Upload
domenico-bassi
View
216
Download
1
Embed Size (px)
Citation preview
I SOGNI NEI TRAGICI GRECIAuthor(s): Domenico BassiSource: Aevum, Anno 17, Fasc. 3/4 (LUGLIO-DICEMBRE 1943), pp. 237-241Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/25819499 .
Accessed: 17/06/2014 02:28
Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp
.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].
.
Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR todigitize, preserve and extend access to Aevum.
http://www.jstor.org
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions
I SOGNI NEI TRAGICI GRECI
Se tuttora, pur in tanta luce di civilt , moite persone, e non solo
del pop lo minuto, credono ai sogni, facile immaginare quanto ci cre
dessero gli antichi (1) e fossero indotti a ritenere che cio avvenisse nei
tempi eroici, pi vicini all'epoca degli uomini primitivi. Delle credenze
di quei tempi, vale a dire, loro anacronisticamente, nel maggior numero
dei casi, attribuite, si trovano esempi soprattutto nei tragici greci, che
attingendo all* epica di Omero e dei ciclici e talora anche alla Urica, da
Stesicoro a Pindaro, e ai logografi, hanno fatto rivivere in tutta la sua
pienezza I'eta eroica.
Di sogni di quella lontanissima et e di uno dei tempi storici fatta menzione in sette dei trentatr drammi interi superstiti dei tre mag
giori tragici greci : Coefore, Ecuba, Elettra sofoclea, Ifigenia in Tauride,
Persiani, Prometeo, Reso (2). Dei sogni uno solo d'uomo, in quest'ul timo dramma (3), dove viene attribuito all* auriga del principe tracio. Lo
narra egli stesso : vide due lupi montati sui dorso delle cav&lle, che egli aveva allevate e guidava stando al fianco di Reso, i quali sferzando loro con la coda F equina pelle coperta di seta le incitavano. Le cavalle
spaventate sbuffavano, soffiando ira dalle narici, e tentavano di sbalzare
le due fiere. Atterrito F auriga si svegli e senti un rantolo di morte: era stato ucciso Reso, e le cavalle rapite col cocchio di lui. I due lupi erano Ulisse e Diomede, autori della uccisione e del furto, come si rac
conta, noto, nel libro X dell* Iliade.
(1) S'intende che conosco il lavoro eruditissimo del Leopardi, Dei sogni, capo V dell' opera Saggio sopra g/i errori popolari degli antichi, ma non me ne sono valso af
fatto; il mi , contenuto entro limiti assai meno larghi, tutto frutto di ricerche mie.
(2) I sogni e le visioni notturne nei sette drammi sono variamente designati: ovas,
ovsipov, vs&pci, ctyi;, TT s c p vT. ( = Tj/.z , propriamente "
la ristoratrice " ) oy .:, i^n hrr/y., aasr J77V0V o|a (Reso, 780), o'yavov (Coe/ore, 532: un ^a; Xspaavov, vocabolo non usato
altrove); inoltre cp a^aTa, O GIM-OL svztpfov, vjy.Ttc&otTa o aaaTa (Prometeo, 657).
(3) 780 - 88 e sgg.
- 237 -
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions
COMUNICAZIONI
Un lupo comparisce anche nel sogno di Ecuba (1), la quale deplo ra che non ci siano i suoi figli Eleno o Cassandra a interpretarlo. Essa
vide una maculata cerva trascinata dalle mascelle di sanguinario lupo
strappatale a forza dal grembo . Ed ebbe ancora quest*altra visione
spaventosa: sulla sommita di una tomba lo spettro di Achille, che le
chiedeva in premio una delle molto tribolate Troiane . Evidentemente la
cerva e ad un tempo una delle Troiane erano la giovane figlia di Ecuba,
Polissena, che venne sacrificata sulla tomba di Achille, come narrato
nel dramma da Taltibio. Nel lupo forse da vedere Ulisse, o invece il
figlio di Achille (Neottolemo), a eui accennano, parlando con Ecuba, Ulisse e Taltibio.
Come Ecuba aveva sognato, senza poter interpretare il sogno, di
sua figlia Polissena, cosi Ifigenia, ma apertamente, per quanto err nea
mente, sogn di suo fratello Oreste. Era sacerdotessa, nella Tauride, di
Artemide T urica o Tauropola, alla quale i Tauri offrivano sacrifizi umani, e dovevano essere sacrificati tutti gli stranieri che capitavano nel paese. Il sacrifizio non lo compieva la sacerdotessa, bensi iniziava le cerimonie
con le quali esso aveva principio, cio la consacrazione delle vittime, che venivano prima asperse, ritualmente, di acqua lustrale. Mi parve in
sogno , dice Ifigenia, che, lasciato questo paese, io abitassi in Argo
(era stata la sua dimora, fino a quando non venne condotta dalia madre
ad Aulide), e dormissi in mezzo alie vergini (mie compagne) eche
il dorso della terra fosse scosso da forte movimento, e che io fuggissi, e fermatami al di fuori vedessi precipitare il fastigio del palazzo coi pi laslri di questo. Una sola colonna mi parve che rimaneSse in piedi, della casa paterna, e dal capitello di essa scendessero dei capelli biondi e
prendesse voce d'uomo; e che io, adempiendo al mio ufficio di uccide re i forestieri, aspergessi, piangendo, di acqua quella colonna, come se
fosse destinata alla morte. Cosi interpreto questo sogno : morto Ore
ste (invece era vivo e nella Tauride, presso il tempio di Artemide, coiramico Pilade), di eui io iniziavo il sacrifizio, perch colonne del
le famiglie sono i figli maschi, e muoiono coloro ai quali toccano le mie
aspersioni, n io posso applicare il sogno ad alcun amico . Ifigenia
premette all'esposizione del suo strano sogno (2) che lo racconter
air efere ; ma di ci sara detto pi avanti a proposito di uno dei sogni di Clitennestra.
(1) 87 - 97. 518 - 82. 224, 523.
(2) 42 - 60.
- 238 -
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions
COMUNICAZIONI
Di tutf altro genere furono le visioni notturne di Io, la nota figlia d'Inaco, re di Argo, trasformata dalia gelosa Era in una giovenca, con
tinuamente, dopo T uccisione, per mano di Ermes, del suo custode Argo, tormentata da un assillo, che la costrinse a vagare senza riposo per
molte terre dell* Europa e dell* Asia, finch giunse in Egitto, dove pot
riprendere le forme umane.
Sempre visioni notturne ( cio sogni), dice Io, aggirantisi nelle
mie stanze verginali (mi) esortavano con dolci parole: "o molto felice
giovinetta, perch vuoi restare cosi a lungo vergine, mentre potresti go dere la sorte di altissime nozze? Arde ferito d* amore per te Zeus, e
desidera farti sua sposa. Tu, figlia, non rifiutare sdegnosamente Y amore
di Zeus. Esci nel prato folto d'erba di Lerna (nell*Argolide), "dove
son i pascoli e i presepi di tuo padre, si che il dio si sazi di mirarti " (1). Le esortazioni erano tanto chiare che il sogno non aveva davvero biso
gno di interpretazione ; pure Inaco, al quale la figlia aveva finito per fame parola, mando a consultare gli oracoli di Delfi e di Dodona, da
cui ebbe ambigui responsi, finch gli giunse Y ordine divino di scaccia re la figlia da casa e bandida dalia patria, lasciandola errare libera sino
alle ultime spiagge della terra.
Nelle Coefore e nell* Elettra i s gni di Clitennestra sono due e ven
gono narrati entrambi non da essa, come narrano i propri Y auriga del
Reso, Ifigenia, Io, bensi nel dramma eschileo dal Coro a Oreste, nel so
focleo da Crisotemi alla sorella Elettra (2). Nelle Coefore un'afferma
zione recisa: sx, T5 vstp Twv VM vux,Tt7;X yx,T ov SstaaTcov -sTratyiv/] ("agitata,,, Clitennestra); nell*Elettra una semplice opinione: -s^S-s'toa ("indotta") sx, ()Z [J.OCT TOD [= Ttvo I vux.T pou, Soxstv [ infinito assoluto o libero] o .
A Clitennestra Elettra crede che codesto secondo sogno sia stato mandato da Agamennone, cio dall*ombra di lui; il primo il Coro asse
risce che fu suscitato da Febo, quale presagio della imminente vendetta, a eui pensa anche Elettra, di Oreste dell* uccisione paterna. Ecco il pri mo sogno : le parve, come ella disse, di aver partorito un drago [ o un
serpe: Sp xwv ha entrambi i significati], avvolto nelle fasce, a guisa di un fanciullo. Ella nel sogno gli porgeva la poppa, ed esso ne trasse col
latte un grumo di sangue rappreso . Il mostr aveva dunque inflitto un
morso a Clitennestra (secondo uno scolio a Euripide, Oreste, 479, il
(1) ESCHILO, Prometeo, 645 - 54 ; 655 - 66. (2) Coe/ore, 32- 36 ( la lezione non sicura ). 521 - 48 (il testo di 532 dubbio),
Etettra, 409- 25; 407.
- 239
-
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions
COMUNICAZIONI
drago nell'atto del nascere lacera il seno della madre), morso che il
tratto pi significativo, anzi addirittura caratteristico del sogno, come
questo viene interpretato da Oreste; il quale nel Xpsbccov, uscito da quel medesimo luogo, donde egli era nato, vede se stesso, e il petto da eui
il mostr aveva succhiato il sangue, era quello che aveva nutrito lui.
Clitennestra deve perianto morir di morte violenta ( oYt TO VIV 5avs v
jSiatw;) e l'uccisore sara lui /JpaxovT oSs ;. Tutt'altro il sogno nell' Elettra sofoclea, del quale a Elettra basta
anche solo un breve cenno, laddove nelle Coefore Oreste vuole essere
minutamente informato e rivolge al Coro pi di una domanda. Crisotemi
dice: corre voce che a lei (Clitennestra) parve di trovarsi di nuovo
(cio come gi quando Agamennone era in vita) col nostro padre (si noti che Crisotemi parla di padre, ^aTpoc TO TOO TS /.a^ou, e non di ma
rito, per Clitennestra "il pi nemico degli uomini", TO> &j?y.svs<7TaTw [ OOTCOV) tomato a luce, e vide che, impugnato lo scettro che egli una volta por
tava, e ora lo tiene Egisto, lo piant nel focolare ( cpsV^ov zr&i) ; e sulla
cima di esso germogli un frondeggiante ramo, che copri d'ombra tutta
la terra dei Micenei . Il sogno del drago atterri Clitennestra, nelle eui
stanze guizzarono d' un tratto numer se fiaccole nelle tenebre fitte
( /.TJolwSr vTs; <7/W TOJ, dice con ardita immagine, "accecate nelle tenebre,, il poeta), senz'altro. Invece l'altro sogno Clitennestra senti il bisogno di rivelarlo al sole; come apprendiamo da uno scolio, gli antichi sole vano raccontare subito alla mattina al sole, in quanto si credeva che
dissipasse, quale contrario alla notte e datore di luce, i terrori notturni, le visioni spaventose avute durante il sonno, e quindi riceverne un sol
lievo. Ifigenia, come vedemmo, la sua rivelazione la fa all'etere, che
pur sempre la luce (scolio: vfttco VT TOO vty-ipa). Il sogno nell* Elettra sofoclea forse invenzione del poeta? E pu
essere spiegata col suo desiderio di differenziarsi da Eschilo? Certo , a ogni modo, che il sogno di Clitennestra era tradizionale, come dimo
stra il fatto che gi noto a Stesicoro, in un frammento della eui
'OpsVc-sta Clitennestra vede in sogno un serpe insanguinato nel sommo
del capo ( [4s[ poTM voc a*pov); pu darsi per che non si tratti di Oreste, bensi di Agamennone che Clitennestra aveva colpito con una scure al
capo. Eschilo, se non al poeta l rico, ha attinto a una tradizione popo
lare, nella quale il o*p *<ov richiamava al concetto di una vendetta che
doveva assolutamente essere compiuta. Rimane a dire del sogno dei tempi storici : quello della regina
Atossa. vedova di Dario e madre di Serse, nei Persiani, che lo narra ai
- 240 -
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions
COMUNICAZIONI
seniori persiani f rmanti il Coro. Dice che da quando suo figlio si era
mosso con un grande esercito contro la lerra degli loni (cio dei Gre
ci) volendo debellarla, le si erano sempre pres ntate moite visioni not
turne, ma nessuna ancora cosi manifesta come quella della notte prece dente. Le comparvero dinanzi due donn ben adorne, T una composta in
pepli persiani, Taltra in fogge doriche (cio greche), di statura molto
pi augusta delle donne di quel tempo e di bellezza incolpabile, e sorelle di una medesima stirpe; Tuna aveva sortito ad abitare come
propria patria la terra greca, Y altra la barbara ( cio asi tica ). Le parve di vedere che fra loro due sorgesse una lite, e suo figlio accortosene
la represse e cercava di calmarle, e le aggiogava entrambe al suo carro
e imponeva i collari aile loro cervici; e Tuna andava eretta come torre
(cio superba) per tale fregio, e prestava obbediente la bocca al freno, mentre Taltra ricalcitrava e con le mani lacerava gli arne$i del cocchio e li strappava a forza, si disfrenava e spezzava a mezzo il giogo. Suo
figlio cadde, e il padre di lui Dario stette (a guardarlo) commiserando
lo; e Serse, come lo vide, si lacero dal corpo le vesti . E evidente che
la donna docile era TAsia, Taltra la Grecia; e il sogno, il sicuro pre
sagio della sconfitta di Salamina, della quale stava per recare la notizia
un messo di Serse. AlT.esposizione delT infausto sogno Atossa aggiunge che andata ad offrire sacrifizi agli Dei, che possono stornare i mali, ave
va veduto fuggire dalTara di Febo un* aquila, inseguita da un falco, che
le spiumava con gli artigli il capo: simboleggianti Taquila Serse, il fal co T esercito ateniese.
DOMENICO BASSI
(1) 176- 210. 249 sgg. - A proposito di sorelle di una medesima stirpe ( /.actpf-a
-jivoj TOCGTOO, 185-86) giova ricordare che, anche secondo Erodoto, i Persiani avrebbero
avuto origine e nome da Perse, figlio deU'eroe argivo Perseo e di Andromeda. Nel paro do del dramma detto che Serse discendeva da stirpe aurigena (^pjao-yovoj ^i -, 79), accenno alla nascita di Perseo dalia pioggia d' oro, in eui si era trasformato Zeus per pe netrare nella torre dentro la quale era stata chiusa Danae da suo padre. Cosi Greci e
Persiani si favoleggi che appartenessero alla medesima schiatta.
- 241 -
This content downloaded from 185.44.77.55 on Tue, 17 Jun 2014 02:28:18 AMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions