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1 “I Gioielli di Bangamukanda” Pagliai Alberto Anno 2012 “ Un viaggio nello Sri Lanka” San Valentino Giornata convulsa di corsa, di mille definizioni, mille baci affettuosi di Asia.

I Gioielli di bangamukanda

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diario di viaggio Sri Lanka 2012

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“I Gioielli di Bangamukanda”

Pagliai Alberto

Anno 2012 “ Un viaggio nello Sri Lanka”

San Valentino

Giornata convulsa di corsa, di mille definizioni, mille baci

affettuosi di Asia.

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Nell’ ultimo giorno di palestra è successo di tutto, ricchionata

stratosferica di Andrea “VOGUE” con pose molto sexy, ormai di

norma per me, con finale in ricordo di Whitney Houston,

momento di forte emozione, culminato nel mio sfogo sulla bike

di spinning, nel finale di lezione di Paola, sulle note di Pride.

Bei momenti forti emozioni, ma l’ orario di partenza arriva.

E’ tempo d’andare a Fiumicino ad imbarcarsi destinazione SRI

LANKA …..

15/02/2012

Digerito la giornata di San Valentino, arriva il grande giorno, si

saluta tutti con la massima nonscialance, per non sentire troppo

Il distacco, ma il saluto ad Asia si sente eccome!

Ma si fa finta di nulla e si parte, però prima ci concediamo un

pranzo al “Tutto Bono” dove lavora l'altro mio figlio Samuele.

Ci servono un piatto di falde di seppia al curry con riso basmati.

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Il pesce era un po’ coriaceo, ma và bene lo stesso in fondo ci ha

permesso di passare una mezz’ ora con Samuele, che anche se

non lo dimostra, penso gli abbia fatto piacere la nostra

presenza, per non parlare del nostro piacere che è grandissimo.

Alle 16 andiamo all’ appuntamento con i miei zii Mario e Grazia,

che insieme a mia moglie Paola sono la compagnia di questa

avventura.

Alle 22 Partiamo da Fiumicino con un volo della “ Qatar” in

direzione “Doha” lo scalo intermedio che ci porterà a

“ Colombo” nello Sri Lanka.

Non sò bene cosa mi aspetto da questa esperienza, di sicuro

uscire dalla quotidianità e da tutto ciò che rende banale, lo

svolgersi delle giornate quotidiane.

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Forse cerco delle emozioni, o forse la bellezza, non lo so di

preciso, aldilà delle difficoltà che ho avuto negli ultimi tempi,

mettere uno stop per qualche giorno, spero che mi ricaricherà.

16/02/2012

Aspetto il volo per “Colombo”, la notte ha già lasciato il posto

“ Alla tenera luce dell’ est” , il giorno è qui che ci aspetta…

Il volo parte con circa un’ ora di ritardo, si arriva a destinazione

alle 17 ore locali. All’ aeroporto ci aspetta con un taxi “Neil” , un

amico di Mario con i suoi 3 figli al seguito, la strada per “

Hikkaduwa” è un inferno, è trafficatissima, con migliaia di

mezzi, fra cui tanti “Tuck” ( una specie di Ape della Piaggio,

modificata per il trasporto di persone ), che si infilano da tutte

le parti, ed un inquinamento pazzesco.

Tutti in coda per circa 3 – 4 ore, con in arrivo una bella tempesta

tropicale.

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Alle 22 dopo 25 ore di viaggio, finalmente si arriva a

destinazione, una fugace cena e di corsa a letto.

17/02/2012

E’ venerdì 17, già il titolo è inquietante, ma la sfortuna non

esiste e la giornata fila via liscia.

I fatti sono stati tanti e tutte esperienze di altissimo livello.

Si comincia con la visita ad un istituto , pieno di giovani vite, chi

più, chi meno , con gravi difetti fisici e mentali.

Non mi vergogno a dire che l’ arrivo in questa struttura mi ha un

po’ turbato, ci sono circa 50 persone rinchiusi all’ interno di

questo luogo, la maggior parte senza la possibilità di un futuro.

All’ arrivo si viene presi d’ assalto, tutti ci vogliono toccare, ci

abbracciano, una donna “Mama” mi prende per mano, mi porta

a spasso come un fidanzato, si và a vedere la cucina, regna il

caos, una montagna di pentole annerite dal fuoco a legna sono

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ammassate in terra da una parte, c’ era un grande camino tutto

nero, tutto l’ ambiente era infernale un uomo stava sezionando

un pollo con una mannaia.

Ci si sposta nella camerata, nel corridoio, inginocchiato c’era

“Presanna” un ragazzo cieco e sordo, che alcuni anni fà, Mario

portò in Italia per fare degli esami, in modo da capire che

speranza di vita potesse avere.

I danni cerebrali sono irreparabili, è nato così e rimarrà così ,

finchè qualcuno in cielo non lo reclamerà.

Ci ha riconosciuto, trovarlo in ginocchio è stata dura, ma l’

abbraccio è stato dolcissimo, continuava a ripetere “ Attie” non

è in grado di dire altro, ma a volte con una parola si apre un

mondo.

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Abbiamo distribuito un sacchetto di caramelle, in attesa del

gestore di questo posto e ci siamo intrattenuti circa un’ ora con

queste povere anime.

Quello che colpisce sono i loro occhi, sono sereni come se tutto

fosse normale, la loro vita è dietro quel cancello, là si vive si

piange si ride si muore, ma il sole è lassù per tutti e loro sono

illuminati da una luce che non ho idea di dove arrivi.

La loro anima è candida non mi sò spiegare la loro forza, per

molto meno forse avrei ceduto, oggi ho imparato una grande

lezione.

La serenità si deve cercarla dentro di noi, la vita possiamo solo

tradirla, si dovrebbe essere felici anche solo per l’ aria che ci

entra nei polmoni.

Poi arrivato il gestore gli consegnammo, la spesa che avevamo

acquistato in mattinata appositamente per loro.

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Per lo più generi alimentari, con l’ equivalente di circa 100 euro

è stato possibile acquistare cibarie per circa un mese, forse è

stato un granello di sabbia in un mare, ma vi posso assicurare

che mai il denaro è stato speso meglio.

Mario e Grazia dopo varie esperienze sono riluttanti a dare

soldi, c’ è sempre la paura che qualcuno possa fare il furbo, è

per questo che è preferibile acquistare qualcosa che

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sicuramente servirà. Avevamo anche portato dall’ Italia del

vestiario che è stato molto apprezzato.

Ci si congeda, finchè non si chiudono le porte del pulmino è un

susseguirsi di strette di mano, abbracci e baci, non è facile, ma si

riparte.

Per smaltire l’ esperienza poi siamo andati a visitare un tempio

buddista in cima ad una collina, vicino al centro di “Galle”, città

rasa al suolo dallo tsunami.

Il tempio è situato in cima ad una scogliera a precipizio sul mare,

ci siamo messi su una roccia , nella classica posizione a sedere

del Buddha a contemplare il mare e a pensare quante vite si è

preso. L ‘ energia è arrivata ci voleva un momento così per

ricaricarsi.

Si pranza e si riparte, ci addentriamo nell’ interno, per andare a

cercare una famiglia con 8 figli, a cui è stata assegnata una casa

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destinata alle vittime dello tsunami , praticamente in mezzo al

niente.

Li troviamo, ma ci sono solo le figlie e così fissiamo di tornare in

seguito. Mentre ce ne stiamo andando, una vecchia signora ci

chiede di andare a vedere la sua casa. Rimaniamo allibiti, le case

costruite per le vittime dello tsunami, con il contributo della

comunità internazionale, sono una porcheria, sono di un

materiale molto friabile, simile al polistirolo, tenuto insieme da

spago e retine in plastica, non ci meravigliamo che le pareti

stanno franando.

Questa gente ha già perso tutto una volta, non meritano di

perdere un ‘ altra volta la casa.

Questa è l’ ingordigia dei governi, un branco di stronzi, non ci

sarà pace, finchè questa gente continuerà a fare i loro sporchi

giochi.

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Ci si sposta a “Telewatta”, quartier generale, dove ai tempi dello

tsunami, si recarono i miei zii e altri amici a dar mano.

E’ stato un grande abbraccio, la località è stata ricostruita e le

vite hanno ripreso il proprio corso, chi si è inventato un lavoro,

chi si è sposato, chi ha avuto dei figli e un immensa riconoscenza

verso chi gli ha aiutati in un momento difficile.

Ma la riconoscenza più grossa è nostra … per averci insegnato la

dignità e la forza di andare avanti, senza parlare dell’ affetto e l’

amicizia reciproca che si è instaurata.

Non stò a descrivervi la fine della serata, anche perché domani

mattina presto si ricomincia, ma il giorno è da ricordare, tutto

sommato sono su un bel letto pulito, per quale motivo non

dovrei essere felice per quello che ho!!!

18/02/2012

Oggi è stato uno di quei giorni, che si ricordano per sempre.

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E’ molto difficile descrivere quello che abbiamo vissuto.

La mattina sveglia di buon’ ora e partenza accompagnati da

“Neil” maestro di inglese verso “Bangamukanda” una località

vicino a “Pitigala” situata in una zona montuosa fra colline di

the e la foresta pluviale. Là c’ è una scuola, che Mario e Grazia

seguono da anni, hanno adottato a distanza 14 bambini,

mensilmente fanno in modo di fargli avere una retta tramite

“ Neil” persona fidatissima, questa volta la consegna l’ abbiamo

fatta direttamente noi.

In passato hanno anche provveduto a migliorare le

infrastrutture, recinzioni, muretti di contenimento e diverse

altre migliorie per rendere più piacevole la permanenza a

scuola.

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Ma veniamo al viaggio, dopo più di un’ ora di strada fra risaie e

colline di the, si arriva in cima a questo poggetto, dove ci

attendeva uno striscione di saluto.

Appena scesi dal pulmino, circa 50 bambini ci vengono incontro,

una bambina intona una canzone, l’aria è elettrica arrivano i

brividi, poi ci invitano sotto una tettoia, con tante persone

giunte anche dai villaggi circostanti.

Grazia consegna direttamente ai 14 bambini e alle loro famiglie

la retta mensile e delle foto scattate negli anni passati.

I bambini s’ inchinano in ginocchio in terra , non possiamo

sopportarlo anche perché per noi l’ emozione è tanta e si

viaggia sul filo.

A mia moglie , gli viene un’ idea geniale, insegna ad una

bambina il gesto del “gimme five” , i bambini lo apprezzano, si

rompe il ghiaccio e la festa comincia, iniziano i sorrisi ci servono

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i dolci, i “ sambusi” hanno un sapore imprecisato, si finisce nel

mezzo, chi viene in collo, chi vuole che le teniamo una mano, chi

ci parla , chi si stringe.

Non possiamo fare a meno di notare una bambina che se ne

stava in disparte, con il viso molto triste, chiediamo a Neil il

nostro amico qual’ è il problema.

Ci racconta che la bimba ha subito un operazione a cuore

aperto, successivamente ha avuto un infezione che le ha

peggiorato la situazione, ha vissuto delle bruttissime esperienze

per la sua giovane età e non riesce più a divertirsi e vivere

spensierata come i suoi coetanei.

Mario ha provato a prenderla in collo per provare a strappargli

un sorriso, ma è difficile consolare un angelo così.

Passa circa un’ ora, prendiamo confidenza, una bambina ci

prende per mano invitandoci a seguirla nella foresta, gli anziani

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sono un po’ contrari ma il cuore ci dice d’ andare e poi l’

entusiasmo è tanto.

Si cammina una mezz’ ora in un sentiero, con tutti i bambini

festanti che corrono ( fanno correre anche noi e addirittura

Grazia, che fisicamente negli ultimi tempi non è che sia proprio

al top) , che cantano è un altro di quei momenti che ti ripaga

dalle fatiche della vita.

Il gruppo è ormai diventato un tutto uno, non c’ è tregua è

molto goliardico ( penso come sia possibile trovare un momento

così di felicità nella foresta), si aggregano anche dei ragazzotti

più grandi all’ inizio un po’ sulle sue, ma poi ben contenti di

unirsi al gruppo festante.

Si arriva in un punto dove un fiume si allarga in un piccolo

bacino di acqua pulitissima, era questa la meta dei bambini,

volevano condividere con noi la bellezza di questo posto.

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Non ho resistito mi sono messo in mutande e mi son tuffato, mi

hanno imitato prontamente anche i ragazzotti più grandi, è

stato bellissimo un bagno nel mezzo della foresta.

Una volta uscito dall’ acqua, lì sulle rocce abbiamo iniziato a

schizzarci con i bambini è stato un bagno generale una sorta di

battesimo d’ amicizia.

Questo ci ha avvicinato molto, come fossero tutti figli nostri, il

ritorno è stato una festa , ci hanno riempito la testa di fiori, sul

mio cappello non ho idea di quanti ce ne fosse, siamo tornati

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alla scuola cantando e facendoci scherzi a

vicenda.

E’ arrivata l’ ora di pranzo, mega tavolata di cose buone un po’

piccanti come il chicken tikka o il duck al curry , la manioca,

tanto riso basmati e vari dolcetti locali , tutto molto buono.

Dopo mangiato ho fatto vedere ai bambini le foto che avevo

sull’ iphone delle recenti giornate freddissime italiane, hanno

visto il ghiaccio e la neve, gli sembrava impossibile non è stato

facile fargli capire che freddo possa fare a volte da noi.

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La giornata vola via veloce, quando i bimbi si accorgono che è l’

ora di andare, insistono per portarci di nuovo al fiume in un

altro sentiero più vicino, naturalmente gli accontentiamo e

finisce nuovamente a schizzi.

Ancora una volta bagnati arriva inesorabilmente l’ ora del

congedo, baci abbracci, vorrei stringerli forte uno per uno ma

non è possibile, gli saluto meglio che posso e si riparte …

Su FB ho scritto “ La bellezza ….. senza parole! “, son cose che

lasciano il segno, la serenità, la purezza, le anime che si

affacciano alla vita, una vita difficile senza mezzi, ma con tanta

voglia di vivere e quell’ amore dentro che brucia, che spinge

perché nonostante tutto il loro mondo è lì, è come se dicessero

che loro hanno avuto questo dalla vita e questo, poco o molto

che sia, è tanto e bisogna comunque dare il massimo e fare

sempre in ogni circostanza del nostro meglio.

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Se mi è possibile tornerò, chi potrebbe mai rinunciare ad una

giornata così, insieme ai “ Gioielli di Bangamukanda”.

19/02/2012

Stasera ho l’ esigenza di esser breve, perché domattina si parte

prestissimo, per andare a visitare quello che è considerato il più

bel parco naturale dello Sri Lanka.

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Oggi è stata una giornata dedicata a rivedere e salutare le

persone che avevamo visto 2 giorni prima e consegnare un altro

carico di generi alimentari in un altro istituto.

Siamo tornati all’ istituto di disabili del primo giorno per portare

dei bermuda a “Presanna” che ci aveva chiesto “Mama” la

signora che lo aiuta, ho anche approfittato della visita per

affiggere ad un muro i disegni che mia figlia Asia aveva fatto per

l’ occasione. Così tanto per dare una nota di colore. Il tempo

dello scatto di qualche foto e si riparte.

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Destinazione “ Andrade” il capofamiglia di 8 figli che eravamo

già stati a trovare , per consegnarli dei medicinali.

Abbiamo fatto 2 chiacchere, poi la moglie mi ha invitato a

vedere la sua cucina, che ha un grave problema, nella zona in

cui cucina, essendoci un buco nella parete e molto caldo, ha

trovato rifugio un serpentello, chiamato “Cobra”.

Siamo rimasti allibiti! La cucina è piena di legna secca, per

alimentare il fuoco fatto fra 2 pietre, su cui poggiano le pentole.

Dove bolle quasi sempre un po’ d’ acqua per il riso il the o altri

legumi secchi.

Là dentro c’ è un caldo infernale e tanti odori, si vede che il

serpente attirato da tutto questo ci stà come un papa.

Non ho saputo cosa consigliare, forse potrebbero cercare di

tappare i buchi di entrata.

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Tornando verso Hikkaduwa è successo un fatto curioso,

passando per la strada del litorale, abbiamo visto un gruppo di

pescatori che in cordata, 10 per parte, portavano a riva una rete

a strascico, ci siamo fermati per dargli una mano o perlomeno

per provare a sentire quanta forza fosse necessaria per tirare

una rete, ci voleva troppa forza e abbiamo preferito stare a

guardare.

Dopo una fatica immensa, sono riusciti a portare a riva la rete,

che era pressoché vuota, con in evidenza un grosso pescione

con la testa piatta, probabilmente non era buono da mangiare,

un uomo di questi l’ ha preso per le branchie e lo ha riportato in

acqua, dove si è subito ripreso e immediatamente è sparito .

Un ‘ altra grande lezione, il mare è la loro vita, si prende quello

che serve, ma il rispetto della loro casa, viene prima di tutto.

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Abbiamo poi fatto un’ altra grande spesa, di riso, legumi,latte in

polvere e pesce secco in una quantità che dovrebbe bastare per

circa un mese, ho aggiunto anche dei medicinali che mi aveva

offerto prima della partenza , un’ amica farmacista.

Ultimato il carico ci siamo recati in un istituto per ragazze

disabili, arrivati abbiamo scaricato le merci tutte su un tavolo e

le abbiamo fotografato in presenza della direttrice dell’ istituto.

Poi siamo stati un po’ con le ragazze, quando ci siamo avvicinati

ci hanno preso le mani, le stringono , le piace farsi abbracciare,

hanno un disperato bisogno d’ affetto.

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Una c’ ha colpito in modo particolare, su una sedia a rotelle,

disegna, mangia, fa l’ uncinetto, tutto con i piedi, mi ha regalato

un disegno, per me ha il valore di un “ Picasso”.

Commossi salutiamo tutti e ripartiamo, ci fermiamo a visitare il

museo dello tsunami, è impressionante non ci sono parole per

descrivere quelle foto, speriamo che non succedano più quegli

eventi, ma la natura è così è una forza selvaggia, è

incontrollabile.

20/02/2012

La leggenda dice che il re hindù “Ravana” vi atterrò con la sua

carrozza volante, trainata dai pavoni.

Dicono che un enorme meteorite in tempi remoti, cadde proprio

lì. Questo luogo si chiama “Ussangoda”, è situato nel sud dell’

isola vicino a “Nonagama”, ed è un posto di un fascino pazzesco,

non è pubblicizzato e non è per ora una meta turistica, ma è

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molto particolare, si tratta di un enorme altopiano a picco sul

mare, ricoperto da una leggera erbetta.

La terra è rossa e fortemente compatta è un luogo molto

mistico, forse per le leggende o forse per l’ aspetto , sembra di

essere su un enorme tappeto.

Oggi lì era pieno di bambini, studenti in gita, ci hanno detto che

nel sito si alternano festeggiamenti di un po’ tutte le religioni, in

particolare si stavano svolgendo festeggiamenti “ Tamil”.

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Fa un certo effetto camminare in questo posto, ti senti fuori dal

tempo, potrebbe essere qualsiasi data, in qualsiasi secolo

imprecisato.

Ci siamo anche fermati strada facendo a vedere la “Light

House”, un enorme faro marittimo, situato nel punto più

meridionale della costa dello Sri Lanka.

E’ veramente grande e molto alto, è stato bello aver avuto la

possibilità di salirci fino in cima e avere la possibilità di godersi il

panorama, anche se la scala interna era infinita ed è stata una

bella fatica conquistare la vetta.

Sceso dal faro, guardando il mare ho visto arrivare un bambino

con in mano un corallo appena raccolto, mi ha chiesto se volevo

acquistarlo, era un bambino molto piccolo non potevo dirgli di

no.

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Avendo dei box , che ci aveva dato l’ albergo per colazione,

siamo stati ben felici di offrirgli anche la colazione.

La trasferta è stata piuttosto lunga, alle 14,30 siamo arrivati

puntuali a “Kataragama”, per prendere la Jeep attrezzata per il

safari nel più grande parco naturale di Ceylon , lo “ Yala National

Park”.

Si è presentato un ragazzo con un cappello alla “Bob Marley”

con un veicolo con 8 posti a sedere rialzati, appositamente per

scattare foto.

L’ obiettivo del giorno vedere gli elefanti.

Una volta giunti all’ ingresso del parco, la guida paga i biglietti e

via per 80 km nella boscaglia, con delle strade piene di buche e

di guadi.

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Si comincia subito a vedere qualcosa, tanti pavoni, una

mangusta , diversi uccelli coloratissimi , tanti bufali, antilopi e

varani.

Ad un certo punto su un corso d’ acqua si vedono 2 coccodrilli

immobili a bocca aperta.

Da buon italiani pensiamo che siano finti, messi lì per i turisti,

ma la guida non ci stà ,scende e gli tira un sasso, questi partono

come 2 furie … non erano finti.

Abbiamo anche visto una grandissima roccia a forma di

elefante, sembrava scolpita apposta per noi, ma anche questa

era un lavoro di madre natura.

Quando ormai le speranze stavano esaurendosi, la guida parte

con la jeep come un pazzo, non capivamo il perché finchè ci

siamo trovati, un grandissimo elefante di fianco alla macchina,

talmente vicino da poterlo quasi toccare.

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Ci stava guardando con i suoi piccoli occhi e muoveva la

proboscide in su e giù , come se stesse annusando l’ aria,

abbiamo fatto in pochissimo tempo tante foto , poi se ne è

andato.

Una creatura bellissima, di una grazia e di una dolcezza

indescrivibili, un’ altra forte emozione di questo splendido

viaggio.

Sulla via del ritorno , quasi al tramonto, un po’ più in lontananza

abbiamo visto tutta la famiglia con i piccoli elefantini, che

meraviglia …

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Tutto sommato il safari è stato una grande esperienza anche se

molto stancante, 80 km di sterrato nella savana piena di buche

non sono uno scherzo, a mio zio con i forti sbalzi gli sono

addirittura saltati 2 denti …..

21/02/2012

Il giorno della partenza da Hikkaduwa .

Fuori dall’ albergo trovo come da qualche giorno a questa parte,

un ragazzo di 20 anni taxista di un tuck rosso, un capellone che

ama la vita e il divertimento, credo sia un ragazzo molto

sensibile, proprio lui ci ha accompagnato alla “Kalupe school”,

la scuola dove insegna Neil , questo maestro locale che ci ha

accompagnato un po’ tutta la settimana.

Questa mattina Neil era molto stanco, perché era venuto con

noi al safari, e aveva riposato pochissimo.

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Siamo giunti in questa scuola elementare, c’ erano molti

bambini dell’ età di mia figlia, ancora una volta c’ è stato un

grande abbraccio, chi ti prende per mano, chi ti tocca,chi ti

abbraccia, sono delle sensazioni stupende che non trovo mai le

parole per descriverle.

Ho distribuito le magliette e altri capi di vestiario che avevo

portato dall’ Italia e ci siamo scattati tante foto, Paola era

sommersa dai bimbi, quanto calore umano, che umiltà, che

dignità nei loro occhi, grande apprezzamento per la vita, i

bambini sono affettuosissimi e non ancora inquinati dalle TV e

da tutte le fesserie che propone la nostra società.

Neil prima di salutarci ci ha regalato un batik per uno, una

grande persona, sono veramente onorato di averlo conosciuto.

Page 32: I Gioielli di bangamukanda

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Il ragazzo del tuck vedendo tutto questo era molto commosso.

Al ritorno all’ Hotel voleva portarci a casa sua per conoscere la

sua famiglia, non c’ era tempo, la prossima volta non

mancheremo, un ultimo abbraccio anche con lui e si riparte.

Il tempo di caricare i bagagli sul taxi e via, direzione “Colombo”,

l’ ultima meta , prima del ritorno a casa.

Lungo il tragitto ci siamo fermati a visitare uno dei più grandi

templi buddisti della nazione.

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Un enorme campana bianca poggiata in terra , con all’ interno 4

grandi Buddha posizionati in corrispondenza ai 4 punti cardinali.

La campana aveva anche all’ interno un gradevole effetto eco,

un luogo di preghiera molto particolare.

In serata siamo arrivati all’ hotel Ramada struttura e personale

non all’ altezza delle aspettative, ma la stanchezza si faceva

sentire, ed è sempre piacevole avere comunque un letto pulito.

22/02/2012

La giornata comincia con un’ altra mega spesa, acquistiamo 2

carrelli di generi alimentari e riusciamo a mettere in crisi il

supermercato per l’ acquisto troppo abbondante .

In programma c’ è una visita ad un orfanotrofio per consegnare

le merci.

Nel tragitto siamo andati a visitare 2 templi molto diversi per

costruzione e per tipo di religione.

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Il primo era un tempio Indù, una novità assoluta per me, una

specie di piramide ornata di migliaia di statuette colorate di

varie forme e rappresentanti Dei , Demoni, animali, frutta,

verdura e tutto quanto abbia stimolato la fantasia dei creatori.

Si entra scalzi, ed anche all’ interno è pieno di queste

rappresentazioni, c’ è veramente una marea di personaggi e

simboli, per capire i significati e trovare una chiave delle varie

simbologie, servirebbero mesi.

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Un altare ci ha colpito in particolare, perché era ornato di

svastiche, un simbolo bellissimo che rappresenta il sole, niente

a che vedere con l’ anima del suo più famoso utilizzatore “ Adolf

Hitler”.

Lasciato questo particolarissimo tempio, ci siamo recati a

visitare il tempio dell’ elefante.

E’ un tempio buddista suggestivo e molto mistico, non conosco

il vero nome l’ ho chiamato così, perché nel suo cortile c’ è un

elefante, che vive lì.

Quando siamo arrivati un uomo lo stava lavando, era disteso su

un fianco in una vasca d’ acqua con gli occhi chiusi come fosse in

estasi, l’ inserviente era seduto su di lui e lo spazzolava con una

buccia di noce di cocco.

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Paola su invito di questa persona è andata anche lei a sedersi su

di una zampa dell’ elefante, mettendo i piedi nell’ acqua della

vasca, peraltro non troppo pulita.

L’ ha spazzolato anche lei per alcuni minuti, io ho potuto

accarezzargli la dolce proboscide.

Nella stanza principale del tempio 3 enormi Buddha, regalano

una forte e coloratissima aurea mistica, che si respirava anche

osservando le persone in preghiera.

Ci siamo poi spostati in un altro ambiente dove c’ è una grande

gradinata e il pubblico a sedere è formato da tantissime statue

buddiste, tutte molto simili, ma tutte con qualche sottile

differenza.

Il giro di questo tempio è finito con la visita alla stanza dei

tesori, una specie di museo con tantissime statue e

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rappresentazioni sacre, c’ è anche una cassaforte con all’

interno diversi piccoli Buddha in oro massiccio.

Poi ci siamo recati all’ orfanotrofio a consegnare le merci.

All’ arrivo ci accoglie un monaco vestito di arancio, che insieme

ad altre persone gestisce la struttura, purtroppo essendo

arrivati in orario scolastico, i bambini e i ragazzi erano a scuola,

così abbiamo potuto visitare solamente la struttura.

L’ orfanotrofio è situato su un argine di un fiume , nell’ arco del

tempo hanno cercato di migliorare le opere murarie, essendo su

Page 38: I Gioielli di bangamukanda

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un argine questa struttura è stretta e lunga, come un

lunghissimo corridoio.

La prima zona è dedicata all’ intrattenimento la segreteria e i

bagni comuni, proseguendo si trova la prima camerata dove

dormono i bambini più piccoli ( fra bambini e ragazzi ne

vengono accolti circa 70 ), ognuno ha un piccolo armadietto per

sé. Sotto la camerata c’ è la cucina con il pavimento ancora in

terra battuta, che contano di pavimentare quando arriverà una

qualche donazione.

Con un importante donazione da parte di un giapponese di

Kobe hanno potuto cementare dei pilastri e costruire un tetto

più stabile di quello in lamiera. Proseguendo siamo arrivati alla

camerata dei ragazzi più grandi, i letti a castello di questa zona

sono stati donati da delle persone di Rovereto.

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Ci ha spiegato il direttore che ci ha accompagnato nella visita,

che loro accolgono tutti gli orfani fino alla massima capienza, gli

insegnano personalmente l’ inglese e nel dopo scuola li

mandano ad apprendere un mestiere, in modo che una volta

maggiorenni possano svolgere una vita dignitosa.

Finito la visita ci siamo intrattenuti a parlare con queste

persone, poi il monaco vestito di arancio che ci aveva accolto ci

ha chiesto di seguirlo in ufficio, nessuno si sarebbe aspettato

quello che vi stò per raccontare.

Ci ha regalato ad ognuno un incisione sacra nel rame, poi ha

preso un rocchetto di filo e ha ripiegato circa un metro di filo in

un modo suo e ce l’ ha legato al polso tenendoci le mani e

recitando un rito di prosperità e felicità, l’ emozione era nell’

aria, Grazia aveva gli occhi lucidi , ma anche noi altri non

eravamo da meno. Dopo a chiesto a Mario di inginocchiarsi e di

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chinarsi a mani giunte, ha preso un grosso cappello giallo, glielo

ha avvicinato alla testa ed ha recitato un rito.

Ha ripetuto con tutti la stessa cosa, è stato molto toccante una

benedizione di quelle che raramente si ricevono, un po’ scossi

dagli eventi salutiamo e ripartiamo.

Pranziamo e poi ancora visita alla città di Colombo , qualche giro

con gli immancabili tuck, con un traffico caotico e un aria

irrespirabile.

Per rilassarci abbiamo finito il nostro giro aspettando il

tramonto sul grande pratone verde in riva al mare, là dove i

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colombiani vanno dopo il lavoro o la scuola. C’è tanta gente e

tanti ragazzi con il grembiule scolastico, tutti lì ad aspettare che

cali la notte, un happy hour un po’ differente dal nostro.

Abbiamo osservato le persone, abbiamo scattato foto e infine

prima che facesse buio, ho provato a spiegare le prime posizioni

basilari di yoga, ( il saluto al sole) abbiamo dato un po’

spettacolo ma ci siamo divertiti, in particolare Mario non

sembrava troppo coordinato.

Arrivata la notte ci siamo concessi una cena libanese al

“Galadari”, molto buona con lo specialissimo “ humus”, una

crema di ceci finissima, da segnalare una dolce crema chiamata

“ Omali” , aromatizzata con l’ acqua di rose, la fine del mondo.

23/02/2012

E’ il giorno del ritorno a casa, come sempre quando torno mi

risuona in testa “ Going home” di Knopfler, è bello tornare ho i

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miei figli che mi aspettano, Asia che mi riempirà di baci e

Samuele che anche se fa l’ uomo, gli farà molto piacere

riabbracciarci. Che dire è tempo di bilanci, l’ avventura è stata

notevole, ho avuto degli eccellenti compagni di viaggio, sia mia

moglie che i miei zii . Senza di loro con l’ esperienza che si sono

fatti sul campo , dai tempi dello tsunami alla raccolta incessante

di fondi, non sarebbe stato possibile conoscere e aiutare tutte

queste fantastiche persone e vivere questa bellissima

esperienza.

Io mi sento gratificato tante emozioni ,tanta bella gente

conosciuta e con qualcuno potrebbe nascere anche una nuova

amicizia, speriamo di esser stati utili, che qualcuno possa aver

avuto un giovamento con ciò che gli abbiamo dato.

Ho nel cuore la visita a Bangamukanda, il bagno nella foresta e l’

abbraccio dei gioielli, non riesco a pensargli in un altro modo.

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Tornerò non posso dire altrimenti, per loro, per i loro sorrisi e

per la mia anima…

ALBERTO 2012

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