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Pubblicazione Biblioteca delle Oblate
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I viaggi di GUTENBERG
della Biblioteca delle Oblatepercorso tra i libri
Da sempre la Biblioteca
delle Oblate dedica
attenzione a bambini
e ragazzi proponendo
attività didattiche mirate alla
conoscenza del mondo dei libri e
della lettura nei suoi molteplici
aspetti.
Tra queste figura il percorso I viaggi
di Gutenberg. Chi vi partecipa, dopo
aver visitato la Sezione Bambini e
Ragazzi per un primo approccio con
i servizi della biblioteca, la ricerca
sul catalogo e il prestito dei libri,
viene accompagnato nella visita
alla Sezione di Conservazione e
Storia locale dove può vedere libri
e documenti antichi, manoscritti,
volumi da restaurare e restaurati.
Le austere librerie in legno delle
sale di lettura, dove i libri sono
visibili dietro le ante a grata,
il grande deposito con armadi
compattabili che scorrono avanti
e indietro girando un apposito
ingranaggio, i libri del ‘500 rilegati
in pergamena, i quotidiani di 20, 50,
100 anni fa emanano ancora un certo
fascino, non solo sugli adulti, ma
anche sui cosiddetti “nativi digitali”, i
ragazzi che spesso hanno più facilità
a navigare in rete che non a sfogliare
un libro.
Insomma, gli abbiamo insegnato tutto del libro
all'epoca in cui non sapeva leggere.
Gli abbiamo rivelato l'infinita diversità delle
cose immaginarie, l'abbiamo iniziato alle gioie del
viaggio verticale, l'abbiamo dotato dell'ubiquità,
liberato da Crono, immerso nella solitudine
favolosamente affollata del lettore...
Le storie che gli leggevamo brulicavano di fratelli,
sorelle, doppi ideali, squadriglie di angeli custodi,
schiere di amici tutelari che si facevano carico delle
sue pene, ma che, lottando contro i propri orchi,
trovavano anch'essi rifugio fra i battiti inquieti del
suo cuore.
Era diventato il loro angelo reciproco: un lettore.
Senza di lui, il loro mondo non esisteva.
Senza di loro, lui rimaneva imprigionato nello
spessore del suo.
Così scoprì la virtù paradossale della lettura, che è
quella di astrarci dal mondo per trovargli un senso.
I viaggi di GUTENBERG percorso tra i libri della Biblioteca delle Oblate
da Come un romanzo di Daniel Pennac
A cura di Chiara BridiFrancesca GagginiErika Mangani
Coordinamento editorialeFrancesca GagginiP.O. Collezioni Librarie storiche
Progetto grafico e impaginazioneEDA Servizi
StampaTipografia comunaleGennaio 2012
Le immagini a pag. 15 e 27 sono di Studio Foto Torrini; quella a pag. 24 è di proprietà delle Suore Oblate Ospitaliere Francescane di Firenze
Pubblicazione realizzata per i ragazzi che partecipano ai percorsi didattici ideati e organizzati dalla Biblioteca delle Oblate
IndiceAntefatto. Scrittura e materiali per scrivere………….........4
Johannes Gutenberg e la stampa........................................10
Libri di ieri e libri di oggi.........................................................12
Le biblioteche..........................................................................16
Come si trova ciò che si cerca..............................................20
Il convento delle Oblate..........................................................24
La Biblioteca delle Oblate......................................................28
01020304050607
4
I viaggi di Gutenberg
Da sempre gli uomini hanno sentito la necessità di trasmettere
e conservare le loro storie e il loro sapere. I nostri antenati
raffiguravano sulle pareti di grotte e caverne scene di vita
quotidiana. In Mesopotamia, più di 5.000 anni fa, si scriveva su tavolette di
argilla, mentre gli antichi egizi nel 3.000 a.C. preferivano i rotoli di papiro
perché erano più leggeri e meno ingombranti.
Gli antichi egizi usavano la scrittura geroglifica, un sistema di segni che
rappresentano persone, oggetti, animali, piante o altro e che, messi in
successione, formano una storia. Alcuni rappresentano parole intere come
l’oggetto che viene raffigurato, altri sono sillabe, altri ancora rappresentano
un concetto. Gli egizi scrivevano utilizzando un’asticciola di giunco tagliata
per obliquo che, a seconda di come veniva maneggiata, formava tratti grossi
o sottili; per una scrittura più fine usavano il calamo, una canna tagliata
in punta. Il papiro era formato da strisce sottili tagliate dalla canna del
papiro disposte in senso orizzontale e verticale, poi battute con un maglio di
legno affinché le sostanze collose e l’acqua unissero i due strati formando
fogli che venivano essiccati al sole e levigati con una pietra arrotondata.
Esistevano diversi tipi di papiro più o meno raffinati che si sceglievano in
base a chi doveva essere il destinatario.
01AnTEFATTOSCriTTurA E MATEriAli pEr SCrivErE
5
Antefatto. Scrittura e materiali per scrivere
6
I viaggi di Gutenberg
Il papiro, che veniva utilizzato anche dagli antichi romani e dai greci, non era l'unico materiale scrittorio. Si usavano anche tavolette di legno cosparse al centro da gommalacca o cera su cui si scriveva con uno strumento a punta piena detto stilo. A Roma si scriveva con l'alfabeto latino che, con le conquiste e le guerre, si diffuse nei paesi del Mediterraneo e nel nord Europa ed è ancora oggi l'alfabeto più diffuso e usato al mondo.
Il papiro pian piano venne sostituito dalla pergamena, ottenuta dalla concia delle pelli di animali: la pelle veniva immersa per qualche giorno in un bagno di calce per farne cadere i peli e sgrassarla. Si puliva poi con un coltello per togliere le irregolarità e poi con la pietra pomice per levigarla. La diffusione della pergamena è attribuita al re di Pergamo, in Asia Minore. Il re Eumene II volle che la sua biblioteca diventasse la più importante e, visto che il re d'Egitto non voleva vendergli il papiro necessario per ampliare la biblioteca, iniziò a fabbricare la pergamena.
Poi fu la volta della carta. Antichi testi riportano che la carta fu inventata in Cina intorno al 105 a.C. dal ministro dell'agricoltura Ts'ai Lun, che la ottenne da un impasto di fibre di gelso e di bambù. Secoli dopo, durante una guerra, il segreto della sua fabbricazione fu rivelato agli Arabi che lo trasmisero ai Normanni presenti in Sicilia e così l'uso della carta si diffuse in tutta Europa.
7
COME SOnO STATi DECiFrATi i GErOGliFiCi
Nel 1799 il capitano francese Pierre-François Bouchard trovò nella città portuale di Rosetta, nel delta del Nilo, una lastra di granito scuro su cui era inciso uno stesso testo in tre scritture diverse: geroglifico, demotico e greco. Conoscendo il greco gli storici hanno potuto decifrare i geroglifici.
TS’Ai lun E l'invEnziOnE DEllA CArTA
Si racconta che Ts’ai Lun fosse sulle rive di uno stagno dove una lavandaia stava sciacquando dei panni piuttosto lisi che, strofinati e battuti sulle pietre, si sfilacciavano. I filamenti di tessuto, galleggiando, andarono a riunirsi in una piccola insenatura ai piedi di Ts’ai Lun. Questi filamenti ben uniti tra loro, formarono un velo che Ts’ai Lun raccolse e mise ad asciugare sull’erba. Il foglio seccando, risultò abbastanza consistente, bianco e morbido, proprio adatto per la scrittura!
Oggi la carta viene prodotta dal legno. I tronchi di legno vengono trasportati alle cartiere, scortecciati e tagliati in tante schegge. I pezzetti di legno vengono fatti macerare in acqua finché si forma una poltiglia che viene fatta bollire. L’impasto viene steso sui rulli e asciugato dall’acqua. Si forma così un lungo foglio di carta perfettamente liscio.
Antefatto. Scrittura e materiali per scrivere
8
I viaggi di Gutenberg
i COpiSTi nEl MEDiOEvO
Durante il Medioevo ogni monastero possedeva il proprio scriptorium, la stanza dove lavoravano i copisti e dove i manoscritti venivano copiati, decorati, rilegati. Di solito era una sala luminosa e talvolta anche riscaldata, per permettere ai copisti di lavorare al meglio. Essi copiavano tutto il giorno testi sacri e classici di autori latini, greci, arabi e occorreva molto tempo per completare un manoscritto, anche un anno e più, tant’è che spesso chiudevano l’opera descrivendo la loro fatica e chiedendo la benedizione divina.
9
Intanto in Europa si continuava a usare
la pergamena i cui fogli legati in più parti
e usati per scrivere su entrambi i lati
formavano quello che oggi chiamiamo
libro.
La carta restò a lungo una materia
costosa fino a che, due secoli dopo
la sua introduzione in Italia, grazie
all’utilizzo degli stracci e allo sviluppo
delle tecniche di produzione, divenne il
supporto fondamentale della scrittura
e della stampa. Si mettevano a
macerare nell'acqua degli stracci che
successivamente venivano pestati nelle
vasche e trasformati in poltiglia dalle
ruote del mulino. Poi si immergeva nelle
vasche un telaio di legno composto da fili
di metallo chiamate vergelle, si tirava su
il telaio ricoperto dalla poltiglia e il tutto
veniva messo ad asciugare; la poltiglia,
una volta essiccata, era diventata il foglio
di carta.
Prima dell'invenzione della stampa il compito di riprodurre i testi era affidato
ai monaci copisti o amanuensi: il copista scriveva il manoscritto lasciando
lo spazio per iniziali ornate e miniature. L’iniziale ornata dava importanza
alla prima lettera del testo e poteva essere decorata anche in modo molto
originale con piante, fiori, animali, figure immaginarie, personaggi intenti
a fare qualsiasi cosa. L'arte della miniatura, che in un primo momento
era praticata solo dai copisti, divenne in seguito un lavoro esercitato da
professionisti esperti, i miniaturisti, che venivano pagati per ciascuna figura
o lettera e utilizzavano materiali pregiati come le scaglie d’oro.
I libri erano oggetti preziosissimi custoditi nelle biblioteche dei monasteri o
portati in dono a personaggi nobili. Solo poche persone potevano leggerli e
consultarli.
Antefatto. Scrittura e materiali per scrivere
10
I viaggi di Gutenberg
02JOhAnnES GuTEnBErG E lA STAMpA
Intorno al 1450 a Magonza in Germania, l'orafo Johannes Gutenberg
(1399 circa - 1468) inventò il torchio a caratteri mobili: fu l’inizio della
stampa moderna e del libro così come noi lo conosciamo oggi anche
se nessuno smise di scrivere a mano di punto in bianco. Gutenberg realizzò
un alfabeto di singole lettere in metallo da riunire tra loro fino a formare
singole parole e quindi un testo. Venivano poi inchiostrate, sopra di esse
era posto un foglio di carta e pressato con l’aiuto del torchio permettendo
di riprodurre più e più volte la stessa pagina. La vera novità era data dal
fatto che i caratteri, formati da una lega particolare di metalli, resistevano
bene alla pressione della stampa e potevano essere utilizzati più volte per
stampare libri diversi. Per disegnare i caratteri mobili Gutenberg prese a
modello le lettere gotiche che somigliano alla scrittura usata dai copisti.
Il primo libro a stampa è una Bibbia ottenuta da Gutenberg con questo
metodo nel 1455 chiamata la Bibbia delle 42 linee perché il testo è disposto
su 42 righe per colonna.
I primi artigiani tipografi, vecchi lavoranti di Gutenberg, verso il 1460
partirono da Magonza in cerca di fortuna talvolta con una cassetta sulla
schiena contenente i caratteri mobili e trascinando il torchio su un carretto.
Dalla Germania gli stampatori passarono ad altri paesi europei e
giunsero anche in Italia; università e autorità ecclesiastiche erano
i principali clienti, la stampa si diffuse rapidamente e allo stesso
tempo si modificarono e perfezionarono le tecniche di produzione
dei caratteri mobili, dell’inchiostro, del torchio. Il torchio era un
adattamento di quello usato per la spremitura dell’uva e rimarrà
sostanzialmente immutato fino all’Ottocento.
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lA BiBBiA Di GuTEnBErG
Ne furono stampate 180 copie,
40 su pergamena e 140 su carta.
Si utilizzarono 6 presse e 20
stampatori. In totale la Bibbia
risultò di 1282 pagine e per il gran
numero di caratteri necessari si
stampava una pagina al giorno.
Gutenberg e i suoi collaboratori
impiegarono 3 anni per stamparla.
Johannes Gutenberg e la stampa
12
I viaggi di Gutenberg
03liBri Di iEri E liBri Di OGGi
Il libro a stampa non differiva molto, nella forma, dai manoscritti: era
formato da fascicoli piegati, cuciti insieme e rilegati con una coperta a
protezione del volume che poteva essere in pelle ma anche in tessuto o in
metallo con decorazioni preziose a seconda della persona a cui era destinato.
I caratteri utilizzati per la stampa si ispiravano alle scritture già in uso
presso i copisti, le iniziali erano ornate.
La prima pagina conteneva solitamente il frontespizio con il nome
dell’autore, il titolo, l’editore, il luogo e la data di edizione. Il frontespizio
entrò in uso nel ‘500; nel periodo precedente il testo iniziava fin dalla prima
pagina preceduto dalla parola incipit. I libri stampati prima del 1501 sono
detti incunaboli. Al frontespizio seguiva spesso la dedica dell’autore o dello
stampatore ai governanti o alle autorità ecclesiastiche.
Sul frontespizio o nell’ultima pagina del libro lo stampatore apponeva la
propria marca tipografica, un disegno, talvolta molto elaborato, con un
motto che lo contraddistingueva, il proprio marchio di fabbrica.
A loro volta, i proprietari dei libri erano soliti contrassegnare i volumi
della loro biblioteca con un proprio ex-libris, cioè un’immagine, un disegno
allegorico, un motto o semplicemente il loro nome.
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Libri di ieri e libri di oggi
lO SApEvi ChE...
liBrO - deriva dal latino liber e indica la parte interna della corteccia delle piante, uno dei materiali scrittori usati in antichità. Ha assunto il significato attuale indicativamente nel II sec. d.C.
vOluME - in latino volumen significa rotolo ed era il termine usato all’epoca in cui il papiro era il supporto per scrivere: le foglie venivano incollate una all’altra e poi arrotolate intorno a due bastoni. Il papiro infatti non poteva essere piegato e si poteva scrivere soltanto su un lato; i rotoli potevano misurare anche molti metri.
CODiCE - dal latino codex, indica il libro nella forma che conosciamo oggi, cioè fascicoli in pergamena o carta cuciti assieme dove si scrive sia sul recto che sul verso, cioè su entrambe le facce di ciascun foglio.
inCunABOlO - deriva dal latino incunabula che significa fasce. Il termine è entrato in uso nel ‘600 per indicare i libri stampati fino all’anno 1501, data presa a convenzione per distinguere i libri stampati nella seconda metà del ‘400, agli albori dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, da quelli stampati successivamente. Gli incunaboli non avevano frontespizio né titolo. Il nome dello stampatore, il luogo, la data e altre indicazioni erano contenute nel colophon (termine che deriva dal latino e dal greco e che significa estremità) cioè la parte finale del libro che corrisponde all’ultima pagina.
FrOnTESpiziO - è la prima pagina del libro con le indicazioni bibliografiche: autore, titolo, editore, luogo e data di stampa.
Ex-liBriS - in latino significa "dai libri di", ed è un segno apposto sul libro per indicarne il proprietario. Può essere un timbro, un etichetta incollata o anche manoscritto. Spesso è un’immagine, un disegno allegorico talvolta piuttosto elaborato, un motto; altre volte è semplicemente il nome del possessore.
14
I viaggi di Gutenberg
I libri stampati oggigiorno presentano in
sostanza caratteristiche simili a quelli
dal passato, ma hanno formati diversi
a seconda del pubblico e della funzione
a cui vengono destinati. In particolare
le copertine, a differenza delle austere
coperte in pelle del passato con
funzione solo protettiva, sono spesso
molto colorate e illustrate con disegni
e fotografie per richiamare l’attenzione
dei lettori e sul retrocopertina (o quarta
di coperta) viene riportato un conciso
riassunto del contenuto. Esistono libri
per bambini, per ragazzi e per adulti,
libri gioco, libri scientifici, manuali sulle
più diverse attività, libri in braille per
non vedenti o in corpo 16 cioè scritti con
un carattere più grande per facilitare la
lettura, libri pop up, libri morbidoni per i
bambini di pochi mesi.
Con il progresso tecnologico e
l’evoluzione dell’informatica i testi di
qualunque tipo stanno trovando nuove
forme diverse da quelle del libro a
stampa: audiolibri e ebook per romanzi,
testi scolastici, saggi universitari;
dizionari e enciclopedie sotto forma di file
su un DVD; i bit sostituiscono la carta, gli
informatici i tipografi: è iniziata una storia
nuova.
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16
I viaggi di Gutenberg
04lE BiBliOTEChE
ESiSTOnO vAri Tipi Di BiBliOTEChE
Le biblioteche di conservazione hanno lo scopo di raccogliere e conservare
libri e documenti del passato o particolarmente rari e preziosi e si adoperano
perché questo patrimonio non si rovini o vada perduto. Di solito i libri di
queste biblioteche non vanno in prestito e per la loro consultazione ci sono
regole ben precise.
Le biblioteche specializzate sono dedicate a raccogliere e mettere a
disposizione di studenti, ricercatori e studiosi opere relativa a singole
discipline e spesso sono collegate a facoltà universitarie: esistono
biblioteche scientifiche, astronomiche, teologiche, di scienze politiche, di
scienze umanistiche e così via.
Le biblioteche pubbliche (o di pubblica lettura) sono aperte a tutti, il loro
compito è quello di diffondere e promuovere il piacere della lettura e
raccolgono libri per bambini, ragazzi, adulti su varie discipline, che possono
essere presi in prestito gratuitamente per la lettura a casa o possono essere
consultati in biblioteca. Non ci sono solo libri: nelle biblioteche si trovano
anche quotidiani e riviste di informazione, enciclopedie, dizionari e oggigiorno
anche i materiali più nuovi come CD musicali, film in DVD, audiolibri. E
La parola biblioteca deriva dal greco ed è formata dai termini biblion
(libro) e theke (scrigno): indica quindi il luogo in cui sono raccolti
i libri. Le biblioteche esistono sin dall’antichità, da quando sono
esistiti testi scritti, fossero essi rotoli di papiro o codici in pergamena. La più
grande biblioteca dell’antichità fu quella di Alessandria, fondata da Tolomeo
I re d’Egitto nel III secolo a.C. con l’obiettivo di raccogliere testi su qualsiasi
argomento del sapere umano. All’epoca dell’Impero Romano esistevano
biblioteche pubbliche, di proprietà dello stato, e biblioteche di privati
cittadini. Nel corso del Medioevo si formarono importantissime biblioteche
presso i monasteri, che erano i centri di produzione dei codici manoscritti.
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Le biblioteche
BiBliOTEChE DEl pASSATO E DEl prESEnTE
La Biblioteca di Alessandria d’Egitto è considerata la più grande del passato. Fu costruita nel III secolo a.C. e faceva parte di un grande edificio dotato di varie collezioni d’arte, di un osservatorio astronomico e anche di un giardino zoologico, ma soprattutto di due biblioteche ricche di 700.000 volumi. La Biblioteca di Alessandria, attiva per tre secoli, subì poi incendi e distruzioni da parte dei Romani e degli Arabi. Nel 2002 è stata inaugurata la moderna Biblioteca Alexandrina, in ricordo di quella distrutta nell’antichità, una nuova struttura che ambisce a essere il maggiore centro di cultura del Mediterraneo.
La biblioteca più antica era quella del re Assurbanipal in Mesopotamia, re degli Assiri tra il 668 e il 631 a.C. Vi furono trovate più di 20.000 tavolette di argilla, i libri dell’epoca.
Ai nostri giorni la biblioteca ritenuta più importante è quella del Congresso a Washington D.C., la library of Congress, con oltre 75 milioni di documenti. E’ considerata un importante punto di riferimento per le biblioteche di tutto il mondo.
A Firenze le biblioteche più antiche sono la Medicea laurenziana, la riccardiana, la Marucelliana fondate per volontà di famiglie nobili, eruditi, mecenati delle arti e della scienza. C’è poi la Biblioteca nazionale Centrale sviluppatasi dalla notevole collezione di libri e documenti che Antonio Magliabechi lasciò alla città di Firenze alla metà del ‘700.
18
I viaggi di Gutenberg
poiché le biblioteche devono garantire l’accesso all’informazione e alla
formazione permanente, è possibile anche guardare programmi televisivi
con TV satellitari e navigare in internet.
Caratteristica delle biblioteche pubbliche è la disposizione dei libri “a scaffale
aperto” cioè su scaffali a cui gli utenti possono accedere direttamente senza
dover chiedere a un operatore: è possibile prendere i libri in mano, sfogliare
qualche pagina, decidere se prenderlo in prestito o riporlo. Le biblioteche
pubbliche organizzano spesso incontri, presentazioni di libri, attività per far
conoscere al pubblico le loro raccolte.
Come si aCCede in biblioteCa?
Per accedere in biblioteca è necessario iscriversi comunicando il proprio
nome, cognome, indirizzo e presentando un documento di identità. La
biblioteca rilascia una tessera che permette di prendere in prestito libri,
DVD e CD, in quantità e per una durata di tempo stabilita dalla biblioteca
stessa.
Se la biblioteca non possiede il libro o documento
che si sta cercando, è possibile ottenerlo attraverso
il prestito interbibliotecario. Molte biblioteche
infatti sono collegate tra loro e ciò permette di far
circolare i libri all'interno della rete bibliotecaria;
la rete bibliotecaria fiorentina si chiama SDiAF,
un acronimo che significa Sistema documentario
dell’area fiorentina e comprende numerose
biblioteche, archivi comunali e istituzioni culturali.
Negli ultimi anni, per cercare di raggiungere e accontentare più lettori
possibile, alcune biblioteche pubbliche sia italiane che straniere hanno
creato un servizio di prestito itinerante che permette di arrivare anche a
chi ha difficoltà a raggiungere la sede della biblioteca. Sono le cosiddette
“biblioteche fuori di sé”. A Santiago del Cile ci sono servizi bibliotecari
presso le stazioni della metropolitana; su alcune spiagge di Spagna,
Portogallo e Italia vengono organizzati punti di prestito per i turisti. In
Norvegia e Danimarca ci sono le bibliobarche, in Indonesia le biciclette e i
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FOrMAziOnE pErMAnEnTE in BiBliOTECA: Di ChE Si TrATTA?
Non significa che bisogna andare a scuola per tutta la vita! Vuol dire che la biblioteca, con i suoi libri e documenti a disposizione di tutti, permette a chiunque di rimanere informato e avere la possibilità di acquisire nuove conoscenze in qualunque momento della vita. Si può aver bisogno di conoscere una nuova legge, di cercare informazioni su un paese straniero dove vogliamo fare un viaggio, soddisfare una nostra curiosità, imparare qualcosa relativamente a un nuovo lavoro o semplicemente leggere il quotidiano del giorno o conoscere nuove ricette di cucina.
lA BiBliOTECA è ApErTA A TuTTi
Tutti, proprio tutti, possono venire in biblioteca indipendentemente dalla loro età, istruzione, razza o religione. Questo è l’aspetto fondamentale della biblioteca pubblica: potendo entrare liberamente e gratuitamente in biblioteca non si toglie a nessuno l’occasione di accedere alla cultura e all’informazione di qualunque tipo.
Le biblioteche
risciò, in Kenya i cammelli e in Perù gli asini che portano i libri nelle zone
più difficili da raggiungere. Si possono trovare punti di lettura anche nelle
case di riposo e di cura per gli anziani, nei centri commerciali, negli ospedali
e nelle carceri. Per raggiungere le frazioni e le periferie delle città, alcune
biblioteche si sono dotate di un servizio di prestito ambulante chiamato
Bibliobus, cioè un vero e proprio autobus attrezzato con libri, CD e DVD che
ogni settimana percorre tragitti definiti con varie fermate. E per chi non
può muoversi di casa per ragioni di salute è attivo un servizio di prestito a
domicilio.
20
I viaggi di Gutenberg
COME Si TrOvA Ciò ChE Si CErCA...
COSA vuOl DirE OpAC?
OPAC è un acronimo che vuol dire on line public access catalogue, cioè catalogo ad accesso pubblico in rete, e solitamente contiene cataloghi di più biblioteche collegate tra loro. Le biblioteche comunali di Firenze e dei comuni limitrofi e le biblioteche di molte istituzioni culturali fiorentine appartengono alla rete SDIAF, Sistema documentario integrato dell’area fiorentina e cumulano le proprie schede catalografiche in un unico grande catalogo consultabile on line.
In biblioteca ci si può rivolgere al bibliotecario che è a disposizione
per aiutare qualsiasi utente nella sua ricerca. Ma se si vuol fare in
autonomia, si può consultare il catalogo di cui ogni biblioteca è dotata.
Il catalogo è uno strumento indispensabile perché solo interrogandolo
è possibile sapere cosa c’è sugli scaffali e individuare la collocazione del
libro, cioè il posto esatto in cui si trova.
Oggi, grazie all’informatica, i cataloghi non sono più cartacei a schede mobili
contenuti in grandi cassettiere in ordine alfabetico, ma sono dei database
consultabili su internet anche da casa propria, chiamati OPAC.
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Si possono utilizzare varie chiavi di ricerca: quelle più comuni sono per
autore e titolo, ma si può fare anche una ricerca per soggetto quando non si
ha in mente un titolo preciso.
Se si vuole leggere Diario di scuola di Daniel Pennac, sarà sufficiente scrivere
il nome dell’autore e il titolo negli appositi spazi del database e lanciare
la ricerca, il risultato sarà precisamente il libro desiderato; conoscendo
invece soltanto il nome dell’autore, il risultato sarà l’elenco delle opere da
lui scritte.
Come si trova ciò che si cerca...
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I viaggi di Gutenberg
Nelle prime due colonne della scheda catalografica si legge il nome e il codice della biblioteca che possiede il libro, nella terza la collocazione del libro, nella quarta il suo numero di inventario, nella quinta l’informazione se il libro va o no in prestito e nell’ultima colonna se il libro è presente in biblioteca o in prestito a un altro utente. Nell’esempio riportato il libro risulta in prestito e la data prevista per il rientro dopo 15 giorni… Come fare se si desidera il libro? E’ sufficiente andare dal bibliotecario e chiedere di prenotarlo.Se invece nell’ultima colonna appare la dicitura “materiale in biblioteca”, basterà andare allo scaffale, prendere il libro e farsi registrare il prestito dal bibliotecario. La dicitura “ritardo nella restituzione” significa che l’utente che ha in prestito il libro non sta rispettando il termine di scadenza. In questo caso il bibliotecario solleciterà la restituzione del libro il prima possibile e avvertirà l’utente non appena il libro sarà disponibile in biblioteca.
23
Quando non si conosce il titolo esatto del libro da leggere ma
soltanto l’argomento che ci interessa, è possibile fare una
ricerca libera scrivendo il soggetto, per esempio “libellula”.
In questo caso si otterrà l’elenco dei libri che trattano di
quell’argomento e, se sono molti, sarà necessario scorrere
l’elenco con attenzione per individuare il libro più adatto. Il
bibliotecario è a disposizione per aiutare chiunque in questo
tipo di ricerche.
Come si trova ciò che si cerca...
24 06il COnvEnTO DEllE OBlATE
Il nucleo originario del grande complesso delle Oblate nasce verso la
fine del XII secolo (1285) quasi in concomitanza con l’ospedale di Santa
Maria Nuova, per ospitare le Oblate, pie donne che facevano assistenza
alle malate. Fu Monna Tessa, fantesca del fondatore dell’ospedale, un ricco
signore fiorentino di parte ghibellina Folco Portinari, a dedicarsi per prima
alla cura delle malate e a riunire intorno a sé un gruppo di nobili donne che
seguirono il suo esempio e formarono le Dame Ospitaliere che poi presero
il nome di Oblate. Il termine, che deriva dal latino, significa offerte, cioè
offerte al Signore: nel monachesimo medievale erano chiamate così coloro
che, laiche, si dedicavano ai servizi di un monastero o di un’opera religiosa
seguendone la regola senza pronunciare i voti. Si offrivano in maniera
altruistica e avevano uno stile di vita improntato ai dettami del Vangelo e
alle regole di San Francesco.
Col tempo il convento delle Oblate fu ingrandito e le strutture principali
tuttora esistenti che si sviluppano intorno al chiostro furono costruite
tra il XIV e il XV secolo. Il convento era parte integrante del complesso
ospedaliero che nel frattempo si era notevolmente ampliato sull’altro lato
25
Il convento delle Oblate
Chi ErA FOlCO pOrTinAri?
Folco Portinari, un ricco signore fiorentino di parte ghibellina è ritenuto il fondatore dell’Ospedale di Santa Maria Nuova il cui edificio originario costruito tra il 1285 e il 1288, era nell’attuale via Folco Portinari, all’epoca via delle Pappe. La sua opera, e quella della sua fantesca Monna Tessa, si inseriscono in un preciso contesto storico: quello dei movimenti di rinnovamento spirituale che si andavano diffondendo all’epoca, tra cui le regole di San Francesco e l’attenzione ai poveri e ai bisognosi. Molte famiglie ricche e borghesi destinavano parte delle loro ricchezze per opere di beneficenza come un atto di purificazione per la propria condotta non sempre onesta.
E MOnnA TESSA?
Monna Tessa nasce da una famiglia povera, si sposò con un bastaio (artigiano che produceva i basti, cioè selle rustiche in legno per asini e muli per cavalcarli o porvi il carico) e lavorò come fantesca (o serva) presso la famiglia di Folco Portinari. Per anni era stata la balia dei figli della famiglia, ma una volta cresciuti, Monna Tessa chiese a Folco Portinari di aiutarla nell’organizzazione di un’attività benefica verso i malati. Monna Tessa morì nel 1327 e fu sepolta nella chiesa dedicata a Sant’Egidio. Secondo la regola francescana Monna Tessa e le altre dame ospitaliere si dedicavano a opere di bene sulla base dello spirito di fraternità (non si deve vivere da soli e ci si deve prendere cura dei propri confratelli/consorelle) di umiltà (ponendosi al di sotto di tutti e di tutto) e povertà (rinunciando a tutti i beni e condividendo tutto con i confratelli/consorelle).Monna è il diminutivo di Madonna, termine usato nel 1200 per le donne maritate. Tessa deriva da Contessa, il titolo nobiliare di Matilde di Canossa il cui governo aveva destato tanta ammirazione nella Toscana medioevale e a molte neonate veniva imposto quel nome.
26
I viaggi di Gutenberg
della via Sant’Egidio. Nel 1600 le suore Oblate, che vivevano in un regime di
semi clausura, potevano raggiungere le corsie dell’ospedale senza uscire
in strada utilizzando un corridoio sotterraneo a via Sant’Egidio attraverso
il quale giungevano direttamente in chiesa: nella piazza sono ancora visibili
le grate in corrispondenza delle bocche di luce del corridoio attualmente
chiuso e non percorribile.
Al piano terreno si trovavano il refettorio (dove ora è la Sala di lettura principale della Sezione di Conservazione di Storia locale), le grandi cucine (dove è la sede dell'Accademia toscana di Scienze e Lettere La Colombaria) e la dispensa (l'attuale Sala Balducci). Nella lunga sala che delimita il chiostro (oggi deposito di opere dei Musei comunali) erano i lavatoi della biancheria dell’ospedale; all’interno rimangono ancora due grandi vasche rettangolari in pietra serena dove si lavavano i panni che poi, grazie a un argano in legno, venivano tirati su fino al secondo piano dove c’è la grande terrazza tenditoio: lenzuola e biancheria venivano messi ad asciugare sui fili che andavano da una colonna all’altra della terrazza.
Al primo piano si trovavano le celle, una per ogni suora Oblata; i divisori interni tra cella e cella sono stati smantellati e ora rimangono solo ampie stanze occupate dalla biblioteca e dal Museo di Preistoria.Dalla grande terrazza al secondo piano dove le Oblate tendevano la biancheria, si gode una magnifica vista della Cupola del Duomo.Esiste anche un piano interrato che ospitava cantine e dispense.
Nel 1936 quando si stava sviluppando il nuovo ospedale di Careggi e si progettava di trasferirvi gli ospedali nel centro della città, tra cui quello di Santa Maria Nuova, il convento delle Oblate fu messo in vendita e acquistato dal Comune di Firenze che iniziò a ristrutturarlo per ospitarvi il Museo Topografico Fiorentino, quello di Firenze Antica e il Museo del Risorgimento. Furono eliminati i divisori delle celle monacali al primo piano, vennero create nuove scale, terrazzini e passaggi tra un locale e un altro, una nuova porta su via S. Egidio. I lavori furono interrotti col sopraggiungere della Seconda Guerra Mondiale: in quel periodo l'edificio fu alloggio delle milizie fasciste e degli sfollati. Poi nel 1953 fu trasferita qui la Biblioteca comunale che si trovava in Palazzo Vecchio e fu sistemata nei locali a piano terra.
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I viaggi di Gutenberg
La Biblioteca delle Oblate, inaugurata e aperta al pubblico dal
maggio 2007, è distribuita su tre livelli: a piano terra si trova
la Sezione di Conservazione e Storia locale, al primo piano la
Sezione contemporanea, al secondo piano la Sezione Bambini e Ragazzi e
l’Emeroteca.
La Sezione di Conservazione e Storia locale è
composta da due grandi sale studio, una delle
quali intitolata a Padre Ernesto Balducci, dove
i libri sono collocati a "scaffale chiuso", cioè
in librerie con ante chiuse a chiave alle quali
accedono solo i bibliotecari. C’è poi un deposito
librario con armadi compattabili mobili che,
grazie ad appositi ingranaggi, scorrono avanti
e indietro e permettono così di conservare un
numero considerevole di libri.
Questa sezione esisteva già da molto tempo
prima dell’inaugurazione della Biblioteca delle
Oblate e si chiamava Biblioteca Comunale
Centrale. Era stata istituita nel 1898 dalla
Giunta Comunale di Firenze e aveva sede
in alcuni locali di Palazzo Vecchio. Il primo
bibliotecario si chiamava Giuseppe Conti,
persona colta con studi in storia, letteratura
italiana e francese, che lavorava in Comune
già da molti anni ed era scrittore piuttosto
conosciuto ai suoi tempi, autore di numerose
pubblicazioni su Firenze e sulla storia della città.
07 lA BiBliOTECADEllE OBlATE
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Chi è pADrE ErnESTO BAlDuCCi?
Padre Ernesto Balducci (1922-1992) è stato sacerdote, intellettuale, scrittore, editore; è una delle personalità di maggiore spicco del mondo cattolico italiano del secondo dopoguerra. Studiò nel collegio degli Scolopi, dove successivamente insegnò, collaborò con Giorgio La Pira, si impegnò costantemente per incoraggiare il dialogo tra culture e religioni diverse. Nel 1958 fondò la rivista Testimonianze e nel 1986 la casa editrice Edizioni Cultura della Pace (ECP). Dopo la sua morte è stata costituita una Fondazione intitolata al suo nome con lo scopo di custodirne il patrimonio librario e archivistico, di raccoglierne e pubblicarne gli scritti, di coordinare le attività che si richiamano al suo impegno.
FirEnzE rACCOnTATA DA GiuSEppE COnTi
Tra i molti romanzi e saggi scritti da Giuseppe Conti sono ancora pubblicati e disponibili in libreria Firenze vecchia, Fatti e aneddoti di storia fiorentina, Amori e delitti di nobiltà e di plebe, Firenze dai Medici ai Lorena, opere che raccontano la storia di Firenze in forma aneddotica a partire dai documenti d’archivio. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1924, la vedova mise in vendita la sua collezione di libri che fu acquistata dal Comune di Firenze ed è tuttora conservata nella Sezione di Conservazione e Storia locale della Biblioteca delle Oblate.
La Biblioteca delle Oblate
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I viaggi di Gutenberg
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Nel corso della sua carriera in Comune, Giuseppe Conti aveva ricoperto
vari incarichi tra cui quello di Segretario della Commissione Storica
Archeologica e altri relativi all’organizzazione di alcuni eventi rievocativi
in città ed era sicuramente la persona adatta per un impegno del
genere. Inizialmente la biblioteca non aveva un obiettivo ben definito:
raccoglieva libri e riviste già presenti nei vari uffici comunali e volumi
offerti in dono al sindaco. Ma col tempo Giuseppe Conti acquistò molte
opere che documentavano la storia e lo sviluppo di Firenze e della Toscana
e pubblicazioni su personaggi illustri fiorentini. Inoltre raccolse e riordinò
una quantità considerevole di filze, protocolli, copialettere e documenti
archivistici. Il 10 febbraio 1913 la Giunta comunale approvò il Regolamento
per il servizio della Biblioteca e dell'Archivio Storico che stabiliva gli
obiettivi e l’organizzazione della biblioteca, le regole per la consultazione
del patrimonio, i comportamenti da osservare. Biblioteca e archivio sono
stati una sola istituzione fino al 1976 quando quest’ultimo fu trasferito in
Palazzo Bastogi a pochi passi dalla Biblioteca delle Oblate.
Quando Giuseppe Conti andò in pensione, la
direzione della biblioteca fu affidata prima a Ugo
Giusti e poi a Rodolfo Ciullini che la guidò per molti
anni. Con loro il patrimonio librario si arricchì di
importanti fondi, cioè cospicue raccolte di volumi
e documenti che studiosi, collezionisti o illustri
cittadini hanno voluto lasciare alla biblioteca
perché questa li conservi e li metta a disposizione
degli studiosi. I nomi di alcuni dei fondi più
significativi sono ancora leggibili sulle librerie
in sala di lettura: Lascito Francesco Boncinelli,
Lascito Giulietta Tordi, Lascito Robert Davidsohn.
Nel 1953 la Biblioteca Comunale fu trasferita da
Palazzo Vecchio alle Oblate e fu allestita nelle
sale dove tuttora si trova, con il nome di Sezione di
Conservazione e Storia locale.
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I viaggi di Gutenberg
In anni più recenti la biblioteca è stata notevolmente riorganizzata e con
l’avvento dei computer il patrimonio documentario è stato interamente
ricatalogato in maniera informatica. Ai tempi di Giuseppe Conti le schede
catalografiche erano cartacee, venivano scritte a mano o dattiloscritte una
ad una e contenevano i dati essenziali di ciascun libro che si ricavano dal
frontespizio: autore, titolo, editore, data e luogo di edizione, collocazione.
Erano conservate in un mobile a cassetti in ordine alfabetico per autore,
consentendo solo questo tipo di ricerca. Oggi invece sono sostituite dal
catalogo informatizzato consultabile in internet utilizzando anche altre parole
chiave.
Gli spazi di Palazzo Vecchio infatti non erano più
sufficienti e inoltre il grande convento delle Oblate
era il luogo in cui l’Amministrazione comunale voleva
realizzare un centro culturale con musei e biblioteche.
Quando l’Arno straripò nel 1966 e Firenze fu interamente
alluvionata, anche la Biblioteca comunale fu invasa
dall’acqua. La bibliotecaria di allora, Renata Gioi Baroni,
insieme ai suoi collaboratori, riuscì a salvare dal fango
gran parte dei documenti, ma molte opere andarono
perdute, molte altre dovettero essere asciugate e
restaurate con spese ingenti e tempi lunghi. Tanti libri
recano il timbro "Danneggiato dall’alluvione del 1966"
e la biblioteca conserva ancora qualche volume da
restaurare.
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FirEnzE: 4 nOvEMBrE 1966
Dopo giorni di piogge intense e continue, il fiume Arno inizia a straripare, prima in località fuori Firenze, poi alle Cascine, a Rovezzano, a San Salvi. Poi è la volta della zona di Ponte Vecchio, fino a che, alle 6.50 del 4 novembre 1966 a Firenze cede la spalletta del fiume in Piazza Cavalleggeri: la furia dell’Arno si abbatte sulla Biblioteca Nazionale Centrale, sul quartiere di Santa Croce e sull’intera città. Migliaia di volumi, tra cui preziosi manoscritti e opere rare vengono coperti dal fango e dai detriti portati dall’acqua dell’Arno. Quasi immediatamente scatta una mobilitazione internazionale per aiutare la città e nei giorni successivi centinaia di volontari giungono a Firenze per portare soccorso alla popolazione.In particolare vengono ricordati gli Angeli del fango, persone soprattutto giovani che dettero la loro disponibilità e lavorarono giorni e giorni per recuperare dal fango le inestimabili opere d’arte, dipinti, statue, libri che altrimenti sarebbero andati perduti a causa dell’alluvione del ’66.
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I viaggi di Gutenberg
La collocazione utilizzata nella Sezione di Conservazione e Storia locale, a
differenza delle altre sezioni, è alfanumerica: i libri non sono disposti sullo
scaffale a seconda dell’argomento di cui parlano come avviene invece nelle
Sezioni contemporanea e Bambini e Ragazzi; la sequenza di numeri e lettere
indica il posto preciso in cui si trova il libro sullo scaffale.
La sezione conserva circa 65.000 opere databili tra il XVI secolo e i giorni
nostri e gran parte di esse documentano la storia della nostra città sotto
vari punti di vista: artistico, architettonico, urbanistico, storico, sociale,
economico, letterario.
Da segnalare un’importante raccolta di almanacchi e lunari, numerose
testate di periodici tra cui quelle satirico-politiche dell’Ottocento e le riviste
fiorentine che hanno fatto la storia della cultura e delle avanguardie italiane
del Novecento, la collezione di guide storico artistiche della città e quella
di nuptialia, la raccolta di leggi, bandi e notifiche granducali, oltre 9.000
miscellanee storiche di argomento vario.
Il volume più antico è un incunabolo stampato nel 1496; la sezione possiede
inoltre circa 240 cinquecentine, cioè libri stampati nel XVI secolo quando
l’arte della stampa muoveva i suoi primi passi. Il libro più piccolo è Il genio
della musica: giornaletto delle dame per l'anno 1829 stampato a Milano
nell’Ottocento, un almanacco di soli 4 x 6,5 cm; mentre notevolmente corposo
è un volume stampato nel 1921 contenente l’intera Divina Commedia, sono
ben 1.104 pagine! A proposito di Divina Commedia, la biblioteca possiede
un’edizione molto particolare di grandi dimensioni: ognuna delle tre cantiche
pesa circa 27 chili.
Tra il patrimonio storico figura anche una raccolta di bandi, notifiche e leggi
granducali emanate tra il XVIII e il XIX secolo e una piccola collezione di
manoscritti, alcuni databili nel Sei-Settecento, la maggior parte di epoca
più tarda.
Per ricercare fatti di cronaca, notizie di eventi più o meno importanti
accaduti anche molti anni fa, fatti politici o economici è possibile consultare
la collezione di quotidiani che la biblioteca possiede in cartaceo e/o in
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I viaggi di Gutenberg
microfilm. Il microfilm è una pellicola che riproduce con scatti fotografici i
quotidiani: poiché la carta di giornale si deteriora con molta facilità, l’utilizzo
del microfilm è un ottimo modo per garantire la conservazione dei giornali
degli anni passati e allo stesso tempo permetterne la consultazione per
svolgere ricerche.
Non deve meravigliare la presenza di una bellissima edizione di Pinocchio
illustrata dal disegnatore Attilio Mussino del 1911: del resto questo libro per
grandi e piccini scritto da Collodi è toscanissimo!
La Sezione di Conservazione e Storia locale è frequentata soprattutto da
studiosi, ricercatori, studenti universitari, ma anche da cittadini che hanno
interesse per la storia della nostra città.
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l'ArChiviOSTOriCO DEl COMunE Di FirEnzE
L’Archivio storico del Comune di Firenze conserva i documenti prodotti e ricevuti dall’amministrazione locale fin dalla sua istituzione nel 1781 da parte del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo ed è quindi fonte inesauribile di informazioni per la conoscenza e la salvaguardia della storia della città. Raccoglie anche gli archivi di ospedali, scuole, enti assistenziali, teatri soppressi e costituisce la memoria storica per i fiorentini dal XVIII al XX secolo. L’archivio è aperto al pubblico per la consultazione; a differenza delle biblioteche di pubblica lettura è sempre necessario rivolgersi all’archivista per individuare i documenti da consultare. L’Archivio del Comune di Firenze è aperto anche per visite guidate su prenotazione.www.comune.fi.it/archiviostorico
LO SAPEVI CHE...
FilzA - deriva da infilzare: indicava un insieme di fogli contenuti all’interno di una coperta, legati tra loro da un laccio, uno spago o un cordino che li attraversava. Quest’ultimo aveva alle sue estremità due punte di metallo con le quali si infilzava il foglio per poi legarlo con gli altriprOTOCOllO - è il registro in cui vengono trascritti progressivamente gli atti e i documenti in entrata e in uscita di un ente come il Comune. Il protocollo che viene usato oggigiorno è informatizzato, ma fino a pochi anni fa venivano utilizzati registri cartacei di grandi dimensioni.COpiAlETTErE - è un registro che contiene le copie delle lettere scritte da un ente; è rimasto in uso fino a che non si sono sviluppati i processi di riproduzione dei documenti quali ad esempio la fotocopia.
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COSA SiGniFiCA...
AlMAnACCO E lunAriO - sono pubblicazioni annuali simili al calendario. Largamente diffusi nel ‘700 e ‘800 contenevano informazioni astronomiche sulle costellazioni, la levata e il tramonto del sole e della luna utilizzate dai contadini nel loro lavoro. Contenevano anche notizie geografiche, statistiche, l’elenco delle fiere e dei mercati, le feste principali civili e religiose. E poi l’elenco delle famiglie regnanti con i ritratti di re, regine, imperatori e imperatrici, aspetto molto importante in un’epoca in cui foto, giornali, TV erano lontani a venire. Gli almanacchi e lunari potevano contenere inoltre racconti, notizie storiche, informazioni scientifiche, precetti, illustrazioni, ricette a seconda del pubblico a cui erano rivolti: ecco quindi l’Almanacco biografico per gli eruditi, l’Almanacco musicale, l’Almanacco istorico-statistico, l’Almanacco per i campagnoli, l’Almanacco gastronomico, l’Almanacco di Corte, l’Almanacco dello sport e molti altri.
MiSCEllAnEA - significa mescolanza, insieme di cose eterogenee ed è il nome che viene dato alle pubblicazioni che contengono raccolte di scritti di vario genere di uno o più autori su un argomento o una personalità. In biblioteca il termine miscellanea è usato per indicare vari opuscoli o pubblicazioni di piccole dimensioni rilegate insieme o raccolte in appositi contenitori.
nupTiAliA - si tratta di pubblicazioni realizzate in occasione delle nozze di personalità importanti e possono contenere scritti di vario tipo: composizioni poetiche o musicali, epistole, racconti, opere teatrali, studi storici o biografici a seconda degli interessi e delle inclinazioni di uno o entrambi gli sposi a cui sono dedicate. Erano molto in uso tra la fine del ‘500 e gli inizi del XX secolo, inizialmente nel mondo aristocratico poi si diffusero anche tra la borghesia e i ceti sociali più abbienti.
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ECCO QUALCHE SUGGERIMENTO
Sono frequenti libri o film in cui biblioteche e bibliotecari hanno la loro
parte, qualche volta sono i protagonisti, altre volte occupano solo un
capitolo o una breve scena.
E per chi ama navigare in rete, esistono siti web specializzati con
informazioni sui libri, consigli di lettura, presentazioni di novità editoriali.
41
lA BiBliOTECA Di CArTAEnrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppoMilano, Baldini e Castoldi, 1997
Claudio Ciccarone, La bibliotecaria: la vera storia di Marta la tarmaRoma, Fanucci, 2008
Roald Dahl, MatildeMilano, Salani, 2007
Michael Ende, La storia infinitaZingonia, Corbaccio, 2009
Jostein Gaarder, Klaus Hagerup, Lilli De Libris e la biblioteca magicaFirenze, Salani, 2001
Masha Hamilton, La biblioteca sul cammelloMilano, Garzanti, 2007
Michelle Knudsen, Un leone in bibliotecaMilano, Nord-Sud, 2007
Anna Lavatelli, Chi ha incendiato la biblioteca?Novara, Interlinea Junior, 2004
Brian Lies, Pipistrelli in bibliotecaMilano, Il castoro, 2009
Beatrice Masini, Bambini nel boscoRoma, Fanucci, 2010
Daniel Pennac, Come un romanzoMilano, Feltrinelli, 2008
Sam Savage, Firmino. Avventure di un parassita metropolitanoTorino, Einaudi, 2008
Jerry Spinelli, La tessera della bibliotecaMilano, Mondadori, 1998
42
CinEBiBliOBilly Elliot (2003) di Stephen DaldryUniversal pictures
Caterina va in città (2003) di Paolo Virzì01 Distribution
Come te nessuno mai (2004) di Gabriele MuccinoDolmen Home Video
Fahrenheit 451 (2003) di François TruffautUniversal Pictures Video
La gabbianella e il gatto (1999) di Enzo D’AlòCecchi Gori Home Video
Ghostbusters: acchiappafantasmi (2006) di Ivan ReitmanSony Pictures Home Entertainment
Matilda sei mitica (2011) di Danny De VitoSony Pictures Home Entertainment
La meglio gioventù (2011) di Marco Tullio GiordanaWarner Bros Video
La mummia (1999) di Stephen SommersUniversal Pictures
Il Nome della Rosa (2007) di Jean Jacques AnnaudWarner Home Video
Ovosodo (2004) di Paolo VirzìCecchi Gori Home Video
La scuola (2011) di Daniele LuchettiCecchi Gori Home Video
La storia infinita (2007) di Wolfgang PetersenEagle Pictures
La storia infinita 3 (2011) di Peter Mc DonaldCecchi Gori Home Video
43
SiTOGrAFiAwww.andersen.it Rivista Andersen, mensile specializzato nei libri per ragazzi
www.baol.it Motore di ricerca italiano per bambini e ragazzi
www.bolognachildrensbookfair.comMostra del libro per ragazzi di Bologna
www.fuorilegge.orgConsigli di lettura, recensioni, rubriche dedicate alla letteratura per ragazzi
www.liberweb.it Guida on line per entrare nel mondo dei libri per giovani lettori
en.childrenslibrary.orgLibri per ragazzi da tutto il mondo, digitalizzati a testo completo in lingue diverse
www.kidsolr.com/kidswww/index.html Kids of the world: raccolta di siti educativi di vari paesi in lingue diverse
www.radio.rai.it/radio3/fahrenheit/index.cfm Fahreragazzi: sito della trasmissione di Radio3 con un settore completamente dedicato alla letteratura per ragazzi
www.ubcfumetti.comPortale dedicato ai fumetti
44
Conoscere il libro antico attraverso i volumi della Biblioteca popolare di Campiglia MarittimaA cura di Valeria Nannini e Silvana Pratesi, Grosseto, 2006
Il grande libro delle invenzioni: utili, innovative, rivoluzionarie, indispensabili, futuribili, fantascientificheNovara, Istituto geografico De Agostini, 2006
Il libro dal papiro a GutenbergUniversale Electa/Gallimard, Trieste, 1997
Catherine Loizeau,I mondi antichiBergamo, Larus, 2007
Le Oblate di Firenze. 700 anni al servizio del corpo e della menteA cura di Manuela Barducci e Francesca Gaggini, Bagno a Ripoli, 2008
Roberto Piumini, Adriana Paolini, Monica Zani,L'invenzione di Kuta: la scrittura e la storia del libro manoscrittoMilano, Carthusia, 2009
Renzo Rossi, Patricia Silva,Il grande libro della scrittura: geroglifici, alfabeti, libri, internetCinisello Balsamo, San Paolo, 2008
www.bibliotecadelleoblate.it
www.comune.fi.it/archiviostorico
BiBliOGrAFiA
La Biblioteca delle Oblate
è un’importante realtà
cittadina frequentata
ogni giorno da centinaia
di persone che qui si incontrano,
studiano, leggono un libro, guardano
un film, navigano in internet, fanno
ricerche storiche, ascoltano musica,
partecipano a conferenze e iniziative
di promozione della lettura.
Biblioteca delle OblateVia dell'Oriuolo 26, FirenzeTel. 055 2616 512Fax: 055 2616 519bibliotecadelleoblate@comune.fi.itwww.bibliotecadelleoblate.it