma dicoraggio e forza per continuare ad andare avanti per lastrada che il Signore mi ha tracciato. La consacrazionemi ha donato una pace profonda; una parte del mio vuo-to interiore sembra essersi colmato; soprattutto sento lagioia di appartenere alla famiglia passionista. La consa-crazione mi ha ridonato la mia identità di donna creden-te, sposa del Signore Gesù Crocifisso. Prima della Mes-sa di consacrazione sono andata davanti a San Gabrielee l’ho supplicato di starmi accanto, di guidarmi, per pre-sentarmi allo Sposo e supplire alla mia indegnità di fron-te al dono che stavo per ricevere. Alcuni momenti im-portanti della mia vita spirituale li ho vissuti proprioavendo San Gabriele come mia speciale guida spiritualee protettore. Perciò anche questa nuova tappa non pote-va avvenire se non accanto a lui. Anche l’accoglienzadelle sorelle e dei fratelli presenti mi ha dato tanta gioia;non conoscevo nessuno, ma mi sono sentita in famigliacome se li conoscessi tutti da tanto tempo. L’impegnoche ho preso è serio, ma è un “impegno d’amore” e l’a-

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sempre più come debbo vivere da vera cristiana. Mi preparo a fare la prima consacrazione a Gesù Cro-

cifisso. Chiedo a tutti di pregare per me, perché Gesù misia vicino”.

La mia vita è cambiata. “Ringrazio il Signore tutti igiorni di avermi dato la grazia di far parte del gruppodegli Amici di G. C.. Sono entusiasta di quanto appren-do ed è per me difficile esprimere le emozioni che provonegli incontri. Le sofferenze non mi mancano, ma le ac-cetto con amore e le offro al Signore. Alle volte vorreigridare, ma poi ritorno in me e accetto tutto come Gesùha accettato la sua croce. La mia vita interiore è cambia-ta; prego ogni giorno con il cuore; così ho deciso di farela prima consacrazione a Gesù Crocifisso e donarmi aLui, anche per la mia famiglia. Cerco di aiutare nel miopiccolo tutti quelli che hanno bisogno, soprattutto i ma-lati e fare tutto in Cristo, con Cristo, per Cristo”.

Vorrei gridare a tutti… “Sono felice di far parte de-gli Amici di G. C. Ho molto sofferto nella vita, da giova-ne e da sposata; ma il Signore mi ha dato la forza di an-dare avanti. Per ringraziarlo, desidero consacrarmi a Lui.Sono stata sempre credente, ma sfiduciata della vita; daquando frequento il gruppo degli Amici sono contenta eserena. Vorrei dire a tutti: “Se volete la tranquillità e lapace, affidatevi a Gesù Crocifisso, come ho fatto io eavrete la vera pace”.

Canto sempre! “Non avrei mai pensato di far parte diun gruppo; invece da quando frequento gli Amici mi tro-vo tanto bene . Ascoltare la Parola di Dio mi aiuta a vi-vere più serena. Canto sempre! Sono più serena anchenella mia famiglia, che non la pensa come me, ma il Si-gnore può tutto. Vorrei dare tanto amore al prossimo”.

Ascoltare la Parola. “il Signore mi ha chiamata adascoltare la sua Parola. Quando il nostro assistente spiri-tuale ci spiega la Parola di Dio, ci fa capire che il nostro

Fiorella Morlacco si consacra per sempre a Gesù Cristo

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more, anche se presenta aspetti a voltedifficili rimane pur sempre Amore. cioè Vita. Non

posso rifiutare nulla a Gesù che ha fatto tanto per me.Rimarrò in comunione con tutti i gruppi e le fraternità,pregando per tutti gli appuntamenti che segneranno lavita degli AGC da oggi in avanti.

AntonellaDio ci amaDio ci ama. Questa profonda consapevolezza è il dono

della nostra terza consacrazione. Ci ama nonostante idubbi, le miserie, le piccolezze di uomini imperfetti. Ciama tutti nonostante le diversità. Ci ama come figli ge-nerati spiritualmente da uno stesso grembo. Ci ama condolcezza, con generosità, con pazienza. Ci ama senza li-miti, senza ma e senza se. Se il nostro cuore potessecontenere una sola goccia del Suo infinito amore cante-remmo con gioia in eterno e con la stessa gioia ci done-remmo alla Chiesa madre senza riserve. Inginocchiatialla Croce con lo sguardo alle sue piaghe gloriose, Loringraziamo supplicandolo di perdonarci e di per-metterci di restargli accanto. Fa o Signo-re che non ci allontaniamo mai date, che sappiamo percorrere lestrade della nostra quotidianaesistenza con la dignità deifigli tuoi! Aiutaci a rendergrazie al cenacolo dove cihai riuniti e come famigliaspinta dal vento ardentedello Spirito, guidaci versoorizzonti nuovi. In silenzio enella pace un abbraccio a tutti ifratelli.

Enrico e Patrizia.

“Partecipare alla Passione di Gesù”Gesù non inganna mai, a differenza di sedicenti santo-

ni e maestri di ogni tempo che promettono l’annienta-mento del dolore ed il superamento quasi magico del li-mite umano. Al contrario, Gesù ci fa passare proprio at-traverso il nostro limite senza altre vie d’uscita.

Nel far questo, però, non ci lascia soli ma è Lui perprimo a scegliere la via della croce, sconfiggendo il li-mite della sofferenza e della morte prendendole su di Sée risorgendo. E’ una vittoria dall’interno, dell’uomo edelle sue miserie, di Chi si è degnato di assumere la no-stra natura e di condividere la nostra esistenza, senza

Amici di Gesù Crocifisso

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farci calare dall’alto una salvezza estranea.Un secondo elemento è che Gesù non si accontenta di

questo ma vuole addirittura farci partecipi dei frutti dellaSua vittoria, la Redenzione, così come ha voluto render-ci parte della continua opera creatrice di Dio, proprio noiche avevamo scelto il peccato. L’uomo peccando hascelto la morte, Gesù lo va a cercare e lo salva morendoe risorgendo, sconfiggendo il peccato. Se subiamo lacroce questa ci schiaccia, se l’abbracciamo con forza edamore ci salva e ci unisce a Gesù per sempre, perchéEgli stesso l’ha scelta come strumento della nostra sal-vezza, pur potendo salvarci in qualunque altro modo.

Maria Laura EquiziLa Messa è la mia vitaSento Gesù sempre più vicino; quando si nasconde, il

desiderio di averlo con me cresce fino a far bruciare ilcuore di fiamma ardente. Quanto ci ama Gesù, rispetto aquanto meritiamo! Non meritiamo nulla, eppure mi sen-to tirare con amore e dolcezza dalla sua mano. La messa

è la mia vita, c’è tutto Gesù e la sua Passione. Eglimi parla con la liturgia della Parola, e

poi, al momento della consacrazio-ne, mi sento tirare verso l’alta-

re, come un misero pezzo dimetallo dalla calamita.L’attrazione per Gesù Eu-caristia si fa sempre piùgrande. Gesù è la mia vi-ta. E possiamo tenerlo con

noi con la comunione eu-caristica. Gesù si lascia man-

giare, cosa possiamo di più?Solo il Paradiso. Veramente dareila mia vita per Gesù, perché non la

perderei ma vivrei di vita vera e Ge-sù avrebbe tanta gloria e dalla gloria del

Signore discenderebbe grazia per la Madre Chiesa.

Amica di Gesù Crocifisso

Alla scuola di Maria AddolorataGesù ha detto che nessuno ha un amore più grande di

colui che dà la sua vita, ma cosa dire di una madre chedona la vita di suo figlio? Non esiste uno strazio mag-giore. Maria ha resistito in qualcosa che ha dell’incredi-bile: vedere Suo Figlio torturato e dileggiato, morire len-tamente e con dolore, senza potersi avvicinare, senza po-ter offrirgli una parola; sentirlo dire “ho sete” e non po-tergli dare neanche da bere.

Tutto questo è durato ore! Come ha potuto non morireanche Lei dall’angoscia? Avrebbe preferito essere Lei lìal posto di Gesù. Pensiamo a quanto amiamo i nostri fi-gli: li vorremmo vedere rispettati ed onorati, ogni picco-lo sgarbo fatto a loro ci fa soffrire intensamente. Mariaha visto la folla, che aveva ricevuto ogni bene da Suo Fi-glio, chiederne la morte, preferirgli un assassino, insul-tarlo: avrebbe avuto ogni motivo per rinnegarci ed odiar-ci, invece ci ha adottati! Alla fine di tutto ha anche avutoil cuore di raccogliere quel povero Corpo, vedere e toc-

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S. Gabriele, 18 agosto 2005Asia si scatena e trascina

le piccole amiche

P. Francesco celebra la messa “al campo per i Piccoli Amici”

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care lo scempio che ne era stato fatto, sopravvivere aquel Figlio che le era stato detto sarebbe stato Re. È unagrande lezione di silenzio, accettazione e fede ma so-prattutto di coraggio vero, di vero amore a Gesù, l’amo-re che non fugge come i discepoli, non ha paura e non sivergogna di Lui come Pietro, ma Lo segue davvero co-me ha fatto la nostra Mamma.

Maria Laura EquiziUn posto nella Famiglia PassionistaRingrazio il Signore per tutto quello che ha permesso;

nelle difficoltà mi sento ancora più ancorata a lui, madevo ancora fare tanta strada per non cadere nei nervosi-smi e ansie, causate dai problemi. Vorrei essere più buo-na con tutti e cercare ogni giorno di essere di esempioper chi non crede, ma non è sempre facile! Quante tenta-zioni ci sono ovunque ti giri. Quello che è molto cam-biato in me, da quando ho anch’io un piccolissimo po-sto, ma tanto prezioso per me, nella Famiglia Passioni-sta è il notare i miei atteggiamenti sbagliati, cose che de-vo cambiare totalmente e cose in cui devo migliorare;sento una chiamata forte e non posso e non voglio tirar-mi in dietro.

Quando frequentavo il liceo, periodo in cui non mi av-vicinavo alla Chiesa, durante l’ora di religione, quandosi parlava di vocazioni, io non potevo starmi zitta e direla mia su quelle religiose che entravano in clausura, ac-cusandole di assoluta inutilità. Il Signore possa perdo-narmi per quel periodo; ora sono totalmente diversa, nonsolo mando richieste di preghiere alle suore passionistea Lucca, aspettando con ansia una loro risposta, non solosarei ora felicissima di poter avere una simile vocazionein mia figlia, ma sono arrivata al punto da provare quasiinvidia del loro stare così vicino a Gesù Crocifisso.

Poi leggendo il tuo libro, e meditando le parole di S.Paolo della Croce, capisco che anche da laici si puòcondurre una vita vicina a Gesù Crocifisso; certo le dif-ficoltà sono tante, così come le tentazioni, ma con Gesùaccanto nulla è impossibile. Grazie di cuore per avermiinviato la rivista, per me è uno strumento prezioso, es-sendo l’unico modo di potermi confrontare con tutti voi.Sono sicura delle preghiere degli Amici. Io prego sem-pre per te e per tutti gli Amici.

Isabella BomboiColloquio con Gesù RivoluzionarioÈ dolce, Signore, sostare presso di te, con te; ricordare

Amici di Gesù Crocifisso

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la tua e la mia vita, parlarti dellemie ansie, timori, speranze e sen-tirti partecipe, incoraggiante. Seicon noi da oltre 2000 anni e haisempre partecipato dell’umanità:hai pianto per il male subito ecausato dall’uomo, ma hai anchegioito per le bellezze che ha sapu-to donare al mondo; perché que-sto è l’uomo: “una piccola partedella Tua creazione, che porta se-co il peso della sua natura morta-le”, come lo definì S. Agostino.Tu sei stato con noi sempre, ma

quante volte non ti abbiamo visto, ti abbiamo negato, ri-fiutato! Perché? Per paura che l’umiltà che Tu predicavici sminuisse e ci togliesse il prestigio sociale? Per paurache l’amore e la fratellanza che ci avrebbe resi uguali citogliesse l’autorità, il potere che rivestivamo? Per paurache una vita vissuta con semplicità e modestia ci to-gliesse il rispetto e la considerazione degli altri? Ma diquali “altri”? Gli “altri” che contano realmente non sonoi potenti, i forti, quelli che i falsi modelli sociali defini-scono “vincitori”. Gli “altri” che Tu hai amato erano ideboli, gli oppressi non solo dalle difficoltà materialidel vivere quotidiano o dalle malattie, ma anche quelli ilcui cuore era appesantito dalle varie forme di violenza eingiustizia perpetrate tra gli uomini. Non sono il potere,la ricchezza materiale, l’orgoglio di sé i valori che ren-dono davvero grande l’uomo. Tu, Gesù, predicavi valorieterni, universali, veri. La storia dell’uomo e la tua stes-sa storia sarebbero state ben diverse se la cecità umana,ma ancor più la paura della Tua parola nuova, non aves-sero impedito di accogliere i tuoi insegnamenti.

Sei stato un rivoluzionario, Gesù!Parlavi di uguaglianza in un mondo di rigide gerar-

chie e classificazioni sociali; parlavi di umiltà in una so-cietà in cui solo i potenti erano rispettati; parlavi di po-vertà ad uomini che la aborrivano per le conseguenzeche portava con sé. Come potevi non immaginare chesaresti stato un personaggio non solo scomodo, ma ad-dirittura pericoloso? DOVEVAMO ucciderti, perchénulla turbasse il torpore delle coscienze e tutto tornassea garantire l’ordine costituito.

Ma Tu ormai avevi parlato ai cuori delle folle che tiavevano conosciuto e avevi preannunciato parole chenon potevano essere più cancellate. Le avevi seminate suterreni pronti ad accoglierle. La speranza e il messaggiosalvifico in esse contenuti, il Tuo esempio di vita spintaper amore fino all’estremo sacrificio di te stesso non po-tevano cadere nel vuoto. Tu lo sapevi, perciò al rifiutodell’uomo hai risposto con l’amore senza esitazione,perché così i duri di cuore capissero finalmente il sensodella tua vita, della tua morte, della tua risurrezione.

Ringraziarti, sia pure con tutto il cuore, per essere ve-nuto tra noi per noi non può bastare. Imitare il Tuoesempio è l’unico modo per dirti il nostro “grazie”.

Fiorella Morlacco.

Consiglio Nazionale Amici 24 settembre 2005

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Amici di Gesù Crocifisso

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Enrico, Roberta, Franca e Antonietta si consacrano persempre a Gesù Cristo: 25 settembre 2005

08 gennaio Ritiro Mensile a Morrovalle05 febbraio Ritiro Mensile a Morrovalle

24 febbraio Solennità della Passione (Civitanova)05 marzo Ritiro Mensile a Morrovalle02 aprile Ritiro Mensile a Morrovalle

21-24 aprile Convegno N. MLP (Mascalucia CT )07 maggio Ritiro Mensile a Morrovalle

16 maggio S. Gemma G. patrona MLP (Loreto)

8-11 giugno: Urna di S. Gabriele a Morrovalle18 giugno Ritiro Mensile a Morrovalle02 luglio Ritiro Mensile a Morrovalle

07-12 agosto I corso Esercizi Sp.: S. Gabriele TE:

14-19 agosto II corso Esercizi Sp.: S.Gabriele TE:10 settembre Ritiro Mensile a Morrovalle

Giornata di spiritualità a Roma

23 settembre Consiglio Nazionale: Morrovalle08 ottobre Ritiro: Giornata Consacrati Perpetui

19 ottobre San Paolo della Croce (Morrovalle)12 novembre Ritiro Mensile a Morrovalle17 dicembre Ritiro Mensile a Morrovalle

31 dicembre Veglia-messa di fine anno (Morrovalle)

A M I C I N E W S

Gennaio n. 2: La Passione mistero trinitario (I Ed. p. 31 - II ed. p. 38)Febbraio n. 3: Lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso (I Ed. p. 34 - II ed. p. 41)Marzo n. 4: Il sacrificio di Isacco (I Ed. p. 37 - II ed. p. 44)Aprile n. 12: Il chicco di frumento (I Ed. p. 61 - II ed. p. 68)Maggio n. 74: Maria nella nostra spiritualità (I Ed. p. 249 - II ed. p.263)Giugno n. 65: Non c’è amore più grande (I Ed. p. 221 - II ed. p. 234)Luglio n. 62: Le piaghe gloriose (I Ed. p. 212 - II ed. p. 225)Agosto n. 10: Il Buon Pastore (I Ed. p. 5- II ed. p. 62)Settembre n. 71: Amici, un nome come un programma (I Ed. p. 241 - II ed. p. 255)Ottobre n. 70: Il Padre della Famiglia Passionista (I Ed. p. 237 - II ed. p.250)Novembre n. 75:Testimoni del Crocifisso tra i “crocifissi” (I E. p.252 - II ed. p.267)Dicembre n. 24: Il comandamento nuovo (I Ed. p.97 - II ed. p. 105)

Incontri delle Fraternità Amici

I. Recanati Mc, Convento Passionista I e III mercoledì Ore 21,15.2. Morrovalle Mc, Convento Passionista II e ultimo martedì Ore 21,153. Civitanova M. Mc, Parrocchia S. Gabriele II e IV lunedì Ore 21,154. Macerata, Parrocchia S. Croce I e III venerdì Ore 21,155. Porto S. Elpidio Ap, Parrocchia Annunziata II e ultimo venerdì Ore 21,156. Montecosaro Mc, Parrocchia Annunziata II e ultimo giovedì Ore 21,157. Madonna d. Stella Pg, Santuario d. M. d. Stella II e IV domenica Ore 15,00 8. Fossacesia Ch, Abbazia S. Giovanni B. I e III martedì Ore 21,009. Roccaraso Aq, Parrocchia dell’Assunta I mercoledì Ore 15,00

Rivisondoli: I Martedì; Pietransieri Ultimo lunedì Ore 15,0010. Lido di Fermo Ap, Parrocchia S.Tommaso I e III lunedì Ore 21,1511. Giulianova Lido Te, Parrocchia Annunziata I e III giovedì Ore 21,0012.Trasacco Aq, Parrocchia S. Cesidio II e quarto venerdì Ore 15,0013. Pescosansonesco Pe, Santuario B. Nunzio S. I e III giovedì Ore 15,00

Meditazioni Mensili 2006

Calendario Amici 2006

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Amici di Gesù Crocifisso

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CALENDARIO PASSIONISTA 2006

Un nuovo Amico da CuneoOggi casualmente ho visitato il vostro bellissimo sito internet. Ho appreso della vostra associazione e dellastampa di un bollettino: Amici di Gesù Crocifisso. Se possibile, sarei interessato a riceverlo... Sono contento diavvicinarmi alla spiritualità passionista, certo che mi sarà di aiuto per amare maggiormente Gesù, l’unicogrande Salvatore della nostra vita…. La spiritualità della croce di Cristo ci pone al centro della Croce di Cristoche ha patito ed è morto per salvarci. Tutto questo è straordinario e sempre attuale! Ho avuto la gioia di cono-scere, mediante la lettura di una biografia la meravigliosa figura di S. Gemma Galgani, certamente, con P.Pio e S. Faustina, la più grande mistica del secolo scorso. Piergiorgio Valletto

03 ge. 1694: nascita di s. Paolo d.Croce05 ge. B. Carlo Houben sacerdote14 ge Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata18 ge. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce15 fe. Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata18 fe. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce24 fe. Solennità della Passione festa d. Famiglia Passionista27 fe. S. Gabriele dell’Addolorata festa dei giovani passionisti28 fe. Gesù orante nel Getsemani memoria14 ap. Venerdì Santo28 ap Piaghe gloriose di Gesù Cristo16 ma. S. Gemma Galgani patrona MLP8-12 gi. S. Gabriele a Morrovalle A 150 anni dalla prima venuta12 gi. B. Lorenzo Maria Salvi sacerdote30 gi. Messa e ufficio votivo I: Gesù flagellato01 lu. Preziosissimo Sangue festa06 lu. Santa Maria Goretti vergine e martire09 lu. Madonna della S. Speranza14 lu. Messa e ufficio votivo II: Gesù coronato di spine18 lu. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce24 lu. B. Niceforo e 25 compagni martiri spagnoli28 lu. Messa e ufficio votivo III: Gesù condannato a morte18 ag. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce26 ag. B. Domenico Barberi sacerdote01 se. Messa e ufficio votivo IV: Volto sofferente di Gesù14 se. Esaltazione della s. Croce Ore 21,00: Adorazione della Croce a Civitanova 15 se. B.V. Maria Addolorata festa18 se. Messa e ufficio votivo: S. Paolo della Croce24 se. S. Vincenzo Maria Strambi vescovo06 ot. B. Isidoro de Loor religioso fratello09 ot. S. Innocenzo Canoura sacerdote e martire13 ot. Messa e ufficio votivo V: Crocifissione e morte di Gesù16 ot. Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata18 ot. 1775: Morte s. Paolo d. Croce Ore 16,4519 ot. S. Paolo della Croce solennità27 ot. Messa e ufficio votivo VI: Gesù trafitto dalla lancia 03 no. B. Pio Campidelli religioso studente06 no. Defunti della Famiglia Pass. memoria13 no. B. Eugenio Bossilkov vescovo e martire15 no. Messa e ufficio votivo: B. M. V. Addolorata18 no. B. Grimoaldo Santamaria religioso studente21 no. Presentazione della B.V. Maria01 di. Messa e ufficio votivo: Gesù trionfa dal sepolcro09 di. B. Bernardo M. Silvestrelli sacerdote

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Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Pennesi Elvira di S. Elpidio a Mare: 18-9-2005

Amici di Gesù Crocifisso

Novembre Dicembre 2005 – Anno VI n. 6Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P.A. Giuseppe PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici

Carissimi AmiciApprofitto del n. 6 della rivista 2005 per anticiparvi gli auguri più sinceri di BUON NATALE e perringraziarvi anticipatamente dei vostri auguri, perché non sempre mi sarà possibile risponderepersonalmente a ciascuno di voi. Ringrazio anche per le offerte inviate per la rivista e la Via Crucis a S. Gabriele.Vorrei avere in questo momento il cuore e la fede di San Paolo della Croce, per parlarvi del misterodel Natale come ne parlava e ne scriveva lui ai suoi discepoli. Commuove nel vedere il “santo delCrocifisso” parlare con tanta tenerezza di Gesù Bambino. Ma per lui, come il Crocifisso era “la piùgrande e stupenda opera del divino amore”, così l’incarnazione, Gesù Bambino era “un Dioimmenso fatto Bambino per nostro amore”. Esclamava: “Che gran fuoco arde nella stalla di Betlem-me!”. Scriveva: “Prego il divino Infante di concedervi ali di fuoco, di viva fede, di fiducia e fervidacarità, affinché il vostro spirito voli in alto “nel seno del Padre”. Il divino Infante rinnovi nei vostricuori ogni momento la mistica natività, perché possiate rinascere sempre più a vita deifica e santa,nel più profondo della solitudine interna, in sacro silenzio di fede e di santo amore”. Non meravigliaperciò vedere il santo, pieno di fede e di amore, bagnare di lacrime di tenerezza le immagini di GesùBambino come bagnava di lacrime di amore di dolore le immagini del Crocifisso. Augurando a voiquesta fede e amore, concludo con gli stessi auguri del nostro santo: “Gli auguri ve li farò dall’alta-re soprattutto la santissima notte di Natale e porrò i vostri cuori sotto il manto, anzi nella bracciasantissime di Maria Immacolata, perché vi impetri dal suo divino Bambino copiosi tesori di graziesia spirituali che temporali”. Per voi e per le vostre famiglie

P. Alberto Pierangioli

Auguri di Natale

A M I C I N E W S

Appuntamenti 200506 novembre e 11 dicembre:

Ritiro mensile a Morrovalle

20 novembre: Consacrazioni a Montecosaro Stazione MC

31 dicembre:Morrovalle ore 22,00:

Messa di Ringraziamento e festa di fine anno

Appuntamenti 2005

05 gennaio e 05 febbraioRitiro mensile a Morrovalle

24 febbraioSolennità della Passione

a Civitanova