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I NUOVI CRITICI

I NUOVI CRITICI 7 - Aracne editrice · l’antropologia, la religione, la psicanalisi, la letteratura e il cinema. Certo appare azzardato passare da Tolstoj e dal- ... Ernesto De

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I NUOVI CRITICI

I NUOVI CRITICI

La collana intende ospitare le opere di critici esordienti, non ac-cademici, che si esercitano quotidianamente nella lettura di opereletterarie e poetiche sia italiane che straniere, nell’analisi cinema-tografica di film noti e meno noti, nell’interpretazione delle opered’arte del presente e del passato, nell’attenta fruizione di opere tea-trali sia sperimentali che classiche. Una critica di chi legge, interpretae decifra giorno dopo giorno, con gli occhi ben aperti sul mondo.

Edvige Gioia

Il mito di Dracula

Dall’oscurità delle origini, ai meandri dell’inconscio,al buio della sala cinematografica

Prefazione diGennaro Mercogliano

Copyright © MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

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I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: dicembre

A mio padre

Indice

Prefazione

Introduzione

Capitolo ILe origini

Capitolo IIVampirismo, antropologia e religione

Capitolo IIIVampirismo e psicoanalisi

Capitolo IVVampirismo e letteratura

Capitolo VVampirismo e cinema

Capitolo VIL’analisi dei film

.. Nosferatu di Murnau, – .. Nosferatu, il principedella notte di Werner Herzog, – .. Miriam si sveglia amezzanotte di Tony Scott, – .. Bram Stoker’s Draculadi Francis Ford Coppola, – .. Intervista col Vampirodi Neil Jordan, – .. The addiction di Abel Ferrara, .

Indice

Capitolo VIIConclusioni

Bibliografia

Prefazione

Gli amanti del genere horror-vampirico, ma anche i let-terati in senso lato, avranno di che compiacersi di que-st’ultima, recente fatica di Edvige Gioia, che ha già al suoattivo due ottimi saggi, uno su Luis Buñuel e l’altro suAnna Karenina di Tolstoj che hanno destato, e non poco,l’attenzione del mondo letterario, sia accademico che mi-litante, ponendola su un piano ben distinto in altezza nelvariegato firmamento degli autori emergenti. Tra l’altrorisulta impressionante il ritmo di lavoro della scrittrice, ca-pace di produrre, senza soluzione di continuità, tre opereimportanti in quasi due anni, caratterizzate da un impegnoculturale che dalla letteratura slarga sul cinema e su mate-rie di pertinenza psicologica e antropologica, ricondottecostantemente ad un unicum storico-critico di notevoleinteresse, in grado di innovare e provocare al contempo.Con il solito stile forbito, fluido e riconoscibile, EdvigeGioia affronta questa volta un argomento particolare, cheesula dalla classicità letteraria, quello del Vampirismo, malo fa sempre con grande passione e con competenza, conl’intento di dimostrare che, nonostante l’opinione comunetenda a classificare il fenomeno come un fatto esclusiva-mente di genere e di tipo commerciale, in realtà il mitodel vampiro risulta essere profondamente connesso conl’antropologia, la religione, la psicanalisi, la letteratura eil cinema. Certo appare azzardato passare da Tolstoj e dal-l’analisi di Anna Karénina a Dracula, ma l’autrice compie

Prefazione

questo passaggio con consapevolezza e convinzione, se-guendo il suo percorso personale e cercando, attraversola scrittura, di esorcizzare antichi fantasmi interiori, op-pure, forse per un suo particolare divertissement. Il mito diDracula è sì dunque un rinnovato bagno, non certo ristora-tore, nelle acque non nitide e non tranquille della fertileimmaginazione d’una donna che sente anche di muoversisull’onda di un trauma infantile, ma è anche il frutto ma-turo di una studiosa agguerrita che sa di dover dire la sua,come sempre, in un qualsivoglia sterminato campo dellaletteratura e su problematiche pluridisciplinari di vibranteattualità. Il percorso che l’autrice compie va dalle originidel fenomeno, accuratamente documentate (vengono cita-ti i maestri del genere, come Montague Sammers, Massi-mo Introvigne, Carla Corradi Musi, Jean Claude Aguerre),ai rapporti tra vampirismo e antropologia, che evidenzia-no la presenza di uno sostrato folklorico arcaico nel qualeesisteva la credenza nel ritorno possibile dei morti, in ununiverso in cui i morti non morivano ma passavano aduno “stato altro”. Con competenza e utilizzando citazioniimportanti come quelle di Barber e di Freud, l’autrice evi-denzia lo stato di “liminarità” del vampiro, figura errantee inquieta, destinata a non trovare pace, se non assumendoil sangue altrui. E proprio sulla simbologia del sangue vie-ne effettuato un confronto, azzardato ma interessante, travampirismo e Cristianesimo. Viene infatti esaminata la fun-zione centrale che il sangue e il corpo di Cristo hanno nelsacramento dell’Eucaristia, così come viene esaminata lafunzione particolare che il sangue ha nella sopravvivenzadel non- morto, del revenant, con la citazione, tra gli altri,di Domenico Cammarota, importante figura di studiosodel fenomeno. Viene inoltre esaminata l’origine folkloricadi tutti gli altri elementi che compongono il mito del vam-

Prefazione

piro, come il contagio, la croce, l’ostia, il fuoco, l’aglio, ilpaletto di frassino, il grande potere di seduzione, moltosimile al fenomeno del cosiddetto ”affascino” di cui parlaErnesto De Martino in Sud e Magia. Particolarmente inte-ressante è il capitolo “Vampirismo e Psicanalisi”, nel quale,attraverso riferimenti bibliografici fondamentali, (Freud,Rank, Jones), l’autrice affronta i concetti psicanalitici delDoppio e del Perturbante. Il primo nasce, scrive l’autri-ce, come smentita del potere della morte: l’uomo infatti,espellendo da sé la morte e proiettandola nella figura delDoppio, ottiene di essere rassicurato sulla sua sopravviven-za, ma paga questa sicurezza con l’angoscia dell’incontrocon il proprio Doppio, uno spaventoso fantasma che rap-presenta i desideri repressi dell’inconscio e che perturbafortemente il suo Io. Proprio nella figura del vampiro leforze della pulsione, con il desiderio di immortalità e dellarimozione, con la paura dei morti, trovano l’occasionedi articolarsi e individuano un compromesso nella figuradel revenant, il morto che ritorna, con la sua prospettivaperversa di vita eterna. Il vampiro si pone così come unafigura caratterizzata dal narcisismo onnipotente e comeun essere che vuole distruggere la propria vittima con l’in-tento di allontanare da sé la pulsione di morte. Il ritornodei morti sotto forma di vampiri va quindi consideratopsicanaliticamente, sostiene l’autrice, come una rappre-sentazione di tutto ciò che è stato rimosso, attraverso lafigurazione del Perturbante che si concretizza nell’imma-gine oggettiva del vampiro. Nel capitolo “Vampirismo eLetteratura”, viene descritta la nascita del vampiro lettera-rio, con il passaggio dal folklore alla letteratura romanticae gotica, attraverso l’analisi critica, tra le tante, delle operedi Polidori, Le Fanu, Stoker. Particolare attenzione vienededicata al romanzo di Bram Stoker, Dracula, diventato

Prefazione

famosissimo e che ha rappresentato, attraverso la figuradel Conte Dracula, il vampiro per antonomasia. L’excur-sus letterario è affrontato nella sua dimensione diacronica,partendo da Polidori, fino ad arrivare a Matheson e alla Ri-ce, rappresentando nel tempo l’evoluzione della figura delvampiro, da dandy pallido ed elegantissimo, a conte tran-silvano, ad essere superiore e seducente come nei romanzidella Rice, fino al vampiro metropolitano. Viene anchetrattato il tema della donna-vampiro, attraverso l’analisidel romanzo Carmilla di Sheridan Le Fanu, uno dei piùbei romanzi dell’Ottocento che ha per protagonista unadonna-vampiro. Ma la parte più interessante e innovativadel saggio la troviamo nel capitolo “Vampirismo e Cine-ma”, che occupa la metà del libro, dove l’autrice evidenziail suo amore per questa forma d’arte. Fin dai suoi esordi ilcinema infatti si è ispirato alla figura di Dracula e al mitodel vampirismo e l’autrice si cimenta con successo in unabreve ma accurata storia del cinema di genere vampirico, apartire dall’Espressionismo tedesco fino ad arrivare ai no-stri giorni, analizzando poi, con metodo pluridisciplinare,sei film: Dracula di Murnau, Nosferatu, il principe della notte,di Herzog, Miriam si sveglia a mezzanotte di Scott, BramStoker’s Dracula di Coppola, Intervista col vampiro di Jordan,e infine The Addiction di Ferrara. Si tratta di un’analisi ap-profondita che spazia da quella più squisitamente filmica,a quella socio- politica, a quella psicologica, a quella psi-coanalitica. I film vengono resi, dalla fine sensibilità e dallaindubbia capacità descrittiva dell’autrice, immediatamenteleggibili, come se stessimo assistendo alla loro proiezio-ne, tanti sono i particolari forniti e tante le sensazioni edemozioni che riescono a suscitare. Nell’analisi dei film,l’autrice non si limita trasmettere il suo punto di vista, macita un’ampia bibliografia (Arecco, Serpieri, Teti, Albano,

Prefazione

Leonforte, Fantoni Minnella, Giovannini, ecc) sull’argo-mento. In questo capitolo, il più impegnativo, la scrittricedà nuovamente conto della propria intemerata passioneper il cinema come veicolo delle idee e del dibattito criti-co, all’interno del quale essa stessa sa convenientementecollocarsi con una sua visione originale, fervida di moder-no sentire, quasi sentimentalmente rivendicativa di unapassione e di una posizione intellettuale di segno metara-zionale che però non esclude l’intento socio-politico. Taleimpostazione rientra nel metodo di lavoro della scrittriceed è precisato nella prefazione oltre che asseverato nellaconclusione, laddove vengono proposti e offerti spunti diulteriori analisi che, lasciando aperto il problema, trovanola maniera di entrare simpaticamente in polemica con Vol-taire, il campione del razionalismo occidentale, che avevaetichettato la figura del vampiro come il prodotto della su-perstizione e dell’ignoranza. Edvige Gioia realizza così unlavoro di singolare interesse pluridisciplinare, strutturatocon sapienza e passione nei diversi ambiti esplorati, dimo-strando di saper approfondire un argomento che tocca damolto vicino i temi eterni dell’umanità, come il significatodella vita, la paura della morte, la sessualità, la difficoltàdell’esistenza, il desiderio di immortalità, visti attraversoil mito del vampiro, personaggio romantico e inquietanteche continua ad affascinarci e a sedurci perché sfugge adinterpretazioni meramente razionali e arriva a coinvolgereprofondamente il nostro inconscio.

G M

Introduzione

Il vampirismo appartiene a quel mondo mitico in cui lepaure primordiali dell’uomo si condensano e trovano unaforma, un modo per esprimersi, andandosi ad oggettivareanche in creature razionalmente improbabili. L’immaginedel vampiro infatti, ha vinto una delle paure più grandi eataviche dell’uomo, la paura della morte, perché il termi-ne vampiro si riferisce ad un uomo morto che torna invita bevendo il sangue dei viventi e ha superato così limititemporali e geografici, diffondendosi tra gli uomini consciche il male, comunque vogliamo intenderlo, ha sempreun volto. E, in effetti, il vampiro ha realmente conosciutol’immortalità, grazie al suo mito giunto fino a noi tramite laletteratura e il cinema, e anche perché il vampiro, nelle suevarie forme che dai miti della classicità giungono al folklore,è sempre riuscito a riemergere dal suo mondo oscuro gra-zie alla complicità dell’inconscio e con il potere dell’incuboche simbolicamente coagula nella sua figura le ansie e lepaure dell’uomo. Il mito del vampiro, così come lo avevatramandato Bram Stoker, è diventato eterno, amplificato dalcinema, dalla televisione e dai fumetti, e si è adattato allevarie epoche, modificandosi solo in parte per adeguarsi aitempi, ma mantenendo costanti le proprie ataviche caratte-ristiche. Il male spesso viene riferito alla notte, al buio cheoffre rifugio alle creature più strane, angosciose ed impro-babili che vengono esiliate dal dominio del giorno e dellaluce: parlare di vampiri dunque, significa soprattutto parlare

Introduzione

delle nostre paure più nascoste, dei nostri sensi di colpa,della nostra fragilità di esseri umani che devono affrontarela dura esperienza del vivere e del morire.

Non c’è alcun dubbio che la figura del vampiro sia oggiuna delle più note e sfruttate commercialmente della culturadi massa occidentale, il suo fascino contagia tutti i luoghidella cultura: letteratura, teatro, cinema, pubblicità, fumetti,videogiochi, con una capacità polisemica particolare, perchénon si riferisce solo all’arte e agli spazi ludici, ma entra nellavita reale, nella quotidianità degli uomini, permea il loroinconscio e i loro incubi.

Proprio quest’aspetto del vampirismo ha sollecitato lamia attenzione, spingendomi ad intraprendere un percorsodi ricerca sul fenomeno, nel quale mi sono sentita coinvoltain prima persona fin dall’infanzia: mi è capitato infatti diassistere da bambina alla proiezione del film “Dracula ilvampiro” del ’, interpretato dall’attore Cristopher Lee, ac-compagnata da uno sprovveduto genitore che condividevacon me l’amore per il cinema. Ricordo ancora oggi in modoestremamente vivido che ero contemporaneamente attrattae terrorizzata dalla storia e dalle immagini che ho guardatospesso attraverso il filtro delle dita della mano con cui cer-cavo di proteggermi dalla visione delle parti più cruente eangosciose del film. Ogni tanto mi rivolgevo a mio padreche assisteva impassibile alla proiezione e non si accorgevadel dramma che stavo vivendo, chiedendogli se la scena par-ticolarmente paurosa era terminata. Inutile dire che quellanotte non sono riuscita a dormire e che anche nelle nottisuccessive ritornavano, senza che io le richiamassi coscien-temente, le immagini del film. La cosa più strana è che,dopo aver ammortizzato ed elaborato l’impatto del film, equindi non solo da bambina ma anche da grande, il vampiroè tornato spesso a popolare i miei sogni, o meglio incubi,

Introduzione

cambiando nel tempo modalità e aspetti della drammatizza-zione onirica, ma sostanzialmente coagulando tutte le miepaure sia di bambina che di adulta. Successivamente all’epi-sodio narrato, ho letto il romanzo di Bram Stoker più voltee tutti i libri che trovavo sull’argomento, sviluppando cosìun fortissimo interesse per il Vampirismo che mi ha portatoa progettare questo saggio, con l’intenzione di conoscere eapprofondire un fenomeno solo apparentemente semplicee commerciale, ma in realtà profondamente connesso conl’antropologia, la religione, la letteratura, la psicanalisi e ilcinema. Relativamente alla credenza nel vampiro, esisto-no varie ipotesi: la prima, l’ipotesi dell’origine universaleo preistorica, è sostenuta da Montague Summers, celebrevampirologo, nel suo libro “The Vampire: His Kith andKin”, scritto nel . Summers sostiene che è proprio lapaura dei morti che fornisce prove chiare a supporto del-la teoria. Poiché la morte ha avuto inizio con la vita, findalla notte dei tempi gli uomini si sono trovati di fronteall’ignoto, alla paura della morte, e da ciò sono nate variecredenze e vari metodi di sepoltura. Se andassimo a stu-diare popolazioni ancora oggi integre nelle loro credenzeoriginali, come alcune tribù africane, troveremmo traccedi rituali o di tradizioni legate al concetto di vampirismo.D’altronde, come sostiene Massimo Introvigne, la pauradel ritorno dei morti è antichissima e si accompagna spessoa pratiche, come il colpire al cuore i cadaveri con un palet-to appuntito, che diventeranno più tardi parte integrantedel mito del vampiro. L’autore tuttavia dichiara di essere

. A. M. Summers, The Vampire: His Kith and Kin, Forgotten Books,Amazon.com,

. M. Introvigne, La stirpe di Dracula, Indagine sul Vampirismo dal-l’antichità ai nostri giorni, Oscar Saggi Mondadori, Milano , pag.

Introduzione

interessato ad un particolare tipo di vampiro, quello chepotremmo definire classico moderno e che presenta precisecaratteristiche: deve cioè essere ritornato in vita con il suocorpo e deve nutrirsi di sangue. Secondo un’altra ipotesi cheè quella dell’origine sciamanica, la presenza del vampiro na-sce in un preciso ambiente religioso–culturale, che è quellodello sciamanesimo, diffuso in un’area geografica moltoampia, che va dal mondo celtico alla Siberia, dall’Americadel nord (presso i nativi), alla Germania pre–cristiana, allaScandinavia e all’Europa orientale. Nel mondo sciamanicoinfatti, il collegamento tra il mondo dei morti e quello deivivi non aveva soluzioni di continuità: l’aldilà era un mondoparallelo e rovesciato, opposto ma complementare a quellodei viventi, spesso posto oltre un fiume che poteva essereoltrepassato solo al termine di un percorso iniziatico. PerCarla Corradi Musi, docente di filologia ugrofinnica pressol’Università di Bologna, il vampiro, nell’area sciamanica,nella sua particolare condizione di “non vivo” ma anche di“non morto”, rappresenta una figura trasgressiva, in quanto,non potendosi reincarnare, ostacola il collegamento tra ilmondo umano e quello ultraterreno. Questa figura si ponein netta contrapposizione con quella dello sciamano, anchelui ponte tra il mondo dei morti e quello dei vivi, ma che, alcontrario del vampiro, agisce per mantenere l’ordine presta-bilito. Un’altra ipotesi ancora è quella dell’origine orientaledel vampiro, che fa risalire questa figura ad aree geografi-che come la Malesia, l’India, la Cina dove nel tempo sonostati segnalati personaggi simili al vampiro. Si tratta quasisempre di spiriti di morti particolari, o di morte violentaoppure persone che in vita erano dementi o deformi; questi

. C. Corradi Musi, Sciamanesimo in Eurasia, Dal mito alla tradizione,Casa Editrice Aracne, collana AIO, Roma

Introduzione

possono mutarsi in pipistrelli e possono entrare nel corpodei viventi possedendoli e trasformandoli in assassini antro-pofagi. Anche se poco credibile, questa ipotesi ci testimonial’esistenza di forme di vampirismo in varie parti del mondo.La congettura dell’origine europea antica o medioevale,fa risalire il vampiro all’ambiente culturale greco–romanooppure al periodo medioevale in Transilvania (terra oltrela foresta), che è ricchissima di leggende alimentate dal mi-stero che circonda il personaggio di Dracula, il celebre VladTepes, che si distinse nella guerra contro i Turchi. Fu co-stui un personaggio storico leggendario, un eroe nazionale,ma anche un uomo molto sanguinario; era infatti chiamatol’Impalatore per la sua abitudine di impalare i nemici. Lostesso nome Dracula può avere vari significati: drakul puòsignificare drago ma anche diavolo e Dracula quindi potreb-be essere il figlio del drago o del diavolo. Non a caso Vlad, ilgrande condottiero, era membro dell’Ordine del Dragone,un ordine del Sacro Romano Impero che riuniva tutti i piùvalorosi guerrieri che lottavano contro gli infedeli.

Figura . Vlad Tepes, detto l’Impalatore

Introduzione

Non c’è dubbio, sostiene Introvigne, sul fatto che ilvampiro così come oggi lo conosciamo sia apparso inmodo culturalmente significativo per la prima volta contutte le sue caratteristiche nell’Europa orientale. L’areacomprende la Polonia, la Romania, la Prussia, la Slesia,la Slovenia, l’Istria, la Croazia, la Serbia, l’Albania e laBulgaria.

La teoria dell’origine moderna del vampiro, inquadra lasua nascita nel periodo dell’Illuminismo, il secolo dei Lumiche, affermando il potere della ragione e della scienza po-sitiva, toglieva però agli uomini ogni forma di spiritualità edi immortalità che prima la religione garantiva: potrebbeessere stato questo il motivo per cui gli uomini avrebberoplasmato la figura del vampiro, cioè di colui che vince lamorte con il suo corpo che non si deteriora, ma si alimen-ta con il sangue di altri uomini. Il Settecento, secondo JeanClaude Aguerre, il principale sostenitore di questa teoria,vede il ritorno in forza dei corpi, perché l’anima, se esiste,è considerata come una parte del corpo che un giornoqualche abile chirurgo riuscirà ad estrarre. Nel secolo deilumi, quindi, privato della spiritualità, il vampiro si offrecome un rifugio.

Secondo Fabio Giovannini, la cultura di fine secoloè la cultura del vampiro, perché rappresenta un periododi transizione: il vampiro, infatti, restando al confine tramorte e vita, rappresenta “metaforicamente” questa transi-zione storica che non ha portato alle grandi trasformazioniculturali e sociali tanto attese. Il vampiro è inafferrabile,

. M. Introvigne, op. cit., pag.

. J.C. Aguerre, Résistance de la chair, destitution dell’âme, in Colloque deCerisy. Les vampires, Albin Michel, Parigi , pag.

. F. Giovannini, Il libro dei vampiri, dal mito di Dracula alla presenzaquotidiana, Edizioni Dedalo, Bari

Introduzione

ma, non essendo un fantasma, è tangibile e, nonostanteciò, riesce a sfuggire grazie alle sue metamorfosi e ai suoipoteri misteriosi. Il vampiro infatti rappresenta l’eternatransizione: dalla vita non passa completamente alla mor-te, ma alla non–morte, uno stadio indefinibile e oscuro;il vampiro è ambiguo, proviene dalla morte, esce dallebare, e, dell’immagine che l’umanità ha dato alla morte,mantiene sia quella orrenda dell’angoscia cristiana, sia labellezza serena della morte parente del sonno, eternatanei monumenti funebri dei greci. Il vampiro uccide, manon è un assassino; l’assassino infatti porta la vittima aduna condizione “altra”, la morte, mentre lui rimane vivo.Al contrario il vampiro è un non–morto che fa diventarenon–morti e vampiri coloro che aggredisce. Le sue vittimenon sono degli automi, degli zombi, ma diventano vampi-ri a pieno titolo, in completa parità con il loro carnefice. Ilvampiro può essere considerato psicoanaliticamente per-ché, come insegna un discepolo di Freud, Ernest Jones

che al vampiro ha dedicato un affascinante studio, eglisi muove nei territori dell’incubo e dei desideri sessualirimossi. Per questo è pericoloso e trasgressivo. Si installadove c’è la frustrazione sessuale, dove c’è il concetto dicolpa e di peccato, dove l’erotismo è ancora tabù. Il vam-piro ipnotizza le creature fragili, le seduce e insieme leterrorizza, ma spesso il terrore anticipa il vero e proprioatto vampirico, il morso; passato il terrore, sopravvieneil piacere, anzi una vera e propria estasi. Con la praticasimbolica dell’atto sessuale, il vampiro raggiunge e regalauna forma di immortalità antireligiosa.

Dopo questa carrellata veloce sul fenomeno del vampi-

. E. Jones, On the Nightmare, Pubblicato da Leonard e Virginia Woolfpresso la Hogarth Press, London

Il mito di Dracula

rismo, vorrei esplicitare l’intento di questo saggio: appro-fondire in tutti i suoi aspetti la conoscenza del fenomeno,partendo dalle sue antiche origini, esaminare poi le sueconnessioni con l’antropologia, la letteratura, la religione ela psicanalisi e infine affrontare il rapporto tra vampirismoe cinema, sia in generale, sia attraverso l’analisi di sei film:Nosferatu di Murnau, Nosferatu, il principe della notte, di Wer-ner Herzog, Miriam si sveglia a mezzanotte, di Tony Scott,Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola, Intervistacol vampiro di Neil Jordan, tratto dall’omonimo romanzodi Anne Rice e infine The Addiction di Abel Ferrara, percercare di rappresentare, per grandi linee, l’evoluzione chela figura del vampiro ha avuto nel cinema, dalle origini delcinema muto alla realtà metropolitana del terzo millennio.

Capitolo I

Le origini

Figura .. Classica rappresentazione di un vrykolakas

Il vampirismo è un argomento problematico perché ri-chiama alla mente immagini mitiche diverse, non tutte pro-venienti dallo stesso contesto culturale e storico. Come so-stiene Massimo Centini, gli studiosi delle varie disciplinenon sono ancora d’accordo sulla definizione cronologica eculturale del fenomeno. In sostanza ci si chiede se il mito

. M. Centini, Il Vampirismo, Edizioni Xenia Tascabili, Milano , pag.