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© Banca Sella S.p.A. I CONTRATTI FUTURES - FIB30 e MINIFIB - Indice I derivati: i contratti futures Origine dei contratti futures Il FIB30 ed il miniFIB La Cassa di Compensazione e Garanzia ed il sistema dei margini Caratteristiche del contratto Fib30 Caratteristiche del contratto miniFIB L'acquisto del Fib30 e del miniFIB La vendita del Fib30 e del miniFIB Gli ordini L'utilizzo degli stop-loss La chiusura della posizione Operatori e finalità dello strumento Gli elementi che influiscono sulle quotazioni Le strategie più comuni La psicologia del trader I DERIVATI: I CONTRATTI FUTURE La funzione dei derivati è quella di agevolare la gestione delle scelte economiche e finanziarie, che nel corso degli anni sono divenute sempre più difficili a causa della elevata variabilità delle quotazioni e della molteplicità di strumenti e prodotti. La denominazione “derivati” dipende dal fatto che il loro valore “deriva” dal prezzo dell’attività (detta sottostante) a cui si riferisce il contratto. In base alla tipologia dell’attività di riferimento si distinguono: a) i derivati sulle merci, che hanno per oggetto attività reali, quali petrolio, oro, grano, caffè, etc. b) i derivati sulle attività finanziarie, che si dividono a loro volta in contratti sui tassi di interesse, valute, azioni ed indici azionari. ORIGINE DEI CONTRATTI FUTURES La nascita dei futures risale al secolo scorso. Negli Stati Uniti, il primo contratto future fu quello realizzato sul grano, presso il Chicago Board of Trade, per soddisfare le necessità di agricoltori e commercianti. Con esso, infatti, gli agricoltori (i commercianti) vendono (acquistano) un prestabilito quantitativo di grano ad un prezzo prefissato e ad una determinata scadenza. In questo modo entrambi i soggetti riescono ad coprire i rispettivi rischi: gli agricoltori quello legato all’eventualità di un forte ribasso dei prezzi nei periodi di sovrapproduzione, i commercianti quello di natura opposta, connesso al rialzo dei prezzi nei casi di raccolti scarsi. Il future si presenta, quindi, come un contratto a termine mediante il quale si assume l’impegno di acquistare o vendere una quantità standardizzata di una merce o attività finanziaria ad un dato prezzo e ad una scadenza futura predeterminata. L’elemento principale che differenzia il contratto future dai generici contratti a termine è costituito dal fatto che le contrattazioni dei primi avvengono soltanto all’interno dei mercati borsistici ufficialmente riconosciuti. Da ciò deriva un’altra importante caratteristica dei futures: la standardizzazione delle condizioni. La presenza di precise regole di scambio e di negoziazione è un elemento che assicura la trasparenza del mercato, facilitando nel contempo la negoziabilità dei contratti.

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I CONTRATTI FUTURES - FIB30 e MINIFIB -

Indice

�� I derivati: i contratti futures �� Origine dei contratti futures �� Il FIB30 ed il miniFIB �� La Cassa di Compensazione e Garanzia ed il sistema dei margini �� Caratteristiche del contratto Fib30 �� Caratteristiche del contratto miniFIB �� L'acquisto del Fib30 e del miniFIB �� La vendita del Fib30 e del miniFIB �� Gli ordini �� L'utilizzo degli stop-loss �� La chiusura della posizione �� Operatori e finalità dello strumento �� Gli elementi che influiscono sulle quotazioni �� Le strategie più comuni �� La psicologia del trader

I DERIVATI: I CONTRATTI FUTURE La funzione dei derivati è quella di agevolare la gestione delle scelte economiche e finanziarie, che nel corso degli anni sono divenute sempre più difficili a causa della elevata variabilità delle quotazioni e della molteplicità di strumenti e prodotti. La denominazione “derivati” dipende dal fatto che il loro valore “deriva” dal prezzo dell’attività (detta sottostante) a cui si riferisce il contratto. In base alla tipologia dell’attività di riferimento si distinguono: a) i derivati sulle merci, che hanno per oggetto attività reali, quali petrolio, oro, grano,

caffè, etc. b) i derivati sulle attività finanziarie, che si dividono a loro volta in contratti sui tassi di

interesse, valute, azioni ed indici azionari. ORIGINE DEI CONTRATTI FUTURES La nascita dei futures risale al secolo scorso. Negli Stati Uniti, il primo contratto future fu quello realizzato sul grano, presso il Chicago Board of Trade, per soddisfare le necessità di agricoltori e commercianti. Con esso, infatti, gli agricoltori (i commercianti) vendono (acquistano) un prestabilito quantitativo di grano ad un prezzo prefissato e ad una determinata scadenza. In questo modo entrambi i soggetti riescono ad coprire i rispettivi rischi: gli agricoltori quello legato all’eventualità di un forte ribasso dei prezzi nei periodi di sovrapproduzione, i commercianti quello di natura opposta, connesso al rialzo dei prezzi nei casi di raccolti scarsi. Il future si presenta, quindi, come un contratto a termine mediante il quale si assume l’impegno di acquistare o vendere una quantità standardizzata di una merce o attività finanziaria ad un dato prezzo e ad una scadenza futura predeterminata. L’elemento principale che differenzia il contratto future dai generici contratti a termine è costituito dal fatto che le contrattazioni dei primi avvengono soltanto all’interno dei mercati borsistici ufficialmente riconosciuti. Da ciò deriva un’altra importante caratteristica dei futures: la standardizzazione delle condizioni. La presenza di precise regole di scambio e di negoziazione è un elemento che assicura la trasparenza del mercato, facilitando nel contempo la negoziabilità dei contratti.

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In questa sede ci occuperemo della tipologia di future che ha per attività sottostante gli indici azionari e in particolare del Fib30. IL FIB30 ED IL MINIFIB L’introduzione degli strumenti finanziari derivati è stata avviata nel mercato azionario italiano nel novembre 1994, con l’apertura delle contrattazioni del future sull’indice di borsa Mib30. In meno di sei anni si è assistito alla elevata crescita del numero e dell’importanza di questi strumenti, la cui diffusione, dopo essersi consolidata presso gli addetti ai lavori, sta oramai allargandosi anche presso gli investitori privati. Nel luglio del 2000 è stato introdotto un nuovo contratto future, il miniFIB, che ha caratteristiche analoghe al FIB30, la principale differenza è determinata dal fatto che il valore del contratto miniFIB è pari ad un quinto rispetto al contratto FIB30. I future sull’indice di borsa sono contratti con i quali due soggetti si accordano per acquistare/vendere un paniere di titoli azionari (indice), ad un prezzo prefissato ed a una data stabilita. L’indice azionario di riferimento per il mercato italiano è il Mib30, che comprende i principali 30 titoli della Borsa di Milano. Ciascuna azione ha un peso differente all’interno dell’indice in proporzione al valore di mercato delle società ed ai volumi di scambio dei relativi titoli. Le variazioni del Mib30 sono misurate in punti. Partito dal livello base di 10.000 punti, alla data del 31 dicembre 1992, alla fine dello scorso anno l’indice MIB30 aveva più che quadruplicato il suo valore. Le modalità di negoziazione del Fib30 e del miniFIB rispondono all’esigenza di soddisfare i requisiti di liquidità del mercato e nel contempo garantire il buon fine dei contratti. CARATTERISTICHE DEL CONTRATTO FIB30 •= Attività sottostante: indice Mib30 •= Valore del contratto: 5 euro per ogni punto indice •= Quotazione: punti indice. Esiste una quotazione "denaro" a cui il mercato é disposto ad

acquistare il contratto ed una quotazione "lettera" a cui il mercato é disposto a vendere il contratto. La differenza tra la quotazione "denaro" e la quotazione "lettera" é detta "spread".

•= Orario di negoziazione: Attualmente 09:15 - 17:30 (l'orario é suscettibile di modifica su disposizione della Borsa Italiana)

•= Movimento minimo di prezzo: 5 punti indice (25 euro) •= Scadenze: il contratto scade trimestralmente: in ogni momento sono quindi trattate le

quattro scadenze trimestrali a partire da quella corrente. Ad esempio nel corso del mese di luglio 2000 sono trattate rispettivamente le scadenze di Settembre 2000 (prima scadenza trimestrale), Dicembre 2000, Marzo 2001 e Giugno 2001. La prima e la seconda scadenza trimestrale sono le più liquide, cioé quelle su cui si concentrano la maggior parte delle contrattazioni e su cui le quotazioni del contratto in acquisto e in vendita prevedono lo spread più ridotto: é invece sicuramente molto illiquida l'ultima scadenza trattata (Giugno 2001 nel nostro esempio)

•= Prezzo di chiusura giornaliero: prezzo medio ponderato per le quantità dell'ultimo 10% dei contratti Fib scambiati nella giornata.

•= Regolamento: per contanti, in base al prezzo finale di regolamento •= Ultimo giorno di negoziazione: terzo venerdì del mese di scadenza, ore 09:30 •= Prezzo finale di regolamento: il valore dell'indice Mib30 calcolato sui prezzi di apertura

dell'ultimo giorno di negoziazione. CARATTERISTICHE DEL CONTRATTO MINIFIB •= Attività sottostante: indice Mib30 •= Quotazione: punti indice

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•= Valore del contratto: 1 euro per ogni punto indice •= Orari di negoziazione: Attualmente 09:15 - 17:30 (l'orario é suscettibile di modifica su

disposizione della Borsa Italiana) •= Movimento minimo di prezzo: 5 punti indice (5 euro) •= Scadenze: marzo, giugno. Settembre, dicembre (in ogni momento sono trattate solo le due

scadenze più prossime). Ad esempio nel corso del mese di Luglio 2000 sarà quotato il MiniFIB scadenza Settembre 2000 e il MiniFIB scadenza Dicembre 2000.

•= Prezzo di chiusura giornaliero: prezzo medio ponderato per le quantità dell'ultimo 10% dei contratti Fib30 scambiati nella giornata.

•= Regolamento: per contanti, in base al prezzo finale di regolamento •= Ultimo giorno di negoziazione: terzo venerdì del mese di scadenza, fino alle ore 09:30 •= Prezzo finale di regolamento: il valore dell'indice Mib30 calcolato sui prezzi di apertura

dell'ultimo giorno di negoziazione Cassa di Compensazione e Garanzia e sistemi di margini Per favorire la negoziabilità dei futures è stabilito che ogni operazione conclusa, sia in acquisto che in vendita, abbia come controparte la Cassa di Compensazione e Garanzia (CGG). La CGG frapponendosi tra il compratore ed il venditore, elimina il rischio di insolvenza e garantisce il buon fine delle negoziazioni effettuate sul mercato. A tutela della propria posizione la CGG richiede, per ogni acquisto o vendita, il versamento di margini di garanzia, che sono così suddivisi: •=Margine iniziale Per le posizioni, sia in acquisto che in vendita, che vengono mantenute aperte per più di un giorno (dette overnight), è richiesto il versamento di un margine iniziale su un apposito conto. La somma viene calcolata percentualmente sul prezzo di chiusura ufficiale della giornata in cui la posizione è stata aperta. L'investitore può versare la somma in contanti o depositare a garanzia titoli di Stato che sono valorizzati all'85% del loro valore nominale. La percentuale del margine iniziale fissata attualmente dalla CGG è pari al 7.5%, anche se spesso gli intermediari richiedono delle maggiorazioni in relazione al grado di rischiosità della clientela. La modifica della percentuale sopra indicata viene effettuata a discrezione della Cassa di Compensazione, durante la vita del contratto, sulla base delle condizioni di mercato. Per chiarire quanto avviene illustriamo il seguente esempio: l'investitore acquista un contratto FIB30 a 46.000 e al termine della prima giornata di contrattazione il prezzo di chiusura ufficiale risulta essere pari a 45.000. Il margine iniziale in questo caso sarà di 45.000 x 7.5% x 5 = 16.875 Euro e verrà versato su un apposito conto. Il giorno seguente la chiusura ufficiale è 44.000. Viene pertanto ricalcolato il valore del margine iniziale, che in questo caso sarà di 44.000 x 7.5% x 5 = 16.500 Euro. La Cassa di Compensazione e Garanzia provvederà a restituire all'investitore la differenza fra il margine versato il primo giorno e quello calcolato il secondo giorno (16.875-16.500 = 375 Euro). L'importo del margine iniziale servirà alla Cassa di Compensazione come garanzia nel caso in cui l'investitore risulti inadempiente. Nel caso di operatività su miniFIB i calcoli sono esattamente uguali con l’unica differenza che il moltiplicatore non è pari a 5 bensì è pari ad 1. Quindi utilizzando i dati dell’esempio precedente si otterrebbero i seguenti valori: margine iniziale primo giorno: 45.000*7.5%*1 = 3.375 Euro. Il giorno seguente il nuovo margine iniziale sarebbe pari a: 44.000*7.5%*1= 3.300 Euro. La differenza restituita all’investitore sarebbe pari a: 3.375-3.300 = 75 Euro. •=Margine iniziale “integrato” Qualora il cliente detenga contemporaneamente una posizione costituita da contratti FIB30 e da contratti miniFIB il calcolo dei margini iniziali terrà conto della posizione complessiva, espressa in termini di miniFIB. Ogni posizione FIB30 viene convertita in un numero “equivalente” di posizioni miniFIB nel rapporto 1 a 5.

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Ciò significa che se il cliente detiene contemporaneamente una posizione lunga su FIB30 ed una posizione corta su miniFIB i margini iniziali saranno calcolati sulla “posizione netta equivalente” in termini di miniFIB. Esempio: •= Posizione FIB30: +1 (un contratto acquistato); Posizione netta equivalente: +5 (rappresenta la conversione della posizione FIB30 in termini di miniFIB) •= Posizione miniFIB: -3 (tre contratti venduti) •= Posizione netta complessiva = +5-3 = +2 (rappresenta la posizione netta totale espressa in

termini di miniFIB) Ipotizzando che il prezzo di chiusura di giornata del contratto FIB30 sia pari a 45.000 il margine iniziale richiesto sarà pari a: posizione netta complessiva*prezzo chiusura FIB30*moltiplicatore miniFIB= 2*45.000*1*7.5%= 6.750 Euro •=Margine di variazione In base al sistema adottato (marking to market), ciascuna posizione aperta overnight genera un addebito/accredito sul conto corrente che dipende dalla differenza tra il prezzo di acquisto o di vendita del contratto e il prezzo ufficiale del Fib del giorno stesso. Riprendiamo l'esempio precedente. Nel caso di acquisto di un Fib a 46.000 e di chiusura della giornata a 45.000 la CCG preleverebbe sul conto dell'operatore la somma di 5.000 Euro (1000 x 5). Il giorno seguente il contratto è riaperto alla quota di 45.000 punti e sulla base del nuovo prezzo di chiusura ufficiale sarà calcolato il margine di variazione della seconda giornata. •=Margini aggiuntivi infragiornalieri La Cassa di Compensazione ha la facoltà di richiedere dei margini aggiuntivi qualora durante la seduta le quotazioni registrassero oscillazioni molto marcate rispetto alla chiusura del giorno precedente. Vengono calcolati in base all'esposizione complessiva del cliente, al netto dei margini già versati fino a quel momento. La decisione di applicare questo tipo di margini viene presa molto raramente L'ACQUISTO DEL FIB30 E DEL MINIFIB L'apertura di una posizione in acquisto sul contratto Fib30 (o sul contratto miniFIB) è essenzialmente motivata dall'opportunità di beneficiare di un trend rialzista del mercato azionario. Come emerge dal grafico 1, che illustra il profilo delle perdite e dei profitti nel caso di una posizione lunga l'investitore trae beneficio da un rialzo dei prezzi oltre 51.000, livello di acquisto del Fib30 (o del miniFIB). L'utile o la perdita di un contratto future in acquisto viene calcolato in base alla differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo iniziale di acquisto.

AC Q U IS T O F IB 30 o m in iF IB

-7500

-6000

-4500

-3000

-1500

0

1500

3000

4500

6000

7500

9000

49500 50000 50500 51000 51500 52000 52500 53000

P rezzo future

Perd

ita/

Pro

fitt

o

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Esempio (i valori dell’esempio possono essere utilizzati sia per il FIB30 sia per il MINIFIB): Prezzo di acquisto al giorno 03/04: 51.000 Margine iniziale: 7.5% Prezzo di chiusura al giorno 03/04: 50.000 Margine Iniziale (nel caso del Fib30): Valore del contratto 50.000*5 = 250.000 Euro (5 Euro è il valore convenzionale di ciascun punto dell'indice) Margine Iniziale 250.000 x 7.5% = 18.750 Euro Margine Iniziale (nel caso del miniFIB): Valore del contratto 50.000*1 = 50.000 Euro (1 Euro è il valore convenzionale di ciascun punto dell'indice) Margine Iniziale 50.000*7.5% = 3.750 Euro Per tenera aperta la posizione il cliente dovrà versare sul conto margini la cifra di 18.750 Euro (oppure 3.750 Euro per il miniFIB), in corrispondenza di un investimento che ha come controvalore 250.000 Euro (50.000 Euro nel caso del miniFIB). In realtà gli istituti di credito già per l'apertura di una posizione infragiornaliera richiednon una liquidità disponibile almeno pari al margine iniziale. Emerge qui una delle peculiarità dei contratti futures che viene comunemente indicata con l'espressione "leva finanziaria". Se l'investitore operasse direttamente sul mercato azionario, per realizzare un investimento di eguale ammontare dovrebbe acquistare titoli per 250.000 Euro (50.000 per il miniFIB). L'utilizzo dei futures consente, quindi, di amplificare i guadagni e le perdite connessi all'investimento, poichè rende sufficiente l'impiego di una somma relativamente piccola,18.750 Euro, (3.750 per il miniFib) rispetto al controvalore della posizione, 250.000 Euro (50.000 per il miniFIB).

L'effetto leva è calcolato come segue: toInvestimen

esottostant del Valore.

Nell'esempio è pari a 13.33 , ossia 250.000/18750 (50.000/3.750 per il miniFIB), ovvero la variazione del Fib30 (o del miniFIB) si traduce in 13.33 volte il guadagno/perdita della posizione aperta. Ipotizziamo che la posizione venga mantenuta aperta anche il giorno seguente e calcoliamo il margine di variazione. Margine di variazione (per il Fib30): Prezzo di chiusura 50.000 Prezzo di Acquisto 51.000 Saldo giornaliero: 50.000-51.000 = - 1.000 x 5 = -5.000 Euro Margine di variazione (per il miniFIB): Prezzo di chiusura 50.000 Prezzo di Acquisto 51.000 Saldo giornaliero: 50.000-51.000 = - 1.000 x 1 = -1.000 Euro A fine giornata l'operatore vedrà addebitarsi sul proprio conto corrente la cifra di 5.000 Euro (1000 Euro per il miniFIB). Il giorno successivo il contratto sarà riaperto sulla base del prezzo di chiusura del giorno precedente. Nella tabella seguente sono riportati i margini di variazione su Fib30, relativi a 15 giorni di contrattazione con la chiusura dell'operazione.

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Data Operazione Margine iniziale (Euro)

Prezzo di chiusura (punti)

Margine di variazione (Euro)

Saldo cumulato Margine di Var. (Euro)

3-apr Acquisto a 51000

18.750 50000 -5000 -5000

4-apr 18.825 50200 1000 -4000 5-apr 18.863 50300 500 -3500 6-apr 18.825 50200 -500 -4000 7-apr 18.713 49900 -1500 -5500 10-apr 18.806 50150 1250 -4250 11-apr 18.881 50350 1000 -3250 12-apr 19.013 50700 1750 -1500 13-apr 19.125 51000 1500 0 14-apr 19.350 51600 3000 3000 17-apr 19.500 52000 2000 5000 18-apr 19.650 52400 2000 7000 19-apr 19.538 52100 -1500 5500 20-apr 19.425 51800 -1500 4000 21-apr Vendita a 52000 19.500 52000 1000 5000 L'investitore vendendo il contratto future il 21 aprile a 52.000 Euro, realizza un profitto di 5000 Euro, con un investimento di soli 18.750 Euro. L'effetto leva è testimoniato dal rendimento dell'investimento, pari in questo caso al 26,66%. Ad operazione chiusa il saldo cumulato dei singoli margini di variazione coincide con la differenza tra il prezzo di acquisto e prezzo di vendita moltiplicato per 5 Euro (valore di ciascun punto indice), nell'esempio (52000-51000)*5=5000 Euro. Nel caso del miniFIB la tabella sarà la seguente: Data Operazione Margine iniziale

(Euro) Prezzo di chiusura (punti)

Margine di Var. (Euro

Saldo cumulato

03-apr Acquisto a 51000

3750 50000 -1000 -1000

04-apr 3765 50200 200 -800 05-apr 3772,6 50300 100 -700 06-apr 3765 50200 -100 -800 07-apr 3742,6 49900 -300 -1100 10-apr 3761,2 50150 250 -850 11-apr 3776,2 50350 200 -650 12-apr 3802,6 50700 350 -300 13-apr 3825 51000 300 0 14-apr 3870 51600 600 600 17-apr 3900 52000 400 1000 18-apr 3930 52400 400 1400 19-apr 3907,6 52100 -300 1100 20-apr 3885 51800 -300 800 21-apr Vendita a 52000 3900 52000 200 1000 Nel caso del miniFIB, utilizzando gli stessi prezzi l’investitore realizza un profitto pari a 1000 Euro, con un investimento di soli 3.750 Euro. L'effetto leva, anche in questo caso, è pari a 26,66%. Ad operazione chiusa il saldo cumulato dei singoli margini di variazione coincide con la differenza tra il prezzo di acquisto e prezzo di vendita moltiplicato per 1 Euro (valore di ciascun punto indice), nell'esempio (52000-51000)*1=1000 Euro.

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LA VENDITA DEL FIB30 E DEL MINIFIB I futures consentono agli operatori anche di sfruttare i momenti di debolezza del mercato. Aprendo una posizione in vendita sul Fib30, short Fib, (oppure sul miniFib) si scommette sul ribasso del listino azionario. La possibilità di vendere future è utile sia agli investitori privati sia agli istituzionali (banche, fondi, assicurazioni) che grazie a questo strumento possono coprire il proprio portafoglio azionario nei periodi in cui si prevede una correzione al ribasso dei corsi. Nel caso di vendita di un contratto future (Fib30 o miniFIB) a 51.000 punti il profilo grafico della posizione sarebbe il seguente:

V E N D I T A F I B 3 0 o m in iF I B

- 8 0 0 0

-6 0 0 0

-4 0 0 0

-2 0 0 0

0

2 0 0 0

4 0 0 0

6 0 0 0

8 0 0 0

4 9 5 0 0 5 0 0 0 0 5 0 5 0 0 5 1 0 0 0 5 1 5 0 0 5 2 0 0 0 5 2 5 0 0 5 3 0 0 0

P r e z z o fu t u r e

Perd

ita/

Pro

fitt

o

Consideriamo, basandoci sulle reali quotazioni di mercato, la posizione delle perdite/profitti di un investitore che ha venduto un FIB30 (o un miniFIB) in data 06 marzo a quota 51.000, e che chiude l'operazione comprando un contratto il successivo 24 marzo a 47.000. La discesa dei corsi azionari del Mib30 ha trainato al ribasso anche le quotazioni dei contratti future (Fib30 e miniFIB) che in meno di 20 giorni hanno perso 4.000 punti. All'investitore che avesse utilizzato questa strategia l'investimento avrebbe fruttato 20.000 Euro nel cao del Fib30 (4.000 nel caso di miniFIB), a fronte di un esborso iniziale di 19.150 (3.830 nel caso del miniFIB) con un rendimento di circa il 104%. In tabella è riportato l’andamento giornaliero dei margini nel caso del Fib30: Data Operazione Margine Iniziale

(Euro) Prezzo di chiusura (punti)

Margine di variazione (Euro)

Saldo cumulato (Euro)

6-mar Vendita a 51.000 19.149 51065 -325 -325 7-mar 18.646 49722 6715 6390 8-mar 18.555 49480 1210 7600 9-mar 18.790 50107 -3135 4465 13-mar 18.907 50419 -1560 2905 14-mar 18.425 49133 6430 9335 15-mar 18.377 49004 645 9980 16-mar 17.608 46955 10245 20225 17-mar 18.116 48309 -6770 13455 20-mar 18.309 48825 -2580 10875 21-mar 18.125 48333 2460 13335 22-mar 17.982 47952 1905 15240 23-mar 17.618 46982 4850 20090 24-mar Acquisto a 47.000 17.580 46881 -90 20000

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Nel caso del miniFIB i valori risultano pari ad un quinto rispetto al Fib 30: Data Operazione Margine Iniziale

(Euro) Prezzo di chiusura (punti)

Margine di variazione (Euro)

Saldo cumulato (Euro)

06-mar Vendita a 51.000 3.830 51065 -65 -65

07-mar 3.729 49722 1.343 1.278

08-mar 3.711 49480 242 1.520

09-mar 3.758 50107 -627 893

13-mar 3.781 50419 -312 581

14-mar 3.685 49133 1.286 1.867

15-mar 3.675 49004 129 1.996

16-mar 3.522 46955 2.049 4.045

17-mar 3.623 48309 -1.354 2.691

20-mar 3.662 48825 -516 2.175

21-mar 3.625 48333 492 2.667

22-mar 3.596 47952 381 3.048

23-mar 3.524 46982 970 4.018

24-mar Acquisto a 47.000 3.516 46881 -18 4.000

GLI ORDINI Le contrattazioni sono realizzate nel mercato telematico attraverso l’inserimento di una serie di funzioni in automatico. Il prezzo al quale vengono acquistati i future è detto "denaro" o "bid" mentre il prezzo di vendita è denominato "lettera" o "offer". Le proposte in denaro sono ordinate in senso decrescente mentre quelle in lettera in senso crescente.

L'inserimento di ORDINI A MERCATO, è una strategia giustificata dalla necessità di approfittare tempestivamente di una forte fase ascendente/discendente delle quotazioni. L’ordine viene eseguito al migliore prezzo disponibile presente sul mercato, il denaro nel caso di vendita, la lettera nell’ipotesi di acquisto. E' necessario comunque che l'operatore dichiari in maniera inequivocabile il prezzo a cui vuole effettuare l'acquisto o la vendita. Prima di utilizzare questa procedura è consigliabile controllare le quotazioni denaro-lettera presenti nel book di negoziazione. In caso di acquisto, per aumentare la probabilità che l'ordine venga eseguito, è consigliabile aggiungere ad esempio 40-50 punti alla miglior lettera. In caso di vendita si suggerisce invece di trasmettere un ordine con 40-50 punti in meno rispetto al miglior denaro.

Per gli investitori che operano su molti contratti in vendita o in acquisto è inoltre fondamentale controllare le quantità relative alle singole quotazioni, prima di inserire un ordine a mercato. Se un investitore deve acquistare/vendere molti contratti futures può rivelarsi conveniente passare gradualmente gli ordini, poiché nel caso le operazioni venissero effettuate in un’unica soluzione si potrebbe fare salire/scendere il prezzo degli ultimi contratti in esecuzione. Esempio: vendita 20 contratti a mercato – ultimo prezzo 46.400 Miglior denaro Quantità

46.395 2 46.385 2 46.375 1 46.370 3 46.360 2 46.350 10 Con l’ordine di vendita “a mercato” venderemmo velocemente i 20 contratti, facendo però calare le quotazioni sino a 46.350, prezzo di vendita degli ultimi 10 contratti. Probabilmente l’operazione avrebbe un esito migliore immettendo gli ordini gradualmente, passando prima i

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due contratti a 46.395, in modo da poter beneficiare di eventuali inserimenti di altre proposte di segno opposto allo stesso prezzo. L'UTILIZZO DEGLI STOP-LOSS L'elevata volatilità dello strumento suggerisce di utilizzare alcuni accorgimenti, in modo da contenere le eventuali perdite che possono presentarsi durante la normale operatività. Per soddisfare questa esigenza, è importante fissare quello che in gergo tecnico viene denominato uno "stoploss", ovvero la massima perdita che per una determinata posizione si è disposti a sopportare. Il ricorso agli stoploss è indispensabile, poiché, per quanto sbagliate possano rivelarsi le scelte adottate, consente di evitare rilevanti perdite. L’UTILIZZO DEGLI STOP LOSS •= Valore di mercato contratto future: BID 46200 / ASK 46210 •= Inserisco un ordine di acquisto a 46250 (in questo caso si tratta di un acquisto a mercato) •= L’ordine viene eseguito al miglior prezzo lettera presente in quel momento nel book

(46210) •= Al fine di limitare la perdita si inserisce un ordine di vendita in stop al prezzo di 46100.

Att.ne l’inserimento di un ordine in stop o debordant prevede sempre l’indicazione di due prezzi: uno é il cosiddetto prezzo stop order che rappresenta il livello di attivazione dell’ordine, l’altro é il prezzo limite che rappresenta il prezzo a cui l’ordine sarà inviato al mercato. Nel caso di vendite stop loss il prezzo stop é maggiore del prezzo limite, nel caso di acquisti in stop il prezzo stop é minore del prezzo limite. (Solitamente l’intervallo tra i due prezzi é di 100 punti). L’intervallo tra i due prezzi può anche essere inferiore a 100, ma in questo modo si corre il rischio di vedere ineseguito il proprio ordine, soprattutto se il mercato è molto volatile.

•= Non appena il mercato esegue uno scambio a 46100 l’ordine stop (che é per sua natura un ordine inattivo, quindi non presente nel book di negoziazione) viene attivato ed inviato al mercato al prezzo di 46000. (Ovviamente la procedura di controllo e di attivazione é fatta in modo automatico e tempestivo)

•= L’ordine verrà eseguito alla miglior proposta denaro presente in quell’istante: ipotizziamo 45990.

•= Il risultato dell’operazione sarà pertanto: 45990-46250= -260 punti Dall’esempio si può comprendere che gli ordini in stop possono essere eseguiti ad un prezzo che é sensibilmente diverso dal prezzo stop. L’attuazione di questa copertura risulta molto utile nel caso di forti movimenti direzionali di segno contrario alla strategia intrapresa. L’inserimento di uno stoploss risulta molto utile nelle strategie di day trading, mentre risulta meno opportuna in caso di trading intraday a causa degli elevati cambi di direzione che il mercato registra nel corso della stessa seduta. LA CHIUSURA DELLA POSIZIONE Per molti operatori la scelta del momento in cui chiudere la posizione si rivela un punto dolente. Fermo restando che non è possibile indicare comportamenti validi in assoluto possiamo segnalare tre suggerimenti:

a) passare un ordine di chiusura in anticipo (take profit) sull’obiettivo più lontano, ovvero poco sotto una resistenza importante nel caso di acquisto, o leggermente sopra un supporto importante per chiudere una precedente posizione in vendita.

Esempio: Acquisto a 46.400, Ultimo prezzo 46.700 Resistenza 47.000 Ordine di vendita a quota 46.900 punti, per chiudere in anticipo realizzando eventualmente 500 punti di guadagno. b) Avvicinare lo stoploss quando la posizione è in utile, facendolo diventare stop

profit;

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Esempio: Partendo dalla situazione dell’esempio precedente può verificarsi la seguente situazione: Il valore del future passa da 46210 a 46500. In questo caso si può cancellare l’ordine in stop a 46100 ed inserire un nuovo ordine, in sostituzione del precedente, al prezzo stop di 46400 (prezzo limite 46300). In questo caso, anche se il mercato dovesse scendere al di sotto di 46400, la posizione verrebbe chiusa comunque in guadagno ad un prezzo che non è determinabile a priori in modo preciso. E’ molto probabile, comunque che la vendita in stop venga eseguita ad un prezzo molto vicino a 46400 consentendo un profitto di circa 150 punti. In questo caso il termine corretto per definire il nuovo ordine sarà stop profit anzichè stop loss. c) Per chi opera con almeno due contratti può rivelarsi vincente la strategia di

chiuderne uno sul primo obiettivo mantenendo l’altro sul secondo obiettivo. Con questo metodo il primo contratto serve a pagare l’eventuale stop del secondo contratto, e permette dunque di arrivare al secondo obiettivo con rischio nullo.

OPERATORI E FINALITA’ DELLO STRUMENTO A seconda della finalità perseguita attraverso l'utilizzo del future solitamente si distinguono tre tipologie di operatori: 1) lo speculatore: la maggior parte delle operazioni sui future è effettuata con l'apertura di

posizioni di rischio speculative. Generalmente lo speculatore ha convenienza ad operare sul future, piuttosto che acquistare direttamente sul mercato i titoli componenti l'indice di riferimento, in virtù dell'effetto leva sopra evidenziato e dei ridotti costi di transazione. Le principali attività di trading possono ulteriormente essere suddivise in:

a) Position trading, tipica dell'operato dei gestori di medio-grandi dimensioni che intendono

sfruttare i movimenti del future per un periodo che va da qualche giorno ad un paio settimane. Il position trading non richiede un dispendio notevole di tempo visto che la posizione è mantenuta per diverse sedute ma necessita di capitali spesso elevati dal momento che il patrimonio dell'investitore deve essere in grado di sopportare oscillazioni di prezzo anche consistenti. Il successo delle operazioni è legato alla capacità di individuare correttamente il trend di fondo del mercato.

b) Intraday trading, il trading infragiornaliero viene effettuato da professionisti e piccoli investitori. Questi ultimi devono possedere un'elevata esperienza e degli adeguati strumenti tecnici per poter competere con gli speculatori professionisti di banche e società di investimento mobiliare. Questa strategia comporta un notevole impegno di tempo oltre che una rilevante dose di affaticamento psicologico visto l'elevato numero di operazioni che vengono compiute.

c) Day trading, è effettuato da piccoli investitori e professionisti con un'ottica di diversi giorni, ad esempio settimanale. Questo tipo di operatività, se da un lato non ha la componente di stress dettata dall'assunzione di continue posizioni, dall'altro presenta i rischi legati alla scarsa prevedibilità dello strumento. Il future è spesso sensibile alle notizie societarie e macroeconomiche che vengono rilasciate nel corso della settimana e risulta pertanto difficile anticiparne la dinamica delle quotazioni.

2) l'hedger utilizza il future sull'indice di borsa per coprire i rischi derivanti dal possesso di

un portafoglio di azioni. In questo modo gli investitori che dispongono di un pacchetto di azioni del Mib30 cercano di tutelarsi dall'eventualità di una correzione del mercato vendendo future.

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3) l'arbitraggista sfrutta eventuali anomalie presenti tra i prezzi di mercato delle attività sottostanti (la azioni del Mib30) e le quotazioni del future collegato, con l'intento di lucrare piccoli somme su grossi volumi. Soltanto i grandi operatori hanno le potenzialità di adottare strategie di arbitraggio che per natura sono temporanee, poiché legate a momentanee inefficienze del mercato.

GLI ELEMENTI CHE INFLUISCONO SULLE QUOTAZIONI I prezzi del future riflettono soprattutto l'andamento dell'attività sottostante il contratto, ovvero le quotazioni dei 30 titoli che compongono l'indice Mib. Si possono così evidenziare i quattro elementi principali che concorrono a determinare la variazione del future: 1) Valore MIB30: è l'elemento che influisce maggiormente nella determinazione del prezzo

future; più aumenta il valore dell'indice e più naturalmente crescono le quotazioni del contratto derivato.

2) Tasso di interesse: il future è correlato positivamente alla variazione dei tassi di interesse. Nell'ipotesi che un investitore non abbia il capitale e debba indebitarsi per operare risulta più conveniente lo strumento future rispetto ad un investimento nel mercato azionario cash, che come abbiamo visto parlando di leva finanziaria, richiede un capitale decisamente più elevato.

3) Dividendi: più aumentano i dividendi distribuiti dai titoli sottostanti l'indice e minore sarà il valore di riferimento del future. Quando i tassi di interesse sono minori dei dividendi, il future quoterà a valori inferiori a quelli dell'indice.

4) Tempo a scadenza: più lungo è il periodo di tempo mancante alla scadenza del contratto e maggiore è, solitamente, il prezzo del future rispetto all'indice.

LE STRATEGIE PIU’ COMUNI Un primo elemento da considerare nella definizione delle scelte da adottare è legato alla valutazione delle potenzialità del mercato. Mediamente i futures registrano delle oscillazioni di 500-800 punti per seduta, creando quindi occasioni di rilevanti utili/perdite giornalieri. Le difficoltà di operare nel mercato dei futures dipendono dal fatto che le quotazioni per buona parte delle contrattazioni si muovono in modo laterale, ovvero con movimenti di 150-300 punti. Dopo queste fasi, nelle quali compratori e venditori cercano di disorientarsi a vicenda, si creano i presupposti affinché si realizzino movimenti più ampi. Si possono individuare due grandi linee strategiche che prevalgono per la maggiore fra i trader: •=Seguire la tendenza del mercato sfruttando la rottura di resistenze (livelli di prezzo

che ostacolano il proseguimento del trend rialzista) o supporti (livelli in corrispondenza dei quali le quotazioni tendono ad arrestare la tendenza ribassista). Questa tecnica dà la possibilità di porre degli stop piuttosto stretti, approfittando così anche di contenute oscillazioni. Lo svantaggio è costituito dall'eventualità che i superamenti di resistenze/supporti costituiscano dei falsi segnali, ovvero che le quotazioni possano rientrare all’interno dei limiti precedentemente superati. A tale proposito è consigliabile attendere la conferma dei segnali di rottura dei livelli massimi/minimi ad esempio aggiungendo 50 punti agli ordini in acquisto.

•=Andare in controtrend, approfittando delle oscillazioni massime del future, vendendo non appena la pressione rialzista porta le quotazioni poco sotto le resistenze ed effettuando operazioni in acquisto nel caso la discesa dei corsi spinga il titolo in prossimità dei supporti. Questa strategia comporta un elevato grado di rischiosità ma offre delle potenzialità di guadagno molto consistenti, spesso superiori ai 300 punti. Lo svantaggio è rappresentato dal fatto che non sempre vengono raggiunti i livelli estremi previsti, rendendo di fatto inapplicabile l’attuazione della compravendita. Dopo l’apertura della posizione possono essere fissati degli Stop, che se troppo larghi limiterebbero, però, la remuneratività delle operazioni. Il ricorso a questa strategia è decisamente da evitare in fasi di mercato con forti tendenze rialziste o ribassiste, nelle quali

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gli stop potrebbero saltare molto facilmente. E' da considerarsi imprudente, inoltre, applicare questa tecnica in chiusura di seduta, in previsione di una discesa o di un rimbalzo nel giorno successivo. Fatti salvi i casi in cui vengono raggiunti livelli di resistenza/supporto particolarmente importanti, se in chiusura di giornata il contratto è sui massimi/minimi, le quotazioni del mattino seguente tenderanno a seguire il trend della seduta precedente.

LA PSICOLOGIA DEL TRADER Nei paragrafi precedenti abbiamo descritto le caratteristiche del Fib30 e del miniFIB, le diverse strategie che possono essere adottate per trarre profitto dalle operazioni con i future. Indagini recenti compiute negli Stati Uniti hanno evidenziato, tuttavia, come sia molto importante conoscere lo strumento oggetto di trading e la filosofia sottostante all'operatività e al mercato in cui lo strumento viene trattato. Il future è uno strumento cosiddetto standardizzato, ossia con regole del gioco precise ed ineludibili e garanzie fornite da una cassa di compensazione, oltre che da un sistema di margini che tutela il mercato in merito all’affidabilità degli operatori ad esso aderenti. Come si spiega allora la diffidenza di molti operatori verso questa tipologia di strumenti e la convinzione, spesso superficiale e generalizzata, che i future siano “troppo rischiosi” ed espongano gli investitori a pericoli anche elevati e a perdite consistenti? Nell’approfondire l’argomento dal punto di vista teorico ci siamo accorti che molti libri di testo trascurano un elemento che in molti casi risulta essere prioritario per comprendere la natura di uno strumento e il suo appeal presso gli investitori. Ci riferiamo nella fattispecie alla PSICOLOGIA che accompagna le operazioni di trading. Avendo avuto la possibilità di lavorare gomito a gomito con trader professionisti e, comunque, avendo contatti frequenti con operatori attivi sui futures, assidui frequentatori dei borsini, abbiamo individuato COMPORTAMENTI per così dire TIPICI, che, a volte, si trasformano in STRATEGIE PERDENTI e INFRUTTUOSE. Di seguito cercheremo di fornire una breve elenco agli ATTEGGIAMENTI DA EVITARE a cui faremo seguire una semplice guida con REGOLE DI AUTODISCIPLINA che abbiamo sperimentato riducono i rischi di errore. 1. NON OPERARE SE NON CONVINTI DELLA POSIZIONE CHE SI STA ASSUMENDO.

Accade, infatti, spesso che si voglia assumere una posizione solo per la smania di voler operare, di non sentirsi inattivi e senza essersi prima fatti un’idea precisa, magari errata, ma comunque consapevole di che direzione stia prendendo il mercato.

2. NON LASCIARSI INFLUENZARE DA FATTORI INTERNI ED ESTERNI. Uno degli

elementi importanti per operare in maniera profittevole è quella di acquisire un ampio livello di oggettività nelle scelte. Ciò non vuol dire che non vadano ascoltate le opinioni degli analisti, diffuse da media e giornali, ma significa essere il più possibile padroni delle proprie azioni e non agire mai per effetto di condizionamenti esterni. Spesso un suggerimento deve essere filtrato e, comunque, va adattato al proprio modo di operare, agli obiettivi che si intendono perseguire e alla propria personalità.

3. NON PENSARE CHE IL MERCATO SIA SEMPRE AL RIALZO. Sebbene sia

statisticamente dimostrato che sono leggermente superiori le probabilità che il mercato sia al rialzo, non va dimenticato che anche per periodi molto lunghi dell’anno i mercati sono in range, se non addirittura al ribasso. Sulla borsa italiana, ad esempio, negli ultimi anni, si registra un andamento decisamente ciclico dei prezzi: fra ottobre e marzo, di solito, il mercato mostra un trend marcatamente rialzista, per poi subire prese di beneficio in primavera e in autunno, almeno fino alla prima metà di ottobre. I mesi estivi, generalmente, sono invece caratterizzati da fasi altalenanti, con punte di massimo a luglio

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e di minimo a settembre. La periodicità sopra evidenziata, che pur non essendo una regola rigida presenta elementi di veridicità elevati, dovrebbe insegnare che, per periodi anche lunghi, impostare esclusivamente strategie al rialzo non è sempre una scelta vincente.

4. NON ESSERE INGORDI. E’ un fenomeno che si riscontra spesso nell’operatività e diventa

quasi sempre motivo di frustrazione. Frasi come “…ero in utile di 2000 punti, poi ho perso tutto….” sono sintomatiche dell’incapacità di gestire una posizione in profitto e di un’ingordigia di fondo. Questa situazione è decisamente negativa, poiché mano a mano che gli utili iniziano ad assottigliarsi si assiste al sopraggiungere di una condizione di inerzia, che impedisce, in ultima analisi, di prendere beneficio della parte residua di profitto. Questo atteggiamento spiega perché, molte operazioni, dopo aver garantito utili anche elevati, si trasformano in dolenti note per l’investitore. Una volta che questo succede, in molti casi, l’individuo è incapace di reagire ed è portato ad astenersi del tutto dall’operatività anche per periodi di tempo elevati.

5. NON SPERARE CHE UN’OPERAZIONE SBAGLIATA RIENTRI. La coppia PAURA-

SPERANZA è molto spesso fatale all’investitore. Avere speranza che l’operazione abbia successo, dopo un avvio difficile, è già un segnale che la scelta compiuta è stata sbagliata. In questo modo, si perde di vista l’andamento di fondo del mercato e, soprattutto, viene meno la lucidità che invece dovrebbe accompagnare ogni operazione, e, a maggior ragione, quella su future.

6. NON ANDARE CONTRO IL TREND. E’ una regola piuttosto semplice, ma viene spesso

violata. Molto spesso l’investitore assume una tale sicurezza in se stesso e nei propri mezzi che pretende di essere in grado di comprare ai minimi e vendere ai massimi del mercato. Questo fa sì che con la propria operatività si vada alla continua ricerca dei punti di svolta, cercando i picchi. Se questa strategia può avere senso nelle fasi di congestione del mercato, quando, con l’aiuto degli oscillatori e di altri indicatori tecnici, è possibile individuare aree critiche di acquisto e di vendita, a rischio “relativamente basso”, non è altrettanto facile da seguire in presenza di una fase direzionale. Il trend, in linea di massima, va seguito: si rischia, in caso contrario, di effettuare molte operazioni controtrend che, soprattutto in fasi di mercato fortemente direzionali, portano a perdite anche consistenti.

7. NON LASCIARSI PRENDERE DALL’EUFORIA E DALLA DEPRESSIONE. Dopo una serie

di operazioni di successo può essere conveniente limitare l’operatività: di solito non si è né più né meno bravi del passato e l’eccessiva sicurezza rischia di diventare pericolosa. Allo stesso modo, quando una serie di operazioni non ha successo, diventa spesso dannoso aumentare l’operatività con la prospettiva di ridurre le perdite: meglio fermarsi e riflettere sugli errori.

8. NON METTERE IN GIOCO PIU’ DI QUANTO SI POSSA RAGIONEVOLMENTE

PERDERE o, in altri termini, NON ECCEDERE. Fra quelle esposte, questa, a opinione di chi scrive, risulta essere una regola fondamentale, per evitare che un potenziale trader perda la possibilità di operare e subisca conseguenze psicologiche rilevanti. E’ un principio che vale per qualsiasi tipo di investimento e a maggior ragione per i future. E’ necessario fissare un limite massimo di perdite che sono sopportabili sia dal patrimonio dell’investitore che dai suoi nervi!

E’ chiaro che le osservazioni sopra esposte non prescindono da una componente elevata di soggettività; si tratta tuttavia di atteggiamenti per così dire tipici e riscontrabili nella maggior parte degli investitori e soprattutto di quei soggetti che considerano il trading come uno strumento per incrementare il loro patrimonio. Può sembrare banale al professionista della finanza, ma la scelta della filosofia, Trading o Investimento è molto spesso cruciale per determinare il successo o l’insuccesso delle

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operazioni. Di seguito proponiamo alcuni principi di base che dovrebbero essere tenuti in considerazione nell’approccio all’investimento. 1. IMPOSTARE GLI OBIETTIVI D’INVESTIMENTO. La scelta della tipologia di investimento

non può, a nostro avviso, prescindere dalle caratteristiche patrimoniali del soggetto, dalla sua situazione finanziaria e dal suo tenore di vita. E’ chiaramente diversa la prospettiva di un individuo giovane, con un orizzonte di vita lavorativa ancora lungo e quella del capofamiglia, magari pensionato che ha la necessità di pianificare gli investimenti per garantire lo studio dei figli o l’acquisto della prima casa. L’investitore con una media propensione al rischio avrà, pertanto, fra i principali obiettivi, quello della liquidità/liquidabilità dell’investimento, oltre alla crescita del capitale investito. Può infatti avvenire che si trovi costretto a liquidare parte dell’investimento in qualsiasi momento (ad esempio per l’acquisto della casa) e voglia perciò evitare il più possibile oscillazioni brusche del capitale investito. Al contrario, l’obiettivo prioritario di un trader è quasi esclusivamente la crescita del capitale che, per sua natura, contiene una componente di rischio più elevata.

2. SCEGLIERE GLI STRUMENTI CHE MASSIMIZZANO GLI OBIETTIVI DI

INVESTIMENTO. Questo principio si collega strettamente a quanto esposto nel punto precedente. I mercati finanziari offrono oggi una gamma pressoché infinita di prodotti finanziari e si tratta di scegliere quello più compatibile non solo con le proprie esigenze, ma anche con le caratteristiche personali. E’ evidente che il future, con le caratteristiche che abbiamo sopra illustrato, rischia di non essere idoneo a quanti siano fortemente avversi al rischio, così come i titoli obbligazionari a breve scadenza, quali ad esempio i Bot, possono non essere lo strumento più indicato a quanti vogliano massimizzare la redditività e la crescita del capitale.

3. INFORMARSI ATTENTAMENTE SULLE CARATTERISTICHE DEI DIVERSI PRODOTTI

FINANZIARI. E’ necessario in questo caso documentarsi sulla tipologia di investimento che si intende intraprendere, nonché sul mercato su cui i diversi strumenti di investimento sono negoziati.

4. STABILIRE UN CODICE DI AUTODISCIPLINA. L’opinione autorevole di Martin Pring,

che ha approfondito le tematiche relative alla psicologia dell’investitore, concentra proprio l’attenzione sulla possibilità di adottare addirittura un codice di regole scritto che deve essere seguito nel momento in cui si presenta il conflitto psicologico. Il codice può non essere del tutto rigido e possono essere apportate delle modifiche in funzione delle situazioni di mercato e della maggior competenza che si acquisisce nell’operatività. In ogni caso il piano scritto ha il vantaggio di obbligare al rigore, alla disciplina e all’oggettività.

5. IMPARARE DAGLI ERRORI. La presenza di un piano scritto costituisce un primo

importante elemento di controllo sulla capacità di seguire o meno la disciplina che ci si è imposti. L’esperienza gioca in questo senso un ruolo fondamentale e consente di ridurre gli errori di valutazione e di comportamento del trader e dell’investitore.

BUON TRADING A TUTTI!!!